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MIUR UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO Direzione Generale La formazione in lingua inglese dei docenti di scuola primaria La formazione in lingua inglese dei docenti di scuola primaria Esperienze e proposte ISBN 978 88 6129 822 4 Cover ANOÈ - La formazione.indd 1 10/02/2012 18:14:36 Indice 1 La formazione in lingua inglese dei docenti di scuola primaria ANOÈ - La formazione.indd 1 13/02/2012 20:47:58 2 ANOÈ - La formazione.indd 2 Indice 13/02/2012 20:47:58 Indice 3 Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto LA FORMAZIONE IN LINGUA INGLESE DEI DOCENTI DI SCUOLA PRIMARIA Esperienze e proposte a cura di Renato Anoè e Luciana Mion post fazione di Paolo Balboni ANOÈ - La formazione.indd 3 13/02/2012 20:47:59 4 Indice MIUR UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO Direzione Generale Direttore Generale: Carmela Palumbo © 2011 MIUR - Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Direzione Generale Riva de Biasio - S. Croce 1299 - 30135 Venezia tel. 041 2723111 http://www.istruzioneveneto.it [email protected] Coordinatore del progetto: Renato Anoé, Dirigente tecnico - Ufficio Scolastico Regionale del Veneto Redazione e cura: Renato Anoé, Dirigente tecnico - Ufficio Scolastico Regionale del Veneto Luciana Mion, docente distaccata presso Ufficio Scolastico Regionale Veneto Editing: Giovanni Battista Zannoni, Dirigente scolastico 5° Istituto Comprensivo “Donatello” di Padova Amerigo Pasqualin, docente di tecnologia presso Scuola Secondaria di Primo Grado “Antonio Vivaldi” - 11° Istituto Comprensivo “Vivaldi” di Padova Comitato di redazione: Renato Anoé, Luciana Mion, Giovanni Battista Zannoni, Amerigo Pasqualin Prima edizione: dicembre 2011 ISBN 978 88 6129 822 4 “Coop. Libraria Editrice Università di Padova” via G. Belzoni 118/3 – Padova (tel. 049 8753496) www.cleup.it Il presente volume può essere riprodotto per l’utilizzo da parte delle scuole per le attività di formazione del personale direttivo e docente. Esso non potrà essere riprodotto e utilizzato parzialmente o totalmente per scopi diversi da quello sopraindicato, salvo esplicita autorizzazione dell’USR per il Veneto. Copertina di Amerigo Pasqualin. Indice 5 Indice Presentazione Carmela Palumbo 7 Il piano lingua inglese del veneto Renato Anoè 9 Il monitoraggio regionale Luciana Mion L’adulto che apprende Strategie per il docente della scuola primaria che impara l’inglese Cristina Richieri Cultura, culture, intercultura: approcci nella classe di lingua inglese Paola Vettorel Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening, reading, speaking and writing Catia Longo 19 31 87 103 L’osservazione in classe e la co-docenza maria De Luchi 117 E-tutor: una presenza virtuale? “To be means to be related” Beatrice Vallini 135 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria: un’esperienza Maria Pia Masiero 143 ANOÈ - La formazione.indd 5 13/02/2012 20:47:59 6 Indice Le azioni nei CRT della regione L’attività dei CRT nella provincia di Treviso e l’Organizzazione dei corsi per docenti di scuola primaria 2004/2009 Aspetti generali organizzativi e didattici Claudio Baccarini 157 La realizzazione del Piano a Verona Laura Donà e Vania Ortolani 159 L’esperienza di formazione del centro risorse territoriali di padova Ignazia Daniela Nespolo 169 Post fazione Paolo Balboni 173 Appendice I dati delle province 177 Allegati Materiali per il monitoraggio ANOÈ - La formazione.indd 6 221 13/02/2012 20:47:59 Presentazione 7 Presentazione Carmela Palumbo L’insegnamento delle lingue nella scuola primaria occupa un posto di rilevo nelle politiche scolastiche da almeno un ventennio. Risale infatti agli anni novanta la decisione di affiancare ai compiti tradizionali della scuola elementare, consistenti sostanzialmente nell’alfabetizzazione strumentale e culturale, anche l’avvio all’apprendimento delle lingue straniere. Il punto centrale, mai messo in discussione di questa politica, è stato che l’apprendimento doveva essere erogato tramite docenti di scuola primaria. Questa decisione ha evitato la scorciatoia dell’immissione di esperti esterni, che avrebbe posto su un piano funzionale una complessa operazione di carattere formativo e culturale; ha però posto il grosso nodo della formazione dei docenti, che nel curricolo iniziale avevano acquisito competenze varie, ma complessivamente inferiori a quelle richieste per un insegnamento. Il compito formativo per il personale in servizio è stato gestito nel decennio 1990 – 2000 direttamente dal Ministero, tramite gli Uffici Provinciali dell’Amministrazione Scolastica. Nel frattempo erano maturate scelte di politica scolastica che hanno fatto concentrare gli obiettivi sulla lingua inglese (legge 53/2003), nella quale lo “scoperto” di risorse era ancora più elevato che nelle altre lingue. A partire dall’Istituzione degli Uffici Scolastici Regionali e dell’attribuzione dell’autonomia agli istituti Scolastici, sono profondamente mutate le linee di gestione e le responsabilità connesse. Nel Veneto si sono costruite e potenziate strutture intermedie sul territorio regionale, i Centri risorse territoriali e l’intero processo formativo è stato allestito tramite gli Uffici Regionali. Sfugge spesso, ad osservatori esterni, l’entità e la complessità di piani formativi rivolti a migliaia di docenti (solo nel Veneto, attualmente, oltre 17.000 unità), in un quadro di risorse scarse e di elevati vincoli normativi e sindacali, a cui vanno aggiunti l’opzionalità dell’impegno e l’assenza di qualsiasi incentivo. Nonostante questi limiti, oltre duemila docenti di scuola elementare sono entrati volontariamente in un percorso impegnativo di qualificazione professionale, modulato su più annualità; di questi docenti, dopo selettivo esame, il 57% ha conse- ANOÈ - La formazione.indd 7 13/02/2012 20:47:59 8 Carmela Palumbo guito l’attestato di competenza relativo al livello B1 del Quadro Comune Europeo della Lingue, rilasciato dalle Università convenzionate di Padova, Venezia, Verona. Un successo, che ha permesso alla Direzione Regionale di immettere nelle scuole del Veneto 1.271 docenti qualificati. È un risultato dovuto alla convergenza sul piano culturale e gestionale di una molteplicità di fattori che ritengo doveroso esplicitare. Innanzitutto il coordinamento tra il livello tecnico del Piano, affidato al Dirigente Tecnico Renato Anoè, e l’Ufficio Amministrativo della Direzione diretto dalla dott.ssa Gianna Miola, la collaborazione degli Uffici e dei referenti provinciali, la complessa gestione organizzativa dei Centri Risorse Territoriali per le Lingue, che hanno assicurato una capillare distribuzione dei corsi nel territorio. La caratteristica vocazione della Regione a lavorare intorno a Reti di scuole, in stretto rapporto sia con il territorio che con il vertice amministrativo ha espresso in questo piano le sue potenzialità, arrivando a gestire in contemporanea, nell’anno di massimo sviluppo, il 2006, 75 corsi differenti, mobilitando circa un centinaio di formatori, esperti di scuola e madrelingua e tre Centri Universitari di Ateneo. Oltre 200 docenti hanno inoltre fruito di corsi di perfezionamento presso Centri e università inglesi, ottenendo punteggi lusinghieri nelle prove di valutazione in ingresso e in uscita. L’impresa non è compiuta, né sul piano pedagogico – didattico, né sul piano amministrativo. L’adeguamento della scuola agli standard richiesti dalla società del 21^ secolo, è un work in progress che impegna oltre alla scuola, la famiglia e le componenti sociali. Tutti gli studi concordano nel segnalare l’importanza dei contesti di apprendimento, la fruizione allargata di opportunità in lingua attraverso media, tecnologie, mobilità, opportunità di apprendimento lungo tutto il corso della vita. È un programma ambizioso e necessario, al quale la scuola primaria, con questo piano, ha contribuito, con i propri insegnanti, i formatori, i dirigenti scolastici, fornendo basi attendibili e soprattutto un orientamento deciso alla società della conoscenza, per l’accesso alla quale l’apprendimento dell’inglese e di altre lingue costituisce uno spartiacque. ANOÈ - La formazione.indd 8 13/02/2012 20:47:59 Il piano lingua inglese del veneto 9 Il piano lingua inglese del veneto Renato Anoè La presente pubblicazione, oltre ad essere un doverosa risposta all’esigenza di trasparenza e rendicontazione dell’azione pubblica in materia di investimenti formativi, intende far conoscere alle scuole, agli amministratori e alla comunità di utenti la struttura e le linee culturali di questo lungo e complesso intervento formativo. Al tempo stesso, propone ai docenti impegnati in questo ambito di insegnamento le riflessioni pedagogiche e metodologiche uscite dall’esperienza dei formatori, che hanno operato, in condizioni spesso difficili, maturando competenze che possono essere messe a frutto per sviluppare e migliorare la formazione in servizio e l’insegnamento in aula con gli alunni; due piani che, pur essendo distinti, nel progetto di cui si dà conto, sono stati tenuti in costante connessione. È sicuramente un resoconto parziale, che indica tuttavia un modello di costruzione reticolare e partecipato della formazione, sia nella gestione che nell’integrazione tra competenze e istituzioni diverse. Per comprendere nella giusta ampiezza di significato e di innovazione il Piano per lo sviluppo delle Lingua inglese sviluppato per la scuola primaria a partire dal 2004, credo valga la pena ripercorrere alcune linee di un percorso organizzativo, culturale e didattico insieme, che si è svolto dagli anni ottanta ad oggi, in parallelo con l’evoluzione del nostro sistema scolastico. L’insegnamento delle lingue moderne nel nostro paese ha avuto un cammino difficile e abbastanza tortuoso. Per lungo tempo è rimasto un tema estraneo, o solo marginalmente toccato dalla ricerca pedagogica, tanto da assumere la denominazione di tema delle “lingue straniere”, laddove l’estraneità si riferisce più alla tradizione culturale che alla disciplina stessa. Una generale sottovalutazione dell’importanza dell’apprendimento delle lingue vive rispetto alle lingue morte – latino e greco – ha contraddistinto il sistema scolastico italiano, e ha costituito un retroterra socio culturale difficile per la diffusione generalizzata dell’insegnamento. Non sono mancate nicchie di ricerca didattica e pedagogica presso Istituti e Università, che hanno mostrato il potenziale formativo generale della lingua mo- ANOÈ - La formazione.indd 9 13/02/2012 20:47:59 10 Renato Anoè derna, il fecondo incrocio tra la lingua italiana, i dialetti le lingue “straniere”, ma si è trattato di un movimento ristretto ad esperti e a piccole comunità scolastiche, che sembra aver inciso poco sulle modalità concrete dell’apprendimento, con una richiesta esplosa negli ultimi decenni in base a motivazioni funzionali piuttosto che culturali o pedagogiche. Va ricordato che fino al 1985 nella scuola elementare si sono svolte molteplici esperienze di insegnamento di lingue straniere attraverso le attività integrative facoltative, organizzate dalle scuole con docenti assegnati dai Provveditorati e con competenze auto dichiarate. I programmi del 1985 ne hanno affermato il valore formativo interno all’educazione linguistica generale, dichiarando, in una accezione che potremo ancora definire riduttiva, che “l’educazione linguistica.. non può prescindere da un approccio alla conoscenza di una lingua straniera” e suggerendo: “ Un breve tempo dedicato quotidianamente alla lingua straniera durante le normali attività didattiche assicurerà la necessaria continuità nell’educazione linguistica e sarà ausilio non indifferente per rinforzare il processo di apprendimento”. La valorizzazione pedagogica dei programmi del 1985 non sarà però sufficiente a dare all’insegnamento delle lingue la centralità richiesta e un assetto stabile e strutturato. Nelle disposizioni attuative della legge 148/90 si esplicita chiaramente all’art 10 che vi è nella scuola elementare l’insegnamento di una lingua straniera, ma viene rimandato ad un decreto ministeriale successivo, emanato il 28 giugno 1991, la definizione delle modalità. Questo decreto, in realtà definisce l’avvio della lingua dalla classe seconda, tramite un insegnante del modulo, ma, consapevole delle difficoltà di pianificazione dell’offerta sul territorio apre a due fasi di transizione, destinate a durare parecchio e a condizionare l’offerta: si tratta infatti di consentire “ in transizione” l’insegnamento a partire dalla terza classe e rendere possibile l’ affidamento dell’ insegnamento ad un docente specializzato che operi su più classi. Sul piano concreto di attuazione la combinazione di variabili: disponibilità dei docenti e competenze in lingue diverse (francese, inglese, tedesco e spagnolo), darà origine ad un variegato paesaggio di esperienze, con elevatissime difformità tra aree territoriali, sia nella quantità oraria che nella qualità dell’insegnamento. Intorno a questa opzione si creeranno annuali piani di formazione per reperire e formare docenti in grado di insegnare le lingue straniere Per tutti gli anni 90 verranno selezionati e formati insegnanti sulle quattro lingue comunitarie, peraltro senza una definizione di standard qualitativi e con flessibilità negli orari e approcci. A partire dagli anni ‘90 l’insegnamento è stato sviluppato in base alla disponibilità di competenze di lingua francese, inglese, tedesco e spagnolo presenti nel corpo docente, immesse nell’insegnamento previo corsi di formazione, ma non essendo stato definito a livello normativo uno standard di competenze in uscita dai corsi di formazione, né essendo previsti accertamenti, i docenti hanno acquisito ANOÈ - La formazione.indd 10 13/02/2012 20:47:59 Il piano lingua inglese del veneto 11 competenze molto differenziate. Si è creata anche una artificiosa distinzione tra insegnanti specialisti e specializzati, fondata sulla diversa quantità oraria di prestazione dell’insegnamento linguistico: agli specialisti l’intero orario su più classi e agli specializzati l’insegnamento nelle 2 o 3 classi di riferimento del modulo. È evidente che l’insegnamento da parte di docenti interni al team di modulo o esterni, comporta metodologie e approcci diversi, ma per molti anni le scelte sono state lasciate all’organizzazione interna delle scuole, impegnate a trovare difficili composizioni tra esigenze diverse. L’obiettivo di assicurare l’insegnamento al più largo numero di allievi ha favorito l’opzione tramite insegnanti specialisti, con orari condizionati dalla disponibilità di personale con frequenti deroghe rispetto alle disposizioni della legge 148 che prevedeva l’insegnamento a partire dalla classe terza. Il campo delle variabili in gioco: reclutamento e formazione dei docenti, lingua insegnata, modello organizzativo specialista/specializzato, orari di insegnamento e loro distribuzione nella settimana, hanno reso molto flessibili le modalità di insegnamento, in relazione ai contesti. Negli anni dal 1991 al 1998, con piani annuali gestiti dalla Direzione Generale dell’Istruzione Elementare attraverso la rete amministrativa (Provveditorati, Gruppi di Lavoro) e con l’utilizzo di formatori interni al sistema scolastico o con accordi con Università, sono state formate decine di migliaia di docenti, si sono sperimentati modelli formativi e metodologie, comprese le prime risorse tecnologiche, si sono costruite reti di scuole e di competenze per realizzare il mandato dei Programmi del 1985 e della legge 148 di ordinamento; nel frattempo, tuttavia si era costruita una sensibilità maggiore verso l’apprendimento delle lingue straniere e una domanda sociale molto più evoluta del quadro normativo di riferimento. Un passaggio importante è stato segnato dal Progetto Lingue 2000, centrato in particolare sulla scuola secondaria, che ha portato all’evidenza il tema dell’approccio metodologico e degli obiettivi dell’insegnamento plurilingue. Riportando su scala nazionale gli indirizzi provenienti dal contesto europeo, è stato proposto un ri-orientamento metodologico basato sulla comunicazione orale, con finalità pragmatiche, sostenute anche dal Quadro Comune Europeo delle Lingue che, benché sorto al di fuori di un’ottica pedagogica, ha finito per proporsi come livello e standard per apprendimenti anche in campo scolastico. Dagli anni ’90 in poi si sono sviluppate le quattro lingue europee: inglese, francese, tedesca e spagnola in relazione alle disponibilità e competenze del personale docente. Il progetto Lingue 2000 ha permesso, con finanziamenti dedicati pluriennali anni, di estendere l’insegnamento delle lingue anche nelle classi prime e seconde della primaria e nella scuola dell’infanzia, con percorsi di sensibilizzazione ad una seconda lingua diversa dall’inglese anche nelle classi quinte della scuola primaria. Per due annualità, inoltre, sono state finanziate anche le certificazioni per gli alunni con enti esterni qualificati, come stimolo alle scuole a curare la preparazione in ANOÈ - La formazione.indd 11 13/02/2012 20:47:59 12 Renato Anoè coerenza con gli standard definiti nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER)1 Le coordinate del piano nel veneto A partire dalla legge 53 del 2003 ( riforma Moratti) e dalla normativa secondaria da essa derivata, sono state fatte scelte di politica scolastica più nette: –– è stata scelta la lingua inglese come principale asse di insegnamento delle lingue moderne nel primo ciclo, con la generalizzazione dell’inglese a partire dalla prima classe di scuola primaria –– sono stati definiti dei livelli di competenza minima sia per la formazione degli insegnanti che per l’insegnamento in classe, sulla base del Quadro Comune Europeo delle Lingue –– è stata gradatamente fatta l’opzione per l’insegnamento da parte di un insegnante di classe con la progressiva riduzione degli specialisti. Queste scelte hanno evidenziato innanzitutto il grosso deficit di competenze disponibili per la scuola primaria per l’insegnamento della lingua inglese, considerato che nel decennio 1990-2000 si erano ancora svolti investimenti formativi su altre lingue comunitarie e inoltre, l’estensione su tutte le classi della primaria aumentava la domanda. Nella finanziaria del 2004 veniva inserita a bilancio la somma di 28 milioni di Euro da utilizzare per la formazione dei docenti di scuola elementare in lingua inglese, con l’obiettivo di una generalizzazione dell’insegnamento attraverso l’insegnante unico/prevalente e la progressiva eliminazione degli specialisti operanti su molte classi. Da questo dispositivo prendeva avvio quello che con successive estensioni e aggiustamenti può essere definito uno dei più consistenti piani di formazione del personale docente. Il piano andava a inserirsi sul paesaggio della scuola primaria molto frastagliato, in forte turbolenza per i ripetuti mutamenti di indirizzo politico e di linea pedagogica. Le Indicazioni Nazionali della riforma Moratti fornivano una mappa molto dettagliata di conoscenze e abilità definite per ciascuna classe per quanto riguarda le competenze linguistiche, anche di lingua inglese, ma senza che si potesse configurare una uniformità reale nei processi didattici, su cui incidevano i vincoli delle competenze presenti. L’attribuzione dell’autonomia scolastica a tutte le scuole e l’istituzione delle Direzioni regionali offriva l’opportunità di mettere in gioco strumenti organizzativi diversi per la realizzazione del Piano. Tale piano, in realtà è il risultato di una 1 Council of Europe, 2001 in RCS Scuola, Milano, La Nuova Italia, Oxford, 2022, pag.32 ANOÈ - La formazione.indd 12 13/02/2012 20:47:59 Il piano lingua inglese del veneto 13 implementazione progressiva, e secondo un modello di pianificazione, con ampie aree di discrezionalità gestite in modo diversi nelle singole regioni. Gli elementi strutturali del Piano si possono sintetizzare in alcuni punti innovativi: –– definizione di un modello formativo per l’apprendimento delle lingue strutturato sulla cultura e sugli alunni della scuola primaria –– definizione del livello di competenza linguistica in uscita B1 del Framework Europeo delle Lingue, da certificare da parte di esterni all’Amministrazione scolastica; nella prima annualità sono stati interessati gli Enti Certificatori; in seguito, grazie a accordo nazionale, è stato attribuito alle Università, tramite i Centri di Ateneo, il compito di valutare e attestare il livello raggiunto di competenza linguistica –– definizione di un monte ore predefinito (380) per giungere al livello di competenza B1 distribuite su successive annualità; –– integrazione tra componenti linguistiche e metodologico didattiche attraverso un pacchetto orario predefinito. –– applicazione del modello blended di formazione attraverso l’utilizzo di fonti online, gestite dall’Indire e sul territorio tramite tutor specializzati. È da sottolineare che l’intero piano di formazione si è retto sulla volontarietà della partecipazione; i docenti che si sono iscritti non avevano alcun obbligo giuridico, se non un’ obbligazione di tipo morale e professionale. Solo nelle due ultime annualità i docenti neoassunti, che sono peraltro una ridotta percentuale dell’insieme, hanno sottoscritto un impegno di formazione all’atto dell’assunzione a tempo indeterminato. Per quanto riguarda il Veneto, l’attribuzione dei finanziamenti ha avuto una riduzione fin dal primo anno per esigenze di bilancio del Ministero. Il problema principale comunque non risiedeva nella disponibilità economica, peraltro consistente, quanto nei vincoli di tipo amministrativo e sindacale. Sul fronte delle relazioni sindacali, l’Ufficio Scolastico regionale del Veneto ha operato fin dall’inizio una politica di informazione e partecipazione alle scelte con le rappresentanze sindacali. Il piano, in effetti, ha avuto un obiettivo di contenimento del numero di insegnanti in servizio e per questo non ha mai avuto esplicitamente, una condivisione piena dei sindacati di categoria. Questo elemento ha costituito una delle forze maggiori di resistenza all’avvio e alla prosecuzione del piano, in quanto oltre agli aspetti di politica sindacale, si aggiungevano le perplessità, i timori e talvolta il personale dispiacere dei docenti in formazione, consapevoli che con il loro utilizzo, altri colleghi fino ad allora specialisti di lingue, sarebbero stati sostituiti e, nel linguaggio corrente, “avrebbero perso il posto”. Questi aspetti minuti, spesso ignorati della vita scolastica, hanno giocato un ruolo molto importante lungo l’intero arco del piano, costituito da successi, ma anche da ritiri in corso, rinunce, defezioni. Sulle incompiutezze ci soffermeremo ANOÈ - La formazione.indd 13 13/02/2012 20:47:59 14 Renato Anoè analizzando i dati; resta tuttavia da sottolineare che, oltre alla volontarietà della frequenza, per un consistente numero di ore (380), a cui vanno sommate le 20 ore di formazione on line, gli insegnanti non hanno goduto di facilitazioni alla partecipazione e i corsi sono stati fatti in costanza di servizio e con tutti gli oneri aggiunti ( vita collegiale della classe e compiti connessi all’insegnamento). Le lezioni si sono svolte sempre in orario pomeridiano e, in qualche caso, utilizzando giorni di chiusura delle scuole per festività o ferie. Un maggiore sostegno istituzionale alla frequenza avrebbe permesso di ottimizzare l’investimento finanziario. L’adesione dei docenti è avvenuta sul piano di una scelta personale, su motivazioni e disponibilità lontane da una programmazione organizzativa relativa al rapporto tra bisogni e risorse. Oltre al carico di lavoro, meritano di essere segnalati alcuni elementi incisivi sulla professionalità docente. Una innovazione del piano è consistita nella valutazione dell’apprendimento del corsista da parte di un organo esterno all’Amministrazione Scolastica. Non vanno sottovalutati gli aspetti psicologici di tale scelta che rompe una concezione statica e monolitica della scuola, per cui solo gli allievi sono in condizione di essere valutati. In questo piano, docenti talvolta con lunga appartenenza ai ruoli si sono sottoposti volontariamente a prove di selezione in ingresso per valutare le competenze pregresse; anche durante i corsi è stato allestito un repertorio valutativo continuo interno. Le convenzioni con i centri linguistici di ateneo La “raccomandazione di servizio” ministeriale del luglio 2004 e le successive circolari hanno costituito la cornice entro la quale il piano si è realizzato seguendo variabili di tipo locale. Il livello di azione regionale si è concentrato nella ricerca di intese dell’USR con i Centri linguistici di Ateneo. Dopo la prima annualità sperimentale, in cui la valutazione è stata affidata agli enti linguistici accreditati presso il British Council, l’USR ha stipulato tre distinte convenzioni con i Centri Linguistici di Ateneo di Padova, Venezia, Verona. I Centri curano solitamente la formazione e la valutazione degli studenti iscritti ai corsi presso varie facoltà; l’utenza del Piano Lingue, costituita da docenti adulti, ha richiesto marginali adattamenti nei contenuti delle prove, nel lessico e accorgimenti di natura relazionale, nella considerazione che per adulti in formazione professionale il fatto di sostenere un esame ha delle valenze molto diverse rispetto a uno studente in formazione iniziale. Le prove scritte sono da tempo informatizzate e, se per le nuove generazioni diventa immediato e senza difficoltà interagire con tecnologie, per insegnanti con soglie molto basse di competenze informatiche, ANOÈ - La formazione.indd 14 13/02/2012 20:47:59 Il piano lingua inglese del veneto 15 l’approccio con la valutazione e le prove on line è stato inizialmente problematico ed in ogni caso ha richiesto attenzioni particolari. I CLA hanno accolto con interesse la collaborazione, comprendendo i bisogni ed il clima particolare del contesto formativo sostenuto soprattutto su una motivazione intrinseca al corpo docente. È stato necessario portare ad evidenza queste specificità tramite una continua relazione negoziale tra CLA e USR su aspetti di procedure e di organizzazione, lasciando intatto il sistema dei contenuti e delle prassi consuete e consolidate nel Quadro Comune Europeo. Limitate modifiche alle modalità di esame hanno evitato l’omologazione dell’esame a quelli abitualmente erogati verso studenti, di tipo universitario, che avrebbe pesantemente e negativamente influito sui risultati. L’organizzazione territoriale: i centri risorse Nel Veneto sono state rinforzate le dimensioni di relazione territoriale, attraverso il consolidamento dei Centri Risorse territoriali già costituiti ai quali sono stati affidati i compiti per la gestione dei corsi, sia in sede, che attraverso sedi scolastiche decentrate sul territorio. La rete comprendeva inizialmente 11 Centri che si sono ridotti successivamente a 7 in coincidenza con le province, per una semplificazione amministrativa e contabile. Si fornisce la tabella con le variazioni intervenute PROVINCIA BELLUNO PADOVA ROVIGO TREVISO VENEZIA VERONA VICENZA SEDI DEI CENTRI RISORSE Scuola Media Statale “Gino Rocca” (Feltre) Istituto Comprensivo IX “Zanibon” (dal 2007/08 IC XI°) IIS “Munerati” – dal 2008 IIS “C. Roccati” Scuola Media Statale “Casteller” (Paese) Istituto Magistrale “Stefanini”- Mestre Istituto Tecnico Comprensivo “ Einaudi” Istituto Comprensivo IX Il coordinamento provinciale con l’USR è stato assicurato dai referenti per la formazione linguistica operanti presso gli Uffici Scolastici Provinciali, d’intesa con i dirigenti dei CRT. La collaborazione ha attivato, oltre alle scuole sedi di CRT ubicate nei capoluoghi, una rete territoriale di corsi molto capillare in sedi decentrate, in modo da facilitare la partecipazione dei corsisti. I CRT sono diventati pertanto le strutture di riferimento per i docenti, per i formatori, per i dirigenti delle scuole del territorio e la loro azione si è progressivamente affinata con iniziative proprie di consulenza, valutazione, ricerca di competenze docenti e intese con enti privati. ANOÈ - La formazione.indd 15 13/02/2012 20:47:59 16 Renato Anoè Il quadro organizzativo si è precisato nel tempo, anche attraverso la capitalizzazione delle esperienze e il circuito di alimentazione reciproca assicurato dal livello di indirizzo e coordinamento e controllo finanziario della Direzione Regionale. I ripetuti monitoraggi svolti in sede nazionale hanno fatto rilevare la buona risposta dei docenti del Veneto. Le iscrizioni si sono distribuite su tutto il territorio regionale e lungo tutto l’arco temporale del piano. Ha fatto parte integrante del Piano anche un periodo di studio presso un centro di formazione in Inghilterra al quale hanno partecipato in due annualità un numero consistente di docenti già formati, per i quali si è trattato di un perfezionamento e consolidamento di competenze. I risultati I dati riportati nelle schede allegate al monitoraggio forniscono il quadro dell’entità quantitativa del Piano. La rilevazione ha cercato di evidenziare i volumi di attività svolte e i soggetti della popolazione scolastica di scuola primaria coinvolti. La tabella riepilogativa a livello regionale permette di cogliere l’entità dell’impegno finanziario, organizzativo e didattico, che fa del piano lingue il più consistente impegno finanziario e organizzativo attivato dalla struttura scolastica regionale, dopo il Piano Pluriennale per la scuola elementare attivato tuttavia presso gli IRRSAE. Il Piano Lingua Inglese ha coinvolto direttamente oltre quattromila insegnanti, circa il 20% della popolazione docente di scuola primaria. I docenti che hanno conseguito il livello di competenza B1 atteso sono stati complessivamente 1279, con un tasso di successo oscillante intorno al 50% del personale iscritto, ma molto più elevato se riportato al numero di docenti che hanno completato i corsi. Va rilevato che lo scarto tra iscrizione ai corsi e risultati ottenuti comprende anche un tasso fisiologico di dispersione collegato a malattie, trasferimenti, maternità, uscite dal sistema scolastico per i motivi più vari. Le competenze diffuse dal piano nel sistema sono più elevate rispetto al dato del conseguimento del B1; un numero consistente di docenti ha conseguito il livello A2 o A1, che rappresentano tappe intermedie di competenza, sulle quali si possono innestare ulteriori interventi formativi brevi a completamento del percorso. Per quanto attiene alle competenze metodologiche e didattiche, l’Agenzia Scuola ha allestito e progressivamente implementato una piattaforma informatica con accesso personalizzato, sulla quale si sono registrati e formati sul piano metodologico didattico i docenti frequentanti i corsi in presenza. I materiali forniti in piattaforma sono stati fruiti in parte come documenti on line, in parte come strumenti interattivi per l’assistenza all’apprendimento. In modalità on line sono stati forniti anche materiali didattici per l’insegnamento agli alunni; l’offerta del piano è stata completata dalle trasmissioni RAI del Divertinglese. ANOÈ - La formazione.indd 16 13/02/2012 20:47:59 Il piano lingua inglese del veneto 17 Il progetto di formazione in servizio ha avuto un impatto molto forte sulla vita della scuola primaria. Sono stati raggiunti importanti obiettivi sul piano culturale e sul piano strategico di utilizzo delle risorse di personale. Le competenze messe a disposizione dal Piano Inglese Scuola Primaria rendono possibile un insegnamento da parte di un insegnante capace di gestire la complessità dell’insegnamento nelle componenti socio affettive e relazionali difficili da conseguire nel modello specialistico di insegnamento rivolto a tante classi e un numero elevato di alllievi. È un ritorno, pedagogicamente fondato, al modello di insegnamento lingua2 ipotizzato già nei programmi ministeriali del 1985. Le rilevazioni delle abilità e competenze Invalsi, previste per il futuro anche in lingua inglese permetteranno di conoscere sul piano concreto i livelli raggiunti dell’insegnamento erogato e delle variabili più significative per la qualità. Non vanno sottovalutate altre ricadute “di sistema” del piano attuato, in linea con gli obiettivi strategici della scuola. Le competenze disponibili hanno permesso di costituire sul piano della gestione, un nucleo di personale qualificato, ampiamente utilizzato nelle scuole, che ha permesso di ridurre l’impatto della razionalizzazione e riduzione degli organici imposti dalle finanziarie 2008 e 2009. I docenti formati in inglese, inseriti nella scuole hanno ridotto fortemente il numero degli specialisti e hanno reso possibile il mantenimento e l’espansione della rete di servizi di tempo pieno e tempo lungo, fortemente richiesti dalla comunità veneta. ANOÈ - La formazione.indd 17 13/02/2012 20:47:59 18 ANOÈ - La formazione.indd 18 Renato Anoè 13/02/2012 20:47:59 Il monitoraggio regionale 19 Il monitoraggio regionale Luciana Mion Ci sono varie concezioni di monitoraggio della formazione: si va dalla semplice raccolta dati informatizzata a fini di documentazione, fino a forme di ascolto mirate a interventi di aggiustamento e revisione sulle situazioni in atto. Cambiano evidentemente le finalità ed anche gli strumenti. Nel caso della raccolta dati prevale l’aspetto di controllo di conformità a procedure prestabilite; ciò è possibile quando l’intervento formativo possiede scarsi margini di discrezionalità e quindi la standardizzazione del processo rende agevole comprendere l’andamento attraverso dati quantitativi. Diversa è la situazione quando ad essere monitorate sono situazioni complesse che si realizzano in contesti non omogenei e dove i margini di flessibilità rispetto ai tempi e ai modi sono articolati, e anche i formatori e i destinatari della formazione costituiscono famiglie di soggetti diversi. Il monitoraggio del Piano Pluriennale Lingue ha rappresentato una sfida continua sia per la complessità numerica dei soggetti in azione, di cui si dà conto in altra parte del volume, sia per i tempi di realizzazione e la caratteristica di percorso aperto, costruito in modo incrementale, con modifiche in corso d’opera, e con alti margini di incertezza e contestualizzazione. Contestualmente al percorso si sono andati sperimentando e affinando anche strumenti formativi diversi dai dati in presenza, rilevati dal sistema regionale. Ci riferiamo agli apporti formativi della piattaforma Indire Punto Edu e dai supporti forniti da Rai Educational, che hanno avuto un percorso proprio, gradualmente integrato nel Piano per l’Inglese e la cui incisività sul modello formativo, anche grazie ai contributi on – line è stata dimostrata dal sistema di rilevazione dei soggetti citati, reperibile sui siti di riferimento. Complessivamente il modello formativo si è andato consolidando come un modello blended, ma il baricentro della formazione in lingua è stato mantenuto, per quanto riguarda il Piano 2004-2009, sulle attività in presenza, dislocate sul territorio e gestite dalle Direzioni Regionali. Nel Veneto, il monitoraggio si è realizzato lungo alcune direttrici: ANOÈ - La formazione.indd 19 13/02/2012 20:47:59 20 –– –– Luciana Mion la gestione amministrativa le iniziative di ascolto-formazione dei formatori il coordinamento delle reti dei referenti. La gestione amministrativa, curata dall’Ufficio 1° della Direzione, ha mantenuto, quasi in tempo reale, il controllo dei flussi finanziari e il monitoraggio quantitativo dei corsi e dei corsisti. Va ricordato che tutto il Piano ha avuto caratteri di opzionalità: non vi è infatti un vero comando normativo alla partecipazione dei docenti che si è realizzata secondo indici di volontarietà e soprattutto di motivazione crescente, legata alla qualità dell’offerta formativa e alla consapevolezza che un’opportunità di formazione in lingua inglese così strutturata e con riconoscimento universitario era irripetibile. Si vedrà in seguito, infatti che i successivi interventi di formazione avranno limiti molto più stretti sia di tempi e un approccio metodologico giocato sul fronte digitale, non sempre agevole per i docenti. La volontarietà dell’accesso ha, peraltro, reso molto fluida la gestione delle entrate ed uscite dei corsisti, di cui va tenuto presente anche il tasso di mobilità tra le scuole e i corsi. La composizione dei corsi ha dovuto essere costruita in relazione a vincoli di efficacia –efficienza prestabiliti: numero minimo di docenti, dislocazione territoriale, costruzione di reti tra scuole. In questo contesto un efficace e continuo controllo sui dati rilevati dalle scuole sede dei corsi e dei CRT ha avuto una ricaduta positiva sulla qualità dei risultati, impedendo, nei fatti, facili scorciatoie e disimpegni non motivati. Il monitoraggio amministrativo ha avuto come interlocutori diretti le scuole sedi dei CRT, alle quali facevano capo molti corsi diversificati per livello e per territorio e gli uffici scolastici provinciali. Gli oggetti su cui si è realizzata l’azione amministrativa sono stati largamente intrecciati alla gestione didattica e metodologica. La comunicazione MIUR di servizio del luglio 2004 (in appendice) forniva sintetici ed efficaci confini sia al numero di ore di insegnamento dedicate al conseguimento dei livelli di competenza A1, A2, B1 sia rispetto alle modalità di certificazione. Il PLI ha introdotto la valutazione esterna, condotta su accordo con i CLA; su questo piano si sono realizzate linee di comunicazione continue con le componenti scientifico – didattiche del CLA e gli uffici finanziari, al fine di avere il quadro aggiornato dell’evoluzione delle certificazioni. Le iniziative di ascolto e supporto di formatori e docenti in formazione All’interno del percorso, delineato come si è visto da una cornice fissa, l’USR ha potuto però sperimentare momenti e varianti che hanno conferito al piano una certa flessibilità e soprattutto hanno potuto valorizzare elementi di creatività e le risorse umane coinvolte. La figura dei formatori, a dir meglio “formatrici”, data la ANOÈ - La formazione.indd 20 13/02/2012 20:47:59 Il monitoraggio regionale 21 quasi totalità di donne coinvolte in questo ruolo, si è rivelata figura centrale per la caratterizzazione e il successo dell’esperienza. Scelte fin dall’inizio in collaborazione con i Centri Risorsa Territoriali in base a criteri di esperienza e competenza sia in ambito linguistico, sia in ambito didattico e formativo, le formatrici sono venute di fatto a costituire una comunità di pratica territoriale, la cui valenza è solo in parte testimoniata dagli articoli presenti in questo lavoro. Di fronte a questa risorsa da valorizzare, l’USR Veneto si è dato il compito di supportare, attraverso momenti di ascolto e incontri periodici appositamente organizzati, azioni di scambio di buone pratiche, promuovendo il confronto critico alla ricerca dei punti di forza e dei punti di debolezza dell’azione formativa. Si è posto altresì il compito di favorire il più possibile la circolazione e la disseminazione delle soluzioni metodologiche più efficaci o più innovative. In questa sede daremo brevemente conto dei tre momenti più salienti che hanno segnato nei cinque anni tre tappe di riflessione, utilissime alla revisione di alcuni processi in atto e che hanno condotto a netti miglioramenti, tanto per citare un paio di esempi, nel modello di approccio agli esami ai CLA, oppure nella gestione delle classi delle docenti formande. La tipologia delle discenti infatti, docenti di scuola primaria adulte di età diversa, spesso gravate da impegni familiari, oltre che lavorativi, richiedeva uno sforzo di comprensione delle situazioni individuali e conseguentemente di progettazione di tempi e modalità di svolgimento dei corsi non scontate. I seminari sono stati organizzati come opportunità di “full immersion” in un contesto stimolante all’interno del quale il dibattito, introdotto da relazioni qualificate di docenti universitari ed esperti in metodologie didattiche e formative, si sviluppasse attorno ai problemi più ricorrenti nella pratica formativa. Il primo seminario residenziale di tre giorni, tenutosi a Montegrotto Terme nel corso della seconda annualità del Piano, ha visto la partecipazione di circa un centinaio di formatori e formatrici del Veneto, compresi i madrelingua e i direttori di corso. L’alta partecipazione ha consentito di organizzare i lavori pomeridiani in gruppi di studio focalizzati su singoli aspetti della formazione: dalla gestione ottimale dei materiali della Piattaforma Puntoedu, all’approfondimento delle migliori strategie di motivazione e comunicazione con discenti adulti, alla condivisione di tecniche e materiali per la migliore preparazione agli esami presso i CLA. Il modello, peraltro, è stato anche percorso dagli Uffici Provinciali e dai CRT, che nella loro autonomia, hanno promosso periodicamente incontri formativi e di revisione delle esperienze territoriali relative alla provincia di competenza. L’aspettativa delle formatrici e l’emergere di un chiaro bisogno di rinnovata creatività sia nel processo didattico che nell’azione formativa, ci hanno indotto a centrare su questo aspetto il secondo seminario, svoltosi a Padova l’anno seguente. Durante la giornata le formatrici hanno potuto illustrare e a volte rappresentare ANOÈ - La formazione.indd 21 13/02/2012 20:47:59 22 Luciana Mion fasi, modelli e unità didattiche sperimentate. La giornata laboratoriale si è arricchita del contributo di Emily Loeb, formatrice del gruppo di Charles Grodger che, con il suo “Funsong approach to language teaching” pone la musica, le canzoni, le filastrocche, il teatro e il mimo quali tecniche basilari per l’insegnamento e l’apprendimento della lingua inglese nell’infanzia e nella scuola primaria. All’insegna della creatività, del resto, si è svolto anche il seminario organizzato per formatrici e docenti a giugno 2007, quando il Ministero offrì a ben 125 docenti venete che avevano ormai conseguito la certificazione B1, la possibilità di esperire un periodo di “full immersion” in un corso intensivo di lingua e metodologia didattica per l’insegnamento ai bambini di scuola primaria, presso l’Università dell’East Anglia, a Norwich. Per l’occasione, accanto alle relazioni e ai momenti di approfondimento sulle esperienze in corso e sul futuro de piano, ci si è soffermati su uno spaccato di “cultura e civiltà” britannica che sconfinava forse dai temi della didattica della lingua inglese nella scuola primaria, ma che certamente si poneva come anticipazione di una esperienza unica e non facilmente ripetibile, quella di un soggiorno- studio in Gran Bretagna, insieme a colleghi che avrebbero condiviso la stessa esperienza di apprendimento. All’insegna delle tecniche dell’”humanistic approach” l’USR ha così proposto un momento storico-culturale che riproponeva la bellezza della lingua inglese attraverso le canzoni rinascimentali in lingua eseguite dal vivo dal coro diretto da un docente di Educazione Musicale, Stefano Salvini, in servizio nella nostra scuola veneta. Oltre ai momenti di incontro e di arricchimento culturale e professionale, denso e quotidiano è stato l’intreccio di relazioni tra USR e USPP e tra docenti, formatori e referenti provinciali e regionali. Il modello esperito, centrato molto sulla relazione interpersonale, via telefono o via e-mail, si configurava come forma di counselling permanente, come del resto voluto ed identificato dalla L.448/98 per il supporto dell’Autonomia. Tale modello appare oggi diverso da quello del nuovo piano decollato nel 2009, ove, forse per ragioni economiche, molta parte dei contenuti e della “qualità” dell’azione formativa sembra ormai far capo agli Uffici Centrali e all’ANSAS. Anche quindi il coordinamento delle reti dei referenti, al di là dell’assolvimento di azioni e tempi prestabiliti per la buona riuscita del Piano, si è configurato come il lavoro un gruppo regionale teso al miglioramento della qualità delle azioni in atto. Non è da tacere che la ragione alla base della nascita del Piano di Formazione Linguistica per docenti di scuola primaria, ovvero l’estensione dell’insegnamento della lingua a docenti “specializzate” con progressiva diminuzione delle “specialiste” poneva a molti referenti provinciali, spesso insegnanti di lingua loro stessi, la difficile sfida di mantenere alta la qualità della didattica della lingua inglese nella scuola primaria, così come era stato fino questo momento con la presenza delle ANOÈ - La formazione.indd 22 13/02/2012 20:47:59 Il monitoraggio regionale 23 “specialiste”. Una sfida, ci pare di poter affermare, che ha coinvolto tutti, a partire dalle docenti spontaneamente coinvoltesi. Rimane ora l’incognita della obbligatorietà introdotta con il nuovo piano, che rende cogente quanto finora era stato una scelta ed una opportunità, quasi una via di mezzo tra il dovere di migliorare la propria professionalità e il “desiderio” autentico di apprendere per se stessi. Si precisa che, al fine di una puntuale interpretazione dei grafici delle pagine seguenti, un certo numero di docenti, circa il 10% a livello regionale, non figura tra quanti si sono formalmente ritirati dai corsi stessi, in quanto hanno continuato la formazione frequentando corsi successivi di recupero. ANOÈ - La formazione.indd 23 13/02/2012 20:47:59 24 Luciana Mion Regione Veneto SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO ANNI dal 2004/05 al 2008/2009 COMPLESSIVO Sede dei corsi Docenti iscritti BELLUNO Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi Livello del corso 14 0-A1;A1- Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 65 22 65 9 4 462 292 170 PADOVA 917 42 278 240 34 86 0-A1;A1- 5514 4826 688 ROVIGO 314 67 146 50 7 34 0-A1;A2- 1390 1230 160 TREVISO 826 70 489 176 9 36 0-A1;A1- 2100 1820 270 VENEZIA 682 29 216 142 28 66 0-A1;A1-A2; A2–B1 3580 2880 700 VERONA 997 188 650 537 50 83 0-A1;A1-A2; 5220 4820 400 A2;A2-B1 A2;A2-B1;B1B2;B2 B1;B1-B2;B2 A2;A2-B1 A2-B1,B1-B2 31 0-A1;A2- VICENZA Totale Complessivo 432 107 407 125 4233 525 2251 1279 10 B1;B1-B2;B2 142 56,8192 0 -A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2; B2 1850 1690 160 20116 17558 2548 Totale Complessivo Docenti promossi 1279 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati 2251 Docenti ritirati Docenti ritirati Docenti iscritti 525 Docenti iscritti 4233 0 1000 2000 3000 4000 5000 Totale Ore Erogate Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2; B2 25000 20000 20116 17558 15000 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 10000 5000 2548 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 16 ANOÈ - La formazione.indd 24 13/02/2012 20:47:59 25 Il monitoraggio regionale SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO Anno 2004/05 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso PADOVA 19 70 ROVIGO 0 BELLUNO Docenti promossi Numero sessioni esami % Livello del Ore Promossi corso erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 9 5 19 65 7 65 2 6 37 A1-A2 100 A2-B1;B1-B2; 100 330 70 290 30 40 B2 TREVISO 220 18 136 68 2 50 0-A1;A2-B1 195 165 30 VENEZIA 23 0 18 16 1 89 A1-A2 100 80 20 VERONA 32 0 32 32 3 240 240 0 VICENZA Totale Complessivo 87 12 75 73 4 451 44 345 261 18 100 0-A1;A1-A2; A2-B1,B1-B2 97 B1/B2 76 0 540 480 60 1505 1325 180 Anno 2004/05 Totale Docenti promossi 261 Docenti testati Docenti promossi 345 Docenti testati Docenti ritirati 44 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 451 0 100 200 300 400 500 Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2; B2 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1505 1325 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 180 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 17 ANOÈ - La formazione.indd 25 13/02/2012 20:48:00 26 Luciana Mion SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO ANNO 2005/2006 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso Docenti promossi Numero sessioni esami % Livello del Ore Promossi corso erogate Di cui di lingua .. e di metodologia PADOVA 20 335 2 7 20 31 0 31 0 2 100 0-A1;A1-A2; 120 1658 75 1466 45 192 ROVIGO 86 33 86 17 2 20 0-A2;A2-B1 410 330 80 TREVISO 185 15 110 33 1 30 A1-A2;A2-B1 195 165 20 VENEZIA 222 26 79 75 8 95 0-A1;A1-A2; 1180 960 220 VERONA 313 89 224 223 17 100 0-A1;A1-A2; 1500 1460 40 172 42 130 29 3 1333 214 680 408 33 BELLUNO VICENZA Totale Complessivo 0-A1 A2-B1 A2–B1 A2-B1,B1-B2 22 A2-B1;B1-B2 60 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1-B2 740 700 40 5803 5156 637 Anno 2005/06 Totale Docenti promossi 408 Docenti promossi 680 Docenti testati Docenti testati Docenti ritirati 214 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 1333 0 500 1000 1500 Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2 7000 6000 5803 5000 5156 Ore erogate 4000 Di cui di lingua .. e di metodologia 3000 2000 637 1000 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 18 ANOÈ - La formazione.indd 26 13/02/2012 20:48:00 27 Il monitoraggio regionale SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO ANNO 2006/2007 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso 14 14 Numero sessioni esami % Livello del Ore Promossi corso erogate BELLUNO PADOVA 281 13 78 57 0 0 ROVIGO 133 31 25 0 0 TREVISO 147 6 0 0 0 VENEZIA 185 0 17 10 5 VERONA 268 54 214 131 VICENZA 61 14 99 9 1 1089 125 447 207 13 Totale Complessivo 7 Docenti promossi 7 A1-A2 73 0-A1;A1- 110 Di cui di lingua .. e di metodologia 71 39 1686 1470 216 0 0-A1;A1-A2; 500 480 20 0-A1;A1-A2 550 490 60 59 0;0-A1;A2- 900 720 180 61 0-A1;A1-A2; 1400 1300 100 9 A2-B1 46 0-A1; A1-A2; 150 130 20 5296 4661 635 A2;A2-B1 A2-B1;Fase 1/2 B1 A2-B1,B1-B2 A2-B1, B1-B2 Anno 2006/07 Totale Docenti promossi 207 Docenti testati Docenti promossi 447 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati 125 Docenti iscritti Docenti iscritti 1089 0 200 400 600 800 1000 1200 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2 6000 5296 5000 4661 4000 Ore erogate 3000 Di cui di lingua .. e di metodologia 2000 635 1000 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 19 ANOÈ - La formazione.indd 27 13/02/2012 20:48:00 28 Luciana Mion SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO ANNO 2007/2008 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso Docenti promossi Numero sessioni esami % Livello del Ore Promossi corso erogate Di cui di lingua ..edi metodologia PADOVA 12 161 4 9 12 67 2 54 2 14 17 A2-B1 81 0-A1;A1-A2; 132 1320 76 1180 56 140 ROVIGO 47 0 20 20 2 100 A1-A2;A2- 190 178 12 TREVISO 179 19 160 44 3 28 0-A1;A1- 760 670 90 VENEZIA 169 0 73 31 11 42 0-A1;A2;A2B1 900 720 180 VERONA 197 45 152 134 16 88 0-A1;A1-A2; 1180 1040 140 0 0 53 0-A1; A1-A2; 220 200 20 4702 4064 638 BELLUNO VICENZA Totale Complessivo 53 33 50 0 0 818 110 534 285 48 A2-B1 B1;FASE 1/2/3 A2;A2-B1 A2-B1,B1-B2 A2-B1, B1-B2 Anno 2007/08 Totale Docenti promossi 285 Docenti testati Docenti promossi 534 Docenti testati Docenti ritirati 110 Docenti ritirati Docenti iscritti 818 Docenti iscritti 0 200 400 600 800 1000 Totale Ore Erogate Anno 2007/08 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 4702 4064 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 638 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 20 ANOÈ - La formazione.indd 28 13/02/2012 20:48:00 29 Il monitoraggio regionale SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI REGIONE VENETO ANNO 2008/2009 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso Docenti promossi Numero sessioni esami % Livello del Ore Promossi corso erogate Di cui di lingua ..edi metodologia PADOVA 0 70 0 8 0 37 0 33 0 5 0 0 89 A1-A2;A2-B1 0 520 0 420 0 100 ROVIGO 28 3 15 13 2 87 a1-A2;A2- 170 142 28 TREVISO 95 12 83 31 3 37 A1-A2;A2-B1 400 330 70 VENEZIA 83 3 29 10 3 34 0;A1;B1 500 400 100 VERONA 187 0 56 56 14 100 0-A1;A1-A2; 900 780 120 26 A2-B1 58 0-A1; A1-A2; 200 180 20 2690 2252 438 BELLUNO VICENZA Totale Complessivo 59 6 53 14 2 522 32 273 157 29 B1FASE2 A2-B1,B1-B2 A2-B1, B1-B2 Anno 2008/09 Totale Docenti promossi 157 Docenti testati Docenti promossi 273 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati 32 Docenti iscritti Docenti iscritti 522 0 200 400 600 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1; B1-B2 3000 2690 2252 2500 2000 Ore erogate 1500 Di cui di lingua 1000 438 500 .. e di metodologia 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 21 ANOÈ - La formazione.indd 29 13/02/2012 20:48:00 30 ANOÈ - La formazione.indd 30 Luciana Mion 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 31 L’adulto che apprende Strategie per il docente della scuola primaria che impara l’inglese Cristina Richieri Il contributo presenta una riflessione teorica sulle caratteristiche dell’apprendimento adulto e dell’apprendimento della lingua straniera. Tale riflessione teorica si prefigge di individuare i tratti comuni ai profili di questi due diversi soggetti, l’adulto che apprende e lo studente di lingua straniera. Una volta indagato questo aspetto, si riflette sul reciproco sostegno che alcuni tratti comuni ai due soggetti considerati riescono a offrire all’adulto che impara una lingua straniera. Nella seconda parte vengono presentate le buone pratiche realizzate nel corso di più esperienze di insegnamento della lingua inglese a gruppi di docenti della scuola primaria realizzati dal team di lavoro che ha operato presso l’Istituto Comprensivo G. C. Parolari di Zelarino (Venezia).1 1. Un quadro di riferimento 1.1 L’apprendimento adulto L’adulto è in grado di imparare? E se sì, quali sono le caratteristiche del suo modo di apprendere? Le più recenti scoperte scientifiche in ambito neuro-biologico sembrano contraddire la teoria dell’invecchiamento cerebrale e sembrano, perciò, aver definitivamente fugato ogni possibile dubbio sulla capacità dell’adulto ad imparare.2 Il team di lavoro era costituito dalle formatrici d’aula Beatrice Vallini e Cristina Richieri, nonché dal Dirigente Gianni Masiero e da un formatore madrelingua (Ted Adams nella prima edizione del corso, Alun Phillips nella seconda). Il presente contributo è stato elaborato a conclusione del corso tenutosi nel 2009. 