Dicembre 2006 - Istituto Comprensivo Carmagnola I
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Dicembre 2006 - Istituto Comprensivo Carmagnola I
Giornale della Scuola Media Statale di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO) Anno III - Numero 1 - Dicembre 2006 editoriale Eccoci qui con il nostro giornalino, dopo una mai troppo lunga estate. Anche quest’anno garantiamo tre uscite, nei mesi di dicembre (questo), marzo e maggio . Di più non possiamo. Certo, se voi lo compraste, magari potremmo fare un pensierino a un quarto numero, di fine anno diciamo, con le foto di tutte le terze che finiscono, ma così... è già tanto se riusciremo a pagare questi tre. Tanto per rinfrescarvi la memoria, i soldi ricavati, con molta fatica, dalla vendita del giornalino non li utilizziamo per il nostro cenone natalizio (come qualcuno ha osato insiuare), ma se li intasca interamente il tipografo che ce lo stampa. Questioni economiche a parte, sembra che siano in molti ad apprezzare questo nostro giornalino. A cominciare dai nostri concittadini adulti, che lo acquistano in edicola. Inoltre abbiamo avuto l’apprezzamento tangibile da parte di esperti del settore, che hanno giudicato “Scuolacittà” il più bel giornalino scolastico della Provincia di Torino (beh, perlomeno il più bello di quelli che hanno partecipato al concorso “Noi giornalisti”). Grazie. La Redazione In parecchie scuole e purtroppo anche nella nostra si verificano ogni tanto episodi di bullismo. Il fenomeno è all’ordine del giorno e finalmente se ne stanno occupando anche i mezzi di informazione, per via di certi fatti particolarmente gravi verificatisi ultimamente. Anche noi ci siamo già occu- pati dell’argomento, ma ora vogliamo tornarci su con un’angolazione un po’ diversa dal solito. Vogliamo parlare del bullismo femminile. Forse è persino peggio di quello maschile, per- ché se i bulli preferiscono usare le mani le bulle fanno del male psicologicamente. Le vittime delle bulle vengono ferite più profondamente, con i cosiddetti “lividi dell’anima” che più difficilmente guariscono, anche perché sono invisibili a coloro ai quali si chiede aiuto, che dunque sottovalutano il problema, non ti credono o al massimo ti dicono di reagire agli insulti e di non ascoltarli. Le bulle sono prepotenti, non accettano regole e allonta- All’ex convitto di via Marconi e alla sede di corso Sacchirone continua a pag. 4 a pag. 2 in 3ª e 4ª colonna Invitata a partecipare al concorso scolastico “Noi giornalisti” indetto dal Ce.Se.Sco (Centro Servizi Scolastici) della Provincia di Torino, la scuola media di Carmagnola ha ottenuto il primo premio per il miglior giornalino scolastico (nella sezione riservata alle scuole medie). Dal nostro punto di vista, il premio è strameritato, perché sappiamo quanto ce lo siamo dovuti sudare. Da tre anni oltre un centinaio di alunni, compresi noi che stiamo scrivendo, hanno lavorato insieme ai docenti per poter realizza- re al meglio questo giornalino. Hanno scritto, corretto, riscritto e ricorretto, fatto ricerche e interviste, TEATRO E SOLIDARIETÀ FRANZ NON SPARA LO SPETTACOLO DELLE CLASSI 3ªB E 3ªD Il 5 dicembre presso l’auditorium dell’istituto Roccati gli alunni delle classi 3ª B e 3ª D sono stati protagonisti dello spettacolo teatrale “Franz non spara”. La performance non è stata recitata (unica voce narrante quella fuori scena): le azioni sono state ricreate solo attraverso i gesti. Anastasia Pirogova, insegnante di danza educativa, e il prof. Massimo Appendino hanno guidato noi ragazzi sulla scena, mentre il prof. Teresio Calliano ha curato la parte tecnica. Per realizzare questa rappresentazione abbiamo Buon Natale a tutti continua a pag. 2 in 1ª colonna Un Pallone d’oro tutto italiano a pag. 8 2 S C U O L A scuolacittà FRANZ NON SPARA DA GIARDINO Lavori convitto continua da pag. 1 preso spunto dal racconto “Franz non spara” di Riccardo Francaviglia, che avevamo precedentemente letto e analizzato in classe. È la storia di due soldati che un giorno, pur appartenendo a eserciti nemici, si rifiutano di spararsi l’un l’altro. È un testo semplice e molto bello che ci ha aiutati a riflettere su questo nostro tempo assurdamente in bilico tra guerre di ogni genere e il bisogno e l’auspicio della pace. È intervenuta anche la signora Maria Grazia Turri, volontaria dell’associazione “Un ponte per Baghdad”, che ci ha parlato di quel martoriato paese e soprattutto delle difficoltà di vita dei bambini iracheni. Contemporaneamente è stato allestito un banchetto e sono stati messi in vendita oggetti come ghirlande, biglietti natalizi, quaderni, angioletti di stoffa, sacchetti di lavanda, che alcuni alunni e docenti hanno realizzato in questi primi mesi di scuola durante il laboratorio pomeridiano di solidarietà. Il ricavato della vendita sarà devoluto all’Associazione “Un ponte per Baghdad” e servirà per finanziare il “Progetto Farah”, che si occupa di ricostruire scuole in Iraq cosicché anche quei poveri bambini possano sperare in un futuro migliore. Gli insegnanti e gli alunni del laboratorio ci hanno incaricate di ringraziare, attraverso il giornalino, tutte le persone che hanno collaborato a realizzare i vari oggetti e quel grande amico della scuola che, in forma anonima, ha devoluto ben 500 euro per il Progetto Farah. Monica Curto Irene Ghia continua da pag. 1 scattato foto, impaginato, confezionato e venduto, con l’orgoglio di chi riesce a realizzare qualcosa che sente proprio. Questo premio è dunque il riconoscimento del buon lavoro fatto. Proclamazione e premiazione dei vincitori si sono svolte lunedì 27 novembre. Noi non abbiamo potuto