Dicembre 2006 - Istituto Comprensivo Carmagnola I

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Dicembre 2006 - Istituto Comprensivo Carmagnola I
Giornale della Scuola Media Statale di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO)
Anno III - Numero 1 - Dicembre 2006
editoriale
Eccoci qui con il nostro
giornalino, dopo una
mai troppo lunga estate.
Anche quest’anno garantiamo tre uscite, nei
mesi di dicembre (questo), marzo e maggio . Di
più non possiamo. Certo,
se voi lo compraste, magari potremmo fare un
pensierino a un quarto
numero, di fine anno diciamo, con le foto di tutte le terze che finiscono,
ma così... è già tanto se
riusciremo a pagare questi tre.
Tanto per rinfrescarvi la
memoria, i soldi ricavati,
con molta fatica, dalla
vendita del giornalino
non li utilizziamo per il
nostro cenone natalizio
(come qualcuno ha osato
insiuare), ma se li intasca interamente il tipografo che ce lo stampa.
Questioni economiche a
parte, sembra che siano
in molti ad apprezzare
questo nostro giornalino. A cominciare dai nostri concittadini adulti,
che lo acquistano in edicola. Inoltre abbiamo
avuto l’apprezzamento
tangibile da parte di
esperti del settore, che
hanno giudicato “Scuolacittà” il più bel giornalino scolastico della Provincia di Torino (beh,
perlomeno il più bello di
quelli che hanno partecipato al concorso “Noi
giornalisti”). Grazie.
La Redazione
In parecchie scuole e purtroppo anche nella nostra
si verificano ogni tanto
episodi di bullismo. Il fenomeno è all’ordine del
giorno e finalmente
se ne stanno occupando anche i
mezzi di informazione, per via
di certi fatti particolarmente
gravi verificatisi ultimamente.
Anche noi
ci siamo
già occu-
pati dell’argomento, ma
ora vogliamo tornarci su
con un’angolazione un po’
diversa dal solito.
Vogliamo parlare del bullismo
femminile.
Forse è persino
peggio di quello
maschile,
per-
ché se i bulli preferiscono
usare le mani le bulle fanno del male psicologicamente. Le vittime delle
bulle vengono ferite più
profondamente, con i cosiddetti “lividi dell’anima”
che più difficilmente guariscono, anche perché sono invisibili a coloro ai
quali si chiede aiuto, che
dunque sottovalutano il
problema, non ti credono o al massimo ti
dicono di reagire agli
insulti e di non ascoltarli. Le bulle sono
prepotenti, non accettano regole e allonta-
All’ex convitto di via
Marconi e alla sede
di corso Sacchirone
continua a pag. 4
a pag. 2 in 3ª e 4ª colonna
Invitata a partecipare al
concorso scolastico “Noi
giornalisti” indetto dal
Ce.Se.Sco (Centro Servizi
Scolastici) della Provincia
di Torino, la scuola media
di Carmagnola ha ottenuto
il primo premio per il miglior giornalino scolastico
(nella sezione riservata alle scuole medie).
Dal nostro punto di vista,
il premio è strameritato,
perché sappiamo quanto
ce lo siamo dovuti sudare.
Da tre anni oltre un centinaio di alunni, compresi
noi che stiamo scrivendo,
hanno lavorato insieme ai
docenti per poter realizza-
re al meglio questo giornalino. Hanno scritto, corretto, riscritto e ricorretto,
fatto ricerche e interviste,
TEATRO E SOLIDARIETÀ
FRANZ NON SPARA
LO SPETTACOLO DELLE CLASSI 3ªB E 3ªD
Il 5 dicembre presso l’auditorium dell’istituto Roccati gli alunni delle classi
3ª B e 3ª D sono stati protagonisti dello spettacolo
teatrale “Franz non spara”. La performance non è
stata recitata (unica voce narrante
quella fuori scena): le azioni sono
state ricreate
solo attraverso
i gesti.
Anastasia Pirogova, insegnante di danza educativa,
e il prof. Massimo Appendino hanno guidato noi ragazzi sulla scena, mentre
il prof. Teresio Calliano ha
curato la parte
tecnica.
Per realizzare
questa rappresentazione
abbiamo
Buon Natale a tutti
continua a pag. 2 in 1ª colonna
Un Pallone d’oro
tutto italiano
a pag. 8
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scuolacittà
FRANZ NON SPARA DA GIARDINO Lavori convitto
continua da pag. 1
preso spunto dal racconto
“Franz non spara” di Riccardo Francaviglia, che
avevamo precedentemente
letto e analizzato in classe.
È la storia di due soldati
che un giorno, pur appartenendo a eserciti nemici,
si rifiutano di spararsi l’un
l’altro. È un testo semplice
e molto bello che ci ha aiutati a riflettere su questo
nostro tempo assurdamente in bilico tra guerre di
ogni genere e il bisogno e
l’auspicio della pace.
È intervenuta anche la signora Maria Grazia Turri,
volontaria dell’associazione “Un ponte per Baghdad”, che ci ha parlato di
quel martoriato paese e soprattutto delle difficoltà di
vita dei bambini iracheni.
Contemporaneamente è
stato allestito un banchetto
e sono stati messi in vendita oggetti come ghirlande, biglietti natalizi, quaderni, angioletti di stoffa,
sacchetti di lavanda, che
alcuni alunni e docenti
hanno realizzato in questi
primi mesi di scuola durante il laboratorio pomeridiano di solidarietà. Il ricavato della vendita sarà
devoluto all’Associazione
“Un ponte per Baghdad” e
servirà per finanziare il
“Progetto Farah”, che si
occupa di ricostruire scuole in Iraq cosicché anche
quei poveri bambini possano sperare in un futuro
migliore.
Gli insegnanti e gli alunni
del laboratorio ci hanno
incaricate di ringraziare,
attraverso il giornalino,
tutte le persone che hanno
collaborato a realizzare i
vari oggetti e quel grande
amico della scuola che, in
forma anonima, ha devoluto ben 500 euro per il
Progetto Farah.
Monica Curto
Irene Ghia
continua da pag. 1
scattato foto, impaginato,
confezionato e venduto,
con l’orgoglio di chi riesce
a realizzare qualcosa che
sente proprio.
Questo premio è dunque il
riconoscimento del buon
lavoro fatto.
Proclamazione e premiazione dei vincitori si sono
svolte lunedì 27 novembre.