2 È stato riscontrato che vi è una capacità di neurogenesi anche nel cervello adulto, e che questa può essere favorita da stimoli esterni che implichino la condivisione di esperienze e il ricorso ad attività ricreative (Manzelli 2004, Daloiso 2006). 1 ANOÈ - La formazione.indd 31 13/02/2012 20:48:00 32 Cristina Richieri Si è, però, creduto in una presunta difficoltà dell’adulto ad apprendere fino a pochi decenni fa.3 Può essere utile, pertanto, ricordare qui le tappe fondamentali che hanno segnato lo sviluppo della ricerca educativa in questo ambito per cercare di capire la genesi di un quadro di riferimento che può ormai sembrare scontato e diffusamente applicato in sede di formazione adulta, ma che ha ancora bisogno di essere consolidato e applicato con consapevolezza. C’è da ricordare, innanzi tutto, che si è cominciato a prestare più attenzione alle variabili che influenzano positivamente l’apprendimento adulto solo quando la visione comportamentista è stata progressivamente superata, almeno nell’ambito della ricerca accademica, e il concetto di apprendimento non ha più coinciso con la semplice memorizzazione o con la capacità di superare dei test. Si è osservato, per esempio, che l’adulto impara secondo una modalità che è funzione del suo livello di istruzione e delle sue competenze pregresse, piuttosto che della sua età.4 Negli anni ’60 due figure di statura internazionale, Jerome Bruner e Carl Rogers, individuarono i capisaldi dell’apprendimento che da allora in poi condizionarono anche gli studi sull’apprendimento adulto. Nel suo diffusissimo Toward a Theory of Instruction (1966), Bruner definì l’istruzione “the provisional state that has as its object to make the learner or problem-solver self-sufficient” (p. 53). Con queste parole Bruner introdusse due concetti chiave di capitale importanza: 1. il ruolo di chi apprende si identifica con quello di colui che risolve problemi; 2. l’obiettivo dell’insegnamento è il progressivo affrancamento di colui che apprende rispetto a colui che insegna. Qualche anno più tardi, Rogers introdusse in Freedom to learn (1969) due altrettanto fondamentali concetti che tuttora guidano la ricerca moderna nel campo dell’apprendimento adulto, e non solo adulto: il concetto dell’insegnante inteso come facilitatore, e l’auto-apprendimento inteso come obiettivo primario dell’educazione. Inoltre, si deve riconoscere a Rogers il merito di aver stilato una sorta di “manifesto in sette punti sull’orientamento autoformativo”5 a cui ogni responsabile di formazione adulta è opportuno che faccia riferimento: 1. “gli esseri umani hanno una naturale capacità di apprendere” (p. 188); 2. “l’apprendimento significativo si realizza quando la materia di studio è sentita dallo studente come rilevante per i propri fini” (p. 188); Thorndike, Bregman, Tilton e Woodyard raccolsero nel loro volume Adult Learning (1928) i risultati provenienti da un loro studio sull’apprendimento e giunsero a dimostrare che l’età condizionava fortemente la capacità di apprendimento degli individui, e che essere giovane garantiva maggiori successi nelle prestazioni tenute sotto osservazione. 4 Lorge, I. (1944). “Intellectual changes during maturity and old age”. In Review of Educational Research, 14 (4), pp. 438-443. Lorge, I. (1947). “Intellectual changes during maturity and old age”. In Review of Educational Research, 17 (5), pp. 326-330. Citati in Merriam (2004), p. 186. 3 5 Quaglino (2004), p. XII. ANOÈ - La formazione.indd 32 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 33 3. “gran parte dell’apprendimento significativo è acquisito tramite l’agire” (p. 189); 4. “l’apprendimento è facilitato quando lo studente partecipa responsabilmente al processo educativo” (p. 189); 5. “l’apprendimento autonomo, che coinvolge l’intera personalità del discente – sentimenti e intelletto – è il più penetrante e stabile apprendimento” (p. 193); 6. “l’indipendenza, la creatività, la fiducia in sé sono facilitate quando hanno un rilievo preminente l’autocritica e l’autovalutazione, e passa in secondo piano la valutazione altrui” (p. 194); 7. “l’apprendimento socialmente più utile nel mondo moderno è l’apprendimento del processo di apprendimento, una costante apertura all’esperienza, una costante acquisizione del processo di mutamento” (p. 195).6 Prendendo in considerazione l’orientamento autoformativo dell’apprendente adulto, Rogers dà avvio ad un nuovo corso di studi sull’apprendimento. In passato, il più delle volte le ricerche erano state condotte senza differenziare i soggetti tra adulti e bambini, e di conseguenza i risultati erano risultati viziati da questa impostazione. Grazie agli studi di Rogers, chi si occupava dell’educazione degli adulti, cominciò, invece, a riflettere sulla questione e a porsi l’interrogativo se l’apprendimento adulto potesse differenziarsi in qualche modo rispetto a quello di un bambino. Se anni prima ci si era posti la domanda se gli adulti possedessero o meno la facoltà di apprendere, ora gli addetti ai lavori si chiedevano quali fossero i tratti distintivi dell’apprendimento adulto. Da questo più approfondito interesse nella specificità dell’apprendimento adulto, e dalla consapevolezza della necessità di un quadro di riferimento che consentisse di conoscere meglio le motivazioni e le strategie messe in atto dall’adulto che apprende, scaturirono “due degli sforzi più importanti per la costruzione di una teoria: l’andragogia e l’apprendimento autodiretto” (Merriam, 2004, p. 187). Per quanto concerne l’apprendimento autodiretto, Tough7 scoprì che gli individui adulti presi in esame apprezzavano molto la possibilità di esercitare un controllo diretto sul proprio apprendimento. Inoltre, apprezzavano l’utilizzo flessibile del tempo e il suo uso più efficace, la possibilità di approfondire ciò che ritenevano di maggiore interesse, insieme alla opportunità di meglio capire le proprie capacità individuali. Questa propensione ad assumere il controllo sul proprio 6 Il numero di pagine si riferisce alla traduzione italiana del testo di Carl Rogers, Libertà nell’apprendimento, Firenze: Giunti-Barbera, 1973. Tough, A. (1971). The adult’s learning projects: A fresh approach to theory and practice in adult learning. Toronto: Ontario Institute for Studies in Adult Education. La ricerca pubblicata nel volume costituì la sua tesi di laurea e fu ripubblicata in una diversa edizione nel 1979. 7 ANOÈ - La formazione.indd 33 13/02/2012 20:48:00 34 Cristina Richieri apprendimento determina quello che Hiemstra (2004, p. 127) definisce come il potenziale di autodirezione. A distanza di qualche anno dagli studi di Tough, Malcolm Knowles introdusse negli Stati Uniti il concetto di andragogia.8 Insieme alla nuova etichetta Knowles propose anche una nuova tecnologia che si prefiggeva di aiutare gli adulti ad imparare (Knowles, 1980).9 La nuova etichetta e la nuova tecnologia furono accolte con tale successo che l’andragogia “divenne un punto di riferimento per coloro che cercavano di tenere concettualmente distinta l’educazione degli adulti dalle altre aree dell’educazione” (Merriam, 2004, p. 187). L’elaborazione di un quadro teorico relativo all’apprendimento adulto portò Knowles a concepire l’idea che sia lo spazio fisico che il clima in cui si svolge la formazione dell’adulto devono essere adulti. Ciò implica la creazione di un ambiente che permetta ai discenti di sentirsi accettati per quello che sono, rispettati e incoraggiati in un clima di reciproca collaborazione tra docenti e discenti. Sotto questo profilo, uno degli effetti più positivi dell’andragogia fu proprio la sensibilizzazione degli educatori nei confronti di aspetti dell’apprendimento adulto fino ad allora considerati marginali e che portarono a ridefinire il ruolo dell’educatore all’interno di un ambiente formativo dove la relazione docente-allievo risultava comunque centrale, anche nella dimensione dell’auto-apprendimento che si è visto caratterizzare l’apprendimento adulto. Il discente adulto a cui l’andragogia fa riferimento è, perciò, un soggetto che possiede le seguenti caratteristiche: –– sa orientare e governare il proprio apprendimento; –– è in grado di far uso delle proprie esperienze di vita che considera delle risorse; –– i suoi bisogni di apprendimento sono connessi a ruoli sociali soggetti a mutamento; –– il suo stile di apprendimento lo fa propende per la soluzione di problemi e l’immediato utilizzo delle conoscenze acquisite; –– la sua motivazione è per lo più determinata da fattori interni, anziché da fattori esterni (Merriam, 2004, p. 187). In origine il termine era stato usato dal tedesco Alexander Kapp nel 1833. Questi, nel commentare la teoria educativa di Platone, contrapponeva la pedagogia, che fa riferimento all’educazione dei bambini (paid- significa bambino e agogos significa colui che conduce) e, appunto, l’ andragogia (andr- significa uomo) che si riferisce, invece, alla educazione degli adulti. Il termine non ebbe successo in Germania e cadde in disuso. Ricomparve nel 1921 in un rapporto di Eugen Rosenstock in cui lo studioso tedesco usò il termine per definire l’educazione degli adulti che, ribadiva, richiede un approccio diverso rispetto all’educazione dei bambini (Smith, M.K., 1996, 1999. ‘Andragogy’, the encyclopaedia of informal education, http://www.infed.org/lifelonglearning/b-andra.htm. Il sito è stato consultato in data 15 giugno 2009). 8 Knowles, M.S. (1980), The Modern Practice of Adult Education: From Pedagogy to Andragogy. New York: Cambridge Books. 9 ANOÈ - La formazione.indd 34 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 35 Questo profilo di adulto che apprende è congeniale alla fluidità degli eventi di cui parla Bauman,10 eventi che caratterizzano questo nostro mondo che è soggetto a continue trasformazioni e che richiede, perciò, l’acquisizione di strategie di apprendimento piuttosto che di contenuti effimeri, deteriorabili, legati al contingente. In un mondo così caratterizzato, la finalità dell’educazione non è più concepibile come la trasmissione di saperi perché molte della conoscenze e della abilità che gli individui possono acquisire, risulteranno obsolete nell’arco di poco tempo. L’unica strategia vincente è quella di appropriarsi degli strumenti utili che permettano l’apprendimento autodiretto lungo l’arco dell’intera vita. L’apprendimento autodiretto è la sopravvivenza, è “la competenza fondamentale degli esseri umani”, quella “che è diventata quasi di colpo una precondizione per vivere in questo nuovo mondo” (Knowles, 2004, p. 2). Il profilo di discente tracciato da Knowles individua un tipo di studente che non deve essere necessariamente adulto. È stata proprio questa riflessione a suscitare posizioni critiche nei confronti dell’andragogia, in quanto ci si è posti il quesito se i suoi assunti di base fossero riconducibili ai soli discenti adulti oppure no. È vero, infatti, che esistono adulti che dipendono fortemente dalla figura del docente da più punti di vista, come esistono, invece, bambini che mettono in atto fin da piccoli comportamenti tipici del discente autodiretto. Ciò vale anche per la motivazione, poiché vi sono adulti che vengono spinti ad apprendere da fattori esterni, per esempio quelli che frequentano corsi di formazione allo scopo di non perdere il posto di lavoro, e ci sono bambini che vengono motivati ad apprendere dalla loro curiosità o dal loro piacere intrinseco nello scoprire cose nuove. Questo tipo di osservazioni mosse nei confronti di Knowles indussero lo studioso americano a rivedere il suo modello teorico e a riconsiderare la sua tesi originaria che proponeva l’andragogia come destinata esclusivamente agli adulti, in contrapposizione alla pedagogia rivolta esclusivamente ai bambini. Negli anni tra il 1970 e il 1980, Knowles abbandonò questa contrapposizione a favore di una rappresentazione dei due approcci come i due estremi di un continuum che va da un apprendimento completamente diretto dall’insegnante ad un apprendimento completamente diretto dallo studente.11 Da ciò consegue che il docente può operare pedagogicamente sia con bambini che con adulti, oppure andragogicamente sia con adulti che con bambini. Nel quadro di questa rimodulazione, Knowles giungeva, perciò, ad attribuire un ruolo più decisivo alla situazione in cui l’apprendimento ha luogo rispetto alla semplice tipologia di studente (Merriam 2004). A riprova di ciò, in La formazione degli adulti come autobiografia (1989), Knowles adottò una articolazione strutturata “intorno Bauman, Z., (2008). Vita liquida. Bari: Editori Laterza. Knowles, M.S. (1984), Quando l’adulto impara: pedagogia e andragogia. Tr. it. FrancoAngeli, Milano 1993. 10 11 ANOÈ - La formazione.indd 35 13/02/2012 20:48:00 36 Cristina Richieri a un continuum di diversi tipi di situazioni di apprendimento […] e proponendo due criteri per identificare il modello teorico appropriato: la complessità del compito […] e il livello di capacità di apprendimento dell’individuo” (Knowles 1996, p. 43). Questa veloce rivisitazione dei fondamenti su cui si è sviluppata la teoria dell’apprendimento adulto permette di mettere a fuoco i punti cruciali che sono il perno intorno al quale dovrebbe ruotare ogni proposta formativa rivolta agli adulti: 1. l’adulto è in grado di apprendere; 2. apprendere significa risolvere problemi; 3. educare significa facilitare l’apprendimento e rendere il soggetto che apprende progressivamente autonomo; 4. l’apprendimento è facilitato quando lo studente partecipa responsabilmente al processo educativo ed esercita una propria azione di controllo sui propri punti di forza e di debolezza; 5. l’autocritica e l’autovalutazione promuovono l’indipendenza, la creatività, la fiducia in sé; 6. la capacità di analizzare i propri processi di apprendimento, sulla base delle proprie esperienze, per un loro pieno e proficuo utilizzo è il guadagno più significativo che una azione educativa/formativa può assicurare; 7. l’individuo adulto in genere apprezza la possibilità di esercitare il controllo sulla propria formazione in termini di tempo, di obiettivi da perseguire, di organizzazione e di utilizzo dei materiali; 8. l’organizzazione dello spazio e la gestione del clima sono variabili che possono condizionare l’efficacia dell’azione formativa. Una volta tematizzata la rete di variabili sulle quali il formatore può far leva al fine di ottimizzare le opportunità formative offerte al discente adulto, può essere interessante verificare se nella più recente teoria dell’apprendimento di una lingua straniera vi siano coordinate che possano, a buon diritto, costituire l’immagine riflessa dei principi che, come si è visto, governano l’apprendimento adulto. Ciò allo scopo di comprendere se il processo di apprendimento di una lingua straniera da parte di un adulto possa risultare o no più agevole se viene ancorato alla sua più naturale modalità di apprendimento che qui abbiamo appena preso in considerazione. 1.2. L’apprendimento di una lingua straniera Il profilo dell’adulto che apprende, così come è stato delineato nel paragrafo precedente, quale rapporto ha con il profilo di un qualsiasi soggetto che apprende una lingua straniera? L’adulto e lo studente di lingua straniera posseggono qualche ANOÈ - La formazione.indd 36 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 37 tratto in comune? E se sì, quali sono questi tratti comuni e come possono essere efficacemente messi a dimora? L’apprendimento di una lingua straniera è stato caratterizzato in passato dalla sequenza stimolo – risposta – rinforzo, tipica della stagione behaviorista che ben poco spazio lasciava alla creatività dei soggetti per un uso personale e comunicativo della lingua. In quel contesto teorico il ruolo dello studente era passivo, mentre all’insegnante competeva la trasmissione di conoscenze di cui solo lui era detentore. Questo tipo di approccio era demotivante per lo studente perché essenzialmente basato su attività monotone, focalizzate sulle strutture, e la mancata attenzione alla costruzione consapevole di strategie di apprendimento personali non faceva altro che acuire la dipendenza dello studente nei confronti dell’insegnante. Nel tempo si sono prese le distanze da questo o da quell’approccio che di volta in volta la ricerca ci ha presentato come più efficace rispetto a quelli che lo hanno preceduto. Ciò è avvenuto anche nei confronti di quello di matrice behaviorista, ma fortunatamente il processo di selezione della specie ci porta a conservare la parte buona delle elaborazioni teoriche del passato per procedere a riposizionamenti che sono frutto della ricerca in più ambiti delle scienze dell’educazione e delle scienze in senso lato. In questo momento stiamo vivendo un periodo in cui si tende a ricercare un equilibrio tra lo studio della forma e la padronanza nell’uso della lingua, dopo che la reazione alla stagione behaviorista aveva prodotto posizioni più sbilanciate da questo punto di vista (Total Physical Response, Silent Way, Suggestopedia). Questa recuperata attenzione nei confronti della forma corrisponde, però, solo apparentemente ad un ritorno a posizioni del passato perché, di fatto, ogni cambiamento di prospettiva non corrisponde ad un semplice alternarsi di mode che ciclicamente recuperano passate elaborazioni teoriche. Si tratta piuttosto di progressive trasformazioni che fanno propri i risultati positivi di approcci e metodi che vengono ritenuti per più motivi ormai superati. Se l’orientamento odierno si sostanzia nella proposta di percorsi di studio che mirano a far acquisire competenze d’uso spendibili fin da subito nella comunicazione, come risulta nel Common European Framework for Languages,12 il documento-faro che guida ormai da anni il lavoro dei docenti di lingua straniera, ciò non implica, però, una passiva assunzione di modelli linguistici da parte del discente. La riflessione sulla lingua è, comunque, parte sostanziale del percorso di apprendimento della lingua straniera. Ciò che muta rispetto al passato è il rovesciamento delle prospettive che il ricorso al metodo induttivo comporta rispetto al Common European Framework for Languages: Learning, Teaching, Assessment, Council for Cultural Co-operation, Education Committee, Modern Languages Division, Strasbourg, 2001. Il documento è disponibile alla pagina: http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Framework_EN.pdf (il sito è stato consultato in data 15 giugno 2009). In Italia è uscita nel 2002 la versione cartacea Quadro comune europeo di riferimento: apprendimento, insegnamento, valutazione, Firenze: La Nuova ItaliaOxford. 12 ANOÈ - La formazione.indd 37 13/02/2012 20:48:00 38 Cristina Richieri metodo deduttivo. L’insegnante non ha più il compito di trasmettere, di presentare porzioni di lingua decontestualizzate e già sezionate, bensì predispone l’ambiente formativo e agevola lo studente nella scoperta della forma della lingua. Questa trasformazione di prospettiva è a tutto vantaggio dei testi e del loro contenuto che l’insegnante sceglierà in funzione degli interessi dei suoi allievi per sostenere la loro motivazione. Tale modalità di approccio alla forma della lingua promuove la riflessività dello studente perché gli richiede un coinvolgimento attivo, il coinvolgimento attivo che ritroviamo nel tipo di attività che il nuovo modo di apprendere/insegnare la lingua straniera comporta. Il lavoro di semplice ripetizione e trasformazione meccanica lascia il posto, infatti, a proposte di interazione basate sul vuoto informativo, tecnica che ha la facoltà di motivare la comunicazione. L’apprendimento della lingua avviene, dunque, attraverso lo svolgimento di compiti che abbiano un senso per chi li compie. Se comunicare in modo sensato è l’azione attraverso la quale passa l’apprendimento, allora è necessario che l’insegnante predisponga un ambiente formativo che giustifichi una comunicazione vera tra i soggetti. Ecco, dunque, delineati i nuovi ruoli dell’allievo e dell’insegnante. Il primo: l’allievo, non è un vaso vuoto da riempire, bensì è un soggetto che possiede esperienze pregresse (sulle quali costruire altri apprendimenti), e strategie di apprendimento da attivare (forse già usate, ma ancora in modo inconsapevole e perciò da trasformare in meta-competenze). Il secondo: l’insegnante, diventa il facilitatore di processi, l’organizzatore di procedure, l’analista dei bisogni, il coreografo, il direttore d’orchestra che cura l’instaurarsi di un clima amichevole e disteso, che si fa carico della gestione delle relazioni in modo tale che i filtri affettivi non disturbino il processo di acquisizione. Tra questi filtri che possono produrre effetti negativi in colui che apprende una lingua staniera vi è senz’altro quella modalità di trattare l’errore, specie nella produzione orale, che comporta la continua interruzione da parte dell’insegnante allo scopo di elicitare o fornire correzioni. La scelta, invece, di incoraggiare lo studente ad esprimersi con gli strumenti linguistici in suo possesso può risultare vincente dal punto di vista relazionale perché i suoi punti deboli non vengono palesemente evidenziati davanti al gruppo. L’attenzione dell’insegnante nei confronti di dinamiche di questo tipo non esclude, però, la possibiltà di poter provvedere ad un rinforzo in plenum dopo aver dato anche ad altri la possibilità di esprimersi. Questa modalità di gestione dell’errore consente di intervenire a posteriori senza dover far diretti riferimenti a chi ha commesso l’errore, concedendo a ciascuno la possibilità di salvare la faccia senza, però, perdere l’occasione di effettuare un intervento di riflessione linguistica mirato proprio sui punti deboli appena rilevati. Altri fattori di carattere psico-affettivo che si ripercuotono negativamente sui processi di apprendimento, e che l’insegnate di lingue è bene che tenga sotto controllo, sono la percezione negativa di sé fondata sulla presunzione di non possedere ANOÈ - La formazione.indd 38 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 39 una attitudine nei confronti delle lingue straniere, il rapporto competitivo con gli altri componenti del gruppo, la relazione stessa che l’allievo ha instaurato con l’insegnante.13 Da questa breve analisi del processo di apprendimento di una lingua straniera alla luce delle più attuali elaborazioni teoriche emerge che lo studente adulto e lo studente di lingue straniere posseggono davvero dei tratti comuni. Infatti, così come si presenta secondo gli orientamenti più attuali, l’apprendimento di una lingua straniera è volto alla acquisizione di competenze comunicative e allo sviluppo di strategie di apprendimento per la progressiva conquista di autonomia, richiede da parte dell’allievo un ruolo attivo che lo porti a valorizzare le proprie esperienze (che diventano risorse) ad agire con riflessività per compiere scelte consapevoli. È evidente, dunque, che il profilo dell’adulto che apprende e quello dello studente di lingue si sovrappongono in alcune aree, cioè in quelle della autonomia, della consapevolezza, della riflessività e della comunicazione, ed è evidente, perciò, che quando i due profili si sostanziano in un unico individuo, cioè in uno studente di lingue adulto, il duplice processo di insegnamento/apprendimento viene agevolato perché i due profili si sorreggono e si consolidano vicendevolmente. Le cose non sono, però, sempre così semplici. Proprio perché l’adulto possiede un ricco bagaglio di esperienze relative a passati percorsi di formazione, è possibile che il docente di lingue debba confrontarsi con atteggiamenti preconcetti che sono frutto di posture mentali e comportamentali ormai consolidate, dovute a ricordi di insegnamenti basati su metodologie obsolete, e che possono entrare in conflitto con quelle più recenti che l’insegnante intende porre in essere. Perché la fiducia nelle competenze glottodidattiche dell’insegnante non venga minata da questi fattori, Balboni consiglia di esplicitare allo studente di lingua adulto i principi metodologici sui quali si basano le attività.14 Questa prassi diventa addirittura un passaggio obbligato allorché lo studente di lingue adulto sia egli stesso docente in formazione con la prospettiva di diventare insegnante di lingue nell’immediato futuro: il suo processo di apprendimento consapevole diventa sperimentazione di procedure, sensazioni, riflessioni che i suoi futuri allievi vivranno e proprio per questo motivo diventa una esperienza formativa che li aiuta a potenziare la loro capacità di empatia nei confronti della loro futura utenza scolastica.15 Mezzadri, M., Multimedialità e apprendimento delle lingue straniere, Puntoedu Riforma Indire, 13 http://digilander.libero.it/dibiasio.neoassunti/TEMATICA7/Sviluppare/Multimedialita%20e%20 apprendimento.pdf, p. 12 (il sito è stato consultato in data 15 giugno 2009); Porcelli, G. (1994), p. 100. 14 Balboni P. E. (2002), p. 182. 15 A questo proposito è interessante riflettere sul modello di formazione iniziale dei docenti di lingua sviluppato presso il St Martin’s College (UK). Questo modello di formazione prevede che i futuri insegnanti di lingue frequentino un mini-corso di lingua italiana per due settimane (European Profile for Language Teacher Education – Final Report, September 2004, p. 23, http://ec.europa.eu/education/policies/lang/doc/profile_en.pdf. Il sito è stato consultato in data 15 giugno 2009). Fare espe- ANOÈ - La formazione.indd 39 13/02/2012 20:48:00 40 Cristina Richieri 2. Le buone pratiche 2.1. Promuovere l’autonomia Tutti i materiali prodotti fino ad oggi e le pratiche di lavoro poste in essere dalle formatrici d’aula dei corsi che hanno avuto luogo presso l’Istituto Comprensivo G. C. di Zelarino (Venezia) sono il progressivo risultato di riflessioni ed esperienze maturate dalle formatrici d’aula sin dall’inizio del loro coinvolgimento in questo tipo di proposta formativa per docenti di scuola primaria, cioè sin dal 2006. La valutazione della efficacia di questi materiali e di queste pratiche è avvenuta al termine di ogni corso, sia tramite la somministrazione di un questionario rivolto ai corsisti,16 sia tramite la valutazione autentica del corso attestata dal superamento o meno dell’esame di certificazione esterna presso il Centro Linguistico di Ateneo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tuttavia, poiché il modello di formazione non è ancora standardizzato, in quanto si sta tuttora arricchendo e perfezionando rispetto alle passate edizioni, al momento non è ancora possibile valutarne oggettivamente l’efficacia essendo la sua versione attuale alla sua prima sperimentazione. Ciò premesso, la promozione della autonomia dei corsisti attraverso l’organizzazione del proprio tempo di studio e l’autocorrezione dei propri elaborati è sembrata sin dalla prima edizione del corso una esigenza imprescindibile. Il limitato numero di ore da dedicare in classe allo studio e alla pratica della lingua è stato il primo motivo per cui si è concordato con il gruppo di affidare a ciascun corsista il compito di correggere in autonomia le attività eseguite a casa come consolidamento di quanto effettuato in aula. A tale scopo si è provveduto a dotare ciascun corsista delle soluzioni sia degli esercizi che dei test di fine unità. In tal modo l’intervento delle formatrici d’aula è stato di volta in volta focalizzato sui reali bisogni di chiarimenti che i corsisti segnalavano in classe la lezione successiva, solo dopo aver cercato di ipotizzare personali soluzioni ai problemi che incontravano. Questo tipo di intervento mirato poteva riguardare una informazione non rienza di una situazione di apprendimento linguistico può infatti promuovere nei docenti la riflessione sui propri processi di apprendimento, e fa loro acquisire quella consapevolezza delle difficoltà che si rivela strategica nel momento in cui l’insegnante in formazione si troverà ad operare in classe. Per estensione, una esperienza simile può aiutare i docenti italiani di qualsiasi disciplina ad essere più consapevoli dei processi di acquisizione linguistica che vengono messi in atto dai loro allievi migranti. Nell’anno scolastico 2005-06 è stato attivato presso il Comprensivo G. C. Parolari di Zelarino (Venezia) un corso di inglese per docenti di varie discipline. Al termine del corso è stato appurato che l’esperienza si è rivelata positiva anche per aver indotto nei docenti, che in quella circostanza ricoprivano il ruolo di studenti di inglese, l’acquisizione di una maggiore sensibilità nei confronti delle difficoltà linguistiche dei propri studenti stranieri. Dai questionari che sono stati somministrati ai docenti, è emerso che l’accresciuta consapevolezza ha indotto cambiamenti nel comportamento in classe: uso più frequente di gestualità, immagini, grafici, video, nonché potenziamento del lavoro di coppia e maggiore cautela nei confronti del linguaggio usato in classe (Richieri, 2007). 16 Si veda a questo proposito l’allegato 8. ANOÈ - La formazione.indd 40 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 41 colta durante l’ascolto di un dialogo nel CD, oppure un qualsiasi dubbio relativo all’uso delle strutture o alla scelta del lessico appropriato al contesto di utilizzo. Non potevano, invece, essere demandate ai corsisti né la correzione di test di composizione (mail, lettere, riassunti …), né la verifica delle competenze di produzione orale. I primi sono stati, perciò, inviati per posta elettronica alle formatrici le quali li hanno corretti man mano che venivano prodotti dai corsisti. I test di produzione orale (in genere interazioni da svolgersi in coppia) sono stati, invece, effettuati in classe al termine di ogni unit. Nell’arco degli anni in cui si è sviluppata questa esperienza di insegnamento dell’inglese ai docenti della scuola primaria ci si è confrontati con la necessità di guidare la progressiva acquisizione di un metodo di studio da parte dei corsisti. Costoro, per scarsa dimestichezza nei confronti delle strategie da mettere in atto e per il loro essere contestualmente studenti e lavoratori, e perciò in difficoltà nella organizzazione del loro tempo, tendevano a procrastinare l’esecuzione di certe attività affidate loro come lavoro autonomo casalingo, specie quelle di produzione scritta. Quest’anno, allo scopo di facilitare una più omogenea distribuzione del lavoro si è pensato, perciò, di proporre ai corsiti un patto formativo.17 Questo patto, che accoglie le buone pratiche già sperimentate in passato insieme alle azioni che si intendono sperimentare nella presente edizione del corso, costituisce il documento in cui vengono chiaramente menzionati i singoli impegni che ogni soggetto coinvolto nel processo di formazione si assume al fine di realizzare una maggiore efficacia dell’intervento formativo. Il patto formativo è stato di recente proposto nel primo incontro con i corsisti e in quella circostanza è stato illustrato, condiviso e firmato dalla parti in causa. Si è ritenuto utile elaborare questo documento anche in considerazione della diversa utenza che avrebbe frequentato la presente edizione del corso. Fino a questo momento, infatti, i corsisti erano stati docenti che si erano resi disponibili ad accedere a questa formazione sulla base di una loro personale motivazione ad insegnare la lingua inglese nelle loro classi e l’impegno richiesto nei loro confronti a frequentare il corso di formazione appariva alquanto generico.18 Dal corrente anno scolastico, invece, i corsisti sono docenti ai quali, contestualmente al loro ingresso in ruolo, è stato richiesto si impegnarsi formalmente a frequentare “il primo corso utile di formazione linguistica attivato dall’amministrazione scolastica”.19 La motivazione è, perciò, radicalmente diversa: per i primi si trattava di una motivazione interna, che il più delle volte si sostiene autonomamente, per i secondi è possibile 17 Si veda a questo proposito l’allegato 1. Art. 1 comma 128, Legge 311/04 (finanziaria 2005). Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze di cui all’art. 64 del decrto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. 18 19 ANOÈ - La formazione.indd 41 13/02/2012 20:48:00 42 Cristina Richieri che si tratti di una mera motivazione esterna indotta dall’esigenza di ottemperare a delle disposizioni di legge. 2.2. Promuovere la riflessività e la consapevolezza Si è ritenuto di agevolare lo sviluppo dell’autonomia anche attraverso la riflessione sulle personali modalità di apprendimento ed in particolare sulle strategie e sull’approccio con i quali ciascuno ha avuto a che fare nell’arco della propria vita in qualità di studente di una qualsiasi lingua straniera. Riflettere sul proprio stile di apprendimento e sulle proprie esperienze in relazione alle lingue straniere produce consapevolezza e valorizzazione delle strategie che vengono messe efficacemente in gioco nel processo di apprendimento, così come porta a scoprire le motivazioni che giustificano, sul piano teorico, pratiche di insegnamento a cui un insegnante ricorre in modo intuitivo. A tale scopo, all’inizio della presente edizione del corso è stato proposto ai corsisti un tema da elaborare brevemente in autonomia a casa e poi da presentare in aula in mini-gruppi e in plenum. Il tema sollecita i corsisti a richiamare alla mente quegli eventi inerenti all’ambito dell’apprendimento di una lingua straniera che li abbiano coinvolti in qualche modo e che abbiano determinato in loro un qualche atteggiamento, positivo o negativo, nei confronti delle lingue straniere come per esempio una attività particolarmente piacevole che il proprio figlio ha svolto a scuola, un ricordo risalente al proprio passato di studente,20 l’incontro con una persona straniera, un piccolo incidente accaduto durante una vacanza all’estero. Questa attività è stata proposta sia per valorizzare quelle esperienze vissute positivamente dai corsisti e che, perciò, possono costituire un valido ancoraggio per l’apprendimento della lingua straniera, sia per favorire un processo trasformativo che veda le esperienze negative diventare generatrici di nuove posture più favorevoli all’approccio con la lingua straniera. Il testo del tema da elaborare è il seguente: Assai interessante a questo proposito l’esito del lavoro di riflessione del gruppo sul tema Il mio rapporto con le lingue straniere e in particolare con l’inglese (giugno 2009) che ha portato alla luce le molte esperienze negative e poco motivanti vissute in ambito scolastico nel ruolo di studente (allegato 2). Questo strumento di riflessione ed alcuni altri proposti dal gruppo di lavoro di Zelarino ai propri corsisti sono stati ispirati da materiali elaborati dal gruppo dei Supervisori di Tirocinio di lingue straniere della SSIS Veneto. Si veda a questo proposito Coonan (2007). 20 ANOÈ - La formazione.indd 42 13/02/2012 20:48:00 43 L’adulto che apprende Il mio rapporto con le lingue straniere e in particolare con l’inglese Descrivete le esperienze più significative che avete vissuto in qualità di docenti, ma anche semplicemente come individui, che abbiano determinato in voi atteggiamenti positivi o negativi nei confronti delle lingue straniere e in particolare dell’inglese. Provate a riflettere sui possibili risvolti che queste esperienze potranno avere su di voi ora che vi accingete ad apprendere la lingua inglese per insegnarla. Qualora aveste avuto esperienze negative, provate a riflettere su come operare per trasformare tali esperienze negative in punti di forza che possano motivarvi all’apprendimento della lingua inglese e delle strategie per insegnarla in un prossimo futuro. (Mod. 1) Per agevolare la riflessione sul proprio rapporto con la lingua inglese è stato anche proposto ai corsisti di registrare in una griglia predisposta (Mod. 2) gli eventi che li hanno portati ad avere un contatto di un qualche genere con la lingua inglese. Tale strumento è destinato ad essere aggiornato durante l’intero svolgimento del corso allo scopo di promuovere la piena consapevolezza della varietà delle fonti dalle quali qualsiasi studente di lingua straniera attinge le conoscenze che vanno a sviluppare o a consolidare le sue competenze comunicative. È importante che il docente in formazione sappia avvalersi di queste fonti e ne sappia riconoscere le peculiarità per saperle utilizzare in futuro a beneficio dei suoi allievi e della propria autoformazione continua in servizio. La griglia predisposta allo scopo è così strutturata: La lingua inglese nella mia vita DATA EVENTO COMMENTI (Mod. 2) Anche la consapevolezza dei propri traguardi in qualità di studente di una lingua straniera rientra negli obiettivi delle formatrici d’aula. Allo scopo, già nelle passate edizioni era stato proposto ai corsisti di procedere autonomamente alla correzione del lavoro domestico come pure alla correzione e valutazione dei test di fine unità. L’esperienza ha portato le formatrici d’aula a ritenere di poter agevolare l’assunzione di responsabilità di ciascun corsista nei confronti del proprio percorso formativo richiedendo la sistematica annotazione su apposite griglie (Mod. 3 e 4) delle attività di studio condotte in autonomia e dei risultati dei test. Queste griglie sono organizzate come segue: ANOÈ - La formazione.indd 43 13/02/2012 20:48:00 44 Cristina Richieri Registro attività di studio DATA ORE ATTIVITÀ COMMENTI (Mod. 3) Registro test DATA ORE TEST ESITO COMMENTI (Mod. 4) Sulla base degli esiti registrati, il corsista è guidato a compiere un ulteriore passo nei confronti della sua personale presa di potere21 nei confronti della propria autoformazione: gli esiti derivanti dalla propria autovalutazione, il confronto con i colleghi e con le formatrici22 danno luogo a considerazioni sul come e sul quando intervenire per acquisire maggiore sicurezza, per consolidare conoscenze, per ampliare il bagaglio lessicale, o qualsivoglia altro aspetto delle competenze che il soggetto ritenga di dover monitorare e migliorare (Mod. 5).23 Questa presa di potere può realizzarsi più facilmente se il corsista è chiamato a riflettere sulle proprie priorità: Pineau (2004). Nel caso dell’autoformazione, per Pineau si tratterebbe di una doppia presa di potere perché, grazie al suo prefisso riflessivo, autoformarsi “significa prendere in mano tale potere – diventare soggetti – ma anche applicarlo a se stessi: diventare oggetto di formazione per se stessi” (Pineau, 2004, p. 28). 22 Per la relazione tra autoformazione e reciprocità nelle professionalità esperte, si veda Richieri (2008). 23 Si veda a questo proposito European Profile for Language Teacher Education – Final Report, September 2004, cit. p. 65. 21 ANOÈ - La formazione.indd 44 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 45 Le mie priorità Sulla base delle riflessioni condotte con i suoi colleghi e con le formatrici d’aula, e sulla base anche degli esiti delle prove di verifica, annoti periodicamente (alla fine di ogni mese) aree del suo sviluppo professionale e linguistico che intende monitorare accuratamente al fine di migliorare le sue competenze. Data Area da monitorare Come? Quando? Verifica (Mod. 5) Tutti i fogli di lavoro testé illustrati, a partire dalla corrente edizione del corso, vanno a costituire un portfolio del docente24 nel quale troveranno posto, nelle apposite sezioni, anche altri documenti che verranno utilizzati dai corsisti (per esempio lista di funzioni linguistiche relative ai livelli di competenza per il livello B1,25 la lista degli esponenti linguistici Classroom Language26), oppure saranno da loro stessi prodotti (per esempio produzioni scritte o registrazioni audio di microconferenze o interazioni realizzate con uno o più colleghi), o altro ancora che i corsisti ritengano rilevante. Il portfolio risulterà composto dalle seguenti sezioni: Sezioni Passaporto Biografia Dossier Contenuto Riflessioni ed esperienze significative: Mod. 1 e relativo feedback (riflessione condotta in plenum) Mod. 2 foto, … Obiettivi formativi e priorità: Mod. 3, Mod. 4, Mod. 5 Lista di funzioni linguistiche Lista di esponenti linguistici Classroom Language, … Testi scritti, registrazioni (audio e/o video), stampe di pagine web su cui si è lavorato,1 progetti di lezione, e-mail frutto di relazioni professionali e di scambi internazionali … Sull’uso del portfolio dell’insegnante di lingue si veda il documento prodotto dal European Centre for Modern Languages of the Council of Europe nel quadro del progetto ECML: From Profile to Portfolio: A Framework for Reflection in Language Teacher Education dal titolo Sample Materials from the Student Teacher Portfolio disponibile alla pagina http://www.ecml.at/mtp2/FTE/pdf/STPExtract.pdf (il sito è stato consultato in data 15 giugno 2009). Il documento è corredato anche da una guida per i formatori e una guida per l’insegnante in formazione. 