El Periodico Libre E Independiente De

Transcript

El Periodico Libre E Independiente De
agosto - dicembre 2013
Cochabamba - Bolivia
anno I
Bs. 0.-
BOLIVIA
bollettino quadrimestrale di inform-azione ed altro
El Periodico Libre
E Independiente De
Nr. 1 (3)
EDITORIALE
La ripresa della pubblicazione de El
Periodico dopo cinque anni di assenza coincide con il mio ritorno in Bolivia, dove per i prossimi tre anni lavorerò alla Fundación Pro-Hábitat (FPH)
al progetto Abitazione e salute nella
regione del Tropico di Cochabamba.
Questa collaborazione con la FPH
conta con il sostegno dell’associazione di cooperazione internazionale
Inter-Agire e dell’Alleanza Comundo,
ma senza dimenticare l’altro pilastro
fondamentale del progetto, ovvero voi
sostenitori/trici, lettori/trici, che in una
maniera o nell’altra avete sostenuto il
progetto Abitazione e salute.
Questa pubblicazione era nata sei
anni fa in Bolivia con il proposito di
descrivere ad amici e conoscenti un’esperienza personale di uno stage di un
anno effettuata in questo paese, il tutto
in una maniera soggettiva, schierata
ma non di parte, in ogni caso senza
prendersi troppo sul serio. El Periodico ritorna quindi con una nuova veste
grafica, ma senza aver perso quella indipendenza e spirito critico necessari
per potersi districare in un paesaggio
politico estrememamente polarizzato
quale quello boliviano e descrivere in
una maniera personale questo appassionante, vivace nonchè complesso
paese. In definitiva si tratta di un bollettino volto ad informare voi sostenitori/
trici, lettori/trici su questa nuova esperienza di lavoro ma non solo, mantenendo sempre e comunque uno sguardo aperto sulla realtà che mi circonda.
SPECIALE D O S S I ER
Una delle 794 nuove abitazioni costruite nella prima fase, il giorno dell’inaugurazione
IL PROGETTO ABITAZIONE E SALUTE
FPH L’INIZIO, O LA PRIMA SORPRESA: DALLE INIZIALI 794 NUOVE
ABITAZIONI PREVISTE SI È PASSATI A 4200 ABITAZIONI!
SPAZIO E SOCIETÁ UN’INTRODUZIONE AL PROGETTO: PRIME CONSIDERAZIONI SUI PROCESSI ED ALCUNI ASPETTI ARCHITETTONICI
AMBIENTE
LOCALE
A COCHABAMBA
ME VOY
2
UNA GIORNATA
SENZ’AUTO
3
4-5
EDUCAZIONE
5
1:2:2? 1:2:3?
1:3:2? 1:3:3?
. redazione: Clle. O. Canedo 644, entre Av. D’Orbigny y Nueva Castillo, Cochabamba - Bolivia
. e-mail:
[email protected]
. abbonamenti:
El Periodico è gratuito, viene mandato in formato cartaceo per posta. per riceverlo basta comunicare l’indirizzo postale per e-mail.
5
. le legende in fondo alla pagina fungono da complemento d’informazione, per questioni di spazio sono forzatamente coincise, sommarie ed incomplete.
El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia
CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3
2
L O C AL E
CBBA
A
COCHABAMBA
ME
VOY
A COCHABAMBA SEÑORES CANTARÁN LOS RUISEÑORES, A COCHABAMBA ME VOY ¡INTI! (...)
La Bolivia cantata alla fine degli anni ‘60
nella canzone A Cochabamba me voy dal
grande cantautore cileno Victor Jara, morto torturato nel 1973 per opera della dittatura di Augusto Pinochet, non esiste più:
le ingerenze della CIA sono terminate già
da tempo 1, così come le guerriglie di liberazione iniziarono ad affievolirsi in seguito
all’assassinio di Ernesto Guevara nel 1967
ne La Higuera boliviana. Da allora molte
cose sono cambiate, anche se questo affascinante paese rimane bersagliato dalle
molte contraddizioni interne tuttora irrisolte (economiche, politiche, sociali, culturali, ecc.) lasciate in eredità dalla sua storia passata e recente (la colonizzazione,
le dittature ed i governi neoliberali) e che
spesso scaturiscono in conflitti, come p.es.
in periodi più recenti la guerra dell’acqua
e del gas 2, le aspirazioni secessioniste
della Media luna 3, il TIPNIS 4, ecc. Tuttavia il cambiamento più grande avvenuto
nell’ultimo decennio è stata l’elezione nel
2003 del primo presidente indigeno della
storia boliviana, Evo Morales. Il paese sta
assistendo al primo periodo relativamente
