prosa scientifica e stile nel saggiatore di galileo galilei

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prosa scientifica e stile nel saggiatore di galileo galilei
PROSA SCIENTIFICA E STILE NEL
SAGGIATORE DI GALILEO GALILEI
Denisa IONESCU
Universitatea „Babeş-Bolyai”, Cluj-Napoca
1. La prosa scientifica
Considerando che la natura può essere interpretata e compresa solo tramite le
esperienze dirette e le dimostrazioni necessarie, Galileo è uno dei fondatori del
metodo scientifico nell’epoca moderna. La scienza è per lo scienziato una
conoscenza oggettiva prevista di un metodo con il quale egli costruisce le proprie
teorie. L’osservazione scientifica coinvolge, dunque, da una parte, l’osservazione
dei fenomeni e, dall’altra parte, l’intervento della logica e del discorso,
quest’ultimo essendo proprietà della mente umana. Di conseguenza, Galilei
dimostra di essere, allo stesso tempo, anche il fondatore di una nuova prosa
scientifica di un grande rigore letterario. Infatti, la sua prosa, avendo l’impronta
degli scritti di Ariosto, con un linguaggio preciso, puntuale e concreto, con la sua
forte struttura argomentativa, diventa il modo con cui l’atteggiamento dello
scienziato viene rispecchiato in rapporto alla realtà. Il suo metodo scientifico,
empirico e sperimentale, non può non influenzare e non trovare una corrispondenza
funzionale a livello linguistico e letterario in quanto conseguenza della sua
invettiva contro il dogmatismo dei discepoli di Aristotele. Quindi, il suo metodo
scientifico supera i confini del semplice commento sopra la scienza dei
predecessori e diventa ricerca, ipotesi e verifica e, dunque, scoperta, innovazione e
progresso.
1.1 Aspetti generali dello stile di Galileo Galilei
Sfogliando le opere di Galilei il lettore ha l’occasione di ammirare
direttamente, più che il profondo pensiero del grande scienziato, anche il suo
magnifico stile. La vasta cultura del padre, come anche il fatto di aver frequentato
vari cerchi culturali, hanno contribuito all’apparizione di interessi non solo
scientifici ma anche filosofici e letterari (da giovane interviene nel dibattito
dell’epoca sopra la poesia di Ariosto e Tasso e nel 1588 scrive due studi sopra
l’Inferno di Dante) che lo accompagneranno per tutta la vita e lasceranno la loro
impronta sopra i suoi scritti. Secondo Kendrick Frazier1, „era un Rinascentista per
eccellenza. Aveva un’immensa curiosità, era un grande scrittore, poteva suonare
vari strumenti, dipingere e scrivere poesie”. Coinvolto nella vita culturale
dell’epoca, lo stile di Galilei non poteva non essere influenzato dalla dialettica e
dalla retorica, elementi essenziali nell’educazione di quei tempi, e, dunque, dalla
élite intellettuale del Nord Italia. „Mentre il pensiero dialettico si avvicina alla
dimostrazione perché tende a promuovere un certo argomento, l’argomento
retorico genera solamente un sospetto conforme al quale esso è il più adatto”2.
Forse proprio a causa della vasta diffusione della retorica e della dialettica alcuni
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critici affermano che “qualora la scienza non fosse stata sufficiente per sostenere
un argomento, Galileo ricorreva alla polemica”3.
Dobbiamo rammentare, nello stesso spirito, i vari Dialoghi, una forma di
scrittura molto diffusa all’epoca, la quale Galilei, a suo turno, aderisce. Secondo
Virginia Cox4 i dialoghi documentari, traendo le radici dalle opere di Platone e
Cicero, rappresentano delle conversazioni in un quadro reale tra interlocutori che
possono essere identificati dal punto di vista storico. Questo tipo particolare di
dialoghi, che serve alla rappresentazione e alla celebrazione della civil
conversazione così come veniva praticata alle Corti italiane, aveva il ruolo di
autodefinire l’élite culturale della penisola.
