Marguerite Yourcenar

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Marguerite Yourcenar
Marguerite Yourcenar
Marguerite de Crayencour nasce a Bruxelles l'8 giugno 1903. Discendente di una famiglia di
antica nobiltà, il padre è Michael de Cleenewerck de Crayencour, un ricco proprietario terriero
da poco stabilitosi a Lille, la madre è Fernande de Cartier de Marchienne, di origine belga, che
Michael de Cleenewerck de
Crayencour
La piccola Marguerite
muore pochi giorni dopo aver dato alla luce l'unica figlia. Marguerite trascorre la prima infanzia
(1903-1911) presso la residenza estiva di Mont-Noir, nella più completa immersione nella
natura incontaminata della campagna francese. I numerosi spostamenti compiuti in quegli anni
al fianco del padre nel sud della Francia, a Bruxelles, a Parigi, in Olanda, daranno una impronta
decisiva alla sua natura di viaggiatrice instancabile.
Nel 1912 Mont-Noir viene venduta e Marguerite si trasferisce a Parigi, dove dà avvio ai suoi
studi letterari sotto la guida di vari precettori privati e del padre stesso, uomo di cultura e
sensibilità straordinarie. Con L'inizio della Prima Guerra Mondiale, si stabilisce per un anno a
Londra, e qui si dedica all'apprendimento del latino e dell'inglese. L'anno seguente, di nuovo a
Parigi, l'interesse di Marguerite si volge al greco e all'italiano, con i quali si chiude il cerchio
della grande cultura.
All'età di 17 anni, a Nizza, Marguerite de Crayencour pubblica sotto lo pseudonimo di "Marg
Yourcenar" la prima opera in versi: Le jardin des Chimères. Nel 1924, in occasione di uno dei
tanti viaggi in Italia, visita per la prima volta Villa Adriana e inizia la stesura dei primi Carnet
des Notes per le Mémoires. Tre anni più tardi scrive la prima opera significativa, Alexis,
dall'eloquente sottotitolo: Le Traité du Vain Combat, che tradisce le frequentazioni letterarie
gidiane della giovane scrittrice. Tra il 1932 e il 1936 scrive e pubblica La denier du rêve,
romanzo ambientato nell'Italia contemporanea e Feux, una raccolta di 'prose liriche' frutto di
'una crisi passionale', come la stessa Marguerite definisce il suo amore non corrisposto per
André Fraigneau.
Marguerite Yourcenar
Grace Frick
Nel 1937 incontra per la prima volta, a Parigi, Grace Frick, una intellettuale americana, con la
quale inizia un sodalizio affettivo che si protrarra' ininterrottamente per quarant'anni, fino alle
morte di lei. Nel 1939 esce Le Coup de grâce, una delle opere più raffinate e meglio costruite
dell'intera produzione yourcenariana. Lo stesso anno, alla notizia dello scoppio della Seconda
Guerra Mondiale, Marguerite parte per gli Stati Uniti: il soggiorno,che doveva durare pochi
mesi, sarà prolungato invece per più di un decennio, un decennio terribile, di povertà e
frustrazione, quello che ella stessa ricorderà in seguito come il più brutto periodo della sua
vita. Poi nel 1948, quasi per caso, 'miracolosamente', la scrittrice, ormai più che quarantenne,
riceve gli oggetti personali depositati anni prima a Losanna: la cassa contiene anche un
primissimo abbozzo delle Mémoires..
Petite Plaisance
L'amore sopito si risveglia e per due anni Marguerite, dopo aver acquistato una Villa nel Maine
(Petite Plaisance) consacra tutta se stessa al suo imperatore. Nel 1951, la prima pubblicazione
parigina di Mémoires d'Hadrien le procura un successo straordinario, quanto inatteso. Gli anni
che seguono sono caratterizzati da una irrefrenabile ansietà di conoscenza che si traduce in un
avvicendarsi continuo di viaggi alla volta delle mete più disparate: Grecia, Inghilterra, Svezia,
Danimarca, Portogallo, Spagna, Russia, Islanda, Egitto, India Giappone sono soltanto alcuni
dei luoghi visitati da Yourcenar. Solo la grave e lunga malattia della compagna Grace impone
un freno alla mobilità della scrittrice. Nel 1968 pubblica quello che a giudizio di molti va
considerato il suo capolavoro, l'OE vre au Noir, un romanzo ambientato nell'Europa
rinascimentale. È la biografia dello scienziato-alchimista Zenone, un personaggio inventato, ma
costruito con tale fedeltà storica e rigore filologico, da risultare più vero e credibile di un
personaggio realmente esistito. In seguito al successo riscosso da questo romanzo, Marguerite
è subito eletta tra i membri stranieri dell'Accademia reale belga e riceve a Parigi la Légion
d'honneur. Ma il massimo riconoscimento le sarà tributato solo dieci anni più tardi, da parte
un'altra accademia: nel 1980 Yourcenar entrerà a far parte dell' Académie Française sarà la
prima donna a pronunciare un discorso nella prestigiosissima sede parigina.
