Suoni n.2-2010 – Jazz Time 3

Transcript

Suoni n.2-2010 – Jazz Time 3
SUONI
Quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni
incontrate?
L’organizzazione iniziale è stata importante e laboriosa. Se poi teniamo conto che non c’era mai stato nei
Conservatori un percorso didattico di II livello costruito
per ogni strumento la cosa è stata ancora più difficile.
La compilazione dei piani di studio, la costruzione dei
percorsi didattici per ogni materia, la didattica unita
alla pratica direttamente nei locali della zona, la carenza di spazi dove fare lezione e attività, sono solo
alcune delle cose sulle quali abbiamo lavorato. Dico
abbiamo perché sin dal primo anno ho avuto il piacere
di coordinare e collaborare con musicisti/insegnanti di
grande livello fra i quali: Bruno Tommaso, Roberto
Rossi, Paolo Ghetti, Stefano Paolini, Paolo Silvestri, Antonio Cavicchi, Diana Torto, Michele
Francesconi, Luca Bragalini, Paolo Birro, Bruno
Cesselli.
Anche la stesura/incastro degli orari, che doveva tenere conto della distanza degli allievi iscritti (da Milano,
Bolzano, Trento, Torino, Pesaro, Bologna ecc.) razionalizzando la frequenza alle lezioni concentrata su tante
ore al giorno ed eventualmente su giorni attaccati, è
stata una sfida vinta ogni anno. Infatti spesso ai corsi si
iscrivono tuttora musicisti che già lavorano nel campo
della musica e/o laureati professionisti in altri settori
che non riuscirebbero a frequentare le lezioni se troppo
frammentate.
Soddisfazioni tante, a cominciare dalle produzioni
musicali realizzate (Concerti sacri di D. Ellington, il
nostro originale Synketismos de las Americas di
Paolo Silvestri, Concerto dedicato Leo Ferré di Bruno
Tommaso, per non parlare delle Jam Session nei locali
e i concerti organizzati per gli allievi...). Altra soddisfazione è arrivata dalla didattica che si è perfezionata di
anno in anno vedendo gli allievi fiorire e perfezionarsi
a dispetto di quelli che asseriscono che il “jazz” non si
possa insegnare…
Negli anni oltre al team di Docenti “fissi”, sono riuscito
ad organizzare ed ho avuto il piacere di collaborare
con musicisti di fama internazionale fra i quali: Jerry Bergonzi, Steve Turre, Steve Styepko Gut,
John Mosca, Andrew Speght, Barbara Casini,
Michael Blake, Massimo Manzi, Ben Hallison,
Jay Clayton con grandi stimoli per gli allievi e scambi
fra i docenti.
professionale attiva nel territorio e in campo nazionale. Fra i
concerti più significativi della Big Band ricordo le collaborazioni
con Paolo Fresu, Paul Jeffrey, Francesco Cafiso, Billy Hart e Cameron Brown.
aver vinto il “Premio delle arti” concorso indetto dal Ministero
per tutti gli studenti dei Conservatori.
il sodalizio artistico e didattico con il “Conservatorio Jazz” di
Amsterdam.
essere riusciti ad organizzare un vero e proprio jazz festival intitolato “Venezze Jazz Festival” che quest’anno compie quattro anni e che ha ospitato musicisti di fama internazionale, da
Danilo Rea a Cedar Walton, e ancora Joey Calderazzo, Billy
Hart, Scott Colley, Brian Blade, Ed Simon, Darryl Hall, Cameron
Brown, Francesco Cafiso, Al Foster, Buster Williams , Paolo Fresu, Paul Jeffrey, Franco Cerri, Christian Escoudè coi quali abbiamo collaborato nella realizzazione di vere e proprie produzioni
originali con insegnanti e allievi.
aver prodotto insieme al nostro dipartimento di musica classica
concerti in cui si fondono repertori classici a quelli jazz con rivisitazioni ed improvvisazioni che vanno da Bach a Puccini, come
per esempio i due progetti originali: “Da Bach al jazz” per trio
jazz e quartetto d’archi, “Arie d’Opera” per voce pianoforte e
quartetto jazz e il concerto di Friedrich Gulda per violoncello e
orchestra jazz.
avere un corpo insegnanti collaborativo e formato da professionisti riconosciuti in campo internazionale.
Come ha risposto il territorio in termini di iscrizioni,
ospitalità, eventi collegati e di promozione?
Il territorio ha risposto bene in termini di iscrizioni, anche
buona parte degli studenti provengono da altre provincie del Veneto o, in alcuni casi, da altre regioni: Sicilia,
Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. Ma questo è un
punto a favore perché è la riprova di come siamo riusciti a creare un importante polo di attrazione nel panorama
didattico del jazz. Abbiamo anche uno studente proveniente dal Brasile, che ora è in ERASMUS ad Amsterdam. Tutto ciò non può che essere un valore aggiunto per la città.
Molti dei nostri studenti che vivono fuori provincia, in alcuni
casi anche in zone limitrofe, hanno deciso di abitare a Rovigo per l’accoglienza e l’ambiente che si è creato attorno
al Conservatorio. Il comune dovrebbe tener conto di questo
e contribuire di più alla promozione delle nostre iniziative
sensibilizzando la popolazione e collaborando con i gestori
di locali, adatti ad ospitare concerti, promuovendo maggiormente la musica dal vivo con i gruppi laboratorio del Conservatorio. Molti dei nostri gruppi laboratorio sono diventati
realtà professionali che si esibiscono nei circuiti jazz nazionali.
Ringrazio, anche a nome del Conservatorio di Rovigo, la
Fondazione Banca del Monte per il finanziamento di alcuni
progetti originali del dipartimento jazz fra i quali: Musica e
Poesia e “Concerto per la Pace” realizzati nell’anno accade-
Come ha risposto il territorio in termini d’iscrizioni, ospitalità, eventi collegati e di promozione?
Il territorio ha risposto bene in termini d’iscrizioni, infatti riusciamo a mantenere ogni anno un alto nume46