I Dialoghi di Galileo sono strutturati, il più delle volte, sulla durata di vari
giorni il che ci fa pensare alla struttura del Decameron di Boccaccio. Prendiamo un
esempio rilevante: il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo viene
strutturato sulla durata di quattro giorni: nel primo giorno l’autore affronta i
concetti aristotelici, nel secondo e nel terzo fa la critica degli argomenti tradizionali
concernenti il movimento della Terra, durante un giorno e un anno, mentre nel
quarto viene presentata la prova fisica, concludente dell’autore e, cioè, i fenomeni
delle maree. La ricchezza scientifica e letteraria del Dialogo non si riduce solo alla
linearità di questo schema, sono presenti numerosi e vari exemplum, argomenti e
l’incoraggiamento, da parte dell’autore, dell’uso degli strumenti matematici.
Hanno scritto sopra lo stile e sopra il valore letterario delle opere di Galilei
critici, letterati e anche scienziati. Natalino Sapegno5 afferma che la „La sua opera,
per ricchezza di contenuto umano e potenza di stile, si inseriva nella storia futura
della nostra prosa, come un fatto letterario e culturale di prima importanza. È il più
grande prosatore fra Machiavelli e Manzoni, un periodo di 400 anni”. Un altro
critico letterario, Francesco De Sanctis, nella sua Storia della Letteratura Italiana6
dice che la prosa di Galilei è rappresentata da „uno stile tutto cose e tutto pensiero,
scevro di ogni pretensione e di ogni maniera, lontano dal cercare argomenti,
tendendo solo alla chiarezza della comunicazione”. Sempre in riguardo allo stile di
Galilei scrive anche il famoso Parini: „D’altro più non si cura fuorché d’essere
inteso”, oppure Italo Calvino7: „Stile come metodo di pensiero e come gusto
letterario: la rapidità, l’agilità del ragionamento, l’economia degli argomenti, ma
anche la fantasia degli esempi sono per Galileo qualità decisive del pensar bene”.
2. Il Saggiatore
È forse la più galileiana delle sue opere avendo la forte impronta della
personalità combattiva dell’autore, il suo stile incisivo e polemico, lo spirito di un
sagace sperimentatore, la sua forza di audace innovatore della cultura.
Il Saggiatore prende la forma di una lettera scientifica rivolta al signor
Virginio Cesarini in quanto risposta all’opera di Grassi intitolata Libra astronomica
ac philosophica. La polemica tra le due si rende visibile a partire dal titolo: Libra
(bilancia) da una parte, Saggiatore (bilancia di precisione per determinare il peso
esatto dei metalli preziosi) dall’altra parte, un calembour che già ci fa intravvedere
il tratto ironico caratteristico all’intero lavoro. In più, l’autore si sofferma sul titolo
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Prosa scientifica e stile nel saggiatore di Galileo Galilei
e sottolinea l’importanza di averlo scelto e dovuto proprio a questo contrasto con lo
strumento usato, metaforicamente, dal suo avversario: „Ma perché m’è paruto che,
nel ponderare egli le proposizioni del Signor Guiducci, si sia servito d’una stadera
un poco troppo grossa, io ho voluto servirmi d’una bilancia da saggiatori, che sono
così esatte che tirano a meno d’un sessantesimo di grano”8. Già dal titolo dell’opera
viene resa ovvia la sua costruzione in quanto la replica polemica, tante volte
incisiva, dell’opera di Grassi e traspare, altrettanto, il desiderio dell’autore di
dimostrare tutto senza ombra di dubbio.
Galilei fonda la sua opera sul contrasto e sulla contrapposizione tra il proprio
testo e, implicitamente, la lingua in cui esso è scritto, e il testo e la lingua/il
linguaggio di Grassi. Infatti, l’opera è formata da ampi brani ripresi dalla Libra,
anonima, scritta nel latino colto, seguiti dai commenti nel latino volgare, spesse
volte molto ironici, dell’autore. Vorremmo sottolineare la scelta della forma
epistolare la quale garantisce un tono intimo, privato, in grado di sottrarre l’opera
alla censura (dato il fatto che allo scienziato è stato imposto il silenzio tramite un
avvertimento da parte della Chiesa nel 1616). Quindi, solo la forma del dialogo
potrà dare la possibilità della presentazione di una dialettica tra più opinioni.