essere presenti, per ragioni di orario, ma il premio ci è stato recapitato “a domici- lio” pochi giorni fa. Insieme all’attestato di primo premio e ad una targa della Provincia di Torino inviataci dal presidente Antonio Saitta, ci sono pervenute varie pubblicazioni su Torino e il Piemonte, una guida dei giornalini scolastici e materiale didattico di vario genere. Con tanta soddisfazione. Jessica Gallo Angela Pacettini A CORTILE Molti nella scuola si chiedono che cosa ne sarà del nostro ex giardino interno e a cosa sono serviti i lavori che lo hanno completamente dissestato. I lavori, eseguiti e pagati dal Comune, sono serviti a rinforzare i travetti che sorreggevano l’area sotto la palestra (corridoio, spogliatoi e tribune): ecco la causa della rimozione del giardino, al cui posto attualmente si trova un cortile di terra battuta. Cortile si fa per dire, più che altro è uno spiazzo fangoso, con pochi alberi sopravvissuti e resti di lavorazione (tubi di plastica, griglie di ferro e pezzi di legno). Sono ancora presenti una ruspa e una betoniera. Anche gli alberi rimanenti verranno abbattuti perché attirano l’umidità. Aldilà di poche aiuole con arbusti a basso fusto, non ci sarà vegetazione e anzi il cortile sarà tutto pavimentato, mentre una griglia coprirà il canaletto laterale della palestra e ci sarà una pompa aspirante per l’acqua onde evitare che i sostegni si danneggino nuovamente. Le scale d’accesso abbattute e rovinate saranno ripristinate. Il futuro cortile potrebbe servire alla rappresentazione di spettacoli teatrali all’aperto, ma anche allo svolgimento degli intervalli tra le lezioni. L’ultima proposta è quella direalizzare con piastrelle di due colori diversi una grande scacchiera. Andrea Mangia Alessandro Pettiti Quasi ultimata la ristrutturazione dell’edificio scolastico di via Marconi Per saperne di più sui lavori che si stanno svolgendo al convitto abbiamo chiesto notizie al nostro preside. I lavori di ristrutturazione sono iniziati circa cinque anni fa e si presume possano concludersi entro giugno 2007. Sono durati più del previsto perché si è scoperto che i solai non potevano reggere il peso degli alunni e così si sono operati rinforzi con travi e putrelle di ferro. Questo naturalmente ha aumentato notevolmente sia le spese che i tempi. Una volta terminati i lavori, il plesso di via Marconi risulterà fi- nalmente dotato di aule speciali e laboratori. Quanto al colore scelto per l’esterno dell’edificio, che ha suscitato non poche perplessità, l’hanno deciso gli architetti e gli ingegneri che hanno diretto i lavori. Per la verità, sembra un ospedale più che una scuola, ma ci dovrà piacere così com’è. Dal prossimo anno scolastico, dunque, i corsi G e H ritorneranno al convitto dopo essere stati ospiti per qualche anno nell’edificio di corso Sacchirone. Martedì 17 ottobre le classi 2ª e 3ª D sono andate in visita al castello di Masino, nel Canavese, per dieci secoli residenza dei conti Valperga, discendenti del re Arduino. Già fortezza innalzata nell’XI secolo, il castello venne ricostruito nelle forme attuali a partire dalla metà del XVI secolo. Oggi fa parte del patrimonio del FAI. L’edificio è immerso in un immenso parco all’inglese e dal cortile si gode un panorama mozzafiato che spazia da Torino alla catena delle Alpi. Nella cappella di San Carlo sono custodite le ceneri di re Arduino, eletto re d’Italia a Pavia nel 1002. L’imperatore Enrico II gli ordinò di deporre lo scettro; egli rifiutò e ne seguì una guerra che durò parecchi anni. Arduino si ritirò poi nell’abbazia di Fruttuaria, che lui stesso aveva fatto edificare e lì morì nel 1015. Nel pomeriggio abbiamo svolto un divertente laboratorio: ognuno con tecniche pittoriche diverse ha creato la sua camera da re, o meglio la stanza dei suoi sogni. Letizia Ghirardo Miriam Russo Alessandra Mandarano Martina Beltrando ATTIVITÀ POMERIDIANE Tutti i corsi attivati quest’anno dalla nostra scuola Anche quest’anno sono numerosi i corsi pomeridiani che è possibile seguire nella nostra scuola. Le lezioni sono facoltative, durano due ore ciascuna e si svolgono nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14,10 alle 16,10. Si tratta per lo più di laboratori, dunque di attività pratiche. I ragazzi che vi partecipano sono tantissimi, oltre 350. Questi i corsi attivati: ATTIVITÀ SPORTIVA POLIVALENTE Iscritti: 130 Attività motorie in diversi ambiti sportivi: nuoto, basket, pallavolo, pallamano, equitazione, atletica. FOTOGRAFIAE VIDEO Iscritti: 21 Le tecniche fotografiche tradizionali e digitali e le fasi di produzione di video con tecniche digitali. CIAK, SI GUARDA Iscritti: 17 Acquisizione delle chiavi di lettura del linguaggio cinematografico, stimolando riflessioni comuni sui messaggi che gli autori intendono trasmettere. PENNELLO E MARTELLO Iscritti: 13 Lavori di piccola manutenzione e decorazione di ambienti e arredi scolastici, per educare alla cura e al rispetto dei medesimi. DECORANDO Iscritti: 15 Tecniche adatte a educare il senso estetico e le abilità manuali adatte a questo tipo di età. LAB. TECNOLOGICOSCIENTIFICO Iscritti: 14 Progettazione e realizzazione con l’uso di materiali facilmente reperibili e di strumenti elettrici o manuali apparecchiature adatte alla verifica dei princìpi scientifici. SCACCHI Iscritti: 23 Acquisizione delle tecniche di gioco a complessività crescente, con l’obiettivo di motivare i ragazzi all’impegno logico attraverso l’aspetto ludicocompetitivo. SAX Iscritti: 6 Tecnica dello strumento e conoscenze sull’uso dei software disponibili per la notazione musicale, ai fini della registrazione e modificazione dei suoni. LAB. LINGUISTICO Iscritti: 16 Potenziamento delle abilità linguistiche attraverso l’analisi dei testi e produzione del giornalino scola- LAB. DI MANUALITÀ Iscritti: 12 Lavori di cucito, ricamo, produzione e decorazione di piccoli oggetti in tessuto e altri materiali. 