I fratelli e le sorelle

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I fratelli e le sorelle
I fratelli e le sorelle
Ormai è troppo tardi
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Scritto da Ema Wolf
nel 1999
I personaggi sono un
ragazzo e il suo
piccolo fratellino
appena nato
Il giorno che nacque il fratellino, il padre lo portò alla clinica per
farglielo vedere. Arrivarono ed il fratellino era in una stanza colma
di bambini tutti uguali. Il ragazzo paragonò suo fratello ad un
dinosauro, perché aveva la stessa testa solo un po' più rugosa e
con i capelli.Subito domandò alla mamma se avesse l'intenzione
di portarselo a casa e con sua grande delusione la madre rispose
di si. Di notte i suoisvegliare genitori si dovevano per prendersi
cura del piccolo, per questo il ragazzo si chiedeva quando i suoi
genitori si pentiranno di averlo portato a casa.Il giovane non
capiva come sua zia Lila poteva dire che era bellissimo, pensava
che lo dicesse perché non l'aveva visto mai nei momenti peggiori
quando puzzava (E pensare che i suoi genitori non lo lasciavano
tenere un cane perché pensano che sporchi) Anche la nonna
diceva che era bellissimo anche se le vomitava sulla spalla.
Ultimamente al fratellino piange perché gli stanno crescendo i
denti perciò fa bave e disturba la notte. Una sua amica, Maria,
gli ha detto che anche a suo fratello è capitata la stessa cosa e
anche che dopo ha iniziato a mordere. Maria gli ha detto anche
che è stato fortunato perché se non altro è solo uno. .Una sera
stavano parlando delle vacanze e i suoi genitori dessero che
avrebbero portato anche il fratellino. Ad un tratto il ragazzo sentì
la voce di sua mamma venire dalla cucina che gli chiedeva di
cambiare suo fratello.Il giovane si avvicinò al lettino e, il fratellino
aveva avuto il primo conato di vomito. Aveva il vomito che gli
usciva da tutte le parti e aveva sporcato le lenzuola e le sbarre
del lettino.Il ragazzo si chiese se il fratellino l'avesse fatto
espressamente per lui. Quindi il giovane pensò di domandare alla
mamma se poteva regalarlo a sua zia nelle condizioni in cui era.
La madre rispose ma il ragazzo non capì un gran che solo che
era pronto il mangiare e doveva muoversi.Si avvicino ancora al
lettino e il fratello ebbe il secondo conato di vomito. Si nascose il
naso e la bocca sotto il colletto della maglia per non sentire gli
odori e provò per l'ultima volta a chiedere a sua mamma se
poteva regalarlo ma ella non rispose. Il ragazzo convinto pensò
che i suoi genitori non avranno mai il coraggio di ammettere i loro
errori. Ormai era troppo tardi!
DIMENTICATO E PERDONATO
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Scritto da Louisa May
Alcott nel 1996
I personaggi sono,
quattro sorelle:
Meg, Jo, Beth, Amy e
la loro madre.
