Storia della Radiologia Pediatrica Italiana
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Storia della Radiologia Pediatrica Italiana
G.F.VICHI † STORIA DELLA RADIOLOGIA PEDIATRICA ITALIANA (Revisione dei testi a cura di G.Beluffi) Prof. Gianfranco Vichi 09/01/1927 – 04/07/2008 Nota del Curatore. Quanto raccolto in questo volume è il frutto di lunghi anni di lavoro e ricerca da parte del Prof. G.F.Vichi, già primario radiologo dell’Ospedale Pediatrico “A.Meyer” di Firenze che ha dedicato a quest’opera gli ultimi anni della Sua vita, tragicamente interrotta nel Luglio del 2008. L’opera era giunta quasi al suo termine prima del decesso del Prof. Vichi: nelle lunghe telefonate che di tanto in tanto arrivavano da Firenze venivo informato del suo evolversi e delle difficoltà incontrate nella raccolta dei dati, che hanno avuto come punto fermo il 2003. Per motivi di legami di stima di lunga durata e di coinvolgimento emotivo mi sono sentito in dovere di chiedere l’autorizzazione da parte della Sorella del Professore, Sig.na Maria Antonietta Vichi di aver accesso ai file che erano stati preparati, per giungerne alla pubblicazione. Quello che inizialmente mi era sembrato un compito facile, si è poi reso complicato e difficile per la necessità di un controllo dei testi preparati, della bibliografia e talvolta anche delle informazioni presenti, non volendo in ogni caso alterare nel modo più assoluto quanto scritto dall’Autore, Ho cercato di porre la massima attenzione nella revisione del materiale e spero che il lettore vorrà scusarmi se troverà errori od omissioni. Il mio è stato solo un lavoro certosino di collazione dei vari testi preparati (a Firenze dalla sig.ra G. Maestrelli, a Pavia, impostati per l’attività di editing dal dott. M.A.Albrizio che ringrazio sentitamente) aggiungendo solo, purtroppo, notizie sul decesso di alcune Colleghe. Giampiero Beluffi U.O.S.Radiologia Pediatrica Fondazione IRCCS Policlinico S.Matteo Pavia Dicembre 2009 INDICE Introduzione. 1 La nascita degli Ospedali Pediatrici in Italia nella seconda metà dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Gli incerti albori della Radiologia Pediatrica ospedaliera ed universitaria nei primi decenni del Novecento e la sua evoluzione fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. 3 Gli ospedali pediatrici e l’attività radiologica. 5 La Radiologia Pediatrica, branca emergente della radiologia medica durante gli anni cinquanta fino alla fine degli anni ottanta del novecento. I pionieri e i continuatori dell’opera dei pionieri. I riflessi delle nuove tecnologie: Ecografia, Tomografia Computerizzata, Risonanza Magnetica, Radiologia Digitale sulla Radiologia Pediatrica. 21 La storia dei servizi radiologici degli ospedali pediatrici e delle cliniche pediatriche universitarie nella seconda metà del XX secolo ed all’inizio del XXI secolo. 35 La nascita delle sezioni di studio della SIRMN. La sezione di studio di Radiologia Pediatrica. L’esordio. I successi iniziali. I tentativi del comitato direttivo della sezione per ottenere un riconoscimento ufficiale della Radiologia Pediatrica Italiana. 254 Breve cronistoria della sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Convegni, corsi di Aggiornamento, Comitati direttivi, altro). 260 Congressi nazionali della SIRMN/SIRM con partecipazione della sezione di Radiologia Pediatrica. 291 Congressi della European Society of Paediatric Radiology (ESPR) organizzati in Italia. 315 Organizzazione in Italia di altre riunioni internazionali di Radiopediatria. 339 La complessa problematica della Radiologia Pediatrica nei primi anni novanta del secolo scorso accentuata dalle difficoltà economiche della maggior parte degli ospedali pediatrici e dalla carenza di personale medico e tecnico. L’evoluzione successiva della situazione dei servizi radiologici pediatrici e le prospettive future della Radiologia Pediatrica italiana all’inizio del III millennio. 341 Ad maiora… 348 Introduzione. “Tempus edax rerum, tuque, invidiosa vetustas omnia destruitis”. Con questa frase Ovidio sostiene che il tempo e la vetustà inesorabilmente cancellano la memoria storica degli eventi. La stessa cosa sta toccando al ricordo dei personaggi e dei fatti che hanno caratterizzato l’esordio in Italia della Radiologia Pediatrica agli inizi del Novecento e la sua evoluzione. Mancano, infatti, nella letteratura radiologica italiana pubblicazioni dedicate a questo settore della Radiologia, se si eccettuano le due rassegne sintetiche, l’una di R Perale e G Beluffi nel bellissimo volume curato da A E Cardinale “Immagini e Segni dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana”,1 nel centenario dei raggi X l’altra dello stesso Beluffi nella pubblicazione “The First 30 Years of the ESPR. The History of Pediatric Radiology in Europe”. 2 Fonti preziose per la Storia della Radiologia Italiana sono costituite dalla Rivista “La Radiologia Medica”, fondata nel 1914 come organo ufficiale della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM), e da altre riviste della stessa disciplina, purtroppo scomparse. Mi riferisco in particolare agli editoriali pubblicati su “La Radiologia Medica “ alla fine degli anni Ottanta e durante gli anni Novanta del secolo scorso, che hanno sintetizzato i dati più salienti della nascita e dello sviluppo delle varie branche della Radiologia, grazie al contributo di validi cultori nei diversi settori radiologici. Tra gli editoriali che prendono in considerazione argomenti di rilevanza pediatrica vanno segnalate le accurate rassegne: nel vol. 77, “Il cuore e i vasi” “Radiodiagnostica 3 di L Di Guglielmo e di A Nicolato, nel vol. 78 la gastroenterologica” 4 5 di L Papagni, nel vol. 79 “La 6 neuroradiologia” di A Passerini e “La radiourologia” di M Mazzocchi. A questo proposito si deve notare che la maggior parte delle pubblicazioni attinenti alla Radiologia Pediatrica, è stata dispersa nei numerosi periodici di Pediatria e di Medicina, per lo più oggi non facilmente rintracciabili, o in riviste di Radiologia che hanno cessato le pubblicazioni da diversi anni. La mia ricerca, volta a reperire le notizie più significative sulla Storia della Radiologia Pediatrica in Italia, ha incontrato difficoltà incredibili. Infatti, non 1 esistono nella maggior parte degli Ospedali Pediatrici e delle Cliniche Universitarie archivi storici per vari motivi: eventi bellici, cataclismi o negligenza dei responsabili. Pertanto per attingere informazioni sui personaggi e gli eventi che hanno caratterizzato l’esordio dell’attività radiologica in Pediatria ho dovuto ricorrere ad altre fonti. Sono stati di grande aiuto alcuni amici e colleghi superstiti, purtroppo rimasti in pochi, e la disponibilità, veramente encomiabile, di parte di colleghi ancora in servizio, almeno per rintracciare la documentazione o la memoria di avvenimenti non troppo remoti. Un’altra fonte di notizie rilevanti è stata fornita da alcune opere che rievocano la storia degli Ospedali Pediatrici, o dai notiziari e dai necrologi di alcune riviste radiologiche e pediatriche, principalmente la più volte ricordata “La Radiologia Medica” e la “Rivista di Clinica Pediatrica”. 7 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 AE Cardinale (a cura di): Immagini e Segni dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana. Idelson – Gnocchi, Napoli, 1995 2 HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The History of Pediatric Radiology in Europe. Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 1993 3 L Di Guglielmo, A Nicolato: Il cuore e i vasi. Radiol Med 77: 593-601, 1989 4 L Papagni: Radiodiagnostica gastroenterologica. Radiol Med 78:1-10, 1989 5 A Passerini: La neuroradiologia. Radiol Med 79:137-148, 1990 6 M Bazzocchi: La radiourologia. Radiol Med 79:429-437, 1990 7 La Rivista di Clinica Pediatrica fu fondata nel 1903 da Luigi Concetti e Giuseppe Mya pionieri della Pediatria italiana e scienziati 2 La nascita degli Ospedali Pediatrici in Italia nella seconda metà dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Gli incerti albori della Radiologia Pediatrica ospedaliera ed universitaria nei primi decenni del Novecento e la sua evoluzione fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. La nascita e lo sviluppo della Radiologia Pediatrica italiana sono strettamente legati alla storia degli ospedali Infantili, che videro la luce numerosi nella seconda metà dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Per lo più questi Ospedali nascono come Opere Pie o Enti Morali per iniziativa di benefattori, appartenenti all’aristocrazia e all’alta borghesia, ma anche per la volontà determinante di alcuni Medici, veri missionari della Pediatria. Sono installati in edifici preesistenti, spesso modesti, sorti dalla ristrutturazione di conventi o di ospizi, a volte da nuove costruzioni. In genere sono costituiti da 2 sezioni, una medica e l’altra chirurgica, con pochi letti ciascuna. Il personale di assistenza è costituito da religiose che ovviamente prestano la loro opera gratuitamente. In alcuni Ospedali vengono ricoverati bambini in determinate fasce di età, purtroppo escludendo neonati e lattanti che in quell’epoca contribuiscono prevalentemente alla morbilità e mortalità infantili. Nei primi decenni del Novecento si verifica un progressivo sviluppo degli ospedali pediatrici per la istituzione di reparti dedicati alle malattie infettive, molto diffuse in quegli anni, e di laboratori. Nel frattempo sorgono i primi gabinetti radiologici. E’ stato difficile stabilire con certezza la data di inizio dell’attività radiologica nelle strutture ospedaliere ed universitarie pediatriche. Nella maggior parte degli ospedali infantili all’inizio degli anni Venti, a volte anche prima, si esercitano attività radiologiche ed elettrologiche in strutture denominate “gabinetti di radiologia e terapia fisica” oppure “laboratori di radiologia e di elettroradiologia”, che usufruiscono dell’opera di consulenti radiologi esterni, a volte sono gestite dai pediatri stessi; solo in qualche caso esiste un radiologo direttore del servizio. 3 In epoca successiva, durante gli anni Trenta, anche in alcune Cliniche Pediatriche universitarie è funzionante un’apparecchiatura radiologica per lo più sotto la direzione dei pediatri stessi. Nel periodo degli anni Venti e inizio anni Trenta vengono eseguiti soprattutto esami radiologici del torace, in prevalenza radioscopici, ed esami radiografici dello scheletro; poco frequenti le indagini del tubo digerente per via orale e del colon per clisma; soltanto, in seguito durante gli anni Trenta e Quaranta, sono introdotti gli esami contrastografici delle vie urinarie (urografia e.v. o i.m., pielografie, cistografie), del SNC ed altri. La patologia esaminata è costituita principalmente da affezioni dell’apparato respiratorio: polmoniti, pleuriti, tbc ed ascessi polmonari. Per lo scheletro sono esaminate lesioni traumatiche, patologia tbc osteoarticolare, osteomieliti; meno frequenti le cisti e le neoplasie ossee. Tra le affezioni del tubo digerente le più studiate sono la stenosi ipertrofica del piloro, il pilorospasmo e l’invaginazione intestinale. 4 Gli ospedali pediatrici e l’attività radiologica. Uno dei più antichi Ospedali Pediatrici Italiani può ritenersi l’Ospedale dei Bambini di TRIESTE, creato nel 1856. Inizialmente l’Ospedaletto (così allora veniva chiamato) ha una sede modesta in un ospizio. Nel 1869 viene trasferito in un nuovo edificio, in cui sono attive tre divisioni, due mediche e la terza chirurgica. Nei primi decenni del Novecento l’Ospedale ha un notevole sviluppo; nel 1907, grazie all’eredità Burlo Garofolo, assume la denominazione di “Ospedale Infantile e Pia Fondazione Burlo Garofolo”. Nel 1938 l’Ospedale viene trasferito in un nuovo edificio costruito in Via dell’Istria, ove si trova tutt’ora. I posti letto divengono 150 e l’organico medico è composto da un primario, tre pediatri, un chirurgo e tre consulenti tra cui un radiologo nella persona del Dott. A D’Agnolo. L’attività radiologica, comprendente gli esami di routine, viene limitata ad alcune ore in singoli giorni della settimana. Secondo ospedale pediatrico in ordine cronologico può considerarsi l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù (OPBG), fondato a ROMA nel 1869 per l’opera benefica della duchessa Arabella Salviati, viene ospitato in due modesti locali appartenenti all’orfanotrofio “delle Zoccolette” ed è dotato di pochi letti, portati a 32 in seguito ad ampliamento, avvenuto nel 1872. Nel 1887 l’Ospedale viene trasferito al Gianicolo, in ambiente più salubre, e viene accolto in una porzione dello storico convento di Sant’Onofrio, adeguatamente ristrutturato. Nel secondo decennio del Novecento l’OPBG è il più grande d’Italia, capace di oltre 300 letti, è diviso in due grandi sezioni, medica e chirurgica. Esiste inoltre un gabinetto radiologico dotato di röntgenscopia e röntgenterapia, situato nel corpo centrale dell’Ospedale ove si trovano anche la direzione sanitaria (con a capo il Prof. Luigi Concetti), i reparti di degenza ed i laboratori. Nel 1917 la Regina Elena affida la gestione della colonia marina “Iolanda di Savoia” situata in S.Marinella piccolo paese sul litorale laziale, all’OPBG, di cui stava interessandosi con particolare riguardo. La “Colonia” era stata fondata nel 1909, con lo scopo di curare per lo più bambini affetti da tbc ossea e di prevenire l’insorgenza di questa malattia in soggetti appartenenti a famiglie povere, con 5 forme di deperimento, di rachitismo di anemia grave, ecc. ecc. In sostanza si trattava di un’istituzione di tipo preventivo-sanatorio. Il passaggio all’OPBG del complesso di S. Marinella comprendente 150 letti, distribuiti in due padiglioni, comporta l’aumento dei posti letto per il ricovero dei bambini con una patologia più ampia. Vengono chiamati a dirigere il nuovo Ospedale due eminenti personaggi della Medicina romana: la direzione chirurgica viene assunta dal Prof. Marino Zuco e la parte medica viene affidata al Prof. Francesco Valagussa medico della Real Casa e in seguito Primario del “Bambino Gesù”. Per un certo periodo è stato Primario Pediatra dello stesso Ospedale Luigi Spolverini che successivamente diventerà Direttore della Cattedra di Pediatria dell’Università di Roma (dal 1928 al 1943). Nel 1924 avviene il passaggio dell’Ospedale alla S. Sede. Tra il 1928 ed il 1932 vengono realizzati nuovi padiglioni: “lattanti e divezzi”; segue la costruzione di un nuovo edificio per l’anatomia patologica ed i laboratori. 1 Tra il 1923 ed il 1932, il gabinetto elettro-radiologico, diretto dal Dott. Nicola Faberi, va incontro ad un importante potenziamento. Nel 1930 il reparto comprende 4 sale: una di radiodiagnostica, due di elettroterapia ed una quarta di radioterapia. La dotazione di apparecchiature è costituita da: 1) un apparecchio per radiodiagnostica “a selettore rotante ed a grande rendimento”, un ortoscopio ed un clinoscopio metallici con antidiffusori a griglia e stativi per teleradiografia e stereografia; 2) un apparecchio radiologico per terapia con relativo stativo a protezione integrale; esistono inoltre, vari apparecchi per elettroterapia ed elettrodiagnostica. Il servizio del gabinetto, inizialmente a giorni alterni, viene esteso a tutti i giorni feriali per l’incremento del numero degli esami di radiodiagnostica passati da 1110 nel 1926 a 2362 nel 1932 con diminuzione sensibile del numero delle radioscopie ed aumento delle radiografie prestazioni di radioelettroterapia. 2 e delle Non è stato possibile ottenere notizie attinenti all’attività radiologica dell’OPBG dopo il 1932 anche alla fonte. Risulterebbe che dopo il 1936 è consulente il Dott. L Traversa, che avrebbe conservato tale incarico per molti anni. 6 Complesse sono l’origine e l’evoluzione degli Ospedali Pediatrici a NAPOLI. L’attuale Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale (AORN) Santobono-Pausilipon è l’erede degli Ospedali Riuniti per Bambini della Città che, a loro volta discendono dal capostipite ospedale “Lina Ravaschieri”. Sono tutti anelli di quel laborioso cammino che segnò il passaggio dalla carità alla beneficenza e quindi all’assistenza e alla sicurezza sociale, caratteristiche della nostra epoca. L’Ospedale “Lina Ravaschieri” fu fondato il 4 novembre 1880, a monte della Riviera di Chiaia, arteria stradale della nobiltà napoletana di un tempo. La contessa Teresa Filangeri Fieschi Ravaschieri lo dedicò alla memoria della figlioletta Lina perduta tragicamente a 12 anni, con lo scopo di promuovere la salute dei bambini (“dei figli degli altri”) per alleviare il proprio dolore ed in omaggio alla bambina scomparsa. L’Ospedale disponeva inizialmente di 30 letti ed il suo capitale, all’epoca, era costituito da 3890 lire/annue. Nella realizzazione, la contessa Ravaschieri fu coadiuvata dal medico Carlo Gallozzi, cui, anni più tardi fu intitolato il reparto di Chirurgia Pediatrica, che rappresentava la prima divisione di Chirurgia Pediatrica in Italia, in quanto l’analoga Divisione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma iniziò a funzionare circa tre mesi dopo. 3 L’opera era sostenuta da donazioni e sussidi da parte di nobili, imprenditori, grossi commercianti che intervenivano a scopo caritativo. Era destinata ad “accogliere gratuitamente fanciulli poveri da 3 a 12 anni, infermi di malattie curabili coi mezzi dell’arte chirurgica”. Più tardi, nel 1900, alla stessa contessa Teresa Ravaschieri venne intitolato un Istituto ortopedico (nelle vicinanze dell’Ospedale Lina Ravaschieri) che fu il primo passo di un progressivo ingrandimento dell’Opera Pia Pausilipon e cominciò a costituire l’attività più conosciuta ed importante dell’Ente rimasto in vita fino al trasferimento nel 1972 delle attività ortopediche all’Ospedale Santobono, nel rione collinare del Vomero. Nel 1918, fu acquistata una grande villa verso la via Nuova Posillipo e trasformata dall’Opera Pia Pausilipon in Ospedale per Bambini che venne poi a far parte, insieme agli Ospedali “Lina Ravaschieri”e “Teresa Ravaschieri”, degli Ospedali Riuniti per Bambini. 7 Quasi contemporaneamente, nella residenza dei Principi Santobono in via S. Gennaro ad Antignano, sulla collina del Vomero, venne allestito un Preventorio antitubercolare e successivamente una infermeria che costituirono il primo nucleo dell’Ospedale Santobono. Questo acquistò sempre maggiore importanza ed estensione fino all’attuale grande struttura operante sul territorio. Il 27 luglio 1940 fu approvato con regio decreto lo Statuto di un Ente denominato “Ospedali Riuniti per Bambini” che venne a riunire sotto un'unica sigla i seguenti Presidi Ospedalieri: Teresa Ravaschieri (Ortopedia e Riabilitazione), Lina Ravaschieri (Amministrazione e Chirurgia pediatrica), entrambi alla Riviera di Chiaia e via Croce Rossa, Ospedale Santobono (Pediatria) al Vomero, Ospedale Pausilipon (Pediatria) a Posillipo, Ospedale Curcio (un ospedale sulla spiaggia di Bagnoli di Napoli, destinato soprattutto alla elioterapia per tubercolosi ossea e reparti di ortopedia). Mancano notizia sull’attività radiologica svolta in questi Ospedali nella prima metà del secolo scorso. All’inizio degli anni Cinquanta non esiste in questi presidi un vero e proprio reparto di radiologia; i radiogrammi sono eseguiti da un tecnico di radiologia e sono interpretati da un consulente esterno, il Prof. Aldo Piergrossi. 4, 5 A PALERMO nel 1882 si fece strada l’idea della istituzione di un Ospedale dei Bambini del tutto autonomo dal vecchio Ospedale generale (San Saverio), ove vi era un settore destinato all’infanzia, ma inadeguato. Pertanto si costituì un comitato promotore di cittadini appartenenti alla classe nobiliare dominante e da altri maggiorenti della città, affiancato da un comitato di signore, incaricate di raccogliere fondi mediante manifestazioni mondane. Esponente di spicco del comitato era Ignazio Florio, Presidente dell’Ospedale San Saverio. Fu scelto come sede dell’Ospedale il Convento dell’Annunziata, situato presso una delle porte antiche della città, porta Mazzara, che ovviamente doveva essere ristrutturata secondo criteri moderni e funzionali e che anche oggi è sede dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina”, e della Clinica Pediatrica dell’Università:6 Inizialmente l’Ospedale era costituito da due reparti: il reparto di 8 Chirurgia diretto dal Prof. Buccheri ed il reparto di Medicina, diretto dal Dott. Carini. 7 Nel 1905 il Prof. Rocco Jemma, vincitore della Cattedra di Pediatria fu chiamato a Palermo come Professore straordinario, ma non ebbe una struttura adeguata per esercitare il suo compito e dovette accontentarsi di una saletta con sei letti nell’ Ospedale “San Saverio”, concessagli dall’amministrazione ospedaliera. Ma grazie all’appoggio del Presidente dell’Ospedale Comm. Ignazio Florio, ottenne la direzione dell’Ospedalino infantile e coi fondi raccolti dalla beneficenza privata, dall’amministrazione ospedaliera, dalla Università e dalla munificenza personale del Comm. Florio poté iniziare la trasformazione e l’ingrandimento dell’Ospedale stesso e di aggiungervi una parte interamente nuova destinata all’uso di Clinica. 8 Al Prof. Jemma, fondatore della Scuola Pediatrica palermitana successe nel 1913, Giovanni di Cristina, al cui nome è stato successivamente dedicato l’Ospedale Pediatrico di Palermo. Nel 1925 l’ “Ospedale dei Bambini” si staccò formalmente dall’Ospedale “San Saverio” e divenne Ente Morale, di cui fu approvato lo Statuto con regio decreto del 7 Agosto 1925. Con questo la direzione tecnica venne affidata al direttore della Clinica Pediatrica dell’Università, che allora era Giovanni Di Cristina. Al Di Cristina subentrò nel 1928 Sebastiano Cannata che restò in carica fino al 1939. Da quell’anno si avvicendarono alla direzione della Clinica pediatrica Salvatore Maggiore fino al 1949 a cui successe Michele Gerbasi. Non si hanno notizie precise sull’inizio dell’attività radiologica all’Ospedale dei Bambini” di Palermo. Secondo quanto riferito da Perale e Beluffi, nel capitolo dedicato alla Radiologia Pediatrica, pubblicato in occasione del Centenario di Röentgen, 9 all’inizio degli anni Venti lo stesso Giovanni Di Cristina, direttore della Clinica Pediatrica Universitaria, si dedicava alla Radiologia nell’ambito Clinico Ospedaliero (tra l’altro era iscritto alla SIRM, dal 1922). Alla morte del Di Cristina (1928) l’attività radiologica venne svolta da un consulente esterno nella persona del Dott. Di Lorenzo. Mancano purtroppo 9 ulteriori informazioni sull’organizzazione della radiologia nell’Ospedale dei Bambini di Palermo nella prima metà del Novecento. A TORINO la nascita dell’Ospedaletto infantile avviene nel 1883 per iniziativa del Dott. Secondo Laura. Questi prosegue con grande impegno la sua aspirazione volta a trasformare l’Ospedaletto in un centro non solo assistenziale, ma anche scientifico. Pertanto con il contributo di enti pubblici e di privati riesce a costruire un edificio adeguato per la cura dei bambini malati, in via Menabrea. A questo viene attribuito il nome di “Ospedale Infantile Regina Margherita” (OIRM). Durante la I guerra mondiale l’OIRM, analogamente a quanto avviene per altri nosocomi pediatrici, è destinato alla cura dei soldati, mentre alla Pediatria è lasciato l’insegnamento. Nel 1926 il Prof. Giovan Battista Allaria, che nel 1912 è riuscito a istituire presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino la Cattedra di Clinica Pediatrica, può realizzare una struttura universitaria adeguata anche per l’assistenza, all’interno dell’OIRM, nel cui ambito ancor oggi svolge la sua attività la Clinica Pediatrica Torinese. 10 All’inizio degli anni Venti è funzionante un gabinetto radiologico; ne è consulente il Dott. Giuseppe Maurizio Reviglio, allievo della Scuola Radiologica torinese, diretta dal Prof. Mario Bertolotti, uno dei Maestri della radiologia italiana. Questi è Autore di una delle prime pubblicazioni radiologiche attinenti alla Pediatria in Italia (1915) dal titolo: “Contributo radiologico allo studio dell’ossificazione del navicolare del tarso”. 11 GM Reviglio può considerarsi uno dei Pionieri più rappresentativi della Radiologia Pediatrica Italiana. Nel 1923 è assistente del reparto radiologico diretto dal Prof. Mario Ponzio, altro illustre Maestro della Radiologia, presso l’Ospedale Mauriziano Umberto I. Nel 1932 diviene Primario del Servizio di Radiologia dell’OIRM (a quell’epoca chiamato “Laboratorio Radiologico”) ed in tale carica rimane fino al momento del suo collocamento in quiescenza (luglio 1967). Socio della SIRM fin dal 1921, ne è il vicepresidente dal 1936 al 1946. E’ membro di altre Società scientifiche italiane ed estere. E’ stato insegnante di Radiologia presso le Scuole di Specializzazione delle Cliniche Pediatrica ed Ortopedica dell’Università di Torino, ininterrottamente fino al suo pensionamento. La sua 10 attività scientifica comprende un centinaio di pubblicazioni ed una ventina di comunicazioni a Congressi Nazionali ed Internazionali. Gli argomenti trattati riguardano molte branche della Radiologia, in particolare la Patologia Pediatrica. Notevoli sono i contributi sulle malattie dello scheletro (malformazioni, affezioni infiammatorie congenite ed acquisite ecc). Ha contribuito al trattato di M Ponzio “Semeiotica e Diagnostica Radiologica” con il capitolo “Malformazioni e distrofie congenite ed acquisite”. A FIRENZE Giovanni Meyer, con un gesto altamente munifico finanzia la costruzione del primo nucleo di un ospedale pediatrico, iniziata nel 1884 e completata nel 1887. Viene pertanto realizzato il desiderio espresso dalla consorte Anna Fitzgerald Meyer, prematuramente scomparsa. Per onorarne la memoria l’Ospedale assume la denominazione di Ospedale Pediatrico “Anna Meyer” (OM). Per motivi contingenti la nuova struttura comincia a funzionare soltanto nel 1891. Inizialmente l’Ospedale è costituito da un edificio centrale a due piani e da due padiglioni laterali ad un solo piano. Al piano terreno sono ricoverati i pazienti in settori separati per la Medicina e la Chirurgia. Al primo piano sono sistemate la Direzione, le sale operatorie e le stanze dei Medici; esiste inoltre una grande sala, riservata ai malati di difterite, che a quell’epoca costituiva un vero e proprio flagello per la popolazione infantile. Il personale medico è formato da tre medici, tra cui il Dott. Guido Guidi che era stato uno dei principali sostenitori della necessità di un Ospedale Pediatrico a Firenze; il personale infermieristico da tre suore Oblate, ordine religioso fiorentino, destinato all’assistenza, da adeguato personale infermieristico laico e da personale addetto ai servizi. Nel 1901 il Prof. Giuseppe Mya, eminente figura di clinico e di scienziato, incaricato di Clinica Pediatrica all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, una volta ottenuta la nomina ad ordinario, decide il trasferimento della Clinica dagli angusti locali della Maternità all’OM. Deceduto prematuramente il Mya viene chiamato a succedergli il Prof. Carlo Comba, proveniente dall’università di Bologna. Durante la lunga e proficua direzione del Comba (1911-1941) l’OM presenta notevoli opere di ampliamento e ristrutturazione. 12 11 All’inizio degli anni Venti risulta funzionante il gabinetto radiologico, sotto la direzione di Enrico Cumbo, allievo del Prof. Luigi Siciliano, Cattedratico di Radiologia nell’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Cumbo è una figura di spicco della Radiologia Italiana in quel periodo. Socio della SIRM fin dal 1920 è membro del Consiglio Direttivo della stessa Società dal 1922 al 1925. Nel 1923 acquisisce la libera docenza in Radiologia ed Elettroterapia; partecipa attivamente ai Convegni e Congressi di Radiologia toscani e nazionali. Durante il periodo ventennale in cui è direttore del gabinetto radiologico dell’OM, Cumbo, oltre all’attività pratica, svolge attività scientifica realizzata grazie alla stretta collaborazione con i Pediatri della Clinica Universitaria. Tra gli altri importante il suo contributo “Note di tecnica e semeiotica radiologica dello stomaco del lattante”. L’Autore descrive accuratamente le modalità tecniche per lo studio radiologico dello stomaco e ne illustra le caratteristiche morfologiche e funzionali in questa età della vita. 13 Altra interessante ricerca, condotta sotto la guida del Cumbo, riguarda l’urografia nel lattante mediante un mezzo di contrasto diodato in soluzione isotonica introdotto per via intramuscolare, una delle prime eseguite in Italia (1938), in questi soggetti. 14 L’attività radiologica dell’Ospedale è interrotta negli anni cruciali del conflitto mondiale (1943-1944) quando in seguito ai bombardamenti aerei lungo la linea ferroviaria adiacente agli edifici ospedalieri, se ne rende necessario il trasferimento in alcune ville fiesolane. Il 18 aprile 1886 è fondato in ALESSANDRIA un ospedale pediatrico (Uspidalët in dialetto alessandrino) ad opera di un comitato promotore. Nel comitato è figura preminente il Dott. Cesare Arrigo, illustre chirurgo ed uomo politico. L’ospedaletto inizia la sua attività 4 anni più tardi, all’interno dell’Ospedale Civile con solo 6 letti. Alla memoria di Cesare Arrigo come segno di gratitudine per l’opera prestata e la cospicua eredità viene dedicato l’Ospedale, che assume la denominazione di “Ospedale dei Bambini Cesare Arrigo” (1903). Nel 1914 è costituito, grazie all’intervento della famiglia Borsalino, il nuovo nosocomio in Spalto Marengo, ove si trova attualmente. 15 12 Dopo la parentesi bellica, il 5 gennaio 1923, è riaperto ufficialmente l’Ospedale. Sono in funzione 55 letti. Primario Medico dal 1922 al 1926 è Giovanni De Toni. Durante la sua direzione sono nominati alcuni consulenti tra i quali il radiologo Felice Diana. Nel 1933 l’Ospedaletto acquisisce un vero “gabinetto radiologico”, dotato di radiografia e radioscopia, la cui gestione per un lungo periodo fino agli anni cinquanta è affidata ai Pediatri. 16 A BARI, il Prof. Enrico Nannei, fiorentino di nascita, matematico e docente in questa città, a seguito della perdita per difterite della figlioletta avvenuta nel 1891, prese l’iniziativa di offrire l’assistenza sanitaria a favore dei bambini poveri e malati. L’iniziale insediamento avvenne il 17 Dicembre 1893 come “Opera Pia” “Ospedaletto dei Bambini poveri” in un appartamento nel centro della città, costituito da 3 lettini, un ambulatorio, una sala operatoria, cucina refettorio ed ufficio. I medici prestavano la loro opera gratuitamente; il personale paramedico era rappresentato da tre suore. Sul suolo comunale nel 1912 venne costruito il nuovo edificio che assunse la denominazione di “Ospedaletto dei Bambini” dotato di 15 lettini per la Chirurgia e 20 per la Medicina, che nel 1926 divenne sede della Clinica pediatrica dell’Università di Bari, diretta dal Prof. Maggiore, cui successe nel 1937 il Prof. P Trambusti, proveniente da Parma, allievo del Prof. C Comba, esponente della Scuola Pediatrica fiorentina. Nel corso degli anni vennero istituite diverse specialità: Chirurgia, Ortopedia, Medicina, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Laboratorio analisi e Radiologia, di cui peraltro non è stato possibile stabilire l’anno di nascita. Nel 1943 venne inaugurato il Reparto Infettivi, distaccato in una villa padronale, donata da un privato e adattata a reparto ospedaliero. Per quanto attiene al Servizio radiologico sappiamo che nel 1945 era costituito da due salette, nelle quali erano collocate le apparecchiature: un teletrocoradiografo ed un ortoscopio. 13 Era possibile effettuare solamente gli esami standard e le urografie. L’attività radiologica era espletata da un tecnico di radiologia; verosimilmente gli esami radiologici e le radioscopie venivano interpretati dagli stessi Pediatri, analogamente a quanto si verificava nei Servizi radiologici di altri Ospedali Pediatrici e Cliniche Universitarie. Nel 1945 la direzione del Servizio fu assunta dal Prof. A Viterbo. 17 Una notizia di interesse storico sull’attività radiopediatrica svolta a Bari nella prima metà del Novecento è stata rintracciata nella letteratura pediatrica, da cui risulta nel 1941, una pubblicazione del Pediatra Goffredo Frola, 18, allievo del Prof B Trambusti, sull’impiego del pneumomediastino artificiale in radiodiagnostica pediatrica. A quanto mi consta questa è stata una delle prime applicazioni in Italia della metodica proposta da Luigi Condorelli pochi anni prima. L’Ospedale dei Bambini (OB), 19 ora “Vittore Buzzi”, di MILANO, nasce nel 1894, fondato dal Dott. Raimondo Guaita, pioniere della Pediatria italiana. L’Ospedale è inaugurato il 6 giugno 1899 nella sede provvisoria di via S. Vincenzo. Il 9 Dicembre 1906 viene aperta la nuova sede, che è l’attuale in via Castelvetro. Al Dott. Guaita succede nel 1911, con il titolo di direttore primario medico, il Prof. Carlo Cattaneo, che contemporaneamente è incaricato dell’insegnamento di Clinica Pediatrica agli istituti Clinici di Perfezionamento di Milano. A lui succede come primario medico nel dicembre 1932 il Prof. Gerolamo Taccone, che resterà in carica fino al 1966. Particolarmente importante è stata la sua direzione per lo sviluppo dell’Ospedale. Il 13 agosto 1943 l’OB è semidistrutto da un terribile bombardamento aereo: i 70 bambini ricoverati sono tutti salvi grazie all’abnegazione delle suore. Le prime notizie riguardanti il gabinetto di radiologia risalgono al 1914. Secondo il Dott. Carlo Luraschi, consulente radiologo dell’OB da vari anni, antesignano della elettroradiologia milanese, l’apparecchio di radioscopia funziona “in modo affatto imperfetto e impari ai bisogni terapeutici”. Durante gli anni Venti viene assunto il Dott. Francesco Rovida, primo specialista radiologo, con il titolo onorifico di “aiuto dirigente la sezione di radiologia”. Dietro sua richiesta l’Amministrazione procede a un potenziamento del 14 servizio radiologico, che viene realizzato con l’acquisto di un apparecchio dotato di un tavolo trocoradiografico e di apparecchiature elettromedicali. Nel 1931 subentra la Dott.ssa Maria Pellini, allieva di Felice Perussia, illustre Maestro della Radiologia Italiana. Nel 1932 viene ufficialmente istituita la sezione di radiologia e terapia fisica, che è affidata alla stessa Pellini con la qualifica di Dirigente. Nel 1933 il CdA propone di dotare l’OB di un apparecchio per röntgenterapia, rendendo così possibile Il trattamento delle forme neoplastiche infantili. Nel 1938 un’area di un nuovo padiglione viene destinata alla Radiologia costituendo così il primo nucleo dell’attuale reparto radiologico. Negli anni Quaranta questo è formato da due sale di radiodiagnostica (una con ortoclinoscopio, tavolo trocoradiografico, teleradiografo e chimografo, l’altra con il primo stratigrafo e craniostato della ditta Barazzetti) e da una sala di röntgenterapia. Nel 1940 viene istituito in organico il posto di Primario di Radiologia e Terapia Fisica. Due anni dopo la Pellini, che nel frattempo ha conseguito l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia Medica, vince il concorso mantenendo il Primariato fino al dicembre del 1956, data della sua prematura scomparsa. Maria Pellini durante il suo lungo servizio ospedaliero associa alla intensa attività lavorativa una larga produzione scientifica su argomenti di diagnostica e di terapia radiologiche. Di particolare rilievo le pubblicazioni sulla iperplasia timica, 20 sulle forme infiammatorie e neoplastiche dell’età infantile. Per molti anni è stata docente nella Scuola di Specializzazione in Radiologia Medica. Presso la stessa scuola dal 1951 al 1956 è stata incaricata del corso ufficiale di Anatomia radiografica. Anche Maria Pellini rappresenta una figura preminente nella storia della Radiopediatria italiana ed a buon diritto entra a far parte dei Pionieri di questa branca della Radiologia. L’Ospedale dei bambini, ora “Ospedale dei Bambini G Salesi” di ANCONA è fondato nell’aprile 1900 per iniziativa di due medici, il Pediatra Baldassarri e il Chirurgo Branzani, iniziatore della Chirurgia pediatrica nella città; viene inaugurato nel dicembre dello stesso anno, con sede nell’antico Ospizio dei Poveri, con lo scopo dell’assistenza ai bambini indigenti. L’Ospedaletto presto risulta inadeguato 15 alle richieste assistenziali. Grazie al cospicuo lascito di Gaspare Salesi viene acquistata la Villa Dori, che viene adeguatamente ristrutturata tra il 1920 e il 1921. Il nuovo complesso, dispone di 35 letti; oltre ai reparti di degenza è dotato di un servizio di laboratorio, uno di radiodiagnostica e un poliambulatorio specialistico pediatrico. Per onorare la memoria del suo grande benefattore prende il nome di “Ospedale dei Bambini G Salesi”. Un ulteriore potenziamento dell’Ospedale si ha nel 1932 con la costruzione di un nuovo edificio al Passetto, ove si trova tutt’ora. Nel 1935 viene istituito un servizio autonomo di radiologia diretto dal Prof. Faraone. L’Ospedale dei Bambini Umberto I di BRESCIA (OBB) viene fondato il I Giugno 1902. L’occasione per l’ istituzione dell’Ospedale è offerta dallo stanziamento di £. 50.000 da parte della Giunta Municipale per onorare la memoria di Re Umberto I assassinato, il 29 luglio 1900. Pertanto l’ OBB è il primo Ospedale pediatrico che nasce con il contributo di un ente pubblico. All’inizio dell’attività l’OBB occupa un reparto messo a disposizione dall’Ospedale Civile, ma nel 1921 viene trasferito nella sede più spaziosa dell’Istituto “Rachitici”, ormai inattivo per le mutate condizioni sanitarie. Pertanto l’Ospedale assume il nome di “Opere Pie raggruppate Ospedale dei Bambini Umberto I ed Istituto Rachitici”. I letti vengono portati da 40 a 120; negli anni 1933/34 l’organico medico viene ampliato con un otoiatria, un oculista ed un radiologo. Durante la II guerra mondiale l’Ospedale viene fatto sfollare in periferia, decisione provvidenziale, perché un bombardamento degli Alleati ne distrugge parzialmente i fabbricati. Nel 1912 l’Ospedale viene dotato del suo primo apparecchio radiologico un “Gorla” “per radioscopia e radiografia”. Tuttavia un vero Servizio radiologico viene istituito soltanto nel 1933 ed è affidato al Prof. Antonio Tunesi. Antonio Tunesi (AT) si laurea nel 1924 a soli 23 anni presso l’Università degli studi di Roma. Trasferitosi con la famiglia a Brescia, a seguito della nomina del padre magistrato a Procuratore generale della Corte d’Appello di quella città, prosegue gli studi presso l’Università di Milano e ottiene il diploma di specialista in 16 Radiologia nel 1928 presso la Scuola di Specializzazione diretta dal Prof. Felice Perussia, uno dei Padri della Radiologia italiana e suo primo maestro. Uno dei docenti della Scuola è il Prof. Olindo Alberti, Primario Radiologo degli Spedali Civili di Brescia, che apprezza le qualità non comuni del giovane Tunesi e lo chiama a coprire il posto di assistente radiologo nel suo Ospedale. Durante i cinque anni del servizio sotto la guida del Prof. Alberti, AT approfondisce le sue conoscenze di Radiodiagnostica e nel contempo dimostra una notevole disposizione per l’attività scientifica apportando contributi in diagnostica sugli apparati scheletrico, respiratorio e digerente e, in radioterapia, una memoria a carattere monografico sul morbo di Hodgkin. Durante il lungo periodo del Primariato (1933 - 1969) AT dà notevole impulso all’attività radiologica fino a “trasformare l’iniziale servizio in un vero e proprio Istituto di Radiologia orientato verso il campo pediatrico”. 21 Acquisisce nuove apparecchiature, (un apparecchio trocoradiografico e stratigrafico Rangoni Puricelli e molto più tardi un ortoclinoscopio Gilardoni), continuando la produzione scientifica, già dedicata alla Radiologia generale, ora rivolta alla Pediatria con lavori sulla “vertebra plana”, sull’osteopetrosi, sull’impiego della plesioradiografia nella identificazione di sottili fratture della teca cranica e sull’apparato respiratorio (tra l’altro con uno studio stratigrafico sulla adenopatia ilare). 22 Alla fine della II guerra mondiale, a cui ha partecipato come capitano medico in Albania, ritornato a Brescia oltre all’attività ospedaliera ricopre anche importanti cariche pubbliche, prima come Assessore alle Finanze del Comune di Brescia, contribuendo a reperire mezzi per la ricostruzione della città gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei. Per dieci anni è stato anche Presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia e ha fatto parte anche dei Consigli di Amministrazione di importanti Enti pubblici. Nel 1969 dopo trentasei anni di attività primariale all’Ospedale di Brescia viene messo in quiescenza con un po’ di anticipo rispetto al previsto dopo aver superato una grave malattia. Muore ottuagenario ma ancora valido, a seguito di un incidente, occorsogli per un tragico destino, mentre attraversava la strada della sua città. 17 Antonio Tunesi per i meriti acquisiti sia in campo scientifico sia nell’attività pratica svolta per tanti anni con passione e competenza in un importante Ospedale Pediatrico può entrare nel novero dei Pionieri della Radiopediatria italiana. A BOLOGNA nel marzo del 1899 la contessa Gozzadina Gozzadini devolve la sua cospicua eredità per la fondazione di un Ospedale per bambini, a cui venga dato il nome di “Spedale Gozzadini”. Il nuovo Ospedale, progettato all’interno del S. Orsola, dal Prof. Carlo Comba, direttore della Clinica Pediatrica di Bologna, e dall’amministrazione Ospedaliera, viene inaugurato nel settembre 1913. Durante la Grande Guerra l’Ospedale interrompe l’attività assistenziale che riprende nel 1922. L’anno successivo comincia a funzionare il gabinetto radiologico con un apparecchio “Gorla”; in una sala adiacente si trovano apparecchi destinati alla terapia fisica. A Bologna la Radiologia pediatrica fin dall’inizio viene gestita dall’Istituto di Radiologia dell’Università con avvicendamento del personale medico che si interessa a tempo parziale di questa attività. Il primo incaricato del servizio radiologico è Pietro Sighinolfi, allievo delle Scuole del Busi e del Palmieri, illustri maestri della Radiologia Italiana. A Busi, nella sua importante produzione scientifica, comprendente pubblicazioni fondamentali di Radiologia generale, annovera anche uno studio di interesse pediatrico, riguardante la ritardata ossificazione nel mixedema infantile e nel mongolismo, tra i primi segnalati nella letteratura mondiale. Nel 1926 Sighinolfi, che ricopre anche l’incarico dell’ insegnamento della Radiologia nelle scuole di perfezionamento in Radiologia e Pediatria, si trasferisce a Ravenna, a seguito della sua nomina a Primario dell’Ospedale Civile di quella città. A lui succede con le stesse funzioni Giorgina Giacomini, che rimane in servizio fino al 1951. Interessante è il dato statistico secondo cui nel 1927 risultano eseguiti presso il servizio radiologico del Gozzadini 254 esami radiologici, 210 applicazioni di röntgenterapia, 2525 trattamenti con raggi ultravioletti, 839 applicazioni elettriche. 23 Pertanto, analogamente a quanto accade in altri ospedali pediatrici, prevale di gran lunga la terapia fisica. 18 A TRENTO il primo nucleo dell’Ospedalino, come viene subito chiamato dai trentini è aperto il sette dicembre 1920 in alcuni locali attigui ad un Istituto per l’assistenza infantile nel centro della città. I primi 20 letti sono “gestiti” da due suore che svolgono funzioni di infermiere, cuoche, inservienti ecc. ecc. L’anno successivo i letti sono già 30 con una presenza di 25,3 ricoveri e degenza media di 26,5 giorni. Date le crescenti richieste viene acquistata una villa nella prima collina di Trento e trasformata in quello che sarà il vero e proprio Ospedale Infantile. I 30 letti crescono fino diventare 120 nel 1932. A quel tempo l’organico medico consta di due primari e tre aiuti. Nel 1935 viene aggiunta una nuova ala con 35 letti adibita a Tubercolosario. Parzialmente danneggiato durante la II Guerra Mondiale l’Ospedalino viene presto restaurato. 24 Dai documenti consultati non viene fatto cenno all’attività radiologica. La nascita della Clinica Pediatrica di PADOVA è legata al nome di Dante Cerveseto che ottiene l’incarico dell’insegnamento della disciplina all’età di 31 anni nel 1882. Sette anni dopo(1889) viene fondata a Padova la Clinica Pediatrica che è situata nei locali sottostanti alla vecchia clinica Medica nell’Ospedale Giustiniano, grazie al generoso intervento di alcune signore della città. 25 Il Cerveseto è nominato professore ordinario nel 1898 di Clinica Pediatrica a Padova. Dopo il suo trasferimento a Bologna, la sostituisce Vitale Tedeschi che rimane alla direzione della Clinica fino alla sua morte (1919). Gli succede Guido Berghinz, già primario a Udine, che svolge a Padova un’intensa attività per un decennio. Nel 1930 viene chiamato alla cattedra da Padova Gino Frontali, allievo della scuola Fiorentina di Carlo Comba, che porta la Clinica Padovana ad un elevato livello in campo nazionale ed internazionale. Dopo la parentesi durante l’ultimo periodo della II guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, nel 1948 Giancarlo Bentivoglio assume la direzione della clinica e in tale incarico resterà fino al 1965, anno del suo collocamento fuori ruolo.26 19 Quasi niente si conosce dell’attività radiologica svolta nella 1° metà del secolo scorso se non di una consulenza formativa dell’Istituto di Radiologia dell’Università. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 La maggior parte delle notizie riportate è tratta dal libro: Dal Tevere al Gianicolo: Ospedale del Bambin Gesù tra cronaca e storia. Ed dell’Obelisco, Roma, 1980, di V Martinelli 2 Settennio 1926-1932: Relazione clinico-statistica. Ospedale del Bambino Gesù 3 Secondo quanto riportato nel già citato (1) libro di V Martinelli: l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Maria, inaugurato il 6 marzo 1872 constava di 2 sezioni, una medica e l’altra chirurgica 4 Le notizie riportate succintamente sono dovute alla cortesia della Dott.ssa Luisa Valentino, attuale responsabile del Servizio dell’AO Pediatrica Santobono-Pausilipon 5 Chi voglia approfondire la storia sulla nascita e lo sviluppo degli Ospedali Pediatrici a Napoli può consultare il bel libro di V Jacobacci: Io, Teresa Filangieri. Fausto Fiorentino, Napoli, 1999 6 Le notizie riportate sono state fornite dal Dott. V Novara, Primario radiologo dell’Ospedale “G Di Cristina”, cui va il mio sentito ringraziamento. 7 Dalla pubblicazione: L’Ospedale dei Bambini “G Di Cristina” di Palermo. 110 Anniversario della fondazione. A cura di G. Ingraiti, Carbone Editore, Palermo, 1992 8 L’inaugurazione della nuova Clinica Pediatrica a Palermo. Rivista di Clinica Pediatrica VI: 397-398, 1908 9 AE Cardinale (a cura di): Immagini e Segni dell’Uomo. Storia della Radiologia Italiana. Idelson – Gnocchi, Napoli, 1995 10 Questo ed altri dati sono stati forniti gentilmente dalla Dott.ssa L Artesani radiologo all’OIRM 11 M Bertolotti: Contributo radiologico allo studio dell’ossificazione del navicolare del tarso nel normale e nel patologico. Radiol Med 2: 400-423, 1915 12 M Monterisi, P Parigi: 1884-1984 Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile «Anna Mayer» di Firenze. Ed. F Le Monnier, Firenze, 1984 13 E Cumbo: Note di tecnica e semeiotica radiologica dello stomaco del lattante. Dal volume di Scritti medici dedicati a Carlo Comba nel XXV anno di insegnamento: pag 847, 1929. 14 E Messeri: L’urografia discendente nel lattante. Nuovo metodo per via intramuscolare. Riv Clin Ped XXXVI: 918, 1938 15 R Lera, R Botta: Uspidalët. L’Ospedale Infantile «Cesare Arrigo» di Alessandria dalle origini alla seconda guerra mondiale. Ed. Le Mani, Isral, Recco ( Genova), 2001 16 Questa notizia è dovuta al Dott. M Letico, attuale responsabile del servizio radiologico 17 Le notizie riportate sono dovute quasi interamente alla cortesia del Dott. Fabio Martino, cui va il mio sentito ringraziamento 18 G Frola: Contributo alla diagnostica delle affezioni mediastiniche nell’infanzia mediante la pratica del pneumomediastino. Riv Clin Ped XXXIX: 416, 1941 19 Le notizie riferite sono state gentilmente fornite dalla Prof.ssa Elisabetta Schiavetti, già Primario Radiologo dell’Ospedale 20 M Pellini: Atti del XIII Congresso Italiano di Radiologia Medica (Bari, 29 settembre – 1 ottobre 1938) 11:103 21 La maggior parte delle notizie riportate fino ad ora e le successive che riguardano il Prof. Tunesi sono tratte dal suo necrologio, scritto da M Piemonte, riportato su Radiol Med 68:620, 1982 22 A Tunesi, G Abba: Contributo allo studio radiologico dell’adenopatia ilare nell’infanzia con l’indagine stratigrafica. Riv Clin Ped XLVII: 193, 1949 23 Questa ed altre notizie inerenti il reparto radiologico del Gozzadini sono state gentilmente fornite dai Dottori G Tani e R Sciutti, attuali responsabili del Servizio 24 Le notizie riportate sulla storia dell’Ospedalino di Trento sono dovute alla cortesia dei Dott.ri Francesco Dalla Palma e Eugenio Marsilli 25 Contrariamente a quanto riferito fino a ora la prima Clinica Pediatrica Universitaria Italiana è stata fondata a Firenze il 12 Gennaio 1883 presso l’Arcispedale di S. Maria Nuova da Mosè Raffaele Levi che tenne la prolusione del corso di Clinica Medica delle Malattie de Bambini nel Regio Istituto di Studi Superiori in Firenze. Toscana Medica: 21: 36, 2003 26 Le note riportate molto succintamente sono state attinte da L Premuda L: La pediatria a Padova – anticipazioni di pensiero e realtà scientifiche dal Quattrocento ad oggi. pag.181-189 20 La Radiologia Pediatrica, branca emergente della radiologia medica durante gli anni cinquanta fino alla fine degli anni ottanta del novecento. I pionieri e i continuatori dell’opera dei pionieri. I riflessi delle nuove tecnologie: Ecografia, Tomografia Computerizzata, Risonanza Magnetica, Radiologia Digitale sulla Radiologia Pediatrica. Agli inizi degli anni Cinquanta sono pochi i servizi radiologici pediatrici autonomi con radiologi dedicati che sono da considerare tra i pionieri della Radiologia Pediatrica. 1 A Torino l’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) (GS Reviglio), a Milano, l’Ospedale dei Bambini V.Buzzi , (M Pellini), a Brescia l’Ospedale dei Bambini Umberto I (A Tunesi), a Genova l’Istituto Gaslini (A De Maestri), a Trieste l’Ospedale Burlo Garofolo (A Della Santa), ad Ancona l’Ospedale Salesi (L De Santis), a Bari, già nel periodo post-bellico, esiste un servizio radiologico ospedaliero alla cui direzione si susseguono, per breve tempo, il Prof. A Viterbo e il Dott. M Azzariti: a loro succederà F Barbanente che rimarrà responsabile del servizio per circa un ventennio. Intanto si va creando tra alcuni personaggi illuminati, direttori di Istituti di Radiologia, di Cliniche Pediatriche Universitarie e Amministratori Ospedalieri, la coscienza della necessità della figura di un radiologo, che si dedichi a tempo pieno alla Radiologia con indirizzo pediatrico, dotato di solida preparazione in Radiologia Medica, unita a buone cognizioni di Clinica Generale, nel caso specifico, Pediatrica, che ha per oggetto il bambino, interessante non solo per la peculiare patologia, ma anche per il processo evolutivo di ordine sia morfologico sia fisiologico, cui va incontro dalla nascita fino all’adolescenza. In sostanza questi sono i requisiti che costituiscono, secondo i nostri Maestri, il fondamento della Radiologia Medica. Contribuiscono a questo indirizzo clinico-radiologico della nascente Radiologia Pediatrica i notevoli progressi compiuti nel campo della Clinica Pediatrica. Uno dei settori che più si avvantaggia dalle recenti scoperte sulla prevenzione e sulla terapia è costituito dalle malattie infettive, che fino a 21 quell’epoca hanno contribuito in larga misura alla morbilità e alla mortalità infantile. Alcune branche emergenti della Pediatria, la Genetica e la Neonatologia, sono destinate ad affermarsi decisamente in un prossimo futuro. La Chirurgia Pediatrica vanta le più brillanti conquiste: numerose malformazioni fino allora considerate delle curiosità ed oggetto di studio puramente accademico, vengono operate con successo, esempio tipico le atresie del tubo digerente, “in primis” l’atresia dell’esofago. Analogamente le frequenti forme ostruttive congenite delle vie urinarie, se diagnosticate precocemente, sono passibili di correzioni riparatrici, evitando così un danno renale irreversibile. Si afferma come nuova branca della Chirurgia Pediatrica la Cardiochirurgia che diviene ultraspecialità, all’inizio con risultati positivi nelle forme comuni ed in seguito anche nelle cardiopatie complesse. E’ evidente che le indagini radiografiche costituiscono un apporto importante, spesso essenziale, per le diagnosi e la cura delle patologie sopra accennate e molte altre. Tuttavia è chiaro che i radiologi, quasi sempre molto giovani ed alle prime armi devono affrontare molte difficoltà in un campo della radiologia quasi tutto da scoprire. Pochissime sono le fonti di riferimento. Oltre al notissimo trattato del Caffey “Pediatric X-Ray Diagnosis” (Prima Ed. 1945), 2 la Bibbia della disciplina pediatrica, esistono alcune monografie, peraltro settoriali; tra le altre “Diagnosis of Congenital Heart Disease” (Prima Ed. 1955) 3 di alcuni autori svedesi, due clinici: E Mannhedimer e B Jonsson e due radiologi: SR Kjellberg e U Rudhe, all’epoca da considerarsi all’avanguardia nel mondo. Dagli stessi radiologi, in collaborazione con un urologo, NO Ericsson, è prodotta l’originale monografia “The Lower Urinary Tract in Childhood” (Ed. 1957) 4 dotata di una ricca documentazione sull’anatomia normale e sulle malformazioni delle vie urinarie inferiori. Nello stesso periodo vengono pubblicate la monografia di Singleton “X-Ray Diagnosis of the Alimentary Tract in Infants and Children” 5 ed il testo atlante di Lassrich, Prévot e Schäfer uscito in tedesco nel 1956 e solo più tardi tradotto in italiano. 6 Sulla tecnologia radiografica in Pediatria, non esistono testi dedicati; inoltre non sono reperibili sul mercato dispositivi per l’immobilizzazione dei piccoli pazienti o seriografi adatti per lo studio dell’apparato digerente o cardiovascolare. Si ricorre pertanto a dispositivi artigianali progettati dai radiologi stessi. Questi in 22 sostanza sono degli autodidatti ed il tirocinio in Istituti specializzati all’Estero è possibile con borse di studio solo per pochissimi fortunati. Infine l’organico medico e soltanto nei servizi radiologici autonomi, è costituito quasi sempre da un solo responsabile e il personale tecnico è carente sia per numero che per preparazione; le apparecchiature sono spesso obsolete. Di questa situazione è consapevole un giovane radiologo, Gian Stefano Marchese, assistente radiologo dell’ Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino (OIRM) fin dal 1949, successivamente Aiuto e Primario dal 1967. Marchese diviene uno dei principali assertori di una nuova branca della Radiologia Medica, la Radiopediatria. Egli con un’azione appassionata ed intelligente riesce a mettere insieme all’inizio degli anni Sessanta, un piccolo gruppo di giovani radiologi che operano in strutture pediatriche qualificate: a Roma, G Garibaldi e P Gugliantini all’Ospedale Pediatrico del “Bambino Gesù” (OPBG), G Iannaccone nella Clinica Pediatrica dell’Università di Roma; Golfieri alla Maternità a Bologna, N Macarini e A Pelizza all’Istituto “G. Gaslini” di Genova, Pinto agli “Ospedali Riuniti” di Napoli, E Schiavetti all’ “Ospedale dei Bambini” di Milano. Questi (esclusa E Schiavetti), aderendo a una sua iniziativa partecipano al I Congresso Internazionale di Radiologia pediatrica, tenutosi a Parigi nel maggio del 1963, ove viene fondata la European Society Radiology (ESPR). A questo manipolo si aggiungono negli anni immediatamente successivi altri giovani radiologi: F Bellini di Milano, GF Vichi di Firenze e S Fasanelli a Roma, che divengono membri attivi della ESPR. La maggioranza di questi è da considerare continuatrice dell’opera dei Pionieri. Nel 1968 Marchese organizza a Torino il primo Simposio italiano di Radiologia Pediatrica al quale partecipano numerosi radiologi italiani interessati alla Pediatria ed alcuni stranieri noti nel campo della Radiopediatria, ottenendo notevole successo. Tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta si verifica un rinnovamento ed un potenziamento dei servizi radiologici già esistenti e la nascita di nuovi; nel frattempo gli Ospedali e le Cliniche Pediatriche Universitarie presentano un notevole sviluppo per l’ampliamento di locali preesistenti e la creazione di nuovi edifici più ampi e più idonei per le esigenze dell’assistenza e 23 della diagnostica moderne, dettate dalla nascita e dallo sviluppo di sub-specialità e servizi, destinati ad aumentare negli ultimi due decenni del Novecento (servizi di Anestesia e Rianimazione, di Terapia intensiva, Cardiologia, Gastroenterologia, Genetica, Neonatologia, Oncoematologia, Ortopedia, Nefrologia ed Emodialisi, Fibrosi cistica, per non citare che i realizzati più frequentemente). Durante gli anni Settanta i servizi radiologici vengono dotati di apparecchi telecomandati, in genere ortoclinoscopi, con generatori al selenio, in grado di fornire tensioni elevate, intensità di corrente costante di 1000 mA e tempi di esposizione di 1 millisecondo, caratteristiche queste ultime particolarmente utili in campo pediatrico. Gli amplificatori di immagini o di brillanza (AB), associati a fluoroscopia su monitor televisivo (in sostituzione della vecchia radioscopia su schermo fluorescente), alla spot camera che consente la ripresa con cadenza rapida di immagini ed eventualmente alla registrazione su nastro magnetico, vengono acquisite, seppure in ritardo rispetto ai servizi di radiologia generale, con notevoli vantaggi sia dal punto di vista diagnostico che protezionistico. La spot camera è particolarmente indicata in radiopediatria per lo studio morfologico e funzionale del tubo digerente e dell’apparato urinario, ma trova utile impiego anche in altre indagini contrastografiche, quali angiografie e broncografie. La perdita del potere di risoluzione spaziale del sistema non incide significativamente sulla leggibilità delle immagini e d’altra parte è compensata dai notevoli vantaggi protezionistico ed economico. In questo periodo vengono realizzate apparecchiature dedicate alla pediatria che sono impiegate in diversi servizi radiopediatrici (Alessandria, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Siena, Trieste). Questi apparecchi, di cui il prototipo è l’ “Infantoskop”, sono costituiti da un telecomandato, con un tavolo radiografico “corto” ed uno stativo sovrastante, dotato di un tubo di elevata potenza. L’AB per la scopia TV e l’amplifotografia sono situati al di sotto del tavolo. Accessori essenziali dell’apparecchio sono le “culle” di varie dimensioni e di diversa forma in rapporto all’età dei soggetti da esaminare ed alla tipologia degli esami. Nonostante le notevoli versatilità e funzionalità, questi apparecchi non hanno avuto, per il loro costo elevato, la diffusione auspicata dalle case produttrici, per cui sono stati sostituiti dai comuni telecomandati, adattati per 24 l’impiego nell’infanzia con il ricorso a sistemi atti a contenere ed immobilizzare i piccoli pazienti. Fino dagli anni ‘60 si sta diffondendo in ambienti pediatrici l’interesse per alcune indagini: angiocardiografia, angiografie, cateterismo cardiaco, emodinamica, anche per la istituzione in diverse Cliniche e Ospedali Pediatrici, (Torino, Genova, Milano, Padova, Roma ed altri) di servizi quali la Cardiologia, la Cardiochirurgia, la Neurochirurgia. Sorgono pertanto in vari reparti di Radiopediatria delle Sezioni dedicate a questa nuova attività. L’Angiografia digitale per sottrazione (ADS), con introduzione del mezzo di contrasto per via venosa, realizzata all’inizio degli anni ’80, dopo i primi entusiasmi, nonostante alcuni vantaggi, viene presto abbandonata e sostituita dalla stessa tecnologia, ma con l’introduzione del contrasto per via arteriosa. In tal modo viene consentita una migliore visualizzazione del sistema arterioso con una quantità di contrasto minore a più bassa concentrazione, mediante cateteri di calibro inferiore. Nel frattempo le indagini contrastografiche con mezzi di contrasto organo iodati si avvantaggiano dei m.d.c. della terza generazione, a bassa osmolarità, che per le loro caratteristiche sono meglio tollerati, con notevole diminuzione della incidenza delle reazioni di ipersensibilità e il miglioramento della qualità delle immagini. L’ADS precorre lo sviluppo della Radiologia digitale che, come si vedrà più avanti, avrà una larga diffusione nei servizi radiologici pediatrici durante gli anni ’90. Contemporaneamente sta nascendo una nuova tecnologia, la Ecografia (EG) destinata ad un grande avvenire, nonostante le difficoltà e le incomprensioni iniziali, e a rivoluzionare insieme alla TC e successivamente alla RM la radiologia diagnostica anche pediatrica, divenuta nel frattempo diagnostica per immagini. Durante gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 si verifica un rapido progresso tecnologico delle apparecchiature ecografiche, caratterizzato dall’introduzione della “scala dei grigi” che consente di dare le prime informazioni morfologiche e strutturali ed ultimamente degli apparecchi a scansione automatica, “in tempo reale”. Queste nuove proprietà tecnologiche insieme alle caratteristiche peculiari 25 della EG e cioè la non invasività, l’innocuità dal punto di vista biologico ed i costi di acquisizione contenuti, determinano una larga diffusione in molti ambienti pediatrici della EG. Inizialmente sono impiegati ecografi a scansione manuale: il 1° all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (Roma) nel 1979; seguono Alessandria (Ospedale Infantile “C Arrigo”) ed Ancona (Ospedale Pediatrico “G Salesi”) nel 1980; Milano (Ospedale dei Bambini “V Buzzi”) e Genova (Istituto “G. Gaslini”) nel 1981; Torino (OIRM), limitatamente al Servizio di Neuroradiologia, nel 1982 a Brescia, a quanto mi consta, nell’Ospedale dei Bambini “Umberto I”, viene installato il 1° apparecchio “real-time” in un Ospedale pediatrico. Nel 1984 e nello stesso anno a Milano (ICP), acquisiscono ecografi a scansione manuale anche i servizi radiologici di Padova, di Bari e Roma (Cliniche Pediatriche Universitarie). Nel II quinquennio degli anni ‘80 altri reparti vengono dotati di ecografi “real-time”, essendo ormai provata la superiorità tecnologica di queste apparecchiature: nel 1986 a Bologna (Ospedale “G Gozzadini”), nel 1987 a Firenze (Ospedale “A. Meyer”), ove un ecografo era stato richiesto fin dal 1978 all’amministrazione Ospedaliera, che, a seguito della Riforma Sanitaria passò l’ordinazione alla USL competente, nel 1988 a Trento (Ospedale Pediatrico degli “Angeli Custodi”) ed alla fine degli anni 80 a Palermo (Ospedale “G Di Cristina”). Seguono ulteriori progressi tecnologici con l’introduzione del duplex-doppler ed il color-doppler, che consentono di ottenere in tempo reale informazioni sulla morfologia e sulla struttura degli organi esaminati e sulle caratteristiche del flusso dei rispettivi vasi. L’introduzione delle piccole sonde, più maneggevoli e a frequenza elevata ha portato ulteriori vantaggi nell’impiego dell’EG. In età pediatrica. A partire dagli anni’80, si è verificata una notevole riduzione o la scomparsa di molte indagini radiologiche tradizionali, quali l’esame del tubo digerente (v. stenosi ipertrofica del piloro, la ricerca del reflusso gastro-esofageo, l’invaginazione intestinale, ecc.), le indagini delle vie urinarie (v. l’urografia, la cisto-uretrografia minzionale, ecc.). Altro campo di applicazione è costituito dallo studio delle parti molli e dell’apparato osteo-articolare. Una conquista dell’EG divenuto esame di routine è lo “screening” neonatale della displasia congenita 26 delle anche, prima limitato all’esame clinico. Infine la EG svolge un ruolo importante anche in età pediatrica e in radiologia interventistica. All’inizio degli anni Settanta viene realizzata un’altra metodica da A Mc Leod Cormack, un fisico e da G Hounsfield, un bioingegnere, basata su una nuova concezione, che All’apparecchiatura si avvale viene data del la computer applicato denominazione di alla radiologia. tomografia assiale computerizzata (TAC), date le caratteristiche del piano assiale del corpo di acquisizione dell’immagine radiologica che successivamente viene sostituita dalla denominazione TC per le possibilità grazie ai progressi tecnologici, di ricostruire immagini multiplanari. Le prime applicazioni cliniche sono dedicate allo studio dell’encefalo normale e patologico, di cui fino allora non era possibile ottenere un’immagine diretta con i raggi X , ma solo una rappresentazione indiretta, ricorrendo ad indagini complesse ed invasive, spesso rischiose specialmente nei soggetti dell’età pediatrica (ventricolografia gassosa o opaca, pneumoencefalografia, arteriografia cerebrale ecc.). Pochi anni dopo S Ledley riesce a realizzare negli USA un apparecchio che oltre al cranio e all’encefalo, consente di studiare il corpo intero. Negli anni seguenti si verifica un progresso tecnologico rapidissimo e sorprendente che consente la realizzazione di apparecchiature per la TC sempre più efficienti. Già alla fine degli anni Settanta si producono macchine di III generazione dotate di movimento rotatorio del sistema tubo - detettori, con un numero di detettori più elevato e con tempi di scansione molto ridotti (4” 8”). Subito dopo, all’inizio degli anni Ottanta, sono disponibili apparecchi di IV generazione caratterizzati dal movimento rotatorio del solo tubo radiogeno che si muove all’interno di una corona di detettori fissa disposta a 360°. Un ulteriore progresso tecnologico viene realizzato agli inizi degli anni Novanta, con l’introduzione della TC volumetrica (spirale o elicoidale). Questa consente la scansione di un intero volume corporeo, ottenuta mediante l’acquisizione continua di dati, grazie alla rotazione ininterrotta dal tubo e del complesso dei detettori intorno al tavolo porta paziente, che presenta contemporaneamente un avanzamento continuo. 27 Partendo dall’analisi dei dati grezzi acquisiti con geometria spirale, mediante l’utilizzazione di algoritmi, avviene la ricostruzione di sezioni assiali dello spessore minimo di 1 mm con possibilità dell’alta risoluzione. Tra i vantaggi offerti dalla nuova metodica interessano, in particolare nell’età pediatrica, la brevità dei tempi d’esame di un intero volume corporeo (10”, 30”), la riduzione degli artefatti di movimento nei soggetti non collaboranti, il minor ricorso all’anestesia, la migliore qualità delle immagini ricostruite e la diminuzione della dose, rispetto alla TC tradizionale che è tutt’ora oggetto di discussione. Pertanto l’impiego preminente in questa età della vita è costituito dalla patologia polmonare specialmente interstiziale, tracheo-bronchiale, mediastinica oltre che vascolare. L’introduzione della TC a detettori multipli (Multidetector TC o multislice helical TC) costituisce secondo gli AA americani il più recente progresso nella tecnologia TC per lo studio della patologia toracica anche in età pediatrica dove, peraltro la tecnica è più complessa che nell’adulto. 7 Anche in Italia, come all’Estero la nuova metodica suscitò fin dall’inizio della sua introduzione notevole interesse tra i radiologi generali e i neurochirurghi, tanto apparecchiature TC. che nel 1978, risultarono in funzione quindici 8 Purtroppo non fu altrettanto rapida l’acquisizione di questi apparecchi nei servizi radiologici degli ospedali pediatrici, di cui solo pochissimi fortunati poterono godere, a quanto mi consta, l’Ospedale “Santobono” di Napoli e l’Ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste, primi in Italia, rispettivamente nel 1979 e nel 1981, cui seguirono contemporaneamente nel 1986 l’Istituto “G. Gaslini” di Genova ed il “Bambino Gesù” di Roma. Nel 1988 fu acquistata dal servizio radiologico dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino una TC, dedicata al solo reparto di neuroradiologia. Non molto diversa era la situazione dei servizi radiologici delle Cliniche Pediatriche universitarie, dipendenti dagli Istituti di Radiologia o di alcuni Ospedali Pediatrici che poterono usufruire di sedute singole in uno o qualche giorno della settimana e limitate a poche ore (Padova, Bologna, Firenze, Roma, Pavia, Napoli, Bari, Palermo). 28 Soltanto ultimamente tra la fine degli anni Novanta del secolo scorso e i primi anni del Duemila altri Ospedali Pediatrici “V Buzzi” a Milano, “A. Meyer” a Firenze, “G Salesi” di Ancona, “Giovanni XXIII” a Bari, “G Di Cristina” di Palermo ed il Servizio Radiologico autonomo della Clinica Pediatrica di Milano (ICP) sono stati dotati di tomografia computerizzata. Negli ultimi anni un’attenzione particolare è stata rivolta alla dose di radiazioni somministrata in Pediatria con gli esami TC, specialmente con la TC spirale e la TC a multidetettori. Questa problematica è stata discussa soprattutto negli USA, per il largo impiego di questa metodica in età pediatrica. Secondo una stima recente gli esami con TC eseguiti nei bambini ammonterebbero annualmente a circa 2,7 milioni nell’anno 2000. 9 Altri AA, pur considerando una fascia di età più larga estesa fino ai 18 anni, nell’anno successivo hanno riportato valori inferiori (circa 2 milioni). 10 In alcuni lavori pubblicati su le più importanti riviste di radiologia americana e internazionale (American Journal Roentgenology e Pediatric Radiology) è stata richiamata l’attenzione sui rischi carcinogenetici degli esami TC, con particolare riguardo all’età pediatrica, e sulla strategia da adottare per ridurre o prevenire tali rischi. Oltre all’intervento sui parametri tecnologici allo scopo di ottenere l’ottimizzazione della metodiche nelle sue varianti (TC spirale, e TC con multidetettori) viene raccomandata la giustificazione delle indagini in altri termini di evitarne l’esecuzione, quando non sia strettamente necessaria. 11, 12, 13 In Italia questa problematica ha avuto minore risonanza dato che la legislazione in materia di radioprotezione è più avanzata avendo recepito le direttive europee, con il decreto legge 187 e le linee guida dedicate sia alla TC (EUR 16262 EN European Guidelines on Quality Criteria for Computed Tomography, 1999) sia alla diagnostica per immagini in Pediatria (EUR, 16261 EN European Guidelines on Quality Criteria for Diagnostic Radiographic Images in Paediatrics, 1996). Inoltre è da notare che in Italia, per l’acquisizione tardiva da parte degli ospedali Pediatrici, tranne alcune eccezioni, delle apparecchiature di tomografia computerizzata e per il largo impiego dell’ecografia, il problema delle 29 dose somministrata con questa metodica si è presentato molto più tardi che in America. Dato il carattere di questa monografia non mi tratterrò oltre sul tema della radioprotezione rinviando il lettore, che voglia approfondire l’argomento all’esauriente articolo di P Tomà e G Lucigrai, pubblicato recentemente sulla rivista “Gaslini”. 