Dopo la morte di Grace, la scrittrice vive, forse, una delle sue più intense passioni: si tratta di
Jerry Wilson
Jerry Wilson, il giovane (ma neppure lui le sopravviverà) compagno di viaggio di Marguerite,
cui a Petite Plaisance è riservata financo 'la camera di Grace al primo piano'. È solo dopo aver
portato a termine la grande trilogia familiare intitolata Le labyrinthe du monde (Souvenir Pieux
- Quoi? l'eternité - Archives du Nord), alla quale ha dedicato fino all'ultimo momento di
lucidità, che Marguerite de Crayencour/ Yourcenar abbandona le spoglie terrene, all'ospedale
Bar Harbor di Mount Desert...
Romanzi
Alexis o il trattato della lotta vana.
in Opere: romanzi e racconti, Bompiani, 1996
Disponibile
E' la storia di un giovane che cerca di uscire dalla situazione falsa che mette in
scacco il suo matrimonio. AL momento di abbandonare la moglie, egli le scrive le
ragioni del suo distacco, chiamandola a testimone della lotta vana che ha condotto
contro la propria inclinazione omosessuale. Reagendo a una prova precedente che
indulgeva alla moda delle biografie romanzate ("Pindare"), la Yourcenar,
ventiquatrenne come Alexis, si concentra qui per la prima volta su una vicenda
delimitata, 'intimista', spingendosi in profondità nella psicologia del personaggio.
L'omosessualità e il titolo stesso del romanzo richiamano un'opera giovanile di Gide
(il "Traité du vain désir") ma si avverte molto più forte l'influenza del Rilke di "Malte
Laurids Brigge", a cui sono vicini il tono, gli scrupoli, la religiosità di Alexis, quella
tenerezza diffusa che egli emana sulle persone e le cose. Un libro raro, e di quelli
della Yourcenar uno dei pochissimi ch'ella non abbia provato a riscrivere, paga di
aver detto quanto c'era da dire.
Il colpo di grazia, Feltrinelli, 1998
Disponibile
Romanzo di sottile, sconcertante ambiguità, "Il colpo di grazia" chiama il lettore a
collaborare per sottrarre gli avvenimenti narrati da Eric von Lhomond, e
specialmente l'immagine che egli propone di sé, a una deformazione che s'inscrive
interamente nei rapporti complicati dell'amore e dell'odio. Eric è un aristocratico che
patisce la sconfitta della Germania come il crollo del mondo materiale e ideologico
in cui si è formato: non gli resta che difendere il castello in cui vive con un amico,
Conrad de Reval, e la sorella di questi, Sophie. Il dramma che si svolge fra i tre
personaggi, e che si concluderà con un evento tragico dovuto alla ferocia delle
guerre partigiane, ricalca l'aneddoto della donna che si offre e dell'uomo che si nega
per attaccamento all'amico. Ma il tema centrale del libro è la solidarietà di destino
tra esseri sottoposti alle stesse privazioni e agli stessi pericoli, un'intimità e
somiglianza più forti dei conflitti della passione carnale o della fedeltà politiche, più
forti persino dei rancori del desiderio frustrato o della vanità ferita.
Fuochi
in Opere: romanzi e racconti, Bompiani, 1996
Disponibile
Opera della maturità di Marguerite Yourcenar, Fuochi è una raccolta di prose liriche
sulla passione amorosa. I soggetti di ispirazione classica (da Omero, Sofocle, ma
anche dal Vangelo) vengono riletti fuori dalla storia, elevati ad archetipi eterni da
una scrittura violentemente espressionista. In qualche caso l'estro visionario sfugge
di mano e l'operazione lascia perplessi, ma quando si ritrova l'amore dell'autrice per
i classici (è il caso del primo scritto, Fedra) si riscopre la Yourcenar migliore.
Alternati alle prose ci sono brevissime notazioni, appunti, riflessioni sulle diverse
forme della passione: uno sfogo lirico esile e talvolta criptico, che aggiunge alla
raccolta solo qualche rimando autobiografico.
La moneta del sogno, Bompiani, 1999
Scritto nel 1933 e rielaborato interamente nel 1959, "Moneta del sogno" ha al
centro la narrazione, in parte realista e in parte simbolica, di un attentato
antifascista nell'anno XI della dittatura. Iniziato durante una visita in Italia e
ambientato a Roma, questo romanzo si distinse fra tutte le opere letterarie
dell'epoca per la precisa presa di posizione contro l'immagine che la propaganda
ufficiale dava dell'Italia e per l'intuizione dei fatti gravi e irrimediabili che
incombevano sull'Europa.