24 25 26 Si veda l’allegato 3. Si veda l’allegato 4. ANOÈ - La formazione.indd 45 13/02/2012 20:48:00 46 Cristina Richieri Con l’introduzione del portfolio, il gruppo di lavoro di Zelarino ha inteso far proprie le indicazioni del Consiglio Europeo contenute nel documento From Profile to Portfolio: A Framework for Reflection in Language Teacher Education, a cui si è già fatto riferimento, dove viene ribadito il suo valore formativo in quanto, come si è visto, promuove la riflessione, la conoscenza, le competenze, l’autovalutazione, l’autonomia. Questo portfolio che i corsisti andranno costruendo durante la presente edizione del corso si colloca tra il European Language Portfolio (ELP) e il European Portfolio for Student Teachers of Languages (EPOSTL),27 nel senso che non si limita a riferirsi esclusivamente alle competenze linguistiche o a quelle didattiche del futuro docente, bensì intende raccogliere materiali e riflessioni su esperienze pertinenti ad entrambe le aree di studio del docente della scuola primaria in formazione linguistica. 2.3. Promuovere la comunicazione autentica Come si è visto nella prima parte di questo contributo, l’apprendimento ha luogo quando la comuncazione tra i soggetti coinvolti ha per loro un senso. Questo principio-guida è stato per le formatrici d’aula il fondamento a cui fare riferimento anche nella gestione dello spazio e del clima in aula. Poiché le dichiarazioni di principio devono sostanziarsi in pratiche formative, è stato convenuto in primo luogo che i banchi fossero disposti a ferro di cavallo in modo tale che tutti i corsisti potessero vedere i colleghi ed avere ciascuno almeno un partner con cui lavorare. In secondo luogo, per favorire la circolazione delle idee e delle competenze, e per promuovere la reciproca conoscenza e il reciproco aiuto è diventata prassi costante il cambio di postazione di ciascun corsista durante una medesima lezione, nonostante questa pratica non sia sempre accolta con grande entusiasmo per la fatica di doversi spostare e, forse, anche per l’impossibilità di lavorare in modo continuativo con il collega che si preferisce. Eppure questa tecnica ha una sua efficacia in quanto il cambio di partner (soprattutto per lo svolgimento delle attività di produzione orale) consente a ciascun corsista di potersi confrontare con più soggetti e provvedere di volta in volta, in modo quasi automatico, ad una autovalutazione delle proprie competenze. Inoltre, così facendo, il gruppo può beneficiare delle competenze e delle conoscenze dei membri migliori che diventano in quelle circostanze moltiplicatori di modelli positivi da imitare. In buona sostanza, ognuno diventa dispensatore delle proprie conquiste e anche fruitore della altrui expertise, realizzando così una efficace azione di formazione reciprocale. Per mirare ad una comunicazione autentica, in aggiunta alla predisposizione di una spazio fisico adeguato e, come si è visto, flessibile, è necessario costruire un 27 European Portfolio for Student Teachers of Languages, p. 5. ANOÈ - La formazione.indd 46 13/02/2012 20:48:00 L’adulto che apprende 47 ambiente formativo che induca i soggetti al trasferimento di informazioni che gli altri non posseggono. Una di queste attività è stata, per esempio, la discussione sul tema Il mio rapporto con le lingue straniere e in particolare con l’inglese, naturalmente condotta in italiano visto che è stata proposta all’inizio del percorso formativo. Il principio del vuoto informativo (information gap) ha guidato e guida anche molte attività condotte in inglese sin dall’inizio del corso, anche quando le competenze linguistiche sono assai limitate. Quando, invece, il gruppo si avvicina al livello B1, si propone di volta in volta uno o più argomenti relativi alla propria vita ed esperienza di insegnante da discutere in inglese, anche in vista della prova orale dell’esame di certificazione esterna.28 In questo modo i corsisti interagiscono a coppie, e poi in mini-gruppo, dando vita a conversazioni autentiche utilizzando la lingua straniera per parlare di contenuti rilevanti per la loro professione.29 Perché la comunicazione autentica e proficua possa aver luogo è importante che la relazione tra i soggetti in formazione sia positiva. Ma il lavoro sulla relazione si realizza anche attraverso la cura riposta dalle formatrici d’aula nel costruire un rapporto di fiducia, sereno e incoraggiante tra loro stesse e i docenti in formazione. Costoro hanno senz’altro delle aspettative a questo riguardo che è bene non vadano deluse. Allo scopo di accrescere la consapevolezza delle formatrici d’aula nei confronti di questo aspetto del loro lavoro, e per dar voce alle prospettive a cui si è fatto riferimento, è stato somministrato un questionario iniziale30 mirato a rilevare informazioni anche di questa natura.31 Le risposte hanno confermato il bisogno dei corsisti di poter fare affidamento sia su qualità professionali relative all’oggetto di insegnamento (facilitazione, competenza, organizzazione, chiarezza, sostegno), ma anche relative alla relazione (disponibilità, umanità, elasticità, comprensione, pazienza). 4. Conclusioni Il gruppo di lavoro che ha operato e opera tutt’ora presso l’Istituto G. C. Parolari è fiducioso che il ricorso agli strumenti qui illustrati e prodotti nell’arco delle diverse edizioni del corso, e la realizzazione dell’ambiente formativo così come descritto nei precedenti paragrafi non potranno che portare a risultati mi- Si veda l’allegato 5. Questo tipo di attività può essere considerata molto vicina alle attività CLIL nelle quali l’obiettivo primario è lo sviluppo di conoscenze/competenze disciplinari ad integrazione di quelle linguistiche (Coonan, 2002, 2004). 30 Si veda l’allegato 6. 31 Il punto n. 9 dell’indagine recitava: “Esprimi in breve le tue aspettative nei riguardi dei formatori d’aula”. 28 29 ANOÈ - La formazione.indd 47 13/02/2012 20:48:00 48 Cristina Richieri gliori se paragonati a quelli degli anni precedenti, migliori in termini di qualità della formazione erogata e di competenze raggiunte dai corsisti. Quando si concluderà la presente edizione del corso si potrà valutare l’efficacia degli strumenti aggiuntivi che sono stati sperimentati per la prima volta quest’anno, in primo luogo il portfolio e il patto formativo. Sulla base dei dati provenienti dalla somministrazione di un nuovo e più specifico questionario, sarà possibile riflettere sulle competenze raggiunte dai corsisti in riferimento all’autonomia, alle strategie di apprendimento, alla autovalutazione, alla relazione con i colleghi e con le formatrici, e ai guadagni derivanti da relazioni reciprocali. Gli esiti della certificazione finale potranno essere analizzati alla luce dei dati provenienti dal questionario. Quanto è stato illustrato in questo contributo corrisponde a tutto ciò che è stato realizzato nell’arco di tre edizioni del corso. Se la quantità di tempo e di risorse che il Ministero intende investire in questo tipo di formazione, aumentasse in futuro, anziché diminuire, sarebbe possibile pensare ad ulteriori migliorie, prima tra tutte l’organizzazione di un breve tirocinio. Questo potrebbe articolarsi in alcune ore dedicate ad attività di osservazione in una classe accogliente, ed alcune altre dedicate alla predisposizione e alla realizzazione di un intervento didattico nella medesima classe sotto la guida di un formatore e del docente accogliente. Il tirocinio, ancorché breve, darebbe corpo a quell’apprendimento che si realizza attraverso l’azione a cui si è fatto cenno nella prima parte di questo contributo, e che nel percorso formativo di questi futuri docenti di inglese tutt’ora manca. ANOÈ - La formazione.indd 48 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende 49 Allegato 1 Corso di formazione lingua inglese scuola primaria – Livello di partenza: A1 Istituto Comprensivo “G. C. Parolari” Zelarino (Ve) – Direttore del Corso: Dott. Gianni Masiero PATTO FORMATIVO32 Ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano di Formazione di Lingua Inglese per Docenti Neo-assunti, promulgato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto Il direttore del corso Le formatrici d’aula si impegna a ––sovrintendere alla regolarità e correttezza dell’intera operazione; ––informare adeguatamente i corsisti del percorso formativo e monitorarne l’andamento; ––definire ed eventualmente rivedere il calendario anche in base alle esigenze dei corsisti e delle formatrici d’aula; ––curare la comunicazione con U.S.P. e gli Istituti di appartenenza dei corsisti. si impegnano a ––predisporre un ambiente formativo atto a favorire nei corsisti lo sviluppo armonico delle loro competenze comunicative in inglese; ––attuare il percorso formativo previsto; favorire momenti d’ascolto e di dialogo; ––incoraggiare il processo di formazione di ciascuno; ––rendere il neo-assunto consapevole degli obiettivi e dei percorsi operativi; ––correggere regolarmente la composizione scritta assegnata alla fine di ogni unità; ––rispondere a quesiti posti dai corsisti in modo da chiarire eventuali dubbi o perplessità riguardanti i compiti assegnati per il ripasso o l’approfondimento domestico; ––consultare periodicamente (a metà corso ed alla fine del corso) il portfolio personale dei corsisti. 32 Il patto firmato in originale è restituito ai corsisti per essere conservato nel loro portfolio. Una copia resta agli atti della scuola presso cui si svolge il corso. ANOÈ - La formazione.indd 49 13/02/2012 20:48:01 50 L’e-tutor I corsisti Cristina Richieri si impegna a ––creare le due classi virtuali di formazione linguistico-comunicativa e metodologico-didattica sulla piattaforma Edulingue dell’Agenzia Scuola ed iscrivervi tutti i corsisti, fornendo loro la password di accesso; ––spiegare il funzionamento e le modalità per il raggiungimento dei necessari crediti ai corsisti; ––controllare periodicamente l’invio da parte dei corsisti degli elaborati e procedere all’eventuale validazione; ––chiudere le classi virtuali al termine del corso e dopo l’esame di certificazione inserendo tutti i dati relativi a ciascun corsista e procedendo alla stampa degli attestati. si impegnano a ––frequentare il corso con regolarità provvedendo a giustificare eventuali assenze; ––eseguire regolarmente i lavori assegnati per il ripasso e l’approfondimento domestico e a correggerli autonomamente facendo uso delle chiavi di soluzione fornite congiuntamente al libro di testo, registrandone accuratamente gli esiti nella griglia predisposta; ––eseguire regolarmente il test di fine-unità e a procedere autonomamente alla sua correzione come spiegato al punto precedente; ––eseguire attività di lingua on-line sui siti web suggeriti dalle formatrici d’aula per un complessivo ammontare di almeno 4 ore al mese; ––registrare il progressivo svolgimento del proprio studio tenendone accurata nota mediante la compilazione della griglia predisposta; ––mantenere aggiornato il proprio portfolio e renderlo consultabile periodicamente da parte delle formatrici d’aula (a metà corso e alla fine del corso). Il Direttore del Corso . ............................................ . ....................................................... Le Formatrici d’aula . ............................................ Il/La Corsista . ............................................ Data . ............................................ ANOÈ - La formazione.indd 50 13/02/2012 20:48:01 chiudereleclassi virtuali al termine del corso e dopo l’esame di certificazione inserendo tuttiidatirelativiaciascuncorsistaeprocedendoallastampadegliattestati. L’adulto che apprende 51 siimpegnanoa frequentareilcorsoconregolaritàprovvedendoagiustificareeventualiassenze; eseguire regolarmente i lavori assegnati per il ripasso e l’approfondimento domestico e a correggerli autonomamente uso delle chiavi di soluzione fornite Allegatofacendo 2 congiuntamente al libro di testo, registrandone accuratamente gli esiti nella griglia predisposta; eseguire regolarmente il test di fine-unità e a procedere autonomamente alla sua correzionecomespiegatoalpuntoprecedente; eseguire attività di lingua on-line sui siti web suggeriti dalle formatrici d’aula per un complessivoammontaredialmeno4orealmese; registrare il progressivo svolgimento del proprio studio tenendone accurata nota mediantelacompilazionedellagrigliapredisposta; mantenere aggiornato il proprio portfolio e renderlo consultabile periodicamente da partedelle formatrici d’aula (a metà corso e alla fine del corso). Icorsisti IlDirettoredelCorso ………………………………………. Le Formatrici d’aula ………………………………………... Il/LaCorsista ………………………………………. Data____________________ ………………..……………………… Allegato 2 ANOÈ - La formazione.indd 51 36 13/02/2012 20:48:01 52 Cristina Richieri Allegato 3 Towards a B1 level of competence33 Istituto Comprensivo “G. C. Parolari” Zelarino (Ve) Legenda: U = Unit; D = date FUNCTIONS Greeting and taking leave Giving personal information Expressing possession Talking about possessions Talking about habits Talking about preferences Asking and giving reasons STRUCTURES Hello, good bye … Be + poss. adjectives Saxon genitive Have got + plurals Simple present Adverbs of frequency Let/allow Like/love/hate/don’t mind + ing U D LEXIS U D Countries and nationalities Everyday objects The family Pets Days Months + seasons Everyday actions + free time activities Jobs (problems and solutions) Technology Leisure activities Sports/hobbies Festivities The date Why/that’s why/because 33 Questa griglia è stata ispirata da quelle pubblicate in Quale profilo e quali competenze per l’inglese del docente di scuola primaria. Un’esperienza di ricerca, Firenze: ASagenziascuola, materiale pubblicato dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 2007. La griglia è stata integrata con le indicazioni fornite dal Centro Linguistico di Ateneo di Ca’ Foscari (Venezia), presso il quale si svolgono gli esami di certificazione del livello B1, a seguito di una specificaca richiesta di feedback sugli esiti delle prove. I corsisti utilizzano questa griglia per monitorare lo svolgimento del programma di studio. ANOÈ - La formazione.indd 52 13/02/2012 20:48:01 53 L’adulto che apprende FUNCTIONS Talking about where you live and work Telling the time Talking about the weather Giving directions Talking about ability Talking about past events Narrating in chronological sequence, using appropriate tenses and connectors Expressing and requesting opinions and impressions Telling stories/ describing events Offering food and drinks Accepting / refusing Forecasting the weather Talking about future plans and predictions Making suggestions / accepting / refusing Comparing objects, places, people and animals ANOÈ - La formazione.indd 53 STRUCTURES There is/are There was/were Prepositions of place Demonstratives Imperative Imperative Place prepositions Can/can’t Could/couldn’t Past simple of (be) Past simple (regular verbs) Past simple (irregular verbs) Time expressions Time prepositions U D LEXIS Houses, rooms, furniture School spaces Places in a town Vocabulary about teaching and learning Past/to/half/o’ clock It’s sunny/rainy/… U D Places in a town Directions Sports Connectors: and, but, or, when, where Last week/last year/two years ago/… On/in/at/from…to I think/In my opinion/ Really?/I think I don’t agree with you/I personally think/What about you? Past continuous Would like + some / any Countable/uncountable nouns Going to Will future Shall we? /Let’s/Why don’t we? Comparatives and superlatives Food and drinks Vocabulary about the weather Connectors: as soon as, until Countries + Geographical features Animals 13/02/2012 20:48:01 54 FUNCTIONS Talking about arrangements Expressing decisions of the moment, making promises, offering help Talking about possible future situations and their consequences Talking about improbable/impossible future situations and their consequences Describing people: face, body, clothes, personality Identifying people Interviewing Describing feelings Describing a procedure Talking about habits in the past Talking about the recent past / life experiences Talking about duration Cristina Richieri STRUCTURES Present continuous LEXIS U D Will future Time clauses First conditional Connectors: if Second conditional Look like Be like Relative pronouns Adjectives about people’s appearance and personality + clothes That/who/which How often, How many/ much, Who, Which, When, What, How Adjectives about feelings Passive voice Used to Present perfect simple + already, yet, not… yet, just, ever, never Present perfect simple Present perfect continuous Writing informal letters and e-mails Organizing the text into paragraphs Talking about quantity A lot, much, many, (a) few, (a) little Use of articles Expressing obligation Have to, must Giving advice Should/had better ANOÈ - La formazione.indd 54 U D Travelling + holidays Since / for + How long Dear…, Love…, Punctuation 13/02/2012 20:48:01 55 L’adulto che apprende FUNCTIONS Expressing possibility Expressing prohibition Expressing lack of necessity Choosing from the menu Ordering and paying Buying things Booking a room/table Describing illnesses Talking on the phone Organizing travel STRUCTURES May/might Mustn’t U D LEXIS U D Don’t have to, needn’t I’d like/I’ll have Food and drinks Well done, rare, bill… Shops, money Ordinal numbers The date Health and illnesses Can I speak to…?/It’s me!/This is Mrs…/Can I leave a message?/Can I call back? Transport STRATEGIES: Asking for clarification/repetition of important pieces of information Asking for repetition / clarification of instructions / directions Asking how to say unknown words in English Asking the meaning of unknown words Asking how to say something in English by paraphrasing ANOÈ - La formazione.indd 55 13/02/2012 20:48:01 56 Cristina Richieri Allegato 4 CLASSROOM LANGUAGE34 Istituto Comprensivo “G. C. Parolari” Zelarino (Ve) 1. Starting the lesson ACTIVITIES Introducing oneself Calling the roll Greetings LINGUISTIC EXPONENTS Hello everybody! I’m... Do you remember my name? Yes! My name’s Mrs.... But, you know what, I forgot YOUR names... Can you take turns and stand up, introducing yourself? Could each person stand up and tell us his or her name? Speak loud, please, so that everyone can hear you, OK? Hi kids! Now I’m calling the roll! Please, listen carefully and raise your hands when you hear your name, all right? Is Anna here ? No? Do you know why she’s not here? Is she ill ? Wow! Today there are all of us! We can start doing something new! Good morning kids! How are you today? Look! Today ’s a fantastic sunny day! What’s the matter, Susanna? Are you still asleep? And you Giovanni? Oh, I see. You’ve got a bad cold. I’m terribly sorry, children, but I’ve lost my voice. Giovanna can you help me? Can you repeat what I’m saying? Thank you! Questa griglia è stata predisposta sulla base delle indicazioni di Annavaleria Guazzieri che ha elaborato le proposte di Slattery M. & Willis J., in L’inglese per i docenti della scuola primaria, 2005, OUP. Lo strumento è utile per il formatore in quanto costituisce il punto di riferimento base da cui procedere per ampliare la competenza comunicativa del docente della scuola primaria per la conduzione delle attività in classe. La griglia viene completata progressivamente dai corsisti con l’aggiunta di ulteriori esponenti linguistici e/o altri ambiti in cui realizzare attività comunicative. 34 ANOÈ - La formazione.indd 56 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende ACTIVITIES Talking about the weather Starting with a song Rearranging the classroom Talking about the days of the week 57 LINGUISTIC EXPONENTS What’s the weather like today? Is it raining/snowing? Do you think it’s warm outside? OK, I’m not promising anything, but maybe we’ll play outside later on! Good morning, children! Would you like to learn a new song? It’s great fun! Listen! Let’s sing all together/along! Repeat the words after me, please. I cannot hear your voices! Come on, sing with me! Children, now we are going to dance! So please stand up and come to the middle of the classroom. It’s story time! Please take your pillows and come upstairs with me. Let’s work in pairs: please ask your friend on your right. Now listen carefully! I’m dividing the class into 4/5 groups. Try to remember which group you belong to/you’re in, please! Let’s write the date! Do you know how English children write the date? Look at the blackboard and copy, please! Pay attention, please! Check carefully if you have written everything correctly! Check once again, please! Look, there is a mistake: correct it, please! What day is it today? Is it Monday? No, I didn’t mean the date, (the) 1st (of) March 2006, I meant the DAY OF THE WEEK, do you remember ? Monday, Tuesday,... Repeat the days of the week after me! Other… 2. During the lesson ACTIVITIES Playing a game Re /arranging the classroom in between activities or lesson steps ANOÈ - La formazione.indd 57 LINGUISTIC EXPONENTS Would you like to play a game? OK, OK, don’t cry so much. We’re disturbing the other classes. Please, listen carefully. I’m going to tell you the rules to play the game. Is everything OK? Do you understand me?/ Is everything clear? Shall I repeat the rules again? Now the activity is over. Everybody can go back to their seat. Now we’re going to do a group activity. Let’s move the desks like this, so you can sit in groups of four around this big table. Can you help me with the chairs, please? Let’s go back to our chairs now and let’s start working in pairs/twos. 13/02/2012 20:48:01 58 Cristina Richieri ACTIVITIES Giving permission (and helping children ask for permission) LINGUISTIC EXPONENTS OK, you can go to the toilet. But be quick! Can you wait a few minutes? Let’s finish this activity, and then you can go. All right? Repeat after me: Excuse me, Mrs/Mr …, can I go out/to the toilet, please? Are you fed up with this activity?/Do you feel like doing something Changing from different?/Now we can do something different./Now, let’s change one activity to another activity, OK? Giving instructions Come over here/go over there/sit down but, please, don’t make too on how to move much noise! around the When you move around the classroom, don’t disturb your classmates! classroom/sit/ You can go and sit next to Anna. stand Let’s make a circle in the middle of the room, here! Sit properly! It can be dangerous for your back if you sit like that! Right or wrong? Let’s go on playing with these flashcards, all right? Try to guess the hidden object/animal/... Is it a giraffe? Correct/Well done/ No, it’s not a giraffe. Is it a mouse? Yes, very good! It’s a mouse. Spelling How do you spell your surname? Write down this new word. I’ll spell it for you. Other… 3. Ending the lesson ACTIVITIES Using appropriate ending expressions Assigning homework LINGUISTIC EXPONENTS The lesson’s over. We’ve got only five minutes left. Would you like to sing a song? I’m going to write your homework on the blackboard. Please, copy everything carefully. Kids! Homework! Open your diary and copy from the blackboard, please. Tiding up What a mess! Let’s tidy up! Good boy/girl! That’s it! We’ve got only five minutes left! Why don’t we start tidying up right now? Guiding children Now we must go to another room. Follow me. Please, don’t shout! to a different room Quiet! We don’t want to disturb the others, do we? Making a line And now everybody should get in a double line. Follow Giovanni and Maria, they are the leaders. You already know your place, so come on, very quietly please! Don’t push! Other… ANOÈ - La formazione.indd 58 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende 59 4. Describing what you are doing ACTIVITIES Introducing the activity Guiding the activity using a puppet LINGUISTIC EXPONENTS Kids! This is a listening activity. Look at your book. There are four pictures on the page. Look at them carefully. Now let’s listen to the CD. Which is the correct picture? Have you got your crayons on the desk, kids? Listen to the CD carefully first. Then draw a picture. We’re going to do two different things. We’re going to listen to the CD and draw a picture. What are we going to do? Here we are boys and girls! Do you like puppets? Today we are going to play with puppets! Here you are, Marta. This is Mickey Mouse. Here you are Lorenzo. This is Goofy. Put it on your hand and move it like this. Try now! It’s great fun, isn’t it? Now Lorenzo and Marta come in front of the class and show your puppets to your friends. Imagine they are meeting for the first time and speak. When you hear “touch your nose”, do like this. After listening to the CD, point to the correct picture/make a cross in the little square, here. Show me your hands/Fine!/Well done! Look at the blackboard/book. Can you mime this/that action? Asking pupils to show they understand by using non verbal languages (with activities like TPR, listen and identify, listen and draw, listen and mime) Making the most Are you tired? Yes? Everybody, stand up, please! Let’s repeat our of breaks (break favourite chant! Let’s play “Simon says” for 5 minutes, all right? chants, games, Let’s sing and dance all around the classroom! sports) Other … 5. Taking turns ACTIVITIES Managing group/ pair work Managing turn taking LINGUISTIC EXPONENTS We’re going to work in pairs: in each pair there’s student A and student B. You’re A and you’re B. Now, pay attention: Who’s A? Good. Who’s B? Good. Hey, Luisa, you’re B as well, don’t forget! You’ll ask the question and you’ll answer it. Let’s try: … Now it’s your turn: repeat after me. Please stop. It’s Federico’s turn now. Please, Federico … Other … ANOÈ - La formazione.indd 59 13/02/2012 20:48:01 60 Cristina Richieri 6. Class Management ACTIVITIES Paying compliments Blaming LINGUISTIC EXPONENTS Well done!/Good boy!/Great!/You’re a champion!/Fine! You shouldn’t do like that!/ Why are you calling Marta names?/ Why do you always play tricks on her? She doesn’t like it!/ You should do your homework every day. You know that, don’t you? Other … ANOÈ - La formazione.indd 60 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende 61 Allegato 5 Questions to be asked in order to develop a conversation on school activities (2007)35 Istituto Comprensivo “G. C. Parolari” Zelarino (Ve) Talking about habits ––Where do you work? ––How many pupils have you got? ––Do you teach only one class? ––What subjects do you usually teach? ––Do you usually go on school trips? ––Do you usually celebrate birthdays at school? ––Are you ever tired at the end of your lessons? Why? Why not? ––What are the most important things you want to teach your pupils? ––Do you ever give your pupils any punishment? When? ––Do you ask your pupils to do a lot of homework when they are on a short holiday? ––How often do you meet your pupils’ parents? What do you usually talk about? ––What do you do to keep your pupils quiet and interested during the activities? Talking about past ––Where did you go to on your last school trip? events ––What sort of activities did you do with your pupils yesterday? ––Were you tired yesterday at the end of your lessons? Why? Why not? Talking about ––What do you think about summer homework? Are you going to plans give your students a lot of homework this year? and intentions ––Are your students doing a test next week? What sort of test is it? Queste domande sono proposte ai corsisti allo scopo di utilizzare le aree semantiche, le funzioni e le strutture che vengono progressivamente acquisite. Ciò facendo la lingua è contestualizzata determinando ulteriori bisogni linguistici che motivano altri successivi apprendimenti. L’attività si svolge dapprima in plenum: la formatrice pone domande e risponde a quelle poste dai corsisti, ciò allo scopo di fornire modelli di possibile sviluppo della conversazione. In un secondo momento, i corsisti lavorano a coppie e la formatrice procede a monitorare le loro interazioni prendendo nota dei punti deboli (lessico, pronuncia, grammatica) che sono successivamente ridiscussi brevemente in plenum. 35 ANOÈ - La formazione.indd 61 13/02/2012 20:48:01 62 Talking about necessity and obligation Talking about experiences Cristina Richieri ––Does a teacher have to keep in touch with the students’ family? Why? Why not? ––Does a teacher have to teach her pupils good manners and how to behave? Why? Why not? ––How long have you been teaching? ––Have you ever taught abroad? Would you like to teach Italian abroad? ––How long have you been studying English? Other ANOÈ - La formazione.indd 62 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende 63 Allegato 6 ISTITUTO COMPRENSIVO “G. C. PAROLARI” – ZELARINO VENEZIA Corso di Lingua Inglese per docenti di Scuola Primaria Neoassunti Questionario iniziale 1. Come definirebbe questo corso di formazione? Un’occasione per crescere professionalmente. Una possibilità per acquisire una lingua straniera. Uno dei tanti obblighi da assolvere. Altro .............................................................................................................................. 2. Come definirebbe il suo livello di competenza comunicativa in Lingua Inglese? Elementare Intermedio Avanzato 3. Rispetto alla sua competenza comunicativa in Lingua Inglese, in quale/quali delle seguenti abilità ritiene di dover acquisire maggior sicurezza? (Può indicare più di una voce) Saper comprendere Saper parlare Saper leggere Saper scrivere 4. Quanto tempo prevede di poter dedicare settimanalmente allo studio individuale? ½ h 1h 2h 3h Altro .............................................................................................................................. 5. Come definirebbe il suo livello di competenza nell’uso del personal computer? Nullo Elementare Intermedio Avanzato 6. Utilizza la navigazione in internet e la posta elettronica? Sì, entrambe regolarmente. Sì, entrambe, ma solo saltuariamente. ANOÈ - La formazione.indd 63 13/02/2012 20:48:01 64 Cristina Richieri No. Solo Solo Internet. la Posta Elettronica. 7. A partire dal prossimo anno scolastico in quale giorno della settimana preferirebbe frequentare questo corso? (metta una crocetta, sono possibili anche più preferenze) Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 8. Quali difficoltà pensa di incontrare durante lo svolgimento del corso? ................... ................... 9. Esprima in breve le sue aspettative nei riguardi delle formatrici d’aula. ................... ................... GRAZIE! Le sue risposte ci serviranno ad adattare il corso alle sue esigenze nel limite del possibile. Giugno 2009 ANOÈ - La formazione.indd 64 Le Formatrici d’aula 13/02/2012 20:48:01 65 L’adulto che apprende Risultati questionario iniziale 1 Come definirebbe questo corso di formazione? Un’occasione per crescere professionalmente Unapossibilitàperacquisireunalinguastraniera obbligo altro nessuna risposta 7 8 7 6 5 4 3 2 1 0 7 6 2 0 1 6 2 1 nessuna risposta altro obbligo Una possibilità per acquisire una lingua straniera Un’occasione per crescere professionalmente 0 2 Come definirebbe il suo livello di competenza comunicativa in Lingua Inglese? elementare intermedio avanzato 12 4 0 14 12 10 8 Serie1 6 4 2 0 elementare intermedio avanzato ANOÈ - La formazione.indd 65 13/02/2012 20:48:01 66 Cristina Richieri 3 Rispetto alla sua competenza comunicativa in Lingua Inglese, in quale/quali delle seguenti abilità ritiene di dover acquisire maggior sicurezza? Saper comprendere 12 Saper parlare 12 Saper leggere 6 Saper scrivere 9 14 12 10 8 Serie1 Serie2 6 4 2 0 Saper comprendere Saper parlare Saper leggere Saper scrivere 4 Quanto tempo prevede di poter dedicare settimanalmente allo studio individuale? 1/2 ora 1 ora 2 ore altro 0 5 11 1 12 10 8 Serie1 6 4 2 0 1/2 ora 1 ora 2 ore altro 5 Come definirebbe il suo livello di competenza nell’uso del personal computer? Nulla Elementare Intermedio Avanzato 0 3 12 1 14 12 10 8 Serie1 Serie2 6 4 2 0 Nulla Elementare Intermedio Avanzato ANOÈ - La formazione.indd 66 46 13/02/2012 20:48:01 67 L’adulto che apprende 6 Utilizza la navigazione in internet e la posta elettronica? Entrambe regolarmente Entrambe saltuariamente No Solo internet Solo posta 14 1 0 1 0 16 14 12 10 Serie1 Serie2 8 Serie3 6 4 2 0 Entrambe regolarmente Entrambe saltuariamente No Solo internet Solo posta 7 A partire dal prossimo anno scolastico in quale giorno della settimana preferirebbe frequentare questo corso? lunedi martedi mercoledi giovedi venerdi 6 5 3 10 1 orario 15-18 12 10 8 Serie1 6 Serie2 4 2 0 lunedi martedi mercoledi giovedi venerdi ANOÈ - La formazione.indd 67 13/02/2012 20:48:01 68 Cristina Richieri Allegato 7 ISTITUTO COMPRENSIVO G.C. PAROLARI ZELARINO VENEZIA Corso di Lingua Inglese per docenti di Scuola Primaria Questionario di percezione di medio termine 1. Come valuta il calendario degli incontri effettuati fino a questo momento? Troppo intensivo Ben distribuito nel tempo Poco intensivo Insufficiente 2. Le è stato possibile mantenere una frequenza abbastanza regolare? Sì No Se no, per quale motivo?............................................................................................... ........................................................................................................................................ 3. Come giudica gli spazi utilizzati? Adeguati Abbastanza adeguati Poco adeguati 4. Ritiene che il testo adottato abbia fornito sufficienti supporti didattici sia per la formazione in presenza che per l’autoformazione a casa? Sì No Abbastanza 5. Come giudica il carico di lavoro domestico? Troppo pesante Adeguato Insufficiente 6. Come valuta il processo di insegnamento-apprendimento proposto fino a questo momento? Adeguato alle aspettative Abbastanza adeguato alle aspettative, passibile di aggiustamenti Poco adeguato alle aspettative Inadeguato alle aspettative ANOÈ - La formazione.indd 68 13/02/2012 20:48:01 L’adulto che apprende 69 7. Quali eventuali modifiche o aggiustamenti proporrebbe? Nessuna modifica Maggior spazio alla conversazione Maggior spazio all’ascolto e comprensione Maggior spazio alla lettura e comprensione Maggior spazio alla grammatica e ad agli esercizi strutturali Altro............................................................................................................................... ........................................................................................................................................ 8. In quale misura ritiene che i formatori d’aula abbiano finora saputo interpretare le sue esigenze ed eventualmente adeguarvi i loro interventi didattici? Per nulla Poco Abbastanza Molto 9. Parteciperai all’esame di certificazione finale? Sì No GRAZIE! Le sue risposte ci serviranno per migliorare il corso ed adattarlo il più possibile alle sue esigenze! ANOÈ - La formazione.indd 69 Le Formatrici d’aula 13/02/2012 20:48:01 70 Cristina Richieri Risultati questionario di medio termine 1 Come valuta il calendario degli incontri effettuati fino a questo momento? Troppo intensivo Ben distribuito nel tempo Poco intensivo Insufficiente 0 11 0 0 12 10 8 6 4 2 0 Troppo intensivo Ben distribuito nel tempo Poco intensivo Insufficiente 2 Le è stato possibile mantenere una frequenza abbastanza regolare? sì no Se no, per quale motivo? 9 2 0 frequenza regolare 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 1 2 3 Come giudica gli spazi utilizzati? adeguati abbastanza adeguati poco adeguati 5 4 0 spazi 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 adeguati ANOÈ - La formazione.indd 70 abbastanza adeguati poco adeguati 49 13/02/2012 20:48:01 71 L’adulto che apprende 4 Ritiene che il testo adottato abbia fornito sufficienti supporti didattici sia per la formazione in presenza che per l’autoformazione a casa? Sì No Abbastanza 9 0 2 adeguatezza testo 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Sì No Abbastanza 5 Come giudica il carico di lavoro domestico? Troppo pesante Adeguato Insufficiente 0 11 0 lavoro a casa 12 10 8 6 Serie1 4 Serie2 2 0 Troppo pesante Adeguato Insufficiente 6 Come valuta il processo di insegnamento-apprendimento proposto fino a questo momento? Adeguato 9 Abbastanza adeguato 2 Poco adeguato 0 Inadeguato 0 insegnamento 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Adeguato Abbastanza Poco Inadeguato adeguato adeguato ANOÈ - La formazione.indd 71 50 13/02/2012 20:48:02 72 Cristina Richieri 7 Quali eventuali modifiche o aggiustamenti proporrebbe? Nessuna Più conversazione Più ascolto e comprensione Più lettura e comprensione Più grammatica Altro 5 4 2 0 1 1 proposte 5 4,5 4 3,5 Nessuna 3 Più conversazione 2,5 Più ascolto e comprensione 2 Più lettura e comprensione 1,5 Più grammatica 1 Altro 0,5 0 1 2 3 8 In quale misura ritiene che i formatori d’aula abbiano finora saputo interpretare le sue esigenze ed eventualmente adeguarvi i loro interventi Per nulla Poco Abbastanza Molto 0 0 0 11 12 10 8 6 4 2 0 Per nulla ANOÈ - La formazione.indd 72 Poco Abbastanza Molto 13/02/2012 20:48:02 L’adulto che apprende 73 Allegato 8 ISTITUTO COMPRENSIVO G. C. PAROLARI ZELARINO VENEZIA Corso di Lingua Inglese per docenti di Scuola Primaria Questionario finale 1. Come valuterebbe questa esperienza formativa? Molto positiva Abbastanza positiva Poco positiva Negativa 2. Cosa pensa dell’organizzazione logistica? Pienamente soddisfacente Abbastanza soddisfacente Sufficientemente soddisfacente Non soddisfacente 3. Come ritiene che siano stati organizzati gli incontri? In modo molto funzionale In modo abbastanza funzionale In modo poco funzionale In modo non funzionale 4. Come giudica la modalità di comunicazione delle informazioni? Tempestiva ed efficace Abbastanza tempestiva ed efficace Intempestiva e poco efficace 5. Come valuta i materiali didattici utilizzati? Molto utili ed esaustivi Abbastanza utili ed esaustivi Poco utili ed incompleti Inutili 6. Pensa che gli obiettivi presentati siano stati raggiunti? Sì, totalmente Sì, per la quasi totalità Sì, in parte No ANOÈ - La formazione.indd 73 13/02/2012 20:48:02 74 Cristina Richieri 7. Ritiene che le strategie didattiche messe in atto dai formatori abbiano eventualmente contribuito al potenziamento delle sue competenze? Sì, in maniera molto efficace Sì, in maniera abbastanza efficace Sì, parzialmente No Quali sono stati secondo lei i punti forti del corso? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ E i punti deboli? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ 8. Parteciperà all’esame di certificazione finale? Sì No Se no, perché? ........................................................................................................................................ GRAZIE! ANOÈ - La formazione.indd 74 Le Formatrici d’aula 13/02/2012 20:48:02 75 L’adulto che apprende Risultati questionario finale valutazione 7 6 1. Come valuta questa esperienza formativa? Molto positiva 7 Abbastanza positiva 1 Poco positiva 0 Negativa 0 5 4 3 2 1 0 Molto Abbastanza Poco positiva positiva positiva Negativa logistica 2. Cosa pensa dell'organizzazione logistica? Pienamente soddisfacente 3 Abbastanza soddisfacente 5 Sufficientemente soddisfacente 0 Non soddisfacente 0 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Pienamente soddisfacente 3. Ritiene che gli incontri siano stati organizzati in maniera Molto funzionale 7 Abbastanza funzionale 1 Poco funzionale 0 Non funzionale 0 Sufficientemente soddisfacente calendario 7 6 5 4 3 2 1 0 Molto Abbastanza Poco Non funzionale funzionale funzionale funzionale ANOÈ - La formazione.indd 75 53 13/02/2012 20:48:02 76 Cristina Richieri 4. Come giudica la modalità di comunicazione delle informazioni? Tempestiva ed efficace 7 Abbastanza tempestiva ed efficace 1 Intempestiva e poco efficace 0 comunicazione 7 6 5 4 3 2 1 0 Tempestiva Abbastanza Intempestiva ed efficace tempestiva ed e poco efficace efficace 5. Come valuta i materiali didattici utilizzati? Molto utili ed esaustivi Abbastanza utili ed esaustivi Poco utili ed incompleti Inutili 7 1 0 0 materiali diodattici 7 6 5 4 3 2 1 0 6. Pensa che gli obiettivi presentati siano stati raggiunti? Sì, totalmente 3 Sì, per la quasi totalità 4 Sì, in parte 1 No 0 Molto utili ed Abbastanza Poco utili ed esaustivi utili ed incompleti esaustivi Inutili raggiungimento obiettivi 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Sì, Sì, per la Sì, in parte totalmente quasi totalità No 7. Ritiene che le strategie didattiche messe in atto dai formatori abbiano contribuito al potenziamento delle sue competenze? Sì, in maniera molto efficace Sì, in maniera abbastanza efficace Sì, parzialmente No strategie didattiche 5 2 0 0 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Sì, in Sì, in Sì, No maniera manieraparzialmente molto abbastanza efficace efficace ANOÈ - La formazione.indd 76 54 13/02/2012 20:48:02 L’adulto che apprende 77 Allegato 9 ISTITUTO COMPRENSIVO G.C. PAROLARI ZELARINO VENEZIA Esercitazioni proposte ai corsisti in vista della prova di produzione scritta livello A236 1. You are doing a language course in Britain. You have lost your umbrella. Write a notice to put on the wall of your school. Say: –– where and when you lost your umbrella –– what your umbrella looks like –– how to return the umbrella to you Write 40- 50 words. 2. Read this e-mail from your American friend, Rachel, who lives in your town. Hi! Thanks for your e-mail and the nice animated birthday card. I’m going to celebrate my birthday next Saturday with some friends at da Pino’s pizzeria, the new one in via Milano. Do you know where it is? Are you free? What about meeting there at 7.00? Is it too early? Bye for now. Rachel Write an e-mail to Rachel. Answer her questions. Write 90-100 words. Materiale predisposto dalle formatrici d’aula per la preparazione dei corsisti alla prova scritta livello A2. 36 ANOÈ - La formazione.indd 77 13/02/2012 20:48:02 78 Cristina Richieri 3. Read this e-mail from your Irish friend, Oonagh, who lives in Belfast. Hi there! Just a short message to tell you that the school trip with the class was fantastic. The children were OK and the visit to Dublin was really interesting. Now I’m just a bit tired. How are you? What about your school trip? How long did you stay in Rome? What did you visit? Was the hotel comfortable? Let me know. atb Oonagh Write an e-mail to Oonagh. Answer her questions. Write 90-100 words. 4. You want to do a language course in Oxford. Read the e-mail from the Director at the school. Write an e-mail to Mr Wade. Answer his questions. Write 90-100 words. Dear …, Thank you for your message. We are delighted that you are interested in our courses for beginners. Before giving you all the details, we need some more information about your date of birth and nationality, the reason(s) why you want to study English, the period you can come to Oxford, if you prefer staying with a family or at the college, if you have any dietary requirements. We look forward to receiving your e-mail soon. The Principal Albert Wade ANOÈ - La formazione.indd 78 13/02/2012 20:48:02 79 L’adulto che apprende Allegato 10 ISTITUTO COMPRENSIVO G.C. PAROLARI ZELARINO VENEZIA Oral Examination A2 level37 Candidate’s name: …………………………… Date: ………………………………………….. Communicative Fluency Range of Accuracy effectiveness vocabulary 0 1 2 0 1 2 0 1 2 0 1 2 Pronunciation 0 1 Total 2 Topics . ...... Personal questions . .................................................................................................................. Questions about job ................................................................................................................. Description of a picture ........................................................................................................... … / 10 Tutors’ signatures ………………..…. Questa griglia è stata predisposta dalle formatrici d’aula per rendere il più oggettiva possibile la valutazione delle competenze audio-orali durante la prova di interazione (livello A2), prova che è stata sostenuta dai corsisti presso la scuola dove è stato frequentato il corso. Il suo uso ha facilitato l’individuazione delle sotto-competenze. Come si può vedere, è stato attribuito un massimo di due punti a ciascuna delle seguenti aree: efficacia comunicativa, scioltezza, ricchezza lessicale, correttezza, pronuncia. Durante la prova orale, che ha visto come esaminatori le due formatrici italiane e il docente madrelingua inglese, sono stati annotati anche gli argomenti toccati allo scopo di equilibrare la quantità e la qualità delle domande rivolte ai corsisti. 37 ANOÈ - La formazione.indd 79 13/02/2012 20:48:02 80 Cristina Richieri Allegato 11 ISTITUTO COMPRENSIVO G.C. PAROLARI ZELARINO VENEZIA A2 Level Examination38 Listening comprehension I. Listen to Susan, Jamie and Sally talking about their shopping plans. Tick who is going to do what. Susan Buy new trainers Buy a new top Buy an Italian-English dictionary Have an eye test Go to football practice Pay by credit card Jamie √ Sally … / 10 Si trascrive qui di seguito la traccia del dialogo a cui si riferisce l’esercizio 1. Il dialogo è stato tratto da Clyde, L., Parker, R., Pass Trinity. (2004). Genova: Black Cat Cideb, pag.47. Susan: Hi Sally, I’m not too late, am I? Sally: No, not at all! You know my brother Jamie, don’t you? He’s coming shopping with us. Susan: But Jamie, you hate shopping, don’t you? Jamie: Yes, I must get a new top for the party tonight. Susan: What party? Jamie: Oh, it’s just our uncle’s 50th birthday. Il test è stato elaborato per l’edizione 2007 dell’esame di livello A2 che i corsisti hanno sostenuto presso l’Istituto G. C. Parolari. Il test è stato predisposto con il concorso dell’intero gruppo di lavoro facente riferimento al Centro Risorse Territoriali presso l’Istituto Stefanini di Venezia-Mestre. 38 ANOÈ - La formazione.indd 80 13/02/2012 20:48:02 L’adulto che apprende 81 Sally: I must look for a good English/Italian dictionary for school, but if we’re short of time, I can do it next week. Susan: OK. And I must get my eyes tested. I need glasses, I think. It’ll only take 10 minutes. Jamie: Yes, but let’s get my trainers first. I’ve got football practice in an hour, so we mustn’t waste time. I’m paying for the trainers with my credit card, but Mum says we mustn’t spend more than £60. Reading comprehension39 II. Answer T (True), F (False) or DK (Don’t Know) if there is not enough information. A Hero on Four Legs A policeman and his dog are heroes today after they followed three criminals on foot for 12 km before they arrested them as they waited on a station platform for a train. PC George Walters said: “It all happened last Tuesday evening. It was a very cold night and it was snowing. The roads and fields were all white. My dog Carl and I were walking through the centre of town when we received a message about a burglary at the university bookshop. We ran to the shop, but the criminals weren’t there. Fortunately, I noticed some marks in the snow and realized they were footprints. Carl and I tracked the men for three and a half hours. We went across 20 fields, across a river, through a wood and along a path to the railway station. We finally found them at 6.00 am They were sitting in a small waiting room and were very surprised to see us. I’m sure they didn’t know we were following them!” 0. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. There are four heroes in this story. The policeman and his dog travelled by car. The event happened in winter. The policeman received a telephone call at 4.00. The criminals were students at the university. The criminals left some footprints in the snow. They found the criminals in the university bookshop. Carl was with PC Walters when the criminals were arrested. PC Walters arrested the criminals in a small waiting room. F … … … … … … … … Non è stato possibile reperire la fonte da cui è stato tratto il testo che, rispetto all’originale, risulta leggermente modificato. 