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Neuroscienze e della Biomedicina
NUTRIZIONE
- i quaderni -
ott. 12
“Carne e Latticini”
- Carne, pesce, uova e latte uccidono. Mangiare proteine animali causa malattia Le proteine animali, nella loro forma più elementare e generica, vennero scoperte nel 1839 da
Gerhard Mulder e a quel tempo vennero considerate un nutriente molto importante (la parola
proteina proviene da proteios, cioè “di primaria importanza”).
A quel tempo si pensava che le proteine fossero contenute solo nei cibi
animali, e che quindi carne e pesce rappresentassero l’unica fonte
proteica.
Più tardi invece, si scoprì che le proteine erano contenute anche in
tutti i cibi vegetali, in quantità variabili.
Tuttavia, si pensava che le proteine animali venissero utilizzate dal
nostro organismo in maniera più efficiente di quelle vegetali ed
implicassero un tasso di crescita più veloce. Per questo motivo
vennero considerate negli anni a seguire un nutriente di fondamentale importanza e quindi di
valore biologico più elevato rispetto a quelle vegetali.
Oggi questo concetto vecchio di secoli ha confuso la nostra opinione sulle proteine vegetali, le
quali contengono invece tutti gli elementi base delle proteine, gli aminoacidi, in una forma
decisamente più assorbibile rispetto quelle animali.
Forse pochi sanno che nell’ultimo secolo il consumo di prodotti animali ha ucciso più esseri umani
di tutti gli incidenti d’auto, di tutte le guerre e di tutti i disastri naturali messi insieme. Vediamo
perché.
Le proteine animali e il cancro
Quando si cuoce un tessuto di animale (la classica carne cotta), si verifica la formazione delle
cosiddette ammine eterocicliche (HCA), molecole che rappresentano un vero veleno per il
nostro organismo.
Con la cottura della carne alla piastra invece, si forma anche il benzopirene, molecola
altamente cancerogena per il nostro organismo - tra l’altro contenuta anche nel fumo di sigaretta
-.
La quantità di queste sostanze nei tessuti animali è in diretto rapporto con la temperatura di cottura:
più li cuociamo e più essi sviluppano queste sostanze.
E se non cuocessimo la carne? Se invece mangiassimo carne cruda dovremmo fare i conti con la
presenza di salmonella, batteri infettivi ed altri microorganismi pericolosi.
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E le preparazioni gastronomiche a base di carne? La carne lavorata (salsicce, mortadella, wurstel)
contiene una quantità considerevole di agenti conservanti cancerogeni - senza contare l’eccesso
di grassi saturi contenuti per rendere il prodotto ricco di sapore -.
Qualsiasi tipo di carne che noi mangiamo rappresenta un tessuto muscolare, il quale, non appena
l’animale viene ucciso, va immediatamente in putrefazione sviluppando nei giorni seguenti al suo
interno anche altre sostanze, come la putrescina e la cadaverina, altamente tossiche per il nostro
organismo.
Inoltre ci sono ormai prove schiaccianti che il consumo di carne, sopratutto quella bovina (quindi
carne rossa) provoca l’insorgere del cancro, per la maggior parte al colon retto.
Piccole variazioni di introito di proteine animali, ad esempio un aumento dal 4% al 10% favorisce
l’insorgere del cancro, mentre sopra il 10% l’incidenza della malattia aumenta esponenzialmente.
La dieta media occidentale contiene oggi dal 15% al 16% di proteine animali, che corrispondono a
70gr÷100gr di proteine animali al giorno.
Ad esempio: tre crocchette di pollo contengono 7gr di proteine, 45 gr di carne contengono 13gr di
proteine, 30gr di pesce contengono 7gr di proteine, un uovo grande contiene 7gr di proteine, 30gr di
formaggio contengono 7gr di proteine, una tazza di latte contiene 8gr di proteine.
L’American Cancer Society riporta che il 47% degli uomini ed il 38% delle donne di tutto il mondo
si ammaleranno nel corso della vita di cancro; una su 4 di queste persone morirà prematuramente di
cancro.
Secondo l’Istituto Nazionale dei Tumori Americano, il numero di Statunitensi a cui viene
diagnosticato il cancro raddoppierà entro i prossimi 50 anni.
