FiloDiretto Febbraio - Filodiretto Blog

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FiloDiretto Febbraio - Filodiretto Blog
Febbraio 2011
In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni
ENOTECA
N°11
PIZZERIA-POLLERIA
DA ASPORTO
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FILO DIRETTO - ANNO II - N. 11/2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio
ORFANI POLITICI
Di Luigi Gullo
L
a sentenza emessa dalla Corte di Cassazione nel processo che ha coinvolto
l’ex presidente della regione siciliana Totò
Cuffaro non può che inevitabilmente riaprire
la discussione ed il confronto all’interno ed
all’esterno dei partiti su cosa significhi fare
politica in Sicilia.
E’ una sentenza che fa male ai cittadini e alla
politica tutta, perché arriva a conferma del
forte legame, a volte inscindibile, tra politica
e mafia. E’ una ferita inferta alla speranza,
all’entusiasmo e all’impegno di chi si approccia seriamente alla politica e di chi crede,
con il proprio voto, di affidare a uomini onesti, oltre che competenti, la gestione della nostra terra e del nostro futuro. Non aiutano di certo le dichiarazioni espresse dai sodali di Totò
Cuffaro che, seppur affermando il rispetto per le sentenze e per la giustizia italiana, confermano l’amicizia incondizionata e l’estrema fiducia
ad un uomo politico condannato per mafia in via definitiva. Delle due l’una.
In un paese normale, in una regione normale, che non fosse vittima di un elevato analfabetismo civico e di conseguenza politico, dovrebbero provocare sgomento e confusione tra gli elettori del PID i pellegrinaggi dei propri rappresentanti politici al carcere di Rebibbia. In un
paese normale, in una regione normale, i membri di un partito, per anni sodali e al seguito di un capo carismatico segnato dalla giustizia,
dovrebbero, se non arrivare alle proprie dimissioni, quantomeno mostrare imbarazzo e segue a pag. 3
ALL ’ INTERNO
Il CRES in liquidazione: 44 dipendenti perdono il posto di lavoro pag 2
Assistenza igienico sanitaria: quando a scuola i conti non tornano pag 4
pag 5
Aspettando i referendum 2011
Dissesto idrogeologico, piani urbanistici e rispetto ambientale pag 6
Movimento Braccianti e Forestali vs Sindacati Confederali e viceversa pag 10
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REAL
SOCIETA’
Via Fondo
Cangemi 2/C
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Lavoro
Anno II - n.11
CRES in liquidazione: un buco di 4 milioni di euro a carico del Comune di Monreale e dell’Università?
44 dipendenti perdono il posto di lavoro e non percepiscono lo stipendio da 16 mesi
Piero Gaglio: siamo stati abbandonati dai politici
E
’ un’intervista amara quella fatta a
Piero Gaglio, RSA della CGIL, perché rivolta a chi sa di non avere più
speranze di riappropriarsi del proprio
lavoro. Sul CRES è stata posta una
pietra tombale, i soci fondatori hanno decretato la sua liquidazione ed
il licenziamento dei 44 dipendenti. Il
CRES nasce a Monreale negli anni ’80
per scelta del Comune di Monreale e
dell’Università, quali soci istituzionali,
e di alcuni professori universitari, quali
soci privati. Sono stati loro a decidere
Il Centro di ricerca monrealese
di costituire nel territorio monrealese
un polo di ricerca nel settore informatico, elettronico e delle telecomunicazioni, su un terreno ceduto dal comune
Normanno alla Regione Siciliana per
questo scopo, e saranno sempre loro ad
avviare in data 30/12/2011 il processo
di liquidazione.
La crisi del CRES è riconducibile alla
congiuntura internazionale negativa
che sta attraversando il vostro settore?
La crisi si comincia ad intravedere nella seconda metà degli anni ’90, quando
cambia il metodo di finanziamento dei
progetti da parte degli enti pubblici. Si
Francesco Vaglica
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2
vuole, a differenza di prima, che solo organi politici
una parte del progetto sia finanziata per la salvezdal pubblico mentre l’altra parte deve za del centro?
No, nulla è
essere finanziata dal mercato.
stato fatto.
E’ una logica che evita i finanziamenti a pioggia e premia la ricerca Sui giornali sono stati più volte didavvero utile e richiesta dal mercato. ramati comunicati da parte di espoSi è trattato allora di un problema di nenti politici che facevano prefigurare
il raggiungimento di una soluzione a
competitività?
Un problema di competitività ma an- breve.
che geografico. Il Cres si è dovuto con- Può esserci stato l’impegno di qualcufrontare con un territorio, quello della no, ma il risultato è che abbiamo perso
Sicilia occidentale, con poche società tutti il posto di lavoro.
interessate ai nostri progetti.
Come si è mosso il sindacato?
Allora è stato sin dall’inizio un errore L’unica cosa che il sindacato poteva
fare,e difatti ha fatto, è stato sensibicreare questo Ente a Monreale?
In realtà l’idea era buona, sono sta- lizzare i soci, cioè le istituzioni, ma ciò
te create diverse valide professiona- non è servito a nulla.
lità che si sarebbero potute sfruttare
a livello comunale, provinciale o regio- Qual è la situazione attuale dell’ente.
nale. Noi siamo stati completamente L’ente è in liquidazione. Il commise inspiegabilmente abbandonati dalla sario liquidatore ci ha chiesto di non
politica. Gli altri soci istituzionali su- essere presentarci più. La cosa molto
bentrati nel corso degli anni, Camera grave, e sulla quale ancora non ho avudi Commercio e Banco Di Sicilia, ne to risposta, è che l’Ente ha un buco
sono usciti. Per ultima, ad Agosto, ha finanziario di 4 milioni di euro, Non si
presentato le dimissioni la Provincia re- capisce come i soci fondatori, il Comune e l’Università, che negli anni hanno
gionale di Palermo.
nominato i revisori dei conti e hanno
Qual è la situazione economica che i quindi vagliato i bilanci abbiano potuto accumulare questo enorme debito.
dipendenti stanno affrontando?
In questi anni i dipendenti hanno Non hanno pianificato alcun intervento
sorretto interamente il peso della crisi nella piena consapevolezza di questa
riducendosi le ore di lavoro, e non per- profonda crisi.
Luigi Gullo
cepiamo lo stipendio da 16 mesi.
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Vi sono stati interventi da parte di
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Febbraio 2011
Politica ed Editoriale
Vogliamo valorizzare l’identità e il patrimonio culturale di Monreale
Nasce a Monreale il Movimento politico e culturale “In Autonomia e Libertà”
Di centro destra ma senza alcuna preclusione con le forze politiche monrealesi
I
l mese di gennaio ha visto la nascita ufficiale di un nuovo movimento politico, “In
Autonomia e Libertà”. Per saperne di più
ho incontrato alcuni membri del direttivo.
Il presidente Guido Gulì, assieme a Nicolò
Taibi, Giosuè Cangemi e Paolo Mastropaolo
mostrano subito interesse a manifestarmi le
motivazioni che li hanno condotti a creare
questo nuovo progetto politico.
L’amore per la città in cui viviamo assieme
ai nostri figli, la tristezza nell’osservarne il
declino e la voglia di contribuire e di essere protagonisti della sua ripresa ci ha spinto
ad impegnarci in prima persona creando un
nuovo movimento politico.
tadino nella riscoperta e valorizzazione dell’identità della città di Monreale e del suo ricco
patrimonio culturale, che osserviamo essere
avviato in una fase di oblio. In particolare
puntiamo sul coinvolgimento dei giovani per
farli sentire parte integrante della città. Ed
abbiamo intenzione di avviare una serie di
iniziative che li vedano protagonisti. E’ un
movimento che nasce per vivere Monreale.
Qual è il vostro orientamento politico?