lungo di stabilità, con parecchie migliorie
significative rispetto al passato, anche se
il tanto proclamato “cambio” molte volte si
compie più nelle parole che nei fatti. Ciò
non significa disminuire quanto fatto finora, quanto piuttosto far notare le difficoltà
presenti nel cambiare profondamente le
strutture socio-economiche di un paese
che è sempre stato gestito da una ristretta
classe dirigente oligarchica e clientelista a
scapito della maggioranza indigena, vittima di discriminazioni ed esclusioni. Malgrado una certa disillusione sorta negli
ultimi anni per la progressiva burocratizzazione e gerarchizzazione del processo,
quello che più conta è che molta gente ha
iniziato a prendere coscienza che i cambiamenti sono possibili, soprattutto quando iniziano dal basso.
1. Negli anni ‘70 la C.I.A. organizzò l’operazione
Condor con la collaborazione di varie dittature
presenti in America Latina, volta a destabilizzare
e sovvertire i governi “socialisti” della regione per
tutelare l’egemonia e gli interessi economici degli
Stati-Uniti. In Bolivia appoggiò vari colpi di stato e
dittature, p.es. quelle di Banzer negli anni ‘70 e di
Vista su Cochabamba dalla terrazza di casa e, sullo sfondo, la collina con il “Cristo de la Concordia”
La “Plaza 14 de septiembre” durante uno dei tanti scioperi
Mesa al principio degli anni ‘80.
2. La prima avvenne a Cochabamba nel 2000,
per combattere la privatizzazione dell’acqua, la
seconda nel 2003 per evitare la svendita di gas
naturale a prezzi stracciati a paesi stranieri.
3. Soprannome delle regioni orientali della Bolivia a maggioranza non-indigena che, nel 2008,
impulsarono un violento processo secessionista
con forti risvolti xenofobi nei confronti delle culture indigene dell’altipiano andino (occidente).
4. Controverso progetto del governo per una
super-strada che dovrebbe collegare Bolivia a
Brasile, passando nel bel mezzo di un territorio
indigeno protetto e di un parco nazionale.
El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia
CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3
3
FPH
S P E C I A LE DOSSIER: IL PROGETTO ABITAZIONE E S A LU T E
L’INIZIO, O LA PRIMA SORPRESA
DA L L E I N I Z I A L I 79 4 N U O V E A B ITA Z IONI PREVISTE SI È PASSATI A 4’200 AB ITAZ ION I!
Ancora prima che partissi per la Bolivia
era previsto che collaborassi al progetto
Abitazione e salute alle fasi di sviluppo,
consulenza ed assistenza tecnica per 794
nuove abitazioni. Il primo giorno di lavoro
in agosto mi ritrovai quindi piuttosto sorpreso quando la direttrice generale della
FPH Antonia Terrazas e l’architetto Rolando Velarde, direttore regionale e responsabile del progetto, mi informarono che la
costruzione delle 794 abitazioni era appena stata conclusa e che presto ci sarebbe
stata l’inaugurazione ufficiale...! Ma subito
dopo la sorpresa fu ancora più grande: il
progetto aveva avuto un impatto talmente
positivo che il Viceministerio de Vivienda
y Urbanismo (Ministero boliviano delle politiche abitative e dell’urbanismo) aveva
appena confirmato la continuazione del
progetto con una seconda fase, comprendente più di 4000 nuove abitazioni!
Mi ritrovai quindi piacevolmente stupito
ma nello stesso momento parecchio perplesso: da una parte ciò mi avrebbe permesso di poter partecipare sin dall’inizio
a tutte le fasi del progetto, però dall’altra
il progetto aveva assunto una dimensione ancora più mastodontica! La perplessità nasceva dal fatto che una domanda
continuava a rodearmi: come riuscire a
conciliare l’aspetto quantitativo con l’aspetto qualitativo per una tale quantità di
abitazioni, sia per quel che riguarda i processi di partecipazione delle comunità al
progetto che per le fasi di progettazione e
costruzione! Nel primo viaggio al Chapare, in occasione della cerimonia ufficiale di
consegna delle prime 794 abitazioni con la
presenza del presidente Evo Morales, ho
potuto realmente darmi conto della qualità delle abitazioni e del fatto che effettivamente il progetto funziona, e piuttosto