Un giorno, tutto questo sarà insostenibile per i sistemi sanitari di tutto il mondo, anche perché chi ne
è colpito è sempre più giovane.
Nonostante l’enormità di denaro speso in decine di anni per la ricerca contro il cancro, il rischio di
morire di cancro è di fatto aumentato del 6% dal 1970 al 1994.
Mixed Function Oxidase: sono enzimi presenti all’interno delle nostre
cellule che disattivano le eventuali sostanze chimiche presenti nei cibi
vegetali, rendendole innocue.
Mangiando proteine animali invece, questo meccanismo di difesa
converte le sostanze chimiche in sostanze cancerogene (sostanze che
danneggiano il DNA cellulare) attivando potenzialmente eventi
favorevoli al cancro.
Ogni donna dovrebbe consumare ogni giorno un massimo di 38gr proteine ed ogni uomo 47gr.
Esse si possono comunque già ottenere con la sola frutta o verdura, cereali e legumi tutti integrali,
non lavorati e possibilmente non cotti.
Tutte le diete a base di prodotti (proteine) animali stimolano e accelerano la diffusione del cancro, il
quale progredisce quando le cellule cancerose formatisi in una data sede si moltiplicano,
diffondendosi in tutto il corpo. L’organismo non può resistere a lungo in queste condizioni.
Una dieta a base vegetale invece rallenta o arresta la progressione della malattia.
Non esiste alcun rischio con vegetali e frutta, anche se vengono cotti (al vapore, alla piastra, bolliti).
Il nutrimento di frutta e verdura cruda è inoltre naturalmente ricchissimo di tutti quei micro
elementi utili al nostro benessere. Ad esempio:
- 100 kCal di carne di manzo forniscono 13 gr di proteine, ma con aggiunta di: grassi, colesterolo e
niente fibra e senza benefiche sostanze antiossidanti.
- 100 kCal di spinaci invece, forniscono ben 12gr di proteine con aggiunta di: fibra, anti-ossidanti,
buon ferro assorbibile, calcio organico, maggior senso di sazietà, no grassi e no colesterolo.
Ma, purtroppo per gli umani “carnivori”, non è ancora tutto.
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Il latte...l’altra faccia della proteina animale
Caseina: rappresenta l’87% delle proteine nei latticini. Stimola la
crescita di cellule cancerose.
E’ maggiore nei formaggi e nel latte scremato, mucca, capra,
pecora.
Ci sono oggi prove evidenti che dimostrano che anche i latticini
provocano il cancro alla prostata (25% di tutti i tumori). Come mai?
Il maggior consumo di proteine animali induce un incremento di Igf e
Igf1 (i fattori di crescita umani) i quali a loro volta, tendono ad attivare, sviluppare e diffondere il
cancro.
Anche i vegetariani classici (chiamati anche latto-ovo-vegetariani), consumano comunque una
quantità sostanziosa di latticini e uova; in questo modo essi non hanno un grande vantaggio
poiché introducono comunque molte proteine animali.
I latto-ovo-vegetariani infatti, tendono ad avere valori ematici di Igf e Igf1 più elevati rispetto
ai vegani, che invece non assumono affatto alcun genere di prodotto animale e che quindi si
ammalano molto meno di cancro alla prostata.
Ben il 50% degli uomini al di sopra dei 70 anni ha una forma “silente” di cancro alla prostata che
non sta ancora causando problemi: la malattia c’è ma non da effetti dolorosi o invalidanti.
Gli uomini che consumano latticini hanno circa il doppio di probabilità di sviluppare il cancro alla
prostata e fino a 4 volte la possibilità di esito metastatico o fatale.
In più la proteina che si trova nel latte di mucca (appunto la caseina) assomiglia molto alle
proteine contenute nelle cellule del pancreas, adibite alla produzione di insulina. Il nostro
organismo, dovendo eliminare la proteina estranea del latte di mucca, distrugge anche le
cellule produttrici di insulina: per il resto della vita, per chi ne è colpito - di solito un bambino
-, soffrirà di diabete di tipo I, una malattia devastante per la quale sono necessariamente previste
iniezioni di insulina tutti i giorni della sua vita e una dieta rigidamente controllata.