Godendo di un’ampia diffusione, Il Saggiatore fu letto non sono da coloro a cui
veniva rivolto – cioè dagli scienziati – ma anche da persone non specializzate,
queste ultime non essendo in grado di valutare la validità degli argomenti
scientifici riguardanti la problematica delle comete. Ma il pubblico fu comunque
conquistato dalle qualità letterarie dell’opera che racchiudeva in sé citazioni di
poeti e storici, metafore estremamente suggestive, una mordace ironia, una
brillante parodia dei commenti colti. Con uno stile chiaro ed efficace l’autore è
riuscito ad elaborare una vera teoria del conoscere.
2.1 Il linguaggio scientifico
Come abbiamo già accennato, l’aver conosciuto la letteratura e i poeti, il suo
amore per le opere di Ariosto e Ruzante, si ritrovano nella prosa di Galilei dove,
più che il fervore che la materia desta nell’autore, più che la polemica che traspare
dalle pagine dei suoi scritti, più che il ritmo incalzante o la mordacità a cui spesse
volte ricorre, più di tutte queste è ovvio l’intento di fare dimodoché il linguaggio
usato vesta al meglio la materia presentata. Galilei ha adattato lo strumento
rappresentato dal linguaggio alle esigenze dell’argomento scientifico e, allo stesso
tempo, ha rivisto la terminologia caratteristica considerandola una necessità per
poter ottenere una più grande chiarezza. Tranne l’indiscutibile valore letterario
della prosa di Galileo vorremmo presentare anche le motivazioni che l’hanno fatto
usare nelle sue opere scientifiche tanto il latino quanto l’italiano, in alternanza.
Mentre il primo viene usato solo per gli scritti rivolti alla comunità scientifica
ufficiale, il secondo viene considerato dall’autore uno strumento efficace per la
diffusione delle nuove conquiste e per il nuovo concetto sopra il mondo. L’italiano
aveva anche il merito, secondo Galileo, di essere più libero per ciò che riguarda i
condizionamenti del modo tradizionale di praticare la scienza. L’attenzione verso il
problema della lingua è una componente essenziale della lotta culturale dello
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scienziato, intenta non solo a portare nuove scoperte e invenzioni ma anche a
diffonderle all’interno di cerchi e gruppi sempre più vasti e variati.
2.2. Gli argomenti
Lo stile concreto e conciso del modo in cui furono scritte le opere di Galilei
si deve soprattutto alla strutturazione chiara delle idee e dei concetti presentati e
sostenuti, sempre in modo molto strutturato, da un’intera rete di argomenti,
dimostrazioni ed esemplificazioni. È da notare il fatto che la replica dello
scienziato assume una forma molto schematizzata ma, allo stesso tempo, molto
dettagliata. Schematica perché la sua risposta non è una generale, che tratta
globalmente le affermazioni del Grassi e le ingiurie da egli portategli, ma molto in
dettaglio, brano per brano (rammentiamo il fatto che ci sono 53 brani analizzati uno
per uno). Dettagliata, allo stesso tempo, proprio perché insiste assai sull’analisi
passo per passo, frase per frase e alla quale segue,m altrettanto dettagliatamente, la
dimostrazione scientifica o l’argomentazione logica. È ovvio il desiderio di
trasparenza e rigorosità sostenute anche dalla sua affermazione: „Il qual proemio
[presente nello studio del Grassi] sarà però da noi qui registrato intero, per total
compitezza del testo latino, al quale non vogliamo che manchi pur un iota”9.
Questo rigore schematico è presente a partire dalle prime pagine e viene
rispecchiato dalla costruzione, nel modo più coerente e preciso possibile, degli
argomenti. Facciamo qualche esempio: sin dalla parte introduttiva del lavoro,
l’autore, facendo riferimento all’opera di Grassi, afferma di avergli offerto la
possibilità di convincerlo con „testimoni”, „prove” e appaiono anche i primi
argomenti. Essi seguono la struttura che potremo notare lungo le pagine dell’intera
opera: „E prima, non è vero che i quattro cerchi delle Medicee inclinino dal piano
dell’eclittica; anzi sono eglino ad esso sempre equidistanti. (...) Secondo, non è
vero che le medesime stelle non sieno mai tra di loro puntualmente per linea retta
(...) E finalmente, è falso che quando declinano dal piano dell’eclittica, ecc.”10. Il
numero degli argomenti è condizionato, ovviamente, dalle affermazioni presentate
nel corrispondente brano dalla Libra e anche dall’estensione della propria
dimostrazione. Possiamo incontrare, lungo le pagine, argomenti strutturati in due
parti (si veda brano 11), tre (brano 14), quattro (brano 17) e persino cinque (brano
10) e gli esempi possono continuare.
