3 anno_elementi di macrobiotica

Transcript

3 anno_elementi di macrobiotica
centro studi
SPAZZAVENTO
Scuola di
di
Scuola
NATUROPATIA
naturopatia
per OPERATORE
BIONATURALE
DEL
BENESSERE
per operatore
bionaturale del
benessere
a.a
2013-2014
a.a 2010-2011
3° anno
3°
anno
appunti di
NUTRIZIONE idroterapia
E DIETETICA NATURISTA
elementi di macrobiotica
a cura di Vera Campanella
2a parte
Docenti
Marcella brizzi
Docente
Verasabine
Campanella
eck
alberto Zattoni
Segreteria: sport natura
Via degli albari, 6 - 40126 bologna p.i. 01989591209
tel. 051 235 643 - fax 051 65 65 790 e-mail: [email protected] www.scuoladinaturopatia.it
Segreteria: Sport Natura
Via degli Albari, 4/a - 40126 Bologna P.I. 01989591209
tel. 051 235 643 - fax 051 65 65 790 e-mail: [email protected] www.scuoladinaturopatia.it
INDICE
Programma................................................................................... pag 3
Che cos’è la macrobiotica............................................................ pag 4
Guida alla macrobiotica .............................................................. pag 5
Contesto storico............................................................................. pag. 6
Lo yin e lo yang
...................................................................... pag. 7
Direttive macrobiotiche ..................................................................pag. 9
Allergie e intolleranze alimentari ................................................... pag. 11
Esempi di alimentazione macrobiotica...........................................pag. 21
Dizionario macrobiotico ................................................................ pag. 28
Cucina Macrobiotica...................................................................... pag. 30
Bibliografia..................................................................................... pag. 45
2
PROGRAMMA
- Macrobiotica: Filosofia universale
- Classificazione dei cibi yin – yang
- La dieta macrobiotica standard:
proporzioni e abbinamenti per creare un menu bilanciato
- La dieta stagionale: le 5 trasformazioni e i cibi associati.
- Proprietà energetiche degli alimenti e diversi metodi di cottura
- Ingredienti base della cucina macrobiotica
- Le alternative proteiche: seitan, tofu, tempeh
- Le alghe marine
- Altri alimenti, condimenti e rimedi specifici
- Bevande, infusi e decotti
- Ricette curative:
Zuppa di miso
Crema di riso
Fagioli azuki, zucca e kombu
Nishime: stufato di verdure
Insalatini, crauti e verdure lattofermentate
Kantèn: gelatina di frutta
Le ricette curative e i dettagli sui metodi di preparazione e cottura degli alimenti
citati, sono trattati nel libro di testo adottato per il corso:
Elena Guglielmo Roggero
CUCINARE PER IL CORPO E PER LO SPIRITO – Macroedizioni
3
INTRODUZIONE
CHE COS’E LA MACROBIOTICA.
La macrobiotica è stata portata in occidente da Georges Ohsawa,
per diffondere il metodo alimentare che gli aveva salvato la vita.
Tale metodo era stato studiato e verificato da un medico militare che si era accorto
che l’alimentazione –industriale di tipo occidentale disturbava la salute dei suoi
pazienti.
Scrisse un libro su questo argomento e Georges Ohsawa lo trovò all’età di 18 anni,
quando anche lui era ammalato di tubercolosi, malattia a causa della quale morirono
tutti i membri della sua famiglia.
Non aveva i soldi per curarsi alla maniera occidentale in Giappone, così decise di
seguire le istruzioni di questo libro per guarire, e guarì.
Da quel momento in poi ebbe una missione: diffondere nel mondo e soprattutto in
occidente la macrobiotica, cioè le regole del modo più antico e sano di alimentarsi
proprie di ogni nazione e territorio
e portare alla coscienza le aberrazioni alimentari industriali, innaturali per il corpo
umano e quindi dannose.
Georges Ohsawa, diffuse attraverso numerosi libri e conferenze in tutto il mondo
queste verità, infatti i suoi libri furono tradotti in tutte le
lingue, e guarì, grazie alla macrobiotica, numerosissime persone da ogni tipo di
malattia, tumori, disturbi endocrini, diabete etc.
Questo tipo naturale di alimentazione, battezzata da lui come macrobiotica (dal greco
macros : grande, lungo e bios: vita = lunga vita, longevità) continua a sopravvivere,
immutata nei secoli, nei monasteri zen, dove il cibo è considerato un’emanazione
diretta della potenza
divina ed in quanto tale viene rispettato e sapientemente combinato, per garantire
forza al corpo e saggezza allo spirito.
Ci sono cibi infatti che contribuiscono all’elevazione spirituale, il riso integrale è uno
di questi.
I monaci lo sapevano per intuizione dell’anima, gli studiosi occidentali ora lo sanno
avendone la prova scientifica.
4
GUIDA ALLA MACROBIOTICA
La macrobiotica ci ricorda che i cereali integrali sono il cibo base dell’uomo,
questo vale per tutti i popoli ed in tutti i territori.
Riso, mais, grano saraceno, miglio, orzo, segale, grano, farro.
Questi alimenti infatti contengono tutte le sostanze nutritive necessarie alla nostra
vita e nelle giuste proporzioni, al contrario il cereale raffinato toglie al chicco molte
delle sue proprietà vitali e nutritive, quali le proteine, le vitamine ed i sali minerali,
tutte sostanze che in un secondo momento siamo costretti ad assumere sotto forma di
pillole, compresse, sciroppi e ricostituenti, come additivi ormai indispensabile ad
un’alimentazione impoverita .
Mangiando cereale integrale, infatti, non avremo carenze alimentari, né eccessi di
zuccheri nel sangue, l’organismo al contrario ritroverà la forma ed il peso ideali.
I cereali saranno accompagnati, in un’alimentazione di base, da verdure, frutta,
legumi, temphè ed altri condimenti derivati dalla fermentazione della soia: miso,
tamari, soyu, agro di riso o di Umeboshi; da bevande: te bancha, te mu, yannoh, orzo
e infusi.
Le proteine animali sono consigliate con moderazione e si preferisce il pesce alla
carne.
Mangiare in modo naturale (cioè in modo macrobiotico, che possiamo tradurre in
sintesi: Piu’ mangi secondo natura, più vivi a lungo.) non vuol dire privarsi di questo
o di quel cibo, tutti i cibi che la natura ci offre sono sacri, ma piuttosto equilibrare la
nostra alimentazione a seconda del bisogno individuale di ognuno, considerando il
sesso, l’età, l’occupazione, e la stagione.
Tuttavia benché mangiare cereali sia il modo più rapido e semplice di ritrovare
l’equilibrio perduto, non è consigliabile procedere a cambiamenti eccessivamente
drastici.
Converrà che le abitudini alimentari mutino gradualmente.
La macrobiotica addita una via alla quale si potrà accedere più o meno rapidamente,
più o meno gradualmente, l’importante sarà riconoscere quello che sarà più salutare
per voi.
Questo tipo di approccio alimentare ci insegna ad assumerci la responsabilità dei
nostri gesti ed a prendere coscienza delle conseguenze delle nostre azioni.
5
CONTESTO STORICO
Questi concetti che ora, per la nostra generazione, possono sembrare banali, non lo
erano negli anni ‘60 , in pieno boom industriale.
La rivoluzione portata avanti da Ohsawa in campo alimentare è stata quella di aver
detto, quando nessuno o pochi lo dicevano, di sostituire ad un’alimentazione
industrializzata, causa fondamentale delle malattie, un’alimentazione naturale
e cioè quella di riportare il cereale integrale al centro del nostro nutrimento, insieme a
verdure, legumi, frutta etc. al posto di una centralità occupata invece dalle proteine
animali (in modo particolare dalla carne), tipica di un approccio industriale,
Oltre a cibi composti da zuccheri raffinati, caramelle, prodotti di sintesi etc.
L’era industriale ha provocato un impoverimento dei cibi e dei loro poteri nutritivi,
che per essere prodotti inoltre contribuiscono all’inquinamento di terra, acqua e aria.
La necessità di intensificare la produzione ha indotto ad un uso sempre più
indiscriminato di concimi chimici, insetticidi, di conservanti e coloranti artificiali,
con conseguenze negative rispetto alla “virtus” nutritiva dei cibi, oltre che a dannose
conseguenze per la salute di tutti.
Se analizziamo chimicamente la carne, per esempio, vi rileviamo la presenza di
antibiotici e di ormoni; al latte, sterilizzandolo, si tolgono i fermenti lattici, sicchè
anche i suoi derivati hanno perduto le loro caratteristiche organolettiche di un tempo.
Che cosa fare allora? Ecco la macrobiotica venire in nostro aiuto, suggerendoci di
usare per la nostra tavola soltanto prodotti genuini, ottenuti cioè senza manipolazioni
e forzature chimiche.
Risultati positivi per la nostra salute si otterranno quindi eliminando dalla nostra
tavola cibi industriali: lo zucchero e tutti i cibi che lo contengono, le bevande
multicolori, le conserve in scatole, caramelle,
cioccolatini, patatine etc, per ritornare invece ad un modo “contadino” di alimentarsi
più in armonia con i bisogni reali dell’uomo e della natura.
