michael jackson: accuse in differita e caccia alle streghe

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michael jackson: accuse in differita e caccia alle streghe
MICHAEL JACKSON: ACCUSE IN DIFFERITA E CACCIA ALLE STREGHE
Il 29 aprile 2013 il procedimento civile intentato dalla madre di Michael Jackson, Katherine, e
dai suoi tre figli, Prince, Paris e Blanket,
contro AEG,
la società promotrice degli ultimi concerti che l’artista aveva in programma prima di morire,
è arrivato alle dichiarazioni di apertura.
Il capo della difesa di AEG, Marvin Putnam, ha cominciato così la sua dichiarazione: “Il
Michael Jackson pubblico era molto diverso dal Michael Jackson privato. Noi vi
mostreremo un po’ di roba brutta”.
Esattamente due giorni dopo, il 1 maggio 2013, il coreografo australiano Wade Robson ha
depositato
un
procedimento civile contro Michael Jackson accusandolo di molestie sessuali. Si tratta di
un reclamo creditizio
– una richiesta di denaro insomma - contro l’Estate di Michael Jackson, che tuttavia ha
scarsissime probabilità di successo dal momento che i termini legali per qualunque reclamo
sono già abbondantemente scaduti. Ma Robson il 10 maggio 2013 ha depositato un secondo procedimento, una causa civile
– un’altra richiesta di denaro come risarcimento danni - presso la Corte Suprema di Los
Angeles contro un individuo e due società:
Anche se questi documenti restano sotto sigillo, si può intuire che le accuse individuali sono
mosse contro John Branca e John McClain, gli esecutori dell’Estate di Michael Jackson, e
quelle che coinvolgono due società contro la MJJ Productions, l’etichetta discografica di
Michael Jackson, e la MJJ Ventures, che produceva i video musicali di Michael Jackson.
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MA CHI E’ WADE ROBSON?
Wade Robson è stato il primo testimone della difesa di Michael Jackson nel processo
penale del 2005 che si concluse con l’assoluzione dell’artista per tutti i 14 capi di
imputazione. Sul banco dei testimoni, Robson negò con fermezza qualunque tipo di
abuso da parte di Michael Jackson.
Dall’articolo di Joe Vogel: http://www.joevogel.net/michael-jackson-delayed-allegations-and-wit
ch-hunts
Quando Michael Jackson morì improvvisamente nel giugno del 2009, l'allora 26enne coreografo
Wade Robson scrisse sul suo vecchio amico e mentore:
Michael Jackson ha cambiato il mondo e, personalmente, la mia vita per sempre. Lui è la
ragione per cui ballo, per cui faccio musica e uno dei motivi principali per cui credo nella pura
bontà del genere umano. È stato un mio caro amico per 20 anni. La sua musica, i suoi
movimenti, le sue parole di ispirazione e di incoraggiamento ed il suo amore incondizionato
vivranno dentro di me per sempre. Mi mancherà incommensurabilmente, ma so che lui ora è in
pace e sta incantando i cieli con una melodia e un moonwalk.
Una dichiarazione così appassionata non fu una sorpresa per coloro che conoscevano la storia
di Robson. Durante il Bad World Tour di Jackson nel 1987, l’allora bambino di 5 anni Robson
vinse un concorso di danza locale in Australia. Il premio era un incontro con il Re del Pop nel
backstage e la possibilità di unirsi al suo idolo sul palco alla fine del concerto.
Passarono due anni prima che Robson rivedesse Jackson. Questa volta lui si stava esibendo a
Disneyland quando sua madre, Joy, decise di contattare il segretario di Jackson per vedere se
potevano incontrarsi di nuovo. Jackson permise alla famiglia Robson di fargli visita presso lo
studio di registrazione Record One dove stava lavorando al suo album Dangerous. Li invitò
anche al suo Neverland Ranch. Questa ospitalità non era insolita per Jackson. Intorno a questo
stesso periodo, Jackson trascorse innumerevoli ore nel suo ranch con Ryan White, una piccola
vittima dell'AIDS che era stato evitato, schernito e fatto oggetto di bullismo nella sua scuola a
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Kokomo, Indiana. "Quei viaggi in California mi facevano andare avanti", disse Ryan White.
