WILLIAM TREVOR LA STORIA DI LUCY GAULT NATRE sto E` uno
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WILLIAM TREVOR LA STORIA DI LUCY GAULT NATRE sto E` uno
WILLIAM TREVOR LA STORIA DI LUCY GAULT N.A.TRE sto E’ uno dei romanzi più malinconici che abbia mai letto, non tragici, drammatici, horror, soltanto colmo di una infinita tristezza. Vite sconvolte, spezzate per una sola decisione presa, ma il guaio non pareva irreversibile. Vi era sempre speranza, sarebbe bastato che….., si sarebbe dovuto pensare anche a… Sensi di colpa, veri o ingiustificati, attese lunghe settimane, mesi, anni. E il senso di colpa porta ad altre decisioni sbagliate, stupide al massimo grado. In breve, una famiglia di inglesi, in Irlanda, sentendosi minacciata ( a torto, a ragione ?) decide di tornare in Inghilterra, ma la piccola Lucy, attaccatissima alla casa e alla terra , non ci sta e scappa nel bosco….Che inizio banale, vero? Lo stile di Trevor è semplice, piano, ma ricco di particolari, né lui, né i suoi personaggi si lasciano trascinare, si abbandonano a scene madri; si rassegnano e magari si lasciano morire. Storie che potevano capitare solo 100 anni fa. Oggi con una rete di comunicazioni e di controlli che copre tutto il mondo, almeno quello civilizzato, un fatto del genere non sarebbe certo potuto accadere. Consolata Chiantelassa Quando io vedevo suoni N.A. CHI qua Consolata scrive questo libro come parte della terapia intrapresa contro la tossicodipendenza e la malattia mentale. Parte dall’infanzia felice e prosegue poi con una storia di vita segnata da esperienze “estreme”, conoscenze di tipi strani, amori più o meno fallimentari e soprattutto malattie psichiche di diversa natura, dall’anoressia alla schizofrenia, peggiorate dalla tossicodipendenza. Il problema fondamentale di questo libro è che Consolata risulta decisamente antipatica. Insomma, Consolata non viene da una famiglia di nullatenenti senzatetto, anzi, è stata particolarmente favorita dalla sorte. E’ difficile provare solidarietà per una persona che ha avuto a disposizione tutte le migliori opportunità del mondo, offerte da una famiglia decisamente abbiente, dalle scuole esclusive ai lavori opportunamente scelti, e ha scelto invece di fare l’alternativa e la ribelle, con il comodo materasso però di una “paghetta” mensile di tre milioni di lire al mese. Mauro Casiraghi LA CAMERA VIOLA N.A.CAS cam "Un giallo dell'anima magnetico e vibrante, un'odissea al termine della notte, dove la fuga si trasforma in pellegrinaggio e ogni cosa parla per bocca di un dio moribondo, quello della fanciullezza e dell'innocenza smarrite." Una donna di spalle in una camera da letto. E’ questo l’unico ricordo di Sergio al risveglio dopo un incidente subacqueo che gli è quasi costato la vita e gli ha causato una temporanea amnesia. Non sa altro di lei. Sa soltanto di amarla come non ha mai amato nessun’altra. La voglia di scoprire chi è la donna senza nome lo strappa dalla solitudine in cui si è rifugiato e lo scaraventa dietro il volante di un’auto insieme alla figlia adolescente alla ricerca dell’amore perduto. Inizia così una caccia euforica e disperata, guidata dalla speranza di ritrovare una felicità antica e innocente che sembra a portata di mano. WILLIAM TREVOR LA STORIA DI LUCY GAULT N.A.TRE sto E’ uno dei romanzi più malinconici che abbia mai letto, non tragici, drammatici, horror, soltanto colmo di una infinita tristezza. Vite sconvolte, spezzate per una sola decisione presa, ma il guaio non pareva irreversibile. Vi era sempre speranza, sarebbe bastato che….., si sarebbe dovuto pensare anche a… Sensi di colpa, veri o ingiustificati, attese lunghe settimane, mesi, anni. E il senso di colpa porta ad altre decisioni sbagliate, stupide al massimo grado. In breve, una famiglia di inglesi, in Irlanda, sentendosi minacciata ( a torto, a ragione ?) decide di tornare in Inghilterra, ma la piccola Lucy, attaccatissima alla casa e alla terra , non ci sta e scappa nel bosco….Che inizio banale, vero? Lo stile di Trevor è semplice, piano, ma ricco di particolari, né lui, né i suoi personaggi si lasciano trascinare, si abbandonano a scene madri; si rassegnano e magari si lasciano morire. Storie che potevano capitare solo 100 anni fa. Oggi con una rete di comunicazioni e di controlli che copre tutto il mondo, almeno quello civilizzato, un fatto del genere non sarebbe certo potuto accadere. Andrej Makine DREAMS OF MY RUSSIAN SUMMERS Il romanzo”Le testament francais“ venne pubblicato dapprima in Francia, ricevendo i premi e poi tradotta in inglese. L’autore, nato in Russia, chiese asilo politico in Francia a 30 anni. Per ottenere in Francia la pubblicazione del suo manoscritto, Makine disse che era una traduzione di un inedito russo, dato che gli editori francesi non potevano ammettere che un immigrato potesse conoscere così bene il francese. Makine, in uno stile superbamente poetico, fatto di memoria e di immaginazione, narra la storia di Charlotte Lemonnier, francese dei primi del secolo XX, che da bambina seguì in Russia il padre medico. Per anni viaggiò tra la Francia e la Russia. Era in Francia alla vigilia della I guerra mondiale, tornò in Russia con la Croce Rossa