medal of honor

Transcript

medal of honor
02
GAMES.IT MAGAZINE
Luglio-Agosto 2010
gl i RT S è to rn at o
RE CE NS IO NE il Rè de
2
T
F
A
R
C
R
A
T
S
R
E
K
L
A
W
E
C
A
MGS PE
a
an te di Hi de o Ko ji m
am
di
o
ol
cc
pi
o
ov
nu
RE CE NS IO NE il
R
O
N
O
H
F
O
MEDAL
EA
de m ar ch io ta rg at o
an
gr
un
di
o
rn
to
ri
AN TE PR IM A ec co il
IL GIOCO DELL’ULTIMA ORA . CALENDARIO . RUBRICA . BACKSTAGE
Recensioni flash: Crackdown 2 / Transformers War of Cybertron / Naughty Bear / Toy Story 3
EDITORIALE a cura di Stefania Salvi
ANTONIOOOOO...FA’ CALDO!!!
Noi di Games, un’ estate così calda, non ce la ricordiamo
proprio. Non mi stupisce sentire amici e ragazzi del forum che
si lamentano del fatto che stanno giocando poco, che solo a
metter la schiena sul divano o sulla magnifica poltrona in pelle
(che d’inverno fa molto “sto lavorando” ma in realtà stiamo solo
bestemmiando contro i giappo scheggia del sempreverde Unreal)
viene un mancamento.
Cosa arriva in soccorso dei videogiocatori in questi casi? Noi
abbiamo la soluzione: puntatevi un ventilatore in faccia, sparato
così forte che il sudore, provocato dalla pressione dei tasti e dalla
frenesia dell’ ultimo fps, si asciughi prima che la goccia arrivi
sulla fronte. Chiedete bibite fresche alla vostra fidanzata o a
vostra madre ogni 3- 5 minuti. Se dopo poco arriva il “ vaff” della
riluttante assistente, ripiegate con un secchio pieno di ghiaccio
dove immergere i piedi e o all’occorrenza abbeverarvi.
Infine, come se non bastasse è stato anche annunciato Street
Fighter III Third Strike Online. Questo proliferare di picchiaduro
negli ultimi mesi, dopo che per anni l’ unico decente a memoria
d’ uomo fosse solo un certo Soul Calibur, fa riflettere: quando
non si può inventare niente di nuovo, meglio riportare in vita i
grandi classici, rimasterizzandoli, mixandoli e lanciandone sul
mercato in quantità industriale. Con buona pace degli esperti di
marketing!
In redazione abbiamo sudato 50 camicie questo mese, non ultime
quelle che fino a ieri abbiamo usato per seguire il Comic Con
in diretta. Se da un lato anche le premiere dei telefilm avevano
un certo fascino, la vera attrattiva della manifestazione è stata
questa recrudescenza di piacchiaduro sul mercato.
Capcom ha annunciato quello che potrebbe essere un ennesimo
capolavoro o il flop più grande della storia: Street Fighter X
Tekken. Namco che fa, sta a guardare? Eh no! Perché non fare
un Tekken X Street Fighter programmato con il motore grafico e
lo stile di Tekken? Tutto questo macello ci ha fatto capire solo una
cosa: probabilmente in Italia arriverà solo uno dei due titoli, quello
che venderà di più in Giappone.
COORDINAMENTO
Stefania Salvi
IN REDAZIONE
Devid Mazzaferro
Fabiano Zaino
HANNO
COLLABORATO
Alessio Arciola
Elisa Neri
Flo
Matteo Cacciari
Simone Segatori
IMPAGINAZIONE e
GRAFICA
Fabiano Zaino
Games.it Magazine è una
rivista totalmente no profit.
Tutti i diritti sono riservati e
protetti da copyright.
Per maggiori dettagli sulle
recensioni flash cliccate sul
titolo del gioco, per eventuali
contenuti
della
rivista,
linkate sul sito ufficiale di:
www.games.it
I marchi utilizzati in questo
magazine appartengono ai
legittimi Proprietari.
Per qualsiasi segnalazione
o contatto, scrivete a
[email protected]
2
IL CALENDARIO DI PAPRIKA
Games.it Magazine, regala a tutti i suoi utenti e lettori un favoloso calendario mensile. Scaricarlo
è davvero semplice: basta puntare il mouse sull’immagine sottostante e cliccare, cosi facendo
verrete automaticamente mandati alla pagina ufficiale del sito.
Il calendario di Agosto 2010 è opera di FLO.
LA REDAZIONE DEL MAGAZINE
dal primo al secondo numero...
IL MESE DI ASTRE
Il mese videoludico mi ha trovato impreparata.
Le tante cose da scrivere e fare hanno lasciato
poco spazio al piacere personale. Quindi
questo mese ho potuto poggiare i miei artigli
solo su Singularity, che mi ha coinvolto come
pochi per l’ottima giocabilità e la trama di
tutto rispetto. Pur non essendo un capolavoro per me è stata
una delle sorprese più belle di questa fine stagione. Il resto delle
serate, io e la mia combriccola, le abbiamo passate a scannarci a
colpi di Mod Nation Racers: uno dei migliori giochi in circolazione.
In quattro, a correre come le matte tra gomitate e derapate fino a
notte fonda: sarà uno dei ricordi più belli dell’ estate!
IL MESE DI DEIMOS
Durante le settimane di vacanza, ho cercato
in tutti i modi di tenermi alla larga da computer
e console ma la sfig...ehm, la passione, mi ha
portato a rimettere in sesto il portatile difettoso
di mio padre e a formattare, come sempre
durante il corso dell’anno, il mio computer per poi
cimentarmi nell’installazione di centinaia fra programmi,
applicazioni e giochi che mi porto appresso da anni. Fatto
il grosso del lavoro mi sono buttato a capofitto nell’ultimare il
secondo capitolo di Assassin’s Creed 2 cosi da essere pronto
per l’arrivo dell’atteso Brotherhood. Nel mentre, sono riuscito a
terminare (vedere articolo di backstage) Too Human su console,
dopo giorni e giorni di bestemmie annesse e connesse per il
gameplay imbecille del titolo in questione.
IL MESE DI KURASA
Cosa può fare un’enigmista in un mese?