14 Nel frattempo a partire dalla metà degli anni Ottanta si sta diffondendo, anche in Italia la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) detta anche Tomografia a Risonanza Magnetica Nucleare, metodica destinata a determinare una svolta importante nella diagnostica e nella ricerca medica. La scoperta del fenomeno della “risonanza magnetica” si deve a due fisici lo svizzero, F Bloch e l’americano E Purcell che pubblicarono separatamente i risultati dei loro studi nel 1946 e che per questo furono insigniti del premio Nobel per la Fisica nel 1952. Molto più tardi, durante gli anni Settanta è stata dimostrata dallo statunitense PC Lauterbur (1973), la possibilità della RMN di ricostruire immagini del corpo umano, confermata dalle ricerche eseguite pochi anni dopo (1977) dall’inglese P Mansfield. Per questa scoperta ai due scienziati recentemente (2003) è stato conferito il Premio Nobel per la Medicina. La non invasività, la multiplanarità diretta, l’elevata risoluzione spaziale e di contrasto sono tutte caratteristiche indicate per l’impiego della nuova metodica nell’età pediatrica, in particolare la mancanza di effetti biologici dannosi dovuti all’uso di radiazioni non ionizzanti. Tuttavia, inizialmente, uno dei principali limiti della metodica era costituito dalla lunga durata dell’esame con tempi di acquisizione e di ricostruzione dell’ordine di molti minuti per una singola immagine. Oggi giorno il rapido sviluppo tecnologico ha permesso una effettiva riduzione dei tempi di esame e pertanto un maggior impiego della metodica anche in Radiopediatria, senza ricorrere alla sedazione ed alla anestesia, che tuttavia è ancora richiesta nel 100% dei casi, per lo studio del torace nella I e II infanzia. 30 La RMN presenta una vasta gamma di indicazioni nelle numerose patologie neurologiche infantili (malformazioni del SNC tra cui il complesso gruppo dei difetti del tubo neurale, il danno ipossico-ischemico pre- e post-natale, le malattie infiammatorie, i disordini metabolici, le neoplasie, ecc.), nello studio morfologico, dinamico e angiografico con angio-RM del cuore e dei grossi vasi (cardiopatie congenite e vasi polmonari, senza artefatti di movimento cardiovascolari grazie alla cardiosincronizzazione), nella diagnostica delle malattie dell’apparato osteoarticolare ed ultimamente nell’indagine delle malattie infiammatorie croniche del tubo digerente. Rimane, invece, di dominio della TC ad alta risoluzione lo studio del parenchima polmonare. Nonostante l’importante ruolo diagnostico ed in alcune malattie, determinante (ad es. nelle affezioni del SNC) svolto dalla RMN, delineato fin dalla seconda metà degli anni Ottanta, l’acquisizione da parte dei Servizi radiologici dei centri pediatrici, se si eccettua l’Istituto “G. Gaslini”, che per primo acquista un apparecchio di RMN nel 1989, altrove avviene tardivamente, alla fine degli anni Novanta: l’Ospedale del “Bambino Gesù” (1998), la Clinica Pediatrica “De Marchi” di Milano, l’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze, addirittura nei primi anni del 2000: l’Ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste, l’ Ospedale “G Salesi” di Ancona, l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano e l’Ospedale “Santobono” di Napoli. L’ultimo decennio del Novecento e l’inizio del Duemila sono stati caratterizzati dalla diffusione nei servizi radiologici, anche pediatrici, della Radiologia Digitale (RD) che consiste nella digitalizzazione delle immagini radiologiche. I vantaggi comuni delle varie modalità di digitalizzazione delle immagini sono rappresentati: 1. dalle varie possibilità di elaborazione dell’immagine (contrasto, rinforzo dei contorni, ingrandimento, sottrazione di immagini, ecc.); 2. la riduzione della dose somministrata al paziente, senza compromettere la qualità delle immagini, obiettivo importante specialmente in ambito pediatrico; 3. l’evitare la ripetizione degli esami, di conseguenza con vantaggio anche economico, oltre che dosimetrico, per il risparmio del materiale impiegato nella 31 radiologia convenzionale. D’altro lato gli svantaggi presentati inizialmente dalla RD, costituiti prevalentemente dalla scarsa risoluzione spaziale sono stati successivamente superati, in gran parte per i progressi tecnologici, verificati con il perfezionamento dei sistemi esistenti e con la creazione di nuovi. Date le caratteristiche della presente opera, verranno descritte sinteticamente le varie modalità impiegate per la realizzazione della digitalizzazione delle immagini con particolare riferimento ai sistemi usati in radiologia pediatrica. 15 1) Sistema di radiologia digitale con amplificazione di immagine in catena televisiva. Il sistema basato sull’impiego di un intensificatore di immagini (o amplificatore di brillanza) usato per la fluoroscopia (II/TV) consiste nella digitalizzazione dell’immagine della scopia televisiva. Può essere accoppiato otticamente a una videocamera digitale o a un CCD (Charge Coupled Device). 16 Nonostante alcuni svantaggi, quali la distorsione geometrica, la matrice limitata (1000x1000), la scarsa risoluzione spaziale che decresce con l’aumento del campo di vista, compensata però dalla risoluzione di contrasto, è stato largamente impiegato nelle indagini contrastografiche, vascolari, del tubo digerente dell’apparato urinario, specie nella cistouretrografia minzionale, nella broncografia, sia per le possibilità di eseguire anche riprese in serie (fino ad 8 immagini al secondo), 17 sia per la riduzione della dose di radiazioni somministrate al soggetto in esame, pertanto questa tipologia di esame ha sostituito la spot-camera. Per lo stesso motivo il sistema può essere utilizzato anche in indagini in cui non è necessaria una elevata risoluzione ad es. nel controllo della situazione di un catetere venoso centrale. 2) Fosfori fotostimolabili o a memoria. Il sistema, costituito da un supporto o piastra contenente i fosfori è basato sulla loro proprietà di “immagazzinare” le radiazioni del soggetto in esame che non sono state assorbite o sono state assorbite solo in parte determinando un’immagine latente. Questa viene rivelata da una scansione effettuata con un 32 fascio di luce laser; i cristalli di fosforo così stimolati emettono radiazioni luminose, in quantità e di intensità proporzionali all’entità della radiazione assorbita che vengono convogliate ad un fotomoltiplicatore; il segnale luminoso è trasformato in segnale elettrico che viene indirizzato al computer e digitalizzato. Si ottiene così un’immagine su matrice 2048x2048 in risoluzione spaziale massima di 3 lp/mm. 18 Le piastre ai fosfori fotostimolabili, dopo le iniziali riserve, sono oggi considerati come il sistema standard per le indagini del torace e dello scheletro. Infatti si è ormai constatata la loro elevata risoluzione sia di contrasto sia spaziale e pertanto trovano un’indicazione negli esami del torace in età pediatrica con l’uso di cassette analoghe a quelle impiegate nella radiologia tradizionale, anche a letto dei piccoli pazienti soprattutto nelle UO di Neonatologia e di Terapia Intensiva, ove non di rado viene richiesta la ripetizione dei radiogrammi eseguiti con radiologia tradizionale. Anche nello studio dell’apparato scheletrico e dei tessuti molli la digitalizzazione delle immagini sta sostituendo la radiologia tradizionale per i vantaggi più volte ricordati. 3) Detettori a pannello piatto (Flat panel detectors). Un detettore a pannello piatto è costituito da una vasta area, matrice attiva di pixel che converte i raggi X in una carica elettrica. La carica elettrica viene letta da una sistema elettronico a basso rumore e convertita in dati digitali. I vantaggi di questo sistema sono rappresentati da: I) L’estesa matrice, II) L’ampia gamma dinamica e la risposta lineare, III) L’elevato potere di risoluzione (2.5 lp/mm e oltre) IV) L’acquisizione e la visualizzazione rapida. Questo sistema in prospettiva potrà sostituire le comuni cassette radiologiche impiegate nella radiologia tradizionale e l’intensificatore di immagini negli studi dinamici. Infine i dati ottenuti in forma digitale oltre che elaborati possono essere archiviati (Vedi PACS, Picture archiving communication system, che è in via di acquisizione in molti centri pediatrici) e trasmessi con un vasto campo di applicazioni che costituisce la teleradiologia. 33 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 I nomi dei responsabili dei servizi radiologici sono riportati tra parentesi, accanto al nome dell’Ospedale pediatrico. 2 J Caffey: Pediatric X-ray diagnosis. The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago, 1945 3 SR Kjellberg, E Mannheidimer, U Rudhe, B Jonsson: Diagnosis of congenital heart disease. A clinical and technical study by the cardiologic team of the Paediatric Clinic, Karolinska Hospital, Stockholm, The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago, 1955 4 SR Kjellberg, U Rudhe, NO Ericsson: The lower urinary tract in childhood. Some correlated clinical and roentgenographic observations. The Year Book Medical Publishers, Inc., Chicago, 1977 5 EB Singleton: X-Ray diagnosis of the alimentary tract in infants and children. Saunders, Philadelphia, 1959 6 MA Lassrich, R Prevot, KH Schaffer: Pädiatrischer röntgenatlas. Georg Thieme Verlag, Stuttgart, 1955. Atlante di radiologia pediatrica. Raccolta di quadri tipici. Ediz Italiana a cura di AV Del Vescovo, P Ceci Ginistrelli, M.Fischer, Abruzzini, Roma, 1959 7 LF Donnelly, DP Frush: Pediatric multidetector body CT. Radiol Clin N Am 41:637-655, 2003 8 L Di Guglielmo: La Scuola radiologica Pavese. Cento anni di radiologia a Pavia. 1900-2000. Tipografia Litografia Luigi Ponzio & figlio, s.n.c., Pavia, 2004 9 OW Linton, FA Mettler Jr : National conference on dose reduction in CT, whit an emphasis on pediatric. AJR 181:321-329, 2003 10 SH Fox,T Toth : Dose reduction on GE CT scanners. Pediatr Radiol 32:718-723, 2002 11 DJ Brenner, CD Elliston, EJ Hall, WE Berdon: Estimates risks of radiation-induced fatal cancer from pediatric CT. AJR 176:289-296, 2001 12 LF Donnelly, KH Emery, AS Brody, T Laor, WM Gylys-Morin, CG Anton, SR Thomas, DP Frush: Minimizing radiation dose for pediatric body applications of single-detector helical CT, strategies at a large Children’s Hospital. AJR 176:303-306, 2001 13 Due numeri di Pediatric Radiology (n.4 e n. 10, Vol. 32, 2002) sono stati interamente dedicati a queste problematiche. 14 Rischio da radiazioni ionizzanti in Pediatria. Stato attuale delle conoscenze. Gaslini 36 : 24, 2004 15 Chi voglia approfondire l’argomento può consultare l’ottima messa a punto di J-Ph Montagne e coll (n. 16 in bibliografia) 16 J-Ph Montagne, H Ducou Le Pointe: Digital radiology: state of the art in 2000. Syllabus, Pediatric Radiology. The state of the art in 2000. 23rd Post-graduate Course, European Society of Paediatric Radiology (ESPR), Lisbon, May 22-23,2000. J Fonseca Santos, M Aragâo-Machado, C Santos (eds), pp 43- 45, Springer-Verlag Italia, Milano, 2002 17 M Oddone, A Dell’Acqua, P Tomà in: Pneumologia Pediatrica. Diagnostica per immagini. a cura di G Rossi. Cap. 6, pp. 70 -71. Ed. McGraw - Hill Libri Italia, Milano, 1998 18 F Stacul, RL Smathers: Radiologia digitale. Esperienza clinica. Radiol Med 71:732-739, 1985 34 La storia dei servizi radiologici degli ospedali pediatrici e delle cliniche pediatriche universitarie nella seconda metà del XX secolo ed all’inizio del XXI secolo. Nello svolgimento di questa parte sarà seguito un criterio geografico iniziando dagli Ospedali Pediatrici dalle Cliniche Universitarie delle Regioni del Nord Italia, seguite dalle Regioni dell’Italia Centrale, Meridionale ed Insulare. A TORINO nell’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) opera Gian Stefano Marchese succeduto nell’agosto nel 1967 al suo Maestro GM Reviglio. Durante la sua breve vita (1924-1970) Marchese unisce al grande entusiasmo professionale una profonda passione per l’attività scientifica documentata da un centinaio di pubblicazioni attinenti quasi esclusivamente alla Radiopediatria e da alcune importanti monografie. Tra le prime di notevole interesse sono i contributi sulle displasie ossee e sulle malformazioni del tubo digerente con particolare riguardo alle forme esordienti nel neonato e nel lattante. Pregevoli le monografie: la prima riguarda la radiologia delle parti molli; seguirono la monografia sulla “Terapia radiante in Pediatria (in coll. con P Nicola, 1963) ed il trattato di “Semeiotica infantile: età neonatale” (in coll. con P Nicola e N Nigro, 1964). E’ anche relatore a Congressi Nazionali di Pediatria e di Radiologia. Tra i primi al 32° Congresso Nazionale della SIP nel 1967 sul tema “La roentgenterapia dei tumori maligni nell’infanzia” e tra gli altri al XXIII Congresso della SIRMN avente per oggetto “Le occlusioni acute nel neonato e nel lattante” (Padova, 1968). Nell’ottobre del 1968 organizza il I Simposio Italiano di Radiologia Pediatrica a Torino, che riscuote un notevole successo per il livello scientifico e per il numero dei partecipanti cultori della nascente Radiologia Pediatrica. Tre le relazioni di grande interesse e attualità. La prima su “Aspetti radiologici delle sindromi respiratorie del neonato” è svolta da G Iannaccone (Roma), la seconda da A J Raimondi (Chicago) su: “Nuovi concetti in tema di neuroradiologia del neonato”. L’ultima relazione tenuta da M Fortier-Beaulieu (Parigi), verte su “La radiologie du grêle dans l’enfance: données fonctionnelles et organiques”. 35 Le comunicazioni programmate ammontano a ben 25; ovviamente non tutte possono essere svolte. La maggior parte è di giovani radiologi che si dedicano alla Radiologia Pediatrica in importanti Ospedali Pediatrici; in ordine alfabetico: L Arciuli (Bari), A Balocco et al. (Torino); F Bellini (Milano), C Emmola (Palermo), FM Gajno (Torino), G Iannaccone (Roma), E Grassi (Torino), GS Marchese (Torino), A Pelizza (Genova), M Randaccio (Torino), C Sandomenico (Napoli), GF Vichi (Firenze). Tra le comunicazioni di maggior interesse per gli argomenti trattati sono da notare: “L’urografia potenziata in età pediatrica” (L Arciuli); “La sindrome di Wilson Mikity del prematuro” (G Iannaccone et al.); “Reperti radiologici nelle anomalie cromosomiche” (GS Marchese, coll. PG Franceschini); “La patologia dell’esofago in età pediatrica: quadri radiologici” (A Pelizza e A Bertolini); “Il polmone nella pertosse” (M Randaccio e ML Soranzo). “La diagnosi delle cardiopatie congenite nell’età neonatale. Rilievi clinico radiologici nella prima infanzia” (GF Vichi e coll.). Notevole la comunicazione presentata dai Cardiochirurghi di Bergamo (L Parenzan e coll) sulla loro esperienza acquisita in tema di angiocardiografia nella prima infanzia (143 casi). Tra le comunicazioni presentate da Autori stranieri, di rilievo: “Diagnostico vascular del abdomen in Pediatria” di K Knapp (Madrid). Ultimamente Marchese, aderendo ad una iniziativa del Prof. Pietro Cignolini, ideatore dei corsi di aggiornamento da svolgersi durante i Congressi Nazionali della SIRMN, in occasione del XXIV Congresso di questa Società svoltosi a Palermo nel 1970, organizza il I Corso di Aggiornamento in Radiologia Pediatrica in Italia. Il corso consiste in conferenze su vari argomenti di interesse attuale in quel momento per la radiodiagnostica pediatrica, che furono trattati da: GP Alberti et al., F Bellini, G de Filippi, G Golfieri, P Gugliantini, A Pelizza e C Romano, C Sandomenico, G Sanna e M Benvenuti, E Schiavetti e GF Vichi. Negli ultimi anni della sua vita Marchese si dedica assiduamente alla compilazione del trattato di “Radiologia Pediatrica”, il primo e l’ultimo della disciplina pubblicato in Italia, uscito postumo nel 1971.1 Marchese è anche promotore della costituzione di un gruppo di studio di radiologi pediatri nell’ambito della SIRMN ma non poté vederne la realizzazione, 36 data la sua prematura scomparsa. A questo grande continuatore dell’opera dei Pionieri succede nel 1970 il Prof. Marcello Randaccio. Dato che non ho potuto ottenere direttamente da lui il suo “curriculum” ho dovuto ricorrere ad altre fonti. Marcello Randaccio (MR) si è formato alla Scuola Radiologica Torinese. E’ nato a Pesaro, e il suo cuore è rimasto sempre legato alla città natale, anche dopo il suo trasferimento a Torino, avvenuto nel 1942. Significativa in proposito è l’affermazione che fa nella premessa del suo romanzo autobiografico: “Le finestre buie del ‘43”, pubblicato nel 1993: «Lavoro a Torino ma vivo a Pesaro». 2 La personalità poliedrica, dai molteplici interessi di MR è ben delineata da G Agati nella recensione del romanzo, di cui sopra, comparsa su “La Radiologia Medica”. 3 Da giovanissimo, studente universitario dimostra la sua grande passione letteraria, cinematografica e soprattutto teatrale, tanto che è pronto ad “abbandonare senza rimpianto per una scrittura l’ospedale ed il macignoso Trattato di Anatomia”. Alcune sue iniziative, durante l’attività professionale documentano il carattere del personaggio. All’inizio dei Servizi televisivi italiani ha l’intuizione della possibilità e utilità della trasmissione di immagini radiografiche, che viene sperimentata nello Studio di Torino l’unico allora funzionante in Italia. Poco tempo dopo lo troviamo in Corea in un Ospedale Militare, una notizia sempre riferita nella recenzione di Agati. A lui va anche il merito dell’organizzazione (insieme all’Architetto Giuliano Bonizzoli) della Mostra Storica in occasione del XXXIV Congresso Nazionale della SIRMN, svoltosi a Torino nel 1990. La mostra, di cui è stato raccolto prezioso materiale proveniente da tutta Italia e dal famoso Museo Röntgen di Lennep – Remscheid, città natale di WK Roengten, ottiene un grande successo. Durante la sua direzione (1970-1990) si verifica il trasferimento dell’OIRM nei nuovi locali, adiacenti alla Clinica – Pediatrica Universitaria, sorta nel 1961. Questa viene dotata di una propria radiologia che viene unificata nel 1973 alla radiologia ospedaliera. Il nuovo servizio consta di 4 sale di diagnostica dotate rispettivamente di un ortoclinoscopio con AB e di uno stratigrafo, di un craniotomo e di un pensile, di un 37 ortoclinoscopio con AB e ortopantomografo e di una sala per radio-urologia, oltre a una sala per röengten-terapia. MR è dotato di grandi capacità organizzative e grazie a contributi di privati e ad una donazione del Comune di Torino riesce a costituire nel 1974 -75 una moderna sala angiografica che serva alle esigenze dei Cardiologi e dei Cardiochirurghi e, nel contempo, all’esordiente Neuroradiologia. Infatti in quegli anni si sta manifestando nell’OIRM un notevole impulso allo studio e alla terapia delle cardiopatie congenite ed un grande interesse per la Neuroradiologia. La sala angiografica è costituita da seriografo rapido Schönander biplano con AB, tavolo di comando e modulo di programmazione per angiografia, iniettore con comando a distanza sincronizzato con emissione di raggi X; è utilizzato oltre che dai cardiologi, neuroradiologi in particolare dal Dott TM Gajno che inizia la sua attività neuroradiologica nel 1971 al ritorno dal suo stage negli Stati Uniti a Chicago presso il Children’s Hospital and Cook County Children’s Hospital. Il Servizio di Neuroradiologia diviene ufficiale nel 1976 e nel 1986 è istituito il Primariato diretto dal Dott. TM Gajno il quale ottiene un reparto indipendente nel 1988 dotato di un apparecchio TC Siemens e dal 1991 di una sala angiografica Siemens e di un ecografo Esaote per ecografie cerebrali neonatali. Dal 1987 la diagnostica cardiologica viene effettuata in una nuova sala di emodinamica situata nel reparto di cardiologia dotata di un angiografo biplano tradizionale al quale viene adattato un sistema di rilevazione digitale nel 1998. Le immagini vengono acquisite su film e su CD. Inizialmente l’attività emodinamica è prevalentemente di tipo diagnostico, ma con l’avvento dell’ecocardiografia e il brevetto di varie protesi endocardiache l’attività si è evoluta in senso interventistico come la chiusura dei DIA, dei DIV, le dilatazioni di stenosi con applicazioni di stents, ecc. L’equipe di emodinamica è di solito composta da un cardiologo, tre infermiere, un tecnico di radiologia, un anestesista e personale ausiliario. Nel 1982 viene acquistato il primo ecotomografo, che analogamente a quanto si verifica in servizi radiologici di altri Ospedali costituisce un’importante innovazione nell’attività del reparto, caratterizzata da un rapido incremento del numero e delle indicazioni degli esami ecografici. Nel corso degli anni il numero 38 degli ecografi assegnati al servizio è aumentato a 3, in parte dotati di eco-colorDoppler, per un ulteriore approfondimento diagnostico. Della diagnostica ecografica pediatrica si sono occupati in modo particolare le Dott.sse Laura Artesani e Gabriella Galli. Nel 1984 presso il Servizio di Radiologia dell’OIRM il Dott Claudio Defilippi inizia una nuova attività, la Radiologia interventistica, eseguita in altri pochi centri italiani di Radiopediatria, alla quale dà un notevole impulso negli anni successivi. Notevole l’attività scientifica di M Randaccio considerata nel suo complesso, che si svolge dall’inizio degli anni Cinquanta fino agli anni Novanta del secolo scorso. Durante gli anni Cinquanta MR si occupa di argomenti che esorbitano dalla Radiologia Pediatrica o comunque senza un preciso riferimento ad essa quali “Le lesioni polmonari viste con i diversi metodi stratigrafici” (1952), “L’impiego degli US nel trattamento delle fratture” (1954); “Studio comparativo fisico ed istologico fra la reazione tissulare del Cobalto 60 ed il Radium” (1954); alcuni lavori sullo “Studio fisiopatologico delle vie biliari”, “Aspetti tipici ed atipici del granuloma eosinofilo” (1961), per non citare che alcuni. Nei primi anni Sessanta si interessa di Medicina Nucleare con alcuni lavori in animali da esperimento e con una pubblicazione sul metabolismo del P32 nel m. di Cooley in diverse età. 4 Contributi apportati alla Radiologia Pediatrica vera e propria riguardano principalmente gli apparati respiratorio e scheletrico e consistono in varie comunicazioni ed alcune pubblicazioni. Nel 1968 al I Simposio di Radiologia Pediatrica, svoltosi in Italia, a Torino, presenta la comunicazione : “Il polmone nella pertosse”. Al II Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Genova 1975) interviene (coll S Fasanelli, Roma e E Grassi, Torino) con la comunicazione “I quadri radiologici delle immunopatie”. Nel 1977 organizza a Torino il IV Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, con il tema di relazione “Diagnostica e terapia nei processi espansivi in Pediatria”, a carattere interdisciplinare, che riscuote un notevole successo per il numero dei partecipanti ed il livello delle comunicazioni (v. cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N), pag…) 39 Al VI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN presenta (coll L Artesani) un’interessante comunicazione su: “Trauma polmonare e polmone da trauma nell’infanzia”. La patologia respiratoria del neonato è oggetto di due comunicazioni: una al I Simposio sulla Radiologia Neonatale, svoltosi a Napoli, nel settembre 1980, in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN, che tratta “L’insufficienza respiratoria nel neonato”, in cui MR sottolinea i caratteri differenziali con i “Distress respiratori del neonato di ordine medico” oggetto dell’altra comunicazione svolta al IV Convegno della Sezione di Radiologia Toracica della SIRMN tenutosi a Modena nel marzo 1980. Nello stesso periodo MR apporta altri contributi su argomenti attinenti alla Radiopediatria dell’apparato scheletrico con pubblicazioni e comunicazioni tra cui “Ricerche microradiografiche dello scheletro di giganti e di nani”. 5 Si interessa, inoltre (coll. P Franceschini, E Grassi et al. dell’OIRM) di alterazioni scheletriche in alcune aberrazioni cromosomiche: “La sindrome di Eward (o Trisomia 18)”, comunicazione presentata al X Convegno annuale della ESPR (Birmingham, aprile 1973) e “L’ipoplasia della I costa nella sindrome di Patau”, pubblicata su Pediatric Radiology. 6 Nel 1982 propone una nuova metodica di densitometria ossea. 7 Inoltre fa parte del gruppo dei Radiopediatri (R Perale, GF Vichi) e dei Pediatri italiani (N Levi, M Ciampolini, L Gobio Casali) incaricato della “valutazione dello stato nutrizionale nella fibrosi cistica”. Nel 1973 è chiamato a contribuire per la parte radiologica alla II relazione su “Le infezioni delle vie urinarie in età pediatrica”, tenuta in occasione del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Parma, 1973). Come riconoscimento gli viene conferito il XIII Premio Internazionale della Fondazione Ernesto Cacace per la Nipiologia per il migliore contributo sul tema da lui svolto. Randaccio è stato inscritto per molti anni alla SIRMN e fin dall’inizio della sua istituzione (1975) alla Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, di cui è nominato membro del Comitato Direttivo nel quadriennio 1976-1979. Come si è già detto ha organizzato a Torino il IV Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica. 40 Nel 1990 a seguito del pensionamento di Marcello Randaccio è subentrato come primario il Dott. Franco Potenzoni proveniente dall’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Giovanni Juliani. Durante la sua direzione finalmente anche il Servizio Radiologico dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, divenuto nel frattempo Azienda OIRM S Anna (per la fusione con l’Ospedale Ostetrico Ginecologico S Anna e Cliniche Universitarie annesse) viene dotato di un apparecchio TAC Elscint (ora sostituito da un Philips) e da una risonanza Magnetica Elscint (ora GE). Delle nuove apparecchiature si occupano prevalentemente il Dott. Claudio Defilippi, il Dott. Giampaolo Rosa, il Dott. Guido Masi. Attualmente (2003) l’attività del Servizio Radiologico dell’OIRM di Torino si basa su una specifica competenza nella diagnostica per immagini delle patologie dell’età pediatrica nella fascia di età compresa dal periodo neonatale all’età adolescenziale con estensione sempre più frequente ad età successive per le patologie croniche (polmonari, nefro-urologiche, ematologiche, oncologiche). Il Servizio è particolarmente impegnato nello svolgimento degli screening ecografici neonatali, in specie per le patologie nefro-urologiche e per la displasia congenita dell’anca, con specifica competenza per la valutazione diagnostica delle malformazioni riscontrate in corso di screenings o di ecografie prenatali. Il riscontro precoce di malformazioni è spesso di importanza rilevante per l’iter diagnostico e terapeutico del piccolo paziente con sensibile impatto nella diagnostica per immagini per il controllo delle patologie di maggiore gravità con tendenze alla cronicizzazione. La presenza di reparti specialistici in numerose branche della Pediatria comporta per il Servizio di Radiologia una competenza diagnostica specifica ed una notevole varietà di indagini in risposta ai quesiti e a sostegno delle esigenze diagnostiche di centri di alta specializzazione. In particolare sono da citare reparti quali la Rianimazione con neonati affetti da distress respiratori, i reparti di Chirurgia e Neurochirurgia, la Cardiologia e la Cardiochirurgia, l’Urologia e la Nefrologia, l’Ortopedia, l’Endocrinologia, l’Ematologia. Anche i reparti pediatrici tendono sempre più a specializzarsi con particolare riguardo per le patologie gastroenterologiche, metaboliche, infettive, e per le patologie immunitarie sia 41 congenite sia acquisite, soprattutto per i piccoli pazienti affetti da AIDS. Particolare importanza riveste l’impatto diagnostico nella molteplice varietà della patologia oncologica in età pediatrica. In conseguenza del notevole incremento dell’attività in questi diversi settori dell’Azienda OIRM S Anna il numero di esami della diagnostica per immagini è molto aumentato: in totale sono stati eseguiti all’inizio del Duemila, annualmente circa 54700 esami, con prevalenza delle indagini di diagnostica tradizionale (circa 29000), seguiti dalle ecografie (15750 circa); distanziati gli esami TC (approssimativamente 2500) e RM (intorno ai 2400). 8 Gli esami radiologici ed ecografici eseguiti presso il Servizio di Radiologia dell’OIRM riguardano sia pazienti ricoverati in Day Hospital sia pazienti ambulatoriali. Di notevole importanza quali-quantitativa è l’impegno per l’attività di Pronto soccorso sia medico che chirurgico con disponibilità 24 ore su 24, in parte con guardia attiva, in parte in regime di reperibilità. Presso il Servizio di Radiologia dell’OIRM sono anche eseguite le indagini di radiologia interventistica, fra i pochi centri di radiologia pediatrica a svolgerle in Italia. L’organico medico del servizio di radiologia dell’OIRM è costituito attualmente (2003), da 1 Primario, Dott. F Potenzoni, e da 6 specialisti radiologi, Laura Artesani, Gabriella Galli, Claudio Defilippi, Gian Paolo Di Rosa, Guido Masi e Bianca Santoro con un notevole impegno individuale sia per l’espletamento dell’attività programmata sia per i pazienti ricoverati e ambulatoriali, che per l’attività di pronto soccorso. L’OIRM S Anna (Azienda Ospedaliera Universitaria) costituisce oggi il Polo materno-infantile più grande d’Europa. Negli ultimi due decenni del Novecento l’attività scientifica del Reparto Radiologico dell’OIRM è stata svolta principalmente da Laura Artesani e Claudio Defilippi da soli o in collaborazione con altri medici del Servizio. Laura Artesani (LA) si è interessata prevalentemente dell’impiego della Ecografia, metodica emergente, fin dall’inizio degli anni ‘80 pur non trascurando la diagnostica radiologica tradizionale. LA in poco più di un ventennio (1978-1999) ha prodotto una sessantina di lavori, considerando sia le pubblicazioni a stampa 42 sia le relazioni e le lezioni presentate a Congressi e a Corsi di aggiornamento ed ha collaborato con lo svolgimento di alcuni capitoli al Trattato di Ecografia pediatrica e ad una monografia, come si vedrà più avanti. Con l’Ecografia LA ha portato un contributo notevole alla patologia addominale in età pediatrica, in particolare nella traumatologia, sul fegato e le vie biliari nel neonato e nelle età successive, nel criptorchidismo, nella displasia dell’anca ed in endocrinologia, soprattutto nella patologia tiroidea (disgenesia, tireotossicosi in età pediatrica e nell’adolescenza, sulla patologia tumorale della tiroide nelle stesse fasce d’età), sia con pubblicazioni sia con comunicazioni e relazioni a Congressi Nazionali ed Internazionali. Si è interessata anche di affezioni dell’apparato scheletrico con l’applicazione di una moderna tecnica roentgendensitometrica applicata nel malassorbimento e di patologia dell’apparato respiratorio neonatale con un controllo clinico radiologico a distanza nei pazienti sottoposti ad assistenza respiratoria in periodo neonatale. Inoltre ha collaborato con C Defilippi in alcuni lavori di Radiologia Interventistica. Infine ha collaborato, svolgendo il capitolo “Fegato e via biliari”, al “Trattato di Ecografia Pediatrica” 9 ed i capitoli IX: “I traumi” (pag.125-110), e X: “L’anca nelle displasie scheletriche e nelle sindromi cromosomiche” (pag 131-149), alla monografia “L’anca pediatrica”. 10 Gli argomenti trattati in questa pubblicazione costituiscono una parte notevole della sua attività scientifica. LA è iscritta alla Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) da molti anni e partecipa all’attività della Sezione dalla fine degli anni Settanta e durante gli anni Ottanta su argomenti di Radiologia Tradizionale in coll. coi Medici del Servizio Radiologico dell’OIRM (VI Congresso, Bologna 1979; VIII Congresso, Trieste 1981; XXX Congresso Nazionale della SIRMN, Milano 1982) per cui rimandiamo alla Cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Claudio Defilippi (CD) è nato a Torino nel 1953. Nel 1979 si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi della stessa città con il massimo dei voti, nel 1983 consegue il Diploma di Specializzazione in Radiologia presso la stessa Università e con la stessa votazione. Dal 1983 presta servizio presso il Reparto radiologico dell’OIRM di Torino. C Defilippi (CD) è socio della SIRM ed iscritto alle Sezioni di Radiologia Pediatrica, 43 di Radiologia Muscolo-scheletrica e di Radiologia in Medicina dello Sport. Particolarmente attiva è stata la sua partecipazione alle manifestazioni della Sezione di Radiologia Pediatrica, come risulta dalla Cronistoria di questa Sezione, riportata in altra parte di questa opera alla quale rimandiamo. Di questa Sezione è stato consigliere (2003) del IV Comitato Direttivo per il periodo (1988-91) ed ultimamente (2003) è stato eletto Presidente della Sezione. Inoltre è membro di altre Associazioni scientifiche: “Italian Sarcoma Group” e “Associazione per lo Studio delle Malattie rare” della Regione Piemonte. E’ autore e coautore di 126 pubblicazioni la maggior parte delle quali pubblicata su prestigiose riviste (La Radiologia Medica, Pediatric Radiology, American Journal of Roentgenology, Skeletal Radiology, American Journal of Medical Genetics, Journal of Pediarics Endocrinology & Metabolism, European Journal of Radiology, Acta Pediatrica, Journal of Pediatric Surgery, Journal of Clinical Ultrasound e altri ancora). Si è interessato di tutte le branche della Radiologia Pediatrica in particolare della radiologia Vascolare ed Interventistica, di cui è stato uno dei primi promotori con l’introduzione della stessa a metà degli anni ‘80 in Radiologia Pediatrica. Infine a partecipato al progetto CNR per la terapia dei sarcomi dell’osso e lo studio delle malattie rare, in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e l’Istituto di Oncologia dell’Università di Torino. E’ incaricato dell’insegnamento di Radiologia Pediatrica presso le Scuole di Specializzazione di Pediatria e di Chirurgia Pediatrica dell’Università degli Studi di Torino. 11 Francesco Potenzoni durante la sua direzione del Servizio Radiologico dell’OIRM di Torino promuove l’attività scientifica della Radiopediatria, organizzando a Torino due importanti manifestazioni, la prima nel giugno del 1991 come presidente del XIII Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica e l’altra con un corso di aggiornamento sempre a Torino nel giugno dell’anno successivo. Il Congresso si articola in quattro relazioni, due tavole rotonde ed una sessione dedicata alle comunicazioni. Le relazioni che vertono sull’apparato scheletrico: “le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie studiate con diverse metodiche”; “lo stato attuale della diagnostica per immagini nello 44 studio dei tumori ossei in età pediatrica”; “l’osteodistrofia renale” ; “la densitometria ossea”. La I tavola rotonda ha per tema “il mielomeningocele e i disrafismi spinali”. La II tavola rotonda verte sul “bambino battuto” nei suoi vari aspetti clinico, radiologico e medico-legale. Particolarmente interessante per il livello scientifico ed il numero (una ventina) la sessione delle comunicazioni. Il corso di aggiornamento dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in età pediatrica” risulta di estremo interesse per l’importanza degli argomenti trattati e per il valore delle lesioni che in pratica trattano tutta la patologia toracica in età pediatrica sia dal punto di vista diagnostico che metodologico. Delle due manifestazioni viene dato un esauriente resoconto nella Cronistoria della Sezione di Radiologia pediatrica. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 GS Marchese: Radiologia Pediatrica (in due volumi). Ed Minerva Medica, Torino, 1971 2 M Randaccio: Le finestre buie del ’43. Ed Daniele Piazza, Torino, 1993 3 G Agati nella rubrica “Libri nuovi”. Radiol Med 85: 722, 1993 4 B Guglielmo, M Randaccio. Min Nucl 4: 432, 1960 5 R Cirello, M Randaccio. Min Rad 13: 131, 1968 6 P Franceschini, C Fabris, G Borgetti, E Grassi, M Randaccio: First rib hypoplasia in Patau’s disease. Pediatr Radiol 2: 65-68, 1974 7 M Randaccio, L Artesani, M Simone: Fotodensitometria ossea in età pediatrica. Metodica e primi risultati. Min Ped 34: 499, 1982 8 Le notizie riportate sul Servizio Radiologico dell’OIRM sono state gentilmente fornite dalla Dott.ssa Laura Artesano cui va il mio sentito ringraziamento. 9 L Artesani, C Defilippi, G Lucigrai, R Perale, G Tomà: Fegato e via biliari in: Trattato di Ecografia Pediatrica di G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1992 10 L Artesani in: L’anca Pediatrica. Collana monografica di Radiologia muscolo-scheletrica, a cura di U Albisinni. Guido Gnocchi Editore srl, Napoli, 1994 11 I dati riferiti sono stati tratti da Il Radiologo, XLII: 14, 2003 45 Ad ALESSANDRIA nella seconda metà del Novecento l’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” va incontro a notevoli trasformazioni. Nel 1958 viene costruito un nuovo edificio a due piani per il ricovero dei lattanti e dei prematuri. Il I settembre 1962 viene nominato Primario Pediatra e Direttore Sanitario il Prof. Pietro Cesare Gamelero (già aiuto presso l’Università di Torino). Nei dieci anni successivi vengono costruiti due nuovi edifici a 3 piani; i posti letto vengono portati da cento a duecentocinquanta. Nei nuovi locali vengono sistemati: la Chirurgia infantile, l’Anestesia e rianimazione, l’Ortopedia infantile, il Pronto soccorso e l’Accettazione, l’Otorinolaringoiatria infantile ed in un secondo tempo la Neuropsichiatria infantile e la Neonatologia. Come si è visto nelle parte generale un’attività radiologica all’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” inizia con certezza nel 1933. Nel secondo dopoguerra, prima del 1970, la Radiologia è priva di personale tecnico qualificato. E’ di quell’anno l’assunzione del primo tecnico sanitario di radiologia (Wilma Pancotti). La sala diagnostica è unica, unico anche l’apparecchio (50 mA di base, senza Potter; lo sviluppo è manuale). E’ in dotazione anche un portatile per gli esami al letto. Fino al 1972 la radiologia è composta da tre sale: I sala: ortoclino con scopia tradizionale, tavolo di comando con mA variabili. II sala: tavolo con Potter, seriografo, scopia tradizionale stratigrafo, stativo III sala: camera oscura con sviluppo manuale. Nel 1973 viene istituito il Servizio di Radiologia Pediatrica; è chiamato a dirigerlo il Prof. Giorgio de Filippi. Giorgio de Filippi è un personaggio di spicco della Radiopediatria italiana tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso. Nato a Sanremo nel 1932 si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Genova nel dicembre 1957 con voti 110 su 110 e lode discutendo la tesi: “Confronto tra la Radioterapia a 200kV e la telecobaltoterapia nel trattamento dei tumori polmonari primitivi”; dimostrando così fino dagli studi universitari il suo interesse per la Radiologia. 46 Dopo la laurea frequenta l’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova e sotto la guida del Direttore Prof. Alessandro Vallebona, eminente figura della Radiologia italiana e mondiale, consegue il diploma di specialista in Radiologia Medica con la tesi: “L’angiografia cerebrale negli aneurismi artero-venosi congeniti endocranici” che presuppone già il suo orientamento verso la Radiologia Pediatrica. E’ vincitore del concorso per titoli ed esami al posto di Aiuto Radiologo presso l’Ospedale Infantile Burlo Garofolo” di Trieste nel giugno 1967. Nel maggio 1969 consegue l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia e nell’aprile del 1973 ottiene l’incarico primariale presso lo stesso Ospedale. Nello stesso anno viene istituito, come già scritto, il servizio di Radiologia Pediatrica presso l’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di Alessandria di cui GdF è nominato Primario a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami. Durante la sua direzione nel 1975 avvengono il trasloco del Reparto radiologico nella nuova sede (ove trovasi tutt’ora) e una modernizzazione del Reparto con l’acquisto di un craniostato e di un nuovo apparecchio di diagnostica con amplificatore di brillanza (AB). Nel 1980 è acquisito l’angiografo Prestimax 3 ed è sostituito il portatile per gli esami a letto. Inoltre viene acquisto un apparecchio portatile con AB per gli esami nelle sale operatorie (Siremobil 2). Altri apparecchi vengono acquistati negli anni successivi. Nel 1981 è installato un apparecchio dedicato alla Radiologia pediatrica, il II in Italia. “Pediatrix Dualix 825”. Nel 1987 viene acquistato un Telecomandato GMM. Durante il Primariato di GdF un’attenzione particolare è stata rivolta all’attività ecografica che inizia fin dal 1980, con l’installazione di un ecografo Sonel 303 CGR. Tra il 1988 e il 1992 vengono acquisiti tre ecografi: ecografo Esacontrol AU 1000 AEB; ecografo 560 AU Esaote con sonda a specifico uso pediatrico ed un ecografo ULTRAMARK 4 PLUS ATL con sonde multifrequenza per uso pediatrico. A GdF va attribuito anche il merito di aver costituito in collaborazione con il Prof Umberto Bosio, Primario di Chirurgia Pediatrica negli anni ’70 e ’80 un centro di diagnostica e terapia della patologia urologica pediatrica ancora oggi fiore all’occhiello dell’attività dell’Ospedale Pediatrico di Alessandria. Durante la Direzione di GdF viene potenziato l’organico medico. Con decorrenza dal 1975 vengono 47 assunti successivamente in servizio: il Dott Mauro Coppi, proveniente dalla Medicina del Lavoro dell’Università di Pavia come aiuto radiologo, nel 1976 come assistente radiologo il Dott. Marco Letico, allievo dell’Istituto “G Gaslini” di Genova e nel 1980 con le stesse funzioni il Dott. Andrea Forroni che proviene dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova. Nel 1991 è nominato assistente radiologo il Dott. Alessandro Castriota Scanderberg, formatosi all’Università di Parma. Nel 1993 a seguito del pensionamento del Prof. G de Filippi assume il primariato il Dott. Mauro Coppi, già aiuto radiologo dal 1975. Il suo posto è attribuito al Dott. Marco Letico, assistente radiologo dal 1976. La Dott.ssa Anna Molinari è assunta come assistente radiologo nel 1995. Nel novembre1994 la tragica alluvione del fiume Tanaro distrugge completamente il reparto (l’acqua e il fango raggiungeranno l’altezza di circa 180 cm) con perdita, tra l’altro, di tutto l’archivio, della documentazione di gran parte dell’attività scientifica e di tutti i volumi in dotazione della biblioteca e di tutte le apparecchiature radiologiche che vengono ricostituite grazie alla generosità dei lettori del quotidiano “La Stampa”. Pertanto la dotazione di apparecchi radiologici, del Servizio distribuiti in 3 sale è la seguente: nella sala A è collocato il trocoradiografo Siemens mod. Multix CH; nella sala B l’Ortoclino Siemens mod. Sirescop CX; nella sala C: il Telecomandato Siemens mod. Siregraph CF - Ortopantomografo Siemens mod. Orthophos CP. Inoltre sono in dotazione 2 AB portatili: uno per la sala operatoria della Chirurgia (portatile Siemens mod. Siremobil 4E) e l’altro per la sala operatoria della Ortopedia (portatile Sias mod Operdigi 9CP e 2 portatili radiologici per la Rianimazione: un monoblocco Shimadzu mod Capacitor MCL 100 L30 ed un portatile Siemens mod Mobilette Plus. Viene inoltre acquisito un portatile GE mod. CGR VMX per l’Ortopedia. Infine vengono acquisiti 3 ecografi: I) Idea A4 Esaote con colordoppler e sonda per uso pediatrico; II) 560 Esaote con sonda per uso pediatrico; III) un portatile Spazio EUB 450 Esaote con sonda specifica pediatrica. Nel 1995 è istituita l’Azienda Sanitaria di livello nazionale “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” con conseguente fusione in un unico ente dell’Ospedaletto con l’Ospedale Civile. 48 Nel 1999 successivamente al pensionamento del Primario Dott Mauro Coppi, il Servizio di Radiologia pediatrica, nella ormai imperante ottica del contenimento della spesa, viene assorbito dalla “Struttura complessa di radiologia” dell’Ospedale Civile nel contesto del “Dipartimento di Diagnostica per immagini ed interventistica” dell’Azienda Ospedaliera “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”, diretto dal Dott. Francesco Musante. Assume così la tipologia di “Struttura semplice”. Viene nominato responsabile il Dott. Marco Letico coadiuvato dalla Dott.ssa Anna Molinari. Nel 2001 è acquisito un altro ecografo: Technos Esaote con ecocolordoppler e sonde multifrequenza ad uso pediatrico. In tal modo sono disponibili 4 ecografi. Per quanto attiene alla TC, alla RM, la Radiologia Interventistica, la Neuroradiologia e la Medicina Nucleare, il Servizio di Radiologia pediatrica attualmente fa riferimento alle apparecchiature e ai colleghi del Dipartimento di Diagnostica per immagini della comune Azienda Ospedaliera con sede nell’Ospedale Civile adiacente. Nell’ottobre 2002 è stato acquisito un sistema CR, RIS, PACS, della ditta Fuji, che è divenuto operativo nel dicembre 2002, in occasione del trasferimento del reparto nella nuova sede. E’ in programma l’acquisto in un prossimo futuro di un apparecchio di tomografia computerizzata. Attualmente (2003), l’organico medico comprende il Dott. Marco Letico e la Dott.ssa Anna Molinari. Il Reparto si avvale (anche per il servizio di reperibilità) dell’aiuto di alcuni colleghi del Dipartimento di Diagnostica per Immagini con sede presso l’adiacente Ospedale Civile che si dedicano con passione anche alla radiologia pediatrica: la Dott.ssa Maria Paola Scarsi e il Dott. Claudio Cangelosi. Ha usufruito inoltre della consulenza e della collaborazione dei colleghi della radiologia dell’Istituto “G Gaslini” di Genova diretto dal Dott. Paolo Tomà. Il servizio ha in dotazione 5 TSRM dedicati esclusivamente alla attività pediatrica, due segretarie e una ausiliaria. Il numero complessivo di esami eseguiti durante l’anno prendendo come anno di riferimento il 2001 ammonta a circa 18000 di cui 7077 ecografici pari al 39% ed il resto di indagini radiografiche tradizionali1. 49 Ad Alessandria Giorgio de Filippi (GdF) continua l’attività scientifica iniziata nei primi anni Sessanta con la pubblicazione su argomenti di Radiologia generale, ma che ben presto sono rivolti alla Radiologia Pediatrica. Nel complesso la sua produzione scientifica non è abbondante ma qualificata consistendo in una sessantina di lavori per la maggior parte inerenti a pubblicazioni a stampa in importanti riviste italiane ed estere (la Radiologia Medica, Minerva Pediatrica, Quaderni di Radiologia, Pediatric Radiology, British J Radiology) per non citarne che alcune a cui vanno aggiunte le relazioni e le comunicazioni presentate a Convegni delle Sezioni di Radiologia Pediatrica e di Radiologia Toracica della SIRMN, ai Congressi Nazionali della SIRMN ed ai Corsi di Aggiornamento. Durante la sua permanenza a Trieste come aiuto del Servizio di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico “Burlo Garofolo” collabora con il Chirurgo Pediatra W Galluzzi in una serie di pubblicazioni uscite tra il 1968 ed il 1972 apportando contributi allo studio morfologico e funzionale delle vie urinarie nei soggetti operati per malformazioni di questo apparato e ad un analogo studio del giunto gastroesofageo dopo intervento di “fundoplicatio”; interviene tenendo la conferenza “Studio radiologico delle malformazioni ureterali operate” al I Corso di Aggiornamento in Radiologia voluto dal Prof. P Cignolini Presidente del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN (Palermo 1970) e organizzato per la parte pediatrica da G S Marchese. Nello stesso periodo il reflusso vescico-ureterale è oggetto di studio da parte dei Radiologi Pediatri; GdF interviene sull’argomento con due pubblicazioni 2 3. Durante il Ventennio (1973-93) del Primariato GdF prosegue il suo interesse per la patologia dell’apparato urinario oggetto di tre pubblicazioni: “Blind ureteric buds”4; “Congenital megacalyces in Childhood”5; “Sonographyie diagnosis of urethral polys in a child”6 . Inoltre in occasione del XXVIII Congresso della SIRMN (Rimini 1978), tiene una lezione di aggiornamento su: “Masse renali e pararenali in età pediatrica”. Un’altra pubblicazione di rilievo nello stesso periodo riguarda: “Le indagini uroradiologiche nel primo anno di vita”7. GdF dedica la sua attenzione anche al settore torace-apparato respiratorio e all’apparato scheletrico. Al I apporta un contributo di rilievo sia dal punto di vista clinico –radiologico sia sotto l’aspetto tecnico-metodologico. 50 Tra l’altro esegue uno studio originale in collaborazione con E Grassi e M Randaccio, valorosi radiologi dell’OIRM di Torino, su “Aspetti angiografici e broncografici del polmone evanescente idiopatico e secondario nell’infanzia”8. Sugli aspetti tecnico-metodologici del torace nell’infanzia interviene con l’articolo: ”La proiezione in decubito laterale nello studio del torace infantile”9 e la comunicazione presentata alla sessione “Tecnica e metodologia” svolta al IV Convegno della Sezione di Radiologia toracica della SIRMN (Modena, marzo 1980). Nello stesso Convegno illustra: “La patologia toracica del neonato e del lattante”. Rimanendo nel campo dell’apparato respiratorio non possiamo non citare la relazione magistrale di GdF “Flogosi polmonari acute” tenuta al Convegno: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in età pediatrica” (coll A Castriota Scanderberg), in cui viene trattato in modo esauriente ed aggiornato questo complesso capitolo della Radiodiagnostica. Nel campo dell’apparato scheletrico GdF ha apportato contributi significativi: oltre alla valutazione della mineralizzazione ossea (1972) alcune lezioni a Corsi di aggiornamento: tra cui le due lezioni “Lo scheletro in età infantile” e “Casistica ragionata sulla patologia dello scheletro in età infantile”, tenute al corso di aggiornamento osteoarticolare (Pavia 1984) e la lezione: “L’urgenza scheletrica in età pediatrica” svolta al Corso di aggiornamento della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, dal tema : “Cosa ogni Radiologo deve sapere” – Copanello (CZ) (settembre 1989). GdF ha recato un importante contributo nel settore dell’apparato scheletrico con la bellissima monografia (coll G Garlaschi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova) “I difetti benigni della corticale”10, che costituisce un’ importante messa a punto di queste frequenti alterazioni ossee nell’età pediatrica, spesso fonte di errori di interpretazione, di ulteriori ricerche e di eventuali interventi non giustificati. Il testo è sintetico ma esauriente e corredato da un’eccellente documentazione iconografica che prende in considerazione i vari aspetti di queste lesioni e la loro evoluzione. In uno degli ultimi articoli GdF: “La radiologia pediatrica tra l’incudine e il martello” rivendica con validi argomenti le prerogative di questa branca della Radiologia non solo in senso accademico e culturale ma anche sul piano pratico, che 51 richiedono in chi la esercita non solo una solida preparazione nella diagnostica per immagini ma anche una competenza specifica nei diversi campi della Pediatria e nella tecnica radiologica11 Dalle sue considerazioni emergono i motivi sostanziali della crisi incipiente alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta della Radiopediatria italiana che interessa soprattutto gli ospedali pediatrici minori su cui si ritornerà più avanti nella cronistoria della Radiologia Pediatrica del nostro Paese. GdF ha collaborato anche ad alcuni libri di Radiologia: al manuale “Diagnostica per immagini e Radioterapia” di Giorgio Cittadini con lo svolgimento del capitolo XXXVII: “Radiologia Pediatrica”12 e alla monografia: “ La radiologia di tutti i giorni” dello stesso Autore e di F Sardanelli con il capitolo: “ Il bambino con broncopolmonite”. Notevole l’attività didattica svolta da GdF. Oltre alla sua partecipazione come docente a numerosi corsi di aggiornamento in parte già citati, è stato insegnante presso la scuola di specializzazione in Radiologia dell’Università di Trieste con l’incarico di insegnamento di “Semeiotica radiologica generale” per l’anno accademico 1972-73 e presso l’Università di Genova con l’incarico di insegnamento in Radiologia Pediatrica nell’anno accademico 1974-75 e nei successivi fino all’anno 1981-82 compreso. Successivamente è stato nominato “Professore a contratto” per svolgere un corso di Radiologia Pediatrica, integrativo del corso di Radiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Genova, negli anni accademici 1986-87, 87-88, 88-89. Inoltre ha tenuto alcune lezioni alla Scuola di Specializzazione presso l’Istituto di Radiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel marzo 1988 e presso l’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Sassari all’inizio dell’estate dello stesso anno. Socio della SIRM(N) per molti anni e membro della Sezione di Radiologia Pediatrica della stessa Società fin dalla sua istituzione. Membro associato della “European Society of Pediatric Radiology (ESPR) dal 1976 e membro attivo della stessa Società dal 1981. Frequentatore assiduo dei Congressi annuali della ESPR al XXIX Congresso della Società (Budapest 1992) ha presentato una comunicazione (in coll con A Castriota Scanderberg e M Letico): 52 “Ultrasonography in early Legg-Calvé-Perthes disease” in cui viene sottolineato l’importante ruolo svolto dall’ecografia nella diagnosi precoce di questa affezione. L’attività in Radiopediatria dai successori di GdF, Mauro Coppi e Marco Letico nella direzione del Servizio Radiologico dell’Ospedale Infantile C Arrigo è stata dedicata principalmente al settore dell’Ecografia fin dall’inizio degli anni Ottanta sia nelle applicazioni pratiche sia ricerca scientifica. Mauro Coppi (MC) in coll con Andrea Forroni è stato uno dei primi in Italia ad interessarsi della ecografia tranfontanellare. Marco Letico (ML) è stato all’avanguardia in Piemonte (insieme ai colleghi dell’OIRM) e in Italia nello studio ecografico della displasia dell’anca. In collaborazione con gli ortopedici pediatri ha creato fin dal 1988 un centro di importanza regionale ed extraregionale per la diagnosi e la terapia precoci della displasia dell’anca13. Non avendo avuto notizie dirette da MC e ML sulle loro pubblicazioni ho fatto riferimento alla letteratura radiologica. All’inizio della sua attività scientifica M C collabora con GdF in due articoli, cui è stato accennato nella trattazione della produzione scientifica di GdF (megacalici congeniti nell’infanzia e diagnosi ecografica di un polipo in un bambino) ed in un’altra pubblicazione “Aspergillosi polmonare invasiva nella malattia granulomatosa cronica del bambino14”. MC in studi successivi con la collaborazione di M Letico, di Radiologi della Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS (S Giovanni Rotondo) e ortopedici dell’ “Ospedale Pediatrico” di Alessandra e dell’Istituto “G Gaslini” di Genova si è interessato di applicazioni dell’ecografia nella patologia dell’anca in età pediatrica15 16 In uno degli ultimi lavori MC affronta il tema: “La diagnosi di polmonite da mycoplasma nel bambino. Quale il ruolo del radiogramma del torace?”, un problema molto discusso tra i radiopediatri e i pediatri e al momento in cui scrivo queste righe non ancora del tutto risolto.17 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Le notizie fin qui riportate sono dovute alla cortesia del Dott. Marco Letico 2 G De Filippi (coll W Galluzzi): Il ruolo della Radiologia nello studio del reflusso vescico-ureterale dell’età pediatrica. Minerva Radiologica 13:401, 1968 53 3 G De Filippi (coll W Galluzzi): I criteri di scelta del caso chirurgico nel reflusso vescico-ureterale primario. Urologia 39, 1972 4 G De Filippi (coll S del Forno, M Bianchi) Pediatric Radiol 5:160, 1977 5 G De Filippi (coll M Coppi): Congenital megacalyces in Childhood. X-Ray Focus 16:74, 1978 6 G De Filippi (coll L Derchi, M Coppi, E Biggi. Pediatr Radiol 13:351, 1983 7 G De Filippi (coll S Polotti) Nuntius Radiologicus 38:61, 1975 8 G De Filippi (coll E Grassi, M Randaccio) Radiol Med 62:248, 1976 9 G De Filippi, Il Radiologo 19:66, 1980 10 G De Filippi, G Garlaschi: I difetti benigni della corticale. Ed. ECIG Genova, 1991 11 G De Filippi Radiol Med 82:10, 1991 12 G de Filippi: Cap XXXVII. Radiologia Pediatrica nel Manuale di Diagnostica per immagini e Radioterapia di Giorgio Cittadini. Cap XXXVII, Ed. ECIG, III Ed, 1995 13 Le notizie riportate attinenti al Dott. M Coppi e M Letico sono state gentilmente fornite da quest’ultimo. 14 G de Filippi, P Vay, M Coppi: Aspergillosi polmonare invasiva nella malattia granulomatosa cronica del bambino. Radiol Med 69:158, 1983 15 A Castriota Scanderberg, E Orsi, V de Micheli, F Pediazzi, M Letico, M Coppi: L’ecografia nella diagnosi e nel followup delle coxalgie nell’età pediatrica. Radiol Med 86:808, 1993 16 A Castriota Scanderberg, M Letico, M Coppi, C Origo, E Orsi, M G Bonetti, M Cammisa: L’ecografia nella diagnosi di pre-epifisiolisi della testa femorale. Comunicazione presentata alla sessione di Radiologia Pediatrica. Comunicazioni libere del XXXVI Congresso Nazionale della SIRM 17 A Castriota Scanderberg, F Popolizio, M Sacco, M Coppi, M G Scarale, M Cammisa: La diagnosi di polmonite da mycoplasma nel bambino. Quale il ruolo del radiogramma del torace?. Radiol Med 89:782, 1995 54 Mi limiterò alla segnalazione delle notizie essenziali inerenti alla storia della Clinica Pediatrica “De Marchi” di MILANO, durante la seconda metà del Novecento, che possono interessare per i riflessi sul servizio radiologico nello stesso periodo. La Clinica svolge la sua attività nell’ambito del Presidio Ospedaliero (PO) di Via Commenda e Regina Elena, che costituiscono il “nucleo storico” degli Istituti Clinici di Perfezionamento, ora IRCCS. In questo periodo si verifica una notevole evoluzione nelle strutture e nell’organizzazione della Clinica Pediatrica alla cui Direzione si avvicendano come Cattedratici: I Nasso (1931-1962), E Schwarz-Thiene (1962-69), P Careddu (1968). Nel 1970 con lo sdoppiamento della Cattedra divengono Direttori (I Cattedra P Careddu e II Cattedra F Sereni). All’inizio degli anni Novanta viene creata una terza Cattedra diretta da V Carnelli. Dal Duemila i Cattedratici sono: N Principi e V Carnelli. Nel 1962, durante la Direzione del Prof. Schwarz–Thiene, si procede ad una ristrutturazione ed un ammodernamento della Clinica Pediatrica e della Radiologia. All’inizio degli anni Ottanta, ai 203 posti letto della Clinica Pediatrica si aggiungono i posti letto della Chirurgia Pediatrica, dei Neonati fisiologici e della Patologia neonatale. Complessivamente si raggiunge il numero di 280 posti letto, che determina un notevole incremento dell’attività della Radiodiagnostica. In prosieguo di tempo si verifica una progressiva riduzione dei posti letto (fino a 6050), analogamente a quanto accade negli altri Ospedali Pediatrici, ma il numero degli esami radiologici arriva quasi a quadruplicarsi nei dieci anni, successivi. Nei primi anni ’90 del secolo scorso la Clinica Pediatrica presenta una ristrutturazione in servizi e centri analoga a quella di molti Ospedali e Cliniche Pediatriche Universitarie, già segnalata nella parte generale, con Accettazione, Cardiologia, Nefrologia, Gastroenterologia, Genetica Clinica, Ematologia – Oncologia, Neurologia, ecc.). Dal 1° gennaio 1998 viene istituita una struttura dipartimentale complessa, che comprende i Presidi Ospedalieri “Commenda” e “Regina Elena” (di cui fanno parte le due Cliniche Pediatriche Universitarie), il CTO ed il “Vittore Buzzi”. In 55 sostanza i Dipartimenti hanno il compito di coordinare e definire l’attività dei Presidi ospedalieri che costituiscono il luogo d’erogazione di prestazioni e di servizi1. I reparti di degenza del P O di Via Commenda e Regina Elena comprendono l’Anestesia e la Rianimazione, le diverse UUOO di Chirurgia, tra le quali la Chirurgia Pediatrica, la Medicina del Lavoro, la Medicina Generale, la Patologia Neonatale I e II, l’Oculistica, la Clinica Ostetrica e Ginecologica I e II, la I e II Clinica Pediatrica (responsabili rispettivi, N Principi e V Carnelli), Pediatria Preventiva e Sociale, Emato-oncologia, Centro reg. Fibrosi Cistica, Terapia Intensiva pediatrica. I servizi dello stesso PO comprendono la Cardiologia, la Medicina del Lavoro, la Neurologia, il Pronto Soccorso Pediatrico, le UUOO di Laboratorio, l’Immunopatologia trasfusionale, alcuni servizi a carattere sociale, infine due diagnostiche per immagini, di cui una Pediatrica (responsabile la Dott. P Barbaccia). Responsabile del dipartimento di diagnostica per Immagini, da cui dipendono le due diagnostiche, ricordate prima, le diagnostiche per immagini, del CTO e del PO Vittore Buzzi (v. Servizio Radiologico dell’Ospedale dei Bambini di Milano) è il Dott. Fabio Triulzi già aiuto di G Scotti al “San Raffaele”, eccellente neuroradiologo. A MILANO nel 1956 – 57 si procede ad una ristrutturazione del reparto radiologico durante la Direzione della Clinica Pediatrica del Prof. I Nasso. Responsabile del Servizio è il Dott. Mario Faccini. Nel 1963 la Dott.ssa Fiorenza Bellini (FB), a seguito della richiesta dell’amministrazione degli ICP, viene trasferita in qualità di assistente straordinario dalla Clinica del Lavoro, ove prestava servizio dal 1957, al reparto radiologico della Clinica Pediatrica De Marchi. Fiorenza Bellini (FB) è un altro personaggio di notevole spessore della Radiopediatria Italiana, che opera sulla scia dei pionieri. Autodidatta, dotata di forte carattere e di una vivace intelligenza, s’impone ben presto nell’ambiente scientifico pediatrico, per la sua comunicativa e capacità di sintesi. 56 E’ nata a Portoferraio, ma la sua città di adozione è Milano ove si è trasferita giovanissima nel 1946. All’Università degli Studi di Milano ottiene la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1953 e il diploma di specializzazione in Radiologia nel 1956. Negli stessi anni è allieva interna presso l’Istituto dei Tumori e successivamente assistente volontaria e svolge la prima attività scientifica. Dal 1957 fino al 1962 è assistente straordinaria presso la Clinica del Lavoro di Milano e aiuto radiologo per chiamata presso l’Ospedale di Vimercate per poco più di sei mesi dall’agosto del 1962 alla fine di febbraio 1963. Presso il Servizio radiologico della Clinica Pediatrica FB compie la carriera ospedaliera; diviene aiuto radiologo di ruolo nel 1964 e a seguito dell’Istituzione del Primariato nel 1970, prima Primario incaricato e nell’anno successivo di ruolo. Nel 1965 aveva conseguito l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia. Durante la direzione di FB l’organico medico viene ampliato. Vengono assunti in ruolo, rispettivamente come aiuto, il Dott. Giampiero Beluffi nel 1973, che rimarrà in servizio fino al 1981, e come assistente il Dott. De Luca (nel 1972), che sarà sostituito dalla Dott.ssa Paola Barbaccia, in organico fin dal ’76. Dal 1980 al 1992 si succedono 8 medici per brevi periodi. Dopo il pensionamento della Bellini, avvenuto nel 1993, diviene responsabile del Servizio la Dott.ssa Paola Barbaccia, coadiuvata da 4 medici, i Dott.ri G Grumieri (dal 1983), MA Pavesi (dal 1989), N Bonelli (dal 1998) e A Balzani (dal 2001), i due ultimi addetti alla TC, finalmente installata nel 1998. Anche l’organico dei tecnici, inizialmente costituito da una praticante di tecnologia, che funge anche da segretaria e da una signorina di buona famiglia, che successivamente verranno nominati tecnici sanitari di radiologia medica, grazie ad una sanatoria, viene in seguito portato a 5 membri. Completano il personale 2 ausiliari e 3 segretarie. Le apparecchiature: al momento della ristrutturazione del Reparto (1956) risultano funzionanti 2 diagnostiche: la I dotata di un clinografo Selenix GorlaSiama, con 2 tubi röntgen ad anodo rotante, l’altra (II), fornita di un clinografo e di un tomografo a poltrona, Zuder. Esiste anche una saletta di terapia con una modesta attrezzatura dotata di pastiglia di Stronzio per la terapia degli angiomi cutanei. 57 Nel 1969 viene istituita una terza diagnostica con l’acquisizione di un ortoclino Picker, dotato di AB e successivamente di una spot camera 70x70, che consente l’esecuzione degli esami angiocardiografici, dei cateterismi, degli studi emodinamici, ecc. Nel 1982 le apparecchiature della II diagnostica, divenuta la III, sono sostituite da un telecomandato GEM Televix 1600, con catena TV. Nel 1984 inizia l’attività ecografica con un ecografo manuale Philips, donato dal Prof. F Barbaccia, che viene sostituito nel 1989 da un ecografo Philips Orion real time. Un’altra sala ecografica viene allestita nel 1986, dotata di ecografo GE 3600 e successivamente da un ecografo TR400 GE. Recentemente sono stati acquisiti un ecografo ATL 3500, color doppler, con sonde MHz 7-9 microconvex, MHz 4-7 convex e MHz 10 lineare ed un Gev Logic 200 Pro con sonde microconvex MHz 6.5 e lineare MHz 7.5. Nel frattempo si procede a notevoli modificazioni nelle radiodiagnostiche tradizionali: nel 1990 il Picker della I Diagnostica viene sostituito con un apparecchio General Medical Merate MTT 90 fornito di pensile e spot camera 10x10; quattro anni dopo viene installato nella Diagnostica II un clinografo telecomandato, che viene sostituito nel 1998 da un apparecchio GE Compax 40 E, dotato di tavolo radiotrocografico e stativo. Nello stesso anno è installato nella Diagnostica III un telecomandato digitale Prestige GE. Nello stesso periodo viene acquistata finalmente la Tomografia Computerizzata (CT Prospeed GE, apparecchio dotato di tempo di scansione brevissimo: 1 secondo). Il reparto dispone inoltre di diversi apparecchi portatili; tra gli altri, dal 1982, un Mobilette Siemens per la terapia intensiva neonatale; due Polymobil Siemens, acquistati nel 1987, uno Stenoscope GE, con A B per la Rianimazione (1998). Nel 1969 si verifica il passaggio dallo sviluppo manuale delle pellicole allo sviluppo automatico, con l’acquisto di una sviluppatrice Fuji PPM 2100. Nel 1998 sono stati acquistati un sistema Laser ( Fuji FL IM-D) ed un sistema CR (Fuji FCR AC - 3CS) 58 Attività pratica del reparto: da un analisi dei dati disponibili risulta un notevole aumento nel corso degli anni Novanta degli esami radiologici passati dai 9706 del 1993 ai 26.000 del 2002, con prevalenza delle ecografie (da 5100 a 12700, incrementate del 149%). Nel frattempo molto minore si rivela l’aumento degli esami radiologici tradizionali, che crescono del 78% (da 4600 a 8200). Non è possibile un confronto col passato degli esami con TC, 3300 nel 2002, non esistendo nel 1993 tale apparechiatura, acquisita come già notato solo nel 1998. La produzione scientifica di Fiorenza Bellini (FB) costituita da 180 pubblicazioni, 2 abbraccia un lunghissimo arco di tempo che va dal 1952 fino al 2003 (che è l’ultimo anno da me considerato nella storia della Radiopediatria Italiana). Nel I periodo preso in esame dal 1952 al 1963 le pubblicazioni rispecchiano l’attività svolta da FB presso gli Istituti scientifici in cui presta servizio: tra il ’52 e il ’57 l’Istituto dei Tumori di Milano e successivamente, fino al ’63, la Clinica del Lavoro dell’Università della stessa città. Tra le pubblicazioni prodotte presso l’Istituto dei Tumori sono comprese alcune riguardanti neoplasie delle ossa e della mammella osservate in adulti e il carcinoma del retto in età giovanile. Nelle successive gli argomenti trattati sono attinenti a malattie professionali (pneumoconiosi, silicosi ecc.); affezioni bronchiali croniche complicate da enfisema polmonare grave, lesioni polmonari croniche conseguenti alle esposizione a gas irritanti, ecc. Inoltre risalgono a questo periodo alcuni lavori sperimentali di radiobiologia. A decorrere dal 1963 FB si dedica con grande impegno all’attività radiologica espletata presso la Clinica Pediatrica “De Marchi”. Gli argomenti trattati nelle pubblicazioni spaziano nei diversi campi della Radiologia Pediatrica attinenti agli apparati scheletrico, respiratorio, urinario, cardiovasale, la endocrinologia e l’auxologia. Uno dei contributi più rilevanti è apportato nel settore delle displasie ossee che porta alla identificazione di una nuova displasia metafisaria l’acroscifodisplasia, nota nella letteratura anche come sindrome di Bellini : a carattere autosomico recessivo è caratterizzata da una spiccata brachidattilia, 59 deformità “a coppa” delle metafisi femorali e tibiali, aspetto “a cono” delle epifisi delle stesse ossa. Oltre ai quattro casi descritti da FB, 3 , 4, 5 altre osservazioni sono state segnalate da Kozlowski e coll., Verloes e coll. ed al AA; complessivamente ammontano ad una decina i casi finora osservati nella letteratura. L’acroscifodisplasia è stata riportata anche nella recente classificazione delle malattie costituzionali dell’osso. 6 A FB si devono altri contributi importanti nel campo dell’apparato scheletrico. Basti ricordare la messa a punto a carattere monografico degli aspetti clinico-radiologici delle anemie infantili,7 alcune pubblicazioni sulle lesioni scheletriche nelle leucemie, tra cui una sulla indagine di routine dell’intero scheletro in 116 bambini 8 e l’altra sul significato prognostico dell’interessamento osseo dello scheletro nella leucemia linfoblastica acuta, la dettagliata relazione sulle alterazioni osteoarticolari nell’artrite reumatoide dell’infanzia presentata al XLI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Bologna, 1981). Inoltre si è interessata delle alterazioni ossee nelle malattie metaboliche dell’infanzia in particolare nell’oxalosi.9 Recentemente è tornata sull’argomento con un articolo sulle lesioni scheletriche in bambini affetti da iperfelinilalaninemia. Fin dall’inizio della sua attività in Radiopediatria FB si è dedicata allo studio delle affezioni dell’apparato respiratorio che si è concretato in una pregevole monografia in collaborazione con F Barbaccia “Diagnostica radiologica dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita”. 10 Si può affermare che FB sia con pubblicazioni, comunicazioni a Congressi Nazionali ed Internazionali e con lezioni a Corsi di aggiornamento si è interessata di tutti i temi riguardanti la patologia respiratoria nelle diverse età infantili dalla neonatale alla adolescenza: le malattie polmonari del neonato e del lattante, le malformazioni polmonari, le flogosi polmonari acute, le broncopneumopatie croniche, in particolare nelle forme da deficit immunitario e nell’AIDS. La fibrosi cistica e le urgenze toraciche sono state oggetto di varie lezioni a Corsi di aggiornamento. FB ha eseguito una ricerca originale nei bambini affetti da fibrosi cistica basata sul confronto tra alcuni parametri di funzionalità respiratoria e il quadro radiologico, in collaborazione coi medici della II Clinica Pediatrica, del Servizio 60 Radiologico delle Cliniche Pediatriche e degli Istituti Clinici di Perfezionamento e del Laboratorio di indagini funzionali delle Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Milano. 11 Al Convegno “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in età pediatrica” svoltosi a Torino nel giugno del 1992, ha tenuto, in collaborazione con P Barbaccia e coi Pediatri S Bolzoni e GP Grumieri dell’Università di Milano, una lezione magistrale sulle broncopneumopatie croniche distinte in flogosi complicanti le malformazioni, in forme da alterazioni della immunità e broncopneumopatie genetiche (delle quali è peculiare la fibrosi cistica). Ultimamente (2001) FB (Istituto di Radiologia, Ospedale S Paolo Università di Milano), ha partecipato a una ricerca pluricentrica di notevole interesse eseguita insieme a Pediatri (S Esposito e N Principi) dell’Università di Milano, a pneumologi (F Blasi e L Allegra) dell’Ospedale Maggiore, IRCCS della stessa città ed al “Mowgli Study Group” con lo scopo di stabilire il ruolo delle caratteristiche cliniche, laboratoristiche e radiodiagnostiche delle infezioni polmonari da Mycoplasma pneumoniae e Clamydia pneumoniae nell’età pediatrica. Dallo studio degli AA basato su 203 soggetti di età compresa tra i 2 e i 14 anni, ricoverati con diagnosi generica di broncopolmonite in comunità è emerso che sia i dati clinici, sia le comuni indagini di laboratorio (VES, PCR e conta dei globuli bianchi), sia l’esame radiologico del torace non apportano elementi utili per la diagnosi differenziale delle infezioni da M pneumoniae, e/o da C pneumoniae nei soggetti in età pediatrica con broncopolmonite. Pertanto auspicano che siano effettuate ricerche di test diagnostici rapidi, di facile esecuzione e di costi contenuti che consentano di differenziare queste infezioni. 