Tutto è semplice... se si sa fare.
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Tutto è semplice... se si sa fare.
fatti e opinioni_medicina estetica Tutto è semplice... se si sa fare. Consigli ai dentisti di un chirurgo plastico Marco Gasparotti, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. È nella lista dei cento migliori chirurghi plastici del mondo redatta dallo Sherrel Aston Institute di New York. Marco Gasparotti con Ivo Pitanguy. 36 cosmetic dentistry 4_2011 _Cosa distingue un chirurgo plastico da un “pellaro”? E un dentista da un cavadenti? La scienza, la cultura, il senso artistico delle forme e dei volumi. Direi di più: la cura dei dettagli, l’ossessiva ricerca della perfezione in un lavoro che, inevitabilmente, spesso non la raggiunge, perché è e rimane sempre un lavoro “artigianale”. Legato, sì, ai nuovi materiali e tecnologie, ma che ha, sempre e comunque, a che fare con una manualità soggettiva e personale. Le nostre discipline necessitano di una lunga curva di apprendimento, che parte dalle basi di anatomia, fisiologia e patologia dei distretti corporei di nostra pertinenza, passa attraverso lo studio dei materiali e delle tecniche di impiego necessarie per il loro utilizzo, e si completa con un esame artistico delle nuove forme e strutture da ottenere. Per il raggiungimento di un risultato il più naturale possibile, che faccia dire a chi vede il nostro paziente: “Come stai bene! Ti vedo in forma!” e non certo “Ma ti sei fatto il lifting?” o ancora peggio “Ti sei fatto la dentiera?” Questo distingue il tecnico dall’Artista, il discepolo dal Maestro. Ricordo che quando cominciai la mia carriera a Rio de Janeiro, nella “bottega” del più famoso chirurgo plastico del mondo, Ivo Pitanguy “O Mestre” (il Maestro) rimasi molto deluso della risposta che mi diede, alla domanda “Qual è la cosa più difficile in chirurgia estetica?” Mi rispose: “Fare cose belle, di cui nessuno si accorge”. Mi sembrò una risposta molto povera per un chirurgo del suo calibro. Solo dopo molti anni capii che riassumeva tutto ciò che di difficile e complesso si nasconde dietro un lavoro apparentemente semplice, che nasconde tuttavia molte trappole ed è fatto di molti trucchi. “Trick and traps” dicono gli americani, che fanno di ogni lavoro apparentemente semplice, come il mio o quello dei colleghi odontoiatri o dentisti, una difficile arte. L’arte di creare un nuovo sorriso o ridare giovinezza a un volto stanco e invecchiato, senza che questo cambi o stravolga quel complesso di emozioni, di sfumature e di espressioni che fanno del sorriso e del viso di ogni individuo lo specchio delle sue emozioni, il racconto della sua vita, l’esternazione dei suoi pensieri. Da un paio di anni, in numero crescente, amici odontoiatri o dentisti mi chiedono d’imparare come si fa un filler di acido jaluronico o un trattamento con tossina botulinica, un peeling delle rughe della regione periorale o un laser resurfacing del terzo inferiore del viso. Chiedono di assistere a un lipofillig dei solchi nasogenieni e di aumento della regione mentoniera e degli zigomi: e io, con serenità, li invito ad assistere. Con il passare del tempo, tuttavia, mi chiamano sempre più spesso per problemi di iperpigmentazioni dopo laser o peeling chimico del labbro superiore o liponecrosi dopo lipofilling delle nasogeniene o reazioni da corpoestraneo da acido jaluronico o asimmetrie da impianto di botulino. E cominciano ad arrivare le prime richieste di “aiuto” con perizie medicolegali, per danni estetici. Cosa sta succedendo? Possibile che uno specialista che sa fare un impianto dentale, un lembo di musosa endorale, un difficile lavoro di ricostruzione di un dente, non sappia fare una “punturina” o “lisciare due rughette”? Tutto è semplice… se si sa fare e se si sa come affrontare una complicanza. Questo ce lo insegnano dal primo anno di Medicina o di Odontoiatria e lo verifichiamo ogni giorno nella nostra pratica quotidiana. L’errore non è stato, quindi, degli amici odon- fatti e opinioni_medicina estetica toiatri e dentisti ai quali ho fatto vedere come si fa la medicina e la piccola chirurgia estetica, ma forse mio, che non ho fatto capire loro che non esiste una pelle, ma molti tipi di pelle, non esiste la ruga, ma molti tipi di rughe in aree diverse del viso, non esiste un laser, ma molti laser differenti, ognuno con una sua funzione, che prelevare del