Sotto il punto di vista videoludico la mia
concentrazione è stata posta sul riprendere dei
“vecchi” videogiochi e scoprirne veramente tutti
i segreti che si è rivelata un’impresa tutt’altro
che semplice se consideriamo che alcuni
giochi sono creati apposta per contenere misteri, così come
tutt’altro che semplice è stata la creazione della guida di
Drakensang: The River of Time, che mi ha occupato per un
bel po’ di giorni. Per concludere al meglio il mese ho ripreso a
giocare alla vecchia gloria: Lineage II e ragazzi se ci si diverte!
IL MESE DI ERA
Giocare l’estate sul divano non è proprio il
massimo. I miei giochi preferiti sono i puzzle
game, titoli dove si devono sudare sette camicie
per portare a termine anche un semplice
schema e senza un leggero venticello, diventa
tutto più complicato (ventilatore a palla?).
Dopo aver messo le zampette e terminato il bellissimo Winterbottom
su XBOX 360°, essermi sciroppata tutti i livelli di Chime giusto per
dare una pista al mio moroso (non riuscirai proprio a battere i miei
record eh eh eh), è la volta di Voodo Dice: gioco dalla semplicità e
complessità disarmante che ho comprato per PSP.
IL GIOCO DELL’ULTIMA ORA
Concludere il gioco di Alan Wake è stato un colpo al cuore.
Ultimarlo lasciava aperte tante, forse troppe domande. Si arriva
sull’orlo di un burrone e si aspetta trepidanti di sapere come
proseguirà la storia: se avrà un finale positivo o negativo oppure
se tutto quello che abbiamo vissuto era solo un sogno.
TEMPO INGANNEVOLE
The Signal è un esperimento cognitivo. Alan Wake vive in una
Bright Falls che sembra si sia fermata oppure dimenticata
degli eventi narrati nel gioco ufficiale. Ci si muove in alcuni
ambienti sulfurei, quasi immateriali, seguiti costantemente da
una oscurità opprimente che è capace di celare figure arcane
(sembra di vedere le macchie di rorschach) nei suoi fumi. La
storia del gioco viene portata avanti da sequenze di lotta che ne
esaltano il gameplay ma anche dall’idea oppressiva della follia
del personaggio principale. L’uso dei vocaboli (“bengala“,
“posseduto“, “munizioni“, “boom“, “corvi“) visualizzati a
ALAN WAKE THE SIGNAL di Fabiano “Deimos” Zaino
schermo per combattere i mostri che ci circondano o per portarli
alla vita e successivamente eliminarli è davvero interessante e
porta all’estremo quel senso di “io posso scegliere cosa creare
e combattere” da parte del giocatore per tutto quello che lo
circonda. Certo, alcune domande non troveranno risposta e
forse, bisognerà aspettare il secondo DLC ma sono sicuro che
questo primo esperimento, non deluderà le aspettative.
VOTO: 7,7 / BUONO
www.games.it/the-signal-recensione.html
3
COMIC-CON: le migliori news direttamente da San Diego
PC / XBOX360° / PS3 / PSP / WII / DS
4
STREET FIGHTER X TEKKEN
DEMO DI MAFIA 2 DAL 10 AGOSTO
ANNUNCIATO LANTERNA VERDE
L’annuncio era nell’aria da giorni grazie
alle soffiate dei ragazzi di Game Informer
ma l’ufficialità è arrivata solo al Comic
Con 2010. Street FIghter X Tekken sarà
il prossimo titolo sviluppato da Capcom,
un gioco che fonde insieme i personaggi
delle due saghe per dare vita allo scontro
definitivo tra i picchiaduro più famosi di
sempre. Il gioco userà il motore grafico e
lo stile dell’ultimo Street Fighter, ed è in
sviluppo per Playstation 3 e Xbox 360.
Tutti i fan si Mafia 2 sono avvisati: è
arrivata la conferma che 2K Games
rilascerà una demo gratuita del gioco per
Pc, Ps3 e Xbox 360 il 10 agosto.
Il giocatore potrà ritrovarsi nel 1950 con
Vito, Joe ed Henry impegnati ad eliminare
un boss mafioso denominato “Il Grassone”
nella missione Buzzsaw.
Con un annuncio piuttosto in sordina,
ecco svelato quello che sembra essere
un tie-in (ma forse non del tutto) della
pellicola cinematografica che porterà sul
grande schermo un nuovo eroe del parco
personaggi di DC Comics! Lanterna
Verde, o Green Lantern per gli anglofoni,
arriverà su console con il titolo Green
Lantern: Rise of The Manhunters.
ANNUNCIATO IL GIOCO ONLINE
DI STREET FIGHTER 3 THIRD STRIKE
LA COVER PROVVISORIA DI
CASTELVANIA LORD OF SHADOW
LA FINE DI CLAYTON CARMINE
IN GEARS OF WAR 3
Chi di voi non ricorda il mitico Street
FIghter III: Third Strike uscito anni fa per
Xbox, Ps2 e Dreamcast? Questo capitolo
della serie entrò nelle console casalinghe
nel periodo della fioritura dei picchiaduro
da casa, un periodo che sembra essere
ritornato in voga con i titoli già annunciati
Tekken X Street Fighter e Street Fighter
X Tekken. Ora è la volta per Capcom
di riportare in vita Street FIghter III:
Third Strike che come vi ricordo era
caratterizzato da personaggi fumettosi e
ambientazioni molto curate. L’ annuncio è
arrivato ieri nella giornata conclusiva del
Comic Con 2010 per quello che riguarda
invece l’ uscita del titolo dovremo aspettare
sembra il 2011, visto che il gioco avrà
anche un consistente comparto online
come il titolo suggerisce. Non si sà ancora
se il gioco sarà dedicato solo al PSN e
a Xbox Live Arcade o se sarà un vero e
proprio scatolato.
Che dietro Castlevania: Lords of Shadow
alla fine dei conti ci possano essere più
parole che fatti è una questione di cui tutti
noi dobbiamo tener conto.
Con la sua presenza come supervisor del
progetto, Hideo Kojima porta nella testa di
chiunque più domande che risposte.
Dopo un periodo di silenzio, ci pensa
Konami a far nascere nuove domande
nelle teste degli amanti della serie e
questa volta non è colpa di Kojima.
