Il potere… di un atomo: “Hiroshima e Nagasaki”

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Il potere… di un atomo: “Hiroshima e Nagasaki”
TESI
Il potere . . . di un atomo:
“Hiroshima e Nagasaki”
Anno scolastico 2013-2014
Liceo Tecnologico “Giulio Natta”
Classe 5ª DLST
Alunno: Lubrano di Giunno Fabio
pag. 1
INDICE
 CAPITOLO 1: Introduzione
1.1 Motivazione della mia scelta
pag.3
 CAPITOLO 2: Mappa di sintesi
pag.4
 CAPITOLO 3: La STORIA insegna . . .
3.1 “Progetto Manhattan”
3.2 Lo scontro: Giappone e America
3.3 Hiroshima e Nagasaki
pag.5
 CAPITOLO 4: Cosa dice la scienza . . .
4.1 Atomo, caratteristiche
4.2 Albert Einstein e le sue teorie
4.3 Filosofia della scienza
pag.12
 CAPITOLO 5: Conseguenze del bombardamento
5.1 Conseguenze ambientali (i terremoti)
pag.17
 CAPITOLO 6: Atomo e poesia
6.1 Ode all’atomo (Pablo Neruda)
6.2 Breve biografia del poeta e commento “Ode all’atomo”
pag.19
 CAPITOLO 7: Le mie conclusioni
7.1 Allegati e bibliografia
pag. 22
pag. 2
CAPITOLO 1
1.1 MOTIVAZIONI DELLA MIA SCELTA
La scelta di trattare questo argomento, è dovuta al mio interesse verso le
ricerche scientifiche. Mi è sembrato opportuno approfondire, per la mia tesi
di maturità, gli atomi e la bomba atomica poiché volevo mettere in evidenza
come alcune scoperte scientifiche possono essere necessarie ma dannose
allo stesso tempo. La scissione di un atomo è una delle più grandi scoperte
relative al mondo scientifico. Grazie a questa importante “novità” è
possibile, ad esempio, rilevare la temperatura corporea, ma fu proprio
questo, durante la seconda guerra mondiale, a suggerire la costruzione
dell’ordigno più distruttivo al mondo, le cui conseguenze sono ancora oggi
presenti. Con lo scoppio di una bomba atomica, non solo si possono
distruggere territori e causare la morte di milioni di persone in pochi
secondi, ma si libera nell’atmosfera una notevole quantità di elementi
radioattivi
che,
nel
tempo,
ricadendo
nel
terreno,
causano
danni
permanenti alla flora e alla fauna di quell’ambiente. Dallo scoppio atomico
derivano anche effetti secondari, non trascurabili, come la formazione dei
maremoti, dei terremoti, dei venti forti e perturbazioni atmosferiche.
Affascinato da tutto ciò, ho deciso di approfondire cosa è accaduto, non
solo il 6 agosto del 1945, giorno del primo bombardamento atomico, ma
soprattutto le conseguenze che ancora oggi l’umanità subisce.
pag. 3
CAPITOLO 2
Progetto
Manhattan
Con la
collaborazione
di
Albert
Einstein
Preso
come
model
lo
Filosofia della
scienza
Soffermatosi
sullSUGSUGLI
caratteristiche degli
Gr
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e
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de
l
6 agosto 1945…
Viene sganciata la
prima bomba atomica
sulla città di Hiroshima Po
ne
fin
e
all
a
Provo
ca
Conseguenze
ambientali
pag. 4
Gli atomi
Seconda guerra
mondiale
1939-1945
CAPITOLO 3
3.1 PROGETTO “MANHATTAN”
pag. 5
Durante la primavera del
1939 scienziati provenienti
da Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti informarono le rispettive autorità
politiche per la scoperta di un possibile esplosivo, potente mille volte di più
di un qualsiasi altro esistente. La presenza di questo ordigno sarebbe stata
fondamentale durante la Seconda Guerra Mondiale (1 settembre 1939) che
vide la nascita di una grande collaborazione tra la scienza e il governo.