39 ANOÈ - La formazione.indd 81 13/02/2012 20:48:02 82 Cristina Richieri Use of english III a. Complete the following sentences by selecting the appropriate verb from the list below and putting it in the correct tense. use 0 1 2 3 eat buy work enjoy rain go stay I’m going to take an umbrella with me. It’s raining. Why are you so tired? Did you _________ to bed late ? How is your new job? Are you ________________ it? I was twenty when I _____________ my first car. …/3 III b. Complete the mini-conversations. Underline the appropriate option: A, B or C. 0 0 Well, thank you for your help. A I don’t think so. B Yes, of course. C You’re welcome. 1 Where’s Carol ? A She’s been to the supermarket. B She’s gone to the doctor’s. C She went to the music class. 2 I went to the bank this morning. A What did you buy? B Where are you going? C Oh good, we need some cash. 3 When did you buy your house? A Not long. B Six months ago. C From July. 4 How much is that shirt? A It’s too big. B I don’t know. C Red and white. 5 How does your husband go to work? ANOÈ - La formazione.indd 82 13/02/2012 20:48:02 L’adulto che apprende A B C 6 83 At nine o’clock every morning. By car. Yes, he does. 6 Can I go out tonight? A B C Sorry, I’m too tired. All right, but you must be back before midnight. Yes, but we shouldn’t be late. …/3 Writing IV. Read this e-mail from your British friend, Mary, who lives in London. Hi! I’m so happy you’re coming to visit me soon. When exactly are you arriving? I’d like to meet you at the airport. Please tell me where and when I can meet you. How long are you going to stay? Are you interested in classical music? I could get two tickets for a concert at the Albert Hall next Friday. I’m learning how to make spaghetti, so don’t worry about the food here! Please write soon. Mary Write an e-mail to Maria. Answer her questions. Write 90-100 words. ................... ................... ................... …/6 ANOÈ - La formazione.indd 83 13/02/2012 20:48:02 84 Cristina Richieri Allegato 12 ISTITUTO COMPRENSIVO “G. C. PAROLARI” – ZELARINO (VENEZIA) Tabella per la valutazione delle competenze40 prova scritta 50% prova orale 50% 20% comprensione testo scritto 25% ascolto 15% composizione 15% grammatica e lessico 25% produzione orale Anche la tabella per la valutazione delle competenze è stata elaborata con il concorso dell’intero gruppo di lavoro facente riferimento al Centro Risorse Territoriali presso l’Istituto Stefanini di Venezia-Mestre. 40 ANOÈ - La formazione.indd 84 13/02/2012 20:48:02 L’adulto che apprende 85 Bibliografia Balboni, P. E. (2002). Le sfide di Babele. Torino: UTET Libreria. Bruner, J.S. (1966). Toward a theory of instruction. New York: W. W. Norton. Coonan, C. M. (2002). La lingua straniera veicolare. Torino: UTET Libreria. Coonan, C. M. (2004). Progettare per CLIL: una cornice di riferimento, in Serragiotto G. (a cura di), Le lingue straniere nella scuola. Nuovi percorsi, nuovi ambienti, nuovi docenti. Torino: UTET Libreria, pp. 11-30. Coonan, C.M. (2007) (a cura di). 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I contesti di comunicazione in cui questa lingua viene impiegata sono in genere interculturali, in situazioni in cui interagiscono persone con background culturali e linguistici diversificati (Seidlhofer 2003, 2004, Seidlhofer e al. 2006) In questo panorama, i modelli linguistici e culturali dei paesi anglofoni non possono più costituire gli unici punti di riferimento, ma uno tanti in termini di conoscenza e quindi di competenza ed educazione plurilingue e pluriculturale. L’utilizzo diffuso della lingua inglese a livello globale significa anche che i nostri apprendenti hanno un contatto sempre più frequente e precoce con questa lingua nel loro mondo quotidiano, tramite la TV, la pubblicità, la musica, i videogiochi, internet; questi contatti non sono sempre e necessariamente legati ai parlanti dei paesi in cui questa lingua è materna, nonostante, in particolare nel caso dei media, i valori veicolati si riferiscano spesso a modelli culturali “americanizzati”. In termini di pluralità di lingue e culture, la presenza sempre maggiore di allievi non-italofoni nelle nostre classi aggiunge un ulteriore elemento in termini di contatto, che ha implicazioni importanti in termini didattici: “la didattica dell’inglese deve saper cogliere positivamente ed integrare nella sua prassi il senso di diversità, che scaturisce da contatti culturali e linguistici diversi presenti nelle nostre comunità multiculturali. Bisogna, pertanto, evitare qualunque forma di prevaricazione, affinché il contesto di apprendimento non sia English-only, ma sempre più plurilingue (Plastina 2008:3). Incontrare lingue e culture altre avviene per definizione nella classe di lingue e implica di per sé educazione alla tolleranza e al relativismo linguistico-culturale ANOÈ - La formazione.indd 87 13/02/2012 20:48:02 88 Paola Vettorel (Cf. Balboni e Serragiotto 2008; Freddi 1999, 2008). In termini di educazione linguistica, questo significa guidare alla consapevolezza “che non esistono lingue più o meno belle, ma solo lingue dotate di bellezza diversa; che non esistono lingue più o meno logiche, ma soltanto lingue provviste di logiche diverse (Freddi 2008a: II). In termini di cultura e intercultura, educare al fatto “che non esistono culture più avanzate o meno avanzate, se non per aspetti particolari; che nel nostro pianeta la diversità è la norma, non è un’eccezione e tanto meno uno svantaggio; che gli altri popoli vanno ‘capiti e spiegati, partendo dalla loro mentalità e dal loro mondo” (ibid.). L’insegnamento della lingua inglese, quindi, in questo panorama si pone – non ultimo per la sua presenza massiccia in ambito educativo – come luogo privilegiato per un’educazione che non sia solo “culturale” ma interculturale, di apertura a mondi altri tramite una lingua che è diventata lingua franca, al di là di frontiere e modelli nazionalistici di riferimento. Le implicazioni in campo didattico, in particolare per quanto riguarda gli aspetti legati alla cultura è civiltà, sono che “il genere di conoscenze culturali tradizionali, che insegniamo e che abbiamo insegnato ai nostri allievi nelle aule ESL/EFL, non è più idoneo per un’educazione plurilingue. […] i background personali, culturali e linguistici estremamente vari dei nostri allievi forniscono una risorsa costante per creare materiali didattici per la lingua inglese. Sia che a questa fonte contribuiscano la presenza di allievi non-italiani o gli incontri interculturali esperenziali dei nostri allievi nel loro paesi o all’estero, tale risorsa rappresenta un punto di partenza autentico per generare attività interattive in lingua inglese, basate su rappresentazioni di riferimento e su quelle funzionali. Ciò consente di perseguire la finalità di impegnarci in dialoghi interculturali per mezzo della lingua inglese senza prevaricazione di sorta” (Plastina 2008: 9). 2. Cultura nella classe di lingua inglese Tradizionalmente, gli aspetti legati alla cultura e civiltà1 nella classe di lingue vengono collegati in modo preponderante ai paesi o alle aree in cui la lingua oggetto di apprendimento è L1. Generalmente l’attenzione è incentrata sulla cultura con la “C” maiuscola (aspetti letterari o artistici), o su quella con la “c” minuscola, e quindi su fatti o aspetti comportamentali legati alla vita quotidiana dei parlanti Generalmente ci si riferisce a “civiltà” per quegli aspetti relativi alla cultura e alla vita del popolo collegato alla lingua in apprendimento, anche se, come specificano Balboni e Serragiotto (2008:10) “la cultura indica tutti i modelli culturali, la way of life di un popolo”, mentre “civiltà indica quei modelli culturali che per un popolo assumono valore particolare, condiviso”, dei “valori culturali alti, delle idee, dei modi di organizzare la vita sociale e personale che permettono a un popolo di identificarsi” (ibid.); è a questi ultimi che di solito si fa riferimento in glottodidattica. 1 ANOÈ - La formazione.indd 88 13/02/2012 20:48:02 Cultura, culture, intercultura 89 nativi (Tomalin e Stempelski 1993, Kramsch 1993) – in una parola su quello che Kramsch (1991) ha definito come “food, fairs, folklore and statistical facts”. I libri di testo in primis tendono a promuovere questa visione statica e spesso stereotipata della cultura (cfr. Vettorel, in corso di stampa), che promuove una conoscenza fattuale più che una riflessione e un confronto dialogico su aspetti diversi delle identità culturali – inclusa la cultura di appartenenza dei discenti: “molti testi scolastici tendono a presentare una visione delle altre culture riduzionista, fattuale e persino costituita da clichè. Cruciale nel compito dell’autore di libri di testo appare la necessità di distaccarsi dal presentare la cultura come un blocco di conoscenza esterno, del quale informare lo studente, per vederlo invece come un insieme di atteggiamenti, sistema di valori, aspettative, ecc. – sia della propria cultura che delle altre – dei quali l’apprendente prenderà gradualmente consapevolezza”2 (Fenner e Newby 2000: 6). Data la centralità del libro di testo nella pratica didattica, questa visione è spesso quella adottata anche nella classe di lingua. Anche nell’ambito della formazione metodologico didattica Indire, gli elaborati proposti dalle corsiste a partire da diversi stimoli collegati ad attività nella piattaforma Punto Edu/Indire sono stati in molti casi centrati su questa visione, che privilegia la target-culture in senso tradizionale. In riferimento ad argomenti legati alle festività tradizionalmente festeggiate in paesi anglofoni e in particolare in Gran Bretagna, quali Halloween, Christmas, Easter, le proposte sono state in genere focalizzate unicamente sulle tradizioni/storia legate a questi paesi. Anche tematiche più generali quali ad esempio gli animali domestici (pets) o stereotipi (cibo, freddezza, amore per parchi e animali) sono stati affrontati in quest’ottica, spesso incentrata unicamente sulle differenze dei modelli culturali piuttosto che su prospettive allargate in ottica interculturale3. Non sono mancate un alcuni casi, tuttavia, riflessioni personali che potrebbero costituire un adeguato punto di partenza per l’allargamento di prospettiva nell’introduzione di argomenti legati alla cultura nella classe di scuola primaria in ottica interculturale. Un esempio in questo senso potrebbe essere costituito dalla proposta di un approccio al lessico per gli apprendenti del primo biennio, inteso come punto di partenza e primo incontro con una cultura diversa ove vengono percepite “many school textbooks tend to present a reductionist, fact-based and even clichéd view of other cultures. Crucial to the task of the textbook writer seems to be a move away from presenting culture in terms of an external block of knowledge, which the student is informed about, to seeing it as examples of attitudes, value system, expectations etc. – both of one’s own culture and of others – which the learners will gradually become aware of” (traduzione nostra). 2 Relativamente all’approccio per similitudini/differenze, come notano Balboni e Serragiotto (2008: 12-13). “nella tradizione dell’insegnamento linguistico si ha la tendenza ad accentuare le differenze (“gli inglesi guidano a destra, a differenza del resto d’Europa”), che sono le più immediate nel motivare, nel suscitare la curiosità, mentre nella prospettiva di una diffusa educazione alla pace nonché della costruzione di un’identità europea l’enfasi sulle matrici comuni è indispensabile”. 3 ANOÈ - La formazione.indd 89 13/02/2012 20:48:02 90 Paola Vettorel maggiormente le somiglianze, su cui potrebbe poi innescarsi una successiva riflessione “per favorire una maggiore consapevolezza nel confronto con una cultura diversa dalla propria (in questo caso quella inglese) e scoprire che esistono vocaboli relativi a comportamenti e usanze che non hanno traduzione nella nostra lingua (ad es. crackers)”, ove “la costruzione dell’oggetto da parte del bambino permette sia la comprensione linguistica (che cos’è) che l’apertura a tradizioni diverse ma non per questo meno divertenti e importanti” (elaborato della corsista Cadorin, I love Christmas, attività nell’ambito Edutainment, come animare feste e culture). 3. Educazione e competenza comunicativa interculturale Lingua e cultura, in particolare in un contesto evolutivo di cambiamento, globalizzazione e flussi transnazionali come quello attuale, sono concetti dinamici (Risager 2007; Fenner and Newby 2000:149), che tendono a superare sempre più anche il concetto di frontiera nel contesto di stato-nazione. L’incontro con una cultura “altra” è sempre un processo dialogico con l’altro, che implica una di rinegoziazione delle proprie rappresentazioni del mondo (cfr. ad es. Risager 2007), processo che coinvolge sia la sfera cognitiva, che quella affettiva e socio-culturale (cfr. Freddi 1999, 2008), ove lo scopo è quello di “guidare l’allievo nello sviluppo di un repertorio linguistico e culturale in cui ogni lingua e cultura coesistono, anche in modo parziale ed eterogeneo, con tutte le altre che hanno ugual valore. Nel prefiggerci la nuova finalità di una plural competency, dobbiamo sostituire l’obiettivo del native speaker con l’intercultural speaker” (Plastina 2008:1). Ed è proprio la nozione di competenza comunicativa interculturale, sviluppatasi in particolare a partire dagli anni ’90 (Cfr. Byram 1993, Corbett 2003, Kramsch 1998, Risager 2007) che si interseca in modo efficace con gli obiettivi educativi che l’incontro con una lingua e cultura altra dovrebbe promuovere nella classe di lingue, a partire sin dagli apprendenti più giovani. La competenza comunicativa interculturale è stata definita come “l’abilità di comunicare in modo efficace in situazioni cross-culturali e di relazionarsi in modo appropriato in una varietà di contesti culturali” (Lázár et al 2007: 9)4. Byram (1997) in particolare ha sviluppato un modello di competenza comunicativa interculturale in cui si intersecano aspetti e saperi (savoirs) diversi: –– Atteggiamenti (attitudes): “relativizzare il sè e valorizzare l’altro”; curiosità e aperture, essere pronti a sospendere il giudizio negativo (disbelief) riguardo alle altre culture e quello positivo (belief) relativamente alla propria (savoir être); 4 traduzione nostra. ANOÈ - La formazione.indd 90 13/02/2012 20:48:02 Cultura, culture, intercultura –– –– –– –– 91 Conoscenza (Knowledge): “di sè e dell’altro; di interazione: individuale e nella società”; dei gruppi sociali e dei loro prodotti e pratiche nel proprio paese e in quello dell’interlocutore, e dei processi generali delle interazioni a livello individuale e della società” (savoirs); Abilità di interpretare e di mettere in relazione (Skills of interpreting and relating): “interpretare e di mettere in relazione”; abilità di interpretare un documento o un evento di un’altra cultura, di spiegarlo e di metterlo in relazione con documenti dalla propria cultura (savoir comprendre) Abilità di scoperta e interazione (Skills of discovery and interaction): “scoprire e/o interagire”; abilità di acquisire nuova conoscenza di una cultura e delle pratiche culturali, e abilità di mettere in pratica conoscenza, atteggiamenti e abilità (skills) in condizioni comunicative e di interazione in tempo reale (savoir apprendre/faire); Educazione (Education): “consapevolezza culturale critica/educazione politica”; l’abilità di valutare criticamente e sulla base di criteri espliciti prospettive, pratiche e prodotti nella propria e in altre culture e paesi” (savoir s’engager)5. In termini di educazione interculturale e di allargamento degli orizzonti percettivi del sé, il compito dell’insegnante di lingua appare quindi quello di aiutare gli apprendenti a prendere consapevolezza sia di come gli altri vedono la nostra cultura, che di riflettere su come i tratti, inconsapevoli, della nostra cultura ci fanno vedere l’altro – spesso attraverso categorizzazioni generalizzate e percezioni che possono anche risultare distorte (cfr. Byram e Tost Planet 1999). Ed è l’incontro con una lingua e cultura diversa, se visto come occasione di confronto allargato al di là dell’idea di target-culture, che può guidarci in questo percorso, a sviluppare quegli atteggiamenti di apertura e di conoscenza che tanta parte giocano in interazioni interculturali – contesti sempre più comuni in cui l’inglese è utilizzato come lingua franca di comunicazione. 4. Interdisciplinarietà, interculturalità e approccio CLIL (Content and Language Integrated Learning) L’approccio CLIL, attraverso l’integrazione di lingua e contenuto, può offrire un possibile quadro di riferimento metodologico per l’introduzione di elementi culturali e interculturali nella case di lingue sin dalla scuola primaria. La focalizzazione sull’utilizzo della lingua in contesto (cfr. ad es. Bianchi, Corasaniti, Panzarosa 2004; Coonan 2002; Langé 2000, 2007; Mehisto e al. 2008) e le possibili interconnessioni in ottica interdisciplinare possono infatti offrire opportunità per ampliare Adattato da Byram 1997:34 e segg.; cfr. anche Corbett 2003, Risager 2007. Traduzione nostra. 5 ANOÈ - La formazione.indd 91 13/02/2012 20:48:02 92 Paola Vettorel il campo, spostando il focus dalla way of life dei paesi anglofoni come unico punto di riferimento e obiettivo di apprendimento, ad una visione allargata degli elementi culturali che possono costituire oggetto di riflessione in classe. Questi ultimi si legano in quest’ottica ad una più allargata “conoscenza del mondo”, e possono essere quindi direttamente collegati non solo all’esperienza diretta, anche di socializzazione, degli allievi (classi multilingue e multiculturali), ma anche diventare occasione di educazione in senso più allargato – alla tolleranza, all’interculturalità, alla cittadinanza. L’adozione di una metodologia CLIL può migliorare sia il livello di coinvolgimento e di motivazione degli allievi (fare con la lingua) che l’apprendimento, in quanto sposta “l’attenzione dell’allievo dall’oggetto di apprendimento, che rimane sullo sfondo e viene acquisito in assenza di una consapevolezza esplicita” (Langé 2007:3). L’adozione di materiali autentici (sia in termini linguistici, ad es. con la ricerca guidata in siti web, che in termini di interesse e rilevanza per gli apprendenti) e l’adozione di metodologie interattive e cooperative di lavoro possono inoltre supportare l’interesse, la curiosità ed il coinvolgimento socio-affettivo. Inoltre, anche in termini di metodologie operative e di gestione della classe questa metodologia, se coniugata con approcci di tipo cooperativo e di Project-work (Cfr. ad es. Quartapelle 1999, Cicardi 1999), può stimolare la motivazione e l’inclusione di abilità diverse, sia in termini di processo che di prodotto. Attraverso la realizzazione di prodotti finali, quali ad es. la raccolta di materiali, la realizzazione di poster/depliant/esposizioni/giornalini di classe/istituto, la preparazione di cibi e piatti correlati, la realizzazione di rappresentazioni/concerti da condividere poi con la comunità-scuola e/o con il territorio, il legame tra esperienza scolastica e vissuto quotidiano può assumere un significato diverso ed allargato, e promuovere quindi dimensioni diverse di conoscenza (savoir), atteggiamenti e convinzioni (savoir être, faire). 5. Spunti di riflessione operativa nello spazio metodologico–didattico Punto Edu Lingue Vari sono gli esempi di educazione all’interculturalità offerti all’interno delle attività e materiali (in particolare nell’ambito Cultura) dello spazio della piattaforma Punto Edu – Indire6. Questi materiali e attività possono costituire ricchi spunti di lavoro in classe in termini di educazione e competenza interculturale: attraverso la realizzazione di progetti ad ampio raggio, realizzabili a livello interdisciplinare, anche come lingua attraverso il contenuto (CLIL): http://puntoeduri.indire.it/lingue/offerta_formativa/index.php?offerta_gen&att_id=444&menu_2 =384. 6 ANOÈ - La formazione.indd 92 13/02/2012 20:48:02 Cultura, culture, intercultura 93 E. Burchietti, M.P Foresta, Anansi the trickster spider: educare alla multiculturalità attraverso i racconti. A partire da personaggi noti ai bambini, il laboratorio introduce una storia dalla tradizione Astanti del Ghana, Anansi and the moss covered rock, incoraggiando il confronto con altre favole (Esopo, The fox and the crow), anche riportate da alunni di culture diverse presenti in classe. L. Cinganotto, Hannukah: attività laboratoriali “per promuovere la dimensione interculturale e multiculturale […] l’educazione alla multiculturalità e il rispetto della diversità, dove la lingua inglese è vista come “possibile terreno comune per la maggior parte dei paesi del mondo”. La scelta di una festività meno scontata e tradizionale rispetto a quelle presenti nelle programmazioni e nei testi per l’insegnamento della lingua inglese, anche alla scuola primaria, situandola nel contesto della “Festa della luce nel mondo e nel tempo”, permette la visione in un contesto interdisciplinare (Storia, Italiano, Inglese, Religione, Educazione all’immagine) e quindi allargato. I materiali proposti sono diversificati, anche multimediali e l’approccio didattico cooperativo. A.M. Curci, M. Rainoldi, La competenza plurilingue: dal parziale al trasversale, il vestiario. Seppure incentrata principalmente su aspetti relativi alla competenza e alla riflessione su lingue diverse, in termini di educazione linguistica (language awareness) sono strettamente interconnessi, promuovendo una sensibilizzazione alla pluralità anche in termini culturali di atteggiamento. L. Rossi Holden, Edutainment o come animare feste e culture Una serie di proposte con Learning Objects collegati (dai più tradizionali Valentine Day, Christmas, Thanksgiving, a Earth Day e Mardi Gras, organizzati per mese) mirati a fare “esperienza diretta” della cultura, perché “l’integrazione culturale va “vissuta” e non solo spiegata, per confrontarsi col mondo, facendo sì che gli scambi linguistici e culturali richiedano sillabi più articolati e differenziati”. S. Rampone, Do you like tea? Confronto tra colazione italiana e inglese, e la preparazione del tè, attraverso attività didattiche differenziate. P. Traverso, Rhymes, proverbs and popular culture Obiettivi di competenza interculturale sono promossi attraverso detti popolari e filastrocche in lingue diverse per stimolare curiosità, confronto e riflessione su stereotipi. Interdisciplinarietà nell’ambito dell’educazione alla salute. S. Rampone, I. Calabrese, Esperienze interculturali: A world of Chocolate Un articolato esempio di attività incentrata su un nodo tematico, che potrebbe essere ulteriormente sviluppata attraverso attività di approfondimento, anche ANOÈ - La formazione.indd 93 13/02/2012 20:48:02 94 Paola Vettorel in termini interculturali (ad esempio attraverso storie relative all’ambiente in cui viene coltivato il cacao). C. Valentini English Words I know, attività per il “riconoscimento delle differenze in un quadro di ricerca delle somiglianze”; a partire dalle esperienze di contatto linguistico dei bambini con parole inglesi nell’esperienza quotidiana, per stimolare la riflessione sull’”abitudine a codici altri” (che possono essere non solo la lingua straniera ma anche il dialetto) come momento formativo per “far sì che venga sviluppata la capacità di proiettarsi nello spazio sempre più esteso della comunicazione e dell’interscambio assumendo un ruolo attivo nell’avvicinamento e nella comprensione di culture altre”. 5.1 Proposte dalle corsiste in formazione Alcune proposte elaborate dalle corsiste nell’ambito di questi materiali e laboratori appaiono orientate alla presentazione di argomenti legati alla cultura in ottica di educazione interculturale, con un approccio interdisciplinare che spesso include anche elementi CLIL. Ad esempio, uno degli elaborati (Cadorin, Balanza, “Lingua e Cultura” collegato all’attività di laboratorio Rhymes, proverbs and popular culture) propone un’attività per la classe quarta legata all’Educazione alimentare, in particolare collegata alle mele. L’attività include collegamenti a filastrocche inglesi e italiane, con una possibile espansione relativa alla frutta più comunemente consumata nei paesi dei piccoli allievi non-italofoni eventualmente presenti in classe, confrontando “i nomi della frutta nella loro lingua con il nome inglese e quello italiano”. Un’altra proposta, “Andare al mercato” (Ongaro, De Dea) è incentrata sulla metodologia CLIL e sul collegamento con discipline diverse (Lingua Italiana, Educazione all’immagine, Geografia, Matematica, Informatica, Storia). L’attività proposta pone come presupposto il collegamento diretto all’esperienza degli alunni, rinforzato dalla visita al mercato più vicino, con la realizzazione di un mercatino all’interno dell’aula ove role-plays e attività di simulazione nella compravendita contribuiranno all’utilizzo della lingua in apprendimento e a “sviluppare atteggiamenti positivi verso le lingue”; questo tipo di attività potrebbe prevedere l’inclusione di cibi e prodotti provenienti da culture diverse presenti in classe o sul territorio. Particolarmente interessante appare poi la proposta “Festa degli alberi” (Gaiardo, Tomaselli), ove tra gli obiettivi viene esplicitamente incluso quello di “conoscere aspetti della cultura implicita nella lingua per confrontare abitudini sociali e stili di vita”. A partire da elementi relativi alla storia della festa dell’albero attraverso civiltà diverse dall’epoca romana a tempi più recenti, attenzione viene posta sul valore educativo e formativo in termini di cittadinanza e di coscienza ambientale. Sia la lingua italiana che quella inglese sono coinvolte nelle attività, che includono ricerca di materiale didattico on line, la creazione di flashcards e ANOÈ - La formazione.indd 94 13/02/2012 20:48:02 Cultura, culture, intercultura 95 di disegni con i nomi degli alberi in inglese e la rielaborazione della canzone “If you’re Happy”. 5.2 Altri possibili modelli operativi Una possibile via in cui elementi culturali vengono affrontati attraverso la metodologia CLIL in ottica interdisciplinare è costituito proprio dall’organizzazione dei contenuti intorno ad aree tematiche generali (Cfr. ad es. Moon 2000). Lauder (2009) propone un interessante percorso organizzato intorno al calendario, in cui per ogni mese vengono proposti spunti tematici legati sia a culture che a tematiche diverse, sempre in ottica interdisciplinare: Month January February March April May June July August September October November December Topic New Year’s Celebrations Chun Jie (Chinese New Year) Chinese Dragon Puppet Potato Pets Water Cycle April Showers May Day May Flowers World Environment Day Star Gazing The Tour de France Hats on Autumn Leaf Rubbings World Food Day Shichi-Go-San Impressive Ice Experiment School subjects/cross-curricular Socials Socials Arts and Crafts Science; Arts and Crafts Science Maths History Arts and Crafts Socials; Arts and Crafts Science Physical Education; History Socials Arts and Crafts Socials; Health and Education Socials Science (tabella adattata da Lauder 2009) Come si può osservare dalla tabella riassuntiva, diversi argomenti sono legati a festività o celebrazioni di culture diverse, o a problematiche ambientali, che spesso sono anche oggetto di giornate di sensibilizzazione a livello mondiale. Le discipline coinvolte sono differenziate, come pure le attività, che vanno dalla realizzazione di esperimenti, osservazioni, poster, display e modellini, alla ricerca di informazioni da fonti diversificate, internet incluso. Altri spunti di lavoro in questo senso potrebbero essere offerti dai seguenti, organizzati per stagioni: ANOÈ - La formazione.indd 95 13/02/2012 20:48:02 96 Season Winter Spring Summer Autumn Paola Vettorel Topic School subjects (apart from Italian, English and other languages*) New Year’s celebrations in the Science, Geography, History, Arts world and Crafts, Music, Hanuka Candelora Geography, History, Science, Arts Spring Solstice and Crafts, Health and Education, Spring Celebrations Music The Celts Butterflies Carnival in the world April Fool’s Day February: Dental Health Month Kites Earth Day Science, Physical Education, Arts At the beach and Crafts, Health and Education, Summer fun and activities Music Summer crafts Summer friends Ice cream Watermelon Autumn Equinox Science, Geography, Health and Back to school in the world Education, Music, Civics, Socials Autumn fruits: apples Bats and spiders United Nations Day * Sia in apprendimento che parlate da allievi presenti nella classe. E ancora, con collegamenti più specifici a celebrazioni anche in paesi anglofoni – temi quindi che potrebbero essere utilizzati come nodo per l’inclusione di prospettive diverse: Season Topic Winter Christmas in the world Gingerbread Man Hanuka Candelora ANOÈ - La formazione.indd 96 School subjects (apart from Italian, English and other languages) Geography, Socials, Arts and Crafts, Music, Physical Education 13/02/2012 20:48:02 Cultura, culture, intercultura 97 Season Topic Spring Mardi Gras St. Patrick’s Day St. Valentine Easter Father’s Day Mother’s Day USA: February – Black History Month Geography, Arts and Crafts, Music 4th July Geography, History, science, Arts Thanksgiving and Crafts, Socials, Music Pilgrims fathers Christopher Columbus day Johnny Appleseed October: Popcorn Month Guy fawkes and bonfires night Halloween/Celebrazione della festa dei morti in diverse culture Summer Autumn School subjects (apart from Italian, English and other languages) Geography, History, Arts and Crafts, Music Altre possibili macro-aree potrebbero essere costituite da nodi tematici più generali, vicini al mondo dei giovani apprendenti, quali ad es. gli animali (domestici e non), le relazioni familiari (nonni, fratelli e sorelle), aspetti legati alla natura (la pioggia, i mari e gli oceani), le danze e i balli, oltre naturalmente ai vasti campi del cibo, delle storie e leggende, che ben si prestano sia a riflessioni su temi universali, che a differenze/somiglianze in culture diverse. 5.3 Risorse Numerosissimi riferimenti, materiali e suggerimenti di lavoro possono essere reperiti on line; ne segnaliamo qui alcune di particolare ricchezza ed interesse: –– dw-lingue, forum che “intende raccogliere gli insegnanti di lingue straniere di tutti gli ordini e gradi di scuole allo scopo di creare una comunità virtuale che desideri condividere intenti, informazioni, conoscenze, progetti, materiali, problemi e soluzioni su argomenti di comune interesse” http://it.dir.groups. yahoo.com/group/dw-lingue/?v=1&t=directory&ch=web&pub=groups&sec =dir&slk=2 –– Centrofriend (a cura di E. Burchietti) http://www.centrofriend.it/ –– Lend Primaria (a cura di C. Ferronato) http://it.groups.yahoo.com/group/ lendprimaria/ ANOÈ - La formazione.indd 97 13/02/2012 20:48:03 98 Paola Vettorel Altre rilevanti proposte operative sono contenute nel Progetto IDEA – Intercultural Diversity in Educational Approach (scaturito da un Progetto Europeo Socrates Grundtvig 2, www.idea-project.org) che raccoglie materiali di lavoro sperimentati, relativamente ed argomenti incentrati su tematiche diversificate quali Nature and Landscape, Portraits and Faces, Symbols and publicity, Faity tales and Folk tales, Cooking, Buildings. Ricco anche il materiale del training kit elaborato dall’ECML di Graz Plurilingual and pluricultural awareness in language teacher education (Bernaus M. et al 2007), che contiene anche un CD allegato con numerosi itinerari di attività dedicati alla formazione degli insegnanti sui temi della diversità, identità e atteggiamenti nei confronti delle lingue e culture. Conclusioni Visto il ruolo che l’inglese ha assunto come lingua internazionale di comunicazione, con crescente funzione di lingua franca, e quindi di tramite di interazione tra persone di cultura diversa, appare fondamentale un cambiamento di prospettiva relativamente agli aspetti legati alla cultura che vengono proposti nella classe di lingue. Inoltre, spesso l’incontro con elementi di diverse culture, incluse quelle anglofone, avviene già in giovane età, sia attraverso i media che con il contatto con persone di lingua e cultura diversa (non ultimo con la crescente presenza di allievi non-italofoni). Appare quindi imprescindibile promuovere sin dalla scuola primaria atteggiamenti di apertura, attraverso un’educazione all’interculturalità che includa esempi da culture diverse, anche nell’insegnamento/apprendimento della lingua inglese. Questo può avvenire promuovendo atteggiamenti di curiosità e apertura al diverso/altro-da-sé in termini sia linguistici che culturali, includendo temi interdisciplinari e metodologie che promuovano motivazione, sensibilizzazione e riflessione su culture diverse, inclusa la propria, in contesti che possano favorire l’uso della lingua altra a questo fine. Riferimenti bibliografici Andrewes S. 2004. Cross-curricular Projects. English Teaching Professional 33: 18-20. Balboni P.E. 2002. Le Sfide di Babele, Torino: Utet Libreria. Balboni P.E. 1999. Parole comuni culture diverse, Marsilio, Venezia. Bernaus M., Andrade A.I., Kervran M,. Murkpwska A., Truillo Sàez F. 2007. Plurilingual and Pluricultural Awareness in Language Teacher Education. Strasbourg/Graz: Council of Europe Publishers. ANOÈ - La formazione.indd 98 13/02/2012 20:48:03 Cultura, culture, intercultura 99 Bianchi, C., Corasaniti, P. e Panzarosa, N. 2004. L’inglese nella scuola primaria. Roma: Carocci. Burnwood S., Dunford H. e Phillips D. 1999. Projects with Young Learners. Oxford: Oxford University Press. Byram M. e Feng A. 2004. “Culture and language learning: teaching, research and scholarship. Language Teaching 37:149-168. Byram M., Grobkova B., Starkey H. 2002. Developing the Intercultural Dimension in Language Teaching. Strasbourg: Council of Europe Publishers. Byram M., Nichols, A. & Stevens, D. (a cura di). 2001. Developing Intercultural Competence in Practice. Multilingual Matters, Clevedon. Byram M. 1998. “Teaching language as culture. Developing a European curriculum”. LEND Anno XXVII, Numero Speciale Seminario Nazionale 1997:66-76. Byram M. & Fleming M. (a cura di). 1998. Language learning in Intercultural Perspective. Approaches through Drama and Ethnography. Cambridge: Cambridge University Press. Byram M (1997). Teaching and Assessing Intercultural Communicative Competence. Clevedon: Multilingual Matters. Byram M. e Tost Planet M. (a cura di). 1999. Social Identity and European Dimension. Strasbourg/Graz: Council of Europe Publishers. Cicardi, F. 1999. Didattica per progetti: come incontrare e riconoscere il “diverso” in sè e negli altri. In Bollettino Irsae Lombardia, scaricabile a http://old.irrelombardia.it/ web_it/risorse/bollettino/1999/99_69_45cicardi.pdf Coonan, C.M. 2002. La lingua straniera veicolare, UTET, Torino. Corbett J. 2003. An Intercultural Approach to English Language Teaching. Clevedon: Multilingual Matters. Crystal, D. 1997. English as a Global Language. Cambridge: Cambridge University Press. Deller, S. e Price, C. 2007. Teaching Other Subjects through CLIL. Oxford: Oxford University Press. Fenner, A. e Newby D. 2000. Approaches to Materials design in European Textbooks: Implementing Principles of Authenticity, Learner Autonomy, Cultural Awareness. Strasbourg/Graz: Council of Europe Publishers. Freddi, G. 2008a. Nuove lingua, nuovi mondi. BLE Dossier 6. SELM Anno XLVI/4-5: I-IV. Freddi, G. 2008b. Progettare una glottodidattica per bambini (Parte I). BLE Dossier 7. SELM Anno XLVI/6-7: I-IV. Freddi, G. 2008. Progettare una glottodidattica per bambini (Parte II). BLE Dossier 8. SELM Anno XLVI/8/9: I-IV. ANOÈ - La formazione.indd 99 13/02/2012 20:48:03 100 Paola Vettorel Habte-Gabr E. e Bryan N. 2007. English through content. English Teaching Professional 53: 22-24. Hinkel E. (a cura di.). 1999. Culture in Second Language teaching and Learning. Cambridge: Cambridge University Press. Huber-Kriegler M. e Làzàr I. 2003. Mirrors and Windows. An Intercultural Communication Textbook. Strasbourg/Graz: Council of Europe Publishers. Kramsch C. 1987. “Foreign language textbooks’ construction of foreign reality” in The Canadian Modern Language Review, 44/1:95-119. Kramsch C. 1991. “Culture in Language Learning: a View from the United States” in De Bot, K., Ginsberg, R.B. e Kramsch C. (a cura di), Foreign Language Research in Crosscultural Perspective. Amsterdam: John Benjamins. Köstenbauer, I. 2001. Festivals. English Teaching Professional 18: 23-25. Kramsch C. 1993. Language and Culture. Oxford: Oxford University Press. Kramsch C. 1998. Context and Culture in Language Teaching. Oxford: Oxford University Press. Marsh D. e Langé G. (a cura di). 2000. Apprendimento integrato di lingua e contenuti: proposte di realizzazione, Corso di base per la sperimentazione TIE-CLIL. Ministero Pubblica Istruzione, Direzione Regionale per la Lombardia, Progetto TIE-CLIL. Lauder, N. 2009. All Year English. Modern English Teacher 18/1: 18-20. Lauder, N. 2008. CLIL with Children. English Teaching Professional 57: 22-23. Làzàr I. 2003. Incorporating Intercultural Communicative Competence in Language Teacher Education. Strasbourg: Council of Europe. Làzàr, I., Huber-Kriegler, M. et al. 2007. Developing and Assessing Intercultural Communicative Competence: A Guide for Language Teachers and Teacher Educators. Strasbourg/Graz: Council of Europe Publishers. Luise, M.C. 2008. Inventare storie e costruire libri per imparare l’inglese. BLE Dossier 6. SELM Anno XLVI/4-5: V-VI. McKay L.S. 2002. Teaching English as an International Language. Oxford: Oxford University Press. Mehisto P., Marsh D e Frigols M.J. 2008. Uncovering CLIL. Oxford: MacMillan Education. Miyahara M. 2005. Systematic Storytelling. English Teaching Professional 36: 23-25. Moon, J. 2000. [2005]. Children Learning English. Oxford: MacMillan. Pinter A. 2006. Teaching Young Learners. Oxford: Oxford University Press. Pizarro Fletcher M. 2006. La fiesta de los muertos in Messico e il giorno di Tutti I Santi in Italia. LEND Anno XXXV/4: 40-43. ANOÈ - La formazione.indd 100 13/02/2012 20:48:03 Cultura, culture, intercultura 101 Plastina A.F. & Serrago N. 2006. “Raising Intercultural Awareness through EIL e-learning practice. In Cok, L. (ed.), The Close Otherness. Koper Slovenia: Zaloba Annales: 285297. Pulverness A. 2003. “Materials for Cultural Awareness” in Tomlinson B. (a cura di). Developing Materials for Language Teachers. Londra: Continuum. Quartapelle, F. (a cura di). 1999. Didattica per progetti. Milano: Franco Angeli, Milano,1999. Ripamonti, F. 2007. Let’s Cook… la creatività attraverso il cibo. LEND Anno XXXVI/4: 45-54. Rinvolucri, M. 2004. Them and Us. English Teaching Professional 34: 16-17. Risager K. 2007. Language and Culture Pedagogy. From a National to a Trasnational Paradigm. Clevedon: Multilingual Matters. Seidlhofer B., Breiteneder A., Pitzl M.L., 2006, “English as a lingua franca in Europe: challenges for applied linguistics”. Annual Review of Applied Linguistics 26: 3-34. Seidlhofer B. 2004. “Research perspectives on teaching English as a lingua franca”. Annual Review of Applied Linguistics 24: 209-239. Seidlhofer B. 2003, A Concept of International English and Related Issues: from ‘Real English’ to ‘Realistic English’?, Strasbourg: Council of Europe Language Policy Division www.coe.int/lang Seidlhofer B. 2002. “The shape of things to come? Some basic questions about English as a Lingua Franca” in Knapp K. e Meierkord C. (a cura di), Lingua Franca Communication, Frankfurt/Main, Peter Lang. Sercu L. con Bandura E., Castro P., Davcheva L., Laskaridou C., Lundgren U., Mendez Garcìa M.C., Ruan P. 2005. Foreign Language Teachers and Intercultural Competence. Clevedon: Multilingual Matters. Tomlinson B. (a cura di). 2003. Developing Materials for Language Teaching. Londra: Continuum. Tomlinson B. 2008. English Language Learning Materials. Londra: Continuum. Vettorel, P. (in corso di stampa) “EIL/ELF and representation of culture in textbooks: only food, fairs, folklore and facts?”, in C. Gagliardi, A. Maley (a cura di), EIL, ELF, Global English: Teaching and Learning Issues. Bern: Peter Lang. Traverso, P. 2006. Gone Fishing. English Teaching Professional 42: 22-24. Yan, G. 2008. A process approach to teaching culture. English Teaching Professional 59: 29-31. Zanini, G. 2007. Making culture real. English Teaching Professional 49: 18-20. ANOÈ - La formazione.indd 101 13/02/2012 20:48:03 102 Paola Vettorel Materiali in Indire Punto Edu Lingue http://puntoeduri.indire.it/lingue/offerta_lo/index.php?action=offerta_gen&att_ id=1&area_t=b (Formazione 2007) http://puntoeduri.indire.it/lingue/offerta_formativa/index.php?offerta_gen&att_ id=444&menu_2=384 (Formazione 2008) Balboni, P.E., Serragiotto, G. 2008. Lingua e Cultura nell’insegnamento delle lingue. Punto Edu Lingue/ Indire. Balboni, P.E. Cultura, civiltà e interculturalità nell’insegnamento della lingua inglese. 