12 Nei decenni Settanta – Ottanta del secolo scorso FB si è interessata attivamente anche di nefro-urologia in campo pediatrico. Nell’ambito della nefrologia ha segnalato la possibilità di correlazioni tra aspetti radiologici e quadri immuno-istochimici e ultrastrutturali di alcune nefropatie glomerulari (glomerulonefriti extracapillari e membranoproliferattive acute) in comunicazione in coll. con M Bardare e F Gaboardi, presentata al II Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Genova 1975). 61 Un argomento dibattuto tra i pediatri, i radiologi e gli urologi pediatri negli stessi anni è costituito dalla infezione delle vie urinarie e del reflusso vescicoureterale primitivo. FB ne discute in due pubblicazioni (in collaborazione col pediatra N Principi, 1978) Restando in campo urologico pediatrico sono da segnalare due articoli sintetici ma esaurienti, in cui F B puntualizza i quadri radiologici di “uropatie infantili” su base ostruttiva 13 e di “uropatie non ostruttive infantili”. 14 Sulle displasie cistiche renali FB interviene con una relazione su le “Displasie cistiche” (in coll. con P Tomà e S Riggio) alla tavola rotonda “Patologia malformativa del rene in età neonatale”, di cui lei stessa fa l’introduzione, svoltasi in occasione del XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano 1986). Nel settore cardio-vasale la produzione scientifica è piuttosto scarsa ma merita un accenno: l’angiocardiografia del neonato, conferenza tenuta al I Corso di aggiorna,mento in radiologia, svoltosi a Palermo nel 1970 in occasione del XXIV congresso nazionale della SIRMN; le anomalie dell’arco aortico, in collaborazione con U Squarcia della Clinica Pediatrica dell’Università di Parma, A Agnetti e F Bini radiologi della stessa Università e E Schiavetti, radiologa dell’Ospedale “V Buzzi” di Milano. In una comunicazione su la cardiomegalia neonatale presentata all’VIII Congresso Nazionale di Cardiologia pediatrica (1978) ed in una pubblicazione di alcuni anni dopo (1984) “Il radiogramma del torace nelle cardiopatie congenite”, ha indicato il ruolo della radiologia tradizionale nella diagnosi di questa patologia. Chiudono la rassegna delle pubblicazioni di FB, certamente non completa, dato il numero notevole degli argomenti trattati, l’indagine radiologica nella diagnosi delle disgenesie gonadiche, 15 e il capitolo “Radiological evaluation of β2 microglobulin amyloidosis” (coll. T Bardin e JD Laredo nel volume: “Dialysis amylodoisis” di F Gejyo, D Brancaccio, T Bardin; Wichtig Ed, Milano, 1989). Assidua e proficua la partecipazione di FB a Convegni, Congressi Nazionali ed Internazionali, di cui verrà fatta un’esposizione sintetica con riferimento ai più importanti. Tra i Congressi attinenti alla Radiopediatria svoltisi in Italia ha partecipato alla I riunione del Gruppo di Studio di Radiologia Pediatrica (Napoli 1974) con la 62 comunicazione “La Sindrome di Robinow”, che sarà oggetto di una pubblicazione successiva.16 Di una comunicazione di interesse nefrourologico presentata al II Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (SRP) della SIRMN è stato detto precedentemente. Comunicazioni sono state svolte anche al III Convegno (Firenze 1976) al IV Convegno (Torino 1977) per cui rimandiamo al Capitolo sulla Cronistoria della SRP. Il V Convegno, svoltosi a Milano nel 1978 fu organizzato da FB; ne sarà dato ampio resoconto nel cap. dedicato alla Cronistoria della SRP. All’XI Convegno della SRP, svoltosi a Modena nel 1987 FB partecipò con l’introduzione alla tavola rotonda su “Imaging diagnostico del collo”. 17 Al First International Symposium su: “Problems in Pediatric Endocrinology”, che ha avuto luogo a Firenze nel 1979 ha partecipato con la relazione: “Radiological evaluation in gonadal dysgenesis” (coll. B di Natale, M Menchini et al), oggetto di un successivo articolo sulla Rivista Italiana di Pediatria, di cui è stato scritto sopra. Da notare la partecipazione di FB, come relatrice ad alcuni Congressi Nazionali della SIRM(N). E’ già stato segnalato tra le pubblicazioni il suo contributo sulle displasie cistiche renali alla tavola rotonda svoltasi al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN. Al XXXV Congresso Nazionale della SIRM, svoltosi a Genova nel 1992, FB, alla tavola rotonda avente per oggetto: “La diagnostica per immagini delle infezioni nei soggetti con immunodepressione”, trattò la parte attinente alla Radiopediatria. Costante la sua partecipazione attiva con interventi e relazioni alle Giornate Bresciane di Radiologia toracica. Nel 1988 al Convegno interdisciplinare sulle “Deformità congenite e displasie ossee nell’età evolutiva” che ebbe luogo a Merate, ha presentato una interessante relazione su: “L’ipostaturalismo armonico e disarmonico: metodica e risultati dell’indagine radiologica”. 63 Della partecipazione ad altri Convegni e Congressi Nazionali della SRP e della SIP è già stato riferito nella parte precedente inerente alla Patologia toracica e scheletrica. All’estero è intervenuta con comunicazioni su temi diversi di Radiopediatria, ai Congressi annuali della ESPR: Basilea (1967), Parigi (1972), Madrid (1975), Lucerna (1977), l’Aia (1980), Oslo (1981), Praga (1982), e con un poster a Montreux (1988). Ragguardevole l’attività di FB svolta in Argentina: dal 1986 al 1998 ha partecipato ai Congressi internazionali dell’Hospital de Clinicas de Buenos Aires (BsAs) (uno ogni 2 anni) svolgendo una lezione di aggiornamento o una conferenza o per lo più partecipando a una tavola rotonda (su argomenti attinenti alla genetica, alla immunologia degli apparati scheletrico e respiratorio). Inoltre ha preso parte al Congresso Internazionale di Pediatria svoltosi nel 1985 a BsAs e quello di Chirurgia nel 1987, con un intervento nella tavola rotonda sul tema di relazione: “Patologia toracica infantile di interesse chirurgico” e di pneumologia sul tema di relazione: “Le broncopneumopatie croniche. Aspetti radiologici”, che ha avuto luogo a Rosario nel 1983. Nel 1987 ha tenuto la conferenza inaugurale sulle “Osteodisplasie” al Congresso organizzato dal Gruppo ECLAM18 a Punta del Este (Uruguay). Viene illustrata sinteticamente l’intensissima attività didattica svolta da FB all’estero, ma soprattutto in Argentina, presso le Università di Buenos Aires, di Cordoba e Rosario: in passato per 10 anni presso la Cattedra di Radiologia di Buenos Aires e presso la Cattedra di Pediatria di Cordoba; presso le Unità Docenti di Pediatria e di Radiologia di Avellaneda (BsAs Sud) e presso gli Ospedali pediatrici BsAs Gutierres ed Elizalde ed ospedali generali con divisioni di Pediatria: Hospital Fernandez; Hospital del Clinicas (I Cattedra di Pediatria) e all’Ospedale Italiano. Dal 1974 svolge Corsi a Rosario, prima presso la Cattedra di Pediatria e successivamente presso le Cattedre di Pediatria e Radiologia riunite. Dal 1977 dà lezioni a Resistencia, città nel Nord dell’Argentina, presso l’Ospedale Pediatrico sede di un’Unità docente di Pediatria. 64 Da oltre 20 anni FB tiene corsi e riunioni con i Radiologi all’Ospedale Pediatrico de La Plata. Da 17 anni svolge una lezione di diagnostica radiologica nelle Giornate sulle “Osteodisplasie” prima organizzate dalla Cattedra di Genetica dell’Università e successivamente dalla Cattedra di “Crecimiento Y Desarrollo” in collaborazione con il Servizio di Genetica, localizzata nell’Ospedale Nazionale di Pediatria “Dr. Garrahan” di BsAs. Inoltre per diversi anni ha insegnato all’Ospedale Pediatrico di Mendoza, ove ha tenuto anche corsi di aggiornamento riservati a Pediatri, selezionati dalla Società Argentina di Pediatria. All’inizio del Duemila ha insegnato anche in alcuni Ospedali delle Province Argentine. Per questa intensa attività scientifica la FB ha avuto due importanti riconoscimenti: dal 1981 il titolo di “visiting professor” alla Università di Rosario e dal 1988 è “professor invitato” della Università di BsAs Nel Duemila ha svolto una lezione sul tema: “Bone dysplasias” nella sessione dedicata alla Radiologia Pediatrica durante il Congresso Mondiale di Radiologia (4-8 sett 2000) cui hanno partecipato docenti di fama internazionale (tra gli altri Gordon, Ringertz, Swischuck). Nel 1982 per invito ed ospite del Governo Ungherese per una settimana tenne una lezione al giorno alla Clinica Pediatrica dell’Università di Szeged, corredata da un’ottima iconografia, che fu molto apprezzata dai Colleghi ungheresi, allora molto poveri in un paese oltrecortina. Nella stessa sede FB si recò nel 1987 per alcuni giorni, ove svolse una comunicazione su invito ad un Congresso di Neonatologia. In Italia dal 1965 al 1993 FB ha tenuto durante ogni anno accademico due o più lezioni alle Scuole di Specializzazione in Pediatria e Radiologia che ha continuato a svolgere, anche dopo il pensionamento, come professore “a contratto”. Inoltre ha svolto le seguenti attività: presso l’Ospedale S Paolo ha tenuto seminari alla Scuola di Radiologia e lezioni alla Scuola di Pediatria. Presso 65 l’Ospedale “Sacco” lezioni alla Scuola di Pediatria. Alla II Università di Milano, Ospedale “S Gerardo”, lezioni alla Scuola di Pediatria. Infine vanno citati i contributi ai corsi di aggiornamento sullo scheletro ed ai corsi itineranti di radiologia toracica fino all’ottobre 2002 (Siena) e le lezioni tenute agli Istituti Clinici di Perfezionamento, che hanno riscosso la riconoscenza ed il consenso unanime degli allievi. Fiorenza Bellini è stata nominata socio emerito della SIRM nel 2006 (nota del curatore). La produzione scientifica di Paola Barbaccia (PB) ammonta a 33 pubblicazioni, uscite tra il 1976 e il 2003, cui si devono aggiungere le relazioni e gli interventi a Congressi e Seminari, svolti tra il 1977 ed il 1993 (complessivamente 23). 19 Le pubblicazioni sono state stampate su importanti riviste italiane, tra le altre: La Radiologia Medica, Rivista Italiana di Pediatria, Minerva Pediatrica, L’Ospedale Maggiore, Rassegna Italiana di Chirurgia Pediatrica e straniere: Chest, Annales de Radiologie; infine negli Atti di alcuni Convegni e Congressi di rilievo: Giornate Pneumoradiologiche Bresciane (1977- 1979 - 1993), X International Cystic Fibrosis Congress (1988), Proceedings of the European Society of Chlamydia Research (1988), III European Conference on Pediatric Rheumatic Diseases (1995), XXI European Cystic Fibrosis Conferences, I Congress ASPIC, ecc. La maggior parte dei lavori riguarda temi attinenti alle affezioni dell’apparato respiratorio, complessivamente una ventina includendo i capitoli dedicati a trattati 20 , a libri 21 e a monografie. 22 Nel settore dell’apparato respiratorio i primi lavori di PB (coll. G Bracchi, E Biffi et al) sono stati dedicati all’impiego dell’angiocardiografia nella patologia polmonare (enfisema polmonare e malattia polmonare cronica ostruttiva) successivamente PB si è interessata delle broncopolmoniti da infezioni da Clamidia e da virus sinciziale e di broncopneumopatie croniche, soprattutto della fibrosi cistica. Una relazione complessiva sulle broncopneumopatie croniche cui 66 PB ha collaborato con F Bellini, S Bolzoni, GP Grumieri è stata svolta nell’importante Convegno “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica” (Torino giugno 1992). Per quanto riguarda la fibrosi cistica, oltre alla pubblicazione già citata è da notare l’articolo (coll. GP Grumieri, MT Marzano, R Padoan sui quadri radiologici polmonari nella fibrosi cistica osservati nel I anno di vita. 23 Altri argomenti trattati da PB riguardano la patologia dell’apparato digerente (sei) principalmente malformazioni: esofagee (fistola esofago-tracheale ad H, duplicazioni) ernie diaframmatiche, la malrotazione intestinale in “situs viscerum inversus”. Su le sindromi da malassorbimento PB insieme a E Schiavetti ha presentato una proposta di protocollo radiologico per il loro studio radiologico. 24 Inoltre si è interessata di temi a carattere generale, ancora attuali all’inizio degli anni Novanta: L’ecografia nel neonato e nel lattante: relazione in collaborazione a F Bellini, GP Grumieri, MA Pavesi pubblicata agli atti delle Giornate Bresciane di Radiologia toracica, Brescia – Marzo (1993) e l’AIDS in età pediatrica. 25 Tra i pochi articoli di PB inerenti la patologia scheletrica merita di essere segnalata la descrizione di due casi familiari di osteoartropatia ipertrofica (pachidermoperiostosi) in età pediatrica. 26 Notevole la sua partecipazione quale relatore a Convegni e Congressi nel periodo tra il 1977 e il 1993. Ha partecipato alle Giornate Pneumoradiologiche Bresciane negli anni 1977, 1979, 1985, 1987, 1991 1993. Alle riunioni del Gruppo Regionale Lombardia della SIRMN è intervenuta su: “Ritardo dell’accrescimento, problemi radiologici (Milano 1979) e su “Le nefropatie infantili. Problemi radiologici” (Milano 1980). Ha presentato comunicazioni ai Congressi Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica (IV, V, XIV) ed alle sessioni dedicate alla Radiologia Pediatrica del XXX Congresso Nazionale della SIRMN. Incontri Mediterranei di Radiologia di cui sarà riferito in dettaglio nel capitolo dedicato alla cronistoria della Radiopediatria italiana. Al XX Congresso della ESPR (Parigi 1983) (coll. F Bellini, M Bardare, A Plebani) ha illustrato i quadri radiologici polmonari della sindrome da iperimmunoglobulinemia. 67 PB è stata insegnante di Radiologia al Corso Infermieri Professionali (1979) ed al Corso di tecnica ed anatomia radiografica alle scuole TSRM dell’Ospedale Maggiore di Milano (1979 – 80) e degli ICP (anni 1979 - 80 e 1981 - 82). Ha collaborato al Corso di Clinica pediatrica della Clinica “De Marchi – ICP” per gli studenti di Medicina dal 1987 al 1993. E’ professore a contratto della Scuola di Specializzazione Clinica Pediatrica I dal 1994 a oggi (2003). E’ stata docente a corsi di aggiornamento di Ecografia, Radiologia toracica e scheletrica. Paola Barbaccia è mancata dopo lunga malattia nel Settembre 2009 (nota del curatore, nel rimpianto degli anni di lavoro passati insieme agli ICP). NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Le notizie riportate sono state fornite dalla Prof. F Bellini e dalla Dott.ssa P Barbaccia, cui va il mio sentito ringraziamento 2 Nelle 180 pubblicazioni sono comprese oltre alle pubblicazioni a stampa le relazioni e le comunicazioni tenute a Congressi Nazionali e Internazionali di diverse Società Scientifiche 3 F Bellini, M Bardare: Su un caso di disostosi periferica. Min Ped 18: 106-110, 1969 4 S Jequier, F Bellini, DA Mackenzie: Metaphyseal chondro-dysplasia with ectodermal dysplasia. Skeletal Radiol7: 107-112, 1981 5 F Bellini, G Chiumello, R Rimoldi et al: Wedge–shaped epiphyses of the knees in two siblings: a new recessive rare dysplasia Helv Paediatr Acta 39: 365-372, 1984 6 International nosology and classification of constitutional disorders of bone, 2001. Am J Med Genet 113: 65-77, 2002 7 F Bellini, G Masera: Aspetti radiologici dello scheletro nelle anemie infantili. Radiografica IX, n. 23, Ed. Ferrania 3M, Milano, Novembre 1969 8 F Bellini, G Masera, V Carnelli et al: Routine whole skeleton X-ray investigation of 116 children with leukemia. Practical and prognostic value. Ann Radiol 19: 83-86, 1976 9 D Brancaccio, A Poggi, C Ciccarelli, F Bellini et al: Bone changes in end-stage oxalosis. AJR 136: 935-939, 1981 10 F Barbaccia, F Bellini: Diagnostica radiologica dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1968 11 A Giunta, V Parziani, F Bellini, G Beluffi et al: Valutazione pletismografica di alcuni parametri di funzionalità respiratoria in bambini affetti da fibrosi cistica e loro confronto con il quadro radiologico - Riv Ital Ped (IJP) 3: 277-288 1977 12 S Esposito, F Blasi, F Bellini, L Allegra et al: Mycoplasma pneumoniae and Chlamydia pneumoniae infections in children with pneumonia. Mowgli Study Group. Eur Respir J 17: 241-245, 2001 13 Radiol Med 62: 827-836, 1976 14 Radiol Med 64: 713-719, 1978 15 F Bellini, B di Natale, M Menchini, GF Rondanini e G Chiumello: L’indagine radiologica nella diagnosi delle disgenesie gonadiche. Riv Ital Ped (IJP) 6: 745, 1980 68 16 A Giedion, GF Battaglia, F Bellini, G Fanconi: The radiological diagnosis of the fetal-face (Robinow) syndrome (mesomelic dwarfism and small genitalia). Report of three cases. Helv Paediatr Acta 30: 409-423, 1975 18 ECLAM è il Gruppo di Studio delle malformazioni scheletriche nei Paesi Sudamericani 19 I dati riferiti sono stati comunicati gentilmente dalla Dott.ssa Paola Barbaccia che ringrazio sentitamente per la cortesia 20 P Barbaccia (in coll con L Marazzini, E Longhini): I tumori polmonari, in: Trattato di Medicina Respiratoria - Vol II, Cap 48 pagg. 1305 -1347- Piccin Ed., Padova, 1983. 21 P Barbaccia (in coll con G Iannaccone, A Pelizza, P Tomà, GF Vichi: Indagine radiologica in Fibrosi cistica. Editor G Mastella, Verona, 1984 22 P Barbaccia: Quadri radiologici nella broncodisplasia - Gruppo Lombardo della BPD, Editrice CSH, 1997 23 P Barbaccia, GP Grumieri, MT Marzano, R Padoan: Imaging lung disease in cystic fibrosis: the first year of life. Israel J Medical Sciences, vol. 32 (suppl), giugno 1996 24 P Barbaccia, E Schiavetti: Proposta di protocollo radiologico per lo studio delle sindromi da malassorbimento. Radiol Med 66: 623-624, 1980 25 F Bellini, A Plebani, P Barbaccia et al: L’AIDS in età pediatrica. Radiol Med 87 (Suppl n.2 al N. 5) : 73-76, 1994 26 R Cimaz, F Corona, P Barbaccia et al: Reumatologia Pediatrica, Giugno 1995 69 Viene fatto un cenno storico sulla Clinica Pediatrica a Pavia. 1 La prima Cattedra di questa disciplina viene istituita nell’anno accademico 1909 -10 ed è affidata per incarico a Scipione Riva-Rocci. La fondazione della Clinica Pediatrica, intesa come entità autonoma avviene nel 1913 per convenzione tra il Governo Italiano e l’Amministrazione dell’antico Ospedale S. Matteo. Il reparto, comprendente 9 posti letto, un laboratorio e un ambulatorio è collocato all’interno del fabbricato della Clinica Medica. Col decreto del 29.XI.1927 l’Ospedale S. Matteo viene classificato come “Ospedale Clinico”, unendo così le caratteristiche proprie di un Ente Ospedaliero di ricovero e assistenza a quella di una struttura Universitaria. Primo titolare della Cattedra Pavese di Pediatria è stato il Prof. Luigi Spolverini (1921-1928) allievo della scuola romana di Luigi Concetti. Durante la sua direzione la Clinica viene trasferita nell’ex palazzo dei Maino. Chiamato lo Spolverini all’Università di Roma, per un triennio si avvicendano i Professori Maurizio Pincherle, Gino Frontali, allievo di Carlo Comba dell’Università di Firenze e come incaricato, (1930-31), il Prof. Giovanni Di Guglielmo, direttore dell’Istituto di Patologia Medica dell’Università di Pavia. Nel 1931 diviene titolare della Cattedra Vittore Zamorani, che deve lasciare il posto per le leggi razziali nel 1938. Durante la sua direzione nel 1932 la Clinica Pediatrica viene trasferita in un nuovo fabbricato all’interno del nuovo Policlinico S. Matteo capace di 30 posti letto, distribuiti tra lattanti, divezzi e infettivi. A Zamorani succede il Prof. Giancarlo Bentivoglio che rimane in carica fino al 1947. Dall’inizio degli anni ‘50 fino al 1965 si avvicendano alla direzione della Clinica Pediatrica i Professori Arrigo Colarizi (1951-60), Eugenio Schwarz-Thiene (1961-62), Ernesto Sartori (1962-65). Durante gli anni di direzione del Prof. A Colarizi vengono realizzati notevoli ammodernamenti all’interno dell’Istituto, dettati dall’aumentato numero dei ricoveri, dalle accresciute esigenze assistenziali e dai nuovi orientamenti tecnico- scientifici. I posti letto disponibili passano prima a quaranta poi a cento. La Clinica viene suddivisa in tre reparti: divezzi fino a 12 anni (limite d’età fissato a quel periodo), lattanti (fino al compimento del I anno), e pazienti chirurgici, prematuri neonati e pazienti in isolamento. 70 Nel 1966 la direzione della Clinica Pediatrica di Pavia è assunta dal Prof. Giuseppe Roberto Burgio, allievo della scuola palermitana del Prof. Michele Gerbasi. Nei ventiquattro anni della sua direzione (1966-1989) il Prof Burgio dà uno straordinario impulso alle attività della Clinica Pediatrica con l’organizzazione, fra l’altro (1976), a fianco dei reparti di degenza, di un sistema di ricovero di tipo “day hospital” dove i bambini vengono sottoposti ad accertamenti clinico-diagnostici in tempi brevi con ottimizzazione dei servizi. Nel 1981 la Clinica Pediatrica viene trasferita in un nuovo fabbricato di sei piani. In questa nuova struttura tutti i bambini vengono accolti con le madri in camere a uno o due letti e possono beneficiare dell’ausilio di insegnanti di asilo e di scuola elementare, si da sentire meno il distacco dal “naturale” ambiente di scuola e, in complesso, il peso del ricovero in Ospedale, ove funzionano sale da gioco anch’esse differenziate per “piccoli” e per “grandi”. La “nuova” pediatria, dotata dei più moderni dispositivi diagnostici e terapeutici è organizzata in servizi subspecialistici: endocrinologia, oncoematologia, reumatologia, nefrologia, allergologia e immunologia clinica, cardiologia, gastroenterologia ed epatologia, dismetabolismi, elettroncefalografia, nonché i laboratori di diagnosi e di ricerca immunologica ed endocrinologica nonché una sezione di Radiologia, staccata, del Servizio di Radiodiagnostica. Fra le attività che vi sono coltivate particolarmente risalta, per l’importanza della casistica e dei risultati conseguiti, il trapianto di midollo osseo specie in bambini affetti da emopatie ed immunodeficienze. Per questa attività in particolare la Clinica ha meritato un altissimo riconoscimento anche all’estero. Nel 1989 è chiamata ad assumere la direzione della Clinica Pediatrica la Prof.ssa Francesca Severi, prima allieva del Prof. Burgio a Perugia e già titolare della III Cattedra di Pediatria nell’Ateneo pavese. Dal 1998 l’Istituto Universitario di Clinica Pediatrica assume la denominazione di Dipartimento Universitario di Scienze Pediatriche, diretto dalla Prof.ssa F Severi. Nel 1999, il Prof. Giorgio Rondini, già titolare della Cattedra di Pediatria dell’Ateneo Pavese è chiamato ad assumere la direzione della Cinica Pediatrica del Policlinico San Matteo. 71 Dal 1° ottobre 2000 la Clinica Pediatrica del Policlinico San Matteo assume il nuovo assetto organizzativo di Dipartimento Ospedaliero di Pediatria, così articolato: Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale, Patologia Neonatale, Neonatologia diretta dal Prof. G Rondini e Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Reumatologia diretta dal Prof. Alberto Martini. Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica diretta dal Dott. Franco Locatelli. Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica diretta dal Prof. Romano Bragheri. Dal primo ottobre 2001 il nuovo assetto organizzativo del suddetto Dipartimento è il seguente: Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale, Patologia Neonatale, Neonatologia diretta dal Prof. Giorgio Rondini Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica diretta dal Prof. Franco Locatelli. Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica diretta dal Prof. Romano Bragheri. Non è stato possibile stabilire una data certa dell’inizio dell’attività radiologica pediatrica a Pavia, mancando un archivio storico della materia. Si è potuto accertare che negli anni Cinquanta gli esami radiografici venivano eseguiti presso l’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Vincenzo Bollini dal 1956 al 1963 e successivamente dal Prof Lucio Di Guglielmo essendo la Clinica Pediatrica sprovvista di apparecchiature radiologiche. La refertazione viene eseguita a turno dal responsabile delle varie sezioni dell’Istituto di Radiologia, cui affluiscono gli esami pediatrici. Dato il progressivo incremento del numero degli esami radiologici all’inizio degli anni Settanta, viene deciso dal Prof. Di Guglielmo in accordo con il Prof. GR Burgio succeduto al Prof. Sartori nel 1966, di istituire un reparto radiologico, presso la Clinica di cui il Dott. G Beluffi, nell’estate del 1970, è nominato responsabile, coadiuvato da un tecnico. 72 La sezione è dotata di un apparecchio radiologico costituito da stativo e di ortoclino e corredata di una camera oscura tradizionale. Agli inizi degli anni ‘70 il Dott. Beluffi vince una borsa di studio annuale del British Council, da passare in Gran Bretagna per una specializzazione in Radiologia Pediatrica. Purtroppo, per vari motivi la borsa di studio si riduce a tre mesi (settembre - dicembre 1972), da trascorrere presso il Servizio Radiologico del Children’s Hospital di Birmingham, allora diretto da una personalità di spicco della Radiologia Pediatrica Internazionale, il Dott. R Astley. Nel giugno del ’73 il Dott. Beluffi, essendosi presentata l’occasione di un incarico al posto di aiuto presso il Primariato Radiologico della Clinica Pediatrica “De Marchi” dell’Università di Milano, diretto dalla Prof.ssa Bellini, facente parte degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP), opta per questa sistemazione. La sua scelta è dettata dalla possibilità offerta dalla sede di Milano, in ambiente pediatrico qualificato, di acquisire adeguate conoscenze ed esperienze nel campo emergente della Radiologia Pediatrica. Divenuto aiuto di ruolo nel 1975, il Dott. Beluffi, dopo il periodo di attività radiologica svolta a Milano, durato complessivamente oltre 8 anni, può rientrare a Pavia nel Luglio del 1981, con il titolo di aiuto ospedaliero presso il Servizio di Radiologia Diagnostica del Policlinico S Matteo. Durante l’assenza del Dott. Beluffi (1973-81) il Dott. A Firullo si occupa della Sezione staccata di Radiologia Pediatrica per un certo periodo, tuttavia deve rinunciare per i sempre più gravosi compiti in Istituto. Da quel momento, specializzandi a turni di 3/4 mesi, si occupano dell’esecuzione degli esami radiologici, che poi vengono refertati da un radiologo dell’Istituto. Al suo rientro a Pavia il Dott. Beluffi trova una situazione cambiata. La Clinica Pediatrica è stata trasferita, come già detto, in un nuovo grandioso edificio a sei piani (1981). La Sezione di Radiologia Pediatrica è passata sotto la gestione del Servizio Ospedaliero di Radiodiagnostica, facente parte del Policlinico San Matteo IRCCS, allora diretto dal Prof. Aldo Schifino. La Sezione è dotata di un ortoclino con AB ma carente nell’organico, costituito dal Dott. Beluffi, da una tirocinante, Dott.ssa Fiori, che in seguito sarebbe divenuta assistente e poi aiuto, e da un solo tecnico radiologo. 73 Il Prof. Schifino, valido sostenitore della Radiologia Pediatrica, purtroppo viene a mancare improvvisamente all’inizio di febbraio del 1982. Gli succede il Dott. M Boiocchi, con l’incarico temporaneo per un biennio di Primario presso il Servizio di Radiologia del Policlinico S Matteo. Nel frattempo il Dott. Beluffi da aiuto incaricato diviene aiuto di ruolo a seguito di regolare concorso (novembre 1982). La carenza dell’organico medico e tecnico non migliora negli anni successivi, anzi è destinata ad aggravarsi per l’aumento del normale carico di lavoro salito da 8906 esami di radiologia tradizionale e 430 esami ecografici (valori approssimativi del 1982) rispettivamente a 9476 e 792 del 1984; questi ultimi altamente specializzati nel campo degli apparati urinario, digerente, scheletrico e delle sindromi, nonché delle problematiche diagnostiche dei piccoli prematuri Pertanto non è possibile per i due medici in servizio (Dott. Beluffi e Dott.ssa Fiori) l’acquisizione delle nozioni tecniche e diagnostiche dell’ecografia. Il primo ecografo, arrivato ai primi di febbraio1982, viene destinato alla Patologia Neonatale, per lo studio dell’encefalo ed è gestito dalla Dott.ssa A Ometto, appena rientrata da un tirocinio in Francia, dove ha appreso le necessarie nozioni ecografiche. Un altro ecografo è destinato alla Chirurgia Pediatrica, diretta dal Prof. Verga, per l’acquiescenza dimostrata dai radiologi responsabili in analogia con quanto si verifica in altri ambienti nazionali. Venuto meno l’incarico del Dott. M Boiocchi si sono succeduti alla direzione del Servizio di Radiodiagnostica del Policlinico S Matteo i Dott.ri A Cecchini (198498) e A Villa (1999-2002) e successivamente il Dott. F Zappoli. Anche con l’avvento delle macchine pesanti (TC e RM) gestite dall’Istituto di Radiologia e dal Servizio di Radiodiagnostica del Policlinico ubicato nel padiglione della Clinica Ortopedica, non è stato possibile l’accesso dei medici del Servizio di Radiologia della Clinica Pediatrica alle nuove tecnologie, per i soliti motivi del carico di lavoro quotidiano, mentre sono presenti notevoli difficoltà per l’impiego delle stesse nei pazienti pediatrici (giorni fissi per gli esami con necessità della presenza dell’anestesista). 74 Dal 1995 è stato creato il Modulo Operativo di Radiologia Pediatrica e nel nuovo piano di riorganizzazione dell’Ospedale è stata individuata e definita una Unità Operativa Semplice di Radiologia dell’Età Evolutiva. All’inizio degli anni 2000 l’organico del Modulo Operativo di Radiologia Pediatrica del Policlinico San Matteo è invariato: 2 medici (Dott. Beluffi, Dott.ssa Fiori), 1 tecnico, 1 infermiera e 1 segretaria a tempo parziale. Il Modulo è costituito da tre sale di diagnostica: la I è dotata di un apparecchio telecomandato (Diagnost 90 Philips) con AB e spot camera, digitalizzata recentemente; inoltre è fornita di slitte, culle ed altri mezzi di contenzione; la II con pensile (Allmec), stativo e di un potter verticale, dotata anche di sistema thoracomat; la III ha uno stratigrafo lineare (Tecnotomo Allmec), un potter verticale per lo studio del rachide in toto in ortostatismo, un ortopantomografo (Orthopantomograf 5) e telecraniografo Siemens. Esistono 1 camera oscura tradizionale ed 1 sistema daylight Il Modulo è dotato di 2 portatili: uno per la patologia neonatale, l’altro Mobilette Siemens viene utilizzato nei restanti piani della Clinica ed in particolare in Oncoematologia. Un terzo portatile con AB è impiegato in sala operatoria. Per quanto riguarda l’attività assistenziale del servizio radiologico nel periodo 1981-2002 mi riferisco alle statistiche, gentilmente fornitemi dal Dott. Beluffi. Il numero complessivo degli esami di radiologia tradizionale dopo un rapido incremento dal 1981 al 1982 (da 505 a 8916) pur con alcune oscillazioni che hanno raggiunto il picco nel 1988 (9812 esami) e dopo un calo verificatosi negli anni 1999-2000 (con una media inferiore ai 7800 esami annui) si è assestato intorno ai 9000 esami annui nel periodo 2001-2002. Nello stesso periodo le indagini ecografiche analogalmente a quanto si verifica in tutti i servizi radiopediatrici da una media intorno alle 600 annue (negli anni 1983-85) hanno avuto un incremento fino a raggiungere i 4000 esami circa nel 1991, valore superato di poco negli anni successivi, che vedono una stabilizzazione (560 % circa). Nel frattempo si assiste a una diminuzione marcata delle urografie e delle pielografie, le prime passate da una media annuale di circa 200 nel biennio 198485 alle 15 all’anno nel biennio 2001-02 e le altre da una trentina all’anno nel primo 75 biennio e una media di 7 per anno negli anni 2001-02. Le cistouretrografie minzionali presentano una riduzione, peraltro contenuta, passando da una media di circa 200 all’anno nel periodo 1985-90 a circa 160 all’anno nel biennio 2001-02 (con diminuzione del 20%). Gli esami del tubo digerente per os hanno un certo incremento (in percentuale del 27%), con crescita da 132 esami annuali nel biennio 1989-90 a 167 esami nel biennio 2001-02. Viceversa le indagini del colon con clisma subiscono una discreta flessione, da 30 per anno nel biennio 1989-90 a 18 esami annuali negli anni 2001-02. Questa situazione del Servizio Radiologico Pediatrico del San Matteo all’inizio degli anni Duemila, definita “deprimente” da Giampiero Beluffi (GB), carente di organico e privo delle tecnologie moderne, gestite dai Radiologi generali è comune ad altri servizi radiologici di ambulatori pediatrici ospedalieri ed universitari ed incide negativamente sullo sviluppo della Radiologia Pediatrica, sia in sede locale che nazionale e non offre prospettive di progresso professionale, scientifico e di carriera per i giovani radiologi come è già stato osservato nella parte generale. 2 Tuttavia nello stesso periodo GB riesce ad esplicare un’intensa e brillante attività scientifica e didattica apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero. Vasta e qualificata la produzione scientifica di GB, costituita da circa 265 pubblicazioni nel periodo compreso tra il 1974 ed il 2000 sia su prestigiose riviste italiane e straniere e dagli abstracts di comunicazioni e relazioni presentate a Congressi nazionali ed internazionali oltreché da recensioni di Congressi. A queste sono da aggiungere cinque capitoli in altrettanti libri e la traduzione dal francese di due libri attinenti alla Radiologia Pediatrica. Dato il numero degli argomenti trattati, non è possibile fare una rassegna completa; mi limiterò pertanto a una loro classificazione in gruppi secondo gli apparati interessati o il tipo di patologia: apparato scheletrico, apparato digerente, apparato urogenitale, oncologia, sistema endocrino, apparato cardiovasale e SNC, le sindromi, le recensioni ed in un gruppo che non rientra nella classificazione adottata, comprendente argomenti vari attinenti alla Radiologia Pediatrica. 76 Sarà comunque dato rilievo alle pubblicazioni cui GB ha apportato da solo o in collaborazione con altri Autori un concreto contributo e che hanno suscitato maggiore interesse. Sotto questo aspetto in primo luogo sono da ricordare per numero (una sessantina) e per l’interesse degli argomenti trattati le pubblicazioni sull’apparato muscolo-scheletrico. Tra queste, oltre una ventina riguardano varie e rare displasie ossee. La displasia metafisaria tipo Schmid è stata oggetto di alcuni lavori che comprendono la comunicazione “Diagnosi precoce ed evoluzione” di questa displasia presentata al XIX Congresso della ESPR (Praga 1982), scelta per la pubblicazione sulla rivista “Annales de Radiologie” da un comitato internazionale di selezione. Le “Osteocondrodisplasie genotipiche” sono state trattate da GB nel III capitolo del libro “Patologia dell’apparato locomotore”. 3 Inoltre ha fatto parte del gruppo di studio per l’ipocodroplasia, puntualizzando il ruolo svolto dall’indagine radiologica in questa displasia ossea, che ha permesso di individuare i segmenti ossei più sensibili per la diagnosi ovviamente formulata insieme ai dati clinici e genetici. 4 Poche ma non meno importanti le pubblicazioni del Nostro su le alterazioni scheletriche, nelle malattie metaboliche in particolare nella mucolipidosi II (I Cell desease) GB ha descritto, in collaborazione con AA italiani e stranieri le correlazioni tra i reperti radiologici ed istologici dello scheletro in questa malattia. 5 L’associazione dello studio radiologico a quello ultrastrutturale è stata impiegata da GB (in collaborazione con altri AA), in alcuni casi di iperostosi corticale in età neonatale, tra cui una comunicazione presentata al XX Congresso della ESPR (Parigi 1983), scelta da un comitato internazionale di selezione per la stampa su “Annales de Radiologie”. Secondo il criterio fin qui adottato per lo svolgimento della materia seguono in ordine di frequenza le pubblicazioni sull’apparato urinario (22 casi) e sull’apparato digerente (una ventina). 6 Tra le pubblicazioni sul primo apparato figurano alcune riguardanti problemi importanti di radiourologia infantile: “La diagnosi perinatale di uropatie malformative” con contributo di una casistica personale; due lavori sulle alterazioni funzionali e/o morfologiche a carico delle vie urinarie e del parenchima renale osservata nel 77 follow-up del reflusso vescico-ureterale, con indagini strumentali nel bambino con infezioni urinarie ricorrenti 7; il ruolo della radiologia tradizionale relazione presentata da GB in collaborazione con T Pellegrini, U Bongini G Natoli al Convegno Multidisciplinare “Problematica attuale nella diagnosi e terapia della idronefrosi in epoca pre e post natale” svoltosi a Firenze nel marzo del 1991. GB ha fatto parte del gruppo di radiologi pediatri europei, chiamati a valutare la tecnica fluoroscopica impiegata, i criteri della qualità delle immagini e la dose nella cistouretrografia minzionale eseguita in pazienti dell’età infantile in ospedali pediatrici selezionati. 8 Passando ad esaminare la produzione scientifica di GB nel campo dell’apparato digerente sono da segnalare alcune pubblicazioni su malformazioni rare del tubo digerente: un caso di atresia del colon trasverso; il volvolo dell’estremo distale del tenue da duplicazione dell’ileo; il setto antrale come rara causa di ostruzione parziale dello svuotamento gastrico nel bambino ed in un altro lavoro di vomito e di ematemesi. Altri lavori segnalano il ruolo dell’ecografia nella diagnosi di stenosi ipertrofica del piloro (anni 1986-1988). Di particolare interesse la comunicazione [coll. C Passamonti, F Calliada et al. presentata alle IV Giornate Internazionali di Ultrasonologia (Bologna, sett. 1988)]: “Considerazioni sulla ecogenicità del muscolo pilorico ipertrofico studiato con sonde ad alta definizione”. Nella seconda metà degli anni Ottanta G B partecipa a due Convegni Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, rispettivamente l’XI svoltosi a Modena nel maggio del 1987 ed il XII a Copanello (CZ) nel sett. del 1989, in cui il tema di relazione verte sulle urgenze addominali. All’XI Convegno GB interviene alla Tavola Rotonda sul tema di relazione “Le urgenze addominali” illustrando tecnica e reperti della radiologia tradizionale nella patologia acuta dello stomaco e del duodeno. Nell’altra manifestazione è stato invitato a tenere una lezione al corso di aggiornamento abbinato al Convegno, in cui tratta principalmente la patologia malformativa del tubo digerente ed esordio nell’età neonatale, documentati da una ricca iconografia. Un altro importante contributo è stato apportato da GB in Oncologia con oltre 20 pubblicazioni, tra cui le più importanti riguardano i tumori dell’apparato scheletrico (una dozzina); una serie di queste è stata eseguita con la collaborazione di 78 noti radiopediatri italiani ed esteri: a parte la costante presenza di Beluffi e di Kozlovski, personalità di spicco della Radiopediatria internazionale, i nomi che ricorrono più di una volta sono tra gli italiani A Pelizza e A Taccone e tra gli stranieri J Campbell, JC Hoeffel, MC Martin, J Masel, J Padovani, P Sprague et al. I tumori primitivi presi in esame riguardano vari segmenti ossei, il rachide, la mano, le coste, il bacino. Di particolare interesse il lavoro sui tumori primari dello scheletro nei lattanti in cui sono riferiti i casi di tumori maligni molto rari in questa età della vita: un osteosarcoma e tre casi di tumore di Ewing con reperti radiologici assolutamente atipici ed altri 6 casi: un condroblastoma e cinque casi di angiomatosi con quadri caratteristici: le osservazioni provenivano da sei ospedali pediatrici. 9 Altro contributo importante è stato apportato da GB (in coll. con Radiologi e Pediatri del Policlinico S Matteo di Pavia) nello studio della patologia neuroendocrina dell’asse ipotalamo-ipofisario e della ipofisi posteriore con l’impiego della RM. Una delle pubblicazioni più interessanti su questo argomento riguarda il nanismo ipotalamo-ipofisario, in cui gli AA hanno dimostrato un maggior grado di accuratezza nel rilevare le alterazioni ipofisarie e del peduncolo ipofisario della RM in confronto alla TC. 10 Nel campo dell’apparato respiratorio GB si è occupato della patologia respiratoria neonatale: pneumotorace neonatale, sindrome di Wilson-Mikity, enfisema lobare congenito. Anche in questo settore GB collaborando con altri importanti centri di Radiopediatria, ha realizzato un apporto notevole alla conoscenza della malformazione adenomatoide cistica del polmone con la descrizione di 16 casi. 11 Ultimi nella graduatoria del numero delle pubblicazioni risultano gli apparati cardiovascolare e del SNC, con 6 lavori per ognuno. Nel primo gli argomenti trattati sono attinenti a malformazioni rare dell’apparato cardiovascolare e per il SNC va ricordato l’impiego dell’ecografia cerebrale in culla in un reparto di terapia intensiva neonatale già nei primi anni Ottanta e la comunicazione (in coll. con A Ometto e R Dore) “Diagnosi ecografica e correlazioni TC nella patologia malformativa cerebrale neonatale” presentata al Convegno Internazionale “Il Pediatra Neonatologo di fronte alle tecniche diagnostiche” (Pavia, maggio 1984). 79 Numerose le pubblicazioni di GB sulle sindromi (32) ; una parte già note nella letteratura (S. di Larsen, S. campomelica, S. di Rubistein-Taybi, S. delle ciglia immobili, ecc.), alle quali ha apportato un ulteriore contributo sia dal lato clinico-radiologico sia dal lato genetico; nelle altre, rare o molto rare, per lo più ignorate dalla trattatistica: S. di Ruvalcaba, S. di Choen, S. di Borjeson-ForssmanLehman, S. di Antley-Bixler ed altre, sulla base di casistica ben documentata, ha contribuito con ulteriori elementi alla loro conoscenza. Nel gruppo “varie”, particolarmente numerose (intorno a 37), sono state incluse pubblicazioni su temi non inquadrabili nei gruppi precedenti, tra gli altri l’AIDS e le sue manifestazioni, malattie a eziopatogenesi non nota, la protezionistica, la qualità delle immagini, il cateterismo venoso centrale, le sue applicazioni e complicazioni connesse ad esso, ecc. Numerose le recensioni (35), di cui la maggior parte è attinente ai Congressi della ESPR, a decorrere dal XVIII congresso svoltosi ad Oslo nel 1981, fino ad oggi, testimonianza della sua assidua partecipazione all’attività della ESPR. Si è già accennato alla collaborazione di GB alla stesura di alcuni capitoli attinenti alla Radiologia Pediatrica tra i quali è già stato citato il capitolo “Le Osteocontrodisplasie genotipiche”. Meritano di essere ricordati anche gli altri capitoli per l’importanza degli argomenti trattati: 1. “Paediatric Radiology in Italy: its status before and after the foundation of the European Society of Paediatric Radiology”. In H J Kaufman, H Ringertz, E Sweet (eds.) “The first 30 years of the ESPR. The history of Pediatric Radiology in Europe”, pag 79-91, Springer–Verlag, Berlin-Heidelberg, New York, 1993; 2. “L’anca settica” in “L’anca Pediatrica”, Collana monografica di radiologia muscolo-scheletrica diretta da U Albisinni, Vol 2, pag 75-86, Guido Gnocchi Editore S.r.l., Napoli, 1994; 3. In collaborazione con R Perale “Radiologia Pediatrica” in: A Cardinale (a cura di) “Immagini e segni dell’uomo. Storia della Radiologia Italiana. Centenario della scoperta dei Raggi X”, pag. 647-652, Idelson-Gnocchi, Napoli 1995; 4. In collaborazione con P Fiori “Radiologia Pediatrica” in: L Di Guglielmo, A Cardinale (a cura di) “Lineamenti di Radiologia”, cap XXI, pag 461-489, Guido Gnocchi Editore s.r.l., Napoli, 1997. 80 Intensissima anche l’attività didattica di GB. Numerose le lezioni di aggiornamento da lui tenute a corsi nazionali ed internazionali. Tra le altre si ricordano le lezioni ad invito al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1986) ed all’XI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Modena, 1987), già citate tra le pubblicazioni. Altre lezioni sono state tenute al Corso di aggiornamento “Diagnostica per immagini nel neonato a rischio” (Genova, 1986), alle diverse edizioni del “Maggio Pediatrico Pavese” (1984, 1986, 1988, 1990, 1992), al Corso pratico di Ecografia Neonatale ed alla Settimana di aggiornamento in Ecografia Pediatrica (Pavia, 1993, 1990, 1994, 1995, 1996); in particolare quelle tenute quale “Invited Guest Speaker” alla riunione annuale dell’Australasian Society of Pediatric Imaging (Perth, WA, 1990), ai Post Graduated Courses della ESPR (Budapest, 1992; Utrecht, 1995); ad ECR93 (Vienna 1993) ed ECR’95 (Vienna 1995); al Second European Course of Pediatrics Radiology (Camogli 1993), al Third European Course of Pediatrics Radiology (Barcellona 1994) e al Fifht European Course of Pediatrics Radiology (Colonia 1996), al XXI International Congress of Pediatrics (Cairo 1995). Ha organizzato nell’aprile 1998 una delle riunioni primaverili del gruppo di studio dell’European Network of Pediatric Radiologists (ENPR), tenutasi a Pavia Ha tenuto cicli di lezioni agli studenti del V anno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pavia dell’AA 1968-69 ed a quelli del VI Anno dell’Università di Milano degli AA 1973-74 e 1974-75, nonché agli specializzandi in Radiologia Medica e Terapia Fisica dell’Università di Pavia negli AA 1971-72 1972-73 e dall’AA 1980-81 che continuano fino ad oggi. Ha tenuto il Corso di “Anatomia Radiologica” agli allievi della Scuola per tecnici di Radiologia Medica degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano negli anni scolastici 1977-78, 1978-79, 1979-80, 1980-81. Ha impartito ed impartisce lezioni di Radiologia Pediatrica presso le seguenti Scuole di Specializzazione dell’Università di Pavia: Pediatria dall’AA 198091; Radiologia, Pediatria Preventiva e Puericultura dall’AA 1984-85; Chirurgia Pediatrica dall’AA 1987-88. Ha inoltre tenuto lezioni ed esercitazioni agli specializzandi in Radiologia dell’Università di Perth, (Australia Occidentale), nell’Ottobre 1986. 81 Professore a contratto dell’Università di Pavia dall’AA 1984-85, a tutt’oggi presso le Scuole di Specializzazione in Pediatria ed in Pediatria Preventiva e Puericultura; dall’AA 1989-90 presso le Scuole di Specializzazione in Radiologia Medica e Chirurgia Pediatrica, tenendo una media di 25/30 ore di lezione complessive all’anno E’ stato nominato Professore a contratto presso l’Università di Pavia per svolgere un corso integrativo speciale di “Applicazioni e risultati delle tecniche per immagine in Radiologia Pediatrica” nell’ambito dell’insegnamento ufficiale di “Clinica Pediatrica I” presso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia della Facoltà di Medicina I nell’AA 1993-94. GB nella sua lunga carriera professionale ha ricoperto molti incarichi ed acquisito titoli prestigiosi in ambito nazionale ed internazionale di cui non è possibile fare elenco completo, mi limiterò pertanto ad una sintesi dei più notevoli. Un cenno alla sua frequenza come “Medico visitatore” di reparti radiologici di importanti Ospedali Pediatrici (negli anni Ottanta è stato più volte al Children’s Hospital Medical Center, Harvard University di Boston, all’ Hôpital Saint Vincent de Paul di Parigi, a due noti Ospedali Pediatrici in Australia (Sydney e Perth). Fa parte del gruppo di studio “Lake Starnberg Group” (ora denominato European Network of Pediatric Radiologists – ENPR) della ESPR, e di un gruppo di esperti che lavora al “Research project” nel campo della protezionistica e delle attrezzature per le indagini radiologiche in età pediatrica. E’ stato invitato come “Chairman” ad una delle sedute del corso postuniversitario internazionale di aggiornamento “Pediatric Imaging 87” (Toronto, 1987) ed a varie sessioni di Congressi della ESPR (anni Ottanta e Novanta) e di altri Congressi europei nello stesso periodo. Infine ha fatto parte dei Comitati Organizzatori di Congressi Nazionali della SIRM(N) (32° e 37°), della ESPR (21°), della International Pediatric Association 1987 e 1991, della ECR 91 e ECR 93 ed altri Congressi di rilievo internazionale. E’ stato membro del Comitato Direttivo della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) dal 1988 al 1992, di cui è socio da molti anni, delle Sezioni di Radiourologia e di Radiologia Scheletrica della stessa Associazione. E’ stato componente dei Consigli Direttivi della European Society of Pediatric Radiology 82 (ESPR) 1983-1988, di cui è membro attivo dal 1980, della European Society of Cardiovascular and Interventional Radiology ( CIRSE) della Australasian Society of Pediatric Imaging (ASPI), del Groupe de Radiologie Pediatrique “Jacques Lefebvre”, della Society for Pediatric Radiology (SPR), della Bone Dysplasia Society (BDS) dal 1993. Da molti anni fa parte del Comitato Editoriale di importanti riviste scientifiche “La Radiologia Medica”, “Pediatric Radiology”, “Annales de Radiologie”, “Index of European Radiological Journals”. Recentemente (2003) è stato nominato “membro onorario” della European Society of Pediatric Radiology. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Le notizie storiche riportate sull’Università di Pavia sono state fornite dal Prof. Beluffi che ringrazio sentitamente 2 G Beluffi: Comunicazione personale 3 Osteocondrodisplasie genotipiche: in UE Pazzaglia, L Ceciliani (a cura di), Patologia dell’apparato locomotore, Cap 3, pagg.21-31, Edizioni Medico-Scientifiche, Pavia, 1987 4 C Prinster, M Del Maschio, G Beluffi, M Maghnie, G Weber, A Del Maschio, G Chiumello, Italian Study Group for Hypochondroplasia: Diagnosis of hypochondroplasia: the role of radiological interpretation. Pediatr Radiol 31: 203-208, 2001 5 UE Pazzaglia, G Beluffi, JB Campbell, E Bianchi, N Colavita, J Diard, P Gugliantini, U Hirche, K Kozlowski, A Marchi, V Nayanar, G Pagani: Mucolipidosis II: correlation between radiological features and histopathology of the bones. Pediatr Radiol 19: 406-413, 1989 6 Non sono considerate nel numero riportato alcune pubblicazioni attinenti a tumori dell’apparato digerente incluso nelle pubblicazioni inerenti all’oncologia 7 A Chiara, L Aguzzi, F Torcasio, E De Vecchi, G Beluffi, G Rondini: Ruolo delle indagini strumentali nel bambino con infezioni ricorrenti delle vie urinarie. Riv Ital Pediatr (IJP) 16, Suppl 1: 19 (A), 1990 8 K Schneider, N Perlmutter,R Arthur, V Cook, AE Horwitz, P Thomas, P Kramer, JP Montagne, G Ernst, MM Kohn, W Panzer, B Wall, G Beluffi: Micturition cystourethrography in paediatric patients in selected children’s hospitals in Europe. Evaluation of fluoroscopy technique, image quality criteria and dose. Radiat Protec Dosim 90: 197-201, 2000. Corrigendum 93:286, 2001 9 K Kozlowski, G Beluffi, D Choen, J Padovani, L Tamaela, M Azouz, P Bale, HC Martin, VV Nayanar, M Aricò, E Bianchi: Primary bone tumors in infants. Short literature review and report of 10 cases. Pediatr Radiol 15: 359-367, 1985 10M Maghnie, F Triulzi, D Larizza, G Scotti, G Beluffi, A Cecchini, F Severi: Hypotalamic-pituitary dwarfism: comparison between MR imaging and CT findings Pediatr Radiol 20: 229-235, 1990 11 G Beluffi, C Brokensha, K Kozlowski, J Lucaya, J Masel, L Morris, R Rosso M Stronati, R Thomson: Congenital cystic adenomatoid malformation of the lung. Presentation of 16 cases. Fortsch. Röntgenstr (RöFo) 150: 523-530, 1989 83 A BRESCIA dopo la catastrofe bellica l’Ospedalino fu ricostruito, ampliato ed affidato ad un Commissario “pro tempore” nella persona dell’Ing. Vittorio Montini. Negli anni ‘50 l’Ospedalino risultava costituito dalle Divisioni di Medicina e di Chirurgia – Ortopedia; dai servizi di Radiologia e di Otorinolaringoiatria. Nel 1968 l’Opera Pia “Ospedale dei Bambini Umberto I° ed Istituto Rachitici” veniva dichiarato Ente Ospedaliero. Negli anni seguenti la Divisione di Medicina (Primario il Prof. Giuseppe Cesare Abba), veniva sdoppiata con l’istituzione di un Servizio Pediatrico presso l’Ospedale Civile per l’Assistenza Neonatologica affidato al Prof. Carlo Zunin e di un reparto di Medicina che veniva potenziato con la creazione del Servizio di Isolamento per Malattie Infettive (1970). Venivano istituiti inoltre, nel corso degli anni: il Servizio di Cardiologia (1969), il Servizio di Laboratorio ed Analisi (1970); il Servizio di Anestesia (intorno al 1970) cui si sarebbe aggiunta la Rianimazione Pediatrica nel 1987, per non breve periodo in cogestione con la terapia intensiva post-chirurgica, finalmente indipendente dal 2000; infine, veniva creata nel 1973 il Reparto di Neuropsichiatria Infantile. Nel 1981 l’Ente Ospedaliero “Ospedale dei Bambini Umberto I“ si estinse per diventare Presidio Ospedaliero della neonata Unità Socio Sanitaria Locale e convenzionato con l’Università degli Studi di Brescia. Progrediva nel frattempo l’idea di accorpare l’Ospedalino agli Spedali Civili che dopo una lunga fase di gestazione, fu realizzata nel ’98 con risultati da “situazione provvisoria” che perdura tutt’oggi, con molti risvolti negativi che tale provvisorietà può avere sul buon funzionamento delle varie Unità Operative. A seguito del pensionamento del Prof.Tunesi (1969), è nominato Primario, nel 1970 il Prof. Piero Caggioli, diplomato alla scuola di Bologna del Prof. Gian Giuseppe Palmieri. Dal 1972 Caggioli, ha avuto come aiuto il Dott. Dario Zaltron proveniente dalla Scuola Padovana del Prof. Guerrino Lenarduzzi, che svolge le funzioni di primario dal 1991 a tutto il 1996. Dal 1997 la responsabilità del Servizio viene affidata al Dott. Sergio Dighi coadiuvato dalle Dottoresse B Pupillo, F Simeone e MP Bondiani; quest’ultima di recente nomina a ricercatore presso la Cattedra di Radiologia dell’Università di Brescia, diretta dal Prof. Antonio Chiesa. 84 La dotazione di apparecchiature dell’epoca del Prof. Tunesi (un troncostratigrafo e un ortoclinoscopio) fu integrata nel 1970 da un telecomandato 90/90 fornito di un A.B., di spot camera e con possibilità di registrazione delle immagini su nastro magnetico. Nel periodo successivo, fino al trasferimento dell’”Ospedalino” presso l’Ospedale Civile, avvenuto nel 1998, vengono acquisite nuove apparecchiature di tipo tradizionale telecomandato, una per il Servizio distaccato del Ronchettino, l’altra per il nuovo Centro Neonatologico, istituito presso l’Ospedale Civile; inoltre vengono sostituite le vecchie apparecchiature nelle due sale di diagnostica con due apparecchi di tipo tradizionale telecomandati e sono istituite due nuove diagnostiche una toraco-scheletrica e una odontologica. Nel 1983 viene acquistato un ecografo, tipo real-time, dotato di sonda settoriale da 5 Mhz. Un altro apparecchio è stato acquisito alcuni anni dopo per il Ronchettino, in grado di operare con una sonda sector meccanica ed una lineare elettronica per i tessuti superficiali. Attualmente sono in funzione due ecografi dotati di sonde elettroniche multifocali e di funzione Color-Doppler. La tomografia computerizzata è stata introdotta nel 1992, con l’installazione di un’apparecchiatura TC sequenziale. Il trasferimento attuato nell’estate del 1998 e il conseguente accorpamento degli “Spedali Civili”, portato a termine prima dell’ultimazione dei lavori per la nuova sede, ancor oggi incompiuta, ha determinato un drastico ridimensionamento del servizio che attualmente si avvale della vecchia apparecchiatura radiologica tradizionale telecomandata e di una saletta ecografica in locali propri, mentre un moderno telecomandato digitale modello Siregraph è dislocato presso il 2° Servizio di Radiologia del Pr. Antonio Chiesa dove vengono svolte anche le altre indagini che necessitano di tecnologia moderna a cominciare dalla TC. Attualmente il Servizio effettua circa 24.000 esami l’anno di cui circa 15.000 esami radiologici e 9.000 ecografici. La produzione scientifica, trattandosi di servizio a prevalente indirizzo ospedaliero, si è sviluppata negli scorsi anni in un discreto numero di pubblicazioni su riviste prevalentemente nazionali; i lavori svolti sono stati eseguiti in 85 collaborazione con i Reparti dell’ ”Ospedalino”, in prevalenza con Chirurgia e Pediatria. L’attività didattica viene svolta all’interno della Scuola di Specializzazione in Radiologia con corsi di Radiologia Pediatrica e presso le scuole per TSRM di Brescia e Cremona. 86 A PADOVA la Clinica Pediatrica Universitaria si trasferisce nel grande Policlinico, sotto la guida del Prof. Giancarlo Bentivoglio nel 1955. In questa nuova sistemazione viene istituito un gabinetto di radiologia con un radiologo dedicato, ritenuto più idoneo delle consulenze a rispondere alle peculiari esigenze della Clinica Pediatrica, che fino ad allora era servita dall’Istituto di Radiologia. Questo tuttavia conserva le funzioni direttive del nuovo Reparto che pertanto non è autonomo. L’attrezzatura radiologica è costituita da apparecchi della Ditta Gilardoni (ortoclinoscopio e trocostratigrafo, dotati di tubi radiogeni ad anodo fisso). La Direzione del Servizio radiologico viene assegnata al Prof. Francesco Hueber, aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Guerrino Lenarduzzi. Nel 1962 il Prof. Hueber passa al primariato di Radiologia dell’Ospedale Civile di Padova e gli subentra alla direzione del servizio il Prof. Cesare Ruffato, libero docente di Radiologia e Anatomia Patologica, che resterà in tale incarico fino al 1968. In questo periodo la vecchia attrezzatura viene sostituita con apparecchi più moderni della ditta Fritz Offmann, dotati di tubi radiogeni ad anodo rotante, che consentono tempi di esposizione più brevi e quindi più adatti allo studio radiologico di soggetti in età pediatrica. L’attrezzatura è dotata di un seriografo Elema – Schönander (24x36) con una cadenza di 6 pellicole/minuto con il quale vengono eseguite le prime angiopneumo - cardiografie. Nel 1968 il Prof. Ruffato passa al primariato all’Ospedale Civile a Castelfranco Veneto; gli succede il Prof. Antonio Chiesa, assistente ordinario dell’Istituto di Radiologia, coadiuvato dal Dott. Bernardo Finco, assistente volontario dello stesso Istituto. Dietro loro proposta, l’attrezzatura viene aggiornata con l’acquisto di un trocostratigrafo, di un ortoclinoscopio con AB a catena TV, di un tavolo da cateterismo dotato di AB con catena TV e roentgen-cine (Arriflex) con cinepulse unit della ditta Philips. Nella seconda metà del 1969 il Prof. Chiesa ed Il Dott. Finco lasciano l’incarico direttivo al Prof. Alberto Marigo, assistente ospedaliero presso l’istituto di Radiologia, che dirige il servizio fino al 1993, da solo fino al 1975, anno in cui 87 viene coadiuvato dal Prof. Riccardo Perale, professore associato presso l’Istituto di Radiologia dell’Università. In questo periodo con l’avvento del Prof. Ernesto Sartori prima (1966) e del Prof. Franco Zacchello poi alla Cattedra Universitaria, si verifica un notevole sviluppo della Clinica Pediatrica con l’istituzione di nuovi reparti e servizi, che nel corso degli anni sono aumentati in rapporto alle nuove esigenze della assistenza e della diagnostica in Pediatria. Lungo sarebbe il loro elenco; mi limiterò ai più importanti. Oltre ai reparti di Pediatria medica (Clinica Pediatrica, Cardiologia, Assistenza neonatale, Endocrinologia, Gastroenterologia, Nefrologia, Neurologia, Oncoematologia, Patologia infettiva, Terapia intensiva neonatale, ecc.) sono presenti i reparti chirurgici (Cardiochirurgia, Chirurgia e Neurochirurgia pediatriche). Tra i servizi ricorderò il Day Hospital generale ed oncologico, i servizi di Genetica, Oculistica, Odontoiatria, Neurofisiologia e Neuropsicologia, Radiologia e Diagnostica per immagini, ecc., i Laboratori e diversi centri (AIDS, Cefalee, Neuro-oncologico, Trapianti d’organo, Trapianti midollari, ecc.). In questo periodo oltre agli esami routinari, vengono eseguiti anche esami contrastografici complessi, quali encefalografie, ventricolografie, pneumoperitonei, pneumoretroperitonei, broncografie, angiografie con cateterismo dell’arteria femorale o dell’arteria ombelicale, angiocardiografie, splenoportografie, linfografie. Nel frattempo (inizio degli anni Ottanta), il servizio di radiologia pediatrica, tenendosi al passo con le nuove tecnologie, viene dotato di un ecotomografo, prima manuale, Gilardoni e poi real time, Hitachi. Negli anni successivi, per quanto riguarda le indagini con TC e RMN, il servizio può usufruire della disponibilità di una seduta-giornata alla settimana per i casi di propria competenza presso il servizio centrale di diagnostica per immagini dell’Istituto di Radiologia dell’Università. Nel 1993 subentra ai Proff.ri Alberto Marigo e Riccardo Perale, quale responsabile del Servizio, successivamente diventato Modulo di Radiologia Pediatrica, il Dott. Enrico Talenti, dirigente di 1° livello presso l’Istituto di Radiologia, coadiuvato dai Dott.ri Tiziana Toffolutti e Alberto Tregnaghi anch’essi dirigenti medici di 1° livello presso lo stesso Istituto. 88 Contemporaneamente sono in servizio 4 tecnici sanitari di radiologia medica e una segretaria. Il servizio effettua le procedure diagnostiche per immagini sia per i pazienti ricoverati sia per i bambini in Day Hospital, sia per i soggetti dell’ età pediatrica esterni. 1 Dal momento dell’istituzione della sezione di Radiologia Pediatrica l’attività scientifica inerente alla Radiopediatria, è stata svolta nell’ambito dell’Istituto di Radiologia dai Medici incaricati del Servizio. Uno dei primi lavori, reperibili nella letteratura, riguarda la “Colpografia nell’età pediatrica” di GL Ferrari in collaborazione con A Disertori della Clinica Pediatrica dell’Università, durante la dirigenza del Prof. Francesco Hueber, aiuto dell’Istituto di Radiologia, diretto dal Prof. Guerrino Lenarduzzi, pubblicato su “La Radiologia Medica” (1959). Ruffato, responsabile del Servizio dal 1965 al 1968 oltre alla sua vasta produzione scientifica attinente alla radiologia generale, annovera anche un lavoro di radiologia pediatrica sulla craniolacunia. 2 I contributi scientifici di maggior rilievo sono stati apportati nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni settanta e degli anni successivi del Novecento, inizialmente da Marigo e Perale, con pubblicazioni e comunicazioni a Congressi di Radiologia Pediatrica su argomenti interessanti prevalentemente l’apparato urinario infantile. Successivamente da Perale e Talenti in collaborazione con Medici dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova, della Clinica Pediatrica, della Clinica Urologica e di altri appartenenti alla stessa Università. Perale, Professore Associato presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova, è stato autore di numerose pubblicazioni su riviste prestigiose italiane: “La Radiologia Medica”, “Minerva Pediatrica”, ed estere: “Pediatric Radiology”, “Journal de Radiologie et d’ Electrologie”, “Annales de Radiologie”, per non citare che le più importanti. Gli argomenti trattati spaziano sui vari campi della radiologia pediatrica comprendenti gli apparati respiratorio, digerente, scheletrico, urogenitale. A lui sono dovuti contributi interessanti le ricerche casistiche sui tumori di Wilms ed i neuroblastomi. Un rilievo particolare meritano le sue ricerche originali (sia da solo sia in collaborazione con E Talenti e A Del Maschio) sul reflusso vescico-renale e sulla 89 componente intrarenale effettuata sia sul bambino vivente, sia con ricerche sperimentali sui reni infantili di provenienza autoptica e nei reni di maiali e di ratti. Inoltre, ha contribuito alla realizzazione di importanti trattati sulla ecografia in ordine cronologico: 1. Ecotomografia a cura di M Ziviello e coll. :”Il rene infantile”, in collaborazione con L Rubaltelli e E Talenti; 3 2. Ecografia pediatrica, in collaborazione con G Fariello, G Perri e P Tomà; 4 3. Trattato Italiano di Ecografia: “L’apparato urinario” in coll. con E Talenti. 5 Da segnalare anche la monografia “Radioprotezione e rischi nucleari” in coll. con PC Muzzio e R Zambrini. 6 Infine ha partecipato attivamente ai Convegni delle Sezioni di Radiologia Pediatrica e Radiourologia, con relazioni e comunicazioni soprattutto su argomenti inerenti la diagnostica per immagini in Urologia pediatrica ed ai Congressi dell’ European Society of Pediatric Radiology alla fine degli anni Settanta e durante gli anni Ottanta, di cui è stato prima membro associato dal 1976 e successivamente membro attivo. Significativa la sua partecipazione a vari Congressi Nazionali della SIRMN: XXVIII Congresso (Rimini, 1978) alla tavola rotonda (TR) sulle interstiziopatie polmonari, per la parte pediatrica; XXIX Congresso (Napoli 1980) con un intervento preordinato al Simposio su “La Radiologia neonatale” con la relazione “Studio preoperatorio delle masse addominali nell’infanzia”; XXX Congresso (Milano, 1982) con l’introduzione “La Radiologia pediatrica orientata sui problemi” al Simposio: “ Indagini inutili o di utilità opinabile in Radiologia pediatrica”; XXXI Congresso (Firenze, 1984) con la partecipazione alla TR: “La patologia espansiva addominale non neoplastica e neoplastica in età pediatrica” ed al XXXV Congresso (Genova, 1992) con la lezione di aggiornamento: “Diagnostica integrata nelle infezioni urinarie del bambino”. Enrico Talenti conseguita la specializzazione in Radiologia diagnostica con il massimo dei voti e la lode nel 1981, ha svolto le attività professionale e scientifica presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova, come 90 precedentemente è già stato accennato, fino al conseguimento del titolo di responsabile del Servizio della Sezione di Radiologia Pediatrica. Nello stesso periodo ha conseguito il Diploma alla Scuola Italiana di Ecografia internistica (1984) e l’idoneità nazionale a Primario di Radiologia Diagnostica nel 1987. Il Talenti è stato Consigliere della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM dal 1993 al 1996 ed è Presidente della stessa Sezione dal 1999. Cospicua la sua produzione scientifica che alla fine del Novecento ammontava già a circa duecento pubblicazioni e circa sessanta relazioni ad invito a corsi di aggiornamento, convegni e riunioni scientifiche. Le pubblicazioni, secondo quanto mi è stato possibile ricavare da una ricerca nella letteratura specifica, non avendo ottenuto le informazioni richieste alla fonte, riguardano l’impiego della diagnostica per immagini, in particolare dell’ecotomografia nelle varie patologie dell’età infantile fin dall’inizio degli anni Ottanta, in collaborazione con R Perale ad altri Radiologi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova e talora con i Pediatri della stessa Università; e sono state stampate in prestigiose riviste italiane (“La Radiologia Medica”) ed estere (“Pediatric Radiology”, “Journal of Pediatric Surgery”, “European Journal of Radiology”, “Journal of Urology”, ecc.). Un consistente numero di pubblicazioni, in collaborazione con l’équipe cardiologica e cardiochirurgica e gli anatomo-patologi dell’Università di Padova, verte su aspetti particolari delle cardiopatie congenite, ma soprattutto sull’analisi dei risultati ottenuti con l’impianto delle bioprotesi, sia in soggetti viventi, sia negli animali da esperimento, che sono stati riportati in importanti riviste di lingua inglese inerenti alla patologia cardiovascolare. Per il suo contributo alla trattatistica ecografica si rimanda alla collaborazione con Perale. Talenti ha partecipato attivamente con interventi personali o in collaborazione con altri a vari Congressi Nazionali della SIRM (N) tra cui: XXXIV Congresso (Torino, 1990) con una comunicazione in collaborazione con R Perale e T Toffolutti sul “Contributo delle ecotomografia nello studio dei tumori renali e pararenali in età pediatrica”; XXXV Congresso 91 (Genova 1992) con la comunicazione “ Contributo della RM allo studio delle recidive neoplastiche” (in coll. con A Tregnaghi, R Perale et al.); XXXVI Congresso (Milano1994) con una lezione di aggiornamento sulla “Diagnostica delle collagenopatie in età pediatrica” (in coll. con D Barbuti, G Fariello dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù et al.); XXXVII Congresso (Milano 1996) con un intervento su : “Il Torace” (in coll. con T Toffolutti, A Tregnaghi et al.) al Workshop sulla Diagnostica per immagini del neonato prematuro; XXXVIII Congresso (Milano 1998) quale relatore alla Tavola Rotonda “L’approccio radiologico del dolore addominale nel bambino” con la trattazione “Contributo della diagnostica per immagini nel dolore delle vie digestive” (in coll. A Tregnaghi e M Calderone). Nello stesso Congresso ha trattato, nella sezione per “Il ruolo dell’ecografia nelle linfoadenopatie maligne”, “L’ilo linfonodale; un segno ecografico di linfoadenopatia primitiva” e, in un intervento sull’idronefrosi nel I anno di vita, dei problemi diagnostici e prognostici ad essa connessi (in coll. con altri radiologi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova e con G Montini, pediatra e G Zucchetta, medico nucleare della stessa Università). Di particolare rilevanza per l’ampia ed esauriente trattazione è stata la relazione svolta al XIV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM (Milano 1993) sul tema: “Patologia infiammatoria intestinale, Diagnostica per immagini” (con la coll. di F Pomerri, T Toffolutti, R Perale et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università dell’Università di Padova). Considerevole l’attività didattica svolta da Enrico Talenti, che viene nominato nel 1985 professore a contratto dell’Università di Padova con incarico dell’insegnamento di Radiologia ed Ecografia pediatriche nelle scuole di specializzazione in Radiologia, Pediatria e Chirurgia Pediatrica della stessa Università. Talenti è docente di Ecografia pediatrica alla Scuola Italiana di Ecografia (CAEI) e della stessa materia nei corsi della Sezione di Radiologia pediatrica della SIRM. 7 92 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Sono grato al Prof. Alberto Marigo, che ha fornito le notizie fin qui riportate sulla Radiologia Pediatrica a Padova. Non è stato possibile ottenere una statistica degli esami radiografici eseguiti, nel periodo considerato. 