Noi non abbiamo potuto
essere presenti, per ragioni
di orario, ma il premio ci è
stato recapitato “a domici-
lio” pochi giorni fa. Insieme all’attestato di primo
premio e ad una targa della
Provincia di Torino inviataci dal presidente Antonio
Saitta, ci sono pervenute
varie pubblicazioni su Torino e il Piemonte, una guida dei giornalini scolastici
e materiale didattico di vario genere.
Con tanta soddisfazione.
Jessica Gallo
Angela Pacettini
A CORTILE
Molti nella scuola si chiedono che cosa ne sarà del
nostro ex giardino interno
e a cosa sono serviti i lavori che lo hanno completamente dissestato.
I lavori, eseguiti e pagati
dal Comune, sono serviti a
rinforzare i travetti che
sorreggevano l’area sotto
la palestra (corridoio, spogliatoi e tribune): ecco la
causa della rimozione del
giardino, al cui posto attualmente si trova un cortile di terra battuta.
Cortile si fa per dire, più
che altro è uno spiazzo
fangoso, con pochi alberi
sopravvissuti e resti di lavorazione (tubi di plastica,
griglie di ferro e pezzi di
legno). Sono ancora presenti una ruspa e una betoniera.
Anche gli alberi rimanenti
verranno abbattuti perché
attirano l’umidità. Aldilà
di poche aiuole con arbusti a basso fusto, non ci sarà vegetazione e anzi il
cortile sarà tutto pavimentato, mentre una griglia
coprirà il canaletto laterale
della palestra e ci sarà una
pompa aspirante per l’acqua onde evitare che i sostegni si danneggino nuovamente. Le scale d’accesso abbattute e rovinate
saranno ripristinate.
Il futuro cortile potrebbe
servire alla rappresentazione di spettacoli teatrali
all’aperto, ma anche allo
svolgimento degli intervalli tra le lezioni. L’ultima proposta è quella direalizzare con piastrelle di
due colori diversi una
grande scacchiera.
Andrea Mangia
Alessandro Pettiti
Quasi ultimata la ristrutturazione
dell’edificio scolastico di via Marconi
Per saperne di più sui lavori che si stanno svolgendo al convitto abbiamo
chiesto notizie al nostro
preside.
I lavori di ristrutturazione
sono iniziati circa cinque
anni fa e si presume possano concludersi entro giugno 2007. Sono durati più
del previsto perché si è
scoperto che i solai non
potevano reggere il peso
degli alunni e così si sono
operati rinforzi con travi e
putrelle di ferro. Questo
naturalmente ha aumentato notevolmente sia le spese che i tempi. Una volta
terminati i lavori, il plesso
di via Marconi risulterà fi-
nalmente dotato di aule
speciali e laboratori.
Quanto al colore scelto
per l’esterno dell’edificio,
che ha suscitato non poche
perplessità, l’hanno deciso
gli architetti e gli ingegneri che hanno diretto i lavori. Per la verità, sembra un
ospedale più che una
scuola, ma ci dovrà piacere così com’è.
Dal prossimo anno scolastico, dunque, i corsi G e
H ritorneranno al convitto
dopo essere stati ospiti per
qualche anno nell’edificio
di corso Sacchirone.
Martedì 17 ottobre le classi 2ª e 3ª D sono andate in
visita al castello di Masino, nel Canavese, per dieci secoli residenza dei conti Valperga, discendenti
del re Arduino. Già fortezza innalzata nell’XI secolo, il castello venne ricostruito nelle forme attuali a
partire dalla metà del XVI
secolo. Oggi fa parte del
patrimonio del FAI.
L’edificio è immerso in un
immenso parco all’inglese
e dal cortile si gode un panorama mozzafiato che
spazia da Torino alla catena delle Alpi.
Nella cappella di San Carlo sono custodite le ceneri
di re Arduino, eletto re
d’Italia a Pavia nel 1002.
L’imperatore Enrico II gli
ordinò di deporre lo scettro; egli rifiutò e ne seguì
una guerra che durò parecchi anni. Arduino si ritirò
poi nell’abbazia di Fruttuaria, che lui stesso aveva fatto edificare e lì morì nel
1015.
Nel pomeriggio abbiamo
svolto un divertente laboratorio: ognuno con tecniche pittoriche diverse ha
creato la sua camera da re,
o meglio la stanza dei suoi
sogni.
Letizia Ghirardo
Miriam Russo
Alessandra Mandarano
Martina Beltrando
ATTIVITÀ POMERIDIANE
Tutti i corsi attivati quest’anno dalla nostra scuola
Anche quest’anno sono
numerosi i corsi pomeridiani che è possibile seguire nella nostra scuola.
Le lezioni sono facoltative, durano due ore ciascuna e si svolgono nei giorni
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14,10 alle 16,10.
Si tratta per lo più di laboratori, dunque di attività
pratiche. I ragazzi che vi
partecipano sono tantissimi, oltre 350.
Questi i corsi attivati:
ATTIVITÀ SPORTIVA
POLIVALENTE
Iscritti: 130
Attività motorie in diversi
ambiti sportivi: nuoto, basket, pallavolo, pallamano, equitazione, atletica.
FOTOGRAFIAE VIDEO
Iscritti: 21
Le tecniche fotografiche
tradizionali e digitali e le
fasi di produzione di video
con tecniche digitali.
CIAK, SI GUARDA
Iscritti: 17
Acquisizione delle chiavi
di lettura del linguaggio
cinematografico, stimolando riflessioni comuni
sui messaggi che gli autori intendono trasmettere.
PENNELLO
E MARTELLO
Iscritti: 13
Lavori di piccola manutenzione e decorazione di
ambienti e arredi scolastici, per educare alla cura e
al rispetto dei medesimi.
DECORANDO
Iscritti: 15
Tecniche adatte a educare
il senso estetico e le abilità manuali adatte a questo
tipo di età.
LAB. TECNOLOGICOSCIENTIFICO
Iscritti: 14
Progettazione e realizzazione con l’uso di materiali facilmente reperibili e di
strumenti elettrici o manuali
apparecchiature
adatte alla verifica dei
princìpi scientifici.
SCACCHI
Iscritti: 23
Acquisizione delle tecniche di gioco a complessività crescente, con l’obiettivo di motivare i ragazzi
all’impegno logico attraverso l’aspetto ludicocompetitivo.