2007. Punto Edu Lingue/Indire. Burchietti, E., Foresta, M.P. 2008. Anansi the trickster spider: educare alla multiculturalità attraverso i racconti. Punto Edu Lingue/Indire. Cinganotto, L. 2008. Hannukà. Punto Edu Lingue/Indire. Curci, A. M. Rainoldi, M. 2007. La competenza plurilingue: dal parziale al trasversale, il vestiario. Punto Edu Lingue/Indire. Langé G. 2007. Il Content and Language Integrated learning: apprendere un contenuto in lingua straniera. Punto Edu Lingue/Indire. Plastina, A.F. 2008. Insegnare l’inglese in contesti plurilingui e pluriculturali. Punto Edu Lingue/Indire. Rampone, S. Calabrese, I. 2008. Esperienze interculturali: A world of Chocolate. Punto Edu Lingue/Indire. Rampone, S. 2008. Do you like tea? Punto Edu Lingue/Indire. Serragiotto G. 2008. La cultura inglese. Punto Edu Lingue/Indire. Serragiotto G. 2007. Il binomio lingua cultura. Punto Edu Lingue/Indire. Valentini, C. 2008. English words I know. Punto Edu Lingue/Indire. Traverso, P. 2008. Rhymes, proverbs and popular culture. Punto Edu Lingue/Indire. ANOÈ - La formazione.indd 102 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 103 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening, reading, speaking and writing Catia Longo “L’uso della lingua, incluso il suo apprendimento, comprende le azioni compiute da persone che, in quanto individui e attori sociali, sviluppano una gamma di competenze sia generali sia, nello specifico, linguistico – comunicative. [...] Queste implicano i processi linguistici di produrre e/o ricevere testi su determinati temi in domini specifici, con l’attivazione delle strategie che sembrano essere più adatte a portare a buon fine i compiti previsti.” [Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue] L’insegnamento-apprendimento della lingua straniera è dunque un processo che da un lato coinvolge molteplici dimensioni dell’individuo, e dall’altro sviluppa competenze che vanno oltre il piano strettamente linguistico. L’insegnante di lingua straniera, pur focalizzandosi principalmente sullo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative, deve tenere presente che l’ambiente di apprendimento predisposto per i propri alunni favorisce anche lo sviluppo di altre abilità, prime fra tutte le abilità sociali. Non esiste, infatti, apprendimento linguistico senza interazione. Per questo l’insegnamento della lingua straniera dovrebbe seguire un approccio comunicativo. L’interazione prevede uno scambio fra almeno due individui che si alternano nella produzione e ricezione, e “l’apprendimento del soggetto si manifesta nella sua capacità di dominare la lingua tanto sul versante ricettivo (abilità del comprendere e del leggere) quanto sul versante produttivo (abilità del parlare e dello scrivere)”. [Freddi, Glottodidattica. Fondamenti, metodi e tecniche, UTET]. Insegnare una lingua straniera richiede la messa in atto di strategie per lo sviluppo di tutte e quattro le abilità (listening, speaking, reading e writing), ma, tenendo conto dell’età degli apprendenti, è necessario seguire dei criteri che rendano il percorso di apprendimento il più possibile naturale e privo di ostacoli. Con alunni di scuola primaria, nelle fasi iniziali dello studio della lingua è importante dedicare attenzione predominante alle abilità orali (listening e speaking), focalizzandosi in un momento successivo sulle abilità grafiche, di lettura prima e di scrittura successivamente. “L’auspicabile, funzionale integrazione delle quattro abilità avrà poi luogo in stadi successivi dell’apprendimento”. [Freddi, ANOÈ - La formazione.indd 103 13/02/2012 20:48:03 104 Catia Longo op.cit.] Le ricerche hanno messo in luce come l’apprendimento della lingua orale faciliti la successiva acquisizione della lingua scritta, e come l’esposizione iniziale alla lingua scritta renda più difficile in un secondo momento l’acquisizione della lingua orale. Da questo discende la necessità di pratiche didattiche che, per la presentazione di nuovo lessico e/o strutture linguistiche, prevedano molteplici attività di ascolto iniziali, seguite da altre attività per la produzione orale. Soltanto quando gli alunni padroneggiano la lingua orale è opportuno presentare la lingua scritta, e si dovrebbero proporre esercitazioni di scrittura soltanto dopo che gli alunni dimostrano di sapersi destreggiare nella lettura. Questo percorso, che ripercorre le fasi di acquisizione della lingua madre, si rende tanto più necessario per l’apprendimento della lingua inglese, che non è una lingua fonetica, e come tale ha un sistema di corrispondenza fonema-grafema diverso da quello della lingua italiana. La necessità di dedicare molto tempo ad attività orali può presentare alcuni problemi nella pratica didattica: –– gli alunni potrebbero sentirsi frustrati per il fatto di non capire quanto viene loro detto o chiesto –– è necessario un ampio repertorio di giochi ed esercizi, e i libri di testo spesso non offrono molte attività di questo genere –– è necessaria una buona padronanza linguistica da parte dell’insegnante –– possono aumentare le difficoltà nella gestione della disciplina –– sarebbero opportuni interventi brevi, difficili per un’insegnante che opera come specialista e deve attenersi a una certa organizzazione dell’orario settimanale –– presso le famiglie il lavoro orale non ha visibilità, in quanto sul quaderno degli alunni non vi è alcuna “registrazione” di quanto svolto. Non si tratta, comunque, di difficoltà insormontabili: semplici strategie possono aiutare a trovare buone soluzioni. Un grande aiuto viene dalla didattica ludica, che consente di creare un contesto autentico, motivante e non ansiogeno per gli alunni. Nelle situazioni di gioco, maggiori sono la motivazione all’attenzione e all’apprendimento, e minore è l’ansia da prestazione; inoltre spesso il gioco richiede la collaborazione fra pari, creando così opportunità di aiuto reciproco. Oltre a questi vantaggi ce n’è uno ulteriore: l’associazione tra attività divertenti e lingua straniera, che crea negli alunni un atteggiamento positivo verso l’apprendimento della lingua. Nella didattica ludica possono essere utilizzati materiali concreti, in particolare immagini (flashcard) e oggetti, che aiutano nella comprensione della lingua di nuova presentazione. Oltre ad attività di tipo ludico, possono essere proposte delle situazioni di routine in lingua straniera, ad esempio a inizio e a fine lezione o nella presentazione di lessico e strutture, che un po’ alla volta i bambini imparano a gestire e a comprendere pienamente. Una volta stabilita una routine, si possono utilizzare elementi linguistici nuovi con attività conosciute, o, al contrario, si possono presentare nuove attività utilizzando elementi linguistici noti. Tutto questo consente agli alunni ANOÈ - La formazione.indd 104 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 105 di capire il significato di quanto viene proposto e di sviluppare man mano una sempre maggiore capacità di comprensione della lingua straniera. Suggerimenti per attività per lo sviluppo delle abilità orali possono essere trovati nei libri di testo, in giochi tradizionali (britannici o italiani), in testi specifici di didattica della lingua straniera, in incontri tra docenti per scambi di esperienze, durante corsi di aggiornamento o possono anche essere forniti dagli stessi alunni. Una buona pratica è quella di annotare le attività che funzionano meglio, in modo da averne un elenco che può, all’occorrenza, essere modificato o integrato. Nell’Appendice di questo volume vengono descritte attività pratiche, utilizzabili in classe per lo sviluppo delle abilità di listening e speaking. In molti casi la gestione di attività orali per la presentazione di nuovo lessico e strutture richiede all’insegnante la padronanza linguistica soltanto degli elementi linguistici che devono essere appresi dagli alunni. Un valido aiuto possono essere i libri di testo, che sono in genere accompagnati da un supporto audio: una buona conoscenza preventiva del materiale a disposizione può aiutare un insegnante a destreggiarsi nell’uso della lingua orale. Durante lo svolgimento di attività orali, in alcuni casi si possono verificare difficoltà nella gestione della disciplina, in quanto l’elemento competitivo presente in alcuni giochi o l’entusiasmo suscitato da questi possono portare i soggetti più vivaci ad atteggiamenti troppo esuberanti. Ogni situazione deve essere valutata singolarmente, ma strategie efficaci si sono dimostrate l’esclusione dal gioco di chi esagera, i giochi di squadra e l’alternanza di attività eccitanti (stirrer activities) e attività tranquillizzanti (settler activities). Particolare attenzione dovrebbe, poi, essere posta alla durata delle proposte: un gioco troppo lungo può più facilmente portare a difficoltà di gestione. In particolare nelle prime due classi di scuola primaria, dove alle attività orali deve essere dedicata la maggior parte del tempo, sarebbe opportuno che l’insegnante specialista effettuasse interventi brevi, in modo da limitare le difficoltà a cui si è appena accennato. A volte questo risulta difficile nell’organizzazione dell’orario settimanale: il problema dovrebbe essere posto in sede di Consiglio d’Interclasse, in modo da poter predisporre un orario funzionale alle esigenze delle prime classi. Per un sereno svolgimento delle attività si rende indispensabile un’accurata informazione delle famiglie in merito alla metodologia seguita nelle lezioni di lingua straniera. L’ampio spazio da dedicare alla lingua orale è uno degli aspetti che differenzia la didattica della lingua straniera da quella delle altre discipline, e la non visibilità a casa di quanto svolto a scuola potrebbe dare origine a fraintendimenti. La spiegazione dell’approccio alla base degli interventi aiuta a fugare i dubbi che possono insorgere. Dopo l’ampio spazio dedicato alle attività orali gli alunni dovrebbero aver sviluppato la capacità di comprendere e usare attivamente gli elementi linguistici presentati. Una volta accertato questo, si può passare alla presentazione della lingua scritta. Anche in questa fase la didattica ludica si rivela una strategia vin- ANOÈ - La formazione.indd 105 13/02/2012 20:48:03 106 Catia Longo cente. Molte delle attività proposte nella fase orale, come ad esempio i giochi con le flashcard, possono essere riproposte con le parole scritte, in modo che gli alunni familiarizzino con la grafia di vocaboli e frasi. Nel percorso di esposizione alla lingua scritta si rendono utili anche strumenti quali schede ed esercizi da eseguire sul libro di testo o sul quaderno individuale. Se alla base c’è una buona acquisizione della lingua orale, non sarà necessario dedicare un tempo molto lungo ad attività di reading, e quando gli alunni dimostrano una buona abilità nella lettura si potrà prevedere il passaggio alla scrittura. È opportuno richiedere inizialmente la copiatura di parole e frasi, per passare successivamente alla scrittura autonoma. Anche per la scrittura, attività con aspetti ludici, quali cruciverba, puzzle e giochi di parole, si rivelano molto motivanti. Con le ultime classi della scuola primaria, la capacità degli alunni di gestire anche la lingua scritta può consentire loro di svolgere attività in cui sia previsto il contatto con coetanei che parlano la lingua straniera, come lingua madre o come frutto di apprendimento scolastico. Esperienze di corrispondenza epistolare o elettronica, oltre a fornire un contesto di comunicazione autentica, possono far sperimentare l’uso veicolare della lingua inglese e promuovere il contatto diretto con altre culture. La necessità di una comunicazione reale, inoltre, stimola gli alunni a trasferire ciò che hanno appreso in contesti nuovi, favorendo, così, lo sviluppo di nuove competenze. ANOÈ - La formazione.indd 106 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 107 Attività pratiche per lo sviluppo delle abilità di listening e speaking CHANGE PLACE Attaccate alcune flashcard in diversi punti dell’aula. Chiamate tanti alunni quante sono le flashcard e fate posizionare ogni bambino vicino a un’immagine. Dite il nome di due flashcard: i bambini che si trovano accanto ai soggetti nominati dovranno scambiarsi di posto. TRUE / FALSE CHAIR Attaccate su una sedia la parola True e su un’altra la parola False. Chiamate 2 alunni e disponeteli a una certa distanza dalle sedie. Mostrate loro una flashcard e dite una parola: se ciò che dite corrisponde alla flashcard esibita, i due giocatori dovranno sedersi sulla sedia True, in caso contrario sulla sedia False. Questo gioco può essere svolto anche a squadre: dividete la classe in due squadre e chiamate un giocatore per squadra. Chi riuscirà a sedersi per primo sulla sedia giusta otterrà un punto per la propria squadra. DARTS Attaccate alla lavagna alcune flashcard e assegnate un punteggio ad ognuna. Chiamate alla lavagna 2 o 3 alunni, disponeteli in riga a una certa distanza dalla lavagna e consegnate a ciascuno un oggetto morbido (ad esempio una pallina di spugna). Spiegate che il gioco è simile al tiro al bersaglio. Dite il nome di una delle flashcard: i giocatori dovranno lanciare l’oggetto sulla flashcard nominata, cercando di colpirla. Continuate dicendo altre parole e dopo alcuni lanci sommate i punti ottenuti da ogni giocatore. JUMP TO THE FLASHCARD Attaccate alcune flashcard in riga lungo una parete dell’aula, a una certa distanza l’una dall’altra. Chiamate 2 alunni e chiedete loro di posizionarsi di fronte alle immagini, a una certa distanza. Dite il nome di una flashcard: i bambini dovranno raggiungerla saltando. GO TO THE FLASHCARD Attaccate alcune flashcard in diversi punti dell’aula. Chiamate 2 o 3 alunni e spiegate che direte i nomi dei soggetti rappresentati uno dopo l’altro. Essi dovranno posizionarsi accanto alla flashcard nominata. ANOÈ - La formazione.indd 107 13/02/2012 20:48:03 108 Catia Longo SAY THE WORDS Consegnate agli alunni una flashcard e dite una delle parole rappresentate. Chi possiede l’immagine corrispondente dovrà alzarsi in piedi e posizionarsi di fronte alla classe tenendo l’immagine ben visibile. Dite le parole una dopo l’altra. Quando tutti i bambini con le flashcard saranno usciti, invitate la classe a nominare i soggetti. TRUE / FALSE GAME Spiegate che mostrerete una flashcard e direte una parola: quando quello che dite è vero (cioè quando la parola corrisponde all’immagine) i bambini dovranno alzarsi in piedi, in caso contrario dovranno sedersi. POINT TO THE PICTURE Attaccate le flashcard in diversi punti dell’aula. Dite le parole in successione e chiedete ai bambini di indicare con un dito le flashcard nominate. Variate la velocità e l’ordine di successione delle parole. Dopoun po’ invitate un alunno a prendere il vostro posto. MIME THE WORD Trovate con gli alunni delle modalità per mimare le parole su cui state lavorando. Dite un vocabolo e invitare i bambini a mimare. ANSWER YES OR NO Mostrate ai bambini una flashcard (ad esempio a cat) e chiedete Is it...(a cat)? Invitate la classe a rispondere Yes quando la risposta è affermativa, No in caso contrario. Potete decidere di eliminare chi dà la risposta sbagliata. FIND THE MISTAKE Scegliete una serie di flashcard. Dite in successione le parole e per alcune immagini dite un termine diverso rispetto al soggetto raffigurato. Invitate i bambini a battere le mani ogni volta che sentono un errore. TOUCH THE CARD Disponete sulla cattedra un certo numero di flashcard. Chiamate due o tre alunni e spiegate che direte una parola: essi dovranno toccare l’immagine corrispondente. LISTEN AND NUMBER Fornite ai bambini in fotocopia le immagini di alcuni soggetti. Dite i nomi di questi in un ordine diverso rispetto a quello in cui compaiono sulla scheda e invitate i bambini a numerare le figure. HIDDEN CARD Coprite una flashcard con un foglio di carta e lasciate visibile solo un piccolo particolare, poi chiedete ai bambini What is it? Ascoltate le risposte e poi mostrate il disegno per vedere chi ha indovinato. ANOÈ - La formazione.indd 108 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 109 KIM’S GAME Mettete alcuni oggetti all’interno di una borsa scura di stoffa. Passate la borsa ai bambini e chiedete loro di toccare un oggetto dall’esterno della borsa. Aprite la borsa per vedere quali oggetti sono stati individuati. MIME THE WORD Dividete i bambini in due squadre e chiedete a una squadra di scegliere una parola da mimare. Fate eseguire il mimo. L’altra squadra dovrà capire di cosa si tratta e dire la parola correttamente per poter ottenere un punto. Dopo 5 o 6 mimi, invertite i ruoli. Vince la squadra che riesce a indovinare più parole. GUESS MY FLASHCARD Nascondete una flashcard e chiedete ai bambini di indovinare cosa avete nascosto. Ascoltate la risposta di ciascuno, poi mostrate la flashcard. GUESS THE FLASHCARD Attaccate le flashcard alla lavagna “a faccia in giù” e scrivete un numero accanto a ogni flashcard: chiedete What’s number... (one)? Chiamate un alunno e chiedetegli di provare a indovinare. Dopo la sua risposta, sollevate un po’ la flashcard (senza che i bambini possano vederla) e dite No se l’alunno non ha indovinato, oppure Yes se ha indovinato. In caso una flashcard non sia stata indovinata, non rimuovetela e lasciatela “a faccia in giù”: dovrete nuovamente chiedere a qualcuno di indovinare di quale si tratta. Continuate il gioco finché tutte le flashcard saranno state scoperte e saranno visibili. ODD ONE OUT Scegliete alcune flashcard da una categoria di parole (per esempio i colori) e una flashcard di una serie diversa (ad esempio un numero). Mostratele, fate dire i vocaboli e invitate i bambin a individuare quale flashcard non appartiene allo stesso gruppo delle altre. WORD CHAIN Incollate 5 flashcard alla lavagna e scrivete un numero vicino a ciascuna. Fate sedere i bambini in cerchio e assegnate loro i numeri dall’1 al 5, in ordine. Al vostro “Via!” ogni bambino dovrà dire la parola del numero che gli è stato assegnato. SILENT SPEAKING Ripassate con le flashcard un certo numero di vocaboli. Spiegate ai bambini che direte una delle parole solo muovendo le labbra, senza far uscire la voce. Essi dovranno dire la parola. Pronunciate le parole esagerando i movimenti della bocca. SHOUT AND WHISPER Mostrate una flashcard e dite la parola prima sottovoce e poi gridando: chiedete ai bambini di ripetere ogni parola nello stesso modo. ANOÈ - La formazione.indd 109 13/02/2012 20:48:03 110 Catia Longo CHINESE WHISPER Fate sedere gli alunni per terra in riga o a semicerchio. Chiamate il primo alunno della riga o del semicerchio e sussurrategli all’orecchio una parola. Come nel gioco del telefono senza fili, invitate l’alunno a sussurrare la parola all’orecchio del secondo, questi all’orecchio del terzo e così via fino all’ultimo. L’ultimo dovrà alzarsi in piedi, venire alla cattedra, e dirla ad alta voce. Voi verificherete se corrisponde a quella che avevate detto inizialmente. MOVE AND STOP Attaccate alcune flashcard in diversi punti dell’aula e lasciate che i bambini si muovano liberamente nello spazio. A un certo punto dite “Stop!” e chiedete ai bambini di posizionarsi accanto alla flashcard più vicina al punto in cui si trovano. Chiedete, poi, a ogni gruppetto di dire il nome della flashcard presso cui si trovano. PASS THE PARCEL Disponete gli alunni in modo che siano tutti vicini e formino una catena. Consegnate a un alunno una palla di carta e accendete una brano musicale. Invitate gli alunni a passarsi la palla di carta di mano in mano finché c’è il sottofondo musicale. A un certo punto spegnete la musica e rivolgetevi al bambino che ha la palla in mano: mostrategli una flashcard e chiedetegli di dire la parola. Se risponderà in modo corretto potrà rimanere in gioco, diversamente verrà eliminato (o avrà una penalità). REMEMBER THE WORDS Attaccate alla lavagna alcune flashcard e fatele osservare per circa 20 secondi, poi toglietene una. Chiedete alla classe di dire la parola che manca. Fate la stessa cosa con un’altra flashcard e chiedete ai bambini di dire tutti e 2 i vocaboli che mancano. Continuate allo stesso modo finché avrete tolto tutte le immagini: gli alunni dovranno dirvi tutte le parole presentate. BINGO Consegnate a ogni bambino 6 immagini relative a un certo argomento (o chiedete loro di disegnare) e fatele appoggiare sul banco. Nominate i soggetti relativi all’argomento uno alla volta: ogni volta che un bambino si accorge di avere quella figura, dovrà capovolgerla. Il primo a capovolgere tutte le figure dovrà dire Bingo! e sarà il vincitore. RAISE A CARD Consegnate a ogni bambino una serie di immagini. Dite una parola e invitate gli alunni a sollevare l’immagine corrispondente. Aumentate man mano la velocità di successione delle parole. SNAP! I bambini avranno bisogno di una serie di immagini ciascuno sottoforma di carte da gioco. Disponete la classe a coppie. Dite alle coppie di mescolare assieme le loro serie di carte e di distribuirne la metà a ciascuno. I bambini dovranno poi girare una carta alla volta e ap- ANOÈ - La formazione.indd 110 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 111 poggiarla sul tavolo rivolta verso l’alto. Quando verranno girate due carte uguali, il prima a dirne il nome prenderà tutto il mazzo. Il gioco continua finché un giocatore rimane senza carte. MEMORY Consegnate a ogni alunno una serie di carte illustrate. Dividete la classe a coppie. Dite ai bambini di posizionare sul banco le due serie di carte “a faccia in giù”. I bambini dovranno trovare le coppie. Ogni volta che capovolgono una carta dovranno dire il nome del soggetto raffigurato. Vince chi alla fine ha più coppie. LISTEN AND ORDER Consegnate ai bambini una serie di carte ciascuno. Spiegate loro che direte le parole raffigurate: essi dovranno posizionare le carte sul banco seguendo l’ordine con cui voi pronunciate i vocaboli. Alla fine fate ripetere le parole in ordine. Catia Longo CRT Padova – IC Camposampiero (Pd) FIVE-MINUTE ACTIVITIES Vengono di seguito elencate brevi attività che possono essere utilizzate per avviare una lezione (warmer), per concludere un intervento, o per rompere e variare il ritmo delle lezioni. Si tratta di esercizi linguistici che possono essere proposti nei corsi di formazione. Fra parentesi quadre vengono dati dei suggerimenti per adattarli ad alunni di scuola primaria. ASK ME QUESTIONS Ripassate con la classe una serie di vocaboli, sceglietene uno e invitate gli studenti a rivolgervi domande per indovinarlo. Le domande dovranno essere formulate in modo che la risposta possa essere solo Yes o No (ad esempio: Is it big? Is it an animal? Is it a noun? Did we learn it last week?...). BINGO! Ripassate con la classe un certo numero di vocaboli (che voi dovrete aver scritto su un foglio), poi invitate ogni studente a sceglierne otto o dieci e a scriverli. Nominate le parole in un certo ordine e chiedete agli alunni di cancellare con un segno quelle chiamate. Il primo a cancellare tutti i vocaboli dovrà dire Bingo! Variante. Anziché leggere le parole, potete darne la definizione. [Chiedete agli alunni di disegnare i soggetti anziché di scrivere le parole] CHANGE THE SENTENCE Scrivete alla lavagna una frase (ad esempio I usually have tea in the afternoon) e chiedete agli studenti di dirne altre che abbiano la stessa struttura (nell’esempio citato: soggetto, avverbio di frequenza, verbo, complemento oggetto, indicatore temporale – I never have pizza at lunchtime, I always drive my car on Sundays...). [Dite oralmente la frase modello e utilizzate delle immagini come aiuto per le nuove frasi]. ANOÈ - La formazione.indd 111 13/02/2012 20:48:03 112 Catia Longo CROSSWORD Scrivete una parola alla lavagna. Chiamate uno studente e chiedetegli di scriverne un’altra che si incroci con essa. Continuate con altri studenti. B HOUSE O K CROSSWORD COMPETITION Dividete la classe in due o tre squadre. Proponete l’attività precedente, ma date un tempo di 10 secondi per trovare una parola da incrociare. La prima squadra che riuscirà a trovare una parola otterrà un punto. CUT THE SENTENCE Dite una frase e chiedete a uno studente di ripeterla togliendo da una a tre parole. La nuova frase dovrà essere grammaticalmente corretta e ancora dotata di senso logico. Dopo il primo, un secondo studente dovrà fare la stessa cosa, e così via finché rimarrà solo una parola. Ad esempio: In the morning at seven fifteen I usually have a black coffee in my warm and big kitchen with my husband. In the morning at seven fifteen I usually have a black coffee in my warm and big kitchen with my husband. In the morning at seven fifteen I usually have a black coffee in my warm and big kitchen with my husband. EXPAND THE SENTENCE Questa attività funziona allo stesso modo della precedente, ma agli studenti viene richiesto di arricchire la frase anziché tagliarla (facendo riferimento all’esempio precedente si può partire dalla frase minima I have coffee). FIND SOMEONE WHO... Chiedete agli studenti di trovare all’interno della classe qualcuno con certe caratteristiche (ad esempio Find someone who has your same name/who was born in your same month/ who has a red car/who has the same favourite colour as you...). Lasciate gli studenti liberi di muoversi nell’aula per rivolgere domande ai loro compagni. [Distribuite agli alunni coppie di immagini. Ogni bambino dovrà trovare chi ha la sua stessa immagine chiedendo ai compagni Have you got a... (car)?] FIND THE MISTAKE Dite una frase che contenga un errore e chiedete alla classe di trovarlo. Potete anche scrivere la frase alla lavagna. Variante 1. Scrivete alla lavagna parole con errori di spelling. Variante 2. Dividete la classe in gruppi e fornite a ogni gruppo una serie di frasi, o parole, con errori. Sarà vincitore il gruppo che riuscirà a trovarli tutti nel tempo più breve. ANOÈ - La formazione.indd 112 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 113 FIND THE WORD IN YOUR BOOK Dite una parola che gli studenti hanno incontrato in qualche brano di lettura del libro di testo. Invitate la classe a trovare la pagina in cui è presente la parola detta. Variante. Descrivete un’immagine presente nel libro di testo e invitate gli studenti a trovarla. GUESS MY WORD Ripassate con il gruppo una serie di vocaboli presentati precedentemente. Fate lo spelling di una di queste parole e chiedete alla classe di dire la parola intera. Invitate gli studenti, a catena, a fare lo stesso. La stessa attività può essere svolta a coppie. GUESS THE MISSING WORD Scrivete un certo numero di parole su foglietti di carta (una parola per foglio). Fatele leggere alla classe, poi sceglietene una e nascondetela. Fate leggere quelle rimaste e chiedete agli studenti di dire quella che manca. Continuate togliendo altre parole. Variante 1. Chiedete alla classe di indovinare cosa avete scelto, senza far leggere le altre parole. Variante 2. Dividete la classe in gruppi e chiedete a ogni gruppo di indovinare il vocabolo. Un punto verrà assegnato alla squadra che indovina. Variante 3. Fate leggere tutte le parole e date la definizione di una di esse perché venga indovinata. [Utilizzate immagini anziché parole scritte]. GUESS THE WORD FROM THE PICTURE Disegnate alla lavagna una piccola parte di un oggetto (ad esempio i raggi della ruota di una bicicletta), poi chiedete What is it? Invitate gli studenti a rispondere. Se nessuno indovina la parola (bicycle nell’esempio citato), aggiungete al disegno un altro particolare, chiedete nuovamente What is it? e ascoltate le risposte. Continuate ad aggiungere particolari finché qualcuno dirà il nome dell’oggetto. La stessa attività può essere svolta a coppie. GUESS THE SENTENCE Proponete l’attività precedente, ma anziché dire la parola, questa volta la classe dovrà indovinare la frase che contiene quella parola, utilizzando le strutture linguistiche imparate (per l’esempio citato precedentemente le possibilità potrebbero essere: I like riding my bicycle, I’ve got a bicycle, My bicycle is new, I go to school by bicycle...). I SPY WITH MY LITTLE EYE... Si tratta di un gioco tradizionale britannico. Il conduttore del gioco osserva l’ambiente circostante, sceglie un oggetto (del quale non rivela il nome), dice I spy with my little eye something beginning with... e nomina la prima lettera che compone il nome dell’oggetto scelto. Compito del gruppo è quello di indovinare la parola. Chi la indovina farà da conduttore. Variante. L’attività può essere variata dicendo la lettera finale del nome: in questo caso si dovrà dire la frase I spy with my little eye something ending with... ANOÈ - La formazione.indd 113 13/02/2012 20:48:03 114 Catia Longo [Per facilitare l’individuazione del nome dell’oggetto si possono lasciare visibili una serie di immagini tra le quali verrà scelto il nome]. RECOGNISE WORDS Su un foglio fate scrivere agli studenti il nome di categorie di parole (ad esempio Food, Drinks, Sports) e raccontate una storia. Chiedete che ogniqualvolta nella storia viene nominata una parola appartenente alle categorie indicate, questa venga scritta nella colonna adeguata. [Dite una lista di parole anziché raccontare una storia, scegliete un simbolo che rappresenti le categorie, e chiedete ai bambini di fare una crocetta nella colonna giusta quando sentono una parola che appartiene a quella categoria] SPIDER WEB Scrivete alla lavagna una parola, poi chiedete a uno studente di dirne un’altra collegata a questa: scrivetela e disegnate una linea che colleghi le due. Fate la stessa cosa con altri cinque o sei studenti, partendo sempre dalla prima parola. Indicate poi una delle parole dette da uno studente e chiedete a un altro di dirne un’altra collegata a questa. Continuate a disegnare la “ragnatela” finché la classe riuscirà a trovare parole associate. Variante 1. Quando avete scritto un numero consistente di vocaboli, potete chiedere a un volontario di dire una frase che contenga il maggior numero possibile di parole tra quelle alla lavagna. Variante 2. Cancellate le parole e chiedete agli studenti di ricordarle. Variante 3. Potete scrivere un nome e chiedere alla classe di trovare aggettivi che si possano riferire ad esso. Partite, poi, dagli aggettivi per trovare altri nomi ad essi collegati e continuate la “ragnatela”. [Fate dire le parole e attaccate alla lavagna immagini anziché scrivere i vocaboli] WHAT’S THIS? Mostrate alla classe un libro e chiedete What’s this? gli studenti vi risponderanno It’s a book. Aprite il libro, mettetelo a forma di tetto e dite No, it’s a roof. Invitate gli studenti a immaginare creativamente gli oggetti dell’aula e a rivolgere alla classe la stessa domanda. L’attività può essere svolta anche a coppie. WRITE WHAT COMES NEXT Date un foglio a ogni studente. Scrivete alla lavagna una battuta di dialogo (ad esempio It’s raining today) e chiedete a ogni studente di scrivere sul proprio foglio un’altra battuta per continuare il dialogo. Fate passare il foglio allo studente successivo, chiedete a questi di leggere ciò che ha scritto il compagno e di aggiungere un’altra battuta. Fate piegare il foglio in modo che si legga solo l’ultima frase scritta, e fate continuare il dialogo allo stesso modo finché raggiunge le cinque o sei battute. Leggete i dialoghi ad alta voce. WRITE WORDS Scrivete alla lavagna un certo numero di lettere dell’alfabeto e chiedete agli studenti di scrivere il maggior numero possibile di parole con le lettere date, utilizzando ogni lettera solo una volta. ANOÈ - La formazione.indd 114 13/02/2012 20:48:03 Buone pratiche per il miglioramento delle abilità di listening 115 Variante 1. Dividete la classe in squadre di quattro o cinque giocatori e assegnate un tempo per scrivere le parole. Sarà vincitrice la squadra con il maggior numero di parole o che avrà scritto più parole lunghe. Variante 2. Scrivete alla lavagna parole e chiedete agli studenti di creare frasi. Bibliografia Bonetto Roberto (a cura di), Dispensa di glottodidatica, CRT Padova, 2006 Cameron Lynne, Teaching languages to young learners, Cambridge University Press, 2001 Consiglio d’europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento insegnamento valutazione, Oxford – La Nuova Italia, 2002 Cook Guy, Language play, language learning, Oxford University Press, 2000 Halliwell Susan, L’inglese nella scuola elementare: una guida pratica, Longman, 1992 Longo Catia, Friends forever 2a – Manuale per l’insegnante, Oxford University Press, 2009 Sanzo Raffaele, Fare lingua seconda nella scuola elementare. Principi, realizzazioni e tipologie di esercizi per le singole abilità, Istituto geografico De Agostini, 1993 UR Penny & WRIGHT Andrew, Five-minute activities, Cambridge University Press, 1992 ANOÈ - La formazione.indd 115 13/02/2012 20:48:03 116 ANOÈ - La formazione.indd 116 Catia Longo 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza 117 L’osservazione in classe e la co-docenza maria De Luchi 1. Caratteristiche e finalità educative e didattiche dell’osservazione in classe e della co-docenza Ogni docente porta con sé un bagaglio culturale teorico derivante dalla sua formazione scolastica, da letture e dalla frequenza a corsi di formazione a vari livelli. Molti docenti lamentano tuttavia il grande divario che a volte esiste tra quanto teorizzato o proposto nell’ambito della formazione iniziale e in servizio (sapere acquisito) da parte di esperti e quanto gli insegnanti stessi hanno potuto apprendere dal contesto reale (sapere esperienziale), attraverso il lavoro quotidiano nelle classi. Per gli insegnanti di lingua inglese nella scuola primaria, già formati in ambito glottodidattico in modalità blended grazie all’utilizzo dei materiali presenti nella piattaforma Indire, l’osservazione di classe di lingua e la co-docenza contribuiscono a colmare questo divario proprio perché si realizzano nella prassi, all’interno di uno specifico contesto scolastico (Losito, Pozzo 2005, Wallace 1991). La teoria, infatti, trova la sua collocazione nel momento in cui si riflette sulla prassi (Coonan, 2000). Un futuro docente di lingua inglese può, ad esempio, porsi queste domande: quali approcci glottodidattici vengono applicati? Quali strumenti vengono usati in aula e con quali modalità? Come si utilizza la LS in classe? Quanti problemi possono insorgere nei gruppi e come è possibile gestirli? In quest’ottica diventa significativa l’esperienza di chi svolge alcune sedute di osservazione di classi di lingua senza intervenire in alcun modo nella lezione. Osservatore e docente d’aula devono, prima dell’osservazione diretta, stabilire in dettaglio obiettivi e strumenti di osservazione (cfr. par. 3 e all. 1-4) e concordare la modalità di analisi successiva dei dati (cfr. par. 4). Esiste il pericolo, infatti, di raccogliere una quantità eccessiva di informazioni che non si riesce a gestire in modo significativo. La co-docenza prevede il lavoro condiviso di due insegnanti, il docente d’aula e il tirocinante che possono gestire la lezione in compresenza, alternando funzioni ed interventi, oppure svolgere compiti specifici (es. gestione della lezione frontale ANOÈ - La formazione.indd 117 13/02/2012 20:48:03 118 maria De Luchi l’uno e sostegno individualizzato l’altro) all’interno della classe. Il docente d’aula sarà persona con la quale si condividono sentimenti di “fiducia, simpatia ed empatia” (Burns, 1999). La situazione ideale è l’osservazione tra pari, in cui due docenti si osservano a turno nelle proprie classi, in un rapporto paritetico di reciproco scambio. L’osservazione (Lopriore 2002, Mariani, Pozzo 2002, Wajnryb 1992) può avere come obiettivo: –– La lezione, di cui si rileveranno le finalità educative e gli obiettivi didattici, la scansione oraria, l’alternanza delle varie attività, l’utilizzo di materiali e attrezzature, le modalità di feedback utilizzate; –– Il gruppo classe, mediante l’analisi delle risposte fornite, del clima generale di classe, del livello di attenzione globale e dell’interesse dimostrati; –– Il docente d’aula, che concretizzerà nella sua prassi convinzioni e atteggiamenti personali (Mariani, Pozzo 2002), operando scelte concrete di tipo pedagogico-didattico. Si potrà in particolare analizzare la quantità e qualità di utilizzo della LS in relazione ai livelli di competenza degli studenti, la modalità di trasmissione delle consegne, l’uso del tono di voce, della gestualità, ecc.; –– I singoli studenti, dei quali si potranno monitorare in dettaglio comportamenti, atteggiamenti, produzione ed interazione linguistica. I dati che verranno raccolti saranno motivo di riflessione concreta e di confronto tra teoria e pratica e potranno comportare un cambiamento – anche molto circoscritto, ma effettivo – nella realtà contestuale di ciascuno. L’osservazione è quindi un strumento esplorativo che consente ai ricercatori di accettare interpretazioni motivate dai dati, anziché da puri costrutti teorici (Pinter 2006). 2. L’esperienza svolta presso il CRT di Paese (TV) A conclusione del ciclo di formazione linguistica e metodologico-didattica ministeriale prevista per le docenti di lingua inglese della scuola primaria della provincia di Treviso, nel mese di aprile 2006 lo staff organizzativo ha proposto loro di realizzare su base volontaria un’esperienza di osservazione e co-docenza in classi di lingua individuate dalle docenti stesse e per un modulo orario di 10/12 ore, suddivise in 5/6 di osservazione e 5/6 di co-docenza. In un incontro svoltosi presso il Centro Risorse Territoriali “C. Casteller” di Paese si è presentato il modello organizzativo e sono stati illustrati gli strumenti di osservazione da utilizzare, unitamente ad un semplice modello di relazione e ad un registro presenze da compilare a conclusione dell’esperienza. Ventuno docenti hanno aderito all’iniziativa proposta ed hanno svolto in media una decina di ore complessive, inviando al CRT le schede di osservazione ANOÈ - La formazione.indd 118 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza 119 compilate e la relazione finale. Non potendo assicurare il riconoscimento formale del progetto, non si è svolto il previsto momento di socializzazione e analisi condivisa delle esperienze, tuttavia le riflessioni ed i pareri che emergono dalle relazioni delle docenti sottolineano la valenza altamente positiva del progetto ed offrono spunti interessanti per la ricerca. 3. I materiali utilizzati Sia gli strumenti di rilevazione dati, sia le schede di osservazione possono essere di vario genere e natura (Wajnryb 1992; Burns 1999). Per ciascuno di loro è necessario stabilire l’obiettivo (la lezione, i materiali, le abilità, ecc.), l’oggetto dell’osservazione (docente, classe, singoli alunni), gli attori coinvolti, i tempi e i criteri di osservazione, nonché le modalità di analisi dei dati raccolti (Losito, Pozzo 2005, Coonan 2000). Presupponendo che le docenti non avessero esperienza approfondita di osservazione d’aula, ho predisposto degli strumenti di osservazione chiusi, ossia predefiniti e semplici da compilare, corredati da note esplicative, illustrate nel corso della lezione in presenza. Gli strumenti di osservazione e riflessione, riportati a conclusione del presente lavoro, riguardavano: –– le fasi della lezione (Allegato 1: scheda n. 1); –– le modalità con cui il docente cattura l’attenzione degli studenti (Allegato 2: scheda n. 2); –– le istruzioni date (Allegato 3: scheda n 3); –– la co-docenza (Allegato 4: scheda n. 4). Si sono definite le modalità di svolgimento dell’attività di osservazione: condivisione preventiva del progetto formativo e degli strumenti con il docente “accogliente”, presentazione agli alunni, postazione migliore da assumente in aula, presenza silenziosa, riflessione condivisa a posteriori. Si è sottolineato come i commenti a cura della docente osservatrice dovessero essere strettamente legati a ciò che effettivamente si stava svolgendo in classe, evitando accuratamente considerazioni esaustive su fatti o persone. I dati raccolti, così come lo strumento usato, dovevano essere condivisi con il docente d’aula (docente osservato), configurandosi come occasione di stimolo e confronto reciproco. 4. Principali dati emersi Dall’analisi delle relazioni prodotte emergono alcune tematiche di particolare rilievo, in quanto i lavori presentano uno spaccato realistico e dettagliato delle modalità in cui si insegna la lingua inglese nella scuola primaria della provincia ANOÈ - La formazione.indd 119 13/02/2012 20:48:03 120 maria De Luchi in classi diverse per età dei discenti e livello di competenza linguistica. Abbiamo individuato alcuni temi ricorrenti nelle varie relazioni e che possono costituire argomento di analisi per insegnanti e formatori: –– –– Approcci e metodi: la maggioranza dei docenti di’aula utilizza in forma prioritaria l’approccio ludico7 in senso lato: questo comporta non solo lo svolgimento effettivo di giochi in lingua inglese, ma anche l’utilizzo di filastrocche, indovinelli e realia in forma ludica, stimolando la competizione tra i gruppi e la creazione di un ambiente sereno e giocoso. Altro metodo utilizzato è il Total Physical Response (TPR)8 che consente di abbinare la gestualità alla produzione e riproduzione di elementi lessicali o di frasi. Molto ricorrente è la presenza dell’elemento musicale, sotto forma di canzoncine e semplici motivi di diverso genere che accompagnano le varie fasi della lezione, allo scopo di coinvolgere gli alunni, motivarli allo studio della lingua e favorire la memorizzazione di quanto presentato. Spesso le canzoni sono strettamente legate all’argomento proposto, ma non è sempre chiara la fonte (libro di testo in uso o materiale libero). La maggioranza delle lezioni osservate verteva sullo sviluppo della abilità di ascolto, produzione ed interazione orale. La lettura riguardava principalmente il materiale esposto in classe o quanto scritto alla lavagna nelle prime classe e libri di testo o altro materiale nelle classi successive; molto limitate le esperienze di scrittura, concentrate principalmente nelle classi terminali della scuola primaria. Struttura della lezione (Vedi Allegato 1): Prevale l’utilizzo dell’unità didattica (Balboni 2002), articolata nelle fasi di presentazione, pratica e produzione. La La didattica ludica è da considerarsi come la modalità privilegiata di insegnamento ai giovani apprendenti, in quanto coinvolge vari aspetti della personalità, quali la relazionalità e l’espressività e implica l’uso di tutte le facoltà sensoriali (Balboni, Coonan, Ricci Garotti, 2001: 12-13). Esiste una distinzione tra play e game: il primo è “l’atteggiamento ludico di fondo che contraddistingue il bambino nel suo processo di scoperta del mondo. È l’atteggiamento caratterizzato da libertà e da assenza di limitazioni, gratuità, piacere, creatività, movimento, relazione con l’ambiente fisico e umano, sperimentazione, manipolazione. Per il bambino, il play costituisce un’autentica modalità di scoperta, di assimilazione e di accomodamento (ristrutturazione cognitiva) del mondo circostante (Piaget, 1972) in cui vengono attivate tutte le sue capacità senso-motorie, cognitive, affettive, linguistiche e sociali. Il game, invece, è inteso come attività ludica retta da regole socialmente imposte e accettate dal giocatore. Il gioco game rimanda quindi al gioco di relazione” (Caon, Rutka, 2004: 30). 8 Il Total Physical Response (TPR) è un particolare approccio glottodidattico che si fonda principalmente sul coordinamento tra parola e azione, allo scopo di insegnare la lingua attraverso l’attività fisico-motoria. Fu teorizzato da James Asher, che osservò come la lingua rivolta ai bambini consistesse essenzialmente di comandi, ai quali essi rispondevano usando i movimenti del corpo, prima di iniziare a produrre risposte di tipo verbale. Di conseguenza, a suo parere, l’insegnamento di una seconda lingua doveva riflettere il processo “naturale” di apprendimento della prima lingua (Richards and Rodgers, 1986: 90). 7 ANOÈ - La formazione.indd 120 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza –– –– –– –– 121 quasi totalità delle lezioni prevede inizialmente la ripresa degli elementi già presentati, attività che a volte richiede tempi lunghi. A tale proposito, molte docenti osservatrici sottolineano la necessità di ripetere più volte lessico e funzioni al fine di favorirne l’assimilazione da parte degli studenti. Le varie fasi della lezione sono caratterizzate in genere da tempi molto brevi (2/5 minuti) in modo tale da tenere desta l’attenzione. Modalità di lavoro: Spesso le docenti “accoglienti” lavorano con il gruppo classe, abbastanza frequente appare il lavoro a coppie, mentre il lavoro di gruppo viene usato in una minoranza di casi. Molte insegnanti rilevano alcuni problemi di gestione delle classi prime e seconde della scuola primaria e rilevano come sia difficile mantenere vivi l’interesse e l’attenzione dei più piccoli, se non presentando loro una varietà di stimoli e dedicando breve tempo all’esecuzione di ciascuna attività. Utilizzo della L1/LS (Vedi Allegati 1 e 3): nella maggior parte dei casi, si utilizza la lingua inglese da parte delle docenti d’aula nel dare semplici consegne utilizzando il Classroom English (Slattery & Willis, 2005), per invitare a scrivere alla lavagna, aprire i libri, uscire, ripetere, ecc. Di conseguenza gli alunni hanno a disposizione un certo repertorio di lessico e frasi memorizzate, che sono in grado di riconoscere e riprodurre in situazioni appropriate. Alcune insegnanti fanno seguire la consegna in LS con la relativa traduzione in lingua italiana, specie nelle prime classi. Il fatto viene motivato da chi osserva con la necessità di rendere fruibile il messaggio a tutti i bambini, considerata la limitata competenza linguistica. Nelle classe quarte e quinte si rileva a volte negli studenti una certa riluttanza ad esprimersi in LS, che le docenti motivano con l’imbarazzo provato di fronte alla classe. Sarebbe interessante poter raccogliere ulteriori informazioni a riguardo e correlare i dati emergenti con interviste a campione agli studenti stessi. Attività: Come detto in precedenza, sono molte le attività legate al gioco e al canto, ma ciò riguarda principalmente la ripetizione e memorizzazione di lessico e, in forma meno frequente, di frasi o brevi testi. In alcuni casi la produzione orale prende avvio dalla lettura di fiabe, seguita da role-play o da drammatizzazione, oppure prende spunto dall’utilizzo di realia, quali oggetti da comperare o vendere in un mercatino allestito in classe, oppure frutta da descrivere e scegliere, prima di mangiarla. Diverse attività sono legate alla presentazione di festività (Christmas, Easter) e diventano occasione di presentazione del lessico relativo. Attraverso le attività descritte si rileva l’utilizzo massiccio dell’approccio ludico e del TPR. Lessico: Si nota una netta prevalenza dell’insegnamento di singoli elementi lessicali, legati ad un ambito tematico specifico (es. il cibo, gli animali, le parti del corpo), oppure a specifiche funzioni (es salutare, dire/chiedere il nome). Una raccolta dati più approfondita potrebbe evidenziare le modalità di utilizzo del lessico appreso, per lo sviluppo di quali abilità linguistiche, se di tipo ANOÈ - La formazione.indd 121 13/02/2012 20:48:03 122 –– –– –– –– maria De Luchi ricettivo e/o produttivo e con quali implicazioni a livello linguistico globale. Sarebbe interessante inoltre analizzare se e come gli elementi lessicali vengono ripresi e contestualizzati nel corso degli anni della scuola primaria in contesti comunicativi significativi e più complessi, quali dialoghi o drammatizzazioni (Lewis 2000). Materiali e strumenti: Moltissimi i materiali di tipo visivo utilizzati, quali cartelloni murali, immagini ricavate dal testo in adozione o da riviste, flashcards, ecc. In alcuni casi si sono utilizzati materiali audio, generalmente allegati al testo; meno frequente l’utilizzo di materiale video e multimediale. Feedback: i docenti richiedono principalmente feedback di tipo orale, ad esempio al fine di verificare la corretta comprensione delle consegne da parte dei bambini. Esistono pochi esempi di prove di verifica e non vengono allegate. Modalità utilizzate per catturare l’attenzione (Vedi All. 2): secondo l’opinione espressa dalle docenti osservatrici, le insegnanti d’aula utilizzano principalmente il canale uditivo per sollecitare l’attenzione della classe e quindi parlano modificando se necessario il tono della voce, leggono in modo espressivo brevi fiabe, oppure stimolano la ripetizione o l’elicitazione, ad esempio, del lessico noto, da parte della classe o dei singoli allievi. Si deduce che l’approccio si basa prevalentemente sulla lingua orale, anche se, come affermato, si promuove sia l’uso del canale visivo attraverso i materiali presenti in aula o nei libri di testo, sia della modalità cinestetica, ricorrendo a gestualità e mimica. Il problema del possibile calo di attenzione e di interesse è percepito dalla quasi totalità delle osservatrici, che registrano puntualmente le varie strategie utilizzate dalla docenti d’aula a tale scopo. Co-docenza (vedi All. 4): le esperienze di co-docenza sono state diverse, in base alla disponibilità oraria delle docenti d’aula e ai contesti specifici. Alcune insegnanti hanno realizzato per la prima volta una lezione in lingua inglese, supportate dal docente d’aula, mentre altre hanno svolto una funzione di supporto, monitorando e supportando il lavoro degli alunni più deboli. La co-docenza, pur nei tempi limitatissimi proposti, è stata per alcune insegnanti occasione di sperimentare i problemi legati alla gestione non sempre facile degli alunni più piccoli, specie in gruppi numerosi. Altre difficoltà evidenziate sono state la presenza di livelli di competenza molto diversificati all’interno delle classi, sia in L1 nel caso di alunni stranieri sia in LS negli italofoni e non e la conseguente esigenza di differenziare le consegne. In tal senso il modello di co-docenza si configura, a loro parere, come la risposta adeguata alla domanda di individualizzazione dei percorsi di apprendimento. Alcune docenti, dopo aver osservato i colleghi d’aula, si sono impegnate a riprodurre lo stesso schema operativo (obiettivo della lezione, materiali e attività) in altre classi. Preoccupate dai limitati tempi di attenzione dei bambini, esprimono la necessità di programmare accuratamente la lezione, variando le attività e ANOÈ - La formazione.indd 122 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza 123 utilizzando diversi stimoli. La produzione individuale e l’interazione orale a coppie o in piccoli gruppi è obiettivo realizzato, pur con qualche difficoltà, da alcune insegnanti nel corso della co-docenza. 5. Valutazione dell’esperienza e prospettive Dall’analisi delle relazioni emerge un giudizio molto positivo sull’esperienza svolta, sia da parte di chi non aveva alcuna esperienza precedente di insegnamento della lingua inglese pur insegnando altre discipline nella scuola primaria, sia da parte di chi ha avuto modo di confrontarsi con il lavoro concreto di altre colleghe e riflettere di conseguenza sul proprio vissuto professionale e scolastico. Vengono sottolineate le varie opportunità che l’osservazione in classe e la codocenza offrono in termini di: –– conoscenza diretta di approcci e metodi nel momento in cui vengono applicati in aula; –– confronto con la propria esperienza diretta (in caso di docente in servizio) o con la teoria appresa durante il percorso di formazione, per quante hanno affrontato per la prima volta le classe di lingua; –– opportunità di scambio e confronto con i docenti d’aula, reso possibile grazie alla disponibilità dimostrata, a volte superando una comprensibile diffidenza iniziale; –– un certo imbarazzo nella fase di co-docenza e la ricerca di strategie atte a superare eventuali problemi o difficoltà; –– il sorgere di interrogativi di ordine pedagogico e glottodidattico e quindi lo stimolo a proseguire la formazione e la ricerca. Quasi la totalità delle docenti partecipanti, nel ribadire la valenza positiva dell’esperienza, ne ha evidenziato i limiti temporali, auspicando la realizzazione di altri momenti simili, ritenuti importanti per la propria crescita professionale. Ci auguriamo che esperienze analoghe, realizzate anche da altri CRT della Regione Veneto, possano essere opportunamente valorizzate e contribuire all’individuazione di un modello applicativo utilizzabile in futuro. ANOÈ - La formazione.indd 123 13/02/2012 20:48:03 124 maria De Luchi Allegato 1 SCHEDA DI OSSERVAZIONE N. 1: LE FASI DELLA LEZIONE (adatt. da Wajnryb, 1992 e Losito, Pozzo, 2005) ANOÈ - La formazione.indd 124 COMMENTO MATERIALI e ATTIVITÀ LS LINGUA STUDENTE (+ TEMPO) (/= singolo studente) (//= più studenti) L1 LS LINGUA DOCENTE (+ TEMPO) L1 OBIETTIVO DURATA FASE LEZIONE Osservazione N° 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (barrare) Docente osservatore: ________________________________________________________ Data dell’osservazione _______________________________________________________ Classe osservata ____________________________________________________________ della Scuola/Istituto _ _______________________________________________________ Gli alunni studiano la lingua inglese da N° anni:__________________________________ Obiettivo della lezione (l’obiettivo viene esplicitato dall’insegnante prima che l’osservazione abbia luogo): _______________________________________________________________ 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza 125 GUIDA ALL’UTILIZZO DELLA SCHEDA DI OSSERVAZIONE N. 1 Finalità della scheda di osservazione è la rilevazione delle fasi della lezione e in particolare di: obiettivi di ciascuna fase; durata di ciascuna fase; utilizzo L1 e LS da parte di doc. e studenti + tempi del parlato; materiali e attività; commenti dell’osservatore. Suggeriamo di accompagnare l’osservazione diretta in classe con la registrazione audio e/o video della lezione (previo consenso); la successiva analisi dei dati raccolti potrà in tal modo essere più precisa e dettagliata. 