Disponibile
L’opera al nero, Feltrinelli, 2002
Disponibile
"L'opera al nero" è la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico,
alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges negli anni del Cinquecento,
fino alla catastrofe che ne conclude l'esistenza. Il racconto lo segue nei viaggi
attraverso l'Europa ed il Levante, lo vede all'opera nell'esercizio della medicina, sia
al capezzale degli appestati sia presso i sovrani, intento a ricerche in anticipo sulla
scienza ufficiale del tempo; lo segue nei perpetui e rischiosi spostamenti, tra rivolte
e compromessi. Zenone rappresenta un esemplare umano che ha attraversato il
Rinascimento dietro le quinte e sta tra il dinamismo sovversivo degli alchimisti del
Medio Evo e le conquiste tecniche del mondo moderno, tra il genio visionario
dell'ermetismo e della Cabala e un ateismo che osava appena chiamarsi tale. Il
destino, il pensiero del personaggio sono ispirati al grande chimico tedesco
Paracelso, a Michele Serveto, dedito anche lui a indagini sulla circolazione
sanguigna, al Leonardo dei Quaderni e a quel filosofo singolarmente audace che fu
Tommaso Campanella.
Opere: romanzi e racconti, Bompiani, 1996
Questa comprende tutte le opere narrative della scrittrice belga, corredate dalle
Prefazioni scritte da lei stessa. Innanzitutto, le grandi rivisitazioni narrative del
mondo classico e dell'età barocca, come le "Memorie di Adriano" e "L'opera al
nero". Poi, le analisi psicologiche di "Alexis o il trattato della lotta vana", di "Moneta
del sogno" e di "Il colpo di grazia". Per concludere con i racconti sparsi e con le
incursioni in una civiltà antitetica all'Occidente di "Fuochi" e di "Novelle orientali".
Disponibile
Memorie di Adriano. Seguite da Taccuini di appunti, Mondatori,
2003
Disponibile
Giudicando la propria vita di uomo e l'opera politica, Adriano non ignora che Roma
finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell'umano, eredità che gli
proviene dai Greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. "Mi sentivo
responsabile della bellezza del mondo" afferma, personaggio che porta su di sé i
problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il
metodo, fra l'intelligenza e la volontà. I "Taccuini di appunti" dell'autrice
(annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura)
perfezionano la conoscenza di un'opera che fu pensata, composta, smarrita,
corretta per quasi un trentennio.
Racconti
Novelle Orientali, Rizzoli, 1998
Una serie di racconti creati sulla base di leggende e miti propri di un Oriente
largamente inteso, che va dall'India ai Balcani, dal Giappone alla Grecia. Storie
tragiche e fantastiche che indagano il tema dell'amore nelle sue contrapposizioni.
Così alla madre albanese, che pur murata viva continua ad allattare fino alla morte
il suo bambino, fa da contrasto quella che volutamente procura la cecità al figlio.
Disponibile
Come l’acqua che scorre, Einaudi 1995
Disponibile
"Anna, soror...", mette in scena la storia conturbante d'un amore tra fratello e
sorella nella Napoli della Controriforma: una passione cosí forte che riesce a
resistere ai rimorsi dei due giovani e a farsi largo nei loro cuori. "Un uomo oscuro",
ambientato nei Paesi Bassi, ci fa seguire le avventurose peregrinazioni di un
ragazzo - Nathanael - tra Vecchio e Nuovo Mondo e il suo amore per la prostituta
Saraí. L'ultimo racconto, "Una bella mattina", riprende i temi e i personaggi di Un
uomo oscuro seguendo la storia di Lazaro, figlio di Saraí e Nathanael e della sua
vocazione teatrale.
Racconto azzurro e altre novelle, Bompiani
I tre racconti qui presentati rivelano il volto di una Yorucenar inedita, colta
nell'espressione rapida e balenante di un estro giovanile. Nella diversità delle
forme stilistiche, si denotano la giovinezza della scrittura e il suo aprirsi fiducioso
ai mondi possibili del contenuto. La prima vicenda, quasi in stile liberty, narra di
mercanti in cerca di un favoloso "palazzo delle donne" e tutti destinati a una
tragica spoliazione; poi una storia sull'improvviso senso di estraneità che colpisce
due sposi in viaggio di nozze; infine ecco una donna malata di tisi e un moderno
stregone che scopre il maleficio lasciatole da una falsa amica.