La differenza fra i cibi c’è, noi non la vediamo, il nostro organismo si!
6
LO YIN E LO YANG
Il concetto fondamentale della macrobiotica è però l’equilibrio dei principi yin e
yang.
Questi termini cinesi sono usati in macrobiotica a designare il carattere
rispettivamente “centrifugo e centripeto” dei cibi, cioè il loro carattere acido e
alcalino.
L’essenziale è che gli ingredienti yin e gli ingredienti yang siano attentamente
contemperati, cosi che non ci si nutra di combinazioni eccessivamente yin o
eccessivamente yang.
Tutti i fenomeni dell’universo sono in evoluzione continua e in contrapposizione
dialettica: giorno e notte, caldo e freddo, inspirazione ed espirazione, espansione e
contrazione, attività e riposo, attrazione e repulsione, principio e fine, maschio e
femmina; ogni fenomeno rappresenta due facce opposte e allo stesso tempo
complementari.
Gli antichi cinesi hanno chiamato queste due forze antagoniste e complementari yin e
yang: sono chiamati yin tutti i fenomeni o esseri dominati dalla forza centrifuga o di
espansione, sono chiamati yang quelli dominati dalla forza centripeta o di
contrazione: yin è il principio, femminile, passivo, leggero, freddo; yang è il principio
maschile, attivo, pesante, caldo.
Anche quel microcosmo che è il nostro corpo è il risultato dell’interazione delle forze
yin e yang: il nostro sistema nervoso è composto dal sistema ortosimpatico e
parasimpatico; abbiamo bisogno di attività e di riposo, all’inspirazione segue
l’espirazione, dobbiamo assumere cibi solidi e cibi liquidi.
La nostra salute fisica e mentale dipende dal giusto equilibrio di queste forze
complementari.
Non è sempre facile trovare l’equilibrio nelle varie espressioni della nostra vita, molte
volte, anzi, situazioni esterne possono influire sui nostri istinti naturali e farci perdere
quell’equilibrio. Se non sempre
siamo in grado di signoreggiare gli accadimenti esterni, cerchiamo almeno di dare un
giusto equilibrio al nostro cibo, combinando armonicamente gli elementi yin con
quelli yang così da raggiungere il maggior benessere psicofisico possibile.
Un equilibrio medio può essere da 5 yin per 1 yang a 8 yin per 1 yang.
La maggior parte delle malattie del mondo occidentale e industrializzato sono causate
da un’alimentazione eccessivamente yin: ne deriva che sarà opportuno ridurre
drasticamente le sostanze molto yin, con queste eliminazioni il nostro menù si ridurrà
a ben poca cosa: è il momento allora di introdurre nella nostra dieta il cereale
integrale sotto forma di chicchi e fiocchi (pochissime farine), e i condimenti naturali
come il sale marino, il tamari e il gomashio. Poiché i cereali integrali sono molto
nutrienti, si sentirà meno, di conseguenza, il bisogno di mangiare sostanze animali. Si
scopriranno o riscopriranno così sapori nuovi e al tempo stesso antichi e perduti:
7
pensate ad esempio al pane integrale lievitato naturalmente come lo facevano i
contadini!
Aggiungiamo che chi avrà il coraggio e la determinazione di condurre una vita più
serena e salutare eliminerà le carni completamente; chi vorrà accedere più
gradualmente all’alimentazione da noi suggerita si limiterà a consumare ogni tanto
del pesce, formaggi stagionati, uova, selvaggina e pollo ruspante, badando a che
questi alimenti non superino il 10% del cibo giornaliero.
Veniamo ora a due componenti importantissime di una corretta alimentazione: le
bevande e la masticazione.
Con un alimentazione a base di cereali si dovranno ridurre notevolmente i liquidi. Le
bevande sofisticate andranno sostituite con il te naturale, infusi di piante coltivate o
selvatiche, acqua di sorgente, frullati di verdura e frutta.
La masticazione è di importanza fondamentale. La digestione e l’assimilazione di
molti cibi comincia dalla bocca con l’insalivazione.
Provate a masticare ogni boccone almeno 50 volte, non è difficile, è solo una
questione di abitudine: troverete i cibi genuini ancora più saporiti mentre gli alimenti
sofisticati lasceranno un sapore sgradevole in bocca.
8
DIRETTIVE MACROBIOTICHE
Per chi sente il bisogno di un cambiamento radicale del proprio modo di vita, per chi
è ammalato e vuole guarire velocemente, ecco in breve le direttive generali della
macrobiotica:
da eliminare:
1) zucchero bianco in tutte le sue presentazioni anche nelle bevande, dolci,
cioccolato, caramelle, gelati, confetture, medicine, droghe e pillole.
2) Frutta che non cresce nel nostro clima, succhi di frutta.
3) Patate, pomodori, melanzane e peperoni.
4) Aceto di vino, curry, pepe, senape, paprika.
5) Carne di allevamento, grassi animali, salumi.
6) Bevande contenenti zucchero o additivi chimici, cioccolata, alcolici, bevande
gasate, caffè.
Da limitare:
1) Prodotti animali: non più del 10% e non tutti i giorni si potrà mangiare: pesce,
formaggio, latte, uova.
2) frutta di stagione: in quantità molto limitata e di preferenza cotta.
Alimenti di base:
1) Cereali integrali, dal 50% al 90% del cibo giornaliero.
2) Verdure e legumi: dal 10% al 50% del cibo giornaliero; cipolle, carote, porri,
lattughe, erbette, cicoria, cavolo, lenticchie, azuki, etc.
Grassi:
1) Olio vegetale estratto a freddo e non raffinato: olio di girasole, olio di sesamo, olio
extra vergine di oliva.
2) Burro di sesamo, tahin.
Condimenti:
Sale marino integrale, tamari, miso, shoyu, gomashio, agro di umeboshi, prezzemolo
e basilico.
Bevande:
9
Sempre calde e dopo i pasti, te naturale (bancha), te verde, caffè di cereali, te mu,
infusi. Bere il meno possibile.
Masticazione:
masticazione completa di tutti i cibi anche di quelli liquidi, 50-150 volte per ogni
boccone. Più masticate, più velocemente guarirete.
Per una guarigione fisica e spirituale ancora più veloce potete provare il regime
numero 7 come consiglia Georges Ohsawa.
Questo regime consiste nel mangiare soltanto cereali integrali e nel bere non più di 3
tazze di bevande al giorno. Il nostro sangue si rinnova in ragione di 1/10 al giorno ed
è dunque raccomandabile seguire questa cura disintossicante per 10 giorni.
10
Allergie e intolleranze alimentari
Un'esperienza per caso
di Teresa Tranfaglia Ritonnnaro
11
Nel 1986 nacque la mia seconda figlia: un parto un po' difficile, una lussazione a una
clavicola della piccola ma, tutto sommato, niente di particolare da segnalare. Mi
venne detto di avere poco latte e che dovevo aggiungere latte in polvere. Qualcosa mi
suggerì di fare di testa mia, di lasciare, cioè, che la bimba succhiasse fino al punto da
farmi produrre maggiore quantità di latte. Così fu. Fino a nove mesi e mezzo prese il
latte del mio seno ed era splendida. Qualche problema era emerso nel primo mese
proprio per l'aggiunta del latte in polvere, che rifiutava categoricamente; poi un altro
problema, definito serio, lo ebbe a due mesi (bronchiolite virale), ma con il mio latte,
risolse quella situazione e altre che le si presentarono. Dopo la prima vaccinazione, si
intensificarono muchi e asma. Le cose divennero difficili quando mi fu imposto di
toglierle il mio latte, perché i medici sostenevano che non avesse più sostanze
nutritive; inoltre ciò si rendeva necessario per costringere la piccola a mangiare, cosa
che sembrava lei non accettasse. Mi lasciai convincere. Dopo solo venti giorni
eravamo al Policlinico di Napoli "Federico II".
Le diarree continue e i malori disperati della piccola indussero i medici a praticarle di
tutto: colonscopia, scintigrafia epatica, TAC cerebrale e addominale con mezzo di
contrasto, per escludere la diagnosi sospetta di un neuroblastoma (l'esame delle
catecolamine urinarie risultava alterato), prova d'assetamento, esami ematici,
batteriologici ecc. Alla fine di un lunghissimo ricovero, uscimmo dal Policlinico con
tale diagnosi descrittiva: intolleranze alimentari multiple; la dieta, che ancora tremo a
ricordare, era la seguente: amido di mais crudo e sei liofilizzati di agnello al giorno.
La bimba stava sempre peggio. Seguì dunque, un altro ricovero per effettuare una
biopsia duodenale perorale, con prelievo di un campione di succo duodenale, che
avrebbe dovuto dirci un po' di più circa le condizioni del suo intestino. Dal prelievo
risultò una modica infiltrazione eosinofila e mononucleare e normale morfologia dei
villi; l'esame microbiologico del succo duodenale riportò una carica di 10 alla quinta
CFU/ml con presenza di lattobacilli, Stafilococco coag.+ acinetobacter.
Non fu possibile accertare una celiachia sospettata perché mia figlia non stava
assumendo glutine.