1. FASE DELLA LEZIONE: L’osservatore, già informato dal docente d’aula sull’obiettivo della lezione, annoterà le fasi di realizzazione (es. presentazione di nuovo materiale, istruzioni relative ad un gioco, attività manuali, ripetizione di vocaboli, canto corale, produzione libera, produzione guidata, ecc.). 2. DURATA: Annotare la durata di ciascuna fase della lezione. 3. OBIETTIVO: Esplicitare l’obiettivo della fase descritta (es. introdurre un nuovo tema, favorire l’acquisizione di funzioni, stimolare l’interazione, associare parole a gesti/suoni, chiedere il feedback). 4. LINGUA DOCENTE: Annotare, per ciascuna fase della lezione, la lingua utilizzata e la durata della produzione e/o interazione orale, rispettivamente in italiano (L1) e inglese (LS), da parte del docente. 5. LINGUA STUDENTE: Annotare la lingua utilizzata e la durata della produzione e/o interazione orale, rispettivamente in italiano (L1) e inglese (LS), da parte del singolo studente (/) o di più studenti (//). 6. MATERIALI E ATTIVITÀ: Per ciascuna fase, annotare i materiali utilizzati dal docente e dagli studenti (es. immagini, oggetti, lavagna, testo, registratore) e le attività realizzate (es: lavoro a coppie/di gruppo, canto, gioco, attività manuali, esercizi mimati, recita di filastrocche/poesie). 7. COMMENTO: L’insegnante osservatore annoterà le sue impressioni relativamente a: –– clima di classe (sereno, collaborativo, teso, ecc.) –– interazione docente-studenti (il docente si rivolge alla classe, ad alcuni studenti, ecc.) –– livello di partecipazione e interesse dimostrati dal gruppo classe e dai singoli studenti –– eventuali problemi insorti (es. interruzioni della lezione, calo di attenzione, rumore, ecc.) –– altro… N.B.: Questo spazio è riservato a brevi commenti STRETTAMENTE LEGATI ALL’OSSERVAZIONE, OSSIA AI DATI CHE SI VANNO RACCOGLIENDO. Vanno quindi evitate accuratamente le considerazioni esaustive su fatti o persone, riportando solo le impressioni personali legate a ciò che EFFETTIVAMENTE sta accadendo in classe. I dati raccolti, così come lo strumento usato, andranno condivisi con il docente d’aula (docente osservato) e potranno essere occasione di stimolo e confronto. ANOÈ - La formazione.indd 125 13/02/2012 20:48:03 126 maria De Luchi Allegato 2 SCHEDA DI OSSERVAZIONE N. 2: CATTURARE L’ATTENZIONE DEGLI STUDENTI (adatt. da Wajnryb, 1992 e Mariani, Pozzo, 2002) Osservazione N° 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (barrare) Docente osservatore: ________________________________________________________ Data dell’osservazione _______________________________________________________ Classe osservata ____________________________________________________________ della Scuola/Istituto _ _______________________________________________________ Gli alunni studiano la lingua inglese da N° anni:__________________________________ Obiettivo della lezione (l’obiettivo viene esplicitato dall’insegnante prima che l’osservazione abbia luogo): _______________________________________________________________ MODALITÀ UDITIVA: a. ripetizione b. elicitazione c.riformulazione d. tono di voce e. uso registratore f. ……… VISIVA: a. poster b. lavagna c. libro d. immagini e. video ANOÈ - La formazione.indd 126 alunno Coppie Classe Fila-gruppo docente ANNOTAZIONI 13/02/2012 20:48:03 L’osservazione in classe e la co-docenza 127 f. materiale autentico g. ………. CINESTETICA: a. tatto b. mimica c. movimenti d. staticità e. ….. DURANTE L’OSSERVAZIONE: Usando la tabella, indico con quali modalità usa l’insegnante per catturare l’attenzione degli studenti, ogniqualvolta il fatto si verifica. Nella sez. Annotazioni annoto materiali e attività, commenti personali, problemi insorti. DOPO L’OSSERVAZIONE:Rifletto: Quali modalità sono state sollecitate? Quale è risultata prevalente? Quali strategie sono risultate particolarmente efficaci? Chi è stato coinvolto (in modo particolare) e con quali modalità? Quali materiali e attività sono stati utilizzati al fine di catturare l’attenzione? Con quali esiti? Si sono verificati dei problemi? ANOÈ - La formazione.indd 127 13/02/2012 20:48:03 128 maria De Luchi Allegato 3 SCHEDA DI OSSERVAZIONE N. 3: DARE ISTRUZIONI (adatt. da Wajnryb, 1992 e Progetto MIUR Ricerca-azione, 2002) Osservazione N° 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (barrare) Docente osservatore: ________________________________________________________ Data dell’osservazione _______________________________________________________ Classe osservata ____________________________________________________________ della Scuola/Istituto _ _______________________________________________________ Gli alunni studiano la lingua inglese da N° anni:__________________________________ Obiettivo della lezione (l’obiettivo viene esplicitato dall’insegnante prima che l’osservazione abbia luogo): _______________________________________________________________ Attività o fasi della lezione Uso L1 Uso LS Uso voce Sussidi Destinatari Gestualità (classe, docente gruppo, singolo) Feedback Studente/i DOPO L’OSSERVAZIONE, RIFLETTO SUI SEGUENTI PUNTI: 1. In quale/i fase/i della lezione sono state date istruzioni? 2. Quale lingua è stata utilizzata per dare istruzioni? 3. Con quale intonazione (serena, con tono interrogativo, ecc.)? 4. Quali i sussidi utilizzati per rendere più chiara la consegna? 5. A chi si è rivolto il docente nel dare istruzioni (classe, gruppo, coppie, singolo allievo)? ANOÈ - La formazione.indd 128 13/02/2012 20:48:04 L’osservazione in classe e la co-docenza 129 6. Si è fatto uso della gestualità? 7. In che modo il docente ha verificato l’avvenuta comprensione delle consegne da parte dello studenti/i? ANOÈ - La formazione.indd 129 13/02/2012 20:48:04 130 maria De Luchi Allegato 4 PROTOCOLLO DI LEZIONE (CO-DOCENZA) (adattamento da G. Pozzo, Progetto di Ricerca Azione, MIUR, 2001 -2002 e Mariani, Pozzo, 2002) Osservazione N° 1 – 2 – 3 – 4 – 5 (barrare) Docente osservatore: ________________________________________________________ Data dell’osservazione _______________________________________________________ Classe osservata ____________________________________________________________ della Scuola/Istituto _ _______________________________________________________ Gli alunni studiano la lingua inglese da N° anni:__________________________________ Obiettivo della lezione (l’obiettivo viene esplicitato dall’insegnante prima che l’osservazione abbia luogo): _______________________________________________________________ Attività svolte 1. ................................................................................... 2. ................................................................................... 3. ................................................................................... ANOÈ - La formazione.indd 130 Descrizione* ..................................................... ..................................................... ..................................................... 13/02/2012 20:48:04 L’osservazione in classe e la co-docenza 131 Come hanno lavorato gli alunni?** ................ Come hanno lavorato gli insegnanti: docente tirocinante (A) e docente d’aula (B)? Quali le attività svolte rispettivamente da ciascuno? Con quale finalità? ................ Quali attività hanno funzionato meglio? ................ Quali difficoltà ho notato?** ................ Cosa penso abbiano imparato gli alunni? ................ Come lo so?*** ................ Qual è l’opinione del docente d’aula? Come intendo/iamo procedere? ................ * Per ogni attività/esercizio individuare che *** Segnalare le modalità valutative usate: cosa mette in movimento. Riportare negli 1. Feedback scritto a fine lezione (es. Che cosa ho imparato oggi? Che cosa è stato spazi la parola in corsivo. facile/difficile?) –– da valore ai contenuti o alla forma? 2. Feedback orale –– è aperta/o o chiusa/o? 3. Osservazione dell’insegnante –– richiede fluenza e scioltezza? 4. Verifica orale –– richiede accuratezza nell’esecuzione? –– richiede un procedimento globale o ana- 5. Verifica scritta 6. Altro (specificare) .................................. litico? ...................................................................... –– richiede un’applicazione meccanica? ...................................................................... –– richiede creatività? ...................................................................... –– ha una componente ludica? ** Fornire dati numerici e nominare gli alunni osservati, usando il N° dell’elenco alunni nel registro di classe (es. 1 si è distratto spesso con 2. 3 non ha mai risposto alle domande, ecc.). NOTA AL PROTOCOLLO DI LEZIONE Il protocollo di lezione va compilato dal docente osservatore, possibilmente assieme al docente d’aula, successivamente a ciascuna lezione realizzata in regime di co-docenza. La sua finalità è quella di riflettere sulla tipologia delle attività proposte, sulle modalità di lavoro dei docenti in co-presenza (o del singolo tirocinante, qualora questi abbia gestito la lezione in modo autonomo), sulla reazione degli studenti, nonché sulla modalità di verifica degli esiti raggiunti. ANOÈ - La formazione.indd 131 13/02/2012 20:48:04 132 maria De Luchi Riferimenti bibliografici Balboni P.E. (2002), Le sfide di Babele, Torino, Utet Libreria. Balboni, P.E., Coonan,C.M., Ricci Garotti, F. (2001) Lingue straniere nella scuola dell’infanzia, Perugia, Ed. Guerra Soleil Bianchi C., Corasaniti P., Panzarasa N. (2004) L’inglese nella scuola primaria, Roma, Carocci Faber Burns, A. 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ANOÈ - La formazione.indd 132 13/02/2012 20:48:04 L’osservazione in classe e la co-docenza 133 Wallace, B. et al. (2004) Thinking Skills and Problem Solving. An Inclusive Approach, London, David Fulton Publishers. Woods, P. (1996) Qualitative Research in Educational Research in Action, Milton Keynes, The Open University. ANOÈ - La formazione.indd 133 13/02/2012 20:48:04 134 ANOÈ - La formazione.indd 134 Beatrice Vallini 13/02/2012 20:48:04 E-tutor: una presenza virtuale? 135 E-tutor: una presenza virtuale? “To be means to be related” Beatrice Vallini1 Di recente, mentre ero in viaggio, ho più volte letto: “Controllo elettronico della velocità con sistema tutor” (Autostrade per l’Italia) e mi sono chiesta: “Se il termine tutor appartiene ad un campo semantico così vasto da comparire persino sui display autostradali, qual è il significato originario di questo vocabolo, così ampiamente utilizzato?”. Il termine tutor è di origine latina e deriva dal sostantivo “tutor tutoris”, e questo dal verbo “tueri”, il cui significato può essere così inteso: colui che cura, che sostiene, che protegge, che dà sicurezza. Wikipedia riporta questa definizione: “Il significato della parola tutor in ambito formativo ha assunto nel tempo nuovi e diversi aspetti. Nel senso comune il tutore è colui che si prende cura di qualcun altro o è uno strumento che sostiene: in agricoltura o in ortopedia. Il tutor nella formazione è colui che si rende responsabile di un gruppo, di un’aula, di un percorso formativo. È una figura professionale, distinta dal docente o dal progettista e che spesso viene individuata nei giovani che approcciano il mestiere. Questo in effetti è in contraddizione con il significato iniziale di sostegno e guida perché appare invece come un ruolo più segretariale. Oggi la figura del tutor aggiunge valore all’attività formativa. Tra gli ambiti in cui trova collocazione la professionalità del tutor ha assunto particolare centralità l’apprendimento con l’E-learning o l’apprendimento in rete”2. E, sempre in Wikipedia, leggiamo: “Per e-learning si intende la possibilità di imparare sfruttando la rete internet e la diffusione di informazioni a distanza”3. Ma allora chi o che cosa è l’e-tutor? Beatrice Vallini, formatore d’aula e e-tutor dei corsi per la formazione linguistico-comunicativa e metodologico-didattica per Docenti di Scuola Primaria, I.C. “G.C. Parolari” Zelarino-Venezia, etutor e formatore d’aula per la formazione metodologico-didattica per Docenti di Scuola Primaria, Direzione Didattica Statale “F.Grimani” Marghera Venezia. 2 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Tutor_di_formazione (consultato in data 18.06.09). 3 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/E-learning (consultato in data 18.06.2009). 1 ANOÈ - La formazione.indd 135 13/02/2012 20:48:04 136 Beatrice Vallini Per entrare nello specifico di questa pubblicazione, ricordiamo che si discuteva delle funzioni dell’e-tutor a Montegrotto Terme nel Seminario Regionale di Studio e Formazione per formatori e e-tutor dei corsi di Lingua Inglese per Docenti della Scuola Primaria, tenutosi nel dicembre 2006. Nei documenti utilizzati per la riflessione durante i lavori si legge: “In coerenza con i principi assunti per la formazione in e-learning integrato precedentemente avviata (D.M.100/02, D.M. 61/03 e D.I.vo 59/04), l’e-tutor assolve ai seguenti compiti: –– organizza i percorsi metodologici attraverso contratti formativi personalizzati, facilitando la fruizione delle attività on-line e promuovendo, come guida d’aula esperta, il confronto e l’approfondimento sugli ambiti tematici di interesse; –– garantisce il sostegno ai docenti con azioni di orientamento e facilitazione proponendo, se necessario, nuove iniziative in itinere; –– assicura l’integrazione tra la formazione metodologico-didattica ed il percorso per lo sviluppo delle competenze linguistiche”. Facendo riferimento ad uno solo tra i molti contributi possibili appartenenti alla letteratura specifica sull’argomento, tali compiti riflettono quanto teorizzato da Gilly Salmon ed efficacemente rappresentato nel seguente diagramma, precisando che, in questo caso, l’autrice utilizza il termine e-moderating, indicando le attività di e-tutoring4. Salmon, Gilly (2000 & 2004) E-moderating: the key to teaching and learning online, London: Taylor and Francis. 4 ANOÈ - La formazione.indd 136 13/02/2012 20:48:04 E-tutor: una presenza virtuale? 137 1. Access and motivation: WELCOMING AND ENCOURAGING Molteplici possono essere le attività e le modalità di attuazione di questo primo gradino; tra i molti io generalmente scelgo di sfruttare uno degli strumenti offerti dalla Piattaforma ex Indire Puntoedu, ora Edulingue di Agenzia Scuola, e cioè il FORUM DI CLASSE VIRTUALE. 2. Online socialisation: FAMILIARISING AND PROVIDING BRIDGES BETWEEN CULTURAL, SOCIAL AND LEARNING ENVIRONMENT È ora il modello di e-learning integrato e l’ambiente FOR, così come recentemente illustrato da Massimo Faggioli5, a configurare il processo di apprendimento a distanza, consentendo con maggior facilità di stabilire un clima positivo all’interno di quello che in partenza era un gruppo eterogeneo per età ed esperienze pregresse, ma che grazie all’azione dell’e-tutor, che qui assume un ruolo di TUTOR MOTIVAZIONALE, dovrà necessariamente trasformarsi in classe virtuale, in cui vi sia condivisione di obiettivi ed intenti. L’utilizzo di questionari di gradimento di inizio, medio termine e fine percorso diventa quindi strumento privilegiato per il monitoraggio di questa trasformazione. A titolo puramente esemplificativo e per esigenze di spazio riporto qui esclusivamente la tabulazione delle risposte alla domanda: Perché hai deciso di iscriverti a questo corso? (tale quesito era inserito nel questionario di ingresso del corso per docenti di Scuola Primaria iniziato nel maggio 2007): 5 Faggioli, Massimo Formazione dei docenti o formazione per i docenti?, articolo del 10 Aprile 2007, in Indire, Sito Ufficiale. ANOÈ - La formazione.indd 137 13/02/2012 20:48:04 138 Beatrice Vallini 3. Information exchange. FACILITATING TASKS AND SUPPORTING USE OF LEARNING MATERIALS In questa fase il tutor in veste di ACCOMPAGNATORE getta le basi della propria attività in presenza, proponendo alla classe l’accesso guidato alla piattaforma e distribuendo in formato cartaceo il tutorial pubblicato da Indire, ora Agenzia Scuola, ed operando in sintonia con questa mappa. ANOÈ - La formazione.indd 138 13/02/2012 20:48:04 E-tutor: una presenza virtuale? 139 Per tutta la durata del corso e, non di rado, anche oltre, l’utilizzo della posta elettronica diventa mezzo flessibile ed allo stesso tempo strumento efficace di connessione personale e professionale. La creazione di una mailing list consente infatti da un lato di mantenere vivo il legame con il gruppo al di fuori della dimensione più prettamente virtuale della piattaforma, e dall’altro di prolungarlo nel tempo, in una visione di formazione continua. Molti degli insegnanti formati ringraziano delle periodiche informazioni ricevute circa iniziative di formazione e auto-formazione e scrivono anche dopo il termine del corso per avere consigli, pareri ed informazioni. 4. Knowledge construction. FACILITATING PROCESS È ora venuto il momento per il tutor di assumere inizialmente la funzione di FACILITATORE, mettendo in campo le proprie competenze a carattere pscicologico-sociale, per favorire la motivazione e la socializzazione, per trasformarsi in seguito in ISTRUTTORE, con competenze disciplinari specifiche, esperto della materia, che disciplina l’erogazione dei materiali, fornisce chiarimenti ed input per la realizzazione delle specifiche attività proposte ed esplicita chiarimenti e feedback sui contenuti realizzati. È in questa fase che avviene l’apprendimento vero e proprio, con la conseguente creazione di materiali originali frutto di lavoro individuale o di gruppo, che, elaborati durante i momenti in presenza, possono poi venire condivisi a distanza, utilizzando nuovamente lo strumento del forum di classe virtuale. ANOÈ - La formazione.indd 139 13/02/2012 20:48:04 140 Beatrice Vallini 5. Developing. SUPPORTING, RESPONDING È questa senz’altro la fase più delicata in ogni progetto di FAD (Formazione a Distanza). Si potrebbe qui parlare di Super Tutor, se non si temesse di ricadere negli esempi di banalizzazione del termine cui si accennava all’inizio. In realtà è in questo momento che l’e-tutor deve riunire in sé tutte le caratteristiche finora presentate, partendo dal Tutor motivazionale, passando per il tutor animatore e di processo (facilitatore), per arrivare al tutor accompagnatore ed istruttore. È il momento infatti in cui un progetto di formazione a distanza (comprendendo qui anche la tipologia blended o e-learning integrato) deve trovare nel tutor un promotore di un progetto valido di lifelong learning, così come è stato delineato dalla Commissione Europea nel Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente6, nel cui punto 6 si raccomanda di “Agevolare e stimolare il decentramento dell’offerta di formazione permanente per offrire opportunità di formazione sempre più accessibili per l’utente dal punto di vista geografico, mediante il supporto di infrastrutture basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che facilitino modalità di apprendimento a distanza”. E proprio da questo ultimo gradino della nostra scala virtuale dovrebbe partire un percorso reale di formazione continua in servizio per gli insegnanti formati negli ultimi anni, in cui l’apprendimento a distanza avrebbe l’enorme potenzialità di superamento di difficoltà sia di tipo logistico-organizzativo che gestionale-finanziario, e la figura dell’e-tutor consentirebbe di sfruttare tutte le possibilità offerte da uno spazio virtuale, in una visione molto più che reale COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente, SEC n. 1832 del 30/10/2000. 6 ANOÈ - La formazione.indd 140 13/02/2012 20:48:04 E-tutor: una presenza virtuale? 141 di condivisione di esperienze sul campo, risoluzione di problemi reali legati alle esperienze di ogni giorno e reale crescita professionale. Bibliografia Salmon, G. (2000 & 2004) E-moderating: the key to teaching and learning online, London: Taylor and Francis. Salmon, G. (2002) E-tivities: the key to active online learning, London: Taylor and Francis. De Vita, A. (2007), L’e-learning nella formazione professionale, Trento: Erickson, I quaderni di Form@re n. 7. Bonaiuti, G. (a cura di) (2006), E-learning 2.0. Il futuro dell’apprendimento in rete, tra formale e informale, Trento: Erickson. Galliani, L. (2004), La scuola in rete, Roma-Bari: Laterza. Eletti, V. (2002), Che cos’è l’E-Learning, Roma: Carocci. Galliani L. (1999), Le tecnologie didattiche, Lecce: Pensa Multimedia. AA.VV., (2007), Quale Profilo e quali competenze per l’inglese del docente di scuola primaria, a cura di Agenziascuola e Ministero della Pubblica Istruzione, Firenze Parretti Grafiche. Sitografia http://www.becta.org.uk/ British Educational Communications and Technology Agency http://formare.erickson.it rivista on line http://www.mediamente.rai.it rivista on line http://www.sie-l.it Società Italiana E-learning http://for.indire.it/docenti/login/index.php?Msg= Ambiente For formazione docenti di Indire, Agenzia Scuola http://puntoeduri.indire.it/lingue/index.php Puntoedu Lingue http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1457&navig=t Articolo di Massimo Faggioli “Formazione dei Docenti o formazione per i Docenti?” http://comeweb.podomatic.com/entry/2008-01-30T21_05_30-08_00 intervista a Paula De Waal Università di Padova “La formazione integrata” ANOÈ - La formazione.indd 141 13/02/2012 20:48:04 142 Beatrice Vallini Allegati 1. Questionario di Ingresso (2006-2007-2008) Corsi di Lingua Inglese per Docenti di scuola Primaria 2. Risultati Questionario di Ingresso (2007) 3. Questionario di Medio Termine (2006-2007-2008) Corsi di Lingua Inglese per Docenti di scuola Primaria 4. Risultati Questionario di Medio Termine (2007) 5. Questionario Finale (2006-2007-2008) 6. Risultati Questionario Finale (2008) 7. Questionario di Ingresso (2009) Corsi di Lingua Inglese per Docenti di scuola Primaria Neoassunti 8. Risultati Questionario di Ingresso (2009) Corso Per Neoassunti Questi materiali sono il risultato dell’attività del gruppo di lavoro dell’Istituto Comprensivo “G.C.Parolari” di Zelarino Venezia costituito da: le formatrici Beatrice Vallini e Cristina Richieri, il Dirigente Scolastico Gianni Masiero ed i formatori madrelingua Ted Adams ed Alun Phillips. ANOÈ - La formazione.indd 142 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 143 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria: un’esperienza Maria Pia Masiero1 La lingua inglese è entrata a far parte integrante nell’attività della scuola primaria già da lungo tempo e molte sono le esperienze positive che si registrano in proposito. Tuttavia, gli insegnanti sembrano generalmente restii ad insegnare aspetti legati alla pronuncia in modo sistematico, perché ritengono che possa risultare troppo difficile o noiosa per i bambini. In realtà sarebbe forse auspicabile annoverare come prassi, tra le tante buone pratiche esercitate dagli insegnanti, alcune attività propedeutiche alla corretta pronuncia dei suoni con il conseguente uso della fonologia in classe. In questo senso il percorso formativo glottodidattico degli insegnanti che opereranno nella scuola primaria, potrebbe approfondire questo aspetto linguistico lasciato forse un po’ in disparte. L’applicazione sistematica e concreta della fonologia ha lo scopo di favorire un’acquisizione più consapevole della lingua straniera in generale ed in particolare della lingua inglese, aiutando gli allievi a discernere autonomamente i differenti suoni abbinandoli ai differenti significati. Recentemente, in alcuni libri di testo2 per la scuola primaria si nota l’inserimento sistematico di attività legate ai vari fonemi e ciò rappresenta uno spunto interessante da cui partire con i propri alunni in classe. Nel testo che segue, illustrerò, attraverso un’attività sperimentata in aula, come in realtà insegnare la pronuncia sfruttando la fonologia e i suoi simboli, possa essere utile, divertente ed appagante sia per gli alunni che per gli insegnanti. docente presso I.C. di Pedavena (Belluno) A titolo di esempio ma non di unicità, si cita il testo M. Musiol,M.Villaroel,C.Tozzi 2009, Merry Team.ELI 1 2 ANOÈ - La formazione.indd 143 13/02/2012 20:48:04 144 Maria Pia Masiero 1. Cos’è la fonologia? La fonologia si occupa delle modalità dei suoni e della pronuncia nel linguaggio. Crystal (1995:236) afferma che le origini della lingua scritta hanno le loro radici nella lingua parlata e non viceversa. La fonologia è lo studio del sistema dei suoni del linguaggio e delle proprietà che lo regolano. La pronuncia dei suoni può essere analizzata da due punti di vista: quello della fonetica e quello della fonologia. La fonetica si distingue dalla fonologia perché studia le modalità con cui i parlanti producono e trasmettono i suoni da un punto di vista articolatorio, acustico e auditivo. La fonologia per contro è lo studio del sistema dei suoni del linguaggio e delle proprietà che regolano questo sistema. Mentre la fonetica indaga tutti i possibili suoni che l’apparato vocale umano può produrre, la fonologia studia solo ciò che si differenzia per suono, ossia il fonema, e che produce una differenza di significato nella lingua. Ogni lingua può essere scomposta in suoni o fonemi che, combinati insieme, danno luogo a parole e linguaggio. Il fonema è il suono più breve che possiamo produrre, è un suono distintivo che non può essere sostituito da un altro senza causare appunto una variazione di significato. Quando parliamo di sistema dei suoni ci riferiamo al numero di fonemi che sono usati nel linguaggio e di come essi sono organizzati (Crystal 1995:236). 2. Fonologia e metodologia Uno dei compiti dell’insegnante di lingua inglese è quello di aiutare gli studenti ad interpretare il sistema dei suoni. La lingua inglese presenta 44 fonemi, ma un numero inferiore di lettere per rappresentarli; è quindi importante aiutare gli allievi a produrre correttamente i suoni attraverso attività specifiche: ad esempio l’uso dello specchio per osservare la propria bocca nell’atto di pronunciare o della mano appoggiata sulle corde vocali per distinguere suoni sonori da suoni sordi. Dato che raramente esiste una sola corrispondenza tra l’alfabeto scritto di una lingua e il relativo sistema di suoni, i fonemi di una lingua sono rappresentati da simboli che vengono scritti tra barre /p/.3 L’inglese britannico, nella codificazione standard Received Pronunciation (RP), ha quarantaquattro fonemi distribuiti in ventiquattro consonanti e venti vocali. A scopo didattico i fonemi sono spesso raccolti in griglie o phonemic charts. Nella codificazione internazionale The 3 Gimson A.C. è l’autore di uno dei sistemi di simboli grafici più usato ANOÈ - La formazione.indd 144 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 145 International Phonetic Alphabet (IPA)4 i simboli sono invece scritti tra parentesi quadre: [t]5 (Thornbury 2006: 161-163) Lo studio dei suoni della lingua è importante in quanto una pronuncia corretta e intellegibile è fondamentale al fine di poter realizzare una conversazione efficace, che permetta di farsi comprendere, di comprendere a propria volta e di affrontare più facilmente anche il procedimento di lettura. Nixon e Tomlinson (2005:9) affermano che esistono due tipi di competenza linguistica: la prima, condivisibile da un numero ristretto di apprendenti, è la riproduzione accurata dei suoni inglesi senza il minimo accento; la seconda è l’abilità di leggere ad alta voce con successo un testo scritto. I bambini sono in grado di pronunciare correttamente le parole, tuttavia, quando incontrano la loro forma scritta, tendono a produrre distorsioni nei suoni causate dalle interferenze con la propria lingua madre. Quando ci riferiamo ad una seconda lingua è utile pensare che, se il suono della parola può essere usato per insegnare la sua forma scritta, allora la forma scritta può essere a sua volta usata come uno strumento con cui insegnare il suono. Considerando che nella scuola primaria i bambini che studiano la lingua inglese incontrano la parola scritta già dal secondo anno, è inevitabile e opportuno trovare le strategie utili ad aiutare i nostri alunni ad accostarsi al testo scritto con la stessa gioia con cui hanno imparato a ripetere i suoni. Secondo McLellan (2003) l’apprendimento della pronuncia dovrebbe far parte della normale attività didattica, se non altro perchè gli allievi incontrano continuamente nuovi termini ed è necessario renderli consapevoli del fatto che la pronuncia di una parola è determinante per farsi capire e capire. 3. Quando e come correggere Ogni apprendente commette inevitabilmente degli errori di pronuncia quando si accosta a nuovi termini; in questa fase è importante che l’errore non diventi un ostacolo alla produzione creativa degli alunni. L’insegnante dovrà facilitare la corretta pronuncia delle parole senza inibire la voglia di comunicare, ma avendo al tempo stesso cura che gli errori non vengano tralasciati. A questo riguardo è utile che l’insegnante ripeta la parola in modo che l’allievo la possa sentire pronunciata correttamente, o, nel caso la parola sia già nota, stimoli l’autocorrezione. È naturale allora considerare l’errore come strumento per migliorare, ma quando Approfondimenti disponibili in: http://weston.ruter.net/projects/ipa-chart/view/ e in: Roach P., 2001. Phonetics, Oxford: Oxford University Press 5 Questi due diversi tipi di parentesi rappresentano in realtà due diversi approcci alla pronuncia: la parentesi quadra si riferisce al suono visto dal punto di vista fonetico, ossia puramente come suono senza considerarne il ruolo all’interno del sistema dei suoni. Le barre oblique sono invece usate quando il suono è discusso da un punto di vista fonologico, cioè come parte di un sistema di suoni, senza porre attenzione a come viene articolato (Crystal 1995:236-237). 4 ANOÈ - La formazione.indd 145 13/02/2012 20:48:04 146 Maria Pia Masiero e come correggere dipende dallo scopo dell’attività che si sta facendo. È opportuno lavorare sull’errore quando l’attività è specificatamente legata alla pronuncia, ma non nelle conversazioni libere in cui la fluency sia da privilegiare. In questo caso l’insegnante dovrebbe prendere nota e considerare l’errore successivamente: tuttavia è sempre necessario correggere quando la comunicazione del messaggio risulta compromessa. A questo riguardo, Harmer (2001:249) considera una buona pronuncia la condizione necessaria per una comunicazione efficace. Egli individua l’“intelligibility”, ossia la “comprensibilità” del messaggio come punto discriminante e suggerisce la necessità di puntare su quei suoni che possono creare una sostanziale differenza di significato e quindi incomprensione. Secondo lo studioso, la pronuncia presenta difficoltà individuali e differenziate, in particolare legate alla lingua madre: pertanto ogni allievo presenta diversi bisogni linguistici e differenti attitudini in merito. Quando si lavora sui fonemi con gruppi di allievi multilingue, realtà ormai assodata nelle nostre scuole, occorre fare in modo che ogni allievo venga aiutato e guidato ad individuare il proprio specifico problema di pronuncia. È possibile facilitare lo studente ad esempio chiedendo quali, tra le parole note, risultano più difficili da pronunciare; quando si corregge l’errore è importante che la correzione avvenga in modo costruttivo e non inibitorio. Dunque: perché insegnare la pronuncia nella scuola primaria? Innanzitutto perché nei primi anni di vita i bambini sono più ricettivi e tutto ciò che viene acquisito in questo periodo rimarrà fissato più di quanto ci si aspetta. Nixon e Tomlinson (2005:9) affermano inoltre che risulta più facile insegnare e correggere la pronuncia in uno stadio precoce dello sviluppo dell’apprendimento piuttosto che negli anni successivi quando gli errori di pronuncia risultano già fissati e quindi a rischio di fossilizzazione. 4. Attività Nella pratica didattica sono molte le attività che si possono realizzare in classe e che si prestano ad un uso sistematico e coinvolgente6. Ad esempio, è possibile stimolare gli studenti ad abbinare termini noti a vocaboli nuovi ma simili nella pronuncia, oppure si può scegliere una frase nota e farla ripetere assegnandole espressioni legate a diversi stati d’animo: in questo modo gli allievi imparano ad attribuire diverse intonazioni a diversi significati ad esse collegati. L’uso di filastrocche ripetute in varie modalità è poi sempre gradito e permette di lavorare sull’intonazione. Almond (2007:25-26) consiglia di iniziare ogni attività con degli esercizi facciali per aiutare i bambini, o gli adulti, a familiarizzare con l’apparato vocale. Nella scuola primaria questo tipo di preparazione diverte molto ed aiuta l’insegnante ad introdurre l’esercizio di pronuncia in modo accattivante. 6 Attività on-line in: http://cambridgeenglishonline.com/Phonetics_Focus/ ANOÈ - La formazione.indd 146 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 147 Harmer (2001:255-259) indica, tra le varie attività possibili, il Bingo come un valido strumento per aiutare gli studenti a fissare la corretta pronuncia dei termini contenenti i suoni più difficili, mentre consiglia l’uso dei Cuisenaire Rods per insegnare ad individuare lo stress nella frase. Si tratta, in questo ultimo caso, di rappresentare ogni parola con un pezzo dei rods a seconda del colore e della lunghezza: il pezzo più lungo segna lo stress d’intonazione. Questa esercitazione in particolare risulta molto utile nella scuola primaria perché permette di manipolare la lingua in modo concreto e divertente. Scrivener (1994:293) suggerisce tra le attività utili all’apprendimento della pronuncia l’uso della poesia. Nella scuola primaria i libri di testo offrono una grande varietà di brevi testi poetici in rima che si prestano ad un’infinità di esercizi divertenti e coinvolgenti. Si possono invitare i bambini a scrivere piccoli poemetti giocando con le parole note che rimano. Questo permette all’insegnante di rivedere i suoni più difficili in un contesto significativo. Dalle parole in rima è facile passare alla produzione di limericks. Si tratta di brevi poesiole nonsense e umoristiche che presentano una struttura facile da realizzare. Grazie a queste caratteristiche essi catturano facilmente l’attenzione dei bambini aiutandoli a familiarizzare con i suoni delle parole e a sviluppare consapevolezza della musicalità della lingua.7 Un’esperienza: Phonetic Posters Questa esperienza è stata realizzata per la prima volta nell’A.S. 2005/2006 ed è poi stata rivista ed applicata in modo sistematico nei successivi anni scolastici nelle classi quarte e quinte della Scuola Primaria “A. Rech” di Pedavena in provincia di Belluno. L’intento primario è stato quello di coinvolgere gli allievi in un’attività divertente, ma al tempo stesso interessante e nuova, che offrisse la possibilità di esplorare la lingua inglese, sfruttando al massimo tutto ciò che avevano già immagazzinato per costruire qualcosa di nuovo, sia dal punto di vista linguistico che esperienziale. La mia attività di insegnante specialista per la lingua inglese mi ha portato a considerare i miei allievi come persone capaci di imparare molto di più di quello che io ritenevo in passato ed ho potuto constatare che nulla è proibito all’insegnamento se lo si pone nel giusto modo. I bambini della scuola primaria appartengono a quella fascia d’età in cui curiosità e gioco si completano a vicenda ed ogni disciplina scolastica può risultare affascinante e coinvolgente, a patto che venga presentata in un contesto significativo per i bambini. Il gioco rimane l’arma più potente che gli insegnanti hanno a disposizione: il trucco consiste nel trasformare ciò che si 7 Approfondimenti sui limericks in: http://www.gigglepoetry.com/poetryclass/limerickcontesthelp. html ANOÈ - La formazione.indd 147 13/02/2012 20:48:04 148 Maria Pia Masiero vuole insegnare in attività giocose. A questo riguardo è utile un riferimento alla glottodidattica ludica8 che realizza coerentemente in modelli operativi e in tecniche glottodidattiche i principi fondanti degli approcci umanistico, affettivo e comunicativo, individuando appunto il gioco come modalità strategica per il raggiungimento di mete educative e di abilità linguistiche (Caon, Rutka 2004:22). Molti docenti di scuola primaria tendono a non insegnare la pronuncia in modo sistematico, forse perché pensano di non essere in grado o di non avere l’esperienza pratica necessaria per un aspetto così tecnico della lingua. In realtà, insegnare la fonologia può costituire un’attività veramente divertente per gli alunni come anche per l’insegnante. Si tratta, come afferma Laroy (995:10) di aprire un mondo nuovo ricco di suoni nuovi, di stimolare il senso della scoperta e il piacere della ricerca. Se poi si considera che la lingua inglese possiede 44 fonemi e solamente 26 lettere per rappresentarli, appare chiara l’esistenza di un potenziale problema di tipo didattico. I bambini, come gli adulti che apprendono la lingua inglese, debbono inevitabilmente scontrarsi con la non corrispondenza tra la parola scritta e il suo suono. Se questo può non costituire alcun ostacolo nei primi anni di scuola, dove l’approccio con la lingua inglese è orale, diventa inequivocabilmente una difficoltà, non appena gli allievi incontrano i primi scritti. Una prova semplice può essere fatta chiedendo agli alunni di leggere alcune parole note dal libro di testo di lingua inglese e ci accorgeremo con disappunto che esse risultano incomprensibili e che nella maggior parte dei casi i bambini non sono in grado di riconoscerle, pur avendole pronunciate molte volte in altri contesti. Fasi dell’attività Da questo genere di problemi è nata l’idea di introdurre nel mio curricolo di lingua inglese lo studio della fonologia. Dato che il sistema fonetico può essere rappresentato in simboli, ho immaginato di presentare ai miei allievi tali simboli sottoforma di un codice segreto che li avrebbe messi in grado di comunicare senza che altri potessero comprendere. Questa interpretazione mi ha permesso di trasformare il contenuto del mio insegnamento nelle regole di un gioco vero e proprio che ha entusiasmato i bambini fin dall’inizio. Ho scelto, tra le tante disponibili, una Phonemic Chart 9 che abbinasse l’immagine di un oggetto al simbolo fonetico, in modo da renderne più facile il riconoscimento. Per prima cosa ho riprodotto ogni simbolo su larga scala in modo da formare via via un alfabeto fonetico murale da tenere esposto in classe. Ho considerato le vocali come punto di partenza perché Per approfondimenti sul tema: D’Urso Ligresti L., Famiglietti Secchi M., 2000. Apprendere per gioco e valutare. Fondamenti di didattica ludica, Simone, Arzano (NA) Freddi G.,1990. Azione, gioco, lingua. Fondamenti di una glottodidattica per bambini, Liviana, Padova 9 reperibile in http://www.oup/elt/englishfile 8 ANOÈ - La formazione.indd 148 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 149 sono i suoni più interessanti da riprodurre. Crystal (1995:237-238) puntualizza che esistono circa venti vocali e la qualità dei loro suoni può variare considerevolmente in rapporto all’accento. Da un punto di vista fonologico le vocali sono unità di suono che occupano il centro o nucleo della sillaba come nella parola /kæt/, mentre le consonanti si trovano alle estremità della sillaba come si può vedere nel precedente esempio. Le vocali producono una vibrazione nelle corde vocali e la diversa risonanza è prodotta dalla forma assunta dalla bocca e dalla posizione della lingua all’interno dell’apparato orale. Queste caratteristiche rendono i fonemi vocalici estremamente affascinanti agli occhi dei bambini perché si prestano ad attività inconsuete come ad esempio indovinare se si tratta di un suono sonoro il suono e trovare il punto sulle corde vocali dove suona di più. Ho presentato i simboli due per volta in modo da formare coppie minime, che gli stessi alunni hanno facilmente suggerito semplicemente frugando nel proprio bagaglio lessicale. Ho invitato i bambini a scegliere parole monosillabiche in quanto contenenti un solo fonema vocalico e pertanto più semplici da utilizzare nella successiva fase di abbinamento lettera-simbolo fonetico. In questo stadio è importante che l’insegnante mantenga vivo l’aspetto ludico dell’attività, avendo cura di presentare in modo accattivante ogni simbolo e rimandando sempre gli alunni all’idea del codice segreto. È stata così realizzata una banca dati contenente tutti i simboli fonetici e le parole ad essi abbinate scelte dai bambini. Gli alunni sono stati poi invitati a costruire per ogni termine, delle carte tipo domino con il simbolo fonetico e la parola monosillabica scelta, diversa per ogni alunno, rappresentata solo con il disegno. Le carte sono state in seguito utilizzate per giocare a domino e rivedere così i vari simboli. Una volta presentati tutti i fonemi, i bambini sono stati invitati a scrivere delle crazy sentences 10, utilizzando i simboli fonetici, da scambiare con i compagni che a loro volta dovevano decodificare in lettere o, come dicevano i bambini, “in inglese vero”. Questa attività è stata giudicata particolarmente divertente e si è trasformata, nell’A.S. 2005/2006, in una mostra di fine anno realizzata con i phonetics posters preparati dagli allievi e contenenti le frasi pazze trascritte in fonemi con i relativi disegni 11. Le attività che si possono mettere in pratica utilizzando i simboli fonemici sono comunque molteplici e tutte molto divertenti. Ad esempio è molto efficace organizzare una caccia al tesoro dove le istruzioni sono trascritte in fonemi. Gli alunni divisi in gruppi (secondo il numero degli allievi nella classe) si lanciano nella decodifica dei simboli con grande entusiasmo e mettono in pratica, giocando, ciò che apparentemente potrebbe sembrare noioso o magari difficile. È sorprendente infatti come i bambini riescano ad apprendere un aspetto così tecnico della lingua senza il minimo sforzo; inoltre il lavoro in gruppo si presta anche a situazioni di 10 11 vedi immagini allegate vedi immagini allegate ANOÈ - La formazione.indd 149 13/02/2012 20:48:04 150 Maria Pia Masiero cooperative learning (Cohen1999), che mettono gli allievi più deboli a proprio agio e in condizione di partecipare al gioco senza esclusioni. Questa attività che io ho denominato laboratorio di fonologia, ha coinvolto i bambini in modo specifico per un’ora alla settimana per tutto l’anno scolastico; tuttavia i bambini stessi hanno trovano il modo di utilizzare i simboli fonetici anche durante le altre attività previste dal programma, dimostrando tra l’altro di saper utilizzare i simboli come strumento per decodificare parole nuove. Attualmente sto lavorando come insegnante specializzata e questo mi dà modo di operare collegamenti anche con la lingua italiana. Gli allievi intervengono spesso trovando connessioni fonetiche nelle parole italiane e ritrovando l’esistenza di alcuni fonemi nella propria lingua madre. Naturalmente ogni bambino è un mondo a sé, che opera secondo attitudini e stili 12 personali e pertanto non tutti apprendono allo stesso modo l’argomento, tuttavia ho potuto osservare che tutti gli allievi acquisiscono la consapevolezza che il suono delle lettere varia e determina una diversità di significato e questo è senza dubbio un primo passo verso quella awareness13 che è indispensabile per produrre una comunicazione efficace. Conclusioni Quando si considera la scuola primaria, l’immagine che immediatamente ci appare è quella relativa a bambini piccoli che iniziano un percorso ex-novo. In realtà essi entrano a far parte della comunità scolastica con un bagaglio di conoscenze molto vario; l’inglese è già entrato nel loro mondo fin dalla prima volta che si sono avvicinati ad un computer, hanno visto uno spot pubblicitario o hanno ascoltato una delle tante canzoni in lingua inglese che accompagnano la vita di tutti i giorni. Certo, non si tratta di conoscenze consapevoli, ma sicuramente contribuiscono a tracciare dei segni nelle loro menti. La scuola non può e non deve trascurare questo aspetto importante, se si vuole considerare l’alunno realisticamente in rapporto al suo mondo. Si tratta di un mondo variegato, ricco di strumenti comunicativi che informano e divertono. È naturale allora che i bambini di oggi approdino alla scuola con un bagaglio personale di conoscenze a volte già molto ricco. A noi insegnanti rimane il compito di affrettare il passo per essere in grado di offrire una scuola a misura di bambino d’oggi, che è curioso di comprendere tutto ciò che percepisce attorno a sè e che ha spesso bisogno di strutturare le sollecitazioni che lo circondano. L’esperienza che ho qui riportato è nata proprio dall’idea che esiste un apprendimento costante da parte dei bambini che continua anche fuori della scuola. Da qui l’esigenza di aiutare i miei alunni a strutturare da un punto di Per approfondimenti sulla Teoria dell’intelligenza multipla: Gardner, H., 1993. Multiple Intelligences: The Theory in Practice, New York: Basic Gardner, H., 1983. Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Milano: Feltrinelli 13 consapevolezza 12 ANOÈ - La formazione.indd 150 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 151 vista diverso ciò che in molti casi già sapevano, e renderli più autosufficienti nel loro apprendimento. L’inserimento della fonologia nel curricolo di lingua inglese ha comportato una variazione nel mio modo di insegnare, che è andato di pari passo con le nuove abilità degli alunni: sono così stati in grado di formulare nuove domande, che hanno a loro volta determinato nuove attività didattiche e nuovi collegamenti con altre discipline, in particolare con la lingua italiana. I bambini hanno acquisito in molti casi una notevole consapevolezza fonetica ed affrontano la lettura del testo in lingua inglese con minore difficoltà rispetto a prima: ora leggono il significato (?) ed hanno imparato ad attribuire il giusto suono alla lettera scritta senza fermarsi all’apparenza grafemica. Riferimenti bibliografici Crystal, D. 1995. The Cambridge Encyclopedia of the English Language, Cambridge: Cambridge University Press Gimson, A.C. 1962. An Introduction to the Pronunciation of English, London: Edward Arnolds Roach P., 2001. Phonetics, Oxford: Oxford University Press Thornbury S. 2006. An A-Z of ELT, Hueber: Macmillan books for teachers McLellan K., Proactive Pronunciation, English Teaching Professional, Issue n.27, April 2003 Harmer J., 2001. The Practice of English Language Teaching, London: Pearson Longman Nixon C., Tomlinson M., 2005. Primary Pronunciation Box, Cambridge: Cambridge University Press Scrivener J., 1994. Learning Teaching, Oxford: Macmillan Books Almond M. Problems with bowels?, English Teaching Professional, Issue n 50, May 2007 Caon F., Rutka S., 2004. La Lingua in Gioco, Perugia: Guerra edizioni Laroy C., 1995. Pronuciation, New York: Oxford University Press Cohen E. G., 1999. Organizzare i Gruppi Cooperativi, Bergamo: Erickson Gardner, H., 1993. Multiple Intelligences: The Theory in Practice, New York: Basic Gardner, H.,1983. Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Milano: Feltrinelli Freddi G.,1990. Azione, gioco,lingua. Fondamenti di una glottodidattica per bambini, Padova: Liviana D’Urso Ligresti L., Famiglietti Secchi M., 2000. Apprendere per gioco e valutare. Fondamenti di didattica ludica, Arzano (NA): Simone ANOÈ - La formazione.indd 151 13/02/2012 20:48:04 152 Maria Pia Masiero Crazy sentences A.S. 2008/2009, cl 4^ A.S. 2008/2009, cl 5^ A.S.2008/2009,cl5^ ANOÈ - La formazione.indd 152 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 153 Phonics Posters A.S. 2005/2006, cl5^ ANOÈ - La formazione.indd 153 13/02/2012 20:48:04 154 ANOÈ - La formazione.indd 154 Maria Pia Masiero 13/02/2012 20:48:04 L’importanza dell’uso della fonologia nella scuola primaria 155 Le azioni nei CRT della regione ANOÈ - La formazione.indd 155 13/02/2012 20:48:04 156 ANOÈ - La formazione.indd 156 Maria Pia Masiero 13/02/2012 20:48:04 L’attività dei CRT nella provincia di Treviso 157 Le Azioni nei CRT della Regione L’attività dei CRT nella provincia di Treviso e l’Organizzazione dei corsi per docenti di scuola primaria 2004/2009 Aspetti generali organizzativi e didattici Claudio Baccarini Il Centro risorse territoriale “Casteller” di Paese nasce con l’avvio del progetto Lingue 2000 assieme ad altri 10 centri dislocati nelle varie province del Veneto. Lingue 2000 è un ampio progetto di formazione e aggiornamento sulle lingue straniere che coinvolge inizialmente tutti gli ordini di scuola, elementare, medie e superiori. Nascono in quegli anni anche i primi corsi per far conseguire ai docenti di scuola primaria il livello B1 per la lingua inglese anche se non è stato ancora definita la possibilità di utilizzare tale titolo per l’insegnamento dell’inglese nelle proprie classi. I piani programmatici triennali finalizzati al conseguimento della certificazione B1 ai docenti di scuola primaria partono dal 2004/2005 a seguito della decisione del Ministro di sostituire progressivamente i docenti specialisti con docenti specializzati. Nel periodo dal 2004 al 2009 il CRT, in varie sedi nella provincia di Treviso, ha coordinato o svolto direttamente molti corsi per l’acquisizione del livello B1 e vi è stata una certa evoluzione che possiamo così riassumere. Partendo dai corsi dell’anno 2004/2005 si può notare che l’indice di partecipazione attiva è molto alto e c’è molta motivazione e desiderio di raggiungere il risultato. Si raccoglievano in quegli anni partecipazioni volontarie che non determinavano obblighi successivi di insegnamento della lingua inglese per i docenti che acquisivano il livello B1. Il livello molto alto dei promossi dell’anno 2004/2005 è determinato proprio dal fatto che andavano a sostenere l’esame docenti già in possesso di una preparazione di base preesistente. Negli anni 2005 / 2006 la richiesta di partecipazione si mantiene alta, si mescola desiderio di conoscenza ad imparare l’inglese da parte di molti docenti che ANOÈ - La formazione.indd 157 13/02/2012 20:48:04 158 Claudio Baccarini volontariamente si iscrivono ai corsi oltre alla opportunità, dato l’alto numero dei corsi stessi, di poterli frequentare in sedi relativamente vicine. A partire dagli anni successivi 2007/2008 parte il piano nazionale molto ampio che va a coinvolgere un numero di docenti della scuola primaria sempre più ampio e dove i corsi vengono decentrati in varie sedi della provincia. A partire dall’anno 2007/2008 gli esami finali si svolgono presso l’Università di Venezia e, per certi aspetti si sconta nella percentuale dei promossi una doppia difficoltà: una determinata dal nuovo approccio rispetto ai precedenti enti certificatori ed una relativa ai corsisti che rispetto ai precedenti partivano con minori competenze di base. Alla fine dei corsi tuttavia, pur con le difficoltà di approccio dell’esame presso l’Università, un 75% riusciva a raggiungere il livello B1. A partire dall’anno 2008/2009 vengono a conclusione i corsi che comprendevano in buona parte docenti partiti da livelli A0 e, da un certo punto di vista, meno motivati e con più difficoltà a superare l’esame. La percentuale scende infatti al 51%. In conclusione si può affermare che nel periodo 2005/2009 si assiste ad una modificazione della partecipazione ai corsi e dei relativi esiti che può essere così sintetizzata: –– nei primi anni erano presenti docenti più giovani e più motivati ad imparare l’inglese anche in previsione di un utilizzo extraprofessionale; –– non era previsto l’obbligo immediato di utilizzo nelle classi; –– gli esami presso l’Università sono divenuti più impegnativi per corsisti che partecipano da un livello, in molti casi, di A0. –– I maggiori impegni scolastici e la concentrazione dei corsi in località meno vicine. Credo però di poter affermare la positività dei corsi e della partecipazione complessiva dei corsisti che hanno svolto in orario aggiuntivo tale attività. Ciò che emerge dalle corsiste, rispetto alla difficoltà, non era tanto il corso in sé, ma la questione tempo e fatica in relazione agli impegni scolastici e agli impegni familiari. ANOÈ - La formazione.indd 158 13/02/2012 20:48:04 La realizzazione del Piano a Verona 159 La realizzazione del Piano a Verona Laura Donà1 e Vania Ortolani2 1. La situazione a Verona e i soggetti istituzionali coinvolti Diffondere la conoscenza delle lingue europee è sempre stata una forte attenzione delle scuole del territorio veronese per varie ragioni, da quella della consapevolezza dI incrementare la competenza linguistica diversa dalla lingua italiana nella popolazione adulta, all’esigenza di comunicare con paesi vicini per le implicazioni commerciali e per la vocazione turistica di parte del territorio. La città di Verona è riconosciuta come la quarta città turistica a livello nazionale per la qualità/quantità di beni culturali e ambientali, la presenza del lago di Garda e la direttrice viabilistica di snodo tra Nord (Brennero, Austria e Germania) e Sud (Bologna e l’area centrale dell’Italia); tra Ovest (Brescia, Bergamo e Milano) e Est (Vicenza, Padova, Mestre-Venezia e l’Est europeo). Una nota particolare merita la lingua tedesca poiché sono presenti oltre 220 aziende a Verona provenienti dalla Germania3 nel settore prevalente dei servizi, oltre all’interesse per l’inglese considerata la valenza che questa lingua ha nella comunità nazionale e internazionale. A fronte dello scenario tratteggiato sul piano socio-economico, fin dagli anni ’80 la scuola primaria si è avvicinata a modelli diversi per l’apprendimento delle lingue partecipando al piano ILSSE4 coordinato dall’allora IRSSAEV e introducendo prima della L.148/’90, meglio nota come la legge sui moduli che ha definito il modello della pluralità docente, l’insegnamento delle lingue europee con esperti esterni e fin dalle classi prime. Laura Donà è autrice dei paragrafi 1, 2, 5. Vania Ortolani dei paragrafi 3,4. 3 Dati forniti dalla Camera di Commercio Italo- tedesca con sede a Verona 4 Nel 1977, l’Ufficio Studi e Programmazione del MPI avvia il progetto ILSSE (insegnamento della Lingua straniera nella scuola elementare che si conclude nell’as 1984/1985 prima dell’uscita dei Programmi della scuola elementare. Consultare AA.VV., Il Progetto ILSSE e l’insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare, Annali P.I. n.31, Le Monnier, Fi 1985 1 2 ANOÈ - La formazione.indd 159 13/02/2012 20:48:04 160 Laura Donà e Vania Ortolani Nel 2005 è stato messo a punto il piano di formazione per le docenti della scuola primaria con C.M, 1446 del 29/07/2005 che si è posto una serie di obiettivi, tra questi quelli di aumentare il n. di docenti con competenze linguistiche di livello soglia intermedio (B1)5 poiché questo livello viene riconosciuto dalla comunità scientifica come base per poter insegnare la lingua ad alunni e alunne nella fascia d’età 6-11 anni. In coerenza con le linee indicate dal piano è stata attivata una regia regionale con un tavolo tecnico di confronto e di raccordo tra le diverse province e un gruppo provinciale con compiti operativi per realizzare i corsi6, verificarne la realizzabilità nelle diverse aree geografiche, A Verona sono attivi due CRT: il primo collocato presso l’ITPACLE “Luigi Einaudi”, il secondo presso l’I.C. 2 Saval Parona,. Entrambi i centri si occupano di formazione del personale con varie iniziative: dal corso tradizionale di apprendimento su comunicazione ad interventi vari (workshop, convegni, giornate si sensibilizzazione all’uso di più lingue, didattica laboratoriale…) Nel 2003 e nel 2004 i due CRT, a livello sperimentale, hanno svolto corsi di qualificazione per docenti di ruolo motivati ad acquisire un titolo per poi insegnare la lingua inglese presso la propria classe o sulle due classi assegnate come componente del modulo stesso. Nel 2004/2005 l’USR ha assegnato propri fondi per supportare percorsi formativi finalizzati all’acquisizione del livello B1 per molte docenti che avevano competenze linguistiche superiori al livello 0 e collocabili nei due livelli A1 o A2 con l’obiettivo di conseguire la certificazione B1. In questa fase i CRT hanno predisposto programmi e struttura tecnica per realizzare questi primi percorsi che sono stati divulgati anche a livello regionale e utilizzati da altre province come guida alla costruzione dei percorsi didattici. Dal 2006 si sono trasferiti finanziamenti dedicati provenienti dal piano nazionale che si sono inseriti a pieno titolo nelle azioni formative in coerenza con l’esperienza avviata in fase locale provinciale e regionale. In particolare il CRT Einaudi si è posto come l’Istituto di riferimento per l’accertamento delle competenze in ingresso di tutte le docenti interessate al piano, come riferimento per le formatrici svolgendo azioni di coordinamento sui contenuti del programma, sui materiali e testi da utilizzare, sui tempi dei moduli formativi e sui contatti con il Centro Linguistico di Ateneo (CLA) per l’esame di certificazione. Il CRT Saval-Parona ha contribuito ad affinare la struttura dei moduli di insegnamento favorendo l’utilizzazione di docenti madrelingua per gli apprendimenti superiori al livello A1. L’Ufficio Scolastico Provinciale si è occupato di svolgere incontri periodici (circa 2 annuali) con i direttori dei corsi per la verifica dei percorsi, la circolazione Ibidem nota 3 Responsabile del piano regionale il D.T. R. Anoè, referenti provinciali I. Leonardi dal 2003 al 2006, L.Donà dal 2007 supporto all’Ufficio Interventi Educativi O. Perina, CRT Einaudi prof. V. Ortolani, CRT Saval-Parona R.A. Tirante 5 6 ANOÈ - La formazione.indd 160 13/02/2012 20:48:04 La realizzazione del Piano a Verona 161 delle informazioni, la messa a punto degli iscritti e dei frequentanti, il monitoraggio dei finanziamenti e gli accordi sui compensi da erogare alle docenze. Con i due CRT si sono intrattenuti continui scambi via mail e telefonici sulle comunicazioni provenienti dall’USR, dal MIUR e dalle sedi dei corsi. La mappa del territorio esplicita le sedi individuate per i corsi, con l’obiettivo di fornire un’offerta formativa capillare e presente in tutte le aree territoriali della città e della provincia. I direttori dei corsi sono stati individuati tenendo in considerazione anche il criterio della motivazione all’insegnamento delle lingue affinché si potesse far leva su soggetti sensibili e di supporto alla tenuta del piano. Alle località cerchiate con il rosso corrispondono le sedi dei corsi attivati con il piano nazionale del 2005-2009, progressivamente ridotte a due sedi, in relazione alle docenti inseribili nel progetto formativo. Nella tabella che segue vengono analiticamente riportate le sedi dei corsi a partire dall’a.s. 2005/2006. CRT “EINAUDI” CRT S.M.S. PARONA (IC 2 Saval-Parona) IC BUSSOLENGO IC VILLABARTOLOMEA DD COLOGNA VENETA ANOÈ - La formazione.indd 161 Verona Verona Bussolengo Villabartolomea Cologna Veneta 13/02/2012 20:48:04 162 Laura Donà e Vania Ortolani DD 2 CIRCOLO IC 8 IC 15 IC 1 IC MINERBE IC BARDOLINO San Bonifacio Verona Verona Verona Minerbe Bardolino 2. Il personale in formazione: analisi quantitativa del percorso Una prima questione è stata quella di capire quante docenti fossero interessate al piano ricordando che l’iscrizione avveniva su base di disponibilità ad eccezione delle annualità 2007 e 2008 in cui le neo-immesse in ruolo venivano inserite d’ufficio in quanto firmatarie, all’atto dell’assunzione, della disponibilità a formarsi nella lingua inglese. Nella tabella e nel grafico che seguono si possono consultare i dati specifici. Tabella 1- Gli iscritti e i certificati Anni 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 totale Docenti iscritti 32 313 268 197 187 997 Docenti ritirati 0 89 54 45 nd 188 Docenti Certificati 32 223 131 95 Nd 481 Grafico dell’andamento negli anni7 Non sono riportati i dati dell’anno scolastico 2009-10 in quanto non completi Si ringrazia la prof. N. Dallago dell’ITIS Marconi di Verona per la collaborazione nel trattamento dei dati 7 ANOÈ - La formazione.indd 162 13/02/2012 20:48:05 La realizzazione del Piano a Verona 163 È evidente l’andamento incrementale in corrispondenza dell’avvio del piano nazionale nel 2005/2006 sostenuto dal finanziamento che ha consentito la distribuzione di circa 12-13 corsi per annualità nelle sedi indicate nel paragrafo precedente. In realtà si è poi progressivamente registrata una diminuzione di frequenze, che è stata oggetto di varie riflessioni negli incontri tecnici di coordinamento provinciale, imputabile a varie ragioni: la base di disponibilità che costituisce da solo un criterio debole di tenuta, la difficoltà a coniugare tempo di lavoro e tempo di studio per l’apprendimento di una lingua, la motivazione variamente articolata nelle insegnanti e in alcuni casi la non disponibilità ad insegnare la lingua inglese in prossimità della conclusione del percorso. La tenuta sul piano delle frequenze è data dalle docenti neo-immesse in ruolo come si può osservare nelle annualità degli a.s 2007/2008 e 2008/2009. Le partecipanti al piano si sono diversificate anche sulla variabile età anagrafica poiché nelle prime annualità le persone disponibili erano in maggioranza docenti con molti anni di servizio, in qualche caso prossime alla pensione, negli ultimi anni le età si sono abbassate per effetto della misura di maggiore pressione sulle docenti neo-immesse in ruolo.. Occorre segnalare l’importanza del lavoro di consulenza del CRT Einaudi e dell’Ufficio Interventi Educativi nel fornire continue informazioni al personale coinvolto e nel sostenere la continuità della frequenza in sintonia con le direzioni dei corsi. Il rapporto entrata-uscita ossia tra iscritti e certificati registra un numero complessivo espresso in percentuale pari al 48.2% di docenti formate a livello B1 a fronte del 18.8% di ritiri con le variabili sopra descritte. Questo dato, tra l’altro, va letto in collegamento con le diverse azioni intraprese a vario livello per sostenere le docenti in formazione. Alcune, infatti, potevano accedere a compensi accessori del fondo di Istituto come riconoscimento all’impegno formativo in relazione alle scelte autonome delle diverse Istituzioni scolastiche, altre potevano mantenere la sede di servizio preferita insegnando la lingua inglese, ma la maggioranza sentiva il peso di questa nuova competenza. Particolare rilevanza è stata posta nel contatto e scambio con il CLA per facilitare le corsiste nell’approcciare alla prova di certificazione informatizzata e ridurre l’ansia di prestazione che in alcuni casi ha generato ritiri o difficoltà nel presentarsi a sostenere l’esame. Infine un accenno viene fornito sulle ore erogate per corso secondo la macro distinzione dei moduli di lingua e di metodologia, oggetto di illustrazione nel paragrafo successivo. La componente metodologica è aumentata nelle ultime due annualità poiché i corsi in maggioranza prevedevano il livello prossimo alla certificazione B1 che per struttura si compone della parte metodologico-didattica. ANOÈ - La formazione.indd 163 13/02/2012 20:48:05 164 Laura Donà e Vania Ortolani 3. I CRT per l’accertamento delle competenze e i formatori L’accertamento dei requisiti in entrata si è sempre effettuato testando i livelli delle quattro abilità, con la somministrazione di prove d’ingresso predisposte dai formatori del CRT. Le prove erano strutturate secondo un livello crescente di difficoltà, dal più elementare che si identifica con il livello A1, a livelli via via più elevati fino al B2. I risultati rilevati permettevano, nel modello di partenza, la programmazione di corsi modulari con un inserimento a scaglioni dei corsisti; in seguito, l’organizzazione di più corsi diversificati, ma caratterizzati dall’omogeneità dei prerequisiti dei partecipanti. I corsi del piano nazionale di formazione per la certificazione, che prevedevano 100 ore complessive, hanno mantenuto l’originaria struttura modulare, poiché ciò permetteva di adottare particolari accorgimenti didattici, che nel tempo si erano rivelati cruciali anche per l’instaurarsi di positive dinamiche relazionali all’interno dei gruppi classe. La presenza di un solido gruppo di formatori, alcuni dei quali avevano seguito fin dall’inizio lo sviluppo di questo percorso, garantiva una sicura competenza nello svolgimento delle pratiche di insegnamento mentre, all’interno del team si erano andati naturalmente connotando anche dei ruoli diversi che le insegnanti svolgevano accanto alle ore di formazione linguistica, in associazione al modulo didattico ivi collocato. Ciascun modulo era costituito da unità didattiche settimanali di 2 ore e mezza per un totale di 20 ore ed i formatori si succedevano nell’insegnamento di ciascun modulo a seconda delle loro particolari competenze ed attitudini. Il primo modulo era sempre affidato ad una docente che, pur possedendo tutte le competenze richieste per svolgere attività di formazione di lingua inglese per adulti, aveva anche il ruolo di insegnante specialista della scuola primaria. La sua conoscenza dei programmi della primaria, delle problematiche e del contesto scolastico di provenienza dei destinatari dell’azione formativa rendeva l’accoglienza più fluida, metteva a proprio agio le corsiste, individuava in tempi rapidi i soggetti che necessitavano di un supporto individuale e offriva loro materiali aggiuntivi per ulteriori esercitazioni. Nel secondo modulo subentrava un’altra insegnante che, avendo ottime competenze di e-learning, aveva il compito di avviare il lavoro on line guidando l’iscrizione alla piattaforma dell’Indire ed introducendo i corsisti all’uso del relativo ambiente di apprendimento. Il modulo coincideva quindi con attività svolte in laboratorio con l’uso delle TIC, in cui la formatrice assumeva anche il ruolo di tutor, con il compito di aprire la classe virtuale e inserire in piattaforma anche tutti i dati personali e tecnici relativi al percorso di formazione di ciascun corsista. Nel terzo e quarto modulo subentravano le insegnanti che avrebbero curato in particolare le abilità collegate alla produzione orale e scritta, coniugate in sintonia con la preparazione metodologica. ANOÈ - La formazione.indd 164 13/02/2012 20:48:05 La realizzazione del Piano a Verona 165 I formatori sono stati scelti nell’ambito di personale in servizio nella scuola che avesse esperienza collaudata nella formazione degli adulti, in particolare degli insegnanti. A differenza di altre scelte programmatiche adottate in sedi diverse, la lettura dei risultati specifici e dei questionari di percezione hanno avvalorato il modello di un’organizzazione con insegnamento modulare affidato a un team. Nell’ambito della preparazione alla certificazione B1, solo alla fine di ogni modulo si inseriva il madrelingua, con la specifica funzione di rafforzare le abilità orali in fase applicativa. Tutte le altre fasi di insegnamento erano svolte da insegnanti con comprovate e certificate competenze nella lingua inglese, ma di lingua madre italiana. Fondamentale è risultato anche il coordinamento tra tutti i formatori e il referente del CRT, che raccoglieva e portava in discussione le problematiche segnalate durante lo svolgimento dei corsi nell’intera provincia. Un aiuto al miglioramento continuo dei corsi è stato dato anche dagli insegnanti certificatori dei CLA che, con precisione segnalavano i punti di debolezza dell’azione didattica riscontrati in fase di accertamento.. La docente referente del Centro linguistico di Ateneo ha infatti sempre collaborato all’analisi dei risultati delle prove fornendo indicazioni metodologiche per un continuo miglioramento dell’azione formativa. La lettura dei risultati di certificazione rilevati nel corso di più sessioni, ha messo in luce la validità di queste scelte didattiche che sono state esposte in più occasioni nelle riunioni di coordinamento regionale. 4. Genesi e sviluppo del modello didattico In sede di raccordo tra i CRT del Veneto si è imposta una riflessione sull’importanza che l’insegnamento della lingua inglese andava assumendo nella scuola primaria e la necessità di adeguare il livello delle competenze delle docenti allo standard europeo. L’obiettivo non era mirato tanto all’offerta di interventi centrati sulla didattica o la metodologia, si trattava piuttosto di pianificare una formazione mirata al rafforzamento delle competenze linguistiche degli insegnanti. Il CRT Einaudi di Verona, al cui interno si era formato un team di docenti di lingua molto attivo e attento all’innovazione, ha raccolto l’invito lanciato dal coordinatore regionale dirigente tecnico Renato Anoè, e ha deciso di programmare una prima azione pilota con lo scopo di stimolare i destinatari ad un’autovalutazione dei loro bisogni di formazione e nel contempo di valutare quale risposta avrebbe avuto un intervento più corposo e specifico. Era la natura dei destinatari a rendere necessario un approccio misto che puntasse a far emergere la necessità di formazione linguistica, ma coniugata in un contesto più ampio e diversificato. Nella scuola primaria operavano infatti insegnanti specialisti, alcuni dei quali erano laureati in lingue, accanto ad insegnanti specializzati le cui competenze ANOÈ - La formazione.indd 165 13/02/2012 20:48:05 166 Laura Donà e Vania Ortolani risultavano in taluni casi deboli o addirittura inadeguate all’insegnamento della lingua inglese. Si proposero allora dei pacchetti di formazione diversi tra loro per natura e livello di prerequisiti in entrata da parte dei fruitori: un ciclo di incontri sulla drammatizzazione in lingua inglese basato sul metodo Hocus & Lotus con l’intervento personale dell’ideatrice professoressa Traute Taeschner, destinato a docenti della scuola dell’infanzia e del primo biennio, incontri guidati di messa in comune di esperienze metodologiche significative, fino alla proposta di una formazione linguistica specifica finalizzata all’acquisizione di una certificazione delle competenze che per quell’anno si limitò alla doppia opzione di un esame PET o First Certificate dell’università di Cambridge. I destinatari di quest’ultimo intervento erano insegnanti di inglese specialisti, con competenze già vicine al livello B1 del framework europeo per i quali si costruì un programma di esercitazioni mirate soprattutto a creare una certa dimestichezza con la tipologia di prove che avrebbero dovuto affrontare nella seduta d’esame. Per la realizzazione di questo progetto si costituì un gruppo di lavoro formato da docenti di lingua inglese interni all’Istituto sede del CRT, da insegnanti specialisti laureati della scuola primaria e da alcuni formatori di Cambridge School di Verona. Se, infatti, negli anni seguenti l’esame di accertamento delle competenze linguistiche e la certificazione delle stesse prima si estesero anche ad altri enti certificatori privati in convenzione con il MIUR e successivamente furono affidate in esclusiva ai CLA delle università, la formazione è rimasta a cura dei centri territoriali e la realizzazione degli interventi ha mantenuto nel tempo alcune costanti, la cui validità era stata riscontrata fin da quelle prime esperienze pilota. 5. Le ricadute nell’organizzazione della scuola primaria L’introduzione di queste nuove docenti formate in lingua inglese ha consentito nelle diverse scuole del territorio veronese di garantire questo insegnamento con un ampliamento della formula dello specializzato, in linea con le linee programmatiche nazionali. La soluzione del docente specializzato e quindi tendenzialmente generalista, muove da varie ragioni: da quelle di contenimento della spesa pubblica, essendo le insegnanti specialiste in organico aggiuntivo, a quelle didattiche. Un insegnante interno alla classe e al modulo permette la collocazione delle ore di lingua in forma più flessibile, con la possibilità di ampliare i collegamenti con le altre discipline del curricolo e di sperimentare anche forme diverse dall’unità oraria nell’acquisizione delle competenze linguistiche. Il richiamo va al progetto sperimentale ILSSE richiamato nel primo paragrafo in cui emergeva che l’apprendimento di una lingua straniera avviene in modo più ANOÈ - La formazione.indd 166 13/02/2012 20:48:05 La realizzazione del Piano a Verona 167 incisivo se svolto con interventi brevi ma frequenti nella settimana e si ipotizzavano almeno mezz’ora al giorno 8. È evidente che la condizione dell’insegnante specializzato può, di fatto, realizzare questa possibilità a differenza del docente specialista, che programma la presenza nelle classi in unità orarie. Anche a livello europeo (9) nella scuola primaria l’insegnamento della lingua è spesso affidato a docenti generalisti, mentre prevalgono gli specialisti dall’istruzione secondaria in poi. In diverse realtà la disposizione di più docenti formate in lingua ha semplificato la gestione organizzativa nelle scuole di media e alta complessità come numero di alunni e in alcuni casi ha favorito la realizzazione di progetti europei, come il Comenius, per realizzare scambi reali tra scuole e realizzare gli obiettivi di cittadinanza europea presenti nelle Indicazioni Nazionali. Non si hanno dati quantitativi ma solo verbalizzazioni raccolte informalmente dai dirigenti scolastici sulle ricadute in termini didattici. Sembra di intravvedere un incremento di utilizzazione di didattiche laboratoriali, centrate su scambi dialogici, utilizzo di materiali attivi quali: foto, immagini, dvd, audiocassette, poster, che in alcuni casi trovano trasferimento in altre discipline del curricolo. L’introduzione nel sistema scolastico veronese di 481 nuove docenti di livello B1 ha generato un cambiamento anche di percezione, tanto che molte docenti specialiste si stanno chiedendo se convertirsi in specializzate e se abbia ancora senso la loro modalità di lavoro. Spesso, laddove sono compresenti le due figure, le docenti specialiste fungono da riferimento per i contenuti e la struttura dei programmi, come pure per gli apprendimenti ritenuti essenziali nelle diverse annualità e favoriscono il trasferimento delle pratiche acquisite su questo delicato settore dell’apprendimento. Alla luce di queste esperienze, si può affermare che le docenti formate in lingua diversa da quella italiana assumono competenze aggiuntive rispetto alle altre, ampliano la sfera dei possibili contatti tra docenti e con la realtà sociali, affinano gli strumenti didattici e le pratiche di insegnamento con aperture al sistema valutativo di tipo certificativo centrato sulle competenze. Resta aperta la necessità di una formazione continua per migliorare la preparazione linguistica anche prevedendo soggiorni all’estero (previsti e realizzati solo nel 2006 e 2007), per aggiornare le metodologie e le problematiche didattiche d’aula, per inserire l’apprendimento della lingua in chiave culturale. Silvia Minardi, L’insegnamento delle lingue, tra il vecchio e il nuovo, nelle Indicazioni Nazionali, in Notizie della Scuola n4 del 16/31 ottobre 2005, Tecnodid 8 9 Consultare il sito: www.eurydice.org ANOÈ - La formazione.indd 167 13/02/2012 20:48:05 168 ANOÈ - La formazione.indd 168 Laura Donà e Vania Ortolani 13/02/2012 20:48:05 L’esperienza di formazione del centro risorse territoriali di padova 169 L’esperienza di formazione del centro risorse territoriali di padova Ignazia Daniela Nespolo Alla fine degli anni Ottanta ebbi l’occasione di discutere con un Ispettore Centrale uno dei dilemmi che toccava il progetto ministeriale per l’introduzione dell’insegnamento di una seconda lingua nella scuola elementare italiana: la lingua straniera doveva essere insegnata da un laureato in lingua o da un insegnante elementare che conosceva quella lingua? Il dibattito fu lungo, impegnativo e ricco di contradditori. Sarebbe interessante ancora oggi rivederne gli esiti, i problemi evidenziati e i punti di vista rappresentati da esperti ed operatori. I poli principali del problema erano due: io ero tra quelli che sostenevano la tesi che una lingua può essere correttamente insegnata soltanto da chi la conosce e la parla davvero; l’Ispettore era tra coloro che evidenziavano i rischi di un insegnamento linguistico formale, prevalentemente grammaticale, basato sull’uso del libro di testo, non motivante per alunni molto piccoli, con il rischio che alla competenza dell’insegnante non corrispondesse un effettivo risultato di apprendimento. Egli riteneva che andassero valorizzate le competenze metodologiche necessarie a rilevare le richieste e i bisogni dei bambini, la creatività esemplare e la fantasia nel trovare soluzioni educative e didattiche utili a coinvolgerli, che erano unanimemente riconosciute come le doti principali dei nostri insegnanti elementari, i soli nella scuola di allora a possedere una solida preparazione pedagogica di base. A poca distanza da quell’interessante incontro fu emanato il D.M. 28/06/1991, il quale stabilì che alle elementari la lingua straniera doveva essere insegnata da un insegnante elementare in possesso di competenze linguistiche specifiche. Un fase nuova e stimolante, una vera e propria sfida storica, iniziò così per la scuola elementare italiana. Ne sono stata coinvolta fin dall’inizio e, seguendo i piani formativi succedutesi negli anni, ho imparato a fare i conti con le modifiche dei parametri e delle risorse, delle priorità e delle soluzioni organizzative date per i corsi, spesso in aperta contraddizione con gli obiettivi generali enunciati. L’impronta di quella lontana e lunga discussione con l’Ispettore non mi ha mai abbandonato e, con decisa convinzione, ho cercato di preservare nei corsi ANOÈ - La formazione.indd 169 13/02/2012 20:48:05 170 Ignazia Daniela Nespolo organizzati per il CRT di Padova i principi che si congiungono direttamente con essa, ritenuti irrinunciabili e qualificanti, oltre che strettamente correlati a risultati di efficacia dell’impegno progettuale, organizzativo e formativo. Essi sono: –– Partire dalla rilevazione delle competenze linguistiche degli insegnanti elementari in servizio che esprimevano la disponibilità ad entrare in formazione per poter essere utilizzati anche come insegnanti di lingua straniera (poi solo di lingua inglese) nella scuola primaria, selezionando quelli che possedevano basi linguistiche sufficienti. –– Costituire corsi composti da insegnanti con conoscenze linguistiche omogenee per poter svolgere un efficace intervento di formazione: sviluppare le conoscenze linguistiche possedute, fornire proposte metodologiche di lavoro nelle classi ispirate alle più recenti acquisizioni della ricerca glottodidattica, della psicologia dell’età evolutiva e della psicolinguistica. –– Organizzare corsi di formazione differenziati per durata e contenuti, condotti da personale molto qualificato, con ottima conoscenza della lingua inglese e anche della scuola elementare e della sua specifica modalità di lavoro, affiancati da esperti madrelingua; in tali corsi l’accento veniva posto innanzitutto sull’apprendimento linguistico dei corsisti, e poi su quello glottodidattico. –– Rendere parte essenziale e qualificante dell’esperienza formativa un congruo numero di ore di “tirocinio guidato”, durante il quale il corsista viene accolto a scuola da un “insegnante esperto” di lingua inglese, opportunamente selezionato; in questo modo il futuro insegnante può sperimentare i complessi significati e le nuove implicazioni dell’essere “insegnante di una seconda lingua”, per conoscere e realizzare subito e sotto la guida critica dell’esperto attività e metodologie applicabili con gli alunni di scuola elementare delle diverse classi. Il mantenimento di tali aspetti avrebbe più facilmente assicurato la presenza di insegnanti capaci e sicure di sé, in grado di parlare correttamente la lingua che andavano ad insegnare, garantendo che l’insegnamento della seconda lingua nella scuola elementare sarebbe stato una preziosa opportunità offerta per sviluppare le capacità intellettive, culturali ed interculturali degli alunni e per affermare la modernità del nostro sistema, in grado di accogliere in modo fattivo le sfide della mondializzazione. Il C.R.T. (Centro Risorse Territoriale) di Padova ha inoltre operato interpretando i propri compiti con atteggiamento flessibile e di ricerca, allo scopo di assicurare alle corsiste che con entusiasmo e fatica hanno frequentato i nostri corsi delle esperienze formative qualitativamente stimolanti ed omogenee sul territorio. Flessibilità, nel ritenere “modificabile”ogni segmento del corso e dell’esperienza (dalle sedi di erogazione, ai materiali, agli esperti, ai contenuti) in modo da rispondere in maniera sempre più puntuale alle richieste degli insegnanti, delle scuole e del sistema e per risolvere le problematiche interne ai singoli corsi, rilevate tramite i questionari intermedi e finali. ANOÈ - La formazione.indd 170 13/02/2012 20:48:05 L’esperienza di formazione del centro risorse territoriali di padova 171 Ricerca, nel senso che ogni scelta ed ogni segmento dell’esperienza venivano concordati dopo lunga discussione e quindi sottoposti ad attento esame nelle riunioni di coordinamento, costituite dai formatori che discutevano con me (osservatore esterno ai corsi): tutte le modifiche erano considerate normali fasi del processo, dovute per migliorare il proprio lavoro ed i risultati dei corsi. Per raggiungere questi obiettivi si è investito molto sul coordinamento complessivo delle iniziative del CRT, sulla predisposizione di materiali di supporto comuni (come ad es. la Guida al Tirocinio e tutta la modulistica collegata), e sull’erogazione di lezioni centralizzate di glottodidattica. Queste, hanno impegnato tantissimo dal punto di vista organizzativo ed amministrativo, ma hanno avuto lo scopo di risparmiare risorse economiche e di tempo nei vari corsi, che sono state reinvestite nel supporto individuale dei corsisti:lezioni linguistiche in coppia o in piccolo gruppo. Sono servite anche a socializzare e condividere a livello provinciale le professionalità e le competenze dei numerosi formatori ed esperti del settore e per stimolare il più possibile il confronto tra i corsisti. Non si è dimenticato di condividere tra i formatori i principi e le metodologie dell’educazione degli adulti, in quanto tali sono gli insegnanti corsisti, di tutte le età e con esperienze professionali disparate. La ricerca del coinvolgimento diretto dei corsisti nel proprio percorso formativo e nella valutazione delle difficoltà e dei risultati individuali, sono state realizzate sempre nel rispetto delle persone e nella ricerca della loro positiva alleanza. Nelle esperienze formative dal 2004 al 2009, quando le risorse orarie assegnate ai corsi sono state progressivamente ridotte, costringendo ad una drastica rivalutazione della ricca esperienza accumulata, si è comunque cercato di non rinunciare mai ai principali punti cardine: –– La valutazione delle competenze linguistiche iniziali degli insegnanti, per costituire corsi di livello e per ottimizzare gli sforzi dei docenti-formatori; –– La collocazione dei corsi in sedi strategiche provinciali, per facilitare la regolarità delle frequenze da parte dei corsisti; –– Il mantenimento del tirocinio dei corsisti come il più significativo momento di apprendimento metodologico e per offrire una diretta esperienza dello strettissimo legame esistente tra le scelte organizzative (collocazione oraria e durata della lezione, presenza dell’aula d’inglese, insegnamento specialistico o specializzato, disponibilità di attrezzature e materiali di supporto e come ottenerli, ecc.) e quelle contenutistiche dell’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria. La sperimentazione di un progetto di apprendimento linguistico e culturale “in Country”, cioè a Londra, programmata ed attuata dal CRT di Padova nel 2006, a spese dei partecipanti, ha visto la partecipazione di più di 60 insegnanti di inglese appena usciti da corsi di formazione della Provincia di Padova. Il progetto ha inteso sottolineare la persistente centralità di una buona competenza linguistica dell’insegnante di inglese della scuola primaria: dal punto di vista lessicale, gram- ANOÈ - La formazione.indd 171 13/02/2012 20:48:05 172 Ignazia Daniela Nespolo maticale, sintattico e funzionale, ma ancor più dal punto di vista fonologico, che è particolarmente importante nella scuola primaria, dove, nel primo contatto del bambino con la nuova lingua, che deve essere principalmente orale, cioè “parlato”, si costruisce un “imprinting” difficilmente modificabile successivamente. Pertanto anche alla luce degli esiti di un’esperienza formativa quasi ventennale ritengo che, con personale adulto, siano da coltivare con particolare attenzione le competenze linguistiche sulle quali sarà più agevole inserire successivamente adeguate competenze glottodidattiche. ANOÈ - La formazione.indd 172 13/02/2012 20:48:05 Post fazione 173 Post fazione Paolo Balboni Il progetto di formazione è il risultato di un ampio e sentito dibattito tra i membri della Commissione Ministeriale che ne curava la progettazione; le posizioni che si confrontavano riguardavano due elementi: a. il livello di competenza linguistica adatto a un insegnante, e precisamente B1 o B2. B1 è il cosiddetto ‘livello soglia’, sulla base di un progetto del Consiglio d’Europa partito nel 1967, quindi con quarant’anni di esperienza e validazione in molti paesi; è un livello abbastanza diffuso e risulta raggiungibile in maniera ‘agevole’ per chi ha un A2, spesso avanzato, come molti dei docenti in servizio; quindi, argomentavano i sostenitori dell’opzione B1, poteva essere motivato per gli insegnanti sottoporsi ad uno sforzo e ad un investimento di ore e fatica percepito come potenzialmente produttivo. Il livello B2 non solo è molto più raro tra gli insegnanti, ma è anche più difficile da raggiungere, come del resto è ovvio, per chi ha un A2 o un B1. b. Le posizioni erano concordi: un insegnante dovrebbe avere un livello B2; ma se si voleva ampliare l’offerta in maniera tale da coprire tutte le scuole, al momento il traguardo realistico era il B1. C’era quella riserva, ‘al momento’, che non va dimenticata: questo volume testimonia lo sforzo compiuto nella nostra Regione per la creazione di un plafond di partenza di B1 generalizzato, ma ora va sostenuto lo sforzo per il miglioramento qualitativo, dopo aver affrontato quantitativamente la questione; c. il luogo deputato per la formazione e per la certificazione linguistica: anche in questo caso si è rinunciato all’optimum (formazione a cura dei Centri Linguistici universitari, cui è stata comunque affidata la certificazione) a favore del fattibile, la formazione decentrata ed affidata al personale scolastico in servizio. Scelta che pare realisticamente accettabile per un B1, forse meno per un eventuale e successivo B2 – anche se non si può chiedere a chi abita a Belluno, Feltre, Adria o Rovigo di andare, dopo una mattina di lezione, a seguire i corsi ANOÈ - La formazione.indd 173 13/02/2012 20:48:05 174 Paolo Balboni in uno dei tre Centri Linguistici veneti, a Venezia, Padova o Verona, per cui dovranno essere eventualmente i Centri Linguistici a decentrare, spostando il loro personale specializzato e di madrelingua inglese, la formazione. Il volume riporta un’esperienza già avvenuta, quindi è assolutamente inutile proseguire nella discussione di cui abbiamo riportato i termini sopra. Più produttivo può essere esplorare quali possono essere le vie su cui continuare la formazione ulteriore delle persone già formate, da un lato, e sul rinnovamento il modello di formazione B1 finora sperimentato, dall’altro, anche alla luce del fatto che nelle ultime sessioni di certificazione ha prodotto risultati progressivamente inferiori, con un alto numero di corsisti inidonei. Per il futuro ci pare necessaria una ripresa, possibilmente congiunta, di formazione linguistica e glottodidattica, che può essere condotta anche con una consistente parte on line. Da un lato, un livello di competenza raggiunto anni fa va mantenuto ed esercitato; dall’altro, una ricerca che sta per comparire in contemporanea a questo volume, La lingua inglese nelle scuole primarie del Veneto (Perugia, Guerra, 2011, curata da chi scrive e da Michele Daloiso, coinvolgendo in auto-osservazione metodologica 150 insegnanti che hanno descritto nel dettaglio quello che hanno fatto nelle ore di inglese in una settimana di scuola) mostra come la mancanza di sicurezza nella padronanza dell’inglese incida sull’uso di questa lingua in aula e come ci sia una chiara necessità di una maggiore formazione glottodidattica – richiesta esplicitamente da molti dei partecipanti all’indagine. Non è impensabile un progetto che coniughi il mantenimento linguistico e l’approfondimento glottodidattico, secondo metodologie integrate che permettono di raggiungere insieme i due obiettivi, anche in considerazione della povertà di mezzi finanziari che contrassegna questa stagione della nostra storia scolastica. Il mantenimento linguistico può essere condotto in forma blended su testi in inglese, di argomento glottodidattico, collocati in internet: possono essere testi scritti, cioè pagine di glottodidattica tratte dai classici, dalle riviste specialistiche, dalle esperienze didattiche nei blog internazionali, oppure testi orali come interviste ad esperti, registrazioni di dibattiti, e così via. Mentre i testi scritti sono facilmente reperibili on line, quelli orali andrebbero in gran parte prodotti appositamente, ma non è difficile, anche perché nel Veneto ci sono alcuni glottodidatti specializzati nel settore della scuola elementare che sono di madrelingua inglese. Una prima parte del lavoro quindi può essere svolto on line, secondo modalità formative che sono ampiamente sperimentate, ad esempio da Ca’ Foscari anche per conto del MIUR, con un tutor linguistico e un tutor glottodidattico, che in moti casi potrebbe essere la stessa persona. A questo lavoro on line, che ogni insegnante svolge autonomamente, si affiancano momenti di discussione in gruppi locali, in cui la lingua venga usata per discutere di temi didattici partendo dai testi studiati ed ascoltati on line. ANOÈ - La formazione.indd 174 13/02/2012 20:48:05 Post fazione 175 Le competenze nel Veneto ci sono; l’esperienza, come dimostra questo volume, c’è ed è valida, affidabile; la progettazione è facilmente realizzabile. Servono la volontà e i fondi dell’Ufficio Scolastico, da un lato, e la disponibilità dei docenti formati con un B1, dall’altro. ANOÈ - La formazione.indd 175 13/02/2012 20:48:05 176 ANOÈ - La formazione.indd 176 Paolo Balboni 13/02/2012 20:48:05 Appendice 177 Appendice I dati delle province ANOÈ - La formazione.indd 177 13/02/2012 20:48:05 178 ANOÈ - La formazione.indd 178 Appendice 13/02/2012 20:48:05 179 APPENDICE: I dati delle province Appendice Centro Risorse Territoriali di BELLUNO presso la Scuola Media “ROCCA” - Feltre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 Sede del corso Numero Docenti Docenti Docenti Docenti sessioni iscritti ritirati testati promossi esami Feltre 19 9 19 7 Ore % Livello erogate Di cui di Promossi del corso per corso lingua 2 36,84 A1-A2 100 70 .. e di metodolo gia 30 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2004/05 Docenti promossi 7 Docenti testati 19 Docenti ritirati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati 9 Docenti iscritti Docenti iscritti 19 0 5 10 15 20 Ore Erogate per Corso Livello A1-A2 Anno 2004/05 120 100 100 80 70 60 40 30 20 0 Ore erogate per corso ANOÈ - La formazione.indd 179 Di cui di lingua .. e di metodologia 127 13/02/2012 20:48:05 180 Appendice Centro Risorse Territoriali di BELLUNO presso la Scuola Media “ROCCA” - Feltre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005/2006 Numero Livello sessioni % del promossi corso esami Sede del Docenti Docenti Docenti Docenti corso iscritti ritirati testati promossi Feltre 20 2 20 0 0 0-A1 140 0 120 Docenti promossi 20 Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 2 Docenti ritirati 75 45 Anno 2005/06 Anno 2005/06 Docenti testati 120 .. e di metodologia Ore Erogate per Corso Livello A2-B1 Corsi senza esami Livello 0-A1 Docenti promossi Ore erogate Di cui di per corso lingua 120 100 75 80 60 45 40 20 20 Docenti iscritti 0 0 5 10 15 20 25 Ore erogate per corso Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 180 128 13/02/2012 20:48:05 181 Appendice Centro Risorse Territoriali di BELLUNO presso la Scuola Media “ROCCA” – Feltre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006/2007 Sede del corso Docenti Docenti iscritti ritirati Feltre 14 Numero Docenti sessioni promossi esami Docenti testati 7 14 0 % promossi 0 Ore Livello erogate Di cui di del corso per corso lingua A1-A2 Corsi senza esami Livello A1-A2) 110 .. e di metodologia 71 39 Ore Erogate per Corso Livello A1-A2 Anno 2006/07 Anno 2006/07 120 Docenti 0 promossi 110 100 Docenti testati 14 Docenti ritirati 7 Docenti iscritti 14 0 5 10 15 Docenti promossi Docenti testati 71 80 Docenti ritirati 60 Docenti iscritti 40 39 20 0 Ore erogate per corso Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 181 129 13/02/2012 20:48:05 182 Appendice Centro Risorse Territoriali di BELLUNO presso la Scuola Media “ROCCA” – Feltre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2007/2008 Sede del corso Docenti Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati promossi Feltre 12 4 12 Numero sessioni esami 2 Livello % del Promossi corso 2 17 A2-B1 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2007/08 2 76 56 132 120 Docenti testati Docenti promossi 12 Docenti ritirati 132 .. e di metodolo gia Ore Erogate per Corso Livello A2-B1 Anno 2007/08 140 Docenti promossi Ore erogate Di cui di per corso lingua Docenti testati Docenti ritirati 4 Docenti iscritti 100 76 80 56 60 40 Docenti iscritti 12 0 5 10 20 15 0 Ore erogate per corso Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 182 130 13/02/2012 20:48:05 183 Appendice Centro Risorse Territoriali di BELLUNO presso la Scuola Media “ROCCA” – Feltre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 - 2007/2008 Complessivo Numero Docenti Docenti Docenti sessioni ritirati testati promossi esami Ore % Livello erogate Di cui di Promossi del corso per corso lingua .. e di metodologi a Anno Sede del Docenti corso iscritti 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 Feltre Feltre Feltre Feltre 19 20 14 12 9 2 7 4 19 20 14 12 7 0 0 2 2 0 0 2 37 A1-A2 0-A1 A1-A2 17 A2-B1 100 120 110 132 70 75 71 76 30 45 39 56 Totale Feltre 65 22 65 9 4 13,85 A2;A2-B1 462 292 170 0-A1;A1- Docenti iscritti Anni dal 2004/05 al 2007/08 Complessivo 25 Docenti promossi 9 20 Docenti testati Docenti promossi 65 Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 22 Docenti ritirati 19 20 15 14 10 12 5 Docenti iscritti 65 0 20 40 60 0 2004/05 80 2005/06 2006/07 2007/08 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 07/08 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1 500 462 400 292 300 Ore erogate per corso 170 200 100 Di cui di lingua .. e di metodologia 0 Ore erogate per Di cui di lingua corso .