SAX
Iscritti: 6
Tecnica dello strumento e
conoscenze sull’uso dei
software disponibili per la
notazione musicale, ai fini
della registrazione e modificazione dei suoni.
LAB. LINGUISTICO
Iscritti: 16
Potenziamento delle abilità linguistiche attraverso
l’analisi dei testi e produzione del giornalino scola-
LAB. DI MANUALITÀ
Iscritti: 12
Lavori di cucito, ricamo,
produzione e decorazione
di piccoli oggetti in tessuto e altri materiali.
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stico e di un testo di narrativa di eventuale prossimo
utilizzo nella scuola.
LINGUA LATINA
Iscritti: 37
LINGUA SPAGNOLA
Iscritti: 25
MUSICA CORALE
Iscritti: 14
Cantare in un insieme e
con l’accompagnamento
di un’orchestra dal vivo.
CHITARRA
Iscritti: 16
Apprendimento delle abilità basilari per questo
strumento.
AIUTO ALLO STUDIO
Iscritti: numero variabile
nei diversi periodi dell’anno scolastico.
L’odio verso la scuola
Qualche motivo per viverla malvolentieri
Poteva sembrare scontato:
il 90% dei ragazzi odia la
scuola. Abbiamo interpellato molti nostri coetanei,
“secchioni” compresi, e il
risultato è stato questo.
I motivi sono i più vari:
c’è chi dice che ci sono
troppi compiti e che quindi abbiamo poco tempo
per divertirci, chi invece
sostiene che sono i professori il vero problema, perlomeno quelli che hanno
poca pazienza e poco rispetto per i ragazzi (e non
solo, certi non sopportano
neanche i loro colleghi, e
qualcuno giudica stupido
questo nostro giornalino a
cui dedichiamo tanto impegno, ma per fortuna non
sono tutti così). Alcuni ragazzi dicono di odiare la
scuola e basta, senza un
vero motivo.
Ma sarà odio per davvero?
L’odio è una risoluta ostilità che implica generalmente un atteggiamento
istintivo di condanna, di
rifiuto, di ripugnanza (nota dal vocabolario). Probabilmente questo è quello
che provano alcune persone se pensano alla scuola.
Ma, tanto per essere costruttivi, nel nostro sondaggio abbiamo anche
sollecitato proposte per
rendere più sopportabile la
scuola. Non tutte saranno
realizzabili, comunque eccole: entrare più tardi al
mattino (il sonno è importante); organizzare più gite, anche se istruttive; lezioni più vivaci e interessanti (anche se certi argomenti sono di per sé noiosi, come I Promessi Sposi,
odiati da cinque alunni su
dieci, ma con un po’ di
buona volontà chissà?).
Infine l’esigenza avvertita
da tutti i ragazzi interpellati è un diverso atteggiamento da parte dei professori, che si vorrebbe più
gentili, disponibili e con
un maggior rispetto nei
nostri confronti (bando
agli insulti e alle battute
cattive). Per quanto sappiamo bene di essere insopportabili, a volte.
Compiti a casa
Giulia Dell’Atti
Marta Muscolo
Ottavia Bombarda
Giusto che ci siano, ma vediamo di non esagerare
Gli alunni affermano:
«Sono giusti i compiti a
casa!». Sembra incredibile, ma è proprio così. Ben
l’80% degli studenti delle
scuole medie di Carmagnola affermano di essere
grati ai professori di avere
i compiti a casa, che consentono loro di apprendere
meglio e approfondire gli
argomenti trattati in classe. Puntualizzando però
che talvolta, per esempio
quando sono assegnati da
un giorno all’altro, i compiti sono troppi.
In seguito allo svenimento
di una diciasettenne frequentante il liceo Omodeo
di Mortara (Pavia), il preside di quella scuola ha ripreso i docenti pregandoli
di evitare lo “stress da fatica scolastica” sostenendo che troppe verifiche in
uno stesso giorno fanno
male ai ragazzi.
È anche vero che noi siamo alle medie, ma ugualmente abbiamo voluto
chiedere ai nostri compagni cosa ne pensano.
Tutti si sono dichiarati favorevoli a fissare al massimo una verifica al giorno,
anche nel periodo dei colloqui genitori-insegnanti o
durante l’avvicinarsi della
consegna delle schede di
valutazione, e comunque
sono parsi felici di fare poche verifiche.
Abbiamo sentito anche gli
insegnanti, per capire se lo
svolgimento dei programmi potrebbe risentirne, ma
pare che sia solo un problema di organizzazione
del lavoro.
Quanto alle verifiche a
sorpresa, gli alunni hanno
risposto di non considerarle un sistema corretto, perché non dà loro la possibilità di prepararsi adeguatamente.
Rosaria Petrolo
Marzia Latorre
BALCANI
UNA LEZIONE
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PARTICOLARE
Martedì 28 novembre nell’aula magna della nostra
scuola c’è stata una lezione molto particolare, ma
interessantissima. Alcuni
giovani dell’associazione
Nema Frontiera ci hanno
illustrato con video, letture, canti e con la loro testimonianza diretta che cos’è
stata la guerra civile nell’ex Jugoslavia e in particolare che cos’è successo
a Srebrenica undici anni fa
e come si vive oggi in
quell’angolo della Bosnia.
Ci hanno raccontato che
la Bosnia appare ancora
oggi come un paese fortemente segnato dalla distruzione della guerra, afflitto da una grave crisi
economica (la disoccupazione tocca il 70%), aggravata dalla corruzione e
dalla forte penetrazione
mafiosa negli organi dirigenti. La zona di Sarajevo
ha subito devastazioni pesantissime, è in grandissima parte minata, vi abitano molte famiglie che
hanno subito gravi perdite
durante il conflitto in edifici spesso fatiscenti, e
gran parte dei profughi,
deportati durante la pulizia etnica o fuggiti dalla
guerra, stentano ancora a
rientrare per paura e per i
gravi problemi dell’area.
Ci hanno raccontato di Sarajevo, definita da molti
la Gerusalemme dei Balcani perché qui hanno
convissuto per secoli e in
gran parte in maniera pacifica etnie e religioni diverse quali la musulmana,
l’ebraica e la cristiana che
altrove difficilmente sono
riuscite a convivere. Oggi
stupisce per la voglia di
rinascita dei suoi abitanti
malgrado le tragiche vicende di dieci anni fa.