Il nostro è un movimento di centro destra,
ma non ha preclusioni nei confronti di nessuna delle forze politiche presenti a Monreale, con le quali vogliamo invece collaborare
ed aprire un confronto, purché siano realCosa distingue il vostro movimento dagli mente disposte a lavorare per il bene della
altri partiti presenti nel panorama politico città.
monrealese?
Certamente la metodologia del lavoro. Il Sia Mastropaolo che Taibi in passato sono
nostro è un movimento trasversale che na- stati assessori della giunta Caputo. Avete
sce tra la gente e vede protagonisti soggetti quindi un rapporto privilegiato e di affinità
appartenenti a tutte le classi sociali e lavora- con l’attuale amministrazione di centro detive. “In Autonomia e Libertà” vuole riavvici- stra o, al contrario, volete sottolinearne le
nare i cittadini alla politica, in un momento differenze, magari proponendovi come rifein cui la politica a livello nazionale offre uno rimenti di Fini e di FLI?
spettacolo desolante. Il movimento è stato Teniamo a sottolineare la nostra autonomia
creato con il desiderio di coinvolgere il cit- da qualsiasi partito o esponente politico. E
ORFANI POLITICI
continua da pag. 1
sentirsi in dovere di
fornire spiegazioni ai
propri elettori sul proprio passato politico,
condiviso e al seguito
di un condannato. Dovrebbero prenderne le
distanze ed inaugurare l’avvio di una nuova
fase politica in controtendenza con il passato.
Sarebbe stata auspicabile l’apertura di un dibattito interno al partito sulla questione della legalità che potesse dare vigore a quella
stagione di rinnovamento della politica tanto
auspicata e ricercata dai cittadini. Invece
abbiamo assistito ad una chiusura a riccio
intorno al carismatico fondatore per l’individuazione del suo naturale erede, nella più
assoluta continuità politica.
Il segretario del PID Sergio Romano ha dichiarato che il partito non subirà un calo del
blog: filodirettoblog.wordpress.com
consenso elettorale, in quanto “Chi votava
per Totò votava per Romano, Dina, Gianni,
per un’intera comunità che ha un progetto condiviso da Cuffaro”, e che a centinaia
arrivano le dimostrazioni di affetto e fiducia su Cuffaro. E’ un commento, seppure
dato a caldo, molto grave. Ma davvero si
può pensare che un terremoto giudiziario
di tale portata non possa avere ripercussioni sull’elettorato e che non vi saranno tanti cittadini delusi, amareggiati, sconfortati
per avere creduto fino all’ultimo e per avere
sostenuto elettoralmente colui che avrebbe
dovuto incarnare e farsi portatore di principi
etici condivisi, di valori cristiani? Un elettorato divenuto orfano e alla deriva, in cerca
di un approdo in un partito che lo possa
meglio rappresentare, magari lo stesso UDC
dal quale Totò li aveva fatti migrare? Pensare questo equivale a descrivere un elettorato, il proprio elettorato, talmente immaturo
da essere sprovvisto di capacità critica, di
pensiero libero e privo di fiducia nella magistratura. Fatto molto grave che equivale a
screditare la magistratura stessa, seguendo
Giosuè Cangemi, Nicolò Taibi, Claudio
Mastropaolo, Guido Gulì
la nostra nascita, avvenuta in un momento
non sospetto, ben distante da competizioni
elettorali, dimostra che non abbiamo come
scopo quello di portare voti a questo o a quel
partito. Ciò non toglie che al momento opportuno valuteremo quali alleanze fare o chi
appoggiare, ma tenendo conto della validità
dei programmi espressi per la città e non dei
colori politici. La nostra indipendenza ci consente di non avere preclusioni nei confronti
di nessuno. Non vogliamo fare inutili critiche
bensì essere propositivi.
Luigi Gullo
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un copione ormai aduso a Roma. Ed equivale
a descrivere un agire politico basato su un
rapporto clientelare, così forte e inscindibile
che neanche tre gradi di giudizio possono
scalfire.
Mi voglio augurare invece, per il bene della
Sicilia, che l’analisi di Romano venga confutata dai fatti e che si verifichi uno scossone nel partito, sia all’interno della classe
dirigente che tra l’elettorato, e che si possa
assistere ad un segnale forte espresso contro chi ha utilizzato la politica per favorire
la mafia, contro chi ha cavalcato i principi
etici e morali dei cittadini per percorrere una
straordinaria carriera politica
Luigi Gullo
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3
Anno II - n.11
Territorio
Assistenza igienico sanitaria nelle scuole: quando la matematica, e non solo quella,
diventa un’opinione… i conti ovviamente non tornano!
Basterebbe prendere in mano le tabelline, fare due semplici calcoli e chiunque capirebbe il disagio che viene fuori se
non vi è una corretta corrispondenza numerica tra le assistenti, le ore di lavoro da esse svolto e il numero dei bambini
che necessitano dell’assistenza; se a questo aggiungiamo la mancata e adeguata retribuzione, allora il pessimo risultato
è più che assicurato.
S
iamo davanti ad
una paradossale
questione, non solo
sociale, ancor meno
politica, ma certamente umana. Prima
di iniziare a raccontarvi la situazione oggetto del nostro interesse, mi corre l’obbligo di confessarvi la
mia ignoranza in merito, a conferma che
molto spesso le cose vengono oculatamente celate. Intendiamo pertanto fin d’ora
dare voce a chi ancora attende la risoluzione della problematica (s)fiduciosamente,
ma intendiamo anche per dovere e diritto
d’informazione tenere aggiornata la cittadinanza su un fatto che più o meno direttamente riguarda tutti, anzi oserei dire, riguarda la coscienza di ognuno di noi. Circa
due mesi fa partecipai ad una seduta del
consiglio comunale, il cui ordine del giorno
fu, come d’altra parte continua sempre ad
essere, il debito fuori bilancio. Quella volta
però si aggiunse un altro punto, strettamente correlato al debito pubblico, ed era
il pagamento, o meglio il mancato pagamento, delle assistenti scolastiche, che pur
elargendo il proprio lavoro con encomiabile
devozione e spiccato spirito di abnegazione, non percepivano lo stipendio a partire
dal 2009. Sgomenta cominciai ad approfondire la questione, venni a conoscenza anche di fatti connessi ad essa, e seppi che
il problema non era solo di ordine economico, ma anche di tipo organizzativo, cioè l’orario di lavoro contrattuale delle assistenti,
era in netta discrepanza con l’orario scolastico, durante il quale i bambini necessitano di assistenza. Ecco che qui entra in
gioco la matematica. Ci sono 13 assistenti,
per 28 bambini, distribuiti in diversi plessi
scolastici nelle varie frazioni di Monreale,
il contratto di lavoro è part-time di 4 ore,
l’orario scolastico è di 6 ore giornaliere. Volendo spiegare ciò in altri termini, significa
che un’assistente ha in carico due bambini
in media, l’assistente dovrebbe rimanere a
scuola soltanto per 4 ore, e le altre 2 ore i
4
bambini rimarrebbero scoperti, ricordiamoci che si tratta di assistenza igienico-sanitaria per cui di prima necessità, ma l’orribile ed errato conteggio non finisce qua.
Spesso i due bambini presi in carico dalla
stessa assistente si trovano in due plessi
differenti, a volte anche abbastanza lontani
tra loro, costringendo l’assistente a fare la
spola, cosa che accade per esempio nella
frazione di Pioppo. Risultato? Ciascun bambino usufruisce di sole 2 ore di assistenza
rimanendo scoperto per 4 ore! L’assistente
dal canto suo è costretta a fare avanti e
indietro, sperando di arrivare in tempo per
lo svolgimento del proprio lavoro, quando
non riesce a farlo nonostante la buona volontà, allora vengono chiamati i genitori,
che accorrono premurosi portando oltretutto i prodotti igienici di prima necessità, di
cui la scuola stessa non dispone. A questo
punto le condizioni sfavorevoli costringono
i genitori a portare via i bambini dalla scuola prima della fine dell’orario scolastico. Ci
tengo a sottolineare che i bambini frequentano la scuola dell’obbligo, per cui hanno il
diritto e il dovere di farlo per l’intero orario.