All’inizio della guerra, la Germania si trovava ad essere l’unico paese
europeo in possesso di un progetto in grado di sviluppare l’energia
nucleare. In Germania, gli scienziati erano convinti di avere un enorme
vantaggio rispetto agli Alleati nelle questioni legate alla fissione nucleare
ma, in America contemporaneamente si stava pensando alla realizzazione
della prima bomba atomica. Tale progettazione fu realizzata nei laboratori
di Los Alamos in Nuovo Messico, attorno al 1945, da un team di scienziati
che avevano preso parte al cosiddetto progetto Manhattan. Per la
realizzazione della bomba, gli Americani pur essendosi dichiarati neutrali,
continuarono a scambiarsi informazioni con la Gran Bretagna, relative alla
fissione nucleare. Nel giugno 1942, il presidente americano Roosevelt, ebbe
pag. 6
la conferma che la Germania voleva costruire una bomba atomica perciò
diede l’avvio al Progetto Manhattan, affidato a Robert Oppenheimer.
Inizialmente la realizzazione della bomba si presentava
come una
possibilità poco reale. Il progetto Manhattan rimase segreto fino al
bombardamento del Giappone; come laboratorio di ricerca fu scelto quello
di Los Alamos, posto isolato, per mantenere la segretezza. La progettazione
della prima bomba atomica fu portata avanti per oltre due anni solo in
forma teorica a causa della mancanza di materia prima per la sua
costruzione: l'uranio 235 (U-235) e il plutonio 239 (Pu-239). Nell’estate
del 1943 si iniziò la costruzione delle bombe atomiche con la realizzazione
della prima chiamata Little Boy. Anche il Giappone aveva iniziato nel 1941
il suo progetto nucleare molto simile a quello tedesco. Il progetto nucleare
tedesco e quello giapponese non furono completati in tempo per poter
essere utilizzati durante la guerra. Non vi è alcun dubbio che, se il progetto
fosse stato portato a termine, la bomba sarebbe stata da loro stessi
utilizzata sugli altri paesi partecipanti al conflitto.
Foto 1: pannelli di controllo e operatori del progetto Manhattan
Foto 2: tre scienziati si confrontano dopo l’evento della bomba atomica
3.2 LO SCONTRO: GIAPPONE E AMERICA
Nella Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti si erano dichiarati neutrali
mentre il Giappone era coinvolto in un patto stipulato con la Germania e
l’Italia (Patto Tripartito nel 1940); nonostante gli USA fossero neutrali,
era stata promulgata una legge che autorizzava Roosevelt a fornire
materiale bellico agli “Alleati”.
pag. 7
La
mattina
del
7
Dicembre 1941, la base
navale americana di Pearl Harbor venne attaccata senza dichiarazione di
guerra dai giapponesi. Solo dopo la fine della guerra si seppe che il Governo
americano era stato avvertito in precedenza della possibilità di un attacco,
anche se non se ne conosceva con esattezza il tempo ed il luogo. In seguito
all’attacco la migliore parte della Marina Militare statunitense venne
messa fuori combattimento e tutta la zona del Pacifico Meridionale ed
Occidentale e dell’Asia Orientale, rimase senza difesa di fronte all’avanzata
giapponese. I motivi dell’attacco a Pearl Harbor si devono al divieto di
esportazione del ferro, petrolio e olio imposto dall’America al Giappone il 26
luglio del 1941. Dopo Pearl Harbour si scatenò in tutta l'America una
violenta forma di razzismo nei confronti dei giapponesi-americani che sfociò
nell'internamento degli americani di origine giapponese in veri e propri
campi di concentramento. Il giorno successivo, l’8 dicembre, gli USA
dichiararono guerra al Giappone e l’11 dicembre Germania e Italia,
dovendo rispettare le condizioni del “patto tripartito”, dichiararono guerra
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all’America. La sconfitta di Pearl Harbour non costituì un disastro per gli
Americani anzi permise loro di produrre una maggior quantità di armi. Il
Giappone aveva perciò scatenato contro se stesso la più grande potenza
mondiale.
Il 26 maggio 1942 le navi giapponesi si diressero verso le isole Midway per
tentare di sconfiggere nuovamente gli americani che però le avvistarono
grazie ad alcuni idrovolanti. Il primo attacco venne portato dagli aerei
americani il 3 giugno; il giorno seguente, mentre le portaerei giapponesi
lanciavano i loro aerei contro la basi dell'isola, gli americani attaccarono
nuovamente. Il primo successo fu degli americani mentre i giapponesi
continuavano a perdere le loro portaerei. Questa battaglia, che avrebbe
dovuto portare alla conquista delle isole da parte dei giapponesi, si
concluse con una piena vittoria americana. Con lo scontro di Midway si
chiuse il periodo dell'offensiva giapponese. Gli americani dall’atteggiamento
difensivo adottato dopo Pearl Harbour, passarono ad una fase di maggiore
aggressività.
