Max Weber Emile Durkheim Karl Marx
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Emile Durkheim Max Weber Karl Marx 1 Bagnasco, Barbagli, Cavalli (2004) Elementi di sociologia Il Mulino, Bologna Cap. III, paragrafi: 2 (I gruppi sociali e le loro proprietà) 4 (Potere e conflitto) 6 (Le reti) 7 (I gruppi organizzati) 8 (La razionalità organizzativa e i suoi limiti) 2 I gruppi 3 Gruppo un certo numero di individui che interagiscono l’uno con l’altro con regolarità. 4 Aggregato un insieme di individui che si trovano nello stesso luogo nello stesso momento, ma senza condividire tra loro alcun preciso legame. 5 Categorie sociali raggruppamento statistico definito in base a una caratteristica comune 6 Perché il gruppo ci interessa? La classe è un gruppo Si possono creare piccoli gruppi di lavoro per non fare lezioni frontali 7 Domande per insegnanti: • Come si influenzano tra loro gli studenti, in quanto gruppo? • Come l’insegnante può inserirsi nelle loro dinamiche? • Che effetti ha sul gruppo l’arrivo di nuovi membri? • Le minoranze in un gruppo sono destinate a subire e le maggioranze a prevalere? • Appartenere a un solo gruppo o a molti? • Che relazioni hanno gli studenti tra loro, come si raggruppano? 8 Caratteristiche del gruppo • attese reciproche tra membri • identità sociale definita • definizione chiara per i membri di chi è dentro e di chi è fuori • proprie norme e valori • ruoli distribuiti tra membri. 9 Charles Horton Cooley (1864‐1929) • gruppo primario = legato con vincoli di natura emotiva (necessariamente piccolo) • gruppo secondario (o associazione) = effettua incontri regolari dettati da scopi pratici, in esso i rapporti sono impersonali (almeno all’inizio). 10 Gruppi secondari TUTTI I GRUPPI DI GRANDI DIMENSIONI SONO SEMPRE SECONDARI Tra i gruppi secondari ci sono anche entità che magari non definiremmo come gruppi, ma che lo sono: • le grandi società commerciali • le grandi fabbriche • i ministeri • la burocrazia • I partiti politici • i movimenti religiosi • le università 11 Per Durkheim, il moltiplicarsi dei gruppi di tipo secondario e dei rapporti di tipo secondario è una delle caratteristiche delle società moderne. 12 Quante persone ci vogliono per fare un gruppo? 13 La sociometria 14 Piccolo questionario • 1. Tra i tuoi compagni di classe, quali sono quelli che desidereresti ritrovare con te l’anno prossimo? Indicane quanti ne vuoi, mettendoli in ordine di preferenza. • 2. E quali sono invece quelli che non vorresti ritrovare in classe con te il prossimo anno? Indicane quanti ne vuoi, mettendoli in ordine a cominciare da quello che desideri di meno. • 3. Indovina quali sono tra i tuoi compagni, quelli che hanno messo te tra coloro che vorrebbero con loro l’anno prossimo. • 4. Indovina quali sono tra i tuoi compagni, quelli che ti hanno messo tra i compagni non desiderati per l’anno prossimo. George Bastin (1961) Les Techniques sociométriques, Paris, P.U.F.. Trad. it. Le tecniche sociometriche, Torino, SEI, 1963. 15 Si possono usare altri temi • • • • • • • Chi vorresti nella tua classe l’anno prossimo con chi vorresti giocare, con chi vorresti studiare, con chi vorresti formare un gruppo di lavoro, con chi vorresti andare al cinema, chi vorresti invitare a casa tua, chi vorresti invitare a una festa di compleanno 16 Sociometria 17 18 I piccoli gruppi Il primo ad occuparsene è stato Georg Simmel (1858 – 1919) Georg Simmel , (1908) Sociologia tr. it. Comunità, Torino 1989 19 La diade In caso di conflitto • Il conflitto si risolve • Se uno non ci vuol più stare, il gruppo si scioglie 20 La triade Il terzo: • Mediatore: può riuscire ad abbassare il livello affettivo del conflitto, se decide di lasciare i suoi interessi fuori dal conflitto Ma se è legato a una delle 2 parti, può giocare piuttosto ambiguamente il suo ruolo di mediatore: • tertium gaudens: approfitta del conflitto per portare in porto i suoi affari. Sacrifica gli interessi comuni della triade a proprio vantaggio • despota: divide et impera. così impone il suo potere. potrebbero coalizzarsi contro di lui, e lui lo evita in questa maniera. 