2 C Ruffato, F Caracciolo et al : Il cranio lacunare. Radiol Med 56: 225-237; 1970 3 Pagg. 297- 318, Ed.Idelson, Napoli, 1986 4 Ed. C.E.A., Milano, 1992 5 Vol.II pagg. 739 – 763, Paletto Ed. SAS, Milano 1993 6 Ed. ISTEDI, Padova-Roma, 1988 7 I dati riferiti sono tratti dal curriculum di E Talenti pubblicati su “Il Radiologo” XXXVIII : 140, 1999 93 Dalla fine del II conflitto mondiale TRIESTE fu amministrata fino al 1954 dal governo Militare Alleato che collaborò per lo sviluppo di un’assistenza ospedaliera adeguata ai tempi. Furono aggiunti due padiglioni, uno per i lattanti e l’altro per malati di tbc polmonare ed eseguite altre importanti migliorie. Il nuovo complesso fu inaugurato nel 1950 e fu classificato “Ospedale specializzato di prima categoria ”. L’organico era costituito da un direttore sanitario, da due primari pediatri di cui uno tisiatra, due aiuti pediatri, nove assistenti e da un dirigente del reparto di Radiologia, nonché consulenti di varie specialità. Nel 1964 l’Ospedale “Burlo Garofolo” venne fuso con la Società “Amici dell’Infanzia” e l’attività della Clinica per le malattie dei bambini della Società fu trasferita all’Ospedale Infantile e rappresentò il primo nucleo di quello che sarebbe divenuto il Centro Immaturi. Nel 1968 con l’istituzione della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Trieste, l’Ospedale divenne sede degli Istituti di Clinica Pediatrica e di Puericultura, a cui nel tempo altri seguirono (Genetica, Igiene, ecc.) e fu trasformato in Istituto di Diagnosi e Cura a carattere scientifico (IRCSS) e venne classificato dalla Regione in Ospedale Regionale Pediatrico specializzato. L’Istituto fu articolato nei due Istituti Universitari, di Clinica Pediatrica (con emodialisi) e di Puericultura, con annessi Centro di Neonatologia, Sezione per la mucoviscidosi, Centro per lo studio della Fisiopatologia dell’accrescimento, Centro Immaturi. A questi si sarebbero aggiunti in seguito altri Centri: di Gastroenterologia , di Reumatologia, di Allergologia, di Vescica neurologica, ecc. Furono create inoltre varie divisioni: di Ostetricia e di Ginecologia, di Chirurgia Pediatrica, di Ortopedia e Traumatologia, di Oculistica, di Otorinolaringoiatria, di Neuropsichiatria Infantile, di Odontostomatologia e di Chirurgia maxillo-facciale e vari servizi: Accettazione e Pronto Soccorso, di Radiologia e di Anestesia, di Rianimazione e Terapia Intensiva, di Cardiologia, di Oncoematologia ed un Centro Trapianti; Laboratori di analisi ed altri servizi e centri sociali propri di un grande Ospedale Pediatrico. Il reparto radiologico che prima del conflitto era dotato di un apparecchio di radiodiagnostica successivamente acquisì 94 un apparecchio di radioterapia convenzionale di 250 KV e alcuni apparecchi per fisioterapia. Inoltre fu iniziata un’attività di radiobiologia odontoiatrica: nel 1972 fu acquisito un ortopantomografo. Nel 1976 erano funzionanti due sale di radiodiagnostica di cui una dotata di un telecomandato con A.B., spot camera e registratore su nastro magnetico. Gli apparecchi erano attrezzati per la tomografia convenzionale; inoltre esisteva un apparecchio di tomografia multidirezionale. Nel 1975 fu installata una terza diagnostica dotata di un apparecchio dedicato alla pediatria, il “Pediatrix”. Nel 1981 il reparto acquisì un’apparecchiatura per la TC, Somaton 2, considerata allora all’avanguardia nel settore. Nello stesso periodo fu creata una sezione di EG. Intanto, essendo stata installata la terapia con alte energie presso il reparto di radioterapia dell’Ospedale Maggiore, furono eliminati gli apparecchi per la radioterapia tradizionale. Durante il periodo fin qui preso in considerazione (dall’inizio degli anni ’50 fino al 1994 anno del pensionamento del Prof. Mario Pini) si avvicendarono alla Direzione del Servizio, Antonio Della Santa e Mario Pini. Il primo che aveva iniziato la sua attività presso il reparto radiologico dell’Ospedale, come consulente, ne divenne il Dirigente nel 1950, successivamente ebbe l’incarico di Primario e nel 1963 fu nominato Primario di ruolo in seguito a concorso. Dopo il suo collocamento in quiescenza, subentrò al suo posto il Prof. Mario Pini, già aiuto dapprima come primario incaricato e poi Primario di ruolo mediante concorso per titoli ed esami rimasto in carica fino al pensionamento (1995). Dal 1995 al 1998 il Primariato viene affidato al Dott. Riccardo Pozzi Mucelli. Dal luglio del 1998 ad oggi (2003) la direzione del Reparto è stata assunta dal Dott. Pier Paolo Guastalla, già assistente fin dal 1979. Altri medici in servizio presso il Reparto Radiologico del “Burlo Garofolo” durante i successivi decenni del Novecento fino all’inizio di questo secolo sono stati i seguenti: - Giorgio De Filippi, aiuto radiologo dal 1967 in seguito a concorso e per breve tempo come primario incaricato nell’Aprile del 1973, poi trasferito ad Alessandria ove in seguito a concorso per titoli ed esami fu nominato Primario di Radiologia presso l’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” con deliberazione del settembre 1973. Della sua 95 attività scientifica e didattica svolta a Trieste si rimanda a quanto già scritto nella storia dell’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo” ; - Paolo Polotti, assistente, deceduto per leucemia nel nel 1973; - Egidio Martelac prima assistente, poi aiuto fino al 1989; - Erika Fonda assistente dal 1984, divenne aiuto nel 1990; per breve tempo ebbe l’incarico di Primario nel 1994. Si interessò principalmente di ecografia E’ in quiescenza dal 2003. Furono assistenti nel periodo tra gli anni ’80 e ’90 Cristiana Carini e Giulia Tommasini - Negli anni ’90 Franca Brizzi, esperta di ecografia è stata aiuto dal ’91 al ‘98 e Floriana Zennaro assistente dal ’90 al ‘92 e dal ’98 ad oggi. Dopo il pensionamento del Prof Mario Pini (1994) si è avuto il cambio di denominazione sia dell’Ospedale che del Servizio radiologico. L’attuale denominazione dell’Ospedale è IRCCS Burlo di Trieste con marchio registrato. La radiologia è denominata Unità Operativa Complessa (UOC) di Radiologia. Dal 1995 al 1998, durante il Primariato del Dott Riccardo Pozzi Mucelli si verifica il rinnovamento della vecchia attrezzatura TAC (Somaton 2) con un’apparecchiatura a scansione spirale (General Electric – Pro Speed XP Power). Dal 2001 l’UOC di Radiologia ha subito un’importante ristrutturazione sia ambientale che tecnologica con razionalizzazione degli spazi e acquisizione di nuove attrezzature: un sistema di computer radiology (Philips), un telecomandato digitale (Philips – Omni diagnost) un ecotomografo digitale (Acuson – Siemens Sequoia), due stampanti a getto d’inchiostro (Agfa)., un apparecchio per radiologia dentale endorale digitale diretto (Philips), un ortopantomografo – teleradiografo Philips Attualmente l’organico dell’U.O.C. di Radiologia è costituito da un dirigente di II livello (Dott. Pier Paolo Guastalla), 4 dirigenti di I livello, un Capotecnico, 8 Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, 2 infermiere e tre segretaria. Nel 2004 è previsto un ampliamento d’organico in seguito all’apertura del servizio di RMN con l’acquisizione di due dirigenti di primo livello, due TSRM ed un’infermiera. Il numero complessivo di prestazioni che all’inizio degli anni ’70 ammontava ad una media di 10.650 e nel 1990 a 15.800, risulta attualmente di circa 25.000 esami 96 annuali, di cui il 50% di radiologia tradizionale, il 22% di Ecografia ed il 28% di TC. La maggior parte degli esami TC di radiologia tradizionale riguarda il distretto toracoscheletrico mentre all’apparato urinario con mezzo di contrasto è riservata una percentuale di appena l’1% ed al tubo gastroenterico il 5% circa. Non è stato possibile avere informazioni dirette sulla produzione scientifica effettuata presso il Servizio Radiologico del “Burlo Garofolo” durante gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Dalla consultazione dei volumi del “La letteratura Radiologica Italiana” pubblicati tra il 1951 e ed il 1970 risulta una sola pubblicazione di Antonio Della Santa (in coll con GD Rottini) 1, se si eccettuano i lavori di Giorgio de Filippi di cui è stato ampiamente riferito nella trattazione attinente all’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di Alessandria. Antonio Della Santa è stato membro del Consiglio Direttivo della SIRMN. L’acquisizione della EG e della TC all’inizio degli anni ’80 rappresentò un notevole progresso nell’assistenza e nello studio di varie patologie infantili, in particolare della patologia osteo-articolare, cui contribuì l’equipe del Reparto avvalendosi anche della collaborazione degli altri Reparti dell’Istituto. Tra le altre iniziative fu elaborato nella metà degli anni ’80 uno “screening” della displasia congenita dell’anca, con la collaborazione degli Ortopedici dello stesso Ospedale, che si concretò in alcune pubblicazioni. Attiva fu anche la partecipazione all’elaborazione di testi come quelli dedicati alle lezioni di Radiologia Pediatrica organizzate dalla SIRMN, ed al volume “Pronto Soccorso per il Pediatra”a cura di AG Marchi. Infine è stato sempre assicurato l’insegnamento della radiologia alla Scuola di Specializzazione in Pediatria. Il Prof. Mario Pini (MP) è stato autore di oltre 60 pubblicazioni di Radiologia diagnostica generale di Radiobiologia, Radioterapia e poi di Radiologia Pediatrica. In quest’ultimo campo apportò contributi originali sull’impiego della TC in varie affezioni dell’età pediatrica avvalendosi delle nuove metodiche, in particolare della TC di cui ebbe disponibilità fin dal 1980.2 Il Prof Mario Pini, membro della SIRMN e della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della stessa Società, ha partecipato attivamente presentando una o due comunicazioni ai seguenti Convegni della Sezione: IV (Torino, 1977), V (Milano, 1978), VI (Bologna, 1979), VII (Trieste, 1981, da lui organizzato), IX Convegno e 97 contemporaneo I corso di Aggiornamento in Pediatria (Ancona 1983), X (Pisa, 1985), XI (Modena, 1987) ed alla sessione di Radiologia Pediatrica svoltasi in occasione del XXX Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1982). Degli argomento trattati durante queste manifestazioni viene data esauriente citazione nella Cronistoria della Sezione di radiologia Pediatrica della SIRMN. Inoltre MP ha partecipato con un intervento preordinato al simposio sulla radiologia neonatale svoltosi nel corso del XXIIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, 1980). 3 MP è stato insegnante di Radiologia Pediatrica alle Scuole di Specializzazione in Radiologia e Pediatria dell’Università di Trieste. E’ stato consigliere del Comitato Direttivo della Sezione di Radiologia nel quadriennio 1984-87. La Produzione scientifica di Pierpaolo Guastalla (PG) limitatamente al periodo (1983-97) secondo la sua segnalazione ammonta 33 lavori comprendenti le pubblicazioni a stampa, gli abstract pubblicati negli Atti dei Congressi a cui ha partecipato, alcuni capitoli per il Trattato di Ecografia Pediatrica, 4 e due monografie. 5, 6 Gli argomenti trattati riguardano i vari campi della Radiopediatria, in particolare l’apparato osteo-articolare e l’apparato digerente. Come si è già accennato PG ha apportato un contributo importante allo studio della displasia congenita dell’anca promuovendo uno screening clinico ed ecotomografico, eseguito in collaborazione tra i radiologi del Servizio radiologico e gli ortopedici della Divisione di ortopedia del Burlo Garofalo durante un quinquennio di cui i risultati furono oggetto di un consuntivo pubblicato sulla Rivista Italiana di Pediatria. 7 PG ha esteso l’impiego della EG alla patologia muscolo-scheletrica che si è concretato nella elaborazione di un capitolo della monografia sopracitata (“Ortopedia per il Pediatra”) ed in una pubblicazione “L’ecotomografia in Ortopedia pediatrica: una lenta rivoluzione” in cui vengono messi a punto le indicazioni ed i reperti di notevole importanza diagnostica ottenuti con questa metodica nella patologia osteoarticolare infantile, in particolare dell’anca e del ginocchio e nella patologia muscolotendinea. Nell’ambito dell’apparato digerente si è occupato sia con pubblicazioni a carattere generale (v monografia già segnalata) sia con lavori su patologia d0organo: 98 “Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino”, “Le pancreatiti in età pediatrica”, “Confronto tra l’impiego degli US e la pH-metria nella diagnosi del reflusso gastroesofageo”. PG ha applicato la ecografia anche nello studio dell’apparato urinario in corso di infezioni delle vie urinarie intervenendo sull’argomento con due comunicazioni. Una in coll. con C Carini, G Messi et al. su: “L’utilità dello studio ecografico renale come esame di I livello nella patologia infettiva delle vie urinarie in età pediatrica (XXXI Congresso Nazionale della SIRMN, Firenze 1984) e l’altra in coll. con L Peratoner, C Carini et al. su “Modificazioni dei protocolli di studio dei bambini con infezione urinaria ed uropatia malformativa consentite dall’ecografia” (V Convegno Nefrologico e Didattico, Bardonecchia, 1985). Infine sono da segnalare due Comunicazioni tenute ad Ancona in occasione del IX Congresso della Sezione di Radiologia pediatrica della SIRMN abbinato al I Corso di aggiornamento della stessa sezione. La prima riguardante l’impiego della TC e della EG usata anche in corso di intervento nella diagnosi di ascessi multipli splenici renali e l’altra (coll. E Martelanc, G D’Ottavio et al.) su correlazione EG-TC nello studio dell’encefalo del lattante. Concludendo dall’analisi della produzione scientifica di PG emergono l’interesse e la passione con cui si è didecato fin dall’inizio della sua attività all’Ecografia, che tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni del decennio successivo cominciava a diffondersi anche in ambito pediatrico. In realtà erano ben pochi i centri pediatrici che venivano dotati di apparecchi ecografici ed era esiguo il numero dei radiologi che intraprendevano in quel periodo l’impiego della nuova metodica su larga scala in campo pediatrico e che riferivano le prime esperienze acquisite in diverse patologie dell’età pediatrica, dal SNC, all’addome, dall’apparato utinario all’apparato osteoarticolare. Ricordo, tra gli altri, Laura Artesani a Torino, Enrico Biggi a Genova, Leonardo Capaccioli a Siena, Giorgio de Filippi ad Alessandria, che sono da considerare veri e propri pionieri in questa Branca della Radiologia Pediatrica. 99 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 A Della Santa, GD Rottini: su di un frequente reperto radiologico nelle pneumopatie interstiziali da virus. Nota preventiva. Riv Ital di Rad Clin II:194, 1952 2 La maggior parte delle notizie riferite sull’Ospedale Infantile “Burlo Garofolo” e il relativo Servizio radiologico è stata fornita da Mario Pini e Pierpaolo Guastalla, cui va il mio ringraziamento. 3 M Pini, E Fonda, D Faraguna: Su un caso di insufficienza renale oligurica transitoria neonatale. Radiol Med Suppl I: 634- 1981 4 P Guastalla et al: “Ghiandole salivari” (pag 128-136), “Collo” (pag 139-161), “malattie osteoarticolari” (pagg 545-566) in Trattato di Ecorafia Pediatrica. Casa Editrice Ambrosiana, Milano 1992. 5 P Guastalla: “Ecografia in gastroenterologia pediatrica” in Gastroenterologia per il Pediatra. Ed La Nuova Italia Scientifica. 6 a) P Guastalla, Carini: “Cosa chiedere e come chiedere al radiologo” (pagg. 197-302); b) F Cavalli, P Guastalla: “La scintigrafia ossea in Pediatria” (pagg 210-214) in ortopedia per il pediatra. Ed La Nuova Italia Scientifica, 1989. 7 F Di Cosmo, MT Luchi, G Maranzana, D Vorini; C Carini, P Guastalla: Depistage della displasia congenita dell’anca. Sintesi di un’esperienza quinquennale. Riv Ital Ped (IJP) 16: 182, 1990 100 Pochissimi dati sono reperibili sull’attività pratica del Servizio Radiologico dell’Istituto “Giannina Gaslini” di GENOVA, nei primi decenni della seconda metà del secolo scorso. D’altra parte molte notizie attinenti ai Radiologi che si sono avvicendati in quel periodo alla direzione del Servizio, possono essere tratte dal loro “curriculum” riportato nella letteratura radiologica. A Giovanni Balestra successe, nel 1951 Alfredo De Maestri (ADM). Questi, laureatosi nel 1934, entrò pochi anni dopo (all’inizio del 1937), con la qualifica di assistente volontario, all’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova, diretto dal Prof. Vittorio Maragliano (1913-1944), uno dei Pionieri e Maestri della Radiologia Italiana. Socio della SIRM dal 1938; conseguì la specializzazione in Radiologia Medica e, successivamente l’abilitazione alla libera docenza nella stessa disciplina nel 1954. Nel 1940 ADM venne inviato al Reparto Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini”, di cui divenne Primario inc. nel 1951 e dove rimase fino 1961, anno della sua prematura scomparsa. nota 1 Nel periodo di permanenza al “Gaslini”, oltre all’attività pratica che esercitò con passione e professionalità, fu autore di notevoli pubblicazioni scientifiche. Tra le altre alcune ebbero per oggetto l’applicazione in campo pediatrico della stratigrafia e della stratigrafia assiale traversa (SAT), metodiche ideate da Alessandro Vallebona, l’altro suo Maestro, succeduto a Vittorio Maragliano nella direzione dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova nel 1944. Di particolare rilievo l’impiego nel bambino del pneumoretroperitoneo, nota 2 proposto da Ruiz Rivas nel 1948, associato alla SAT per lo studio degli organi addominali. L’argomento fu oggetto di alcuni lavori, eseguiti con la collaborazione di G Sansone, aiuto della Clinica Pediatrica di Genova.1 Ulteriori studi furono rivolti alla patologia encefalica, con applicazione della pneumoencefalografia associata alla SAT 2,3 e della cisternografia,4allo studio tridimensionale del mediastino posteriore ed anteriore visualizzato contemporaneamente per via peridurale. 5 Per primo applicò la stratigrafia nello studio urografico in età pediatrica. Interessanti le sue ricerche sulla metodica adottata per l’esame della cistifellea e delle vie biliari nel lattante e nel bambino. Inoltre altri temi riguardanti l’apparato 101 scheletrico (M Cooley ed ittero emolitico costituzionale) ed il tubo digerente. (patologia gastroduodenale della I Infanzia) sono stati oggetto di comunicazioni e pubblicazioni. ADM collaborò ad importanti trattati: “La stratigrafia” di Vallebona “Semeiotica e diagnostica radiologica” di M Ponzio 7 6 e con il Capitolo “Studio radiologico del mediastino con l’impiego di mezzi di contrasto”. In sostanza ADM è stato uno dei pochi radiologi italiani che hanno eseguito esami complessi quali la pneumoencefalografia, il pneumoretroperitoneo, il pneumoperitoneo e il pneumomediastino, in casistiche numerose e che ha puntualizzato la tecnica dell’urografia all’epoca scarsamente impiegata negli ambienti pediatrici. In tutte queste indagini sono state associate la stratigrafia e la SAT, secondo l’indirizzo preminente della Scuola Radiologica Genovese. Per la sua intensa attività pediatrica al “Gaslini” protrattasi per oltre venti anni, stroncata dalla grave malattia che l’aveva colpito, e per la prestigiosa attività scientifica, De Maestri deve entrare a far parte del novero dei Pionieri e Maestri della Radiologia Pediatrica Italiana. Neopoldo Macarini (NM), subentrò nel 1961 ad Alfredo De Maestri come primario incaricato del Servizio Radiologico dell’Istituto “Giannina Gaslini”, ove rimase fino al 1968 quando fu chiamato alla Cattedra di Radiologia dell’Università di Bari. E’ stato uno dei più valorosi allievi della Scuola di Radiologia Genovese, diretta dal Prof. Alessandro Vallebona dal 1944 al 1969. Vasta e molteplice la sua produzione scientifica interessante la Radiodiagnostica, la Radioterapia e la Radiobiologia. Nel campo della Radiodiagnostica si annoverano anche alcuni contributi attinenti alla Radiologia Pediatrica; segnaliamo, tra gli altri, una pubblicazione in collaborazione con A De Maestri, G Sansone et al., avente per tema la pneumoencefalografia e la stratigrafia assiale traversa nel bambino, 8 una pubblicazione sul pneumoretroperitoneo associato alla tomografia nella I Infanzia, 9 una pubblicazione sull’apparato urinario simpaticoblastomi nel bambino. 11 102 10 e una comunicazione sui Frutto dell’esperienza acquisita al “Gaslini”, in base alla ricca casistica raccolta NM presentò in collaborazione con E Romano, aiuto alla Clinica Pediatrica di Genova, la Relazione Ufficiale al XXIII Congresso Nazionale della SIRM: “Studio Radiologico della mucoviscidosi”. Dopo la chiamata del Prof. Neopolo Macarini alla Cattedra di Radiologia dell’Università di Bari nel 1968 fu incaricato della direzione del Servizio radiologico del “Gaslini” l’aiuto Prof. Aldo Pelizza, che in seguito a concorso divenne Primario Radiologo ed in tale carica rimase fino al suo pensionamento, avvenuto per limiti di età nel 1995. Durante la direzione di Pelizza, incisiva ed autorevole, il Reparto Radiologico del “Gaslini” andò incontro a profondi cambiamenti in rapporto ai notevoli progressi tecnologici della Radiodiagnostica ed al tempo stesso all’evoluzione dell’Istituto Scientifico “Gaslini”, vero Policlinico infantile, che andava sviluppandosi, secondo le nuove conquiste della Pediatria, con la creazione di nuove specialità e servizi ed il potenziamento di quelli già esistenti. Alla fine degli anni ‘70, il “Gaslini” aveva tutte le specialità: nefrologia, oncologia, dermatologia, oculistica, malattie infettive, cardiologia, cardiochirurgia, neuropsichiatria, fisioterapia, ostetricia, pneumologia, otorinolaringoiatria, ecc. oltre ovviamente a chirurgia pediatrica e ortopedia. A metà anni ‘70 erano in funzione i seguenti apparecchi: 1 fluoroscopio telecomandato con catena televisiva, 1 angiografo dotato di seriografo Schönander, 1 angiografo a tamburo, 6 sale di radiologia convenzionale, alcuni portatili. Nel 1981 il Servizio viene dotato di due ecografi in contemporanea Phsonic manuale e ATL “real time”. Alla fine degli anni ’70 l’organico dei radiologi era così costituito: Aldo Pelizza, Giuseppe Villa- Venzano, Gino Magnaguagno, Mariangela Bonzano. Nel 1986 viene acquistato un apparecchio di tomografia computerizzata (TC Esaote Hitachi) e pochi anni dopo (1989) un apparecchio di risonanza magnetica nucleare (Esaote, O.5 Tesla). Pertanto alla fine degli anni ‘80 il Reparto Radiologico dell’Istituto “Gaslini”, dal punto di vista della dotazione delle apparecchiature può ritenersi all’avanguardia tra i Servizi radiologici ospedalieri ed universitari. 103 L’organico medico è costituito da 6 radiologi, compreso il Primario; due sono suoi valorosi allievi, già ben affermati nella disciplina: Paolo Tomà, entrato giovanissimo nell’Istituto subito dopo la laurea, conseguita nel 1977, seguito pochi anni dopo (1979) da Agostino Taccone (un terzo allievo, Gino Magnaguagno era prematuramente scomparso qualche anno prima). Tra gli altri in organico sono: Giuseppe Villa Venzano, Gian Michele Magnano, Anna Dell’Acqua. All’ecografia sono addetti due borsisti. Notevole il carico di lavoro: a metà degli anni ’80 sono eseguiti complessivamente 43846 esami di radiologia tradizionale (40482 interni e 3364 esterni) e 4744 ecografie (solo interni) per anno. Durante gli anni ’90 il Servizio radiologico del “Gaslini” va incontro a potenziamento e trasformazione ulteriore. Dopo il pensionamento del Prof. Pelizza (1995) sono istituiti 2 Primariati, uno di Radiologia e l’altro di Neuroradiologia, di cui sono nominati Direttori, rispettivamente il Dott. Paolo Tomà ed il Dott. Paolo Tortori Donati. Agli inizi del 2000 (2003) i Radiologi in servizio sono 13: Direttore dell’UO di Radiologia è il Dott. Paolo Tomà; medici di 1° livello, responsabili di modulo: AM Dell’Acqua e M Oddone; Dirigenti medici di 1° livello: GM Magnano, M Ghiozzi, F Rizzo, G Lucigrai, A Marzoli, M Valle, F Nardi, E Vignale, G Granata, F Magnaguagno. I tecnici di radiologia medica sono complessivamente 24 con la qualifiche: TSRM Ds:2, Coordinatori TSRM: 2 ; TSRM collaboratori: 18; ausiliari DT:2. Dal 1° gennaio 1995 è stata istituita la guardia attiva che ha sostituito il servizio di pronta disponibilità. Segue la descrizione delle Sezioni di cui risulta composto il Servizio e delle relative apparecchiature: 2 Sezioni di radiologia convenzionale (centrali); altre 3 sezioni di radiologia convenzionale: DEA, Ortopedia, Ambulatorio; 2 fluoroscopie digitali (centrale DEA), 1 angiografo digitale di ultima generazione, 1 angiografo per cardiologi, 2 sezioni di ecotomografia (centrali); 1 sezione di ecotomografia (al DEA), 2 ecografi portatili, 1 TAC spirale SS (0.5 sec), 1 RM (1,5 Tesla), condivisa con Neuroradiologia, 1 ortopantomografo. 104 Ecografi attuali: ATL Philips, Aspen Siemens, Tknos Esaote, Titan Sonosite, Spazio Esaote. Tutti gli ecografi, eccetto l’ultimo, hanno un parco sonde completo e tutte le opzioni doppler. Nel 1996 è stato istituito un sistema RIS. Nel 2003 il carico di lavoro ammonta a circa 78000 esami annuali e precisamente a 54952 interni e 23056 esterni. Se a questi si sommano gli esami del Servizio di Neuroradiologia (circa 2000 distribuiti tra TC e RM) si ottiene un totale di circa 80000 esami. Rispetto al numero delle indagini eseguite nel 1985, come già notato prima, all’incirca 43800 (40482 interni e 3364 esterni) si nota un notevole incremento (approssimativamente 83%). Da un’analisi della tipologia degli esami si deduce che la radiologia tradizionale mantiene il I posto nella graduatoria con 48200 esami (35250 interni e 12950 esterni), con un aumento del 10%, che le ecografie fanno un marcato salto in avanti (da 4744 a 25500), in percentuale del 32% rispetto al numero totale di esami. Considerando invece l’incremento percentuale delle sole ecografie passate da 4750 a 25500 si ottiene un valore del 43%. Seguono molto distanziate le indagini con TC e RM, rispettivamente 2249 e 1681, in totale arrotondando 3900, cui si aggiungono circa 2000 esami del Servizio di Neuroradiologia, in proporzione inversa. La UO di Neuroradiologia è diretta, come già detto, dal 1995 dal Dott. Paolo Tortori Donati, che è entrato al “Gaslini” nel 1992, proveniente dalla Neuroradiologia dell’Ospedale “S Martino”, diretta da M Rosa. Oltre a Tortori Donati sono in servizio i neuroradiologi Andrea Rossi e Carlo Gandolfo. Gli apparecchi utilizzati sono TC e RM condivisi con lo UO di Radiologia diretta dal Dott. Paolo Tomà. L’attività scientifica in campo radiologico svolta all’istituto “Gaslini” di Genova dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso ai primi anni del secolo XXI Aldo Pelizza è stato uno dei maggiori continuatori dell’opera dei Pionieri della Radiologia Pediatrica Italiana. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1950, entrò giovanissimo all’Istituto di Radiologia di Genova, diretto dal Prof. Alessandro 105 Vallebona, il creatore della stratigrafia nella sue varie espressioni. Formatosi alla sua Scuola, conseguì la Specializzazione in Radiologia e, nel 1966, ottenne l’abilitazione alla libera docenza nella stessa disciplina. L’attività scientifica e professionale di Aldo Pelizza (AP) si svolse esclusivamente all’Istituto Scientifico “G. Gaslini”, ove compì la carriera, pervenendo, come si è già detto, al Primariato nel 1970. Durante la sua lunga permanenza al “Gaslini”, dall’inizio anni ’50 fino al ’95, ebbe la fortuna di incontrare e di collaborare con personalità eminenti della Pediatria italiana, quali Giovanni De Toni, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Genova dal 1942 al 1965, Franco Soave, uno dei pionieri della Chirurgia Pediatrica Italiana, l’ortopedico Carlo Pais e successivamente con i pediatri Ronaldo Bulgarelli, Ettore De Toni, Cesare Romano, l’ortopedico S Mastragostino ed il chirurgo cardiovascolare A Bertolini. Vasta e prestigiosa la sua produzione scientifica che abbraccia le diverse branche della Radiologia Pediatrica e di cui non è possibile una completa rassegna. Mi soffermerò pertanto sui contributi più importanti e di maggior interesse. Nel 1954 esordì al XVIII Congresso Nazionale della SIRM, congiunto al Congresso degli Elettroradiologi di Cultura Latina, con la presentazione di una comunicazione (in collaborazione con D Fierro) avente per oggetto una ricerca di traumatologia condotta su animali da esperimento. Negli anni successivi (fine anni ‘50 e durante gli anni ’60) uscirono varie pubblicazioni di AP in collaborazione con i Pediatri e gli Ortopedici del “Gaslini” attinenti alla patologia scheletrica pediatrica nei suoi vari aspetti, congeniti ed acquisiti. Di particolare rilievo fu la conferenza sul tema: “Lo studio clinico-radiologico sulle mucopolisaccaridosi” (coll. Cesare Romano), tenuta al 1° corso di aggiornamento in Radiologia, proposto dal Prof. Pietro Cignolini, Presidente del XXIV Congresso della SIRMN, svoltosi a Palermo nel 1970 e, organizzato per la parte pediatrica, da GS Marchese. Costante l’interesse di AP per le malattie dell’apparato scheletrico, che si concretò nel monumentale trattato “Le malattie dello scheletro nell’età evolutiva”. 12 I tre volumi trattano in modo esauriente le deformità congenite, le sindromi dismorfiche e le malattie displasiche, le deformità e le malattie acquisite dello scheletro. L’opera, frutto di anni di duro lavoro, sia pratico che scientifico, consta di 106 2500 pagine e di 2800 immagini. La maggior parte dell’iconografia fa riferimento a casi studiati in prima persona dallo stesso AP. 13 Ultimamente (negli anni ’90) AP si è ancora interessato di patologia scheletrica nell’infanzia. Al XIII Convegno della Sezione di Radiologia pediatrica della SIRM svoltosi a Torino nel 1991, ha presentato la relazione “Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie” (coll. P Tomà et al.), studiate con la RM. In una pubblicazione uscita poco prima del suo pensionamento, ha descritto 5 casi di leucemia acuta con esordio neonatale studiati con la diagnostica per immagini. 14 La patologia toracica nell’infanzia ha costituito per AP un altro tema di interesse. Nel lavoro: “ Elementi diagnostici clinico-radiologici a proposito della mucoviscidosi”, puntualizzò i diversi reperti broncopolmonari presenti in questa affezione. 15 radiologici bronchiali e Altri suoi contributi seguirono su questo argomento. 16 Nel maggio 1973 AP (coi collaboratori C Romano e A Bertolini) partecipò al Simposio Nazionale svoltosi a Genova presentando la relazione introduttiva “Semiologia radiologica delle broncopneumopatie croniche e ricorrenti nell’età pediatrica”. Nel primo periodo di attività al “Gaslini” (anni ’50 - ‘60), seguendo la scia della Scuola Radiologica Genovese (De Maestri, Macarini), AP impiegò la pneumoencefalografia e il pneumoperitoneo associati alla stratigrafia in alcune patologie infantili e continuò le ricerche sulle indagini radiologiche per la visualizzazione della cistifellea e delle via biliari nel lattante e nelle età pediatriche successive. Ben presto applicò le metodiche emergenti in Pediatria: “Il metodo combinato nella ricerca dei polipi retto-sigmoidei”,17la “Linfografia addominale in Pediatria”,18 “L’artrografia dell’anca”.19 Successivamente, negli anni 70 intraprese in collaborazione col Cardiochirurgo A Bertolini gli studi angiografici (angiocardiografia, aortografia ed arteriografia polmonare). Nel 1977 in occasione del II dei prestigiosi corsi “Perona” organizzati a Verona dal Prof. Gian Franco Pistolesi, trattò la patologia mediastinica dell’infanzia, estrinseca all’esofago, tenendo la lezione “Le impronte estrinseche sull’esofago infantile” determinate dalle affezioni di tipo espansivo (cistiche e neoplastiche, benigne e maligne) e da anomalie vascolari (doppio arco aortico, 107 ramo Sin. della polmonare e succlavia Dx aberranti). Su analogo argomento “La semeiologia radiologica mediastinale di interesse chirurgico”, fu relatore al Simposio di Neonatologia svoltosi a Napoli in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (1980). L’utilità dell’indagine angiografica in alcune forme di patologia polmonare malformativa in lattanti dei primi mesi di vita con sintomatologia cardio-polmonare acuta fu dimostrata con una comunicazione (coll. A Bertolini) a Firenze durante il III Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (1976). Nel periodo compreso tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 la maggior parte delle pubblicazioni di AP attinenti all’apparato digerente ed all’apparato genito-urinario, riguardò la patologia malformativa di questi apparati: i vizi di posizione dello stomaco, le peritoniti meconiali, la patologia diaframmatica, 20 l’ureterocele, 21 le malformazioni degli organi genitali. 22 L’attenzione a questo tipo di patologie fu richiesta dai notevoli progressi compiuti dalla Chirurgia Pediatrica per il loro trattamento. Varie malformazioni fino a pochi anni prima considerate inoperabili o operabili con scarsa possibilità di successo (atresie del tubo digerente, anomalie di rotazione dell’intestino, ileo meconiale, ecc.) furono corrette con buoni risultati e pertanto le indagini radiologiche acquisirono un’importanza di primo ordine, sia dal punto di vista diagnostico, sia nei controlli post-operatori. 23 All’inizio degli anni ’80 in un’altra pubblicazione “Reflusso gastro-esofageo: l’approccio diagnostico radiologico” AP puntualizzò il ruolo dell’indagine radiologica nello studio di questa patologia. Alcuni anni prima del collocamento in quiescenza ha contribuito con i suoi collaboratori (Taccone, Oddone) ed i Chirurghi Pediatri del “Gaslini” allo studio della complessa patologia delle atresie ano-rettali, utilizzando la colongrafia transcolostomica sbarrata per la identificazione dei diversi tipi di fistola rettale. Il rilievo di questa anomalia insieme allo studio dell’apparato sfinteriale, intrapreso dagli stessi collaboratori in quel periodo, ha costituito un progresso notevole nel trattamento chirurgico delle malformazioni ano-rettali. 24 Per quanto riguarda il contributo di AP alla trattatistica oltre all’opera già ricordata “Le malattie dell’apparato scheletrico nell’età evolutiva”, è da citare la 108 sua collaborazione ad alcune monografie con la stesura di un capitolo: 1) Il Cap. “Chronic lung diseases: epidemiology and radiologic assessment” (coll. P Tomà, GF Gargani, C Romano); 25 2) Il Cap. V “Le indagini radiologiche nella fibrosi cistica” (coll. P Barbaccia, G Iannaccone, P Toma, GF Vichi; coordinatore GF Gargani). 26 Inoltre AP ha elaborato un testo atlante, con ricca documentazione iconografica della patologia pediatrica (escluso il SNC) studiata con la TC e la RM (coll. A Taccone, MP Fondelli, P Tomà). 27 Infine va sottolineato il ruolo svolto da AP nello sviluppo della Radiologia Pediatrica in Italia ed in Europa, non solo per la sua attività scientifica ma anche per alcune importanti iniziative. Nel 1963 partecipò insieme ad un piccolo gruppo di radiologi pediatri italiani 28 alla I Riunione Internazionale di Radiologia Pediatrica, tenuta a Parigi, in cui fu fondata la ESPR (European Society of Pediatric Radiology). In questa occasione presentò una comunicazione dal titolo: “Notre experience de la radiotherapie tumorale en Pédiatrie”. AP nel settembre del 1975, durante la II Riunione scientifica di Radiologia Pediatrica da lui organizzata a Genova costituì, insieme al gruppo dei Radiologi italiani operanti in questa disciplina, 29 la Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN, una delle prime nate in Italia dopo l’istituzione da parte di questa Società delle Sezioni di Studio, che successivamente furono create per diverse branche della Radiologia. Durante l’assemblea dei Soci della Sezione svoltasi nel corso della riunione furono eletti il Presidente della Sezione (il primo) Aldo Pelizza, i Consiglieri del Comitato Direttivo: Marcello Randaccio, Ciro Sandomenico, Gian Franco Vichi ed il Segretario: Sergio Fasanelli. AP era dotato di una forte personalità, caratterizzata da rigore morale e scientifico e da un sobrio stile di vita. Avvalendosi dell’opportunità di operare in un ambiente altamente qualificato e di larga disponibilità di mezzi poté ottenere apparecchiature di alta tecnologia (le macchine pesanti) e dedicarsi alla diagnostica delle malattie pediatriche non solo per scopi scientifici ma anche e soprattutto nell’interesse dei piccoli pazienti. Nella lunga attività professionale considerò sempre prioritaria la collaborazione clinico-radiologica e l’opportunità dell’integrazione di competenze professionali diverse, come sostenuto da uno dei 109 maggiori Maestri della Radiologia, Cignolini. Questo concetto è ben espresso nella commemorazione di AP scritta da D Fierro e P Tomà: “La Radiologia clinica deve essere intesa come lavoro di studio interdisciplinare nell’assistenza e nella ricerca”. 30 AP come ultimo atto della sua vita, espressione di animo generoso e da vero credente, poco dopo il pensionamento, si recò nel Kenya per prestare la sua opera nei Centri Missionari, in collaborazione all’équipe medica guidata dal suo amico ortopedico Silvano Mastragostino. Purtroppo le precarie condizioni di salute troncarono troppo presto la sua benefica e valida attività. Ultimamente (2003) la ESPR ha riconosciuto il notevole contributo di Aldo Pelizza allo sviluppo della Radiologia Pediatrica con la sua nomina a membro onorario della Società (alla memoria). Paolo Tomà è nato alla Spezia l’1 aprile 1951. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Genova nell’ottobre 1977, consegue il diploma di specializzazione in Radiologia Diagnostica presso la stessa Università nel giugno 1980 e in Pediatria nell’ottobre 1988. Successivamente (marzo 1991) ottiene l’idoneità a Primario di Radiodiagnostica e nell’ottobre 1994 il diploma europeo di Radiologia Pediatrica. Compie la carriera ospedaliera presso il Reparto di Radiologia e Terapia fisica dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova di cui è Primario il Prof. Aldo Pelizza, ove entra come medico frequentatore nel 1978 e svolge il tirocinio pratico di radiologia (1° aprile 1979 - 31 marzo 1980). Assistente volontario nello stesso reparto durante il 1980, diviene Assistente di ruolo dal dicembre 1980 al 15 aprile 1990. Dopo l’incarico di Aiuto per brevi periodi tra il 1989 e il 1990 viene nominato Aiuto di ruolo dal 1° dicembre 1990. E’ responsabile del modulo organizzativo di “Ecotomografia” presso il Servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” dal 30 novembre 1992. Diviene Primario Radiologo FF dello stesso Istituto dal 1° gennaio 1995 a seguito del pensionamento del Prof. Aldo Pelizza e dello sdoppiamento del Primariato di Radiologia con la creazione di due Primariati, uno di Radiologia Pediatrica e l’altro di Neuroradiologia Pediatrica, di cui è nominato Primario il Dott. 110 Paolo Tortorì Donati. Ottiene il titolo di Primario Radiologo dell’Istituto “G. Gaslini” dal maggio 1997. nota 3 Paolo Tomà (PT) possiede doti non comuni e ha saputo circondarsi di validi collaboratori. Inoltre ha avuto la fortuna di avere per Maestro Aldo Pelizza e di operare in un Istituto di alto livello scientifico e con notevoli capacità economiche. Come è già stato detto l’Istituto “Gaslini” acquisisce l’ecografia nel 1981, pochi anni dopo (1986) viene dotato della TC e nel 1989 della RM, le cosiddette “macchine pesanti” che gli altri Centri pediatrici, nella quasi totalità, ottennero molto più tardi. Tomà, i suoi validi collaboratori e il suo Maestro, grazie alla disponibilità delle più moderne tecnologie e alla ricca e multiforme casistica del “Gaslini” a cui affluivano ed affluiscono piccoli pazienti da ogni parte d’Italia, hanno potuto e possono apportare importanti contributi di Radiologia Pediatrica studiando la vasta gamma di patologie, con le diverse metodiche, impiegate singolarmente o integrate, se necessario. Tomà, durante la lunga permanenza al Gaslini, dal 1980 in avanti, ha svolto una vastissima attività scientifica, documentata dalle numerose pubblicazioni, dalla partecipazione attiva e costante ai Convegni Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM (di cui è stato consigliere e successivamente Segretario del Consiglio Direttivo nel periodo 1988-92 e Presidente dal 1996 al 2000) e di altre subspecialità della Pediatria, ai Congressi Nazionali della SIRM ed ai Congressi Internazionali, in particolare della European Society of Pediatric Radiology (ESPR), (di cui è membro attivo dal 1984, vicepresidente nel 2001-2002 e Presidente della stessa Società nel 2002 - 2003), dalle lezioni svolte a Corsi di aggiornamento, dalla pubblicazioni di libri, come autore e coautore, allo svolgimento di interi capitoli per importanti libri o trattati. Nel 2003 è toccato a PT quale presidente della ESPR l’oneroso ma nel contempo gratificante compito di organizzare il XL Congresso della Società a Genova, il terzo dopo gli altri svoltisi in Italia, a Roma nel 1970 ed a Firenze nel 1984. L’organizzazione della manifestazione ha richiesto a PT ed ai suoi collaboratori un notevole impegno sia per la coincidenza del Congresso con il quarantesimo anniversario della istituzione della ESPR sia per le difficoltà 111 dell’economia mondiale e la grave crisi politica internazionale presenti in quel periodo. Data la mole imponente dell’attività scientifica svolta da PT, non sarà possibile illustrarne dettagliatamente i molteplici aspetti. Nel periodo considerato, poco più di un ventennio (inizio anni ’80 - 2003 incluso), risultano secondo i dati da lui forniti, 192 pubblicazioni a stampa, di cui 119 nelle più importanti riviste italiane ed altre 73 in prestigiose riviste straniere. A queste vanno aggiunti gli “abstracts” pubblicati in atti di Corsi e Congressi, che nel periodo 1981-1996 ammontano a 171, e le 73 relazioni presentate a Congressi nazionali ed internazionali tra il 1984 ed il 1996 compresi. Nelle pubblicazioni e negli “abstracts” PT ha preso in considerazione le varie patologie in età infantile dei diversi apparati studiate prevalentemente con la Ecografia (dapprima con apparecchi a scansione manuale, ben presto sostituiti dagli apparecchi “real time”) e successivamente con le sue varie applicazioni tecnologiche (eco-doppler, eco-color-doppler, ecc.) con la TC e la RM impiegate da sole o integrate tra loro e gli US. I maggiori contributi apportati da PT e coll. riguardano il SNC, l’apparato scheletrico, l’oncologia, per non citare che i più importanti. Le malformazioni del SNC sono state oggetto di numerose pubblicazioni, comunicazioni a Congressi e relazioni. Si ricordano alcune di maggior interesse: la schizencefalia esaminata con metodiche di immagini integrate sia in età postnatale,31 che prenatale,32 la emimegaloencefalia, diagnosticata precocemente con gli US, 33 le anomalie di migrazione neuronale e l’oloprosencefalia studiate con ecografia e RM, presentate al XLVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria (Genova, settembre 1991). Altre pubblicazioni e comunicazioni riguardano la patologia del midollo spinale: sindrome del midollo fissato o “Tethered cord”, 34 e l’ecografia nelle mielodisplasie. 35 Anche le affezioni acquisite del SNC hanno costituito motivo di interessanti ricerche. Tra queste ricordo la “Patologia infettiva dell’encefalo nell’età pediatrica: valutazioni con US” comunicazione presentata da P Tomà, S Malena, A Pelizza et al. XXII Congresso della ESPR, svoltosi a Glasgow nel giugno 1985. Altra patologia acquisita del SNC, studiata da PT e coll. è rappresentata da “Gli aspetti ultrasonografici delle lesioni cerebrali anossiche ischemiche nel bambino” 112 comunicazione svolta da PT in collaborazione con G Fariello, S Malena, G Bergami et al. alle Giornate Internazionali di Ultrasonologia (Bologna, novembre 1986); “Le raccolte periencefaliche post-traumatiche nel neonato lattante”; 36 “L’emorragia peri-intraventicolare nei prematuri affetti da distress respiratorio” 37 ed altri lavori sulle emorragie intracraniche. Lo studio del follow-up delle lesioni ipossico-ischemiche con la RM viene intrapreso da PT (in collaborazione con D Pisaturo, AM Borreani, S Frasconi et al.) alcuni anni dopo e presentato in occasione del XII Convegno dell’Istituto di Neuropsichiatria infantile, Università La Sapienza svoltosi a Roma nel sett. 1991. Numerose, una trentina, le pubblicazioni inerenti l’apparato scheletrico sulle riviste italiane e straniere. Gli argomenti trattati vertono su “Le malattie congenite dello scheletro”, su casistica di displasie congenite rare, su vari aspetti delle malattie da accumulo, tra le quali “I segni radiologici precoci della mucolipidosi (I cell disease)”. 38 gli elementi differenziali tra sindrome di Scheie e sindrome di Hurler/Scheie, sui reperti rilevati con le metodiche integrate nella malattia di Gaucher. 39 Un contributo importante è stato apportato da PT nello studio ecografico dell’anca sia sugli aspetti normali nel feto sia su problemi di approccio morfologico: limiti tra normale e patologico. Sulla diagnosi ecotomografica di displasia congenita dell’anca ha contribuito con l’esperienza sua e dei suoi collaboratori basata su 1120 casi. 40 Lo stesso tema è stato trattato nel corso di aggiornamento svoltosi a Copanello nel settembre 1989. L’oncologia pediatrica ha rappresentato un altro importante campo di ricerca per PT e coll. Fin dall’inizio della sua attività scientifica PT si è interessato dei linfomi non Hodgkin partecipando ad uno studio condotto all’Istituto “G. Gaslini” protrattosi per 10 anni. 41 In altre pubblicazioni PT si è occupato di linfomi di cui ha preso in considerazione le localizzazioni addominali (coll. A Taccone) e le localizzazioni endotoraciche (coll. G Crespi, ML Garrè et al.) e i linfomi non Hodgkin con interessamento epatosplenico, studiato con TC e RM. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 PT contribuisce a due importanti pubblicazioni prodotte all’Istituto “Gaslini”, l’una sui risultati a distanza 113 ottenuti in “66 casi di tumore di Wilms diagnosticati al Gaslini” (in collaborazione con R Haupt, B De Bernardi, P Magillo et al.) e l’altra sulla ”terapia della leucemia linfoblastica acuta” allo stesso Istituto (in collaborazione con A Comelli, B De Bernardi, M Piombo et al.) PT, dopo l’introduzione della RM al “Gaslini” nel 1989, come è già stato riferito, si dedica con grande impegno all’impiego di questa metodica nelle neoplasie in età pediatrica i cui risultati sono oggetto di importanti pubblicazioni: i tumori renali e pararenali; 42 i tumori epatici; 43 le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie del bambino,44 tra cui rientrano i tumori a istogenesi midollare emopoietica (linfomi e leucemie), studiati sia con la radiologia tradizionale, sia con la RM. Interessanti due comunicazioni in sede congressuale su alcune emergenze in oncologia pediatrica: 1) la compressione cardiaca nelle masse mediastiniche (coll. M Occhi, M Oddone et al.) 2) la clinica e diagnostica per immagini nella sindrome ipercalcemica (coll. GM Magnano, M Occhi et al.). Infine è da segnalare la partecipazione di PT al secondo studio eseguito dal gruppo italiano per il neuroblastoma localizzato. 45 Nell’ambito dell’apparato urinario PT si è interessato soprattutto della patologia malformativa studiata sia con la radiologia tradizionale, sia, in particolare con gli US nel periodo perinatale. Tra l’altro sono da menzionare “le anomalie ostruttive della via urinaria periferica” presentate in collaborazione con E Podestà al XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, settembre 1980) e “le malformazioni dell’apparato urinario fetale di interesse chirurgico. Diagnostica per immagini pre e post natale”. 46 Sulla base di uno studio in 15 casi con malformazioni delle vie urinarie effettuato in epoca prenatale e proseguito dopo la nascita, PT e MA Lituania sottolineano l’importanza di uno screening precoce delle alterazioni renali congenite ed il ruolo svolto per la diagnosi dagli US. 47 PT si è interessato anche del problema del reflusso vescico-ureterale sempre attuale negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Tra gli altri studi pubblicati sull’argomento ne citerò uno a carattere generale. “Il reflusso vescico-ureterale in età pediatrica. Aspetti etiologici ed evolutivi” ed altri due inerenti gli effetti dannosi del RVU sul rene.48, 49 114 Negli anni seguenti PT continua la ricerca rivolta alla diagnosi precoce in epoca perinatale delle malformazioni del rene e delle vie urinarie, che si concreta in varie pubblicazioni e comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali: le malformazioni renali in epoca perinatale; 50 le displasie cistiche in età neonatale (comunicazione presentata al XXXII Congresso nazionale della SIRMN, Milano 1986); la diagnosi precoce prenatale e postnatale della patologia cistica renale (comunicazione svolta al I Congresso Mediterraneo di Urologia, Roma 1989); quadri US e RX della malattia renale policistica autosomica dominante in età fetale e pediatrica (comunicazione in collaborazione con C Crespi, GM Magnano, F Perfumo, et al. Congresso IPR ‘87, Toronto 1987); diagnosi prenatale e trattamento postnatale della idronefrosi (coll. G Lucigrai, GM Magnano, et al. al III Congresso Internazionale sugli US in Medicina, MASU92, Istanbul, aprile 1992). Sotto lo stesso aspetto rientrano le varianti patologiche della duplicità pieloureterale oggetto di comunicazioni (coll. E Podestà, S Ferretti, P Scarsi et al.) al II e al III Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Pediatrica (Alessandria, 1986 e 1987). Minore la produzione scientifica di PT sull’apparato digerente. Mi limiterò alla citazione dei lavori di maggior interesse. All’inizio degli anni ’80 PT si è dedicato allo studio della patologia gastroenterologica della fibrosi cistica (FC) con alcune comunicazioni: I) Gastroenterologia della FC: studio ecografico (coll. C Romano, A Pelizza et al.) presentata all’VIII Congresso SISUM (Bologna, novembre 1983); II) L’ittero colestatico nei giovani adulti con FC: un nuovo quadro clinico-radiologico (coll. C Romano, GF Gargani et al.); XII Annual Meeting del gruppo europeo per la FC (Atene, ottobre 1983); III) Il sistema biliare nella FC (coll. C Romano, GF Gargani et al., XXI Congresso ESPR, Firenze, aprile 1984). Nel prosieguo degli anni PT ha continuato a rivolgere la sua attenzione allo studio con US della patologia congenita ed acquisita delle vie biliari. Val la pena di ricordare “L’ecotomografia nello studio dell’atresia delle vie biliari extraepatiche: a proposito di 18 casi”, (coll. AM Dell’Acqua, G Crespi GM Magnano et al.), comunicazione al XI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Modena maggio1987); “Lo studio ecografico del fegato e delle vie biliari nelle epatopatie e nell’ipertensione portale”; 51 “Reperti sonografici della malattia di Caroli: 115 descrizione di 5 nuovi casi.” 52 Restando nel campo dell’apparato digerente è da segnalare la pubblicazione: “Diagnostica per immagini nelle disganglionosi intestinali”,53 argomento poco noto nella letteratura radiopediatrica italiana. Venendo a trattare la patologia dell’apparato respiratorio PT si è occupato inizialmente di affezioni croniche di questo apparato. Avvalendosi della ricca casistica dell’Istituto “G. Gaslini” ha condotto uno studio clinico-radiologico longitudinale su 31 soggetti di età compresa tra i 13 e i 23 anni affetti da fibrosi cistica (FC) che ha permesso di rilevare una correlazione significativa tra il punteggio radiologico (determinato con il metodo Crispin e Norman) i parametri di funzionalità respiratoria ed i punteggi clinico e radiologico. 54 L’altra ricerca ha avuto per oggetto la valutazione epidemiologica e radiologica delle malattie croniche polmonari. 55 In alcune pubblicazioni PT ha preso in considerazione la patologia delle vie aeree superiori in età pediatrica: 1) “Indagine clinico-radiologica delle neoformazioni rinofaringee del bambino” e “La sinusite cronica del bambino”, 56 messa a punto del ruolo della diagnostica per immagini nella diagnosi di questa patologia all’inizio degli anni ’90, patologia delle vie aeree inferiori. 57 58 e la correlazione tra la sinusite cronica e la Interessante la comunicazione sul “ruolo della radiologia nello studio delle polmoniti nel bambino oncologico compromesso”, (coll. G Crespi, M Casigloi, C Viscoli et al.) presentata a “Pediatria Attuale” (Genova, giugno 1987). Oltre alla produzione scientifica finora esaminata PT ha trattato molti altri argomenti attinenti alla Radiologia Pediatrica oggetto di pubblicazioni, relazioni ed editoriali; mi limiterò a fare una sintesi dei più importanti e di maggiore attualità nel periodo considerato. Le malattie congenite dello scheletro in età perinatale, tra cui le malattie costituzionali con ritardo ed alterazioni della crescita fetale. L’addome acuto del neonato da cause congenite e l’impiego delle nuove tecniche nel neonato a rischio, la patologia cervicale in età pediatrica esaminata con ecografia (EG), l’impiego dell’EG e della RM nelle varie patologie del bambino, congenite ed acquisite (a carico del SNC, dell’apparato scheletrico, dell’apparato digerente) specialmente in età perinatale e nel lattante, lo studio della pelvi femminile, rivolta all’apparato genitale, costituiscono altri temi di rilievo trattati da PT e collaboratori. 116 A questi vanno aggiunti per rilevanza delle casistiche studiate: 1) Studio per immagini RM del linfangioma in età pediatrica: descrizione di 26 casi; 2) “Masse scrotali non dolorose nella popolazione pediatrica: prevalenza e distribuzione per età di differenti condizioni patologiche”, uno studio retrospettivo multicentrico di 10 anni. 59 La sindrome del bambino maltrattato e la radioprotezione in età pediatrica sono altre tematiche di attualità negli anni ’90 del secolo scorso. PT ha seguito fin dall’inizio della sua attività con interesse specifico i progressi tecnologici della EG applicando in prosieguo di tempo a varie patologie dell’età pediatrica il doppler, il doppler pulsato, il doppler duplex, il color doppler, la EG a frequenza molto elevata. I lavori di PT riportati in questa ultima parte basterebbero da soli a qualificare l’elevato livello della sua produzione scientifica. A suo merito va anche notato che Tomà è stato uno dei pochi radiopediatri che si è interessato personalmente e con assiduità alla diagnostica ecografica perinatale; pertanto ha avuto l’opportunità di poter confrontare le immagini acquisite in epoca prenatale correlandole con i reperti rilevati dopo la nascita. La problematica della mancata conoscenza nella vita postnatale da parte dei neonatologi della patologia presunta o effettiva osservata in epoca prenatale, di notevole importanza agli effetti diagnostici e terapeutici è stata dibattuta anche in un Convegno di Radiopediatri, riportato recentemente nelle prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”. 60 Notevole come è già stato rilevato, il contributo di PT alla trattatistica come autore e coautore di alcuni libri e trattati attinenti alla radiodiagnostica; 61, 62, 63 inoltre ha collaborato alla realizzazione di numerosi libri di cui citerò i più importanti: - P Tomà, MA Lituania: Ecografia perinatale in 64 - P Tomà, AM Dell’Acqua, G Lucigrai et al.: Aspetti ecografici della patologia urinaria nel feto in 65 - P Tomà: Diagnostica tomografica con RM applicata alla Pediatria in 66 - P Tomà: Addome pediatrico: parenchimi in 67 117 - P Tomà, A Marzoli: Le metodiche speciali nella patologia toracica dell’infanzia. Possibilità, risultati e limiti; indagini con RM 68 - P Tomà, AGM Magnano, G Lucigrai: L’ecocolordoppler in Pediatria 69 - MA Lituania, P Tomà: Diagnosi prenatale in 70 - P Tomà et al.: Color doppler in Pediatria in 71 - A Dell’Acqua, P Tomà: Diagnostica radiologica delle infezioni respiratorie in 72 - P Tomà et al.: Pediatric Tumors of the liver in 73 - MA Ciccone, M Oddone, P Tomà: La risonanza magnetica nel paziente pediatrico in 74 - H Patriquin, P Tomà: Pediatrics: the kidney in 75 - P Tomà, GM Magnano, M Occhi: Bone tumors in children in 76 - E Mengozzi, P Tomà, A Dell’Acqua et al.: Genitotourinary tract trauma in 77 - P Tomà: Radiologia Pediatrica in 78 Intensa anche l’attività didattica di Tomà: numerose le lezioni a corsi di aggiornamento svoltisi in Italia (78 tra il 1983 e il 1996) ed all’estero (12 svoltisi nello stesso periodo). Gli argomenti trattati sono stati gli stessi delle pubblicazioni, delle comunicazioni e delle relazioni sia nazionali (71) ed internazionali (7) con prevalenza dell’impiego dell’Ecografia nei diversi apparati in età neonatale e nei primi mesi dell’età successiva ed ultimamente della Risonanza Magnetica nella patologia toracica ed addominale dell’infanzia. Tomà è professore a contratto per l’insegnamento della “Radiologia Pediatrica” presso l’Università di Genova ed è stato professore a contratto presso l’Università di Perugia dal 1991 al 1995. Agostino Taccone (AT), l’altro allievo di A Pelizza, entra in servizio nel Reparto di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” nel 1979 e vi rimane fino al 1994, quando si trasferisce a La Spezia per prendere il posto di Capo del Dipartimento di Radiologia alla ASL n. 5 “Spezzino” ove opera tutt’ora. La sua proficua attività scientifica è documentata da varie pubblicazioni che essenzialmente riguardano gli apparati scheletrico, respiratorio, digerente, urinario, studiati con le moderne metodiche. 118 Le alterazioni scheletriche della leucemia in questa età pediatrica sono state esaminate da AT con la radiologia tradizionale (1983) 79 e dieci anni dopo sono state oggetto di un ulteriore contributo aggiornato alla luce delle nuove acquisizioni. 80 Un’altra pubblicazione di rilievo sull’apparato scheletrico riguarda la collaborazione di AT a uno studio pluricentrico, eseguito su rari tumori primitivi della volta e della base craniche. 81 Nell’ambito del SNC AT ha prodotto, secondo quanto ho potuto rintracciare nella letteratura, due pubblicazioni ed una comunicazione, in collaborazione coi radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”, coi neuro-radiologi ed i pediatri dello stesso Istituto. Le due pubblicazioni riguardano rispettivamente “il disrafismo spinale occulto” 82 e “L’inspessimento della dura madre alla giunzione cranio-cervicale ed altri reperti TC/RM nelle mucopolisaccaridosi”. 83 La comunicazione “La TC nella diagnosi precoce della sclerosi tuberosa” è stata presentata in collaborazione con M Ghiorzi, MP Fondelli, G Salomone et al., al XXXIII Congresso Nazionale della SIRMN (Roma, ottobre 1988). Il contributo sull’apparato respiratorio è stato apportato da AT sui “reperti polmonari nella fibrosi cistica, esaminati con la TC ad alta risoluzione con particolare riguardo alla stadiazione delle lesioni lobulari” 84, 85 e sul quadro TC polmonare riscontrato con la “TC nella aspergillosi polmonare invasiva nei bambini con cancro”. 86 Di particolare rilievo è la serie di pubblicazioni, in collaborazione coi chirurghi pediatri del “Gaslini”, sulle malformazioni ano-rettali (MAR) studiate preoperatoriamente e pos-toperatoriamente con la TC e la RM e, con la radiologia tradizionale, in soggetti precedentemente colostomizzati. Secondo gli AA la TC e la RM sono metodiche capaci di identificare la presenza e lo stato di sviluppo delle strutture sfinteriali. Pertanto sono in grado di prevedere anche la continenza postoperatoria 87 ,88 ,89 . Tuttavia in fase preoperatoria la RM è risultata superiore permettendo con le scansioni multiplanari lo studio della muscolatura sfinteriale e di dare così informazioni preziose sul complesso muscolare striato, dove deve essere posizionato il neoretto. Inoltre la RM fornisce indicazioni più precise sulla distanza tra il cul di sacco colico ed il 119 perineo e può consentire la rappresentazione dell’uretra iniettata attraverso la fistola rettale; infine evidenziare displasie midollari delle quali non era sospettata l’esistenza. più 90 La colongrafia transcolostomica sbarrata è fondamentale per la dimostrazione del tramite fistoloso rettale, che costituisce la fase diagnostica è più importante nello studio delle MAR, anche agli effetti della strategia chirurgica radicale. 91 Un altro contributo originale è stato apportato da AT sulle trasformazioni cui va incontro il midollo osseo da rosso a giallo nelle diverse fasi dello sviluppo dall’età neonatale fino all’età adulta compresa e nei vari segmenti scheletrici. 92, 93, 94 I risultati della accurata ricerca di AT sono stati raccolti ed illustrati con un eccellente iconografia in un atlante, che risulta utile sia per l’aspetto speculativo sia sopratutto dal punto di vista clinico. 95 Inoltre come coautore ha collaborato alla realizzazione di due libri: 1) In collaborazione con MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza, “Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica nel bambino: il corpo”, Ed. Minerva Medica, Torino, 1991 e 2) In collaborazione con P Tortorì Donati, M Longo: “Malformazioni cranioencefaliche”, Ed. Minerva Medica, Torino, 1996. Infine è da segnalare la notevole attività congressuale svolta da AT. Essendo inscritto alla SIRM(N), alla Sezione di Radiologia Pediatrica della stessa Società e membro attivo della ESPR ha partecipato attivamente alle manifestazioni scientifiche di queste associazioni, con la presentazione di comunicazioni e relazioni. E’ intervenuto ai seguenti convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica: a Pisa (1985), a Modena (1987), a Torino (1991), a Milano (1993) ed al Convegno di aggiornamento organizzato a Torino nel 1992; ad alcuni Congressi Nazionali della SIRM: XXXIV (Torino) (1990) ed al successivo svoltosi a Genova nel 1992. Assidua la sua partecipazione attiva nel periodo compreso tra il 1984 e il 1995 ai convegni annuali della ESPR: al XXI svoltosi a Firenze nel 1984, al XXV a Montreux (1988), al XXVI a Dublino (1989), al XXVII a Monaco (1990). Altre comunicazioni sono presentate al Congresso IPR ‘91 (convegno congiunto della ESPR e della SPR), ai convegni di Budapest (1992), di Londra (1993), di Bruxelles (1994), di Utrecht (1995). Gli argomenti trattati, di cui sarà 120 scritto in dettaglio nella cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, sono attinenti alla Radiopediatria, tra cui i più importanti sono costituiti dalla diagnostica per immagini nelle neoplasie infantili, dalle malformazioni anorettali e dagli studi sulle modificazioni del midollo osseo durante l’accrescimento. Paolo Tortori Donati è un personaggio di spicco della Neuroradiologia Pediatrica non solo italiana ma mondiale. Formatosi nella Neuroradiologia dell’Ospedale S. Martino, diretta da M Rosa, è entrato all’Istituto “Gaslini” nel 1992; nel 1995 è divenuto Primario della Neuroradiologia pediatrica a seguito dello sdoppiamento del Primariato di Radiologia, come è già stato detto. Notevole la sua produzione scientifica, attinente alla Neuroradiologia pediatrica. Limitandosi alla citazioni di Pub. Med. nel periodo che va dal 1978 al 2003 compreso, ha prodotto circa 45 pubblicazioni, stampate per la maggior parte su alcune delle più prestigiose riviste di Neurologia e Radiologia internazionali (American Journal of Neuroradiology; Neuropediatric; European Journal of Pediatric Surgery; Pediatric Radiology; Radiologia Medica, ecc.). Gli argomenti trattati vertono principalmente su alcune malformazioni del SNC, oggetto di studio in epoca recente, su aspetti neurologici di alcune malattie metaboliche, su affezioni infettive e infiammatorie del SNC, su neoplasie infantili, sui disrafismi spinali. Le metodiche impiegate sono costituite soprattutto a decorrere dalla fine degli anni 80, dalla TC c/o RM. Tra gli altri contributi di notevole importanza di Tortori Donati è da citare lo studio radiologico, in collaborazione con i Neurochirurghi del “Gaslini”, condotto su 312 casi portatori del “complesso di Chiari” tutti trattati chirurgicamente. 96 Molto recente, all’inizio del 2005 è la pubblicazione del suo trattato in due volumi: “Pediatric Neuroradiology”, edito da Springer, che costituisce un testo di riferimento a livello mondiale. Mauro Oddone è un altro personaggio di rilievo della Radiologia del “Gaslini” nell’ultimo periodo, collaboratore in diverse pubblicazioni di Pelizza, Tomà e Taccone (già citato). 121 Oddone, oltre ad essere Socio della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM è membro attivo da molti anni della ESPR. Egli ha partecipato attivamente alla presentazione di comunicazioni e di posters i Congressi di questa Società durante l’ultimo decennio del Novecento e nei primi anni del Duemila. Come giusto riconoscimento per il contributo apportato nel campo dell’apparato vascolare con le moderne metodiche, è stato ultimamente (2003) chiamato,unico italiano, a far parte dell’Editorial Board (sezione cardiovascolare) della prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”. NOTE E BIBLIOGRAFIA nota 1 Le notizie riportate sono tratte dal necrologio di A De Maestri, scritto da A Vallebona. Radiol Med 48:203; 1962 nota 2 Al termine di retropneumoperitoneo è preferibile a quello di pneumoretroperitoneo adottato da molti AA. Italiani tra cui L Dalla Palma in L Turano (Trattato di Radiodiagnostica Vol. II, pag. 379, Ed. U.T.E.T., Torino, 1967) nota 3 Le notizie riportate sono state fornite dal Dott. Paolo Tomà, che ringrazio per la sua cortesia 1 Stratigrafia assiale traversa per lo studio degli organi addominali dopo insufflazione retroperitoneale nel bambino. Minerva Medica, XLII: 137; 1951 2 Stratigrafia assiale traversa per lo studio degli organi addominali dopo insufflazione retroperitoneale nel bambino. Minerva Medica, XLII: 137; 1951 3 Pneumoencefalografia e stratigrafia assiale traversa nel bambino. Minerva Pediatr 3: 358, 1953 4 Ricerche cisternografiche in condizioni normali e patologiche. Osservazioni personali tratte da 200 cisternografie. Minerva Pediatr 4: 757-761, 1952 5 Visualizzazione simultanea del mediastino posteriore ed anteriore dopo insufflazione per via peridurale: stratigrafia tri-dimensionale. Minerva Pediatr 3: 332-343, 1951 6 A Vallebona: Trattato di stratigrafia. Ed. Vallardi, Milano, 1952 7 M Ponzio: Trattato di semeiotica e diagnostica radiologica. Ed. Minerva Medica, Torino, 1953 8 Ibidem, n. 1 9 N Macarini: Retropneumoperitoneo. Tomografia nella I infanzia. Annali Medici IX: 193, 1965 10 N Macarini, A Pelizza: L’ureterocele nell’infanzia. Radiol Med 50: 122-143 , 1964 11 N Macarini: I simpaticoblastomi nel bambino (radiodiagnostica e radioterapia). Relazione breve presentata al XLIII Raduno del Gruppo Ligure-Lombardo-Piemontese (Varese, giugno 1963). Radiol Med 49: 1151, 1963 12 A Canepa, A Pelizza, V Pietrogrande: Le malattie dello scheletro in età evolutiva. Piccin Ed. Padova,1987 – 88 13 Dal Necrologio di Aldo Pelizza, scritto da P Tomà. Radiol Med 99: 308-309, 2000 14 A Taccone, M Oddone, A Pelizza et al: Diagnostica per immagini nella leucemia acuta dell’infanzia. Descrizione di 5 casi con esordio neonatale. Radiol Med 85: 187-192, 1993 15 A Pelizza:Minerva Radiologica. 8:3, 1963 16 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani, C Romano: Young adults with CF. Pediatr Radiol 12: 313, 1982 17 A Pelizza, A Bertolini: Diagnosi radiologica con il metodo combinato, di polipi rectosigmoidei nei bambini. Radiol Med 43: 1030-, 1957 18 A Pelizza, L Massimo, A Bertolini: Il lattante. 821, 1963 19 S Mastragostino, A Pelizza, GB Baglioni: Valore dell’artrografia nella lussazione congenita dell’anca. Radiol Med 51: 486-492, 1965 20 A Pelizza, S Soave: Malformazioni del diaframma e fisiopatologia degli organi addominali. Minerva Ortop 14: 863, 1963 122 21 Ibidem; 11 22 A Pelizza, N Macarini: L’indagine radiologica nello studio delle malformazioni degli organi genitali in età pediatrica. Comunicazione al LIV Raduno del gruppo centro-meridionale della SIRMN (S. Giovanni Rotondo) ott. 1964. Radiol Med 51: 782, 1965. 23A Pelizza: Il Controllo del trattamento chirurgico dell’atresia esofagea. Atti del II corso di aggiornamento post-universitario in Radiologia “P Perona”, pagg. 569-584, Verona, ott. 1977 24 La colongrafia trascolostomica sbarrata nella identificazione della malformazione anorettale. Radiol Med 82: 635-637, 1991 25 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani, C Romano: Modern Problems in Pediatrics. Vol. 2: pagg. 150154, Ed. Karger, Basel, 1957 26 Fibrosi Cistica. Diagnosi e follow-up. A cura di G Mastella. Pagg. 129-147, Verona; ott. 1984. 27 A Taccone, MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza, Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica nel bambino.Testo Atlante, Il corpo. Ed Minerva Medica, Torino, 1991 28 Il gruppo dei radiologi pediatri italiani era così costituito: G Garibaldi, P Gugliantini, G Iannaccone (Roma), GS Marchese (Torino), N Macarini e A Pelizza (Genova). 29 I radiologi promotori della Sezione di Studio erano i seguenti: oltre Pelizza, Fiorenza Bellini, Giorgio de Filippi, Giuseppe Fariello, Sergio Fasanelli, Pietro Gugliantini, Guido Iannaccone, Riccardo Perale, Marcello Randaccio, Ciro Sandomenico, Elisabetta Schiavetti, Gian Franco Vichi. 30 Il Radiologo XXXVIII: 215, 1999 31 P Tomà, GM Magnano, MA Lituania, S Malena, G Fariello: Integrated imaging of schizencephaly. A report of 8 cases. Comunicazione al XXVI Congresso ESPR (Dublino 1989) 32 MA Lituania, U Passamonti, P Tomà et al: Schizencephaly: prenatal diagnosis by TC and MRI. Prenatal diagnosis 9: 649-655, 1989. 33 G Fariello, S Malena, P Tomà et al: Hemimegaloencephaly: early sonographic pattern. Pediatr Radiol 23: 151-152, 1993 34 P Tortorì Donati, A Cama, P Tomà et al: Sindrome del midollo fissato o “Tethered cord”. Diagnostica neuroradiologica. Riv Neuroradiol 2: 227-240, 1989 35 P Tomà, GM Magnano, MA Lituania et al: L’ecografia nella mielodisplasia. Impiego nel feto e nel neonato lattante. Riv Ital Ortop Traumatol Pediatr 6: 77, 1990 36 GM Magnano, A Dell’acqua, A Taccone, P Tomà et al: L’ecotomografia nello studio delle raccolte periencefaliche post-traumatiche del neonato-lattante. Radiol Med 78: 492-495, 1969. 37 ML Massone, M Soliani, MC Forcheri, P Tomà et al: Peri-ventricular hemorrage in pretern infants affected by RDS. US findings. Ped Neurosci 4: 110, 1988 38 P Tomà: Mucolipidose II: signes radiologique precoces (I-cell disease). Réunion du Group de Radiologie Pediatrique J Lefebvre, Venise, sett. 1982 39 P Tomà, M Oddone, GM Magnano et al: Gaucher’s disease. Comunicazione al XXX Congresso della ESPR, Londra 1993 40 P Tomà, AM Dell’Acqua, GM Magnano: Diagnosi ecotomografica di displasia congenita dell’anca. Esperienza su 1120 casi. Minerva Pediatr 41: 467-472, 1989 41 A Comelli, E De Bernardi, P Tomà et al: Linfomi non HD nel bambino Esperienze di 10 anni dell’Istituto “G. Gaslini” con il protocollo IGG-NHL 74. Minerva Pediatr 37: 611-613, 1985 42 P Tomà, G Lucigrai, GM Magnano et al: Contributo della RM nello studio dei tumori renali e pararenali dell’infanzia. Radiol Med 84 (suppl 1 al n.4): 121, 1990 43 M Oddone, M Occhi, A Dell’Acqua, P Tomà et al: I tumori epatici in età pediatrica : un uso razionale della diagnostica per immagini. Radiol Med 84 (suppl 1 al n.4) : 38, 1992 44 P Tomà Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie del bambino: diagnostica per immagini. Radiol Med (suppl 1 al n.4):10, 1992 45 B De Bernardi, M Conte, A Mancini, A Donfrancesco, P Alvisi, P Tomà et al: Localized resectable neuroblastoma: results of the second study of italian cooperative group for neuroblastoma. J Clin Oncol 13: 884-893, 1995 46 P Tomà, E Podestà, S Riggio et al: Radiol Med 70: 593-599, 1984 47 P Tomà, MA Lituania: Urinary tract malformations prenatal diagnosis neonatal follow up. Comunicazione al XX Congresso ESPR. Paris, maggio 1983 48 M Sarperi, MC Massa, P Tomà et al : Studio dell’accrescimento del rene nel bambino con reflusso vescico-ureterale. Poster XVII Congresso Nazionale della SIP, Pisa, ottobre 1982 123 49 R Gusmano, M Raspino, MR Ciardi, P Tomà et al: La nefropatia da reflusso. Prospettive in Pediatria 60: 235, 1986 50 E Biggi, P Tomà, P Rossi et al: Le malformazioni renali in epoca perinatale. Ultrasonica 2: 155, 1987 51 P Tomà in BM Assael, A Giunta: Gastroenterologia Pediatrica, diagnosi strumentale e nuovi farmaci. Congress Studio ed,, pag 29, Milano, 1986 52 P Tomà, G Lucigrai, M Ravegnani et al: J of Clin Ultrasound 19: 155-161, 1991 53 P Tomà, A Pelizza in G Martucciello, V Jasonni: Aganglie e disganglionosi intestinali. Gaslini 25: 219, 1993 54 P Tomà, GF Gargani: L’adolescente e giovane adulto con fibrosi cistica: studio clinicoradiologico longitudinale della broncopneumopatia. IV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia toracica della SIRMN (Modena, 22 marzo 1980) 55 A Pelizza, P Tomà, GF Gargani et al: Le malattie croniche polmonari: valutazione epidemiologica e radiologica. Joint Meeting, Berna 1981 56 V Tarantino, P Tomà, F Tassone. Otorinolaringoiatria 32: 207, 1982 57 M Oddone, P Tomà, L Scotto di Santillo et al: Minerva Pediatr 44: 17-25, 1992 58 F Tassone, GF Gargani, V Tarantino, L Minicucci, P Tomà et al : Significato clinicoepidemiologico della cosiddetta sindrome broncosinusale dell’età pediatrica. VI Congresso Nazionale della Soc Ital di Otorinolaringoiatria pediatrica. 