La lezione di una «Banda di matti

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La lezione di una «Banda di matti
Salute 65
Corriere della Sera Domenica 1 Maggio 2011
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La storia
Per saperne di più Sulla «Banda dei
matti» e sullo spettacolo Complicités
basta cliccare il sito:
www.catastrophe.be/complicites
Handicap Dal Belgio arriverà presto in Italia lo spettacolo di una
compagnia d’eccezione: 11 disabili mentali e 7 artisti professionisti.
In scena la loro diversità si trasforma in straordinaria complicità
Integrazione
La recitazione
offre benefici
sia alle persone
fragili sia
ai «normali»
Volevamo che ogni artista
trovasse semplicemente
il suo posto, così come era,
lasciando libero corso
al suo immaginario di follia
La lezione di una «Banda di matti»
di RUGGIERO CORCELLA
Sul palco,
durante uno
spettacolo
della "Banda
dei matti",
l’artista
Virginie,
impegnata in
un esercizio
con il cerchio
e la palla,
in coppia con
uno dei
Complici, uno
dei sette attori
professionisti
In teatro
P
A Milano
In veliero
con l’aiuto
di Zelig 2
C’è chi punta sul teatro per
sensibilizzare sui temi del
disagio e raccogliere fondi per
altri tipi di iniziative di
integrazione. È il caso degli
operatori del Centro
psicosociale 3 di Via
Settembrini, dell’Azienda
ospedaliera Fatebenefratelli di
Milano. Il 16 maggio prossimo,
il Centro proporrà la seconda
edizione di uno spettacolo di
comici del laboratorio di Zelig 2
e di altri gruppi milanesi al
cinema-teatro Palestrina (via
Palestrina 7, ore 21, info
02.63632852). L’obbiettivo della
serata è duplice: avvicinare la
cittadinanza alla psichiatria del
territorio, offrendo
un'occasione di divertimento
intelligente, e raccogliere fondi
per finanziare in parte un'altra
iniziativa, quella del progetto
«Sulla Cresta dell'Onda».
Per il terzo anno consecutivo
un gruppo di persone con
disagi psichici e operatori dei
Centri psicosociali
affronteranno l'avventura della
navigazione a bordo di un
veliero insieme a un equipaggio
della Marina Militare. Il
progetto, nato dalla
collaborazione tra il
Dipartimento psichiatrico del
Fatebenefratelli e la
«Fondazione Tender to Nave
Italia Onlus», vuole dare la
possibilità a persone fragili di
accedere a un percorso
riabilitativo attraverso
l'esperienza e le regole della
vela e del mare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
otete chiamarli con i loro nomi
d’arte: Yamakasi; l’Homme le +;
Ed & ses Envolées voilées; Fifì &
ses Bouts d’ficelles; Mine de
Ren; l’Acrobate et ses BBB; Dandy One, Roi du Rb; Dandy Two Ping; Papy
One, Homme orchestre; Papy Two, Prince
Royal; The Magician.
A loro scapperà uno sguardo compiaciuto o al massimo una di quelle risate, grasse
o cristalline, che in Belgio stanno trascinando il pubblico. Sono la "Banda dei
matti", spina dorsale di Complicités,
spettacolo a metà
strada fra teatro e
circo con una particolarità: la compagnia è composta da
11 artisti disabili
mentali, dai 25 ai
57 anni, e sette artisti professionisti
(un musicista, un
acrobata, un giocoliere, un equilibrista un
break-dancer e due attori).
Complicités arriverà anche in Italia e
aprirà "Mirabilia", il Festival internazionale di teatro urbano in programma a Fossano (Cuneo) dall’8 al 12 giugno. Sarà l’occasione per godersi il risultato di un lavoro
estremamente ambizioso, durato tre anni e
con un budget di produzione superiore ai
300 mila euro in partenariato europeo. In
Belgio, l’accoglienza di pubblico e di critica
è stata entusiastica. Ma sarà anche l’occasione di toccare con mano il livello di bravura e di professionalità raggiunto dagli artisti della "Banda dei matti". Dal 2007 al
2010, Kirill, Thomas, Edouardo, Sarah, Virginie, Claudia, Lionel, Philippe, Axel, Michel e Damjan hanno lavorato in media dalle 5 alle 7 ore al giorno fianco a fianco con i
colleghi "normali", creando appunto quelle complicità nate da un approccio fisico e
naturale alla scena da parte di tutti e poi
portate sul palco. Teatro, danza, numeri
acrobatici da circo e musica sono le tante
discipline toccate all’interno dello spettacolo.