21 La numerosità dei gruppi • gruppi fino a 7 tutti possono pratecipare alla stessa discussione, oltre questo numero, è probabile che si formino gruppi più piccoli in cui si volgono contemporaneamente varie discussioni. • oltre 10, 12 è impossibile che tutti prendano parte alla stessa conversazione, a meno che qualcuno non assuma il ruolo di leader e regoli le interazioni. 22 Crescita del gruppo • tende ad avere effetti disgreganti, specialmente se arrivano all’improvviso molti nuovi membri. • L’interazione è sempre più difficile, con la crescita del gruppo. • I vecchi membri possono sentirsi minacciati dall’arrivo di nuovi membri, che possono mettere in questione le norme del gruppo. • Ma quando (se) si affermano nuove norme, tendono a sentirsi nuovamente a loro agio. 23 • Homans (1950) The Human Group Harcourt, Brace & Co. New York. • Bales, R. F. (1950), Interaction Process Analysis: A Method for the Study of Small Groups, Addison‐Wesley. • Bales, R. F., and Strodtbeck, F. L. (1951), Phases in group problem‐ solving, Journal of Abnormal and Social Psychology, 46(4), 485‐95. • Bales, R. F. (1953), The equilibrium problem in small groups, in T. Parsons, R. F. Bales and E. A. Shils (eds.), Working Papers in the Theory of Action, Free Press, 111‐61. • Bales, Robert Freed (1970) Personality and interpersonal behavior. New York, Holt, Rinehart, and Winston. • Bales, Robert Freed (1999) Social Interaction Systems: Theory and Measurement. New Brunswick, N.J. ; London : Transaction. 24 Commentiamo insieme: più un individuo è membro di un numero elevato di gruppi, meno è probabile che altre persone abbiano la stessa combinazione di affiliazioni e a gruppi, vale a dire che questi gruppi specifici si intreccino in modo analogo in altri individui 25 Tanti più gruppi tanta più… • Simmel: … tanta più libertà dell’attore, che in questo modo sfugge a un’unica determinazione • può scegliere di privilegiare l’alleanza che preferisce senza essere chiuso in una specifica cerchia discriminante dove il controllo sociale e le norme sono più vincolanti. 26 L’ affiliazione multipla è un fattore supplementare di integrazione sociale. Lewis Coser (1956) The Function of Social Conflict, The Free Press, New York, (trad. It. Le funzioni del conflitto sociale, Feltrinelli, Milano, 1967) 27 Il ruolo delle minoranze Se in un gruppo esistono minoranze attive e maggioranze attive si crea una situazione dinamica, in cui entrambe possono giocare un ruolo. Chi influenza? Chi è influenzato? Se prevale la maggioranza fenomeno della conformità Se prevale la minoranza fenomeno dell’innovazione La minoranza riesce a essere influente se adotta uno stile che risponde a: 1. consistenza. E’ capace di mantenere accordo unanime sulle proprie posizioni in situazioni e momenti diversi. 2. autonomia e indipendenza nell’affermare le proprie posizioni. 3. flessibilità, disponibilità a negoziare accordi ragionevoli con la maggioranza. Serge Moscovici, Psychologie des minorités actives (1979) P.U.F. Paris. 28 Prima tesina: C’è un problema che ho sperimentato nella pratica scolastica di cui ho fatto esperienza, che potrei risolvere tramite un uso appropriato della misurazione sociometrica di Jacob Moreno, oppure cambiando il “clima sociale” della classe come suggerisce Kurt Lewin, o grazie ad altre osservazioni sul funzionamento dei gruppi che provengono da studi sociologici. Espongo estesamente e nei dettagli come farei. (Lunghezza minima 1 pagina, lunghezza massima 3 pagine, in Word, Times New Roman, carattere 12). 29