Società Di corsa per vivere la città I maratoneti

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Società Di corsa per vivere la città I maratoneti
Codice cliente: 221391
VII
Corriere della Sera Giovedì 29 Dicembre 2011
BS
Il libro
Cultura
& Società
Quando la notte sfoglia i petali della solitudine
La provincia dello sprofondo Nord, il vuoto siderale di una
comunità popolosa e disintegrata, l'ultimo girone dell'inferno
padano dietro casa. Lo scenario è tra Brescia, Chiari, Rovato e il
Sebino. Questa terra è la nostra terra, bistrattata dalla
post-modernità, in cui la campagna è stata sfigurata dalle colate
cementizie e dalle tangenziali, invasa dai capannoni, in cui il
default è arrivato molto prima della diagnosi economica,
provocando la desertificazione dei sentimenti. Gianfranco Di Fiore,
campano, sull'onda della sua odissea di precariato ha lavorato
anche alla libreria Feltrinelli delle Porte Franche di Erbusco. Il suo
sacro demone è comunque la letteratura. «La notte dei petali
bianchi» (Laurana, pp. 237, euro 16,50) segna il suo esordio e non
passa inosservato. Fuori di dubbio è il suo estro visionario
espressionista, ma quel che forse più lo connota è la vena di «dirty
realist», di reporter minimalista con lo sguardo chirurgico puntato
su una quotidianità che è molto peggio dell'ordinario. Dante, il
protagonista, è una guardia giurata sulla soglia dei 50 anni, un
animale notturno alienato di dignità, con alle spalle un'infanzia di
abusi (paterni). Sua madre vedova, complice di taciute
nefandezze, è preda di un consumismo compulsivo e di un sesso
da ultime grida dalla savana. L'unica spalla su cui piangere gliela
dà Alice, una disgraziata alla deriva. Dante ha un'ossessione, si
chiama Samira, una quindicenne musulmana che vende fiori
davanti al cimitero. Un amore difficile il loro e per millanta
disparità, consumato con sotterfugio dentro una roulotte
sgangherata, avversato dal padre di lei, un integralista che
progetta un attentato. Un mondo di «nuovi poveri», sia migranti
che autoctoni, di incapaci e pur tuttavia capaci di tutto, nutrito da
fanatismi e di rabbie, in cui l'abisso di solitudine fa più paura della
diversità, degli altri, in cui le parole sono scatole vuote di senso e
la disperazione invoca una voglia di tenerezza. Di Fiore racconta il
vuoto con stile asciutto e dolente come un blues. Nelle sue pagine
c'è più Italia di quanto non si creda.
Nino Dolfo
«Corri per Brescia» Associazione e sport «che comunicano valori positivi»
Di corsa per vivere la città
I maratoneti del giovedì
Sogni e traguardi dei «filosofi» degli arti inferiori
di MARCO ARCHETTI
La scheda
L'Associazione
«Corri per
Brescia»,
presieduta da
Mario Visentini,
in
collaborazione
con l'Aics, la
Uisp ed il
patrocinio del
Comune di
Brescia,
organizza tutti i
giovedì sera dei
gruppi di corsa
in base alle
capacità, guidati
da personale
professionista,
«in modo da
offrire a tutti
un'occasione
per muoversi,
fare nuove
conoscenze e
godersi la città».
Il percorso si
svolge per le vie
del centro, con
partenza da
Piazza Loggia
alle ore 19,
lungo
un tracciato
a scelta tra 4 e
8 Km adatto
a tutti.
Prossimo
appuntamento
il 19 gennaio
C
resciuto come mi è capitato di crescere,
cioè nell'incubo di un padre che a ogni
pié sospinto insisteva perché io, quel
pié, lo sospingessi ulteriormente, e inseguendomi con la scarpette da ginnastica mi
incalzava chiedendo: "Andiamo a fare una bella
corsetta?" mentre fuori infuriava l'Elemento Avverso (pioggia, bufera, tromba d'aria), prima di
incontrare Mario Visentini non ho potuto fare a
meno di ricordare il passato; ossia quel tempo
in cui il terrore sfolgorava negli occhi poco ridenti e di certo fuggitivi del sottoscritto che, come tutti i bambini, adorava la neve per lanciarsi in strada a far pupazzi e non perché smaniava all'idea di misurarsi con la propria falcata.
Ma la mail con cui mi invitava alla seconda
mini-adunata dell'associazione «Corri per Brescia» parlava di 250 iscritti e traboccava di passione motoria. Anche solo per pacificarmi col
passato, urgeva farvi una visitina. Non appena
Sfida Gli iscritti a «CorrixBrescia» riempiono i luoghi dell’altro sport, remoti ma pieni di vita e di bellezza
Passione Correre in città: per salute, per
gioco, per fare nuove conoscenze. «Corri per
Brescia» nasce soprattutto per riscoprire vie
e quartieri poco noti e poco frequentati
❜❜
Partecipazione
Quel che più conta è il paesaggio,
cioè far parte di un ambiente
Tutti sentono di partecipare
a un sogno, nel luogo che attraversano
Mario mi accoglie, ho la sensazione di trovarmi
davanti un uomo sereno, slanciato e in salute.