grasso con una siringa può creare avvallamenti nella zona di prelievo, iperpigmentazioni permanenti, asimmetrie da riassorbimento non omogeneo nella zona di innesto o calcificazioni e fibrosi. E sopratutto non ho insegnato loro come risolvere queste problematiche e gestirle qualora si presentino. Ritengo sicuramente giusto che l’odontoiatra o medico dentista trovino nella medicina estetica e piccola chirurgia estetica un valido completamento al loro lavoro di miglioramento funzionale della dentatura, abbellimento estetico del sorriso: come il chirurgo plastico ottiene un effetto di ringiovanimento di un viso certamente migliore inviando il suo paziente a sbiancare dei denti ingialliti o ricoprirli con delle faccette, dopo un face lifting e blefaroplastica. Però anche in questo caso, il “fai da te” non funziona e non vale certo la pena di andare a cercarsi nuovi problemi in una professione già complessa e con un pubblico, i nostri pazienti, sempre più informato ed esigente. Ritengo quindi utile, per evitare un aumento delle insoddisfazioni da medicina estetica “improvvisata”, dall’impiego di tecnologie laser sempre più aggressive e sofisticate presenti sul mercato o di materiali iniettabili i più disparati con follow up troppo recenti e formulazioni spesso miracolistiche, sia utile trasmettere agli amici odontoiatri e dentisti quello che dopo 33 anni di “trincea” ho appreso, attraverso semplici corsi teorico-pratici di uno, due giorni il fine settimana, dove si parta dallo storico concetto del primum non nocere e si arrivi, guidati per mano, alla realizzazione di una formazione base di medicina e piccola chirurgia estetica, con l’ausilio di un libro e materiale dvd da portare con sé e consultare nel proprio studio. Questi corsi, gratuiti, cominceranno a febbraio in diverse città italiane, contemporaneamente all’uscita di un mio “Manuale pratico” di medicina estetica per dentisti e odontoiatri con dvd, e alla possibilità di collegamento interattivo via internet con me e il mio gruppo di chirurghi plastici, dermatologi e medici estetici, per avere consigli via web cam o telefono, sulle problematiche che si possano incontrare nel trattamento di ogni singolo paziente. Un approccio semplice ma sistematico, quindi, alle nuove possibilità offerte dalla nostra disciplina ai colleghi che del sorriso hanno fatto una scienza difficile e precisa, con un aiuto concreto che deriva da un’esperienza vastissima in un campo apparentemente semplice quale il ringiovanimento del viso. Un insegnamento che non pretende certo di entrare nel profondo della nostra materia con libri “complessi” (vedi Gasparotti, Campisi, Scienza ed arte della Medicina e chirurgia estetica del viso, vol 1 e 2, Verduci Editore, 2011), bensì insegnare quello che di utile e di pratico può servire nella nostra quotidiana pratica clinica. Dei corsi che insegnino a spiegare al paziente cosa sia la medicina estetica e come possa essere utile al suo caso, quali le sostanze più sicure e sperimentate, quali le alternative al peeling chimico, che tipo di laser per le macchie da sole periorali o le rughe sottili o per le profonde. Spiegare le differenze di risultato ottenibili con prodotti simili ma diversi, le basi della dermatologia del viso, i presidi farmacologici per prevenire edemi, ecchimosi o curarli e come evitare o trattare le complicanze nascoste dietro ogni atto che, seppur mininvasivo, è sempre un atto medicochirurgico sul viso di una persona. Invito quindi chi leggerà queste brevi righe, a riflettere su quanto all’inizio della propria carriera sembrasse semplice o al contrario complicato. E quanto le cose apparentemente semplici abbiano spesso portato all’insuccesso per scarsa valutazione del problema o per non aver approfondito concetti che sembravano ovvi e banali. Dalla medicina e piccola chirurgia estetica si possono avere grosse soddisfazioni e dare un servizio certamente più completo e gratificante ai nostri pazienti. Ma dobbiamo sempre ricordare quello che il Maestro mi diceva sempre: “Ho impiegato una vita a crearmi una reputazione e un’immagine di professionalità. Ci posso mettere un minuto a rovinarmele. Ogni atto medico sulla faccia di una persona richiede dieci volte in più l’attenzione che mettiamo nel rimodellare ogni altra parte del corpo.” _Marco Gasparotti Gasparotti con la sua equipe su un lifting del viso. cosmetic dentistry 4_2011 37