bene! Tutto ciò mi motiva alquanto per l’inizio della seconda fase, prevista a partire
da gennaio 2014.
Per quanto riguarda la cerimonia, fu sicuramente un evento particolare: da una
parte affascinante per la gente, i colori,
una solennità alquanto spontanea, dall’altra rimanemmo piuttosto delusi, in quanto il tutto si ridusse ad un lungo comizio
Il presidente Evo Morales durante la cerimonia di consegna delle prime 794 abitazioni
politico ed il tema delle nuove abitazioni
rimase particolarmente assente, a parte la conferma da parte del presidente
Morales del proseguio del progetto. Bisogna precisare che l’anno prossimo ci
saranno le elezioni presidenziali... In Bolivia la questione dell’abitazione sociale è
sempre stata sfruttata dai governi di turno
per fini elettorali, ma su quest’argomento
ritorneremo più in dettaglio un’altra volta.
PICCOLO BREVIARIO
LA FUNDACIÓN PRO-HÁBITAT (FPH)
La FPH è una organizzazione nata nel
1993, formata per incrementare la partecipazione e la gestione comunitaria
di progetti abitativi come elemento essenziale per lo sviluppo di insediamenti umani in Bolivia. Fornisce servizi di
formazione continua e appoggio tecnico a persone con scarsi mezzi economici, con lo scopo di sviluppare le loro
capacità nella costruzione e nel miglioramento di abitazioni, nell’uso di nuove
tecnologie nonché per favorire condizioni abitative salubri ed adeguate.
IL PROGETTO ABITAZIONE E SALUTE
Nei municipi del Tropico di Cochabamba
c’è stato un forte aumento demografico,
dovuto alle opportunità di lavoro nel
campo dell’agricoltura. Si tratta perlopiù
di contadini e minatori emigrati dalle re-
gioni andine del paese. La problematica
abitativa dovuta a questo forte aumento
di popolazione è stata trascurata, privilegiando l’aspetto produttivo. La maggior
parte delle abitazioni vengono costruite
in maniera precaria ed esposte allo sviluppo di malattie endemiche come malaria, febbre gialla, dengue, paludismo e
malattia di Chagas, con alti rischi per la
salute. L’obiettivo del progetto è migliorare la qualità di vita delle famiglie nelle
comunità di vari municipi nel Tropico di
Cochabamba. Con l’appoggio di organizzazioni sociali e la partecipazione
diretta delle famiglie beneficiarie, il progetto prevede la realizzazione di strutture abitative adeguate, sia da un punto
di vista tecnico sia di comodità, considerando l’alloggio come una necessità
sociale e non una mercanzia.
El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia
CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3
4
S PA Z I O E S O CI E T À - I -
S P E C I A L E D O S S I E R : I L P R O G E T T O A B I TA Z I O N E E S A L U T E
UN’INTRODUZIONE AL PROGETTO
PR I M E C O N SI D E R A Z IO N I S U I P R OCESSI ED ALCUNI ASPETTI ARCHITET TON IC I
Prendendo spunto dall’esperienza di lavoro
presente e passata nel campo dell’abitazione sociale in Bolivia, la rubrica “Spazio e societá” 1 proporrà alcuni approfondimenti su
tematiche inerenti alla problematica abitazionale, quali p. es. la questione dell’accesso al suolo, il “Diritto ad un’abitazione adeguata” ed il “Diritto alla città”, l’architettura
partecipativa, ecc. Alcune di queste tematiche travalicano ampiamente il campo disciplinare tradizionale dell’architettura, tuttavia
sono indispensabili per riuscire ad avere
una visione d’insieme della problematica 2,
ben al di là della erronea concezione comunemente accettata che le abitazioni sociali
debbano essere per forza frutto di politiche
assistenzialiste volte a fornire “quattro pareti
ed un tetto” alle persone bisognose e quindi essere ridotte ai minimi termini per quello
che riguarda l’aspetto qualitativo (ubicazione, accesso alle infrastrutture ed ai servizi
basici,dimensioni degli spazi, materiali, ..).
Questo primo articolo funge da introduzione
rispetto ai processi di progettazione ed agli
aspetti tecnici / formali del progetto, dove