Questa volta, i pediatri del Policlinico decisero per lei una dieta "non dieta": un
idrolisato proteico 12,5% + olio MCT + Aminogram minerale. L'idrolisato proteico
era costosissimo, per il fabbisogno della bimba superava le 150.000 lire giornaliere.
Esso era costituito da maltodestrine e amminoacidi.
.
In seguito l'idrolisato proteico che la bimba doveva assumere ogni 2-3 ore, anche di
notte, ci fu garantito dall'ASL.
I suoi problemi metabolici compresi "poliuria" e "polidipsia" continuavano e ogni
tentativo "tradizionale" di alimentarla falliva. Le cose non cambiarono per lei, fino a
due anni e mezzo; anzi il suo sistema immunitario perdeva sempre più colpi:
bronchiti, asma, broncopolmoniti, febbricole, diarree e stipsi erano costantemente
presenti. Eczema atopico, iperammoniernia e fotosensibilità coronavano la scena, ma
ciò che maggiormente mi preoccupava era il suo repentino cambiamento di "umore"
o, per essere più esplicita, di "natura". A momenti si "snaturava", era cioè
irriconoscibile, sia per il colore della pelle, sia per ciò che le vedevo segnato nel
12
volto: la invadevano all'improvviso veri e propri disturbi della coscienza con stati
confusionali sempre preannunciati da problemi vasomotori; sembrava che mi
attraversasse con lo sguardo, come se non mi riconoscesse; in più si attraccava a me
come una ventosa e cominciava a darmi pizzicotti sulle braccia e non si fermava
continuando per ore quel contatto per me indecifrabile; altre volte la vedevo a terra
che cercava di raggiungermi strisciando dichiarandomi la necessaria urgenza di
attaccarsi al mio corpo e iniziare "l'indispensabile" pratica dei "pizzichilli". In cartella
medica è stato sottolineato: "Alterazione della capacità di orientamento spazio
temporale, meteorismo addominale, alitosi, epatomegalia".
Più tardi, una malattia reumatica con glomerulonefrite completò il quadro.
Consultammo telefonicamente vari reparti di pediatria, dei policlinici consigliatici,
per avere un supporto in quella situazione disperata. Molti problemi chiudevano le
porte alla soluzione della malattia, in particolare le sue alterate risposte alle penicilline
e altri antibiotici.
Reazioni quali edemi della glottide, shock anafilattico, problemi
vasomotori e di termoregolazione erano le temute risposte alle cure che, in quelle
condizioni, avrebbe necessariamente dovuto fare.
Eravamo disperati, in quella occasione mio marito e io comprendemmo alla lettera
cosa vuol dire "battere la testa contro il muro". Fu allora che un'amica, Rosanna
Vitola, ci suggerì di provare la medicina omeopatica, di cui sapevamo praticamente…
niente.
La bimba fu visitata dall'insigne prof. Negro e poi affidata allo scrupoloso e
affettuoso dottore Gianni Merolla. A noi pareva assurdo che quattro zuccherini
insignificanti potessero risolvere una situazione tanto grave. Prima di allora eravamo
abituati a pensare che quanto più le cure fossero dolorose e pesanti, tanto più i
risultati potevano essere efficaci. Con enorme diffidenza (e, preciso, solo per
disperazione!! visto che non potevano somministrare alla piccola null'altro che
cortisonici) iniziammo la cura dolce consigliata dagli omeopati. Le cose andarono
bene, la bimba guarì.
I controlli ematici e delle urine, eseguiti scrupolosamente in ospedale dall'attento
nefrologo dott. L. Martucciello, ci garantivano che gli "zuccherini" funzionavano.
Confesso che pensammo a un miracolo, anche se, per scaramanzia, continuammo,
nel tempo, a usare questa medicina per ogni problema che si presentava in famiglia.
Spesso mi dicevo: "Dovrei informarmi di più, voglio capire se davvero mia figlia è
guarita per miracolo o se gli zuccherini funzionano”.
Iniziai a pormi delle domande circa l'ambito che meglio credevo di conoscere: la
cura della medicina ufficiale o allopatica. La prima domanda che mi posi fu: «Cosa
ha, in realtà, a disposizione questa medicina ufficiale per guarire mia figlia?».
Antibiotici, e mia figlia molti non li poteva usare e, comunque, fanno male a tutti;
cor- tisonici, e la piccola ne aveva fatto un uso abbondante senza che la sua malattia
fosse regredita; antinfiammatori, antistaminici e neppure quelli avevano portato a
una qualche soluzione definitiva; antidolorifici, ma negli allergici si sa che possono
solo causare danni; immunosoppressori, chemioterapia, radioterapia, ne avevo solo
13
sentito parlare, e sapevo che avevano controindicazioni serie e grazie a Dio la piccina
non ne aveva bisogno.
Forse quei "dottori delle palline dolci" (così li chiamava la piccola) davvero avevano
il rimedio mirato e innocuo per i problemi della povera gente?
Forse la guarigione dalla malattia reumatica non era stato un "miracolo"?
E, in termini più cinici, mi dissi: "Male che vada, se non la guariscono, almeno non
l'ammazzano".
Oggi sappiamo che il "miracolo" è garantito. In casa non abbiamo più antibiotici,
cortisonici, antistaminici, macchinette per l'aerosol, antidolorifici ecc. Usiamo
"zuccherini", gocce omeopatiche e, di rado, iniezioni omeopatiche; anche molti dei
nostri parenti, perfino quelli più restii a credere che un po' di "acquetta" e tre "palline
dolci" potessero dare esiti nel campo della salute, oggi le utilizzano soddisfatti.
Superato lo scoglio della malattia reumatica, restava da affrontare il problema
alimentare.
Mia figlia, come diceva la diagnosi del II Policlinico di Napoli, aveva intolleranze
alimentari multiple. Di certo, però, non poteva vivere d'idrolisato proteico a vita.
Ricordo che, quando compì il suo secondo compleanno, un caro amico, (oggi anche
maestro shiatsu), Giovanni Mascia, laureato in architettura, le costruì una bellissima
torta di cartone molto ben colorata e decorata. All'interno, inserimmo un bel
giocattolo e, sulla base, le due candeline che la bimba spense felice. Quel giorno
giurai che il suo terzo compleanno non sarebbe stato così e che qualcosa da
mangiare, compatibile con il suo organismo lo avrei trovato a tutti i costi.
Mi ripetevo spesso, anche quando amici medici provavano a dissuadermi dal fare
prove alimentari, che un qualche alimento per lei doveva per forza esistere! Mi
dicevo: «lo non so cosa può mangiare, ma di sicuro a questo mondo esiste qualcosa
anche per lei e devo scoprirlo».
E invece tutte le prove fallivano, dalla mela grattugiata con lo zucchero, al riso
bollito con zucchero, dalla pastina alla pera e, per- fino, la soia ecc.
Ci sconsigliavano di andare oltre tali prove, visto che la bimba reagiva male perfino
a tali innocenti alimenti. Non ero più disposta ad accettare che la piccola dovesse
vivere d'idrolisato proteico; eppure non si riusciva a intravedere una strada per
uscirne.
La nostra vita era sconvolta. La mia, in particolare, dal momento che la bimba
doveva ingerire la sua bottiglietta Ogni 2-3 ore, anche di notte, e la mattina, in ogni
caso, mi attendeva il lavoro.
Di conseguenza mia figlia non aveva una regolare crescita. Disturbi molteplici, in
particolare problemi vasomotori e reazioni allergiche affliggevano i suoi pochi anni
di vita. Per me era un disastro continuare così. Conciliare lavoro, famiglia, problemi
di salute, dissensi e scompensi familiari: era davvero dura!
Mi trovavo ad accantonare spesso anche le esigenze affettive della mia prima figlia.
In questo caos non riuscivo a capire nulla. Mi sentivo in un "oscuro medioevo" dove
neppure comprendevo se avessi potuto mai raggiungere la soluzione.
Eravamo di continuo, spasmodicamente alla ricerca del "Santo" che l'avrebbe
guarita: consultammo via fax l'insigne prof. Panconi, del Kinder Hospital di Zurigo,
14
telefonicamente il grande dott. Cadranel in Belgio, ma entrambi ci rimandarono alla
scuola medica napoletana, che ancora una volta si accollò il peso del mio piccolo
"casatiello extraterrestre", per continuare a trovare vie d'uscita.
Convinsi perfino mio marito a consultare un grande immunologo lombardo, visto che
le ragioni dei problemi di nostra figlia, sembrava fossero dovuti al sistema
immunitario.
Il tutto costò fiumi di denaro: ci indussero ad "albergare" in una lussuosissima clinica
per praticarle per l'ennesima volta i Prick test. Inoltre, per l'anamnesi, pretesero
anche la presenza del nostro pediatra il quale ci accompagnò con grande affetto, pur
dovendo ritornare subito a Salerno per i suoi impegni di lavoro. Per l'ennesima volta
questi test non diedero risposta durante il ricovero. Però dopo 36 ore la bimba ebbe
una grave reazione allergica. Eravamo in treno, per fortuna quasi a casa. Purtroppo
non riuscimmo neppure a comprendere quale di quei Prick test l'avesse scatenata,
perché quando telefonammo in clinica, ci dissero che non avevano più la
segnalazione scritta dei Prick test praticati.
