La Piazza – N. 6
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La Piazza – N. 6
LA MODA ABITA QUI La Moda si ferma a 6 Fermo Una realtà che sta crescendo, tra imprese, scuole, professionisti ed agenzie TORNA AL SUCCESSO L’ESSERE PICCOLI E BELLI A piccoli passi fuori 12 dalla Crisi Tante le aspettative per il prossimo appuntamento con il Micam Il Fermano è ancora 22 un’isola felice Parola del Prefetto Emilia Zarrilli Provincia sì, Provincia no 27 A rischio soppressione anche il sogno dei Fermani Periodico di informazione n.6 S e t t e m b r e 2 0 11 - A u t o r i z z a z i o n e d e l Tr i b u n a l e d i F e r m o n ° 7 d e l 0 7 / 0 4 / 1 9 9 2 - D i s t r i b u z i o n e g r a t u i t a 2 l’ Editoriale Una nuova cultura dello Sport BISOGNA RISCOPRIRE IL VALORE EDUCATIVO DELLE DISCIPLINE SPORTIVE. L L’Atleta, il campione, assurge a opinion laeder e quindi al ruolo di trainare consensi, attrattiva, il grande pubblico. L’atleta allora lo si costruisce... o sport è un fenomeno tipico del nostro tempo. E’ una passione straordinaria e affascinante non priva però di insidie. E’ un fenomeno a presenza diffusiva (incide negli stili di vita, occupa tempi e spazi di assoluto primato specie in TV e sui giornali) ed è lo specchio in cui si riflettono i tratti caratteristici e le contraddizioni della nostra modernità: esaltazione della corporeità e dell’immagine, una rigorosa disciplina come “ascesi laica”, ma anche un traumatico rapporto lavoro - tempo libero, tensione per un continuo progresso, accerchiato da logiche di mercato e modelli aziendalistici, capace comunque di esaltare le doti individuali di un atleta. Celebre la frase di Mc Luhan:“Vedete come gioca una generazione oggi e forse troverete il codice della sua cultura”. Lo sport muta Lo sport è mutato e muta continuamente. Oggi fa notizia perché coltiva nel suo interno segni mortificanti e i più evidenti sono l’ossessivo imperversare del doping, il periodico riaccendersi della violenza, l’espandersi della dominanza economica. Lo sport oggi è quindi un “segno dei tempi”, lo specchio della società, un luogo costitutivo di vita e laboratorio delle tendenze del nostro tempo. Richiede pertanto discernimento e sguardo di giudizio. E’ quello che ha tentato di fare, fa e farà l’Ufficio Nazionale della Cei. l’ Editoriale 3 Trapasso culturale Lo sport vive una marcata trasformazione antropologica che si fa visibile nella figura dell’atleta. Il protagonista è lui: per il ruolo che assume nella società mediatica, per la sua prestanza fisica ed estetica, per la sua rilevanza commerciale. L’Atleta, il campione, assurge a opinion laeder e quindi al ruolo di trainare consensi, attrattiva, il grande pubblico. L’atleta allora lo si costruisce: diventa importante la sua costruzione biofisica e psicofisica; diventa decisivo il supporto della scienza nutrizionale e farmacologica, che per altro non è mai neutra. Lo scenario che si apre è inedito e suscita interrogativi sia a livello biologico che etico e sportivo: toccano snodi cruciali della visione generale dell’uomo, della sua identità come persona umana del futuro dello stesso sport (infatti osservando la parabola dello sport attuale così esaltante e di elevata qualità tecnica ci si chiede se sia ancora sport o un’altra cosa). Tutto rischia di diventare mito. Al mito si concede tutto, nel bene e nel male: ad esempio chi oggi si scandalizza per i guadagni miliardari? Chi si straccia le vesti per la pervasività del doping? Chi è disposto a rinunciare allo spettacolo del calcio per la violenza negli stadi o la manipolazione dei bilanci o le scommesse clandestine? Si sta indebolendo la resistenza etica quale obiezione di coscienza di fronte ad una sorte di furto subito di uno sport pulito e sano. Se lo sport diventa “mito” leggendario o “racconto” favoloso rischia di assorbire ogni riferimento valoriale e si trasforma in simbolo di tutto e di niente. Il doping Il doping investe la concezione della persona umana, riguarda la visione della vita e rivela la cultura che tocca i principi dell’essere e dell’esistere umano. Non solo una scelta medico-sanitaria. Il doping prima di essere un abuso farmacologico è una grave lesione dell’unità della persona e di per sé non ha alcuna giustificazione: ne umana, né sportiva. L’uso diffuso del doping insinua la convinzione che la vicenda sportiva e agonistica è priva di qualità, di spessore, di senso etico. La violenza Le cause della violenza negli stadi sono di difficile attribuzione. Ogni volta si individua una causa o un colpevole: - la società i cui giovani non sono altro che lo specchio della violenza quotidiana, - gli atleti che esasperano gli animi dei tifosi con falli e comportamenti scorretti, del calcio diventato un grande business, delle società sportive che concedono agevolazioni sui biglietti ai gruppi ultras (salvo poi dichiarare dopo eventuali incidenti di non aver con essi nessun tipo di rapporto), - i media che troppo spesso parlano di calcio come se fosse una guerra, una battaglia in cui l’imperativo è vincere per difendere il proprio onore, - la televisione che ha allontanato dagli stadi le famiglie e le persone “normali”. Sport e soldi La componente economica è diventata dilagante nello sport. Si struttura negli ingaggi, quotazioni in borsa,totocalcio, totogol, scommesse varie…) Si rischia di stravolgere la fisionomia stessa delle gare e tende a favorire interferenze improprie, variabili, a seconda delle convenienze. Il rapporto prestazione. retribuzione diventa prioritario. Tipico il calcio: calcio-mercato-spettacolo costituiscono un sistema in cui è difficile scindere le parti per una corretta distinzione, identificazione, valutazione e trasparenza.. In sé il mercato rappresenta un valore e un bene economico. Esige cautela quando viene applicato allo sport. Porterebbe alla svalutazione, cosificazione, alienazione del valore uomo. 4 l’ Editoriale Don Mario Lusek e il campione di salto in lungo Andrew Howe Una nuova cultura dello sport Attualmente la cultura sportiva è segnata, dominata e inquinata dal virtuale, dall’apparenza, dal sensazionale, dalla finzione, dall’inganno (doping), dallo stravolgimento, dall’alterazione di un organismo di per sé sano e dalla competizione continua e dal denaro facile. Bisogna riscoprire il suo valore educativo. Per questo lo sport ha bisogno di idee solide, di principi cristallini, di linguaggi vigilati, di esemplarità che si concretizzano a partire dalle piccole società, dai vivai, dai settori giovanili fino ai grandi club. E’ attraverso l’educazione e la cultura che si cambiano comportamenti, linguaggi, attese e programmi. Ma anche agli atleti è chie- sto molto: non devono vivere nell’inganno, credere nei falsi valori, come se fossero invischiati in un doping esistenziale e ineluttabile. Cambiare mentalità significa anche scegliere modelli credibili, formarsi un’idea corretta circa lo sport che è sempre e comunque confronto leale, trasparente e faticoso. Non è forse lo sport che educa alla disciplina (difesa contro le abitudini negative e l’inattività), alla capacità di saper soffrire (la costruzione del carattere, il valore della fatica in vista di uno scopo), all’amicizia (il gioco di squadra), al perfezionamento (acquisire nuove capacità, sentirsi più efficienti, stare meglio con gli altri, accrescere il proprio livello di maturità e di umanità, perfezionamento)..), al rispetto delle regole, cioè al “come giocare” nella vita costruendosi un sistema di valori, al saper vincere e al saper perdere ( l’errore, il fallimento, l’insuccesso ci rende più consapevoli di noi stessi e il desiderio di migliorare..)? La Chiesa sa di poter dare allo sport moderno un’anima: una percezione alta dei valori di riferimento che sorreggono la pratica sportiva, accrescano passione e favoriscano il pieno compimento della persona. Don Mario Lusek Direttore Ufficio Nazionale Cei per la pastorale del tempo libero turismo sport n.6 Moda, rievocazioni storiche e Provincia M oda, Micam ShoEvent, rievocazioni storiche e soppressione della Provincia sono i protagonisti del nuovo numero de La Piazza che si pone il consueto obiettivo di fornire ai cittadini un’ informazione chiara, dettagliata e trasparente di tutto ciò che il nostro territorio può offrire in tutti gli ambiti dalla politica fino al turismo. La moda in particolare nel nostro territorio rappresenta da anni un settore fondamentale che genera sviluppo economico e crea occupazione, le aziende calzaturiere del fermano sono il fiore all’occhiello della produzione Made in Italy e fanno della provincia un punto di riferimento per tutta l’economia regionale. Da uno studio della Camera di Commercio di Milano, che ha preso come riferimento proprio le aziende che operano a vario titolo nel settore della moda, emerge infatti che nelle Marche il totale delle imprese che operano nel comparto della moda, sia per quanto riguarda l’ambito creativo che quello produttivo, è 13.213, con un peso a livello nazionale del 4,3%. Vedendo i dati a livello provinciale, la capofila è Fermo, che registra in totale più imprese rispetto al resto del territorio regionale. Si contano infatti 3.677 aziende inserite nel settore moda. Questo settore nella nostra provincia sta vivendo una fase di trasformazione molto importante. Dalla produzione calzaturiera, che è l’elemento caratterizzante del sistema economico fermano, le aziende stanno inserendo nelle loro collezioni anche gli abiti oltre agli accessori dando vita a quello che viene definito ‘total look’. In crescita il settore del cappello con i centri di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone. In copertina: centro storico di Sant’Elpidio0 a Mare Rolando Cirenei Realtà locali 26 Le produzioni del Fermano sono leader a livello mondiale Calzaturiero 12 16 A piccoli passi il settore calzaturiero esce dalla crisi economica Grafica e impaginazione: Luigi Trasatti Hanno collaborato: Sonia Amaolo, Paolo Bartolomei, Mirko Capponi, Marco Donzelli, Alessia Evandri, Diana Marilungo, Marco Pagliariccio Foto: Giorgio Doria, Alessandro Miola, Fabrizio Zeppilli La Piazza Periodico di informazione: via G. Tiepolo, 43, 63023 Fermo Tel. 0734 622943 fax 0734 623611 Per la vostra pubblicità: Settembre 2011 Moda La moda si ferma a Fermo Direttore Responsabile: Rolando Cirenei 0734 622943 Sommario 6 9 Editore: Di.Mar. Edizioni Mediazione Marche Il primo organismo privato per la mediazione e conciliazione civile La Provincia 29 Bruno Scheggia Un uomo, un imprenditore Provincia sì, Provincia no A rischio soppressione anche il sogno dei fermani che dopo 149 anni si erano visti riconsegnare l’ente provinciale Eventi Territorio 17 L’area montana un grande albergo diffuso 34 20 Il mestiere più antico del mondo Durissima la battaglia di sindaci, forze dell’ordine e prefetto contro il fenomeno Contesa del Secchio San Martino si è aggiudicata il Secchio d’Oro 36 Cavalcata dell’Assunta Una festa di mille anni fa 22 Immigrati, un problema in costante aumento 41 24 “Il Fermano è ancora un isola felice” Centro storico Cittadini e istituzioni insieme per farlo rinascere la Moda La moda si ferma a Fermo Una realtà che sta crescendo, tra imprese, scuole, professionisti ed agenzie DESIGN E D Y EL AN D 100x100 LY MADE IN ITALY O D IT A PR ... E’ Fermo, che tra i suoi 40 Comuni, registra il numero più alto di aziende manifatturiere: 144 per il confezionamento dell’abbigliamento, 60 dell’industria tessile e 2407 imprese della filiera del sistema moda. puntare anche sulla moda, come