Complicités è
uno spettacolo
di teatro e circo
(nella foto
un’attrice della
compagnia).
Andrà in scena
a Fossano
(Cuneo) l’8 e
il 9 giugno
nell’ambito del
festival
«Mirabilia».
Lo show dura
dai 75 ai 90
minuti. È
accompagnato
da una mostra
fotografica di
Jean François
Rocher
Protagonisti e Complice
Sotto, Dandy Two ping, Dandy
One e Alessandro Maida
(Foto: Complicités@Antoinette
Chaudron, Eric Chagnon)
U
n risultato di alto livello, frutto di un percorso che dimostra ancora una volta come la
disabilità possa diventare
non un ostacolo ma un’occasione di crescita. In Belgio lo ha capito in
primo luogo il Créham, uno dei due centri
co-produttori dello spettacolo. Il Créham
(acronimo per Créativité et Handicap mental) è nato nel 1979 a Liegi ed ha aperto i
battenti nel 1983 anche a Bruxelles. Si tratta di una vera e propria accademia d’arte
per persone con handicap mentali. Attraverso laboratori creativi, tenuti da professionisti, e sulla base di un progetto artistico viene sviluppato un lavoro da proporre
al pubblico. Dal Créham, tanto per fare il
nome più noto, è uscito Pascal Duquenne,
l’allora 25enne ragazzo Down che nel 1996
vinse al Festival di Cannes come migliore
attore protagonista assieme a Daniel Ateuil
suo partner nel film "L’ottavo giorno" del
belga Jaco Van Dormael.
L’altro centro motore di Complicités è
stato Espace Catastrophe, un centro internazionale di ricerca e creazione di arte circense, sorto nel ’95 sempre a Bruxelles.
«Dopo aver praticato differenti discipline,
dalle arti plastiche alla musica, al teatro e
alla danza — spiega Véronique Chapelle, direttrice di Créahm Bruxelles — ci è venuta
voglia di allestire uno spettacolo di circo.
Lavorando con i disabili mentali da numerosi anni, abbiamo avuto l'opportunità di
osservarli nel loro percorso artistico. Ciò
che ci ha lasciato il segno, tra le altre cose,
è l'umorismo di cui danno spesso prova.
Questo umorismo ci tocca, ci fa ridere per
la sua generosità e la sua semplicità». Il
Créham ha cercato un partner e Catherine
Magis, direttrice artistica di Espace Catastrophe si è mostrata interessata al progetto. A fine 2007, sono stati organizzati alcuni laboratori per capire quanti tra i disabili
mentali che frequentavano il Créham fossero interessati alla proposta. Nei sei mesi
successivi c’è stata la selezione dei candidati e a conclusione undici sono stati invitati a "entrare in pista". Per Catherine, un
vulcano di idee con la fissa della contaminazione tra generi artistici, è stata la prima esperienza con persone disabili
mentali. «Ma è stato da subito un regalo, — racconta con entusiasmo —
un'opportunità rara di poter vivere
degli incontri artistici ed umani differenti, fuori dal comune. I primi incontri con gli artisti del Créahm hanno solo
confermato le mie impressioni: sincerità, spontaneità, umorismo, ritorno all’essenziale, precisione implacabile, generosità, capacità incredibile a vivere il momento presente, poesia, tenerezza da vendere». Tra i compagni di viaggio si sono aggiunti artisti noti a livello
europeo come l’attore Jean
Luc Piraux e il polistrumentista Max Vandervorst, i coreografi Jordi Vidal e Maria Clara Villa Lobos e il mago
Miguel Cordoba. La preparazione è stata
lunga, proprio per dare allo spettacolo il
tempo giusto di maturazione. «Volevo che
lo spazio di espressione dello spettacolo
restasse interamente libero e spontaneo
— aggiunge Catherine Magis che ha già lavorato in l’Italia —. Volevo che ogni artista trovasse semplicemente il suo posto
per quello che era. E mi sono subito convinta che gli 11 della "Banda dei matti"
non avrebbero faticato ad adattarsi allo
spettacolo che andavano a creare, lasciando libero corso al loro immaginario di matti appunto!».