durante la Rivoluzione. Fu testimone degli orrori della guerra civile, delle carestie, delle purghe staliniste, della guerra con la Germania, della brutale industrializzazione della Russia e della caduta dei leaders stalinisti. Quando il nipote, la voce narrante, cominciò a trascorrere con lei le vacanze estive, Charlotte viveva in una sonnacchiosa città siberiana, dove era sepolto il marito. La sua storia è quella di una devozione al suo passato francese, per cui prova una nostalgia quasi sensuale, e del suo destino russo al quale non vuole sottrarsi. Il nipote ama ed ammira questa donna forte e compassionevole e da lei apprende, insieme con la lingua francese, la storia della sua poesia e della sua letteratura, ma anche fatti di cronaca, importanti o no, tratti dai giornali conservati in una grossa borsa di Charlotte, attraverso mille vicissitudini. Per lui la Francia è una novella Atlantide che rinasce dalle acque. Il titolo originale definisce chiaramente una eredità, culturale e spirituale, ma il titolo inglese, “Dreams of my Russian summers” ha un forte potere evocativo ed emozionale, perchè le pagine più poetiche e struggenti sono quelle in cui il narratore ricorda le serate estive trascorse con la nonna su un balcone aperto verso una steppa infinita, alla luce di un paralume, quando lei faceva rivivere, anche con l’aiuto delle sue Gazettes, l’assassinio di un Presidente francese, un volo in mongolfiera, tavole imbandite, splendenti di cristalli e ornate di fiori. JANE HARRIS LE OSSERVAZIONI N.A.HAR oss Un po’ gothic novel, un po’ romanzo di appendice, ambientato alla fine del 1800, in una Scozia cupa e melmosa, narra la storia di lady Arabella, moglie di un piccolo proprietario terriero con ambizioni politiche, che dedica la propria esistenza alla ricerca della “serva perfetta”, da addestrare alla obbedienza cieca e assoluta. Per fare ciò, sottopone le malcapitate domestiche ad una serie di esperimenti comportamentali, consistenti nell’impartir loro ordini assurdi, che annota con maniacale precisione in un libro destinato ai posteri, dal titolo “LE OSSERVAZIONI SUI COSTUMI E LA NATURA DELLA SERVITU’ NEL NOSTRO TEMPO” Purtroppo quella che si rivela essere la “perfetta domestica”, tale Nora, prediletta di lady Arabella, morirà in circostanze misteriose e, con la sua aleggiante presenza porterà alla follia quella che fu la sua padrona. L’io narrante è quello di Bessy, ex prostituta bambina dei bassi di Glasgow che, per sfuggire al suo destino capita, nella fredda magione di Lady Arabella, e viene sottoposta al trattamento educativo fino a scoprire gli scopi della padrona alla quale, peraltro si affeziona profondamente. La storia e la caratterizzazione dei personaggi non è originalissima (abbiamo il vicario invadente, i contadini ottusi, il padrone insensibile e maschilista, il medico che sperimenta le nuove frontiere degli studi sulle malattie mentali, i piccoli proprietari terrieri tronfi e arroganti, la prostituta alcolista) ma il romanzo disegna uno spaccato credibile della poverissima Scozia di fine Ottocento, e scorre gradevolmente fino al (prevedibile) finale. Linda Wolf ASTROLOGIA 133.5 WOL Un manuale di impianto molto tradizionale (diciamo pure vecchio) di divulgazione. In effetti è un libro del 1985, seppure aggiornato, ancora legato ad un concetto “oroscopico" dell'astrologia, con termini quale "malefico" e "benefico", che fanno sorridere e inclinano a pensare ad una astrologia molto esoterica, pedagogica in senso patriarcale, fatalista nonchè poco psicologica. Per dilettarsi e approfondire altri sono gli autori e i titoli. Michela Murgia IL MONDO DEVE SAPERE N.A.MUR mon Vi ha già telefonato la Kirby? NO?!? E’ solo questione di tempo: sbrigatevi a leggere questo velocissimo piccolo libro così saprete cosa vi aspetta. Una ragazza sveglia e disincantata passa 30 gg della sua vita al call center della Kirby, cercando di vendere aspirapolvere a sconosciute casalinghe. Il diario dei 30 gg diventa questo libro che racconta i trucchi per vendere, ma soprattutto le manipolazioni, le ingiustizie, le violenze psicologiche a cui sono sottoposte le lavoratrici sue colleghe. Michela Murgia sa scrivere e il libro scorre bene, e ha momenti francamente esilaranti. Fa un ritratto francamente preoccupante sui call center, visti dalla parte del telefono, oltre che risultare molto utile per accogliere degnamente l’inevitabile telefonata della Kirby (o Bofrost, o chi per esso). Arto Paasilinna L’anno della Lepre N.A. PAA ann Vatanen ci conquista da subito quando, tornando da un servizio fuori città, con l’amico fotografo investe una lepre ed il nostro sparisce con l’animale nei boschi, diventandone inseparabile compagno. “Viaggio iniziatico verso la libertà” si legge in quarta di copertina e aria di libertà si respira per tutta la durata delle avventure del protagonista. Splendido ’accostamentocontrasto fra natura , paesaggi finlandesi che sfilanofanno da sfondo, rapporti umani diretti, caldi, imprevedibili e una burocrazia che lo perseguita, ma che il nostro riuscirà a “gabbare” definitivamente!Da leggere sicuramente se non altro per l’ora di felicità che la scrittura di Paasilinna ci regala!