Zygmunt Bauman, ``I social media sono una via di fuga dai problemi

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Zygmunt Bauman, ``I social media sono una via di fuga dai problemi
Zygmunt Bauman, ''I social media sono una via di fuga dai problemi reali'' . libreriamo.it - recensioni libri
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Zygmunt Bauman, ''I social media sono una via di
fuga dai problemi reali''
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Blog di: Vittoria Coppola
Il buon senso della
parola
Tags: Zygmunt Bauman, Meet the Media Guru, Camera di Commercio di Milano,
Regione Lombardia, Fondazione Fiera Milano, Provincia di Milano, social media, Danni
collaterali, Laterza
FOTOGRAFIAMO
Eventi, mostre e libri dedicati alla fotografia
L’illustre sociologo ha tenuto una conferenza stampa alla Camera di Commercio
di Milano in occasione del suo intervento a Meet the Media Guru, ciclo di
incontri sulla cultura digitale
MILANO – I social media cambiano le nostre relazioni e la nostra vita, rendendoci più
fragili. È questa una delle tesi sostenute da Zygmunt Bauman, uno dei più noti
sociologhi e influenti pensatori al mondo, che ieri ha incontrato giornalisti e blogger in
una conferenza stampa alla Camera di Commercio di Milano. Bauman era nel
capoluogo lomardo in occasione del suo intervento a Meet the Media Guru – ciclo di
incontri sulla cultura digitale realizzato dalla Camera di Commercio di Milano in
collaborazione con Regione Lombardia, Fondazione Fiera Milano e Provincia di
Milano.
UNA VITA DIVISA TRA ONLINE E OFFLINE – Bauman propone una riflessione sulla
vita moderna, sempre più divisa tra online e offline, evidenziando le implicazioni più
critiche della rivoluzione digitale. Non sempre infatti, sostiene, la migrazione della nostra
vita online si traduce in un effettivo potenziamento. Anzi, spesso non siamo in grado di
utilizzare al meglio la nuova libertà conquistata. Di tutti questi argomenti il sociologo
parla anche nel suo ultimo libro, “Danni collaterali”, pubblicato in Italia da Laterza.
LA NOSTRA MUTATA PERCEZIONE DEL TEMPO – Diversi sono i punti toccati da
Bauman nella sua analisi della società attuale, a partire dal nostro modo di intendere il
tempo delle nostre vite, profondamente mutato negli ultimi anni. “Nella società di oggi
sono cambiati la nostra percezione e il nostro uso del tempo. Siamo meno in grado di
fare programmi, perché siamo sempre più consapevoli che gli eventi della nostra vita
sono imprevisti e imprevedibili. Prima il nostro tempo era strutturato in un certo modo –
c’era il tempo dell’ufficio e il tempo della casa, il tempo del lavoro e quello del riposo – e
si lottava per pianificarlo nella maniera più solida possibile. Oggi queste divisioni stanno
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si lottava per pianificarlo nella maniera più solida possibile. Oggi queste divisioni stanno
venendo meno. Ci sono solo eventi istantanei, che capitano inattesi. La nostra percezione
del tempo si riassume nell’espressione ‘il tempo è adesso’”. In questa trasformazione
hanno molto a che fare le nuove tecnologie e i social media, che hanno inaugurato
l’epoca della comunicazione istantanea. “Con smartphone, tablet e pc, noi siamo sempre
presenti, sempre connessi”, in altre parole, viene eroso il tempo della nostra vita privata.
Di contro a questa presenza costante che ci viene imposta on line, siamo spesso assenti
al nostro mondo off line – “penso per esempio all’immagine sempre più frequente di un
gruppo di amici, ciascuno con il proprio telefono in mano: sono insieme solo fisicamente,
ma ognuno è ‘spiritualmente’ trasportato in altri mondi”.
LA MANCANZA DI PROGETTUALITÀ – Alla domanda su come si potrebbe usare meglio
il proprio tempo, Bauman reagisce con un “non saprei, sono un sociologo, non un
consulente”, pronunciato con un sorriso. “Fare progetti a lungo termine, avere la
pazienza di perseguire i propri obiettivi sarebbe meglio a livello teorico, ma nella pratica
è impossibile”. Il sociologo ragiona sulle inevitabili conseguenze che tutto ciò ha sulle
nostre vite. “Quando insegnavo all’università vedevo che la maggior parte dei ragazzi
sceglievano il loro corso di studi in base a quelle che erano in quel momento le capacità
più richieste dal mercato. Una volta laureati però, tre, quattro anni dopo, le esigenze
erano cambiate. Il 50% dei ragazzi laureatisi lo scorso anno è ancora in cerca di lavoro,
altrimenti i giovani sono costretti ad accettare lavori che non hanno nulla a che vedere
con le competenze acquisite all’università: è un disastro” .