Ci hanno poi parlato del
genocidio di Srebrenica,
una delle città simbolo
della follia della pulizia
etnica (forse 10 mila maschi musulmani dai tredici
anni in su trucidati in tre
giorni).
«A Srebrenica - dice Michele di Nema Frontiera nessuno vuole vendetta,
solo giustizia. La paura,
più che l’odio, per quelle
strade è davvero palpabile. Ci vorranno ancora degli anni per ricostruire tutte le case di quel paese, ma
ci vorrà molto più tempo e
molto più impegno per sanare la terribile ferita inferta dalla guerra».
I ragazzi di questa associazione sono studenti
universitari di Torino che
spesso, specie nei periodi
in cui non sono impegnati
all’Università, si recano
nei villaggi vicini a Srebrenica, in paesini dimenticati da tutti, e stanno con
la gente, ma soprattutto
organizzano attività con
quei bambini così sfortunati. Portano loro materiale didattico perché loro
non hanno i soldi né la
possibilità di procurarseli.
Molti bambini hanno problemi di salute, ma non
possono essere curati per
mancanza di medicine e
medici; vivono ancora nel
terrore che qualcosa di ancora peggiore possa capitare. Molti soffrono di disturbi psichici dovuti a
traumi da guerra.
L’associazione
Nema
Frontiera si finanzia attraverso la partecipazione a
bandi pubblici, il tesseramento dei propri volontari, le donazioni. Chi è interessato a saperne qualcosa
di più consulti il sito
www.nemafrontiera.org.
Le due ore dell’incontro
con questi giovani volontari sono volate e tutti noi
siamo tornati a casa più
ricchi dentro.
Erica Tassone
Alessia Tirelli
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continua da pag. 1
nano chi è diverso da loro.
Secondo il loro punto di
vista, nessuno potrà mai
essere alla loro altezza, si
muovono sempre in gruppo e imitano tutto quello
che fa la loro leader. Sono
più aggressive e spietate
dei maschi e spesso, dopo
minacce, insulti, provocazioni, offese e brutti scherzi, si arriva persino alle
mani.
Molte volte le vittime delle bulle cercano di evitare
la scuola solo per la paura
di affrontarle e si provocano anche mal di testa o
mal di pancia pur di non
presentarsi in classe.
Si dovrebbe venire a scuola per imparare e non per
ricevere minacce e intimidazioni. Già non sono
molte le ragazze che la
amano, ma se ci aggiungiamo anche la paura di
essere pestate, la scuola
può diventare un vero e
TORINO1706
Quando la storia ci riguarda da vicino
Sono passati ormai trecento anni da quando i Francesi furono sconfitti a Torino, ma ancora oggi visitando il museo Pietro Micca di Torino possiamo accedere a una rete di gallerie che si trovano nel sottosuolo della città e che
furono determinanti per la
difesa della città.
Torino nel 1706 era la capitale del Ducato sabaudo
e in quel periodo per quattro lunghi mesi fu bombardata dai francesi. I torinesi
difesero la loro città e fortificarono le mura della
collina fino alla cittadella,
che era la parte più fortificata della città. I francesi
attaccarono la città proprio
dalla parte della cittadella,
ma gli assediati si servirono dei sotterranei per far
esplodere le mura nella
parte esterna della città
proprio sotto il nemico.
Tra quei minatori c’era anche il celebre Pietro Micca. Addetto alla difesa dei
sotterranei della cittadella,
fu lui che si accorse dell’incursione francese e per
sventarla fece esplodere
una mina, che provocò la
morte dei nemici ma anche la propria.
Il sacrificio di Pietro Micca fu decisivo. Ci vollero
altre settimane di scontri,
ma alla fine, il 7 settembre,
i piemontesi vinsero la
battaglia decisiva, grazie
anche alle truppe imperiali
portate in aiuto dal principe Eugenio di Savoia e dal
duca Vittorio Amedeo II.
Ancora oggi si celebra
quella vittoria con una
messa solenne che si tiene
ogni 7 settembre alla basilica di Superga.
Alessandra Bollino
Ilaria Gaido
proprio incubo. Nella
maggior parte dei casi,
bulli e bulle si comportano
così perché non hanno un
buon esempio dai loro genitori e pensano che il loro
comportamento sia giusto.
Si accorgono che così facendo fanno soffrire dei
loro compagni, ma semplicemente non gliene importa nulla.
Ci sono diversi tipi di bullismo: quello fisico (aggressioni,
prepotenze,
danneggiamento di oggetti e vestiti), quello verbale (insulti e prese in giro),
e c’è anche un bullismo
indiretto, quando si va a
dire in giro cose false sul
conto di qualcuno ferendone così i sentimenti senza parlargli direttamente.
Se si reagisce è peggio,
ma non è giusto far finta
di niente e subire.
I posti in cui si verificano
più frequentemente episodi di bullismo sono:
- a scuola
- per strada
- nei bar
- in palestra
- sull’autobus
33%
27%
8%
5%
2%
Dunque il luogo più colpito è la scuola, soprattutto
negli intervalli, a volte
proprio sotto gli occhi dei
professori, che invece di
intervenire fingono di non
vedere e continuano tranquillamente a parlare con i
loro colleghi. Secondo
statistiche, infatti, solo nel
4% dei casi i professori intervengono e provano a risolvere il problema, mentre per il 96% questi episodi vengono ignorati.
Elena Cravero
Sabrina Quaranta
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INQUINAMENTO VPOIÙGLSIIACUMROI SPAZI
e viabilità in città
I dati concordano: Carmagnola è la città più inquinata della bretella sud di
Torino. La nostra cittadina
ha raggiunto e superato, in
proporzione a popolazione ed estensione, metropoli come Roma, Milano e
Verona, venendo superata
solo da Pescara, Parma e
alcune vie di Torino.
Immagino vi sembrerà incredibile, ma purtroppo è
un dato di fatto.
Sappiamo però di cosa
stiamo parlando? Per questo articolo abbiamo compiuto una serie di ricerche.
Sapete ad esempio cosa
sono le polveri sottili, dove si depositano e quali
malattie provocano? Le risposte ve le diamo noi.
Le polveri sottili provengono principalmente dal
traffico veicolare (processi di combustione di benzina e gasolio, degrado
pneumatici e marmitte,
abrasione dell’asfalto, logorio freni, movimentazione del materiale depositato al suolo dai processi
industriali e dagli impianti
di riscaldamento domestico), ma in particolare è da
attribuire al traffico stradale la maggior parte delle
sostanze nocive contenute
nelle polveri sottili, come
benzene e idrocarburi.