2.3. Esemplificazioni dalla vita quotidiana
La parte introduttiva dello studio, seguendo la parte corrispondente
dall’opera di Grassi, non contiene una ricca informazione scientifica proprio perché
il suo ruolo è quello di combattere le ingiurie recate allo scienziato, tanto come
uomo, quanto come comportamento rispetto agli avversari. Solo a partire dal sesto
„saggio” si possono notare le dimostrazioni e gli argomenti sostenuti, il più delle
volte, da possibili esemplificazioni dalla vita quatidiana di ciascuno di noi. Non
dimentichiamo un fatto a cui abbiamo accennato prima e cioè il fatto che l’autore si
rivolge tanto ad un pubblico specializzato quanto al volgo e forse proprio a
quest’ultimo vengono indirizzati queste esemplificaizoni. Si tratta, per esempio,
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Prosa scientifica e stile nel saggiatore di Galileo Galilei
dell’analogia che troviamo nel sesto brano quando, ironicamente, Galilei afferma:
„Ma perdonimi Ticone: la grandezza e piccolezza della Terra non ha che fare in
questo caso, perché il vedersi da ogni sua parte la medesima stella nell’istesso
luogo deriva dall’essere ella realmente nell’ottava sfera, e non da altro; in quel
modo a punto che i caratteri che sono sopra questo foglio, già mai rispetto al
medesimo foglio non muteranno apparenza di sito, per qualunque grandissima
mutazion di luogo che faccia l’occhio di V. S. Illustrissima che gli riguarda”11.
Queste affermazioni verranno sostenute, come spesso avviene nel caso delle
esemplificazioni prese dalla realtà, da dimostrazioni logice o/e geometriche. Così,
Galilei continua: „Egli [Grassi] dice le due rette AD, BD esser perpendicolari alla
AB: il che è impossibile, perché la sola retta che viene dal vertice è perpendicolare
sopra la tangente e le sue parallele, e queste non vengono altramente dal vertice, né
l’AB è tangente o ad essa parallela”12.
Troviamo un altro caso di esemplificazione ispirata dalla realtà quotidiana
nel saggio numero 11, accompagnato da un poco sfumato tono ironico: „E vengo,
nel secondo luogo, a produrre altra scusa per me (vestito della persona del Signor
Mario); e con ingenuità confessando, non m’esser venuti in mente i movimenti per
eccentrici o per linee ovali o per altre irregolari, dico ciò essere accaduto perch’io
non soglio dar orecchio a’ concetti che non ànno che fare in quel proposito di che si
tratta”13. Si può notare forse quello che Perelman e Tyteca14 chiamavano il loro
famoso argomento di autorità usato specialmente dagli insegnanti quando si
rivolgono agli alunni con frasi del tipo „Non capisco quello che stai dicendo”.
Abbiamo a che fare, praticamente, con una falsa incompetenza dell’insegnante,
un’ignoranza affettata, „l’incompetenza del competente” come viene chiamata dai
due studiosi. È esattamente quello che fa Galilei in queste righe che saranno
sostenute da un esempio facile da seguire: „E per l’intelligenza del Sarsi, V. S.
Illustrissima potrà una volta, incontrandolo, proporgli due tali linee rette AB, CD,
delle quali la CD sia perpendicolare all’AB, e dirgli che supponendo la retta DC
esser quella che va dall’occhio al Sole (...) il moto apparente della cometa esser nel
piano d’un cerchio massimo”15 e la dimostrazione continua.