Nelle scuole che accolgono, per così dire,
i bambini le barriere architettoniche non
mancano ostacolando in tal modo, invece
di agevolare, il movimento sia dei bambini
con difficoltà motorie sia quello dei genitori, che , in presenza di rampe di scale,
portano a spalla il proprio figlio. Inesistenti
gli spazi ludici e adibiti all’intrattenimento.
Facciamo allora il punto della situazione,
e per meglio capire ciò che non funziona e
ciò che non viene preso nella giusta considerazione, ho cercato la collaborazione di
qualcuno che si stesse occupando di questo increscioso caso e che fosse interessato
più da vicino. -“Sono la mamma di un bimbo di 3 anni che ha un problema motorio;
un bambino che non ha problemi cognitivi
ma che ha difficoltà a camminare e a stare
in equilibrio; un bambino che ha bisogno
di andare a scuola perchè il contatto con
gli altri bimbi lo può aiutare a far sì che il
suo rimanga soltanto un problema fisico.”
Afferma Maria Antonella Serio, e aggiunge
“Il problema sta nel fatto che ancora una
volta il Comune di Monreale non ha fondi né per pagare le assistenti per questi
bambini, né per aumentare il personale né
per aumentare le ore, e che noi mamme
dobbiamo sperare in un miracolo.”- Cominciamo a chiederci se in consiglio e nell’amministrazione ci sia qualcuno che ha preso
a cuore la suddetta situazione, e con gradevole sorpresa apprendo che la risoluzione
viene sollecitata da molti consiglieri indipendentemente dal colore politico. Decido
quindi di entrare nel vivo della questione
economica avvalendomi della disponibilità
del consigliere Santo D’Alcamo che ha curato e portato avanti fin dall’inizio la legittima causa per gli aventi diritto. Anzitutto
ci si rende conto che le assistenti dovrebbero essere pagate da una cooperativa la
quale attinge (!) alle casse comunali. Quindi a discapito di quanto prevede la legge
nazionale 328\2000 in materia di assistenza, che eroga i fondi attraverso i distretti
socio-sanitari, i quali a loro volta pagano
direttamente le cooperative, evitando così
cavilli e lungaggini burocratiche. Nel nostro caso invece è, o meglio dovrebbe essere, il comune a pagare la cooperativa, con
i noti e ormai annosi ritardi. Ecco che il
debito fuori bilancio si ripresenta. Stipendi
arretrati per 16 mesi, un contentino arrivaemail : [email protected]
Do
L
Febbraio 2011
Società
to poco tempo fa con il pagamento di
2 mensilità, genitori demoralizzati per
l’oltraggio al proprio diritto e a quello
della prole, e i bambini che, loro malgrado ed ignari di tutto, si ritrovano a
non poter compiere il “proprio dovere”
permanendo a scuola per tutto il tempo
necessario. Chiediamo allora ai consiglieri Santo D’ Alcamo e Massimiliano
Lo Biondo, quali saranno le prossime
manovre per risolvere la spiacevole faccenda. -“Nel prossimo bilancio di previsione si chiederà con un emendamento
un’ operazione di raschiamento economico. Vale a dire, stabilita la priorità
della pratica, si chiederà all’ amministrazione di utilizzare fondi ricavati dal
prodotto interno, sottraendoli magari
ad una spesa di secondaria importanza. Si prevede che l’importo stanziato,
ancora da definire, da poter richiedere
è di circa 140.000 euro.”- Rispondono
unanimi. E ancora aggiungono -“Oltretutto sarebbe importante che ci fosse
un piano annuale sul controllo delle
iscrizioni scolastiche dei bambini che
necessitano dell’assistenza, in modo da
calcolare correttamente il numero delle
assistenti richieste”-.
Per il momento ci fermiamo qui con i
calcoli e i conti che non tornano, attendiamo nuovi sviluppi e sulla base di
quello che ci detta la nostra coscienza,
e, quando si tratta di minori, la sua
voce dovrebbe gridare più forte, assicuriamo che non perderemo di vista
l’iter, speriamo non solo quello burocratico.
Maria Rita Carrà
[email protected]
Filo diretto
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filodirettoblog.wordpress.com
Redazione
Direttore Editoriale
Luigi Gullo
Direttore Responsabile
Alex Corlazzoli
Redattrici
Piera Autovino, Maria Rita Carrà
Barbara La Barbera
Vignettista
Antonino Carlotta
Impaginazione e Grafica
Domenico Garlisi, Rosolino Bucceri
design e logo
Rosanna Romano
Fotografie
Luciano Busicchia, Piera Autovino
Hanno Collaborato
Valentina Lucchesi, Nino Carlotta
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Tutti n e parlano m a in pochi sanno cosa è
Aspettando i referendum 2011
Approfondimento su uno strumento della nostra dmocrazia
M
ONREALENei prossimi
mesi noi Italiani saremo interpellati su
alcuni dei temi caldi degli ultimi mesi
del 2010: si tratta
nello specifico del
referendum abrogativo sulla tanto discussa
legge sul legittimo impedimento, su quello
che vuole bloccare il ritorno del nucleare in
Italia e altri due contro la privatizzazione
dell’acqua.
Ma sappiamo tutti cosa è un referendum e
l’importanza che riveste nel nostro sistema
democratico?
In attesa dei prossimi importanti e attesi
referendum cerchiamo di capire di cosa si
tratta perché non ci si debba pentire di
non avere esercitato per disinformazione
questo diritto tanto importante nel nostro
Paese.
L’art.1 della Costituzione italiana sancisce
la sovranità popolare, per l’esercizio della
quale si utilizza proprio il referendum.
Il primo e più famoso risale al 2 giugno
del 1946: gli Italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica e, ancora
oggi, festeggiamo in quella stessa data la
nascita della nostra Repubblica.
Appare dunque chiara l’importanza di tale
strumento, il cui nome deriva dal gerundivo neutro del verbo latino “refero” e indica
lo strumento attraverso cui il corpo elettorale viene chiamato a decidere su temi
specifici. Per tale motivo esso è manifesta-
zione di democrazia diretta.
La nostra Costituzione prevede tre tipi di
referendum: abrogativo di leggi e atti in
forza di legge, territoriale per la fusione di
regioni esistenti o la creazione di nuove
regioni o, ancora, per il passaggio di comuni e province da una regione ad un’altra;
infine quello costituzionale per le leggi o
revisioni costituzionali.
In altri Paesi si utilizzano anche altre tipologie di referendum: ad esempio quello
propositivo, per proporre una nuova legge,
utilizzato nella Repubblica di San Marino,
ma non previsto nella nostra Repubblica.
Cosa, allora, dovremo decidere in questi
primi mesi del 2011?
La legge sul legittimo impedimento prevede, in breve, che il premier e i ministri in
virtù delle attività di governo che praticano
siano legittimamente impediti a partecipare alle udienze penali in cui dovessero risultare imputati per una durata di 18 mesi.
Gli Italiani sono dunque chiamati ad esprimersi contro o a favore della persistenza di
questa legge molto discussa.
Il secondo referendum riguarderà invece
l’abrogazione delle norme circa il ritorno
del nucleare in Italia, che tanto preoccupa gli Italiani che, ancora a molti anni di
distanza, non hanno dimenticato gli orrori
del nucleare a Cernobyl.
Infine gli altri due referendum ci interrogheranno nell’ottica di abrogare la cosiddetta legge Ronchi, che ha introdotto il
principio della gara pubblica per l’assegnazione della gestione dei servizi idrici.
Quali sono, se ce ne sono, gli aspetti negativi di questo strumento democratico?
Ebbene i detrattori del referendum pensano che poter dire solo o sì o no su questioni, spesso troppo delicate e articolate, crei
molte difficoltà e confusioni nei cittadini,
rendendo questo strumento a volte negativo proprio per chi lo propone.