Memorie
“Il Labirinto del mondo”
Care memorie, Einaudi, 1981
Disponibile
A vent'anni, Marguerite Yourcenar aveva tratteggiato un immenso romanzo storico
che abbracciava, trasfigurate dalla fantasia, tutte le generazioni della sua famiglia,
ma solo negli anni '70 questo progetto prese forma. "Care memorie" inizia dal
racconto della sua nascita per dilatarsi, a ritroso nel tempo, fino al XVI secolo,
tessendo la storia di un gruppo di personaggi che copre, come una rete, tutto un
territorio: le Fiandre. Dietro questa ricostruzione, che è al contempo storia e
romanzo, vi è il tema della felicità, che mette in gioco il senso stesso del mondo,
rispecchiato nell'immagine, cara alla Yourcenar, del Labirinto.
Archivi del Nord, Einaudi, 1993
Disponibile
Marguerite Yourcenar prosegue, dopo "Care memorie", l'affascinante romanzo
storico intitolato "Il labirinto del mondo". "Si tratta - dice la scrittrice francese - di
restituire la parola a milioni di esseri che di generazione in generazione si
moltiplicano, all'immensa folla anonima di cui siamo fatti". Servendosi di diari,
lettere, album, l'autrice tratteggia, trasfigurate dalla fantasia, tutte le generazioni
della sua antica famiglia dietro le quali si intravede l'evoluzione di una società, dei
suoi costumi e abitudini. Un percorso a ritroso nel tempo che attraverso il destino
dei singoli restituisce il senso più generale e profondo del mondo e della storia.
Quoi? L’éternité, Einaudi, 1989
Disponibile
Quoi? L'Eternité è l'ultimo romanzo della saga familiare della scrittrice francese
inaugurata con Care memorie e proseguita con Archivi del nord. In quest'ultimo
libro personaggi e ambienti si inseriscono in un affascinante panorama della
società del primo Novecento: accanto alle inquietudini del padre ecco la Parigi
piccolo-borghese, le spiagge della Costa Azzurra, i circoli mondani di Pietroburgo.
All'immobilità aristocratica degli interni, tutta patriottismo, fronzoli e pizzi, si
alternano vicende di amori cladestini, passioni omosessuali, uccisioni volontarie:
un turbinare di eventi, di tragedie pubbliche e private, in un continuo alternarsi di
ricordi e ricostruzione storica.
Poesia
I trentatré nomi di Dio. Tentativo di un diario senza data e
senza pronome personale. Nottetempo, 2003
Trentadue brevissime poesie e un disegno per dare a Dio i nomi della bellezza e
della miseria umana: momenti e immagini della vita sulla terra, colti in flagrante
dall'occhio pietoso ed esatto della scrittrice francese. Un inedito per celebrare il
centenario della sua nascita.
I doni di Alcippe. Bompiani, 1987
Marguerite Yourcenar non ha scritto molti versi, ma la sua produzione poetica è
sparsa in tutta la sua esistenza. A testimonianza di un amore e di un concetto
altissimo della poesia, più volte è ritornata su questi "Doni di Alcippe", con ritocchi
anche minimi, ma sempre precisi, in un'ansia di perfezione e di assoluto che
pongono il suo lavoro fuori del tempo, in una 'classictà' tutta moderna che ha pochi
riscontri nella letteratura del Novecento. La poesia della Yourcenar in qualche caso
può forse accostarsi a quella di Valéry, ma tutta la tradizione classica francese vi
confluisce, da Racine fino ai più prossimi Gautier e i 'parnassiani', nei quali si
Disponibile estrinsecano gli ideali di purezza e di 'arte per l'arte'.
Teatro
Tutto il Teatro. Bompiani
Il primo dei sei drammi di questo volume, "Dare a Cesare", costituisce il
rifacimento de "La moneta del sogno", romanzo già scritto e pubblicato due volte.
Ad Andersen si ispira liberamente il successivo "La Sirenetta", e alla figura
dantesca di Pia de' Tolomei il terzo, "Il dialogo nella palude". Il sentimento tragico
dell'avventura, sempre al centro dell'opera della Yourcenar, trova i suoi accenti più
vibranti negli ultimi tre drammi: "Elettra o La caduta delle maschere", "Il mistero
degli Alcesti" e "Chi non ha il suo Minotauro?", tutte rivisitazioni di miti classici
Disponibile
attraverso le tragedie che di volta in volta i vari Euripide, Eschilo e Sofocle ci
hanno lasciato. Mai, tuttavia, la lettura del mito appare scontata: vi sono
riflessione e invenzione che impregnano ogni testo di un fascino particolare e che
confermano l'enorme capacità di Marguerite Yourcenar di esprimersi in ogni genere
letterario.