Con una mossa a sorpresa (a memoria
nessuna casa ha mai realizzato qualcosa
del genere prima d’ora) Epic Games ha
lanciato una campagna di merchandise
legata alla sorte che il terzo ed ultimo dei
fratelli Carmine dovrà avere in Gears of
War III. Partendo proprio dal Comic Con
di San Diego, Epic ha messo in vendita
delle magliettine di colore nero con scritta
bianca ed altre dai color rosso con scritta
nera, ognuna al modico costo di 20 $.
La scritta nella prima magliettina recita:
Save Carmine (salvate Carmine), mentre
la seconda magliettina reca la scritta:
Carmine Must Die (Carmine deve morire).
A questa vendita si aggiunge inoltre la
possibilità di acquistare le stesse
identiche magliettine per il proprio avatar
direttamente su Xbox Live. A seconda
di quale magliettina sarà più venduta,
Carmine verrà tenuto in vita o eliminato
come già successo ad Anthony e Ben!
La casa di sviluppo ha infatti annunciato
l’uscita del titolo per Ottobre 2010 - non è
ancora confermato il giorno, ma almeno
sappiamo già anno e mese - rilasciando
persino una copertina provvisoria!
RECENSIONI FLASH
CRACKDOWN 2 / XBOX360°
TRANSFORMERS WAR OF CYBERTRON / PC
Crackdown 2 non è un nuovo gioco, ma ciò non toglie che sia
divertente da giocare grazie al suo aspetto esageratamente
freeroam ed alle meccaniche di gioco da “tutto-è-permesso”.
Affrontare cittadini e contaminati al posto delle gangs dona al
titolo una trama di base più interessante di quella del primo
capitolo e se questo non fosse sufficiente, la cooperativa a
quattro giocatori, seppur con qualche difetto, è comunque molto
divertente.
Transformers War of Cybertron non delude su quasi nessun
punto e anzi ha la forza di sorprendere per le sue meccaniche
semplici ma esaltanti. La guerra fra Autobot e Decepticon è
raccontata alla perfezione sia nelle sessioni di gioco che nei
filmati di contorno, alcuni realizzati con il motore grafico e altri
in CGI da bava sul monitor. Oltre al single player e al co-op in
più, ci sarebbe anche il multiplayer per dieci giocatori per mappa
e credo che le squadre buoni e cattivi se le daranno di santa
ragione anche per merito dell’ottimo bilanciamento fra le armi e
la possibilità di trasformarsi in mezzi di terra o volanti. Insomma,
una bella sorpresa che arriva giusto in tempo per iniziare le
vacanze scolastiche o lavorative nel migliore dei modi per un
giocatore di videogames.
In conclusione Crackdown 2 non è altro che una rivisitazione di
quanto il giocatore ha già potuto vedere e giocare circa tre anni
fa con la prima incarnazione di questa breve serie. Sono state
fatte sì delle modifiche e delle aggiunte, ma di effettivamente
nuovo c’è davvero molto poco ed è questo il motivo di un voto
leggermente ribassato. Il gioco in se merita pienamente il sette,
ma a fare media c’è l’insufficienza data agli sviluppatori che in
tre anni avrebbero dovuto tirar fuori qualcosa di nuovo.
VOTO: 85/100
VOTO: 65/100
NAUGHTY BEAR / PS3
Naughty Bear è un gioco che punta molto sul concept originale e
divertente (uccidere orsetti in modi crudeli) ed in esso purtroppo
si perde quasi completamente.
Il titolo risulta eccessivamente ripetitivo nelle sue meccaniche di
gioco ed i vari difetti trasformano un’ottima idea in un qualcosa
che risulta divertente solo nelle prime ore di gioco.
Decisamente più interessante è invece la componente multiplayer
che moltiplica il divertimento e lo spasso degli scontri tra questi
orsetti di pezza, nonostante le modalità di gioco non siano
innovative.
In conclusione Naughty Bear è un titolo che tocca appena la
sufficienza, bello da pensare, divertente da immaginare, ma non
altrettanto da giocare. Di certo se fosse nato come titolo Arcade/
PSN, il giudizio complessivo sarebbe stato diverso.
VOTO: 60/100
TOY STORY 3 / PS3
Toy Story 3 La grande fuga ci ha stupito davvero molto
distaccandosi dai soliti giochi tratti dai film, basati solo sulla
trama principale e poco altro, e creando dal nulla una modalità
completa, il Toy Box, dove il giocatore può davvero sbizzarrirsi
con qualunque cosa e fare quasi qualunque cosa. Questo free
roaming, anche se ha un retrogusto molto bambinesco per via
dei personaggi e delle scelte grafiche, riesce a catturare anche
i più grandi facendoli esplorare, divertire e personalizzare
qualsiasi cosa e spesso lasciandoli anche con parecchio filo da
torcere.
Giocandoci sembra quasi che la modalità principale sia il Toy
Box e la storia sia una modalità secondaria da finire qualche
volta giusto per sbloccare gli obiettivi/trofei, legati ad essa. Toy
Story a differenza di titoli simili riesce a colpire il giocatore che
rimarrà soddisfatto dell’acquisto specie se cerca un gioco con
cui giocare in compagnia di un amico o fidanzata, divertendosi
con un platform che nasconde più di quanto sembri e che
non vive solo nell’ombra del film. Prodotto consigliato a tutti
videogiocatori anche per via del prezzo ridotto di qualche decina
di euro già dall’uscita del titolo.
VOTO: 83/100
5
PC - MAC
STARCRAFT 2: il Rè è morto, viva il nuovo Rè
RECENSIONE di Fabiano “Deimos” Zaino
Epico, potente, sensazionale, divertente, emozionante, pauroso
e da mascella slogata.
