L`angolo dell`artista passionale: L`ultimo bacio
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L`angolo dell`artista passionale: L`ultimo bacio
L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller Angolo virtuale dedicato alle mie creazioni; Vignette, ritratti, illustrazioni. Poesie, racconti, canzoni, fiabe e riflessioni personali. Registrazioni di mie cover e canzoni su youtube Submit lunedì 2 dicembre 2013 L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller PRIMO VOLTO, maggio 2006. La mia prima faccia non era male, qualche difetto, le classiche imperfezioni, ma in fin dei conti era un viso di cui non potevo lamentarmi. Era la mia vita a fare davvero schifo. Alle soglie dei 30 anni la mia strada sembrava senza uscita, un totale fallimento. Ogni tanto venivo chiamato per una supplenza in un paese sperduto sui monti più noiosi che avessi mai visto, eppure dopo gli studi, ero quasi certo che mi avrebbero dato una cattedra in qualche scuola della città. Non mi ero mai impegnato molto sui libri, presi quella laurea col minimo, nel frattempo continuavo a dipingere e suonare giorno e notte, notte e giorno. Ma i miei quadri non vendevano e le mie canzoni, http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] Post-eggiati più meglio:) Bagheria. Sergio Flamia diventa pentito. E' giunta notizia che il mafioso Sergio Flamia, da due mesi, collabora con i magistrati Mazzocco e Malagoli. Trasferito con la famigl... Bettino e Giulio. Nuove rivelazioni da pentiti ed ex agenti su Moro e Dalla Chiesa! L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller messe on line, non avevano un gran seguito. Adesso so che lei cercava davvero di salvarmi da me stesso, ma non capivo, con quella mia prima lunga faccia, che mi portavo dietro da quando ero nato, non riuscivo a vedere oltre le palpebre dei miei occhi. Era una notte come tante. Ubriaco alla guida, la mano sinistra sul volante, la mano destra con il cellulare, un occhio alla strada e l'altro intento a scrivere versi sulle bozze dei messaggi. La musica della radio ad un volume assordante, per tenermi sveglio e non cedere al giramento di testa ed al senso di vomito. Una notte come tante, pensavo, mentre la strada scorreva sul parabrezza come una grottesca giostra illuminata dai fari della mia auto. Asfalto irregolare e bagnato come un serpente in calore. Ombre di pini che si trasformano in artigli. Nuvole rapide che vestono il cielo e l'occhio luminoso della luna. Sembrava l'iride di un Dio minore, imprigionato lì da qualcuno per vegliare sui falliti come me. Quell'occhio sembrava ammonirmi quella notte, fai attenzione, ma no, non c'è nessun problema, finirà come ogni volta, resisterò all'alcool, sarò fortunato e tra poco mi ritroverò sul mio letto mentre la stanza gira intorno a me cullando il mio meritato riposo. Il mio sorriso e gli occhi erano il pezzo forte della mia faccia, con quel fascino da sfigato ribelle ottenevo sempre ciò che volevo. La tradivo spesso negli ultimi tempi. Dopo averla accompagnata a casa mi dirigevo all'Art-ax, prendevo una bottiglia di vodka e parlavo con Pete finchè non avvistavo qualche preda. Poi bastava tirar fuori i miei quadri o fare qualche schizzo e nella maggior parte dei casi la ragazza cedeva alle mie mosse. Lei era l'unica a credere in me, cercava di incoraggiarmi ma in realtà odiavo il suo ottimismo e non riuscivo a capire perchè perdeva ancora tempo con me. Stavo ancora scrivendo dei versi sul cellulare e pensavo a lei, quando le ruote persero aderenza con l'asfalto. Alice in chains - Rooster alla radio. Tutto divenne lento e assordante. SECONDO VOLTO, giugno 2006. Amore, è la prima parola che ricordo d'aver sentito quando mi risvegliai. Era la sua voce rotta dalle lacrime. Sentivo le bende che coprivano la mia testa e la faccia fino alla base del collo. Il mio braccio destro ingessato e sospeso alla