Simili esperienze positive sono state condivise da centinaia di altri.
Non molto tempo dopo la loro visita a Neverland, la famiglia Robson decise di trasferirsi in
California per permettere a Wade e sua sorella, Chantal, più opportunità nel mondo dello
spettacolo. Nel corso degli anni successivi, sbocciò un’amicizia tra i Robson e Jackson. Wade
Robson era ambizioso e di talento, e Jackson assunse per lui il ruolo di mentore, insegnandogli
le sfumature del suo mestiere e ingaggiandolo per la sua etichetta MJJ Productions. Jackson gli
diede anche piccole parti nei suoi video musicali, tra cui ‘Black or White’.
Robson continuò ad avere una carriera di successo nel settore, lavorando come coreografo per
artisti del calibro di Britney Spears e 'N Sync, e più tardi esibendo il suo lavoro in spettacoli
come ‘So You Think You Can Dance’. Nel 2005, sposò Amanda Rodriguez, nativa delle Hawaii.
Quello stesso anno, Robson, che aveva tutte le ragioni per evitare il circo che è stato il
processo contro Michael Jackson per molestie su minore del 2005, decise di testimoniare sotto
giuramento circa le sue esperienze con l’artista. Interrogato prima dall’avvocato di
Jackson,Thomas Mesereau, e poi sotto un rigoroso controinterrogatorio, Robson con
pragmatismo diede il suo resoconto del tempo che aveva trascorso con Michael Jackson..
Robson ripetutamente e categoricamente negò di essere stato molestato e qualsiasi altra
attività sessuale inappropriata.
Dopo che Jackson venne assolto da tutte le accuse pochi mesi più tardi, la madre di Wade, Joy
Robson, parlò del sollievo della loro famiglia per il verdetto. "Stavamo piangendo e urlando,
piangendo e urlando...Tutti noi credevamo che alla fine la verità sarebbe venuta fuori... ho
sempre detto a Michael, 'Vorrei che il mondo potesse conoscere il Michael che conosciamo
noi".
Wade Robson invitò Jackson al suo matrimonio più tardi quello stesso anno, ma Jackson
decise di non partecipare perché non voleva trasformare la gioiosa occasione in un circo
mediatico.
Jackson e Robson, tuttavia, rimasero buoni amici. Ogni volta che gli veniva chiesto, Robson
continuò a lodare Jackson come la sua più grande ispirazione.
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Il loro ultimo incontro fu a Las Vegas nel 2008. Jackson viveva lì con i suoi tre figli e Robson
stava lavorando ad uno spettacolo in città. "Io, mia moglie e lui ed i suoi tre bambini avemmo un
barbecue", ha ricordato Robson. “È stata la cosa più normale del mondo".
Erano passati più di venti anni da quando si erano conosciuti, e Robson ancora, per sua stessa
ammissione, non era mai stato turbato da un qualunque abuso passato o traumi. La sua vita e
carriera erano fiorenti. Inoltre, sembrava non avere alcuna preoccupazione per gli stessi piccoli
figli di Jackson.
Secondo le prime notizie, l'avvocato di Robson, Henry Gradstein, ha affermato che il motivo per
cui il suo cliente ha mentito sotto giuramento e ha continuato a lodare la pop star dopo la sua
morte è stato perché il presunto abuso era un “ricordo represso”. I ricordi repressi - i casi in cui
un individuo crede di aver bloccato o dimenticato un evento traumatico prima di "recuperarlo"
anni o decenni dopo - è diventato un argomento molto controverso nel campo della psicologia.
Secondo l'American Psychological Association, ‘esperti psicologi clinici affermano che il
fenomeno di un ricordo recuperato è raro (ad esempio, un esperto medico professionista ha
riferito di aver avuto un ricordo recuperato solamente una volta in 20 anni di attività)’. La
schiacciante unanimità di consenso da parte degli esperti è che tali ricordi non siano affidabili
senza prove corroboranti. Il dottor Richard McNally, Professore e Direttore della Formazione
Clinica presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Harvard, descrive il fenomeno dei
ricordi tardivamente recuperati come "la più perniciosa componente di folklore che abbia mai
infettato la psicologia e la psichiatria".