Il 7 agosto gli americani si avvicinarono a Guadalcanal, isola conquistata
dal Giappone durante l’espansione coloniale. L'obiettivo principale era il
controllo di questi territori per impedire al Giappone di usarle come basi
per minacciare le rotte dei rifornimenti. Le forze destinate ad occupare
l'isola erano costituite da Marines. Dopo alcuni giorni gli americani
arrivarono a Guadalcanal e riuscirono a bombardare i giapponesi. Con
questa battaglia gli americani portarono a termine la prima grande vittoria
strategica sui Giapponesi prima di gettare le due bombe atomiche. E’
proprio a partire dal successo di questa campagna militare che gli USA
continuarono la loro battaglia che culminò con la sconfitta del Giappone e
la fine della II Guerra Mondiale. Il 22 novembre 1943 il presidente
Roosevelt, il primo ministro Winston Churchill e il leader della Cina
nazionalista si incontrarono a Il Cairo, in Egitto, per discutere su come
sconfiggere il Giappone.
pag. 9
.
3.3 HIROSHIMA E NAGASAKI
Il mattino del 6 agosto 1945 alle 8:16, l'Aeronautica militare statunitense
sganciò la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima,
seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Il
numero di vittime dirette è stimato da 100 000 a 200 000, quasi
esclusivamente
civili.
Nell’estate del 1945 ad
essere distrutte furono le
due città di Tokyo e Kobe.
Gli Stati Uniti decisero di
non “sprecare” la bomba
atomica
contro
un
arsenale militare, ma di
puntare ai centri abitati
per sfruttare gli effetti
psicologici che l’episodio
avrebbe
avuto
sulla
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popolazione ed il governo giapponese.
Per questo fu scelta Hiroshima, che a quell’epoca era un centro strategico
dal punto di vista militare, ma anche un polo industriale.
Gli Alleati scelsero questa città come obiettivo perché nei dintorni non vi
erano campi di prigionieri di guerra. Al momento dello scoppio della bomba
atomica, avvenuta il 6 agosto, pare che ad Hiroshima ci fossero circa 255
mila persone. L’avvicinamento dei velivoli americani nello spazio aereo
giapponese fu subito rilevato dai radar, ma poco prima del lancio della
bomba l’allarme fu ridimensionato perché gli aerei non erano bombardieri,
quindi potevano essere facilmente tenuti sotto controllo. L’esplosione della
bomba atomica avvenne a 580 metri dal suolo, e lo scoppio violentissimo
provocò la morte di circa ottantamila persone. Il 90% della città fu rasa al
suolo, e le fiamme divorarono in pochissimo tempo la maggior parte degli
edifici presenti. Dal quartiere generale di Tokyo non si resero subito conto
dell’accaduto: la linea telegrafica centrale era saltata e non vi era possibilità
di raggiungere Hiroshima in alcun modo. Un ufficiale di volo fu mandato ad
effettuare un sopralluogo e riferire cosa fosse successo. A circa 160 km
dalla città l’ufficiale ed il suo copilota notarono con stupore i resti che la
bomba atomica aveva lasciato.
Dopo aver informato Tokyo, furono organizzati subito i soccorsi. Le persone
sopravvissute (circa il 20% della popolazione) morirono successivamente
per avvelenamento a causa delle radiazioni e per le necrosi sopraggiunte.
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Foto 3: la firma del patto Tripartito tra Giappone, Italia e Germania.
Foto 4: articolo di giornale britannico descrive il bombardamento di Pearl Harbor
Foto 5: i presidenti Roosevelt e Churchill durante un loro incontro
Foto 6: prima pagina del “The New York Times” in seguito ai bombardamenti
Foto 7: Hiroshima, prima e dopo il bombardamento
CAPITOLO 4
4.1 ATOMO, CARATTERISTICHE
L’atomo è la più piccola porzione di un elemento chimico che conservi le
proprietà dell’elemento stesso, deriva dal greco e significa “indivisibile”.