barra di ferro del letto. Altre bende sulle gambe. Provai subito a muoverle, per fortuna sembravo tutto sommato sano, pensai. Dopo i primi istanti si fece sentire il dolore, mi sentivo come se fossi stato schiacciato da un elefante. Lei prese la mia mano sinistra mentre piangeva seduta su una sedia. Al capezzale del letto un tizio in camice bianco, bello e dal sorriso cordiale. Scoprì più tardi che era un giovane chirurgo plastico, molto più giovane di me. La cosa che mi irritava di lui è che a differenza degli altri dottori non indossava un'espressione spiacente di circostanza. Aveva un sorrisino professionale che sembrava voler dire, non me ne frega davvero nulla, la mia vita a a gonfie vele. Mentre lei mi stringeva la mano, il dottore mi spiegò la dinamica dell'incidente e il periodo di coma in cui ero rimasto per quasi un mese. Le fratture col tempo si sarebbero messe a posto. Ma quelle bende in viso mi insospettirono. Non sentivo più la mia faccia, pensavo fosse colpa della morfina o di altri anestetici. Invece no. Il giovane medico prese la mia cartella e cominciò a scrivere qualcosa su di essa. Mi parlava senza guardarmi, col suo sorriso, dicendomi che da un'accurato esame, date le gravi lezioni e ustioni riportate sul viso, era impossibile una ricostruzione facciale. Avrebbero fatto solo dei micro interventi per migliorare le lacerazioni, nient'altro. Quel simpatico dottore mi stava dicendo che sarei rimasto un mostro per il resto della mia vita. La sua penna fece click, il suo sorriso divenne più ampio quando si rivolse a lei. Le lascio il mio biglietto da visita, per qualsiasi dubbio non esiti a chiamare. Più tardi lo vidi dalla finestra della mia camera mentre saliva sulla sua macchina sportiva rossa. Avevo sempre detestato il mio naso pronunciato, i miei capelli senza forma, le mie orecchie un pò a sventola. E adesso nessuna di queste cose stava sul mio viso, tutto liquefatto dalle ustioni. Lei veniva sempre a trovarmi. Passava dai pianti disperati ai rimproveri fino alle promesse, erano i momenti che più detestavo. Non preoccuparti, non ti lascerò mai, ti starò sempre vicino. http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] Ieri mattina ho ascoltato il programma di Minoli, Mix 24, su Radio 24, riguardante l'intervista a Steve Pieczenik, consulente del Dip... Italiani al bar, Strip n.1 - Malta vende cittadinanza, e noi? In Italia ogni cosa è oggetto di polemica tra i politici, persino farsi i cavoli degli altri paesi diventa motivo di scontro, alla faccia... Berlusconi & Hitler. La strana coppia! Avevo promesso a me stesso che non avrei più vignettizzato il Berluska, basta! Ero stufo, tutti questi anni passati a scarabocchiare le s... APS in fallimento. Le acque potabili siciliane facevano acqua già da tempo! Ennesimo caso di mala gestio della res publica, stavolta tocca all'APS, ovvero alle acque potabili siciliane. Hanno chiuso i battenti... Nicole Minetti. Quando la politica ti entra dentro. La Minetti è lo squallido emblema della politica italiana. Sesso, corruzione e mafia. Niente di meno e sicuramente molto di più...di quel... Schizzi, acrilici, acquarelli vari, uno spidey e un batman Eccovi oggi una carrellata di vecchi schizzi e disegni, alcuni con bic, altri con la stabilo, acquarelli o acri... The growl singer - Stabilo su A4 Non ci sarò per alcuni giorni, vi lascio con l'ultimo disegno fatto oggi, ispirato a un cantante che ho scoperto L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller Il destino volle che finalmente venni chiamato per un posto da insegnante in una scuola media. Avrei cominciato a lavorare non appena mi fossi ripreso dal trauma. Il trauma giunse come un meteorite sulla mia testa. Una volta tolte le bende e ultimati i micro interventi capì che la sorte mi aveva severamente punito per i miei eccessi. Lo specchio non poteva mentire, eppure mi sembrava