In Finlandia si consuma la maggior quantità di latte al mondo: ogni anno bambini e ragazzi fino ai
14 anni consumano in media 200 litri di latte vaccino ciascuno - o assumono l’equivalente in
prodotti caseari -. Risultato? Il diabete di tipo I in Finlandia è 36 volte più diffuso che in Giappone,
dove il consumo di latticini è il più basso al mondo. Oggi, nei soli Stati Uniti, una persona su 13
soffre di diabete.
Il diabete può regredire, o quantomeno se ne può rallentare la progressione, attraverso una
dieta vegetariana stretta senza latticini.
Come la mettiamo con l’Osteoporosi?
Le proteine animali, specie latte e latticini, causano osteoporosi.
L’Osteoporosi provoca perdita di calcio dalle ossa, rendendole fragili e sottili. La frattura dell’anca
è valutata infatti come indice di gravità di questa patologia.
Questa malattia colpisce più frequentemente le donne che gli uomini, specie dopo la menopausa.
Se il latte facesse così bene alle ossa, allora chi consuma latte dovrebbe avere una struttura
ossea più forte e più sana di chi non consuma le stesse quantità di latte e latticini. Ma non è
così.
Le donne Americane con più di 50 anni hanno uno dei più alti tassi al mondo di fratture all’anca;
nel resto del mondo si rilevano gli stessi valori nei Paesi dove il consumo di latte è il più elevato.
Bassi consumi di latte NON sono associati a più alti rischi di Osteoporosi in età avanzata
(fratture all’anca o al polso).
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Non c’è alcun bisogno di consumare latte e latticini per ottenere il calcio: il calcio con il miglior
assorbimento è quello della verdura a foglia verde scuro e della verdura a basso contenuto di
ossalati, come i cavoli.
Questi alimenti sono ricchissimi di calcio, il quale viene assorbito ancora meglio di quello del
latte, ma invece di apportare grassi saturi come colesterolo e ormoni
della crescita e antibiotici che si trovano potenzialmente nel latticini,
forniscono fibra, acido folico ed in più vitali nutrienti anti età, anti
cancro, anti-infiammatori che si trovano esclusivamente nel regno
vegetale.
Il 70% delle fratture ossee è legato al consumo di proteine animali:
esse sono acidificanti, i corpo NON le tollera. Il nostro organismo, per
neutralizzare l’acidità di carne e latticini che assumiamo, reagisce
usando il Calcio contenuto nel sangue, ma se qui non ce n’è abbastanza
lo ricava dalle ossa, indebolendole, aumentando il rischio di fratture.
Già dal 1980 era noto che le proteine animali creano un eccesso metabolico acido nell’organismo, al
contrario delle proteine vegetali.
Quando si incrementa il consumo di proteine animali da 35 a 78 gr/dì la perdita di Calcio attraverso
i reni aumenta del 53%.
Questa enorme perdita di Calcio non solo causa Osteoporosi, ma alza anche l’incidenza di calcoli
renali e quindi un superlavoro per i reni, che devono smaltire questo Calcio in eccesso.
Il colesterolo
Il colesterolo che si deposita all’interno delle arterie (lume arterioso)
offre un vincolo meccanico al normale flusso ematico che va al cuore.
Questa molecola grassa non ha incidenza solo per le note malattie cardiovascolari dovute a ipertensione ed obesità: è associato anch’esso ad un
elevato rischio di cancro.
Addirittura il 50% dei bambini statunitensi dai 2 ai 15 anni ha strie
lipidiche (vere e proprie strisce di grasso e colesterolo) all’interno delle
arterie coronarie che rappresentano lo stadio iniziale della malattia.
Una riduzione del colesterolo totale dal circolo sanguigno da 127
mg/dl a 90 mg/dl conduce ad un decremento significativo dei tumori al fegato, al retto, al
colon, al polmone, alla mammella, al sangue (leucemia), al cervello, allo stomaco, alla gola in
adulti e bambini.
Negli USA e negli altri Paesi occidentali il colesterolo totale medio è di circa 215 mg/dl; la media in
Cina, dove il consumo di latte e di carne è molto basso, è invece di 127 mg/dl o addirittura in alcune
zone di periferia 80 mg/dl .
Alti livelli di colesterolo innalzano tra l’altro la quota degli estrogeni (ormoni femminili), i quali a
loro volta incrementano l’incidenza di cancro alla mammella.