59 Il lavoro è il risultato della collaborazione di tre Servizi radiologici pediatrici: Istituto “G. Gaslini”, Genova; Istituto di Radiologia, Università, Padova; Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma. 60 RL Teele, RA Barth, J Estroff: Perinatal radiology. Pediatr Radiol 30: 1-2, 2000 61 P Tomà: Atlante di Ecografia neonatale. Centro studi Esaote, Genova, 1991 62 A Taccone, MP Fondelli, P Tomà, A Pelizza: Tomografia Computerizzata nel bambino. Il corpo. Ed. Minerva Medica, Torino, 1991 63 E Biggi, L Capaccioli: Ecografia pediatrica. Pagg 1-2, Piccin Ed., Padova, 1986 64 G Fariello, R Perale, G Perri; P Tomà: Ecografia Pediatrica. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1992 65 L Dalla Palma: Radiourologia 1991, pagg. 137-150 Lint ed., Trieste, 1991 66 C Stuart: Radiologia Pediatrica, pagg. 601-615, Piccin Ed., Padova, 1991 67 Trattato italiano di Ecografia, pagg 698-724, Poletto Ed., Milano, 1993 68 R Bergonzini: Aggiornamenti di radiologia toracica. Vol X APC-SIRM, 1993 69 C Rabbia et al: Ecocolordoppler vascolare, pagg. 493-530, Ed Minerva Medica, Torino, 1995 70 P Tortorì Donati et al: Malformazioni cranio-encefaliche, pagg 23-90, Ed. Minerva Medica, Torino, 1996 71 M Bazzocchi: Eco Color doppler in medicina interna, pagg 779-816, Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli,1988 72 G Saggese: Collana Monografica (SIP), pagg 133-140, Pacini Ed. Pisa, 1988 73 C Bartolozzi, R Lencioni: Liver Malignancies, pagg 403-422, Springer-Verlag, Berlin, 1999 74 L Cei et al: Tecniche di Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica nella Diagnostica per immagini, pagg. 387-399 Ed SEU, Roma 2001. 75 L Buscarini, R Campani (Eds),: Abdominal Ultrasound, pagg.601-608, Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli, 2001 76 RG Grainger, DG Allison (Eds): Diagnostic Radiology. Vol III, pagg. 2097-2109, Churchill Livingstone, London, 2001 77 R Fotter (Ed): Pediatric Uroradiology, pagg 357-376, Springer-Verlag, Berlin, 2001 78 G 2002Cittadini (Ed): Diagnostica per immagini e Radioterapia, pagg 807-821, ECIG, Genova, 2002 79 G Dini, A Taccone, B De Bernardi et al.: Alterazioni scheletriche nella leucemia linfoblastica acuta del bambino. Incidenza e significato prognostico. Radiol Med 69 : 644-649, 1983 80 M Occhi, M Oddone, A Taccone et al: Diagnostica per immagini nella leucemia acuta dell’infanzia. Descrizione di 5 casi con esordio inusuale. Radiol Med 85: 187-192, 1993 81 K Kozlowski, J Campbell, W MacAlister, J Masel, A Pelizza, A Taccone et al: Tumori rari primitivi della volta e della base del cranio in età pediatrica. Presentazione di 30 casi con breve revisione della letteratura. Radiol Med 81: 213-224, 1991 82 P Tortori Donati, A Cama, L Andreussi, A Taccone: Occult spinal dysraphism. Neuroradiology 31: 512-522, 1990 124 83 A Taccone, P Tortorì Donati, A Marzoli, A Dell’Acqua et al: Mucopolysaccharidosis: tickening of dura mater at the craniocervical junction and other CT/MRI findings. Pediatr Radiol 23: 349-352, 1993 84 A Taccone, L Romano, A Marzoli et al: La tomografia computerizzata nella fibrosi cistica polmonare. Radiol Med 82: 79-83, 1991 85 A Taccone, L Romano, C Romano et al: Tomografia computerizzata ad alta risoluzione. Stadiazione delle lesioni lobulari nella fibrosi cistica. Radiol Med 84: 750-755, 1992 86 A Taccone, M Occhi, A Garaventa et al: CT of invasive pulmonary aspergillosis in children with cancer. Pediatr Radiol 23: 177-180, 1993 87 A Taccone, P Fondelli, G Martucciello et al: Tomografia computerizzata e malformazioni anorettali. Valutazione preoperatoria. Radiol Med 77: 356-360, 1989 88 A Taccone, P Fondelli, G Martucciello et al: Tomografia computerizzata e malformazioni anorettali. Valutazione postoperatoria. Radiol Med 77: 361-364, 1989 89 A Taccone, G Martucciello, P Fondelli et al: CT of anorectal malformation – a postoperative evaluation. Pediatr Radiol 19: 375-378, 1989 90 A Taccone, A Marzoli, G Martucciello, G Salomone et al: Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella diagnostica delle anomalie ano-rettali. Radiol Med 82: 638-643, 1991 91 G Martucciello, A Taccone, M Cheli, L Lonati et al: La colongrafia transcolostomica sbarrata nell’identificazione della malformazione anorettale. Radiol Med 82: 635-637, 1991. 92 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: Red and yellow marrow in the pelvis and proximal femur: age related changes in appearance at MR imaging. Pediatr Radiol 23: 217-218, 1993 93 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: MRI “road map” of normal age-related bone marrow. Part I: Cranial bone and spine. Pediatr Radiol 25: 588-595, 1995 94 A Taccone, M Oddone, A Dell’Acqua, M Occhi et al: MRI “road map” of normal age-related bone marrow. Part II: Thorax, pelvis, extremities. Pediatr Radiol 25: 596-606, 1995 95 A Taccone: Bone narrow conversion in magnetic resonance imaging. Physiological age-related findings. Blackwell Wissenschafts-Verlag, Berlin-Vienna, 1997 96 A Cama, P Tortori Donati, GL Piatelli, MP Fondelli, L Andreussi: Chiari complex in children. Neurological diagnosis neurosurgicel treatment and proposal of a new classification (312 cases). Eur J Pediatr Surg 5 (Suppl 1): 35-38, 1995 125 A BOLOGNA Cesare Montanelli rimase in servizio presso la sezione di Radiologia Pediatrica per oltre 30 anni (1951-1983). Autodidatta, come i radiologi che l’avevano preceduto, durante questo lungo periodo si dedicò con passione alla Radiologia pediatrica nell’interesse superiore dei bambini che egli amava profondamente ed al tempo stesso non trascurando l’attività scientifica come dimostrò partecipando attivamente ai Convegni della neonata Sezione di Radiologia Pediatrica ed ai Congressi Nazionali della SIRMN. Tra gli altri al III Convegno della Sezione, svoltosi a Firenze nel novembre del 1976, ove presentò alcune comunicazioni, in collaborazione con Alberto Lucchi sugli aspetti radiologici di varie aberrazioni cromosomiche e di alcune rare sindromi, un patologia emergente in quel periodo, grazie ai notevoli progressi della genetica. L’anno successivo partecipò al IV Convegno svoltosi a Torino con la comunicazione su: “La Radiologia nell’evoluzione clinico-radiologica del m. di Hodgkin. Sullo stesso argomento Montanelli intervenne al XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (Rimini, 1978), alla T.R. “Logica del trattamento del m. di Hodgkin, I e II stadio” con la relazione “Strategia terapeutica del m. di H. nell’infanzia, con particolare riguardo agli stadi I e II (in collaborazione con A Lucchi, E Cecchetto dell’Istituto di Radioterapia “Galvani” ed alcuni Pediatri della Clinica Universitaria. Altri contributi del Montanelli riguardano la patologia dell’apparato respiratorio: “Le pneumodisplasie dell’età pediatrica”, presentato a Rimini al XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (in coll. con A Lucchi, L De Florio et al.) ed i “distress” respiratori neonatali di indicazione chirurgica, comunicazione tenuta al IV Convegno di Radiologia Toracica svoltosi a Modena nel 1980. Un intervento preordinato (in coll. con R Rovesri, C Rossi e G Tani) “Aspetti radiologici e contrastografici delle cardiopatie congenite nel primo mese di vita” ebbe luogo a Napoli in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (1980). Tra le pubblicazioni di maggior rilievo di Montanelli, va ricordata “La malattia pilorica infantile” in collaborazione con A.Lucchi ed altri esponenti della Radiologia universitaria Bolognese. 1 Infine Montanelli va ricordato come organizzatore a Bologna del IV Congresso della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN avente per tema: “Lo studio radiologico del bambino traumatizzato”. Pertanto Cesare Montanelli può essere considerato, a buon diritto caposcuola della Radiologia Pediatrica bolognese. 126 Continuatori di maggior rilievo dell’opera di Montanelli sono stati Alberto Lucchi e Giovanni Tani. Il primo è stato un cultore appassionato delle sindromi malformative in Pediatria. Com’è già stato detto ha contribuito con Montanelli allo studio radiologico di molte aberrazioni cromosomiche sia con interventi al II Convegno della Sezione di Radiologia pediatrica, sia con pubblicazioni attinenti alla materia. 2 A.Lucchi da solo o in collaborazionecon G.Tani, responsabile del servizio di Radiologia Pediatrica fino al 1987 ha continuato l’attività scientifica contribuendo su vari argomenti tra i quali vengono segnalati: a) sulla patologia del tubo digerente:”La radiologia nella diagnosi del vomito abituale del lattante”, comunicazione all’84° raduno dei gruppi regionali EmiliaRomagna e Marche della SIRMN (Imola, 1975); “Enterite necrotizzante neonatale. Illustrazione casistica”, comunicazione al VI convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Bologna, 1979); “Cholestasis in newborns and young infant due to biliary atresia (in coll. con G Tani e la Chirurgia Pediatrica dell’Università di Bologna, comunicazione al XXI congresso della E.S.P.R., Firenze, 1984); “Le occlusioni neonatali” (in coll.con G Tani), Intervento preordinato all’XI Congresso della Sezione di Radiologia Pediatrica, Modena, 1987. (in coll. Con G.Tani, R.Canini e L.De Florio); b) sulla patologia toracica: “La TC nelle masse toraciche in età pediatrica” (in coll. con G Tani et al., comunicazione al X Congresso della Sezione di Radiologia Pediatrica, Pisa, 1985); c) sull’apparato respiratorio: “Indagine radiologica nella patologia polmonare da mycoplasma in età pediatrica (in coll. con G Tani et al.); “Le broncopneumopatie allergiche (in coll. Con G Tani, R Canini e L De Florio); 3 d) sull’apparato cardiovascolare: ”L’A.G. digitale nelle malformazioni dell’arco aortico (in coll. G Tani, R Roversi e C Rossi, comunicazione al IX Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica, Ancona, 1983); e) sull’apparato urinario: “Patologia malformativa del rene in età neonatale: la idronefrosi”, con partecipazione pluricentrica, A Lucchi e G Tani (bologna), E Gallo (Modena), G Grumieri (I.C.P. Milano) (XXXII Congresso Nazionale della SIRMN, Milano, 1986). 127 La maggior parte dell’attività scientifica di G.Tani, secondo quanto è stato possibile raccogliere dalla bibliografia, non avendo avute notizie dalla fonte, è stata svolta in collaborazione con Montanelli e Lucchi, come sopra è stato citato. Tani è stato uno dei pochi radiopediatri che si è interessato dell’impiego della Medicina Nucleare in Pediatria con gli studi scintigrafici delle metastasi ossee del neuroblastoma, correlato con la radiologia tradizionale, e - in coll. con R Canini , R Franchi et al. - della patologia tiroidea nelle diverse età pediatriche in comunicazioni ad alcuni Convegni (IX, X e XII) della Sezione di radiologia Pediatrica. Tra le sue pubblicazioni notevole la “Diagnosi del reflusso gastro-esofageo nell’età pediatrica. Ecografia versus p-metria”. 4 Da segnalare inoltre la sua partecipazione alla relazione pluricentrica “Il torace nelle urgenze pediatriche” in coll. con esponenti della Scuola Radiologica Bolognese (R Canini, L De Florio, M Zampatori) Convegno di Torino (1992) “Dalla e Romana (S Fasanelli), presentata al parete toracica al polmone: il cammino dell’Imaging in età pediatrica”. Ultimamente ha presentato al 36° Congresso Nazionale della SIRMN (Milano 1994) le comunicazioni “La R.M. nello studio dei disrafismi vertebrali con malfunzioni ano-rettali (in coll. con R Sciutti, F Teglia et al.) . Attività didattica nell’ambito delle scuole di specializzazione in Radiologia e Pediatria viene svolta dal Dott. Tani e dalla Dott.ssa Rita Sciutti e Donatella Vivacqua, che recentemente ha sostituito la Dott.ssa Francesca Teglia. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Radiol Med 64: 425-432, 1978 2 C Montanelli A Lucchi, R Canini, F Boriani et al: Alterazioni scheletriche nella sindrome wolfiana (4 p-) e nella quadrisomia di Klinefelter”. Radiol Med 65: 807-812, 1979 3 R Bergonzini, D Malavasi, G Saldi (a cura di.) : “Aggiornamenti in radiologia toracica”. Vol VI Monduzzi, Bologna, 1986 pp.119-125 4 G Tani, R Sciutti, F Teglia, F Balzi, F Bernardi et al: Radiol Med. 86: 626-629, 1993 128 “ L’autore ha dedicato una particolare attenzione agli avvenimenti e alla storia della sua Firenze… ” A FIRENZE sul finire dell’estate del 1944, qualche tempo dopo la liberazione della città (11 Agosto 1944), dopo la tragica parentesi bellica, riapre i battenti l’ ”Ospedalino”. Riprendono così le attività assistenziale e di ricerca. Sotto la guida prestigiosa del Prof. Cesare Cocchi, coadiuvato dai suoi valorosi allievi, viene condotta una lotta coraggiosa contro la tbc, ma soprattutto contro la meningite tubercolare, che allora comportava di solito una prognosi infausta. L’illustre Maestro ha la felice intuizione di impiegare piccole dosi di streptomicina, introdotte per via sottoccipitale e lombare e qualche volta addirittura nei ventricoli cerebrali, per evitare gli effetti collaterali gravi delle dosi massive dell’antibiotico impiegate dai medici americani. Già dopo il biennio 1946-47 si verificano i primi brillanti risultati di questa terapia con riduzione della mortalità del 50%; negli anni seguenti si ottiene una sopravvivenza progressivamente crescente fino al 90-95%. La notizia di questo strepitoso e insperato successo si diffonde non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, tanto che ricercatori americani si recano a Firenze, all’Ospedale Meyer per rendersi conto di persona dei risultati ottenuti ed il Prof. Cocchi stesso nel 1951 viene invitato negli USA per illustrare le caratteristiche della terapia da lui adottata. Intanto non solo bambini, ma anche adulti affluiscono numerosi al Meyer da ogni parte d’Italia tanto che si prospetta la necessità di un ampliamento dell’Ospedale per accogliere tanti malati. Pertanto si decide di costruire un grande padiglione da dedicare a Cesare Cocchi collegato da un ampio corridoio al nucleo preesistente degli edifici centrali. La nuova costruzione, iniziata nel 1951 avrebbe dovuto essere utilizzata anche per il ricovero e la cura degli esiti della poliomielite anteriore acuta, allora molto diffusa, non essendo stata scoperta ancora la vaccinazione preventiva. Ma per difficoltà economiche viene completata soltanto nel 1961. Perciò nel frattempo si ritiene necessaria l’istituzione di un altro reparto di malattie infettive distaccato dall’Ospedale Generale di Careggi e successivamente trasferito in un’ambiente 129 molto più ampio (con capacità di 120 letti e possibilità di ricoverare i pazienti in prevalenza adulti) a Villa Monna Tessa, situata nel comprensorio di Careggi. 1, 1bis. Nei decenni successivi della seconda metà del Novecento si verifica uno straordinario sviluppo ed una profonda trasformazione dell’Ospedale Meyer. Mi limiterò a ricordare le tappe più salienti. All’inizio degli anni Sessanta sono già presenti da tempo alcuni servizi. Il Laboratorio di Analisi che da molti anni costituisce una Sezione distaccata del Laboratorio dell’Arcispedale di S. Maria Nuova, diretto dal Prof. F Pasquinelli, viene reso indipendente con l’accorpamento dei Laboratori di S. Salvi e del Basilewski al momento dell’istituzione della USL 1O/E all’inizio degli anni Ottanta. Primo direttore è il Dott. Mario Acocella che rimane in carica fino al 1986. A lui succede il Dott. Gianfranco Azzurri. Durante la sua direzione si ha una ristrutturazione e un potenziamento del laboratorio. Per dare un’idea della rilevante attività del laboratorio in quel periodo sarà sufficiente riferirsi all’anno 1990: numero totale di esami circa 572.000, di cui circa 332.800 eseguiti a pazienti ricoverati e 239.200 a pazienti ambulatoriali. La tipologia degli esami consiste in ben 193 tipi di esami diversi, dovuti all’estrema specializzazione dell’ospedale pediatrico ed alla notevole differenziazione dei pazienti che affluiscono al laboratorio. 2 Attualmente (2003) è responsabile del servizio la Dott.ssa M Salvadori. Il Servizio di Radiologia, di cui sarà trattato ampiamente in seguito, dipendente dall’Istituto di Radiologia per la gestione dell’attività professionale e scientifica, è divenuto autonomo con la creazione del Primariato nel 1968, di cui è stato nominato responsabile il Prof. Gian Franco Vichi. Il Laboratorio di Citogenetica e Genetica Clinica viene istituito nel 1964. Ne è propugnatore il Prof. Cesare Cocchi, che con lungimiranza prevede il meraviglioso futuro di questa branca della Medicina e della Biologia, e ne affida fin dall’inizio la Direzione alla Dottoressa Maria Luisa Giovannucci Uzielli (MLG), che ha appreso le basi della Genetica durante i tirocini effettuati in due Centri di Genetica diretti da personaggi di fama internazionale, il Prof. P Polani a Londra e il Prof. J Lejeune a Parigi. Sotto la guida di MLG, che nel frattempo ha conseguito l’abilitazione alla libera docenza, il Laboratorio viene progressivamente ampliato 130 ed è dotato di molte ed importanti apparecchiature divenendo così una struttura di alta specializzazione con il settore di Genetica Clinica ed il laboratorio di Citogenetica e Genetica Molecolare, quest’ultimo istituito fino dal 1982, che si avvalgono di personale di elevata professionalità. Per le necessità crescenti della assistenza pediatrica fin dal 1962 viene riaperta una divisione Ospedaliera di Pediatria che è affidata al Prof. Marcello Giusti. Alla scomparsa del Prof. Cocchi, avvenuta il 12 Dicembre del 1964, viene chiamato a sostituirlo dalla Facoltà Medica il suo allievo, Prof. Angelo Chieffi, Cattedratico a Siena, che scompare prematuramente il 5 settembre 1969. Viene allora nominato suo successore il Prof. Francesco Ragazzini, già aiuto di Cesare Cocchi a Firenze e Cattedratico prima a Ferrara e poi a Siena. Ragazzini continua e sviluppa le ricerche della Scuola sulla terapia della tbc sulla malattia reumatica e promuove gli studi sul morbo celiaco, sulla fibrosi cistica, ecc. Durante la Direzione di Ragazzini (1970-1985) vengono istituite altre due Cattedre di Clinica Pediatrica: la prima viene affidata al Prof. Giorgio Bartolozzi e la seconda al Prof. Carmelo La Cauza. Una terza Cattedra di Clinica Pediatrica è istituita successivamente, di cui è nominato Direttore il Prof. Alberto Vierucci. Anche il settore ospedaliero era stato allargato fin dal 1973 con l’istituzione di due altre Divisioni: la Divisione Immaturi, diretta dal Prof. Roano Rossi (19731985) affiancata dal Reparto di Puericultura Universitaria, nata come Cattedra nel 1968, diretta dal Prof. Lelio Nassi fino al 1981, e la divisione di Malattie Infettive, di cui è Primario il Prof. Angelo Ulivelli (1972-1987), eminente infettologo, adiacente al Reparto Universitario omologo, diretto dal Prof. Piero Cocchi. A lui succedono il Prof. Francesco Peruzzi (1987-1988) ed il Prof. Enzo Bini (1988-1991). A seguito del pensionamento del Prof. Bini, viene chiusa la divisione di Malattie Infettive e rimane l’Unità Operativa Universitaria diretta dal Prof. Cocchi. A lui succede per il triennio 1997-1999 il Prof. Calabri 3 e nel 1999 il Prof. Maurizio De Martino La Divisione immaturi viene abolita con il pensionamento del Prof. Rossi (1985) ed è inglobata con l’UO di Pediatria diretto dal Prof. Pier Luigi Duvina 131 creata nel 1985 ed è composta da un Settore Immaturi e da un Reparto LattantiDivezzi (derivato dalla ex divisione del Prof. Marcello Giusti) nonché da una sezione distaccata alla Nursery di Careggi. Un passo rilevante nell’assistenza dei bambini malati è rappresentato dall’istituzione degli “Ospedali di Giorno”, uno generale afferente alla Clinica pediatrica I, e gli altri specializzati per diversi servizi, che consentono la riduzione sensibile delle degenze, compensata dal consistente aumento delle prestazioni specialistiche. Non è mia intenzione entrare nel merito dei vantaggi comportati dagli “Ospedali di Giorno”; basterà ricordare il grande beneficio acquisito dai piccoli pazienti, per la mancata ospedalizzazione e il venir meno del trauma psicologico ad essa connesso. Nell’ambito delle nuove Cliniche Universitarie vengono creati i Servizi o Sezioni dedicati a settori specialistici, di cui ne ricorderò solo alcuni e con i quali maggiori sono stati i contatti e la collaborazione del Servizio Radiologico. Alla Clinica Pediatrica I afferiscono tra gli altri il servizio di Genetica Medica di cui ho trattato precedentemente; il Servizio di Nefrologia e Dialisi Pediatrica, nato nel 1979; il Servizio per la diagnosi e la terapia della Fibrosi Cistica, divenuto Centro riconosciuto dalla Regione nel 1982, diretto dalla Prof.ssa L Marianelli; la Sezione delle Cefalee dell’età evolutiva; la Sezione di Gastroenterologia Pediatrica per la diagnosi ed il trattamento del morbo celiaco, diretta dal Prof. Mario Ciampolini; il Servizio di Reumatologia, fondato nel 1980 e diretto dalla Prof.ssa Fernanda Falcini. Durante la sua direzione il Servizio di Reumatologia ha avuto un notevole incremento non solo dell’attività assistenziale per l’afflusso dei pazienti dalla Toscana e da altre regioni d’Italia (Emilia, Umbria, Calabria, Sicilia e Sardegna), ma anche della produzione scientifica con riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Intanto la Reumatologia dell’Ospedale Meyer è divenuta centro di riferimento regionale per questa importante branca della Pediatria. Nella Clinica Pediatrica II l’aggregazione di notevole rilievo è costituita dal Servizio di Auxologia, che ha una dimensione regionale. Alla Clinica Pediatrica III afferiscono alcune sezioni di grande importanza regionale, quali la sezione delle Encefalopatie Dismetaboliche, il laboratorio di 132 Immunoallergologia e l’Immunoallergologia della Clinica Pediatrica. Inoltre la Clinica Pediatrica III svolge un’intensa attività sia in campo diagnostico che terapeutico a favore dei bambini infettati con HIV. 4 Alla Puericultura è delegata la Terapia Intensiva Neonatale, nata ufficialmente nel 1987, dotata di 18 letti comprendenti dal 1995 i letti per i neonati sottoposti ad intervento chirurgico. 5 Tra le altre attività specialistiche, sorte al Meyer nel periodo tra il 1960e la fine degli anni Novanta sono da segnalare: la Cardiologia ospedaliera, nata alla fine degli anni Sessanta come consulenza prestata dal Servizio di Cardiologia di S. Luca di Careggi che è attiva fino al 1992. In questa data viene istituita la nuova UO di Cardiologia, di cui diviene Primario per concorso il Dr. Adriano Manetti. Durante la sua direzione si ha l’acquisizione di nuove apparecchiature ed un aumento dell’organico medico, che è composto da un Dirigente di II livello, tre Dirigenti di I livello ed un Assistente borsista. Il personale infermieristico è costituito da 4 unità. Notevole è l’incremento dell’attività assistenziale. Oltre alle indagini comuni, vengono praticate l’ecocardiografia prenatale per la diagnosi delle malformazioni cardiovascolari, lo studio elettrofisiologico per via transesofagea per la diagnosi e il trattamento delle aritmie, l’ecocardiografia transesofagea pediatrica. Intensa anche l’attività scientifica con pubblicazioni su riviste italiane ed estere, di un testo di Cardiologia Pediatrica e l’organizzazione di Congressi ecc. Con il pensionamento del Dott. Manetti avvenuto nel 2002 è subentrata la Dott.ssa F Bini che ha iniziato l’attività di Cardiologia Interventistica presso il laboratorio di Emodinamica della Clinica Medica di Careggi. La Stazione di Rianimazione è istituita nel 1984. E’ chiamato ad organizzarla e a dirigerla il Prof. Paolo Busoni, che diviene Primario nel 1987 con la creazione della UO di Anestesia e Rianimazione. Per le sue ricerche, nel campo delle anestesie loco-regionali, condotte assieme ai suoi collaboratori, è stato insignito, (primo in Italia) della medaglia Karol Koller della ESRA (Società Europea di Anestesia Regionale). Nel corso della sua attività ha potenziato il reparto, che è passato da 2 a 7 letti, con un organico di 13 medici compreso il Primario e di 9 infermiere. Pensionato nel 2003 ha continuato a prestare la sua opera all’Ospedale Meyer come consulente. 133 L’UO Autonoma Universitaria di Oncoematologia Pediatrica, diretta dalla Prof.ssa Gabriella Bernini è nata nel 1992 per la riunione dei due reparti di Ematologia e Oncologia, attivi già durante gli anni Sessanta e diretti rispettivamente dal Prof. Carlo Guazzelli e dal Prof. Giorgio Bartolozzi. Attualmente la Unità Operativa Autonoma Universitaria di Oncomatologia Pediatrica è inserita nell’area funzionale di Oncoematologia Pediatrica e Trapianti di cui fanno parte oltre il reparto e un ospedale di giorno dedicato, l’ambulatorio, il laboratorio di ematologia, il RITA (reparto di terapie cellulari avanzate) il Servizio di Cure Palliative. Dal 1996 è iniziata l’attività di trapianto emopoietico. Nel 1996 inizia l’attività il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione (DEA), diretto dal Dott. F Mannelli. Il DEA dispone di due strutture dedicate: l’UO di Pediatria di Urgenza per un breve periodo di osservazione (48-72 ore) e la Sezione di Pronto Soccorso Chirurgico. Stretta è la collaborazione del DEA con tutte le UUOO di Medicina e di Chirurgia, la Terapia Intensiva ed in particolare il Laboratorio di Analisi e la Radiologia. Nel 1999 dopo il pensionamento del Prof. C La Cauza la Clinica Pediatrica II diviene Unità Operativa di Endocrinologia; ne assume la Direzione Roberto Salti, Professore Associato. A cavallo degli anni Ottanta - Novanta alcune delle consulenze specialistiche diventano realtà stabili: sorgono così il Centro oculistico (Responsabile Il Prof. R Frosini ), la Neurochirurgia (Direttore prima il Prof. G Cagnoni e successivamente il Prof. PA Donati), il Centro Ortopedico operante al CTO di Careggi (responsabile la Dott.ssa A Novembri) . La rassegna sullo sviluppo e sull’evoluzione delle diverse attività dell’Ospedale “A. Meyer” con l’istituzione di nuovi reparti e servizi ed il potenziamento di quelli esistenti sarebbe incompleta se non fosse riferita la storia della Chirurgia Pediatrica a Firenze. Come si è già scritto nella prima parte questa branca della chirurgia è nata e cresciuta insieme all’Ospedale Meyer; nella seconda metà del Novecento ha raggiunto un elevato livello per l’assistenza dei bambini e per la competenza del personale medico ed infermieristico. All’inizio degli anni Cinquanta la direzione del Reparto risulta affidata fin dal 1937 al Direttore della Clinica Chirurgica Universitaria, Prof. Antonio Comolli, che 134 rimase in ruolo oltre al settantesimo anno, fino al 1954, cui succede per un breve periodo il Prof. Fedele Fedeli, Direttore della Clinica Chirurgica Universitaria. Sono suoi collaboratori i Dottori Pier Enrico Carrai ed Antonio Righini assistenti della Clinica Chirurgica Universitaria. Negli anni seguenti assume la direzione della Chirurgia Pediatrica il Prof. Carlo Alberto Montagnani, prima come incaricato e successivamente, con la creazione della Divisione di Chirurgia Pediatrica, come Primario, che resta in carica fino al 1974. Fin dall’inizio della sua attività al Meyer il Prof. Montagnani, che è reduce dagli USA, dopo un proficuo apprendistato a Boston nel reparto del Prof. Gross, uno dei pionieri della Chirurgia Pediatrica mondiale, si dimostra un esperto chirurgo pediatra ed acquista notevole fama che si estende alla Toscana e all’Italia soprattutto per i successi conseguiti nella terapia dell’atresia esofagea, fino allora ritenuta inoperabile, ed in altre malformazioni del tubo digerente. Inoltre il Montagnani si dedica con passione alla Urologia Pediatrica, in particolare alle uropatie ostruttive. Il Montagnani è coadiuvato dall’aiuto, Prof. PE Carrai. Questi, proveniente dalla Scuola di Comolli, è un brillante Chirurgo che riscuote notevoli apprezzamenti negli ambienti pediatrici fiorentini e toscani sia come clinico che come operatore. Il Prof. Carrai, dopo il trasferimento del Montagnani all’Ospedale Regina Margherita di Roma svolge le funzioni di Primario dal 1974 al 1978. A lui subentra il Prof. Angiolino Pampaloni, sotto la cui direzione la Chirurgia pediatrica va incontro ad ulteriore sviluppo soprattutto nel campo della Chirurgia Neonatale e degli apparati digerente ed urinario del bambino. A partire dal 1985 la ristrutturazione del padiglione “Cesare Cocchi” del Meyer ha portato ad una razionalizzazione nell’occupazione degli spazi con rinnovamento delle due sezioni di degenza. Anche la Sala operatoria è stata ristrutturata, secondo criteri moderni e dotata di una camera oscura che ha consentito di eseguire esami radiologici pre e post-operatori. Nel 1995 è stato inaugurato il Centro Ustioni; nel frattempo sono stati istituiti vari Servizi dedicati ad attività ultraspecialistiche: Centro per Idrocefalia e la Spina 135 bifida, il Laboratorio di Urodinamica, l’Urologia Pediatrica, l’Oncologia e la Neurochirurgia Pediatrica. Inoltre dal 1995 è possibile ricoverare tutti i neonati sottoposti ad intervento chirurgico, nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Infine nel 1998 è stata aperta una seconda Sala operatoria che ha consentito l’attività delle varie specialità chirurgiche. 6 All’inizio degli anni ’80, con la Riforma Sanitaria la gestione dell’Ospedale Meyer passa dall’Arcispedale di S. Maria Nuova alla USL 10/E. Un altro evento importante nella storia dell’Ospedale Meyer è stata l’istituzione nel 1994 dell’ “Azienda Ospedaliera A. Meyer”, con autonomia di bilancio, resa possibile dal decreto legge sull’alta specialità del 1992. Questo prevedeva appunto che i requisiti per la promozione di un Ospedale in una Azienda Ospedaliera fossero tre alte specialità che nel caso del Meyer erano: l’ Oncoematologia, la Nefrologia e le Ustioni. All’inizio del Duemila si assiste a un ulteriore cambiamento dell’assetto dell’Azienda “A. Meyer” che interessa la UUOO Clinche Pediatriche I III e IV, la UO di Neonatologia e Patologia Neonatale e la Chirurgia Pediatrica. La Genetica Clinica e Biologia Molecolare, la Fibrosi Cistica e la UO di Oncolematologia Pediatrica da servizi diventano Unità Operative. Alla UO Clinica Pediatrica I (Direttore Prof. Enrico Zammarchi, Prof. Straordinario) sono afferenti, come in precedenza: 1) il Servizio di Nefrologia e Dialisi, cui si aggiungono servizi prima afferenti alla Clinica Pediatrica III e cioè: 2) Le Malattie Metaboliche e Neuromuscolari Ereditarie; 3) la Neurologia Pediatrica; 4) Le Cefalee dell’Età Evolutiva; 5) La Psicopatologia dell’Età Evolutiva; 6) Il Laboratorio di Malattie Metaboliche e Neuromuscolari Ereditarie 7) Il Laboratorio di Neurofisiopatologia. I servizi di cui ai numeri 1), 2), 3), 4) costituiscono Centri Regionali di riferimento. Alla UO di Clinica Pediatrica III (Direttore il Prof. Alberto Vierucci, Prof. Ordinario) sono afferenti i seguenti servizi e attività: 1) Allergologia; 2) Fisiologia Respiratoria; 3) Immunopatologia Clinica; 4) Assistenza al Bambino Adottato; 5) Laboratorio di Immunologia dedicato alla diagnostica di supporto per le varie 136 patologie ed i seguenti servizi già afferenti alla Clinica Pediatrica I: Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica, Reumatologia; ambedue Centri Regionali di riferimento. La UO Clinica Pediatrica IV Malattie Infettive (Direttore il Prof. Maurizio De Martino, Prof. Ordinario) con servizi afferenti: cura e prevenzione dell’AIDS Pediatrico, Infezioni a trasmissione materno-fetale). La UO di Neonatologia e Patologia neonatale (Direttore il Prof. Giampaolo Donzelli, Prof. Associato): tra gli altri servizi afferenti, il servizio di Ultrasuonologia Neonatale, di cui è responsabile lo stesso Prof. G Donzelli. Le tre Cliniche Pediatriche esplicano anche attività di ricovero, rispettivamente la I, con il Reparto Lattanti, la II con ricoveri in “Day Hospital”, la III con Reparto Divezzi, tutte con letti funzionali. La Chirurgia Pediatrica (Direttore il Prof. Antonio Messineo, Prof. Associato), ha i seguenti servizi afferenti: 1) Centro Grandi Ustioni e Chirurgia Plastica, Centro regionale di riferimento; ne è responsabile il Dott. G Grisolia: 2) Chirurgia Neonatale: responsabile il Dott. B Noccioli 3) Chirurgia Oncologica; 4) Urologia, Centro regionale di riferimento: responsabile Dott. AD Danti; 5) Chirurgia Laparoscopica ed Endoscopia Digestiva e Chirurgia Specialistica dell’Apparato Digerente: responsabile Dott. R. Mattei; 6) Neurochirurgia: responsabile Dott. P A Donati. 78 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 N Monterisi, P Parigi: 1884 -1984. Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile “Anna Meyer” di Firenze. Ed. Felice Le Monnier, Firenze, 1984 1bis A Ulivelli, A Danti: Ospedali testimoni di cure ai bambini. Il Meyer a Firenze. Luci e ombre nell’età evolutiva. Atti del Convegno, Sangemini, ottobre 2001 2 Dal volume: Collegio dei Primari Ospedalieri USL 10/E. Attività 1987-90 3 Le notizie fin qui riportate sono state gentilmente fornite dal Prof. G Calabri a cui va il mio vivo ringraziamento 4 Le notizie riportate sono in gran parte tratte dagli atti del Convegno: Meyer: Quale futuro. Firenze, 27 novembre 1991 5 I dati riferiti sono stati gentilmente forniti dal Dott. P Fiorini 6 Le note riportate sulla chirurgia pediatrica all’Ospedale “A. Meyer” sono state tratte dal volumetto: 1884-1984. Cento anni di vita dell’Ospedale Infantile “A. Meyer” di Firenze (di cui al punto 1 di questo paragrafo) 7 Le notizie qui riferite sono dovute in gran parte alla cortesia del Prof. E Zammarchi che ringrazio sentitamente 137 A Firenze nel periodo post-bellico riprende l’attività anche il Reparto Radiologico dell’Ospedale Meyer, che dipende dall’Istituto di Radiologia dell’Università, se si escludono la gestione amministrativa ed il personale paramedico, che sono di competenza dell’Arcispedale di S. Maria Nuova. Negli anni 1947-1953 è responsabile del Servizio il Prof. Giulio De Giuli, aiuto incaricato dell’Istituto di Radiologia dell’Università, diretto dal Prof. Luigi Turano. Inizialmente è in funzione un apparecchio radiologico da campo Picker, donato dagli Alleati, che viene sostituito nel 1952 da un apparecchio Neotetraval Gorla-Siama, fornito di un tubo Roentgen ad anodo rotante, a raffreddamento ad aria, di un tavolo trocoradiografico e di un ortoscopio con seriografo Dell’Acqua. Lo stratigrafo lineare può essere usato sia in posizione orizzontale che verticale. L’apparecchio fornisce buone prestazioni consentendo anche tempi di esposizione dell’ordine di 0,05 secondi. Sotto la direzione del De Giuli, coadiuvato dal Dott. A Ruggero, da una tecnica e da un’infermiera il Reparto negli ultimi anni raggiunge un buon livello, svolgendo circa 20 esami radiologici al giorno, comprendenti non solo le indagini di routine della radiologia tradizionale (esami del torace, dell’apparato scheletrico, del tubo digerente per os e per clisma) ma saltuariamente anche indagini complesse (al momento), quali la pneumoencefalografia, la ventricolografia gassosa, lo pneumoperitoneo e il pneumoretroperitoneo, la broncografia. 1 Sul finire del 1953, a seguito della nomina a Primario della Radiologia dell’Arcispedale di S. Maria Nuova del Prof. De Giuli, l’incarico del Servizio Radiologico del Meyer è affidato al Dott. Carlo Bompiani aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università che ha come collaboratore il Dott. Gian Franco Vichi specializzando in Radiologia presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze, diretta dal Prof Luigi Turano. Trasferito il Bompiani a Roma nel 1956, a seguito della chiamata del Prof. Luigi Turano a dirigere l’Istituto di Radiologia di quella Università, diviene direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze il Prof. De Giuli, dopo una breve parentesi a Siena, con la stessa carica. 138 Il Dott. Vichi, che nel frattempo, conseguita la specializzazione in Radiologia con il massimo dei voti e la lode, era divenuto prima, (AA 1955-56) assistente volontario e nel successivo (AA 1956-57) assistente straordinario dell’Istituto di Radiologia dell’Università, viene incaricato, a decorrere dal 1956, delle funzioni di dirigente del Reparto di Radiologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Firenze, con la supervisione del Prof. De Giuli. Dal 1956 è in funzione all’Ospedale Meyer anche una sezione di radioterapia con un apparecchio a Raggi X Gorla Siama (180 KV– 4mA) che viene impiegato per il trattamento di forme di leucemia cronica dell’ ipertrofia timica, dell’idrocefalo ecc.) mentre i tumori maligni (tumore di Wilms, neuroblastomi) sono inviati all’Istituto di Radiologia ove esiste un apparecchio Maxitron da 250 KV che è sostituito nel 1958 da un apparecchio di Telecobaltoterapia. In questo periodo il Dott. Vichi nonostante che si valga della consulenza del Prof. De Giuli, è conscio della grave responsabilità assunta per la conduzione della Radiodiagnostica di un importante Ospedale Pediatrico quale il Meyer. Il Dott. Vichi, come è già stato affermato nella parte generale, si considera un autodidatta, analogamente alla quasi totalità dei colleghi coetanei che operano negli Ospedali Pediatrici e nelle Cliniche Pediatriche Universitarie. Le fonti della sua cultura radiopediatrica sono già state ricordate nella parte generale e non starò qui a ripeterle. Anche per gli accessori da usare nella routine giornaliera (per l’immobilizzazione dei piccoli pazienti, per le seriografie del tubo digerente, per le cistouretrografie minzionali, per le arteriografie di vario tipo, ecc.) si fa ricorso a mezzi artigianali. Nel periodo 1956 -1968 il Dott.Vichi, che consegue l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia nella sessione del 1965, è coadiuvato nell’attività radiologica, ormai limitata alla sola radiodiagnostica, da una tecnica di radiologia (Liliana Tabanelli) e da un’infermiera (Gina Lelmi) che acquisisce nel frattempo il diploma di tecnico. Il carico di lavoro aumenta progressivamente ma la dotazione di personale e di apparecchi (se si esclude l’acquisto di 2 portatili) è immutata. All’inizio degli anni Sessanta vengono eseguiti in media 7500 esami radiologici all’anno con incremento degli esami del tubo digerente (circa 250) e 139 dell’apparato urinario (circa 60 urografie, una trentina di cistouretrografie minzionali). Nel febbraio del 1964 il Dott. Vichi viene nominato assistente incaricato presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze. A seguito di concorso interno bandito per legge a favore degli assistenti straordinari in servizio , diviene assistente ordinario con decorrenza dal 1° Agosto 1964, dimissionario dal 1° Aprile 1970. Con l’istituzione del Primariato di Radiologia presso l’Ospedale Pediatrico A. Meyer al Prof. Vichi viene affidato l’incarico di Primario – Direttore del nuovo Servizio, di cui acquisisce la direzione effettiva con decorrenza dall’aprile 1970 dopo regolare concorso per titoli ed esami. Nel frattempo l’Amministrazione Ospedaliera di S. Maria Nuova, da cui dipendeva il Servizio Radiologico dell’Ospedale Meyer, procede all’assunzione, prima come aiuto incaricato e successivamente di ruolo dello stesso Servizio, del Dott. Marcello Maggini, che proviene dal Servizio Radiologico dell’Arcispedale di S. Maria Nuova e Stabilimenti Riuniti, diretto dal Prof. Goffredo Giannardi. All’inizio degli anni Settanta viene assegnato come assistente di ruolo del Servizio il Dott. Roberto Zangardi che resta in carica fino al marzo 1973. Il suo posto non è stato mai rimpiazzato fino all’inizio degli anni Ottanta. Durante il periodo successivo degli anni Settanta, si fa sempre più pesare la carenza di personale medico sia per l’aumento del carico di lavoro sia per le richieste crescenti del servizio di pronta disponibilità, che nel frattempo era stato istituito. Questa situazione ha ripercussioni negative sul Primario e sull’Aiuto, che devono rinunciare alla partecipazione a Congressi e Corsi di Aggiornamento per poter garantire un’adeguata opera assistenziale ai piccoli pazienti ricoverati D’altra parte il personale tecnico viene aumentato di una sola unità nella persona di Sandro Cappelli, che si aggiunge alle due tecniche già in servizio da molti anni. Seguono a breve scadenza le assunzioni di altri due giovani tecnici, Andrea Gallori nel ’72 e Fabrizio Leopardi nel ’74. Poco tempo dopo vengono assunti altri due tecnici: Dolores Bandini e Antonio Scaglione che rimpiazzano i due “vecchi” tecnici sopra ricordati, pensionati a distanza di pochi anni l’uno dall’altro. 140 Finalmente all’inizio degli anni 80 vengono assunte, a seguito di concorso, come assistenti di ruolo le Dott.sse Rita Jenuso (nel Settembre del 1980) e Tiziana Pellegrini (nel Dicembre del 1982). Nel 1985 lascia il Servizio, per dimissioni, l’aiuto Dott. Marcello Maggini; a lui subentra come aiuto la Dott.ssa Rita Jenuso, già assistente, ma il suo posto di assistente rimane vacante; pertanto la carenza di organico medico si fa ancora sentire, senza che la fugace presenza per poco più di un mese dei dottori V Fantecchi e A Bartolozzi, inesperti di Radiologia pediatrica, possa portare alcun beneficio alla funzionalità del reparto. Meno breve (oltre un anno e mezzo dall’ 08.02.1988 all’01.10.1989) è stata la permanenza della Dott.ssa Catia Dini. L’organico dei tecnici durante gli anni 80 si mantene pressoché invariato: mediamente, pur con alcune oscillazioni, erano in servizio 8 tecnici. All’inizio degli anni Ottanta ai tecnici già presenti si aggiungono Antonio Giommoni (settembre 81 – ottobre 83) e Valerio Bertini (scomparso prematuramente per una grave malattia), Laura Coccorullo, Maria Grazia Ghirelli, Paola Cappelli, G Paolo Rimola, tutti, escluso quest’ultimo, rimasti in servizio nella prima metà degli anni Novanta. All’inizio degli anni Novanta sono assunti in servizio il Dott. Ubaldo Bongini, come assistente incaricato, dal febbraio ’90 e successivamente (dal 1° settembre dello stesso anno) di ruolo ed il Dott.Guido Natoli, con funzioni di aiuto, dall’agosto 1990. Il 1° febbraio 1995 lascia la Direzione dell’UO di Radiologia il Prof. Vichi, all’età di 68 anni per concessione dell’Amministrazione dell’Azienda Ospedaliera A. Meyer, avendo già superato il limite di età per il pensionamento dei Primari, che a quell’epoca, tranne alcune eccezioni, era stabilito a 65 anni. Erano trascorsi 43 anni dall’inizio della sua attività come Radiologo, all’Ospedale Meyer, di cui 26 con funzioni primariali. Nella primavera del 1970 si verifica il trasferimento della Radiologia dalla vecchia sede dell’Ospedale (lato Buonvicini) al seminterrato del Padiglione Cesare Cocchi, che consente l’acquisizione di nuovi spazi e la creazione di diagnostiche A e B. Nella diagnostica A sono collocati due apparecchi: 141 due 1) il Triselenix 1000 Gorla-Siama composto dal tavolo di comando, dal generatore di alta tensione con i gruppi raddrizzatori, “Siregraph” 90/90 con seriografo, dotato di intensificatore di immagini “Sirecon” e catena TV, spot camera a rullo (70 mm.) e di stativo, su rotaia; 2) lo stratigrafo “Multix”, con angolo di pendolazione variabile (30-40°) e possibilità di eseguire la zono grafia e stratigrafie multiple simultanee. Il tavolo dello stesso può essere usato per esami radiologici tradizionali (scheletro, urografie, ecc.). Accessorio fondamentale è il “Thoracomat” il teleradiografo apposito per lo studio del torace dei soggetti delle diverse età infantili. Dotato di una sospensione per fissare i contenitori di diversa misura per neonati e lattanti, di un portacassette adattabile ai diversi formati e di una parete protettiva con due aperture, che consentono al personale di mantenere fermi i bambini non collaboranti ed al tempo stesso di proteggerli e proteggersi dalle radiazioni ionizzanti. Durante il 1991 nella diagnostica A vengono sostituite le apparecchiature esistenti con un apparecchio “Prestilix 1600 DRS” della General Electric CGR, sistema di radiodiagnostica telecomandato con possibilità di acquisizione delle immagini, tradizionale e digitale, dotato di tavolo ribaltabile 90/90, Monitor TV di 23 pollici-1024, intensificatore di immagini (hyperlux), generatore Phasix 65 ad alta frequenza, tubo radiogeno capace di sostenere elevati carichi (KV 150), consolle DRS e Processor DRS. Viene ancora utilizzato il Thoracomat per gli esami radiologici del torace. Diagnostica B: all’inizio degli anni Settanta esiste solo un tavolo trocoradiografico ove vengono eseguiti alcuni esami radiografici tradizionali (segmenti scheletrici, torace, urografie ed altri) con un apparecchio portatile “Pleodor” della Gorla Siama. Nella seconda metà degli anni Settanta viene realizzata una ristrutturazione del locale adibito a diagnostica, che viene diviso in due settori mediante un cristallo anti-X, consentendo una duplice utilizzazione a scopi diagnostici. Nel I settore viene installato un apparecchio dedicato alla Radiopediatria l’“Infantoskop” Siemens, che verrà largamente impiegato negli anni SettantaOttanta ed in parte anche negli anni Novanta del secolo scorso nei servizi 142 radiopediatrici italiani ed esteri: in alcuni reparti radiologici l’Infantoskop è stato digitalizzato ed è usato anche oggi. L’Infantoskop è costituito da un tavolo telecomandato cui è connesso uno stativo solidale nei vari movimenti del tavolo dotato di un tubo Röntgen di elevata potenza (30Kw) che consente l’esecuzione di esami radiografici standard. Nella parte opposta del tavolo è situato l’amplificatore di immagini per l’amplifotografia, la scopia TV. L’amplifotografia è realizzata mediante la camera Sircam che permette di eseguire fotogrammi 10x10 cm. con la cadenza rapida fino a 6 fotogrammi al secondo. Accessori essenziali dell’apparecchio sono i contenitori di varie dimensioni e di diversa forma secondo l’età dei soggetti da esaminare e la tipologia degli esami: esami del tubo digerente per os, colon per clisma, esami dell’apparato urinario (urografie, cistouretrografie minzionali), defecografie, broncografie, angiografie. Un dispositivo sistemato all’estremità del tavolo consente di fissare i diversi contenitori, che vengono ruotati di 180° a seconda del tipo di esame. Nel secondo settore sono collocati: 1) un generatore ad alta tensione, Triselenix 1000 Super Gorla Siama capace di notevoli prestazioni con tempi di esposizione brevissimi (fino a 3 millesimi di secondo); 2) uno stativo pensile; 3) un tavolo trocoradiografico, sostanzialmente usato per l’esecuzione di esami dell’apparato scheletrico, del torace (per soggetti non collaboranti), di urografie in lattanti, ecc.; 4) un teleradiografo munito di potter. Nel 1992 viene acquisita una unità mobile “Stenoscop D6 General Electric” per gli esamini sala operatoria e in sala gessi, acquistata grazie al contributo dal Comitato “Insieme per la vita, Città di Firenze” e della “Nazionale Cantanti”. Come è già stato scritto, finalmente, nel 1987 viene acquistato un ecografo “real time” Sonolayer SSA Toshiba dotato di 3 sonde: lineare 7,5 MHz, microconvex 3,75 MHz e convex 5 MHz, che era stato richiesto dal Prof. Vichi all’Amministrazione di S. Maria Nuova fino dal 1978. Tuttavia con la Riforma Sanitaria entrata in vigore poco dopo, la nuova gestione della USL 10/E non fu 143 così sollecita, come era stato in passato la precedente, nell’evadere la richiesta di nuove apparecchiature nonostante le ripetute sollecitazioni e la necessità crescente del ricorso alla metodica ecografica nella diagnostica, particolarmente utile per le sue caratteristiche in Pediatria. Un ecografo portatile (SSD 500 Aloka) munito di due sonde settoriali elettriche, per esami da eseguire ai piccoli pazienti, non trasportabili, fu acquistato nel 1992 con il contributo delle due Associazioni sopra menzionate. Nel 1994 viene acquistato un iniettore angiografico “Plus standard 111 Edras” della Ditta Medrad. Nel 1995 viene acquistato un ecotomografo (Esaote SPA – AUL IDEA) dotato di sonda lineare 7,5 MHz–13MHz e di sonda convex 3,5 MHz-5MHz. Nel periodo 1960-1995 vengono acquisiti vari apparecchi radiologici portatili, necessari per l’esecuzione di esami al letto dei piccoli pazienti, soprattutto prematuri e degenti nel reparto di ”Malattie Infettive”, all’inizio degli anni Sessanta un “Monoblocco Gilardoni” ed un Philips (Pratix 90/20); durante gli anni Settanta, un “Pleodor” della Gorla-Siama ed un “Nanomobil Siemens” (1974); nel 1982 un Kondiamobil 125, a scarica di condensatore (Siemens) ed ultimamente (1989) un Mobilette 2 Siemens ad alta frequenza e con tubo ad anodo rotante, tutt’ora in funzione (2002). All’inizio degli anni Settanta si passa dal trattamento manuale delle pellicole radiografiche al trattamento automatico con l’acquisto di una sviluppatrice Agfa Gevaert e successivamente di una Kodak. Alla metà degli anni Settanta vengono adottati schermi di rinforzo a terre rare; in un primo tempo viene acquisito il sistema Trimax della 3M e successivamente (1981) vengono usate le cassette Kodak X-Omatic C-1 con schermi di rinforzo “Lanex Regular”. Nel 1993 viene acquisita una stampante “Laser Printer Ektascan 1120 Kodak”: sistema di registrazione – riproduzione delle immagini acquistite con apparecchi digitali e TC. Durante la direzione del Prof. Vichi si verifica un sensibile incremento dell’attività assistenziale in rapporto con lo sviuppo dell’Ospedale (creazione di 144 nuove Divisioni di degenza e soprattutto con aumento del numero dei Servizi) come è stato descritto nelle pagine precedenti. Gli esami radiologici che, come abbiamo visto erano circa 7500 all’anno all’anno all’inizio degli anni Sessanta sono saliti intorno a 14900 all’inizio degli anni Novanta (con un aumento del 50 %); se a questi aggiungiamo 7800 esami ecografici il numero totale degli esami ammonta a circa 22000 (aumento del 75 %). Tra le indagini della radiologia tradizionale gli esami dell’apparato scheletrico (compresi il cranio e il rachide in toto e in parte) nel 1993 sono al I posto (7285), seguiti dagli esami del torace (5734) e dagli esami diretti dell’addome (936), dalle cistouretrografie minzionali (375) e dagli esami delle vie aeree superiori (117). Notevole il calo degli esami del tubo digerente compreso il colon con clisma scesi da circa 250 alla metà degli anni Sessanta a 219 nel 1993; ma il calo maggiore, un vero e proprio crollo, si verifica a carico delle urografie divenute 42 da una media annuale di 200 durante gli anni Settanta. Analoghe variazioni, verosimilmente da attribuire all’impiego sempre più diffuso e perfezionato della ecografia e per certe indagini (v. urografie) anche al diffondersi della Medicina Nucleare si verificano, pur con alcune varianti, durante gli anni Novanta nei Servizi radiologici di altri ospedali pediatrici. Infine da notare una prevalenza (all’incirca del 30%) delle indagini eseguite a pazienti ricoverati su quelle praticate a pazienti ambulatoriali. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Le notizie sono state fornite gentilmente dal Dott. A Ruggero 145 Attività scientifica attinente alla Radiologia Pediatrica negli anni Quaranta del Novecento (periodo post bellico) e nella seconda metà degli anni novanta svolta all’Ospedale “A. Meyer”. Viene trattata l’attività scientifica svolta dai Dirigenti del Servizio Radiologico dell’Ospedale “A. Meyer” in un cinquantennio: Giulio De Giuli (1947-1953), Carlo Bompiani (1953-1956) Gian Franco Vichi e coll. (1956-1995). 1 Il Prof Giulio De Giuli (G DG), pur svolgendo un’attività scientifica intensa nel campo della Radiologia tradizionale (basti citare il suo contributo con la scuola di Turano alla tecnica della angiocardiografia e alle sue applicazioni) si dedica anche alla Radiologia Pediatrica con una decina di lavori (pubblicazioni e relazioni). Fin dal 1946, prima del suo incarico al Meyer, presenta la comunicazione su “Ricerche stratigrafiche sul mediastino nell’età infantile” al XIV Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica Montecatini, (sett. 1946). Negli anni successivi G DG dimostra un particolare interesse per la patologia respiratoria del bambino apportando notevoli contributi tra i quali vengono citati le manifestazioni dell’ostruzione bronchiale sia come complicanze di processi polmonari acuti 2 sia in corso di tubercolosi primaria. 3 G DG si dedica anche allo studio della patologia neoplastica in età infantile, quasi ignorata in Italia negli anni Cinquanta con una interessante pubblicazione: “Considerazioni radiobiologiche in forme leucemiche iniziate clinicamente con un tumore mediastinico e trattate con röentgenterapia” e una monografia sulla radioterapia delle neoplasie maligne nell’infanzia. 4 Dopo la sua nomina a Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze (1955) continua ad occuparsi di Radiologia Pediatrica con una relazione su invito della Società Tosco–Emiliana di Pneumologia sul tema “Quadri radiologici polmonari a tipo di cisti gassose nell’infanzia”, in cui l’A elabora una classificazione su base semeiotica radiologica di questa complessa patologia. 5 Il Dott. Carlo Bompiani (C B), rimase per poco tempo (dall’autunno del 1953 all’inizio del 1956) alla direzione del Reparto Radiologico dell’Ospedale “A. 146 Meyer”, essendo stato nominato aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Roma, diretto dal Prof. Luigi Turano. Durante il periodo suddetto è contemporaneamente aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze, ove è incaricato dei trattamenti con radioterapia e svolge un’intensa attività scientifica inerente alla radiologia tradizionale con pubblicazioni da solo o con allievi della Scuola del Turano, soprattutto con studi angiocardiografici e di radioterapia in campo oncologico. Soltanto tre dei suoi lavori riguardano la Radiopediatria; una comunicazione su un caso di osteosclerosi diffusa in un lattante, la pubblicazione su “Reperti radiografici in un caso di meningo-encefalite da toxoplasmosi congenita”, ma la pubblicazione di maggior importanza è attinente a uno studio delle neoplasie renali in età pediatrica, in cui l’A esegue una disamina completa su questa patologia sia dal punto di vista diagnostico che da quello terapeutico (pre-operatorio, se eseguito e post-operatorio), con contributo personale su una rilevante casistica. 6 Il Dott. Gian Franco Vichi (GF V) nella sua lunga attività radiologica si è interessato quasi esclusivamente di Radiologia Pediatrica, sia dal lato professionale che sotto gli aspetti scientifico e didattico. Le sue pubblicazioni a stampa (172)nota comprendono sia i lavori pubblicati su riviste scientifiche italiane: “La Radiologia Medica”, il “Nuntius Radiologicus”, gli “Annali di Radiologia Diagnostica”, la “Rivista di Clinica Pediatrica”, la “Minerva Pediatrica”, la “Rivista Italiana di Pediatria”, sia estere: “Pediatric Radiology”, “Annales de Radiologie”, “Journal d’Urologie” ecc., i riassunti delle comunicazioni presentate ai Convegni di Radiologia regionali e della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) ai Congressi Nazionali della SIRM(N), e di altre Società scientifiche Nazionali (di Radiobiologia, di Pediatria, di Chirurgia Pediatrica, di Chirurgia toracica, di Urologia) ed estere (European Society of Pediatric Radiology, Groupe Jacques Lefebvre, International Congress in Pediatric Urology), e a numerosi altri Congressi attinenti alla Pediatria e alla Urologia Pediatrica. A questi lavori vanno aggiunti i contributi apportati in 5 libri di cui sarà detto alla fine di questo paragrafo. I 172 lavori, adottando la classificazione secondo gli apparati interessati possono essere così distinti: per frequenza al primo posto si 147 trovano le pubblicazioni sull’apparato urinario (39) seguite a ruota da quelle sull’apparato muscolo-scheletrico (38); seguono le pubblicazioni sull’apparato digerente (33), sull’apparato respiratorio (29), di oncologia (11). Chiudono la serie le pubblicazioni sull’apparato cardiovasale, il SNC e le sindromi (complessivamente 14). A parte le varie (8) di cui sarà detto più avanti. Fin dall’inizio dell’attività scientifica GF V dimostra notevole interesse per lo studio radiologico delle malattie dell’apparato respiratorio nel neonato e nella prima infanzia. Tra gli argomenti trattati più significativi vanno segnalati: “Aspetti radiologici dei versamenti pleurici atipici nelle nefropatie mediche dell’infanzia”, 7 “I reperti radiologici di iperdiafania del torace in corso di sindromi asfittiche dell’infanzia”, 8 “I quadri radiologici delle complicanze a carico dell’apparato respiratorio nelle malattie esantematiche dell’età infantile”, pneumatoceli considerazioni polmonari su 50 dell’infanzia osservazioni con revisione personali”, 10 9 “L’evoluzione dei della letteratura e “Pneumotorace e pneumomediastino spontanei del neonato”. Lo stesso argomento sarà oggetto alla fine degli anni Settanta di studio approfondito dal punto di vista etiopatogenetico, clinico e radiologico, basato su 59 casi personali di pneumotorace e/o pneumomediastino nel neonato (in collaborazione coi Pediatri dell’Ospedale Meyer ). 11,12 Da segnalare anche le comunicazioni su “Il quadro radiologico del torace dell’immaturo nelle prime 48 ore di vita” (coll. S Borgheresi, C Belisario et al.) tenuta al Simposio sui problemi ostetrico-pediatrici della sofferenza fetale (Siena 1966). Alla fine degli anni Cinquanta e durante gli anni Sessanta e Settanta GF V si occupa con passione anche dello studio radiologico del tubo digerente in diverse condizioni nel neonato e nel lattante. Risalgono a questo periodo le ricerche sull’apparato digerente dell’immaturo (in collaborazione con R De Dominicis e G Caprino) comunicazione presentata al XX Congresso Nazionale della SIRM (Cagliari, 1958); seguono le pubblicazioni: “Il volvolo gastrico intermittente del lattante. Aspetti clinico-radiologici” (in collaborazione con C La Cauza) e “I quadri radiologici dell’ernia iatale da scivolamento e le sue complicazioni”; “La relaxatio cardio-esofagea o calasia della I infanzia” (in collaborazione con i Pediatri G Bartolozzi e C Calzolari); “L’occlusione da 148 anomalie di rotazione dell’intestino primitivo associato a volvolo nell’età neonatale; studio statistico–radiologico delle cause funzionali di vomito nella I infanzia, con particolare riguardo alla calasia esofagea” (in collaborazione con L Marianelli). Questi studi si concretano con un’importante pubblicazione: “Il vomito abituale nella I infanzia. Aspetti clinico-radiologici in 842 casi”. 13 Un altro contributo viene apportato in quegli anni (1968-1972) da GF V (coll. A Pampaloni) nello studio delle ghiandole salivari con la scialografia, sia dal punto di vista tecnologico sia nelle applicazioni (affezioni infiammatorie e neoplastiche ghiandolari). Gli aspetti clinici, radiologici, anatomo-patologici della “pneumatosi intestinale”, una patologia emergente in Pediatria all’inizio degli anni Settanta, sono illustrati da Vichi in una comunicazione presentata al X Convegno della ESPR (Parigi 1972) e in una pubblicazione successiva. 14 GF V partecipa attivamente al I e al II Corso di aggiornamento postuniversitario in Radiologia “P Perona” organizzati dal Prof. G F Pistolesi, con la presentazione di vari rapporti su problematiche inerenti ai temi dei corsi: ”La radiologia del tenue e del colon” e “La radiologia dell’esofago, dello stomaco e del duodeno”. Nel periodo, comprendente la fine degli anni Cinquanta, gli anni Sessanta e Settanta, GF V si dedica intensamente allo studio delle malformazioni delle vie urinarie con l’apporto di contributi originali, in particolare sulle forme ostruttive dell’uretra (valvole, diverticoli, stenosi), che alla fine degli anni Cinquanta – inizio degli anni Sessanta erano ignorate dai radiologi italiani, sia generali che pediatri. 15 , 16 Pubblicazioni successive si riferiscono alle anomalie del giunto vescicoureterale nell’infanzia (1967) ed a una ricerca basata sulle osservazioni della letteratura e sui casi personali inerente ad alcune rare malformazioni uretrali (canali uretrali accessori ed uretre doppie), associate o meno a duplicità peniena (1968). 17 Una puntualizzazione su questa patologia è oggetto della Conferenza: “Le malformazioni delle vie urinarie inferiori”, tenuta al I Corso di Aggiornamento in Radiologia, voluto dal Prof. P Cignolini e per la Radiologia Pediatrica organizzato 149 dal Prof. G S Marchese in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN (Palermo 1970). Altri due argomenti di Radiourologia Pediatrica vengono presentati ai Congressi congiunti, IX Congresso di Radiologia di Cultura Latina e XXVI Congresso Nazionale della SIRM (Venezia ott. 1974), con la relazione: “L’urographie dans l’insuffisance renale chronique en cours de malformations congénitales de l’appareil urinaire dans l’enfance (coll. con G Grechi e G C Masini), alla “table ronde” su “L’insuffisance renale cronique” e una comunicazione su “Tumeurs et pseudo-tumeurs de la vessie chez les enfants”. Sul finire degli anni Settanta GF V continua ad interessarsi di Radiourologia collaborando con la Clinica Urologica di Firenze, diretta dal Prof. A Costantini. Sono da segnalare, tra l’altro, in questo periodo, una pubblicazione e una comunicazione sull’infezione delle vie urinarie dell’infanzia (coll. A Costantini e G Grechi); la relazione su “L’incontinenza urinaria del bambino. Inquadramento clinico-radiologico” in coll. con G Grechi, tenuta al LI Congresso della Società Italiana di Urologia (Trieste, 1978) e una pubblicazione su “L’ureterocele ectopico. Quadri clinico-radiologici” (coll. G Grechi, A Rinnovati e M Angeli). 18 I risultati sull’impiego della xeroradiografia nello studio delle miopatie nell’infanzia, seguito in collaborazione con A Aulisi (radiologo), C Adami-Lami Conti e C Calandi et al. (pediatre), sono oggetto di alcune pubblicazioni su “La Radiologia Medica” 19, 20 di una comunicazione al 29° Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli 1980) e di un lavoro conclusivo sullo “Studio comparativo tra la xeroradiografia e la TC nella distrofia muscolare progressiva”. 21 Verso la fine degli anni Sessanta GF V comincia ad interessarsi della fibrosi cistica (FC), disponendo della ricca casistica dell’Ospedale “A. Meyer”, presenta una comunicazione al XXIII Congresso Nazionale della SIRMN (Padova 1968) sulle alterazioni toraciche in questa malattia e quasi contemporaneamente pubblica un lavoro sullo stesso argomento. 22 Durante gli anni Settanta GF V approfondisce lo studio radiologico delle diverse manifestazioni della FC soprattutto a carico dell’apparato respiratorio (alterazioni bronchiali, bronchiectasie) ma anche di altri apparati (vie biliari), intervenendo a Convegni dedicati alla FC e a Congressi di Pediatria e con pubblicazioni. Come risultato 150 delle sue ricerche sul quadro complesso delle alterazioni broncopolmonari nella FC propone un nuovo metodo di punteggio basato sulla loro valutazione che viene perfezionato successivamente alla luce dell’esperienza acquisita. 23 Inoltre partecipa ad uno studio multidisciplinare sulla valutazione dello stato nutrizionale nella FC 24 in collaborazione con Pediatri e Radiologi Pediatri e con questi ultimi sulle indagini radiologiche nella FC. 25 Nel frattempo si interessa ancora, di problematiche inerenti alla Urologia Pediatrica sia con l’impiego di nuove tecniche: cistouretrografia minzionale con radionuclidi, a confronto con lo stesso esame eseguito, sia con tecnica convenzionale sia con la urodinamica associata allo studio radiologico. Le cistiti ricorrenti nell’infanzia e le infezioni delle vie urinarie sono oggetto di comunicazioni (coll. G Grechi, A Tosto et al.) ai Meeting annuali della American Academy of Pediatrics. In questo periodo il reflusso vescico-ureterale, continua ad essere oggetto di studio da parte dei Radiopediatri. GF V se ne interessa sia sotto l’aspetto clinico-radiologico con la relazione “Crescita renale nel reflusso vescico-ureterale trattato con terapia medica; valutazione radiologica” 26 sia dal punto di vista metodologico con la comunicazione: “Il bambino con sospetto reflusso vescicorenale primitivo; primo approccio alla diagnosi con la cistografia con radionuclidi”. 27 Da uno studio eseguito da GF V (coll. A Masi, R Jenuso, F Nardi , C Bartolozzi e T Pellegrini) è risultato che per la dimostrazione del reflusso vescicoureterale l’indagine di elezione rimane la cistouretrografia minzionale e che l’ecografia va riservata al follow-up periodico dei pazienti trattati con terapia medica.28 Altra problematica è costituita dal reflusso gastro-esofageo, per la cui valutazione l’indagine radiologica svolge ancora un ruolo importante sia nel neonato che nelle età successive. In due relazioni, una svolta ad un corso di aggiornamento per Pediatri e l’altra presentata al Convegno svoltosi al Meyer in occasione del Centenario della fondazione dell’Ospedale (1984), GF V illustra i caratteri differenziali tra il reflusso fisiologico del neonato, il reflusso patologico isolato, il reflusso associato alle ernie iatali “da scivolamento” e ad altre affezioni. 151 Le turbe funzionali gastro-enteriche, tra cui il reflusso gastro-esofageo in età pediatrica, sono oggetto di una relazione presentata alla tavola rotonda sull’argomento svoltasi in occasione del XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, giugno 1986). Il “vomito abituale” del lattante viene trattato da GF V dal punto di vista diagnostico alla luce dei notevoli cambiamenti metodologici verificatisi nello studio delle sue diverse cause, con l’introduzione dell’ecografia. 29 Un altro compito dei Radiopediatri è la determinazione dell’età ossea (e.o.) che ha acquistato importanza rilevante nel corso degli anni, dato lo sviluppo dell’Auxologia, dell’Endocrinologia, della genetica e ultimamente, è richiesta perfino per problemi di ordine medico-legale. Si discute sul metodo da adottare, degli atlanti o dei punteggi, in sostanza la scelta è tra il metodo di Greulich e Pyle e il metodo di Tanner (TW2). Per i soggetti della prima infanzia GF Vichi propone un nuovo metodo, da lui definito “dell’arto superiore sinistro” valido per i primi 15 mesi di vita, escluso il periodo neonatale, basato sui nuclei di ossificazione presenti all’età del soggetto in esame, statisticamente significativi. Vantaggi del metodo sono la facilità di esecuzione e la bassa dose di radiazioni somministrata. 30 Per le età successive, secondo l’esperienza di GF V, sono validi sia il metodo Greulich e Pyle (G & P), se correttamente applicato, sia il metodo TW2 con le correzioni proposte da Nicoletti et al.. 31 per la popolazione infantile italiana. Tale preferenza è stata condivisa dai responsabili di Reparti Radiologici di importanti Ospedali, Istituti e Cliniche Pediatriche Universitari: A Pelizza all’Istituto Gaslini di Genova, ove sul finire degli anni Ottanta erano eseguite 7- 8.000 determinazioni dell’e.o., F Bellini alla Clinica Pediatrica “De Marchi” dell’Università di Milano (G & P in prima istanza e il TW2 nei casi più complessi), R Perale alla Clinica Pediatrica dell’Università di Padova, F Cerasuolo all’Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli (con alcune varianti), G Beluffi alla Clinica Pediatrica dell’Università di Pavia et al. 32 GF V esegue una puntualizzazione sulla determinazione dell’età ossea in due lezioni successive presentate a Corsi di aggiornamento svolti nell’ambito della SIRMN; una “Orientamenti attuali sulla valutazione dell’età scheletrica“ al XXXIII 152 Congresso Nazionale della SIRMN (Roma 1988) e l’altra: “Cosa ogni radiologo deve sapere nella valutazione dell’età scheletrica” al Corso di aggiornamento della Sezione di Radiologia Pediatrica (Copanello (CZ), 27-28 settembre 1989). Nel gruppo varie sono comprese otto pubblicazioni dedicate ad argomenti diversi: a “I traumi addominali nell’infanzia”, oggetto di comunicazione al VI Convegno della sezione di Radiologia Pediatrica (Bologna 1979) e ad alcune affezioni a carico del SNC tra cui da notare “L’idrocefalo congenito da atresia dei forami di Luschka e Magendie”. 33 Se si esclude la determinazione dell’e.o. finora non è stata menzionata la produzione scientifica inerente all’apparato scheletrico, che è stata considerata notevole tanto da occupare il II posto per frequenza tra le pubblicazioni scientifiche di GF Vichi. Gli osteocondrodisplasie argomenti comprendenti trattati forme riguardano casistica metafisarie (tipo varia di Schwachman), spondilo- metafisarie (di Kozlowski) e forme atipiche (pseudocondroplasia e displasia spondilo-epifiso-metafisaria congenita), casi di disostosi molteplice (mucopolisaccaridosi I-H), 3 casi di mucolipidosi III, e forme più rare (displasia di Verma-Naumoff). Ultimamente ha descritto due casi di “nanismo osteodisplasico primordiale del II tipo”, noto anche come sindrome di Taybi-Linder) in coll. con G Currarino. 34 Le altre pubblicazioni inerenti all’apparato scheletrico riguardano sindromi rare quali l’acrocefalosindattilia di Apert, sindromi con prevalenti alterazioni scheletriche (S di Klippel-Feil e S di Schwartz-Jampel); la “protusio acetabuli” nella sindrome di Marfan. Oggetto di studio sono state anche l’osteopatia rubeolica connatale (3 casi descritti in coll. con i Pediatri del Meyer) ed i processi infiammatori (osteomielite subacuta simmetrica e ostiomielite da micobatteri atipici) in collaborazione con i Pediatri dello stesso Ospedale. Infine sono state studiate sia con la radiologia tradizionale sia con la RM le alterazioni scheletriche in corso di insufficienza renale (osteodistrofia renale) e in malattie metaboliche (iperoxaluria) e i risultati oggetto di relazioni e pubblicazioni. Delle più importanti viene riportata la bibliografia. 35, 36, 37 Nel marzo del 1991 GF V organizza a Firenze un Convegno multidisciplinare sul tema “Problematica attuale nella Diagnosi e Terapia della idronefrosi in epoca pre e post-natale”. Alla riunione partecipa un folto gruppo di 153 esperti del settore che intervengono con relazioni attinenti agli argomenti sulla materia. In sintesi F Franchini e coll. della III Cinica Pediatrica dell’Università di Firenze insieme con S Santoro della UO di Chirurgia Pediatrica trattano della fisiopatologia del giunto pieloureterale. E Cariati e coll. dell’Istituto di Ginecologia e Ostetricia della stessa Università illustrano il ruolo della ecografia prenatale nella diagnosi della idronefrosi fetale. Sulla diagnosi della stenosi del giunto pielo-ureterale intervengono A Chiara, chirurgo pediatra delI’IRCCS Policlinico S Matteo di Pavia e R Jenuso dell’UO di Radiopediatria dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze. In ambedue le relazioni vengono proposti i protocolli da seguire nelle diverse situazioni riscontrate. Il ruolo della scintigrafia renale sequenziale con diuretico nei neonati e nei lattanti dei primi 6 mesi viene discusso dai Medici Nucleari C Aprile e R Saponaro, dell’IRCCS Fondazione Clinica del Lavoro di Pavia. La metodica attuata con la radiologia tradizionale diversa da quella impiegata in passato ma sempre valida viene prospettata dai Radiopediatri G Beluffi del Policlinico S Matteo IRCCS di Pavia e T Pellegrini, U Bongini e G Natoli dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze. Vichi puntualizza l’iter diagnostico da seguire nell’idronefrosi del neonato e del lattante e sottolinea la correlazione tra i vari esami diagnostici strumentali. I diversi tipi di trattamento chirurgico della idronefrosi vengono trattati da A Pampaloni dell’UO di Chirurgia Pediatrica e dai suoi coll. S Santoro, A Elia, D A Danti e da G Chiari della Clinica Chirurgica Pediatrica dell’Università di Pavia. La problematica della coesistenza di stenosi del giunto pielo-ureterale e di reflusso vescico-ureterale evenienza rara ma complessa viene discussa da G Grechi della Clinica Urologica dell’Università di Firenze e dalla Dott.ssa R Jenuso già citata. Conclude il Convegno la relazione sul “follow-up” dell’idronefrosi che viene svolta dai nefrologi dell’Ospedale “A. Meyer” M Materassi, G C Lavoratti, D Seracini et al. e da AD Danti dell’UO di Chirurgia Pediatrica dello stesso Ospedale. 