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Fu introdotta dal filosofo greco Leucippo per definire le entità elementari,
indistruttibili e indivisibili, di
cui egli riteneva che fosse
costituita la materia. Per gli
antichi
filosofi
atomisti,
infatti,
la
materia
era
costituita da atomi, particelle
minime indivisibili di quattro
tipi o elementi: aria, acqua,
terra e fuoco. Dopo la
scoperta della possibilità di
dividere l’atomo, risultato
della ricerca del fisico italiano
Enrico Fermi, l’idea che la
scienza ha dell’atomo è molto
cambiata. Per la fisica oggi,
un atomo è un sistema
complesso costituito da un nucleo centrale formato da protoni, particelle a
carica positiva, e neutroni, particelle a carica neutra, attorno al quale
ruotano come satelliti gli elettroni, che hanno carica negativa. Ogni
sostanza ha una sua struttura atomica, dovuta alla quantità, disposizione
e natura dei componenti atomici. Per la chimica, l’atomo, invece, è la più
piccola particella capace di combinarsi in un composto o in una reazione.
L'atomo non è altro che una struttura di energia che ponendosi in una
gerarchia di particelle assume una forma che è possibile analizzare anche
dal punto di vista chimico.
Le reazioni chimiche sono generalmente dovute alla forza
elettromagnetica che un atomo manifesta attraverso la sua carica positiva
o negativa o attraverso altre combinazioni. E' per questo che più un atomo
è pesante (ossia costituito da più protoni e neutroni) più è instabile
(radioattivo) come il caso del Uranio usato per la fissione nucleare, quando
un atomo è troppo voluminoso la forza forte che ha un piccolo raggio
d'azione non riesce a tenerlo unito per molto tempo. Attorno al nucleo
"orbitano" gli elettroni (carica negativa) che salvo condizioni particolari sono
dello stesso numero dei protoni, ogni elettrone si trova ad una certa
distanza dal nucleo che dipende dalla sua energia cinetica (livello
energetico) ossia più un elettrone è veloce più riesce a stare lontano dai
protoni (similmente a un satellite attorno a un pianeta). Si definiscono due
quantità per identificare ogni atomo: il numero atomico, cioè il numero dei
protoni del nucleo, e il numero di massa, cioè la somma del numero dei
protoni e dei neutroni. Normalmente, il numero degli elettroni che ruotano
attorno al nucleo è uguale al numero dei protoni nel nucleo. Essendo dette
cariche di valore uguale (a parte il segno), un atomo è normalmente
elettricamente neutro. Per questo motivo la materia è normalmente
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elettricamente neutra. Tuttavia esistono atomi con un numero di elettroni
diverso dal numero atomico: si parla in questo caso di ioni. Gli atomi
aventi lo stesso numero atomico hanno le stesse proprietà chimiche. Tutti
gli atomi con lo stesso numero atomico appartengono allo stesso elemento.
Due atomi possono differire anche nell'avere numero atomico uguale ma
diverso numero di massa. Simili atomi sono detti isotopi ed hanno le
stesse proprietà chimiche Gli atomi esistenti in natura sono 92 e sono
elencati in una tavola, la tavola periodica degli elementi o tavola di
Mendeleyev. Gli atomi sulla sinistra di questa tavola sono detti metalli ed
hanno la proprietà di perdere con una certa facilità elettroni diventando
ioni positivi. Gli atomi sulla destra, invece, sono detti non metalli ed
hanno la proprietà di acquistare elettroni, cioè di diventare ioni negativi.
Gli altri atomi hanno proprietà di perdere od acquistare elettroni in
maniera meno netta. Certi atomi si possono addirittura comportare da
metalli o da non metalli a seconda dei casi.
Foto 8: rappresentazione schematica di un atomo
Foto 9: esempio di tavola periodica degli elementi
4.2 ALBERT EINSTEIN E LE SUE TEORIE
“Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza,
sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un
minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora.
Questa è la relatività”
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Albert Einstein, nacque il 1879 a Ulm, da una famiglia di origine ebraica.
Trascorse la sua infanzia a Monaco di Baviera, ma terminò gli studi in
Svizzera, laureandosi al
Politecnico di Zurigo (1900).
