Dopo un lunga attesa arriva Eccomi, il ventiseiesimo album

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Dopo un lunga attesa arriva Eccomi, il ventiseiesimo album
Dopo un lunga attesa arriva Eccomi, il ventiseiesimo album registrato in studio da una delle ultime
vere e proprie dive del panorama italiano, l’eterea Patty Pravo, all’anagrafe Nicoletta Strambelli;
risultato di una minuziosa e difficile selezione tra più di 700 brani.
Abbiamo parlato già del nuovo lavoro QUI, ma ricordare alcuni nomi e dettagli salienti non può
dolere: prodotto e realizzato da Michele Canova, con la produzione esecutiva di Gaetano Puglisi e
Massimo Levantini, Eccomi ritrae come una lente d’ingrandimento la figura di una donna forte,
consapevole delle proprie scelte ma che tuttavia conserva un lato fragile da custodire e svelare con
parsimonia. Spaccati di storie, passione, silenzi, ricordi sono raccontati attraverso le penne di nomi
illustri quali Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Samuel – Subsonica, Giuliano Sangiorgi –
Negramaro, Fortunato Zampaglione, Zibba, Rachele Bastreghi ed Emis Killa, protagonista
stesso di un duetto; per le parti strumentali troviamo nomi illustri come Gary Novak alla batteria,
Reggie Hamilton al basso, Jeff Babko a pianoforte ed organo hammond, Alex Alessandroni alle
tastiere, pianoforte e piano elettrico, Christian Rigano ai sintetizzatori e pianoforti, Tim Pierce
alle chitarre acustiche ed elettriche.
Ecco il resoconto di round table negli uffici Warner Music Italy che è il pretesto ideale per
avvicinarci ad un’icona nostrana, scoprirne scelte e curiosità e captare da vicino le prime
impressioni sull’album oltre a sensazioni e aspettative sulla partecipazione ormai prossima alla
66esima edizione del Festival di Sanremo.
Sedere ad un tavolo con Patty Pravo devo ammettere fa un certo effetto, ma l’eleganza e al
contempo disinvoltura fungono da magneti per l’attenzione dei presenti. Una donna di classe, come
poche ne sono rimaste, completamente a suo agio, complici sicuramente i 50 anni di carriera alle
spalle; concreta ed essenziale, niente di più e niente di meno.
Le domande si susseguono repentine, si parte dal centro, Sanremo 2016..
L’impressione è che quest’anno ci siano tutte le intenzioni e la voglia di vincere, un errore? E
per quanto riguarda il brano in gara, l’album contiene diversi brani molto belli e convincenti,
come mai alla fine la scelta è ricaduta proprio su Cieli Immensi, di Fortunato Zampaglione?
“Non ci penso, però se dovesse succedere mica mi farebbe schifo, ecco. Per quanto riguarda il
brano avevo pensato a quella di Giuliano, poi Conti ha ascoltato questa e mi ha convinto, anche
perché è una canzone di largo respiro che rimane in mente da subito, è comunque un bel pezzo, un
buon lavoro. E quindi questa è. Invece per quel che riguarda la cover la cosa è resa divertente dal
contributo di Fred De Palma, che trovo abbia fatto un capolavoro, è riuscito a rigirare
completamente un mio pezzo classico, facendolo diventare un vero e proprio inedito.”
Ma quindi Tutt’al più può considerarsi autocitazione?
“Non proprio, no, lo sarebbe stata in assenza di Fred, ma con il suo contributo è diventata
tutt’altra cosa, ringraziando il cielo, è un piacere ascoltarla, De Palma ha scritto tutto in una
giornata e si è dimostrato davvero un poeta.”
L’assenza dal palco da 5 anni, porterà ad affrontare tutto in maniera diversa, nuova?
“Il palcoscenico fa sempre un po’ paura, quando è tuo la tensione percepita è certamente diversa,
nel caso di Sanremo hai 200 persone alle spalle che non c’entrano niente con la musica, ma fanno
molto casino, e quindi la tensione aumenta perché viene a mancare la concentrazione. Sarebbe
ideale arrivare all’ultimo momento. Ma a me non piace arrivare all’ultimo momento.”
Come è cambiato il rapporto con Sanremo?
“Non so come sia cambiato, diciamo che c’è il Sanremo che piace di più e quello che piace di
meno, per me è una bella vetrina dove poter proporre un lavoro.”
E quali sono le aspettative?
“Ti vesti ti trucchi e vai, poi naturalmente ci sono tutte le altre cose intorno, interviste, conferenze,
etc. etc., tutte cose più faticose del semplice andare a cantare. Ti vesti comodo perché devi essere
comodo nel pezzo, portare un abito non è semplice.”
Si passa ad altro, l’atmosfera si scalda e la curiosità sembra prendere il sopravvento…
Per una persona proiettata al futuro, come si gestiscono gli occhi puntati addosso da parte di
chi la carriera l’ha iniziata in contemporanea, ma si ritrova oggi ad essere un po’ in stand by?