Il Rè degli RTS è tornato più in forma che mai: una nuova veste
grafica che richiama il precedente (adesso si può finalmente dire)
capitolo, ma con tutta una serie di innovazioni che gli amanti del
gioco precedente apprezzeranno da subito. Meccaniche di gioco semplici, quasi uguali alle precedenti, ma con quel qualcosa
in più che non si può dire sia uguale o un semplice “remake” del
primo titolo. Sequenze di gioco esaltanti con decine di unità a
schermo, tutte realizzate divinamente e con un motore grafico
totalmente 3D che però riesce ad essere un piacere vederlo
in isometrico, come la scuola Blizzard insegna. Tradizione nei
suoi giochi che non offusca minimamente il pensiero di chi pretendeva un gioco completamente in tre dimensioni come quegli
RTS in cui le truppe si possono avvicinare all’inverosimile, con
cui girare o farci i giochini con la telecamera – se dite cosi siete
solo degli eretici e non meritate di giocare a Starcraft 2. Senza
il primo Starcraft la gente non saprebbe neanche cosa sono gli
RTS. Insomma, qui stiamo parlando di un gioco che ha fatto
storia, di un titolo (il primo) che è tutt’ora giocato da milioni di
persone e non è poco, credetemi, dopo la bellezza di 12 anni
dalla sua prima uscita.
UMANI, ZERG o PROTOSS?
Devo dire la verità su un punto. Quando ho saputo che la Blizzard voleva fare tre giochi distinti per ogni razza di Starcraft 2,
ho davvero storto il naso. Ma come, mi cadono cosi sul commerciale solo per mungere la vacca? Ebbene…che ne facciano
pure altri due in questa maniera, ma anche cinque o sei se vogliono, perché la qualità del gioco è eccellente dall’inizio alla fine.
Alla base del gioco, chi ha già messo le mani sul primo Starcraft
ricorderà che le meccaniche principali erano quelle di arrivare
a dominare una serie di mappe, andando a completare degli
obiettivi. Qui sarà la stessa cosa: si scegli una missione, questa
volta fra primarie o secondarie, e si colonizza il suolo.
Si costruiscono le basi, le caserme, gli edifici scientifici e via di
6
questo passo.
Con i raccoglitori si possono prelevare minerali e gas naturale
che saranno la nostra moneta di scambio per la creazione di
truppe. Si possono poi fortificare le basi con una serie di strutture adibite a questo particolare: bunker o torrette missilistiche
sono efficaci per qualsiasi tipo di attacco, sul suolo o volante
da parte dei nemici. Fra le novità assolute, abbiamo però degli
elementi secondari da portare a termine durante le missioni in
single player. Potremo esplorare la mappa alla ricerca di risorse
secondarie, andare a salvare dei superstiti o delle unità disperse,
trovare un determinato oggetto e via di questo passo. Cosa implica questa ricerca? Prevalentemente, tutto quello che riguarda
il micromanagement delle unità di difesa o offesa è basato sulla
ricerca continua di nuove armi, di nuovi scudi e di nuove diavolerie meccaniche. Trovare o completare missioni secondarie
ci darà la possibilità di sbloccare nuove conquiste tecnologiche
(non si sa mai che genere di scienziato si sia andato a perdere)
o di acquisire nuove unità sul campo. Si possono trovare anche attrezzature aliene che avranno la forza di favorire la nostra
combriccola di combattenti per la libertà.
Sul gameplay nudo e puro devo dire che le cose sono cambiate
poco. Affrontare le missioni è principalmente una corsa agli armamenti e allo sviluppo di unità ma ci saranno momenti di pura
esaltazione tattica dove dovremo difenderci dagli aggressori.
Sciami di Zerg possono letteralmente invadere in tre minuti la
base se non ben fortificata cosi come i Protoss potranno distruggere le nostre unità in men che non si dica se non spendiamo
tempo sulla loro salute e sulla loro invulnerabilità. Abbiamo la
classica possibilità della formazione del gruppo (CTRL+numero)
per il richiamo veloce delle unità o la possibilità di ingaggiare i
nemici tramite mezzi o bunker ma anche di mandare unità prestabilite dagli edifici direttamente ad un punto della mappa. Alcune fortezze potranno staccarsi dal suolo per non essere prese
di mira dalle unità semplici e altre potranno evolversi in strutture
più complesse e maggiormente blindate. Per il resto, le meccaniche di gioco sono più o meno le stesse del primo capitolo
fatta eccezione per l’ausilio di nuove unità come il medico o i
blindati terrestri. Raynor, quando su campo, fungerà da eroe in
tutto e per tutto, con una serie di poteri speciali che potranno
essere usati nel corso della sua ricarica. Essendo un leader,
ovviamente farà in modo che le truppe combattano con più enfasi – peccato che non c’è molto spesso sul campo di battaglia.
Inoltre i Blizzard hanno introdotto alcuni Boss finali per determinate missioni: in pratica, ci capiterà di affrontare delle creature
finali per impossessarci di alcuni reperti o per il salvataggio di
truppe. Capitano qualche volta ma non sempre, il che rende
i Boss ancora più appetibili con un piccolo stacco dalle solite
meccaniche di gioco.
Su Starcraft 2, nel corso degli anni, dei filmati e degli screen,
se ne sono dette molte, a volte anche troppe. La verità è che il
motore di gioco è spettacolare. Tutte le texture dei terreni sono
realizzate benissimo, cosi come quelle delle unità (zoomando
si possono vedere anche sticker o graffi) e delle strutture. Impressionanti anche gli effetti visivi che faranno da contorno alle
lotte: esplosioni, raggi laser, scie di astronavi, gente che si teletrasporta, fuoco, scudi energetici, effetti particellari della mappa
e via di questo passo, tutto è reso alla perfezione per fornire il
massimo dettaglio al giocatore. Certo, si pecca dietro al fatto
che le unità o le strutture siano realizzate in serie ma non si può
certo storcere il naso con tutto il ben di Dio che si muove o non
si muove (gli ambienti) a schermo. Blizzard sa fare il suo lavoro,
maledettamente bene. Anche sul piano delle ambientazioni, non
ci si può certo lamentare. Passare da un mondo prettamente desertico o vulcaniano ad uno rigoglioso e totalmente verde, è una
manna per gli occhi. Anche quando si andrà sul mondo di lava,
gli zampilli di fuoco o la lava stessa, illumineranno totalmente
il vostro volto. Troviamo anche pianeti più tecnologici dove le
strutture native sono realizzate benissimo, tutte distrutte o leggermente ammaccate per rendere più vario il panorama. Che
dire poi dei colori brillanti o degli effetti volumetrici come nebbie
o scie stellari? Insomma, credetemi quando vi dico che visivamente, il 3D isometrico, non farà rimpiangere davvero nulla dei
motori grafici 3D più pompati presenti sul mercato tutt’ora.