così irreale la mia orrenda faccia. Un volto scarnificato, quasi senza pelle, senza labbra, senza naso, senza orecchie, senza capelli. Alcune cicatrici e punti di sutura. Un teschio sorridente e rosato, questo pensai mentre cercavo di distogliere lo sguardo da me stesso. Lei cercò di entrare nella stanza ma sbattei la porta con forza e la chiusi a chiave mentre le infermiere cercavano di tenermi fermo. Il chirurgo se ne stava lì con voce sommessa a dirmi, si calmi giovane, troveremo una soluzione. In realtà non c'era proprio nulla da fare. L'unica soluzione si trovava dentro me, avrei dovuto accettare tutto questo, ma non lo volevo, quindi non c'era soluzione, nessuna via d'uscita. Solo una scalinata che scendeva giù verso l'inferno. Per un pò di tempo rimasi chiuso in casa senza vedere nessuno, tranne quello stupido psicologo. Nemmeno lei poteva avvicinarsi, e dopo una settimana di tentativi smise di cercarmi per alcuni giorni. da poco e che second... L'acchiappa-sogni inventato da me Sarà che oggi è domenica e sarà che ci sono le elezioni costituzionalmente illegittime, dato che violano gli artt. 56 e 58 della costi... Grande Mazinga Acrilici e acquarelli su A4 Affezionatissimi TERZO VOLTO, luglio 2006. Quella domenica il citofono non smetteva di suonare. Era lei. Stavo per chiudere quando mi disse che c'era una novità per il mio problema. Inciampai sulla bottiglia che mi ero scolato la notte precedente e caddi sbattendo quel che rimaneva della mia faccia sul pavimento. Cominciai a ridere forte pensando che mi sarei potuto rompere il naso. Ripresi in mano il citofono, io non esco da qui, se c'è una novità portala da me, altrimenti vai via. Lei fece un lungo sospiro, c'è una nuova maschera facciale, il chirurgo ha detto che potrà essere applicata al tuo viso senza causare problemi, è un composto in lattice e altri materiali organici. Vale la pena di tentare, pensai, meglio di vedere ancora questo sorriso da teschio allo specchio o di spararsi un colpo in testa. Poche settimane più tardi il giovane dottore mi strinse la mano con forza dopo l'applicazione della maschera. Ha visto? Un bel passo avanti! E mentre sorrideva mise una mano sulla spalla di lei che quasi arrossì e come per giustificare quel gesto si avvicinò a me per abbracciarmi. Istintivamente presi le sue mani e la tenni a distanza. E' ancora presto per gioire. Mi guardai allo specchio e vidi una maschera inespressiva color pelle, luccicava alla luce della lampada. Sembravo un commediante d'altri tempi. Sembro Micheal Jackson, dissi, sbattendo i pugni sullo specchio. Il chirurgo col suo solito sorriso, vi lascio soli. Lo capisci che stai rovinando le nostre vite? Ti è capitata una cosa orribile, anzi non ti è capitata! Quante volte ti ho detto di guidare piano?! Di non bere?! Ma tu non mi ascolti mai, fai sempre ciò che vuoi. Ora è questo quello che hai, non puoi farci niente. Io sono qui, a sostenerti. Cerca di fare uno sforzo, per te, per noi! A settembre potrai cominciare a lavorare stabilmente, potremo farci una famiglia come abbiamo sempre sognato! Vuoi davvero rinunciare ai baci per il resto della tua vita? Cosa?! Io non ho più labbra, adesso ho questa fredda e luccicante maschera, le nostre labbra non si toccheranno mai più, il massimo che potrai avere è questo lattice del cazzo!! Non importa, io voglio stare con te! Credimi! La presi tra le mie braccia con forza e mi avvicinai alle sue labbra. La mia maschera toccò la sua bocca e vidi i suoi occhi spalancati. Capisci cosa intendo? Lo supereremo, vedrai. Dobbiamo abituarci. Abituarci?! Ma vaffanculo! Non rinunciare a baciare le labbra di un uomo per il resto della tua vita! Un giorno non molto lontano potresti cadere in tentazione e tradirmi per un paio di labbra senza anima! Come facevi tu quasi ogni notte?! Cosa?! Credi che non lo sapessi? Stronzo! Ti ho amato più di me stessa! Ho