Torino Magazine faceva il suo debutto in edicola. Gli

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Torino Magazine faceva il suo debutto in edicola. Gli
aziende e protagonisti torino magazine
torino magazine 25 anni A
lziamo per un istante la punta di diamante del nostro giradischi e facciamo ruotare indietro il nostro vinile di 25
anni, quando in Italia circolavano le prime Fiat Tipo, era appena nato il Salone del Libro ed i giovani iniziavano ad
esplorare i mondi virtuali dei videogame.
Fermiamoci al 1988, quando le radio trasmettevano
‘Faith’ di George Michael e nei club più esclusivi di Torino si esibiva Gino Latino, dj storico di una città in piena
trasformazione. A lui Torino Magazine ha affidato la musica della serata al Royal Park I Roveri, per festeggiare il
suo primo quarto di secolo e fare un salto nei suoi favolosi anni Ottanta, là dove tutto cominciò...
Cosa ricordi della Torino del 1988?
«Il mio esordio discografico fu nel 1985, ma tre anni
dopo arrivò il mio momento di gloria. Era il periodo dell’Italian Dance e le nostre produzioni arrivarono fino
oltremanica, grazie ad un deejay inglese che si innamorò del genere. Torino stava vivendo un periodo di
grande sperimentazione: i primi locali di tendenza
avevano appena aperto e nascevano band che avrebbero fatto la storia musicale underground della nostra
città. Ovunque si respirava grande fermento».
Che musica si ascoltava in città alla fine degli anni
Ottanta?
«A cavallo tra il 1985 ed il 1990, la musica pop aveva
raggiunto un livello di qualità altissimo, in ambito
nazionale come internazionale. Da Madonna a
Michael Jackson, dai Duran Duran agli Spandau Ballet, ma anche U2, Springsteen e tanti altri. In più erano anni di conferma artistica per mostri sacri come Lucio
Dalla, Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Renato Zero
e Vasco Rossi, ma la lista potrebbe essere infinita!
C’era la consapevolezza di assistere alla nascita di nuovi generi e nuove tendenze, dal rock al grunge. Bastava recarsi in locali storici come il Mivida Rock Café, poi
divenuto ZooBar, oppure il Barrumba, per accorgersi che
si stava costruendo la storia del Nightclubbing torinese».
Quale disco, secondo te, potrebbe rappresentare alla perfezione il 1988 torinese?
«Senza dubbio ‘Ride on time’ dei Black Box, capita-
Fermiamoci
al 1988, quando
le radio
trasmettevano
‘Faith’ di George
Michael e nei club
più esclusivi
di Torino
si esibiva Gino
Latino, dj storico
di una città
in piena
trasformazione
© Simona Pilolla
© Simona Pilolla
Era l’estate 1988…
Torino Magazine faceva il suo debutto in edicola.
Gli Ottanta stavano finendo, ma l’effervescenza e
lo spirito di cambiamento di quegli anni sarebbero
rimasti indelebili nella memoria. Testimone
privilegiato di questa trasformazione,
dj Gino Latino
Vinile Gino Latino ‘No Sorry’
di ALESSIA BELLI e VALENTINA CAMPEOTTO
foto ARCHIVIO GINO LATINO E SIMONA PILOLLA
Cover Gino Latino ‘No Sorry’
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Vinile Chester ‘Don't Get Away’
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25 anni torino magazine
torino magazine 25 anni LA TOP TEN ANNI '80 DI GINO LATINO
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Con Al Jarreau
Con George Benson
Con Martin Solveig
Con Giovanni Allevi
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«La professione
ha scelto me.
Ero a casa di un
amico quando mi
sono ritrovato
davanti un mixer
e dei vinili.
Ho provato
un mixaggio e...
non ho più smesso!
Sono passati
esattamente
trent’anni»
nati da Daniele Davoli, con cui ho collaborato. All’epoca eravamo entrambi sotto contratto con la Time
Records di Giacomo Maiolini e quel brano arrivò al
numero 1 della classifica inglese. La mia ‘No Sorry’,
scritta da Feroldi e Bortolotti, si classificò al sesto posto
e grazie a queste produzioni partecipammo entrambi
a programmi come ‘Top of the pops’ in Inghilterra».
Raccontaci della tua carriera da dj: quando hai
iniziato?
«Sarebbe più esatto dire che la professione ha scelto me. Ero a casa di un amico quando mi sono ritrovato davanti un mixer e dei vinili. Ho provato un
mixaggio e... non ho più smesso! Sono passati esattamente trent’anni. Per quanto riguarda i dischi, ho
iniziato per caso verso il 1985. Molti dj sentivano l’esigenza di proporre brani loro e si stava diffondendo la
figura del deejay-producer, così ci provai anch’io. Il mio
primo singolo uscì con lo pseudonimo di Chester e
si intitolava ‘Don’t get away’, etichetta Time Records.