elemento trainante dell’economia. Per questo anche le scuole cominciano ad interessarsi a questo settore. Così l’I.P.S.I.A. Istituto Professionale di Stato per l’industria e l’artigianato sviluppa corsi specifici di formazione per professionisti della moda. Piero Ferracuti, Dirigente Scolastico, ci spiega come funziona il corso moda, durata quinquennale ed il corso triennale di operatore di abbigliamento. “La parte specialistica – dice il Prof. Ferracuti - prevede le seguenti discipline: Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi; Tecniche di produzione e di organizzazione; Tecniche di gestioneconduzione di macchine e impianti; Laboratori tecnologici ed esercitazioni; Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica. Benché a maggioranza femminile – continua il Dirigente scolastico - il percorso di studi si rivolge a tutti gli interessati a diventare operatori nel mondo della moda – dice il dirigente scolastico - ogni anno si IR M aniera, regola, melodia, ritmo. In una parola moda, parliamone. Cerchiamo di capire come funziona questo mondo, appannaggio nei secoli passati, delle classi abbienti, quando le masse indossavano equamente gli stessi rozzi abiti grigi e le scarpe di legno. Moda che si diffonde, a partire dal seicento, con il giornalismo di moda. In Italia nel 1970 fu Elio Fiorucci il primo che ad intuire l’importanza del marchio quale elemento indispensabile per attirare l’attenzione dei compratori, e inventò il suo: due angioletti vittoriani in occhiali da sole. Negli anni ottanta il successo del Made in Italy esplode in tutto il mondo e Milano diventa capitale della moda, insieme a Parigi, New York e Londra. Milano, prima al mondo per la presenza di grandi firme ed i suoi 40.000 addetti del settore. E Fermo, la nuova provincia marchigiana, che tra i suoi quaranta comuni registra il numero più alto di imprese manifatturiere, quella che conta 144 imprese per il confezionamento di articoli di abbigliamento, 60 dell’industria tessile, e ben 2.407 aziende della filiera del sistema moda: produzione di calzature, cappelli, pelletteria, terziario, agenzie moda, fotografi professionisti. Nel momento in cui si scopre una regione a forte vocazione turistica, le Marche vogliono ENT 6 UC ED IN laModa iscrivono alle prime classi 23 nuovi alunni”. L’anno scolastico si conclude con una sfilata in Piazza del Popolo a Fermo, dove vengono presentati i lavori eseguiti dagli studenti durante l’anno. La scuola mantiene contatti con le aziende, in particolare con quelle che producono i cappelli. I titolari delle aziende di Montappone, Massa Fermana e Monte Vidon Corrado tengono corsi agli studenti e quest’anno il percorso formativo sarà inserito nel progetto di Alternanza Scuola Lavoro che verrà realizzato nel periodo febbraio marzo. L’IPSIA “O. Ricci” collabora anche con il Palio dell’Assunta, realizzando abiti d’epoca, gli stessi che hanno riscosso un enorme successo in Trentino Alto Adige, al Merano Wine Festival & Gourmet. Nella sede coordinata di Montegranaro propone, oltre che il percorso di durata quinquennale, anche il percorso di qualifica triennale di operatore delle calzature. Ma dopo la scuola, ci sono a Fermo le agenzie di modelle? Come funzionano? A rispondere a queste domande sono alcuni professionisti del settore. La prima è una stylist Silvia Ficiarà, una giovane che per lavoro veste le modelle, i modelli, i bambini per i servizi fotografici. Silvia lavora con diverse agenzie di comunicazione, conosce più che bene questo mondo patinato ed è titolare di un’agenzia di Porto San Giorgio, la Be Cool Agency. Silvia ci divide le modelle in due categorie: “la prima – dice - riguarda le ragazze carine che per arrotondare fanno le hostess nelle sfilate organizzate in zona, della seconda categoria fanno parte le modelle che, per fare questo lavoro a Fermo, arrivano direttamente da Milano. Nella nostra zona – continua Silvia - sono nati ragazzi che hanno sviluppato la professione nella capitale della moda. Uno è Simone Steca, ex di Uomini e Donne e un altro è Andrea Bellumore, ex concorrente del Grande Fratello, gli altri ragazzi che rimangono qui lavorano per una cifra irrisoria che va dalle 80 alle 200 euro, mentre per le modelle professioniste prendono dai 500 ai 4.000 euro”. Molti vogliono diventare volti da copertina, ma per diventare indossatori bisogna avere determinati requisiti, altrimenti si è out. Il primo canone di riferimento è l’altezza: 170 cm per le ragazze, 185 cm per i ragazzi. La taglia per le femmine non deve superare la 42 e per i maschi la 50. “Non consiglio mai ai ragazzi di iscriversi a corsi di portamento, fare book fotografici, prima di verificare l’attendibilità dell’agenzia alla quale si sono rivolti – dice Silvia - c’è una forte speculazione che grava sui sogni dei ragazzi, il modello – conclude - non è un qualcosa che si può studiare, o si è portati oppure no”. In ogni agenzia di modelle c’è infatti un Talent Scout. E’ lui che, in giro per il mondo, individua il volto che buca l’obiettivo. Sono le agenzie, quasi sempre a chiamare la Kate Moss di turno, quasi mai avviene il contrario. Ma dalla costa, spostandosi nell’entroterra, anche se di poco, ecco un’altra agenzia, nata da poche settimane. La Fashion Event Moda Agency, di Montegranaro. Direttore è il giovane Gianluca Iommi. “Non è facile lavorare in un’agenzia che si occupa di moda – dice Iommi – si deve fare affidamento su tanti collaboratori, truccatrici, parrucchieri, video operatori, fotografi”. Dalla scelta della modella o del modello, a quella della location per gli scatti al fotografo, non è affatto 7 8 la Moda facile questo genere di lavoro, anche se, in quanto a professionalità, le realtà esistenti nella provincia di Fermo non hanno nulla da invidiare alle agenzie di Milano. Ed il ruolo chiave? Il fotografo? Non ce ne sono molti nelle Marche, ma quello che manca in quantità abbonda in qualità. Ne parliamo con il fotografo anconetano Paolo Monina. D - Ci sono giovani interessati a diventare indossatori a Fermo? R - Si, continuo a ricevere telefonate da parte di ragazzi, ragazze, madri di bambini. Rispondo sempre a tutti ma siete penalizzati perché manca la conoscenza delle lingue. I ragazzi non possono spostarsi per lavoro e ultimamente sono più le ragazze che vogliono partecipare a Miss Italia che intraprendere la professione di modella. D - Cos’è la moda? R – E’ un modo di essere. Tutto inizia con una presenza fisica contemporanea. D - Ci sono dei ragazzi che fanno i modelli per professione a Fermo? R - Diciamo che ci potrebbero essere, ma rimangono fermi, non riescono ad evolversi. D - Quanti sono i professionisti? R - Conosco un paio di ragazzi e tre ragazze, ma vogliono bruciare le tappe! Di recente mi arrivano poche proposte da quella zona. D - Cosa deve fare un giovane che vuole diventare indossatore? R - Deve prendere un treno e stare per almeno un mese a Milano. Presentarsi senza foto alle Agenzie serie (ce ne sono diverse!). Saranno le stesse Agenzie ad indirizzare i ragazzi ai loro fotografi. D - Quanto costa un book fotografico? R - Il prezzo varia dalle 500 alle 1.200 euro.Nel mio campo non basta sapere usare la macchina fotografica perché sarà il fotografo a rendere adatto alle esigenze del mercato che si vuole andare a colpire un volto, un corpo. D - Ci sono agenzie valide da queste parti? R - E’ un mondo che sta nascendo, ma difficilmente le realtà locali possono raggiungere risultati soddisfacenti. Occorre tanta umiltà, ma quella vera. D - C’è lavoro? R - Il lavoro c’è per tutti. Dipende da come e a che livello si vuole lavorare. D - Che caratteristiche deve avere chi vuole fare la modella? R - Ci sono delle persone che non possono correre ma che vanno bene per stare ferme e viceversa. Non si può andare ad un casting e non avere la pazienza che arrivi il proprio turno, anche se alcuni passano avanti e se lo possono permettere! laModa Le produzioni del Fermano sono leader a livello mondiale DAL CAPPELLO ALLA CALZATURA LA PROVINCIA DI FERMO PRODUCE MODA A TUTTI I LIVELLI E PER TUTTI I GUSTI L a moda è il motore portante dell’economia del Fermano. Due i settori produttivi maggiormente sviluppati nel territorio e che vantano eccellenze aziendali di chiara fama internazionale. Sono due aree di importanza vitale per l’economia regionale delle Marche, due distretti rappresentativi di un settore fondamentale per il sistema industriale italiano: il Distretto calzaturiero di Fermo, che comprende le aree di porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Monte Urano e Montegranaro e il Distretto del cappello di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone. Sono una settantina le imprese che compongono il Distretto del cappello, in prevalenza di piccole e piccolissime dimensioni, affiancate da una quarantina di aziende dell’indotto che si occupano della finitura, della tintoria e del confezionamento. Recentemente i due Distretti produttivi del Fermano sono stati oggetto di uno studio realizzato da Unicredit e dalla Federazione dei Distretti italiani che in un convegno tenutosi il 20 luglio scorso presso la Camera di Commercio di Fermo ne ha evidenziato i risultati. Dall’indagine dell’Unicredit è emerso che “il Distretto di Montappone è una delle più importanti aree industriali europee, specializzate nella produzione di questo accessorio d’abbigliamento e nota a livello internazionale per l’eccellenza dei suoi prodotti”. Testimonianze storiche di tali produzioni risalgono al 1600 e riportano dell’attività di artigiani locali. Negli anni, poi, le tipologie di cappello si sono moltiplicate: dai semplici copricapo utilizzati per le attività lavorative si aggiungono prodotti destinati allo sport, al tempo libero, all’alta moda, oltre ad accessori coordinati come i guanti e le sciarpe. L’area del Distretto del cappello registra un tasso di esportazioni pari al 60% delle produzioni. Sono diverse, infatti, le imprese che vantano rapporti diretti e consolidati con i mercati asiatici pur Sono una settantina le aziende del Distretto del Cappello di Montappone, Massa Fermana, Falerone e Monte Vidon Corrado. Mentre sono 2.700 quelle del Distretto della Calzatura 9 10 la Moda mantenendo le competenze chiave all’interno del distretto e continuando ad investire nel tessuto produttivo locale. La forza di questo Distretto sta nella piccola dimensione che caratterizza le aziende del posto e tutto ciò risulta ancora oggi un fattore in grado di garantire la flessibilità e la reattività che il mercato ed i marchi della moda richiedono. Principalmente le aziende che lavorano nei comuni di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone non hanno un proprio marchio ma piuttosto possono essere inserite nella categoria del terzismo, in quanto producono per i grandi marchi della moda internazionale. Soltanto alcune di loro, ultimamente stanno cercando di emergere sviluppando linee di prodotto proprie. Anche se la maggior parte delle aziende del Distretto non hanno un proprio marchio identificativo a livello nazionale ed internazionale, sono ugualmente conosciute in tutto il mondo. Infatti, alcuni cappelli che gli invitati al matrimonio dei principi inglesi William e Kate indossavano era stati prodotti proprio dalle aziende di Montappone. C’è un’azienda, in particolare che produce questo magnifico accessorio appositamente per le cerimonie ed è la Complit. Mentre specializzata nei cappelli per il tempo libero vi è la Paimar, storica azienda del settore. E poi l’Apunis per i cappelli da