L’IMPERATORE DEGLI RTS
Starcraft 2 è stato atteso con grande impazienza nel corso degli
anni ed ora è qui, più vivo che mai e con la voglia di reclamare a
tutti gli effetti il trono del miglior RTS di sempre. Direi che la corona gli spetta di diritto anche perché il mondo degli RTS senza
Starcraft non sarebbe stato il medesimo. Che poi le meccaniche
di gioco siano più o meno le stesse del precedente gioco, importa davvero poco perché tutto quello che ha reso grande il primo
capitolo, renderà eterno anche il secondo e difficilmente sentiremo il bisogno di un Starcraft 3 con tutta questa bella carne al
fuoco appena messa in commercio.
Ovviamente le novità non sono finite qui. Fra le altre cose nuove,
segnalo come sia possibile, tramite il centro di comando umano
– una nave spaziale da paura chiamata Hyperion – andare e
venire per i ponti della corazzata di modo da massimizzare le
nostre missioni su campo. Difatti nella sala svago (il bar) potremo reclutare dei mercenari dalle elevate prestazioni di fuoco
che ci potranno aiutare in alcune tappe del gioco. L’armeria
servirà come centro di ricerca per le nuove tecnologie – tutte
opzioni che potranno essere comprate solamente con i soldi
guadagnati sul campo quindi più saremo bravi a completare gli
obbiettivi e migliori saranno le nostre condizioni negli eventi futuri. Abbiamo poi il centro tattico o il ponte della Hyperion dove
potremo visionare le nuove e le vecchie missioni, rifare le precedenti mappe per cercare nuovi obbiettivi o buttarci a capofitto
su nuove avventure.
MA LA PARTE VISIVA?
Tranquilli, non mi sono dimenticato della parte video.
Pensiamo poi al fattore multiplayer e all’arrivo del prossimo
capitolo (quando ancora non si sa ma andiamo con calma su).
Pensiamo anche alla parte audio davvero perfetta, dalle musiche alla traduzione di testi e audio, sincronizzati benissimo.
Pensiamo al fattore storia, tutta sceneggiata alla perfezione per
rispondere a domande precedenti e per porne di nuove. Pensiamo al fatto che all’interno del gioco è possibile creare nuove
mappe o storie con il completo editor fornito da Blizzard (come
sempre per i suoi giochi). In ultimo, pensiamo al fatto che Starcraft 2 è finalmente qui, fra le nostre mani e io non vedo l’ora di
riprendere a giocarci.
VOTO: 9,5 / OTTIMO
www.games.it/starcraft-2-recensione.html
7
XBOX360°
LIMBO: L’ombra di un ragazzo alla ricerca della sorella
RECENSIONE di Matteo Cacciari
Limbo è uno di quei giochi che fa fermare tutti e dire: “Wow, che
cos’è?” non appena lo si vede. E’ un puzzle/platform game in
2D, con un inquietante bianco e nero. Limbo ha vinto il premio
per l’eccellenza tecnica in questo anno di Independent Games
Festival, e mentre non sono proprio sicuro di cosa ciò significhi,
sò che il gioco merita un qualche tipo di premio. Questa avventura
si può riassumere in “prova e muori”. È stato progettato per
uccidere il giocatore spesso, ma anche per dare le informazioni
di cui si ha bisogno per superare l’ostacolo la prossima volta.
La cosa davvero sorprendente, è che questo “schema” evita di
essere frustrante per trasformarsi in una delizia.
Limbo è intuitivo fin dall’inizio, non ci sono nemmeno le istruzioni.
Carichi il gioco, un bambino in piedi appare sullo schermo,
circondata da alberi, e il giocatore si aspetta di imparare tutto il
resto da sè, semplicemente sperimentando. Un pulsante salta,
un secondo pulsante esegue semplici azioni sensibili al contesto,
e lo stick analogico muove il ragazzo avanti e indietro.
E’ COMPLESSO
Due colori, due pulsanti e uno stick analogico? Quanto può
essere difficile Limbo? La risposta vi sorprenderà, come pure
metterà seriamente alla prova le vostre abilità mentali. Dovremo
ingeniarci a risolvere puzzle molto più complessi, commutare
gravità e spegnere o attivare pulegge in posizioni esatte, correre
in cima a ingranaggi rotanti cercando disperatamente di evitare
il pavimento elettrificato sotto. Ci troveremo anche a interagire
con creature ostili per progredire. In Limbo i controlli possono
essere semplici, ma le modalità di gioco e gli ambienti non lo
sono assolutamente.
E’ MISTERIOSO
Perché questa piccola ombra di un ragazzo alla ricerca di sua
sorella? e che cosa le è successo? Visto i suoi occhi sono un
bagliore nel buio, lui è veramente un ragazzo a tutti gli effetti?
Dove si trova? E perché il buio bosco di alberi, l’acqua e la fauna
selvatica mortale alla fine si fondono, a combinarsi, con una
“realtà” industriale di metallo, di scintille e macchinari mortali?
Perché il titolo è Limbo? Sei bloccato? Preso tra un incubo
e la vita di veglia, o tra paradiso e inferno? E’ questo gioco il
purgatorio, ed è la ricerca di tutto ciò che è nobile e innocente?
Questo è un gioco che fa pensare, tutte le questioni di cui sopra,
galleggiano nella mia mente.
E’ BELLO
Sì, ho giocato a giochi in bianco e nero prima, ma nessuno
come Limbo: lo schermo non è stato semplicemente svuotato
di colore e non hai la sensazione di giocare su un obsoleto TV
del 1950.
Limbo sembra più una fotografia astratta che si trova sospesa
in un museo d’arte, o un vecchio libro di illustrazioni scoperto
in un angolo polveroso della libreria. Il mondo è stato ridotto a
nient’altro che ombra e luce, forme e linee.
E’ SEMPLICE
I migliori puzzle sono facili da imparare e difficile da padroneggiare
8
E’ RACCAPRICCIANTE
Piacerà anche ai fan di gioco di azione violenta, ed ecco perché.