Da quell'ennesimo, disperato ricovero venne fuori che l'idrolisato proteico che stava
assumendo andava sostituito con un altro idrolisato proteico simile, che si produceva
in Inghilterra. Quando il prodotto arrivò, pensavamo di avere tra le mani la "manna".
La bimba lo assunse e di lì a poco iniziò a star male. Ritornammo così all'idrolisato
prescritto dall'équipe del Policlinico Federico II di Napoli, che si dimostrava, tutto
sommato, in quella situazione, il male minore.
Nell'88 arrivò dall'America zia Maria, una
sorella di mia madre. Tutti rimanemmo molto colpiti dal suo ottimo aspetto (anni
prima non era così in forma, tanto bella e luminosa). Ci spiegò che il miglioramento
era dovuto a una dieta non dimagrante, ma praticata sulla base di esami che avevano
evidenziato le sue intolleranze alimentari: escludendo dal piatto solo gli alimenti a cui
era risultata incompatibile, aveva riacquistato salute, energia, bellezza. La cosa mi
colpì profondamente. Corsi dal mio pediatra con mia zia (che appariva quasi più
giovane di me), per raccontargli ogni cosa. Non ebbi in risposta né un sì, né un
no. Con mio marito, decidemmo di far eseguire quegli esami a nostra figlia.
Non fu semplice. Dovemmo recarci a Roma,
dove un medico associato con il centro americano in Florida (luogo in cui venivano
eseguite tali analisi) fece il prelievo alla piccola per poi spedirlo nel laboratorio
americano. A distanza di un mese ricevemmo i
.risultati. Ciò che in particolare la paziente non poteva toccare erano gli zuccheri,
compresi i malti, le maltodestrine, nonché il latte, le farine, gli insaccati ecc.
Iniziammo a capire qualche piccola cosa. Fino ad allora ogni alimento le era stato
proposto sempre con lo zucchero. Inoltre l'idrolisato di cui si nutriva era proprio
a base di maltodestrine più amminoacidi.
Di lì a poco il grande incontro. Sempre
per caso, una mattina mi fermai in un negozio di alimentazione naturale per
comprare delle merende senza zucchero (quest'ultimo iniziava a essermi
15
particolarmente antipatico) per la mia prima figlia. Il padrone del negozio mi disse
di essere a conoscenza delle condizioni della "piccolina", e mi propose di farla
visitare da un tal Naboru Muramoto, che in quel periodo si trovava a Salerno; un
maestro giapponese grande esperto di alimentazione, che viveva in California.
Stavo per perdere la pazienza: una gran quantità di specialisti l'avevano visitata, in
famiglia si faceva a gara a proporre questo o quell'insigne luminare che, di sicuro,
l'avrebbe fatta mangiare, e quest'uomo si permetteva di farmi una proposta tanto
assurda? Tutti ci aspettavamo una medicina miracolosa... che ci avrebbe permesso
di nutrirla in modo "normale"... e quel tizio insisteva per la consultazione con un
emerito sconosciuto, per giunta giapponese! "Esperto macrobiotica". . . E che vuoi
dire?! Non era neppure laureato in medicina! Pensai: «Ma come si permettono
certe persone di fare tali proposte...!?». Ma, tornata a casa, l'idea del negoziante mi
ritornava di continuo nei pensieri, finché mi dissi: «Ma sì..., in fondo che ho da
perdere?». Telefonai al negoziante e prenotai. A quel tempo l'idrolisato proteico,
nonostante i disturbi che le comportava, appariva ancora l'unica sostanza capace di
tenerla in vita, ma fino a quando avrebbe dovuto o potuto ancora prenderlo... visto
che qualunque tentativo di introduzione di alimenti falliva? Ricordo che avevo
cortisonici in pastiglie e in fiale sparsi dovunque; una volta, mi trovai due fiale anche
nella tasca dell'auto. Vivevamo fuori dal mondo. Io in particolare, vedevo la scuola e
quel poco di vita che si scorgeva dalla finestra della cameretta delle mie bambine,
quasi sempre con la piccina in braccio, che mostrava, giorno dopo giorno,
l'affievolirsi delle sue forze. A volte, pensavo che un volo giù da quella finestra
avrebbe liberato almeno mio marito e la mia prima figlia da tanto travaglio. E sempre
da quella finestra, quando di notte la bimba stava male, chiedevo a Chi era oltre le
stelle, lassù, di aiutarmi a trovare la giusta via per risolvere... Evidentemente da lassù
qualcuno mi rispose... Arrivò il giorno della consultazione con il "giapponese". Mi
mancano le parole per dire l'impressione che ne ebbi. Prima di quell'incontro mia
figlia era stata visitata da insigni professori di vari policlinici sia in strutture
pubbliche che in lussuosi studi privati. Avevamo consultato grandi luminari della
gastroenterologia nazionale e anche europea, e il meglio delle personalità
dell'immunologia pediatrica conosciuta in Italia. Fu un po' dura incontrare, in un
contesto completamente anomalo, questo anziano giapponese che:
l) trovammo seduto a terra, sulla soglia del negozio di alimentazione naturale
macrobiotica;
2) aveva almeno ottant'anni;
3) non aveva più di sei denti in bocca;
4) Parlava giapponese e inglese (quindi dovevamo fidarci di un interprete che
traducesse il suo pensiero);
5) la "visita" avvenne in un retrobottega umilissimo; lui seduto su di una sediolina,
come me che avevo la bimba in braccio; mio marito, in piedi, accanto all'interprete.
16
In tale confusa, impressionante e singolare situazione, ciò che appariva evidente era
il volto di mio marito e ancor più esplicito il suo sguardo che mi comunicava a
chiare lettere: «TU SEI PAZZA!», «TU HAI PERSO LA RAGIONE». «DOVE
CAVOLO CI HAI PORTATI?». Lì invece compresi, dopo aver ascoltato il
"vecchietto giapponese" che niente e nessuno mi avrebbe potuto. fermare. Oramai
non avevo nulla da perdere, quindi ero fermamente determinata ad ascoltare i
semplici, saggi e naturali consigli di quell'uomo. Ovviamente non capivo nulla di
ciò che diceva, ma assorbivo con attenzione quel che riferiva l'interprete.
Muramoto asseriva che la bimba era molto, molto debole (ma questo lo sapevamo
già), e che lui avrebbe potuto davvero nutrirla indicandoci alimenti adatti al suo
stato, cioè alimenti "puliti" e naturali, anzi mi disse che le avrebbe preparato lui
stesso l'indomani il primo pasto. Risposi subito che per me andava bene. A casa
capii quanto invece per mio marito andasse malissimo. Egli infatti mi vietò di dare
alla piccola il cibo che avrebbe preparato il giapponese. Così fu. Telefonai, allora, al
negozio di prodotti naturali macrobiotici per riferire che non sarei andata a ritirare il
cibo che il giapponese aveva appositamente preparato, sentendomi ovviamente in
soggezione per aver disatteso l'impegno. Il negoziante cercava di spiegarmi che il
maestro era da molte ore intento alla preparazione del latte di riso, quindi il mio
trarmi indietro risultava molto scorretto. Mentre questo accadeva, Muramoto,
che era nel negozio di alimentazione naturale, chiese all'interprete se sapesse il
motivo della reazione un po' accesa del negoziante. E dopo che gli furono spiegati i
fatti, non esitò, né si scompose minimamente: prese la ciotola destinata a mia figlia
e la bevve tutta, poi esclamò: «Ne avevo proprio bisogno!». Quindi il negoziante,
che era ancora al telefono con me, all'improvviso cambiò tono. e disse: «È andata».
Tornai dopo due giorni da Muramoto pregandolo ancora dì prepararmi quel cibo,
perché per due notti non avevo fatto altro che pensare a quella ultima possibilità. Mi
rispose che stava per tornare in California ma mi lasciò la ricetta. E mi indicò un suo
libro nel quale avrei trovato molti suggerimenti. Ed eccomi di nuovo sola: tra le
mani una ricetta e un libro. Restai ferma davanti al negozio per un bel po'. Non
riuscivo a comprendere il perché non mi sentissi disperata, visto che avevo perduto
un'occasione. Mi ripetevo: «Forse non ho perso niente, forse neppure quell'uomo
avrebbe potuto aiutarmi! O, forse, non ho perso niente perché ho tutto tra le mie
mani? Forse la risposta che chiedevo dal cielo è in questa ricetta che stringo nella
mano destra, e nel libro che tengo con la sinistra?». Tornai a casa e iniziai a
preparare ciò che si rivelò essere il primo "cibo benefico" per la mia bambina: il
latte di riso integrale biologico. Quando le somministrai il primo piattino, chiesi
a Rosanna Vitola (una mia cara amica), di essere presente per una eventuale
corsa in ospedale, in caso di gravi reazioni allergiche, a cui la bimba era
solitamente soggetta, dopo ogni nuova introduzione alimentare. Non ebbe
assolutamente alcuna reazione, né grande né piccola: mia figlia aveva ingerito, per
la prima volta, un alimento vero, un alimento prodotto da Madre Natura e non un
17
freddo idrolisato. E non aveva reagito male! Mi riempii di speranza, mantenni, però,
il segreto per alcuni giorni, un po' per paura di qualche reazione ritardata, un po' per
scaramanzia. Sembra banale gioire per un misero pasto ingerito dalla propria
creatura, a molti apparirà esagerata e assurda tanta felicità, ma per me si trattava di
un vero e incredibile miracolo. Il suo organismo era riuscito finalmente a
metabolizzare, digerire e assimilare un cibo vero, un cibo non "costruito" in
laboratorio. Era il primo maggio
1989 e non lo dimenticherò mai.