amato la tua arte, la http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] Archivio vignettaro ▼ 2013 (293) ▼ dicembre (1) L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller ► novembre (30) ► ottobre (11) ► agosto (1) ► luglio (26) ► giugno (21) ► maggio (39) ► aprile (40) ► marzo (39) ► febbraio (51) ► gennaio (34) L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller tua creatività, i tuoi sforzi per cercare di dare un senso alla tua vita! E dentro me giustificavo le tue sbandate e ti perdonavo ogni volta! Ma alla fine sei sbandato completamente. Adesso nessuna ti vorrà più, solo io posso...! Tu cosa?! Ah ah ah! Bene, allora ormai sappiamo entrambi la verità. Che cazzo! Ho davvero perso la faccia! Su, ridi! Ah ah ah! Lei corse via in lacrime. QUARTO VOLTO, ottobre 2006. Ti giuro che c'ho provato a riprendere la mia vita in mano. Insegnavo ormai da un mese, e ogni giorno lottavo con le facce da ebete dei miei alunni. I loro occhi fissavano i miei come se volessero scavare sotto la mia maschera. Quando scrivevo alla lavagna sentivo i loro bisbigli e ormai ero stufo di alzare la voce. Cominciai a perdere giorni di lezione, chiamavo la preside e lamentavo dolori al viso, prendevo continuamente giorni di malattia. Finchè la vecchia stronza mi diede il suo ultimatum, se domani non viene a lavoro, prenderemo seri provvedimenti! Presi il telefono e lo scaraventai al muro, cadde su una sua foto posta sul comodino. La guardai e capì che mi mancava. Forse avrei potuto fare qualcosa per recuperare la situazione. Decisi di tornare in ospedale, volevo che la mia maschera avesse un aspetto più umano, questo mi avrebbe aiutato, pensai. Giunto in ospedale chiesi di quel giovane chirurgo, lo detestavo ma adesso avevo bisogno di lui. Mi dissero che era appena uscito. L'infermiera aggiunse un appunto prima che io abbandonassi la stanza. Mi scusi, ma l'ha mancato di poco, era venuta in ricevimento la sua compagna, sono andati via insieme, forse se prova a chiamarla..., l'infermiera sorrise maliziosamente, i suoi grossi incisivi uscirono dalla bocca come lame di rasoio e quel suo volto scavato e osseo sembrava ancora più orrido. Che bel sorriso, le dissi. Meglio del suo, rispose lei. Avrei voluto tirarle il collo e staccarle quegl'incisivi cone le mie mani, ma sapevo che avrei dovuto sfogare la mia ira su qualcun altro. Presi un biglietto da visita del chirurgo dalla scrivania e andai via. Stavo in macchina, seduto, quasi sdraiato, a piantonare il bel villino del dottore, ma della sua macchina nessuna traccia. Presi una china dal cruscotto e cominciai a disegnare su un foglio, ma non era ciò che volevo, così cominciai a disegnare lacrime sulla mia maschera, lacrime, fiori e artigli, e poi colorai le mie labbra di nero, con un rivolo di sangue che scendeva fino al mento. Giunse la notte e la bella macchina sportiva comparve sul viale. Scesi dalla macchina e mi nascosi dietro un albero mentre il simpatico dottore, dall'interno della sua auto, apriva il cancello automatico con il telecomando. Entrai prima che il cancello si chiudesse e rimasi dietro una siepe del giardino. Il giovane scese dall'auto fischiettando e si diresse verso la porta di casa. Con passo veloce e silenzioso fui subito dietro di lui. Non si accorse della mia presenza, fischiettava ancora uno stupido motivetto, la pubblicità di un deodorante. A proposito di deodorante. Mentre apriva la porta sentì il profumo di lei sulla sua giacca. Adesso le farò un consulto! Dissi mentre le mie mani lo presero per il collo trascinandolo dentro casa. Scaraventai la sua testa sullo specchio appeso sulla parete dell'entrata, lui cadde come un sacco di patate e io chiusi la porta dietro me. Era ancora sveglio e sprazzi di sangue gocciolavano dalla sua testa. Non vogliamo rovinare questo bel viso! Dissi mentre lo trascinavo per i capelli verso la cucina. Mentre