Saggi dell’Autrice
Con benefici d’inventario, Bompiani, 1985
Disponibile
Sette saggi scritti tra il 1939 e il 1975 da una delle maggiori autrici del Novecento,
sette 'sguardi' attenti e illuminanti rivolti a opere famose e grandi nomi della
cultura. Dalla "Historia Augusta" sulla decadenza dell'antica Roma alla
rievocazione della Parigi cruenta e intollerante della Notte di San Bartolomeo
attraverso il fosco ugonotto Agrippa d'Aubigné e il suo Poema tragico. Da Selma
Lagerlof a Kostantinos Kavafis, a Thomas Mann, fino a due pezzi che per il modo
della scrittura sono piuttosto ascrivibili alla narrativa che alla saggistica: uno ha
per protagonista il castello di Chenonceaux, testimone per oltre due secoli di
intrighi reali, feste sfarzose e grandi desolazioni, e l'altro tenta di penetrare il
mistero di quelle costruzioni oniriche e segrete che sono le Carceri di Piranesi.
Lettere ai contemporanei, Einaudi, 1995
Disponibile
Persuasa che qualsiasi frammento di corrispondenza non potesse trovar posto che
"in un'edizione postuma, o tutt'al più in un'antologia, compilata e pubblicata così
avanti nell'esistenza di uno scrittore da esser quasi postuma", Marguerite
Yourcenar vigilò sulle sue lettere con meticolosità e intransigenza. Nonostante gli
appelli pressanti, non permise che molte di esse fossero pubblicate mentre lei era
in vita. Con una clausola testamentaria impedì che altre venissero rese note prima
di cinqunt'anni dalla morte. Seduta davanti al caminetto ne bruciò a centinaia,
"per irritazione o per disgusto", salvando quelle che ai suoi occhi sembravano più
significative. Pianificò insomma con rara lucidità i modi e i tempi della trasmissione
ai posteri della propria immagine. Grace Frick, l'affettuosa compagna di tanti anni,
l'aiutò copiando a mano, riassumendo, commentando e archiviando con amorevole
cura persino il più piccolo bigliettino, animata da un opposto impulso conservativo.
Il risultato di questo duplice ostinato lavoro è un epistolario sterminato: più di
duemila lettere, indirizzate a personaggi oscuri o famosi, scritte nell'arco di
un'intera vita.
Mishima o La visione del vuoto, Bompiani, 2005
Nazionalismo, letteratura, attrazione per la morte: in questa opera Marguerite
Yourcenar esplora i temi della vita e dell'opera di Yukio Mishima, lo scrittore
giapponese che si diede la morte con uno spettacolare harakiri nel 1970, a soli 45
anni, dopo aver terminato il suo testamento spirituale, la tetralogia de "Il mare
della fertilità".
Pellegrina e Straniera, Einaudi, 1990
Disponibile
Gli dei e gli eroi della Grecia possono convivere col presente dei villaggi
dell'Eubea; i tavolini di un caffè all'ombra dei platani con Orfeo eleusino; le
tragiche punizioni di Apollo con le tenerezze amorose di Gobineau in un'Atene del
secondo Ottocento. Così gli antichi diventano, in queste pagine, nostri
contemporanei e il passato vi irrompe come un oracolo vivente. Poussin,
Rembrandt e Duhrer si affiancano a scrittori del Novecento, andando a comporre
una sorta di sontuoso museo interiore. Scritti in periodi e luoghi diversi, lungo un
arco di tempo compreso fra il 1934 e il 1987, questi saggi toccano argomenti
eterogenei: viaggi, quadri, libri, ricordi. Ma sia che trattino della mitologia greca o
di un'opera di Rembrandt, dell'Isola dei morti di Boecklin come del giovane Mozart,
essi risultano interamente pervasi dalla devozione del pellegrino e dalla curiosità
dello straniero. "Pittori o poeti - scrive l'autrice delle Memorie di Adriano - hanno
tutti bisogno di un grande paese, quello dei loro sogni. I loro poemi e i loro quadri
sono le relazioni di viaggio, i disegni, gli schizzi degli esploratori”.
Il tempo, grande scultore, Einaudi, 1985
Disponibile
Michelangelo e la Sistina; la crudeltà femminile; l'erotismo medievale; in difesa
degli animali; la facilità sinistra del morire; il tantrismo: sono alcune delle schegge
di questo libro, pensate in tempi diversi e secondo le occasioni più varie. Una
scrittura in cui il gusto dell'erudito, l'intensità di taluni punti di osservazione
privilegiati, una particolare attenzione al destino delle arti si mescolano in termini
di sensibilità, di abito morale, di resa poetica. E subito chi della scrittrice francese
conosce le pagine narrative ritroverà quanto già anima le "Memorie di Adriano": i
saggi qui raccolti ne costituiscono il risvolto, o, più propriamente l'ordito attraverso
il flusso di una riflessione continua che dalla intelligenza delle cose, tramite il filtro
dello
stile
approda
ad
una
classica
misura
di
meditazione.