Per un gioco di puzzle, è brutale. Quando non si riesce, si
fallisce davvero. Mancare un salto porterà il vostro personaggio
a essere impalato sulle punte sottostanti. Sbagliare i tempi di un
mostro e si finisce accoltellati da una pinza con le dimensioni di
un tronco d’albero. Finisci in una tagliola e ti ritroverai tagliato a
fettine con zampilli di sangue. È possibile annegare. Si può
essere distrutti. Puoi essere fulminato. Potrete ritrovarvi soffocati
in un bozzolo di ragnatela e lasciati sospesi sul soffitto di una
caverna come spuntino di mezzanotte. La vostra immaginazione
riempie l’incubo con dettagli molto più macabri di quello che
avrebbero potuto una manciata di pixel. Limbo uscirà mercoledì
21 luglio, in esclusiva su Xbox Live Arcade.
VOTO: 9,0 / OTTIMO
www.games.it/limbo-recensione.html
PSP
MGS PEACEWALKER: Ennesimo capolavoro di mr. Kojima
RECENSIONE di Alessio Arciola
In Metal Gear Solid: Peace Walker il giocatore indosserà nuovamente
i panni di Naked Snake (conosciuto anche come Big Boss) in un
sequel delle avventure vissute in Metal Gear Solid 3: Snake Eater
(titolo uscito in esclusiva per Sony PlayStation 2 nel lontano 2004) e di
Metal Gear Solid: Portable Ops, il primo effettivo MGS per PSP uscito
nel 2006. Ambientato dunque diversi anni dopo quelle avventure,
in MGS: Peace Walker verremo proiettati in una Colombia pronta
ad attaccare ed invadere la neutrale Costa Rica, la quale chiederà
l’intervento di Big Boss e della sua neonata organizzazione “Militaries
Sans Frontiers” per mantenere il suo status neutrale all’interno dello
scacchiere mondiale creato dalla Guerra Fredda. Non vogliamo però
accennare null’altro sulla trama, essendo questa uno degli aspetti
principali di ogni MGS che si rispetti – e questo Peace Walker di
rispetto ne merita davvero moltissimo – spetta al giocatore scoprire
qual è la vera motivazione che spinge Naked Snake a muoversi in
questa guerra, oltre ovviamente a voler evitare il lancio di un’atomica
che ucciderebbe milioni di persone.
LA NASCITA DEI MILITARIES SANS FRONTIERS
A livello di gameplay MGS: Peace Walker non presenta particolari
novità, molto è stato rivisto e migliorato, ma il succo principale
del gioco è il solito, ossia stealth allo stato puro.
Chiaramente si può affrontare ogni missione anche con una
maggiore azione, ma le cose così facendo si vanno a complicare
eccessivamente, anche per i giocatori più abili.
Dovremo muoverci attraverso le giungle e le basi ostili
affrontando i nemici e reclutandoli, così da creare l’Outer
Heaven esattamente come avveniva in MGS: Portable Ops –
rispetto a questo titolo cambia solo il sistema di reclutamento,
se in Portable Ops dovevamo infatti addormentare il nemico e
portarlo in braccio sino al camion militare, adesso dopo averlo
addormentato lo agganceremo ad un piccolo pallone aerostatico
che lo farà salire alto nel cielo dove un elicottero lo recupererà.
Il reclutamento delle persone non è un meccanismo fine a se
stesso, ma ci permette di sbloccare nuove armi ed oggetti ed
addirittura nuovi e differenti abbigliamenti per Snake.
Per ciò che riguarda l’azione diretta sul campo, il gioco offre un
aggiornamento e miglioramento delle mosse CQC – un sistema
di combattimento corpo a corpo ideato da Snake per disarmare e
stordire i nemici in brevissimo tempo così da non attirare attenzioni
non volute. Se in passato il sistema corpo a corpo non permetteva
ad esempio il concatenare l’azione su più nemici, adesso è invece
fattibile attraverso una catena di mosse che verrà gestita attraverso
un rapido Quick Time Event.
La gestione delle missioni infine è stata elaborata pensando alla
natura portatile della console e senza fare l’errore di inserire missioni
eccessivamente lunghe a più obiettivi.
UNA PSP DA PAURA
Se il gioco è bellissimo, la trama ottima e la giocabilità perfetta
– anche se difficile – ciò che comunque sorprende decisamente
di più è il comparto tecnico. La Kojima Production ha realizzato
con MGS: Peace Walker un qualcosa che la portatile di casa
Sony non aveva ancor visto se non in un’unica occasione forse.
Peace Walker offre un livello di dettaglio incredibile, una mole
poligonale per personaggi ed oggetti vista in precedenza solo
nell’opera di GoW: Chains of Olympus. Ottima inoltre la scelta
voluta da Kojima riguardo l’installazione dei dati sulla memory
stick PSP che diminuisce al mimino i tempi di caricamento tra un
ambientazione e l’altra annullandoli totalmente quando si sarà
invece all’interno di una stessa area.
In conclusione Metal Gear Solid: Peace Walker è uno dei migliori
titoli di questa saga a cui abbia mai giocato. Non mancano alcuni
difetti sia chiaro, ma la maggior parte di questi sembrano essere
dettati più dall’hardware che da errori della Kojima Production.
Se siete dunque amanti della serie, Peace Walker è un must,
non esistono scuse che possono giustificarvi dal non acquistare
e giocare questo titolo.
VOTO: 9,0 / OTTIMO
www.games.it/mgs-peacewalker-recensione.html
9
PC
DRAKENSANG 2: arriva il prequel di The Dark Eye
RECENSIONE di Fabiano “Deimos” Zaino
Fra le nuove meccaniche del gioco, segnalo anche la moderazione
di tutte quelle sequenze inerenti l’hack’n slash che avevano
deluso non pochi giocatori nel primo capitolo. Qui ci capiterà di
rado di combattere strenuamente contro mostri che spuntano
in ogni dove ma saranno situazioni comunque presenti nei
Dungeon o nelle fasi avanzate del titolo dove si deve “grindare”
il più possibile per accrescere il livello dei giocatori in vista del
confronto finale.