Tuttavia non si deve dimenticare che è
comunque una grande occasione per tutti
noi cittadini essere interpellati e sarebbe
necessario non trascurare questo importante diritto-dovere.
Barbara La Barbera
[email protected]
5
Anno II - n.11
Territorio
Dissesto idrogeologico, piani urbanistici e rispetto ambientale: l’uomo agisce per il
mantenimento del corretto equilibrio tra essi oppure diviene egli stesso artefice di
sfruttamento selvaggio del territorio, subendone poi le logiche conseguenze?
N
ello scorso numero abbiamo trattato il tema del dissesto idrogeologico, vogliamo adesso approfondire l’argomento,
cercando di evidenziare i punti di correlazione con la materia urbanistica. Per fare ciò abbiamo intervistato un
esponente politico nonché consigliere comunale del PD ed esperto in materia geologica, Massimiliano Lo Biondo.
La relazione che
intercorre tra l’uomo e il mondo
naturale è un elemento costitutivo
dell’identità socioantropologica. Le
responsabilità dell’uomo sull’ambiente
dovrebbero pertanto avere ampio respiro, non solo nel presente ma anche
proiettandosi nel futuro, per evitare
nel lungo tempo danni irreversibili e
consumi territoriali. La stessa Costituzione all’articolo 9 ci indica i punti
salienti per la tutela paesaggistica. Secondo lei, cosa e come viene fatto in
questo senso?
“L’articolo 9 prevede lo sviluppo della
cultura e la ricerca scientifica e tecnica, nonché la tutela del paesaggio e del
patrimonio storico e artistico. La politica avuta in questi anni, nonostante la
propaganda
e gli annunci, non ha
fatto nulla in
questo senso,
nonostante
gli esponenti anche regionali che
Monreale ha
espresso.
Massimiliano Lo Biondo, Esemplificaconsigliere comunale
tivo è il caso
del PD e geologo
della chiusura del centro di ricerca scientifica
del Cres nonostante gli annunci. Sulla
tutela del paesaggio possiamo sempre
collegarci all’assenza del P.R.G. e con
esso agli scarsi interventi sul dissesto
idrogeologico nonché a quelle politiche a favore del rimboschimento, visto
che nel nostro territorio rientrano siti
6
come la Pizzuta, Casaboli e San Martino. Ogni intervento purtroppo, è oggi
compromesso dalle disastrose condizioni economiche in cui è stato fatto precipitare il Comune a partire dal lontano
1994”.
Crede che il processo di urbanizzazione attraverso il quale si assiste ad
un calo di presidio umano nelle campagne, per cui vengono meno opere di
bonifica, manutenzioni ordinarie, terrazzamento dei terreni, convogli delle
acque, abbia contribuito negativamente all’aggravarsi del naturale dissesto
idrogeologico?
“Credo di si, ma credo anche che vada
sottolineata l’assenza di una politica
volta alla salvaguardia del territorio.
Ciò non vuol dire che la valorizzazione
del territorio debba necessariamente
scontrarsi con l’aspetto urbanistico e
con l’insediamento abitativo. Emblematico a questo proposito è l’assenza di
un Piano Regolatore Generale (P.R.G.)
nonostante i continui annunci e l’ assenza di finanziamenti su progetti per
il dissesto”.
Ha appena citato il P.R.G., a tal proposito qual è la situazione attuale?
Dal momento che gli studi urbanistici
dovrebbero essere conformi e a tutela
degli aspetti fisici, economici e sociali, ritiene che questi criteri siano sempre messi in atto?
“La vicenda è un segreto di stato.
Negli anni ottanta l’ amministrazione
fu sciolta proprio per la mancanza del
P.R.G., da allora nessuno ne parla più
in maniera determinata e concreta anzi
è come se si volesse far credere che l’
assenza di un P.R.G. possa essere garante allo stesso tempo dello sviluppo
commerciale, urbanistico, edilizio, ambientale, finanche dell’insediamento
produttivo.”
Quindi sostanzialmente sta affermando che il P.R.G. in vigore risulterebbe
anacronistico rispetto alle carte tematiche del P.A.I. (Piano dell’ Assetto
Idrogeologico)?
“Assolutamente si. Non si può pensare che possa essere compatibile una
carta risalente agli anni ottanta con
quella invece risalente al 2004. Ma in
più questo è un fatto che ha poi determinato gravi ripercussioni sull’economia. Infatti se solo avessimo avuto
una questione politica consapevole di
ciò, si sarebbe potuto attenzionare il
territorio e quindi chiedere l’accesso
a finanziamenti, ragione per la quale
vi sarebbe stata una ricaduta positiva
sulle imprese”.
Gli strumenti tecnici e tecnologici
attualmente utilizzati, a suo avviso,
risultano essere idonei in materia di
misure preventive?
“Ritengo che qualsiasi risorsa tecnica
e tecnologica, che di certo non manca,
non possa mai e poi mai prescindere
da una conoscenza del territorio che in
email : [email protected]
Febbraio 2011
questo caso viene meno, proprio per
quell’ assenza del P.R.G. aggiornato
che, come dicevo prima, a tutt’oggi
ancora manca.”
Potremmo affermare, a parer suo
che nel nostro territorio c’è una corretta relazione tra il territorio, il rispetto dovuto ad esso e un regolare
sviluppo industriale al passo con i
tempi, con conseguenti potenzialità
occupazionali?
“In realtà ritengo che non esistano
studi all’altezza dell’ importanza del
nostro territorio. Questo non perché
non vi siano risorse umane in grado
di svolgerli adeguatamente, ma perché negli anni novanta vi è stata una
politica parolaia fatta di annunci e
di propaganda. Per esempio con un
territorio così vasto come il nostro,
parliamo di 55.000 ettari di espansione, credo che con una politica all’altezza, avremmo potuto avere insediamenti produttivi e industriali più
significativi, cose che in altre aree
magari meno ampie invece esistono.
A tutt’oggi noi possiamo affermare
che non esiste una vera e propria
area artigianale ed industriale nel
nostro territorio”.
Cari lettori vi lancio uno spunto di
riflessione:
“Una delle cause principali della crisi ecologica sta nel fatto che noi in
primo luogo non sappiamo ciò che
facciamo, e in secondo luogo quando
ci vengono rese note le conseguenze del nostro agire non disponiamo
di un meccanismo che ci induca a
modificarlo.” (V. Hösle) Maria Rita Carrà
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Cultura
“CON QUELLE IDEE AVVENIRISTICHE...”
Officine Ricerca a Monreale
“All’ombra delle poderose absidi del
Duomo, tra i silenziosi vicoli dei suoi
quartieri storici, Monreale nasconde segreti dall’inimmaginabile bellezza. Dietro
porte sprangate, pareti rovinate da grigi
intonaci, attraverso finestre appannate
dal trascorrere del tempo, fantasmagoriche visioni di angeli dalle ali di stucco si
muovono tra il bagliore di pitture colorate, all’interno di spazi ancora vivi di un
passato unico e ricco di storia”.
L’associazionismo nasce, come
appunto dice la parola stessa, dall’esigenza di unirsi per
raggiungere
uno
scopo comune; ed è
proprio questo che
ha spinto ognuno di
noi a costituire l’associazione Officine
Ricerca. Ridestare il
senso civico e culturale in noi stessi
prima di tutto, squarciare quell’ambiguo
“silenzio” che ormai
da troppo tempo sentiamo aleggiare intorno: questo lo scopo
che ci ha subito trovati vicini. Recuperare la consapevolezza di un territorio ricco di storia ma soprattutto riappropriarci
delle testimonianze di cui questa storia
ci ha fatto dono.
L’obbiettivo che da operatori
culturali e da cittadini consapevoli ci
poniamo è quello di riscoprire questi
luoghi dall’eccezionale interesse storicoartistico, che ormai in pochi conoscono
e che sembrano vivere soltanto nei ri-
cordi nostalgici ed un po’ appannati degli anziani o nelle invettive di studiosi
ed appassionati.