L’elenco delle esemplificazioni può andare avanti perché l’opera dello
scienziato abbonda di tali esempi però vorremmo soffermarci su un ultimo che
abbiamo considerato di particolare interesse e che ritroviamo nel quindicesimo
saggio: „Io domando al Sarsi, onde avvenga che le canne dell’organo non suonan
tutte all’unisono, ma altre rendono il tuono più grave ed altre meno? Dirà egli
forse, ciò derivare perch’elle sieno di materie diverse? certo no, essendo tutte di
piombo: ma suonano diverse note perché sono di diverse grandezze, e quanto alla
materia, ella non ha parte alcuna nella forma e del suono”16. E gli esempi possono
continuare.
2.4. Le dimostrazioni logiche
Per ciò che riguarda le dimostrazioni logiche, possiamo fare riferimento a
certi esempi a cui si è già accennato (si vedano i brani 6, 15) ma vorremmo
soffermarci anche su altri esempi come quello ritrovabile nel saggio 17 rafforzato
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anche da un modo molto concreto di esprimersi dell’autore: „E per farvi toccar con
mano la verità di quanto io dico, rimovete la considerazion della causa ed
introducete il solo effetto (già che voi affermate che il vostro Maestro non ricercò
la causa, ma il solo effetto), e poi discorrendo dite: «Le stelle fisse ricrescono
insensibilmente; ma la cometa essa ancora ricresce insensibilmente»; adunque,
Signor Sarsi, che ne concluderete? Rispondete: «Nulla», se volete rispondere
manco male che sia possibile”17. È molto difficile, ovviamente, separare il più
esattamente possibile gli elementi che compongono e caratterizzano lo stile di
Galilei proprio perché essi non possono essere trovati in modo isolato ma si
intrecciano e si sostengono gli uni agli altri costantemente.
2.5. La retorica e le domande retoriche
Come si è già accennato, la retorica e la dialettica erano di estrema
importanza nell’educazione e nell’ambiente universitario dell’epoca, di
conseguenza, lo stile di Galilei non poteva non esserne influenzato. A questo punto
dobbiamo rammentare il nome di un altro autore famoso dell’epoca il quale, a suo
turno, ha fatto uso della retorica nei suoi scritti – Niccolo Machiavelli – e,
prevalentemente, nella sua opera Il Principe. Anche Machiavelli ha strutturato i
suoi lavori su una ricca e forte argomentazione fondata soprattutto sul ruolo
dell’exemplum e delle domande retoriche. Questi elementi non mancano dall’opera
del suo connazionale e ne abbiamo già potuto individuare alcuni esempi (si vedano
i saggi 15, 17). Possiamo comunque accennare anche al dodicesimo brano in cui
l’autore intreccia l’ironia con la retorica: „Se la lente convessa unisce i raggi, non
sapete voi che il vetro concavo gli dilata e forma il cono inverso?”18 o „E
camminando in campagna contro al Sole, in quante migliaia di pagliuzze, di
sassetti, un poco lisci o bagnati, si vedrà la riflession del Sole in aspetto di stelle
splendissime? (...) E chi distinguerebbe la Luna, veduta di giorno, da una nuvola
tocca dal Sole, se non fusse la diversità della figura e dell’apparente grandezza?”19.
2.6. L’ironia
Avendo già percorso una parte rilevante del nostro studio riguardante lo stile
di Galilei, abbiamo accennato, varie volte, all’ironia che caratterizza l’intera sua
opera e questo si deve anche al fatto che abbiamo a che fare con un capolavoro
polemico intento a dare risposta aspra e incisiva agli avversari. Consideriamo di
particolare interesse il nono saggio e cioè: „Se voi, Sarsi, vi fate scolare di quei
venerandi Padri nella natural filosofia, non vi fate già nella morale, perché non vi
sarà creduto (...) Forse crede il Sarsi, che de’ buoni filosofi se ne trovino le squadre
intere dentro ogni ricinto di mura? Io, Signor Sarsi, credo che volino come
l’acquile, e non come gli storni. È ben vero che quelle, perché son rare, poco si
veggono e meno si sentono, e questi, che volano a stormi, dovunque si posano,
empiendo il ciel di strida e di rumori, metton sozzopra il mondo. Ma pur fussero i
veri filosofi come l’acquile, e non più tosto come la fenice, Signor Sarsi, infinita è
la turba de gli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla; assai son quelli che
sanno pochissimo di filosofia”20. Galilei si scaglia contro tutti coloro che
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Prosa scientifica e stile nel saggiatore di Galileo Galilei
pretendono di essere degli scienziati, che vogliono lasciare la loro impronta
sull’umanità ma le cui conoscenze sono scarse. Un’invettiva che veste la forma
della dimostrazione retorica e, allo stesso tempo, logica dell’affermazione secondo
la quale „Il giudicar dunque dell’opinioni d’alcuno in materia di filosofia dal
numero dei seguaci, lo tengo poco sicuro”21. Il tono è uno molto duro. Una
straordinaria difesa e polemica a favore dei veri scienziati che si impegnano e
dedicano la loro intera vita alla scienza e all’evoluzione dell’umanità mentre il loro
compenso sono le accuse e i plagi. Forse, in queste righe, l’ironia dell’autore arriva
all’apice proprio dovuto al risentimento e al rancore che egli stesso sta
esperimentando. Non si tratta più di una semplice critica ma è una incisiva e
mordace secondo l’affermazione dello stesso Grassi concernente il tono di Galilei
nel Saggiatore.