bambino e per finire, ma solo per citarne alcune, c’è Serafino Tirabasso specializzato nella produzione dei panama. Le settanta imprese del Distretto sono coordinate dal Consorzio Cappeldoc il quale si sta attivando per ottenere il riconoscimento ufficiale di una sorta di “Marcio DOP” (di origine e di qualità) del cappello, a cui collegare un rigoroso processo disciplinare di certificazione della produzione locale di qualità. Il Distretto calzaturiero fermano, invece, è una realtà completamente differente da quella del Distretto del cappello anche in termini numerici. Sono, infatti, 2.700 le aziende calzaturiere dislocate nei comuni di Porto Sant’Elpidio, per quanto riguarda il comparto donna, Montegranaro principalmente veicolato nella produzione di calzature da uomo e Monte Urano indirizzato nella moda da bambino. Nel corso degli anni, i calzaturifici del Fermano si sono specializzati principalmente nelle produzioni del segmento medio-fine, mantenendo tuttavia una dimensione d’impresa tipicamente ridotta con mediamente una ventina di addetti. Si tratta di aziende che tendono a mantenere il governo dell’impresa strettamente legato alla famiglia, tanto che riporta un’età media dell’imprenditore tra le più elevate della Regione. A laModa seguito della recente crisi internazionale, alcuni operatori del distretto stanno reagendo con un orientamento sempre più mirato alla qualità e ai contenuti di innovazione richiesti dalle fasce di mercato superiori, pur non sfruttando appieno le potenzialità offerte dal tessuto imprenditoriale e produttivo locale. Elevatissimo il tasso di export dichiarato dal distretto Fermano-Maceratese della calzatura che è pari all’80% circa, un dato indicativo della forte propensione ai mercati internazionali dei produttori locali. Nel Distretto si registra, tra l’altro, una diffusa propensione ad azioni di multi-localizzazione produttiva, pur mantenendo le funzioni aziendali cruciali e le fasi produttive a più elevato valore aggiunto all’interno del distretto stesso. In particolare, per le imprese posizionate sulle fasce medio-inferiori del mercato è risultato indispensabile spostare gran parte delle fasi produttive verso le aree con mano d’opera a basso costo per far fronte all’aggressività competitiva dei produttori provenienti dai Paesi low cost, come la Cina. A caratterizzare le aziende del comparto calzaturiero della provincia di Fermo c’è il Made in Italy. Importanti, infatti, le battaglie partite proprio da questo territorio per la tutela a livello internazionale delle produzioni Made in Italy, settore in cui campeggiano la Marino Fabiani di Fermo, il Principe di Bologna di Torre San Patrizio, la Vittorio Virgili di Sant’Elpidio a Mare e molte altre. Al loro fianco, poi, ci sono grandi gruppi industriali come la Tod’s di Sant’Elpidio a Mare, la Nero Giardini di Monte San Pietrangeli e la Loriblu di Porto Sant’Elpidio. Insomma, un territorio di piccole dimensione ma che per le sue eccellenze produttive riesce ad essere tra i leader mondiali del settore senza avere nulla da invidiare ad altre realtà produttive presenti nei mercati internazionali. 11 12 il C alzaturiero A piccoli passi il settore calzaturiero esce dalla crisi economica Buoni i risultati dell’edizione primaverile del Micam ShoEvent. Tante le aspettative per il prossimo appuntamento con il nuovo presidente Anci Cleto Sagripanti R ombano i motori delle aziende calzaturiere fermane per l’apopuntamento più importante dell’anno, il Micam ShoEvent di Milano. Sono 240 le imprese del Fermano che parteciperanno all’edizione autunnale della kermesse milanese. Sui 1600 espositori che dal 19 al 21 settembre presenteranno le proprie collezioni primavera/ estate 2012 ben 400 provengono dalle Marche. Da questo Micam ShoEvent i calzaturieri si aspettano buoni risultat i . Un’iniziativa interessante è stata organizzata dalla Sezione Calzaturiera di Confindustria Fermo in collaborazione con Anci e un associazione cinese per avvicinare il mercato asiatico. Nella scorsa edizione marzolina si è registrato un incremento del 5,97% rispetto a marzo 2010 dei visitatori - di cui 19.224 italiani e 19.588 stranieri. L’appuntamento del marzo scorso si era chiuso pertanto con un bilancio più che positivo, registrando il record di visitatori stranieri e mantenendo allo stesso tempo buoni risultati per l’affluenza di operatori italiani. Grande soddisfazione anche tra gli espositori che grazie alla fiera sono riusciti ad avviare importanti contatti commerciali e incontrare nuovi compratori sia italiani che stranieri. È proprio il mercato estero che ha dato i migliori risultati. Ottimo il riscontro per le calzature Made in Italy tra i buyers internazionali, che sono tornati a comprare dopo il periodo di crisi economica mondiale. I russi sono giunti a Milano in massa ma altrettanto forte la presenza di spagnoli, francesi, tedeschi e inglesi. Importante anche l’affluenza di cinesi, giapponesi, turchi e americani, con una forte presenza qualitativa delle grandi catene e dei grandi gruppi statunitensi. Come per l’export, anche le presenze dell’edizione di marzo di Micam ShoEvent sono tornate ai livelli pre crisi. Il risultato di questo salone, che per la seconda edizione consecutiva mostra segnali positivi, ha premiato la perseveranza di tutti gli il espositori che hanno continuato a investire nella ricerca e nell’innovazione del prodotto, presentandosi uniti in fiera. Ottima riuscita non solo per il salone, che ha saputo attirare personalità politiche e istituzionali di alto profilo, ma anche per gli eventi collaterali organizzati in concomitanza della fiera: fuori dal quartiere fieristico il Micam Point e “La fabbrica in città” , hanno registrato un’ottima affluenza di pubblico, mentre le iniziative culturali e di formazione quali I love Italian Shoes e “Che scarpa meravigliosa!” all’interno della fiera stessa hanno ottenuto grandi consensi. Il successo di questa edizione, condiviso da molte imprese conferma che Micam ShoEvent continua a essere per gli operatori di tutto il mondo il vero punto di riferimento per il nostro settore. L’evento sarà presieduto dal neopresidente Anci Cleto Sagripanti, eletto il 9 giugno scorso ai vertici dell’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, subentrando così a Vito Artioli. “È per me una grande gioia e una forte emozione affrontare il mio primo Micam in veste di presidente di Anci – afferma Sagripanti - Ci impegneremo anche in questa nuova edizione per confermare il primato della manifestazione al vertice delle fiere internazionali di settore. Quando si parla di calzature, Micam è certamente il luogo giusto da visitare e Anci viene ormai identificata come interlocutore privilegiato a livello mondiale. Alla luce degli ottimi riscontri dell’edizione passata puntiamo inoltre a coinvolgere sempre più la città che ospita la manifestazione portando l’evento oltre i confini della Fiera. Micam ShoEvent è anche un’importante occasione per avvicinare i giovani ai quali lasceremo ampio spazio con eventi dedicati alla formazione. Ciò che più ci sta a cuore è cercare di far interessare il grande pubblico e i giovani talenti a un comparto molto importante per l’industria italiana”. Sagripanti resterà in carica fino al 2013. Tra le priorità la tutela del Made in Italy, stella polare di un programma che punta sulla promozione delle calzature italiane e sulla difesa dei posti di lavoro. In particolar modo si farà leva sull’innovazione e sulla formazione dei giovani così da poter contare su tecnici preparati e sulla promozione del ruolo determinante che la piccola e media impresa ha sempre avuto e continua ad avere nel comparto calzaturiero. Attirare il mercato cinese è l’obiettivo che si sono poste le 400 aziende calzaturiere marchigiane per l’edizione autunnale del Micam ShoEvent C alzaturiero Cleto Sagripanti presidente Anci 13 14 il C alzaturiero C52 è il brand del Distretto calzaturiero per attirare il mercato globale Un marchio di prestigio rivolto ad un target medio-alto I l Distretto Fermano-maceratese va all’attacco dei mercati internazionali con un proprio brand “di sistema”. Si tratta di C52 e farà il suo esordio al Micam ShoEvent di Milano, il salone fieristico internazionale per le calzature di fascia alta e medio - alta, con quattro linee di calzature uomo e donna. Un progetto portato avanti dall’agenzia di marketing e comunicazione Map con la consuSecondo lenza stilistica di Luca De Vita, la partnership Graziano Di del Consorzio Arf (Artigiani riuniti FermaBattista, presidente no) e l’adesione di 10 aziende del territorio della Camera di fermano e maceratese. L’essenza del nuovo Commercio, brand è tutta nel significato dei tre caratteri il Fermano in fatto che lo compongono. C come charme, quello di Qualità non è che connota le produzioni del nuovo marsecondo chio; 52 come l’anno in cui si tenne la prima a nessuno sfilata del dopoguerra in Italia, a Firenze a Palazzo Pitti. Una data che ricorda la rinascita del made in Italy dopo la Seconda Guerra Mondiale e che, a 60 anni da quell’evento, si fa emblema di una nuova necessità di rinascita dopo la crisi degli ultimi anni. “C52 vuole affermarsi come brand di prestigio, con prodotti rivolti ad un target medio - alto, consapevole di un acquisto ricercato, esclusivo e garantito da un vero made in Italy” ha spiegato il project leader Mario Carlocchia della Map durante la presentazione, tenuta a battesimo da rappresentanti di Regione, Provincia e Comune di Sant’Elpidio a Mare, che patrocinano l’iniziativa. “Fare rete significa fare emergere tradizione produttiva e innovazione, valorizzazione del territorio e internazionalizzazione, dare sviluppo ad ulteriori punti vendita collettivi, promuovere una partecipazione attiva a fiere ed eventi e sinergie tecnico-produttive – ha detto Gianfranco Campanari del Consorzio Arf – è un progetto che vede coinvolte con entusiasmo molte aziende, che dimostrano la vitalità e la voglia di fare del nostro sistema”. “Per giocare al tavolo della moda mondiale servono molti elementi – ha dichiarato Di Battista – per quanto riguarda la qualità del prodotto non abbiamo problemi, la sfida è quella di saperlo mostrare a tutti. La moda deve creare una emozione nel consumatore.” INFOFERMO.it Periodico di informazione online del fermano 16 il C alzaturiero Bruno Scheggia UN UOMO, UN IMPRENDITORE I Il titolare della MARIO BRUNI da sempre mosso da uno spirito associazionistico ha posto le basi per la nascita dell’ allora Unione Industriali del Fermano, oggi Confindustria Fermo l 4 luglio scorso il mondo della calzatura ha perso un uomo di valore. Risale a quella data il decesso, per un malore, avvenuto a Pechino di Bruno Scheggia, 69 anni, titolare della Mario Bruni di Montegranaro. L’imprenditore si è spento alle 23.30 circa (ora locale) nella capitale cinese mentre era ospite del Grand Hotel Millenium Beijing dove si stava svolgendo la fiera Shoes from Italy. Scheggia, era a Pechino, insieme ad una trentina di rappresentanti di aziende del Distretto Fermano – maceratese, per esporre alla fiera organizzata da Anci ed Ice. L’industriale è spirato nel sonno. Bruno Scheggia è stato uno dei primi iscritti dell’Unione Industriali del Fermano diventata in seguito Confindustria Fermo. Per circa trent’anni è stato presidente del Confidi della stessa associazione e quindi vice presidente di Confindustria Fermo nonché presidente del Consorzio Ecam. In Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani) ha guidato per diverso tempo