E
adesso sì, hanno anche un "mestiere": artista di spettacolo,
con tanto di cachet per ogni
rappresentazione ma ad una tariffa che corrisponde ad una tabella speciale altrimenti perdono i loro
sussidi. Sotto la grande struttura metallica
da circo, storie e sogni degli attori di Complicités scorrono con linguaggi sempre diversi. «Io vorrei raccontare che vado a sposarmi su una barca al mare del Nord col
mio fidanzato Philippe» sussurra Virginie,
trapezista e sognatrice. In fondo, lei e tutti
gli altri della "Banda dei matti" invitano solo ad oltrepassare le frontiere che separano il normale dall’anormale, l’ordinario
dallo straordinario, la differenza dall’indifferenza, il sogno dalla realtà. Almeno per
una sera. Semplice.
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Nel nostro Paese
Iniziò Basaglia coi laboratori in manicomio
Poi mille realtà, ma con pochi fondi
T
eatro e handicap non
sono un connubio
nuovo in Italia. Anzi. Il
nostro Paese vanta una
tradizione trentennale,
che prese impulso dai laboratori
teatrali di Franco Basaglia
all’interno dei manicomi. Proprio
in quell’ambito si formò il progetto
dell’Accademia della follia di
Claudio Misculin, una compagnia
formata da "matti", una delle
esperienze più note all’estero.
Altrettanto nota è la compagnia di
Pippo Delbono, che ha portato sul
palco Bobò, un sordomuto che
Delbono conobbe nel manicomio
di Aversa. E ancora il Teatro
Patologico di Dario D’Ambrosi a
Roma. «In generale però da noi c’è
un’eccessiva polverizzazione di
attività — dice Claudio Bernardi,
docente di Antropologia teatrale
all’Università Cattolica di Brescia
— . Abbiamo la ricchezza della
boscaglia, che soffoca però la
crescita del baobab». Insomma,
una miriade di attività, molte a
livello amatoriale, e finanziamenti
sempre più ridotti rendono
difficile mantenere una struttura
professionale in qualche modo
L’esordio
Nel ’95 Enzo Toma
allestì «Evangelio»
spettacolo con attori
normali e portatori
di handicap
paragonabile a quella belga del
Créham (vedi sopra). Sembrano
irripetibili esperienze come
«Evangelio» (liberamente ispirato
al Vangelo secondo Matteo di
Pasolini), il primo spettacolo
teatrale in Italia con attori
"normali" e portatori di handicap
allestito nel ’95 dal regista Enzo
Toma con la compagnia del teatro
Kismet di Bari da lui diretta per un
decennio, portato su tutti i palchi
nazionali e anche all’estero a
Tokyo. «Da noi si resta legati a una
visione di queste iniziative come
teatro di ricerca — sottolinea
Toma —. La cosa faticosa è che
ogni volta bisogna ricominciare da
capo, perché non abbiamo mai
risorse per sviluppare un progetto
organico». Così è accaduto al
Kismet che, come racconta l’attuale
direttrice artistica Teresa Ludovico,
da un anno ha dovuto sospendere
il suo percorso "sociale" per
mancanza di fondi comunali. La
carenza di finanziamenti aveva già
decretato nel 2002 la fine di
un’esperienza unica come il
Festival nazionale di teatro e
handicap al Franco Parenti di
Milano, con il coinvolgimento
della Ledha (Lega per i diritti degli
handicappati). «Possibile che non
ci sia un mecenate o una
fondazione che voglia investire
culturalmente in questo settore
solo perché ci crede?» si chiede
Angelo Fasani, presidente di Anffas
Milano e vicepresidente di Ledha,
che dell’iniziativa al Parenti fu uno
dei trascinatori.
R. Cor.
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