Un’ironia sublime troviamo anche nel dodicesimo saggio in cui l’autore
rammenta il fatto che, considerando l’ultima parte del brano, „il Sarsi, per farmi un
segnalato favore, vuol nobilitare il telescopio con una ammirabil condizione e
facoltà d’illuminar gli oggetti che per esso rimiriamo, non meno ch’ei ce
gl’ingrandisca. Ma prima ch’io passi più avanti, voglio rendergli grazie del suo
cortese affetto, perché dubito che l’effetto sia per obbligarmi assai poco dopo che
avremo considerata la dimostrazione portata per prova del suo intento”22. Ma anche
nel brano numero 19 in cui, con apparente sottostima della propria persona, scrive:
„Io confesso di non aver la facoltà distintiva tanto perfetta, ma d’esser come quella
scimmia che crede fermamente veder nello specchio un’altra bertuccia, né prima
conosce il suo errore, che quattro o sei volte non sia corsa dietro allo specchio per
prenderla”23.
2.7. Lo stile conversazionale, diretto
Abbiamo accennato varie volte all’uso continuo di uno stile quasi
conversazionale, diretto che coinvolge di più e con più facilità il lettore e richiede
la sua attenzione. Questo stile colloquiale è caratteristico di una conversazione
anche se, praticamente, abbiamo a che fare con un monologo ma, nella mente
dell’autore, è presente anche la persona a cui si rivolge e, di conseguenza, questo
tratto sepcifico, particolare, lascia la sua impronta sullo stile. Questa modalità di
rivolgersi al lettore e di attirare la sua attenzione rompe il ritmo, talvolta pesante,
del discorso scientifico e, allo stesso tempo, anche la monotonia. La prima persona
mirata dal discorso di Galilei è „l’Illustrissimo e Reverendissimo Signor Virginio
Cesarini Accademico Linceo”. Ci sono passi in cui si rivolge anche agli avversari,
prevalentemente al Grassi. Questo approccio colloquiale facilità la lettura di una
tale scrittura, ci allontana dal discorso scientifico e ci avvicina sempre di più allo
stile letterario.
2.8. La favola dello zufolo e della Cicala
Quanto è inaspettato trovare una favola lungo le pagine di uno studio
scientifico? Nel nostro caso si tratta di un racconto che viene a rafforzare una fede,
un giudizio che dovrebbe essere di tutti noi e secondo il quale non sapremo mai
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tutto, non saremo esaurienti in nessun campo e, ancora meno, in tutti. Forse un
impulso, una spinta alla modestia soprattutto da parte degli scienziati, degli
intellettuali che, possedendo delle conscenze più ricche e varie che la gente
comune, sono tentati a credere di sapere tutto. Questo brano dell’opera di Galilei è
uno che abbonda di suggerimenti e, così come accade nelle pagine di letteratura
vera, offre la possibilità di tante e diverse interpretazioni. Rivela anche la ricchezza
e la varietà degli scritti di Galileo il quale ha la capacità e il talento di muoversi su
diversi livelli (dalla vera e propria comunicazione scientifica al dialogo aperto, un
dialogo tra scienza e letteratura e polemica) e che in queste pagine diventa
narrazione, fiaba. Il ruolo di questo racconto è quello di rompere il ritmo e la
tensione della lettura. Sorprende il lettore e lo fa allontanare, in modo magico, dalle
pagine in cui viene descritta la controversia delle comete (e di altri aspetti
scientifici) per seguire lo strano viaggio di „un uomo dotato dalla natura di
straordinaria perspicacia, intelligenza e curiosità”, un viaggio intento a farlo capire
gli innumerevoli modi della natura tramite i quali vengono generati i suoni, a
partire dal fragile e delicato suono dello zufolo, per arrivare a quello della cicala.