Qual è il volto degli Angeli di
Giacomo Serpotta nella Chiesa dell’Itria?
Chi non ha mai immaginato almeno un
volta di inoltrarsi e riscoprire gli spazi
segreti dell’antica Abazia Benedettina?
Dove si trova la misteriosa Santa Ciriaca
che si dice costruita ancora prima del
duomo? Per quanto tempo ancora rimarrà in piedi la Chiesa del Monte?
Negli ultimi tre anni ci siamo
concentrati su progetti
che ci hanno permesso
di realizzare diversi appuntamenti tra i quali,
quello che maggiormente ci ha coinvolto,
è stato “All’ombra del
Duomo...”, progetto
nato da un’idea molto
più grande e avveniristica di quanto in realtà
finora non si sia riusciti
a realizzare.
Ma poco importa alla
fine: in un epoca in
cui si assiste alla morte
delle ideologie e al venir meno di valori e di
sentimenti puri, che non siano contaminati da logiche di consumo che come
tali spingono a “gettare via e a dimenticare”, è già un traguardo importante
riuscire almeno a catturare le attenzioni
più fugaci, a spingere a guardare ed a
“sentire” veramente il luogo nel quale
si vive e al quale in qualche modo si
appartiene sempre. Solo così possiamo
riportarlo a nuova vita scongiurandone
quell’impietoso deterioramento che senza dubbio ne determinerebbe la distruzione seguita da un incolmabile vuoto.
Ricordando tuttavia che la consapevolezza di sé e della propria identità
non vuole essere finalizzata al raggiungimento di “particolarismi” bensì alla conquista di una coscienza umana aperta a
valori universali e senza tempo.
7
Anno II - n.11
Lettere
Filo diretto … con il lettore
Anche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e potrete raccontare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze
quotidiane. Inviare e-mail al seguente indirizzo: [email protected]
UNA FINTA CONVERSAZIONE TANTO PER
RIEMPIRE QUESTO SPAZIO
S
alve a tutti, questo “pezzo ironico” è stato
pubblicato nel Foglio informativo Pioppese SUMMACCO, del Comitato Pioppo Comune Autonomo. È una finta conversazione
con un Politicante che ancora deve nascere
e, visto che ancora deve nascere ma sa gia
quello che farà da grande, lo chiameremo Signor Spermalitico.
Salve Signor Spermalitico, inizio chiedendole da quale parte della politica sta?
“Ottima domanda. Io sono dalla parte dei
cittadini, stare a destra o a sinistra in una
situazione di completo abbandono da parte
dell’organo centrale è un ragionamento troppo Partitico (non confondiamoci, io dipendo
da un altro organo, pur sempre centrale ma è
un altro organo). I partiti spesso dettano dei
“finti principi” che pensano solo ed esclusivamente all’immagine che porta a essa senza mettere mai in atto i veri principi di etica
e respnsabilità. Comunque, di certo c’è una
differenza di pensiero nel seguire una politica di destra o di sinistra, ma qui è importante essere d’aiuto per risolvere i problemi
del Paese… che poi non è giusto chiamarli
problemi ma è giusto chiamarli DIRITTI e
SERVIZI che i cittadini devono avere.”
Ecco, lei che modi avrebbe utilizzato per
risolvere il problema dei pendolari?
“Lei ha toccato un punto a me caro: anchio
aspetto che finisca di pendolare e diventi…”
Signor Spermalitico, si fermi per cortesia, ha
capito male, io mi riferisco al problema degli
studenti pendolari, ovvero la mancata consegna degli abbonamenti. “Mi scusi, avevo capito altro. Io di certo avrei organizzato delle
assemblee fin dai primi di ottobre (per non
dire Maggio) da quando si è venuto a sapere che nuovamente quest’anno la consegna
non c’era. Avrei informato le famiglie colpite,
economicamente parlando, da questo dissevizio e avrei fatto un po’ di confusione,
avrei agitato gli animi… anche perché qui
funziona cosi: se le persone non si agitano i
problemi non si risolvono… e mi creda come
un fratello, solo con pressione e agitazione
i problemi si risolvono…magari qualcuno si
8
agitasse!!!”
Si si, va bene… allora in merito all’Autonomia che questo paese vuole avere, lei che
idea ha avuto o ha?
“Felicissimo e d’accordissimo, anche perche
durante la campagna referendaria sentivo
dire spesso “Erezione a Comune…” e li non
vedevo l’ora che succedesse… purtroppo poi
il 18 Aprile non è successo e non abbiamo
avuto modo di festeggiare, peccato… anche
se per poco abbiamo fatto “cilecca”. Ma bisogna assolutamente ritentare, prima o poi
questa erezione ci dovrà essere!”
Secondo lei, cosa un politico non deve mai
fare?
“Non deve giustificare i tagli o gli aumenti
o i disservizi che una amministrazione attua
nei confronti della cittadinanza; se un’amministrazione X si presenta con un programma
elettorale Y, una volta eletta deve impegnarsi affinchè porti avanti questo programma e
garantire quei servizi già esistenti altrimenti
deve smettere di governare e ridare la decisione al popolo che riandrà alle urne. Non si
può sempre intervenire quando c’è un problema o un’emergenza, bisogna programmare tutto.”
Per finire, Signor Spermalitico cos’altro
vuole dire ai Pioppesi attraverso Summacco?
Muovetevi, Agitatevi, informatevi… non state ad aspettare che gli altri lo facciano per
voi. Siate protagonisti del vostro futuro e non
abbiate mai paura di dire SI quando è giusto
dire SI e di dire NO quando è giusto dire NO
perché se c’è una società capace di fare ciò
vale la pena di nascere altrimente evito mille
pene e me ne sto qui dentro al mio…
EHMMM… ABBIAMO CAPITO BENISSIMO.
SEGHIAM…ehm no… tagliam..hmm neanche… CONCLUDIAMO questa discussione.
Signor Spermalitico la Ringraziamo e le auguriamo buona fortuna. Alla prossima.
Nino Carlotta
ERRATA CORRIGE
Nell’intervista di Filo Diretto di gennaio
non sono stato abbastanza chiaro circa
una importante questione che tengo a
precisare con la seguente dichiarazione.
Infatti l’intervista riporta una versione
non rispondente alla attuale realtà dei
fatti, ma che presto auspichiamo di potere attuare.
“Secondo la mia personale esperienza,
tra l’altro già applicata in molti Comuni
italiani, ritengo che i progetti relativi a
nuovi insediamenti abitativi e opere infrastrutturali in genere, debbano essere
supportati da una relazione geologica di
pre-fattibilità in grado di verificare preventivamente la fattibilità di un’opera e
dell’impatto ambientale che la stessa induce. Infatti, al momento tutti i progetti
che pervengono in commissione edilizia
vengono inquadrati, direttamente durante i lavori della commissione, sulla base
dello studio geologico di cui l’A.C. si è
dotata in occasione della nuova redazione dello strumento urbanistico, oggi
in itinere, studio quest’ultimo che tiene
conto del piano per l’assetto idrogeologico vigente. Tutti gli interventi ricadenti
in zone P3 e P4, vengono inviati all’Assessorato Territorio ed Ambiente, come
previsto dalle norme di attuazione del
PAI, per assoggettarli al parere di compatibilità geomorfologica.