L’attenzione dell’opinione
pubblica nei confronti dell’inquinamento atmosferico dovuto alla presenza di
queste polveri è aumentata
in maniera esponenziale a
causa soprattutto del proliferare degli studi epidemiologici condotti su scala
mondiale, che dimostrano
la loro estrema pericolosità per la salute dell’uomo.
Sconvolgente è la notizia
da poco appresa dai ricercatori americani di Harvard che l’inquinamento è
causa di uno scorretto sviluppo cerebrale dei bambini, colpiti uno su sei da
disturbi riguardanti il si-
stema nervoso e le capacità cerebrali in genere.
Possiamo dire addio ai
tempi dei grandi pensatori, scienziati, filosofi perché la possibilità che tra
noi ci sia un genio inaspettato sarà sempre rara.
Uno studio denominato
“Progetto Inquinamento
Atmosferico” è stato condotto nel 2000 dal Centro
Europeo Ambiente e Salute di Roma dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità, in collaborazione
con l’ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente): tale ricerca ha stimato l’impatto dell’inquinamento atmosferico urbano sulla salute dei cittadini delle otto maggiori
città italiane (Torino, Genova, Milano, Bologna,
Firenze, Roma, Napoli e
Palermo per un totale di
circa 8 milioni e mezzo di
persone) con conclusioni
allarmanti.
Ognuno di voi sarà già a
conoscenza della decisione
presa dalla neoeletta giunta
comunale: limitare il traffico delle vetture non catalitiche precedenti all’euro 3
nel cosidetto “quadrilatero”, cioè l’area comprendente il centro storico di
Carmagnola di cui è risaputa la fama di zona più inquinata della città.
I cittadini carmagnolesi si
aspettano ora che la nuova
amministrazione comunale riesca a darci la tanto or-
mai sospirata tangenziale
o comunque una strada
che renda più scorrevole il
traffico in via Torino.
Non resta che sperare che
le generazioni future possano avere in eredità una
città più avanzata e moderna e possano respirare
un’aria più pulita.
Alessandra Cursio
Barbara Piola
Camminando per le strade
di Carmagnola è facile notare che ci sono luoghi in
cui la sicurezza di noi ragazzi non è garantita a sufficienza.
Un esempio può essere la
stessa piazza S.Agostino,
luogo di ritrovo sicuro per
i ragazzi fino a quando è
rimasta circondata da paletti alternati con delle
panchine: ora che i paletti
sono stati rimossi, è alla
mercè di quelli che credendo di essere molto furbi la attraversano in auto o
in motorino anche se non
potrebbero.
Altro classico esempio di
luoghi non sicuri sono le
strade, anche perché nessuno si ferma davanti alle
strisce pedonali, talvolta
provocando gravi incidenti come quello di un anno
fa in Via Torino che ha
causato la morte di Roberta Piumatti.
L’ultimo esempio che vogliamo fare è anche quello
più vicino alla nostra
scuola: la via dietro il palazzo comunale, che però
sarà transitabile ai mezzi
solo durante gli orari d’entrata e uscita dei bambini
delle elementari.
Dal Corriere di Carmagnola: «L’intervento prevede la costruzione di una
via di passaggio per le autovetture che, dal parcheggio della scuola elementare del I Circolo possa consentire alle auto che portano i figli a scuola di non
addentrarsi in difficili manovre, ma possano proseguire, girando attorno al
bastione del Comune, verso Piazza Mazzini».
Così ora tutte le mattine i
ragazzi che utilizzano
quella pista ciclabile per
venire a scuola a piedi o in
bici troveranno auto che
cercheranno di passare per
portare i figli a scuola e
impediranno il passaggio.
Irene Sibona
Trasporti scolastici
Quello dei trasporti scolastici è un problema che
sembra che nessuno abbia
voglia di affrontare.
Per prima cosa non c’è
nessuno che controlla
quello che succede sul
pullman e può capitare che
i ragazzi si facciano male
perché una volta che incominciano a litigare, a picchiarsi e spintonarsi verso
la porta d’uscita, non la
smettono fino alla fermata.
Poi non ci sono abbastanza posti per tutti perché da
qualche parte bisogna pur
mettere zaini e cartelle,
così che sono in molti a restare in piedi ammassati
gli uni agli altri.
Il posto riservato ai disabili è spesso occupato con
oggetti ingombranti o addirittura non esiste!
Problemi che si accentuano nel caso di pullman
vecchi, che hanno poco
spazio e sono privi di posti
per gli zaini.
Inoltre i pullman non sono
mai puliti come dovrebbero, anche perché alcuni ragazzi fanno di tutto per
sporcarli, per esempio
sputando sui poggiatesta e
sui vetri.
C’è poi il problema dei ritardi. Qualcuno ogni tanto
protesta, ma non cambia
niente. Capita sovente che
il pullman arrivi in ritardo
a scuola e i professori si
lamentano e chiedono la
giustificazione scritta an-
che se sanno che non è
colpa nostra.
Può succedere poi che
l’autobus sia in anticipo
all’uscita di scuola e quindi capita di uscire all’una
in punto e trovare che il
pullman sta già partendo.
È anche successo che dopo che uno perde il tesserino, o gli viene rubato, bisogna ripagarlo (e il costo
non è poco).
Il pullman che passa per
Vallongo è sempre strapieno e i ragazzi devono stare
in piedi e vengono sballonzolati di qua e di là ad
ogni dosso. Bisognerebbe
mettere delle cinture di sicurezza per non sbattere il
naso tutte le volte che
l’autista fa una frenata improvvisa.
Beatrice Manissero
Sabrina Pecchio
6
Da lassù Marte ci guarda,
con una grande faccia e
due occhi comici: altro
che Grande Fratrello!
La “faccia” fu scoperta il
25 luglio del 1976 dalla
sonda VIKING I che inviava sulla Terra foto delle
colline Cydonia (una regione di Marte), esaminate dai ricercatori per possibili luoghi di atterraggio.
All’improvviso una particolare collina li colpì, perché rivelava le sembianze
di un volto umano.
Impossibile
calcolare
quanto inchiostro da allora
fu versato per descrivere le
particolarissime immagini.