154 Intensa la partecipazione attiva di Vichi con la presentazione di comunicazioni relazioni e posters a Convegni, Congressi regionali, nazionali ed internazionali, che in parte sono già stati citati a proposito della sua attività scientifica e nei capitoli inerenti alla Storia della Radiologia Pediatrica italiana (Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM(N) ed ai Congressi Nazionali della stessa Società). Pertanto mi limiterò alla citazione degli altri contributi di maggior rilievo apportati da GF V in occasione delle suddette manifestazioni scientifiche che finora non sono stati menzionati. Tra queste segnalo in ordine cronologico: “L’urografia” (coll. G De Giuli), relazione al Convegno di Radiologia e Chirurgia Pediatrica, (S.Pellegrino Terme, settembre 1964); “Difficoltà ed errori di interpretazione in Radiologia Odontostomatologica”, (Firenze, giugno 1968). “Aspetti radiologici della patologia neonatale” relazione alle Giornate pneumoradiologiche bresciane (Brescia, marzo 1977); “Le masse mediastiniche in Pediatria. Stato attuale della Chirurgia del mediastino”(coll. A E Gallinaro et al.), relazione al XVI Congresso Nazionale di Chirurgia toracica (Taormina, 1978); “Aspetti radiologici dei processi espansivi del mediastino nella I infanzia” (coll. E Schiavetti), comunicazione al XXXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, settembre 1980); “Le raccolte gassose endotoraciche nel neonato”, relazione tenuta al IV Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia toracica” della SIRMN, (Modena marzo 1980); “Le alterazioni ossee nella leucemia acuta linfoblastica alla diagnosi. Incidenza e significato prognostico” (coll. C Guazzelli et a.l) comunicazione al IX Congresso Nazionale AIEOP (Firenze, marzo 1982); “Radiodiagnostica delle ostruzioni delle vie urinarie superiori”, relazione alla II giornata radiologica umbra (Terni, gennaio 1984); “L’indagine radiologica tradizionale: schemi interpretativi” al convegno su “L’approccio diagnostico e terapeutico delle cardiopatie in epoca perinatale” (Lucca, aprile 1987). GF Vichi sul finire degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 partecipa alle seguenti manifestazioni congressuali: alle III Giornate Pediatriche Toscane (Firenze, novembre 1988), con la relazione (in collaborazione con R Jenuso) “Il ruolo attuale delle indagini ECO in pediatria”; al XIII Incontro di Urologia Pediatrica (Perugia, gennaio 1989) con le relazioni: 1) “Il ruolo attuale della diagnostica per immagini nella ostruzione delle vie urinarie alte. Confronto tra radiologia 155 tradizionale ed ecografia” (coll. R Jenuso, T Pellegrini, C Dini), 2) “Possibilità e limiti della ecografia nella diagnosi del reflusso vescico-ureterale primitivo”; all’incontro multidisciplinare con i Pediatri e i Medici di Base (Firenze, 3 febbraio 1990, Nuovo Ospedale S Giovanni di Dio), con la relazione: “Ruolo attuale dell’esame radiografico nella diagnosi e nel follow-up della lussazione congenita dell’anca”; al XVI Incontro di Urologia Pediatrica della Sezione di Urologia Pediatrica (SIU), con la relazione (coll. T Pellegrini e R Jenuso) “Problematica attuale della diagnostica per immagini nelle calcolosi dell’apparato urinario in età pediatrica”; al Convegno “Tumori dell’apparato urinario genitale nell’infanzia” (Firenze, giugno 1994) con la relazione (coll. R Jenuso e T Pellegrini) “Diagnostica per immagini nei tumori della vescica e della prostata in età pediatrica”. Altri argomenti non riportati tra le pubblicazioni inerenti all’attività scientifica già descritta sono stati presentati da GF V a Congressi internazionali. Mi limito a citare: “L’indagine radiologica nello studio funzionale delle vie urinarie in età infantile” (Congresso internazionale di Urologia Pediatrica, Firenze, settembre 1983) e “Lesioni ossee in bambini con iperoxaluria primaria tipo I: valutazione e follow-up con la radiologia tradizionale e la risonanza magnetica” (coll. U Bongini, D Seracini et al.) nel Terzo “workshop” su l’iperoxaluria primaria, (Lione, Francia, ottobre 1994). I 5 libri a carattere monografico sono costituiti da due pubblicazioni in cui GFV è coautore: 1) G Nori Bufalini, GF Vichi “Il neuroblastoma”, Ed. Minerva Medica, Torino 1965; 2) M Tramonti Rocchi, GF Vichi, B Giganti et al.: “Displasia e lussazione congenite dell’anca”, Ed Liviana Medicina, Napoli 1991, e da 3 pubblicazioni in cui GF Vichi ha collaborato alla stesura di un capitolo: 1) Problems in Pediatrics Endocrinology edited by La Cauza and A W Root. Ibidem n. 30 , 2) Fibrosi cistica. Aspetti metodologici e tecnici di diagnosi di follow-up. Ibidem n. 25, 3) Crescita e maturazione scheletrica. Età ossea e predizione della statura adulta, a cura di I Nicoletti. Ed Centro Studi auxologici, Firenze 1990. Infine va ricordata la partecipazione di GF V a molti Congressi della ESPR. Nominato membro attivo della Società fin dal 1965 ha presentato 4 comunicazioni 156 e 8 posters ad alcuni Congressi di questa Società: “Occlusione da anomalia di rotazione dell’intestino primitivo associata a volvolo intestinale” (II Congresso, Stoccolma, 1965); “ La scialografia nelle flogosi e neoplasie delle ghiandole salivali nell’infanzia” (VII Congresso, Roma, 1970); “Aspetti clinici, radiologici ed anatomo-patologici in 18 neonati affetti da pneumatosi intestinale” (IX congresso, Parigi, 1972, coll. M Maggini, P Moggi, F Gori et al.); “ Studio clinico-radiologico su otto casi di teratomi sacro-coccigei intrapelvici in età pediatrica” (XX Congresso, Parigi, 1983, coll. R Jenuso e M Ruggeri). Al XXI congresso svoltosi a Firenze nel 1984 GF V espone 4 posters di cui 3 in collaborazione coi Radiopediatri ed i Pediatri dell’Osp. “A. Meyer” di Firenze, riguardanti casi rari: un caso di fibroangiolipomatosi ossea diffusa, un altro una nuova displasia spondilo-metafisaria ed il terzo una forma di S di Ehlers Danlos, con deficit funzionale delle piastrine. Di particolare interesse il IV poster (coll. M L Giovannucci ed altri genetisti dell’Osp. “A. Meyer” ) in cui sono illustrate forme “letali” di displasie genetiche dell’apparato scheletrico. Alcuni anni più tardi (1990) presenta al XXVII Congresso svoltosi a Monaco di Baviera un nuovo caso di displasia cefalo-scheletrica (S. di Taybi-Linder) con storia naturale atipica (coll. Pediatri e Genetisti dell’Osp “A. Meyer”). Altri poster vengono esposti successivamente al XXX Congresso (Londra, 1993): “Progressione delle lesioni scheletriche dell’oxalosi primaria in un bambino con insufficienza renale allo stadio finale” (coll. G C Lavoratti, D Seracini et al.); al XXXI Congresso (Bruxelles, 1994): “Calcinosi massiva tumorale in un bambino sottoposto a emodialisi di mantenimento - Contributo della diagnostica per immagini alla corretta diagnosi” (coll. gli stessi AA di cui sopra e U Bongini) ed al XXXII Congresso (Utrecht, 1995) “Studio mediante RM dell’osteodistrofia renale” (coll. M Olmastroni, D Seracini, U Bongini et al). GF V ha svolto anche intensa attività didattica in particolare per alcune Scuole di Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze. Dall’anno accademico 1960-61 del Novecento fino al pensionamento (1995) ha tenuto ininterrottamente il corso di insegnamento di “Radiologia Pediatrica” per la Scuola di Specializzazione in Pediatria e Puericultura della stessa Università. 157 Negli anni Settanta gli è stato affidato il corso di Radiologia presso la Scuola di Specializzazione in Odontoiatria della Università di Firenze. Nella seconda metà degli anni Ottanta è stato nominato professore a contratto delle seguenti scuole di specializzazione: 1) Malattie infettive; 2) Pediatria; 3) Pediatria Preventiva e Perinatale; 4) Radiologia dell’Università di Firenze. Durante gli anni Settanta ha tenuto un corso di lezioni di tecnica radiologica presso la scuola per TSRM della CRI Dopo il pensionamento (1995) in qualità di Professore a contratto ha continuato a svolgere un corso di Radiologia Pediatrica e Diagnostica per immagini nell’anno accademico 1995-96 per le Scuole di Specializzazione: Pediatria (ad indirizzo neonatologico); Malattie infettive; Radiologia. Lo stesso corso è proseguito per gli anni accademici successivi fino all’anno 2000-2001 compreso, limitatamente alla Scuola di Specializzazione in Pediatria (ad indirizzo neonatologico). Inoltre GF V ha svolto diverse lezioni a Corsi di aggiornamento promossi dalla SIRMN, dalla Sezione di Radiologia Pediatrica e da altre Istituzioni. Sono stati già menzionati tra,le pubblicazioni alcuni Corsi di aggiornamento; oltre a questi sono da notare una lezione su “Recenti progressi di tecnica e diagnostica radiologiche” che è stata tenuta in occasione del XXXVIII Congresso Nazionale (Rimini, 1978); ai Venerdì radiologici veronesi su “L’idronefrosi nell’infanzia” (marzo 1975); una lezione al I Corso di aggiornamento della Sezione di Radiologia Pediatrica (Ancona, 1983) su “La Radiologia dell’esofago e dello stomaco nel neonato”; altri interventi sono avvenuti negli anni Settanta ed Ottanta a corsi di aggiornamento in tema di radiourologia pediatrica, organizzati dall’Ordine dei Medici di Firenze, dalla Clinica Urologica di Firenze (1976) e dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Perugia (1988) e sugli aspetti radiologici della neurofibromatosi e della sclerosi tuberosa trattati al Corso di aggiornamento su “prevenzione e diagnosi di queste affezioni” (Siena 1988). Infine è intervenuto al Corso Seminariale IGR (Villejuif) organizzato dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze su “Tumori pediatrici” con la relazione “Diagnosi radiologica”. 158 GF V ha conseguito il diploma di specialista in Radiologia ed Elettroterapia nell’anno Accademico 1953-54 con voti 70 e lode su 70 e nell’anno accademico 1961-62 il diploma di specialista in Pediatria e Puericultura con la stessa votazione. Ambedue i diplomi sono stati ottenuti presso l’Università di Firenze. E’ socio della SIRMN dal 1958. Membro attivo della European Society of Pediatric Radiology (ESPR) dal 1965. Nella sessione di esami del 1965 ha conseguito l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia. E’ stato consigliere del Comitato direttivo della Sezione di Radiologia Pediatrica nel quadriennio 1976-79. Nel 1983 è stato Vicepresidente della ESPR e nel 1984 Presidente della stessa Società, di cui ha organizzato a Firenze il XXI Congresso e il IX Post Graduate Course. E’ stato Presidente del Collegio dei Primari della USL 10/E nel biennio 1988-89. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 In effetti GF Vichi ha continuato la produzione scientifica anche dopo il pensionamento (1995) presentando alcune comunicazioni ai Congressi annuali della ESPR e con alcune pubblicazioni di cui sarà detto più avanti. 2 G De Giuli: Le manifestazioni dell’ostruzione a valvola delle vie bronchiali quali complicanze dei processi polmonari acuti. Riv Clinica Med 48: 271, 1948 3 G De Giuli: Le manifestazioni radiologiche di ostruzione bronchiale in corso di tubercolosi primaria. Radiol Med 40: 625,1954 4 G De Giuli: La nostra esperienza nella radioterapia delle neoplasie maligne dell’infanzia. Ed scientifiche Salpietra, Firenze, 1955 5 G De Giuli (coll.. C Cavina e GF Vichi): Relazione presentata al Convegno della Società ToscoEmiliana di Pneumologia (Ravenna Luglio 1959). Giornate di Pneumologia 4: 19, 1960 nota:( In questo numero non rientrano 4 pubblicazioni attinenti all’impiego della Radiologia tradizionale negli adulti o di ricerche laboratoristiche in soggetti adulti irradiati. 6 C Bompiani: I tumori renali in età pediatrica. Nuntius Radiol 23: 529,1957 7 GF Vichi (coll.. C Cavina): Ann Rad Diagnostica 31: 153, 1958 8 GF Vichi (coll.. C Cavina): Radiol Med 45: 609-633, 1959 9 GF Vichi (coll.. G Nori Bufalini, A Crinelli): La Settimana Medica, Suppl n.1, 1960 10 GF Vichi (coll.. C Cavina): La Settimana Medica 49: 203, 1961 11 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, C Poggiolesi, F Ridi): Su 59 casi di pneumotorace e/o pneumomediastino del neonato – I parte: etiopatogenesi e sintomatologia. Min Ped 31: 283-292, 1979 12 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, C Poggiolesi, F Ridi): Su 59 casi di pneumotorace e/o pneumomediastino del neonato - II parte: quadro radiologico, diagnosi, prognosi e terapia. Min Ped. 31: 345-362, 1979 13 GF Vichi (coll.. G Bartolozzi, L Marianelli, F Galluzzi): Min Ped 20: 169-200, 1968 14 GF Vichi: M Maggini, P Moggi, F Gori, et al: Pneumatosis intestinalis in infants. Clinical, radiological and anatomo patothological study on eighteen patients. Ann Radiol 16: 153-161, 1973 15 GF Vichi: Contributo radiologico alla conoscenza delle ostruzioni uretrali intrinseche di origine congenita nell’infanzia. Nuntius Radiol 26: 570, 1960 159 16 GF Vichi: I diverticoli uretrali congeniti come cause di ostruzione urinaria. Riv Clin Ped 70: 424, 1962 17 GF Vichi (coll.. G Marini): Anomalie uretrali rare. I così detti canali uretrali accessori e le uretre doppie associate o meno a duplicità peniena. Radiol Med 54: 625-652, 1968 18 Bollettino e Atti Soc.Urologia Centro Meridionale e delle Isole 15: 47, 1979-80 19 Radiol Med 65: 365, 1979 20 Radiol Med 65: 409-415, 1979 21 GF Vichi (coll.. N Villari e A Aulisi): Studio comparativo tra la xeroradiografia e TC nella distrofia muscolare progressiva. Radiol Med 68:425-426, 1982 22 La nostra esperienza in tema di fibrosi cistica. Studio radiologico del torace su 33 casi nell’infanzia (coll.. G Marini e G F Brunelli). Nuntius Radiol 34: 503, 1968 23 Esperienza acquisita in un quadriennio con il metodo di Vichi nello studio delle alterazioni broncopolmonari della fibrosi cistica (coll.. R Jenuso, T Pellegrini, L Marianelli e T Repetto). Radiol Med 73: 277-282, 1987 24 Valutazione sullo stato nutrizionale nella FC (coll. N Levi, M Ciampolini, R Perale, M Randaccio et al Riv Ital Ped 8: 695, 1982 25 Indagini radiologiche in fibrosi cistica (coll. GF Gargani, P Barbaccia, G Iannaccone, A Pelizza e P Tomà). Studio cooperativo del gruppo di lavoro per la fibrosi cistica della S.I.P. . Ed. G Mastella, Verona, 1984 26 Relazione (coll. R Jenuso, F Franchini, A Pampaloni et al) presentata al XX Congresso Nazionale della Società di Chirurgia Pediatrica. Cefalù, ottobre 1984 27 Comunicazione (coll. F Franchini, G La Cava, T Pellegrini et al) in Atti del Convegno: “Aggiornamenti in Pediatria”. S.Miniato, giugno 1988 28 GF Vichi e coll.: La diagnostica per immagini nelle malformazioni renali e delle vie urinarie. Confronto tra l’ecografia e le indagini radiografiche tradizionali. Radiol Med 75: 345-351, 1988 29 GF Vichi (coll. T Pellegrini, R Jenuso): Il ruolo attuale della diagnostica per immagini nel vomito abituale del lattante. Atti del Convegno “Aggiornamenti in Pediatria”. S.Miniato, giugno 1988 30 The assessment of skeletal maturity in infancy (coll S De Giuli, F Galluzzi F, F Milano), in “Problems in Pediatric Endocrinology”, edited by C La Cauza and A W Root, Academic Press, London, New York, Toronto, 1980 31 I Nicoletti, D Cheli, E Cocco et al: Contributo allo studio della maturazione ossea nella popolazione italiana. Acta Med Auxol 8: 5, 1976 32 Comunicazioni personali 33 GF Vichi: (coll G Nori Bufalini) Radiol Med 48: 1174-1203, 1962 34 GF Vichi (coll G Currarino, RL Wasserman et al): Cephaloskeletal dysplasia (Taybi-Linder syndrome: osteodysplastic dwarfism type III): report of two cases and review of the literature. Pediatr Radiol 30: 644-652, 2000 35 La osteodistrofia renale (coll. R Jenuso, GC Lavoratti) Relazione presentata al XIII Convegno di Radiologia Pediatrica, Torino, 18-19 ottobre 1991 36 Progression of bone lesions in a child with primary hyperoxaluria type 1: evaluation by roentgenology and MRI (in coll. con U Borgini, D Seracini et al). Pediatr Radiol 25: S102-104, 1995 37 Magnetic resonance imaging of renal osteodystrophy in children (coll. M Olmastroni , D Seracini ,G Lavoratti e7 al). Pediatr Radiol 27: 865-868, 1997 160 Ad ANCONA dopo le distruzioni della II Guerra Mondiale si ha un’importante e progressiva ripresa dell’ “Ospedaletto dei Bambini” come in quel tempo viene denominato dagli anconetani l’Ospedale “G. Salesi”. All’inizio degli anni Cinquanta vengono effettuate la sopraelevazione del padiglione principale con l’aggiunta di due piani e la costruzione di una nuova struttura resasi necessaria per i vari servizi: Direzione sanitaria, Neonatologia, Laboratorio di Analisi centralizzato, e Reparto di Radiologia, Biblioteca. Nel contempo la Divisione di Pediatria, diretta dal Prof V Migliori viene strutturata in tre sezioni: 1) Patologia neonatale-nido; 2) Medicina e Cardiologia; 3) Isolamento. Ulteriori lavori di ammodernamento e ristrutturazione del vecchio padiglione e la costruzione di un nuovo padiglione si realizzano negli anni Sessanta. Durante gli anni ’50 e ’60 si ha un notevole potenziamento dell’attività di Divisioni già esistenti (Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia Pediatrica, Anestesia e Rianimazione) cui si aggiunge la Terapia intensiva. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 durante il Primariato di Manlio Caucci, illustre Chirurgo Pediatra, i posti letto da 20 a 70 sono istituite le sezioni di Urologia, di Chirurgia neonatale, gli ustionati, la Sezione di Rianimazione e Terapia intensiva, addetta alla Chirurgia. Nel 1959 viene riconosciuta dall’INAM un Centro Nazionale di Alta Chirurgia Pediatrica presso la Divisione diretta dal Prof. Caucci. A seguito del lungo terremoto iniziato negli anni ’70 viene deciso il trasferimento della Divisione Chirurgica nel nuovo padigione, dotato delle più moderne attrezzature diagnostiche e chirurgiche. Nel 1976 nasce la Clinica Pediatrica Universitaria. La presenza universitaria nell’Ospedale “G. Salesi” viene sancita dalla convensione tra Università e Ospedale, per cui sono assegnati alla Clinica Pediatrica 30 posti letto, un aiuto e un assistente ospedalieri. Contemporanemente viene istituito l’insegnamento di Clinica Pediatrica dall’AA 1975-76, afferente all’Istituto di Clinica Pediatrica, cui afferisce anche l’insegnamento di Clinica Chirurgica, istituito dall’AA 1973-74. Durante gli anni Settanta sorgono nuovi servizi e sezioni di diverse specialità vengono trasformate Divisioni. 161 Tra gli altri il Servizio autonomo di Pronto Soccorso, medico e chirurgico, le sezioni di neuropsichiatria Infantile e di Otorinolaringoiatra divengono Divisioni: l’ambulatorio di Oculistica e di Ortottica viene trasformato in Divisione. Inoltre vengono istituiti il Primariato di Laboratorio di analisi e il servizio di Farmacia. Inoltre vengono istituiti il Primariato di Laboratorio di analisi ed il Servizio di Farmacia. Pertanto l’Ospedale “G Salesi” si avvia a divenire un vero e proprio Policlinico Infantile. Già prima che avvengano queste importanti trasformazioni per la moderna concezione di un complesso altamente specializzato l’Ospedale “G Salesi” viene classificato “Ospedale Specializzato Regionale”. 1 Il Servizio di Radiologia nel 1947 viene affidato al Dott. Luigi De Santis (LDS), allievo di Aristide Busi, uno dei Padri della Radiologia Italiana. Durante la sua direzione si è verificato un ammodernamento delle apparecchiature all’inizio degli anni Settanta: l’acquisto di un amplificatore di brillanza, di uno spot camera, con i ben noti vantaggi che questi apparecchi consentono nel campo diagnostico e protezionistico. Fin dagli anni Cinquanta il Servizio radiologico ha espletato pressoché tutti gli esami radiologici, anche complessi e di alta specializzazione quali quelli per lo studio del SNC (mielografie ed encefalografie) LDS serio cultore della Radiologi in ambito pediatrico, mette a punto varie tecniche personali in diagnostica e terapia. Alcuni suoi contributi scientifici sono stati dedicati ai problemi che all’epoca 2 interessavano maggiormente la radiologia Pediatrica: la lussazione congenita dell’anca, le malformazioni dell’apparato urinario, 3 la terapia degli angiomi cutanei. 4 LDS che per quasi un trentennio ha svolto con grande competenza professionale e signorilità le funzioni dirigenziali in un settore quale la Radiologia Pediatrica ancora in via di sviluppo con pochissime fonti di informazione può essere considerato tra i Pionieri di questa branca della radiologia. Al Dott De Santis è subentrato come Primario il Dott. Stefano Riggio che è rimasto in carica fino al 1991. Stefano Riggio (SR), formatosi all’Istituto di Radiologia dell’Università di Verona, diretto dal Prof GF Pistolesi, di cui è stato prima assistente e successivamente aiuto, è dotato di ottima preparazione 162 professionale e di notevoli capacità organizzative. Egli ha introdotto l’ecografia nella pratica diagnostica interventistica, neurologica ed osteoarticolare permettendo al Servizio di divenire punto di riferimento regionale per la patologia pediatrica. Durante la sua direzione il Reparto dispone di tre sale di radiodiagnostica, ognuna delle quali ha orientamento mono-plurispecialistico. Esistono inoltre alcuni apparecchi portatili, di cui uno con amplificatore di brillanza per le sale operatorie. Complessivamente all’inizio degli anni ’80 vengono eseguiti in media circa 14.000 esami radiologici all’anno. 5 Notevole l’attività scientifica di Stefano Riggio (SR) documentata da un centinaio di pubblicazioni 6 dalla partecipazione a congressi e convegni, nazionali e internazionali. Molte pubblicazioni sono dedicate all’impiego della tomografia computerizzata e della ecografia in Pediatria, da sole o integrate con la radiologia tradizionale. 7 Gli argomenti trattati riguardano il “distress” respiratorio in età neonatale, la patologia del collo, 8 l’apparato urinario nel neonato e nel primo anno di vita le infezioni urinarie, le masse addominali. SR ha contribuito anche alla stesura di un capitolo in alcune monografie: 1. Ruolo della radiologia nella patologia epatobiliare. Nel volume:”Attualità in diagnostica e terapia delle malattie del fegato e delle vie biliari. Ed Il Pensiero Scientifico, Roma 1980. 2. Ecografia e TAC in pediatria su: “Ematologia ed oncologia Pediatrica, Piccin Editore, Padova, 1983. 3. L’apparato urinario nel primo anno di vita sul volume, ne “La Radiologia nel primo anno di vita” Kodak, 1984. SR ha fatto parte del Gruppo di studio di Radiologia pediatrica che ha promosso la I Riunione Nazionale dei Radiopediatri Italiani, presentando una comunicazione sulla trisomia 8 (Napoli 1974). Quale membro della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN , fondata l’anno successivo , ne ha organizzato il IX Convegno nazionale ed Ancona ed è stato il promotore del I Corso di aggiornamento di Radiologia Pediatrica della Sezione svoltosi nella stessa città (settembre 1983). 163 Quale membro della European society of Pediatric Radiology (ESPR) ha partecipato attivamente con una comunicazione e un poster ad alcuni Convegni della Società (Praga, 1982 e Firenze, 1984). Inoltre è intervenuto al alcuni Congressi Nazionali della SIRMN: Al Simposio sulla radiologia neonatale svoltosi in occasione del XXIX Convegno Nazionale della SIRMN (Napoli 1980) con due interventi preordinati, uno su “Aspetti chirurgici del distress respiratorio di origine toracica (coll. L Livosatti) e l’altro su “Il faringe-laringe come causa di insufficienza respiratoria del neonato” (coll. MT Muzzarelli). Al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN abbinato ad Incontri Mediterranei di Radiologia (Milano, 1986) ha presentato la comunicazione “Controlli di qualità e valutazioni dosimetriche nella displasia congenita dell’anca” (in collaborazione con M Pupillo ed il Servizio di Fisica Sanitaria dell’Ospedale “G Salesi”). SR ha svolto attività didattica in qualità di Professore a contratto delle scuole di Specializzazione della Università di Ancona e Verona. Attualmente è delegato regionale del Collegio dei Dirigenti Radiologi Ospedalieri. Dal 1° luglio 1991 il Servizio di Radiologia è diretto dal Dott Giancarlo Fabrizzi con il quale collaborano i Dottori Valeria Bolli, Manuela De Vivo, Miriam Pasqualini, Giovanni Pieroni, Maria Clementina Pupillo e Marco Russo. Nel 1993 l’Ospedale Salesi è divenuto per decreto ministeriale Azienda Ospedaliera ed il Servizio di Radiologia partecipa con l’Unità Operativa Laboratorio Analisi, la UO Citogenetica e la UO Servizi di Farmacia al Dipartimento dei Servizi di cui Capo Dipartimento è stato eletto il Dott Giancarlo Fabrizzi. Come è già stato detto GF ha dato un notevole impulso all’ammodernamento del Servizio Radiologico dell’Ospedale G Salesi, con l’acquisizione di moderne apparecchiature (macchine pesanti). Particolare attenzione è stata da lui rivolta all’ecografia. L’attività scientifica di GF in campo radiopediatrico durante il periodo 19912003, nel complesso rilevante, è documentata dalle pubblicazioni (una quindicina) e soprattutto dalla sua partecipazione ai Convegni delle Sezioni regionali e 164 nazionali della SIRM e di altre Società Nazionali di Urologia e di Neuroradiologia Pediatrica ed Internazionali (della Fibrosi cistica, ESPR - IPR). Gli argomenti trattati riguardano alcune delle principali problematiche della Radiopediatria durante l’ultimo decennio del Novecento e l’inizio degli anni Duemila. Impiego della TC ad alta risoluzione nella fibrosi cistica è stata oggetto di relazioni al Congresso Europeo della fibrosi cistica (Dublino 1992) ed al 35° Congresso Nazionale della SIRM (Genova 1992). La Radiologia interventistica nella uropatie ostruttiva pediatrica è un altro argomento, che è stato trattato al XXXVIII Congresso Nazionale della SIRM (Milano 1996) ed in alcuni Convegni regionali e della Sezione di Radiologia Pediatrica della stessa società. Contributi interessanti sono stati apportati in campo urologico pediatrico con le moderne metodiche. Al XVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Pediatrica svoltosi a Palermo nel maggio 2000, ha presentato la relazione: “La RM nella valutazione delle uropatie malformative” ed al Congresso Internazionale IPR tenutosi a Parigi nel maggio-giugno 2001 è intervenuto con la comunicazione “Cystosonography associated with urodynamic investigation: preliminary experience on 20 patients” e recentemente al XL Congresso della ESPR (Genova 2003) con il poster: “Magnetic resonance pyelography”. Nella diagnostica per immagini GF ha sostenuto l’opportunità dell’integrazione tra le diverse metodiche: EG, TC e/o RM, ponendo come indagine di prima istanza l’ecografia. Questo iter diagnostico ha permesso la risoluzione di casi rari e complessi casi con difficoltà diagnostiche che sono stati oggetto di pubblicazioni 9 , 10 e di comunicazioni. 11 Importante il contributo didattico di GF non solo come docente alla Scuola di Specializzazione in Radiologia dell’Università di Ancona, ma anche a vari corsi di aggiornamento, tra questi i corsi di formazione e aggiornamento in Radioprotezione tenuti nel 1999 ad Ancona ed in altre città delle Marche e la relazione al corso monotematico: “Urgenze pediatriche del torace, vie aeree superiori e torace del bambino”, svoltosi a Rimini in occasione del 40° Congresso Nazionale SIRM (Maggio 2002). 165 Attualmente lo spazio dedicato al Servizio di Radiologia è di circa 650 mq; delle diagnostiche presenti nel 1991 rimane solo la diagnostica “lenta” di radiologia convenzionale e l’ortopantomografia. Nel tempo sono state acquisite una diagnostica di pronto soccorso (1992), una diagnostica digitale telecomandata (1999), un mammografo (2000), il sistema ADC digitale di registrazione delle immagini (2001), tre nuove apparecchiature ecografiche (1996, 1998, 2000), un apparecchiatura di risonanza magnetica (2001) L’aggiornamento delle apparecchiature ecografiche si è reso indispensabile sia per l’obsolescienza del macchinario presente nel 1991 (Siemens SonolineSL2) che forniva immagini in B–mode per il notevole incremento della richiesta diagnostica con la possibilità di applicare nella diagnostica pediatrica la metodologia color e power doppler questo scopo sono state acquistate l’IDEA AU4 Esaote nel 1996, il Versa Siemens nel 1998 e Sienna Siemens nel 2000. Con queste apparecchiature si sono ampliati i campi di applicazione della tecnica ecografica nella patologia pediatrica fornendo prestazioni non solo internistiche parenchimali (ecografia degli organi della cavità addominale e del piccolo bacino) ma anche del tubo digerente con lo studio del reflusso gastroesofageo, dell’ipertrofia pilorica, della flogosi appendicolare, della morfologia dell’ultima ansa ileale. L’acquisizione della diagnostica telecomandata digitale si è resa indispensabile sia per un migliore controllo della dose radiante somministrata al paziente soprattutto negli esami contrastografici più indaginosi come gli esami a doppio contrasto dello stomaco, del tenue e del colon, le scialografie , la cistografia minzionale, le isterosalpingografie sia per l’attività di Radiologia interventistica istituita dal 1991 che ha portato all’esecuzione di nefrostomie percutanee nelle patologie ostruttive delle alte vie urinarie, cistostomie percutanee nella patologia ostruttiva uretrale dilatazioni uretrali negli esiti cicatriziali, drenaggi biliari, disostruzione tubarica nella infertilità femminile da stenosi delle tube. Particolare riferimento alla cistouretrografia minzionale, che viene eseguita in collaborazione con la sezione di urologia della chirurgia pediatrica applicando alla metodica contrastografica radiologica le metodiche della urodinamica, ottenendo risultati lusinghieri presentati anche in Congressi internazionali: negli 166 ultimi anni la cistografia è stata in parte sostituita dalla cistosonografia. Ulteriore aggiornamento della radiologia convenzionale è stata l’acquisizione del sistema GFA ADC o radiologia computerizzata che, con l’utilizzo di piastre ai fosfori sostitutive delle pellicole radiografiche, ha permesso la digitalizzazione delle immagini ottenibili dalle apparecchiature analogiche comprese le portatili. Data la valenza materno-infantile dell’Ospedale per la presenza della Divisione di Ostetricia e Ginecologia e della Clinica Ostetrico Ginecologica nel 2000 si è costituita una sezione di senologia con l’acquisizione di un mammografo GE Senograf DMR V2 con sistema per stereotassi ed un ecografo Esaote 530; la sezione si avvale della professionalità di due medici radiologi ai quali si associa, in una seduta settimanale, la presenza di un medico citologo per la lettura dei campioni citologici ottenuti con ago-aspirato sotto controllo ecografico o in stereotassi. La sezione è consulente per la ASL n.7 di Ancona per il 2° livello dello screening mammario. Nel 2001 il Servizio è stato dotato dell’apparecchiatura di Risonanza Magnetica, Magnetom Concerto Siemens a configurazione “aperta” con la quale si sono ulteriormente ampliate le possibilità diagnostiche soprattutto in campo neurologico. Negli anni che vanno dal 1991 al 2002 si è passati da circa 14.000 a circa 30.000 prestazioni con rapporto Rx/US 1:1,2 interni/esterni 1:2,2; fuori regione 3,5%. Questo si è reso possibile per la maggiore disponibilità di personale dedicato e per l’ampliamento ed ammodernamento del “parco macchine”. L’Az. Ospedaliera Salesi svolge l’attività DEA pediatrica di terzo livello per la Regione Marche; per questo nel corso del 2003 verrà acquisita un’apparecchiatura TC multislice con la quale completare l’iter diagnostico nel paziente urgente ed approfondire ulteriormente la nostra esperienza diagnostica sul torace. Il Servizio di Radiologia collabora con l’Università degli Studi di Ancona nelle Scuole di Specializzazione in Radiologia con la docenza del corso integrativo di Radiologia Pediatrica dall’anno accademico 1994/1995, e nella scuola di 167 Specializzazione in Pediatria con i corsi di Diagnostica Pediatrica e di Anatomia Radiologica dall’anno accademico 1996/1997. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Le notizie riportate attinenti all’Ospedale “G Salesi”, nel periodo compreso tra l’inizio degli anni Cinquanta e la prima parte degli anni Settanta sono state attinte dal fascicolo “Celebrazione 85° Anno di Fondazione dell’Ospedale dei Bambini “G Salesi”, che debbo alla cortesia del Dott. Stefano Riggio 2 L De Santis, M Belgrano: La pneumoartografia nella lussazione congenita dell’anca. La Chir Gen 3: 161, 1954 3 L De Santis, M Caucci, B Gioacchini: Contributo casistico alla idronefrosi congenita del bimbo. La Chir Gen 6: 6, 1957 4 L De Santis : Associazione della roentgenterapia alla plesioterapia nella cura degli angiomi cutanei. Rivista di Chirurgia Pediatrica 8: 465, 1966 5 Le notizie fin qui riportate, attinenti al Dott Riggio, sono tratte dalla sua relazione sul Servizio di radiologia dell’Ospedale “G Salesi” pubblicata in occasione dell’85° anniversario della fondazione dell’Ospedale “G Salesi” 6 Da: Il radiologo XXXVIII: 347, 1993 7 Di Girolamo F, S Riggio, Muzzarelli MT et al: Integrazione eco-scialografica nello studio della patologia parotidea in età pediatrica. Radiol Med 70: 625-626, 1984 8 Relazione presentata da S Riggio alla tavola Rotonda “L’imaging diagnostico del collo” svolta in occasione del IX Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, Modena 1987. 9 V Bolli, M Cerioni. A Martino, M Miserciordia, M Pasqualini, G Pieronii, MC Pupilollo, G Fabrizzi: Neoformazioni benigne rare della vescica nel bambino: descrizione di due casi. Radiol. Med. 92: 154-156,1996 10 G Fabrizzi, M Misericordia, M Pasqualini et al: Diagnostica integrata in un caso di tumori di Wilms bilaterale. Radiol. Med. 97:440-442, 1999 11 G Fabrizzi: Timo ectopico, ruolo dell’imaging. Esperienza personale su due lati. Comunicazione al 40° Congresso Naz. della SIRM. Rimini Maggio 2002 168 La radiologia all’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di ROMA “La Sapienza” nella seconda metà del Novecento. Tra il 1952 ed il 1954 venne eseguita una ristrutturazione dei locali adibiti alla “Fisioterapia”, ove venivano praticate le terapie con i raggi UV, la termoterapia etc. Furono così ottenuti due nuovi ambienti, uno, ove fu sistemato un apparecchio per radiodiagnostica (Barazzetti), costituito da un clinografo, un potter manuale e da uno stratigrafo e l’altro, destinato alla roentgenterapia, ove venivano irradiati gli idrocefali e l’ipertrofia timica secondo l’indirizzo dell’epoca. Fu creata anche una camera oscura. Esisteva, inoltre una paratia mobile “piombata” con una finestrella di ampiezza variabile per l’esecuzione degli esami radiologici del torace, con adeguata protezione. Durante i lavori di ristrutturazione i piccoli pazienti che necessitavano di esami radiografici venivano inviati all’Istituto di Radiologia dell’Università, allora diretto dal Prof. Eugenio Milani. Dato che le leggi universitarie vigenti non prevedevano in Clinica Pediatrica alcun servizio radiologico non erano previsti né un radiologo né tecnici di radiologia. Le funzioni dei Radiologi spesso venivano esercitate dai Pediatri stessi o si ricorreva a qualche volontario, che ovviamente, non avendo la pazienza o l’interesse a sacrificarsi con pazienti particolari come i bambini ben presto desisteva. B Passariello Sr, persona molto seria e preparata, prestò la sua opera come consulente dell’Università per un certo periodo, di cui non è stato possibile stabilire la durata, nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma essendo aiuto ospedaliero del Prof. Umberto Nuvoli, Primario Radiologo degli Ospedali Riuniti di Roma, aveva da svolgere una notevole mole di lavoro per i numerosi padiglioni del Policlinico Umberto I e pertanto dovette rinunciare all’incarico. Tra gli ultimi volontari alla fine degli anni Cinquanta ci furono l’anziana Dott.ssa Carrara e la Dott.ssa Paola Marino ancora giovane, attiva e scrupolosa. Come “tecniche” prestavano servizio tre ex portantine, che non avendo adottato adeguate misure di protezione durante la terapia radiante praticata ai piccoli pazienti, presentavano 169 gravi radiodermiti. Nel 1961 il Prof. A Colarizi, succeduto alla Direzione della Clinica Pediatrica di Roma, al Prof. Gino Frontali, su suggerimento di uno dei suoi aiuti Giovanni Bucci, da poco rientrato dagli Stati Uniti ove aveva trascorso due anni al Children’s Hospital di Boston, propose a Guido Iannaccone, anch’egli reduce da Boston di programmare un nuovo servizio radiologico. Guido Iannaccone (GI), che era assistente straordinario convenzionato all’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof. Luigi Turano, era in attesa di concorso per il posto di ordinario “ad personam”, che gli spettava in base alla recente legge per gli assistenti straordinari con minimo di sei anni universitari, ma ottenuta da Colarizi “carta bianca” per la realizzazione del nuovo Reparto di Clinica Pediatrica, nonostante il parere fortemente contrario di Turano, dette le dimissioni da assistente straordinario dell’Ist. di Radiologia e riuscì per vie legali a partecipare al concorso ottenendo il posto di ordinario in Clinica Pediatrica con decorrenza ufficiale 1 dicembre 1964. In tale data divenne assistente ordinario anche la Dott.ssa Paola Marino che prestava servizio in Clinica Pediatrica. Dopo 5-6 mesi fu assunto anche il Dott. Paolo Durio già assistente ordinario della II Clinica Pediatrica diretta dal Prof. Caronia. 1 Marino e Durio andarono in pensione nel 1978. GI, tramite il Ministero della Pubblica Istruzione riuscì a trasformare i loro due posti di assistente ordinario in posti “riservati a Radiologi” presso la 1° Cattedra di Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I e a fare bandire rapidamente il concorso ai 2 posti, prima che con le nuove leggi di riforma, venissero entrambi cancellati. A seguito di concorsi svolti nel 1980 entrarono in servizio, come assistenti ordinari in posto riservato a Radiologo, Mario Roggini e Paolo Capocaccia. Con decorrenza dall’anno 1987 fu loro attribuita la qualifica superiore di aiuto nel servizio autonomo di Radiologia Pediatrica, dell’Istituto (policattedra) di Clinica Pediatrica dell’Universitàdi Roma. Professori associati nel 1990 conseguirono la carica di Primario “a turno”; tuttavia non sono previsti né un assistente né un collaboratore. Dell’attività scientifica e didattica svolta da GI e dai suoi allievi Paolo Capocaccia e Mario Roggini sarà detto più avanti. 2 Importantissima l’opera di ammodernamento attuata da GI fin dall’inizio del 170 suo incarico, che si dimostrò subito un sagace organizzatore del nuovo Reparto. Nei mesi di novembre e dicembre 1961 furono acquistati: 4 grandi diafanoscopi, un tavolo di metri 5 x 0,60 con poggiapiedi all’americana, una macchina da scrivere, un dittafono/registratore, un classificatore a schede Olivetti per creare un archivio pazienti. Inoltre fu istituito un “foglio giallo” misure “cartella clinica”, per trascrivervi tutti i referti di radiologia. Furono acquisiti l’atlante per la determinazione dell’età ossea e altri accessori. Fu instaurato l’obbligo di un modulo per la richiesta di esami con minimo di note cliniche, l’impegno della consegna dei referti entro 24 ore, prima dell’orario della visita. Cominciarono rapidamente i continui e proficui rapporti tra clinici e radiologi. Fu acquistato, qualche mese dopo, un ortoclino Philips moderno per l’epoca, munito di anodo rotante e seriografo automatico. Furono subito aboliti l’apparecchio di Radioterapia e le relative indicazioni terapeutiche (timo e idrocefalo). Nel 1977-80 GI riuscì ad ottenere dall’Assessorato Sanità della Regione Lazio un forte finanziamento per attrezzare 3 sale di diagnostica e dal Ministero LL.PP. (Provveditorato Roma Capitale) un finanziamento per rifare totalmente il Reparto, con ampliamento notevole (sopraelevazione interna sfruttando i 5,75 metri di altezza delle vecchie stanze) e passare così da 3 a 10 locali, con laboratorio fotografico, vasta opera di protezione radiologica, nuova camera oscura con sviluppatrice automatica, locale per ecografie, rinnovo di pareti e pavimenti, ecc. I lavori si prostrassero per un anno e mezzo durante il quale i bambini venivano inviati in Clinica Urologica con il personale della Clinica. Si ebbe anche una rivoluzione nelle attrezzature, ora tutte Siemens, compresi un Infantoskop, 2 amplificatori di brillanza e inoltre un tavolo piccolo, ma molto speciale in fibre di carbonio con un accessorio costruito da una Ditta locale per apparecchiature radiologiche, fornito di tubo Röentgen speciale con fuoco da 1/10 mm per ingrandimenti radiografici diretti (due soli in Italia). Tutte le apparecchiature furono acquistate grazie a sostanziosi contributi finanziari extrauniversitari. Verso il 1983 dopo il pensionamento delle tre cosiddette “tecniche”, GI, riuscì ad ottenere per il rinnovato Servizio ben 7 Tecnici di nuova nomina. 171 Fin dall’inizio della sua attività all’Istituto di Radiologia dell’Università di Roma, diretto dal Prof. E Milani, GI, che ebbe come Maestro l’aiuto Prof A Grilli, dimostrò un particolare interesse per la Radiologia in ambito pediatrico; pertanto cominciò a frequentare, “per pura passione”, la domenica mattina, il Brefotrofio di Roma che ospitava ben 500 bambini, (insieme a PE Panzironi Sr., assistente ordinario dell’Istituto). Da questa frequenza, del tutto gratuita, ricavò la tesi di specializzazione in Radiologia e alcune pubblicazioni di carattere pediatrico tra cui una inerente a un caso di agenesia del perone. Inoltre, nello stesso periodo (1954-55) pubblicò alcuni lavori di rilievo inerenti a problematiche dell’apparato urinario nell’età pediatrica, di cui sarà trattato più avanti, divenendo così uno degli esponenti di spicco della generazione dei giovani radiologi italiani, preconizzatori del futuro della Radiologia Pediatrica. Nel frattempo, alla fine del 1955, il Prof. Luigi Turano, a seguito della scomparsa di E Milani, era divenuto, per chiamata, Direttore dell’Istituto di Radiologia romano. GI che ambiva ad un’altra sistemazione, partecipò e vinse il duro concorso “Fullbrigth” del Dipartimento di Stato Americano e, ottenuta un’adeguata somma di denaro con due borse di studio dell’INAIL, potè recarsi a Boston presso il Dipartimento di Radiologia del “Children’s Hospital Medical Center” diretto da Edward BD Neuhauser coadiuvato da M Wittemborg, due pionieri della Radiologia Pediatrica, di fama mondiale. 3 Trascorso il 1958 a Boston, GI rientrò a Roma per prepararsi alla libera docenza in Radiologia, che conseguì l’anno successivo. Grazie ad un’altra borsa “integrativa” INAIL, ritornò anche a Boston per completare un lavoro con D’Angiò e, rientrato a Roma, frequentava l’Istituto saltuariamente, in attesa del concorso di cui si è detto precedentemente. Rimandiamo a quanto scritto sulle successive vicende universitarie di GI e come divenne assistente ordinario della Clinica Pediatrica e quindi dirigente del Servizio Radiologico della Clinica stessa. Si è già accennato all’attività scientifica di GI che fu intensa e qualificata. In una pubblicazione (in collaborazione con PE Panzironi) GI dimostrò che in lattanti di pochi mesi, in corso di cistografia retrograda, può verificarsi un lieve e 172 fugace reflusso vescico-ureterale che va considerato privo di significato patologico semprechè sia molto modesto e di brevissima durata. 4 Il controllo di alcuni di questi soggetti a distanza di anni che è stato riferito successivamente al II Congresso della ESPR (European Society of Pediatric Radiology) svoltosi a Stoccolma nel 1965 ha confermato l’assenza del reflusso. Questi studi hanno costituito un punto di riferimento per l’interpretazione del reflusso vescico-ureterale in età infantile, problema di estremo interesse e tutt’ora attuale nella patologia delle vie urinarie del bambino. Contemporanea a questa pubblicazione sul reflusso fu una serie di pubblicazioni sulle dilatazioni ureterali e sul problema del megagauretere. 5 Inoltre GI è stato uno dei primi Radiologi in Italia ad occuparsi del “distress” respiratorio in età neonatale particolarmente in soggetti “prematuri” per i quali la Clinica Pediatrica di Roma era all’avanguardia in Italia e si avvaleva della particolare esperienza acquisita negli USA dal gruppo del Prof. G Bucci. L’argomento fu oggetto di contributi originali presentati a Congressi Internazionali (I Congresso della ESPR, (Parigi 1964) e IV Congresso della Stessa Società, (Basilea 1967) ed al XXXI Congresso della Società Italiana di Pediatria (Genova 1966). GI si occupò di importanti problemi radiologici tipici dell’età pediatrica quali il valore e la determinazione dell’età ossea, le alterazioni scheletriche nella sindrome adreno-genitale congenita, la candidosi ossea nei prematuri nutriti per via parenterale, la microlitiasi diffusa del pancreas nella fibrosi cistica, l’ipofosfatasia congenita e la sua diagnosi differenziale con il rachitismo, i quadri radiologici nelle sindromi di “immunodeficienza congenita” delle quali la Clinica Pediatrica di Roma aveva una delle più ricche casistiche europee in pazienti provenienti da tutta l’Italia centro-meridionale per essere studiati dal gruppo dei Professori Businco e Aiuti. Fin dagli anni Sessanta e Settanta GI si interessò di patologia scheletrica con contributi originali ed articoli di aggiornamento concernenti il vasto e, a quell’epoca, ancora mal definito, capitolo delle osteocondrodisplasie. In altre pubblicazioni trattò quadri malformativi complessi quali l’agenesia sacro-coccigea totale e parziale e patologie poco note, come la malattia di Blount, causa di genu 173 varum nell’infanzia. Oltreché su riviste italiane (di Radiologia e Pediatria) GI fu collaboratore di prestigiose riviste internazionali, tra cui “Pediatric Radiology” nata nel 1973. Di questa rivista fece parte fin dalla fondazione e per molti anni, unico italiano, dell’ “Editorial Board”. Ricordo tra gli altri lavori in collaborazione con medici della Clinica Pediatrica e altri Radiologi Pediatri: “The so called cloverleaf skull syindrome”, 6 sulla sindrome di Seckel, 7 in collaborazione col noto radiopediatra americano AK Poznanski; sui quadri atipici di alcune displasie ossee (“discondrosteosi” e “bowing bones”). 8, 9 Infine da segnalare la collaborazione di GI alla stesura di capitoli per trattati e monografie, tra gli altri: 1) I capitoli specifici del volume: “Skeletal Dysplasias” pubblicato da AR Liss, New York, 1982; 2) Il capitolo “Patologia delle basse vie respiratorie”, per il trattato “Diagnosi differenziale in Pediatria “ della CG Editrice, 1993; 3) “Syndromes of the head and neck” in Gorlin et al.; 4) All’ “Atlante di Anatomia radiografica” di Grashey e Birkner. GI, quale Presidente della ESPR per il 1970 organizzò ottimamente a Roma il VII Congresso di questa Società. La manifestazione fu coronata da notevole successo con la partecipazione dei più autorevoli esponenti europei e nordamericani della Radiologia Pediatrica. In questa rassegna dell’attività scientifica di GI, necessariamente sintetica ed incompleta, va ricordato il suo intervento ad alcuni Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, nata nel 1975. Tra gli altri va citato il IX Convegno svoltosi ad Ancona nel 1983, abbinato al 1° Corso di Aggiornamento. In questa occasione presentò un’interessante comunicazione sulla “polmonite da Legionella nel bambino; aspetti radiologici”, in una sessione di cui era anche coordinatore. La malattia, individuata di recente negli USA, era stata osservata molto raramente in età infantile e la descrizione clinico-radiologica dei due casi in bambini fu seguita con particolare attenzione. Purtroppo per la seria malattia che l’ha colpito in età ancor giovane, GI ha dovuto ridurre progressivamente l’attività scientifica e didattica: anche quest’ultima è stata molto intensa durante gli anni ‘70 e nel primo quinquennio degli anni ‘80. Qui viene ricordata sinteticamente: al primo posto è stato l’insegnamento di 174 Radiologia Pediatrica nelle scuole specializzate di Pediatria e di Neonatologia; lezioni sono state svolte anche all’Università Cattolica, alla II Università di Roma ed all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”. GI inoltre ha tenuto conferenze a moltissimi convegni e corsi di aggiornamento nelle più varie parti d’Italia: per anni i corsi organizzati dai Pediatri Prof. Imperato e Gaburro a Bressanone in autunno, ai Convegni di Broncopneumologia pediatrica, di Chirurgia Pediatrica, di Urologia, ecc. 10 In ultima analisi GI è riuscito a creare per proprie capacità culturali, professionali ed organizzative uno dei pochissimi Reparti Radiologici Universitari pediatrici, a carattere autonomo, di alto livello, gettando le basi di una vera a propria Scuola di Radiologia Pediatrica. L’attività scientifica dei Prof. Paolo Capocaccia e Mario Roggini. 11 Paolo Capocaccia, nato a Roma nel 1951, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” nell’AA 1976-1977. Successivamente ha conseguito la specializzazione in Radiologia Diagnostica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Come è già stato riferito nel 1980 a seguito di concorso ha conseguito il posto di assistente ordinario (riservato radiologo) presso la I Cattedra di Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I e dall’anno 1987 gli è stata attribuita la qualifica superiore di Aiuto nel Servizio Autonomo di Radiologia Pediatrica. Nel 1990 ha ottenuto l’idoneità a professore associato in Diagnostica delle Immagini. Paolo Capocaccia (PC) nel periodo 1982-2002 ha scritto una ventina di pubblicazioni recensite. Tra queste alcune in collaborazione con il suo maestro G Iannaccone: il doppio bronco-tracheale; la polmonite da Legionella, eventualità rara nei bambini, 12 la stratigrafia multipla simultanea e numerose altre con il collega M Roggini: il megauretere primario; lo studio del tubo digerente nella malattia celiaca dei bambini, l’apparato respiratorio degli infanti con atresia all’esofago, 13 l’impiego della TC ad alta risoluzione nella fibrosi cistica, 14 limitandomi alla citazione dei più importanti, e tralasciando altri di cui sarà riferito più avanti trattando l’attività scientifica di M Roggini. 175 Interessante la ricerca di PC (in collaborazione con Pediatri) sulle componenti cellulari e non cellulari nel liquido di lavaggio broncoalveolare in bambini con infezione HIV–1 e con alterazioni polmonari di tipo interstiziale. 15 Altre sue pubblicazioni riguardano l’oncologia pediatrica: un caso di localizzazione mascellare del sarcoma di Ewing, i tumori primitivi della parete toracica 16 ed il rabdomiosarcoma polmonare primitivo. 17 Mario Roggini l’altro allievo di Iannaccone è nato A Roma e si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” della stessa città nel 1977, ove ha conseguito la specializzazione in Radiologia Generale. Come è stato già notato precedentemente, nel 1980 a seguito di concorso ha ottenuto il posto di assistente ordinario (riservato radiologo) presso la I Cattedra di Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I e dall’anno 1987 gli è stata attribuita la qualifica superiore di Aiuto nel Servizio Autonomo di Radiologia Pediatrica. Nel 1990 ha ottenuto l’idoneità a professore associato in Diagnostica per Immagini. Rilevante l’attività scientifica del Prof. Mario Roggini (MR) nel periodo 1978 – 2002, comprendente circa 76 lavori. Tra questi, 20 pubblicati e recensiti negli anni tra il 1989 e il 2002, consistono in pubblicazioni su riviste scientifiche in parte italiane (Minerva Pediatrica, Rivista Italiana di Pediatria ecc.) ma in grande maggioranza su riviste straniere, per lo più prestigiose, tra cui Radiology, Pediatrics, Acta Pediatrica, Journal of Pediatric Surgery, Prenatal Diagnosis, Pediatric Radiology, limitando la citazione alle più note. I restanti lavori comprendono per la maggior parte pubblicazioni a stampa, quasi tutti su riviste mediche italiane, su Atti di Congressi Nazionali di importanti società scientifiche: Società Italiana di Chirurgia Pediatrica, Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Radiologia Medica, Società Italiana di Cardiologia Pediatrica. Inoltre vanno menzionate le lezioni ai Corsi di Aggiornamento in Neonatologia, in Chirurgia Generale e in Pediatria. Gli argomenti trattati riguardano i più diversi capitoli della Radiologia Pediatrica: per l’apparato scheletrico mi limito a ricordare alcune pubblicazioni in cui sono considerate forme più o meno rare di osteodisplasie con particolari aspetti clinico radiologici: (“Displasia cifomelica. Follow-up clinico radiologico a 176 lungo termine di un caso e rassegna della letteratura”) e istopatogenetici (“Sindrome coste corte e polidattilia III tipo. Istopatogenesi del fenotipo scheletrico”). Altri contributi sono stati apportati da MR nella patologia polmonare infettiva neonatale osservata nella Unità di terapia intensiva, tra cui casi di polmonite da Ureaplasma Urealyticum e da Chlamydia Trachomatis. Di particolare interesse il lavoro su due casi di polmonite da “Pneumocystis Carinii” in prematuri diagnosticata da lavaggio broncoalveolare non broncoscopio. 18 Altra problematica importante, oggetto di pubblicazioni e comunicazioni, nell’età infantile è costituita dallo studio delle alterazioni polmonari sulla fibrosi cistica con le moderne metodiche (TC ad alta risoluzione e digitalizzazione delle immagini, 19 e manifestazioni della stessa malattia (calcificazioni pericardiche). Altri contributi sono stati apportati sulle malformazioni tracheobronchiali (con Iannaccone e Capocaccia) e sulle malformazioni associate della trachea e dell’esofago (esofago-trachea) (coll. Capocaccia). Oltreché con i Neonatologi MR ha svolto una stretta collaborazione coi Chirurghi della Clinica Pediatrica (F Cozzi et al.) sull’atresia dell’esofago “longgap”, sugli itteri colestatici, ed altre problematiche specifiche dell’età pediatrica: il megauretere primario, la m. di Hirschsprung, la poliposi intestinale. Inoltre ha collaborato con F Cozzi et al. alla realizzazione del capitolo “Prenatal diagnosis and surgical treatment of congenital malformations”, Ed. Piccin-Butterworths, 1984. MR dall’inizio della sua attività, (1978) si è interessato della emergente Ecografia. Risalgono a quel periodo alcuni lavori sull’impiego della nuova metodica nello studio della patologia renale 20 e del rene trapiantato. 21 L’Ecografia è stata impiegata molti anni dopo nella diagnosi prenatale di gravi malformazioni del feto (ciclopia) mediante ultrasonografia trans vaginale, 22 e diastematomelia in una donna diabetica. 23 Sia Roggini che Capocaccia hanno svolto e svolgono tuttora attività didattica di rilievo. Il primo oltre che con lezioni nei corsi di aggiornamento, di cui ho già detto, è docente di Radiologia Pediatrica nei corsi di Specializzazione in Diagnostica per Immagini e in Pediatria. Inoltre dal 2001 ricopre la carica di 177 vicedirettore della I Scuola di Specializzazione in Pediatria. Capocaccia è docente di Diagnostica per Immagini nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e di Radiologia Pediatrica nelle Scuole di Specializzazione in Pediatria ed in Chirurgia Pediatrica. All’inizio del XXI secolo sono in funzione nel Servizio Speciale di Radiologia Pediatrica dell’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di Roma “La Sapienza“, tre Sezioni di radiodiagnostica, e una di ecografia. Le tre sezioni di Radiodiagnostica comprendono: 1) un trocostratigrafo e un ingranditore di immagini; 2) tubo 18.000 giri fuoco 0.1 x 0.1 con tavolo in fibra di carbonio; 3) un ribaltabile con teleradiografo (che presto sarà sostituito con telecomandato digitale); 4) un Infantoskop, telecomandato con amplificatore di immagini. Tutti gli apparecchi sono della ditta Siemens. La Sezione di Ecografia è dotata di un ecografo Aloka. Il Servizio di Radiologia Pediatrica conta 3 medici radiologi (2 strutturati e 1 contrattista) e 6 tecnici di radiologia. Nel quinquennio 1997 – 2001 risulta una media annuale approssimativa di 7930 esami di radiologia tradizionale e di 10380 esami ecografici. Nello stesso periodo si verifica un progressivo aumento del numero totale delle indagini che passano da circa 17000 a 22000 nel 2001 (con un aumento del 29%). Nell’ultimo anno considerato (2001) si osserva una lieve diminuzione delle ecografie (10094) ed un incremento degli esami radiografici (11968). Per quanto riguarda la tipologia degli esami, l’anno di riferimento disponibile è il 2000: gli esami radiologici del torace risutano 3484, gli esami diretti e dello scheletro sono 3915; le contrastografie (app. digerente, cistografie, clismi opachi, ecc. ) ammontano a 220 (per un totale di 7619) e le ecografie a 11160; queste ultime indagini superano gli esami tradizionali del 46%. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Nell’immediato dopoguerra Caronia, uomo politico di spicco all’epoca (fu deputato all’Assemblea Costituente) ottenne il ripristino della Cattedra di Clinica Pediatrica per l’anno accademico 1945-46. Si ebbero così una I e una II Clinica Pediatrica e due Scuole di Perfezionamento in Pediatria fino 178 all’anno accademico 1953-54. (G Maggioni: La Pediatria Italiana tra Cronaca e Storia – Roma. Riv Ital Pediatr (IJP) 17 (Suppl al n.3): 24-26, 1991 2 Le notizie fin qui riportate attinenti alla Radiologia nell’Istituto di Clinica Pediatrica sono dovute alla cortesia del Prof Guido Iannaccone dell’Università “La Sapienza di Roma”che ringrazio sentitamente 3 In questo Ospedale operavano personalità di fama internazionale, quali Gross per la Chirurgia pediatrica, Green per l’Ortopedia, Farber per la Anatomia Patologia, D’Angiò per la Radioterapia, Schwachman per la fibrosi cistica 4 PE Panzironi: Ureteral reflux in normal infants. Acta Radiol (Stockh.) 44: 451-456,1955 5A Marsella: Le dilatazioni dell’uretere. Contributo casistico e rassegna critica con particolare riguardo al problema del megauretere. Radiol Med 41: 759-775, 1955 6 The so called “cloverleaf skull syndrome”. A report of three cases with a discussion of its relationship with the thanatophoric dwarfism and craniostenoses. Pediatr Radiol 2: 175-184; 1974 7 Radiological findings in the hand in Seckel syndrome (bird-headed dwarfism). Pediatr Radiol 13: 19-24, 1983 8 A possibly new form of familial bone dysplasia resembling dyschondrosteosis. Pediatr Radiol 13: 25-31. 1983 9 Familial congenital bowing with short thick bones and metaphiseal changes, a distinct entity. Report of the clinical and radiological findings in two siblings. Pediatr Radiol 14: 323-327; 1984 10 La maggior parte delle notizie riportate è stata fornita gentilmente dal Prof. Iannaccone che sentitamente ringrazio. Altre sono state tratte dalla letteratura, dagli Atti di Convegni e Congressi e da ricordi personali. 11 Le notizie riferite attinenti al curriculum ed all’attività svolta dai Prof. Paolo Capocaccia e Mario Roggini sono state fornite dagli interessati 12 G Iannaccone, P Capocaccia, G Nigro et al: Legionella pneumonia in children: radiological findings in a 3- year-old child. RÖFO Förtschr Geb Rontgenstr Nuklearmed 143: 230-232; 1985 13 DA Cozzi, P Capocaccia, M Roggini et al: Respiratory status of infants with esophageal atresia. Pediatr Surg Int 17: 92-96; 2001 14 M Matrunola, E Polettini, M Roggini, P Capocaccia et al: High resolution computerized tomography in cystic fibrosis. Clinico-radiologic correlations in 25 patiens. Clin Ter 146: 133-140, 1995 15 F Midulla, P Strappini, T Sandstrom, L Bjermer, C Falasca, P Capocaccia et al: Cellular and noncellular components of broncho alveolar lavage fluid in HIV–1–infected children with radiological evidence of interstitial lung damage. Pediatr Pulmonol 31: 205-213,2001 16 MA Castello, G Jr Benedetti-Valentini, E Properzi, M Roggini, P Capocaccia et al: Tumori primitivi della parete toracica nei bambini. Descrizione di 8 casi. Minerva Pediatr 36: 1075-1082, 1984 17 A Schiavetti, C Dominici, M Matrunola, P Capocaccia et al: Rabdomiosarcoma polmonare primitivo; reperti clinico-biologici in due casi con rassegna della letteratura. Med Pediatr Oncol 26: 201-207, 1996 18 A Panero, M Roggini, P Papoff, C Moretti et al.: Pneumocystis carinii pneumonia in preterm infants: report of two cases successfully diagnosed by non bronchoscopic broncohalveolar lavage. Acta Paediatr 84: 1309-1311,1995 19 M Roggini, M Matrunola, F Giovagnorio, D Messineo, et al: Fibrosi cistica: studio delle alterazioni polmonari con HRCT e digitalizzazione di immagini. Comunicazione al XXXVI Congresso Nazionale SIRM Milano (21-25 maggio 1994) 20 M Roggini, GF Gualdi et al: L’ecotomografia nello studio della patologia renale. Acta Medica Latina III (n.2), 1978 21 M Roggini: Indicazioni e limiti dell’ecotomografia nello studio dei reni trapiantati. Atti del IV Congresso della Società di Ricerche in Chirurgia. Firenze,1978 22 F Torcia, A Giancotti, I Lanari, M Roggini, P Capocaccia et al: Prenatal diagnosis of cyclopy by transvaginal ultrasonography at the 16th week of gestation. A case report. Italian J of Gynaecology and Obstetrics 3: 105, 1992 23 A Pachi, E Maggi, A Giancotti, S Forleo, M Roggini, et al: Prenatal sonographic diagnosis of diastematomyelia in a diabetic woman. Prenatal Diagnosis 12: 535-539, 1992 179 La Radiologia all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma A ROMA nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) ebbe una notevole trasformazione, sia dal punto di vista edilizio che organizzativo. Per chi volesse approfondirne la conoscenza, rimando al bellissimo libro di Vincenzo Martinelli “Dal Tevere al Gianicolo”. Qui mi limiterò alla descrizione degli eventi più salienti. All’inizio degli anni cinquanta fu decisa l’assunzione per concorso del personale medico, che fino allora veniva reclutato per chiamata o per conoscenze. La retribuzione era del tutto irrisoria, a titolo di rimborso spese. I primi concorsi furono espletati nel settembre 1954, dopo che venne istituito il regolamento per la nomina dei sanitari. L’ammodernamento dell’Ospedale fu programmato in tre tempi, seguendo il criterio di assicurare la continuità dell’assistenza. In un primo tempo si decise di riparare gli edifici più cadenti. Pertanto furono ristrutturati i reparti che avevano sede nell’antico Convento di Sant’Onofrio, che come si è già visto era stato trasformato in Ospedale; tra questi reparti era compresa la Radiologia. Successivamente si procedette ad una vera e propria ricostruzione dell’Ospedale, che fu programmata in due fasi. Per realizzare il programma furono demoliti dei vecchi fabbricati situati nella parte Nord dell’Ospedale ed al loro posto furono costruiti due edifici: l’uno adibito ad alloggio delle mamme e delle infermiere e a laboratorio centrale e l’altro per la malattie infettive (con sette sezioni autonome ed indipendenti per le malattie contagiose, che entrarono in funzione nel 1963). Nella terza fase, grazie alla demolizione di vecchie strutture, fu realizzata la costruzione di un terzo edificio più grande, tipo monoblocco, intitolato a Pio XII, che era costituito da un seminterrato ove vi furono collocati i servizi: cucina, lactarium, magazzini, centrale di disinfezione, etc. e da 5 piani sovrastanti. 180 Nel piano terreno furono sistemati le accettazioni e nei 4 piani superiori i vari reparti: osservazione-filtro, rianimazione, neonatologia, reperto immaturi, i reparti di medicina. Queste importanti opere di ristrutturazione e di ampliamento dell’Ospedale vennero realizzate nel decennio 1957-1967. Negli anni Settanta, durante la direzione dell’avv. Urbano Cioccetti, già sindaco di Roma, che era succeduto, come commissario unico, dopo un lungo interregno seguito alla Presidenza di Don Giulio Pacelli, nipote del Pontefice Pio XII, l’Ospedale ebbe un grande sviluppo e praticamente “cambiò volto” divenendo uno degli ospedali meglio organizzati d’Italia. Basterà ricordare che furono creati, il Centro trasfusionale, la Sezione Radio-Isotopi ed il Servizio di Cardiologia; nel ’73 fu istituita la Divisione di Neuro-psichiatria infantile, nel ’74 i centri di Oncoematologia e di Nefrologia; nel ’75 vennero ristrutturate e rese autonome le Divisioni Immaturi e di Otoiatria (con le sezioni di Audiometria e Fonologia). Nel ’76 l’Oculistica veniva dotata di una nuova sala operatoria e creato un reparto per l’Odontoiatria. In questo stesso anno veniva istituito il “Day Hospital” a S. Marinella. Nel 1978 a seguito di questa imponente trasformazione l’Ospedale venne riconosciuto come Ospedale Regionale Specializzato per la Pediatria. Dopo l’improvvisa scomparsa dell’Avv.to Cioccetti venne nominato presidente il Dott. Marcello Sacchetti, che continuò a sviluppare il programma del suo predecessore, grazie anche all’opera del nuovo Soprintendente Prof. Guzzanti. Questi, proveniente dagli Ospedali Riuniti di Roma, dove ha dato ottima prova delle sue capacità organizzative, dimostrò ben presto il suo senso pragmatico, promovendo un ulteriore rapido progresso dell’Ospedale. Negli anni 1981-82 riesce a realizzare un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, una branca della Chirurgia, che fino allora aveva avuto scarso sviluppo in Italia. Nello stesso periodo nel padiglione dedicato alla duchessa Maria Salviati benefattrice dell’Ospedale, sorto nel ’32, oltre al reparto divezzi già esistente, furono sistemati i reparti di endocrinologia, di ematologia, di nefrologia con il centro dialisi e l’urologia dotata di sala operatoria. 181 Negli stessi anni, in seguito all’evoluzione socioeconomica verificatasi nel Paese e specialmente per la spinta ideale del Presidente Sacchetti si è verificata una “umanizzazione” dell’ambiente ospedaliero, analogamente a quanto è accaduto negli altri ospedali pediatrici in cui si è tenuto conto soprattutto di quanto sia importante la vicinanza assidua della madre al proprio bambino. L’alto livello di specializzazione raggiunto dall’OPBG ha portato al suo riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS) nel 1986. Se da un lato questa ambita qualifica ha accresciuto il prestigio dell’Ospedale, dall’altra ha creato non pochi problemi per la direzione ospedaliera. Tra l’altro Guzzanti ha dovuto lasciare il posto di soprintendente, per dedicarsi alla direzione scientifica dell’Ospedale; il suo posto è stato occupato da Salvatore Rubino, degno successore e già Direttore Sanitario del Presidio distaccato di Palidoro. Intanto vengono attuate delle Convenzioni con gli Istituti Universitari, prima fra tutte con la II Clinica Pediatrica sollecitata dal Direttore Prof. Imperato, che ha portato nonostante i contrasti e lo scetticismo manifestati inizialmente, alla collaborazione tra gli Ospedalieri e gli Universitari con la gestione congiunta della Scuola di Pediatria. Successivamente sono state attuate altre convenzioni: con l’Università di Tor Vergata per la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica; con l’Università della Sapienza per la Scuola Speciale per la terapia della riabilitazione e con l’Università Cattolica per la specializzazione in Ortopedia. Una sezione distaccata dell’OPBG è “Palidoro”. Il complesso di “Palidoro” che prende il nome da una località del litorale laziale, comprende alcuni edifici sorti tra il 1959 ed il 1968, per iniziativa di alcune istituzioni religiose, destinati a diverse attività assistenziali; centro per il recupero dei poliomielitici, centro per scoliotici, assistenza ai giovani diabetici. Inizialmente è stato adibito anche a colonia marina e successivamente all’inizio degli anni Settanta, vi sono stati svolti anche corsi professionali riconosciuti dal Ministero del Lavoro dapprima per ricoverati e poi anche per allievi esterni. Nel 1978 “Palidoro” viene affidato all’OPBG perché va utilizzato nel “migliore dei modi”. Allora è stato attrezzato per il trattamento dei ragazzi scoliotici, 182 vi è stato istituito un reparto di Chirurgia con annesse sale operatorie un reparto per il controllo dei giovani diabetici con la prospettiva di altre attività assistenziali future. Farò solo un cenno ai medici che si sono succeduti nella seconda metà del secolo scorso, la cui figura umana e professionale è stata ben delineata nel libro del Martinelli. Tra i pediatri i Professori Cortesi-Mancini, Benedettelli, Scapaticci prematuramente scomparso, V Martinelli, che è stato anche lo storico del Bambino Gesù, emerge la personalità di Camillo Ungari, primario e direttore sanitario dell’Ospedale eminente figura della Pediatria italiana. Tra gli specialisti sono ricordati gli infettivologi, Professori Drago e Fasella, l’otoiatra Prof. Mario Silvagni. Un altro personaggio di rilievo è stato il Chirurgo Prof. Pasquale Romualdi, uno dei maggiori pionieri della Chirurgia Pediatrica italiana. A lui è succeduto Claudio Bergami. Nella seconda metà del Novecento anche il Servizio Radiologico ha avuto una profonda trasformazione al passo coi tempi della rivoluzione tecnologica della Radiologia. Fin dal 1958, durante la Direzione del nuovo Primario, Prof. Michele Cesarini il Servizio risulta costituito da due sezioni, situate nel padiglione S.Onofrio di cui la prima, “sezione A” è fornita di un tavolo trocoradiografico della CGR, con amplificatore di brillanza (AB), l’altra “sezione B” non contrastografica, è dotata di un trocostratigrafo teleradiografo Philips. Successivamente viene creata una terza “sezione C”, non contrastografica per esami urgenti e di routine, situata nel padiglione Pio XII ove sono montati un trocostratigrafo CGR e dal 1978 un ortopantomografo Siemens. Durante gli anni 1979 - 81 sotto la direzione del Prof. Pietro Gugliantini, succeduto, nel 1975, al Prof. Cesarini in seguito a concorso rimane la stessa ubicazione delle sezioni radiologiche “A” e “B”, ma con rinnovamento delle apparecchiature. In “A” vengono installati un telecomandato Siemens con AB, spot da camera e registratore a nastro magnetico, in “B” vengono sistemati un trocostratigrafo CGR con AB un angiografo monoplanare ed un teleradiografo CGR. La III sezione “C” non presenta modifiche delle attrezzature. 183 Nel 1981, durante la direzione del Prof. Gugliantini viene istituita nel padiglione “Salviati” una quarta sezione “D” di contrastografia, fornita di un telecomandato ribaltabile Siemens, dotato di un AB, spot da camera e registratore a nastro magnetico. Nel 1999 (Primario il Dott. G Fariello) è dismessa la sezione “C” e sostituita dalla Radiologia del DEA (Dipartimento dell’Emergenza ed Accettazione, di cui è primario il Prof. Fasanelli), che è fornito di un telecomandato ribaltabile, con AB, con pensile (Metaltronica) e da un ecografo Toshiba. All’inizio del 2000 tutta la Radiologia con le stesse apparecchiature radiografiche si trasferisce in blocco nel padiglione Salviati, dove attualmente sono presenti cinque sezioni: “A” Contrastografica dotata di un telecomandato con AB, spot camera Siemens. “B”: non contrastografica con trocostratigrafo e teleradiografo Metaltronica, “C” con Ortopantomografo “Sirona”, “D”: non contrastografica o contrastografica secondo necessità, con Telecomandato ribaltabile con AB e pensile Siemens, “E”: non contrastografica con trocostratigrafo “KEV ONE” Metaltronica. Nel 1979, durante la direzione del Prof. Gugliantini, inizia l’attività ecografica. L’OPBG è uno dei primissimi Ospedali pediatrici in Italia ad adottare questa nuova, promettente metodica. Una sezione ecografica, creata nel padiglione S. Onofrio, viene dotata di un ecografo manuale settoriale meccanico PhoSonic. Dal 1979 in poi vengono cambiati vari ecografi per aggiornamenti tecnici che vanno da un Hitachi lineare al Sonotron settoriale; due Siemens sonoline; due Toshiba con eco-colordoppler; un Toshiba portatile da utilizzare per esami nei reparti. Tutti, meno i primi due, sono corredati da più sonde lineari e settoriali a varie frequenze. Attualmente (2003) l’ecografia dispone di 4 sezioni di cui tre situate nel padiglione “Salviati” e dotate rispettivamente: “A” di un ecografo “Acuson Sequoia”, “B” di un ecografo “Siemens sonoline omnia”, “C” di un ecografo “AcusonXP/10”. La IV sezione ad uso del DEA, collocata nel padiglione Pio XII dispone di un ecografo “Toshiba”. 