Professione sosia «Così salgo sul palco e imito il mio
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Professione sosia «Così salgo sul palco e imito il mio
15 Corriere della Sera Giovedì 8 Ottobre 2009 MI Cultura &Tempo libero La bella libraia Dario Ballantini e i suoi racconti milanesi da Striscia alla Triennale Giovane, bionda, americana di San Francisco, a Milano dal 2000. Hilary Belle Walker (foto), professione libraia, ha scritto in italiano il suo primo libro di racconti, «Case altrui» (Cairo), che verrà presentato alle 18.30 alla Libreria degli Atellani in via Moscova 28. Frammenti di vita che hanno come sfondo i Navigli e corso Magenta, dove tra happy hour e giardinetti si snodano le vicende della protagonista, del suo cane Bartleby e dei suoi amici. (c.v.) Mentre prosegue la sua personale alla Galleria San Carlo di via Manzoni, Dario Ballantini (foto), brillante trasformista di «Striscia la notizia», approda in Triennale Bovisa con la mostra multimediale «Identità artefatte» (via Lambruschini 31, vernice ore 18, fino all’8 novembre). Ogni giovedì alle 20 Ballantini si tramuterà nei suoi celebri personaggi, mentre ogni domenica alle 17 si esibirà in performance pittoriche. (c.v.) Manie Sempre più locali ospitano tribute band e «cloni» di rockstar. Domani all’Alcatraz una maratona di performance Vasco Rossi Qui sopra Franco Sposato, 39 anni, nei panni del rocker di Zocca (a destra): «Ho una sfilza di cappellini in stile Blasco» Freddie Mercury Sonny Ensabella dei Queen Mania, domani in concerto a Legnano: «In scena porto anche una dentiera per assomigliargli di più» Bono Vox Pavel Sfera, da Los Angeles. Il sosia di Bono fa parte degli Achtung Babies, cover band degli U2. Nel riquadro, l’originale Professione sosia «Così salgo sul palco e imito il mio idolo» Chi lo fa per passione e chi per lavoro S alire su un palco vestiti come i propri idoli, proporre i loro successi e le loro mosse. E, alla fine, godersi gli applausi. Per molti cantanti e musicisti essere sosia è un mestiere. Magari hanno iniziato per gioco, intonando un pezzo di questa o quella star davanti agli amici. Lusingati dai complimenti, si sono presi sempre più sul serio fino a entrare nel regno delle tribute band: gruppi che non si limitano a suonare cover, ma imitano in tutto e per tutto i corrispettivi famosi. A loro è dedicata «La notte dei sosia», domani all’Alcatraz: in scaletta i classici di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Vasco Rossi e Gianna Nannini eseguiti da Fulvio Notari, Franco Sposato e Sonia Pezzo. Potremmo chiamarli cloni, ma il termine non è apprezzato. «Non scimmiotto Vasco, lo interpreto» precisa Franco Sposato, 39 anni, calabrese trapiantato a Milano. «Solo che per essere più credibile mi vesto più o meno come lui, cosa che peraltro ho sempre fatto, e indosso il cappellino, il suo segno di riconoscimento. Ne ho una sfilza, li compro a blocchi su Internet perché spesso durante i concerti me li strappano dalla testa». Anche Sonia Pezzo, 42 anni, difende la sua identità, benché ce l’abbia messa tutta per sembrare la Nannini: «Inizialmente usavo una parrucca. Poi mi sono decisa a tagliarmi i capelli, che portavo lunghi, e ho smesso di tingerli per tornare al mio colore naturale, simile al suo. Sul palco sono Gianna, giù no. E sto bene così, con la mia vita e le mie passioni». Per lei, titolare di un laboratorio gastronomico a Verona, la musica è un hobby («Ma non un passatempo qualun- ❜❜ Alex Petroni-The Edge Le nostre sono recite a soggetto, che male c’è? Tanti gruppi che hanno brani loro non fanno che copiare Da sapere La notte dei sosia Domani dalle 23 in poi all’Alcatraz (via Valtellina 21) si potranno ascoltare dal vivo i maggiori successi dei Negramaro, di Gianna Nannini e di Vasco Rossi eseguiti da Fulvio Notari, Sonia Pezzo e Franco Sposato. Ingresso: 14 euro; entro le 24, 6 euro con consumazione per le donne, 10 euro con drink per gli uomini, scaricando il coupon su www.alcatrazmilano.com Altri appuntamenti Le tribute night occupano gran parte della programmazione al Land of Live di Legnano (via Maestri del Lavoro 23, www.landoflive.it), dove domani alle 23 suoneranno i Queen Mania, ovvero la tribute band dei Queen capitanata da Sonny Ensabella. Sono un punto di forza anche per il Live Club di Trezzo sull’Adda (via Mazzini 