3 S C U O L A scuolacittà stico e di un testo di narrativa di eventuale prossimo utilizzo nella scuola. LINGUA LATINA Iscritti: 37 LINGUA SPAGNOLA Iscritti: 25 MUSICA CORALE Iscritti: 14 Cantare in un insieme e con l’accompagnamento di un’orchestra dal vivo. CHITARRA Iscritti: 16 Apprendimento delle abilità basilari per questo strumento. AIUTO ALLO STUDIO Iscritti: numero variabile nei diversi periodi dell’anno scolastico. L’odio verso la scuola Qualche motivo per viverla malvolentieri Poteva sembrare scontato: il 90% dei ragazzi odia la scuola. Abbiamo interpellato molti nostri coetanei, “secchioni” compresi, e il risultato è stato questo. I motivi sono i più vari: c’è chi dice che ci sono troppi compiti e che quindi abbiamo poco tempo per divertirci, chi invece sostiene che sono i professori il vero problema, perlomeno quelli che hanno poca pazienza e poco rispetto per i ragazzi (e non solo, certi non sopportano neanche i loro colleghi, e qualcuno giudica stupido questo nostro giornalino a cui dedichiamo tanto impegno, ma per fortuna non sono tutti così). Alcuni ragazzi dicono di odiare la scuola e basta, senza un vero motivo. Ma sarà odio per davvero? L’odio è una risoluta ostilità che implica generalmente un atteggiamento istintivo di condanna, di rifiuto, di ripugnanza (nota dal vocabolario). Probabilmente questo è quello che provano alcune persone se pensano alla scuola. Ma, tanto per essere costruttivi, nel nostro sondaggio abbiamo anche sollecitato proposte per rendere più sopportabile la scuola. Non tutte saranno realizzabili, comunque eccole: entrare più tardi al mattino (il sonno è importante); organizzare più gite, anche se istruttive; lezioni più vivaci e interessanti (anche se certi argomenti sono di per sé noiosi, come I Promessi Sposi, odiati da cinque alunni su dieci, ma con un po’ di buona volontà chissà?). Infine l’esigenza avvertita da tutti i ragazzi interpellati è un diverso atteggiamento da parte dei professori, che si vorrebbe più gentili, disponibili e con un maggior rispetto nei nostri confronti (bando agli insulti e alle battute cattive). Per quanto sappiamo bene di essere insopportabili, a volte. Compiti a casa Giulia Dell’Atti Marta Muscolo Ottavia Bombarda Giusto che ci siano, ma vediamo di non esagerare Gli alunni affermano: «Sono giusti i compiti a casa!». Sembra incredibile, ma è proprio così. Ben l’80% degli studenti delle scuole medie di Carmagnola affermano di essere grati ai professori di avere i compiti a casa, che consentono loro di apprendere meglio e approfondire gli argomenti trattati in classe. Puntualizzando però che talvolta, per esempio quando sono assegnati da un giorno all’altro, i compiti sono troppi. In seguito allo svenimento di una diciasettenne frequentante il liceo Omodeo di Mortara (Pavia), il preside di quella scuola ha ripreso i docenti pregandoli di evitare lo “stress da fatica scolastica” sostenendo che troppe verifiche in uno stesso giorno fanno male ai ragazzi. È anche vero che noi siamo alle medie, ma ugualmente abbiamo voluto chiedere ai nostri compagni cosa ne pensano. Tutti si sono dichiarati favorevoli a fissare al massimo una verifica al giorno, anche nel periodo dei colloqui genitori-insegnanti o durante l’avvicinarsi della consegna delle schede di valutazione, e comunque sono parsi felici di fare poche verifiche. Abbiamo sentito anche gli insegnanti, per capire se lo svolgimento dei programmi potrebbe risentirne, ma pare che sia solo un problema di organizzazione del lavoro. Quanto alle verifiche a sorpresa, gli alunni hanno risposto di non considerarle un sistema corretto, perché non dà loro la possibilità di prepararsi adeguatamente. Rosaria Petrolo Marzia Latorre BALCANI UNA LEZIONE 4 PARTICOLARE Martedì 28 novembre nell’aula magna della nostra scuola c’è stata una lezione molto particolare, ma interessantissima. Alcuni giovani dell’associazione Nema Frontiera ci hanno illustrato con video, letture, canti e con la loro testimonianza diretta che cos’è stata la guerra civile nell’ex Jugoslavia e in particolare che cos’è successo a Srebrenica undici anni fa e come si vive oggi in quell’angolo della Bosnia. Ci hanno raccontato che la Bosnia appare ancora oggi come un paese fortemente segnato dalla distruzione della guerra, afflitto da una grave crisi economica (la disoccupazione tocca il 70%), aggravata dalla corruzione e dalla forte penetrazione mafiosa negli organi dirigenti. La zona di Sarajevo ha subito devastazioni pesantissime, è in grandissima parte minata, vi abitano molte famiglie che hanno subito gravi perdite durante il conflitto in edifici spesso fatiscenti, e gran parte dei profughi, deportati durante la pulizia etnica o fuggiti dalla guerra, stentano ancora a rientrare per paura e per i gravi problemi dell’area. Ci hanno raccontato di Sarajevo, definita da molti la Gerusalemme dei Balcani perché qui hanno convissuto per secoli e in gran parte in maniera pacifica etnie e religioni diverse quali la musulmana, l’ebraica e la cristiana che altrove difficilmente sono riuscite a convivere. Oggi stupisce per la voglia di rinascita dei suoi abitanti malgrado le tragiche vicende di dieci anni fa. Ci hanno poi parlato del genocidio di Srebrenica, una delle città simbolo della follia della pulizia etnica (forse 10 mila maschi musulmani dai tredici anni in su trucidati in