Interviste
Ad occhi aperti. Conversazioni con Matthieu Galey, Bompiani,
2004
Disponibile
"Quando si varca la soglia di 'Petite-Plaisance', sotto la veranda da cui pendono
spighe di granturco, simbolo locale di prosperità, si ha la sensazione di penetrare
direttamente in un luogo dove l'aria è diversa. Lo sguardo di Marguerite Yourcenar
si posa sul visitatore, lo valuta, lo giudica, lontano e al tempo stesso gentile, con
una vaga sfumatura di ironia. Poi, comincia a parlare, con la sicurezza di chi crede
in ciò che dice..." Così scrive Matthieu Galey nella presentazione di "Ad occhi
aperti", il testo in cui nel 1980 ha raccolto una serie di colloqui con la scrittrice.
Con interventi brevi e puntuali, spesso ridotti a 'battute di rilancio', il critico ha
dato modo alla Yourcenar di spaziare in tutta libertà tra ricordi personali,
sentimenti, questioni letterarie, etiche, universali, e i dialoghi risultano intensi e
lineari come un'opera narrativa.
Dalla storia al cosmo. Interviste sull’opera e sul divenire
1971-1979, Bulzoni, 2004
Saggi sull’Autrice
Margherite Yourcenar. Una narrazione ancora parlante di AA.
VV., Apeiron, 2003
Il volume è stato pubblicato in occasione del progetto culturale Marguerite
Yourcenar - Una narrazione ancora parlante, Roma, 5 aprile - 21 giugno 2003.
Margherite Yourcenar sulle tracce “des accidents passagers”
di PINZUTI E., Bulzoni, 2007
Sono raccolti in questo libro, sotto l'epigrafe degli accidents passagers per la cura
di Eleonora Pinzuti, gli interventi che hanno costellato le giornate fiorentine
dedicate a Marguerite Yourcenar. Quel che ne è scaturito, grazie ai traguardi
raggiunti da esperimenti critici e metodologici diversi e al contributo di scuole e
letture significative, è un tracciato ricco e variegato di stimoli e di riflessioni. Dalle
analisi sul giovanile Alexis, fino alla trilogia incompiuta de Le labyrinthe du monde,
si ripercorrono in questi lavori i sentieri intricati della vita e della scrittura, la
cernita delle fonti e i nascondimenti dell'autrice, gli ipotesti e gli intertesti di una
scrittura dal timbro classico e dal contenuto modernissimo, in un volume che ha il
pregio della complessità del varius multiplox multiformis inciso sulle monete. Ad
emergerne è allora il ritratto a mosaico della stessa Yourcenar, che, attraverso
analisi riattualizzanti, torna a interrogarci sulle questioni che le erano care: il
senso dell'umano e della storia, il continuo dialogo con gli autori, la profonda
convinzione nella letteratura come forma d'eternità propria all'umano poiché,
come scrive in una lirica ne Les Charitcs d'Alcippe, "Tout ce qui dure est
passager".
Varius multiplex multiformis. Dialogo a distanza su Adriano.
Con lettera autografa di M. Yourcenar di MOZZILLO, Atanasio,
Di Mauro Franco, 1991
Disponibile
Invito alla lettura di Margherite Yourcenar
di POLI, Gianni, Mursia, 1990
Tu, Margherite Yourcenar. La passione e le sue maschere
di SARDE, Michele, Le Lettere, 1996
L’invenzione di una vita. Marguerite Yourcenar
di Josyane Savigneau, Einaudi,1993
Disponibile
La vita di Marguerite Yourcenar ci è stata consegnata da lei stessa attraverso tre testi: Care
memorie, Archivi del Nord e Quoi? L'Eternité. La sua vita è raccontata fino al 1937, anno del
suo incontro con Grace Frick e del successivo espatrio negli Stati Uniti. Da questo punto
parte il racconto della Savigneau. Le prime pubblicazioni, la morte del padre, il suo
vagabondare libera per l'Europa cedendo agli impulsi di "nomade del cuore". La biografia
ricostruisce anche i momenti della grande creatività letteraria e la consacrazione, prima
donna, all'Accademia di Francia.
Declinazioni della passione in Margherite Yourcenar di
SURMONTE, Emilia, Schena, 2006
Villa Adriana tra cielo e terra
Percorsi guidati dai testi di Marguerite Yourcenar, Nicoletta
Lanciano Apeiron, 2003
Disponibile
Il percorso nella Villa Adriana accompagnato dai testi di Marguerite Yourcenar è frutto della ricerca "di
un rapporto diretto con le cose", come dice Zenone nell'Opera al nero. Una ricerca sulla percezione
nell'ambito dell'incontro con la natura e il cielo, sull'empatia con i luoghi naturali e con gli spazi
antropizzati, che suscita il desiderio di conoscerli e di averne cura. Alcuni luoghi della Villa mi hanno
suggerito riflessioni sulla vita, la morte e l'immortalità, sul rapporto con la città di Roma che si scorge
all'orizzonte, con il resto del mondo conosciuto e dei suoi abitanti; sui viaggi che, pur consentendo di
esplorare l'Impero in tutte le direzioni, rappresentano altrettante tappe della riflessione sul sé e
l'interiorità, propria della tradizione stoica. Alcuni edifici rimandano peraltro ad altri edifici romani legati
ad Adriano, quali il Pantheon e Castel Sant'Angelo, cui sono dedicati alcuni brani.
