Testo in formato pdf - Portale di Archeologia Medievale

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Testo in formato pdf - Portale di Archeologia Medievale
SIENA
Rinvenimenti in area urbana
La storia di Siena e delle sue origini è sempre
stata oggetto di un vivo interesse da parte
degli studiosi; la consapevolezza di un legame
esistente tra la città e Roma nell'antichità
doveva essere presente già in età comunale:
fin dal '300 infatti esistono alcune tradizioni
sulle origini mitiche della città mentre
l'emblema cittadino costituito dalla lupa
capitolina è la spia di una volontà, comune a
molti centri dell'epoca, di rapportarsi a Roma
considerata il centro assoluto di tutta la cultura
antica.
Nel corso del medioevo e soprattutto dal
rinascimento in poi, gli studi degli eruditi
sono accompagnati anche dalla raccolta di
testimonianze materiali effettuata soprattutto
in area urbana; i reperti suffragano così agli
occhi degli studiosi quanto sostenuto dalla
tradizione scritta.
Nei secoli successivi l'alternarsi della
tradizione romana con quella che vuole Siena
fondata dagli Etruschi, è accompagnato da
numerosi ritrovamenti soprattutto nel territorio
che danno nuovo impulso agli studi antiquari
rifioriti nel corso del XVIII secolo.
Accanto all'interesse per l'età classica e per le
sue testimonianze materiali, dalla fine del XIX
secolo si rafforza l'attenzione per il periodo
post-classico. A Siena i rinvenimenti urbani
relativi all'età medievale avvenuti tra la fine
dell'800 e la prima metà del '900, sono
segnalati da Langton Douglas, da Wallis, e da
Bode: essi parlano degli interventi condotti in
Piazza di Badia, in S. Agostino, a Palazzo
Piccolomini e nell'Ospedale di S. Maria della
Scala. Bode in particolare parla di materiali
rinvenuti in alcuni 'butti' scavati nei giardini
degli ultimi due complessi. Di tali
rinvenimenti sono stati conservati solo gli
esemplari in ceramica coperta relativi alla
prima fase di produzione, quelli considerati
'importanti' da un punto di vista artistico; al
contrario sono stati completamente ignorati la
ceramica senza rivestimento e gli scarti di
fornace così utili invece per identificare i
procedimenti di fabbricazione. Ma è con gli
anni '70 che si hanno importanti innovazioni
in questo settore della ricerca. Parallelamente
a un generale rinnovamento dell'archeologia
medievale come disciplina (caratterizzato
dalla nascita della rivista "Archeologia
Medievale" nel '74 e dal proliferare di studi e
indagini archeologiche) a Siena alla fine degli
anni '70 viene fondato l'Istituto di Archeologia
Medievale il quale inizia un'attività di studio e
di ricerca che si accrescerà nel corso degli
anni all'interno del Dipartimento di
Archeologia e Storia delle Arti, fondato nel
1986.
In questo periodo si verifica una serie
considerevole di interventi archeologici in
ambito urbano resi
possibili
dalla
collaborazione
tra
le
Soprintendenze
competenti e l'Istituto di Archeologia
Medievale di Siena.
Tali rinvenimenti sono disseminati in tutta la
città ed hanno restituito una considerevole
mole di materiali ceramici che hanno
permesso di avere un quadro abbastanza
ampio sulla produzione ceramica senese.
Alcuni recuperi sono stati effettuati in
occasione dei lavori di ristrutturazione delle
sedi di contrada.
Contrada dell'Istrice
In occasione della rimozione di un pavimeno è
venuto alla luce uno strato di terra di riporto
contenente numerosi frammenti di acroma
grezza, acroma depurata, maiolica arcaica e
ceramiche rinascimentali, materiali tutti
riconducibili alle tipologie senesi note.
Contrada dell'Onda
Durante i lavori di sbancamento finalizzati
all'ampliamento della sede della contrada sono
stati recuperati materiali ceramici databili tra il
XIV e il XVII secolo.
Contrada della Chiocciola
Nel corso della ristrutturazione di locali
seminterrati sono emersi due pozzi di butto e
alcuni livelli di terra di riporto con una gran
quantità di frammenti ceramici. Si tratta di un
ritrovamento molto importante soprattutto per
quanto concerne il periodo compreso tra il XV
e il XVI secolo, visto che sono stati recuperati
abbondanti materiali di scarto insieme a un
articolato panorama di forme.
Contrada del Nicchio
Nel corso dei lavori per la ristrutturazione
della sede sono venuti alla luce i resti di un
impianto per la produzione di ceramica .
I materiali ceramici recuperati in questa area,
per la maggior parte ascrivibili alla seconda
metà del XV secolo, e in pochissimi casi
all'inizio del XVI secolo costituiscono un
nucleo di fondamentale importanza poichè tra
essi si è trovata una gran quantità di scarti di
lavorazione e una bassissima percentuale di
esemplari riferibili ad altri centri di
produzione. Soprattutto sulla base dei
materiali provenienti dal Nicchio infatti si è
potuto avere un quadro esauriente delle
ceramiche senesi bassomedievali.
Ceramica acroma grezza
Questa classe è esemplificata da olle con
fondo piano, corpo ovoide più o meno
espanso, e bordi estroflessi, ad arpione o
ingrossati verso l'esterno; queste ultime
possono avere un'ansa a nastro. Tra le forme
chiuse compaiono anche alcuni esemplari di
boccali con fondo piano, corpo ovoide, ansa a
nastro e bocca trilobata.
Le forme aperte vedono la presenza di testi
con fondo piano, parete inclinata e orli
arrotondati o ingrossati verso l'esterno, e i
tegami con fondo piano, parete inclinata, bordi
indistinti o estroflessi, che possono avere una
o due anse a nastro, cui si accompagnano
coperchi con corpo troncoconico, e presa
apicale a nastro, in alcuni casi contornata da
fori di sfiato.