Nella sua intervista televisiva con Matt Lauer al Today Show, trasmessa una settimana
dopo aver depositato la sua causa civile, Robson
tuttavia
ha affermato che i suoi ricordi degli abusi non sono stati ‘repressi’, lui
semplicemente non era in grado di elaborarli emotivamente o psicologicamente.
Robson
ha affermato che
lui era pienamente consapevole del fatto che Jackson fosse un pedofilo, al momento del suo
processo del 2005, ma
ha deciso di mentire sotto giuramento, perché ancora non si era conto che quello che gli
era successo era qualcosa di sbagliato.
Robson aveva 22 ann
i all’epoca. Ma
forse, si potrebbe immaginare, nei mesi o anni a venire, si pentì della sua decisione e
andò dalle autorità - almeno per prevenire ulteriori "vittime". No. Invece, ha avuto un
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barbecue con Michael Jackson e la sua famiglia nel 2008, e lo lodava senza alcuna
pressione o sollecitazione nel 2009, 2010, 2011, e 2012.
Va da sé che le accuse di abuso devono essere sempre prese sul serio. Però, quando un
individuo ha raccontato una storia in modo molto credibile e convincente come un
adulto, e poi, improvvisamente, la cambia con nessuna prova corroborante
(lettere, foto, conversazioni telefoniche, testimoni, ecc)
per presentare un reclamo creditizio, merita una buona dose di scetticismo. Credere a
tali affermazioni in fede può essere pericoloso, distruggendo vite e reputazioni con
assolutamente nessuna prova oltre l'accusa.
Secondo l'avvocato di Wade Robson, Henry Gradstein, è stato ad un certo punto nel 2012 che
il coreografo ha avuto un crollo mentale, è ‘crollato sotto lo stress’ della sua memoria
recuperata. La carriera di Robson aveva anche intrapreso un declino, con il coreografo
misteriosamente ritirato da molti progetti. Poco dopo, Robson ha deciso di presentare un
reclamo creditizio contro l’Estate di Jackson. Robson ha anche intentato una causa civile
presso la Corte Suprema di Los Angeles contro individui e contro le società associate a
Jackson. Qualunque cosa uno faccia delle sue affermazioni, poi, non guariranno
semplicemente.
Robson vuole chiaramente un pagamento in denaro a loro
compensazione.
Secondo l'avvocato di Jackson, Thomas Mesereau, le accuse di Robson sono
spudoratamente motivate ​​dal denaro, data la tempistica (un processo con un’alta
posta in gioco tra la madre di Jackson ed il promoter dei concerti AEG Live) e l'enorme
quantità di ricchezza che il patrimonio di Jackson ha generato dalla morte del cantante.
Indipendentemente delle proprie opinioni su Jackson, il caso di Robson solleva gravi
interrogativi circa la natura e la validità di denunce ritardate di dieci anni, soprattutto quando
connesse ai soldi.
La dottoressa Elizabeth F. Loftus, una rinomata psicologa cognitiva esperta di memoria umana
presso l'Università di Washington, nota che questi ricordi possono essere spesso innescati
dalle suggestioni del terapeuta. "Alcuni terapeuti contemporanei sono noti per dire ai pazienti,
esclusivamente sulla base di una storia suggestiva o di un profilo dei sintomi, che hanno
sicuramente avuto un'esperienza traumatica... Una volta che la 'diagnosi' è fatta, il terapeuta
chiede al paziente di perseguire i ricordi recalcitranti".
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Wade Robson, quindi, potrebbe benissimo credere di essere stato abusato, anche se non è mai
successo.
In ogni caso, l'obiettività e l'equità dovrebbe obbligare almeno a qualche onere di prova. I
membri della famiglia di Robson hanno ripetutamente difeso Jackson per un periodo di venti
anni. Tutti loro fino a pochi mesi fa erano completamente ignari di ciò che è accaduto?
Numerosi altri individui che erano vicini a Jackson da bambini continuano a difenderlo con
nessun apparente incentivo a fare questo. Dalle ultime accuse, diverse persone che hanno
visitato il Neverland Ranch di Jackson da bambini, hanno ancora una volta espresso sostegno
all'artista, tra cui Alfonso Ribeiro, Frank Cascio, Brett Barnes, e i nipoti di Jackson, Taryll, TJ e
Taj Jackson.