il Comitato Russia, invitando , tra i primi, molti buyers delle ex Repubbliche Sovietiche nelle Marche. La sua azienda leader nella calzatura da uomo impiega circa 80 www.gianmarcolorenzi.com dipendenti e ha come punti di riferimento il mercato russo, quello della Mittle Europa, con un’ attenzione anche a nuove zone dove il Made in Italy inizia la sua scalata al successo. <Un grosso lutto che ha colpito l’intera città – ha affermato il sindaco di Montegranaro, Gastone Gismondi - Bruno è stato un imprenditore il quale ha dimostrato con i fatti quello che diceva dando, nel tempo lavoro a centinaia di famiglie veregrensi>. Scheggia da sempre impegnato nel mondo associativo imprenditoriale era giunto a Pechino domenica mattina per allestire il proprio stand. Non vedendolo all’apertura dell’evento, i colleghi lo hanno cercato facendo la tragica scoperta. La cerimonia funebre si è tenuta in un’affollata Chiesa di Santa Maria a Montegranaro ed ha rispecchiato il carattere di Scheggia, schivo ma determinato, sincero, attaccato al territorio. <Avevo benedetto una quindicina di giorni fa la sua azienda che è una parte della storia di Montegranaro e strutturata come una famiglia dando lavoro a tantissime persone> sono state le parole dell’arcivescovo metropolita di Fermo Mons. Luigi Conti nella sua omelia nel corso della messa funebre. www.marinofabiani.it il Territorio 17 L’area montana un grande albergo diffuso UNA MONTAGNA DI INCANTI, IL PROGETTO DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE PER RILANCIARE IL TURISMO IN QUESTE TERRE F are accoglienza a 360 gradi è l’imperativo che imperversa nell’area montana della provincia di Fermo. Ma questo è anche il credo dell’assessorato provinciale ai Parchi e alle Politiche Montane di Adolfo Marinangeli che, per questo, sta mettendo appunto una serie di interventi che porteranno la zona dell’entroterra ad essere il vanto del Fermano. E proprio in questa direzione va la nuova guida creata dall’amministrazione provinciale contenente tutte le informazioni di cui un turista ha bisogno per godere di ogni comfort e sfruttare al massimo il tempo durante il proprio soggiorno. Dell’area montana fanno parte i comuni di Amandola, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo, piccoli borghi arroccati nelle verdi colline della Provincia. Ma veniamo ora ai dati che fanno di queste terre il regno dell’accoglienza. Sono 61 le strutture ricettive che negli ultimi anni si sono andate costituendo in questi splendidi territori, di cui ne insistono 17 ad Amandola, 8 a Montefalcone, 11 a Montefortino, 8 a Santa Vittoria e 7 a Smerillo per un totale di 1133 posti letto (688 in camera e 445 in appartamento). Il dato più significativo è costituito dal numero degli agriturismi. Delle 61 strutture ricettive, 23 sono appunto agriturismi e a seguire ci sono 12 bed & breakfast, 7 appartamenti vacanze, 5 affittacamere, 4 country house, 3 case per ferie e altrettanti camping, 2 hotel, un villaggio turistico e un’area sosta per i camper. Queste strutture sono dislo- cate in tutta l’area montana. In campagna, infatti, ne esistono 35, in collina 11, sette in centro storico e altrettante in montagna. Da notare la vicinanza ai percorsi naturalistici, ai sentieri parco, ai siti storico-culturali e nei pressi di laghi e fiumi. Per gli amanti dell’amico a quattro zampe che non vogliono rinunciare alla sua presenza nemmeno in vacanza, in 20 strutture del luogo è possibile portarlo. La maggior parte di queste strutture ricettive sono aperte tutto l’anno, il 49% di esse è dotato inoltre del servizio wi-fi interno, il 78% possiede ampi spazi esterni e il 30% anche le piscine. <Abbiamo una montagna piena di tesori, di leggende e di storia – dice l’assessore Marinangeli - Luoghi di grande suggestione capaci di custodire sapori e saperi antichi>. E proprio alla montagna e alle sue ricchezze l’amministrazione provinciale ha dedicato la manifestazione “Una Montagna di incanti”. 18 il Territorio Nuovi reperti sotto la Torre, che fare in Piazza Matteotti? CONTINUANO I RITROVAMENTI SUL LATO NORD, IL SINDACO MEZZANOTTE OPTERÀ PER CEMENTARE O PORRE DELLE TECHE DI VETRO? P ur se con notevoli ritardi rispetto alla tabella di marcia iniziale, procedono i lavori in piazza Matteotti a Sant’Elpidio a Mare. Scongiurato l’intralcio per le manifestazioni storiche agostane, Contesa del Secchio in primis, gli scavi sono ormai giunti nei pressi della Torre Gerosolimitana e della Basilica della Misericordia. Erano attese grandi scoperte, ma finora ad emergere dalla terra sono stati solo altri granai e sepolture, alcune ben conservate ma abbastanza simili a quelle ritrovate nel resto degli scavi. L’amministrazione comunale, di concerto alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Culturali delle Marche, sta seguendo pas- so passo l’evolversi dei ritrovamenti, valutando l’opportunità o meno di valorizzare i reperti con teche di vetro che li rendano visibili almeno in parte. Di sicuro, per ora, gli archeologi della cooperativa ArcheoLab, che sta collaborando agli scavi, stanno catalogando il tutto e scattando fotografie dalla sommità della Torre. Scatti che andranno a comporre una pianta “virtuale” che darà vita ad una visione d’insieme di quanto si trova sotto la nuova pavimentazione. La mappa troverà posto, verosimilmente, nell’atrio del Comune per essere a completa disposizione di cittadini e turisti. Parte dei reperti rinvenuti (teschi, cinte, il Territorio 19 parti in muratura) andranno, forse, a formare una mostra permanente, da impiantare magari nella Pinacoteca comunale. Intanto, con molta probabilità, verranno incastonati gli stemmi della Contrade ai quattro lati e quelli del Comune e dell’Ente Contesa al centro. Il sindaco Alessandro Mezzanotte e la sua Giunta, poi, stanno ragionando sull’arredo di quello che sarà il salotto buono della città. “Come abbiamo più volte ripetuto, crediamo di interpretare il pensiero della maggioranza dei cittadini dicendo che vogliamo una piazza libera dalle auto – ha affermato il primo cittadino – imbrattare la pavimentazione appena realizzata con le strisce blu sarebbe uno sfregio. Intanto stiamo ragionando anche su altri interventi collaterali previsti già nel progetto originario, come quelli riguardanti l’illuminazione dei punti più suggestivi del centro ed i lavori alla facciata del Teatro Cicconi”. Il nuovo crono programma prevede lo stop dei lavori per la prima settimana di agosto ed una ripresa degli stessi dopo il 20, in modo da completare la pavimentazione per il mese di settembre, oltre 3 mesi fuori dal programma di massima stilato all’avvio dei lavori, nello scorso gennaio. 15-20 giorni sono stati persi già in via Errighi. a causa di tubature del gas poste molto più in profondità di quanto dichiarato dall’Italgas e per problemi con il collettore fognario di via Boccette. I restanti due mesi circa si sono venuti accumulando dopo il ritrovamento dei reperti storici in piazza. Reperti di assoluto valore storico (si tratta del secondo ritrovamento del genere in Italia, dopo quello di Cerignola, in Puglia) e dei quali si ipotizzava l’esistenza ma non ad una quota così superficiale, ma non di tale valore estetico-artistico da suggerirne un’esposizione permanente. Le sepolture, che oltre alle ossa comprendono anche alcune cinture e fibbie, sono di epoca pre-trecentesca, quando la città era sotto la giurisdizione ecclesiastica e di fianco alla Collegiata con molta probabilità sorgeva un cimitero. I silos, invece, sono stati costruiti dopo, quando il Comune è passato ad un governo “laico”. Si tratta in realtà solo di grosse buche, profonde fino a 6 metri, scavate nella terra e di terra ricoperte, alla cui sommità sono stati posti i pozzetti che ora sono visibili. In città il dibattito sull’eventualità o meno di porre in risalto i ritrovamenti e farne il cardine di una rinnovata spinta verso il turismo d’arte è stato e continua ad essere furente. Ma la decisione finale non è stata ancora presa. La società multiservizio del Comune di Fermo 20 il Territorio Alle strette il mestiere più antico del mondo DURISSIMA LA BATTAGLIA DI SINDACI, FORZE DELL’ORDINE E PREFETTO CONTRO IL FENOMENO DELLA PROSTITUZIONE IN CRESCENTE AUMENTO NEL FERMANO Mario Andrenacci che con l’entrata in vigore di un ordinanza vieta agli automobilisti di fermarsi, dal tardo pomeriggio alla mattina, nella zona Nord di Porto Sant’Elpidio (esclusa ovviamente la zona a traffico limitato), nella Statale 16 e in Centro in quanto tale fenomeno, un tempo ristretto al quartiere Fratte è dilagato invadendo diverse vie cittadine. Prima di emanare l’ordinanza comunale, il primo cittadino insieme ad alcuni residenti della cittadina rivierasca ha letteralmente invaso pacificamente i territori sui quali operano le prostitute passeggiando ed organizzando attività ricreative per rendere difficile la contrattazione negli orari serali/ notturni (dalle 20 all’1 circa). Il tutto sotto la supervisione di Questura e Prefettura, con le quali Andrenacci ha già discusso dell’iniziativa avendone riscontri positivi. “Nel resto d’Italia siamo conosciuti solo per le prostitute, la situazione è uguale a 40 anni fa, bisogna farsi sentire al Ministero” ha tuonato una signora indignata della situazione in cui versa via Fratte, durante un’assemblea in cui si discuteva il da farsi in materia. “Ci vorrebbe la riapertura delle case chiuse” ha gridato un’altra. “Blocchiamo la Statale, senza un’azione eclatante non ci ascolterà nessuura la lotta che il Fermano sta portan- no” ha proposto un signore. Tra il pubblico do avanti contro l’annosa questione intervenuto a sostegno dell’idea del sindaco del fenomeno della prostituzione. A scen- anche la presidentessa della Commissione dere in campo, non ci sono soltanto le For- comunale Pari Opportunità Antonella Oraze dell’Ordine ma in prima linea vediamo zietti, residente in zona Fonte di Mare e per schierato il sindaco di Porto Sant’Elpidio, 30 anni carabiniere nella vicina Civitanova D il Territorio 21 Marche. “A Civitanova il fenomeno è stato debellato con pattugliamenti pressanti e l’installazione dell’illuminazione pubblica a tappeto – ha spiegato la Orazietti – ma così facendo le prostitute si sono spostate in massa al di qua del Chienti. Abbiamo visto in altre città che la riappropriazione degli spazi e la mediazione funziona”. Dal 23 luglio scorso, data in cui l’ordinanza è entrata in vigore, gli agenti del Commissariato di Polizia di Fermo hanno registrato oltre 20 violazioni all’ordinanza, fotosegnalato 16 persone, 40 sono state le ragazze sottoposte a foglio di via obbligatorio e 33 gli esercizi commerciali controllati. La novità di questa ordinanza, che resterà in vigore fino al prossimo 31 ottobre, rispetto ad una prima già emessa ad inizio anno, è l’aggravante penale. Infatti, nel caso di reiterazione dell’inottemperanza dell’ordinanza entro 90 giorni il violatore verrà deferito all’autorità competente ed in base all’art. 650 del Codice Penale gli sarà applicata la reclusione fino a tre mesi o il pagamento di un’ammenda pari a 206 euro. Una volta violata l’ordinanza i nominativi verranno inseriti all’interno di un database gestito dalla locale Polizia Municipale con durata temporale di tre mesi. “La prima questione su cui ci stiamo concentrando è la sicurezza del cittadino e del territorio. La privacy quindi passa in secondo piano – dice il Prefetto di Fermo Emilia Zarrilli - Abbiamo lavorato insieme per rendere più efficace l’ordinanza. In caso di migrazione del fenomeno