tre giorni). «A Srebrenica - dice Michele di Nema Frontiera nessuno vuole vendetta, solo giustizia. La paura, più che l’odio, per quelle strade è davvero palpabile. Ci vorranno ancora degli anni per ricostruire tutte le case di quel paese, ma ci vorrà molto più tempo e molto più impegno per sanare la terribile ferita inferta dalla guerra». I ragazzi di questa associazione sono studenti universitari di Torino che spesso, specie nei periodi in cui non sono impegnati all’Università, si recano nei villaggi vicini a Srebrenica, in paesini dimenticati da tutti, e stanno con la gente, ma soprattutto organizzano attività con quei bambini così sfortunati. Portano loro materiale didattico perché loro non hanno i soldi né la possibilità di procurarseli. Molti bambini hanno problemi di salute, ma non possono essere curati per mancanza di medicine e medici; vivono ancora nel terrore che qualcosa di ancora peggiore possa capitare. Molti soffrono di disturbi psichici dovuti a traumi da guerra. L’associazione Nema Frontiera si finanzia attraverso la partecipazione a bandi pubblici, il tesseramento dei propri volontari, le donazioni. Chi è interessato a saperne qualcosa di più consulti il sito www.nemafrontiera.org. Le due ore dell’incontro con questi giovani volontari sono volate e tutti noi siamo tornati a casa più ricchi dentro. Erica Tassone Alessia Tirelli S C U O L A scuolacittà continua da pag. 1 nano chi è diverso da loro. Secondo il loro punto di vista, nessuno potrà mai essere alla loro altezza, si muovono sempre in gruppo e imitano tutto quello che fa la loro leader. Sono più aggressive e spietate dei maschi e spesso, dopo minacce, insulti, provocazioni, offese e brutti scherzi, si arriva persino alle mani. Molte volte le vittime delle bulle cercano di evitare la scuola solo per la paura di affrontarle e si provocano anche mal di testa o mal di pancia pur di non presentarsi in classe. Si dovrebbe venire a scuola per imparare e non per ricevere minacce e intimidazioni. Già non sono molte le ragazze che la amano, ma se ci aggiungiamo anche la paura di essere pestate, la scuola può diventare un vero e TORINO1706 Quando la storia ci riguarda da vicino Sono passati ormai trecento anni da quando i Francesi furono sconfitti a Torino, ma ancora oggi visitando il museo Pietro Micca di Torino possiamo accedere a una rete di gallerie che si trovano nel sottosuolo della città e che furono determinanti per la difesa della città. Torino nel 1706 era la capitale del Ducato sabaudo e in quel periodo per quattro lunghi mesi fu bombardata dai francesi. I torinesi difesero la loro città e fortificarono le mura della collina fino alla cittadella, che era la parte più fortificata della città. I francesi attaccarono la città proprio dalla parte della cittadella, ma gli assediati si servirono dei sotterranei per far esplodere le mura nella parte esterna della città proprio sotto il nemico. Tra quei minatori c’era anche il celebre Pietro Micca. Addetto alla difesa dei sotterranei della cittadella, fu lui che si accorse dell’incursione francese e per sventarla fece esplodere una mina, che provocò la morte dei nemici ma anche la propria. Il sacrificio di Pietro Micca fu decisivo. Ci vollero altre settimane di scontri, ma alla fine, il 7 settembre, i piemontesi vinsero la battaglia decisiva, grazie anche alle truppe imperiali portate in aiuto dal principe Eugenio di Savoia e dal duca Vittorio Amedeo II. Ancora oggi si celebra quella vittoria con una messa solenne che si tiene ogni 7 settembre alla basilica di Superga. Alessandra Bollino Ilaria Gaido proprio incubo. Nella maggior parte dei casi, bulli e bulle si comportano così perché non hanno un buon esempio dai loro genitori e pensano che il loro comportamento sia giusto. Si accorgono che così facendo fanno soffrire dei loro compagni, ma semplicemente non gliene importa nulla. Ci sono diversi tipi di bullismo: quello fisico (aggressioni, prepotenze, danneggiamento di oggetti e vestiti), quello verbale (insulti e prese in giro), e c’è anche un bullismo indiretto, quando si va a dire in giro cose false sul conto di qualcuno ferendone così i sentimenti senza parlargli direttamente. Se si reagisce è peggio, ma non è giusto far finta di niente e subire. I posti in cui si verificano più frequentemente episodi di bullismo sono: - a scuola - per strada - nei bar - in palestra - sull’autobus 33% 27% 8% 5% 2% Dunque il luogo più colpito è la scuola, soprattutto negli intervalli, a volte proprio sotto gli occhi dei professori, che invece di intervenire fingono di non vedere e continuano tranquillamente a parlare con i loro colleghi. Secondo statistiche, infatti, solo nel 4% dei casi i professori intervengono e provano a risolvere il problema, mentre per il 96% questi episodi vengono ignorati. Elena Cravero Sabrina Quaranta 5 C I T T A ’ scuolacittà INQUINAMENTO VPOIÙGLSIIACUMROI SPAZI e viabilità in città I dati concordano: Carmagnola è la città più inquinata della bretella sud di Torino. La nostra cittadina ha raggiunto e superato, in proporzione a popolazione ed estensione, metropoli come Roma, Milano e Verona, venendo superata solo da Pescara, Parma e alcune vie di Torino. Immagino vi sembrerà incredibile, ma purtroppo è un dato di fatto. Sappiamo però di cosa stiamo parlando? Per questo articolo abbiamo compiuto una serie di ricerche. Sapete ad esempio cosa sono le polveri sottili, dove si depositano e quali malattie provocano? Le risposte ve le diamo noi. Le polveri sottili provengono principalmente dal traffico veicolare (processi di combustione di benzina e gasolio, degrado pneumatici e