Da quel giorno ha inizio la mia lunga storia ai fornelli; da quel giorno si è
ricominciato a vivere; da quel giorno, una schiera dì angeli si è trasferita a casa mia
per aiutarmi e incoraggiarmi: prende servizio prima che io mi svegli e mi rimbocca
le coperte la sera tardi.
Un anno e mezzo più tardi ritornò a Salerno il maestro Muramoto; con grande gioia
gli riportai la piccola perché potesse verificare dì persona i miglioramenti ottenuti. Il
saggio giapponese rimase commosso e felice nel vedere la bimba. La guardava
sorridendo e l'accarezzava con dolcezza. Ad un tratto divenne pensieroso e
rivolgendosi all'interprete pronunciò un breve discorso. L'interprete ci tradusse il
suo pensiero: «cercate una capra sana, che, magari, non sia stata vaccinata, che non
prenda medicinali e si nutra solo di erba e portate al maestro un poco del suo latte, se
siete d'accordo egli proverà a darne una piccolissima parte alla piccina».
Così facemmo, trovammo la capra, prendemmo il latte e lo portammo a Muramoto.
Il maestro ne fece bollire un poco e ne diede un cucchiaino alla bimba.
Lo salutammo e lasciammo una piccola somma in danaro.
La notte la piccola ebbe 40 di febbre, ma la mattina successiva era in perfette
condizioni di salute, e quel che più mi stupì fu che non ebbe risentimenti
gastroenterici. Telefonai al maestro per riferire l'accaduto. Mi disse di andare subito
da lui. Arrivata da Muramoto, questi mi consegnò una busta e mi raccomandò di
aprirla solo a casa, poi mi disse di non riprovare a introdurre il latte alla piccola
e di somministrarle invece l'olio di fegato di merluzzo 2 volte a settimana. Si scusò
più volte per aver provocato un fastidio a mia figlia e con gesti molto "orientali"
mi accennava ossequiosi inchini.
Cercai subito l'olio consigliatomi. Giunta a casa, con molto timore, mi accinsi a
proporre l'olio a mia figlia, sapevo che non era gradevole e molti lo detestano. Con
grande stupore constatai che la bimba non solo lo accettava, ma dovetti perfino
nascondere la bottiglietta, perché la cercava di continuo per berne il contenuto.
Mi ricordai a un tratto della busta consegnatami dal maestro e corsi ad aprirla.
Non potreste mai immaginare cosa vi trovai dentro, la mia meraviglia in quel
momento toccò alti apici: c'era una scritta in inglese "sorry" e i soldi che gli
avevamo lasciato qualche giorno prima.
Quando chiesi ragione di ciò mi fu risposto: in Oriente il medico si paga solo quando
il malato sta bene, altrimenti è il medico che paga il paziente.
18
(Due anni più tardi mia figlia potette assumere, ogni tanto e senza avere problemi,
un po' di latte di capra e formaggio fresco biologico di capra o pecora. Muramoto
aveva anticipato i tempi!).
Ho sviluppato negli anni una discreta competenza che mi ha permesso di far crescere
al meglio la mia creatura che, nel tempo, ha superato quasi tutti i suoi problemi. Gli
ingredienti indispensabili per il raggiungimento di tale traguardo sono stati quelli
antichi quanto il mondo: attenzione, dedizione, costanza, buona volontà e tanto, tanto
amore. Questo luminoso percorso (che a volte si è presentato complesso), mi ha
donato davvero tanto: una figlia bellissima, sana allegra, dolce, interessata alla vita,
impegnata nello studio, nello sport, nella musica, simpatica e benevola con gli amici.
Ciò che meraviglia soprattutto me, è che, pur potendo oggi finalmente scegliere, essa
opta "per la natura", ovvero per una sana alimentazione naturale sul tipo
macrobiotica.
Non posso dire che sia stato semplice raggiungere l'attuale livello di conoscenza e
consapevolezza circa questa particolare "arte", né posso affermare che sia stato del
tutto casuale incontrare, tredici anni fa, le giuste "guide".
È invece opportuno affermare che "chi cerca trova", e "chi cammina incontra". Una
serie di "coincidenze" mi ha messa in contatto con grandi esperti in alimentazione
naturale e macrobiotica, i quali hanno dato forte spessore alla mia volontà di
apprendere e d'imparare in fretta. Da allora i policlinici e gli ospedali non hanno più
avuto la piccola come paziente, se non per qualche accidentale slogatura.
I nostri unici referenti in medicina sono stati gli omeopati e gli omòtossicologi.
Da tredici anni mia figlia non assume medicinali chimici allopatici, grazie a Dio, le
poche e semplici malattie che ha avuto le abbiamo sempre risolte con le "palline e le
gocce omeopatiche", ma soprattutto con l'alimentazione.
Oggi agisco con una certa competenza in cucina grazie a molte straordinarie letture
effettuate, a un corso di cucina specifico tenuto da Gianni Canora e, soprattutto,
grazie agli incontri prima citati. Ognuna delle persone, che ho avuto la fortuna di
conoscere, ha aggiunto alla mia precedente povertà di conoscenze sempre maggiore
ricchezza. Se l'incontro con Muramoto è stato "essenziale e determinante", quello
con Ferro Ledvinka fu decisivo per entrare nel merito della cucina naturale
macrobiotica e scoprirne più a fondo i principi.
Ringrazio anche Carlo Guglielmo, incontrato anni fa a Perugia, e che spesso ho
avuto modo di consultare per telefono: mi ha insegnato come equilibrare lo Yin
(energia espansiva) e lo Yang (energia contrattiva). Un giorno parlandogli al
telefono degli alimenti che facevo assumere a mia figlia, scoppiò in una lunga risata.
Nervosamente attendevo che finisse di ridere per capirne i motivi. Infine esordì: «lo,
al posto di sua figlia, andrei a svaligiare una pasticceria». Mi fece rapidamente
comprendere che la stavo alimentando in modo troppo Yang , e che, quindi, era
necessario un cibo più Yin, cioè, in quel caso, più dolce. Di sicuro ho commesso
tanti errori, ma c'era di bello che "sapevo molto bene di non sapere" e, quindi, ero di
continuo alla ricerca di chi mi potesse insegnare a fare di meglio, ed ero tanto
contenta quando mi veniva indicato un modo, un principio, per migliorare che mi
19
sentivo "crescere" ogni qualvolta riuscivo ad "ammannire" a mia figlia cose nuove,
più buone, più equilibrate e quindi più salubri.
In proposito ricordo quando Gianni Canora, durante il corso di cucina, ci insegnò a
fare le "palle di pop-corn". Tornai a casa così contenta ed eccitata che tardavo a
prendere sonno. L'indomani preparai questa leccornia debitamente addobbata, poi
chiamai le mie due figlie perché gustassero questa bel- la e originale merenda. La più
grande mi disse: «Mamma sei sicura che la sorellina può mangiarla?». Al mio "sì" le
vidi partire all'assalto delle palle di popcorn che consumarono con grande entusiasmo.
Uno stretto e atipico regime alimentare, che nel mio caso non era una scelta, mette a
dura prova (l'ho sperimentato) le relazioni con le persone che non hanno esperienza in
tale ambito. Tutti coloro che per allergie, intolleranze o per strette diete dimagranti o
altri motivi di salute devono sottostare a precise regole alimentari sanno bene
quanto sia antipatico affrontare l'isolamento che a volte ne deriva.
Entrano in gioco molti fattori che possono frustare coloro che devono attenersi alla
dieta. Ci si sente emarginati anche quando gli altri "fanno finta di niente"; oppressi
per i discorsi dei "saggi di turno" che si accaniscono a definire la dieta una "folle
fissazione": per dirla con la satira di Guglielmo Giannini, "ogni tanto spunta un
fesso!"; più spesso, specie quando gli alimenti sono sconosciuti, si è considerati
addirittura come esemplari appartenenti a strane sette. Chi vi accetta per ciò che siete
anche a talvola, con semplicità e senza compromessi, è di certo una persona dotata di
intelligenza viva, sensibilità, notevole apertura mentale e che vi vuole bene con tutta
l'anima. I pochi a rimanervi accanto,dunque, saranno i migliori.
Affinché in ogni occasione "gli intolleranti" possano partecipare con gioia e senza
desiderare la leccornia "dell'altro", ho dedicato molto tempo alla preparazione di
dolci, merende, gelati ecc., che potessero essere simili a quelli che, di solito, si
preparano per le varie festività: delizie che, ovviamente, non contengono gli
ingredienti da evitare.
20
ESEMPI DI ALIMENTAZIONE MACROBIOTICA.
Esempio di alimentazione macrobiotica altamente curativa, con prevalenza di energia
yang, proposta da Georges Ohsawa.