però troviamo già alcune tematiche che verranno sviluppate in una maniera più approfondita nei prossimi numeri.
Abitazione tradizionale su palafitta nella regione del Chapare, struttura in legno (foto FPH)
La prima fase del progetto Abitazione e
salute ha comportato la costruzione di 749
nuove abitazioni e 45 ristrutturazioni. Nei
primi mesi di lavoro con la FPH ho disegnato quasi un ottantina di piani di queste abitazioni, a partire da schizzi che
hanno fatto i tecnici della FPH delle case
terminate. Infatti la maggior parte delle
abitazioni sono state costruite senza usare piani, semplicemente con schizzi sul
terreno o, a volte, su carta. Questi piani
sono stati consegnati al Ministero delle
politiche abitazionali e dell’urbanismo per
la fase di chiusura della prima fase del
progetto, oltre che come documentazione
per le comunità stesse. Questo lavoro è
stato molto importante, in quanto mi ha
permesso di iniziare ad addentrarmi nel
progetto dal punto di vista architettonico,
per comprenderne le tipogie abitative, i
sistemi costruttivi, i materiali usati, ecc.
L’organizzazione dei differenti spazi
interni di queste abitazioni è stato sviluppato e determinato dai futuri abitanti
durante dei laboratori di architettura partecipativa, a partire da alcune tipologie
abitative basiche sviluppate e proposte
dagli architetti della FPH. Il risultato si
può riassumere sommariamente in due
tipologie abitative distinte, con una superfice media di 70 m2 edificati . La prima è composta da stanze disposte attorno ad una galleria aperta su uno o più
lati. La seconda tipologia è composta da
un’abitazione suddivisa su due piani. Al
pianterreno normalmente è situata la cucina, mentre al piano superiore ci sono i
dormitori distribuiti da un ballatoio 3.
Le due tipologie sono adatte al clima
di questa regione tropicale estremamente umida e fortemente soggetta alle
alluvioni durante la stagione delle piog-
ge. Il livello del pianterreno di entrambe le tipologie è stato determinato per
restare al di sopra del livello massimo
raggiunto dall’acqua durante le alluvioni.
In entrambe le tipologie la disposizione
degli spazi interni è pensata per favorire
il più possibile la ventilazione naturale;
quest’ultima è indispensabile per evitare tassi di umidità troppo alti all’interno
dell’abitazione, causa di sconfort termico, problemi di salute e danni all’edificio.
La FPH ha sempre sviluppato progetti con l’uso di materiali locali, però in
questa regione si è deciso di costruire
con una struttura di pilastri e travi in cemento armato e tamponamenti in mattoni. Infatti certi materiali di costruzione
tradizionali quali il legno, paglia, adobe
(mattoni di argilla, sabbia e paglia essicati al sole), sono fortemente soggetti
ad alterazioni causati dall’umidità, debilitando le strutture (e quindi la sicurezza) delle abitazioni, oltre al fatto che ciò
1. Il titolo della rubrica riprende deliberatamente (e
chiaramente senza pretese) il titolo omonimo della rivista diretta dall’architetto Giancarlo de Carlo
(1919-2005) dal 1978 al 2001, nella quale venivano dibattute tematiche e presentati progetti inerenti alla pratica disciplinare, ma con uno sguardo
sempre presente sulla società, come ben indica
il titolo della rivista.
2. La problematica abitazionale è strettamente
correlata con le strutture socio-economiche, politiche, culturali, ecc. presenti in un certo contesto e coinvolge una moltitudine di attori differen-
ti, quali p.es. la società civile, la classe politica
ed economica, le formazioni tecniche - accademiche, il settore pubblico e privato, ecc. spesso
partecipi con interessi diametralmente opposti.
3. La prima tipologia è molto diffusa, in quanto
favorisce un’organizzazione interna semplice
El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia
CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3
5
S PA Z I O E S O C I E T À - I I -
causa crepe ed interstizi che favoriscono