Un giorno in casa March c’erano quattro sorelle: Meg,
che faceva l’istitutrice a quattro bambini scatenati, Jo,
irrequieta e anticonformista, divoratrice di libri e scrittice
di storie, Beth, appassionata di musica e Amy,
appassionata di pittura e sempre preoccupato per la
propria bellezza.Amy arrabbiata per quello che gli
aveva fatto Jo decise di fargliela pagare e così gli
brucciò il libro dove Jo teneva tutte la fiabe che aveva
scritto.Jo appena lo scoprì si infuriò con Amy e gli disse
che non lavrebbe mai più perdonata.Il giorno dopo
chiese a u suo amico se potessero andare a pattinare
sul ghiaccio così che a Jo gli passasse la rabbia.Amy li
vide e pensò che Jo gli aveva promesso che questa
volta sarebbe andata anche lei con loro perché era l’
ultima gelata dell’ anno.Allora una sorella di Amy gli
diede il consiglio di andare dietro di loro e nel momento
più opportuno scusarsi con Jo.Amy li seguì, mentre si
allacciava i pattini vide Jo e Laurie, il suo amico, che si
allontanavano.Laurie avvertì Jo e gli disse di non
pattinare immezzo al fiume che il ghiaccio non era
solido, e di pattinare ai bordi.Amy non sentì e allora
subito dopo essersi messa i pattini iniziò a pattinare
verso il centro del fiume.l ghiaccio cedette e così Amy
cadde in acqua.Jo se ne accorse ma proprio quando
stava per andarla a salvare si sentì come bloccata e
così urlò a Laurie di salvare sua sorella.Laurie si
diresse verso Amy e proprio quando quest’ ultima stava
per annegare Laurie la afferò e la tirò fuori dall’
acqua.Laurie la avvolse nel suo cappotto e la portò a
casa. Amy si salvo e fù perdonata da sua sorella per
quello che gli aveva fatto.
I pro e i contro di essere
figli unici
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Le cose migliori sono:
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Non devi condividere
nulla
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Tutte le attenzioni
sono rivolte a te
Nessuno ti da la
colpa
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Le cose peggiori:
Sei sempre solo e
non hai un compagno
di gioco
La colpa è sempre
tua
I pro e i contro di avere fratelli o
sorelle
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Le cose migliori sono:
Che puoi giocare con
qualcuno.
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Che hai qualcuno che
ti fa compagnia
Che puoi dare la
colpa a lei / lui.
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Le cose peggiori sono:
Che non ti lasciano fare i
compiti
Che ti picchiano in
continuazione
Che devi condividere tutto
con loro
Che ti rubano le cose
Che entrano in camera tua
senza il permesso
Che toccano, il tuo cellulare
e gurdano i messaggi.
Le coppie di fratelli e sorelle più
famose
William e Henry Widnsor
Kate e Pippa
Middleton
Luke e Owen Wilson
Monica e Penelope
Cruz
I vantaggi e gli svantaggi di essere
figli unici
“Contrordine, figlio unico è meglio. Il vantaggio di non avere fratelli”. Così titola Repubblica del 17 giugno 2013 in
prima pagina. L’inchiesta riporta numerosi studi secondo i quale l’essere figli unici non è una terribile sfortuna,
come vorrebbero molti luoghi comuni. I figli unici, dicono le ricerche americane, non soffrono la solitudine più di
chi ha fratelli, hanno molti più amici di chi ha famiglie numerose, le loro amicizie sono particolarmente durature. E,
soprattutto, i figli unici godono di un’autostima più forte e superano i test di intelligenza e quelli attitudinali in
maniera più brillante. Solo risvolti positivi dal fatto di non avere fratelli? Ovviamente no.Daniele Bernazzi,
psicologo, spiega a noi di Che Forte! i vantaggi e gli svantaggi dell’essere figlio unico e consiglia ai genitori il
comportamento giusto per “limitare i danni”.«Il figlio unico – dice lo psicologo- potrebbe effettivamente godere
dell’amore esclusivo dei genitori, percepirlo come più stabile e quindi rappresentarselo più facilmente come una
“base affettiva sicura”. Ma nel contempo il figlio unico potrebbe sentirsi oggetto di un carico eccessivo di