Con mia grande soddisfazione, sono arrivato a parlarvi del
seguito di uno degli RPG più belli mai usciti negli ultimi anni. Sto
parlando di Drakensang, tratta dagli omonimi libri della serie di
“Uno sguardo nel buio” che ha avuto un Enorme (si, con la E
maiuscola) successo in Germania e anche in altri paesi europei
fra cui la nostra bella penisola. Drakensang The River of Time è
il secondo capitolo di una saga che dovrebbe essere composta
da tre giochi (anche se il terzo lavoro è attualmente incerto a
causa del fallimento della software house…maledizione nera)
e di cui questo secondo capitolo è un prequel e non un sequel.
Chi ha già giocato al primo Drakensang, saprà che il titolo in
questione è un fantasy puntato sul party game, un RPG duro e
puro che non è certo alla portata di tutti: dimenticatevi Oblivion
e compagnia bella.
Molte sono le novità e le migliorie di questo secondo capitolo ma
andiamo con ordine. Prima di tutto, una delle novità del gioco è
la possibilità di incontrare da subito delle creature che sapranno
farci il mazzo a stelle e strisce: per Aventuria troveremo creature
di ogni sorta e alle volte molto più forti della nostra combriccola
di personaggi. Le possibilità quando si incontra un Orco, un
Licantropo o uno Stregone molto più forte sono essenzialmente
due: o si mette il gioco in pausa e si ragiona alla perfezione sui
combattimenti oppure si cerca di sfuggire alla furia per ritornare
sul posto un secondo momento. Questa scelta dei programmatori
è assolutamente perfetta e spinge i giocatori a “livellare” ancora
di più i personaggi in battaglie più facili per poi tornare indietro
in qualche quest maledettamente complicata o per abbattere
quell’avversario che prima era impossibile eliminare. Segnalo
anche che le azioni del gioco o le scelte nei dialoghi influiscano
relativamente poco con le situazioni che si dipaneranno man
mano che si prosegue per Aventuria, cosi come la fine del gioco
non viene assolutamente influenzata dalla morte di qualche
componente del gruppo. Resta comunque utile, spendere
qualche momento di concentrazione per livellare alla perfezione
ogni componente e cercare di ragionare negli scontri come un
gruppo di persone che non come singolo.
10
EMOZIONI DA AVENTURIA
The River of Time oltre a migliorare molti aspetti del gameplay
del precedente titolo, aggiunge un livello qualitativo davvero
eccellente e ben realizzato. Shader e texture difficilmente
faranno storcere il naso alle persone abituate all’impatto visivo.
Alcuni paesaggi sono eccellenti e riusciranno a mozzarvi il fiato
per la bellezza degli elementi grafici: foreste rigogliose e prati
lussureggianti si contrappongono alla perfezione con ambienti
più spartani ma non per nulla privi di fascino. Anche sul fronte
degli ambienti al chiuso non posso che essere soddisfatto dal
lavoro fatto da Radon Labs benché in quest’ultimo caso non si
arriva alle prove grafiche e stilistiche avute con un Dragon Age o
con il più recente e spettacolare Divinity 2. Purtroppo, fra le note
dolenti se non dolentissime, devo segnalare una compenetrazione
di poligoni davvero fastidiosa nelle situazioni più concitate e un
calo (dannato) di frame rate in alcune (inspiegabile) aree di gioco
dove gli effetti di luce o gli elementi particellari, faranno la voce
grossa. Anche con un computer dotato di 4GB di ram e scheda
video da 1GB, abbassando la grafica ed eliminando gli effetti
più muscolosi, la situazione cambia poco. Ma non lasciatevi
spaventare da ciò che avete appena letto, il gioco rimane
eccellente sotto ogni punto di vista e questi piccoli problemi non
danneggeranno per nulla il giudizio più che positivo di questo
capolavoro.
VERA CLASSE
In pochi titoli capita di parlare dell’audio e forse, viste le musiche
di oggi, troppo spesso questa caratteristica è messa in secondo
piano: ebbene in The River of Time vi fermerete ad ascoltare
tutto quello che vi circonda e gioirete anche udendo la corposa
colonna sonora che fa da sfondo alle vostre azioni. Segnalo
come l’ottima localizzazione totalmente in italiano renda ancora
più grandioso il gioco. Drakensang The River of Time è, in
ultimo, uno dei giochi più belli di questa estate. Veri e propri punti
deboli non ne esistono a parte le due magagne tecniche citate
poco sopra – cosi come il titolo presenta uno dei gameplay più
divertenti (ma complessi) che si possano trovare in un opera del
genere.
VOTO: 9,1 / OTTIMO
http://www.games.it/drakensang-2-recensione.html
PC - XBOX360°
MEDAL OF HONOR: gradito ritorno alla guerra moderna
ANTEPRIMA di Fabiano “Deimos” Zaino
EA vuole di nuovo colpire duro nel cuore dei giochi di guerra. Lo
ha fatto grazie a Battlefield Bad Company 2, l’aveva fatto con
Crysis e cercherà di farlo anche con l’atteso seguito Crysis 2
e, per la terza volta consecutiva, vuole aggiudicarsi il trono con
la nuova reincarnazione di Medal of Honor, questa volta visto in
chiave moderna. Tremate dunque Activision e Infinity Ward,
perché la guerra è una cosa maledettamente seria, anche quella
fra case di produzione di videogiochi.
MI FISCHIANO LE ORECCHIE
La primissima cosa che mi ha colpito giocando alla beta
multiplayer del nuovo Medal of Honor sono gli effetti sonori, messi
generalmente in terzo piano dopo gameplay e grafica. Questa
volta devo dire che le mie orecchie fischiavano per una quantità
inaudita di pallottole sparate a bruciapelo, mortai e esplosioni,
gente che urlava e compagni che cadevano sul terreno di
battaglia, mezzi aerei e di superficie che sparavano come dei
forsennati…un vero inferno insomma. Suoni che riescono ad
evocare alla perfezione la guerra virtuale all’ennesima potenza e
che ci renderanno ancora più partecipi di quello che ci succede
alle spalle, davanti, sopra la testa e alle volte anche sotto, se
saremo disposti in una zona superiore rispetto al piano terra. Per
dirla in parole povere, se alzate il volume delle casse, credo che
il vicino si spaventerebbe a morte.