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 183 131 13/02/2012 20:48:06 184 Appendice Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso IX Direzione Didattica "D. VALERI" e presso CRT ITAS “SCALCERLE” e CRT SMS “VIVALDI” di Padova SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso 20 10 10 40 10 10 20 10 70 CRTD.VALERI C.I.E.L.S.inconvenzioneconilC.R.T. C.R.T. Totale C.I.E.L.S.inconvenzioneconilC.R.T. C.R.T. Totale C.R.T. Totale Complessivo 2 0 0 2 0 0 0 3 5 Docenti promossi 18 10 10 38 10 10 20 7 65 Numero sessioni esami 18 10 10 38 10 10 20 7 65 % Livello del Ore Promossi corso erogate 100 A2+B1 100 B1 100 B1 100 A2+B1 100 B1/B2 100 B2 100 B1/B2 100 B2 100 A2-B1;B1B2; 1 1 1 3 1 1 2 1 6 Docenti iscritti 40 38 Docenti ritirati 38 20 Docenti promossi 15 20 20 Docenti iscritti 7 Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 0 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati 20 Docenti promossi 0 Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Anno 2004/05 Totale 3 4 2 0 40 Docenti testati 0 10 6 40 Docenti ritirati 5 7 20 20 Docenti iscritti Anno 2004/05 Livello B2 10 8 80 80 30 190 40 30 70 30 290 10 Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 2 25 Docenti testati Docenti iscritti 12 100 100 30 230 40 30 70 30 330 .. e di metodologia Anno 2004/05 Livello B1-B2 Anno 2004/05 Livello A2-B1 50 40 30 20 10 0 Di cui di lingua Docenti promossi 65 Docenti testati 65 Docenti testati Docenti ritirati 5 Docenti ritirati Docenti iscritti 70 Docenti iscritti Docenti promossi Docenti promossi 0 20 40 60 80 Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: 0-A2; A2-B1; B1-B2; 350 300 250 200 150 100 50 0 330 290 Ore erogate Di cui di lingua 40 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 184 132 13/02/2012 20:48:06 185 Appendice Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso IX Direzione Didattica "D. VALERI" SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005/2006 Docenti iscritti Sede del corso DIR.DID.CITTADELLA DIR.DID.CAMPOSAMPIERO I.C."ZANELLATO"MONSELICE MONTAGNANA I.C.TEOLO DIR.DID.PIOVEDISACCO IIDIREZIONEDIDATTICA IVDIR.DID.PD VIIIDIR.DID.PD Totale CRTD.VALERI CRTD.VALERI IDIREZIONEDIDATTICA IIDIREZIONEDIDATTICA MONSELICE"ZANELLATO" DIREZIONEDIDATTICAESTE Totale CRTD.VALERI CRTD.VALERI Totale Totale Complessivo Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi 15 21 19 17 19 22 22 20 17 172 24 24 22 25 16 14 125 19 19 38 0 0 0 0 0 5 2 7 0 14 17 31 0 14 17 31 0 1 1 2 335 7 31 31 2 Crt VALERI Anno 2005/06 Livello A2-B1 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati 0A1 0A1 0A1 0A1 0A1 0A1 0A1 0A1 PA1 0A1 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 100 A2B1 100 A2B1 100 A2B1 100 0-A1; A1A2; A2-B1 Di cui di lingua 70 70 70 70 70 70 70 70 70 630 130 130 130 130 130 130 780 124 124 248 70 70 70 70 70 70 70 70 70 630 106 106 106 106 106 106 636 100 100 200 1658 1466 .. e di metodologia (TIROCINIO) 0 24 24 24 24 24 24 144 24 24 48 192 Anno 2005/06 Docenti ritirati Docenti ritirati Ore erogate Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Docenti iscritti Docenti iscritti Livello del corso Docenti promossi Docenti promossi 31 Docenti testati 31 Docenti ritirati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati 7 Docenti iscritti Docenti iscritti 335 0 100 200 300 400 Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1658 1466 Ore erogate Di cui di lingua 192 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia (TIROCINIO) .. e di metodologia (TIROCINIO) ANOÈ - La formazione.indd 185 133 13/02/2012 20:48:06 186 Appendice Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso IX Direzione Didattica "D. VALERI" SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006/2007 Sede del corso Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati DIR.DID.CAMPOSAMPIERO DIR.DID.ESTE VIIIDIR.DID.PD Totale DIRDIDCAMPOSAMPIERO I.C."ZANELLATO"MONSELICE MONTAGNANA I.C.TEOLO DIR.DID.PIOVEDISACCO IVDIR.DID.PD I.C.GALLIERAVENETAexcorsodi Cittadella VIIIDIR.DID.PD Totale CRTD.VALERI CRTD.VALERI IDIRDID IIDIRDID MONSELICE"ZANELLATO" DIRDIDESTE Totale Totale Complessivo 14 10 15 39 24 21 11 22 17 20 12 Docenti promossi 0 0 Numero sessioni esami % Promossi 0 0 0 14 12 9 7 5 10 57 57 0 2 1 1 1 1 1 7 7 0A1 0A1 0A1 0A1 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 A1A2 10 17 144 16 16 18 18 16 14 98 281 0 0 2 5 4 2 10 16 14 9 10 7 12 68 78 13 13 A1A2 A1A2 87,50 A2+B1 85,71 A2B1 100,00 A2B1 70,00 A2B1 71,43 A2B1 83,33 A2B1 83,82 A2B1 73,08 0-A1; A1A2; A2-B1 Iscritti ai corsi Livello A2-B1 18 16 5 II DIR DID I DIR DID CRT D. VALERI 14 7 4 2 0 CRT D. VALERI 0 16 10 9 9 10 5 18 14 12 7 12 10 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 281 0 50 100 150 200 250 300 112 896 50 100 100 100 100 100 550 1686 100 800 30 80 80 80 80 80 430 1470 12 96 20 20 20 20 20 20 120 216 83,33% 71,43% 70,00% 100,00% 85,71% 87,50% I DIR DID CRT D. VALERI CRT D. VALERI 0 2000 Docenti promossi 13 0 12 12 12 12 12 12 12 20 40 60 80 100 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1 57 78 80 80 80 240 100 100 100 100 100 100 100 II DIR DID Anno 2006/07 Docenti testati 80 80 80 240 112 112 112 112 112 112 112 DIR DID ESTE Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Docenti promossi e di metodologia +Tirocino+Indire (12) MONSELICE "ZANELLATO" Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 5 2 DIR DID ESTE 16 14 MONSELICE "ZANELLATO" 16 15 Di cui di lingua Percentuale di Promossi nelle Sedi Livello A2-B1 Anno 2006/07 Anno 2006/07 20 Livello del Ore corso erogate 1686 1500 1470 1000 500 0 216 Ore erogate Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 186 134 13/02/2012 20:48:06 Appendice 187 Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso XI° Istituto Comprensivo "A. VIVALDI" ANOÈ - La formazione.indd 187 135 13/02/2012 20:48:07 188 Appendice Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso XI° Istituto Comprensivo "A. VIVALDI" ANOÈ - La formazione.indd 188 136 13/02/2012 20:48:07 189 Appendice Centro Risorse Territoriali di PADOVA presso XI° Istituto Comprensivo "A. VIVALDI" SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 - 2008/2009 Complessivo Docenti iscritti Anno Docenti Numero Docenti promoss sessioni testati i esami Docenti ritirati % Livello Ore Promossi del corso erogate A2-B1;B1- 2004/2005 70 5 65 65 6 93 B2; B2 2005/2006 335 7 31 31 2 100 A2-B1 2006/2007 281 13 78 57 7 73 A2-B1 0-A1; A1-A2; 0-A1; A1-A2; 2007/2008 161 9 67 54 14 81 2008/2009 70 8 37 33 5 89 0-A1; A1-A2; A2-B1 A1-A2; A2B1 86 0-A1;A2B1;B1-B2; B2 Totale Complessivo 917 42 278 240 34 Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 917 0 200 400 600 800 1686 1470 216 1320 1180 140 520 420 100 4826 688 335 300 42 Docenti ritirati 40 192 5514 350 278 290 1466 400 240 Docenti testati 330 1658 Docenti iscritti Anni dal 2004/05 al 2008/09 Totale Docenti promossi Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indir e(12) 281 250 200 161 150 100 50 70 70 0 2004/2005 1000 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 08/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 4826 Ore erogate Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire (12) Di cui di lingua 688 Ore erogate 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 5514 e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 189 137 13/02/2012 20:48:07 190 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IIS “MUNERATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005 - 2006 Docenti iscritti Sede del corso Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi Livello del Ore corso erogate Di cui di lingua .. e di metodologia D.D.2°CIRCOLO ROVIGO D.D.BADIAPOLESINE (RO) I.C.ADRIA2ADRIA (RO) 20 6 20 0-A2 110 90 20 17 9 17 0-A2 110 90 20 24 10 24 0-A2 110 90 20 Totale 61 25 25 8 61 25 0 17 0 2 0-A2 68,00 A2-B1 330 80 270 60 60 20 86 33 86 17 2 19,77 0-A2; A2B1 410 330 80 D.D.2°CIRCOLO ROVIGO Totale complessivo Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2005/06 D.D.2° Circolo Rovigo Anno 2005/06 Livello A2-B1 30 25 25 Docenti promossi 25 17 20 15 Docenti ritirati Docenti testati 8 10 Docenti iscritti 17 Docenti testati Docenti ritirati Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 0 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Docenti testati 33 Docenti promossi 5 Docenti promossi 86 86 0 20 40 60 80 100 Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: 0-A2; A2-B1 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 410 330 Ore erogate Di cui di lingua 80 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 190 138 13/02/2012 20:48:07 191 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IIS “MUNERATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006 - 2007 Docenti iscritti I.T.C.DEAMICISROVIGO Docenti Docenti Docenti ritirati testati promossi 11 1 11 I.T.C.DEAMICISROVIGO 10 Totale 21 1 I.T.C.DEAMICISROVIGO 14 7 D.D.OCCHIOBELLO(RO) 12 6 I.C.ADRIA2ADRIA(RO) 14 I.T.C.DEAMICISROVIGO 14 5 I.C.ADRIA2ADRIA(RO) 14 6 68 24 I.T.C.DEAMICISROVIGO 12 4 I.C.ADRIA2ADRIA(RO) 10 I.T.C.DEAMICISROVIGO 12 I.C.ADRIA2ADRIA(RO) 10 2 44 6 10 Numero % Livello del Ore Di cui di .. e di sessioni esami promossi corso erogate lingua metodologia 0-A1 30 30 FASE1 0-A1 50 50 FASE2 0 0 0-A1 80 80 0 FASE1/2 A1-A2 32 32 FASE1 A1-A2 32 32 FASE1 A1-A2 40 40 FASE1 A1-A2 48 48 FASE2 A1-A2 48 48 FASE2 A1-A2 200 200 0 0 FASE1/2 A2-B1 46 40 6 FASE1 A2-B1 46 40 6 FASE1 A2-B1 64 60 4 FASE2 A2-B1 64 60 4 FASE2 A2-B1 0 0 220 200 20 FASE1/2 133 31 25 0 Sede del corso Totale Totale Totale Complessivo 11 4 4 10 0-A1; A1A2; A2-B1; Fase 1/2 0 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2006/07 25 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati 31 Docenti ritirati Docenti ritirati 133 Docenti iscritti 0 50 100 150 Docenti iscritti 480 20 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1 600 Docenti promossi 0 500 500 500 480 Ore erogate Di cui di lingua 400 300 200 100 20 0 .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 191 139 13/02/2012 20:48:07 192 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IIS “MUNERATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2007 - 2008 Docenti iscritti Sede del corso I.T.C.DEAMICIS ROVIGO Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi 10 I.T.C.DEAMICIS ROVIGO I.C.ADRIA2ADRIA (RO) I.T.C.DEAMICIS ROVIGO I.C.ADRIA2ADRIA (RO) Totale Totale Complessivo Di cui di lingua .. e di metodologi a 40 40 A1-A2FASE1 40 40 0 9 A2-B1FASE1 45 39 6 8 A2-B1FASE1 45 39 6 100 A2-B1FASE3 30 30 100 A2-B1FASE3 30 30 150 138 12 190 178 12 0 0 0 0 12 0 12 12 1 8 0 8 8 1 37 0 20 20 2 47 0 20 20 2 Iscritti ai corsi Livello A2-B1 Anno 2007/08 40 Ore erogate A1-A2FASE1 10 Totale Livello del corso 100 A2-B1FASE1/ 3 A1 - A2 ; A2B1; FASE 100 1/2/3 Percentuale di Promossi nelle Sedi Livello A2-B1 Anno 2007/08 37 35 Docenti iscritti 30 25 20 20 I.C. ADRIA 2 ADRIA (RO) Docenti ritirati 20 Docenti testati 15 I.T.C. DE AMICIS ROVIGO Docenti promossi 10 5 0 0 (8) 100% (12) 100% 0 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2007/08 100 Totale Ore Erogate Anno 2007/08 Livelli Corsi: A1-A2; A2-B1 Docenti promossi 20 200 Docenti testati 20 150 Docenti ritirati 50 190 178 100 0 Docenti iscritti 47 Docenti promossi Docenti testati 0 20 40 60 Docenti ritirati Docenti iscritti 50 12 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 192 140 13/02/2012 20:48:07 193 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IM “ROCCATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2008 - 2009 Docenti iscritti Sede del corso I.T.C.DEAMICIS ROVIGO Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi 10 Totale I.T.C.DEAMICIS ROVIGO I.C.ADRIA2ADRIA (RO) 10 0 0 0 0 9 3 6 6 1 9 7 1 9 Totale Totale Complessivo 18 3 15 13 2 28 3 15 13 2 Livello del Ore corso erogate A1-A2 FASE2 A1-A2 FASE2 100 A2-B1 FASE2 78 A2-B1 FASE2 A2-B1 87 FASE2 a1 - A2; A2-B1 87 FASE 2 Iscritti ai corsi Livello A2-B1 Anno 2008/09 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 9 9 6 7 60 60 60 60 0 55 41 14 55 41 14 110 82 28 170 142 28 I.C. ADRIA 2 ADRIA (RO) Docenti iscritti (7) 78% Docenti ritirati Docenti testati 3 Docenti promossi I.T.C. DE AMICIS ROVIGO Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2008/09 Docenti promossi Docenti promossi 15 Docenti testati Docenti ritirati 3 Docenti iscritti Docenti iscritti 20 40 60 80 100 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: A1-A2; A2-B1 200 13 Docenti testati (6) 100% 0 I.T.C. DE AMICIS ROVIGO I.C. ADRIA 2 ADRIA (RO) Docenti ritirati .. e di metodologia Percentuale di Promossi nelle Sedi Livello A2-B1 Anno 2008/09 9 6 Di cui di lingua 170 142 150 100 50 28 28 0 0 5 10 15 20 25 30 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 193 141 13/02/2012 20:48:08 194 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IM “ROCCATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2009 Sede del corso Docenti iscritti I.T.C.DEAMICIS ROVIGO I.T.C.DEAMICIS ROVIGO Totale Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % promossi 10 10 20 0 0 0 0 Livello del Ore Di cui di .. e di corso erogate per lingua metodologia corso A2-B1 48 48 FASE1 A2-B1 72 52 20 FASE2 A2-B1 120 100 20 Totale Ore Erogate Anno 2009/10 Livelli Corsi: A1-A2; A2-B1 140 120 120 100 100 80 60 40 20 20 0 Ore erogate per corso Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 194 142 13/02/2012 20:48:08 195 Appendice Centro Risorse Territoriali di ROVIGO presso IM “ROCCATI” di Rovigo SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI COMPLESSIVO ANNI dal 2005/2006 al 2009 - 2010 Docenti iscritti Anno a 2005-2006 Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi 86 33 86 17 2 133 31 25 0 0 0 2006-2007 0 2007-2008 47 0 20 20 2 2008-2009 28 3 15 13 2 20 314 0 67 0 146 50 0 6 2009 -2010 Totale Complessivo Livello del Ore corso erogate Di cui di lingua 20 0-A2;A2B1 0-A1;A1A2;A2-B1; Fase1/2 410 330 80 500 480 20 100 A1-A2; A2-B1; FASE1/2/3 190 178 12 170 142 28 120 1390 100 1230 20 160 87 a1-A2;A2B1FASE2 A2-B1 34 0 Anni dal 2005/06 al 09/10 Totale Docenti iscritti 140 133 120 Docenti promossi 50 100 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 146 Docenti ritirati 67 Docenti iscritti 314 0 .. e di metodologia 100 200 300 80 86 60 47 40 28 20 20 0 2005 - 2006 400 2006 - 2007 2007 - 2008 2008 - 2009 2009 -2010 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2005/06 al 09/10 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1390 1230 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 160 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 195 143 13/02/2012 20:48:08 196 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese e presso CRT IPSCT “BESTA” di Treviso SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 Docenti iscritti Sede del corso PAESE PAESE Totale complessivo Docenti ritirati 120 100 220 Docenti testati 10 8 18 Docenti promossi 60 76 136 Numero sessioni esami 68 68 Paese: Anno 2004/05 Livello A2-B1 120 100 % Livello del Ore Promossi corso erogate 2 2 0-A1 89 A2-B1 50 0-A1; A2B1 Docenti iscritti 68 Docenti ritirati 60 Docenti testati Docenti promossi 40 20 8 136 Docenti testati Docenti ritirati Docenti testati 10 20 30 Docenti promossi Docenti testati 18 Docenti ritirati Docenti ritirati Docenti iscritti 220 Docenti iscritti 0 0 Docenti iscritti 85 80 165 68 Docenti promossi 76 95 100 195 .. e di metodologia Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2004/05 100 80 Di cui di lingua 100 200 300 Docenti promossi Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: 0-A1; A2-B1 250 200 195 165 Ore erogate 150 Di cui di lingua 100 .. e di metodologia 30 50 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 196 144 13/02/2012 20:48:08 197 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005/2006 Docenti iscritti Sede del corso PAESE PAESE Totale complessivo Docenti ritirati Docenti testati 5 10 15 65 120 185 Docenti promossi 60 50 110 33 33 Numero sessioni esami % Promossi 140 120 A1-A2 66 A2-B1 30 A1-A2; A2-B1 1 1 Paese: Anno 2005/06 Livello A2-B1 Livello del Ore corso erogate Docenti promossi 100 Docenti iscritti 80 Docenti ritirati 50 33 40 10 20 Docenti testati Docenti promossi Docenti ritirati Docenti testati 80 85 165 10 10 20 33 Docenti testati Docenti promossi 110 Docenti testati Docenti ritirati 15 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 0 Docenti iscritti 100 95 195 .. e di metodologia Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2005/06 120 60 Di cui di lingua Docenti promossi 185 0 50 100 150 200 Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: 0-A1; A2-B1 250 200 195 165 Ore erogate 150 Di cui di lingua 100 .. e di metodologia 50 20 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 197 145 13/02/2012 20:48:08 198 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006/2007 Docenti iscritti Sede del corso PAESE PAESE PAESEcorsi decentrati Totale complessivo Docenti ritirati Docenti testati 22 23 102 3 3 147 6 Docenti promossi 0 Numero sessioni esami 0 % Promossi 0 Livello del Ore corso erogate 95 95 360 85 85 320 10 10 40 0 0-A1; A1-A2 550 490 60 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: 0-A1 600 550 500 Docenti 0 testati Docenti ritirati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 6 490 400 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 300 200 60 100 Docenti iscritti 147 0 50 100 150 .. e di metodologia 0-A1 0-A1 A1-A2 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2006/07 Docenti 0 promossi Di cui di lingua 0 200 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 198 146 13/02/2012 20:48:08 199 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2007/2008 Docenti iscritti Sede del corso PAESE PAESE CONEGLIANO Totale CORNUDA CONEGLIANO Docenti ritirati Docenti promossi 22 42 21 23 22 66 3 2 2 7 2 3 25 20 19 64 18 19 5 3 2 2 7 179 19 28 22 21 71 20 Totale CORNUDA CONEGLIANO PAESE Totale Totale Complessivo Docenti testati Numero sessioni esami % Promossi Livello del corso 0-A1 0-A1 0-A1 0 0-A1 A1-A2 A1-A2 0 0 37 18 21 20 59 0 10 20 14 44 0 1 1 1 3 160 44 3 0 A1-A2 56 A2-B1 95 A2-B1 70 A2-B1 75 A2-B1 0-A1;A128 A2;A2-B1 Paese: Anno 2007/08 Livello A2-B1 70 66 Docenti promossi 44 50 Docenti iscritti 40 Docenti ritirati 30 Docenti testati 20 Docenti promossi 7 10 Docenti ritirati 100 100 90 290 90 90 90 90 80 260 80 80 10 10 10 30 10 10 180 90 100 100 290 160 80 80 90 250 20 10 20 10 40 760 670 90 44 Docenti testati 160 Docenti ritirati Docenti testati Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti promossi 179 0 95% CONEGLIANO 56% CORNUDA 800 700 600 500 400 300 200 100 0 760 40 60 100 150 200 80 100 670 Ore erogate Di cui di lingua 90 Ore erogate 20 50 Totale Ore Erogate Anno 2007/08 Livelli Corsi: 0-A1; A2-B1 70% PAESE Docenti promossi 19 Percentuale di promossi nelle sedi Livello A2-B1 Anno 2007/08 0 .. e di metodologi a Docenti iscritti 0 Docenti iscritti Di cui di lingua Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2007/08 59 60 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 199 147 13/02/2012 20:48:08 200 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2008/2009 Docenti iscritti Sede del corso Paese Paese Paese Conegliano Totale Totale Complessivo Docenti ritirati 25 24 25 21 70 95 Docenti testati 3 3 3 3 9 12 Docenti promossi 22 21 22 18 61 83 Numero sessioni esami 10 11 10 31 31 % Promossi Livello del Ore corso erogate A1-A2 48 A2-B1 50 A2-B1 56 A2-B1 51 A2-B1 37 A1A2;A2B1 1 1 1 3 3 Paese: Anno 2008/09 Livello A2-B1 80 70 Di cui di lingua 100 100 100 100 300 400 .. e di metodologia 90 80 80 80 240 330 10 20 20 20 60 70 Percentuale di promossi nelle sedi Livello A2-B1 Anno 2008/09 70 Conegliano 61 60 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 50 40 31 30 20 56% Paese 50% 9 10 48% Paese 0 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 0 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2008/09 Docenti promossi 31 Docenti promossi 83 Docenti testati Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 12 Docenti ritirati 95 Docenti iscritti 0 20 40 60 80 100 20 40 60 80 100 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: 0-A1; A2-B1 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 400 330 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 70 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 200 148 13/02/2012 20:48:09 201 Appendice Centro Risorse Territoriali di TREVISO presso SMS “CASTELLER” di Paese SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 - 2008/2009 Complessivo Docenti iscritti Anno Docenti ritirati Numero Docenti sessioni promossi esami Docenti testati Livello % Ore Di cui di del Promossi corso erogate lingua 0-A1; A2- 2004/2005 220 18 136 68 2 50 B1 2005/2006 185 15 110 33 1 30 B1 2006/2007 147 2007/2008 6 179 2008/2009 19 95 Totale Complessivo 12 826 70 0 0 160 44 83 31 489 176 A1-A2; A2- 195 165 30 195 165 20 0 0-A1; A2 550 490 60 3 28 0-A1;A1A2;A2-B1 760 670 90 37 A1-A2;A2B1 400 330 70 36 0-A1;A1A2;A2-B1 2100 1820 270 3 9 A1- e di metodologia +Tirocino+Indi re(12) Anni dal 2004/05 al 2008/09 Totale Docenti iscritti 250 Docenti promossi 200 176 Docenti testati Docenti promossi 489 Docenti testati Docenti ritirati 70 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 826 0 200 400 600 800 185 150 179 147 100 95 50 0 1000 220 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 08/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1 2500 2100 2000 1820 1500 Ore erogate 1000 Ore erogate 0 Di cui di lingua 500 e di metodologia +Tirocino+Indire(12) 270 Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 201 149 13/02/2012 20:48:09 202 Appendice Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 Sede del corso Docenti Docenti Docenti Docenti Numero % Livello Ore Di cui di .. e di iscritti ritirati testati promossi sessioni Promossi del corso erogate lingua metodologia esami per corso IMSStefanini 23 Totale 23 0 18 16 1 89 A1-A2 100 80 20 18 16 1 89 A1-A2 100 80 20 Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: A1-A2 Anno 2004/05 Livello Corsi: A1-A2 Docenti promossi 120 16 100 Docenti testati Docenti promossi 18 Docenti testati Docenti ritirati Docenti 0 ritirati Docenti iscritti 80 100 80 Ore erogate per corso 60 Di cui di lingua .. e di metodologia 40 Docenti iscritti 20 20 23 0 0 10 20 30 Ore erogate per Di cui di lingua corso .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 202 150 13/02/2012 20:48:09 Appendice 203 Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre ANOÈ - La formazione.indd 203 151 13/02/2012 20:48:09 204 Appendice Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre ANOÈ - La formazione.indd 204 152 13/02/2012 20:48:10 Appendice 205 Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre ANOÈ - La formazione.indd 205 153 13/02/2012 20:48:10 206 Appendice Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2008/2009 Docenti Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati promossi Sede del corso Numero sessioni esami % Promossi DDMIRANO2 17 27 44 9 17 13 Totale 39 3 29 10 3 Totale Complessivo 83 3 29 10 3 IC NIEVO S. DONA’ P. ICPAROLARI Totale DDCHIOGGIA1 DDGRIMANI 0 0 11 12 6 3 0 3 7 0 0 1 1 1 Livello del Ore corso erogate 0-A1 0-A1 0-A1 27,27 A2-B1 58,33 A2-B1 0,00 A2-B1 34,48 A2-B1 34 0; A1; B1 Iscritti ai corsi Livello A2-B1 Anno 2008/09 Di cui di lingua .. e di metodologia 100 100 200 100 100 100 80 80 160 80 80 80 20 20 40 20 20 20 300 240 60 500 400 100 Percentuale di Promossi nelle Sedi Livello A2-B1 Anno 2008/09 17 18 16 14 10 13 12 11 12 0,00 DD MIRANO 2 Docenti iscritti 9 Docenti ritirati 6 6 3 4 DD GRIMANI Docenti testati 7 8 DD CHIOGGIA 1 3 2 0 0 DD CHIOGGIA 1 DD GRIMANI 58,33 Docenti promossi 27,27 0 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2008/09 Docenti promossi Docenti promossi 29 Docenti testati Docenti ritirati 3 Docenti iscritti Docenti iscritti 20 40 50 60 70 40 60 80 500 400 400 300 200 100 100 83 0 30 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: A1-A2; A2-B1 500 Docenti ritirati 20 600 10 Docenti testati 10 DD MIRANO 2 100 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 206 154 13/02/2012 20:48:10 207 Appendice Centro Risorse Territoriali di VENEZIA presso Istituto Magistrale "L. STEFANINI"-Mestre SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI Complessivo ANNO 2004/2005 - 2008/2009 Docenti iscritti Anno 2004/2005 Docenti Numero Docenti promoss sessioni testati i esami Docenti ritirati 23 0 18 16 % Livello Ore Promossi del corso erogate 1 89 A1-A2 0-A1; A1-A2; A2– B1 2005/2006 222 26 79 75 8 95 2006/2007 185 0 17 10 5 59 B1 2007/2008 2008/2009 169 83 0 3 73 29 31 10 11 3 42 B1 34 0; A1; B1 Totale Complessivo 682 29 216 142 28 66 A2– B1 0; 0-A1; A20-A1; A2; A2- 0-A1; A1-A2; Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indir e(12) 100 80 20 1180 960 220 900 720 180 900 500 720 400 180 100 3580 2880 700 Docenti iscritti Anni dal 2004/05 al 08/09 Totale 250 Docenti promossi Docenti testati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 216 Docenti ritirati 29 Docenti iscritti 682 0 222 200 142 200 400 600 169 100 83 50 0 800 185 150 23 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 08/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 3580 2880 Ore erogate e di metodologia +Tirocino+Indire(12) Di cui di lingua 700 Ore erogate 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Ind ire(12) ANOÈ - La formazione.indd 207 155 13/02/2012 20:48:10 208 Appendice Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” e presso SMS “BATTISTIPARONA” di Verona SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/2005 Sede del corso Docenti iscritti Docenti ritirati Totale Complessivo Docenti testati Docenti promossi Numero sessioni % Promossi esami Livello del corso Ore erogate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 20 0 20 20 2 12 0 12 12 1 0-A1 A1-A2 A1-B1 100 A2-B1 100 B1-B2 32 0 32 32 3 100 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1-B2 Docenti promossi 20 Docenti testati Docenti iscritti 0 0 0 0 0 160 160 0 80 80 0 240 240 0 12 Docenti testati Docenti promossi 12 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati 0 Docenti iscritti 10 20 12 Docenti iscritti 30 0 Docenti promossi 32 Docenti testati Docenti promossi 32 Docenti testati Docenti ritirati 0 Docenti iscritti Docenti iscritti 20 30 300 250 200 150 100 50 0 240 10 15 40 240 Ore erogate Di cui di lingua 0 Ore erogate 32 10 5 Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: 0-A2; A2-B1; B1-B2 Anno 2004/05 Totale 0 0 0 20 Docenti iscritti Docenti ritirati 0 0 Docenti ritirati 0 Docenti ritirati 0 Docenti promossi 20 Docenti testati e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) Anno 2004/05 Livello B1-B2 Anno 2004/05 Livello A2-B1 Docenti promossi Di cui di lingua Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 208 156 13/02/2012 20:48:10 209 Appendice Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” Verona SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005/2006 Docenti Sede del corso iscritti Docenti Docenti ritirati testati Docenti promossi 24 99 99 6 100 600 600 45 93 92 7 99 700 700 0 0 0 0 0 0 32 4 200 160 40 0 0 0 0 0 1500 1460 40 20 32 0 313 89 224 Anno 2005/06 223 17 99,64 Livello A0-A1 Anno 2005/06 60 123 99 100 99 80 60 40 24 0 Livello A2-B1 52 50 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 40 32 30 32 Docenti ritirati Docenti testati 20 20 Docenti iscritti Docenti promossi 10 20 0 0 Docenti testati Anno 2005/06 Docenti iscritti Docenti promossi 138 92 45 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi Docenti testati Docenti promossi Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 Livello A1-A2 93 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1500 1460 Ore erogate 40 e di metodologia +Tirocino+Indire( 12) Docenti ritirati Di cui di lingua Docenti iscritti 160 140 120 100 80 60 40 20 0 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 Ore erogate 120 0-A1 A1-A2 A1-B1 100 A2-B1 B1-B2 Di cui di lingua 138 52 140 % Livello del Ore Promossi corso erogate e di metodologia +Tirocino+Indi re(12) 123 0 Totale Complessivo Numero sessioni esami Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 209 157 13/02/2012 20:48:11 210 Appendice Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” Verona SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006/2007 Numero Docenti Docenti Docenti Docenti sessioni % Livello del Ore Di cui di e di metodologia testati promossi esami Promossi corso erogate lingua +Tirocino+Indire(12) Sede del corso iscritti ritirati Totale Complessivo 268 54 214 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1- 131 61,21 B2 Anno 2006/07 1600 131 1400 Docenti promossi 214 Docenti testati Docenti testati Docenti ritirati 54 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 268 0 50 100 150 200 250 300 1300 100 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Docenti promossi 1400 1400 1300 1200 1000 800 600 400 100 200 0 Ore erogate Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 210 158 13/02/2012 20:48:11 211 Appendice Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” Verona SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2007/2008 Docenti iscritti Sede del corso Totale Complessivo Docenti ritirati Numero sessioni Docenti promossi esami Docenti testati % Livello del Ore Promossi corso erogate 29 23 2 50 39 3 0 0 0 90 39 11 0 28 0 33 0 101 16 197 45 152 0-A1 A1-A2 A1-B1 A2-B1 B1-B2 metodologia 0-A1; A1-A2; 66,45 A2-B1, B1-B2 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi 1200 101 Di cui di lingua 200 200 0 300 300 0 0 0 0 640 540 100 0 40 0 0 40 1140 1040 100 Totale Ore Erogate Anno 2007/08 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 Anno 2007/08 Docenti promossi e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) 1140 1040 1000 Docenti testati Docenti promossi 152 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati 45 Docenti iscritti 800 600 400 100 200 Docenti iscritti 0 197 Ore erogate 0 50 100 150 200 250 Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 211 159 13/02/2012 20:48:11 212 Appendice Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” Verona SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2008/2009 Docenti Sede del corso iscritti Docenti ritirati Docenti testati Numero sessioni esami Docenti promossi % Livello del Ore Promossi corso erogate 53 0 2 0 0 0 48 0 6 56 6 0 0 56 56 0 0-A1 A1-A2 A1-B1 100 A2-B1 B1-B2 corso specialiste 30 Totale Complessivo 187 0 56 56 14 Anno 2008/09 Livello A2-B1 60 56 56 56 Docenti iscritti Docenti ritirati 30 Docenti testati 20 Docenti promossi 10 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 880 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 200 0 0 0 0 380 340 40 300 240 60 0 0 0 20 880 20 780 100 780 Ore erogate Di cui di lingua 100 Ore erogate 0 200 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 50 40 100 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) Di cui di lingua Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) e di metodologia +Tirocino+ Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 212 160 13/02/2012 20:48:11 0 0 0 0 ANNO 2004/2005 - 2008/2009 Docenti iscritti Anno 2004/2005 Docenti ritirati 32 2005/2006 0 313 2006/2007 89 268 2007/2008 197 2008/2009 54 45 187 Totale Complessivo Docenti Numero Docenti promoss sessioni testati i esami 32 224 223 214 188 % Livello Ore Promossi del corso erogate 3 17 131 124 0 997 32 95 56 56 650 537 16 14 50 Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indir e(12) 100 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 240 240 0 100 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 1500 1460 40 61 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 1400 1300 100 81 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 1180 1040 140 100 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 900 780 120 83 0-A1; A1-A2; A2-B1, B1B2 5220 4820 400 Docenti iscritti Anni dal 2004/05 al 08/09 Totale 350 313 300 Docenti promossi 537 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 650 Docenti ritirati 188 Docenti iscritti 997 0 200 400 600 268 250 800 200 197 187 150 100 50 0 1000 1200 32 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 08/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 5220 4820 Ore erogate 400 e di metodologia +Tirocino+Ind ire(12) 0 Complessivo Di cui di lingua 0 Centro Risorse Territoriali di VERONA presso ITC “EINAUDI” Verona Ore erogate 0 213 Appendice Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) ANOÈ - La formazione.indd 213 161 13/02/2012 20:48:11 214 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2004/05 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso I.C.9-CRT I.C.9-CRT I.C.9-CRT Totale I.C.9-CRT Totale Complessivo Docenti promossi Numero sessioni esami % Promossi 20 28 17 65 22 3 3 3 9 3 17 25 14 56 19 15 25 14 54 19 1 1 1 3 1 87 12 75 73 4 Livello del Ore corso erogate 88 B1/B2 100 B1/B2 100 B1/B2 96 B1/B2 100 C1 97 B1/B2; C1 Anno 2004/05 Livello B1-B2 Docenti promossi Docenti testati Docenti iscritti Docenti ritirati 9 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 65 0 20 40 60 Docenti promossi 12 40 60 80 Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 19 22 0 540 300 10 20 30 480 Docenti ritirati 200 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia 60 100 0 Ore erogate 20 60 400 Docenti testati Docenti iscritti 87 0 480 3 500 75 Docenti iscritti 540 60 Totale Ore Erogate Anno 2004/05 Livelli Corsi: B1-B2; C1 600 Docenti ritirati 60 80 73 Docenti testati 240 80 80 400 80 19 Anno 2004/05 Totale Docenti promossi 300 80 80 460 80 Docenti promossi Docenti promossi 56 .. e di metodologia Anno 2004/05 Livello C1 54 Docenti testati Di cui di lingua 100 Di cui di lingua .. e di metodologia ANOÈ - La formazione.indd 214 162 13/02/2012 20:48:11 215 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2005/06 Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati Sede del corso I.C.Lonigo Totale I.C.9CRT I.C.9CRT Totale I.C.9CRT Ist.Fogazzaro I.C.2VI D.D.3°Bassano Totale 12 12 20 22 42 20 33 30 35 118 172 Totale Complessivo 2 2 6 9 15 4 8 5 8 25 42 Docenti promossi 10 10 14 13 27 16 25 25 27 93 130 Numero sessioni esami % Promossi Livello del Ore corso erogate 3 3 14 12 26 1 1 1 1 2 0 29 0 3 30 A2-B1 30 A2-B1 100 B1-B2 92 B1-B2 96 B1-B2 B1-B2 B1-B2 B1-B2 B1-B2 B1-B2 22 A2-B1; B1-B2 100 100 120 120 240 100 100 100 100 400 740 I.C.Lonigo Anno 2005/06 Livello A2-B1 14 12 10 8 6 4 2 0 10 Docenti ritirati Docenti testati 3 0 20 20 40 0 40 Livello B1-B2 Docenti iscritti 2 100 100 100 100 200 100 100 100 100 400 700 .. e di metodologia + on line Indire(20) I.C. 9 CRT Anno 2005/06 50 12 Di cui di lingua Docenti promossi 42 40 27 30 20 Docenti iscritti 26 Docenti ritirati 15 Docenti testati 10 Docenti promossi 0 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti iscritti Docenti promossi Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2005/06 Docenti promossi 29 Docenti promossi 130 Docenti testati Docenti testati Docenti ritirati 42 Docenti ritirati Docenti iscritti 0 50 100 150 200 Docenti testati Docenti promossi Totale Ore Erogate Anno 2005/06 Livelli Corsi: A2-B1; B1-B2 800 700 600 500 400 300 200 100 0 740 700 Ore erogate 40 Ore erogate 172 Docenti iscritti Docenti ritirati Di cui di lingua .. e di metodologia + on line Indire(20) Di cui di lingua .. e di metodologia + on line Indire(20) ANOÈ - La formazione.indd 215 163 13/02/2012 20:48:11 216 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2006/2007 Docenti Docenti Docenti Docenti iscritti ritirati testati promossi Sede del corso I.C.9CRT I.C.9CRT 20 21 3 5 "daSCHIO-EX FOGAZZARO D.D3°BASSANO Totale I.C.9CRT Totale Totale Complessivo Numero sessioni esami % promossi Livello del Ore corso erogate Di cui di lingua .. e di metodologi a +on line (20) 17 16 25 27 41 20 20 61 8 6 6 14 85 14 14 99 0 9 9 9 0 1 1 1 0 64 A2-B1 64 A2-B1 9 A2-B1 Iscritti ai corsi Liv. A2-B1 Anno 2006/07 0 150 150 150 0 130 130 130 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi Anno 2006/07 Docenti promossi 25 9 Docenti testati 20 15 Docenti iscritti 10 0 20 20 20 Docenti promossi 99 Docenti ritirati Docenti testati Docenti ritirati 14 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati 5 Docenti iscritti 61 Docenti promossi 0 0 I.C. 9 CRT 20 40 60 80 100 120 Totale Ore Erogate Anno 2006/07 Livelli Corsi: A2-B1 160 150 130 140 120 100 80 60 40 20 20 0 Ore erogate Di cui di lingua .. e di metodologia +on line (20) ANOÈ - La formazione.indd 216 164 13/02/2012 20:48:11 217 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2007/2008 Docenti Docenti Docenti Docenti Numero iscritti ritirati testati promossi sessioni esami Sede del corso I.C.9-CRT I.C.9-CRT "DASCHIO- VI Totale Complessivo 29 24 16 8 9 53 % promossi Livello del Ore corso erogate 13 21 16 33 100 120 50 0 0 0 220 Totale Iscritti ai corsi Anno 2007/08 Docenti promossi 250 220 200 Docenti promossi 50 Docenti testati Docenti ritirati 33 Docenti ritirati Docenti iscritti Docenti iscritti 53 10 20 30 40 50 200 20 20 200 150 100 50 20 0 Ore erogate 0 80 120 .. e di metodologi a + on line (20) Totale Ore Erogate Anno 2007/08 Livelli Corsi: 0 Docenti testati Di cui di lingua 60 Di cui di lingua .. e di metodologia + on line (20) ANOÈ - La formazione.indd 217 165 13/02/2012 20:48:12 218 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI ANNO 2008/2009 Docenti iscritti Sede del corso Docenti Docenti Docenti ritirati testati promossi 6 Numero sessioni esami I.C.9-CRT 21 D.D.3° BASSANO Totale I.C.9-CRT 22 43 16 6 0 37 16 0 14 Totale Totale Complessivo 16 59 0 6 16 53 14 14 % Promossi 15 Livello del Ore Di cui di corso erogate per lingua corso .. e di metodologi a+ online (20) A2-B1 120 120 0 2 A2-B1 88 A2-B1 120 80 120 60 0 20 2 2 88 A2-B1 26 A2-B1 80 200 60 180 20 20 22 Totale Iscritti ai corsi Testati e Promossi I.C. 9 - CRT Livello A2-B1 Anno 2008/09 Anno 2008/09 18 Docenti promossi 16 14 14 Docenti testati 12 8 Docenti testati Docenti ritirati 6 Docenti ritirati 6 Docenti promossi 53 10 Docenti iscritti 4 2 Docenti iscritti 59 0 Docenti iscritti Docenti ritirati Docenti testati Docenti promossi 0 20 40 60 80 Totale Ore Erogate Anno 2008/09 Livelli Corsi: A2-B1 250 200 200 180 150 100 50 20 0 Ore erogate per corso Di cui di lingua .. e di metodologia+ online (20) ANOÈ - La formazione.indd 218 166 13/02/2012 20:48:12 219 Appendice Centro Risorse Territoriali di VICENZA presso Istituto Comprensivo 9 SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI Complessivo ANNO 2004/2005 - 2008/2009 Docenti iscritti Anno 2004/2005 Docenti ritirati 87 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 Totale Complessivo e di Numero metodologia Docenti Docenti Livello Ore Di cui di +Tirocino+Indir sessioni % testati promossi esami Promossi del corso erogate lingua e(12) 12 75 73 4 97 B1/B2; C1 540 480 60 A2-B1; B1B2 172 42 130 29 3 22 61 53 59 14 33 6 99 50 53 9 0 14 1 0 2 9 A2-B1 26 A2-B1 432 107 407 125 10 31 740 700 40 0 150 220 200 130 200 180 20 20 20 0 1850 1690 160 Totale Anni dal 2004/05 al 08/09 Docenti promossi Docenti iscritti 125 Docenti testati Docenti promossi Docenti testati Docenti ritirati Docenti iscritti 407 107 Docenti ritirati Docenti iscritti 432 0 100 200 300 400 500 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 172 87 61 2004/2005 2005/2006 2006/2007 53 59 2007/2008 2008/2009 Docenti iscritti Totale Ore Erogate negli Anni dal 2004/05 al 08/09 Livelli Corsi: 0-A1; A1-A2; A2-B1;B1-B2 1690 Ore erogate Di cui di lingua e di metodologia +Tirocino+Indire(12) e di metodologia +Tirocino+Indire(12) Di cui di lingua 160 Ore erogate 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1850 ANOÈ - La formazione.indd 219 167 13/02/2012 20:48:12 220 ANOÈ - La formazione.indd 220 Appendice 13/02/2012 20:48:12 Allegati 221 Allegati Materiali per il monitoraggio ANOÈ - La formazione.indd 221 13/02/2012 20:48:12 222 ANOÈ - La formazione.indd 222 Allegati 13/02/2012 20:48:12 Allegati 223 ALLEGATI Materiali per il monitoraggio Questionari per le Rilevazioni proposti dall’USR Veneto a tutti i CRT del Veneto coinvolti nella Formazione SCHEDA RILEVAZIONE DOCENTI CRT:………………………………… Indicare per ogni Anno i dati relativi a: ANNO …………….. (compilare una tabella per ogni anno di corso ) dal 2004/2005 al 2008/2009; pertanto cinque tabelle Sededel Docenti Docenti Docenti Docenti Numero Livellodel Ore corso testati iscritti ritirati promossi sessioni corso erogate Dicuidi ..edi lingua metodologia esami percorso SCHEDA RILEVAZIONE FORMATORI CRT:…………………… Specificare il nominativo e la qualifica dei formatori (scuola primaria, secondaria primo grado, secondaria secondo grado, madrelingua…). FORMATORI: provenienza e tipologia PROVINCIAScuola SecondariaSecondariaMadrelinguaAltro primaria1°grado 2°grado Belluno Padova1 Padova2 ANOÈ - La formazione.indd 223 168 13/02/2012 20:48:12 224 Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Allegati Ogni CRT inoltre illustrerà eventuali esperienze particolari o innovative (tirocinio, follow up, altri interventi) con le quali è stato arricchito il Piano. TUTOR utilizzati per la formazione metodologica (ove presente): specificare il nominativo. PROVINCIAScuola Secondaria Secondaria MadrelinguaAltro primaria 1°grado 2°grado Belluno Padova1 Padova2 Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza PRATICHE INNOVATIVE ED ESPERIENZE PARTICOLARI REALIZZATE ALL'INTERNO DEL PIANO/LINGUA CRT:…………………………… ANNO AZIONI DI ARRICHIMENTO FORMAZIONE ATTIVITA' PER CORSISTI FORMATORI ALTRO 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 (*) Indicare il tipo di azione svolta, la sede, i destinatari (a titolo di esempio si citano attività di tirocinio, follow up, eventi,…). ANOÈ - La formazione.indd 224 169 13/02/2012 20:48:13 O 225 Allegati Vengono qui allegati i questionari con i quali si è monitorata la prima esperienza di formazione intensiva di due settimane presso l’Università dell’East Anglia, Norwich (anno 2007) di alcuni docentiformatieselezionati. Dal Veneto, in 3 turni, furono inviati 118 docenti. L’anno successivo un altro contingente di docenti di scuola primaria fu inviato in altra località del Regno Unito , ugualmenteper15giorni. Il questionario fu predisposto da Luciana Mion con il supporto nell’organizzazione grafica di GianfrancoCampagna,ugualmentedocenteindistaccopressoUSRVeneto. USR Veneto – Direzione Generale Corso di formazione intensivo per docenti della scuola primaria presso l’Università di Norwich (UK) Questionario Ingresso A quale turno parteciperà? secondo primo terzo Attraverso questo corso intensivo lei si aspetta di: (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto, 1 = poco ) Recuperare materiali utili per l’apprendimento o il potenziamento della lingua inglese Apprendere conoscenze spendibili nella vita personale Apprendere conoscenze spendibili nella vita professionale Potenziare la comprensione / produzione scritta/orale Potenziare l’interazione orale in lingua inglese Recuperare materiali utili per l’attività didattica con gli alunni Elaborare strumenti didattici utili in classe Confrontarsi con altri docenti Altro (indicare) ……………………………………………………………………………………………………….. 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Quali difficoltà prevede di incontrare durante l’esperienza formativa ? ( esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto,1 = per nulla ) Carico di lavoro richiesto Difficoltà linguistiche Altro (indicare) ……………………………………………………………………………………………………….. 4 4 4 3 3 3 2 2 2 1 1 1 Data Grazie per aver compilato il questionario ANOÈ - La formazione.indd 225 170 13/02/2012 20:48:13 226 Allegati USR Veneto – Direzione Generale Corso di formazione intensivo per docenti della scuola primaria presso l’Università di Norwich (UK) Questionario finale A quale turno ha partecipato? primo L’articolazione delle attività risulta adeguata alle esigenze di un insegnante in formazione? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto positiva , 1 = molto negativa ) 4 secondo 3 2 terzo 1 Come valuta i seguenti indicatori relativi al corso? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto positiva , 1 = molto negativa ) 4 4 4 4 4 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 Quanto è migliorata la sua competenza linguistico - comunicativa con questo corso? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto, 1 = molto poco ) 4 3 2 1 Quanto è migliorata la sua competenza metodologico - didattica con questo corso? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto, 1 = molto poco ) 4 3 2 1 Come è stato il suo grado di interesse e partecipazione alle attività proposte? ( esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= elevato, 1 = scarso) 4 3 2 1 Quali fra queste attività sono state maggiormente svolte? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto, 1 = molto poco) Ascolto Lettura Produzione/ interazione orale Produzione/ interazione scritta Riflessione sulla lingua Altro 3 3 3 3 3 Organizzazione del corso Attrezzature e supporto alla didattica Materiali a supporto dello studio previsti dal formatore Attività didattiche proposte Metodologia e didattica adottata dal formatore 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 Con che frequenza sono stati utilizzati i seguenti strumenti? (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= moltissimo, 1 = per niente) Fotocopie di riviste, libri Filmati Audiocassette Siti internet DVD, CD-Rom I materiali usati dai formatori erano: (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto , 1 = molto poco) Adeguati al mio livello Contestualizzati sulla scuola Costruiti per sviluppare più abilità ANOÈ - La formazione.indd 226 4 4 4 3 3 3 2 2 2 1 1 1 171 13/02/2012 20:48:13 227 Allegati A suo parere i formatori erano: (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto , 1 = molto poco ) Competenti Disponibili Chiari Motivanti 4 4 4 4 3 3 3 3 2 2 2 2 1 1 1 1 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 Rispetto al suo livello di partenza ritiene di aver sviluppato maggiormente le seguenti abilità: (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto , 1 = molto poco ) Comprensione scritta Comprensione orale Produzione scritta Produzione orale Interazione orale (partecipazione attiva a una discussione tra più persone) Quali sono le principali tematiche che ha affrontato durante il percorso formativo? (indichi al massimo tre voci) Lingua, interazione, comunicazione Componenti affettive, motivazionali e cognitive Approcci metodologici Organizzazione della didattica, tecniche e multimedialità Cultura e Civiltà Progettazione e valutazione Esprima un suo parere complessivo rispetto al corso intensivo (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto buono , 1 = scarso) 4 3 2 1 Esprima un suo parere complessivo rispetto al soggiorno (esprima una valutazione da 4 a 1, dove 4= molto buono , 1 = scarso) 4 4 4 4 Organizzazione Alloggio Visite scuole Attività ricreative e culturali Esprima il suo grado di soddisfazione globale per l’intera esperienza formativa (esprima una valutazione da 4 a 1 , dove 4= molto buona , 1 = scarsa ) 4 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 Data Grazie per aver compilato il questionario ANOÈ - La formazione.indd 227 172 13/02/2012 20:48:14 228 Allegati _______________________________________________________________ Stampato nel mese di dicembre 2011 presso la C.L.E.U.P. “Coop. Libraria Editrice Università di Padova” via G. Belzoni 118/3 - Padova (tel. 049 8753496) www.cleup.it ANOÈ - La formazione.indd 228 13/02/2012 20:48:14