PRIMA regola fondamentale: masticare a lungo, almeno 50 volte
Si può bere sempre del tè bancha.
Alle verdure si aggiungano sempre due cm di alga wakame a persona.
Tranne nel riso gomoko dove viene utilizzata l’alga kombu.
Il riso integrale si prepara seguendo queste proporzioni un bicchiere di riso due/tre
d’acqua, lo stesso per il miglio, si sala, con sale rigorosamente integrale e si cuoce.
Primo giorno
Colazione: crema di riso
Pranzo: riso integrale e nitukè di carote e ravanelli
Cena: Chapati, zuppa russa.
Secondo giorno
Colazione : Crema d’avena
Pranzo: kasha, nitukè di crescione
Cena: maccheroni di grano saraceno con miso e gomashio
Terzo giorno
Colazione : Crema di grano saraceno
Pranzo: riso gomoko
Cena : zuppa di miglio
Quarto giorno
Colazione: crema di riso
Pranzo : riso integrale con verdure in cottura o nitukè di carote e cipolle,
Cena : miglio con nitukè di foglie di tarassaco
Quinto giorno
Colazione: crema d’avena
Pranzo: riso integrale, nitukè di carote
Cena: minestra di zucca
21
Sesto giorno
Colazione : no
Pranzo: grano saraceno tostato
Cena : riso integrale
Condire con gomashio e miso
RICETTE :
primo giorno
Crema di riso integrale: : aggiungete ad una tazza e mezzo di riso integrale già cotto
3 o 4 tazze d’acqua e fate cuocere per 30 minuti a fiamma bassa fino a quando i
chicchi si apriranno, passate tutto nel passaverdura. Mangiate tiepido.
Tutte le creme si preparano adottando lo stesso procedimento.
Il Nitukè : è un modo di cuocere le verdure
Tagliare grossolanamente alcune foglie di lattuga, due carote, una cipolla, dei
ravanelli e far saltare le verdure in poco olio di sesamo o extra vergine di oliva sino a
quando non diventano tenere. Aggiungere a piacimento del gomasio e del miso. Il
nitukè può essere utilizzato per condire il riso integrale o altri cereali a piacimento.
CHAPATI
Fate un impasto abbastanza consistente con farina integrale, acqua e sale marino
integrale. Stendete l’impasto su una spianatoia e ritagliate dei dischetti sottili di un
diametro da 10 a 15 cm. che cuocerete in forno. Servite al posto del pane oppure
condite a piacimento con verdure o del tahin.(burro di sesamo)
Zuppa russa:
Prendete una carota,3cipolle, un piccolo cavolo, 150 gr di riso cotto,4cucchiai
d’olio,del sale.
Tagliate le cipolle in 4, fatele saltare in pochissimo olio di sesamo o extravergine
d’oliva, aggiungete il cavolo tagliato in cubi di 3 cm e fate saltare, aggiungete le
carote a pezzi fini e coprite d’acqua. Fate bollire a fuoco lento, per lungo tempo.
Aggiungete dell’acqua se la mescolanza si addensa e salate.
Secondo giorno
Kasha : ingredienti 1 tazza di grano saraceno, 1 cucchiaino d’olio di sesamo, sale.
Fate saltare in un cucchiaino di olio di sesamo una tazza di grano saraceno,
aggiungete due tazze d’acqua ed un cucchiaino di sale integrale. Fate bollire
22
lentamente su una piccola fiamma. Servite con delle verdure di nitukè e un po’ di
miso.
Nitukè di crescione: tagliate del crescione a pezzi di tre cm e fatelo saltare in poco
olio sesamo o extravergine d’oliva aggiungete un po’ di sale e servite.
I Maccheroni di grano saraceno saranno conditi con un cucchiaino di miso (disciolto
in un cucchiaio d’acqua) un po’ di zenzero secco grattugiato ed un pizzico di
gomashio.
GOMASIO
Ingredienti : 16 cucchiai di semi di sesamo, 1 cucchiaio di sale.
Tostare i semi di sesamo, tostare il sale marino integrale mischiare e schiacciare il
tutto possibilmente in un mortaio con un costante movimento circolare, oppure in un
macina caffè. Utilizzarlo quotidianamente come condimento per il riso, unito alle
verdure, etc. Conservare in un recipiente ermetico e non conservare oltre gli otto
giorni. L’olio dei semi di sesamo consente di assorbire perfettamente tutti i Sali
minerali contenuti nel sale.
Miso
Alimento di sola origine vegetale, contiene tutte le proteine nobili in buona quantità,
il che lo rende un alimento utile a integrare una dieta che si voglia rendere più
completa. È inoltre ricco di enzimi, simili a quelli dello yogurt, e migliora la flora
batterica venendo in aiuto nei disturbi intestinali. È un alimento ricco di lecitina e di
acido linoleico, che sciolgono il colesterolo nel sangue. Può quindi trovare impiego nella
dieta dei cardiopatici o nella prevenzione di ictus e trombosi. Come tutti gli alimenti
derivati dalla soia, contiene in buona quantità le vitamine del gruppo B, protettrici del
tessuto epidermico e nervoso.
Terzo giorno
Zuppa di miglio :Tagliate carote e cipolle e fate rosolare in poco olio. aggiungete
acqua per coprire completamente le verdure, fate bollire fino a cottura. Fate dorare tre
buoni cucchiai di farina di miglio in poco olio, mescolate con dell’acqua per farne
una pasta fine che verserete sulle verdure e fate bollire dolcemente a fuoco lento
Riso Gomoko: mescolate al riso integrale 10 % di verdura cotta in questo modo :
tagliate a pezzi carota cavolo e carota a cui aggiungerete un pezzo d’alga kombu,
coprite d’acqua e tenete a fiamma alta finchè non viene a crearsi del vapore
all’interno della pentola, a questo punto abbassate la fiamma e fate cuocere a fiamma
bassa per 15-20 minuti, se l’acqua dovesse evaporare durante la cottura aggiungetene
un altro po’, quando tutte le verdure sono diventate tenere e cotte salate e fate saltare
le verdure mescolandole tra di loro, rimettete il coperchio e fate cuocere a fuoco lento
altri due o tre minuti.
23
Quinto giorno
CREMA DI ZUCCA
Fate dorate una cipolla affettata in poco olio extra vergine di oliva e poi aggiungete
della zucca tagliata a pezzetti. Cocete in pochissima acqua e poi passate tutto con un
passaverdura. Rimettete la zucca sul fuoco a fiamma bassa e unite della farina tostata
precedentemente in poco olio e mescolate sino a quando non si ottiene una
consistenza cremosa. Insaporire con miso e prezzemolo tritato.
24
Esempio di alimentazione macrobiotica giornaliera secondo una proposta di Mario
Pianesi.
PROPORZIONE DEI CIBI ALL’INTERNO DEL PIATTO:
Pranzo: Una tazza di zuppa di miso (acqua, alghe,verdure),(sempre prima del pasto).
50% cereali: di riso, miglio, grano saraceno.
35-40% tra verdure cotte di stagione,(nishimè) 6-8% proteine vegetali o
animali(30% di azuki, ceci, lenticchie, fagioli neri e 70% per gli altri legumi), 2-4%
di dolce (eventualmente).
Bevande: acqua, tè bancha, tè di riso, caffè d’orzo, yannoh, tè mu.
Condimenti: salsa di soia,. tamari, olio d’oliva, miso (alternando con tutti i tipi di
miso:fresco, medio e vecchio), gomashio, sale marino integrale, zenzero secco tritato
25
Cena: (Da fare entro le 19-20) Una tazza di zuppa di miso (acqua, alghe, cinque
verdure legate alle cinque trasformazioni e alle stagioni), proteine vegetali con
moderazione,verdure cotte di stagione.(Nitukè o Nischimè)
Due fette di pane integrale tostato al forno o frese integrali o pane azzimo (no
mollica)
Bevande: acqua, tè bancha, tè di riso, caffè d’orzo, yannoh, tè mu.
Condimenti: tamari, olio d’oliva, miso (alternando con tutti i tipi di miso:fresco,
medio e vecchio), gomashio, sale marino integrale, zenzero secco tritato
Far precedere sempre il pasto da una zuppa di Miso
Zuppa di Miso ricetta.
Ingredienti:
una cipolla
un cucchiaio di cereale
una carota
foglie verdi : tarassaco, malva, piantaggine verza etc.
miso 2 o 3 cucchiaini
5 tazze di acqua
Alga wakame da 3 a 6 cm
Mettete a bagno l’alga in acqua a temperatura ambiente per 5 minuti e tagliatela
finemente.
Nel frattempo mettete a bollire l’acqua versate nella pentola tutti gli ingredienti e la
sciate cuocere per 30 minuti.
Diluite il miso in un po’ d’acqua e aggiungilo quando la zuppa ti sembrerà cotta.
Attenzione non far bollire il miso perché diventerebbe amaro..
Si può servire la zuppa con scalogno fresco cosparso sulla ciotola fumante.
Se non si ha tempo di prepararla può essere sostituita da thè bancha un cucchiaino di
miso e una grattatine di zenzero secco.