Ceramica acroma selezionata
Con questa definizione viene indicata un tipo
di ceramica da cucina, forse di passaggio dalle
produzioni acrome grezze a quelle invetriate
con impasto fine, che presenta un impasto
selezionato, ma non copletamente depurato,
che mostra olle, pentole, tegami e coperchi con
caratteristiche morfologiche simili agli
esemplari acromi grezzi o a quelli invetriati
successivi.
Ceramica acroma depurata
Le forme chiuse compaiono con boccali con
piede a disco, corpo ovoide più o meno
espanso, bordo estroflesso e bocca trilobata
(in molti casi si tratta di biscotti che poi
venivano rivestiti), e con due tipi di borraccia,
una con fondo piano, corpo cilindrico nella
parte inferiore e conico con scanalature in
quella superiore, beccuccio svasato verso
l'esterno e attacco dell'ansa; una con fondo
piano, corpo emisferico, beccuccio cilindrico e
presa apicale. Tra le forme da cucina e
dispensa sono presenti anforacei con piede a
disco, corpo ovoide o globulare e ansa a
nastro affiancati dalle cosiddette "anforette
senesi" con corpo ovoide rastremato verso il
basso, collo cilindrico, ansa a nastro e bocca
trilobata, che presentano una decorazione
incisa a pettine sulla spalla. Le pentole sono
esemplificate da esemplari con fondo piano,
corpo ovoide e ansa a nastro, mentre i
coperchi presentano corpo emisferico o
troncoconico e presa apicale cilindrica. Sono
stati rinvenuti inoltre due tipi di lucerna, uno
con piede a disco, corpo troncoconico e orlo
arrotondato, l'altro con fondo piano, corpo
schiacciato, orlo assottigliato e ansa a nastro, e
un tipo di salvadanaio con piede svasato e
corpo globulare schiacciato.
Tra le forme aperte compaiono catini e ciotole
con fondo piano e piede a disco, corpo
emisferico o troncoconico e bordi indistinti,
estroflessi, a nastro convesso, a listelli, che
mostrano
le
stesse
caratteristiche
morfologiche delle produzioni rivestite coeve.
Sono presenti inoltre esemplari acromi di
scodelle con piede ad anello, corpo emisferico
e tesa inclinata o con fondo a ventosa, corpo
emisferico e tesa inclinata, e piatti con piede
ad anello con corpo schiacciato tutti da
considerare come prodotti di prima cottura
che potevano essere smaltati o ingobbiati e
graffiti.
Ceramica invetriata
Tra i reperti del Nicchio questo tipo di
ceramica è esemplificato da pentole a corpo
ovoide e ansa a nastro, che convivono con le
ultime produzioni di ceramiche acrome da
fuoco e da microvasetti con piede a disco e
corpo cilindriforme liscio o sagomato a
listelli. E' stato inoltre rinvenuto un tipo di
anforaceo con fondo piano, corpo ovoide e
ansa a nastro che morfologicamente richiama
le anforette senesi.
Maiolica arcaica
Tra le forme chiuse compaiono boccali con
piede a disco, corpo ovoide o piriforme, anse a
nastro o a sezione ellittica e bocca trilobata
mentre scarsissimi sono i frammenti di
boccali con piede svasato. Le forme aperte
sono testimoniate da catini e ciotole con fondo
piano, corpo emisferico o troncoconico, a
volte carenato, bordi indistinti, a nastro
convesso, a listelli, da un tipo di scodellone
con piede ad anello, corpo emisferico
schiacciato e tesa piana e da un tipo di tazza
apoda con corpo troncoconico, bocca trilobata
e ansa a sezione ellittica. Presente anche la
forma del rinfrescatoio con fondo piano,
corpo troncoconico, bordo estroflesso e ansa
a nastro. Le decorzioni sono caratterizzate da
motivi geometrici, vegetali, araldici, zoomorfi,
fantastici e figurati.
Ceramica ingobbiata e graffita
I reperti del Nicchio testimoniano come
questo tipo di ceramica si caratterizza a Siena
per la mancanza di forme chiuse e per la
coincidenza morfologica pressochè completa
con le forme della maiolica arcaica mentre le
decorazioni presentano per la maggior parte
motivi vegetali, ma anche geometrici e figurati.
Altre tipologie ceramiche
Pochi sono i reperti riconducibili alle
maioliche rinascimentali collocabili tra la
seconda metà del XV e l'inizio del XVI secolo:
insieme a frammenti di forme chiuse in
zaffera a rilievo, in maiolica italo-moresca, in
maiolica italiana a lustro e in maiolica
policroma, sono stati recuperati, sempre in
maiolica policroma, un boccale con piede a
disco e corpo ovoide, ornato da un motivo
vegetale, una scodella con piede ad anello,
corpo emisferico e tesa piana, decorata con
elementi vegetali stilizzati, e un'altra con le
stesse caratteristiche morfologiche ma con
tesa inclinata e bordo rialzato, decorata con un
putto alato che regge un arco, e con motivi
vegetali. Pure in maiolica policroma è un
piatto con piede ad anello e corpo emisferico
schiacciato che reca un motivo figurato con
"bella" e cartiglio, mentre alla tipologia della
maiolica con decoro a delfini è riconducibile
una scodella con piede ad anello, corpo
emisferico e tesa inclinata.
Sono stati recuperati inoltre alcuni esemplari
di maiolica ispano-moresca costituiti da
alcune ciotole con fondo a ventosa e corpo
emisferico decorate con motivi vegetali e
geometrici in blu e lustro.