Prese la cittadinanza svizzera
per assumere un impiego
all’Ufficio Brevetti di Berna. Il
modesto lavoro gli consentì
però di dedicare gran parte del
suo tempo allo studio della
fisica. Nel 1905 pubblicò tre
studi teorici. Il primo e più
importante studio che
conteneva la prima esposizione
completa della teoria della
relatività ristretta. Il secondo
studio, relativo al moto
browniano, destinato a
confermare l’esistenza degli
atomi. Il terzo studio, sull’interpretazione dell’effetto fotoelettrico, avanzava
l’ipotesi della propagazione della luce mediante quanti discreti di energia
(fotoni); quest’ultimo studio gli valse il premio Nobel nel 1921. Nel 1916
pubblicò la memoria: I fondamenti della teoria della Relatività generale,
frutto di oltre dieci anni di studio. Questo lavoro è considerato dal fisico
stesso il suo maggior contributo scientifico e si inserisce nella sua ricerca
rivolta alla geometrizzazione della fisica. Con l’avvento al poter di Hitler,
Einstein fu costretto ad emigrare negli USA, dove insegnò all’Università di
Princeton. Einstein disprezzava la violenza e la guerra, ma fu doppiamente
coinvolto nella realizzazione della bomba atomica. In primo luogo perché è
uno dei risultati della teoria della relatività, in secondo luogo perché
scrisse, insieme a molti altri fisici, una famosa lettera al presidente
Roosevelt, che segnò l’inizio per la costruzione dell’arma nucleare.
Terminata la guerra Einstein s’impegnò attivamente contro la guerra e le
persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le
armi nucleari. Morì, a Princeton, nel 1955.
Nel 1905 Albert Einstein pubblica la sua teoria della relatività, demolendo
tutti i concetti principali su cui si basava la concezione Newtoniana
dell'Universo. Secondo tale teoria, lo Spazio non è tridimensionale ed il
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tempo non è un'entità a sé. Entrambi sono profondamente connessi e
formano il cosiddetto Spazio/Tempo. In questo senso non è possibile
parlare di Spazio separatamente dal Tempo, e viceversa. Inoltre, si
evidenzia la Non fluidità Universale del Tempo, vale a dire che il Tempo non
è lineare ne assoluto, ma è relativo. Un esempio: Prendiamo due
osservatori che si muovono a velocità diverse: ognuno di loro collocherà
l'avvenimento osservato in maniera diversa dall'altro per via della diversa
velocità. Quindi tutte le misurazioni che coinvolgono lo Spazio ed il Tempo,
perdono il loro valore assoluto. Pertanto, sia il Tempo sia lo Spazio non
sono che elementi che servono a spiegare i fenomeni. Secondo la teoria
della Relatività di Einstein, in condizioni particolari, due osservatori
possono cogliere due avvenimenti in ordine inverso: cioè, per l'osservatore 1
l'avvenimento A accade prima dell'avvenimento B, mentre per l'osservatore
2 l'avvenimento B accade prima dell'avvenimento A.
2
E = mc
"E" indica l'energia contenuta
o emessa da un corpo
c" la costante costituita dalla
velocità della luce.
m" la massa corrispondente
Foto 10: Albert Einstein prende parte al progetto Manhattan
4.4 FILOSOFIA DELLA SCIENZA
“Un filosofo puro è un coltello senza né lama né manico”
Schlick
La filosofia della scienza è quel ramo della filosofia che studia i fondamenti e le
implicazioni della scienza, sia riguardo alla logica e alle scienze naturali, come la
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fisica o la biologia, sia riguardo alle scienze sociali, come la sociologia, la
psicologia o l'economia. La filosofia della scienza è legata in generale alla filosofia
della conoscenza e all'epistemologia e cerca di spiegare la natura dei concetti ,
come la scienza spiega la natura e come la utilizza per i suoi fini. Inoltre si
preoccupa di verificare la validità delle informazioni e i tipi di ragionamento che si
usano per arrivare a delle conclusioni; Tra i più importanti esponenti troviamo
Popper.