marmitte, abrasione dell’asfalto, logorio freni, movimentazione del materiale depositato al suolo dai processi industriali e dagli impianti di riscaldamento domestico), ma in particolare è da attribuire al traffico stradale la maggior parte delle sostanze nocive contenute nelle polveri sottili, come benzene e idrocarburi. L’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento atmosferico dovuto alla presenza di queste polveri è aumentata in maniera esponenziale a causa soprattutto del proliferare degli studi epidemiologici condotti su scala mondiale, che dimostrano la loro estrema pericolosità per la salute dell’uomo. Sconvolgente è la notizia da poco appresa dai ricercatori americani di Harvard che l’inquinamento è causa di uno scorretto sviluppo cerebrale dei bambini, colpiti uno su sei da disturbi riguardanti il si- stema nervoso e le capacità cerebrali in genere. Possiamo dire addio ai tempi dei grandi pensatori, scienziati, filosofi perché la possibilità che tra noi ci sia un genio inaspettato sarà sempre rara. Uno studio denominato “Progetto Inquinamento Atmosferico” è stato condotto nel 2000 dal Centro Europeo Ambiente e Salute di Roma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con l’ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente): tale ricerca ha stimato l’impatto dell’inquinamento atmosferico urbano sulla salute dei cittadini delle otto maggiori città italiane (Torino, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo per un totale di circa 8 milioni e mezzo di persone) con conclusioni allarmanti. Ognuno di voi sarà già a conoscenza della decisione presa dalla neoeletta giunta comunale: limitare il traffico delle vetture non catalitiche precedenti all’euro 3 nel cosidetto “quadrilatero”, cioè l’area comprendente il centro storico di Carmagnola di cui è risaputa la fama di zona più inquinata della città. I cittadini carmagnolesi si aspettano ora che la nuova amministrazione comunale riesca a darci la tanto or- mai sospirata tangenziale o comunque una strada che renda più scorrevole il traffico in via Torino. Non resta che sperare che le generazioni future possano avere in eredità una città più avanzata e moderna e possano respirare un’aria più pulita. Alessandra Cursio Barbara Piola Camminando per le strade di Carmagnola è facile notare che ci sono luoghi in cui la sicurezza di noi ragazzi non è garantita a sufficienza. Un esempio può essere la stessa piazza S.Agostino, luogo di ritrovo sicuro per i ragazzi fino a quando è rimasta circondata da paletti alternati con delle panchine: ora che i paletti sono stati rimossi, è alla mercè di quelli che credendo di essere molto furbi la attraversano in auto o in motorino anche se non potrebbero. Altro classico esempio di luoghi non sicuri sono le strade, anche perché nessuno si ferma davanti alle strisce pedonali, talvolta provocando gravi incidenti come quello di un anno fa in Via Torino che ha causato la morte di Roberta Piumatti. L’ultimo esempio che vogliamo fare è anche quello più vicino alla nostra scuola: la via dietro il palazzo comunale, che però sarà transitabile ai mezzi solo durante gli orari d’entrata e uscita dei bambini delle elementari. Dal Corriere di Carmagnola: «L’intervento prevede la costruzione di una via di passaggio per le autovetture che, dal parcheggio della scuola elementare del I Circolo possa consentire alle auto che portano i figli a scuola di non addentrarsi in difficili manovre, ma possano proseguire, girando attorno al bastione del Comune, verso Piazza Mazzini». Così ora tutte le mattine i ragazzi che utilizzano quella pista ciclabile per venire a scuola a piedi o in bici troveranno auto che cercheranno di passare per portare i figli a scuola e impediranno il passaggio. Irene Sibona Trasporti scolastici Quello dei trasporti scolastici è un problema che sembra che nessuno abbia voglia di affrontare. Per prima cosa non c’è nessuno che controlla quello che succede sul pullman e può capitare che i ragazzi si facciano male perché una volta che incominciano a litigare, a picchiarsi e spintonarsi verso la porta d’uscita, non la smettono fino alla fermata. Poi non ci sono abbastanza posti per tutti perché da qualche parte bisogna pur mettere zaini e cartelle, così che sono in molti a restare in piedi ammassati gli uni agli altri. Il posto riservato ai disabili è spesso occupato con oggetti ingombranti o addirittura non esiste! Problemi che si accentuano nel caso di pullman vecchi, che hanno poco spazio e sono privi di posti per gli zaini. Inoltre i pullman non sono mai puliti come dovrebbero, anche perché alcuni ragazzi fanno di tutto per sporcarli, per esempio sputando sui poggiatesta e sui vetri. C’è poi il problema dei ritardi. Qualcuno ogni tanto protesta, ma non cambia niente. Capita sovente che il pullman arrivi in ritardo a scuola e i professori si lamentano e chiedono la giustificazione scritta an- che se sanno che non è colpa nostra. Può succedere poi che l’autobus sia in anticipo all’uscita di scuola e quindi capita di uscire all’una in punto e trovare che il pullman sta già partendo. È anche successo che dopo che uno perde il tesserino, o gli viene rubato, bisogna ripagarlo (e il costo non è poco). Il pullman che passa per Vallongo è sempre strapieno e i ragazzi devono stare in piedi e vengono sballonzolati di qua e di là ad ogni dosso. Bisognerebbe mettere delle cinture di sicurezza per non sbattere il naso tutte le volte che l’autista fa una frenata improvvisa. Beatrice Manissero Sabrina Pecchio 6 Da lassù Marte ci guarda, con una grande faccia e due occhi comici: altro che Grande Fratrello! La “faccia” fu