Il Teatro Carcano di Milano presenta Giuseppe Pambieri LA

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Il Teatro Carcano di Milano presenta Giuseppe Pambieri LA
Il Teatro Carcano di Milano presenta
Giuseppe Pambieri
LA COSCIENZA DI ZENO
di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo
con Enzo Turrin, Giancarlo Condé
e con (in o.a.) Silvia Altrui, Livia Cascarano, Guenda Goria, Marta Ossoli,
Antonia Renzella, Raffaele Sinkovic, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf
Scene di Lorenzo Cutùli
Costumi di Carla Ricotti
Musiche di Giancarlo Chiaramello
Regia di Maurizio Scaparro
Personaggi e interpreti
Zeno Cosini
Il dott. S./Giovanni Malfenti
Il dott. Coprosich/Enrico Copler
Guido Speier
Luciano
La signora Malfenti
Augusta Malfenti
Ada Malfenti
Alberta Malfenti
Anna Malfenti
Carla Gerco
Giuseppe Pambieri
Enzo Turrin
Giancarlo Condé
Francesco Wolf
Raffaele Sinkovic
Anna Paola Vellaccio
Antonia Renzella
Guenda Goria
Livia Cascarano
Silvia Altrui
Marta Ossoli
La nuova produzione del Teatro Carcano di Milano ha debuttato in prima nazionale in sede il
16 gennaio 2013.
La tournée toccherà, fra le altre, le piazze di Bolzano (7-10 febbraio), Savona (13-15 febbraio),
Monfalcone (19-20 febbraio), Figline Val d’Arno (22-24 febbraio), Arezzo (26 febbraio), Grosseto
(27 febbraio), Treviso (1-3 marzo), Thiene (5-7 marzo), Rimini (12-14 marzo), Sassari (19 e 20
marzo), Roma (Teatro Quirino Vittorio Gassman, 2-14 aprile).
Durata dello spettacolo 2 ore + intervallo
Protagonista, nel ruolo di Zeno Cosini, Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili della scena
italiana, mentre la regia è affidata a uno dei maestri del teatro italiano e internazionale, Maurizio
Scaparro. L’allestimento si avvale dello storico adattamento del romanzo di Italo Svevo che Tullio
Kezich realizzò nel 1964, portato sulle scene per primo da Alberto Lionello nello stesso anno,
quindi da Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci nel 1987 e da Massimo Dapporto con la
regia di Piero Maccarinelli nel 2002.
Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche punto focale del particolare
momento culturale della mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima guerra mondiale, si
svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti
salienti della sua vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di
ripiego con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido - che muore suicida - la relazione
extraconiugale con Carla). Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e
di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita
Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La vita non è né brutta
né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e , quindi, di crescere.
Pubblicato nel 1923, La coscienza di Zeno abbandona il modulo romantico ottocentesco e, come nel
caso di Musil o del pirandelliano Mattia Pascal, di Joyce o di Proust, ai quali pure è stato accostato,
introduce l’aspetto tutto novecentesco dell’introspezione. Dal romanzo narrato da una voce anonima
ed estranea al piano della vicenda si passa a una narrazione in prima persona che non presenta gli
avvenimenti nella loro successione cronologica lineare, ma inseriti in un tempo tutto soggettivo che
mescola piani e distanze. Nella sua opera più conosciuta Svevo affronta un viaggio nella mente
umana, un percorso nella malattia e nella cura; ci parla dell’insoddisfazione e dell’inquietudine
dell’uomo che si percepisce come corpo estraneo della società, fornendo il ritratto di un’epoca e,
insieme, quello di un’umanità senza tempo.