Sogni che fanno tic tac provenienti dal Ticino
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Sogni che fanno tic tac provenienti dal Ticino
Sogni che fanno tic tac e giungono dal Ticino In principio c’era l’idea L’esordio di queste considerazioni è del presidente americano Abramo Lincoln che disse: “Nulla è più potente di un’idea per la quale i tempi sono maturi.” Così e non altrimenti deve essere successo un giorno per un uomo di nome Giorgio Baiardi. Il ticinese con un’inesauribile passione per l’arte orologiera esclusiva aveva in mente di fondere il fascino della Svizzera meridionale, impregnata dall’influenza italiana, con la precisione giurassiana in orologi altamente espressivi. Era più facile a dirsi che a farsi perché si trattava di far convivere due caratteristiche quasi opposte. D’altronde durante la sua vita l’ingegnere aveva già affrontato sfide più grandi. Le ha raccolte e alla fine vinte con abilità. Perché avrebbe dovuto andare diversamente con il tempo misurato in maniera naturale-meccanica e rappresentato con stile? Quindi Giorgio Baiardi, nel frattempo 48-enne, si è lanciato nella prima parte di un’avventura cronometrica. Questa è consistita nella costituzione di una ditta dal nome breve e facilmente memorizzabile “Ora Swiss Watch Company”. Anche chi non conosce l’italiano alla parola “ora” collega rapidamente un’importante, se non la più importante unità di misura del tempo: l’ora. Solo lei era indicata nei primi orologi meccanici ad ingranaggi. Gli artigiani che li costruivano a quei tempi non pensavano ancora neanche lontanamente ai minuti o addirittura ai secondi, poiché la precisione della meccanica elementare lasciava ancora molto a desiderare. Anche la lancetta delle ore necessitava di un regolare aggiustamento. D’altronde la gente di allora disponeva ancora di molto tempo. Per lo slogan coniato da Benjamin Franklin “Time is Money” si è dovuto attendere ancora a lungo. E anche la rivoluzione industriale, la cui vera protagonista secondo Lewis Mumford non fu la macchina a vapore quanto invece l’orologio portatile, era ancora lontana. Passato, presente e futuro Pertanto Baiardi, nel suo audace collegamento Ticino – Giura, ha effettuato una spaccata tutt’altro che facile fra tradizione, presente e futuro. Questo esercizio frulla nella mente di tante persone del ramo, però riesce soltanto a poche. Il motivo è che richiede una fine comprensione dei valori tradizionali, visioni creative, tantissimo knowhow tecnologico e il coraggio di mettere in pratica delle idee di design orologiero fuori dal comune. E infine commercializzare il tutto con successo ad un livello di prezzo corrispondente. Tuttavia – per tornare a Lincoln – i tempi erano maturi. L’idea a un certo punto era progredita talmente che restava una sola direzione, cioè andare avanti verso la meta. Nella realizzazione del suo progetto Giorgio Baiardi è stato aiutato dal fatto che negli anni ’80, dopo gli studi in micromeccanica, ha beneficiato di una notevole esperienza orologiera presso il Globalplayer Swatch Group. Un’ulteriore importante tappa nella sua carriera professionale l’ha fatta con un costruttore ticinese di macchine di precisione: presso Agie Charmilles il tecnico che “ha sempre avuto una passione per questo mestiere” ha potuto ampliare notevolmente le proprie conoscenze e competenze specifiche. Ha scoperto il potenziale celato in lui. 1 Nel 2003 più niente poteva fermarlo: Baiardi intendeva tentare la fortuna mettendosi in proprio. Nei pressi di Locarno ha dato vita alla Baiardi Industrial Engineering, uno studio d’ingegneria piccolo, ma prezioso per realizzazioni esigenti. Insieme ad uno staff di collaboratori selezionati ha sviluppato straordinarie macchine speciali, che hanno conquistato rapidamente un posto fisso nella micromeccanica e nella tecnica medica e orologiera. Il successo sperato, ma non necessariamente atteso, ha creato in qualche modo una dipendenza. Come costruttore di macchinari da un lato amava operare dietro le quinte, dall’altro però gli piaceva anche avere visibilità. “In qualche modo ero posseduto dall’idea di ampliare la gamma di orologi di lusso contraddistinti da una forte individualità attraverso una mia creazione orologiera.” Passo dopo passo verso la meta L’ora decisiva è arrivata un giorno del 2006. Dopo vent’anni di attività professionale per lo più nell’ombra e continui studi sempre più articolati del potenziale di mercato è giunta la costituzione della Ora Swiss Watch Company a Locarno, in Ticino, collocato tra la precisione del nord e la fantasia del sud, sulla strada percorsa da tanta gente nei secoli e punto d’incontro. Posto dove ha avuto luogo e può avvenire mescolamento di idee. La posizione verso sud, fertile – da cui l’affermazione “born in the sun”). Parte dell’impresa: la moglie Corinne Koller Baiardi, brillante avvocatessa. Siccome il lancio di una collezione di orologi