La “super” Vitamina D e le proteine animali
La Vitamina D viene prodotta a livello della pelle con l’esposizione alla luce solare: da 15 minuti
a 30 minuti più volte alla settimana sono sufficienti per il rifornimento di Vitamina D; ai reni
spetta poi il compito di produrre Vitamina D attiva dalla Vitamina D che si forma a livello
della pelle o proveniente dal cibo che mangiamo.
La forma attiva deve essere necessariamente prodotta dal nostro organismo: mantiene in condizioni
ottimali tutte le cellule dell’organismo e l’alterazione delle sue funzioni può causare un vasto
spettro di malattie.
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E’ importante quello che mangiamo: le proteine animali riescono a bloccare la conversione della
Vitamina D in forma attiva: bassi livelli di Vitamina D possono causare Osteoporosi e diabete
di tipo I, ma non solo.
Dosaggi estremamente bassi di Vitamina D attiva portano nel tempo all’insorgenza di malattie
come il cancro alla prostata, cancro alla mammella, cancro al colon e alle malattie autoimmuni.
La cardiopatia
La cardiopatia, malattia del cuore, è la più diffusa malattia del benessere, colpisce un uomo su
due e una donna su tre. Ogni 30 secondi uccide una su tre delle persone colpite nei soli Stati Uniti:
5200 persone muoiono di cardiopatia ogni anno.
Nelle donne la mortalità in caso di cardiopatia (dovuta ad ipercoleterolemia) è 8 volte maggiore
che il cancro al seno. Eppure tutti noi abbiamo più paura del cancro che di questo nemico
silenzioso, numero uno.
Una dieta puramente vegetariana e senza latticini e uova, aiuta a far
regredire la cardiopatia in modo efficace e ne blocca la progressione.
Le malattie cardio-vascolari sono molto diffuse: tutti gli uomini oltre i
65 anni e le donne oltre i 70 che hanno seguìto una dieta tradizionale
occidentale sono già affetti da malattia cardiovascolare diffusa.
Praticamente, come fosse una Nazione intera, tutti gli uomini e tutte le
donne hanno una cardiopatia: ma qualcuno se ne preoccupa?
I farmaci per abbassare la pressione o il colesterolo non risolvono il
problema, come anche gli interventi di bypass o stent NON sono una soluzione efficace.
Del milione di persone che si sottoporrà ad un intervento di stent quest’anno, l’1% morirà durante
l’intervento, cioè 10.000 persone!
Se questo numero fosse stato attribuito ad un bollettino di guerra, sarebbe stata definita una
carneficina.
Tra questo milione di persone a cui verrà impiantato lo stent, un altro 4% avrà un infarto durante
l’intervento stesso, cioè 40.000 persone che si sottoporranno ad un intervento per essere protetti da
un infarto, avranno un infarto proprio durante l’operazione.
Pillole e operazioni chirurgiche non funzionano, non affrontano la causa della malattia, cioè la
dannosa dieta occidentale. La medicina occidentale oggi ci offre solo questo.
Il progresso medico sta vendendo malattie: le cure ed i farmaci prescritti sono riconosciuti come la
terza causa di morte nel mondo occidentale.
Fa bene assumere tanto calcio?
Assumere quantità eccessive di calcio da latticini o integratori distrugge la capacità del nostro
corpo di regolare l’assorbimento, il deposito e l’utilizzo del calcio per mantenere la giusta
consistenza delle ossa.
Anche troppo calcio, assunto nel tempo, riduce la produzione di Vitamina D attiva.
Noi umani consumiamo quantità di calcio esagerate fin dall’infanzia: con un eccesso
prolungato nel tempo (30÷40 anni) l’organismo cerca di adattarsi, di contenere i danni.
Il nostro corpo in pratica si protegge cercando di ridurre l’assorbimento di calcio nel tratto
intestinale, ma in età avanzata, quando la necessità di calcio è davvero maggiore, l’organismo
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non è più in grado di regolarsi alla nuova richiesta che non riesce però più a soddisfare,
nemmeno aumentando le assunzioni di calcio con gli integratori.
Da cosa sono causate le malattie autoimmuni?
Le malattie autoimmuni consistono in una reazione del sistema immunitario diretta contro una parte
dello stesso organismo di cui fa parte; ciò porta ad una perdita progressiva delle funzioni fisiche e
mentali.