scoperta il 25 luglio del 1976 dalla sonda VIKING I che inviava sulla Terra foto delle colline Cydonia (una regione di Marte), esaminate dai ricercatori per possibili luoghi di atterraggio. All’improvviso una particolare collina li colpì, perché rivelava le sembianze di un volto umano. Impossibile calcolare quanto inchiostro da allora fu versato per descrivere le particolarissime immagini. Si parlò di alieni, uomini primitivi che erano già riusciti ad arrivare sulla Luna, cataclismi planetari e mille altre ipotesi senza freno alla fantasia. Purtroppo la leggenda della faccia su Marte fu cancellata dalla tecnologia: le foto scattate nel 1998 e nel 2001 dalla sonda Mars Orbiter dimostrarono senza ombra di dubbio che il volto era tutto uno scherzo di luci e ombre. Ma, come si sa, i miti sono duri a morire e qualcuno continuò a favoleggiare sulla faccia di Marte. Dopo due anni di tentativi, lo scorso 22 luglio la sonda Mars Express dell’Esa finalmente è riuscita a raccogliere una serie di immagini dettagliate che mostrano il vero aspetto della conformazione geologica interpretata come un enigmatico volto, con buona pace degli studiosi più fantasiosi e delusione di quanti hanno creduto nella favola. Alberto Garofalo Le olimpiadi dei maiali A Mosca si sono appena concluse le prime Olimpiadi dei maiali, un evento che segnerà la storia dello sport e degli animali. I piccoli quadrupedi provenienti da sette nazioni si sono contesi il podio in tre diverse discipline. Quali? Nuoto, corsa e svineball, un curioso sport simile al calcio dove i suini spostano il pallone col muso tentando di portarlo nella porta avversaria. Nel nuoto i porcellini si scuolacittà C O S T U M E sono sfidati a suon di bracciate, anzi di zampate, in vasche non più profonde di 50 cm. Nella corsa si sono sfidati sul filo dei millesimi attirati dal cibo posto al fondo della corsia. L’insolita manifestazione ha attirato molto pubblico. L’idea però non piace ai macellai, perché finite le gare i suini saranno più snelli che mai e dovranno rimetterli all’ingrasso. Mattia Molinero Siamo abituati a considerare strani i cibi che provengono da altre parti del mondo, magari da paesi esotici in cui si mangiano cose di cui noi ignoriamo persino l’esistenza, ma anche la cucina europea non scherza. Tra l’Italia e gli altri Paesi vicini ci sono molte differenze gastronomiche. Pensate ad esempio a tapas, tortillas, jamon serrano (prosciutto crudo spagnolo), chorizo (salsiccia piccante), o al gazpacho, una sorta di frullato di verdura con mollica di pane condito con olio, aceto, sale e pe- pe, che è una vera bomba di sali minerali. O magari avete sentito parlare della zarzuela, la tipica zuppa di pesce spagnola, oppure del rabo de toro, coda di toro stufata con verdure e vino rosso. Se in Europa le differenze tra una cucina e l’altra sono già così marcate, figuriamoci nel resto del mondo. In Corea, per esempio, è di consumo comune la carne di cane, cosa che qui non ci sogneremmo mai di mangiare. Eppure, perché la mucca sì e il cane no? È solo questione di abitudini. Girano poi molte fantesie sui cinesi e su quello che mangiano, ma in realtà non sono tutte fantasie. La loro cucina, quella non destinata a noi europei, contempla tra gli ingredienti topi, vipere, vermi, scorpioni, bruchi, cani, armadilli, formiche, iguane, larve, tarantole, cavallette, termiti, pidocchi, tartarughe, scimmie, scarafaggi e serpenti vari. Non proprio l’ideale per una cenetta a lume di candela con la propria fidanzata… Fosse per noi, non faremmo che rimpinzarci di cose dannose per la nostra salute, che portano generalmente all’obesità (patatine, merendine, pizzette ecc.). Per fortuna ci sono i genitori, che molto spesso negano ai figli queste cose e li nutrono di alimenti sani e utili per la crescita. Si definisce alimento qualsiasi sostanza in grado di esercitare una o più delle seguenti funzioni: - produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi); - crescita e riparazione dei tessuti (protidi e minerali); - azione catalizzante (minerali e vitamine). 3. La verdura e la carne fanno molto bene e sono nutrienti. 4. La pasta, il pane e i grissini ingrassano se mangiati in grosse quantità. 5. In caso di attività sportiva bere acqua e zucchero. In molte scuole italiane l’obesità è un fatto frequente, causato appunto dall’ esagerato consumo di prodotti nocivi al benessere del nostro corpo, ma se riusciamo a controllarci possiamo evitare di ingrassare e farci del male. Dicono quelli che se ne intendono che sono sufficienti poche regole per alimentarsi come si deve: 1. A colazione privilegiare latte e cereali. 2 Evitare quanto più possibile merendine e dolciumi, preferendo yogurt e macedonie di frutta. Jessica Gallo Erika Laudari Samuele Becchio 7 S C I E N Z A scuolacittà LA DISLESSIA Non è una malattia, caso mai un disturbo Nel mondo vivono uomini dalla statura davvero anomala. Attualmente si calcola che siano almeno un centinaio. Il record assoluto, tra i viventi, spetta a Leonid Stadnick, un ucraino che già all’età di 33 anni era alto 2 metri e 53 cm, e ancora non smette di crescere. I dati recenti ci dicono che Stadnick ha ormai superato di 15 cm Radhouane Charib, definito dal libro dei Guinness come l’uomo più alto al mondo. Leonid ha cominciato a crescere quando aveva 14 anni, dopo un operazione al cervello che, a quanto pare, ha stimolato la sua ghiandola pituitaria (quella che regola la crescita). Ora pesa ben 200 kg e dorme su due letti uniti e rinforzati per sopportarne il peso. Non deve essere facile vivere in simili condizioni e difatti per lui la propria altezza è una