IL CEDRO – PRODOTTO TIPICO DI SANTA MARIA DEL CEDRO La

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IL CEDRO – PRODOTTO TIPICO DI SANTA MARIA DEL CEDRO La
IL CEDRO – PRODOTTO TIPICO DI SANTA MARIA DEL CEDRO
La tradizione ebraica
terre d’Egitto e lo avevano eletto a simbolo di perfezione. Se
il cedro è ormai un importante
elemento per la produzione di
particolarità alimentari locali,
assume peraltro rilevanza per
l’utilizzo da parte del popolo
ebraico: i rabbini giungono, ogni
anno, nella cittadina tirrenica
per esportarlo poi nei vari Psi,
per servirsene durante la festa
del Sukkòth, dei Tabernacoli o delle Capanne (Video • Il
Il frutto dell’albero più bello. De-
finito tale dalla tradizione israelita, il cedro è da sempre presente nella cultura e nell’economia
di Santa Maria del Cedro. La
coltura fiorì alla foce del Fiume
Abatemarco, nel I sec. d.C., portato dagli ebrei che a loro volta
lo avevano conosciuto, secondo
alcuni autorevoli scrittori, nelle
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cedro degli ebrei). Fu Dio stesso, durante l’esodo del popolo
ebraico verso la Terra Promessa, ad indicare a Mosè il cedro
come una delle quattro piante da
usarsi per tale festa, per la quale vengono costruite, all’aperto,
capanne di particolari dimensioni e con particolari materiali, che
diano la sensazione dell’unione
col cielo e le stelle. Lì si prega,
si incontrano gli amici, si legge
la Torah. Oltre alla capanna, la
sukkà, l’altro elemento che caratterizza la festa del Sukkòth è
il lulàv, che rappresenta l’unità
di’Israele e la fertilità della terra
alla conclusione del raccolto. È
un fascio composto da un cedro, un ramo di palma, due di
salice di torrente e tre di mirto.
Il fascio viene fatto ondeggiare
in tutte le direzioni. La presenza
del cedro in tale rituale è soggetta a diverse interpretazioni: i
quattro componenti starebbero
a simboleggiare i quattro diversi
tipi umani: il cedro è l’unico componente che ha sapore e odore,
è modellato come un cuore ed
indica interiorità profonda, richiamerebbe le colpe più intime
degli uomini oppure è l’uomo
che rende grazia a Dio; il cedro,
avendo sapore e odore, rappresenterebbe l’élite del popolo
ebraico, l’uomo ben operante in
coerenza con la Toràh. Per questo il frutto usato deve essere
perfetto, “non deve provenire
da furto, da città idolatre, da
talea innestata. Il frutto deve
risultare perfettamente sano,
da talea che sia al quarto anno
di produzione, non maculato,
senza rugosità, senza tagli, di
buona forma conica, non secco, né giallo né troppo verde,
bello a vedersi (…) e riguardo
alla sua grandezza secondo
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poiché proprio con il ricavato di
tale raccolta venivano sostenute
le spese dei matrimoni.
alcuni rabbini non maggiore
di una noce o un uovo, secondo altri invece di forma tale
da poter essere contenuto nel
cavo delle mani” (da “Alla ricerca
La produzione e la
trasformazione
del cedro perduto tra sacro e profano”,
di Franco Galiano).
La "tradizione"
della coltivazione
Il
cedro è dunque elemento di
una tradizione secolare, che è
entrata a far parte nel mondo
contadino di Santa Maria del
Cedro, come punto d’unione
di culture diverse, di due civiltà
lontane ma accomunate da un
identico interesse, pur con finalità diverse: la coltivazione delle
cedriere.In ogni famiglia, soprattutto negli ultimi secoli, la coltivazione del cedro ha assunto un
ruolo economico determinante e
indiscutibile. Ogni elemento della coltivazione ricorre nel ricordo
di chi ha avuto l’onere e l’onore di partecipare alle varie fasi
della coltivazione: l’odore particolare, dolce e agro allo stesso
tempo, emanato dalla pianta,
l’attenzione manifestata verso i
filari delle basse piante per evitare di essere punti dalle spine acuminate dei rami, l’odore
dell’erba che deve puntualmente essere estirpata in ginocchio,
l’odore dei crucchi, i rametti uncinati di ulivo, salice o elce, ado-
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perati per raccogliere, sempre
IN GINOCCHIO, il frutto, l’odore delle frasche e delle canne.
Queste ultime, oggi sostituite da
teli sintetici, proteggevano d’inverno le cedriere; sistemate metodicamente in autunno sui filari,
in modo da coprirli interamente,
unite con rametti di salice, venivano poi tolte in primavera,
quando i fiori bianchi iniziavano
a inebriare col loro profumo l’aria
circostante, e venivano poi pazientemente riposte come a formare un tetto, sotto il quale ci si
poteva riparare, nelle pause dal
lavoro, dal cocente sole estivo.
Si tratta dunque di una coltivazione molto faticosa, che avviene quasi sempre in ginocchio, e
che deve essere dilazionata nelle varie fasi in modo puntuale e
che culmina, naturalmente, con
il raccolto.
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Tra le diverse varietà di cedro,
quella prodotta a Santa Maria
del Cedro, LISCIA DIAMANTE,
è la più pregiata. È formata da
una buccia molto spessa e da
una polpa ricca di semi. Oltre ad
avere un intenso profumo, il frutto è pregiato per le sue proprietà organolettiche, che gli stanno
riservando da qualche tempo
un rilevante ruolo nella ricerca
farmacologia e nella medicina
anti – aging. Oltre che al mondo
ebraico, la raccolta è destinata
anche alle aziende di trasformazione locali. I cedri sono ottimi
per la salamoiatura, ma sono
utilizzati soprattutto per produrre
liquori, estratti, crema, confetture, yogurt, dolci, gelati, sorbetti;
inoltre, i cedri vengono utilizzati anche per la preparazione di
raffinate ricette culinarie.
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Ed anche qui, ritorna in ricordo
l’odore dei sacchi di iuta, che
adoperati per raccogliervi i frutti
di un anno di duro lavoro; l’odore della iuta, mescolato a quello dei cedri danno luogo ad un
intenso odore, difficile da cancellare dalla mente di chi, anno
dopo anno, vive quei momenti
di gioia per la raccolta. Un tempo, e per alcuni ancora oggi, era
per molte famiglie momento di
conti sul bilancio familiare: non
era un caso se molti matrimoni
venivano celebrati in autunno,
IL CEDRO CANDITO è preparato secondo la ricetta tradizionale delle nonne di Santa Maria
del Cedro. Si può gustare come
dessert o insieme all’aperitivo,
da solo, a pezzetti o a strisce,
oppure come ingrediente per
panettoni o altri dolci; è ottimo
come ingrediente della pastiera;
L’ESTRATTO si ottiene dalla
buccia di cedri freschi e va consumato diluendolo con acqua e
zucchero, per ottenere una bibita rinfrescante e dissetante;
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LA GRANITA si ottiene con l’utilizzazione dell’estratto;
IL LIQUORE AL CEDRO è ormai conosciuto in tutto il mondo
ed è preparato secondo la ricetta tradizionale del luogo. Aromatico e dissetante, è un ottimo
digestivo;
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LA CONFETTURA DI CEDRO è ottenuta dalla polpa. Si
può gustare anche con arrosti di maiale e vitello, formaggi
freschi,crostate, gelati;
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LA CREMA AL CEDRO è un liquore cremoso e delicato, che si
può gustare con dolci e dessert.
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