altri sindaci potranno applicare la stessa ordinanza. Solo nel caso in cui siano diversi i comuni interessati dal fenomeno si può intervenire con un’ordinanza del Prefetto. Solitamente la prostituzione sottende ad una criminalità più ampia ma dalle nostre indagini in questo territorio non c’è un’organizzazione criminale ma piuttosto si tratta di donne dell’est Europa, quindi comunitarie, che sono imprenditrici di sé stesse”. E’ la prima volta che in Italia si applica un ordinanza del genere. “Abbiamo deciso di portare avanti questa azione perchè nel nostro territorio il fenomeno è più evidente e dilagante – aggiunge il primo cittadino Mario Andrenacci - Si tratta di un azione sperimentale, quindi dovremo verificare se gli effetti desiderati saranno sortiti. Il nostro spirito è quello di fare da apripista anche per altri comuni interessati da questo fenomeno. Sinceramente mi vergogno di quei cittadini che hanno deciso di affittare i propri immobili alle prostitute con tariffe pari a 3-400 euro a settimana, per questo dobbiamo far leva sul senso civico dei cittadini. Censiremo gli immobili affittati alle prostitute e se ne avrò gli strumenti per debellare questi comportamenti che minano la vivibilità della città, non esiterò ad applicarli”. E proprio agli affitti facili è rivolto il progetto “Litorale Sicuro 2” portato avanti dal dirigente del Commissariato di Fermo Ciro De Luca. Un informativa contro i proprietari di immobili affittati alle prostitute alla locale Procura della Repubblica da parte degli agenti di Polizia è la novità di questa seconda edizione del progetto. Diverse, infatti, sono le informative che gli agenti hanno già consegnato in Procura sulle attività legate a organizzazioni criminali che sfruttano la prostituzione, ma anche sui proprietari di appartamenti della costa. Si tratta di una vera e propria task force della Polizia per arginare il fenomeno della prostituzione in strada e in app a r t a m e nt o. 22 il Territorio Immigrati, un problema in costante aumento Storie di donne, uomini e bambini accomunate da un unico grande dramma: scappare dalla guerra in Libia L e Marche si stanno confermando come terra d’accoglienza, soprattutto in questo periodo di grave crisi non solo economica ma anche umanitaria. Dalla Libia sono in migliaia le persone che stanno scappando da una guerra atroce in cerca di una possibilità per il domani. Sono, infatti, circa un migliaio gli immigrati provenienti dai campi di Manduria e da Lampedusa che la Regione sta accogliendo in varie strutture esistenti sul territorio marchigiano. Sono storie tristi e piene di angoscia quelle dei profughi che per salvarsi dalla guerra libica hanno dovuto lasciare tutto, anche la propria famiglia. Storie, però, piene di speranza per un futuro migliore in cui potersi ricongiungere con i propri familiari. Nella provincia di Fermo sono circa 150 gli immigrati ospitati in diverse strutture d’accoglienza dislocate nell’intero territorio provinciale. Si tratta di persone che per poter giungere nella “terra promessa” hanno dovuto accettare dei compromessi, hanno pagato, hanno affrontato un viaggio estenuante con il il Territorio 23 rischio, altissimo e concreto, di non poter toccare mai la terra ferma. Per molti di loro è stato proprio così, non sono mai giunti in Italia, rimanendo dunque dispersi in mare. Le cinque donne oggi ospitate dall’istituto Sagrini onlus di Fermo raccontano di un viaggio terrificante a bordo di un barcone contenente 500 persone pronte a tutto pur di arrivare e trovare la salvezza. Un ammasso di corpi. Sul barcone non c’erano posti a sedere e vi era negata la possibilità di andare in bagno anche solo per darsi una semplice rinfrescata. Un viaggio durato tre giorni per cui i migranti hanno pagato un prezzo altissimo per le loro possibilità, circa 1.000 euro ciascuno, dove chi non disponeva della cifra richiesta doveva donare qualunque cosa bienti di lavoro. Nadia, invece ha 44 anni, possedesse al momento dell’imbarco altri- è sposata, il marito non lavora ed ha due menti si rimaneva in Libia. Queste donne, di figli. In Libia ha lavorato come massaggiaorigine marocchina tra i 24 e i 44 anni si tro- trice, cameriera e baby sitter. Anche il figlio vavano in Libia al momento dello scoppio di 23 anni è in Italia in cerca di lavoro ma della guerra per motivi di lavoro, hanno as- non nelle Marche mentre la figlia di 18 anni sistito a violenze sessuali, fisiche e psicologi- è sposata ed è rimasta in Libia con il mariche. <Tutti erano armati – racconta Amina to. <Noi adesso stiamo bene, non ci manca – Anche i bambini imbracciavano un fucile niente – afferma Nezha – Abbiamo, però, un grande pensiero, il fatto che e sparavano all’impazzata, abbiamo dovuto abbandocolpendo chiunque capiSono un migliaio i nare i nostri documenti per tava sotto tiro>. Amina ha 40 anni e in Libia lavorava migranti ospitati nelle lavorare e abbiamo sempre nei campi, la sua famiglia a Marche, di cui 150 circa il pensiero fisso della nostra famiglia che dobbiamo cui mandava dei soldi per nel Fermano in struttuaiutare e ci stanno aspetil sostentamento è rimasta in Marocco. Amina, Nezha, re di prima accoglienza tando>. Queste donne non Nadia, Miriam ed Asia dislocate in tutta la hanno grandi ambizioni. Si accontentano di lavori erano tutte a bordo dello Provincia umili. Sono disposte a lavostesso barcone e sono arrare nei campi, ad assistere rivate il 29 maggio scorso. <Quando siamo arrivati in questa struttura gli anziani ed a fare le pulizie. <Sono tutte ci siamo trovati come se fossimo in famiglia, persone che hanno sofferto tanto per aiusiamo stati accolti dal quartiere> dice Nadia. tare la famiglia scegliendo una Nazione che Ora stanno seguendo dei corsi per imparare poi si è dimostrata pericolosa> dichiara la la lingua italiana e successivamente trovare dott.ssa Maria Adelaide Colombo, direttriun lavoro, dopo il giudizio della Commis- ce dell’Istituto Sagrini onlus. Recentemente sione. Questo organismo dovrà vagliare una nuova ondata di profughi è arrivata nel la loro posizione in merito alla richiesta di Fermano. Si tratta di una cinquantina di uoasilo politico. Se il parere sarà favorevole si mini libici attualmente ospiti delle strutture potrà procedere con l’inserimento in am- dell’Associazione Perigeo di Monte Urano. 24 il Territorio “Il Fermano è ancora un isola felice” Parola del Prefetto Emilia Zarrilli LA PREFETTURA DI FERMO È ORMAI OPERATIVA E SI STA FACENDO CARICO DELL’EMERGENZA DEI PROFUGHI LIBICI Il Prefetto di Fermo Emilia Zarrilli F urti negli appartamenti, prostituzione, droga, racket e arresti di boss mafiosi non fanno cadere l’appellativo di isola felice che il Fermano si è guadagnato nel tempo. Questo quanto sostiene il Prefetto di Fermo Emilia Zarrilli. “Si tratta di fenomeni episodici. Siamo ancora quell’isola felice che vogliamo essere a patto e condizione che le forze dell’ordine vigilino con costanza e in modo permanente la situazione del territorio in modo che quelle infiltrazioni episodiche non possano attecchire in modo stanziale” precisa il Prefetto. “I furti negli appartamenti sono la conseguenza della presenza sul territorio di circensi e di gitani. I dati percentuali non evidenziano una recrudescenza del fenomeno, anzi pare che sia in discesa. Anche se l’entità dei furti è abbastanza irrisoria viene meno il senso di sicurezza della gente – dice ancora il Prefetto Zarrilli - Non c’è nel Fermano, però, un’organizzazione criminosa che sottende a questi reati. Quelle che sono le forme di preoccupazione per la situazione della sicurezza del territorio possono essere la droga da un lato e la prostituzione dall’altro ed in entrambi i casi le forze dell’ordine si stanno muovendo per scoraggiare il mercato”. Un nuovo problema attanaglia, però, il Fermano e cioè l’immigrazione e la paura del diverso, dello straniero. La situazione degli immigrati è abbastanza precaria. Oltre a quelli che possiamo definire ormai stanziali, c’è la questione, anche se fino ad oggi pare ancora poco sentita, di coloro che scappati dalla guerra in Libia hanno trovato rifugio prima nei campi di il Territorio 25 Manduria e Lampedusa e poi nel Fermano. C’è stato, infatti, nei mesi scorsi un accordo tra il Governo e le Regioni per contenere l’emergenza, distribuendo così le ondate di arrivo dei profughi nei vari territori in base alla popolazione residente. “Tra i migranti che la provincia di Fermo sta ospitando – afferma il Prefetto Zarrilli - ci sono quelli che hanno avanzato la richiesta di asilo politico e quelli che hanno già ottenuto il permesso di soggiorno. Il nostro territorio accoglie attualmente quasi duecento persone. La loro presenza al momento non sta creando particolari disagi in quanto il fenomeno è abbastanza parcellizzato e coinvolge più centri della Provincia, tra questi Monte Fortino, Porto San Giorgio, Montegiorgio, Monte San Giusto, Servigliano, Fermo e Monte Falcone Appennino. Il pro- blema, però, sono i costi. Infatti, tenendo tutti questi profughi separati i costi sono enormi e non si riesce ad avere la situazione completamente sotto controllo. Basti pensare che ognuno di loro costa allo Stato circa 40 euro al giorno. Ad oggi è un problema ancora irrisolto, gli immigrati continuano ad arrivare e credo che insieme alla Comunità Europea si debbano prendere dei provvedimenti. Ma c’è un’altra questione che si sta ponendo proprio in questi ultimi giorni, ed è quella di coloro che hanno avanzato la richiesta per il ricongiungimento famigliare in Italia”. A luglio, si è insediato nella Prefettura di Fermo l’Ufficio Territoriale per l’Immigrazione che mira a conoscere tutte le problematiche connesse al fenomeno, quindi si occupa sia dell’integrazione sociale, lavorativa che scolastica. ROMIT s.p.a. Via delle Fontanelle, 13 / 63812 Montegranaro FM Italy Tel. +39 0734.88670 www.romit.it Siamo ancora quell’isola felice che vogliamo essere a patto e condizione che le forze dell’ordine vigilino con costanza. 