Ci sono circa 40 tipi di malattie autoimmuni, tra cui: il diabete di tipo I, la sclerosi multipla,
l’artrite reumatoide, l’ipertiroidismo e ipotiroidismo, l’infiammazione dei reni, l’infiammazione dei
muscoli e ai nervi.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica che causa la perdita della capacità di camminare,
di vedere, di parlare, addirittura di pensare. Alla fine i malati, sempre più invalidati nel movimento,
sono costretti ad una sedia a rotelle o a letto per il resto della loro vita.
Uno studio di più di 40 anni fa, ha dimostrato che in pazienti con SM,
anche in stadio avanzato, i quali seguivano una dieta vegan, la SM veniva
notevolmente ridotta. Il 95% di queste persone rimase solo
moderatamente disabile per circa 30 anni, e solo il 5% morì di SM. Al
contrario, l’80% dei pazienti ai primi stadi della malattia, che invece
seguiva una dieta ricca di grassi saturi e di proteine animali, morì di SM.
Tutti gli organi possono essere il bersaglio d’attacco e di distruzione
del sistema immunitario.
Oggi, circa il 3% degli Americani soffre di una o più di queste malattie
invalidanti: ben 8 milioni e mezzo di persone. Ogni anno se ne
aggiungono altre 250mila a cui viene diagnosticata la malattia.
Una volta iniziato l’attacco agli organi, l’azione non è reversibile in alcun modo che la
medicina tradizionale conosca: i soliti farmaci tentano di inibire il sistema immunitario ma
hanno effetti collaterali, spesso gravi.
Com’è possibile che mangiando tessuti di animali il nostro sistema immunitario venga
stimolato ad attaccare il nostro corpo?
Molte delle proteine che si trovano negli animali sono simili a quelle che si trovano nei tessuti
umani.
Durante la digestione, alcune di queste proteine entrano in circolo senza venire scisse
completamente nei loro componenti di base (gli aminoacidi); queste proteine vengono
considerate perciò degli aggressori e quindi attaccate dal nostro sistema immunitario che
tenta di distruggerle.
Però, dato che i tessuti animali sono molto simili ai nostri tessuti, il nostro sistema
immunitario inizia a distruggere anche i propri, scambiandoli per estranei.
In definitiva le proteine animali una volta introdotte nel nostro corpo causano la ribellione
dell’organismo attivando inopportunamente il nostro sistema di difesa da agenti esterni.
La maggior parte delle malattie autoimmuni, si localizza in paesi dal clima freddo. Maggiore è la
distanza a cui si vive lontani dall’equatore, maggiore è l’incidenza di SM e altre malattie
autoimmuni. Questa localizzazione geografica è legata ad un ridotto apporto di luce solare,
indispensabile per la formazione della Vitamina D sulla pelle e ad un elevato consumo di cibi
animali. Alle latitudini più elevate poi, si consumano più latte e più latticini.
La conversione in Vitamina D attiva, come abbiamo visto, in risposta alla luce solare, è inibita dai
cibi ad alto contenuto di Calcio e dagli acidi prodotti dalle proteine animali.
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La “super” Vitamina D non solo impedisce alle cellule di ammalarsi, ma aiuta anche a fermare lo
sviluppo delle malattie autoimmuni.
E l’impotenza?
Un’alimentazione a base di carne rende tutti potenzialmente impotenti. L’apparato sessuale
maschile è un sistema idraulico complesso e richiede un buon flusso sanguigno per poter
funzionare correttamente; se si bloccano le arterie del cuore, il cuore può morire.
Ma se si bloccano le arterie che convogliano il sangue alle parti intime maschili, queste ultime
perderanno la loro funzionalità. Il successo della famosa pillola blu contro l’impotenza maschile
si basa sopratutto sulla cattiva alimentazione occidentale. Nel foglietto illustrativo del Viagra è
indicato che il farmaco funziona meglio se non si mangia un pasto grasso! Certamente, se si segue
una dieta vegana per un lungo periodo, questo farmaco non servirà più.
Perché non dovremmo mangiare neanche i pesci?