Popper è stato senz'ombra di dubbio uno dei più grandi filosofi del Novecento. I
suoi primi bersagli furono il Positivismo e quelli che consideravano valido solo
quel che è verificabile con l'esperienza. Ma egli si occupò anche di politica e di
molti altri problemi, su cui espresse sempre la sua originale opinione. Nella
Logica della scoperta scientifica (1° edizione 1934), egli ritiene di aver risolto un
problema filosofico fondamentale, quello della induzione (il passaggio dal
particolare al generale ". L'induzione si intende in due modi: induzione per
enumerazione o ripetitiva ed induzione per eliminazione. Entrambi i tipi per
Popper non sono validi. La prima consiste di osservazioni spesso ripetute, le quali
dovrebbero fondare qualche generalizzazione della teoria. Ma la mancanza di
validità di tale genere di ragionamento è ovvia: nessun numero di osservazioni di
cigni riesce a stabilire che tutti i cigni sono bianchi o che la probabilità di trovare
un cigno che non sia bianco è piccola. Dunque l'induzione per enumerazione è
fuori causa: non può fondare nulla. D'altro canto, l'induzione eliminatoria si
fonda sul metodo della eliminazione o confutazione delle teorie false. In passato si
credeva infatti che, eliminando tutte le teorie false, si potesse far valere la teoria
vera. Ma non si rendevano conto che il numero delle teorie rivali è infinito anche
se, di regola, in ogni momento particolare possiamo prendere in considerazione
un numero finito di teorie. Dunque l'induzione non esiste ed è un errore pensare
che la scienza empirica proceda con metodi induttivi. Il non aver mai visto cigni
non-bianchi ha portato l'uomo ad effettuare un'induzione, a sostenere che tutti i
cigni fossero bianchi, ma ci si è accorti che esistevano anche, nei Paesi orientali,
cigni neri! Connessa alla teoria dell'induzione, vi è secondo Popper l'altra idea per
cui la mente del ricercatore dovrebbe essere una mente priva di presupposti, di
ipotesi, di sospetti e di problemi. Questa idea è chiamata da Popper
osservativismo ed è secondo Popper un mito. La realtà è che noi siamo invece una
tabula piena dei segni che la tradizione e l'evoluzione culturale ci ha lasciato.
L'osservazione è sempre orientata da aspettative teoriche: in altri termini, allo
scopo di osservare, dobbiamo avere in mente una questione ben definita; un
esperimento o prova presuppone sempre qualcosa da sperimentare o provare. Per
Popper la ricerca non parte da osservazioni ma da problemi.
CAPITOLO 5
5.1 CONSEGUENZE AMBIENTALI (I TERREMOTI)
pag. 17
Uno degli effetti delle esplosioni nucleari è lo spostamento momentaneo
dell’asse terrestre che provoca violente vibrazioni conosciute con il nome di
terremoti. I terremoti infatti, sono
forze del terreno provocate da una
rapida
liberazione
di
energia
all’interno della litosfera. Possono
essere di due tipi:
-tettonici quando sono provocati
dal
movimento
delle
placche
litosferiche
-vulcanici quando sono legati
all’attività vulcanica e spesso sono
accompagnati dal movimento di
magma che fuoriesce in superficie.
Gli elementi fondamentali di un
terremoto sono:
-l’ipocentro è il punto interno nella
litosfera in cui si origina il
terremoto. Può essere superficiale,
intermedio o profondo in base alle
profondità.
-L’epicentro è il punto della superficie terrestre, situato verticalmente
all’ipocentro.
-Le onde sismiche sono delle potenti oscillazioni formate dall’energia che si
libera nell’ipocentro. Possono essere di tre diversi tipi: longitudinali,
trasversali e superficiali.
Le prime due si originano nell’ipocentro e vengono chiamate appunto anche
onde interne. Nello specifico le onde longitudinali chiamate anche onde P
hanno una velocità di circa 6 km/h e in seguito al loro passaggio nelle
rocce si formano dilatazioni. Le onde trasversali vengono chiamate anche
onde S e fanno compiere alla roccia oscillazioni, queste onde si propagano
solo nei solidi. Le onde superficiali o onde L si originano nell’epicentro e
dipendono dalle due onde precedenti, si propagano diversamente dalle altre
in superficie.
La scienza che si occupa dello studio dei terremoti è la Sismologia e lo
strumento è il sismografo con cui vengono misurate le scosse su un
tracciato. La valutazione di queste forze può avvenire tramite due modi:
pag. 18
La scala Mercalli o scala Mcs fu messa a
punto dal sismologo Giuseppe Mercalli
e valuta l’intensità del fenomeno, ossia
gli effetti che una scossa produce in
superficie. Ha un grado di intensità che
varia da I a XII , le scosse superiori al
livello IX provocano il crollo di edifici.