era ancora a terra decisi di finirlo e cominciai a sbattere la sua testa sul pavimento, sempre più forte, finchè il cranio si schiuse e pezzi di cervello fuoriuscirono col sangue. Le sue pupille presero orbite grottesche e la lingua fuori la bocca spalancata lo faceva somigliare ad un bue da macello. Rovistai tra i cassetti della cucina e presi i coltelli più grossi. http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] ► 2012 (489) ► 2011 (113) Informazioni personali dome roti Visualizza il mio profilo completo L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller Era ora di cambiare nuovamente volto, per l'ultima volta. Tagliai via il volto del giovane chirurgo, una bella maschera di sangue incrostato e pezzetti di muscolo attaccati alla pelle. Poi strappai via la mia maschera. Non sentivo più dolore, ormai ero determinato, deciso più che mai, ome quando correvo ubriaco in auto. Indossai il suo viso, anche se non mi stava molto bene. Inoltre non avevo buoni strumenti per fissarlo, così usai ciò che avevo trovato in casa, ovvero colla, spilli e graffette. Presi la sua auto sportiva. Era davvero comoda e profumata, nulla a che vedere con la mia. Ma non era un problema ormai, anche perchè il mio e il suo sangue colavano sul manubrio e sul cambio. Dentro me potevo sorridere immaginando quel fottuto chirurgo e la sua faccia. Guardami stronzo! Ti sto sporcando la macchinina! Ora non sorridi più?! Ah ah ah! Comunque dovevo fare in fretta. Cominciava a girarmi la testa, stavo perdendo troppo sangue. Che ironia, rieccomi di nuovo al volante, a grande velocità, stonato come se avessi bevuto, ma con una nuova faccia. E' proprio vero che l'abito non fa il monaco, pensai. Ma ormai era troppo tardi per riflessioni filosofiche del cazzo o cambiamenti interiori da commedia commerciale. Dovevo fare l'ultima cosa possibile al momento. Dai, rimani sveglio! Giunsi finalmente da lei. Avevo ancora la copia delle chiavi. Entrai e la trovai a letto. Dormiva nuda, potevo vedere le sue belle forme sotto le lenzuola. Da quanto tempo non la guardavo così? Mi avvicinai piano per non svegliarla. Mi sdraiai al suo fianco e le sussurrai, ora posso baciarti. Le mie nuove labbra incrostate di sangue e maciullate dal coltello incontrarono le sue. Il tocco acre e l'odore putrido la svegliarono. Potevo scorgere nella penombra della luce di quella fottuta luna piena i suoi occhi in preda alla paura. Stava quasi per urlare ma tappai in tempo la sua bocca sporca del nostro sangue. Amore mio, questo è il nostro ultimo bacio! Sferrai un violentissimo fendente al suo addome con il coltello che avevo usato sul chirurgo. Vidi le sue lacrime mentre mi fissava esalando gli ultimi respiri. Non è nulla amore, le dissi. Improvvisamente le luci blu e rosse delle auto della polizia invasero la camera. http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller Pubblicato da dome roti a 11:00 Etichette: art, arte, componimenti, componimento, disegni, disegno, horror, illustrazioni, racconti, racconto, surreale, surrealismo, thriller Nessun commento: Posta un commento Commenta come: Pubblica Anteprima Home page Inviami notifiche Post più vecchio Iscriviti a: Commenti sul post (Atom) Thanks!! http://vignetteartepassione.blogspot.it/2013/12/lultimo-bacio-racconto-breve.html[02/12/2013 20:04:52] L'angolo dell'artista passionale: L'ultimo bacio. Racconto breve, horror/thriller Preferiti ..siete passati di qui.. 73667 Il mio primo blog L'antro atomico del Dr. Manhattan Il blog sul mondo della radio Il CineBlog Enciclopedia Robotica Notiziario indipendente dal sud e dintorni Disinformazione.it Beppe Grillo Misteri, fantasmi & Co. Misteri e curiosità dal mondo Youtubbizzati tutto powered by Tutti i disegni pubblicati in questo blog sono di esclusiva proprietà dell'autore. Modello Awesome Inc.. 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