crocifissione - Biblioteca di Ateneo

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crocifissione - Biblioteca di Ateneo
C RO C I F I S S I O N E
Olio su tavola trasferito su tela (con dettaglio), 1430. 56.5 x 19.7 cm
Immagine selezionata dalla dott.ssa Monica Aimone,
del Planetario di Milano “Ulrico Hoepli”
LA CROCIFISSION E
Il pannello, realizzato da Jan Van Eyck con l’aiuto di un assistente, è la metà sinistra di un dittico che
comprende anche un Giudizio universale.
Tradizionalmente, nella Crocifissione erano rappresentati spesso il sole e la luna, sotto forma di tondi
con il volto della rispettiva divinità pagana, posti negli angoli superiori dell’immagine.
In questo caso, invece, Jan Van Eyck raffigura la Luna in cielo, sotto il braccio del ladrone di destra.
Il satellite viene raffigurato in fase calante, ma ancora visibile per tre quarti. La linea che divide la
parte visibile da quella in ombra è irregolare, così come appare nella realtà.
Nonostante la misura ridotta (1,27 -1,67 cm), si possono riconoscere i principali mari lunari: in alto i
Maria Serenititatis, Imbrium, Fecunditatis, Tranquillitatis e Nectarium, più in basso Oceanus Procellarum,
Mare Nubium, e Mare Humorum.
Il Mare Crisium non è visibile, il che suggerisce una librazione, ovvero un moto apparente della Luna
rispetto alla Terra, che occulta e scopre di volta in volta porzioni di superficie lunare differenti.
In precedenza, le prime raffigurazioni realistiche della Luna erano attribuite a Leonardo da Vinci, che
ha raffigurato tre volte l’astro nei suoi taccuini, tra il 1505 e il 1514: queste immagini, oltre che
successive all’opera di Van Eyck, sono, almeno in due casi, vagamente antropomorfe.
Jan Van Eyck, invece, applicò alla luna, e più in generale agli oggetti inanimati (rocce, colline, fiumi,
nuvole) lo stesso realismo ottico che la cultura artistica del suo tempo applicava già agli esseri viventi.
B I O G R A F I A D E L L’ AU T O R E
Presunto ritratto di Jan Van Eyck, conservato presso la National Gallery
a Londra
Jan Van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, giugno 1441) fu uno dei
maestri dell’arte fiamminga del Quattrocento. Deve la sua fama allo
straordinario realismo analitico delle sue opere e all’utilizzo della
pittura ad olio, una tecnica che egli perfezionò e contribuì a
diffondere.
Le notizie sulla sua vita personale sono relativamente scarse: si sa che
nacque vicino a Maastricht tra il 1390 e il 1400, in quello che
all’epoca era il ducato di Borgogna, e si presume che sia stato
introdotto nel mondo dell’arte dal misterioso fratello maggiore,
Hubertus.
Dopo un esordio come miniatore per Giovanni di Baviera, dal 1425 alla morte nel 1441 fu pittore di
corte del conte Filippo di Borgogna, per il quale svolse anche missioni diplomatiche.
Le sue opere più conosciute sono il Polittico di Gand (iniziato da Hubertus, che morì nel 1426, e finito
da Jan nel 1432), il Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) e la Madonna del cancelliere Rolin (1435),
oltre al suo presunto autoritratto, riprodotto qui sopra (1433): tutte sono accomunate da un grande
amore per i dettagli, anche i più minuti, e da un verismo ottico strabiliante.
FONTI IMMAGINI
Crocifissione:
http://commons.wikimedia.org/wiki/jan_van_eyck#mediaviewer/file:van_eyck_crucifixion.jpg
Ritratto presunto di Jan Van Eyck:
http://commons.wikimedia.org/wiki/Jan_van_Eyck#mediaviewer/File:Portrait_of_a_Man_by_Jan_va
n_Eyck-small.jpg
BIBLIOGRAFIA
Scott L. Montomery, “The first naturalistic drawings of the moon: Jan Van Eyck and the art of
observation” in Journal for the History of Astronomy, XXV (1994): 317-320 (free online).
Gabriele Vanin, Galileo astronomo : 1609-2009
Collocazione in Biblioteca di Ateneo – Sede di Scienze: 509.2 VANG.GAL /2008