Si parlò di alieni, uomini
primitivi che erano già riusciti ad arrivare sulla Luna, cataclismi planetari e
mille altre ipotesi senza
freno alla fantasia. Purtroppo la leggenda della
faccia su Marte fu cancellata dalla tecnologia: le foto scattate nel 1998 e nel
2001 dalla sonda Mars Orbiter dimostrarono senza
ombra di dubbio che il volto era tutto uno scherzo di
luci e ombre.
Ma, come si sa, i miti sono
duri a morire e qualcuno
continuò a favoleggiare
sulla faccia di Marte.
Dopo due anni di tentativi,
lo scorso 22 luglio la sonda Mars Express dell’Esa
finalmente è riuscita a raccogliere una serie di immagini dettagliate che mostrano il vero aspetto della
conformazione geologica
interpretata come un enigmatico volto, con buona
pace degli studiosi più
fantasiosi e delusione di
quanti hanno creduto nella
favola.
Alberto Garofalo
Le olimpiadi
dei maiali
A Mosca si sono appena
concluse le prime Olimpiadi dei maiali, un evento
che segnerà la storia dello
sport e degli animali.
I piccoli quadrupedi provenienti da sette nazioni si
sono contesi il podio in tre
diverse discipline.
Quali? Nuoto, corsa e svineball, un curioso sport simile al calcio dove i suini
spostano il pallone col
muso tentando di portarlo
nella porta avversaria.
Nel nuoto i porcellini si
scuolacittà
C O S T U M E
sono sfidati a suon di bracciate, anzi di zampate, in
vasche non più profonde di
50 cm. Nella corsa si sono
sfidati sul filo dei millesimi attirati dal cibo posto al
fondo della corsia.
L’insolita manifestazione
ha attirato molto pubblico.
L’idea però non piace ai
macellai, perché finite le
gare i suini saranno più
snelli che mai e dovranno
rimetterli all’ingrasso.
Mattia Molinero
Siamo abituati a considerare strani i cibi che provengono da altre parti del
mondo, magari da paesi
esotici in cui si mangiano
cose di cui noi ignoriamo
persino l’esistenza, ma anche la cucina europea non
scherza. Tra l’Italia e gli
altri Paesi vicini ci sono
molte differenze gastronomiche. Pensate ad esempio a tapas, tortillas, jamon serrano (prosciutto
crudo spagnolo), chorizo
(salsiccia piccante), o al
gazpacho, una sorta di
frullato di verdura con
mollica di pane condito
con olio, aceto, sale e pe-
pe, che è una vera bomba
di sali minerali. O magari
avete sentito parlare della
zarzuela, la tipica zuppa di
pesce spagnola, oppure
del rabo de toro, coda di
toro stufata con verdure e
vino rosso.
Se in Europa le differenze
tra una cucina e l’altra sono
già così marcate, figuriamoci nel resto del mondo.
In Corea, per esempio, è di
consumo comune la carne
di cane, cosa che qui non ci
sogneremmo mai di mangiare. Eppure, perché la
mucca sì e il cane no? È
solo questione di abitudini.
Girano poi molte fantesie
sui cinesi e su quello che
mangiano, ma in realtà
non sono tutte fantasie. La
loro cucina, quella non destinata a noi europei, contempla tra gli ingredienti
topi, vipere, vermi, scorpioni, bruchi, cani, armadilli, formiche, iguane,
larve, tarantole, cavallette,
termiti, pidocchi, tartarughe, scimmie, scarafaggi e
serpenti vari.
Non proprio l’ideale per
una cenetta a lume di candela con la propria fidanzata…
Fosse per noi, non faremmo che rimpinzarci di cose dannose per la nostra
salute, che portano generalmente all’obesità (patatine, merendine, pizzette
ecc.). Per fortuna ci
sono i genitori, che
molto spesso negano
ai figli queste cose e li
nutrono di alimenti sani e
utili per la crescita.
Si definisce alimento
qualsiasi sostanza in grado
di esercitare una o più delle seguenti funzioni:
- produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi);
- crescita e riparazione dei
tessuti (protidi e minerali);
- azione catalizzante (minerali e vitamine).
3. La verdura e la carne
fanno molto bene e sono
nutrienti.
4. La pasta, il pane e i
grissini ingrassano se
mangiati in grosse
quantità.
5. In caso di attività
sportiva bere acqua e
zucchero.
In molte scuole italiane
l’obesità è un fatto frequente, causato appunto
dall’ esagerato consumo di
prodotti nocivi al benessere del nostro corpo, ma se
riusciamo a controllarci
possiamo evitare di ingrassare e farci del male.
Dicono quelli che se ne intendono che sono sufficienti poche regole per alimentarsi come si deve:
1. A colazione privilegiare
latte e cereali.
2 Evitare quanto più possibile merendine e dolciumi, preferendo yogurt e
macedonie di frutta.
Jessica Gallo
Erika Laudari
Samuele Becchio
7
S C I E N Z A
scuolacittà
LA DISLESSIA
Non è una malattia, caso mai un disturbo
Nel mondo vivono uomini
dalla statura davvero anomala. Attualmente si calcola che siano almeno un
centinaio.
Il record assoluto, tra i viventi, spetta a Leonid
Stadnick, un ucraino che
già all’età di 33 anni era alto 2 metri e 53
cm, e ancora
non smette di
crescere. I dati
recenti ci dicono che Stadnick ha ormai
superato di 15
cm Radhouane
Charib, definito dal libro dei
Guinness come
l’uomo più alto
al mondo.
Leonid ha cominciato a
crescere quando aveva 14
anni, dopo un operazione
al cervello che, a quanto
pare, ha stimolato la sua
ghiandola pituitaria (quella che regola la crescita).
Ora pesa ben 200 kg e dorme su due letti uniti e rinforzati per sopportarne il
peso. Non deve essere facile vivere in
simili condizioni e difatti
per lui la propria altezza è
una vera punizione di Dio.
Radhouane
Charib, pakistano, citato
dal Guinness
dei Primati, era
alto al momento della sua morte ben 2
metri e 35. Al contrario
dell’ucraino, la sua altezza
era la sua stessa fonte di
sostentamento, poiché viveva dei diritti sulle fotografie che gli scattavano.
Entrambi però non sono
niente in confronto con
Robert Pershing Wadlow:
2,72 metri di altezza per
200 kg di peso.