LA SUPERFICIALIZZAZIONE DELL’INFORMAZIONE – A proposito dell’informazione ai
tempi della rivoluzione digitale, Bauman parla di una “superficializzazione”.
L’adattamento alle condizioni create da internet e dall’era digitale rende l’attenzione
fragile e incostante, incapace di andare in profondità. Ecco perché i messaggi on line
devono essere brevi e semplici. “Grazie a internet”, riflette ancora il sociologo, “è molto
più facile entrare in connessione con la sfera pubblica. Solo pochi anni fa, non era
possibile intercettare i personaggi pubblici: dialogavano solo con grandi testate
giornalistiche, le tv, le radio. Oggi sono venute meno molte barriere”. Da un lato,
insomma, l’informazione è più alla portata di tutti. “Ma c’è un’altra faccia della
medaglia”, aggiunge Bauman: “i blog, i siti di informazione on line sono molto attenti al
numero dei lettori, al numero di fan sulla pagina facebook. È ciò che io chiamo ‘il
sostituto povero della celebrità’. Il successo, oggi, è essere visti da quante più persone
possibili. Il peggior incubo della nostra società è essere esclusi, abbandonati, trovarsi in
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una posizione in cui nessuno ha bisogno di noi”. Questo vale anche a livello individuale.
Il social networking implica l’esposizione, e di conseguenza il non avere segreti e il venir
meno della privacy.
LA FRAGILIZZAZIONE DELLE RELAZIONI – La tecnologia, Bauman ne è convinto,
non è un male in sé. Il web è soltanto un mezzo, è il nostro uso, il nostro forzarne le sue
potenzialità che lo snatura. “La grande attrazione del web è il confort, la possibilità di
fare più cose con meno sforzo e più velocemente. Il vantaggio della rete è la possibilità
di una comunicazione istantanea, ma questa possibilità ha delle conseguenze, degli
svantaggi non calcolati”, prosegue nella sua analisi il sociologo. “I social media spesso
sono una via di fuga dai problemi del nostro mondo off line, una dimensione in cui ci
rifugiamo per non affrontare le difficoltà della nostra vita reale”. Un’insidia da cui
discende tra l’altro una “fragilizzazione” dei rapporti umani. “Connettersi con altre
persone on line è molto semplice, non lo è invece nel mondo reale. In rete ‘l’altro’ è
sempre presente, c’è sempre uno ‘spazio’ dove poter entrare in contatto con lui o con
lei. L’effetto inaspettato è che si tratta di connessioni molto fragili, che è facile spezzare:
non si hanno bisogno di scuse per interrompere una relazione, basta semplicemente
ignorare”.
WEB E DEMOCRAZIA – Ma allora le persone sono sempre meno attente a quello che
capita loro attorno? E in questo senso internet è un pericolo per la democrazia? Bauman
non crede nella validità di esperienze alternative di democrazia attraverso la rete, quale
quello portato avanti in Italia da Beppe Grillo? “Riguardo a questo le conseguenze a
lungo termine non sono chiare, non c’è ancora certezza sul punto a cui si arriverà”,
risponde Bauman. “Attualmente ci troviamo in quello che Gramsci chiamava ‘interregno’”
- ossia “il vecchio che non muore e il nuovo che non nasce”. “Abbiamo di fronte una
crisi delle istituzioni politiche, dovuta al divorzio tra politica, che è la facoltà di decidere
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cosa va fatto, e potere, che è la facoltà di farlo. Nel mondo globalizzato infatti i governi
devono prendere le decisioni in base a due diverse spinte: quella degli elettori e quella
dei poteri sovranazionali, che spesso sono contrastanti. La gente oggi dubita di poter
credere alle promesse dei politici – non solo di una parte politica, ma di tutte le parti. Le
è stata tolta la possibilità di farlo. Si stanno dunque cercando disperatamente dei
sostituti, ma non sappiamo cosa succederà”.
10 ottobre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Massimo Moretti · Liceo Scientifico Manfredo Fanti
Come sempre, dipende che uso se ne fa.
Zygmunt Bauman, un piacere averlo ascoltato in piazza a Carpi.
Rispondi · Mi piace · Segui post · 22 minuti fa
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