Rassegna Stampa su Missionario Sardo arrestato per

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Rassegna Stampa su Missionario Sardo arrestato per
http://espresso.repubblica.it/dettagliolocal/Sei%20minorenni%20accusano%20il%20missionario/1451047/6
In Italia un gruppo di ex ospiti della comunità nicaraguense conferma tutti gli abusi
Sei minorenni accusano il missionario
Il religioso di Villamassargia: «Mi interroghino i giudici di Parma»
VILLAMASSARGIA. Don Marco Dessì, il missionario arrestato con l’accusa di pedofilia, si è
avvalso della facoltà di non rispondere al Gip del tribunale di Cagliari Giorgio Altieri, ma ha
chiesto di essere interrogato dai giudici di Parma e di trasferire la competenza su quella di Cagliari.
«Il sacerdote è sereno - fa sapere l’avvocato difensore Pierluigi Concas di Cagliari -. Ha passato una
notte tranquilla nel carcere di Buoncammino ed è convinto di riuscire a dimostrare la sua completa
estraneità».
Le contestazioni hanno preso le mosse dalle presunte vittime, cinque o sei ragazzi oggi non più
grandi di 17, 19 anni, che sarebbero stati vittime delle attenzioni sessuali nella seconda metà degli
Anni ottanta, in Nicaragua. Ma c’è chi oggi considera la vicenda una montatura organizzata contro
il sacerdote perché considerato una persona pericolosa nel contrasto della criminalità locale.
L’inchiesta giudiziaria è partita dalla Procura di Parma. Nelle scorse settimane l’associazione
Onlus “Rock No War”, ha inoltrato due esposti uno all’autorità giudiziaria e l’altra alla Santa Sede
denunciando presunti abusi perpetuati dal missionario a danno degli ospiti della comunità di
Chinandega. A fine estate Rock No War e l’associazione “Solidando” di Cagliari sarebbero venute
a conoscenza di abusi sessuali consumati a danno di minori e data la gravità della denuncia i
responsabili delle due associazioni, senza fini di lucro, hanno avviato una verifica.
Dal Nicaragua sono arrivati alcuni filmati e contestualmente da Chinandega sono giunti a Modena
un folto gruppo di giovani, ex ospiti della comunità di padre Marco, che avrebbero confermato
quanto proposto nalle registrazioni video. «Non credevamo ai nostri occhi - ha dichiarato il legale
delle presunte vittime, Marco Scarpati presidente di Ecpat Italia l’associazione che lotta contro lo
sfruttamento sessuale e la pedofilia internazionale - e sulla base delle testimonianze e dei documenti
filmati abbiamo inviato i due esposti».
L’inchiesta della procura di Parma ha avuto i primi devastanti effetti con l’arresto del missionario
mentre è ancora in corso quella del Santo Uffizio che, prima di emettere un giudizio, ha richiamato
in Italia padre Marco. La presenza in Italia e in Sardegna quindi del missionario non sarebbe legata
alle visite mediche effettuate recentemente dal prete presso l’ospedale Santa Barbara, che si
sarebbero dovute ripetere domani con nuove verifiche, ma all’ordine del Vaticano di riferire alle
autorità ecclesiastiche sulle accusa mosse a suo carico.
Gli accusatori del religioso sono stati sentiti nei giorni scorsi dal magistrato di Parma ed avrebbero
riferito fatti decisamente scabrosi. E’ stato richiesto anche l’incidente probatorio perché
l’atteggiamento che si avverte in Nicaragua, nei confronti di questi giovani, avrebbe consigliato di
assumere ogni precauzione. Secondo indiscrezioni ad accusare, oggi, padre Marco sarebbero
giovani di età compresa tra i 17 e i 19 anni che all’epoca dei fatti erano bambini di otto o nove anni.
In Italia le prima denunce sui presunti abusi sessuali nei confronti dei bambini della casa-rifugio
risalgono all’estate scorsa, ma nessuno era propenso a credere che a Chinandega potessero accadere
fatti così incresciosi. «Abbiamo stentato a crederci finchè non sono arrivati i filmati - ha detto
Marco Scarpatti - e le testimonianze confermano il contenuto degli esposti. Mi limito a dire che
l’impegno del religioso in Nicaragua non era quello del buon pastore».
Ma sul fronte del sacerdote le posizioni sono evidentemente di tutt’altro tenore. Ieri mattina il
prete, assistito dall’avvocato Pier Luigi Concas, è stato interrogato in carcere ma padre Marco si è
avvalso della facoltà di non rispondere. «Del resto - ha commentato l’avvocato Concas - gli atti
sono depositati presso la procura di Parma e solo quei magistrati potrebbero sottopporre ad
interrogatorio don Marco. Abbiamo anche sollevato l’incompetenza della procura di Parma ed è
stata avanzata la richiesta che ad occuparsi dell’inchiesta sia la magistratura di Cagliari. Padre
Marco è residente a Villamassargia. Il mio assistito, tengo a ribadirlo si è professato innocente».
Le associazioni Rock No War e Solidando, il comune di Correggio, che avevano aderito alle
richieste di aiuti per la comunità nicaraguense, hanno invitato i Comuni che hanno deliberato
somme a favore di Chinandega di congelare gli aiuti in attesa di chiarimenti.
http://www.telereggio.it/notizie/30158.html
"Le vittime sono tantissime"
Lo hanno arrestato mentre, contrariamente al monito del Vaticano, stava lasciando l'Italia per tornare in
Nicaragua. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sugli abusi che avrebbe commesso Don Marco
Dessì su diversi ragazzini del paese del centro america. Quegli stessi bambini che vivevano tra i rifiuti,
nelle discariche, e che con la sua missione diceva di voler salvare.
Al momento sono sei i ragazzi, oggi maggiorenni, che hanno denunciato le attenzioni sessuali avvenute
nella seconda metà degli anni ottanta. Il sacerdote si dice innocente e c'è chi considera la vicenda una
montatura organizzata contro Dessì perchè considerato una persona pericolosa nel contrasto della
criminalità locale. L'esposto alla magistratura è stato inoltrato alla procura di Parma dall'avvocato
reggiano Marco Scarpati. Dopo l'arresto, avvenuto in Sardegna, don Marco Dessì è stato trasferito nel
carcere di Parma dove nelle prossime ore verrà ascoltato dal pubblico ministero Lucia Russo.
'Sembra che questi abusi durassero da parecchi anni e che abbiano coinvolto decine e decine di persone dice il Procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia. - Don Dessì è un personaggio potente in Nicaragua,
ha agganci ad altissimo livello e ha tentato di condizionare le parti lese offrendo loro dei soldi'.
Sono tante le associazioni e gli enti reggiani che in questi anni hanno sostenuto le iniziative benefiche di
Don Marco Dessì. Perchè il missionario era più volte stato nella nostra provincia per raccogliere fondi a
favore dei bambini nicaraguensi. Oggi quelle stesse persone che lo hanno aiutato sono sconvolte dalle
accuse che vengono mosse al sacerdote. Saranno le indagini a fare luce sulla vicenda. Nell'attesa, don
Marco Dessì resterà in carcere, troppo forte il pericolo di fuga o, peggio, di reiterazione del reato.