vera punizione di Dio. Radhouane Charib, pakistano, citato dal Guinness dei Primati, era alto al momento della sua morte ben 2 metri e 35. Al contrario dell’ucraino, la sua altezza era la sua stessa fonte di sostentamento, poiché viveva dei diritti sulle fotografie che gli scattavano. Entrambi però non sono niente in confronto con Robert Pershing Wadlow: 2,72 metri di altezza per 200 kg di peso. Wadlow morì nel 1940, all’età di 22 anni, in un albergo, a causa di un’infezione provocata dallo speciale apparecchio che usava per sorreggere le proprie caviglie. Era infatti soprannominato «il gigante debole» perché aveva dei problemi alle gambe, che erano molto fragili e non riuscivano a sorreggere il suo corpo. Le mani erano lunghe 32,4 cm e i piedi 47cm. Wadlow, come Leonid Stadnick, cominciò a crescere smisuratamente dopo un’operazione chirurgica che alterò la sua ghiandola pituitaria. A parte questi tre casi da record, moltissimi sono gli uomini che superano i due metri di altezza. Quasi tutti svolgono attività normali, in cui però la statura ha la sua importanza, per esempio giocatori di basket, attori e wrestlers professionisti, ma ce ne sono che fanno i giocatori di baseball, cricket, tennis e poker, registi, esperti di arti marziali, politici, cantanti, nuotatori, calciatori, musicisti e scrittori, ambientalisti e inventori. Tutti lavori normali, insomma. Con un’unica eclatante eccezione: Edmund Kemper, di professione serial killer. Giulia Baiamonte Simona Defacis La dislessia non è una malattia, non dipende da una scarsa intelligenza, da una scarsa applicazione o da problemi visivi e psicologici. La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e di scrivere in modo corretto e fluente causata da specifiche disabilità cognitive di base. È un disturbo di natura costituzionale, nel senso che gli elementi di difficoltà non abbandoneranno mai il soggetto: una persona dislessica non po- Un giorno i maestri Tiziana e Fabio portano la classe al fiume Rio Bo. Tutti i ragazzi giocano felici, raccolgono fiori, catturano insetti e raccolgono sassi. Dopo aver fatto merenda, alcuni ragazzi si allontanano dal gruppo. Scoprono così nel bosco un albero magico e vedono una formica gigante di nome Zuttaz, la quale convince i ragazzi ad entrare nel buco dell’albero magico seguendolo, curiosi. Si trovano così in un labirinto buio. Il mago Zuttaz fa strani giochi di luce con i suoi poteri magici (rosa, giallo, verde...), poi si stanca e così si ritrovano nuovamente al buio. Tutti e cinque i ragazzi hanno problemi a camminare nelle gallerie. Ad un tratto si ritrovano in una sala illuminata da tante candele e il mago sparisce. Sulle pareti della sala ci sono tante scritte magiche, molte porte, un grande tavolo e un enorme baule. Di lì a poco, ricompare il mago che con la sua bacchetta magica fa delle altre magie pronunciando un formula magica (ZA-ZE-ZIZO-ZU). Le candele si spengono quasi tutte tranne qualcuna; Giovanni si ac- trà guarire, ma potrà migliorare. Un bambino dislessico può leggere e scrivere ma ci riesce solamente impiegando tutte le proprie capacità. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro e non impara più. Frequentemente si manifestano conseguenze emotive con atteggiamenti di demotivazione, scarso impegno scolastico e problemi di tipo relazionale. Il racconto che presentiamo qui di seguito è stato corge di una porta aperta. Il mago intanto è tornato e perde dal suo libro di magia un foglio celeste piegato. Egli spiega ai ragazzi che il suo lavoro è faticoso e ha bisogno di aiutanti. Così egli pronuncia la formula magica ZUM-PAZZIZ-ZAZZA-ZU-ZITRAZ. I ragazzi cadono a terra, ma non diventano formiche. Solo che ognuno di loro ha preso le caratteristiche dell’altro. Giovanni, che prima non riusciva a leggere bene, ora riesce a leggere velocemente e correttamente e gli altri non riescono più a fare quelle cose che facevano prima. Grazie al compagno Giovanni tornano fuori dall’albero salvi. Nel frattempo Alessia prende il foglietto celeste caduto dal libro di magia e lo porta scritto da un un nostro compagno dislessico, il quale, dopo aver letto il racconto Il mago delle formiche giganti, ne ha steso il riassunto. Il risultato dimostra che bisogna e si può accettare e convivere con le diversità, farsene una ragione e capire che c’è sempre una soluzione a tutti i problemi. È sufficiente un po’ di buona volontà e di comprensione da parte di tutti. Elena Cravero con sé; fa fatica a leggerlo, così Giovanni capisce il problema e lo legge lui ad alta voce. Infine tutti insieme ripetono la filastrocca magica e ognuno riprende le proprie caratteristiche di prima: Tommaso torna ad essere magro, Alessia ridiventa grassa, ma legge, scrive e conta di nuovo bene; Pietro è ridiventato miope, Smilla torna alta e magrissima e Giovanni esordisce dicendo come si è sempre sentito lui quando doveva leggere ad alta voce o recitare le tabelline. Nel frattempo il mago Zuttaz uscito dall’albero con altri libri di magia, non riesce a leggere la nuova formula magica per farli diventare formiche, perché interrotto da Giovanni, che svelto svelto lo fa starnutire passandogli sotto il naso un rametto di mimosa. Dopo aver fatto fuggire il mago, i ragazzi sono felici per il buon esito dell’avventura e ringraziano ancora il loro compagno Giovanni per averli salvati, riflettendo tutti insieme come ci si deve sentire quando non si riesce a fare una cosa che sembra facile, ma in realtà per altri è molto difficile. Luca 8 T E M P O SCUOLACITTÀ L I B E R O Anno III - n. 1 - Dicembre 2006 REDAZIONE Si discute della diffusione inquietante dei