L'interesse di Adriano per gli astri, i fenomeni e gli oggetti del cielo, per il moto dei corpi celesti,
studiato dagli astronomi dell'epoca, è testimoniato dai due biografi dell'Imperatore, Spaziano e Dione
Cassio, dai quali ha ampiamente attinto Marguerite Yourcenar. Si tratta del tema che ha ispirato la
scelta dei brani e le tappe del percorso che segue.
Adriano & Marguerite
Dal 1924, a ventun anni, Marguerite Yourcenar aveva cominciato a lavorare
su Adriano: quell'imperatore romano del II secolo, indicherà lei più tardi
all'amico scrittore Joseph Breitbach, <<era un grande individualista che, per
questa stessa ragione, fu un grande legislatore e un grande riformatore. Un
grande sensuale e anche (io non dico mai: ma anche) un cittadino, un amante
ossessionato dai ricordi, diversamente impegnato con vari esseri, ma allo
stesso tempo e sino alla fine uno degli spiriti più controllati che siano mai
esistiti>>.
<<Il punto di partenza, la scintilla, è stata villa Adriana che ho visitata all'età
di vent'anni. Del resto, è per la stessa ragione che mi sono interessata molto a
Piranesi perché fra le mille vedute di Roma che Piranesi ha tracciato, ne ha
disegnate sedici della villa Adriana in un'epoca in cui non era ancora stata
manomessa dagli archeologi; un palazzo in rovina invaso dai rovi e dalle radici,
una specie di palazzo della Bella Addormentata nel bosco, ma ancora
abbastanza vicino a quello che avevano visto gli ultimi romani quando hanno
cessato di abitarvi.>>
Verso i1 1927 Marguerite aveva trovato in un volume della corrispondenza di
Flaubert
una
frase
che
non
aveva
più
dimenticato:
<< Gli dei non c'erano più, e il Cristo non c'era ancora, c'è stato, da Cicerone a
Marc'Aurelio, un momento unico in cui e esistito l'uomo solo>>. << Una gran
parte della mia vita, - doveva commentare lei, - sarebbe passata a cercar di
definire e poi di descrivere quest'uomo solo e, d'altro canto, legato a tutto
>>
.
Aveva redatto, completamente o parzialmente, tra il I924 e il 1929, più
versioni di quanto sarebbe diventato Mémoires d'Hadrien, una persino in forma
di dialogo.
Poco soddisfatta lei stessa del risultato, Marguerite aveva distrutto tutto, per
riprendere il progetto solo nel 1934. Dopo serie ricerche, aveva intrapreso, più
volte, nuove stesure. Ma nulla approdava a qualcosa di definitivo, forse perché
lei non riusciva a disfarsi dell'idea che l'opera dovesse constare di una serie di
dialoghi. E anche perché, secondo le sue stesse riflessioni, era <<troppo
giovane>.
<<Questo libro ha una lunga storia - scriverà d'altronde a Joseph Breltbach nel
1951. - L'ho cominciato più di vent'anni fa, in un'epoca della vita in cui si e
impudenti e presuntuosi (...) L'ho ricominciato nel 1936 sotto la forma attuale,
le memorie di un uomo che riesamina la propria vita nella prospettiva
dell'approssimarsi della morte. Ma ne ho scritto solo una quindicina di
pagine. Non ero ancora abbastanza matura a quell'epoca per un lavoro così
vasto >>.
Nel 1948, poco più che quarantenne, riceve gli oggetti personali depositati anni
prima a Losanna...
<<Era proprio un baule anzi, erano due o tre bauli pieni di cianfrusaglie;
naturalmente, gli oggetti di un certo valore si erano persi per strada, in un
modo o nell'altro, o erano finiti nelle tasche di qualcuno, mentre le cose più
inutili, i vecchi stracci, erano puntualmente arrivati. Per alcuni giorni, mi sono
presa il piacere di gettare tutto in pattumiera o di fare un bel falò. Devo dire
che Grace non c'era, se ci fosse stata lei, avrebbe probabilmente cercato di
ricuperare qualcosa, mentre a me piacciono i falò! E, fra le cose da dare alle
fiamme, ho trovato una vecchia brutta copia delle prime pagine di
Hadrien che avevo completamente dimenticato. Erano passati tanti anni,
nel frattempo, ed erano accadute tante cose; c'era stata la guerra, New York,
l'isola di Mount Desert, l'incanto di certi incontri, il fascino di certi musei, di
certi luoghi. Erano successe tante di quelle cose, in quei sei o sette anni... Non
c'è da stupirsi che avessi dimenticato Hadrien.>>
Il 10 febbraio 1949 riprende, dunque, Hadrien press'a poco al punto in cui
l'aveva abbandonato nel 1937.