Wadlow morì nel 1940, all’età di 22 anni, in un albergo, a causa di un’infezione provocata dallo speciale apparecchio che usava per sorreggere le proprie caviglie. Era infatti
soprannominato «il gigante debole» perché aveva
dei problemi
alle
gambe,
che erano molto fragili e non
riuscivano a
sorreggere il
suo corpo. Le
mani
erano
lunghe 32,4 cm
e i piedi 47cm.
Wadlow, come
Leonid Stadnick, cominciò
a crescere smisuratamente dopo un’operazione chirurgica che alterò la sua ghiandola pituitaria.
A parte questi tre casi da
record, moltissimi sono
gli uomini che superano i
due metri di altezza. Quasi tutti svolgono attività
normali, in cui però la statura ha la sua importanza,
per esempio
giocatori di basket, attori e
wrestlers professionisti, ma
ce ne sono che
fanno i giocatori di baseball, cricket,
tennis e poker,
registi, esperti
di arti marziali,
politici, cantanti, nuotatori, calciatori,
musicisti e scrittori, ambientalisti e inventori.
Tutti lavori normali, insomma.
Con un’unica eclatante eccezione: Edmund Kemper, di professione serial
killer.
Giulia Baiamonte
Simona Defacis
La dislessia non è una malattia, non dipende da una
scarsa intelligenza, da una
scarsa applicazione o da
problemi visivi e psicologici. La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e di scrivere in modo corretto e
fluente causata da specifiche disabilità cognitive di
base. È un disturbo di natura costituzionale, nel
senso che gli elementi di
difficoltà non abbandoneranno mai il soggetto: una
persona dislessica non po-
Un giorno i maestri Tiziana
e Fabio portano la classe al
fiume Rio Bo. Tutti i ragazzi giocano felici, raccolgono fiori, catturano insetti e
raccolgono sassi. Dopo
aver fatto merenda, alcuni
ragazzi si allontanano dal
gruppo. Scoprono così nel
bosco un albero magico e
vedono una formica gigante
di nome Zuttaz, la quale
convince i ragazzi ad entrare nel buco dell’albero magico seguendolo, curiosi.
Si trovano così in un labirinto buio. Il mago Zuttaz fa
strani giochi di luce con i
suoi poteri magici (rosa,
giallo, verde...), poi si stanca e così si ritrovano nuovamente al buio.
Tutti e cinque i ragazzi hanno problemi a camminare
nelle gallerie. Ad un tratto
si ritrovano in una sala illuminata da tante candele e il
mago sparisce. Sulle pareti
della sala ci sono tante scritte magiche, molte porte, un
grande tavolo e un enorme
baule.
Di lì a poco, ricompare il
mago che con la sua bacchetta magica fa delle altre
magie pronunciando un formula magica (ZA-ZE-ZIZO-ZU). Le candele si
spengono quasi tutte tranne
qualcuna; Giovanni si ac-
trà guarire, ma potrà migliorare. Un bambino dislessico può leggere e
scrivere ma ci riesce solamente impiegando tutte le
proprie capacità. Perciò si
stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro e non impara più. Frequentemente si manifestano conseguenze emotive
con atteggiamenti di demotivazione, scarso impegno scolastico e problemi
di tipo relazionale.
Il racconto che presentiamo qui di seguito è stato
corge di una porta aperta. Il
mago intanto è tornato e
perde dal suo libro di magia
un foglio celeste piegato.
Egli spiega ai ragazzi che il
suo lavoro è faticoso e ha
bisogno di aiutanti.
Così egli pronuncia la formula magica ZUM-PAZZIZ-ZAZZA-ZU-ZITRAZ.
I ragazzi cadono a terra, ma
non diventano formiche. Solo che ognuno di loro ha preso le caratteristiche dell’altro. Giovanni, che prima
non riusciva a leggere bene,
ora riesce a leggere velocemente e correttamente e gli
altri non riescono più a fare
quelle cose che facevano
prima. Grazie al compagno
Giovanni tornano fuori dall’albero salvi.
Nel frattempo Alessia prende il foglietto celeste caduto
dal libro di magia e lo porta
scritto da un un nostro
compagno dislessico, il
quale, dopo aver letto il
racconto Il mago delle formiche giganti, ne ha steso
il riassunto.
Il risultato dimostra che
bisogna e si può accettare
e convivere con le diversità, farsene una ragione e
capire che c’è sempre una
soluzione a tutti i problemi. È sufficiente un po’ di
buona volontà e di comprensione da parte di tutti.
Elena Cravero
con sé; fa fatica a leggerlo,
così Giovanni capisce il
problema e lo legge lui ad
alta voce.
Infine tutti insieme ripetono
la filastrocca magica e ognuno riprende le proprie caratteristiche di prima: Tommaso torna ad essere magro,
Alessia ridiventa grassa, ma
legge, scrive e conta di nuovo bene; Pietro è ridiventato
miope, Smilla torna alta e
magrissima e Giovanni
esordisce dicendo come si è
sempre sentito lui quando
doveva leggere ad alta voce
o recitare le tabelline.
Nel frattempo il mago Zuttaz uscito dall’albero con altri libri di magia, non riesce
a leggere la nuova formula
magica per farli diventare
formiche, perché interrotto
da Giovanni, che svelto
svelto lo fa starnutire passandogli sotto il naso un rametto di mimosa. Dopo aver
fatto fuggire il mago, i ragazzi sono felici per il buon
esito dell’avventura e ringraziano ancora il loro compagno Giovanni per averli
salvati, riflettendo tutti insieme come ci si deve sentire quando non si riesce a fare una cosa che sembra facile, ma in realtà per altri è
molto difficile.
Luca
8
T E M P O
SCUOLACITTÀ
L I B E R O
Anno III - n. 1 - Dicembre 2006
REDAZIONE
Si discute della diffusione
inquietante dei realities,
ma anche i quiz e i giochi
televisivi non scherzano.
Nella fascia oraria compresa tra le 20.45 e le
21.30 i palinsesti televisivi
sono letteralmente invasi
da questi programmi che
sono seguitissimi dai telespettatori italiani. Tutto è
cominciato l’anno scorso
con “Affari tuoi”, che è
stato seguito da una serie
di programmi simili, anche estivi come “Cultura
moderna”. Le caratteristiche principali di questi
programmi sono sempre le
stesse: vallette (o veline,
letterine, schedine ecc.)
generalmente poco vestite,
domande
semplicissime e concorrenti
che
sembrano
impegnarsi
per sembrare
ignoranti. Le
opinioni riguardo
ai
quiz e ai giochi televisivi
sono le più
varie: c’è chi
li ritiene interessanti e istruttivi e li
segue abitualmente e chi
invece li detesta a prescindere. C’è poi un certo numero di persone che li considera perfetti per la fascia
oraria in cui vengono proposti, ovvero quella dei
pasti, perché li considera
programmi poco impegnativi che possono essere seguiti anche distrattamente.