Il mio personale impegno è quello di
sottoporre all’amministrazione comunale
la necessità di inserire, tra gli allegati
progettual,i uno studio geomorfologico
ed idrogeologico preliminare, quale documento di studio ed analisi preventivo mirato alla mitigazione e valutazione
degli effetti negativi potenziali che la
realizzazione di nuove opere potrebbero
indurre”
Santino Pellerito, geologo e componente
della commissione edilizia comunale
email : [email protected]
Febbraio 2011
Non è un gioco
Uno sguardo al paese
M
i ricordo che
parecchi anni
fa venne a visitare il
nostro paese il principe Filiberto. Il giorno
del suo arrivo vennero spostati i cestini,
dove normalmente si
buttano piccole cose come carta o lattine,
da tutto il corso e messi in numero esagerato nella piazza. Bisognava dare l’idea di
una cittadina ordinata e pulita, è come dire
bardare a festa un asino per farlo apparire
come un cavallo di razza, ma sempre asino
è. Il seguito fu che quei cestini sono rimasti in piazza in numero via via sempre minore. Mi chiedo come si possa pretendere
la diligenza dei cittadini a non sporcare le
strade se non si dà l’opportunità di avere
un adeguato numero di cestini. Il problema
è particolarmente sentito in prossimità delle
scuole, dove uno straordinario permissivismo da l’opportunità alle persone in attesa
dell’uscita dei bambini di sostare in doppia
fila anche per più di un’ora, durante la quale
si consumano dei pasti veloci o si beve del
caffè, tutte cose che producono rifiuti che
poi non si sa dove buttare. Anche i bambini
hanno sempre qualcosa di cui disfarsi. Per
esempio non sapendo dove buttare le gomme da masticare, le sputano per terra e cosi
abbiamo i “marciapiedi leopardati”, pieni di
macchie nere di chewing gum.
Un giorno di pioggia abbondante e siamo
tutti con le scarpe in acqua, perché? Avete
notato che moltissime grondaie scaricano direttamente sopra i marciapiedi? Di particolare effetto fluviale è il marciapiede che in via
Venero costeggia la chiesa di San Castrenze,
vere cascate d’acqua vengono giù dal tetto,
non c’è nessuna possibilità di evitarsi una
bella immersione fino alla caviglia. Ma ve ne
sono altre lungo il corso. Se saprete guardare
ne scoprirete parecchie.
Sempre quando piove, spesso le persone con
i parapioggia rimangono incastrate fra i pali
della luce e le costruzioni. Questo accade nei
marciapiedi piccoli dove fra il palo della luce
e i muri delle case rimane meno di un metro.
Certo che chi ha progettato questo modo di
collocare i pali dell’illuminazione ha bisogno
proprio di essere illuminato nel cervello, poteva pensare di sistemarli a ridosso del muro
lasciando il marciapiede libero. Questo non
può che alimentare il sentire collettivo che
molti di coloro che lavorano per il comune,
politici compresi, sono di una mediocrità a
dir poco squallida, pessimi ingegneri, pessimi avvocati, pessimi potatori, però ottimamente pagati.
Il nostro centro storico dà, diciamo cosi, delle concessioni al modernariato. Se vi fate
una passeggiata nel corso tenendo il naso
in su, vi accorgerete che molte costruzioni
soggette a vincolo storico paesaggistico hanno al posto delle tradizionali persiane, delle
abominevoli serrande (o tapparelle). Ed ora il
top dell’insensibilità, dello squallore estetico,
della mancanza di rispetto per la natura, del
pernicioso menefreghismo da parte di tutti.
Sapete quanti alberi rimangono a fiancheggiare la via Venero dalla “Piazza Padre Pio”
fino alla chiesa di “San Castrenze”? Ne sono
rimasti 11.
Sapete quanti erano? 36! C’erano trentasei
magnifici alberi. Da anni le autorità (e anche
noi tutti) hanno permesso un tale scempio.
Hanno permesso ai privati di eliminare quelle superbe piante per farsi scivoli, posteggi,
stendere tende fino a metà strada togliendo
perfino tratti di marciapiedi. Aggiungo che
quei pochi alberi rimasti sono spesso oggetto di vandalismo come bruciature o chiodi
piantati nel tronco. Quelle piante avevano
anche più di 100 anni! Hanno permesso un
tale scempio per dare spazio ad ammassi di
ferraglia dette “automobili”. Ciò che in tutte
le nazioni civili viene scoraggiato, e cioè l’uso dell’automobile nei centri urbani, qui da
noi viene premiato! Il verde urbano è parte
integrante della bellezza della nostra cittadina, quegli alberi erano come i nostri monumenti. Mi appello alla sensibilità del sindaco
Filippo di Matteo, con il quale abbiamo condiviso magnifici momenti di amicizia quando frequentavamo lo stesso liceo. Anche lui
ricorderà la splendida alberatura di via Venero e sarebbe una cosa oltremodo gratificante
San Castrenze, Monreale.
Potatura con alberi “decapitati”
Corso Calatafimi, Palermo.
Potatura corretta
ripristinarne la sua antica bellezza e, soprattutto, tutelarne l’integrità.
Allego due foto che mostrano sia le piante
che si trovano in corso Calatafimi, sia quelle,
della stessa specie, che abbiamo in via Venero. Le prime vengono potate in maniera
magistrale, con vari rami lasciati a cerchio
che garantiranno una chioma a ombrello folta
e simmetrica. La pianta in piena estate avrà
una splendida estetica e un’ombra ampia.
Quelle della via Venero a Monreale vengono
potate in maniera radicale, lasciando soltanto il fusto come fosse un moncherino. Questo modo di potare compromette la vita della
pianta e comunque non permetterà mai la
crescita di una chioma ampia e simmetrica,
in piena estate avrà al massimo un ciuffetto
di foglie al centro e un’ombra irrilevante.
Bucceri Giovanni
[email protected]
“Lumen...in fabula”
Con il patrocinio di RAI RADIO 2, in occasione dell’ iniziativa “M’ILLUMINO DI MENO” nata per celebrare la giornata del
risparmio energetico, il Collettivo Link è lieto di presentare: “LUMEN...IN FABULA” Lettura concertata su fiabe di Oscar
Wilde, Luigi Capuana, H.Ch. Andersen. Voce recitante: Silvia Di Blasi. Improvvisazione musicale di Davide Matera: violino,
Angelo Onorato: pianoforte. Venerdì, 18 febbraio 2011, ore 21,00, Chiesa degli Agonizzanti, Piazza Guglielmo II, Monreale.
blog: filodirettoblog.wordpress.com
9
Anno II - n.11
Servizi e Territorio
Nei numeri di ottobre e di dicembre avevo delineato, a grandi tratti, alcune vecchie problematiche dei “forestali” di Monreale e dintorni:
I lavoratori “tirano la giacca” alla CGIL, mentre piccoli/nuovi sindacati muovono le acque stagnanti, proponendo particolari forme di protesta. I “forestali” vogliono essere ascoltati, sono stufi, dopo 30 anni di lotte, di non avere ancora ottenuto un lavoro stabile e sicuro, e di
aver proceduto così lentamente, a piccoli passi, per l’acquisizione di diritti propagandati, da grandi sindacati, come importanti conquiste;
minacciano di lasciare la grande “corazzata” (CGIL) per aderire a piccoli Movimenti, che sembrano capaci di muoversi più agevolmente!
Movimento Braccianti e Forestali vs Sindacati Confederali e viceversa
I lavoratori chiedono “cibo sano”!
La corazzata Potëmkin, Atto I: Uomini e vermi
I
marinai della corazzata
Potëmkin protestano
perché la carne destinata
al loro pasto è deperita e
piena di vermi. Capeggiati da Grigorij Vakulincuk chiedono cibo sano. Viene convocato il
medico di bordo che nega l’evidenza, affermando che la carne è commestibile e invita i
marinai a mangiarla senza fare storie, avvertendo che il rifiuto comporterà la fucilazione.
Gli ufficiali, i sottufficiali e qualche marinaio
cedono al ricatto e mangiano la carne ma
altri rifiutano e vengono trattenuti sotto un
telone, in attesa della fucilazione sul ponte
della nave, come monito per tutti coloro che
oseranno progettare un’insubordinazione!
Assemblea del Movimento Braccianti e Forestali uniti per la stabilizzazione. 15 gennaio 2001, Collocamento di Pioppo, ore 18.00
(I marinai della corazzata Potëmkin protestano).