26 le Realtà locali Mediazione Marche, il primo organismo privato per la mediazione e conciliazione civile I pro e i contro dell’istituto della mediazione, obbligatorio in materia civile e commerciale, secondo il dottor Mario Di Carlo L Mediazione Marche è composto da Mario Di Carlo, Renato Torquati, Michele Fabio Tenuta, Giampiero Saraconi, Ferdinando Morresi, Luca Di Carlo e Daniele Violoni ’impressionante mole di processi che attendono una definizione, e il ritardo inaccettabile di una valida risposta della Giustizia, hanno prodotto nei cittadini una sfiducia e disaffezione non facilmente recuperabili. Le spese esorbitanti che lo Stato italiano è costretto a pagare per le numerosissime condanne inflitte dalla Corte di Giustizia Europea, in ordine a tutte quelle sentenze emesse ben oltre la “ragionevole durata del processo”, sono i motivi che hanno indotto il legislatore ad emanare una normativa senza precedenti: quella sulla mediazione ‘obbligatoria’ nella materia civile e commer- ciale (decreto legislativo del 4 marzo 2010 n. 28 e decreto interministeriale del 18 ottobre 2010 n. 180). Per saperne di più, incontriamo il dottor Mario Di Carlo, il quale fa parte dell’Organismo Mediazione Marche. D – Ci parli di come è arrivato alla mediazione, tracciando anche una panoramica sul suo funzionamento e finalità in modo da offrire ai lettori un minimo di informazione al riguardo. R – Lo faccio di buon grado, chiarendo che, appena cessato dal servizio di magistrato, le Realtà locali ho subito aderito con convinzione alla prospettiva di fare il mediatore, consistente nel mettere d’accordo le persone che si trovano coinvolte in una controversia. Questo mi è congeniale, visto che sicuramente esiste in me una sorta di vocazione: per l’esattezza nei primi anni ‘70 ho fatto concludere centinaia di conciliazioni nelle vertenze individuali di lavoro presso l’UPLMO (Ufficio provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione) di Macerata, che ho poi lasciato perché trasferitomi a Roma al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Rientrato successivamente nelle Marche, nel quindicennio trascorso quale Giudice di Pace, ho conciliato un numero considerevole di cause (incluso il penale), anche in forma precontenziosa con l’art. 322 c.p.c. Che dire di più: provo grande soddisfazione morale, convinto di aver fatto il bene della gente, ed ora, con l’esperienza che mi ritrovo, sono pronto ad affrontare tranquillamente la nuova sfida che mi attende. Qui, nel nostro caso, si tratta di un’autentica ‘rivoluzione’, poiché, con la obbligatorietà, il cittadino si riappropria della facoltà di trovare – con libertà e autonomia – una soluzione conveniente ad entrambe le parti. La quale – evitando il processo – metta fine alla vicenda (civile o commerciale) insorta con la controparte, senza un giudice che imponga la propria decisione e senza vincitori e vinti. La domanda di mediazione si presenta tramite deposito di un’istanza ad u n organismo accreditato presso il Ministero della Giustizia. Dopo di che, il Responsabile designa un mediatore e fissa il primo incontro tra le parti non oltre quindici giorni dal deposito della domanda, con comunicazione all’altra. Il mediatore si adopera affinché esse raggiungano un accordo amichevole per la definizione della controversia, il tutto sotto la garanzia della riservatezza. Le materie proponibili per la conciliazione sono: il condominio (dal 20 marzo 2012), diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti (dal 20 marzo 2012), da responsabilità medica e da diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. D – Lei parla di obbligatorietà: cosa accade se si va direttamente dal giudice senza prima passare per la fase conciliativa? R – In questo caso “l’improcedibilità” deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice non oltre la prima udienza, assegnando alle parti il termine di 15 giorni per la presentazione della domanda di mediazione. D – Non trova utile mostrare le differenze tra questa procedura e quella giudiziaria, per verificare se si tratta davvero di un’opportunità da cogliere, evidenziando quali sono i costi di entrambe e i vantaggi di cui Lei parla? R – Sì, lo trovo utilissimo allo scopo di fare chiarezza. Come ho già accennato, il fatto che le parti in contrasto possano liberamente decidere la sorte della propria vicenda litigiosa con un accordo condiviso, vantaggioso per tutte e due – ottenuto con speditezza, a carattere definitivo, con costi certi perché conosciuti fin da subito – mostra palesemente una differenza eclatante con il processo, il cui esito è incerto, con tempi e costi che non è dato quantificare proprio perché si è in balia di troppi fattori imponderabili e imprevedibili. E tutto questo, fa vivere male la gente, che sinora ha dovuto inevitabilmente affrontare tutti i 27 28 le Realtà locali rischi che l’azione giudiziaria reca con sé. Con il nostro intervento, invece, raggiunto l’accordo, e ponendo fine alle divergenze, le parti sono libere di proseguire i loro rapporti, diversamente che nel processo. Mediazione Marche ha la sede in viale della Carriera, 109 e a Macerata in via Francesco Crispi 106. Tel. 0734/217365 Fax. 0734/219343 www. mediazionemarche.it info@ mediazionemarche.it D – Chi sono i componenti dell’Organismo di cui Lei fa parte, e come si sceglie quello che offre maggiori garanzie? R – Rispondo che, come in altri casi della vita, anche qui si deve avere riguardo alle persone che lo compongono, al loro passato, alle qualità morali ed umane, nonché alla esperienza maturata ed alle competenze possedute. Questo è facile ad ottenersi, tra l’altro, anche attraverso la conoscenza dei profili e del curriculum di ognuna di loro, che risultano interamente riportati nel sito web. Le differenti formazioni e professionalità dei mediatori – tutti abilitati – concorrono a garantire una vasta gamma di competenze sia in materia civile che commerciale. Sono avvocati, figure provenienti dalla ricerca scientifica universitaria, commercialisti, un magistrato e un laureato esperto informatico. Per ultimo, mi preme aggiungere che questa procedura offre altri vantaggi proprio nel senso che tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento di mediazione sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura, oltre a trarre giovamento dal credito d’imposta così come riconosciuto nell’art. 20. L’importo massimo delle spese di mediazione per ciascun scaglione di riferimento (secondo il valore della lite), risulta già predeterminato a norma della tabella A (art.16 del D.I n.180). Il procedimento di mediazione ha una durata non superiore a quattro mesi (esso ben può risolversi anche nella seduta del primo incontro). Termina qui l’intervista, e, preso atto dell’importante intervento normativo concepito per l’interesse vero dei cittadini, la Redazione rivolge l’augurio di buon lavoro ai componenti l’organismo Mediazione Marche, auspicando di ritornare sulla materia per ulteriori aggiornamenti. la Provincia 29 Provincia si, Provincia no A RISCHIO SOPPRESSIONE ANCHE IL SOGNO DEI FERMANI CHE DOPO 149 ANNI SI ERANO VISTI RICONSEGNARE L’ENTE PROVINCIALE D opo aver atteso ben 149 anni per vedere coronato il proprio sogno di tornare ad avere la Provincia, i fermani rischiano di perderla nuovamente e stavolta per una questione di pochi spiccioli. Un disegno di legge costituzionale potrebbe cancellare definitivamente tutte le province italiane. La provincia di Fermo, dunque, potrebbe avere vita corta. Dapprima l’articolo 15 contenuto nella manovra finanziaria varata dal Governo e dal Ministro all’Economia e alle Finan- ze Giulio Tremonti, poi stralciato, prevedeva la soppressione delle province al di sotto dei 300.000 abitanti e poi è arrivato come una mannaia il disegno di legge costituzionale che cancellerebbe l’esistenza di tutte le province italiane. “L’approvazione del disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province costituisce una iniziativa grave e contro gli interessi del Paese”. Con queste parole il presidente della provincia di Fermo Fabrizio Cesetti manifesta la sua disapprovazione al dise- 30 la Provincia Il sindaco di Fermo Nella Brambatti gno di legge. L’abolizione delle province, se il disegno di legge costituzionale verrà approvato dalle due Camere, sarà effettiva a partire dalla fine del mandato amministrativo in corso. Il ddl costituzionale prevede che le Regioni dispongano di un anno per l’attuazione della nuova forma di associazione dei comuni che governerà l’area. “Il ddl costituzionale – prosegue Cesetti – che nell’immediato comporta una delegittimazione delle province determinerà, se verrà approvato, un sicuro aggravio della spesa pubblica perché non potranno essere abolite le tante funzioni che vengono esercitate dalle province medesime ed il personale preposto al loro esercizio dovrà essere ricollocato con maggiori oneri. Inoltre, getterà il Paese nel caos in quanto, secondo le intenzioni del Governo, le funzioni dovranno essere esercitate da forme associative che, inevitabilmente, determineranno la creazione di organismi più numerosi e costosi delle province stesse. Questa scelta costituisce un vulnus alla rappresentanza democratica dei territori in quanto la gran parte dei corpi sociali è organizzata a livello provinciale, mentre si fa venire meno l’Istituzione democratica che dovrebbe rappresentarli”. Destino diverso, invece, avranno i Comuni che rischiano, con l’approvazione della manovra finanziaria e dell’articolo 16, l’unificazione di gbran parte dei servizi erogati attualmente. Si tratta di Moresco (620 abitanti), Smerillo (con 395), Mon- tefalcone Appennino (con 503), Montelparo (con 901), Massa Fermana (con 998 abitanti), Monte Vidon Corrado (con 791), Monteleone di Fermo (che conta 434 abitanti), Monsampietro Morico (con 717) e Belmonte Piceno (con 663) mentre Monte Giberto (833 abitanti) potrebbe optare per un’annessione a Grottazzolina o a Ponzano di Fermo. Sul versante nord della Provincia in bilico la municipalità di Francavilla d’Ete (988 abitanti). “I tagli proposti dal governo – dice il sindaco di Fermo, Nella Brambatti – rischiano di trasformarsi in veri e propri tagli alla democrazia. Sono tagli iniqui e inutili perché non risolveranno il problema dei costi della politica ma andranno ad incidere pesantemente sulla quantità e qualità dei servizi erogati quotidianamente”. Il 15 settembre ci sarà una manifestazione organizzata da Anci contro la manovra economica che si realizzerà con la riconsegna al Prefetto e al Ministro dell’Interno delle deleghe in materia di anagrafe e stato civile, e la chiusura simbolica dei relativi uffici. “Un atto eclatante che evidenzia la non condivisione di scelte prese lontano dai territori, distanti dagli interessi dei cittadini e che compromettono servizi essenziali - aggiunge la Brambatti - la protesta che i Comuni e l’Anci stanno facendo non è la protesta della “casta” ma di chi lavora seriamente per rendere i nostri Comuni e il nostro Paese sempre più solidi, competitivi e vivibili”. l a società del Com u n e d i F e r m o p e r l ’ e n e rg i a la Provincia 31 SOPPRESSIONE COMUNI Protestano i sindaci di Moresco e Massa Fermana S i levano a gran voce le proteste di alcuni sindaci del Fermano che vedono a rischio soppressione il Comune da loro amministrato. Tra questi c’è la protesta di Amato Mercuri, sindaco di Moresco, che sottolinea che il costo della politica del piccolo borgo della Valdaso è irrisorio e quindi non insostenibile per l’intera comunità. “Poco cambierà per il mio comune con questa manovra - dice Mercuri - Moresco che fa già parte dell’Unione Comuni Valdaso vedrà solo la riduzione dei consiglieri da 13 a 6 e da 4 a 2 assessori con un risparmio irrisorio. Ma il concetto non può passare, perché considerare gli assessori e i consiglieri dei piccoli comuni come sprechi della politica è stupido e sbagliato, è il costo della democrazia - aggiunge il primo cittadino - Io insieme ai miei consiglieri e assessori sappiamo sempre dove sono i nostri dipendenti, nessuno timbra e va a fare la spesa, andiamo in prima persona a verificare opere pubbliche e lavori di manutenzione, affrontiamo tutti i giorni i problemi della gente senza che ci venga richiesto un appuntamento. Sono così vicini alla gente i parlamentari? In Italia abbiamo circa 8.100 comuni, niente se confrontati ai 12.000 della Germania e ai 36.000 della Francia, di cui il 90% al di sotto dei 2.000 abitanti. L’Austria che conta 8 milioni di abitanti ne ha 2.357 - conclude Mercuri - E’ chiaro quindi che non è un problema di numeri ma di orga- nizzazione. Non è facendo interventi spot che risolveremo la crisi, i consiglieri comunali di Moresco con i loro 17 euro a seduta consigliare sono un costo insostenibile per la comunità di Moresco? Il sindaco con i suoi 630 euro mensili e gli assessori con i loro 63 euro, che non bastano nemmeno per le telefonate, sono lo spreco della politica?”