EVITARE POMODORI, MELANZARE, PATATE, PEPERONI.
MAI SUCCO DI LIMONE SUI CEREALI.
CUOCERE SEMPRE I LEGUMI CON ALGA KOMBU DOPO AVERLI TENUTI
A BAGNO UNA NOTTE.
PROPORZIONI PER LA COTTURA DEL MIGLIO: UN BICCHIERE DI MIGLIO
DUE /TREDI ACQUA.
26
PROPORZIONI PER LA COTTURA DEL RISO : UNO DI RISO DUE/TRE DI
ACQUA
I CEREALI POSSONO ESSERE TOSTATI PRIMA DI ESSERE COTTI, OPPURE
DOPO LA COTTURA MESSI IN FORNO PER OTTENERE LA CONSISTENZA
DESIDERATA.
NO CAFFE’ NO ZUCCHERO BIANCO NO CEREALI RAFFINATI.
27
DIZIONARIO MACROBIOTICO:
Azuki:
Leguminose più yang dei fagioli e delle lenticchie. Vengono adoperati per zuppe
insieme al riso e l’acqua di cottura come bevanda, indicati per disturbi renali e del
sistema urinario, combattono la costipazione. Tempo di cottura 2 ore, con una striscia
di alga kombu un’ora, salare a fine cottura.
Alghe:
Piante che vivono nell’acqua di mare e nell’acqua dolce. In macrobiotica si usano
soprattutto: alga wakame, alga nori, alga kombu.
Bancha:
Tè chiamato anche te di tre anni Bevanda giornaliera tonificante senza gli effetti
tossici del te. Altamente curativo.
Chapati:
Pane orientale senza lievito con farina di frumento di grano saraceno. Si prepara una
pasta con acqua e sale, si appiattisce e si cuoce alla griglia sul fuoco di legna in una
padella o in forno.
Gomashio:
Preparazione base di semi di sesamo e sale marino integrale.
Kokkoh:
Farina preparata a base di riso, avena, frumento e sesamo tostati, molto nutriente, per
bambini e donne incinte o che allattano.
Kuzu:
Fecola della radice di kuzu selvatico.
Miso:
Pasta di soya cereali e sale, fermentata e invecchiata almeno per tre anni. Ricco di
proteine di minerali e di vit. A, B1, B2, D e magnesio, calcio, ferro, sodio.
28
Mu:
Te mu, bevanda composta di piante e radici tra le quali il ginseng. E’ molto
yanghizzante.
Nitukè:
Modo di preparare le verdure per conservarne gli elementi vitali e il sapore.
Nishime:
Altro modo di preparare le verdure, tagliare in pezzi piuttosto grossi e cuocere con un
po’ d’acqua.
Tamari:
Salsa di soya tradizionale, maturata per tre anni, ricca di vitamine vegetali e di enzimi
preziosi. Yanghizza tutte le preparazioni, è molto saporita e si utilizza per zuppe,
salse etc.
Tahin:
Burro di sesamo
Tekka:
Preparazione molto yang a base di verdure e miso fritti ed essiccati da una cottura
lunga.
Tempura:
Verdure o pesce immersi in una pastella di acqua e farina e poi fritti in olio bollente.
Umeboshi:
Prugne salate, pressate ed essiccate al sole, poi conservate per un minimo di tre anni.
Yannoh:
Bevanda fatta di cereali e azuki tostati. Ha un sapore che assomiglia al caffè.
Raccomandato a tutti, specialmente per i bambini.
29
CUCINA macrobiotica
Cibo che cura
•
•
La cucina macrobiotica è la chiave per
preparare dei pasti che siano nutrienti saporiti
e appetitosi al tempo stesso.
Il cuoco macrobiotico si occupa della salute
delle persone per cui cucina variando i piatti
ed i metodi di cottura.
30
Quando si cucina per persone con
problemi a determinati organi, occorre
stabilire la linea generale di cottura
apportando alcune modifiche
appropriate alla dieta macrobiotica
standard.
Come scegliere le preparazioni
alimentari più adatte.
•
Se si vuole curare con successo un organo malato
servendosi di rimedi alimentari naturali, occorre
prendere in considerazione svariati fattori:
•
1) La scelta delle preparazioni alimentari più adatte.
•
2) La scelta delle combinazioni alimentari più adatte.
•
3) La scelta di contorni e condimenti specifici
31
•
In termini di yin e yang vediamo che è
possibile creare tecniche di cottura più yin o
più yang cambiando i seguenti fattori:
•
1: La scelta di cibi fra le categorie di cereali, zuppe, verdure,
legumi, alghe marine, insalatini e bevande.
•
2: la combinazione di cibi e piatti
•
3: la scelta di salse e condimenti da usare.
•
4: il metodo di cottura: bollire, cuocere a vapore, saltare,
friggere, cuocere a pressione e via dicendo.
•
5: la quantità di acqua da usarsi
•
6: il tempo di cottura
•
7: l’intensità della fiamma usata in cottura.
In base alla natura yin o yang
dell’organo malato, si opterà per il
metodo più adeguato. Per esempio:
nella cucina delle malattie del fegato il
metodo di cottura dovrebbe essere più
yin rispetto a quello necessario per
curare le malattie dei polmoni o
dell’intestino.
32
•
•
Dal punto di vista energetico notiamo
che l’uso della pressione, del sale, del
calore e del tempo renderanno più
concentrata l’energia del cibo.
Una cottura rapida e con poco sale,
garantisce invece una quantità
energetica più leggera del cibo cucinato.
I 5 METODI DI COTTURA
•
Più precisamente è possibile distinguere
cinque diversi metodi di cottura in base
alla classificazione dell’energia in cinque
stadi distinti che si possono creare
nell’ambito della dieta standard.
Adottando il tipo più adatto è possibile
curare qualsiasi malattia.
33
Cibi e metodi di cottura che generano
un’energia stabilizzante
•
1
•
•
Si tratta in genere di una cucina equilibrata
in cui vengono usate più verdure rotonde,ed
i condimenti sono moderati.
Questo tipo di cucina serve a migliorare le
funzioni dei reni e della vescica, oltre a
distendere tutto il corpo.
Cibi e metodi di cottura che generano
un’energia di contrazione
2
Si usano soprattuto le radici e i condimenti
salati sono più accentuati. Un’ottima alga
marina da usare è l’hijiki.
Questo tipo di cucina serve nella cura delle
malattie del colon e dei polmoni, nonché
del cancro della pelle.
34
Cibi e metodi di cottura che
•
generano un’energia discendente.
3
In questo caso i tempi di cottura sono più
lunghi, le verdure usate sono le radici, la zucca
gialla, il cavolo, le cipolle e i legumi in genere, in
particolare gli azuki. Questo tipo di cucina in
particolare è indicato nelle malattie dello
stomaco, della milza e del pancreas. Si può usare
anche nei casi del cancro yin del cervello.
•
Cibi e metodi di cottura che
generano un’energia ascendente:
4
Si tratta di una cucina più leggera che usa la fiamma
alta e prevalentemente verdure a foglie verdi.
Piatti ricorrenti possono essere le verdure cotte a
vapore o le insalate scottate. I sapori dei piatti sono in
genere delicati e leggeri. Questo tipo di cucina è
indicato nei disturbi del fegato e della vescicola biliare.
Adattissimo nei casi di cancro del fegato.
35
•
cibi e metodi di cottura che generano
un’energia di dispersione.
5
Sono compresi i metodi di cottura più rapidi, come
l’ebollizione vivace, la frittura rapida con u po’ d’olio;
tra le verdure si preferiscono quelle a foglie grandi e
verdi e si fa uso regolare di condimenti stimolanti
come lo zenzero, l’aceto di riso, etc.
Anche le insalate crude appartengono a questa
categoria. In questo modo si curano le malattie del
cuore e dell’intestino tenue, ma si ottengono dei
risultati anche nel cancro del pancreas.
ALCUNI ESEMPI DI CONTORNI E
CONDIMENTI MEDICINALI
SPECIFICI
36
FEGATO - CISTIFELLEA
a)Causa yin
1. prendere un umeboshi per diversi giorni di seguito
2) ume sho kuzu, una tazza al giorno per diversi giorni
b) causa yang
1. Bevanda di kuzu con l’aggiunta di sidro di mele.
2. Bevanda di kuzu con l’aggiunta di malto d’orzo
(evitare il malto di riso)
3. Versare del bancha bollente sopra le foglie di shiso, poi bevete
il liquido e mangiate le foglie
4. Aceto di riso o di umeboshi
5. Mele cotte in pentola o in forno
6. Cipollotti verdi aggiunti alla zuppa di miso
Cuore – Intestino Tenue
a. Causa yin
•
Se lo yin è la causa dei disturbi agli organi in questione, si
consiglia di prendere uno dei seguenti supplementi per un
periodo che può variare dai tre giorni ad una settimana.
1) Tamari – Bancha, oppure Gomasio – Bancha
2) Bevanda di Umeboshi, spruzzate sopra qualche
goccia di tamari e infine versate del bancha bollente
3) Ran-sho
37
Cuore – Intestino Tenue
•
b. Causa Yang
E’ questa la causa della maggior parte degli infarti.