Conclusioni
Galileo Galilei ha avuto uno straordinario impatto e importanza culturali,
prevalentemente nel campo dell’evoluzione del pensiero e delle applicazioni
scientifiche e tecnologiche. Numerosi teorici hanno sostenuto e sono stati sostenuti,
a loro turno, dalla sua opera e hanno proposto il metodo sperimentale in quanto il
più efficace per fare progressi in campo scientifico. Anche se ai nostri giorni
possiamo elencare alcune di quelle che potrebbero essere considerate le carenze
della coerenza del suo metodo, non possiamo, comunque, chiamare Galilei uno
spirito appartenente alla sua epoca perché gliene ha superato, indubbiamente, i
confini. Sfortunatamente, sono pochi coloro che gli hanno conosciuto l’amore e la
propensione per la letteratura e per l’arte e non ci sono righe che riflettino meglio
questo amore che quelle del Saggiatore.
NOTE
1
Frazier 2005: 23.
Melady 2005: 57.
3
Johnson 2003: 89.
4
Javitch 1994: 79.
5
Sapegno 1961: 365.
6
De Sanctis 1960: 427.
7
Calvino 1988: 32.
8
Galilei 1907: 16.
9
Ibidem: 18.
10
Ibidem: 9.
11
Ibidem: 34.
12
Ibidem: 35.
13
Ibidem: 58-59.
14
Perelman - Olbrechts-Tyteca 1983 : 91.
15
Galilei 1907: 59.
2
80
Prosa scientifica e stile nel saggiatore di Galileo Galilei
16
Ibidem: 102.
Ibidem: 108.
18
Ibidem: 80.
19
Ibidem: 119-120.
20
Ibidem: 48.
21
Ibidem: 49.
22
Ibidem: 78.
23
Ibidem: 119.
17
BIBLIOGRAFIA
Calvino, Italo, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Garzanti,
1988. (Calvino 1988)
De Sanctis, Francesco, Storia della letteratura italiana, Firenze, Sansoni, 1960.
(De Sanctis 1960)
Frazier, Kendrick, „The World of Galileo Galilei”, The Skeptical Inquirer, Buffalo,
2005. (Frazier 2005)
Galilei, Galileo, Il Saggiatore, in Opere, Edizione Nazionale a cura di
Antonio Favaro, Feltrinelli, 1907. (Galilei 1907)
Javitch, Daniel, „The Renaissance Dialogue: Literary Dialogue in its Social and
Political Contexts, Castiglione to Galileo (Cambridge Studies in Renaissance
Literature and Culture, 2, by Virginia Cox”, recensione, Renaissance
Quarterly, New York, 1994. (Javitch 1994)
Johnson, George, „Contrarian’s Contrarian: Galileo’s Science Polemics”, New
York Times, New York, 2003. (Johnson 2003)
Melady, Margaret B., „Rhetoric and Dialectic in the Time of Galileo”, The Review
of Metaphysics, Washington, 2005. (Melady 2005)
Perelman, Ch. - Olbrechts-Tyteca, L., Traité de l’argumentation. La nouvelle
rhétorique, Editions de l’Université de Bruxelles, 1983. (Perelman Olbrechts-Tyteca 1983)
Sapegno, Natalino, Storia della letteratura italiana, Firenze, La Nuova Italia, 1961.
(Sapegno 1961)
ABSTRACT
Galileo Galilei is one of the personalities who have marked the evolution of
mankind from a scientific point of view. However, there are very few people who
pay attention to his literary creation and to the fact that he introduced the scientific
language into literature. He was the first to be interested in the propagation of
culture and, especially that of science, which until then had been accessible only to
the elite.
Key words: scientific prose, argument, demonstration
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