realities, ma anche i quiz e i giochi televisivi non scherzano. Nella fascia oraria compresa tra le 20.45 e le 21.30 i palinsesti televisivi sono letteralmente invasi da questi programmi che sono seguitissimi dai telespettatori italiani. Tutto è cominciato l’anno scorso con “Affari tuoi”, che è stato seguito da una serie di programmi simili, anche estivi come “Cultura moderna”. Le caratteristiche principali di questi programmi sono sempre le stesse: vallette (o veline, letterine, schedine ecc.) generalmente poco vestite, domande semplicissime e concorrenti che sembrano impegnarsi per sembrare ignoranti. Le opinioni riguardo ai quiz e ai giochi televisivi sono le più varie: c’è chi li ritiene interessanti e istruttivi e li segue abitualmente e chi invece li detesta a prescindere. C’è poi un certo numero di persone che li considera perfetti per la fascia oraria in cui vengono proposti, ovvero quella dei pasti, perché li considera programmi poco impegnativi che possono essere seguiti anche distrattamente. Si tratta comunque di un genere molto discusso, che mette in evidenza una realtà allarmante, poiché capita non raramente di trovarsi davanti dei concorrenti con un livello di istruzione pessimo. Quante volte ci siamo sentiti di- re che noi ragazzi siamo degli ignoranti e non abbiamo cultura? A guardare questi programmi però ci si rende conto che non siamo noi quelli messi peggio: coloro che partecipano ai quiz spesso dimostrano un livello culturale di gran lunga inferiore a quello di uno studente di scuola media. Gli errori più frequenti sono sui verbi e sugli argomenti di matematica, storia e geografia. sembra insomma che gli italiani non conoscano né la propria lingua né la propria storia. Non sarebbe meglio allora selezionare i concorrenti con più attenzione per evitare di sembrare un popolo di ignoranti? Si spendono proteste sugli spot pubblicitari considerati diseducativi proposti in fascia protetta, ma nessuno si preoccupa della disarmante mancanza di cultura dei concorrenti dei quiz televisivi. Ci sono almeno tre o quattro quiz e giochi ogni sera: alcuni si basano principalmente sulla fortuna, altri invece sulle conoscenze. Ci sono poi i vari giochi televisivi in diretta che si trovano spesso facendo zapping sulle tv locali. Bisogna telefonare e indovinare la risposta a qualche domanda o la soluzione di qualche gioco. Spesso si tratta di truffe belle e buone. Meglio cambiare canale. Sabrina Quaranta Bellissima, affascinante, aggressiva, ma allo stesso tempo femminile, intelligente e colta, amante della storia e dell’archeologia, viaggiatrice, poliglotta, fotografa di successo. Tutto questo è Lara Croft (Angelina Jolie). Dietro a queste qualità, che la rendono unica e dannatamente fatale, Lara nasconde però una passione: è una tomb raider, una saccheggiatrice di tombe e, quando ne ha il tempo, anche una nemica del Male. L’ a v v e n t u r a può essere rischiosa, persino mortale, ma Lara non si tira indietro. Come nell’avventura raccontata in “Lara Croft Tomb Raider”, spettacolare trasposizione cinematografica di un fortunato videogioco che è un mix di esplorazione, azione ed enigmi. Un film, il primo, che è già oggetto di culto, con Angelina Jolie impressionantemente simile all’originale. Luciano Maties Due ambasciatori italiani nel mondo Lunedì 27 novembre 2006 Fabio Cannavaro ha vinto il pallone d’oro, trofeo assegnato dalla rivista francese France Football. Dopo la notte del 9 luglio a Berlino in cui ha alzato al cielo la coppa del mondo, Cannavaro vince un trofeo che per la prima volta nella storia viene assegnato a un difensore. Attualmente in forza al Real Madrid, Fabio ha ottenuto 173 voti, seguito dal portiere azzurro Gianluigi Buffon (2° con 124 voti). Un trionfo. Ma lo sport italiano nel mondo ha un’altra stella: Andrea Bargnani, ala-centro dei Toronto Raptors, squadra che milita nel campionato americano di basket NBA. Andrea ha esordito a livello professionistico nel 2003 nella Benetton Treviso con la quale ha vinto lo scudetto 2005-2006. Successivamente, grazie alle doti tecniche e fisiche (213 cm per 114 kg), è stato chiamato dalla squadra americana, esordendo il 2 novembre contro i New Jersey Nets. Primo giocatore italiano a militare nella NBA, Andrea è in continuo miglioramento e promette di diventare un grande protagonista di questo sport. Marco Lovato Alessandro Toschino SCUOLA Ambra Cesarano 3ª G 3ª I Elena Cravero 2ª D Giulia Dell’Atti Letizia Ghirardo 2ª A Francesca Guariento 3ª G Marzia Latorre 2ª E Andrea Mangia 3ª F 2ª C Marta Muscolo Marco Perrupato 2ª M Rosaria Petrolo 2ª E Alessandro Pettiti 3ª I Mirian Russo 3ª A Damiano Sardo 3ª I CITTÀ - SOCIETÀ ECONOMIA Alessandra Cursio Enrico Ferrero Francesco Fogliatto Beatrice Manissero Simone Manissero Sabrina Pecchio Barbara Piola Marco Romero Alessandro Rossi Irene Sibona Mirco Zeri 3ª H 3ª A 3ª E 2ª F 2ª M 2ª M 3ª H 3ª E 3ª E 2ª L 3ª A Alessandra Bollino Ilaria Gaido Marco Lovato Andrea Monti Sabrina Quaranta Alfredo Rapone Alessandro Toschino 3ª M 3ª M 2ª C 2ª A 2ª I 2ª A 2ª L Samuele Becchio Ilaria Bertalmia Ottavia Bombarda Alberto Garofalo Giulia Molinatti Paolo Negro 2ª E 3ª F 3ªG 2ª D 3ª F 2ª F CULTURA TEMPO LIBERO SCIENZA AMBIENTE-SALUTE LABORATORIO LINGUISTICO Giulia Baiamonte 2ª F Francesco Burzio 3ª B 3ª I Elena Cravero Simona Defacis 2ª F Jessica Gallo 3ª F Barbara Ghiotti 1ª L Arianna Lattuchella 2ª H Erika Laudari 3ª F Luciano Maties 2ª M Mattia Molinero 1ª I Barbara Mulè 1ª E 3ª F Angela Pacettini Antonio Parrello 3ª B Isabella Pintus 2ª G Sabrina Quaranta 2ª I 1ª L Raoul Ruggiero coordinamento generale: prof. Gianni Zunino