lo sviluppo di alcuni parassiti pericolosi
per la salute (p. es. il morbo di chagas,
molto presente nelle aree rurali). Il tetto
è composto da una struttura in legno che
sorregge delle piastre ondulate. Queste
ultime sono state fortemente volute dai
beneficiari per questioni di costi e per facilitare il montaggio, ma in futuro si tenterà
di implementare l’uso di tegole in terracotta, migliori dal punto di vista termico ed
ambientale. Dato che in questa regione
piove parecchio i tetti sono tutti spioventi con una pendenza minima del 30% per
favorire il decorso dell’acqua piovana, oltre che per favorire la circolazione interna
dell’aria verso l’alto.
A partire da queste tipologie ogni abitante ha successivamente sviluppato ed
autocostruito singolarmente la sua abitazione con il supporto e l’assistenza dei
tecnici della FPH, secondo le sue necessità, desideri e risorse economiche (dimensione e posizione delle stanze, cucina,
bagno, finestre, forma del tetto,...) 4. L’insieme di questi processi ha permesso a
molta gente di poter accedere ad un’abitazione adeguata dove poter vivere degnamente, con la certezza di tenere un’alloggio sicuro e con spazi che correspondino
alle sue necessità. Le persone si sentono
partecipi di questo processo per il proprio
coinvolgimento in tutte le fasi del progetto,
e ciò si può ben vedere nelle abitazioni
stesse, tipologicamente simili ma con una
varietà di dettagli personalizzati che rende ciascuna di esse differente dalle altre,
così che i beneficiari sentano questi spazi
come la propria casa.
Tutti questi processi contribuiscono a
realizzare il Diritto ad un’abitazione adeguata, iscritto nella nuova Costituzione
politica dello stato boliviano del 2009, così
che questo diritto sia una realtà e non solo
belle parole scritte su di un foglio di carta.
ed economica: gli spazi principali sono tutti raggruppati attorno alla galleria coperta, la quale
funge da spazio multifunzionale, di distribuzione
e di ventilazione. La seconda deriva in parte dalle
abitazioni tradizionali in legno costruite secondo il
modello della palafitta, particolarmente adatta alle
Piano di un’abitazione realizzata nella comunitá “San Luis” nel municipio di Shinahota
CONFER EN Z E D E L 1 0 O TTO B R E 2 0 1 3 A L L A SU P S I
Giovedì 10 ottobre 2013 alla SUPSI di Trevano ci sono state due conferenze dal titolo Energie rinnovabili, benessere umano
e sostenibilità delle abitazioni, co-organizzate da Inter-Agire, Swiss Engineering, il
Centro Professionale di Trevano (CPT) e
la SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana). Queste conferenze sono state una bella opportunità
per presentare il progetto Abitazione e
salute con una video-conferenza in diretta
dalla Bolivia, a cui ho partecipato insieme
all’architetto Rolando Velarde, direttore
regionale della FPH nonchè responsabile
del progetto. Un ringraziamento particolare a Swiss Engineering sezione Ticino,
Inter-Agire, al Centro Professionale di Trevano, alla SUSPSI e a tutte le persone che
hanno reso possibile quest’evento a cui
abbiamo partecipato con molto piacere.
alluvioni. Spesso però è l’esiguità della parcella
che determina la scelta verso questa tipologia.
4. Il costo totale di ogni abitazione è di ca.
72’600 bolivianos (moneta boliviana, ca. 10’500
CHF), di cui 29’685 bolivianos (ca .il 40% del totale) è finanziato a fondo perso dal programma
Rolando Velarde prima della conferenza
di abitazioni sociali del governo (ciò comprende
materiali di costruzione, supervisione ed esecuzione), mentre il restante 60% o più proviene dai
beneficiari stessi (tramite manodopera, materiali
locali e non).
El P er iodico Libre E Inde pe n d ie n t e de B o livia
CBBA agosto - ottobre 2013, Nr. 3
6
C R O NACHE D I V E R S E
AMBIENTE
U N A G I O R N ATA S E N Z ’ A U TO
UN PICCOLO MIRACOLO AVVENUTO UNA DOMENICA NELLE STRADE DI COCHABAMBA
Le strade di Cochabamba, come quelle