In difesa di suo zio, Taj Jackson ha scritto queste parole toccanti su Twitter:
Non me ne starò seduto in disparte lasciando che qualcuno spari bugie su mio zio. PUNTO. Sto
scrivendo queste parole sapendo che dall’istante in cui premerò invio, la mia vita poi non sarà
più la stessa… Sono stato molestato sessualmente da uno zio della famiglia di mia madre
quando ero un ragazzino. Mio zio [Michael Jackson] è stato un mezzo di supporto per me e mia
madre. Lui le scrisse una lettera che molti di voi hanno già visto, anche se non sapevate di cosa
si trattava. Ecco come IO SO che Wade sta mentendo. Perché IO SONO un sopravvissuto.
Mi stanno ancora tremando le mani. Non dimenticate che io vivevo a Neverland quando Wade
ha testimoniato durante il caso di mio zio. Mi sono seduto lì e ho cenato con lui e la sua
famiglia. Non permetterò loro di infangare l’eredità di mio zio. Non voglio andare in TV. Non
voglio pubblicità, voglio solo la verità. Odio che Wade mi abbia fatto fare questo, in questo
modo. Ma
dal momento che mio zio Michael non è più qui per difendersi, LO FARO’ IO.
La lettera a cui Taj Jackson si riferisce venne scritta da Jackson negli anni ‘80. Vi si legge:
"Dee Dee, perfavore, leggi questo articolo sulle molestie ai minori e ti prego di leggerlo a Taj,
TJ, e Taryll. Mette in evidenza come anche i propri stessi familiari possono essere molestatori
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di bambini, e anche zii o zie che molestano nipoti. Leggilo perfavore, con amore MJ"
Più tardi, innanzi alla percezione pubblica che lui stesso fosse un molestatore di bambini,
Jackson scrisse questo testo per un brano inedito, intitolato "Un Uomo Innocente":
Se navigo per Acapulco
O Cancun, Messico
Lì la legge è in attesa
E Dio sa che sono innocente
Se non mi prenderanno al Cairo
Allora Signore, dove andrò?
Morirò da uomo senza patria
E solo Dio sapeva che io adesso ero innocente.
Come un ricco, eccentrico uomo che ha aperto la sua casa a migliaia di persone, inclusi i
bambini svantaggiati e malati, Jackson era un target innegabilmente facile. Ma è
concepibile che delle centinaia di bambini che hanno trascorso del tempo con lui, solo
una manciata siano stati abusati? È possibile che, dopo due perquisizioni senza
preavviso nella sua casa, nel 1993 e di nuovo nel 2003, che non hanno avuto come esito
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nessuna pornografia infantile o altre prove corroboranti, ciononostante l'artista stesse
magistralmente nascondendo il suo comportamento criminale?
Oppure noi, come società, abbiamo fuso insieme la diversità e l’eccentricità di Jackson con la
criminalità? Nel 2005, l’opinionista Nancy Grace scelleratamente dedusse la colpevolezza di
Jackson dal suo strano modo di apparire e dalla sua sensibilità infantile. Era inconcepibile per
lei che un uomo adulto volesse trascorrere così tanto tempo insieme ai bambini senza voler fare
sesso con loro.
Non c'è dubbio che, dopo aver ascoltato queste nuove accuse, allo stesso modo alcuni
concluderanno che "dove c'è fumo c'è fuoco."
Jackson, evidentemente, non è più qui per difendersi. La tragedia non riconosciuta che una
persona equanime deve almeno prendere in considerazione è questa:
la vita e la carriera di uno degli artisti più talentuosi e creativi del secolo scorso è stata
deragliata e infine distrutta da accuse, insinuazioni, sensazionalismo e speculazione, ma
senza nessuna prova concreta e senza nessun testimone o accusatore che NON
VOLESSE SOLDI.