I pesci ed i crostacei contengono significative quantità di acidi grassi (anche se polinsaturi) e
colesterolo. I gamberetti contengono due volte il colesterolo contenuto nel manzo. Un etto di
salmone contiene la stessa quantità di grassi di un etto di braciola o di pollo.
I pesci, una volta uccisi, ospitano diversi tipi di batteri che si moltiplicano anche a temperature
molto basse, come quelle dei frigoriferi; l’odore che emana il pesce poco dopo morto indica che
questi batteri hanno iniziato a moltiplicarsi e a decomporre l’animale.
La decomposizione interessa anche gli acidi grassi omega-3: quando
questo processo è iniziato non solo gli omega-3 diventano inutili, ma
iniziano pure a rilasciare radicali liberi, i quali innescano
potenzialmente nel nostro corpo una grande varietà di malattie.
L’olio di semi di lino o di canapa, derivante quindi da fonti
esclusivamente vegetali, contengono il doppio di acidi grassi omega3, non contengono colesterolo, hanno pochi grassi saturi e non si
decompongono facilmente creando radicali liberi come fa il pesce.
Il consumo di pesce NON migliora la salute del cuore né previene la
cardiopatia.
I pesci sono un pò come degli spazzini di oceani e fiumi: assumono sostanze chimiche pericolose e
le mantengono nel loro corpo fino alla morte: non si contano gli inquinanti che i pesci assimilano
dal mare nel corso della loro vita!
Cantaxantina: questa sostanza pericolosa è il colorante artificiale che viene somministrato ai
salmoni per far prendere alle loro carni il tipico colore rosa o rosso chiaro, senza il quale la loro
carne sarebbe naturalmente di colore grigio. Ciò accade ai salmoni allevati in cattività.
Esistono delle tabelle che riportano diverse gradazioni di colore, che partono dal grigio ed arrivano
fino al rosa scuro, che gli allevatori di salmone conoscono molto bene per poter scegliere che colore
dare ai loro pesci di allevamento. La cantaxantina era usata come componente di una nota pillola
autoabbronzante, ora ritirata dal mercato in quanto sostanza dannosa per la retina.
Il cibo-droga
Zucchero, cioccolato, formaggio, carne tendono a far rilasciare sostanze oppioidi dal cervello:
la nostra lingua grazie alle sue papille gustative invia al cervello messaggi che permettono la
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produzione dal cervello stesso di sostanze chimiche simili a quelle che
creano i veri e propri stupefacenti.
Gli altri cibi sono privi di quest’effetto, e spezzare questa specie di
dipendenza alimentare non è facilissimo: chi di noi esce la sera di casa per
andare a comprare un’arancia o una mela? Diciamo la verità: lo si fa giusto
per un bel gelato - ricco di zuccheri e latte -, per del cioccolato o per un
“buon” panino o hamburger.
Ed il ferro?
La carne contiene meno ferro degli alimenti vegetali; il problema è però l’assorbimento:
l’assimilazione del ferro della carne è immediato per l’intestino, mentre quello dei cereali, dei
legumi e della frutta secca (come le prugne) e della verdura a foglia verde deve essere
accompagnata dalla Vitamina C.
Ma dato che tutti questi alimenti contengono Vitamina C, il gioco è fatto; un’alternativa è
accompagnare questi cibi con succo di arancia o limone. Il calcio del latte limita l’assorbimento del
ferro.
Nel dettaglio: NON esistono soggetti anemici nei vegetariani.
Allora: siamo o non siamo dei carnivori?
Contrariamente a ciò che si ritiene oggi l’uomo NON è carnivoro: è un animale frugivoro, cioè che
è stato progettato da Madre Natura per vivere di frutta, verdura, noci, semi e radici.
Vediamo perché.
I veri carnivori hanno zampe con unghie affilate e denti aguzzi per strappare la carne, noi no:
le nostre mani sono state create per cogliere e sgusciare semi e noci, cogliere radici, piante e
frutti.
La nostra dentatura non è adatta a strappare e masticare tessuti animali cotti, figuriamoci
quelli crudi.
L’intestino dei veri carnivori e felini poi, è molto più corto del nostro, 3 volte circa il loro
corpo. La ragione è per evitare che i batteri che proliferano nei tessuti crudi da loro ingeriti, non
permangano troppo all’interno del loro organismo. Il nostro intestino invece è lungo circa 7 volte il
nostro corpo e un tessuto animale introdottovi, già inesorabilmente in putrefazione, vi permane
all’interno per troppo tempo.