Dice di aver scoperto la corsa a 39 anni e di averne fatto anche una ragione di socializzazione,
essendosi inventato un'Associazione che non
vanta certo i numeri di «Corri per Padova», ma
ambisce a insidiarne il primato.
Il tutto si è messo in moto con un'idea molto
semplice: far sedere intorno a un tavolo associazioni e Comune, e riuscire a contagiarli col più
straripante entusiasmo. Quel che accade, in sostanza, è questo: ci si ritrova alle 19 di ogni giovedì sotto la Loggia, si fa riscaldamento e si viene divisi in gruppi in base alla propria efficienza atletica. Poi si sgambetta lungo un percorso
prestabilito attraverso vie e quartieri poco noti
della città.
«La gente mi ringrazia perché con la corsa,
oltre a fare nuove conoscenze, ripassa quelle
vecchie: il tour di stasera, per esempio, si snoderà per le vie del Carmine. Molti non ci pas-
sano da anni». Tutto molto divertente, va det- tismo. Alcuni riti sono imprescindibili e accoto. Le persone ridono e scherzano tra di loro. munano tutti, ma soprattutto certi atteggiaAll'arrivo si buttano senza sensi di colpa su menti che definirei atletico-filosofici.
Per esempio, il rifiuto netto del tapis roulant,
the, biscotti, cioccolata e il clima è familiare e
sereno. Ma non mi basta, non può essere così o la passione per quelli che lo stesso Mario ha
definito sport secondari: odiano il calcio, ma sasemplice.
Voglio capire meglio cosa muova questo eser- rebbero disposti a provare la canoa anche subicito di camminatori a varie velocità, che usano to. E poi l'aria aperta. Quel che conta è il paesagla corsa come chiave di lettura del mondo. Men- gio, cioè far parte di un ambiente -—tutti sentotre saltellano sul posto per cercare di contrasta- no di partecipare al luogo che attraversano.
Quando torno a casa, avvio inre quello che Neruda chiaternet e mi butto in un forum.
mava «il freddo, con le sue
Mathias scrive: «Corro perché
caserme», vedo chiare nei
sono un sognatore». E mi vieloro volti le parole d'ordine
ne una domanda: muoversi,
di Visentini: wellness, freesenza tema di smentita, fa bedom e resilienza. Peccato
ne; rimpossessarsi della proche due su tre siano in inpria città con i piedi è bellissiglese e che l'unica in italiamo; come ha sempre detto
no sia piuttosto complicamio padre, c'è il gusto della fata, ma il senso è questo:
tica e del conoscersi; ma si corstar bene con se stessi ed esre per raggiungere qualcosa?
sere cittadini del mondo.
Un uomo, su una strada, se la
«La passione per la corsa infila a tutta velocità. Voglio difluenza anche le nostre vare, perché farlo se non si è incanze. L'anno scorso siamo
seguiti? E se fosse una forma
andati in Germania per la
Mario Visentini
di utopia? Pensateci. Si corre,
Fisherman's Friend run»,
mi dicono Giovanni e Pene- La gente mi ringrazia si arranca, ci si affatica, ma
lope, una coppia di 40enni perchè con la corsa fa l'ombra è inafferrabile. Si cammina verso l'orizzonte e l'orizche stasera, per allegria,
zonte non si raggiunge mai.
correranno vestiti da Bab- nuove conoscenze e
bo Natale. Giovanni, 37 an- ripassa quelle vecchie Eppure loro sorridono. Lo rifanno. Si alzano all'alba e hanni, è anch'egli una vocaziono la sensazione di essere nel
ne tardiva: gliene ha parlato una collega e si è fatto convincere. Lo stesso giusto. Questi miti filosofi degli arti inferiori sovale per Francesca. Carla no. Ha 20 anni, studia no forse in possesso di una qualche serenità suScienze dell'educazione, è davvero molto cari- periore o di una verità ultima che sfugge a chi
na e ha le stelle negli occhi: la corsa è una ragio- sta seduto? Vedono il mondo da un punto di
ne di vita oltre che del corpo, il riferimento è vista privilegiato? Si inebriano iperventilando e
così accedono alla Rivelazione? È il dubbio che
Usain Bolt.
Mentre la ascolto, si fa sempre più strada in mi resta. L'invidia che provo. Bisogna solo sume l'idea che non si tratti solo di uno sport, ma perare l'imbarazzo di vedersi in fuseaux tecnici
di una vera e propria religione. Ve ne sono tutte rossi, ho pensato. Ma poi è fatta.
le caratteristiche, compresa l'attività di proseli© RIPRODUZIONE RISERVATA
Appuntamento Luogo di partenza e di
arrivo è sempre piazza della Loggia. Il
percorso, tutto urbano, tocca luoghi storici e
culturali, abbraccia idealmente tutta la città
«Febbre» La corsa come chiave di lettura
della vita, della città e del mondo. Lo
spettacolo vero sono quelli che contano le
ore che mancano alle fatidiche 19 del giovedì