Maurizio Grosso ribadisce quello che da
mesi si ostina a ripetere ai lavoratori forestali
nel corso del suo giro della Sicilia. Era stato
invitato a parlare con i forestali di Pioppo
qualche mese fa, in occasione di una assemblea ad Altofonte: dobbiamo organizzare
un’invasione di campo, non delegare sempre ad occhi chiusi. Diventiamo protagonisti
del nostro futuro. Dobbiamo ragionare, capire come muoverci; non facciamo accordi
“sine die” (in una data indeterminata). Siete 27 mila, la categoria più numerosa, più
vecchia e più precaria. Dobbiamo ribaltare
la partita, fare la guerra per lo scudetto (la
stabilizzazione), senza bisogno degli onorevoli. Noi siamo disponibili a guidare la lotta.
L’articolo 32 della Legge 1 del 2004 prevede
che il popolo possa formulare la Legge per la
stabilizzazione, purché non sia in contrasto
con i principi dell’ordinamento della Regione, individuando i capitoli per il reperimento
dei fondi. Dobbiamo parlare quindi di assetto
idrogeologico, di protezione civile, di ripulitura dei letti dei fiumi, di verde pubblico
in città. Il nostro obiettivo è quello di costruire insieme ai lavoratori una legge che
10
arrivi entro 7 mesi al tavolo della Regione
per essere approvata. Occorrono 10 mila firme per proporre la legge. Qualche colpetto
all’immobilismo dei confederali non manca:
Hanno tenuto la categoria nel precariato da
decenni: le lotte che hanno sostenuto non
hanno portato a risultati determinanti per la
stabilizzazione, ma si è proceduto con accordi poco rispettati dalla controparte, che
hanno fatto “tirare a campare” i lavoratori,
garantendo solo l’avanzamento della posizione dei sindacalisti all’interno del sindacato
e triplicando la richiesta dei loro permessi.
I lavoratori, d’altro canto, hanno continuato
a vivere nella paura del dimensionamento
della categoria, essendo chiamati in Piazza e
ottenendo minimi risultati. Non ci sono ancora progetti a lungo termine, e la programmazione dei lavori non viene mai fatta all’inizio dell’anno. Avete perso 6 anni di arretrati
che sono stati utilizzati per far lavorare altri
precari a vostra insaputa. Per 30 anni siete
stati vittime di partite truccate tra sindacati
e governo. Abbiamo fatto lo sciopero alla rovescia e a Catania 800 lavoratori stanno “facendo la vertenza” perché vengano pagate le
giornate effettuate: emuliamo Danilo Dolci e
le Cooperative Senza Terra che hanno vinto
queste battaglie (non mangeremo la carne
con i vermi).
Conclude chiedendo la partecipazione dei
lavoratori per stilare la Legge sulla stabilizzazione dando la disponibilità ad essere presente ogni 15 giorni sul territorio.
se” realtà forestali del Distretto 2: Abbiamo
delegati per la sicurezza (Salvino Carramusa), abbiamo indetto i corsi per la sicurezza
nei cantieri, abbiamo lottato per l’antitetanica e per le scarpe a norma. Nessuno potrà
scavalcare la CGIL intestandosi lotte non
condotte. I sindacati autonomi rivendicano
il rispetto di accordi firmati dai confederali e
indicono lotte senza senso.
E’ la volta di Nuccio Ribaudo: questi “pseudosindacalisti” asserviti non hanno portato
una sola ora di lavoro in più e indeboliscono
e destabilizzano la categoria. Uniti possiamo
vincere le guerre, la politica vuole che piccoli
sindacati autonomi ci dividano. Se avessimo chiesto la legge, la regione ci avrebbero
detto no! Dobbiamo aspirare ad aumentare
la superficie da boscare e chiedere la stabilizzazione. Evitiamo la divisione del settore
e aboliamo le fasce. Abbiamo un progetto
politico ma dobbiamo essere uniti. Considerate che in 2 anni sono cambiati 4 assessori
regionali. Noi siamo pronti ad iniziare una
forte lotta, faremo tante assemblee e non ci
fermeremo. Vogliamo partire già da subito
con gli avviamenti, vogliamo avere risposte concrete. Lavoreremo per l’applicazione
dell’accordo, per la stabilizzazione dei lavoratori a tempo indeterminato e dei 181nisti. Il
nuovo Contratto nazionale è stato firmato e
prevede aumenti contrattuali, ma deve essere recepito subito e il governo deve mettere
a disposizione somme aggiuntive. (Dovete
mangiare la carne con i vermi o “fucilazione
Assemblea lavoratori forestali, 18 gennaio, sul ponte”).
Scuola primaria di Pioppo, ore 17.30
Totò Tripi dà la stessa bordata: stanno emerLo stato maggiore della FLAI (Federazione gendo “sindacalisti da 4 soldi, senza argolavoratori agroindustria) CGIL fa quadrato in- menti, che attaccano le persone”. A Palermo
torno a Tonino Russo, responsabile sindacale vengono approvate 70 mila giornate lavoratidella CGIL di Pioppo. Sono presenti infatti ve e a Pioppo 26 mila su un territorio 3 volte
Totò Tripi, segretario generale FLAI Sicilia più vasto. Dobbiamo chiedere, quindi, l’aue Nuccio Ribaudo, segretario generale FLAI mento delle giornate. Tante battaglie sono
Palermo. Tonino Russo apre l’assemblea state fatte dalle operaie per avere servizi
elencando le lotte sindacali, da lui condotte, igienici e ripari adeguati nei cantieri (battache da 30 anni hanno fatto scuola! Informa i glie perse perché poco è stato ottenuto, dilavoratori della forestale di Pioppo che oltre chiara una convenuta). Attraverso l’accordo
il 50% dei pioppesi vive dell’economia della del 2009, per la prima volta attraverso una
forestale e che Pioppo è una delle più “gros- contrattazione sindacale e senza bisogno di
email : [email protected]
Febbraio 2011
Attualità
tossici, ma questa amministrazione non ha
ancora iniziato un’opera di sensibilizzazione
per la prevenzione. La prevenzione va fatta anche attraverso la vigilanza della polizia
municipale, dei tecnici comunali e applicando sanzioni a chi abbandona rifiuti tossici.
Con le sanzioni si potrebbero rimpinguare i
capitoli. Alcuni comuni finanziano i servizi
attraverso le sanzioni. Sappiamo ormai che
le discariche utilizzate abusivamente sono
Amianto: 521 morti in Sicilia con un incremento di 70 nuovi casi ogni anno una ventina: zone nei pressi dello scorrimenveloce Palermo Sciacca, via linea ferrata
Quanto sta a cuore la salute dei cittadini alla toe strada
ferrata, alcune vie di Giacalone …
una legge, sono stati aumentati i giorni lavorativi (sulla carta, bisbiglia un lavoratore)
e sono stati previsti i pagamenti degli arretrati (non ancora arrivati, ribadiscono dalla
platea). Gli obiettivi sono: piena applicazione dell’accordo del 14 maggio 2009 (siamo
a febbraio 2011, sussurra una lavoratrice) e
recepimento dello stesso a norma di legge.
Cosa faranno i nostri marinai? Mangeranno la carne con i vermi?
Ci rifiutiamo di mangiare la carne con i
vermi, e sotto il telone non ci andremo
da soli ma con l’intera Azienda Forestale
(Margherita Martorana)
Piera Autovino
[email protected]
nostra amministrazione?
Salvatore Porrovecchio, il geometra del co-
Maurizio Busacca dirigente dell’APAT risponde a “quattro” domande mune incaricato di eseguire la mappatura,
P
untuali alle 15.30 nel
suo ufficio. Entro
subito nel merito della
questione per la quale
avevo chiesto l’incontro.
La mappatura dei materiali in amianto-cemento era stata prevista dal
decreto 27/95 del presidente della Regione
Sicilia e il Ministero dell’Ambiente aveva
chiesto di iniziare nel 2003 sborsando svariati milioni di euro anche per la bonifica, a
che punto è il Comune di Monreale?