“Sinceramente non ci penso, non penso neanche alle cose che ho fatto io, tranne quando mi
servono, come in questo caso che mi ha riportato ad ascoltare tutta la mia discografia, in
occasione del tour molto interessante che partirà in aprile, per scegliere i pezzi più particolari che
mi diverto a cantare. E devo ammettere che mi piaccio, che sono brava, magari ero meglio
prima.” (risate generali ndr)
Ricollegandoci a Fred De Palma, il collegamento al collega Emis Killa, presente in duetto nella
traccia Non siamo Eroi è inevitabile: parliamo di un mondo giovane, amato dai più giovani e
distante dal mondo classico, scelta dettata dal gusto personale, da una predisposizione al
genere o dalla curiosità nell’unire due mondo apparentemente opposti?
“Guarda, con Emis è stato un incontro di simpatia durato un’intera nottata, dalla quale è nato il
pezzo, con Fred invece è stata tutt’altra cosa, un’idea partita dalla casa discografica e non
direttamente da me.”
Come mai i ragazzi di oggi non sanno quasi più scrivere?
“Ma perché il massimo che hanno sentito è il grunge, non hanno una cultura musicale completa,
che va dal blues, rhythm & blues, ect., quindi hanno una grave mancanza, secondo me è proprio
una questione culturale. Nel caso di Francesca Xefteris, con Uomo semplice, le ho detto innanzi
tutto di iniziare ad ascoltare un repertorio più ampio e datato, perché lei sentiva solamente musica
degli ultimi 10 anni.”
Domanda difficile ed emblematica, è possibile sintetizzare 50 anni di carriera?
“Non mi sono fatta mancare niente. Ho cominciato con il bit, poi ho fatto hip hop, dopodiché mi
sono data alla chansonnier francese, anche per amicizia e vicinanza alla cultura francese; poi sono
passata al pop, poi ancora al rock e all’heavy metal, infine sono tornata al pop. Adesso mi manca il
jazz e un po’ di country, che mi piace molto.”
Arriviamo finalmente all’album.. Eccomi…
Da una selezione iniziale di 700 brani, si arriva ad un album composto da 12 brani. Un grosso
lavoro di ricerca e selezione, come mai la scelta finale è ricaduta proprio su queste tracce?
Ho chiamato Eccomi questo disco perché in realtà era pronto da tempo, solo che poi sono arrivati
altri pezzi e allora l’abbiamo ritoccato, infine <<Eccomi, lo aspettavo>>. La scelta delle tracce è
stata accurata ed è durata quasi un anno e mezzo, ascolti su ascolti da parte dei collaboratori di
questi 700 pezzi, di ragazzi giovani, in più qualche avvenimento ha ulteriormente contribuito: si è
rotto il mio mixer a casa e nell’andare ad aggiustarlo ho incontrato Giangi Skip, che mi ha fatto
ascoltare dei pezzi, e proprio in questa occasione ho trovato Nuvole. Alle volte arrivava la musica
senza testo, che di per sé è una cosa incivile, perché ci si aspetta che il lavoro arrivi completo, altre
volte dopo un minuto alcuni erano da scartare.”
Per quanto riguarda la collaborazione con Gianna Nannini?
“Bè Gianna è troppo divertente, praticamente abbiamo costruito il tutto al telefono, lei stava
traslocando a Londra e stava registrando, quindi ci sentivamo solo via telematica. La prima cosa
che mi ha detto è stata: <<Scriviamo di una bella cosa, scriviamo di una bella scopata>> – <<No
Gianna, proprio così no>>. Passando ad altro episodio, mi sono molto divertita perché c’era la
bambina, che si chiama Penelope ed io anni fa scrissi proprio un brano dal titolo omonimo che ho
scoperto piacere alla figlia, quindi voleva che gliela cantassi; allora mi sono ritrovata ad
alternare il canto alla conversazione di tutt’altro genere con Gianna.”
E per quanto riguarda Zibba, definito il tuo divano?
“Zibba è meraviglioso, ha un animo nobile, è venuto a trovarmi, si è seduto sul mio divano
abbiamo chiacchierato per una ventina di minuti senza pensare nemmeno al pezzo, dopodiché si è
alzato, ha salutato e se n’è andato, così… dopo due ore mi è arrivato il testo, che è una cosa
stupenda. Lo riconosco come me stessa.”
Giungiamo a fine incontro, restano giusto un paio di curiosità out of topic; emerge la voglia di Patty
di tornare nel deserto, la felicità per la reunion di Riccardo Fogli con i Pooh, il viaggio a Los
Angeles e l’importanza della libertà nell’esprimere le proprie emozioni e sensazioni. E prima dei
saluti e di qualche foto spostiamo l’attenzione sulla cronaca contemporanea:
In un momento di agitazione generale, qual è l’opinione sulle Unioni civili?
“Sono dalla parte delle unioni e relative adozioni, ci sono tante donne che anche da sole riescono a
crescere più di un figlio, quindi non vedo perché negare questo. Insomma meglio tardi che mai,
speriamo solo non facciano le cose all’italiana!”
“Incrociamo le dita, perché non è un momento facile, grazie a tutti.. “
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