La lunghezza del nostro intestino è invece perfetta per digerire alimenti ricchi di fibra, come
frutta e verdura.
Ma i veri carnivori producono anche molto più acido cloridrico nel loro stomaco, perfetto per
scindere completamente le proteine dei tessuti crudi di altri animali. Anche la loro saliva è molto
più acida.
La nostra saliva è invece alcalina e contiene uno speciale enzima necessario alla pre-digestione dei
cereali, che avviene in bocca, l’alfa-amilasi.
Gli animali più grandi del pianeta Terra, come giraffe, ippopotami, rinoceronti, gorilla,
elefanti hanno strutture ossee e muscolari enormi: forse non sappiamo che sono tutti
vegetariani!
Forse un esempio finale può chiarire perché la carne è davvero un alimento privo di vita, di vitalità,
di nutrimento, di salute: prendiamo un pezzo di carne e lo mettiamo in una bacinella e lo lasciamo li
dentro qualche giorno.
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Poi prendiamo alcuni semi di farro, o di orzo, o di grano e li mettiamo
in un piccolo vasetto con della bambagia, e li innaffiamo un pochino
ogni paio di giorni.
Dopo diversi giorni vedremo la bacinella piena di carne e vermi: un
alimento ormai morto fin dal primo istante in cui l’animale è stato
privato della sua vita, senza più atomi vibranti di energia vitale.
Nel vasetto invece cosa troveremo? Vedremo dopo qualche giorno
spuntare dei germogli ed infine una piantina.
Questo accade perché quel seme di cereale INTEGRALE contiene TUTTI i principi nutritivi per
creare la vita con una piantina, la quale, grazie alla fotosintesi clorofilliana trasforma elementi
inorganici del terreno in vitamine vive, sali minerali vivi ed enzimi da cui trarne per noi il miglior
nutrimento possibile.
La pasta non ha mai ucciso nessuno e di per sé sicuramente NON fa ingrassare. Ma se
vogliamo vedere fino in fondo, la farina è un alimento morto: dalla farina non può sorgere più
niente. Gli alimenti troppo raffinati sono privi di vitalità intrinseca ed il nostro intestino non è in
grado di digerirli e scomporli completamente.
I cereali, tra l’altro, andrebbero ammollati in acqua per favorire l’eliminazione dei fitati che
invece
contribuiscono ad un mal assorbimento del ferro nell’organismo.
Vi è insomma una sorta di dissociazione tra ciò che dovremmo mangiare e ciò che invece di solito
mangiamo.
Man mano che invecchiamo, il nostro corpo si acidifica sempre di più: noi dobbiamo evitare
assolutamente questa acidità cercando di alcalinizzare il nostro corpo - renderlo più basico -,
cosa che NON facciamo normalmente con la nostra alimentazione, basata prevalentemente su
prodotti animali (acidi).
TUTTI i prodotti proveniente dal regno animale acidificano il nostro corpo.
La centralità NON è il cibo che mangiamo ma noi stessi: ogni alimento introdotto
nell’organismo svolge un ruolo diverso, il quale cambia a sua volta da persona a persona, perché
ognuno di noi ha un proprio metabolismo ed ha differenti richieste nutrizionali energetiche per
mente e corpo.
L’arma più potente contro il cancro e un vasto spettro di malattie è esattamente ciò che
mangiamo.
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Bibliografia:
The Ostheoporosis International, ott. 2004;
T. C. Campbell, Thomas M. II Campbell - The China Study. Macro Edizioni, 2011;
John A. Sharffenberg - Problems with meat. Woodbridge Press, Santa Barbara, California, 1996;
Herbert Shelton - Superior Nutrition. Dr. Shelton Health School, SanAntonio, Texas, 1986;
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Nico Valerio. Il piatto verde. Mondadori, Milano, 1986;
Nico Valerio. Tutto crudo. Mondadori, Milano, 1985;
Jean Valnet. Cura delle malattie con ortaggi e frutta e cereali. Aldo Martelli, Giunti Ed., Firenze,
1975;
Ann Wigmore. Be your own doctor. Avery Publishing Group, Wayne, New Jersey, 1982.
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