La mappatura è ancora in fase iniziale ma,
poiché ci sono altre priorità, abbiamo dovuto
sospenderla. Comunque conosciamo le aree a
rischio, ci vengono continuamente segnalate
dai cittadini, dai vigili urbani e dai carabinieri. Noi verifichiamo la rispondenza delle
segnalazioni e, nei limiti delle possibilità finanziarie, interveniamo per la bonifica. Differenziamo le operazioni a seconda che le aree
siano pubbliche o private. In quest’ultimo
caso, o se l’area non è di competenza comunale, inviamo un’ordinanza al proprietario alla
quale di solito deve far seguito un intervento
di bonifica a carico del proprietario stesso,
previa acquisizione di tutte le autorizzazioni. Nei casi di inadempienza del privato è
previsto un “intervento sostitutivo in danno”,
con una differente procedura da seguire: l’ufficio si reca sui luoghi, quantifica e comunica
l’entità del danno al proprietario, che dovrà
pagare, ed effettua i lavori nel presupposto
che ci sia la disponibilità economica nelle
casse del comune. Per la bonifica di piccole
aree possono
servire anche
1000/2000 euro.
concludere l’opera di mappatura?
Siamo certi che una prima mappatura in
collaborazione con i vigili urbani e l’ufficio
tecnico, verrà effettuata entro l’inizio di
quest’estate.
Da quello che si vede in giro (vedi foto scattate sul territorio di Monreale) risulta che
questa amministrazione sia poco sensibile a
questo problema; le operazioni di bonifica
vengono effettuate con andamento sporadico su segnalazione dei cittadini (la determina dirigenziale n°100 del 19/02/2010 affidava
all’Ammiraglia Recuperi Ambientali il prelievo e lo smaltimento di un certo quantitativo
di amianto per 3360 euro incluso IVA) e si
attinge ad un capitolo di spesa del bilancio,
il 1579 (interventi igienico-sanitari sul territorio), veramente irrisorio per le cifre che
prevede di impegnare. Per il futuro bilancio
si prevede di aumentare la cifra disponibile?
Non sappiamo ancora quanto verrà destinato a questo capitolo. Prima dell’approvazione
del bilancio si faranno le proposte. Noi come
ufficio chiederemo di aumentare la cifra da
impegnare per il futuro ma l’amministrazione ha dei limiti e bisognerà stabilire delle
priorità. Si vedrà a marzo/aprile.
Non crede che un’opera di sensibilizzazione dei cittadini sul rischio cancro che,
anche chi abbandona l’amianto per strada,
corre, possa contribuire alla prevenzione?
Cosa fa questa amministrazione perché i
cittadini non ricorrano alla soluzione ”fai
da te” visti gli alti costi per lo smaltimento?
Sappiamo che si deve fare una prevenzione
teorica. Qualche cittadino a volte assiste a
situazioni di smaltimento illegale e non lo
segnala, forse perché non sa che rischi corre
quando respira queste polveri. La passata
amministrazione, con l’assessore Di Pasquale, aveva iniziato un discorso, coinvolgendo
Che tempi vi i ragazzi di scuola media, sui rifiuti in gesiete dati per nerale, sulla loro classificazione, e su quelli
blog: filodirettoblog.wordpress.com
poi sospesa dall’amministrazione per carico
di responsabilità, interviene, evidenziando quanto la prevenzione dal punto di vista sanitario sia un’opportunità a cui non si
può rinunciare e dichiara di aver segnalato le situazioni più gravi. Aggiunge anche
che un’amministrazione sensibile alla salute
pubblica organizza un servizio efficiente in
collaborazione con i vigli urbani, per la mappatura, il censimento, il monitoraggio e la
sensibilizzazione, perché i cittadini vengano
incoraggiati a liberarsi, secondo i termini di
legge, di questo materiale così dannoso per
la salute: quando il proprietario viene sensibilizzato, censito e monitorato, non potrà
facilmente liberarsi del materiale, perché sa
che è stato censito e deve dimostrare a quale ditta ha affidato l’amianto per lo smaltimento. Inoltre, afferma che, si dovrebbero
fare convenzioni con le ditte perché i costi
siano più contenuti.
A tutt’oggi siamo nella fase del “si potrebbe
fare”, “si potrebbe coinvolgere la protezione
civile”, “le soluzioni si trovano, ma devono
esserci le somme”, “prima i soldi e poi i progetti”, “questo è un problema di salute pubblica”, “ho scritto al segretario ma non c’è
stato un riscontro”, “questo problema non è
sentito”, “non mi risulta che i 300 mila euro,
richiesti da Salvino Caputo per la bonifica,
siano mai arrivati”.
A mio avviso, il ruolo dell’amministrazione è fondamentale e se c’è sensibilità al
problema si vedrà dalle cifre impegnate
nell’apposito capitolo del bilancio e dalla capacità di stilare un efficace piano di bonifica
e di sensibilizzazione.
Mi congedo impegnandomi a tornare a bilancio approvato e, prima dell’estate, per sapere se la mappatura è stata completata e se
si sta lavorando ad un progetto di bonifica
serio che miri a tutelare la nostra salute. Piera Autovino
[email protected]
11
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Karidopitta Athinàiki ( dolce greco )
Ingredienti:
200gr. Di gherigli di noce, 125 gr. Di farina, 4 uova, 90 gr. Di burro, 90 gr.di zucchero, 1
bustina di vaniglina, un cucchiaio di lievito per dolci, 1 limone non trattato, sale.
Preparazione : lasciate ammorbidire il burro, amalgamatene 70 gr. Alla vaniglina e allo zucchero unite i
tuorli (tenendo da parte glia albumi) e sbattere il composto fino ad ottenere una crema gonfia. Aggiungete la
farina setacciata con il lievito, 150 gr. Di noci tritate fini, la scorza di limone grattugiata. Montate gli albumi
con un pizzico di sale, incorporate al composto e versatelo in uno stampo del diametro di 22 cm imburrato
che il rimanente burro. Cuocete la torta in forno a 180° C per 1 ora.
Nel mentre preparate lo sciroppo: portate ad ebollizione 2,5 dl di acqua e zucchero, la cannella e la vaniglia,
e continuate la cottura a fuoco lento per 10 minuti, fate raffreddare lo sciroppo, unite il succo di limone e la
grappa e filtrate.
Sfornate la torta ancora calda, bucatela con lo stecchino, spennellatela di sciroppo e con le noci rimaste
tritate.
Kaab Alghaza (dolce arabo)
Ingredienti:
250 gr. di farina, 450 gr. di pasta di mandorle, cannella in polvere,
30 gr. Burro, sale, acqua fiori di arancio.
Preparazione : lavorate la pasta do mandorle fino ad ammorbidirla, unite 10 gr. Di
burro morbido, 1 cucchiaio di cannella e 1 cucchiaio di acqua d’arancio e continuate
a lavorare la pasta fini a quando non sarà omogenea. Formate 8 cilindri di 1,5 di dm
e lunghi 6 cm e metteteli in frigo per 2 ore. Disponete la farina a fontana e unite 1,5
dl di acqua tiepida, impastate bene in tutto fino a quando il composto non risulterà
omogeneo. Stendete una sfoglia molto sottile, aiutandovi con il mattarello e ricavate
18 striscioline di 10x15 cm. Poi appoggiate i bastoncini di pasta di mandorla al centro
delle strisce preparate, avvolgetele e sigillatele bene con le dita inumidite di acqua;
tagliate la pasta in eccesso, incurvate i bastoncini a ferro di cavallo e disponeteli su
una placca foderata con carta da forno imburrata. Cuocete i dolcetti nel forno caldo a
180° C per 10 minuti quindi sfornateli e spennellateli con un po’ di acqua di fiori d’arancio e spolverizzateli con la cannella.
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