58, www.liveclub.it): qui il 7 novembre i Big Ones proporranno alcune cover degli Aerosmith e presenteranno il loro primo cd di inediti «Altro che eroi», uscito a giugno per la Warner. Altre serate sul sito dell’agenzia milanese Jam For Live, specializzata in questo tipo di eventi: www.jamforlive.it Fammi volare Sonia Pezzo: «Sul palco sono Gianna» (nel tondo) que, sono stata anche in tv» afferma). Per altri è un vero e proprio lavoro, con cui si può arrivare a guadagnare bene, se si ingrana. «Ho esordito come animatore nei villaggi turistici, oggi giro il mondo, sono appena stato in Inghilterra, Spagna, Olanda e presto ci tornerò» racconta il 31enne Sonny Ensabella dei Queen Mania, domani al Land of Live di Legnano. «Il tutto nei panni di Freddie Mercury. Da bambino lo consideravo un grande; da adulto ho i baffi, i capelli corti e in scena anche una protesi dentaria e costumi identici ai suoi, tute attillate incluse». Travestimenti che conquistano il pubblico. «Per noi le tribute night sono una certezza, ogni volta facciamo il pienone e la gente si scatena» spiegano al Live Club di Trezzo sull’Adda. Non mancano i detrattori, su Facebook proclamano «Morte alle tribute band». E c’è chi ci va giù pesante, definendo questi complessi musicali «un’alternativa forma di prostituzione». «Anche i concerti di musica classica in cui si esegue Bach sono tributi» ribatte Alex Petroni, che negli Achtung Babies è The Edge degli U2. «Le nostre sono recite a soggetto, che male c’è? Tanti gruppi che hanno brani loro non fanno che copiare...». Il ragionamento non fa una piega: amiamo gli U2, quindi li imitiamo. E con il nuovo cantante Pavel Sfera, ingaggiato pochi mesi fa e già noto negli Stati Uniti come sosia di Bono Vox («Incredibile, si è trasferito in Italia ❜❜ Renzo D’Aprano dei Big Ones Vesto ancora come Steve Tyler degli Aerosmith. Non scorderò mai quella ragazza che si è inginocchiata ai miei piedi credendo che fossi lui da Los Angeles per unirsi a noi»), gli Achtung potrebbero davvero essere scambiati per i quattro di Dublino. Altra storia quella dei Big Ones, che, dopo anni di cover degli Aerosmith, hanno appena pubblicato il loro primo cd di inediti dal titolo «Altro che eroi». «Ma non rinneghiamo nulla: conserviamo lo stesso nome e io mi vesto ancora come Steven Tyler» dichiara il frontman Renzo D’Aprano. «Non scorderò mai quella volta in cui una ragazza mi si è inginocchiata ai piedi credendo che fossi lui. Per non parlare di quando lo conobbi: mi disse che gli sembrava di guardarsi allo specchio». Il faccia a faccia con «l’originale» è per tutti un momento cruciale. Non sempre, però, si ha il coraggio di uscire allo scoperto. «Nel 2002 mi sono appostato per tre mesi, ogni sabato, in un bar di Bologna frequentato da Vasco. Ma quando l’ho incontrato non gli ho detto che vivo con i suoi brani» confida Franco Sposato. E sforna il suo motto: «Le canzoni sono di chi le canta». Il Blasco sarà d’accordo? Raffaella Oliva © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal Verme Meladze, popstar russa alla conquista dell’Ovest Melodico Valery Meladze, 44 anni, di origini georgiane, propone i brani dell’ultimo cd «Vopreki» Pensando al panorama musicale pop e rock delle ex repubbliche sovietiche è difficile che venga in mente, all’istante, un nome di un cantante o di un gruppo. Certo, ci sono le scandalose Tatu, il duo russo diventato famoso più per gli show censurati che per la musica. Oppure, ci sono nomi come Sergey Lazarev, Dima Bilan, Philip Kirkorov, Zemfira, Mumij Troll, che forse diranno poco nel mondo occidentale, ma che in patria sono osannati come autentiche star. Vecchie e nuove stelle alla ricerca ora di nuovi fan come Valery Meladze, 44enne cantante di origini georgiane dall’aspetto elegante e dalla voce calda, di scena stasera al Teatro Dal Verme (via San Giovanni sul Muro 2, ore 20, e 35/70). Nato artisticamente in Ucraina negli anni Ottanta con l’art rock band «Dialog», al fianco del fratello maggiore Konstantin, Meladze intraprende la via del successo da solista nel 1995 con l’album «Sera» e in questo primo tour italiano arriva per promuovere «Vopreki» (Nonostante), dodici canzoni di un pop ritmato e melodico che, se non fosse per i testi in russo, potrebbe ricordare Tiziano Ferro e Laura Pausini. (p. ca.)
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