comporta costi rilevanti, Baiardi ha fondato la nuova impresa quale Spin-off dello studio di ingegneria già esistente. Questa simultaneità gli ha consentito lo spazio d’azione necessario. Ha coperto le spalle all’esordiente impresario orologiero per poter implementare il suo progetto di un cronografo automatico perfetto, ma dall’aspetto completamente diverso, senza un’insopportabile pressione finanziaria. Quale irrinunciabile collaboratore il designer Marco Mariotta, riconosciuto internazionalmente è entrato a far parte dell’impresa. Il designer presso Ora Swiss Watch riveste anche la funzione di Art Director. I primi schizzi sono divenuti dettagliati disegni di costruzione. Il primo prototipo ha infuso grande fiducia. E nel 2009 i primi esemplari ornavano i polsi dei membri del team. Nel frattempo però sul settore incombeva un’atmosfera piuttosto pesante. La crisi dei mercati finanziari aveva chiaramente smorzato l’euforia legata al boom del ramo. Giorgio Baiardi non si è fatto scoraggiare e ha presentato, in barba a tutti gli scenari negativi la sua “Ora Nr. 1” … e ha potuto raccogliere in breve tempo 25 ordinazioni. Un manifesto cronografico La decisione di dare forma quadrata alla cassa dell’orologio Baiardi non l’ha avuta per caso. Già il filosofo cinese Kung-tse, meglio conosciuto con il suo nome latino di Confucio insegnava: “Orientarsi secondo il quadrato significa agire correttamente.” Tra tutte le forme geometriche ce n’è probabilmente una sola che rappresenta l’equilibrio statico così chiaramente ed è inoltre il criterio delle proporzioni armoniche. I quattro lati del quadrato rimandano all’equivalenza delle quattro stagioni e dei quattro punti cardinali. Essi ricordano i quattro elementi fuoco, aria, acqua e terra, ritenuti immutabili da Empedocle. Anche le manifestazioni più vistose della luna, le fasi lunari, sono rappresentate dalla divisione in quattro nella luna nuova, il primo quarto, la luna piena e l’ultimo quarto. Inoltre anche l’area del cerchio può essere stabilita soltanto con la quadratura. E infine il quadrato 2 quale simbolo di ordine formale ha regolarmente fatto da padrino all’architettura, all’urbanistica e al design funzionale. La forma purista con gli attacchi nascosti del cinturino è però soltanto un lato dell’ “Ora 1”. Non meno importante è il quadrante; designers affermati sostengono che esso contribuisce per i quattro quinti all’impressione generale dell’orologio. In questo manifesto cronografico la cassa e il quadrante consistono in un unico pezzo di titanio. C’è di più: attraverso il trattamento con il cosiddetto procedimento “EDM”, con il quale minuscoli scintille colpiscono casualmente il materiale in lavorazione producendo piccolissimi crateri, ogni quadrante può ritenersi un autentico unicum. Milioni di scintille danno all’orologio la forma – da qui l’affermazione “sculpted by the stars” Il complesso processo di fabbricazione garantisce che non esisteranno mai due quadranti identici.Questa unicità, affiancata al purismo creativo, all’enorme fedeltà di dettaglio nonché – ed è praticamente scontato - la raffinata rielaborazione ad altissimo livello del meccanismo del cronografo utilizzato del calibro Valjoux 7753 fa di “Ora 1” un autentico prodotto d’eccezione in tempi di standardizzazione. Non c’è da meravigliarsi se il noto fotografo neocastellano Joël von Allmen si è sentito particolarmente attratto. Senza esitazioni ha assunto lo shooting pubblicitario per questo orologio da polso. Il sogno va in scena Con un prezzo di circa 8'000 Euro “Ora 1” non è un prodotto a buon mercato, ma un prodotto che vale il suo prezzo sotto ogni aspetto. Oltre a un alto livello di individualità i clienti ottengono anche un’esperienza di acquisto speciale. Non esistono – ancora – intermediari. Chi visita lo showroom di Piazza Grande a Locarno, previo appuntamento, capirà rapidamente quale fascino è legato agli orologi con la firma “Ora”. Perché l’oggetto stesso è soltanto un lato della medaglia. L’altro lato contiene una promessa: All’acquisto è legato un soggiorno in albergo in Ticino e una cena di stile. L’orologio viene consegnato là dove è nato, stesse caratteristiche, in modo da produrre un’emozione a differenti livelli) La prospettiva di visitare una delle più belle regioni della Svizzera e di poter condividere la passione cronometrica con il fondatore di “Ora” è così unica come il cronografo, che poi abbellirà il polso. Chi ha pazienza di aspettare Baselworld 2011 avrà addirittura la scelta tra “Ora 1” e “Ora 2”. Quest’ultimo è un orologio subacqueo da polso ben studiato che unirà alta funzionalità e abile manifattura orologiera. Il tutto nello stile di Giorgio Baiardi, il quale per esperienza personale sa cosa viene apprezzato dagli individualisti esigenti nei nostri tempi frenetici: i sogni che diventano realtà. Testo di Gisbert L. Brunner, Gennaio 2011 Tradotto dal tedesco 3