Durante quei primi mesi di stesura (il 10 giugno, dato che, rileggendo, lei
circonderà e sottolineerà con crocette, annota che il libro è cominciato da
quattro mesi) scrive, come s'è visto, dovunque le capiti, treno compreso,
sulle ginocchia, senza consultare alcun documento.
<<A ogni modo, ho lavorato a questo Hadrien anche di notte. Mi è accaduto di
ricorrere alla scrittura automatica, per poi bruciarne le pagine al mattino.
Secondo me, quando si scrive su di un personaggio da romanzo, bisogna
saperne molto di più di quanto non si dica. E' il famoso discorso della
punta dell'iceberg. Per Adriano, ad esempio, ci sono tutti gli anni della
gioventù, gli anni di guerra, gli anni della vanità e della carriera, durante i
quali si sforza di diventare via via ufficiale nello stato maggiore di Traiano,
console, governatore... Non ne sappiamo quasi più niente; tuttavia, bisogna
cercare di sapere tutto, di ricreare tutto attraverso i documenti dell'epoca e il
curriculum vitae degli altri alti funzionari; bisogna essere in grado di poter dire
tutto, ma non dirlo perché non è importante. Ho fatto lo stesso per L'auvre au
noir. Abbiamo il curriculum vitae di Adriano, cioè conosciamo, anno per anno,
le diverse funzioni e le varie cariche di cui è stato insignito. Ma non sappiamo
molto di più. Conosciamo il nome di alcuni dei suoi amici; il suo gruppo
romano, la sua vita personale. Allora, ho cercato di ricostruire il tutto,
partendo dai documenti ma sforzandomi di rianimarli, vivificarli; finché non si
fa entrare tutta la propria intensità in un documento, quel documento è morto,
qualunque esso sia.>>
<<I1 lavoro di composizione mi ha preso tre anni. Una volta che si è deciso, la
cosa va molto in fretta. Tre anni di lavoro continuo, esclusivo, tre anni di così
stretta simbiosi con il personaggio che mi è capitato, a volte, di capire che
mentiva e lasciarlo mentire!
Anche lui, come tutti, rimaneggiava, riaccomodava, consapevolmente o no.
Credo che abbia mentito parecchio a proposito della sua elezione, della sua
conquista del potere; doveva saperne un po' più di quanto non mi abbia detto.
Ha lasciato aleggiare una prudente incertezza.>>
Alla domanda “Perché aver scelto di far parlare Adriano, fra tutti i romani?
Si penserebbe piuttosto a Marc'Aurelio, per esempio” risponde:
<<L'esperienza umana di Marc'Aurelio e profonda ma non abbastanza ampia.
E' l'esperienza di un moralista rassegnato, di un grand commis scrupoloso e
disincantato. E' molto bello, ma non ci direbbe molto di più in fatto di varietà
umana. Ha già detto lui tutto quello che c'era da dire in proposito. Si è
addossato ogni mattina il suo fardello e l'ha deposto più o meno ogni sera. Ha
preso delle medicine contro l'ulcera allo stomaco... Tutto questo non
basterebbe a dipingere un mondo, mentre Adriano... Varius multiplex...>>
Adriano un genio? <<Certamente. Molti storici contemporanei sono
d'accordo con me. Perché è continuamente innovatore, incessantemente
riformatore, con rara intelligenza. Si ritrova un impero prossimo allo sfascio e
riassesta l'economia con geniale creatività; rende migliore la condizione dello
schiavo senza cadere nella retorica demagogica; “pacifica la terra” (Tellus
stabilita), come fa incidere sulle monete; emancipa le province senza per
questo compromettere l'unità romana. Le sue leggi sono straordinariamente
duttili, esse mettono in pratica le idee dei filosofi greci con una sorta di
ammirevole empirismo, e il suo ellenismo non s'impone con la forza; inaugura
un nuovo periodo di sviluppo dell'arte greca, che del resto finisce con lui, pur
non avendo, ovviamente, uno Scopas né un Prassitele a sua disposizione
(comunque, l'arte greca è in parte arrivata fino a noi grazie a questo rilancio).
E' stato molto intelligente, in tutto. E se ha guardato molto al passato, non ha
per questo trascurato l'avvenire. E' molto più vicino a noi del tipico imperatore
romano di Svetonio, o dei kolossal cinematografici, o dei best sellers; è, in un
certo senso, un uomo del Rinascimento.>>