E` vero, al telefono non mi trovo a mio agio, il più delle volte

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E` vero, al telefono non mi trovo a mio agio, il più delle volte
L’APOCALISSE DI GIOVANNI
Chiostri di S. Pietro : Reggio Emilia : 1998
Scritti di Giovanni Lindo Ferretti
Musiche di Consorzio Suonatori Indipendenti
Catalogo Kom Fut Manifesto : Reggio Emilia
Txt : Luca Beatrice, Valerio Dehò, Gianluca Marziani
Nelle stanze abbandonate e fatiscenti dei chiostri erano esposti su dei leggii cinque libri che
raccoglievano i disegni di Chiesi e gli scritti di Ferretti e che costituivano il fulcro di tutto il
lavoro.
Alle pareti erano allestite una quindicina di opere pittoriche di grandi dimensioni derivate dai
disegni, illuminate da fasci di luce che tagliavano le stanze buie.
In questi ambienti, il giorno dell’inaugurazione, s’è svolta una performance di un’ora in cui
Ferretti ha cantato, improvvisato, letto vari scritti, tra cui un testo del poeta bosniaco Nedzad
Maksumic sull’assedio di Sarajevo, muovendosi di stanza in stanza, da libro a libro,
accompagnato musicalmente dal suo gruppo, il Consorzio Suonatori Indipendenti C.S.I..
Il tutto è stato documentato da un video. Per tutta la durata della mostra le sale sono state
sonorizzate con la registrazione audio e video della performance.
*
“L’Apocalisse è quello che c’è già”
Non lo dimentico, come potrei?
Coltivo altri interessi, ho altre necessità
“obbligo di caduta verso mondi leggeri, di sottili pensieri, d’occhio cuore”.
Credo, e mi sento in buona compagnia, che sia arrivao il tempo di ampliare il nostro sguardo, di
complicare il nostro pensiero. Con tutto lo stupore, il fervore che conobbero i Gesuiti al loro
arrivo nell’impero di mezzo.
è ora. è in atto
“molte più cose ben più strabilianti dimorano quaggiù”
L’esagramma numero 20 de “I Ching” è tradotto con la parola: Visione/Contemplazione,
particolarità di questo segno è che in parte dà, in parte toglie.
L’Apocalisse è rivelazione conseguente una Visione.
Cosa ci ha dato è materia di riflessione ormai bimillenaria. Cosa ci ha tolto?
Credo ci abbia tolto la capacità di vederla in atto, comunque, intorno a noi e noi ne siamo parte
in causa, impossibilitati a dirci innocenti, impossibilitati a dichiararci estranei.
- e tu che hai fatto della tua vita ?
- aspettavo l’Apocalisse, Signore.
Aspettavo che il Bene e il Male, finalmente divisi, iniziassero la lotta finale, per posizionarmi al
meglio e vincere, con Voi.
codice d’amore
codice di guerra
l’unica cosa che non riesco a trovare in natura è il concetto di Democrazia, così come si è
sviluppato nella nostra Storia, nella nostra Cultura.
La vita nella sua molteplice varietà contempla ogni differenza, ogni diseguaglianza, ogni
sopraffazione, ogni ingiustizia. Se ne nutre e produce meraviglie.
L’unica cosa positiva che il nostro pensiero ha prodotto è la tensione alla Democrazia (libertà
uguaglianza fraternità all’interno di limiti decretati dall’idea di giustizia).
Questi sono i due poli del nostro muoverci e valgono nel loro rapportarsi, non a sé.
La vita sa essere anche orribile e va combattuta, anche.
La vita che non sa del suo essere comunque mistero diventa accanimento terapeutico, ad
esempio. La vita, quella del movimento per la vita, quella clericale è invidia maschile per la
potenza femminile, innaturale voglia di rivincita, impossibile.
La democrazia sa essere anche sterile, mortifera, e va combattuta anche.
La democrazia che non sa dei suoi limiti, invalicabili, è una beffa verso i più deboli poi diventa
grave danno per tutti e lascia spazio all’orrore , l’orrore del sangue.
“per quello che ho visto per quello che ho sentito”
a chi tocca, ora, dire che, nella vita, diritti non ce ne sono ?
Il diritto, una volta acquisito, si trasforma in dovere.
La libertà se uno te la nega tu puoi conquistartela, devi, ma o si trasformerà in un dovere oppure
non sarà che il passaggio a una nuova schiavitù che non si riesce ancora a percepire come tale.
La nostra libertà politico sociale, ad esempio, 50 anni dopo la Liberazione è già, a ben vedere,
una piccola schiavitù: alla nostra ignoranza, alla nostra piccolezza, alle nostre paure.
Non riuscendo ad essere virtù marcia baldanzosamente verso il vizio: libertà come status
economico sociale libertà come inutile decoro.
“per quello che ho visto
per quello che ho sentito
per sconcertante necessità”
Ferretti Lindo Giovanni
(Tratto dal catalogo della mostra)