aspettative da parte dei suoi genitori, quindi esposto maggiormente al rischio di deludere questi ultimi nel caso di
insuccessi. In effetti si osserva una certa tendenza di alcuni figli unici e primogeniti ad essere troppo esigenti e
critici verso se stessi, a sentirsi in colpa per il minimo errore, a porsi ideali troppo ambiziosi, irraggiungibili, con il
rischio di non essere mai contenti».«Il figlio unico - continua Barnazzi- può percepirsi come destinatario di
atteggiamenti iperprotettivi da parte dei suoi genitori. A volte la paura che questi hanno che il figlio corra dei rischi
è tale che lo stesso non si sente più in diritto di soffrire, di sentirsi infelice, di farsi male, perchè condizionato dal
forte sospetto che i suoi genitori potrebbero non sopportare tutto questo. Chiaramente questo “divieto interiore”
impedisce ai figli unici di correre dei rischi e inibisce le loro possibilità di esplorazione».Quello che si verifica per
fortuna va al di là di programmi e associazioni causali predefiniti. «A volte il figlio unico - spiega lo psicologo- si
dimostra dotato di una intelligenza precoce, senso di responsabilità, ambizione; altre volte contraddistinto da una
certa immaturità e fragilità affettiva e da una tendenza a compiacere i genitori. In effetti se si relaziona in modo
troppo sbilanciato con gli adulti potrebbe arrivare a “scimmiottarli” eccessivamente e a dare l’idea di avere
rinunciato al diritto infantile di essere incorente, irresponsabile ed impulsivo. Per questo è importante la
frequentazione e l’inserimento in realtà sociali e relazionali extrafamiliari dove possa confrontarsi e giocare con altri
coetanei e, così facendo, diluire, tra l’altro, sentimenti importanti come la gelosia, la rivalità e l’aggressività legate al
triangolo edipico con i genitori. Importante anche la relazione con il padre: proprio perché il figlio unico ha un
legame particolarmente intenso ed esclusivo con la madre, il padre ha un ruolo decisivo nel favorire la loro
separazione e l’apertura del bambino a nuovi rapporti».
I vantaggi e gli svantaggi di avere
fratelli e sorelle
Al giorno d’oggi a dispetto delle famiglie patriarcali , alla famiglia nucleare il numero di figli per famiglia si è
drasticamente ridotto a un figlio unico o al massimo a 2 fratelli (o sorelle), con il proposito però di potergli
dare il massimo in tutti i sensi … ma in realtà non è così: il vantaggio di essere figli unici o del non esserlo è
molto opinabile in quanto di fatto chi vive la condizione di figlio unico non può sapere cosa significa avere
dei fratelli, così come chi li ha non può sapere davvero come ci si sente ad essere figlio unico ma è certo
che in ogni caso si avranno dei pro e dei contro.
I vantaggi che in genere si hanno da figlio unico sono il fatto di avere tutta per se l’attenzione dei genitori e
dei parenti, oltre ad una serie di vantaggi materiali, motivo per cui si dice spesso che il figlio unico è in
genere un “bambino viziato”, associazione peraltro non vera in quanto dipende di fatto dall’educazione
ricevuta dai genitori, mentre lo svantaggio di essere figlio unico, specie in infanzia è dato dalla mancanza
del costante confronto con un proprio pari e da una serie di esperienze comunicative e sociali mancate, che
sarebbero molto importanti per il suo sviluppo emotivo e cognitivo, cui in parte solo inserendo il bambino al
nido si può porre rimedio.
Nel corso del tempo durante l’adolescenza il figlio unico può incontrare un maggior numero di svantaggi,
salvo rari casi, per il fato che la ricerca di una propria autonomia in tale periodo spesso contrasta con la
famiglia, specie in presenza di una madre eccessivamente protettiva, che interpreti questi bisogni come
una ferita personale, col rischio di scoraggiare il suo processo di crescita, mentre tra 2 fratelli o sorelle,
nascerebbe una complicità naturale, con cui affrontare i genitori … e le loro regole: alleanza che
indubbiamente si protrarrà in età adulta, in prospettiva dell’invecchiamento di mamma e papà, condividendo
in ultimo il peso emotivo della loro scomparsa!