di tutte le grandi città boliviane, sono costantemente invase da miriadi di automobili, trufis, mini, micros, (taxi collettivi e bus
locali, di forme e dimensioni diverse), ecc.
ma domenica 1 settembre 2013 è successo un piccolo miracolo: nelle strade non
c’era un mezzo motorizzato! Sembrava di
essere nel bel mezzo di un paesaggio surreale tanto era differente lo spazio vissuto
della strada rispetto alla realtà quotidiana:
le strade erano piene di gente a piedi, in bicicletta, in pattini, giocando a calcio, a palla-volo,...! Sembrava quasi una città ideale,
dove gli abitanti si sono finalmente (ri)appropriati della strada come luogo pubblico,
di convivialità! Ma come un sogno la realtà
non tardò a farsi viva, e già dalle 18:00 ritornò il classico frastorno ed ingombro dovuto al solito traffico... Bella iniziativa il Dia
del peatón (“Giornata del pedone”, quattro
volte all’anno), ma purtroppo effimera...
Una strada di Cochabamba durante “El Dia del Peatón”
EDUCAZIONE
SALUTE
1:2:2?
1:2:3?
1:3:2?
1:3:3?
No, non si tratta di tratta di una nuova iniziativa per salari più equi, anche se in Bolivia,
paese latinoamericano con il più alto indice
di diseguaglianza del continente, potrebbe
essere di aiuto... In realtà si tratta di una domanda sorta durante un esercizio svolto a
dei corsi serali per supervisori di cantiere (in
progetti abitazionali autogestiti e per aiuto
mutuo) che ho seguito all’università, rispetto alla miscela del calcestruzzo e le corrette proporzioni di cemento, sabbia e ghiaia.
Mentre gli/le studenti/esse in architettura,
genio civile, tecnica edile, disquisivano con
gli espositori delle caratteristiche delle differenti miscele per un ottimo rapporto qualità
- costi quasi come fossero ricette di cucina,
mi sono reso conto di alcune importanti lacune pratiche (soprattutto in questo campo)
da colmare il prima possibile!
IN BOLIVIA LA SALUTE
NON HA PREZZO...
...per chi può permetterselo... La questione del Diritto alla salute e dell’accesso universale alle cure mediche
è un’altra grande questione da risolvere in Bolivia. Nel mese di ottobre
a causa di una polmonite sono finito
in una clinica privata di Cochabamba
che non ha niente da invidiare agli
standard degli ospedali in Svizzera
per quel che riguarda le cure, l’attenzione ai pazienti, le attrezzature,
ecc. ma anche e soprattutto per quel
che concerne i prezzi...! Tutto un altro discorso invece per buona parte
dei/lle boliviani/e che non hanno altra scelta che gli ospedali pubblici, in
cronica mancanza di fondi, personale qualificato, attrezzature...
UN GRANDE RINGRAZIAMENTO A TUTTE LE PERSONE, ORGA-
SI PUÒ SOSTENERE IL PROGETTO DI ALAIN VIMERCATI CON VERSAMENTI A:
NIZZAZIONI ED ISTITUZIONI CHE HANNO CONTRIBUITO E/O
Inter-Agire
Conto ccp:
SOSTENUTO IL PROGETTO E CHE HANNO RESO (E RENDONO) POSSIBILE QUEST’ESPERIENZA! BUONE FESTE A TUTTI!
Per saperne di più su altri progetti di Inter-Agire: www. interagire.org
Piazza governo 4 - 6500 Bellinzona
69-2810-2
IBAN CH74 0900 0000 6900 2810 2
specificare Progetto Alain

Documenti analoghi

El Periódico Libre E Independiente De

El Periódico Libre E Independiente De quartieri e delle famiglie nella gestione, nell’organizzazione, nel disegno architettonico e nell’autocostruzione assistita (per ridurre i costi di costruzione). Funziona con un sussidio statale pe...

Dettagli

El Periódico Libre E Independiente De

El Periódico Libre E Independiente De IL SALAR DE UYUNI Dal 10 al 23 giugno 2015 è venuta a trovarci mia mamma Florence per una

Dettagli

El Periodico Libre E Independiente De

El Periodico Libre E Independiente De LA COOPERAZIONE TECNICA ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO NELL’AREA TECNICA

Dettagli

El Periódico Libre E Independiente De

El Periódico Libre E Independiente De materiali, comunicandoceli con il contagocce, il che complicò parecchio la stesura dei computi metrici e obbligandoci ad attualizzarli varie volte. Ciononostante il problema principale risultò esse...

Dettagli