1) Succo di mela bollito o scaldato
2) The verde
3) Melone cotto (sia melone che cocomero), di cui va
bevuto anche il succo
4)Fate bollire del Daikon, grattugiato assieme ad un
fungo shiitake e ad un po’ di salsa tamari. Bevetene una
o due tazze al giorno, per tre quattro giorni di seguito
Milza / Pancreas-Stomaco
•
•
Causa yin
Spesso questa è la causa di malattie come il diabete o il morbo di
Hodgkin, il cui insorgere è favorito dal consumo di diversi tipi di
zuccheri, nonché di latte, cioccolato, alcolici e via dicendo.
•
1. Umeboshi.
•
2. Umeboshi cotta nel kuzu.
•
•
•
3. Fate bollire dell’alga nori in acqua, a cui aggiungete alcune gocce di
tamari a fine cottura. Si può prendere sia come guarnitura che come
condimento, oppure come bevanda, diluito in acqua o tè caldo.
4. Zucca gialla cotta assieme all’alga kombu
5. Fate cuocere delle alghe arame in acqua, filtrate il brodo di cottura
a cui aggiungerete alcune gocce di salsa tamari prima di berlo.
38
•
•
•
•
b. Causa yang
1. Aggiungete del malto di riso alla bevanda di
kuzu
2. Amasake (budino di riso dolce fermentato)
3. Fate cuocere un fungo shiitake assieme a
dell’alga kombu o arame, aggiungete un po’ di
salsa di soya tamari e bevete il brodo di
cottura
POLMONE – INTESTINO CRASSO
•
a. Causa yin
•
1. Bevanda di kuzu con radice di loto
•
2. Gomashio
•
•
•
•
3. Polvere di umeboshi carbonizzate nel forno, da bere con acqua bollente.
E’ un rimedio eccellente in tutti i casi digestivi causati da un eccesso di yin.
b. Causa yang
1. Grattugiate del daikon e un po’ di zenzero e agiungete qualche goccia di
tamari. Mangiate questo preparato così comìè o aggiungetelo ad una tazza di tè
o acqua calda.
2. Preparate del succo di radice di loto grattugiando delle radici di loto fresco.
Ci sono tre modi per usarlo:
Ø
Bere il liquido così com’è
Ø
Addolcirlo con un po’ di malto di riso
Ø
Aggiungerlo ad una tazza di tè o di acqua bollenti
39
RENI - VESCICA
a. Causa yin
1. Tekka
2. Kombu cotta assieme al tamari
3. Brodo di fagioli Azuki, con un po’ di sale marino
4. Brodo di fagioli neri con un po’ di sale marino
b. Causa yang
1. Grattugiate del Daikon a cui unirete dell’alga nori a pezzettini
(un foglio): mescolate tutto aggiungendo un po’ di tamari e
versateci sopra dell’acqua bollente o del tè bancha.
2. Bevanda di Kombu oppure bevanda di Kombu – Shiitake, a cui
potete aggiungere diverse gocce di salsa tamari.
•
•
•
•
•
•
•
•
RIMEDI MACROBIOTICI DI PRONTO SOCCORSO
•
•
•
•
•
•
Bruciori di stomaco
•
Mangiare in modo macrobiotico
e masticare molto bene.
A livello sintomatico si può
agire sui bruciori nei seguenti
modi.
Bancha mescolato a Daikon
condito con Tamari
Polvere di Kombu arrostita
come condimento.
Gomashio, oppure Gomashio
più Bancha.
Umeboshi
•
•
•
40
Coliche Biliari
Impacco di Zenzero sulla
parte della vescicola biliare,
inoltre bere tè Bancha.
Zuppa di miso con cipollotti e
verdure a foglie verdi dure.
Bevanda a base di Shiitake e
Kombu.
Questi rimedi facilitano il
passaggio del calcolo,
dilatando il diametro del
dotto e stimolando la
produzione di bile
RIMEDI MACROBIOTICI DI PRONTO SOCCORSO
•
•
•
•
COLICHE
INTESTINALI
•
Si consiglia di mangiare
pasta di soba, zuppa di
miso con Mochi e un
piatto di verdura
Nishime.
DIARREA
Causa YIN
•
Riso arrostito
•
Crema di Kuzu oppure
Umeboshi + Kuzu
•
Umeboshi intera
•
Bevanda di Zenzero
Causa Yang
•
Daikon crudo
grattugiato,
•
Crema di Kuzu
•
Concentrato di Ume
CRAMPI DI STOMACO
Sebbene il crampo sia un movimento yang
“centripeto”, la sua intensità
è generalmente determinata dal consumo di cibi molto
yin.
Rimedi Interni:
•
gomashio + bancha, oppure ume+sho+bancha
Rimedi esterni:
•
•
Teli caldi sullo stomaco e sulle dita dei piedi.
Acupressione sul meridiano dello stomaco, a livello delle
dita dei piedi.
41
Febbre
•
•
•
•
•
Sebbene la febbre possa essere considerata come una
reazione salutare e benefica dell’organismo, può a volte
essere troppo forte o durare troppo a lungo.
La causa della febbre può essere yin o yan, ma la febbre di
per se è un fenomeno yang.
L’aspirina è un prodotto molto yin che contrasta
quest’azione yang, ma, sfortunatamente, è tanto yin da
colpire gli organi più yang, come i reni.
Altri tipi di prodotti yin tendono ad attivare il fuoco yang
della febbre: per esempio, si è notato che alcuni antibiotici
uccidono i batteri, ma provocano la febbre
Nei trattamenti macrobiotici si utilizzano prodotti yin meno
forti che non attivino la febbre, ma che al contrario
l’abbassino, senza indebolire altri organi.
Rimedi per la febbre
•
•
•
•
•
•
•
Rimedi interni
Rimedi esterni
•
Bevanda di riso
Crema di riso e riso soffice
Bevanda di kuzu
Per i bambini è più indicato
Ame-kuzu
Mela cotta e succo di
mela cotta
Bevanda di Daikon
-shiitache -kombu
•
Impiastri:
Di tofu
•
Di daikon
•
Di rapa
•
Di fagioli di soia crudi
•
Foglie verdi di cavolo
Da rinnovare ogni mezz’ora.
•
42
Mal di testa
Mal di testa
posteriore
Risulta dal
consumo di
•
•
•
•
cibi molto yang, oppure si
manifesta quando si smette di
assumere dei cibi molto yin.
•
Succo di mela
•
Succo d’arancia
•
Concentrato di ume
•
Cipollotti più
zenzero
in tazza d’acqua
•
Applicazione
di calore
Mal di testa frontale
Risulta dal consumo di
zucchero: succo di frutta,
pillole anticoncezionale,
aspirina, miele, cioccolato e
tutti i prodotti yin.
•
Sho+bancha
•
Ume+sho+bancha
•
Gomashio
•
Bevanda di kuzu
•
Applicazioni
fredde
Mal di testa
•
•
•
•
•
Mal di testa laterale
Mal di testa interno
•
Dal consumo eccessivo di cibi
unti e grassi, e altri cibi che
sono causa di disfunzione del
fegato e della cistifellea.
•
Daikon+ tamari in acqua
bollente
Bevanda di kuzu in malto
d’orzo a cui aggiungere un po’
di zenzero
•
Mangiare mele cotte
•
Succo di mela caldo
•
Zuppa di miso con cipollotti o
cipolle
43
Consumo eccessivo di cibi
animali, in particolare carne
e pesci salati, uova, caviale
etc
Acqua calda con un
cucchiaino di aceto di riso
stanchezza
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
In genere la stanchezza è sintomo di condizione acida del sangue,
dovuta ad un eccesso di cibi o di bevande, oppure al consumo di
cibi estremamente yin o yang.
I rimedi a questo tipo di stanchezza possono essere i seguenti.
Umeboschi intera
Bevanda di umeboshi
Brodo di umeboshi
Bancha
Tamari-bancha
Gomashio –bancha
Prendete questi rimedi in quantità moderate per un paio di giorni
e cercate contemporaneamente di migliorare la vostra
alimentazione.
La stanchezza pomeridiana può essere segno che il corpo ha
bisogno di più cibi dolci: si cerchi di mangiare più verdure dolci,
malto d’orzo e frutta cotta.
44
BIBLIOGRAFIA:
Naboru Muramoto – Il medico di se stesso – Feltrinelli
Elena Roggero Guglielmo – Cucinare per il corpo e per lo spirito – Macro Edizioni
Michio Kushi – Il nuovo libro della macrobiotica
Maria Teresa Pinardi, Nadia Tarantini – Il risveglio del corpo – Edizioni Iacobelli
Georges Osawa – La dieta macrobiotica o l’arte del ringiovanimento e della longevità
– Ed. Astrolabio
Testi consigliati ma fuori catalogo ( da cercare nelle biblioteche o fra i libri usati…)
Georges Osawa – Introduzione alla scienza della macrobiotica – Ed. Arcana
Georges Osawa – La macrobiotica e la sua filosofia – Edizioni Arcana
Georges Osawa – Lo zen macrobiotico – La Pica Ed.
Georges Osawa – Cancro e macrobiotica – Ed. Arcana
Michel Abehsera – La cucina macrobiotica zen – Ed. Sudarco
45