Medal of Honor, per la gioia di molti, è un vero e proprio reboot
della serie originale e ci catapulta di prepotenza nella guerra
moderna, abbandonando le tanto amate o odiate ambientazione
della Seconda Guerra Mondiale. Nella beta si possono scegliere
due fazioni e due mappe, l’esercito americano e quello iracheno
che se le daranno di santa ragione a Kabul City (guerriglia
urbana) o a Helmand Valley (spazio aperto). Una volta scelta la
classe di appartenenza fra le tre – rifleman, special ops, sniper –
si entra in campo in una mappa davvero grande e ben modellata.
Ogni cosa sembra essere stata posizionata per danneggiare o
aiutare il nemico / amico. Ripari e protezioni in ogni dove ma
anche punti ciechi che ci permetteranno di abbattere facilmente
gli avversari nella mappa cittadina.
Spazi aperti e poco difendibili, buche o dune nella mappa in
esterno, il tutto condito da un ottima grafica ma da elementi poco
distruttibili – almeno non come accadeva per Battlefield. In MOH
infatti potremo fare a pezzi casse o muretti, alberi o porte e poi
basta.
Dal punto di vista estetico mi sarei aspettato qualcosa di più
complesso ma non credo che il visivo deluderà i palati più
esigenti. Insomma, un gioco che cerca di migliorare diversi
aspetti sotto il sole del deserto, senza però evolversi più di tanto
in nulla di nuovo. Staremo a vedere se il gioco finito saprà farci
cambiare idea o meno, restate con noi per saperlo.
11
RUBRICA a cura di Elisa “Era” Neri
UOMINI, DONNE E VIDEOGAMES
Ogni tanto mi interrogo sulle persone che stanno dietro al monitor:
giocatori, uomini e donne che fanno i lavori più svariati ma che in
un modo o nell’altro si fanno rapire da mondi e personaggi virtuali
per il semplice piacere del gioco. In questa mia piccola rubrica
mensile, voglio portare alla luce queste persone e intervistarle
con una serie di domande rivolte al loro amato mondo virtuale.
Esseri umani con una passione: i videogames!!!
Oggi abbiamo Luca: appassionato di videogames e console
fin dalla tenera età. Oggi ha trent’anni ed è un Educatore.
3….2….1…..VIAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
01. Nome? Luca
02. Accosta un aggettivo a GAMER che ti rispecchia? Rilassato
03. Prima consolle comprata? Nintendo Game Boy
04. Il tuo primo gioco? Tetris
05. L’ultimo gioco giocato? Dragon Quest 9
06. Consolle che possiedi? Nintendo Game Boy, Super Nes,
Playstation 1 e 2, Nintendo WII, Nintendo DS, XBOX 360°
07. Gioco preferito in assolutissimo? Mario galaxy 1 e 2
08. L’ultimo gioco che hai terminato? Phoenix wrigth (DS)
09. Gioco che pensi non giocherai mai? Nessuno
10. Quale gioco ti diverte giocare con gli amici? Everybody’s
Golf (ps2), ISS PRO, Mario Kart (WII)
11. Pensi che ti comprerai Kinect? Forse
12. In che gioco ti senti imbattibile? Arcade di corse (auto e moto)
13. Leggi le recensioni dei giochi prima di acquistarli? Si
14. Acquisti/scarichi riviste di videogiochi? Si
15. Quando giochi tieni la bocca aperta? Di solito no…
16. In che momento della giornata preferisci giocare? Sera
17. Luce spenta o accesa? Dipende dal gioco
18. Immagina…nel momento topico nel quale lanci la partita
pigiando START se suona il telefono cosa fai? Mi incazzo!
19. Giochi in Multiplayer su internet? Assolutamente NO
20. Chi è il tuo compagno di gioco preferito? IO
21. Un TUO pensiero sul mondo dei videogames (sbizzarrisciti)?
Possono essere un ottimo svago da una giornata infernale
ma anche un’evasione dalla vita quotidiana (se presi in
piccole dosi…), oppure un allenamento cognitivo e motorio.
Potenzialmente credo ci siano ancora grossi margini di
evoluzione e sviluppo per l’industria videoludica, a patto che
l’utenza sappia cogliere ciò che di buono possono offrire i
videogames, senza diventarne schiavi.
BACKSTAGE a cura di Fabiano Zaino
RITORNO AL PASSATO
Diciamoci la verità, stare dietro a tutti i videogiochi che escono al
mese è un dramma: non solo per quanto riguarda il portafoglio
ma anche per quanto riguarda i rapporti sociali. Giocare una
decina di titoli al mese vuol dire dover rinunciare a molte altre
passioni come la Morosa, il Cinema, la Letteratura e i Fumetti tutte cose troppo importanti per la mia igiene mentale.
Da qualche anno a questa parte, ormai, non riesco più a stare
dietro al monitor come quando ero quindicenne, sedicenne,
diciassettenne ma anche ventenne. Prima riuscivo a installare
un gioco e a terminarlo in una manciata di giorni – oggi le cose
sono cambiate proprio perché la mole di giochi, porterebbe via
intere giornate di vita. Allora vivo dietro a giochi che escono nel
passato ma che riesco a giocarli solamente nel futuro mentre
nel presente sto vivendo cose che sono arrivate in un passato
prossimo. Un gran casino vero? Lo dico pure io. I giochi appena
usciti non riesco mai a portarli a termine o quasi ma quelli che
sono usciti, molto probabilmente li terminerò solo nel futuro. Ed
ecco allora che vengo coinvolto in una situazione temporale
mica da ridere perché qualche volta non ricordo più quello che è
recente e quello che è passato.
La vera beffa sta poi nel finire due o tre giochi consecutivi in una
settimana. Potrei essere bravo ma invece sono solamente un
ritardatario perché sul mercato quei titoli sono ormai dimenticati.
Eppure, qualcosa di eccellente mi rimane a differenza di molti
altri che giocano tutto e subito e che devono ingurgitare valanghe
di filmati e di pixel per rimanere sempre sincronizzati sul pezzo.
Io i giochi riesco a godermeli di più, a viverli in maniera costante
e senza avere il famigerato problema del macellaio che non
riesce a gustarsi più la bistecca.
Anche quando arriva un ragazzino di quattordici anni e mi
sbeffeggia dicendomi che lui ha finito l’ultimo Final Fantasy,
mentre io dovrei ancora iniziare il primo: ebbene si, l’ho
messo da parte ed è ancora li che aspetta di essere preso in
considerazione…