Il termine "caccia alle streghe" è spesso usato per descrivere il panico morale e l'isteria causata
da individui che minacciano il nostro senso di normalità, ordine e assunzioni sociali. Essi
devono essere disciplinati o puniti per permettere alle persone di sentirsi al sicuro,
indipendentemente da una reale colpevolezza o innocenza. Così, per esempio, nei processi alle
streghe di Salem, le donne furono caratterizzate, accusate e condannate a morte per una serie
di comportamenti o tratti percepiti come ‘sospetti’. Oppure, storicamente gli uomini
afro-americani sono stati ingiustamente presi di mira e linciati a causa di miti e isteria
culturalmente radicata sulle loro intenzioni ‘predatorie’ nei confronti delle donne bianche.
Nel corso della sua vita (e ora nella morte), Michael Jackson ha affrontato più cause
assurde di qualsiasi altro individuo nella storia americana. Durante l'era Thriller, dozzine di
donne affermarono che lui fosse il padre dei loro figli. E ancora nel 2010, una donna di nome
Billie Jean ha intentato una causa di paternità per 600.000.000 di dollari contro il patrimonio di
Jackson.
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Nel 2010, parti dei file dell’FBI su Jackson sono state rese pubbliche per effetto del Freedom
of Information Act (FOIA), su richiesta dei media, tra cui il giornalista britannico Charles
Thomson. "Un lungo rapporto ", scrive Thomson, "dimostra che quando il Neverland Ranch di
Jackson fu perquisito nel 2003, l'FBI esaminò ogni computer sequestrato dalla proprietà con un
pettine a denti fitti alla ricerca di un qualunque file o attività internet incriminanti. I file di Jackson
contenevano singole sintesi dei risultati dell’FBI per ciascuno dei 16 computer. Scarabocchiato
a lettere maiuscole su ciascuno di questi 16 rapporti:
'NULLA' ".
Matt Taibbi, un critico culturale incisivo della rivista Rolling Stone, senza alcun interesse di sorta
nel’eredità di Jackson, ha descritto il caso giudiziario del 2005 contro Jackson in questo modo:
Apparentemente una storia sul consegnare alla giustizia un molestatore di bambini, il processo
Michael Jackson sarebbe stato invece una sorta di raduno in sfilata di insulsi tipi
americani: truffatori, parassiti e cospiratori senza talento, impantanati nella
disoccupazione a titolo definitivo...
oppure nelle finte mancate carriere dell'era dell'informazione,
alla ricerca di contanti in ogni modo possibile. Il Maestro di Cerimonia del procedimento
è stato il procuratore distrettuale Tom Sneddon
, il cui ruolo metaforico in questo reality show americano era quello di rappresentare il gretto
cuore grigio della Maggioranza Silente Nixoniana - la triste mediocrità impaziente di dare
addosso a chiunque si fosse mai preso una vacanza a Parigi.
Il primo mese o giù di lì del processo è stato caratterizzato da quella che forse è stata la
collezione più compromessa di testimoni dell'accusa mai riunita in un caso penale
americano - un gruppo di bugiardi condannati, venditori ambulanti di gossip pagati o
peggio...
Nelle sei settimane successive, praticamente ogni pezzo del suo caso è imploso in
pubblica udienza, e il dramma principale del processo si è trasformato rapidamente in una
gara per vedere se il procuratore distrettuale riusciva a mettere tutti i suoi testimoni sul banco
senza che nessuno di loro venisse rimosso dal palazzo di giustizia in manette.
La severità di Sneddon verso Jackson era una vendetta basata su un convincimento che
si attaccava ad ogni pezzo altrettanto cieca e disperata del "caso" di George Bush contro
Saddam Hussein...
Jackson, naturalmente, fu assolto da tutte le accuse, nel 2005, dopo due anni di estenuanti
ricerche, testimonianze e procedimenti.
Quattro anni dopo, nel 2009, dopo anni vissuti come un reietto culturale, un vagabondo
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alla deriva da paese a paese, è morto
all'età di cinquant'anni a Los Angeles.
Il risvolto positivo, si potrebbe pensare, era che almeno le sue numerose difficoltà
sarebbero finite e la messa a fuoco sarebbe potuta tornare sulla sua ricca eredità
artistica.
Ma finché saranno coinvolti un sacco di soldi, a quanto pare, l’inarrestabile valanga di
truffatori andrà avanti.
E nella corte dell'opinione pubblica, il processo alle streghe Michael Jackson continua.
Fonte: http://www.joevogel.net/michael-jackson-delayed-allegations-and-witch-hunts
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