. A dir poco polemico e indignato è il sindaco Massa Fermana, Giampiero Tarulli che sottolinea la necessità almeno di sentire i cittadini prima di prendere scelte che ne cambieranno i futuro. “Non voglio ad ogni costo rimanere attaccato all’identità del singolo comune, alla sua storia millenaria, ma credo che i cittadini meritino di più e soprattutto debbano essere sentiti non solo quando qualcuno vuole essere eletto ma anche quando si prendono decisioni che graveranno anche sul loro futuro e che, nella specie, nulla hanno a che vedere con un risparmio del costo della politica - precisa il sindaco Tarulli - Più che di riduzione dei piccoli comuni, con l’art. 16 del decreto legge del Consiglio dei Ministri in merito alla “Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica nei comuni”, credo si debba parlare dell’ennesima opportunità persa per dare un vero segnale di svolta ai cittadini. L’ipotesi di ridurre i comuni mi sembra sia simile a quella di colui che non avendo più soldi per comprare un altro paio di scarpe decida di amputarsi i piedi! Chi vive la real- Il sindaco di Moresco, Amato Mercuri Il sindaco di Massa Fermana, Giampiero Tarulli 32 la Provincia Moresco Massa Fermana tà dei piccoli comuni sa bene quelli che sono i sacrifici che gli amministratori sopportano ogni giorno per garantire un vero servizio alla cittadinanza e quella che che è l’importanza di avere un gruppo di amministratori che anziché essere un peso, direi sopportabile visto che sul bilancio del Comune di Massa Fermana un assessore “costa” 35 euro al mese, sono una vera risorsa e garanzia per la popolazione - prosegue il primo cittadino - In realtà il decreto legge appena varato non parla di riduzione dei piccoli comuni, o cancellazione delle realtà territoriali, ma di costituire un’unione municipale tra comuni con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti che siano contermini con altri comuni di popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti per esercitare tutte le funzioni amministrative in forma associata e dove il Sindaco sarà l’unico organo di governo con la soppressione della Giunta e del Consiglio comunale, un’assurdità oltre che un passo indietro sotto l’aspetto della democrazia. Inoltre per la costituzione dell’Unione municipale, oltre alla vicinanza di comuni con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitante, è richiesto l’ulteriore requisito che la popolazione residente nel territorio dell’unione municipale sia pari almeno a 5.000 abitanti, salvo diverso limite individuato con delibera della Giunta Regionale: nel caso specifico del Comune di Massa Fermana, ma come per tantissime altre realtà del territorio fermano, il decreto modificherà solo il numero dei consiglieri e degli assessori ed imporrà l’obbligo di costituire l’unione dei comuni con i paesi vicini. Va sottolineato che per i piccoli comuni la voce di spesa più importante sono i dipendenti e non certo gli amministratori, spesa che anche in questa ipotesi legislativa rimarrà invariata! Che dire, si formulano ipotesi normative, sicuramente destinate ad essere modificate a seconda degli umori elettorali, che come al solito nulla faranno risparmiare alla collettività e che creano solo discussioni sterili - dice infine Tarulli - I veri sprechi sono altrove: non si è ipotizzato nulla per evitare le cosiddette “incompiute” e su come rendere effettivo il risarcimento in favore della Pubblica Amministrazione per gli errori dei progettisti, delle imprese o degli amministratori, in merito alla riduzione dei parlamentari e dei consiglieri regionali, sui milionari rimborsi elettorali o sulla vergognosa voragine della spesa sanitaria: visto che risiedo nella Provincia di Fermo, che dire sulla spesa di diversi milioni di euro per costituire due nuove province solo nel 2004 ed ora se ne dovranno spendere altrettanti per farle scomparire! Un noto slogan televisivo dice “...ed io pago...”, io aggiungerei: “…e ce li paghiamo pure!!!!”. Sesa. Tradizione e precisione da oltre 30 anni. “Produciamo calzature da uomo da oltre trent’anni, per noi parla la tradizione e la precisione del lavoro”. Sandro e Sergio Ramadori titolari della Sesa srl, impresa nata negli anni ’70, descrivono in questo modo la loro attività. “Scegliamo le migliori pelli per i nostri prodotti e la loro trasformazione è fatta da personale esperto - dicono Sandro e Sergio Ramadori. Il taglio è il primo passo per la realizzazione della scarpa che viene fat- ta da personale specializzato che usa macchinari all’avanguardia. Le fasi successive di orlatura e cucitura sono realizzate a mano dagli artigiani nei nostri laboratori, così che la scarpa diventerà più comoda e facile da indossare ma anche più duratura”. Il prodotto più noto della Sesa srl è il mocassino “College” che l’azienda espone nelle fiere internazionali dove maggiormente è presente come “Expo Rivaschuh” di Riva del Garda e il Micam ShoEvent. via Portogallo, 4 - 63015 Monte Urano (FM) Italia - [email protected] - tel. +39-0734-841400, - fax +39-0734-841876 34 gli Eventi Contesa del Secchio San Martino si è aggiudicata il Secchio d’Oro PARTE DI PIAZZA MATTEOTTI È STATA TRANSENNATA MA IL CORTEO HA SFILATO REGOLARMENTE A trIonfare nella cinquantanovesima edizione della Contesa del Secchio è stata la Nobile Contrada San Martino. I “verdi”, dopo un testa a testa serrato con la San Giovanni, detentrice del “secchio”, sconfiggono nettamente i “rossi” nell’ultima e decisiva partita e chiudono in trionfo, totalizzando 343 punti contro i 288 dei rivali. Più lontane le altre due contrade, mai parse in grado di inserirsi nel duello. La Sant’Elpidio ha chiuso a quota 256 punti, merito soprattutto del 111-75 rifilato ad una spenta Santa Maria nell’ultima gara. Gli “azzurri” hanno chiuso me- stamente all’ultimo posto, con 194 punti. Il “secchio” torna così nelle mani della San Martino a due anni di distanza dall’affermazione del 2009 e dopo il secondo posto in volata dello scorso anno (quando i “verdi” vennero distanziati di soli 29 punti. Niente tafferugli né polemiche, tutto è filato via piuttosto liscio sul campo di gioco grazie all’attenta direzione dell’arbitro Italo Menconi e del Capitano del Popolo Franco Orsili. Non così sugli spalti, dove, a parte i soliti battibecchi tra i tifosi delle varie contrade, si è registrata la protesta, assolutamente pacifica, di un gruppo di ragazzi che hanno esposto un cartellone con su scritto “Il Medioevo è dentro di voi, rievocazione medievale teste medievali”. Un messaggio diretto all’Ente Contesa, “rea” di aver negato il permesso di partecipare al corteggio ai ragazzi dell’associazione Sacra Spina, lo scorso anno per la prima volta presenti e che avevano suscitato interesse e attenzione per le loro rivisitazioni tra passato e futuro delle musiche tradizionali medievali. La gara vera e propria è stata come sempre preceduta, a partire dal primo pomeriggio, dalla presentazione delle squadre in piazza Matteotti e dal maestoso corteo, cui oltre alle 4 contrade, hanno partecipato anche le delegazioni del Marchesato di Santa Caterina, del Marchesato di Santa Croce, del Borgo Marinaro e di Castel di Castro. Presente in prima fila il “podestà” Alessandro Mezzanotte, vestito di tutto punto in panni medievali, precedendo, nel corteo, la bellissima dama Cristina Marozzi, l’assessore elpidiense Lorena Cozzi ed il vicesindaco di Porto Sant’Elpidio Monica Leoni, anch’esse splendide nei fini abiti realizzati per l’occasione. Presenti in abiti civili, al fianco del presidente dell’Ente Contesa Antonio Grami- gli Eventi gna, il Prefetto Emilia Zarrilli, il presidente della Provincia Fabrizio Cesetti, il suo vice Renzo Offidani, il presidente della Camera di Commercio Graziano Di Battista, il sindaco di Montegranaro Gastone Gismondi e molti assessori e consiglieri comunali del Fermano. Purtroppo, però, come accennato in precedenza, a rispondere in maniera abbastanza tiepida è stato il pubblico, presente in numero assolutamente minore agli scorsi anni alla rievocazione elpidiense. Un po’ per la splendida giornata di sole a ridosso di Ferragosto, un po’ per la crisi economica dilagante che rende comunque ardua la spesa per il biglietto di ingresso al campo (15 euro tribuna centrale, 13 euro gli altri posti), l’affluenza non è stata di certo paragonabile agli ultimi anni. L’edizione di quest’anno della Contesa del Secchio, comunque, è stata molto particolare per diversi motivi. Alcune piccole problematiche hanno costretto ad un superlavoro il presidente Gramigna e gli uomini dell’Ente Contesa, ma nessuna di queste ha compromesso il normale svolgimento della più antica rievocazione storica delle Marche. Primo “intoppo” quello legato ai lavori di rifacimento della pavimentazione nel centro storico. Il settore nord, antistante la Torre Gerosolimitana e la Basilica della Misericordia, era transennato, mentre il settore centrale e meridionale, quello sul quale dà il Municipio, era regolarmente fruibile. I lavori di ripavimentazione di Corso Baccio sono ripartiti solo dopo le festività di metà agosto, per cui non hanno creato intoppi per il corteo storico che, quindi, potrà sfilare in tutta tranquillità fino allo stadio Mandozzi. Il secondo problema, ma che non ha ostacolato in alcun modo il regolare svolgimento della manifestazione, è legato invece al secchio dorato che la contrada vincitrice riceve come premio per la vittoria. Ogni anno i campioni appongono una targa cesellata d’oro come ricordo indelebile del trionfo sul campo ma, dopo 59 anni, sulla superficie esterna sono rimasti solo due spazi vuoti: uno per la targa dei vincitori e l’altro per lo stemma del 150° anniversario dell’unità d’Italia, ricevuto quest’anno con decreto della Presidenza della Repubblica. Esclusa la possibilità di iniziare ad apporre le targhe anche sulle pareti interne del secchio, dalla prossima edizione, quella del sessantennale, ci sarà un nuovo secchio, mentre per il “vecchio” è ancora allo studio una soluzione adeguata. Piccoli intoppi che non hanno tolto magia e prestigio alla manifestazione clou dell’estate fermana. Una rievocazione che si basa su una vicenda, tramandata nei secoli, che affonda le sue radici tra leggenda e storiografia ufficiale. Si narra infatti che nel tardo Medioevo Sant’Elpidio a Mare soffrisse di una forte penuria d’acqua, così, per evitare la gazzarra quotidiana delle donne al pozzo della piazza del Comune, i priori indissero un gioco fra le quattro Contrade della Città (San Giovanni, Sant’Elpidio, Santa Maria, San Martino), stabilendo così che chi avesse più volte centrato il pozzo con una palla di cuoio e stoppa, avrebbe attinto per prima nell’anno a seguire. Nacque cosi uno sport a metà tra la pallamano e la pallacanestro, nella quale le contrade si sfidano in un girone all’italiana di sola andata con squadre composte da sette giocatori, la cui abilità sta nel centrate il pozzo dopo aver effettuato almeno tre passaggi, ostacolando nel contempo il gioco degli avversari. Ma la Contesa del Secchio non è solo il giorno del “gioco”, ma un complesso di attività che dura 365 giorni all’anno grazie all’attività incessante dell’Ente Contesa del Secchio e del Gruppo storico musici e sbandieratori, apprezzati in tutto il mondo per le loro qualità. Il “Gruppo” è stato presente in moltissime città italiane, ha partecipato, come ospite d’onore a diverse trasmissioni Rai e Mediaset, ha rappresentato l’Italia ai quattro lati del globo nel corso dei suoi oltre trent’anni di storia fino a partecipare, lo scorso anno, come unico gruppo italiano alla festa della Repubblica Italiana che si è tenuta il 2 giugno nel padiglione italiano del World Expo 2010 a Shangai. Quest’anno, poi, una delegazione è stata presente come rappresentante della Provincia di Fermo al Consiglio d’Europa di Strasburgo per la Festa della Repubblica Italiana. 