Ma soprattutto, il rischio maggiore di avere un figlio unico, è quello di riversare su di lui tutte le aspettative,
influenzando direttamente od indirettamente le sue scelte ed il suo essere, privandolo di una propria
autenticità e sicurezza, peso questo che con 2 fratelli sarebbe egualmente diviso: motivo questo che già di
per se dovrebbe portare mamma e papà a regalare un fratellino o una sorellina al proprio primo bambino,
senza farsi influenzare da esperienze ed opinioni di sorta ma solo ricordando che più si è in famiglia, più c’è
amore!
Ma i figli unici non sono una
prerogativa delle famiglie straniere
Le conseguenze di chi non accetta i
figli delle famigli straniere
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La Repubblica.it
08/09/2013
«Fino a luglio, i genitori mi assicuravano che avrebbero iscritto i bambini, poi a uno a uno le famiglie hanno cambiato idea.
Sono tornata a scuola e ho visto che se ne sono andati tutti». Per Marinella Bertoni Ducoli, 57 anni, dirigente di plesso alla
scuola elementare di Corti, frazione di Costa Volpino, Bergamo, gli italiani hanno ritirato i loro figli dalla prima elementare a
maggioranza di bimbi stranieri, «per una scelta basata su piccole cose, come ad esempio la paura di non poter festeggiare il
Natale. È stato un alone di dubbio che si è diffuso lentamente e ha fatto cambiare idea anche a chi aveva avuto, per cinque
anni, altri figli da noi». Ora nell’unica prima di Corti, ci saranno 14 alunni stranieri: tanti romeni, un gruppo di marocchini, poi
bosniaci, croati, albanesi. I sette italiani, uno dopo l’altro, sono finiti negli istituti delle altre sei frazioni di Costa Volpino. Tra
queste, Corti è quella con la più alta percentuale di residenti stranieri, con oltre cento iscritti alla scuola primaria. Una
tendenza in aumento, se si considera che nella quinta dello scorso anno erano solo sette, mentre nella nuova prima
avrebbero doppiato gli italiani. Perché a Corti le case, spesso vecchie e
senza manutenzione, costano di meno, e vengono affittate ai tanti extracomunitari che lavorano nelle campagne o nelle
fabbriche come la Tenaris di Dalmine.
«Nelle ultime settimane tanti genitori sono venuti a chiedere: «Ma è vero che sono tutti extracomunitari?” — racconta la
maestra Ducoli — È nata così una specie di preoccupazione, con le famiglie che si sono parlate e hanno ritirato i figli. Non
credo si possa parlare di razzismo. In questi anni non c’è mai stato in aula un problema per le feste delle diverse religioni.
Anche le famiglie arabe non sono mai venute a protestare se si parlava del Natale, capiscono che a scuola c’è un approccio
culturale, non religioso. Piuttosto, abbiamo avuto problemi con i Testimoni di Geova, italiani, che chiedevano di cancellare
Halloween».
Eppure da nord a sud, la maggioranza di bambini stranieri nelle classi agita le famiglie italiane. Che protestano, ritirano i figli
dagli istituti vicini e li iscrivono da un’altra parte. È già successo a Roma, all’istituto “Carlo Pisacane”, dove le mamme
hanno scritto all’ex ministro Gelmini: con un
italiano su 23 «siamo costrette a migrare da qualche altra parte. Non per razzismo, ma perché l’integrazione è impossibile». A
Ragusa, nel 2009, sono stati invece i professori a scrivere al sindaco per denunciare «il razzismo strisciante» al comprensivo
“Giovanni Pascoli”. «Troppi genitori
i cui figli stanno completando il percorso delle elementari — affermavano — non li stanno iscrivendo alla media e siamo
indignati». E a Milano, c’è la storia dell’elementare di via Paravia, al quartiere San Siro. Dopo la decisione del ministero di
cancellare, nel 2012, le nuove prime perché
avevano troppi figli di immigrati, scelta che avrebbe condannato l’istituto a morte certa, quest’anno si riparte con due nuove
prime: sette bimbi italiani e 27 stranieri, il numero più alto di figli di immigrati tra le scuole milanesi.