La scala Richter è una scala che valuta la
forza di un terremoto basandosi sul
Sismografo. L’unità di misura è il
magnitudo (M), ovvero l’energia che si
libera nell’ipocentro del terremoto.
Questa scala è strumentale e esprime la
violenza reale di in terremoto
CAPITOLO 6
6.1 ODE ALL’ATOMO (PABLO NERUDA)
Piccolissima stella,
sembravi per sempre sepolta,
e nel metallo, nascosto,
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il tuo diabolico fuoco.
Un giorno bussarono alla tua minuscola porta:
era l'uomo.
Con una scarica ti liberarono,
vedesti il mondo,
uscisti nel giorno,
percorresti città,
il tuo gran fulgore arrivava a illuminare le esistenze,
eri un frutto terribile
d'elettrica bellezza,
venivi a affrettare le fiamme dell'estate,
e allora giunse armato
d'occhiali di tigre e armatura,
con camicia quadrata,
con sulfurei baffi
e coda di porcospino,
giunse il guerriero e ti sedusse:
dormi, ti mormorò,
avvolgiti tutto,
atomo, ché sembri un dio greco,
una primaverile modista parigina,
adagiati sulla mia unghia,
entra in questa cassettina,
e allora il guerriero,
ti mise nel suo gilè
come se fossi soltanto una pillola
nordamericana,
e se ne andò per il mondo
e ti lasciò cadere a Hiroshima.
[…]
6.2 BREVE BIOGRAFIA DEL POETA E COMMENTO
pag. 20
Pablo Neruda è lo pseudonimo che
Ricardo Eliecer Neftalí Reyes
Basoalto scelse in onore del poeta
cecoslovacco Jan Neruda.
Nacque a Parral nel 1904, da
famiglia modesta; frequentò le
scuole fino al liceo nella cittadina di
Temuco e poi l'università a
Santiago.
Dal 1926 al 43 girò il mondo come
rappresentante diplomatico del suo
paese, nel '36-37 visse l'esperienza
della guerra civile spagnola non soltanto da spettatore interessato. Nel
1944, tornato in Cile, s'iscrisse al partito comunista cileno e fu eletto
senatore. Dal 1948 al 1952 fu perseguitato e costretto all'esilio per la sua
presa di posizione contro il neo dittatore Gonzalez Videla; così tornò a
viaggiare per il mondo. Nel 1971 guadagna il premio nobel per la
letteratura, nel 1973 torna in Cile e in quello stesso anno muore a Santiago
subito dopo il colpo di Stato del generale Pinochet.
“Ode all’atomo” è una poesia scritta da Pablo Neruda che esprime con
efficacia tutte le ansie, le paure, le attese che nutre l'uomo di oggi nei
confronti dell'energia atomica. Essa può essere causa di gravi disastri
ambientali, ma, se usata sapientemente contribuisce al bene dell'umanità.
Infatti il poeta descrive l’atomo come un elemento innocente e puro,
pag. 21
paragonandolo quasi a un neonato partorito dall’uomo rappresentato come
un signore con baffi e camicia. L’atomo di per sé non è pericoloso ma lo
diventa a causa dell’anima malvagia dell’uomo che lo coccola solamente
poiché conosce gli effetti distruttivi. Proprio come se fosse un neonato, il
guerriero-uomo se ne prende cura, chiudendolo con delicatezza in un
cassettino e poggiandolo delicatamente sulla propria unghia, portandolo
con se per tutto il mondo e decidendo di lasciarlo cadere su Hiroshima .
CAPITOLO 7
7.1 BIBLIOGRAFIA
pag. 22
Siti consultati:
-Wikipedia
-Enciclopedia Treccani
- “Temi di Geografia generale” di Angela Mossudu
- “La materia e le sue trasformazioni, chimica” di J. Brady e F.Senese
- “Filosofia cultura cittadinanza” di F. Trabattoni e A. La Vergata
- “Leggere la storia, profilo documenti e storiografia” M. Manzoni, F.Occhipinti, F. Cereda
- Wikiquote
-Ode all’Atomo di Pablo Neruda
Ringraziamenti calorosi per la gradita collaborazione del team docenti che mi ha seguito quest’anno in
particolare: S. Rho, A. De Vittorio, S. Nicolini.
pag. 23