35 36 gli Eventi Et palio sia! L’OPERA DELLO SCULTORE SANDRO PAZZI SIMBOLO DI FORZA E DI ACCOGLIENZA I cavalli, da sempre simbolo di forza e di vigore, sono, oggi, il simbolo della città di Fermo. Nello scorso maggio la ditta Tre Elle di Fermo ha posizionato al centro della rotatoria di Santa Petronilla la maestosa opera, disegnata dallo scultore Sandro Pazzi, raffigurante tre cavalli e gli scudi dedicati alle dieci Contrade cittadine. L’opera, in acciaio “arrugginito”, è alta 5 metri e larga 3.50 metri. Un piedistallo a sorreg- gere la scultura. A lato strada, undici scudi, uno per ciascuna Contrada mentre l’undicesimo raffigura lo stemma del Comune. “L’idea è nata qualche anno fa – sottolinea Stefano Luzi, titolare della Tre Elle – devo ringraziare l’ex priore di contrada Fiorenza Giaccobbi che mi aveva parlato dell’idea di mettere un’opera a Santa Petronilla. Il cavallo è la rappresentazione della forza dell’impresa e del territorio nel cercare una rapida uscita dalla crisi. Questa è un opera che testimonia la bellezza del saper stare insieme in un progetto nato per rendere più bella la città”. gli Eventi Cavalcata dell’Assunta Una festa di mille anni fa L a festa dell’Assunta a Fermo ha radici lontane. Risale al 998 dopo Cristo un atto con il quale il vescovo della sede fermana, Uberto, concede un appezzamento di terra sulla strada per Cossignano, in cambio di 400 soldi annui da pagarsi appunto in occasione della festa dell’Assunta. Il documento più antico della Cavalcata e del Palio risale, invece, al 1182, anno in cui Monterubbiano, Cuccure e Montotto s’impegnavano con Fermo a portare ogni anno il Palio, in occasione della festa dell’Assunta. Da meticolose ricerche nell’Archivio di Stato cittadino è stato rinvenuto un atto del 1449. In tal anno Fermo lamenta che Monterubbiano non ha portato il Palio, cosa che “ha fatto sempre da trecento anni”. Altro documento, splendido e policromo, si trova nel Messale de Firmonibus risalente ai primi del 400. In esso sono raffigurati la cattedrale ed il corteo che vi si recava per presentare alla Vergine Assunta, patrona di Fermo, doni ed offerte. La Cavalcata ebbe vita gloriosa fino ai primi del 1600 e dopo un periodo di decadenza fu riportata al primitivo splendore dal Mons. Amedeo Conti. Abolita nel 1808 durante il Regno Napoleonico (Fermo in tal epoca era capoluogo del Dipartimento del Tronto da cui dipendevano le vice prefetture di Ascoli e Camerino), tornò in vita dopo il congresso di Vienna, ma senza l’antico splendore; condusse poi vita grama fino al 1860, anno in cui cessò con la venuta dei Piemontesi e 37 23 LUGLIO 30ªe d i z i o n e il Regno di Vittorio Emanuele II. Ci furono diversi tentativi di ripristinarla nel 1897 e nel 1921 ma senza risultati soddisfacenti. Ma è nel 1982, ben otto secoli dopo il primo corteo, che la Cavalcata dell’Assunta torna a rivivere con i fasti di una volta. Il trentesimo anno della rievocazione storica ha dato vita ad una nuova era per la Cavalcata dell’Assunta che ha visto nelle vesti di Priore della Città un sindaco donna. Si tratta di Nella Brambatti che nonostante le polemiche ha sfilato fiera ed elegante nel suo abito nero. Il sindaco Nella Brambatti in un momento della sfilata del Corteo 38 gli Eventi E’ Fiorenza la vincitrice In questa Cavalcata abbiamo ottenuto più di una vittoria D COMMERCIO TURISMO SERVIZI DELEGAZIONE DI FERMO via S. Alessandro, 3 tel. 0734 622333 opo sei anni dalla prima vittoria del Palio dell’Assunta, la Nobile Contrada Fiorenza si riconferma vincente e a quanto pare è proprio la scelta del Priore il porta fortuna della Contrada. Era palpabile l’emozione del Priore di Contrada Lorenzo Giacobbi e dei suoi contradaioli per la vittoria arrivata nel trentesimo anniversario della Cavalcata dell’Assunta. Artefice del successo il giovane fantino Giulio Chioffi che in sella a Sir Franco, appartenente alla scuderia Cardinali di Anagni in provincia di Frosinone ha regalato un’emozione indimenticabile ai contradaioli e ai tanti appassionati che hanno assistito alla corsa del Palio. “Ho vinto per voi” ha detto Chioffi appena sceso da cavallo rivolgendosi ai contradaioli che lo acclamavano da dietro le staccionate. Sarà, probabilmente, una tradizione di famiglia portare la Contrada verso la vittoria nel primo anno di conduzione. Sei anni fa, nel 2005, questa esperienza fu fatta dall’allora Priore Remo Giacobbi. A suo figlio Lorenzo si lega, invece, questa seconda vittoria. Grandissima la soddi- gli Eventi sfazione per questo successo da parte del giovane Priore. “Sono contentissimo per questa affermazione – ha detto a caldo Lorenzo Giacobbi – perché con essa si è concluso un grande lavoro di anni fatto soprattutto dai giovani di Contrada, un bel gruppo. E’ un anno irripetibile quello che abbiamo vissuto in questa trentesima edizione della rievocazione. E’ come se fosse stato scritto che dovevamo vincere perché ci abbiamo creduto tanto. Coesi e determinati perché crediamo in questa iniziativa che permette il recupero delle nostre radici. In questa Cavalcata abbiamo ottenuto più di una vittoria non dimenticando l’aspetto religioso della manifestazione, cosa in cui crediamo. Il lavoro è stato tanto per riuscire e subito dopo aver vinto il Palio siamo andati in Duomo, per ringraziare la nostra Patrona”. via Tirassegno, 32 - Fermo tel. 0734 623195 Intensi attimi di suspence prima dell’arrivo al traguardo U n tifo da stadio ha accompagnato tutta la corsa a cui hanno presenziato circa 15.000 persone (un successo turistico non indifferente per il vice presidente vicario della Cavalcata Silvio Dionea) e molte autorità compresi l’assessore regionale Serenella Moroder e il Prefetto di Fermo Emilia Zarrilli. Le cinque Contrade finaliste: Campolege, Campiglione, San Bartolomeo, San Martino e la stessa Fiorenza si sono spese fino all’ultimo metro per vincere ma la classe di Sir Franco e Chioffi ha primeggiato su tutti. In una corsa mozzafiato, dunque, Sir Franco subito dopo il curvone del Tunnel dove si trovava già nettamente in testa ha sbaragliato gli altri concorrenti. Che Sirfranco desse battaglia agli altri nove cavalli lo si era già notato già dalla prima batteria dove il cavallo è risultato secondo dopo quello di Campolege mentre terzo si è classificato Molini Girola. Fiorenza ha poi dovuto fare il sorteggio per accedere alla finale con San Bartolomeo terza classificata della seconda batteria. Al momento dell’arrivo di Sir Franco i contradaioli e lo stesso Priore hanno vissuto un attimo di smarrimento bagnato dalle lacrime dei tanti tifosi bianco-viola. Una volta realizzato cosa era accaduto allo smarrimento è subentrata la gioia per il tsuccesso raggiunto e con il priore Lorenzo Giacobbi che ha ricevuto il Palio dalle mani del podestà, tutti a festeggiare, a voler toccare Sir Franco, a portare in trionfo Giulio Chioffi e poi via, impazziti di gioia, verso Piazza del Popolo. 39 40 gli Eventi Tornano alla ribalta le specificità dei negozi di vicinato Con la Cavalcata dell’Assunta si riscoprono le tipicità dei quartieri fermani ALIMENTARI, FRUTTA E VERDURA SALUMI E SPECIALITÀ LOCALI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA Piazza del Popolo tel. 328 0305881 L a Cavalcata dell’Assunta riunisce ben 10 Contrade tra storiche e cosiddette foranee in un lavoro sinergico che dura tutto l’anno e che non comprende solo il momento della Corsa al Palio del 15 agosto o il corteo storico in notturna ma allarga la propria azione anche ad altre iniziative. <Certo sarebbe un’azione veramente utile che all’interno di ogni Contrada – afferma il vice presidente vicario della Cavalcata dell’Assunta, Silvio Dionea - si discutesse di tutta la vita della stessa, dai servizi ai momenti del tempo libero per poter coniugare tutte le realtà all’interno della Contrada e diventare punto di riferimento non solo dei cittadini ma anche delle istituzioni. I grandi numeri del turismo di questa stagione la dicono lunga su quello che potrebbe essere il ruolo della Cavalcata dell’Assunta (moltissime presenze turistiche si sono registrate in occasione delle manifestazioni del Palio) che vive dell’attività volontaria dei contradaioli e dei contributi dei piccoli commercianti. Questi ultimi addentellati al territorio sentono più di altri esercenti il significato della rievocazione, la ricerca della memoria storica cittadina, ecc.>. Proprio il negozio di vicinato è quello che sta tornando di moda dopo la corsa sfrenata alla grande distribuzuine organizzata. Un punto vendita, cioè, al dettaglio con una superficie non superiore ai 150 mq o 250 mq, nei comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti.Negozi di quartiere del settore alimentare o non alimentare, parzialmente a libero servizio, o affiliati a un’insegna della grandi distribuzione o a marchi di catene di abbigliamento o altri prodotti. Gli esercenti di queste attività puntano sia sulla qualità del servizio che sulla familiarità con la clientela tipici dei negozi tradizionali. L’idea del negozio di vicinato è stata lanciata nel Fermano già nel lontano 2005. Tra i primi a scendere in campo sull’argomento la locale Confcommercio e l’Associazione Commercianti di Fermo e Circondario. <E’ necessario ritornare ad un negozio di vicinato che rappresenta spesso la qualità e la specificità di un prodotto legato alla produzione locale – commenta Basilio Giacomozzi presidente della locale Confcommercio e della Consulta del Commercio - Con il suo essere a misura d’uomo ha, inoltre, in questo tipo di esercizio allaccia un diverso rapporto con l’utenza. Il problemna per uno sviluppo di questi negozi nella città capoluogo è frenato, per il prossimo futuro, dall’apertura di altri due grossi complessi che si aggiungono a quelli già esistenti per cui occorrono, a questo punto, misure di tutela e di potenziamento con incentivi e quant’altro> gli Eventi 41 Centro storico Cittadini e istituzioni insieme per farlo rinascere TANTE LE INIZIATIVE CHE L’ASSOCIAZIONE PUNTO FERMO HA ORGANIZZATO PER PERSEGUIRE QUESTO OBIETTIVO L ’associazione Punto Fermo è nata nel 2005 ed è composta dai commerciati al dettaglio del Centro storico del capoluogo di Provincia e dal Comune in qualità di socio. L’obiettivo del sodalizio è la rivitalizzazione del centro storico della città, attraverso una serie di manifestazioni e la creazione di un centro naturale commerciale in cui siano coinvolti tutti gli esercizi di vendita al minuto di Piazza del Popolo e vie adiacenti. Negli anni l’associazione ha messo in campo diverse iniziative di successo ed è entrata a pieno titolo nei tavoli di concertazione organizzati dalle istituzioni locali. <La salvaguardia della piccola e media impresa commerciale è uno dei nostri obiettivi – afferma il presidente di Punto Fermo, Loris Salvatori – in quanto rappresenta il tessuto connettivo e volano . dell’economia cittadina. E’ importante potenziare questo settore e non mortificarlo a favore della grande distribuzione organizzata. Dare maggiore impulso ai cosiddetti negozi di vicinato e aiutare a sviluppare le loro specificità significa da un lato rivitalizzare il centro storico di Fermo e dall’altro dare l’opportunità di nuova occupazione. BARNEY Piazza del Popolo, 27 Corso Cefalonia, 8 FERMO Tel. 0734 225 961 0734 223 285 REALIZZA E VENDE