Si tratta comunque di un
genere molto discusso,
che mette in evidenza una
realtà allarmante, poiché
capita non raramente di
trovarsi davanti dei concorrenti con un livello di
istruzione pessimo. Quante volte ci siamo sentiti di-
re che noi ragazzi siamo
degli ignoranti e non abbiamo cultura? A guardare
questi programmi però ci
si rende conto che non siamo noi quelli messi peggio: coloro che partecipano ai quiz spesso dimostrano un livello culturale
di gran lunga inferiore a
quello di uno studente di
scuola media. Gli errori
più frequenti sono sui verbi e sugli argomenti di matematica, storia e geografia. sembra insomma che
gli italiani non conoscano
né la propria lingua né la
propria storia. Non sarebbe meglio allora selezionare i concorrenti con più
attenzione per evitare di
sembrare un
popolo di
ignoranti? Si
spendono
proteste sugli spot pubblicitari considerati diseducativi
proposti in
fascia protetta,
ma
nessuno si
preoccupa
della disarmante mancanza di cultura dei concorrenti dei quiz
televisivi.
Ci sono almeno tre o quattro quiz e giochi ogni sera:
alcuni si basano principalmente sulla fortuna, altri
invece sulle conoscenze.
Ci sono poi i vari giochi
televisivi in diretta che si
trovano spesso facendo
zapping sulle tv locali. Bisogna telefonare e indovinare la risposta a qualche
domanda o la soluzione di
qualche gioco.
Spesso si tratta di truffe
belle e buone. Meglio
cambiare canale.
Sabrina Quaranta
Bellissima, affascinante, aggressiva, ma allo stesso tempo
femminile, intelligente e colta, amante della
storia e dell’archeologia,
viaggiatrice,
poliglotta, fotografa di successo. Tutto questo è Lara
Croft (Angelina Jolie).
Dietro a queste qualità, che
la rendono unica e dannatamente fatale, Lara nasconde però una passione:
è una tomb raider, una saccheggiatrice di tombe e,
quando ne ha il tempo, anche una nemica del Male.
L’ a v v e n t u r a
può essere rischiosa, persino mortale, ma
Lara non si tira
indietro. Come
nell’avventura
raccontata in
“Lara Croft Tomb Raider”,
spettacolare
trasposizione
cinematografica di un fortunato videogioco che è
un mix di esplorazione,
azione ed enigmi.
Un film, il primo, che è già
oggetto di culto, con Angelina Jolie impressionantemente simile all’originale.
Luciano Maties
Due ambasciatori
italiani nel mondo
Lunedì 27 novembre 2006
Fabio Cannavaro ha vinto
il pallone d’oro, trofeo assegnato dalla rivista francese France Football.
Dopo la notte del 9 luglio a
Berlino in cui ha alzato al
cielo la coppa
del
mondo,
Cannavaro
vince un trofeo
che per la prima volta nella
storia viene assegnato a un
difensore.
Attualmente in
forza al Real
Madrid, Fabio
ha ottenuto 173 voti, seguito dal portiere azzurro
Gianluigi Buffon (2° con
124 voti). Un trionfo.
Ma lo sport italiano nel
mondo ha un’altra stella:
Andrea Bargnani, ala-centro dei Toronto Raptors,
squadra che milita nel
campionato americano di
basket NBA. Andrea ha
esordito a livello professionistico nel 2003 nella
Benetton Treviso con la
quale ha vinto lo scudetto
2005-2006. Successivamente, grazie
alle doti tecniche e fisiche
(213 cm per
114 kg), è stato chiamato
dalla squadra
americana,
esordendo il 2
novembre
contro i New
Jersey Nets.
Primo giocatore italiano a
militare nella NBA, Andrea è in continuo miglioramento e promette di diventare un grande protagonista di questo sport.
Marco Lovato
Alessandro Toschino
SCUOLA
Ambra Cesarano 3ª G
3ª I
Elena Cravero
2ª D
Giulia Dell’Atti
Letizia Ghirardo
2ª A
Francesca Guariento 3ª G
Marzia Latorre
2ª E
Andrea Mangia
3ª F
2ª C
Marta Muscolo
Marco Perrupato 2ª M
Rosaria Petrolo
2ª E
Alessandro Pettiti 3ª I
Mirian Russo
3ª A
Damiano Sardo
3ª I
CITTÀ - SOCIETÀ
ECONOMIA
Alessandra Cursio
Enrico Ferrero
Francesco Fogliatto
Beatrice Manissero
Simone Manissero
Sabrina Pecchio
Barbara Piola
Marco Romero
Alessandro Rossi
Irene Sibona
Mirco Zeri
3ª H
3ª A
3ª E
2ª F
2ª M
2ª M
3ª H
3ª E
3ª E
2ª L
3ª A
Alessandra Bollino
Ilaria Gaido
Marco Lovato
Andrea Monti
Sabrina Quaranta
Alfredo Rapone
Alessandro Toschino
3ª M
3ª M
2ª C
2ª A
2ª I
2ª A
2ª L
Samuele Becchio
Ilaria Bertalmia
Ottavia Bombarda
Alberto Garofalo
Giulia Molinatti
Paolo Negro
2ª E
3ª F
3ªG
2ª D
3ª F
2ª F
CULTURA
TEMPO LIBERO
SCIENZA
AMBIENTE-SALUTE
LABORATORIO
LINGUISTICO
Giulia Baiamonte 2ª F
Francesco Burzio 3ª B
3ª I
Elena Cravero
Simona Defacis
2ª F
Jessica Gallo
3ª F
Barbara Ghiotti
1ª L
Arianna Lattuchella 2ª H
Erika Laudari
3ª F
Luciano Maties
2ª M
Mattia Molinero
1ª I
Barbara Mulè
1ª E
3ª F
Angela Pacettini
Antonio Parrello
3ª B
Isabella Pintus
2ª G
Sabrina Quaranta 2ª I
1ª L
Raoul Ruggiero
coordinamento generale:
prof. Gianni Zunino