Il nome d’arte di Gino Latino invece lo inventò Albertino nel 1987 e Giacomo Maiolini vide in me la persona giusta per assumere l’identità di quel personaggio fittizio, che ormai fa parte del mio dna».
Oggi sei il responsabile musicale del gruppo
radiofonico Grp, in cosa consiste il tuo lavoro?
«Seleziono le novità discografiche tra quelle in uscita,
e cerco di anticipare quelle che saranno le nuove hit,
in modo che il mood editoriale scelto (pop melodico)
rimanga costantemente aggiornato e coerente con i
classici, dagli anni Settanta ai Duemila, che completano la nostra programmazione. Inoltre, tengo i rapporti con le case discografiche, coordino le interviste
ai cantanti e programmo partnership con gli organizzatori di eventi che hanno luogo sul nostro territorio.
Se volete ascoltarmi, sono in diretta la domenica, dalle 18 alle 22 con Show Case Live!».
Lo stile anni Ottanta è tornato di nuovo in voga,
basta pensare alla moda. Ma concentriamoci
sulla musica: a tuo parere, quanto il sound di
quel periodo ha inciso sul panorama musicale
attuale?
«Tantissimo! Quasi tutti i musicisti di oggi devono qualcosa agli anni Ottanta e a band come i Depeche Mode.
Sono stati anni di grande invenzione in tutti i campi artistici. Assolutamente determinanti».
Com’è cambiato il tuo mestiere e la cultura del
divertimento in questi 25 anni?
«La trasformazione è stata radicale. All’epoca si entrava nei locali alle 20.30 e si usciva all’una di notte. Oggi
invece mi capita di fare djset alle 4 del mattino. La cultura musicale e del divertimento è mutata perché ha
seguito la strada tracciata dalla tecnologia. Ad esempio, se allora ero io a far scoprire ai clienti brani che
non avevano mai sentito prima, adesso sono loro a indi-
carmi pezzi specifici già ascoltati in rete. L’importante è essere sempre aggiornati su tutto, e io lo faccio
in modo maniacale!».
Questi anni Ottanta come sono stati per te?
«Unici, irripetibili ed indimenticabili! Dal mondiale di calcio vinto in Spagna nel 1982 alla caduta del muro di
Berlino».
Per concludere, quale canzone dedicheresti a
Torino Magazine per il suo 25° compleanno?
«Assolutamente ‘Every body wants to rule the world’
dei Tears for Fears!». I
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NELL' I-POD DI GINO LATINO
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George Michael – 'Amazing'
Santana – 'The Game of love'
Kings of Convenience – 'Misread'
Adina Howard – 'Freak like me'
Alicia Keys – 'E.S.O.M. (Empire State of Mind)'
Linea 77 – 'Fantasma'
Ivan Segreto – 'Porta Vagnu'
Jason Mraz – 'Make it mine'
Wham! - 'Club Tropicana'
Groove Armada – 'My friend'
LA HIT PARADE DELL'ESTATE 1988
Cover Chester ‘Don't Get Away’
«Unici, irripetibili
e indimenticabili! Dal mondiale
vinto in Spagna alla caduta
del muro di Berlino»
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Eurythmics – 'Sweet Dreams (Are Made Of This)'
1983 - «Rappresenta il mio esordio come dj, un disco che non manca mai nelle mie serate»
Spandau Ballet – 'Gold'
1983 - «Semplicemente la classe degli anni Ottanta»
Simply Red – 'Come to my aid'
1985 - «Emozioni che mi hanno formato musicalmente e continuano a vivere con me»
Depeche Mode – 'People are people'
1984 - «Il futurismo declinato in note»
The Police – 'Don’t stand so close to me'
1980 - «La musica di oggi è questa anche grazie a loro»
U2 – 'Pride'
1984 - «Un inno all'orgoglio che va tirato fuori al momento giusto»
Madonna – ‘Into The Groove’
1985 - «La dimostrazione che un B-Side, cioè il lato B di un disco, può diventare un grande
successo»
Michael Jackson – 'Thriller'
1982 - «Ha rivoluzionato il mondo dei videoclip»
Wham! – 'Club Tropicana'
1983 - «Il duo pop anni Ottanta per eccellenza»
David Bowie – 'Let’s Dance'
1983 - «Un artista poliedrico che stupisce sempre»
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Jovanotti – 'Gimme five'
Nick Kamen – 'Tell me'
Eighth Wonder – 'I'm not scared'
Sade – 'Love is stronger than pride'
Ivana Spagna – 'Every girl and boy'
A-Ha – 'Stay on these roads'
À Caus' des Garçons – 'À caus' des garçons'
Afrika Bambaataa & UB 40 – 'Reckless'
Prince – 'Alphabet street'
Tullio De Piscopo – 'Andamento lento'
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