184 Per esami a letto del paziente è disponibile un ecografo portatile Siemens. Tutti gli attuali ecografi hanno il color-doppler e sono corredati con più sonde lineari, convex e microconvex, di diversa frequenza con caratteristica multifrequenza per ogni sonda. Durante la Direzione di Gugliantini nel 1986 viene inaugurata la TC con un apparecchio Somaton DRH della Siemens, che viene sostituito nel 1997 con un “Somaton Plus 4 spirale” della stessa ditta. Nel 1998 viene inaugurata la RM con un apparecchio Magnetom plus da 1.5 Tesla della Siemens. Nel 1976 le sezioni di radiologia sono dotate di sviluppatrice automatica. All’inizio del 2002 tutta la Radiologia viene digitalizzata “Agfa” e messa in rete. Attualmente (2003) lo stato della Radiologia compresa l’Ecografia, la TC e la RM in sintesi è il seguente: Nel complesso “Salviati”: al piano terra sono situate la sezione TC e tre sezioni ecografiche; al primo piano la sezione RM; al secondo piano cinque sezioni radiologiche. Nel complesso “Pio XII”: al piano terra si trova il DEA con una sezione di Radiologia e la quarta sezione di ecografia. Nell’ambito della diagnostica per immagini svolge la sua attività la Medicina Nucleare, nata come Sezione Radio-isotopi nel 1972. Ultimamente è stata costituita una struttura semplice, secondo la nuova organizzazione ospedaliera, dedicata specificamente alla Pediatria, unica nel suo genere in Italia. Ne è responsabile il Dott. Claudio Cioffetta. Dispone delle seguenti apparecchiature: Gamma-camera computerizzata, Siemens, E.CAM, SPECT e WHOLE LE BODY Dosimetro computerizzato ACN-ISODOSE, 3. Generatore di TECHNEGAS, 4. Nebulizzatore ultrasonico VENTISOL. La struttura può eseguire qualunque tipo di esame scintigrafico; tra i più importanti: la scintigrafia renale dinamica; la scintigrafia renale corticale; la cistoscintigrafia diretta ed indiretta; la scintigrafia scheletrica, studi scintigrafici gastrointestinali; cardio-vascolari, polmonari; scintigrafia della tiroide e delle 185 paratiroidi, cerebrale (SPECT); scintigrafia con radio-Gallio o con radio-Tallio o con 123 – I – MIBG Come si è visto precedentemente durante gli ultimi ottanta anni del secolo scorso ed all’inizio di questo secolo anche la Radiologia dell’OPBG ha goduto di un arricchimento ed un ammodernamento progressivo delle apparecchiature al passo con gli straordinari progressi tecnologici verificatisi nel campo radiologico. Notevole l’impulso dato dal Prof. Gugliantini nel periodo della sua direzione del Servizio (1975 -1991) con l’acquisto, tra l’altro di un angiografo multiplanare alla fine degli anni Settanta, l’introduzione dell’ecografia nel 1979 e della tomografia computerizzata nel 1986, per cui l’OPBG si è collocato all’avanguardia degli Ospedali Pediatrici italiani. Pertanto si è reso necessario anche un aumento degli organici medico e tecnico, oltrechè del personale infermieristico e di segreteria. Durante gli anni Ottanta sono in servizio 13 medici: oltre il Primario, Pietro Gugliantini, gli aiuti G Fariello, S Fasanelli; gli assistenti: D Barbuti, GL Bergami, E Carnevale, O Cacchioni, R Fruhwirth, M Graziani, S Malena, C Parri, C Orazi, PM Schingo. I tecnici di Radiologia sono dieci. In seguito al pensionamento di PG (1991) si assiste a un periodo di instabilità nella direzione del Reparto Radiologico con avvicendamento di diversi personaggi: dopo sei mesi di interinato di Salvatore Urso, trasferito dal Presidio Palidoro, viene nominato Primario il Prof. Amorino Vecchioli Scaldazza, proveniente dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, che rimane in carica dal Dicembre 1992 al novembre del 1996. Seguono nella Direzione del Reparto radiologico da questa data fino al novembre del 1998 il Prof. Sergio Fasanelli ed il Dott. Giuseppe Fariello, alternati per tre mesi ciascuno. Nei successivi anni Novanta il numero dei Medici sale a 18 compresi il Primario che come è già stato detto dal novembre 1992 è Amorino Vecchioli, gli aiuti G Fariello e S Fasanelli, venuti successivamente con la nuova organizzazione ospedaliera dirigenti di II livello egli stessi assistenti in servizio in precedenza ora dirigenti di I livello, a questi si aggiungono L Monti, GL Natali ed inoltre C Back, R Chiusano e M Matrunola, addetti alla Radiologia del DEA. I tecnici di Radiologia sono diventati 14. 186 Dal dicembre 1998 Fasanelli diviene Primario Radiologo del DEA e coordinatore del Dipartimento fino alle sue dimissioni nel novembre del Duemila. Fariello rimane nella carica di Primario Radiologo per tutto il 2003 e resta come consulente per la Neuroradiologia. A lui succede come Primario il Dott. Sergio Malena, a decorrere dal gennaio 2004. Contemporaneamente il Dott. Giuseppe Falappa è consulente per la Radiologia interventistica. Attualmente sono in servizo 14 medici oltre al Primario. I Tecnici addetti alle sezioni di Radiologia sono 15 ed 1 Capotecnico. A questi vanno aggiunti 4 tecnici ed 1 Capotecnico, addetti alla TC e alla RM. Inoltre sono in servizio: 6 Vigilatrici d’infanzia e 1 Caposala, 2 Infermiere generiche, 2 Ausiliarie. Il personale di segreteria è costituito da 8 unità. L’incremento progressivo del numero dei Medici e dei Tecnici verificatosi tra gli anni Ottanta ed i primi anni del Duemila è avvenuto in relazione all’aumento delle Sezioni di Radiologia, alla introduzione e all’espansione dell’attività ecografica, alla acquisizione prima della TC e dopo della RM, ultimamente in seguito alla istituzione del DEA, che ha determinato anche la trasformazione del servizio di Pronta Disponibilità in Servizio di Guardia. Contemporaneamente si è verificato un aumento del carico di lavoro, che però non è stato possibile documentare in modo tangibile per la mancanza di dati statistici inerenti gli anni Ottanta e Novanta. L’unica statistica che è stato possibile ottenere riguarda l’anno 2003. Risulta un totale di 93.625 così distribuiti: RX: 58681; ECO: 27180, RM: 3779; TC: 3434. Durante gli anni Ottanta l’organico della Radiologia del Presidio Palidoro S. Marinella è così composto: Medici: sette, compreso il Primario che dal Settembre 1983 è Salvatore Urso; aiuto L Donetti; assitenti: M Colajacomo FM Fassari, A Migliorini, E Pacciani. Nel decennio successivo non si hanno variazioni dell’organico, se si eccettua la sostituzione, dopo un periodo di interregno del Primario Salvatore Urso, con Luciano Donetti nel 1998. Le sezioni di radiologia agli inizi del Duemila sono tre: la prima è dotata di un apparecchio telecomandato Siemens, fornito di AB e spot camera; gli altri due “Metaltronica”, tutti digitalizzati. 187 E’ prevista per il 2003 l’acquisizione di una RM mobile. Gli ecografi in funzione sono due, eco-color doppler Toshiba ed Acuson 128. Attività scientifica, didattica svolta dagli esponenti della diagnostica radiologica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, nella II metà del Novecento fino agli inizi del Duemila. La produzione scientifica dei Radiologi che hanno operato all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) di Roma durante la seconda metà del secolo scorso è stata notevole sia per il numero di pubblicazioni sia per il loro livello. Il Prof. Michele Cesarini, che fu il Primario Radiologo dell’ OPBG dal 1958 al 1975, lasciò come segno della sua attività scientifica la monografia “Diagnostica Radiologica delle malformazioni congenite dell’apparato digerente” pubblicata nel 1963 elaborata con Pietro Gugliantini, in quel periodo giovane assistente presso lo stesso Ospedale. La monografia è stata fondamentale per la formazione di molti giovani radiologi alle prime armi, che in mancanza di testi italiani sull’argomento trovarono nell’opera una fonte preziosa di notizie sia da punto di vista della tecnica sia sotto l’aspetto diagnostico per la ricca casistica riportata. Infatti, fino a pochi anni prima molte malformazioni del tubo digerente (ad es. le atresie del tubo digerente, “in primis” l’atresia dell’esofago, erano state ritenute in operabili, ma che ultimamente grazie alla classe emergente anche in Italia di Chirurghi Pediatri (Solerio a Torino, Soave a Genova, Romualdi a Roma, Montagnani a Firenze, e pochi altri, sono state sottoposte ad interventi correttivi con risultati brillanti. Nella prima metà degli anni Sessanta G Garibaldi, aiuto radiologo dell’OPBG pubblica alcuni lavori, da solo o in collaborazione con altri, attinenti ad affezioni del tubo digerente, congenite o acquisite (invaginazione ileo-cieco-colica) e a malformazioni delle vie urinarie. Pietro Gugliantini è stato uno dei protagonisti della Radiopediatria Italiana nella seconda metà del secolo scorso. Assistente radiologo dell’OPBG in seguito a 188 concorso fin dal 1958, si dedica con impegno e passione non comuni al lavoro assistenziale quotidiano, ma al tempo stesso non trascura l’attività di ricerca.1 Spezzino di nascita, romano di adozione, ha vissuto a Roma fin dall’età di 10 anni; in questa Città consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università “La Sapienza” nel novembre del 1950. Trasferitosi a Genova, si iscrive alla scuola di specializzazione in Radiologia dell’Università di Genova, di cui è Direttore il Prof. A Vallebona, uno dei più illustri Maestri della Radiologia Italiana. In questa sede consegue il diploma in Radiologia nel luglio del 1953 e rimane per l’apprendistato fino alla fine dello stesso anno. Ritornato a Roma frequenta il Reparto Radiologico dell’Ospedale di S. Spirito diretto dal Prof. Umberto Nuvoli e contemporaneamente lavora con il Prof. C Colosimo, personaggio di spicco della Radiologia romana, particolarmente competente nella radiodiagnostica del tubo digerente, tanto che ne curerà la trattazione nel noto trattato di Radiodiagnostica del Prof. Luigi Turano. Nel 1958 Gugliantini risulta vincitore del concorso per un posto di assistente radiologo dell’OPBG. In questo Ospedale rimarrà trentatre anni, compiendo la carriera ospedaliera fino a raggiungere il Primariato, dopo aver superato il concorso, nel 1975 a seguito del pensionamento del Prof. Cesarini. Risalgono al primo periodo dell’attività ospedaliera molti dei suoi lavori dedicati allo studio dell’apparato digerente, uno dei temi da lui preferiti, probabilmente per le prime esperienze nel campo della radiodiagnostica. Tra questi alcuni trattano le malformazioni e la patologia acquisita soprattutto nel neonato e nel lattante studiate, sia con l’esame diretto sia con i mezzi di contrasto. Una delle pubblicazioni più interessanti per il contributo originale, clinico e radiologico (sia dal punto di vista metodologico sia sotto il profilo diagnostico), apportato a un tema fino ad allora poco noto, riguarda “La diagnosi radiologica del megacolon congenito nel periodo neonatale”. 2 L’applicazione dell’indagine radiologica alla patologia otoiatrica del bambino costituisce un’altra ricerca cara a Pietro Gugliantini fin dai primi anni della sua attività all’OPBG, ove ha opportunità di incontrare un personaggio di spicco della otoiatria italiana, M Silvagni. Ne è testimonianza il suo studio radiostratigrafico del 189 temporale normale, eseguito in cadaveri di neonati ed in soggetti della I° infanzia, fin dal 1961. 3 Negli anni successivi sono studiati con la stessa metodica bambini affetti da otodisplasia branchiale, interessante in grado diverso l’orecchio esterno e medio. La pubblicazione, quasi monografica sull’argomento uscita nel 1965, costituisce il giusto coronamento della sua ricerca, con la conferma della diagnosi radiologica dei casi sottoposti ad intervento chirurgico. 4 Successivamente, PG (in collaborazione con A Fiumicelli dell’Università di Perugia) ha esteso, grazie ai progressi tecnologici ottenuti con la stratigrafia ipocicloidale, lo studio radiologico delle displasie del labirinto, oggetto di una comunicazione al III convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, svoltosi a Firenze nel 1976. Quasi un trentennio dopo la prima pubblicazione PG riprende lo studio delle otodisplasie impiegando la tomografia computerizzata ad alta risoluzione installata nel 1986 all’OPBG, uno dei pochi Ospedali Pediatrici italiani che è dotato di questa apparecchiatura in quel periodo. 5 Nella sua intensa attività PG non tralascia il suo impegno in altri campi della Radiopediatria. In un suo lavoro del 1961 sulla problematica inerente alla roentgenterapia della iperplasia timica, che secondo l’opinione di molti pediatri dell’epoca veniva considerata l’unica terapia efficace in questa affezione, ne sostiene la validità nel trattamento della iperplasia timica, purché sia impiegata con oculatezza e tecnica adeguata. 6 Nello stesso periodo si interessa di patologia respiratoria: è uno dei primi radiopediatri italiani, che si occupa delle manifestazioni radiologiche della mucoviscidosi, termine col quale in quel tempo veniva indicata la fibrosi cistica. Come riconoscimento per la notevole e qualificata attività scientifica svolta nel quinquennio 1858 – 1962 PG consegue l’abilitazione alla libera docenza nella sessione 1963. Le broncopneumopatie croniche dell’infanzia sono oggetto di un suo intervento alla tavola rotonda svoltasi in occasione del Simposio nazionale su “Le broncopneumopatie croniche e ricorrenti nell’età pediatrica” (Genova, maggio 1973). Altri temi importanti di attualità sono trattati da PG nel periodo a cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Nelle due relazioni tenute ai 190 convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica: V a Milano (1987) e VII a Roma (1989) PG puntualizza le possibilità e i limiti della Radiologia nella diagnosi della malattia celiaca, confrontandola con le indagini di laboratorio. Nel simposio sulla Radiologia neonatale, svoltosi a Napoli nel 1980 in occasione del XXIX Congresso nazionale della SIRMN PG illustra in un’accurata disamina il ruolo diagnostico della Radiologia nelle occlusioni acute del neonato, richiamando l’attenzione sulle limitazioni dell’indagine radiologica e sulle cause di errore in questa patologia. Due anni dopo gli viene affidato il compito non facile di trattare, al Simposio di Gastroenterologia Pediatrica svoltosi a Roma all’OPBG nel novembre 1982 le indicazioni rispettive della Radiologia e della Endoscopia e di ambedue in opportuna successione, nella diagnostica dell’apparato digerente del bambino nelle diverse età, che PG analizza esaurientemente, in base alla sua notevole esperienza e conoscenza dell’argomento. 7 Nel corso della sua lunga attività PG ebbe modo di occuparsi anche di patologia dello scheletro. Da segnalare, tra l’altro, alcune pubblicazioni su casistica inerente le displasie ossee. Ultimamente è ritornato osteocondrodisplasie in età neonatale. sull’argomento interessandosi delle 8 Le malattie metaboliche sono state oggetto di una relazione, in collaborazione con S Fasanelli, presentata ad una tavola rotonda dal tema: “Le malattie metaboliche dell’osso”, svoltasi al XXXII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, Giugno 1986). Originale lo studio con la TC su “La fisiologica variabilità delle dimensioni dei forami giugulari. Riflessioni e critiche sui problemi di diagnostica differenziale clinico-radiologica. 9 Negli anni ottanta si sta diffondendo anche in Italia la tendenza alla collaborazione scientifica tra Istituti ed Ospedali diversi. Espressione di questo indirizzo è stata la partecipazione di PG insieme a F Bellini (ICP, Milano) e di R Canini (Università di Bologna), alla tavola rotonda, avente per tema “La diagnostica per immagini nello studio del paziente immunodepresso. La sindrome 191 di immunodeficienza acquisita”, tenutosi al XXXIII Congresso Nazionale della SIRMN (Roma, 1988). PG ha partecipato attivamente intervenendo, come abbiamo già visto, ai Convegni e Congressi Nazionali ed Internazionali. Membro della sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN, di cui è stato uno dei principali esponenti fin dalla sua costituzione. Ha presentato spesso ai Convegni una o più comunicazioni, come si è già detto. Ne è stato presidente nel quadriennio 1980-83. Durante questo periodo ha organizzato a Roma il VII Congresso della Sezione, di cui sarà scritto nel capitolo inerente alla Cronistoria della Sezione. Convinto assertore dell’autonomia scientifica e professionale della Radiologia pediatrica, nel 1980 propone al Consiglio Direttivo della SIRMN, tramite il Presidente Prof. GF Pistolesi, di fare i passi opportuni presso le autorità competenti per ottenere gli esami di idoneità a Primario di Radiologia Pediatrica. Purtroppo la sua iniziativa cade nel vuoto, a mio avviso anche perché non sostenuta efficacemente dai radiologi pediatri stessi e soprattutto dai Presidenti della Sezione che a lui sono succeduti negli anni Ottanta e Novanta. E’ stato più volte relatore ai Congressi Nazionali della SIRMN di cui si è accennato prima ed ai Corsi di aggiornamento. Nel 1970 partecipa al I corso di Aggiornamento organizzato a Palermo dal Prof. Pietro Cignolini in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN, che al momento costituisce il più importante banco di prova, a livello nazionale dei giovani Radiopediatri Italiani; naturalmente il tema svolto da PG è a lui congeniale: “Semeiotica e diagnostica contrastografica dell’addome acuto nel neonato; II Parte: Ileo da meconio, atresie e stenosi del tenue mesenteriale, megacolon congenito”. PG ha partecipato attivamente anche alla vita della European Society of Pediatric Radiology (ESPR) come è già stato ricordato fin dalla fondazione avvenuta al Castello di Longchamp (Parigi) nel 1963. Infatti, faceva parte del gruppetto dei giovani radiologi italiani interessati alla Radiopediatria, formato da GS Marchese, G Garibaldi, G Iannaccone, N Macarini, A Pelizza, R Pinto, E Schiavetti, presenti alla riunione, che per la loro partecipazione a quell’evento sono stati considerati tra i membri fondatori della Società. E’ stato presente a molti 192 dei Congressi che si sono succeduti ogni anno in varie Città Europee, presentando spesso delle comunicazioni, ben documentate, su casistica rara o con particolari caratteristiche (da solo o in collaborazione coi colleghi dell’OPBG): al VI Congresso di Varsavia (1969), all’XI Congresso (Helsinki, 1974), al XII (Madrid, 1975), al XVII svoltosi all’Aia (1980), al XIX (Praga, 1982), al XX a Parigi (1983), al XXV Montreux (1988). Né va dimenticata l’attività didattica svolta da PG con le lezioni di Radiologia Pediatrica tenute come docente all’Università Cattolica di Roma e de L’ Aquila. Nel 1991 all’età di 65 anni, dopo 33 anni di servizio all’OPBG durante i quali egli aveva profuso le sue migliori energie, sia nell’attività assistenziale sia nelle produzione scientifica, deve accettare, se pure a malincuore, il pensionamento. L’OPBG, viene così a perdere un personaggio eminente, capace ancora di un apporto notevole per intelligenza ed esperienza. E’ una perdita difficilmente colmabile sia dal lato umano e assistenziale per i piccoli pazienti sia dal lato scientifico per i numerosi allievi, che durante gli anni di comune lavoro lo hanno apprezzato ed amato; tra questi i più “anziani”, D Barbuti, E Carnevale, S Fasanelli e G Fariello, che più tardi prenderanno il suo posto. Nonostante le dolorose vicende familiari, da cui è stato colpito negli ultimi anni PG continua la sua attività ospedaliera come consulente esterno per la Radiologia neonatale presso l’AO S.Giovanni in Laterano a Roma, rinunciando ad esercitare la professione privata più redditizia a cui avrebbe potuto aspirare per le sue elevate doti professionali e dedicare il suo tempo libero ad alcuni suoi hobby, la letteratura, il teatro ed in particolare la musica jazz. Nell’ultimo decennio della sua vita la produzione scientifica di PG riguarda quasi esclusivamente la Radiologia neonatale in collaborazione con Medici della Divisione di Neonatologia e del Centro di Terapia Intensiva Neonatale dell’AOS Giovanni di Roma; tra le altre particolarmente interessante la pubblicazione su “L’enterocolite necrotizzante neonatale”, in cui PG puntualizza magistralmente il quadro clinico-radiologico di questa affezione e indica l’iter diagnostico radiologico ed ecografico nelle varie fasi, dall’inizio alle complicazioni precoci e tardive. 10 193 Il costante interesse di PG per la Radiopediatria è documentato da alcune sue lettere, pubblicate tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo, su “La Radiologia Medica” nella rubrica “Lettere al Direttore”. Prof. Lucio Di Guglielmo che le ha accettate di buon grado ringraziandolo per la sua intelligente e fattiva collaborazione. Tra queste, due in particolare riguardano le problematiche della Radiopediatria. In una delle lettere viene riportato per intero un articolo tradotto in Italiano dallo stesso PG pubblicato sulla prestigiosa rivista: “Pediatric Radiology” riguardante la Radiologia perinatale in cui sono riferite le considerazioni emerse da un Convegno promosso dalla Società Nordamericana “Society for Pediatric Radiology” (SPR). Considerazioni sulle difficoltà presenti negli Ospedali Pediatrici Nordamericani per la trasmissione delle informazioni della diagnostica per immagini e di dati clinici e di laboratorio acquisiti nella vita prenatale, ai neonatologi, ai chirurghi pediatri ed agli stessi radiopediatri, con le conseguenze negative per l’assistenza postanatale. Tale situazione è analoga, anche per l’esperienza personale di PG, a quella italiana. Nell’altra lettera, che riporta “un abstract” di un articolo comparso sulla stessa rivista, sono riferiti i risultati di un’inchiesta eseguita tra i soci della SPR, riguardanti molteplici aspetti soprattutto professionali dei Radiopediatri Nordamericani. PG auspica che queste informazioni sullo stato professionale dei Colleghi statunitensi e canadesi possano essere utilizzate dai giovani Radiopediatri italiani per programmare “Il XXI secolo della Radiologia Pediatrica in Italia” a titolo sia personale che collettivo. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Non essendo stato possibile avere un “curriculum” completo del Prof. Pietro Gugliantini, la rassegna sulla sua attività professionale scientifica è stata oggetto di una mia ricerca ed altre notizie sono state attinte da ricordi e documenti personali o da medici che hanno operato ed operano tutt’ora all’OPBG. 2 Radiol Med 51: 715-740, 1965 3 Il quadro stratigrafico normale del temporale nel neonato e nel lattante. Riv Radiol 1: 27, 1961 4 Diagnostica radiologica delle otodisplasie nell’età infantile con particolare riguardo alla esplorazione stratigrafica. Riv Rad 5: 70, 1965 5 G Gugliantini, C Orazi, C Parri et al. :La tomografia computerizzata ad alta risoluzione nella diagnostica della otodisplasia branchiale. Rapporto su 10 casi (15 orecchi). Radiol Med 78 : 593-602, 1989 6 G Garibaldi e P Gugliantini: Il problema del trattamento della iperplasia timica in rapporto ai supposti pericoli della roentgenterapia ed ai risultati delle cure mediche. Radiol Med 46:1159-1182, 1960 194 7 P Gugliantini, D Barbuti, GL Bergami: Radiologia vs. endoscopia nella diagostica dell’apparato digerente. Il punto di vista del Radiologo. Rass It Chir Ped XXIV 4 (Suppl. 11), 1982 8 P Gugliantini, C Maragliano et al.: Le osteocondrodisplasie costituzionali riconoscibili alla nascita. Una breve rassegna sullo stato dell’arte radiodiagnostica sul finire del XX Secolo. Radiol Med 97: 116-120, 1999 9 P Gugliantini, R De Santis, M di Capua: Fisiologica variabilità delle dimensioni dei forami giugulari. Riflessioni critiche sui problemi di diagnostica differenziale clinico-radiologiche. Radiol Med 86: 904-907, 1993 10 P Gugliantini, M Ricci, G Maragliano. Le immagini della diagnostica dell’enterocolite necrotizzante neonatale e delle sue complicanze. Radiol Med 98: 441-446, 1999 195 Un’altra personalità di spicco della Radiologia Pediatrica Italiana negli ultimi quattro decenni del secolo scorso è stato Sergio Fasanelli. Nato a Roma nel 1935 compie gli studi universitari presso l’Università degli Studi della stessa città, laureandosi nel febbraio 1960. Consegue il diploma di specializzazione in Radiologia nel 1962, presso la stesa Università. Convinto dell’importanza dell’acquisizione di conoscenze cliniche in Pediatria, dato il suo interesse per la Radiologia Pediatrica, acquisisce successivamente nel 1973 anche il diploma di specializzazione in Pediatria presso l’Università di Perugia. Inizia la carriera ospedaliera come assistente radiologo dell’OPBG, giovanissimo, nel luglio del 1960. Sotto la sagace guida di Pietro Gugliantini acquista le cognizioni fondamentali della Radiologia Pediatrica che approfondisce negli anni della sua permanenza all’OPBG durata fino al 1972. Contemporaneamente, secondo il regolamento vigente in quel tempo, è assistente prima e aiuto radiologo dopo del “Pio Istituto di S. Spirito ed Ospedali Riuniti di Roma” dal giugno 1963 fino al primo gennaio 1982, ove svolge sempre attività pediatrica presso il Servizio di Radiologia Pediatrica di quell’Ospedale. Le pubblicazioni di Sergio Fasanelli (SF) ammontano a 147, di cui 61 sono recensite su Index, non recensite 67, comunicazioni pubblicate (sotto forma di abstract negli atti dei convegni, dei congressi nazionali ed internazionali) 17, poster 2. Gli argomenti trattati sono quasi tutti in ambito pediatrico (7 soltanto sono pubblicazioni inerenti a problematiche dell’adulto). Si è interessato di patologie prevalentemente a carico dell’apparato scheletrico (una trentina), respiratorio (circa 24) e gastrointestinale (una ventina). Non mancano pubblicazioni su altri organi e/o apparati, come il neurologico e l’endocrinologico, sul sistema immunitario e su sindromi malformative. Interesse particolare ha rivolto ad argomenti oncologici, all’applicazione e alle indicazioni di metodiche di “imaging” più recenti . Tra le affezioni dell’apparato scheletrico di cui Fasanelli si è interessato fin dai primi anni della sua attività prevalgono le diverse displasie ossee, oggetto di una quindicina di pubblicazioni nell’arco della sua carriera ospedaliera. In una di queste sono descritti due casi presentati come una possibile nuova forma di displasia ossea familiare simile alla discondrosteosi, che nella “classificazione 196 delle Skeletal dysplasias” viene etichettata come “displasia acromesomelica tipo Fasanelli” (Pediatr Radiol 13: 25-31, 1983). Nel campo dell’apparato scheletrico da segnalare la sua partecipazione alla tavola rotonda sulle malattie metaboliche dell’osso in occasione del XXII congresso Nazionale della SIRMN, (Milano, giugno 1986), dove ha presentato una relazione in collaborazione con P Gugliantini, dal titolo “Le malattie metaboliche dell’osso in età infantile”. Nell’ambito delle patologie del polmone le displasie broncopolmonari sono state considerate nel loro insieme 1 oppure separatamente (Congenital cystic adenomatoid malformation 2; il sequestro polmonare 3). Si è inoltre occupato delle “Pneumopatie acute nell’infanzia e della loro evoluzione”, “Della classificazione e dei quadri radiologici delle pneumopatie collagenopatiche”, della “TBC linfonodale ilo-mediastinica e delle sue complicazioni”. Il “Torace nelle urgenze pediatriche” è stato uno degli argomenti trattati più volte nei corsi di aggiornamento di Radiologia toracica, a decorrere dal 1988, da solo o in collaborazione con i radiologi pediatri. Di particolare rilievo è stata la sua relazione sullo stesso argomento, presentata a Torino nel giugno del 1992 al Convegno di Radiologia Pediatrica dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica”. SF (con la collaborazione dei Radiologi degli Istituti di Radiologia dell’Università di Bologna e di Ancona) ha passato in una rassegna esauriente le molteplici cause di urgenza toracica nell’età pediatrica, sottolineando i progressi diagnostici ottenuti negli ultimi anni grazie alle nuove metodiche (EG, TC, RM) ed al tempo stesso il ruolo che ancora svolge la Radiologia Tradizionale, come indagine di prima istanza e di guida per la scelta delle altre metodiche. In una recente pubblicazione SF ritorna sul tema, con particolare riguardo alle urgenze pediatriche neonatali (chirurgiche, non chirurgiche e iatrogene) di cui descrive con stile sintetico ed esauriente di tipo anglosassone, i quadri clinico-radiologici. 4 Una parte consistente della patologia prevalentemente analizzate da SF riguarda l’apparato urogenitale. Tra queste l’interesse di SF si concentra sulle malformazioni renali e delle vie urinarie: le displasie renali tra le quali le displasie di tipo cistico, le duplicità pieloureterali e i tumori renali dell’età infantile. 5 197 Anche la pielonefrite cronica non ostruttiva, 6 le infezioni delle vie urinarie, i loro rapporti con le malformazioni dell’apparato urinario e il ruolo dello spasmo dello sfintere striato nelle infezioni ricorrenti delle vie urinarie delle bambine sono oggetto di interessanti pubblicazioni. Nel campo del tubo digerente, SF è intervenuto con argomenti di interesse generale quali le malformazioni a carico dei diversi tratti (l’esofago, stomaco, tenue e colon) e le patologie che nel corso degli anni hanno avuto modificazioni dal punto di vista concettuale e metodologico (invaginazioni e sindromi di malassorbimento, atresie). Il ruolo moderno della Radiologia in Gastroenterologia pediatrica e dell’Ecografia è stato trattato in pubblicazioni 7 e relazioni. 8 Oltreché dagli apparati ricordati SF ha rivolto l’attenzione ad altri sistemi, quali il SNC e l’endocrinologia. Durante gli anni Settanta e successivi si stava sviluppando l’Immunologia clinica, che ha avuto importanti riflessi anche sulla Radiopediatria, ne sono espressione alcune pubblicazioni di SF “Il polmone in alcune immunopatie infantili”, 9 “Deficit della immunità cellulare e della immunità umorale” 10 e più recentemente: ”L’imaging impiegato nelle alterazioni parotidee in bambini sieropositivi per il virus dell’immunodeficienza umana”. 11 Le neoplasie in età infantile hanno costituito un tema di particolare interesse per il Nostro, oggetto della produzione scientifica fin dall’inizio della sua attività: nel 1968 ha presentato al XXIII Congresso Nazionale della SIRMN, svoltosi a Padova, una Comunicazione (in collaborazione con G Garibaldi e S Liberatore) dal titolo “Considerazioni clinico - radiologiche su 474 casi di neoplasie maligne dell’infanzia” analisi di una casistica osservata in un ventennio all’OPBG. Molti anni dopo SF riprende lo studio dei tumori renali e pararenali già eseguito negli anni Sessanta con l’impiego della TC. Viene invitato a partecipare alla tavola rotonda sulla “Diagnostica per Immagini nei tumori renali e pararenali” ove presenta la relazione insieme a D Barbuti sul ruolo della Tomografia computerizzata nella diagnosi di queste neoplasie (XII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, Copanello, settembre 1989). 198 In una recente pubblicazione in lingua inglese di carattere clinicoradiologico dal titolo “Semeiotics of bone tumors in children” il Nostro, analizza criticamente il valore attribuito ai dati statistici per la diagnosi dei tumori ossei nell’infanzia (incidenza dei vari tipi di tumore, benigni e maligni in rapporto all’età, all’osso colpito ed ai vari segmenti ossei, epifisi, metafisi, diafisi interessati), sostiene il ruolo fondamentale che ancora svolge la Radiologia convenzionale nella diagnosi dei tumori ossei e discute le possibilità ed i limiti della TC e della RM per l’identificazione di alcuni tipi di neoplasie. 12 Con l’acquisizione della tomografia computerizzata all’OPBG, SF si è interessato delle indicazioni di questa metodica con le relazioni: “Indicazioni e limiti della tomografia computerizzata nella diagnostica dei tumori in Pediatria”, 13 la già ricordata “La tomografia computerizzata nella diagnostica dei tumori renali e pararenali “ e “La TC in ortopedia pediatrica”. 14 Nell’attività di scientifica di SF va considerata anche la sua partecipazione spesso attiva ai Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica, di cui è stato membro fin dalla fondazione e segretario del I Comitato direttivo (1975-1979); ai Congressi Nazionali della SIRM(N) più volte ricordati nel corso di questa esposizione. Di particolare interesse la sua relazione (in collaborazione con Aldo Pelizza) alla tavola rotonda su ”La radiologia dello spazio retro-peritoneale”, svoltasi in occasione del XXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (Rimini 1978), in cui è stata presa in considerazione “la problematica pediatrica”, i relatori hanno puntualizzato il ruolo e le indicazioni delle varie metodiche tradizionali (esame diretto dell’addome, urografia, pneumoretroperitoneo, angiografia, linfografia ecc., ecc.) e delle nuove metodiche (ecografia, tomografia computerizzata) nello studio della patologia retro-peritoneale, prevalentemente neoplastica, dell’infanzia. Mentre l’ecografia ha già acquisito a quell’epoca un ruolo ben definito ed importante per le sue caratteristiche non altrettanto si può affermare per la TC, che è stata poco impiegata fino ad allora per la scarsissima disponibilità delle apparecchiature. 199 Infine va ricordata la partecipazione di SF ai Congressi internazionali di Radiopediatria, della ESPR di cui è membro attivo dal 1970 ed è stato Consigliere nel quadriennio 1976-1980 e del “Gruppo Jacques Lefebvre”. Non indifferente anche il contributo apportato da SF alla trattatistica radiopediatrica, con lo svolgimento dei seguenti capitoli: 1) “Hypochondroplasia: radiological diagnosis and differential diagnosis” in Human Achondroplasia” Editors Nicoletti et al. Plenium Publishing Corporation, 1988. 2)“Il bambino che zoppica” in “Radiologia di tutti i giorni ” di G Cittadini e I Sardanelli, pag.267 Ed. ECIG, 1989. 3) “L’imaging nella sindrome del bambino battuto” pag. 195, in “Gli abusi nell’infanzia” NIS Ed.,1994 4) “La Radiologia Pediatrica” (cap.38) in “Compendio di Radiologia per studenti e medici di medicina generale” di R Passariello e G Simonetti Ed. Idelson – Gnocchi, Napoli, 2000. 5-6) Due volumi su temi diversi di Radiopediatria: “Argomenti di diagnostica radiologica” Ed. Verduci, Roma, 1988 e 1992. Inoltre: 7) Traduzione dall’inglese dei capitoli 53 (Malattie del torace in Pediatria), 61,62 e 63 (Il fegato e la milza, il sistema biliare duttale, la colecisti) in “Trattato di diagnostica per immagini” di CE Putman, CE Ravin Edizione Italiana Verduci, Roma 1991. Attività didattica: SF ha esercitato una intensa attività didattica: esercitazioni di Radiologia agli studenti del V anno del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma negli anni accademici dal 1971/72 al 1977/78. Incarichi di insegnamento di Radiologia Pediatrica alle Scuole di Specializzazione delle Università di Sassari dall’ AA 1982/83 all’AA 1996/77 dell’Università di “Tor Vegata” (Scuola di specializzazione in Chirurgia Pediatrica) dall’AA 1987/88 all’AA 1996/97, dell’Università Cattolica del S. Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Policlinico Gemelli, Roma dall’AA 1989/90 al 1996/97 e Università degli Studi “Tor Vergata” dall’AA 1991/92 al 1994/95. 200 Dopo questa rassegna dell’attività scientifica di Sergio Fasanelli, mi sia consentito di accennare ai lati umano ed etico della sua personalità. Rispettoso dei principi di colleganza e sostenitore dell’ideale di amicizia, doti che ho avuto modo di sperimentare in alcune occasioni, fin dall’epoca della sua conoscenza in occasione della sua attività di segretario del I Comitato Direttivo della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica e successivamente per il contributo fattivo al successo del XXI Congresso della ESPR (Firenze, 1984) quale componente del Comitato Organizzativo. Recentemente ha dato una ulteriore prova della sua amicizia organizzando un incontro tra me ed alcuni personaggi esponenti della Pediatria Italiana del secolo scorso, in età avanzata, ma ancora lucidi, che mi hanno fornito molte notizie d’interesse storico del periodo della loro attività; infine va a lui la mia affettuosa riconoscenza per le preziose informazioni che mi ha dato sulla Radiologia dell’OPBG nel secolo scorso. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 S Fasanelli: Le displasie broncopolmonari in: “Diagnostica Radiologica”. Verduci Editore, Roma, 1987 2 S Fasanelli: Congenital cystic adenomatoid malformation. Unusual presentation. Rays 5:43, 1980 3 D Barbuti, G Segantini, S Fasanelli: Contributo della diagnostica per immagini alla diagnosi di sequestro polmonare. Radiol Med 89: 340-343, 1995 4 S Fasanelli: Le urgenze toraciche in pediatria. Radiol Med 99 (Suppl.2 al n.5): 141, 2000 5 S Fasanelli: Radiodiagnostica dei tumori renali nell’età infantile. I Corso di Conferenze di aggiornamento in Radiologia. XXIV Congresso della SIRMN, Palermo, 1970 6 S Fasanelli V Pansadoro: La pielonefrite cronica non ostruttiva nell’infanzia. Radiol Med 59: 785799, 1973 7 Agg Ped 35: 46, 1984 8 L’ecografia digestiva. Atti del I Congresso Nazionale di Pediatria Ospedaliera, 1993. 9 Min Ped 29: 1285, 1977 10 Aggiornamenti di Radiologia Toracica, Vol.I, Pag.111 Monduzzi Ed. Bologna, 1986 11 Comunicazione al XXXVI Congresso Nazionale della SIRM, Milano, 1994 12 S Fasanelli: Semeiotics of bone tumors in children. Eur J Radiol 27 Suppl 1: S110-115, 1998 13 Atti del Convegno Regionale a cura di P Gugliantini e S Fasanelli Ospedale Bambino Gesù, Roma 1988 14 S Fasanelli. Riv Ist Ort Traum Ped VII:2, 1991 201 L’attività scientifica di Giuseppe Fariello. Giuseppe Fariello si colloca tra i Radiopediatri della III generazione seguita a quella dei Pionieri ed alla generazione dei continuatori dei Pionieri. Non avendo ottenuto informazioni dirette dalla fonte per quanto si riferisce alla sua carriera professionale ed alla sua attività scientifica ho dovuto ricorrere a notizie in merito di seconda mano, a ricordi personali e alla consultazione della letteratura, che per quanto approfondita risulterà senz’altro incompleta. Me ne scuso con i lettori. A quanto mi consta Giuseppe Fariello (GF) nel 1973 è stato assunto in servizio come assistente radiologo dell’OPBG ed in questo Ospedale ha compiuto tutta la carriera divenendo prima aiuto e successivamente Primario radiologo nel novembre 1996 alternato ogni tre mesi con Sergio Fasanelli a seguito della nomina di quest’ultimo a Primario Radiologo del DEA e coordinatore del Dipartimento. Nel novembre del 1998 diviene Primario ed in tale carica rimane per tutto il 2003. Da allora è consulente per la Neuroradiologia. Le sue prime pubblicazioni risalgono alla prima metà degli anni Settanta, in collaborazione con Pietro Gugliantini e con i giovani radiologi dell’OPBG: S Malena, D Barbuti, E Carnevale, M D’Onofrio sono i nomi che più frequentemente ricorrono. Complessivamente quarantanove sono i lavori reperibili su l’Index Medicus nel periodo 1974-2003 pubblicati su prestigiose riviste italiane ed internazionali. A queste vanno aggiunti gli abstracts di comunicazioni e di relazioni presentate ai Congressi Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica e della SIRM(N), ai Congressi internazionali della ESPR e di altre Società e pubblicazioni in numero imprecisato non citate nell’Index Medicus. Sotto l’aspetto cronologico e metodologico nell’attività scientifica di GF si possono considerare due periodi: in un primo periodo compreso tra il 1974 ed il 1981 in cui sostanzialmente viene impiegata nei suoi studi la radiologia convenzionale, se si eccettuano due pubblicazioni in cui le indagini radiologiche convenzionali sono integrate in alcuni casi con tomografia computerizzata. 202 Le pubblicazioni riguardano casistica esclusivamente pediatrica, esaminata spesso in collaborazione con altri radiologi, analogamente a quanto sta ormai avvenendo nella produzione scientifica nazionale ed internazionale: mi limito a ricordare alcuni degli argomenti trattati: “Aspetti pseudoneoplastici dell’idronefrosi infantile”; 1 “Igroma cistico del collo. Esplorazione con mezzo di contrasto iodato ”, oggetto di una comunicazione (coll. P Gugliantini), presentata all’XI Congresso Annuale della ESPR (Helsinki); “Perforazione intestinale nel neonato, complicanza di peritonite meconiale ed intrauterina” 2 e “Cisti leptomeningee post traumatiche nell’infanzia”. 3 Di maggior rilievo le due pubblicazioni inerenti allo studio radiologico della sella turcica nel microadenoma in età pediatrica; in una di queste basata sullo studio di 13 casi, venuti al tavolo operatorio viene sottolineato il ruolo svolto per la diagnosi dalla TC prima e dopo l’iniezione di m.d.c., ad integrazione dei dati clinici e della tomografia convenzionale della sella turcica limitata alla proiezione laterale.4 Nel II periodo (1981-2003) GF svolge la parte più importante e qualificata della sua attività scientifica, applicando le nuove tecnologie, “in primis” l’ecografia e la tomografia computerizzata e successivamente anche la risonanza magnetica. L’apparato più studiato è il SNC con contributi originali in diverse patologie, seguono l’apparato genito-urinario, gli apparati digerente e scheletrico ed argomenti vari attinenti alla Radiologia Pediatrica. Le patologie inerenti al SNC sono documentate da 23 pubblicazioni citate nell’index medicus, a cui si aggiungono altre pubblicazioni, relazioni e comunicazioni riportate negli abstracts dei Congressi. Non ritengo opportuno anche per il carattere di questa monografia eseguire una rassegna completa delle pubblicazioni che riguardano la patologia del SNC e gli altri apparati. Pertanto, dopo un excursus su pubblicazioni inerenti a patologie rare e spesso complesse o con aspetti particolari, mi intratterrò successivamente su quelle affezioni più frequenti ed interessanti non solo dal punto di vista speculativo, ma anche pratico. Aspetti particolari delle leucodistrofie genetiche infantili sono stati considerati in due pubblicazioni: “La leucodistrofia fatale infantile: una variante 203 severa della sindrome CACH/VWM, allelica al cromosoma 3q27” e “il trapianto di midollo osseo allogenico per la leucodistrofia infantile a cellule globoidi (malattia di Krabbe)”. Da notare anche le pubblicazioni su alcune malattie metaboliche gravi quali “Reperti clinici e molecolari nella sindrome di iperornitinemia – iperammonemia – omocitrillinuria (sindrome HHH)” e “La malattia delle urine con odore di sciroppo di acero”. A queste vanno aggiunte le pubblicazioni su le “Encefalopatie mitocondriali”, di cui viene presentata una nuova encefalopatia mitocondriale familiare con macrocefalia, cardiomiopatia e deficit del complesso I. In alcune pubblicazioni sono considerate varie forme di epilessia: “Una forma di epilessia benigna dell’infanzia con punte centrotemporali” e una “Displasia di sviluppo operculare unilaterale”; una “Sindrome di West dovuta a danni perinatali” ed altre. In questi studi che comportano profonde conoscenze di genetica, di neurologia, di pediatria hanno collaborato con G Fariello esperti qualificati settoriali. Venendo ora a trattare l’attività scientifica di GF e collaboratori rivolta a patologie più frequenti e/o di maggiore interesse pratico prenderò in esame i contributi su la patologia cerebrale infettiva in Pediatria, le anomalie di migrazione neuronale, i disrafismi spinali, con particolare riguardo alla loro associazione alle malformazioni ano-rettali. In tutte queste affezioni l’impiego dell’ecografia, spesso come indagine di prima istanza, della TC e della RM sono state di valido aiuto e spesso determinanti per la diagnosi. La patologia cerebrale infettiva in Pediatria è stata oggetto di una importante ricerca eseguita da G Fariello e S Malena dell’OPBG di Roma e da P Tomà, A Pelizza et al. dell’Ospedale “G. Gaslini” di Genova. Questi AA hanno impiegato l’ecografia in 127 bambini di età compresa tra i 10 giorni e tre anni, affetti da infezione encefalica. In circa la metà di questi soggetti l’ecografia è risultata positiva per un aumento della ecogenicità parenchimale che è stata confrontata coi reperti acquisiti con la TC e con il riscontro anatomo-patologico. A conclusione della loro ricerca gli AA affermano che in presenza di un quadro 204 clinico di encefalite l’ecografia mancando di specificità, deve essere integrata dalla TC allo scopo di definire i diversi tipi di lesione, edematose, flogistiche o infartuali e la loro estensione. 5 Tra le anomalie di migrazione neuronale ed all’emimegalencefalia è stata rivolta una particolare attenzione da GF e S Malena in collaborazione con G Lucigrai e P Tomà dell’Istituto “G. Gaslini”. Questi AA hanno potuto dimostrare il ruolo determinante per la diagnosi di questa malformazione dell’ecografia fin dall’età neonatale evidenziando alterazioni della sostanza bianca non riconosciute dalla TC e dalla RM in epoca così precoce. 6 Altre due pubblicazioni trattano rispettivamente “L’emimegalencefalia e sviluppo intellettuale normale” 7e “L’emimegalencefalia, emiipertrofia e lesioni vascolari”. 8 In un’altra pubblicazione è stato ipotizzato che la duplicazione corticale, che fa parte delle anomalie di migrazione neuronale, sia una possibile causa della sindrome di Lennox-Gastaut. 9 Un argomento a cui GF ha portato un notevole contributo sotto l’aspetto clinico e diagnostico riguarda il disrafismo spinale associato alle malformazioni ano-rettali. L’impiego della RM ha consentito all’A di evidenziare le varie anomalie midollari, componenti del disrafismo spinale10. Sullo stesso argomento ha svolto una relazione in collaborazione con D Schingo, S Malena e G Bizzarri nella sessione dedicata alle “Anomalie della regione ano-rettale; il midollo spinale”, tenuta in occasione del XIV Convegno Nazionale di Radiologia Pediatrica (Milano, Novembre 1993). In altre due pubblicazioni dello stesso periodo il Nostro ha sottolineato la correlazione tra il disrafismo spinale e le disfunzioni neurovescicali. L’impiego della diagnostica per immagini nella patologia dell’apparato urogenitale costituisce un altro capitolo a cui GF ha dedicato una serie di pubblicazioni (otto riportate nell’Index). La diagnosi precoce con l’ecografia renale nelle emolinfopatie maligne nell’età pediatrica è stata oggetto di due pubblicazioni (in collaborazione con Radiologi e Nefrologi dell’OPBG), di cui una su la Radiologia Medica. 11 205 GF e collaboratori (Radiologi e Nefrologi dell’OPBG) basandosi sulla vasta casistica di malattie scrotali acute nell’età pediatrica osservate all’OPBG ed esaminate con l’ecografia hanno potuto confermare il ruolo svolto da questa metodica nel modo B nella diagnosi della torsione del funicolo spermatico senza dover ricorrere al color-doppler ed al power-doppler. 12 Nello stesso tipo di patologia rientra la torsione del paradidimo o organo di Giraldes, causa non comune di scroto acuto in età pediatrica. Una pubblicazione interessante per la rarità dell’argomento nella letteratura pediatrica riguarda lo studio mediante la diagnostica per immagini di 4 casi in età infantile con pielonefrite xantogranulomatosa. GF con la collaborazione di una radiologa (C Orazi), di un’anatomo patologa (R Boldrini) e di due chirurghi pediatri (A Inserra e C Ciprandi) dell’OPBG. in base alla casistica della letteratura e alle osservazioni personali, studiata con la radiologia tradizionale, la ecografia e la TC, sottolinea le difficoltà incontrate per una corretta diagnosi preoperatoria soprattutto nelle forme focali, che sarebbe auspicabile per un corretto trattamento terapeutico. 13 L’associazione di trombosi renale e di emorragia surrenalica osservata in 4 neonati esaminati con l’ecografia è stata oggetto di una pubblicazione sul Journal of Clinical Ultrasound. 14 Altre pubblicazioni si riferiscono a casistica rara, esaminata con ecografia: microlitiasi testicolare ed alla diagnosi prenatale di cisti ovariche complicate. Un contributo rilevante alla conoscenza della patologia surrenalica nel neonato è stato apportato da GF e collaboratori dell’OPBG con lo studio ecografico in 14 neonati con emorragia surrenalica monolaterale eseguito con controllo prestabilito a 1 settimana, 2 e 3 settimane e al 3° mese. Le modificazioni ecostrutturali e volumetriche dell’ematoma osservate in prosieguo di tempo costituiscono secondo gli AA un criterio affidabile di estrema utilità per risolvere vari problemi diagnostici differenziali con altre affezioni surrenaliche e renali, “evitando il ricorso ad altre metodiche diagnostiche invasive ed infine a una esplorazione chirurgica superflua”. 15 Nell’ambito della patologia dell’apparato digerente, GF si è interessato in epoca relativamente recente (1995), con alcuni colleghi dell’UO di Radiologia 206 dell’OPBG, di un problema annoso nell’età pediatrica, il reflusso gastro-esofageo (RGE). A tale scopo sono stati sottoposti a esame ecografico e a pasto baritato in uno studio a doppio cieco, 178 soggetti di età compresa tra la neonatale e i 15 anni, che presentavano una sintomatologia compatibile con la diagnosi di reflusso. Per la dimostrazione di questa affezione sono stati confrontati, sulla base di alcuni parametri (entità dei reflussi, loro numero, volume del liquido refluito, i tempi di svuotamento, l’eventuale presenza di esofagite e di ernia iatale), i dati ottenuti, con le due metodiche, che sono risultate concordanti nel 93% dei casi. Pertanto l’ecografia per i ben noti vantaggi presentati, risulta l’indagine di prima istanza per la dimostrazione del reflusso gastro-esofageo Nello stesso periodo GF in collaborazione con G Bergami effettua una ricerca su argomento analogo: il confronto tra l’ecografia e la pH-metria nella diagnosi di reflusso gastro-esofageo (RGE), i cui risultati vengono presentati al workshop “Imaging del RGE; la problematica dell’infanzia” svoltosi nel corso del XXXVII Congresso Nazionale della SIRM (Milano, Maggio 1996). Questo studio eseguito su più ampia casistica (596 pazienti), ma in una fascia di età più limitata (compresa tra 5 giorni e 7 anni) rispetto alla ricerca precedente, ha dimostrato una concordanza tra US e pH-metria minore (63% dei casi) che tra US e pasto baritato ed ha messo in evidenza una elevata sensibilità dell’ecografia (al 95%). Viene pertanto confermata questa metodica come indagine di “screening” per la diagnosi di RGE. Anche nel settore dell’apparato scheletrico GF ha apportato il suo contributo basato sulla ricca casistica dell’OPBG Presidio di Palidoro costituita da 40 pazienti di età compresa tra i 12 e i 16 anni, affetti da osteomieliti aspecifiche in forma acuta, subacuta, cronica, multifocale. Dallo studio eseguito, avente lo scopo di determinare il ruolo svolto dalle varie metodiche maggiormente utilizzate (Radiologia Tradizionale, TC, RM, Medicina Nucleare) è emerso che la RM costituisce l’indagine di elezione nelle forme acute, permettendo una diagnosi precoce e che la scintigrafia ossea con leucociti marcati presenta una elevata specificità diagnostica nello studio dei processi osteomielitici e nell’individuare possibili localizzazioni infiammatorie multiple alcune delle quali asintomatiche. 16 207 Nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso ed all’inizio del Duemila si nota un aumento dell’interesse dei Radiopediatri per la determinazione delle dosi somministrate con la TC, specialmente in rapporto con l’acquisizione negli ultimi anni dalla maggior parte dei nostri Ospedali Pediatrici di apparecchiature dedicate a questa metodica e della introduzione di nuove tecnologie (TC ad alta risoluzione e TC a spirale). Anche GF si occupa di questa problematica nello stesso periodo. 17 GF insieme a S Malena ed altri giovani radiologi dell’OPBG è stato uno dei primi Radiopediatri italiani ad occuparsi di ecotomografia, la nuova metodica, di cui l’OPBG ebbe la disponibilità, com’è già stato notato, fin dal 1979, e che fu applicata in varie patologie pediatriche, oggetto di comunicazioni presentate ai Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica fin dal 1980; tra queste “Il ruolo della ecotomografia nello studio della patologia urinaria in età pediatrica” (coll. S Malena e L Borghese, VII Conv., Roma, 1980); “Masse renali e pararenali in età pediatrica; diagnosi ecografica” (coll. S Malena, O Cacchione et al., VIII Conv., Trieste, 1981) e nello stesso Convegno: “L’esame ecotomografico in età neonatale” (coll. E Malena, D Barbuti et al.). Le due ultime comunicazioni furono oggetto di successive pubblicazioni. Tra il 1983 e l’inizio degli anni Novanta uscirono varie pubblicazioni di GF ( in coll. con S Malena, G Bergami, E Carnevale, O Cacchione), per non citare che i nomi più spesso ricorrenti riguardanti l’impiego dell’ecografia in età pediatrica, su riviste italiane Neuroradiologia, (Rassegna Ultrasuoni Italiana in di Chirurgia Medicina, Rivista Pediatrica, Italiana di Rivista di Pediatria, Aggiornamento Pediatrico). In sintesi gli argomenti trattati, in ordine cronologico: “Studio del tubo digerente”; “La displasia congenita dell’anca. Studio preliminare su 300 pazienti”; “Patologia anossico-ischemica nel neonato”; “Patologia infettiva encefalica”; “Patologia urgente della regione inguino-scrotale nel bambino. Considerazioni clinico-ecografiche”; “Stenosi ipertrofica del piloro”. GF continuò a partecipare assiduamente ai Convegni Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica e alle sessioni dei Congressi Nazionali della SIRM(N), di cui sarà riferito nella IV parte dedicata alla Cronistoria della Radiopediatria in Italia. Per ora mi limiterò a ricordare gli interventi più rilevanti; tra 208 questi la relazione su: “La patologia intestinale” (coll. G Bergami e S Malena), presentate alla tavola rotonda, avente per tema “Le urgenze addominali” (XI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica). Al XIII Convegno della Sezione svoltosi a Torino nell’ottobre 1991, GF (coll. S Malena e C Orazi) partecipò alla tavola rotonda su “Mielomeningocele e disrafismi spinali; attualità diagnostiche”, dimostrando l’importanza del ruolo svolto dall’ecografia e soprattutto dalla RM nella diagnosi della spina bifida e della spina bifida occulta e dei relativi complessi gruppi di alterazioni. Al Convegno di aggiornamento in Radiopediatria tenuto a Torino nel giugno 1992 dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica” GF e collaboratori (S Malena, C Orazi, e P Schingo) svolsero la relazione “Patologia del mediastino posteriore in età pediatrica”. Il Nostro seguendo la tradizione dei continuatori dei Pionieri (GS Marchese, F Bellini, S Fasanelli, P Gugliantini, G Iannaccone, A Pelizza, E Schiavetti, GF Vichi), che presero parte all’attività della European Society of Pediatric Radiology (ESPR) fin dai primi anni della sua istituzione, partecipò ben presto ai Convegni della Società presentando la sua prima comunicazione all’XI Convegno svoltosi ad Helsinki nel 1974 (coll. P Gugliantini e M D’Onofrio): “Igroma cistico del collo. Esplorazione con mezzo di contrasto iodato” (come è già stato notato). L’anno successivo intervenne al XII Congresso (Madrid, 1975) con la comunicazione (coll. P Gugliantini, S Malena, e GM D’Onofrio) “Patogenesi e diffusione insolita di un ascesso pelvico”. Divenuto membro della Società, prima associato e successivamente attivo, partecipò ad altri Convegni della ESPR, XVII Congresso de l’Aia, maggio 1980 (coll. S Malena e P Tomà et al. di Genova); con argomenti quali i microadenomi dell’ipofisi, studiati con la Radiologia convenzionale e l’indagine ecografica della patologia cerebrale infettiva e che furono oggetto di pubblicazioni successive. GF e coll. dell’OPBG e l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini” presentarono l’unica comunicazione di AA Italiani al Convegno congiunto della Società Americana di Radiologia Pediatrica (SPR) e della ESPR, svoltosi a Toronto nel giugno 1987 dal tema “La malattia policistica renale autosomica dominante nel feto e in età pediatrica: caratteristiche eco-radiografiche”. Un’altra comunicazione sullo studio integrato per immagini sulla schizencefalia (8 casi) fu presentato dalla stessa 209 équipe al XXVI Congresso della ESPR (Dublino, maggio 1989). Notevole la comunicazione su “Pancreatografia dinamica con RM nei bambini: valore diagnostico delle iniezioni di secretina (in collaborazione con Chirurghi Pediatri dell’OPBG) e con il Dipartimento di Radiologia dell’Università Cattolica di Roma. Nel complesso le comunicazioni presentate da GF ai Convegni della ESPR nel periodo 1974 – 2003 furono una dozzina. I sette poster esposti ad alcuni Convegni della ESPR riguardarono principalmente una casistica rara; tra i più interessanti il poster in cui furono prese in considerazione le diverse tecnologie (Radiologia tradizionale US, 3DTC, MR, con m.d.c.) impiegate nella diagnosi del torcicollo in età pediatrica. Gli US risultarono fondamentali per la diagnosi delle forme muscolari congenite; la 3DTC si dimostrò più attendibile della radiologia convenzionale per la dimostrazione delle alterazioni ossee nell’identificazione delle e la RM varie con cause m.d.c. della costituì un valido aiuto sindrome di Grisel. G Fariello è stato uno dei radiopediatri italiani che ha contribuito di più al brillante sviluppo dell’ecografia nel nostro paese. Insieme a R Perale, G Perri e P Tomà è stato coordinatore del gruppo degli ecografisti pediatrici, che ha reso possibile la realizzazione dell’importante e completo trattato di Ecografia Pediatrica pubblicato nel 1992. 18 GF è stato nominato Membro onorario della European Society of Paeditric Radiology nel 2005 (nota del curatore) NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 P Gugliantini, M D’Onofrio, G Fariello: Aspetti pseudoneoplastici dell’idronefrosi infantile. Min Ped 26: 1544-1550, 1974 2 P Gugliantini, P Caione, M Rivosecchi, G Fariello: Intestinal perforation in newborn following intrauterine meconium peritonitis. Pediatr Radiol 8: 113-115, 1979 3 P Gugliantini, P Caione, G Fariello, M Rivosecchi: Posttraumatic leptomengeal cysts in infancy. Pediatr Radiol 9: 11-14, 1980 4 S Malena, D Barbuti, D Borrelli, E Carnevale, G Fariello, E Parri et al: Present value of conventional X ray examination in pituitary microadenomas in childhood: relation with CT. Ann Radiol 24: 109-115, 1981 5 P Tomà, S Malena, A Pelizza, F Ticca, G Crespi, G Fariello: Infectious pathology of the brain in pediatric age: ultrasound evaluation. Ann Radiol 29: 363-368, 1986 6 G Fariello, S Malena, G Lucigrai, P Tomà: Hemimegalencephaly: early sonographic pattern. Pediatr Radiol 23: 151-152, 1993 210 7 L Fusco, S Ferracuti, G Fariello, et al: Hemimegalencephaly and normal intellectual development. J Neurol Neurosurg Psychiatry 55: 720-722, 1992 8 A Cristaldi, F Vigevano, G Antoniazzi, M Di Capua, A Andreuzzi, G Morselli, F Iorio, G Fariello: Hemimegalencephaly, hemihypertrophy and vascular lesions. Eur I Pediatr 154: 134-137, 1995 9 S Ricci, R Cusmai, G Fariello, et al: Double cortex. A neuronal migration anomaly as a possible cause of Lennox-Gastaud syndrome. Arch Neurol 49: 61-64,1992 10 M Rivosecchi, MC Lucchetti A Zaccara, M De Gennaro, G Fariello, et al: Spinal dysraphism detected by magnetic resonance imaging in patients with anorectal anomalies: incidence and clinical significance. J Pediatr Surg 30: 488-490, 1995 11 S Malena, A Gianviti, C Orazi, G Fariello: L’ecografia renale nella diagnosi precoce di emolinfopatie maligne nell’età pediatrica. A proposito di 4 casi. Radiol Med 80: 564-567, 1990 12 C Orazi, P Schingo, F Ferro, P Vacca, A Spagnoli, G Fariello: L’ecografia nel modo B ha ancora un ruolo nella diagnostica della torsione del funicolo spermatico? Reperti nell’età pediatrica. Radiol Med 94: 646-651, 1997 13 C Orazi, R Boldrini, G Fariello et al: Pielonefrite xantogranulomatosa: possibilità della diagnostica per immagini. Revisione di 4 casi pediatrici e della letteratura. Radiol Med 94: 404-408, 1997 14 C Orazi, G Fariello, S Malena et al: Renal vein thrombosis and adrenal hemorrhage in the newborn: ultrasound evaluation of 4 cases. J Clin Ultrasound 21: 163-169, 1993 15 G Bergami, S Malena, M Di Mario, G Fariello: L’ecografia nel follow–up dell’emorragia surrenalica in età neonatale. Presentazione di 14 casi. Radiol Med 79: 474-478, 1990 16 G Fariello, S Urso, E Pacciani et al: Osteomieliti aspecifiche dell’infanzia e dell’adolescenza. Contributo della diagnostica per immagini. Radiol Med 90: 212-218,1995 17 G Giacco, V Cannata, C Furetta, F Santopitero, G Fariello : On the use of pediatric phantoms in the dose evaluation during computed tomography (CT) thorax examinations. Med Phys 28: 199204, 2001 18 G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà: Ecografia Pediatrica. C.E.A., Casa editrice Ambrosiana, Milano 1992. 211 L’attività scientifica di Saverio Malena. Saverio Malena rappresenta un altro personaggio di spicco della Radiopediatria italiana, la cui attività professionale e scientifica si svolge esclusivamente nel Reparto Radiologico dell’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù (OPBG), quasi contemporaneamente a Giuseppe Fariello, con cui collabora attivamente nella produzione scientifica, soprattutto ecografica. Nato a Roma nel 1949 e vissuto in questa città, consegue la laurea in Medicina e Chirurgia alla Università “La Sapienza” nel luglio del 1974 con il massimo dei voti e la lode, discutendo la tesi di laurea sulla “Radiodiagnostica della Patologia Respiratoria neonatale” elaborata presso l’OPBG; pertanto dimostra molto presto la sua predilezione per l’indirizzo radiopediatrico. Consegue la specializzazione in Radiologia presso l’Università degli Studi di Siena quattro anni più tardi con la tesi sulla “Radiodiagnostica delle mucopolisaccaridosi e mucolipidosi” elaborata presso l’OPBG in collaborazione con il Servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova. Nella sessione 1986 Saverio Malena (SM) ottiene l’idoneità a Primario di Radiologia Diagnostica. SM compie tutta la carriera presso l’OPBG, ove diviene assistente radiologo in seguito ad espletamento di concorso nel luglio 1978. Qui approfondisce la sua preparazione radiopediatrica, sotto la guida magistrale del Primario Pietro Gugliantini con cui collabora ad alcune delle sue prime pubblicazioni attinenti alla radiopediatria tradizionale. Nel 1985 diviene aiuto radiologo a seguito di espletamento di concorso interno. Dal 1°ottobre 2000 al 31 dicembre 2003 è responsabile di struttura semplice di Radiologia del DEA ed è responsabile di struttura complessa, Unità Operativa di Radiologia (OPBG - Roma) dal 1° Gennaio 2004. Dal 1978, anno della sua assunzione in servizio all’OPBG al 1996, è stato autore di 40 pubblicazioni di cui 17 su riviste italiane e 23 riportate su Index Medicus. Inoltre ha svolto 25 relazioni su invito e 40 comunicazioni a Convegni e 212 Congressi. A questa cospicua produzione scientifica vanno aggiunti 14 contributi ad importanti trattati e monografie attinenti alla Radiopediatria. Le pubblicazioni considerate nel loro insieme risultano così distribuite per argomento: SNC (otto); apparato uro-genitale (otto); apparato digerente (sette); oncologia (sette); apparato scheletrico (tre); apparato cardiovascolare (una); su argomenti vari (sei). Le prime pubblicazioni nel periodo 1978 – 81 sono state elaborate insieme a Pietro Gugliantini ed ad altri giovani radiologi, assistenti del Servizio Radiologico dell’OPBG, continuatori dell’indirizzo della Scuola che si andava formando attorno al Primario. Tra le altre meritano di essere segnalate: 1) “La posizione attuale della Radiologia nella diagnostica della malattia celiaca”, Gugliantini, D Barbuti, E Carnevale et al.; 1 in collaborazione con P 2) “Valore e limiti della indagine radiologica nella patologia immunitaria infantile”, 2 in collaborazione con P Gugliantini e D Barbuti; 3) “Tumori e pseudotumori del torace in età pediatrica” (coll. con P Gugliantini ed E Carnevale). 3 Allo stesso periodo risale la pubblicazione “Processi neoplastici e pseudoneoplastici delle ghiandole salivari in età pediatrica” (coll. P Gugliantini, E Carnevale et al.). 4 Due pubblicazioni che risultano dalla collaborazione di Malena con P Gugliantini e giovani assistenti radiologi dell’OPBG, già citata a proposito dell’attività di G Fariello, riguardano lo studio radiologico tradizionale nei microadenomi ipofisari correlato con la TC. Un altro importante contributo di SM successivo al periodo considerato, ma che segue il filo di un argomento caro a Gugliantini fin dalla sua attività giovanile, è costituito da uno studio preoperatorio con la tomografia convenzionale di una vasta casistica di malformazioni dell’orecchio (47 casi). 5 Nella maggior parte delle pubblicazioni di SM durante gi anni Ottanta, è stata l’applicata l’ecografia e con lui hanno collaborato alternativamente giovani radiologi. Nella trattazione dell’attività di G Fariello è stata citata la sua collaborazione con S Malena in campo ecografico, rivolta all’impiego della metodica, applicata nelle diverse fasce d’età pediatriche, alla patologia del SNC, alle affezioni dell’apparato digerente e genito–urinario, alla displasia congenita dell’anca. 213 Altre pubblicazioni da segnalare nello stesso settore ecografico in cui SM ha collaborato con Fariello riguardano i seguenti argomenti: I) L’ecografia nel follow-up dell’emorragia surrenalica (v. commento nell’attività scientifica di Fariello), 6, II) Due pubblicazioni sul ruolo dell’ecografia renale nella diagnosi precoce delle emolinfopatie maligne, emimegalencefalia, 8 7 III) La diagnosi precoce con gli US della IV) L’associazione della trombosi della v. renale e della emorragia surrenalica nel neonato, osservata in 4 casi. 9 Più recentemente SM ha partecipato a due importanti ricerche; uno studio ecografico retrospettivo su 10 anni, multicentrico, eseguito in collaborazione con l’Università di Padova (E Talenti, G Glazer) l’Istituto “G. Gaslini” di Genova (P Tomà et al.) e l’OPBG che ha preso in considerazione la prevalenza e la distribuzione per età di differenti condizioni patologiche in soggetti pediatrici portatori di “masse” scrotali non dolorose 10 l’altro, ecografico [in collaborazione tra il Servizio Radiologico (G Bergami, S Malena e A Vecchioli Scaldazza) e il Dipartimento di Chirurgia Pediatrica dell’OPBG (L Rossi, M Patricolo, A Alessandri)] sui reperti diagnostici dubbi di stenosi ipertrofica del piloro, basato sulle misurazioni del volume pilorico e dell’indice muscolo-pilorico che ha consentito di ridurre sensibilmente la percentuale di casi dubbi sottoposti a terapia medica e a controllo ecografico dopo 15 gg. 11 Notevoli per numero (14) e pregevoli per qualità i contributi pubblicati su libri e monografie, in collaborazione pressoché costante con Fariello e, saltuariamente, con altri colleghi dell’OPBG (G Bergami, C Orazi, P Schingo). In sostanza si può affermare che su tutti gli argomenti attinenti alla ecografie pediatrica è stata rivolta l’attenzione di S Malena. Di particolare rilievo la sua collaborazione per la realizzazione del trattato di Ecografia Pediatrica, 12 il primo pubblicato in Italia, con lo svolgimento di importanti capitoli: 1) Patologia emorragica ed anossico-ischemica (coll. con G Fariello e P Schingo) (pag. 81-101); 2) Patologia infettiva (nel neonato e nel lattante) in collaborazione con gli stessi AA sopra citati (pag. 67-78); 214 3) Apparato gastro-enterico (coll. G Bergami, R Canini e G Fariello) (pag.177222); 4) Apparato genitale maschile (coll. G Fariello, C Ferro, C Orazi) (pag. 517-518). L’ecografia encefalica e patologica, nel neonato (e nel lattante), è stata trattata in monografie: “Patologia” in: “Ecotomografia encefalica del neonato”, di E Biggi e L Capaccioli; nei due trattati di Ecografia di M Ziviello (1986) di M Ziviello e M Bazzocchi (1994) (coll. G Bergami, G Fariello et al.) Inoltre Malena ha collaborato con G Fariello nell’elaborazione della monografia “La diagnostica ecografica nella patologia malformativa dell’apparato urinario” Ed. CIC Roma, 1982. S Malena ha contribuito con lo svolgimento di alcuni capitoli alla realizzazione di altri trattati e monografie: 1. “Diagnostica radiologica del mediastino infantile” (coll. G Fariello); 13 2. “Ginecologia pediatrica” (coll. C Orazi e G Fariello); 14 3. “Urgenze in pediatria” (coll. G Fariello, C Orazi, P Schingo). 15 Come è già stato segnalato SM ha partecipato attivamente con comunicazioni e relazioni a Congressi Nazionali della SIRMN e della Sezione di Radiologia Pediatrica della stessa Società. Risalgono ai primi anni dell’attività della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica, per citarne alcune, la comunicazione su “Processi neoplastici e pseudoneoplastici delle ghiandole salivari in Pediatria” (coll. P Gugliantini, G Fariello et al.) presentato al IV Convegno Nazionale della Sezione (Torino, novembre 1977) e la Comunicazione svolta a Roma (1980, al VII Convegno Nazionale della Sezione, in coll. con i Chirurghi e i Radiologi dell’OPBG) su “Diagnostica radiologica e strumentale nello studio del tratto superiore del tubo digerente”. Seguirono subito dopo (VIII Convegno della Sezione, Trieste 1981), alcune comunicazioni, tra le prime presentate in Italia su argomenti di ecografia pediatrica, riguardanti lo studio con la nuova metodica delle masse renali e pararenali in Pediatria e dell’encefalo in età neonatale. Di questi contributi e di altri successivi si riferirà nella cronistoria della Radiologia Pediatrica. E’ da segnalare la partecipazione attiva di Malena ad alcuni Convegni della ESPR con la presentazione di rapporti a Helsinki (XI 215 Meeting 1974) in collaborazione con P Gugliantini e G Fariello, a Madrid (XI Meeting 1975) in collaborazione con G Fariello e M D’Onofrio, a l’Aia (XVII Meeting, 1980), in collaborazione con G Barbuti e G Fariello. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Aggiornamento Pediatrico, XXIX dic. 1978 2 Aggiornamento Pediatrico, XXXII : 33, 1981 3 Radiol Med 67: 574-577, 1981 4 Radiol Med 65: 333-335, 1979 5 J Laringol Otol 99: 433-438, 1985 6 Di questi lavori si è già dato notizia nel paragrafo inerente all’attività scientifica di G Fariello (ibidem 14,15,11,12) 7 ibidem 8 ibidem 9 Ibidem 10 J Urol 155: 1424-1426, 1996 11 Radiol Med 92: 78-81, 1996 12 G Fariello, R Perale, G Perri, P Tomà: Ecografia pediatrica. C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1992 13 Chirurgia toracica in età pediatrica di P Bazan e F Bruni. Ed. Seros Abruzzini, Roma, 1982 14 Ginecologia di P Mirk. Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli, 1995 15 Urgenze ed emergenze toracico-addominali. Imaging integrato. Serie monografica di aggiornamenti in ecografia diretti da P Busilacchi. Ed. Idelson-Gnocchi, Napoli, 1995 216 A NAPOLI, negli anni ’50, non esisteva in detti presidi un vero e proprio reparto di radiologia. Gli esami radiografici erano eseguiti da un tecnico di radiologia e venivano relazionati da un consulente esterno, il Prof. Aldo Piergrossi. Come è già stato affermato nella parte dell’opera riguardante gli Ospedali Pediatrici e l’attività radiologica, nei Presidi ospedalieri di Napoli non esisteva un Servizio radiologico, che si decise di istituire nel 1954. Pertanto furono banditi due concorsi pubblici, uno per un posto di primario radiologo e l’altro per un posto di assistente radiologo, che furono assegnati rispettivamente al Prof Filippo Soricelli e al Dott. Francesco Cerasuolo. In questa data nacque, quindi, la Radiologia degli Ospedali Riuniti per Bambini. Le principali apparecchiature esistenti erano costituite da un apparecchio Gorla-Siama e da un vecchio apparecchio militare americano da campo, donato dall’UNRRA al Santobono, sostituito successivamente con apparecchiature Siemens. Nel 1956, con nuovi concorsi pubblici, si istituirono altri tre posti di assistente radiologo, assegnati al Dr. Ciro Sandomenico (al Pausilipon), Vitaliano Morace (al Ravaschieri), Luigi Tarallo (al Curcio), e aggiunti al posto già esistente del Dr. Cerasuolo (al Santobono), in modo da fornire a tutti i Presidi una copertura radiologica. Furono anche assunti altri tre tecnici di radiologia e tutti i Presidi furono dotati di apparecchiature radiologiche prevalentemente della Siemens. Dopo qualche anno il Dr. Tarallo lasciò il servizio e fu sostituito dal Dr. Maurizio Tortora. Successivamente al “Santobono”, fu impiantato anche un “Infantoskop”, apparecchio, com’è noto, dedicato alla Pediatria e più tardi (1979) la prima TAC pubblica della città di Napoli. Col miglioramento delle attrezzature fu potenziato anche il personale medico, tecnico e infermieristico. Con la riforma sanitaria del 1978 fu sciolto l’Ente Ospedaliero “Ospedali Riuniti per Bambini”, pertanto l’Ospedale “Pausilipon” passò alla USL 37, mentre il Santobono aggregato all’Ospedale Cardarelli entrò a far parte della USL 40, per cui si ebbe la separazione amministrativa dei due ospedali. Questi successivamente alla 217 fine degli anni ’90 sono stati nuovamente riuniti nella attuale AORN (Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale) Santobono-Pausilipon. Negli anni ’60 le Divisioni di Ortopedia e Chirurgia vennero trasferite all’Ospedale Santobono (unite alle divisioni pediatriche già esistenti), per cui quest’ultimo diventò un grande complesso nell’assistenza pediatrica di tutto il Meridione e scomparvero come Ospedali la “Teresa” e “Lina Ravaschieri” e l’Ospedale “Curcio” . A seguito del pensionamento del Prof. Soricelli (1975) l’attività pediatrica fu accentrata nei due Presidi del “Santobono” (con primario radiologo il Dr. Francesco Cerasuolo) e del “Pausilipon” (con Primario radiologo il Prof. Ciro Sandomenico). Nel 1990 si ebbe il pensionamento sia del Dr. Cerasuolo (1954-1990) che del Prof. Sandomenico (1956-1990). Dopo un periodo di due anni in cui la direzione della Radiologia “Santobono” venne affidata, in via provvisoria, al Dr. Maurizio Tortora e quella del “Pausilipon”, sempre in via provvisoria, al Dr. Virginio Molese, fu nominato Primario (per concorso) il Dr. Vincenzo De Ritis, proveniente dall’Ospedale Cardarelli (1992-1999), che assunse la Direzione di entrambe le Radiologie “Santobono” e “Pausilipon”. Dal pensionamento del Dr. De Ritis (1999) a tutt’oggi la direzione della Radiologia è affidata, per circa un anno, in via provvisoria, e successivamente in via definitiva (per concorso), alla Dr.ssa Maria Luisa Valentino. Attualmente, nella Radiologia dell’Ospedale Santobono prestano servizio, oltre al Primario, nove dirigenti radiologi, di I livello, diciotto TSRM e sette infermieri professionali. Le apparecchiature sono costituite da due trocostratigrafi e da un telecomandato con intensificatore di brillanza, oltre tredici apparecchi portatili decentrati nei reparti e nelle sale operatorie. Nel 1997, alla Radiologia “Santobono” è stata impiantata un’attrezzatura per la digitalizzazione delle immagini radiografiche che ha determinato un sensibile miglioramento quali/quantitativo delle prestazioni, oltre a produrre una notevole riduzione della dose di radiazioni e ad evitare la ripetizione dei radiogrammi, specie di quelli eseguiti in corsia. 218 Per il momento, un solo ecografo di medie prestazioni, di marca Aloka, ed un archivio per immagini elettronico completano il parco macchine in dotazione della Struttura Complessa Radiologia Santobono, ma è in corso una gara per l’acquisto di un telecomandato con intensificatore di brillanza, un ecografo di prestazioni medioalte ed un altro digitalizzatore di immagini, da utilizzare in un’altra sezione radiologica distaccata che è stata appena ultimata accanto ai reparti di Pronto Soccorso e di Rianimazione. Sono state invece già acquistate e sono in fase di installazione una Risonanza Magnetica da 1, 5 tesla (marca Philips) e due TC spirali, di cui una multislice (marca Toshiba) All’Ospedale Santobono è attiva una Sezione di Neuroradiologia, trasformata, alla fine degli anni ’90 in Struttura Complessa. La recente organizzazione in Dipartimenti dell’AORN Santobono-Pausilipon ha modificato l’assetto Aziendale e ha determinato la costituzione di sette Dipartimenti tra cui il “Dipartimento dei Servizi” di cui fanno parte le due Radiologie (Radiologia Santobono. Radiologia Pausilipon), il Laboratorio Analisi Santobono, il Laboratorio Analisi Pausilipon, l’Anatomia Patologica, la Medicina Legale, la Farmacia Ospedaliera, mentre la Sezione di Neuroradiologia, di cui è responsabile il Dr. Emilio Cianciulli, è stata aggregata al Dipartimento di Neuroscienze. 1 Tra i diversi esponenti della Radiologia Pediatrica ospedaliera napoletana nella seconda metà del Novecento F Soricelli, F Cerasuolo, C Sandomenico e M L Valentino, soltanto C Sandomenico ha svolto l’attività scientifica di maggior rilievo, di cui purtroppo non è stato possibile ottenere notizie alla fonte. Pertanto i dati riferiti, senz’altro incompleti, provengono dalla letteratura radiologica e pediatrica, in particolare dalla “Radiologia Medica”, dagli atti dei Convegni e dei Congressi e da documenti personali. Al suo “curriculum ospedaliero” si è già accennato nella storia della Radiopediatria Napoletana. Sandomenico (CS), fin dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, fu uno dei principali assertori della creazione di una Associazione di Radiologia Pediatrica con scopi scientifici e promozionali della Radiopediatria in Italia nel solco tracciato dal compianto GS Marchese. 219 Perciò organizzò a Napoli nel 1974 la 1° Riunione Nazionale del Gruppo di Studio di Radiologia Pediatrica in Italia. L’anno successivo, a Genova, si svolse il II Convegno di Radiologia Pediatrica, in cui fu istituita, finalmente, sotto l’egida della SIRMN, la Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica. Nel corso del Convegno l’Assemblea dei soci procedette alla elezione del I Comitato Direttivo della Sezione, di cui fu proclamato Presidente il Prof. Aldo Pelizza; uno dei tre Consiglieri eletti risultò Ciro Sandomenico (CS). Pochi anni dopo (1979) CS fu chiamato a far parte come Consigliere del Comitato Direttivo della Sezione di Studio dell’Osso e delle Articolazioni, non essendovi incompatibilità con la carica analoga che ricopriva nella sezione di Studio di Radiologia Pediatrica. Nel settembre del 1983 in occasione del IX Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica CS fu eletto Presidente del III Comitato Direttivo della Sezione per il periodo 1984 -1987. CS durante la sua attività organizzò alcuni corsi di aggiornamento di Radiopediatria, tra i quali viene ricordato il Corso di particolare interesse cui furono chiamati a svolgere una lezione di aggiornamento alcuni tra i più noti Radiopediatri italiani sul tema: “La Radiologia nel primo anno di vita”. Nel 1985 fu promotore del Convegno svoltosi in Anacapri “Primo incontro Caprese di Radiologia Pediatrica” “Diagnostica per immagini in Endocrinologia Pediatrica”, cui intervennero numerosi Radiopediatri Italiani. CS partecipò attivamente ai Congressi della Sezione di Radiologia Pediatrica fin dalla sua istituzione ed ai Congressi Nazionali della SIRMN, di cui è stato riferito nella cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica e su cui si ritornerà più avanti. Nel trentennio della sua attività radiopediatrica 2 compreso tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta il suo contributo scientifico è stato dedicato principalmente all’apparato scheletrico; sotto questo aspetto nel decennio 1960 - 1970 è stato particolarmente fecondo il suo apporto alla conoscenza nella letteratura radiologica italiana di alcune displasie ossee che venivano via via classificate grazie ai notevoli progressi della Genetica, della Biochimica ed ai contributi della Radiologia. A questo proposito vanno menzionate le pubblicazioni su l’osteopetrosi maligna neonatale, 3 su l’epifisi “a cono”4 su la picnodisostosi. 5 220 Tra le epifisi “a cono” il Nostro distinse due forme: una forma isolata, disostosi periferica di Brailsford, ed una forma associata, riscontrata nel complesso gruppo delle osteodiplasie (acondroplasia, displasia condro-ectodermica, disostosi cleidocranica ecc.) La picnodisostosi da lui e da Del Vecchio fu considerata una osteodisplasia genotipica “di convergenza” per la presenza in essa della componente osteosclerotica con fragilità ossea, di quella disostosica cranio-mandibolare e di quella acro-osteolitica. In un’altra pubblicazione in quel periodo Sandomenico e Del Vecchio, ipotizzarono, sulla base dei dati clinici e radiologici, che la discondrosteosi (o m. di Léri – Weil) e la deformità di Madelung costituissero un’unica entità patologica, con diversa espressività, da inquadrarsi tra le osteodisplasie genotipiche. Contemporanea la pubblicazione (in coll. con E Del Vecchio e F Verrengia) su la “Disostosi metafisaria parziale di tipo acrale o acromicrica”. Fin dal 1960 CS si interessò della displasia condro-ectodermica (DCE) o sindrome di Ellis–Van Creveld di cui è tornato ad occuparsi nel 1967 in uno studio comparativo dei reperti radiologici rilevati a carico del bacino in questa displasia, della distrofia toraco-asfissiante di Jeune (DTA) e dell’acondroplasia (AC) 6 Da un’analisi minuziosa della propria casistica l’A. rilevò le analogie e le discordanze morfologiche presenti nel bacino delle tre forme, con prevalenza delle analogie tra la DCE e la DTA, sottolineandone peraltro la scarsa importanza ai fini della diagnostica differenziale, che deve tener conto piuttosto dei dati clinici e dei reperti forniti dall’esame sistematico dello scheletro. E’ da notare in proposito che, successivamente al lavoro di CS negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, fu identificato sulla base dei caratteri clinici, radiologici ed ereditari un gruppo di displasie ossee, definito gruppo delle coste corte (con o senza polidattilia) comprendente oltre alle già note DCE e DTA i seguenti tipi: tipo I di Saldino-Noonan, tipo III di Majeswski, tipo III di Verma-Naumoff, tipo IV di Beemer-Langer. Per tanto diversi casi interpretati in passato erroneamente come varianti della AC dovrebbero essere considerati, alla luce delle nuove acquisizioni come appartenenti ai diversi tipi del gruppo delle displasie delle coste corte. 7 Un altro tema cui si dedicò CS concerne le alterazioni scheletriche nell’ipotiroidismo a carico di vari segmenti cranio-facciali, vertebrali, pelvici, in una 221 serie di lavori pubblicati negli anni Sessanta, che culminò con l’indagine sulla “Disgenesia metafisaria nell’ambito dell’osteocondropatia ipotiroidea” basata su una ricca casistica (33 osservazioni personali, in cui furono riscontrate alterazioni metafisarie caratteristiche in circa il 48% dei casi). 8 Seguirono negli anni Settanta ed Ottanta pubblicazioni ed interventi a Convegni Nazionali della Sezione Pediatrica ed ai Raduni dei Gruppi Regionali della SIRMN di cui vengono ricordati alcuni dei più significativi: tra le pubblicazioni: “L’ipofosfatasia neonatale” in coll. con S Vaccaro, F Caruso et al. e la “Displasia spondilo-epifisaria congenita letale o ipocondrogenesi” in coll. con G Bandieramonte, A Majoli et al. ambedue stampate su “La Radiologia Medica”, rispettivamente nel 1978 e nel 1982. Da ricordare due contributi pubblicati nelle prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”, il primo attinente ad un caso di forma di displasia mesomelica molto rara 9 e l’altro su un’anomalia di ossificazione della sindrondosi ischiopubica di estrema rarità. 10 Nello stesso periodo CS fece alcuni interessanti interventi a Congressi Nazionali della SIRMN di cui si è già accennato nel capitolo inerente alla cronistoria della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica. Nel 1974 partecipò alla tavola rotonda su le osteosclerosi con la relazione “Le osteosclerosi metaboliche nel bambino” in coll. con M Cammisa ed E Salomoni, svoltasi in occasione del XXVI Congresso Nazionale della SIRMN abbinato al IX Congresso dei Radiologi di Cultura Latina (Venezia, 1974). Al simposio su “La radiologia neonatale”, svoltosi in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, 1980) tenne la relazione “Validità ed attualità dello studio radiologico dello scheletro neonatale”, ed infine nel simposio su “Reperti dubbi o ingannevoli in Radiologia Pediatrica”, in programma al XXX Congresso Nazionale della SIRMN (Milano, 1982) presentò la relazione “Pseudopatologia dell’osso in accrescimento”. La vasta esperienza acquisita nel campo delle osteosclerosi venne raccolta con la coll. di E Del Vecchio, nella monografia: “La Radiologia delle osteosclerosi in età pediatrica”. Un cenno alla produzione scientifica di CS negli altri settori della Radiopediatria, che secondo quanto si è potuto constatare, è stata piuttosto scarsa e consistente in prevalenza in comunicazioni ai Convegni della Sezione di Studio di 222 Radiologia Pediatrica e ai Raduni dei Gruppi Regionali della SIRMN. In una pubblicazione del 1963 l’A. ha preso in considerazione la disfagia crico-faringea in un adulto di 38 anni 11 che viene qui ricordata perché una forma analoga, l’acalasia crico-faringea del neonato, è stata oggetto di una sua comunicazione (in coll. con Di Luigi, Ciaramella et al.) al VI Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Bologna, 1979). Allo stesso Convegno e con gli stessi coll. è intervenuto sulla “Patologia cardio-tuberositaria nella stenosi ipertrofica del piloro”. Altre due comunicazioni inerenti all’apparato digerente sono state presentate in coll. con F Cerasuolo et al. : una su “Le calcificazioni nella peritonite meconiale” al LX Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed insulare della SIRMN (Caserta, 1970) e l’altra sui “Quadri radiologici di “Enterite necrotizzante” al IV Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Torino, 1977). Nel 1970 partecipò al I Corso di Conferenze di aggiornamento, organizzato dal Prof. P Cignolini, in occasione del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN (Palermo) svolgendo la Conferenza (in coll. con B. Caetani) su “Semeiologia e diagnostica radiologica contrastografica dell’addome acuto nel lattante”. Sull’apparato respiratorio uno dei suoi primi lavori risulta: “La broncopneumopatia cronica a focolai disseminati da Klebsiella pneumoniae. 12 Sullo stesso apparato presentò una comunicazione in coll. con M Tortora al LIV Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN, dal titolo: “Il bronco tracheale”. Su altri argomenti CS è intervenuto con una pubblicazione (in coll. con M Tortora). “La lipoidosi di Wolman” 13 e con la comunicazione (in coll. con F Cerasuolo e C Capozzi) su: “Aspetti pseudoneoplastici dell’emorragia e dell’ascesso surrenalico del neonato e del lattante”, presentata al IV Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica (Torino, 1977). Ciro Sandomenico è stato nominato Socio Emerito della SIRM nel 2006 (Nota del curatore). 223 Del Prof. Filippo Soricelli, Primario Radiologo degli Ospedali Riuniti per Bambini (OORRB) di Napoli dal 1954 al 1975 sono riportati nei volumi della “Letteratura Radiologica Italiana”, pubblicati dal 1951 al 1970, i titoli di alcune pubblicazioni, con argomenti che riguardano la Radiodiagnostica generale e la Radiobiologia. Poche le pubblicazioni attinenti alla Radiologia Pediatrica, tra queste una sulla osteopsatirosi, 14 e un’altra su un’anomalia ureterale15 ed infine è citata una comunicazione in coll. con V Morace (Napoli) tenuta al XLIII Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN (Lecce giugno 1961) sulla “Importanza del gas intestinale nella diagnostica radiologica del neonato”. Il “curriculum” ospedaliero di Francesco Cerasuolo (FC) è analogo e coevo a quello di Ciro Sandomenico, com’è già stato notato nella storia degli Ospedali Riuniti per Bambini (OORRB) di Napoli: Assistente Radiologo dal 1954, a seguito di concorso pubblico, con la creazione di un reparto radiologico, poi Aiuto radiologo degli stessi OORRB e infine dal 1975 Primario radiologo dell’Ospedale “Santobono” facente parte dell’ OORRB di Napoli. L’attività scientifica di FC consiste in alcune pubblicazioni attinenti all’apparato digerente su La Radiologia Medica 16, 17, 18 e varie comunicazioni; di una (in coll. con C Sandomenico) “Le calcificazioni nella peritonite meconiale” è già stato riferito. In coll. con lo stesso A e C Capozzi presentò due comunicazioni al IV Convegno della Sezione di Radilogia Pediatrica (Torino 1977): l’una su gli “Aspetti pseudoneoplastici dell’emorragia e dell’ascesso surrenali del neonato” e l’altra su “Quadri radiologici di enterite necrotizzante” Su un altro argomento attinente alle indagini radiologiche nei bambini intervenne in coll. con V Morace al XL Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN trattando il tema: “L’urografia potenziata in pediatria”. A quanto ci consta le ultime comunicazioni di FC furono presentate ai Convegni della Sezione di Radiologia Pediatrica, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; tra le altre da segnalare: “Trauma renale in rene malformato (“rene a ferro di cavallo”), in coll. con M Tortora e G C Zannini dell’Ospedale Pediatrico “Santobono” di Napoli, di cui è stato riferito nella Cronistoria della Sezione di Radiologia Pediatrica ed una serie di comunicazioni inerenti 224 all’impiego della TC (in coll. M Tortora, M L Valentino et al. dell’Ospedale “Santobono”) di cui è stata data notizia nella stessa cronistoria. Non è stato possibile ottenere informazioni dirette dalla Dr.ssa Maria Luisa Valentino (MLV) sul suo “Curriculum” ospedaliero fin dall’inizio della sua attività, se non per quel che riguarda gli anni recenti. Nel capitolo della Storia della Radiologia Pediatrica Ospedaliera di Napoli si è già visto che dal pensionamento del Dr De Ritis la Direzione della Radiologia Pediatrica era stata affidata per circa un anno e successivamente in via definitiva (per concorso) alla Dr.ssa ML Valentino. Anche per la sua attività scientifica dobbiamo limitarci a quanto ci è stato possibile acquisire dalla letteratura radiologica e dagli atti dei Convegni Nazionali della Sezione di Radiologia Pediatrica. Sono già stati riferiti nella cronistoria dei Convegni VI (Bologna), VII (Roma) e VIII (Trieste) le comunicazioni presentate da MLV (in coll. coi radiologi dell’Ospedale Santobono); ci limiteremo a ricordare il suo contributo all’impiego della TC in Pediatria, di cui l’Ospedale Santobono, com’è già stato ricordato nella parte generale, primo Ospedale Pediatrico in Italia, aveva avuto la disponibilità fin dal 1979, consistente nello studio della “patologia invasiva addominale”, nella “patologia renale e surrenale” in età pediatrica ed in ricerche dosimetriche con confronto tra dose assorbita in esami tradizionali e urografici in età pediatrica. Dopo una lunga pausa, MLV agli inizi del Duemila, riprese l’attività scientifica con una pubblicazione su :”La Radiologia Medica” 19 e con un’impresa sensazionale, la fondazione di una rivista di Radiopediatria: “Il Giornale di Radiologia Pediatrica”, allo scopo di creare una rivista italiana dedicata alla diagnostica per immagini in Pediatria. L’iniziativa della Valentino, di per sé lodevole e coraggiosa, ma un po’ troppo ambiziosa, non era esente da molti ostacoli e incontrò subito delle critiche, se pure associate a apprezzamenti ed incoraggiamenti. La rivista vedeva la luce in un’epoca di globalizzazione anche delle diverse attività scientifiche e interessava una materia in cui già da tempo esistevano importanti riviste internazionali esclusivamente a carattere radiopediatrico quali il “Pediatric Radiology” ed altre quali l’ “American Journal of Roentgenology” e “Radiology” per non citare che le più diffuse e di maggior prestigio in ambito internazionale e che avevano rubriche dedicate ad argomenti di interesse pediatrico. 225 Anche la nostra “La Radiologia Medica”, che da sempre accoglieva lavori attinenti alla Radiopediatria avrebbe presto assunto definitivamente un carattere internazionale con la pubblicazione di tutti i lavori in testo bilingue, italo-inglese. Il “Giornale di Radiologia Pediatrica” esordì all’inizio del 2002, con la direzione della stessa Valentino e periodicità quadrimestrale. Le prime pubblicazioni, riportate negli anni 2002 e 2003 di MLV e dei suoi coll. (F Esposito, D Noviello, M Giugliano, M Guerriero et al.) riguardano temi di Radiopediatria di notevole interesse per i loro risvolti pratici: “Valutazione ecografica del recesso anteriore dell’anca in età pediatrica. Anatomia normale”; “L’impiego della TC nelle emergenze addominali pediatriche”; “La stenosi ipertrofica del piloro e l’invaginazione intestinale, studiate con l’ecografia”; “Lesioni traumatiche tracheobronchiali” e “Falling lung sign”. Un altro argomento classico “Semeiotica radiologica nella patologia toracica pediatrica d’urgenza” viene trattato dai coll. di MLV (D Noviello, F Esposito, A Strino et al.). Alcune pubblicazioni attinenti alla Neuroradiologia pediatrica completavano i primi numeri della rivista. Ne erano autori Emilio Cianciulli, responsabile della struttura complessa di Neuroradiologia (AORN) ed i suoi coll. M Consiglio Buonocore e G Carannanti. Tra gli argomenti principali trattati vengono citati: “Considerazioni sulla validità dello studio RM nelle anomalie della migrazione neuronale” e “Traumi cranioencefalici e vertebro-midollari”. In sostanza le pubblicazioni della rivista vertevano su temi di Radiopediatria di notevole interesse, puntualizzandone, con aggiornamenti gli aspetti clinici e diagnostici, utili per i giovani radiologi alle prime armi e per i radiologi, che operavano in Ospedali generali con Reparti di Pediatria. Nonostante questo lato positivo, la rivista che, come abbiamo già rilevato, era stata oggetto di critiche e osservazioni, dovette ben presto cessare le pubblicazioni. A mio avviso le cause determinanti la breve vita della rivista, furono molteplici, tra l’altro la scarsa opera promozionale esercitata a livello degli ambienti radiologici e pediatrici, i costi elevati, la scarsità di materiale da pubblicare, la concorrenza delle altre riviste ben affermate. 226 Nello stesso periodo MLV svolse attività scientifica partecipando al XL Congresso della ESPR, svoltosi a Genova nel 2003 in cui presentò una comunicazione (in coll. con F Esposito, D Novello): “Anterior Joint capsule of the hip in children: ecocolor-doppler evaluation in healthy and painful hips” e due poster di cui uno più interessante: “Acute enteritis as atypical onset of infectious mononucleosis: diagnosis by color–doppler–US”. Storia della Radiologia Pediatrica Universitaria Trattando della Storia della Radiologia Pediatrica a NAPOLI è doveroso ricordare il ruolo svolto in questo campo dall’analoga branca universitaria, nata, come vedremo, nel 1978. A questo punto ci sembra opportuno riportare alcune notizie sulla nascita della Pediatria e della Radiologia napoletane, cui la Radiopediatria è strettamente legata. La prima scuola di Pediatria sorse a Napoli nel 1887 allorché il Prof. Francesco Fede, considerato uno dei fondatori della Pediatria Italiana, ottenne dalla Facoltà l’incarico di tenere un corso libero di Medicina Infantile e tre piccoli ambienti nell’Ospedale “Gesù e Maria”. Tre anni dopo nel 1890 fu data alla Clinica Pediatrica una sede più ampia, divisa su due piani, nello stesso Ospedale “Gesù e Maria”, dove rimase per circa 15 anni. Nel 1904 la Clinica fu trasferita in alcuni locali dell’ex chiostro di S.Andrea delle Dame, nell’ammezzato sottostante alla Clinica Ostetrica. Così la trovò il Prof. Rocco Jemma nel 1913 (1913-1936), che prese il posto del Direttore Prof. Fede, giubilato. Durante la direzione del Prof. Jemma la Pediatria napoletana fece grandi progressi ed acquistò notevole prestigio, culminando con la costruzione della nuova Clinica Pediatrica (1972), che attualmente fa parte del “vecchio” Policlinico situato in Piazza Miraglia. In questa sede si sono avvicendati illustri Pediatri quali il Prof. Luigi Auricchio, in carica dal 1936 al 1964 e il Prof. Luigi Murano dal 1964 al 1980, rimasti fedeli alla vecchia sede anche dopo la costruzione, nell’anno 1970-71 del modernissimo “nuovo” Policlinico di Cappella dei Cangiani, situato alle spalle dell’Ospedale “Cardarelli”. Nel 1972 venne istituita la Seconda cattedra di Pediatria con Direttore il Prof. Salvatore Auricchio. 227 L’attività assistenziale iniziò nell’anno 1973 con reparti di degenza di Pediatria Generale e specialistica e di Chirurgia Pediatrica. Presso la Clinica Ostetrica rimase ubicato solo il Nido. Nel 1975 venne aperto il reparto di Terapia Intensiva per Immaturi. In seguito alla legge 382 / 80 fu istituito il Dipartimento di Pediatria come I Dipartimento nell’ambito clinico dell’Università di Napoli, progettato e diretto dal Prof. Armido Rubino. Nel 1994 gli successe per la durata di 3 anni, il Prof. Filippo Ciccimarra, ed in seguito, dall’anno 1997 fino ad oggi il Prof. Generoso Andria. Durante questi anni il Dipartimento ha sviluppato una notevole attività scientifica sostenuta dall’alta professionalità clinico – specialistica del personale medico e infermieristico. Attualmente il Dipartimento Pediatrico è articolato, dal punto di vista assistenziale, in due dipartimenti clinici, a loro volta comprendenti varie aree funzionali suddivise in diversi settori e unità specialistiche. Tra questi i più importanti a livello sia Regionale che Nazionale sono: Oncologia; Gastroenterologia con endoscopia; Malattie respiratorie e Unità di Fibrosi Cistica; Endocrinologia; Epatologia generale e dei trapianti; Immunologia; Malattie infettive e AIDS Pediatrico; Reumatologia; Malattie metaboliche e genetiche; Area funzionale di Neonatologia e Terapia Intensiva e Sub-Intensiva Neonatale. Al Dipartimento è associata anche un’area funzionale di Chirurgia Pediatrica con i settori di: Chirurgia Neonatale, Toracica, Oncologica, Urologica e Microchirurgia. Nella Clinica Pediatrica, oltre alla Sezione di Radiologia fanno capo alcune Cliniche del II Ateneo tra cui: Chirurgia Pediatrica; Neuropsichiatria Infantile; Nefrologia Pediatrica. In totale il Dipartimento Pediatrico conta circa 220 posti letto oltre il “Day Hospital”. Nel secolo scorso alla guida della Radiologia Napoletana si sono avvicendati eminenti personalità: il Prof. Mario Bertolotti, uno dei Padri della Radiologia Italiana; il suo allievo, Prof. Giuseppe Muscettola, cui spetta, tra l’altro, il merito della 228 realizzazione nell’anno 1971-72 della Facoltà di Medicina dell’Università Federico II di Napoli (attuale I Ateneo) nell’ambito del “nuovo” Policlinico. Il Prof. Ernesto Porta, successore del Prof. Muscettola e suo allievo, durante la sua direzione (1976 -1994) incrementò notevolmente l'attività scientifica e didattica dell’Istituto di Radiologia, collaborando attivamente con le principali Cliniche Universitarie napoletane e promosse la diffusione delle nuove tecnologie, TC e RM, nella Campania. Con la fondazione della Rivista “Italian Current Radiology” di cui fu direttore fino al 1993, intese richiamare l’attenzione alle notevoli possibilità diagnostiche acquisite dalla Radiologia con le nuove tecnologie ed al tempo stesso dare più spazio all’attività scientifica della Scuola Radiologica napoletana. Dopo la scomparsa del Prof. Porta, avvenuta nel 1994, il Prof. Angelo Fanucci subentrò per un anno alla direzione dell’Istituto di Scienze Radiologiche di Napoli, che nel frattempo era divenuto “Dipartimento assistenziale di Diagnostica per immagini e Radioterapia”, cui successe il Prof. Franco Smaltino rimasto in carica fino al 1999. Dal 2000 il Dipartimento è diviso in due aree funzionali di Diagnostica per immagini: la prima, diretta dal Prof. Marco Salvatore, comprende la radiologia generale, la sezione TC, due sezioni di RM, la PET e l’ecografia; l’altra diretta dal Prof. Antonio Sodano comprende un reparto di radiologia generale, l’ecografia, una TC e le sezioni cosiddette esterne presso varie Cliniche: pediatrica, ortopedica, odontostomatologica e la senologia. La Sezione di Radiologia Pediatrica, nata nel 1978, fu fortemente voluta dal Prof. Ernesto Porta, che negli anni Sessanta, aveva approfondito, in Svezia, nel prestigioso Ospedale “Karolinska”, le sue conoscenze di Radiodiagnostica cardiovascolare, sovratutto nel settore delle cardiopatie congenite, oggetto di numerose monografie, pubblicazioni e relazioni. 20 Ernesto Porta, durante l’esperienza acquisita nell’Ospedale svedese si rese conto dell’importanza dell’istituzione di una “Radiologia Pediatrica” come branca autonoma della Radiologia generale. La Sezione che fu collocata al piano terra della Clinica Pediatrica comprendeva una sala di diagnostica ed una stanza adiacente. Fu assegnato in dotazione un ortoclinoscopio (Triselenix) della ditta Siemens, con intensificatore di 229 brillanza ed una sviluppatrice manuale che nel 1992 fu sostituita da una sviluppatrice automatica. Soltanto dal 1990 la Sezione ha acquisito un moderno apparecchio digitaletelecomandato Siregraph CF 33-4 completo di accessori (Fluorospot T.O.P. Polidoros SX, teleradiografo 40 x 90 della ditta Siemens) affiancato da una stampante “Laser Scopix LR 5200” della ditta Agfa, che permettono di eseguire esami radiografici sia funzionali che morfologici di altissima qualità con minor dose di radiazioni. Nel 2003 è stato acquistato anche un apparecchio per la registrazione su nastro magnetico utile per lo studio delle patologie dell’apparato digerente. La sezione dispone di tre apparecchi portatili della Siemens collocati, uno nel reparto di terapia intensiva neonatale, il secondo nella sala operatoria ed il terzo per l’esecuzione degli esami urgenti “a letto” a pazienti non trasportabili. Dal 1993 la Sezione è dotata di una sala ecografica e di un apparecchio “Logic 400 MD” della ditta “GE Medical System Italia” che ha possibilità di studio ecodoppler. La Sezione, essendo distaccata, deve appoggiarsi (con qualche difficoltà organizzativa) per gli esami TC, RM e scintigrafici al Dipartimento assistenziale di Diagnostica per immagini e Radioterapia e per gli esami neuroradiologici alla Neuroradiologia Universitaria diretta dal Prof. R Elefante. Dal 1996 la sezione è dotata di un archivio ove sono riposti gli esami radiografici ed ecografici. Attualmente la Sezione di Radiologia Pediatrica è composta da: una sala di diagnostica con apparecchio digitale telecomandato; una camera oscura; una piccola stanza contigua di preparazione; una sala ecografica; uno studio medico dove si effettua la refertazione e si svolge l’attività didattica; una stanza per l’accettazione dei pazienti; una stanza archivio. L’archiviazione degli esami avviene al momento della registrazione degli stessi al computer. Esiste il Servizio di “Pronta disponibilità”, coperto 24 ore su 24, la mattina dalle 8 alle 14, dalla Dott.ssa Dolezalova Porta e nel restante orario dai radiologi del Dipartimento Come punto di riferimento per l’attività assistenziale è stato considerato l’anno 2004 che, secondo la fonte della statistica, è analogo sotto questo aspetto agli anni 230 più vicini e ammonta a circa 4800 esami complessivi all’anno, così distribuiti: circa 3400 per la radiologia tradizionale e 1400 per l’ecografia. A questi vanno sommati circa 250 indagini eseguite con la TC, in prevalenza del torace cui seguono quelle dell’addome (approssimativamente il 30%) e altre cinquecento, eseguite con la RM di cui all’incirca il 90% dell’encefalo e le restanti comprendenti il torace e l’addome. Il primo responsabile della Sezione, dal marzo 1978, è stato il Prof. Oscar Tamburrini, sotto la guida del Prof. Ernesto Porta, affiancato da uno specializzando il Dott. Gianluca Di Guglielmo, un tecnico sanitario di radiologia medica (TSRM) e tre infermiere pediatriche. Nel 1980 sono stati assegnati alla Sezione altri due medici specializzandi: Dott. Angelo De Iuri e il Dott. Piero Palescandolo; due TSRM e tre infermiere pediatriche. Nel 1982 è subentrata al Prof. Tamburrini la Dott.ssa Hana Dolezalova Porta (HDP) che dall’anno 1990 ad oggi (2003) è l’unica responsabile sia per l’assistenza che per la didattica, sotto la direzione del Prof. Antonio Sodano, Direttore di una delle due aree funzionali del Dipartimento. Attualmente la Dott.ssa Hana Dolezalova Porta è affiancata da due tecnici strutturati e due infermiere professionali pediatriche che svolgono anche alcune funzioni amministrative, non essendo la sezione dotata di una segreteria. Nel contesto della Scuola di Specializzazione in Radiologia e del Diploma Universitario per TSRM, attualmente trasformato in corso di laurea triennale, la Sezione è frequentata periodicamente per due-tre mesi da giovani specializzandi in Radiologia e da allievi Tecnici del corso triennale sia gli uni che gli altri in gruppi di 3 unità. L’attività ecografica della Sezione è stata guidata dal Dott. Angelo De Iuri, che ha fornito ottimi ecografisti pediatrici, tra gli altri il Dott. Francesco Esposito, (attuale ecografista dell’Ospedale Pediatrico “Santobono”). Attualmente i responsabili della sezione ecografica sono i dottori Gianfranco Vallone e Michele Amitrano, contrattisti presso l’Istituto di Radiologia, che svolgono l’attività ecografica con la collaborazione degli specializzandi21. 231 La Dott.ssa Hana Dolezalova Porta (HDP), nata a Policenad Metuji (Cecoslovacchia) nel 1944, si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università Jan Evangelista Purkyne di Brno nel giugno 1968. Trasferitasi a Napoli, dopo aver acquisito la cittadinanza italiana, sostenne gli esami prescritti per la convalida della laurea in Italia, che venne confermata presso l’Università degli Studi di Napoli nel dicembre del 1972. Presso la Scuola di Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia della stessa Università conseguì nel giugno 1978 il diploma di specializzazione in Radiologia e Radioterapia. Dopo aver frequentato, durante l’anno 1975, come medico interno l’Istituto di Radiologia dell’Università, prestò servizio presso l’Istituto di Radiologia della I Facoltà diretto dal Prof. Enrico del Vecchio, in qualità di Medico Interno Universitario con compiti assistenziali. Dal giugno 1980 fu inquadrata nel ruolo di ricercatore per la disciplina Radiologia. Dal 1983 fu trasferita con la stessa qualifica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli (oggi Università Federico II) ove presta tutt’ora servizio presso l’Istituto di Scienze Radiologiche diretto fino al 1994 dal Prof. Ernesto Porta, successivamente divenuto Dipartimento Assistenziale di Diagnostica per Immagini e Radioterapia. Dall’anno accademico 1986-87 le furono conferite le mansioni di “Aiuto con compiti assistenziali”. Dal 1987, come abbiamo già detto, è responsabile della Sezione di Radiologia Pediatrica Universitaria di Napoli. Dal 1978 la Dott.ssa HDP ha svolto una intensa e qualificata attività didattica. Negli anni accademici 1978-79, 1979-80, 1981-82 e 1982-83 le è stato conferito l’incarico di insegnamento in Radiologia pediatrica presso la Scuola di Specializzazione in Radiologia diagnostica dell’Università di Napoli e nell’anno accademico 1981-82 presso la Scuola di Specializzazione in Radiologia oncologica. 22 Dall’anno 1984 fino ad oggi la Dott.ssa HDP svolge lezioni di Radiologia Pediatrica per le seguenti Scuole di Specializzazione: Radiologia, Chirurgia pediatrica, Pediatria e per il corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. 232 Dall’anno accademico 2001-2002 presta servizio della stessa materia per il Corso di Laurea di I Livello di “Tecniche radiologiche per immagini e per radioterapia” al Policlinico e all’Ospedale “Cardarelli”. In sostanza l’attività scientifica della Sezione fin dalla sua istituzione è stata svolta dalla Dott.ssa HDP in collaborazione a radiologi dell’Istituto di Scienze radiologiche dell’Università di Napoli e di O Tamburrini, che come abbiamo visto, l’ha preceduta come responsabile del Servizio nel decennio 1978-1987. Le pubblicazioni scientifiche della Dott.ssa HDP attinenti alla Radiopediatria ammontano a una trentina senza considerare le sue collaborazioni a due trattati di cui sarà detto più avanti. La parte maggiore e più interessante dai lavori (circa il 43%) riguarda l’apparato uro-genitale; segue il 27% sull’apparato digerente. Il restante 30% comprende pubblicazioni sull’apparato respiratorio, di oncologia e su argomenti diversi di radiopediatria. L’interesse della Dott.ssa HDP si è concentrato sull’apparato urinario sia dal punto di vista della metodica di indagine che della patologia. Tra l’altro si è occupata di un aspetto poco studiato del reflusso vescico-ureterale: la correlazione di questo fenomeno con le disfunzioni vescico-sfinteriche 23 e del reflusso uretro–vaginale (R.U.V) un argomento all’epoca studiato da urologi e radiologi pediatri. Su questa problematica HDP, O Tamburrini ed alcuni giovani radiologi dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli sulla base di una consistente casistica esaminata con cisto-uretrografia minzionale, hanno fatto una messa a punto della problematica del R.U.V. nelle bambine con una disamina delle varie ipotesi patogenetiche prospettate nella letteratura anche sulla base della esperienza personale. 24 La HDP insieme ai colleghi dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli CC Cirillo e A Maurano ed ai colleghi della Cattedra di Radiologia dell’Università di Reggio Calabria (O Tamburrini ,F Giardinetti e C Zanobini) ha apportato un notevole contributo al ruolo ancora svolto alla fine degli anni ‘80 alla radiologia tradizionale nella diagnostica, nella stadiazione e nel follow-up dei tumori renali e pararenali in età infantile con una relazione presentata alla tavola rotonda, avente per tema questa patologia, in occasione del XII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica (Copanello, Settembre 1989) 233 Nel campo della patologia dell’apparato digerente apprezzabile il lavoro sulla “Radiologia nella stipsi cronica” in collaborazione con O Tamburrini ed il noto gastroenterologo S Cucchiara. 25 Inoltre HDP ha contribuito all’elaborazione di due importanti trattati: I) ”Cardiologia clinica” coautori: E Porta, O Tamburini, A Sodano. Ed. Idelson Napoli, 1986. II) ”Radiologia oggi”, in cui ha collaborato con F Smaltino, E Porta, O Tamburini al capitolo di Radiologia Pediatrica. Ed. Idelson Napoli, 1990. Infine a partecipato alla ricerca con carattere interdisciplinare nell’ambito universitario. Da segnalare anche la sua partecipazione negli ultimo anni al 101° incontro della American Roentgen Ray Society” (29.04-4.05 2001) con lo studio ecografico della giunzione gastro-esofagea nei bambini, e a due seminari tenuti durante il Congresso organizzato dalla Clinica Pediatrica sul tema: “Nuove frontiere nella diagnosi e nel trattamento delle malattie polmonari del bambino”. Dopo questa rassegna sul “curriculum” HPD ritengo opportuno accennare alla sua umanità che ho potuto apprezzare nei colloqui e nello scambio epistolare con lei avuti nel corso della realizzazione di questo libro. Essa ha tenuto sempre viva la Memoria del Prof. Ernesto Porta, suo marito e maestro. Durante gli ultimi anni si è impegnata in un’attività caritatevole recandosi per sei volte e trattenendosi per tre settimane in Benin (Africa Nord occidentale) nella Missione dei Frati Camilliani, ove ha prestato la sua opera sia professionale che assistenziale. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 E’ stato riportato pressoché integralmente il testo puntuale elaborato dalla Dott.ssa M L Valentino, cui va il mio sentito ringraziamento 2 Non vengono considerati i lavori di radiodiagnostica generale pubblicati in precedenza 3 C Sandomenico, M Tallarino: L’osteopetrosi acuta maligna del neonato. Contributo casistico clinico radiologico. Nuntius Rad. 30: 732, 1964 4 C Sandomenico: La disostosi periferica e l’epifisi “a cono”. Radiol Med 50: 736-749, 1964 5 C Sandomenico, E Del Vecchio: La picnodisostosi. Inquadramento classificativo e patogenetico. Radiol Med 53: 160-181, 1967 6 C Sandomenico, E Del Vecchio, F Verrengia: Aspetti radiologici del bacino nell’acrondroplasia, nella displasia condro-ectodermica di Ellis-Van Creveld e nella distrofia toracica asfissiante di Jeune. Nuntius Rad. 33: 271-288, 1967 234 7 International classification of osteochondrodysplasias. The International Working Group on Costitutional Diseases of Bone / Communicated by J Spranger. Eur J Pediatr 151:407-415, 1992 8 C Sandomenico, E Del Vecchio, F Verrengia: La “disgenesia metafisaria” nell’ambito dell’osteocondropatia ipotiroidea. Nuntius Rad 33: 485-498, 1967 9 C Sandomenico, ML Sandomenico: Mesomelic displasia with “normal or relatively long fibula”, slight micrognatia and brachymetatarsal (IV-V) in a six-year-old girl. Pediatr Radiol 13: 47-50, 1983 10 C Sandomenico, O Tamburrini: Bilateral accessory ossification center of the ischio-pubic synchondrosis in a female infant. Follow-up for over a three year period. Pediatr Radiol 10: 233-236, 1981 11 C Sandomenico: La disfagia crico-faringea. Radiol Med 49: 360-366, 1963 12 L Valoroso, C Sandomenico: Broncopneumatia cronica a focolai disseminati da Klebsiella pneumoniae. Contributo clinico. La Riforma Medica LXXIII : 934 13 C Sandomenico, M Tortora, B Caetani: La lipoidosi di Wolman. Radiol Med 58: 144-148, 1972 14 F Soricelli, C Lippi: Contributo clinico-radiologico nell’osteopsatirosi. Il Progresso Med VIII: 16, 1952 15 F Soricelli e C Sandomenico: La triplicazione pelvi-ureterale. Nuntius Radiol XX: 670, 1954 16 F Cerasuolo: Eccezionale caso di diverticolo esofageo. Radiol Med 59: 781-784, 1973 17 F Coucourde, F Cerasuolo, G Zannini: Le atresie dell’esofago. Radiol Med 60: 1064-1074 1974 18 F Coucourde, F Cerasuolo: “Le ernie diaframmatiche da lacune congenite nell’età pediatrica. Radiol Med 60: 640- 651, 1974 19 F Amodio, F Esposito, D Noviello, M Giugliano, ML Valentino: Uretere a doppio fondo cieco non comunicante. Presentazione di un inusuale caso. Radiol Med 103: 543-546, 2002 20 Tra le relazioni segnalate quella svolta al XXV Congresso Nazionale della SIRMN (Montecatini Terme, Giugno 1972) sulla “Radiodiagnostica angiocardiografica anatomo-funzionale delle cardiopatie congenite”. 21 Le notizie fin qui riportate sono state fornite dalla Dott.ssa Dolezalova Porta, che ringrazio sentitamente. 22 I dati riferiti inerenti al curriculum della Dott.ssa Dolezalova Porta sono stati tratti dal suo curriculum pubblicato su “Il Radiologo” XXXIII:141. 1999 23 A Savanelli, C Pecoraro, H Dolezalova: Il reflusso vescico-ureterale e disfunzioni vescicosfinteriche in età pediatrica. Ped Med Chir (Med Surg Ped) 11: 333-336, 1989 24 O Tamburrini, P Palescandolo, A Bartolomeo-De-Iuri, H Dolezalova, E Porta: Il reflusso uretrovaginale. Radiol Med 70:11-15, 1984 25 O Tamburrini, A Bartoloneo-De-Iuri, S Cucchiara, H Dolezalova et al: Radiol Med 71: 657-664, 1985 235 La storia della Radiologia del Policlinico di BARI è legata al trasferimento della Clinica Pediatrica Universitaria di quella città dai vecchi locali situati presso l’”Ospedaletto dei Bambini” nei nuovi e spaziosi ambienti costruiti nell’ambito del Policlinico, avvenuto secondo fonte ufficiale nel marzo del 1967. 1 Tra i vari reparti costituenti la Clinica Pediatrica, di degenza, dei servizi, dei laboratori è compresa anche la radiologia. In questo periodo è direttore della Clinica Pediatrica il Prof Federico Vecchio, allievo del Prof. Auricchio di Napoli, succeduto al Prof. Bruno Trambusti, proveniente dalla Scuola Fiorentina di Comba, cattedratico a Bari dal 1937 al 1964, anno in cui è stato giubilato. Durante la sua direzione durata fino al 1981, il Prof. Vecchio attua un potenziamento delle discipline pediatriche, costituendo l’Istituto di Puericultura, attivando gli insegnamenti di Auxologia normale e patologica e di Neonatologia. A lui succede il Prof. Francesco Schettini, già direttore dell’Istituto di Puericultura. Non starò qui a descrivere la diverse trasformazioni cui va incontro la Clinica Pediatrica di Bari tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso ma solo le più importanti. Il Prof. Schettini cambia la denominazione dell’Istituto di Clinica Pediatrica in Istituto di Pediatria Clinica e Preventiva e nel 1990 promuove la costituzione del Dipartimento di Biomedicina dell’età evolutiva comprendente la Clinica Pediatrica, la Chirurgia Pediatrica, la Neuropsichiatria Infantile, la Fisiologia e la Patologia Cardio-vasale. Piuttosto scarne le notizie raccolte alla fonte sulla Radiologia Pediatrica del Policlinico di BARI. Nata, secondo quanto abbiamo visto, come sezione distaccata del Reparto Ospedaliero di Radiologia, è ubicata nell’edificio della Clinica Pediatrica Universitaria. Viene chiamato a dirigerla il Dott. Luigi Arciuli assistente dell’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof Pietro Del Buono. Nel 1969 il Dott. Arciuli lascia la direzione della Radiopediatria di Bari essendo diventato Primario Radiologo dell’Ospedale di Gioia del Colle. Segue un periodo di circa tre anni, durante il quale la responsabilità del Servizio Radiologico viene affidata all’Istituto di Radiologia dell’Università diretto dal Prof Neopolo Macarini, successore del Prof. Del Buono. Successivamente la gestione della 236 Radiologia Pediatrica del Policlinico passa al Settore Ospedaliero e viene affidata al Dott. Giovanni Falcone, Aiuto radiologo del Dott. Leonardo Martinelli, Primario del Reparto Ospedaliero di Radiologia. Dal 1996 all’avvenuto pensionamento del Dott. Falcone, subentra la Dr.ssa Amelia Martinelli, in qualità di responsabile dell’UO semplice di Radiologia Pediatrica, afferente all’UO Radiodiagnostica diretta dal Prof. Giuseppe Angelelli, Direttore dell’Istituto di Radiologia, Radiodiagnostica e Radioterapia del Policlinico di Bari. La sezione di Radiologia Pediatrica svolge l’intero arco di attività diagnostica di interesse specifico (RX, Eco, TC e RM). 2 La Dott.ssa Amelia Martinelli (AM) attuale (2003) responsabile dell’UO semplice di Radiologia Pediatrica del Policlinico di Bari, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel novembre del 1978 e la specializzazione in Radiodiagnostica presso l’Università di Bari nel luglio del 1982, ottenuta con il massimo dei voti e la lode Diviene assistente di ruolo presso il Settore Ospedaliero di Radiologia del Policlinico di Bari nell’aprile del 1981. In questo periodo partecipa a corsi di aggiornamento post-universitario in Radiodiagnostica. Fin dall’inizio della sua attività AM si dedica prevalentemente alla radiodiagnostica pediatrica. Perfeziona la sua preparazione in questa branca della Radiologia frequentando i Reparti Radiologici dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova (1982) e dell’Ospedale “Des Enfants-Malades” di Parigi (1982); inoltre approfondisce la sua preparazione in Ecografia presso il Servizio di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. Successivamente frequenta le Sezioni di RM dell’Istituto IRCCS San Raffaele di Milano. AM è iscritta dall’inizio degli anni Ottanta alla Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della stessa Associazione, di cui diviene Consigliere nel Comitato Direttivo nel quadriennio 2000-2003. Dal 1984 è membro attivo della Società Europea di Radiologia Pediatrica (ESPR). 3 Ha partecipato assiduamente ai Convegni e Convegni della SIRM (N) e negli ultimi anni ha presentato alcune comunicazioni e posters ai Congressi della ESPR, come sarà detto più avanti. 237 L’attività scientifica nell’UO di Radiologia Pediatrica è stata svolta dai Dottori L Arciuli (LA) e G Falcone (GF) e principalmente dalla Dott.ssa A Martinelli (AM). Il Dott. GF fino dalla fine degli anni Sessanta, quand’era assistente dell’Istituto di Radiologia dell’Università, si è occupato anche di radiologia Pediatrica, collaborando con il Prof. N Serio a due comunicazioni attinenti alla Radiopediatria, presentate al LIV Raduno Centro-Meridionale e Insulare della SIRMN, come è già stato notato precedentemente. Durante l’incarico di Dirigente del Serv. Radiologico del Policlinico il Dott. LA ha continuato l’attività scientifica in campo pediatrico, pubblicando tra l’altro due lavori, l’uno su la sindrome di Ellis Van Creveld 4 e l’altro (in coll. con il Prof. Vecchio) attinente a uno studio sulla sindrome celiaca. 5 GF risulta autore di una pubblicazione su un caso di sindrome di Larsen in un bambino di 18 mesi 6 e di una comunicazione (con la coll. di A Leggio e V Venchi) “Nostra esperienza nella diagnostica radiologica dei processi espansivi retroperitoneali”, presentata al IV Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Torino 1977). Non essendo stato possibile ottenere da AM un elenco delle sue pubblicazioni per l’analisi della sua attività scientifica mi riferirò a quanto ho potuto rintracciare dalla letteratura radiologica italiana ed estera. Fin dagli inizi degli anni Novanta AM ha presentato ai congressi Nazionali della SIRMN insieme a comunicazioni attinenti ad affezioni dell’adulto comunicazioni e posters riguardanti patologie proprie dell’età pedaitrica. Così è avvenuto nel XXXIV Congresso (Torino, 1990) con la comunicazione (in coll. con G Martinelli, C Florio et al.) su “L’imaging integrato delle anomalie vascolari del polmone (studio su 9 casi)” e con il poster (in coll. con G Martinelli, S Schettini, D De Matteis et al.) su “RM ed emocromatosi nella β thalassemia maior”, in cui sono stati studiati soggetti in età pediatrica e giovani adulti. Altri due posters (in collaborazione con radiologi e pediatri del Policlinico di Bari) attinenti a casistica pediatrica sono stati esposti al XXXVIII Congresso Nazionale della SIRMN (Milano 1998) ed al XL Congresso della stessa Associazione (Rimini, 2002) 238 Nel giugno 2000 in occasione di un Convegno organizzato a Bari dalle tre Sezioni di Radiologia della SIRMN, Muscolo-Scheletrica, Pediatrica e Diagnostica per Immagini in Medicina dello Sport, avente per tema “Clinica e Diagnostica per immagini nella patologia muscolo-scheletrica in età pediatrica” AM tiene una relazione “Diagnostica per immagini delle lesioni scheletriche da patologia disendocrinopatica”. Verso la fine del secolo scorso ed all’inizio del nuovo secolo la Martinelli partecipa attivamente ai Congressi della ESPR, che si svolgono in quel periodo: XXXIV Congresso (Lugano 1997); XXXV (Rodi, 1998); XL (Genova, 2003) in cui presenta 6 posters. Di questi, quattro riguardano casi pediatrici con affezioni interessanti per la loro rarità o per aspetti particolari. Di notevole interesse per la patologia considerata e la metodica impiegata sono i due posters attinenti allo studio delle bronchiectasie nella fibrosi cistica, basato sull’esperienza personale di AM e dei suoi collaboratori. Il primo, presentato al XXXV Congresso (Rodi, maggio 1998), riguarda la revisione di queste alterazioni mediante la TC ad alta risoluzione e l’altro, esposto al XL Congresso (Genova, maggio 2003),con la collaborazione dei colleghi dell’Istituto di Radiologia dell’Università, ove viene eseguita la ricostruzione 3-D Multiplanare dell’albero bronchiale nei pazienti affetti da fibrosi cistica mediante “multidetector virtuale”, che consente una valutazione effettiva dello stato bronchiale di questi pazienti, in cui la broncografia è controindicata, con una indagine non invasiva. AM ha svolto e svolge tuttora attività didattica, che le è stata conferita dalla Clinica Pediatrica Universitaria di Bari, presso l’UO di Radiologia in cui presta servizio. E’ con dolore da parte del curatore rendere noto al lettore che la Dott.ssa Martinelli è mancata tragicamente dopo breve malattia alla fine di ottobre del 2005. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 F Schiettini: La Pediatria italiana tra cronaca e storia. Bari. Riv Ital Pediatr (IJP) 1 (Suppl al N 3): 21-23, 1991. Secondo altra fonte (Dott V Genchi) il trasferimento sarebbe avvenuto nel 1966 2 Non sono pervenute le notizie richieste sull’attività assistenziale, svolta attualmente e in passato dal Policlinico di Bari. 239 3 Le notizie riferite sono state tratte dalla biografia pubblicata su “Il Radiologo”, XXXIII: 142-143, 1999 in occasione della presentazione delle candidature per l’elezione del Comitato direttivo della Sezione di Radiologia Pediatrica. 4 L Arciuli: La sindrome di Ellis van Creveld. La Pediatria 539; 1969 5 F Vecchio, L Arciuli, N Rigillo: Influenza della Metoclopramide nelle discinesie del tenue nella sindrome celiaca dell’infanzia. Documentazoine roentgencinematografica. La Riforma Medica (Suppl al n. 52) 92: 1645, 1968 6 F Carnevale, F Papadia, V Genchi, G Falcone et al: Sindrome di Larsen: aspetti clinicoradiologici in un bambino di 18 mesi. Radiol Med 69: 155-158, 1983 240 A BARI nel 1952 l’ “Ospedaletto” contava 120 posti letto: nel 1956 passò dalla III alla II categoria ed alla I categoria nel 1960; nello stesso anno venne istituito il Servizio di Anestesia e le affinate tecniche anestesiologiche contribuirono a dare ulteriore impulso all’attività delle branche Chirurgiche. Nel 1964 venne inaugurato il Reparto di Chirurgia d’urgenza. Un’ulteriore espansione dell’Ospedaletto si realizzò nel 1970 con l’annessione di un ambulatorio per l’assistenza ai bambini affetti da tubercolosi (sino a quel momento di competenza dell’Istituto di prevenzione per tubercolotici). Il gabinetto radiologico annesso ne garantiva i controlli periodici. Nell’aprile del 1977 fu inaugurata l’attuale sede ospedaliera, costituita da una struttura di moderna concezione, monoblocco, dotata di un padiglione distaccato per il reparto infettivi, che in breve raggiunse oltre 400 posti letto. Ai reparti specialistici già esistenti furono aggiunti: Endocrinologia, Neurologia, Cardiologia, Pronto soccorso (con letti di astanteria). L’ “Ospedaletto” assunse la nuova denominazione di Ospedale Pediatrico Regionale “Giovanni XXIII” L’attività scientifica e congressuale dell’Ospedale già vivace ebbe un nuovo impulso negli anni seguenti. Nel 1978 venne organizzato il Congresso nazionale di Chirurgia Pediatrica, ma non furono promosse iniziative scientifiche in ambito di Radiologia Pediatrica. Col crescere d’importanza dell’ ”Ospedaletto dei Bambini” si accrebbe il ruolo del Servizio di Radiologia, alla cui direzione, come abbiamo visto precedentemente, fin dal 1945 era preposto il Prof. A Viterbo, al quale successero il Dott. M Azzariti e il Dott. Francesco Barbanente (FB). FB (1911-1971), laureatosi in Medicina e Chirurgia nel novembre del 1936 all’Università di Bari, dopo la parentesi in Etiopia, prima come impiegato civile del Governo italiano e successivamente, come militare durante la II guerra mondiale, rientra in Italia dopo il conflitto e si specializza in Radiologia all’Università di Napoli nel 1947. Dopo un breve periodo di servizio come assistente volontario all’Università di Bari, inizia la sua attività all’ “Ospedaletto dei Bambini” della stessa città come Primario incaricato nel 1948 e Primario di ruolo nel 1968 in seguito a pubblico concorso. Muore prematuramente nel 1971 a causa di una grave malattia. 241 Durante il periodo ultraventennale del servizio in qualità di Primario dimostra “il suo amore” per l’Ospedale, amore fatto di generosa dedizione e rettitudine e da “particolare incremento all’apporto della Radiologia alla medicina sociale”. Pur essendo medico ospedaliero conserva “i rapporti con gli ambienti universitari per allargare le proprie conoscenze nel campo della patologia chirurgica e della clinica pediatrica”. 1 A Barbanente succede nel 1971 il Prof. Nicola De Serio (NDS), già aiuto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bari diretto dal Prof. Del Buono. Nel 1977 al momento dell’inizio dell’attività del nuovo Ospedale il Prof. N De Serio, è coadiuvato da 2 aiuti, 2 assistenti e 7 tecnici. La dotazione strumentale è costituita da un apparecchio radiologico semitelecomandato, dotato di catena televisiva, un teletrocoradiografo “dedicato” per il paziente pediatrico e uno stratigrafo polidirezionale (Polytome). Lo sviluppo manuale dei films è stato sostituito da due sviluppatrici automatiche. Inoltre sono di pertinenza del Servizio di Radiologia 2 gabinetti radiologici, dotati di un teletrocostratigrafo e una camera oscura ciascuno, distaccati, uno presso il Reparto Infettivi e, l’altro, presso il Reparto di Pneumologia. Due apparecchi radiologici portatili sono dedicati all’esecuzione degli esami radiografici al letto del paziente, mentre un’unità mobile con AB è disponibile per sale operatorie e sala gessi. NDS ha svolto una vasta e varia attività scientifica con pubblicazioni sui diversi aspetti della Radiologia; radiodiagnostica tradizionale, radioterapia, radiobiologia, protezionistica ed anche su problemi di ordine medico-legale. Tuttavia sono stati pochi gli argomenti attinenti alla Radiologia pediatrica da lui trattati; da una ricerca della Letteratura radiologica italiana risultano alcuni lavori, in coll. con E Fonzone, sullo studio istologico delle cartilagini “coniugali” trattate con piccole dosi di raggi Roentgen e con diversa modalità di irradiazione, pubblicati sull’Archivio di Radiologia, nuova serie (1954). Altre pubblicazioni inerenti all’apparato scheletrico riguardano “Dismorfismo dell’ala iliaca da agenesia dell’apofisi della cresta” e la “tbc diafisaria monostotica infantile ad esclusiva localizzazione periostale” (Atti e Relazioni, Accademia Pugliese delle 242 Scienze. Nuova serie, 1957). Negli anni sessanta risultano due comunicazioni di NDS in coll. con L Arciuli e G Grimaldi, di cui una tratta il “Contributo nell’eziopatogenesi delle malformazioni congenite dell’apparato digerente” e l’altra il ruolo svolto dalla “malformazioni reno-ureterali nella patogenesi di alcune sindromi nefrosiche”, presentate al LIV Raduno del Gruppo Centro-Meridionale ed Insulare della SIRMN (San Giovanni Rotondo, ottobre 1964). Nel 1980, al Prof De Serio succede la Dott.ssa Anna Fatone, quale Primario del Servizio di Radiologia. Nel 1981 il Sistema Sanitario Nazionale subisce una profonda trasformazione con l’avvento delle USL e introduce due innovazioni che mutano l’organizzazione del lavoro in Radiologia e la sua connotazione pediatrica: la forte spinta verso l’attività ambulatoriale del territorio e l’apertura verso il paziente ambulatoriale adulto. Il Servizio di Radiologia deve adeguarsi oltreché alle mutate esigenze gestionali anche agli aggiornamenti tecnologici e alle nuove richieste dei reparti di degenza. Nel 1988, infatti, l’Ospedale si ingrandisce con l’apertura della Divisione di Malattie del Metabolismo e nel 1989, del Reparto di Urologia (con il conseguente incremento della domanda di esami contrastografici delle vie urinarie). L’aumento delle richieste di esami radiologici determina un incremento delle apparecchiature: pertanto vengono acquisiti due apparecchi radiologici telecomandati (con catena televisiva) uno dei quali sostituisce l’apparecchio semitelecomandato. Viene inoltre acquisito un ortopantomografo, in seguito completato con il braccio cefalostato nel 1989, anno in cui è attivato nell’Ospedale un Ambulatorio odontoiatrico. Gli anni ’80 sono segnati dall’avvento della metodica ecografica e il Servizio di Radiologia del “Giovanni XXIII” procede all’acquisto di 3 apparecchi ecografici, due dei quali dotati del software per la determinazione elettronica della goniometria dell’anca neonatale; si utilizzano sonde, settoriale (3.5 MHz), lineare (5 MHz), lineare small-part (7.5 MHz) e microconvex (5 MHz), quest’ultima impiegata per l’ecoencefalografia transfontanellare. Nel 1992 sono attivate la Divisione di Cardiochirurgia pediatrica e il Servizio di Terapia intensiva post-chirurgica. Inizialmente le procedure di emodinamica 243 sono effettuate presso una struttura convenzionata e nel 1994 è acquisito un angiografo biplano analogico, alla cui funzione provvedono i tecnici della Radiologia dell’Ospedale, mentre l’emodinamista opera in convenzione, proveniente da Ospedali del centro-nord d’Italia. Nel 1996, l’avvento delle Aziende ospedaliere, determina profondi cambiamenti in ambito sanitario. Viene costituita infatti, l’Azienda ospedaliera “Di Venere-Giovanni XXIII” che risulta dall’accorpamento dell’Ospedale Di Venere all’Ospedale “Giovanni XXIII”. L’Organizzazione del lavoro subisce assestamenti: maggiore attenzione al paziente ricoverato (per abbreviarne il tempo di degenza), istituzione del day-hospital e del day-surgery. Tra le conseguenze del sopravvento degli aspetti prettamente economici della gestione sanitaria vi è la contrazione del numero dei posti letto dell’Ospedale, che nel 1997 è ridotto a 227. Nel 1997 alla Dott.ssa Anna Fatone subentra, “ad interim” il Dirigente di 2° livello della radiologia dell’Ospedale Di Venere, la Dott.ssa Patrizia Garibba. La dotazione strumentale della Radiologia dell’Ospedale Di Venere è messa al servizio dei piccoli pazienti dell’Ospedale Giovanni XXIII, che possono essere sottoposti agli esami di Tomografia computerizzata costituita da un apparecchiatura di 3° generazione, a mezzo di un’ambulanza-navetta da un Presidio ospedaliero all’altro. Nel 1999 assume l’incarico di Dirigente medico di 2° livello della Radiologia dell’Ospedale Giovanni XXIII, il Dott. Fabio Martino, proveniente dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Bari. Nel 2000 il Servizio di Radiologia viene informatizzato con terminali collegati da una rete locale (LAN): scompare il referto scritto a mano; vengono istituiti una segreteria- accettazione del Servizio e un archivio. Viene attivato il rinnovo delle apparecchiature obsolete con sostituzione di uno dei due telecomandati e dell’ortopantomografo con cefalostato. I tre ecografi vengono rimpiazzati da un apparecchio ecografico con colordoppler, dotato anche di una sonda lineare a elevata frequenza e le sale operatorie dotate di un apparecchio radiologico ad arco con catena televisiva 244 doppio monitor e gli apparecchi portatili sostituiti con apparecchi di recente introduzione. La camera oscura del corpo centrale della Radiologia è ridimensionata in seguito alla installazione di una sviluppatrice a giorno. Nel 2001 è installata una stazione sperimentale di Radiologia digitale. Nello stesso anno la Radiologia dell’Ospedale Di Venere viene dotata di un apparecchio di Risonanza Magnetica ad alto campo, (impiegato anche per i piccoli pazienti dell’Ospedale “Giovanni XXIII” con la medesima modalità degli esami TC. Viene incrementata l’attività scientifica del Servizio per l’impulso dato dal Dott. Fabio Martino, di cui sarà data notizia successivamente. Nulla si è potuto sapere sull’attività assistenziale svolta dal Servizio di radiologia in passato sia recentemente. Al momento in cui questo capitolo viene scritto (2003) nuovi obiettivi stanno per essere conseguiti dall’Ospedale “Giovanni XXIII” tra cui i più importanti sono l’attivazione di un Reparto di Rianimazione e l’acquisizione da parte dell’UO di Radiologia di un apparecchio TC “multislice”. Attualmente l’organico dell’ UO è costituito da 5 dirigenti medici di I livello oltre al Direttore, da 11 tecnici di radiologia con un capo tecnico da 3 infermieri e da 2 ausiliari; organico per altro non adeguato per le esigenze del Servizio, per cui è auspicabile un ampliamento Nel corso del 2002 nella Regione Puglia è stato intrapreso un piano di riordino ospedaliero in base al quale all’inizio del 2003 è stata sciolta l’Azienda Ospedaliera “Di Venere-Giovanni XXIII” e l’Ospedale pediatrico è attualmente (2003) in attesa della futura definizione. 2 Non mi sono pervenute notizie dirette sull’attività scientifica svolta dal Dott. Fabio Martino (FM) in passato. Per quanto mi risulta dalla consultazione di riviste italiane, in particolare la Radiologia Medica, e straniere, durante gli anni Novanta del secolo scorso FM si è dedicato all’impiego dell’ecografia nella patologia dell’apparato muscolo-scheletrico in età adulta. Tuttavia in un articolo su la Radiologia Medica “La valutazione ecografica dell’angolo del solco della troclea femorale” 3 sono stati esaminati soggetti compresi tra i 15 e i 35 anni con un’età media di 24 anni Dal confronto con la TC (Gold standard) risulta che la ecografia ha una sensibilità diagnostica sovrapponibile a quella dell’altra metodica. 245 Fin dalla sua nomina a Dirigente medico di 2° livello dell’UO Radiologica dell’Ospedale “Giovanni XXIII(1999) FM si interessa con passione della Diagnostica per immagini nell’età pediatrica; partecipa al Convegno “Clinica e Diagnostica per Immagini nella patologia muscolo–scheletrica in età pediatrica, svoltosi a Bari nel giugno del 2000, di cui è coordinatore e presenta la relazione “Diagnostica per immagini” alla IV sessione che ha per tema le “Poliartriti croniche giovanili”. Nel frattempo FM diviene coordinatore di un Gruppo di lavoro costituito a livello nazionale, dedicato alla patologia Muscolo-Scheletrica, sotto l’egida della Sezioni di Studio della SIRM, Radiologia Pediatrica, Radiologia Muscolo– Scheletrica e Radiologia in Medicina dello Sport, che organizza il I Convegno di Radiologia Muscolo-Scheletrica in Età Pediatrica (Varese, ottobre 2002). FB B interviene nella III Sessione “Il ginocchio e non solo” con al relazione: “Le artriti idiopatiche giovanili”. Nell’anno seguente FM M continua a dedicarsi attivamente alla Radiologia Muscolo-Scheletrica partecipando a due importanti manifestazioni attinenti a questa materia: il Congresso Nazionale della Sezione di Radiologia Muscolo-Scheletrica della SIRM dal tema “Linee guida diagnostiche nella patologia muscolo-scheletrica” e il “Il Simposio di Radiologia Muscolo-Scheletrica in età pediatrica” organizzato dalle tre Sezioni di Studio della SIRM: la Radiologia Pediatrica, la Radiologia Muscolo-Scheletrica e la Radiologia di Medicina dello Sport, dedicato a un aggiornamento sulla patologia del rachide e del bacino in età pediatrica. Al Congresso, svoltosi a Genova nel maggio del 2003 presenta la relazione “L’imaging nelle malattie reumatiche infanto-giovanili” e al II Simposio che ha luogo a Fermo nel settembre 2003 (circa un anno dopo il I Convegno di Varese) interviene alla II Sessione “Patologia non traumatica del rachide” trattando un tema poco conosciuto “Le spondiloartriti giovanili”. Nello stesso periodo il Dott Martino e i suoi collaboratori, in particolare i Dott.ri P Rossiello e F Macina sono chiamati a svolgere attività didattica presso l’Università di Bari, oltrechè a partecipare in qualità di relatori a vari convegni locali e nazionali.4 246 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Dal necrologio a firma del Prof Nicola Di Serio. Radiol Med 57: 970,1971 2 Le notizie riportate, in gran parte sono state fornite dal Dott. Fabio Martino 3 F Martino. A Di Serio, L Macarini et al: Angolo del solco della troclea femorale. Valutazione ecografica. Radiol Med 89: 215-21, 1995 4 I dati sull’attività didattica del Dott Martino e dei suoi collaboratori e in parte sull’attività scientifica svolta dal Dott Martino negli ultimi anni sono stati da lui gentilmente comunicati. 247 All’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” di PALERMO nella seconda metà degli anni Cinquanta viene installato un apparecchio radiologico (Rangoni Puricelli) ad anodo fisso. La responsabilità dell’attività radiologica continua ad essere affidata ad un consulente esterno, radiologo generale, che una volta alla settimana esegue le indagini radiologiche, i cui referti vengono stilati dal radiologo congiuntamente con i pediatri o addirittura esclusivamente da questi. Nel 1966 viene istituito un vero e proprio Servizio di Radiologia, la cui responsabilità viene affidata per concorso a Cristofaro Emmola, che riceve l’incarico di aiuto. Emmola, che è nato a Marsala nel 1932, ha compiuto la sua formazione scientifica e professionale all’Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo, diretto dal Prof. Pietro Cignolini. All’inizio (anno 1960) come medico interno, successivamente dal I novembre 1961 come assistente straordinario e con tale ruolo rimane per 6 anni; dopo, per pochi mesi è assistente ordinario. Contemporaneamente dal I ottobre 1966 è incaricato come aiuto, secondo quanto è già stato detto sopra, del Servizio Radiologico dell’Ospedale per Bambini “G. Di Cristina”, dal I aprile 1968 diviene aiuto radiologo di ruolo presso lo stesso Ospedale, di cui è direttore il Prof. Michele Gerbasi, successore del Prof. Salvatore Maggiore, dal 1949. Dal gennaio 1974 Cristofaro Emmola (CE) ottiene per concorso il posto di Primario Radiologo dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” ed in tale carica rimane fino al pensionamento avvenuto nel dicembre 1994. Questo in sintesi il “curriculum” di CE, acquisito in base alle notizie da lui stesso fornite. Durante la sua direzione, sul finire degli anni Ottanta viene introdotta, la ecografia, purtroppo in ritardo, come era avvenuto in altri Servizi di Radiopediatria italiana; l’acquisizione di questa metodica costituisce un altro importante progresso per l’Ospedale “G. Di Cristina” che così diviene un centro di riferimento nel campo della patologia pediatrica per la città di Palermo e per la Sicilia occidentale. Emmola può considerarsi il pioniere della Radiologia palermitana; infatti ha apportato un contributo determinante allo sviluppo di questa disciplina a Palermo, con la sua attività scientifica e didattica, di cui tratterò in seguito e con la 248 formazione di un gruppo di giovani e valorosi allievi. Tra i suoi collaboratori emerge Vincenzo Novara che dal 1994, dopo il pensionamento del Prof. Emmola, assume la responsabilità primariale, dando un ulteriore e significativo impulso alla branca specialistica radiologica pediatrica. Vincenzo Novara (VN) si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo nell’anno accademico 1965-66. Dimostra subito notevole impegno negli studi frequentando come allievo interno gli Istituti di Anatomia Umana e di Patologia Medica e al IV anno diviene allievo interno dell’Istituto di Radiologia, manifestando fin da allora un interesse particolare per la Radiologia e la Medicina Nucleare consegue con pieni voti e la lode la laurea in Medicina e Chirurgia discutendo la tesi su “I radioisotopi nello studio morfologico e funzionale della tiroide”. Conseguita la laurea, presta servizio come medico interno all’Istituto di Radiologia dell’Università dal novembre 1971 e gli anni seguenti. 1972, 1973 e 1974. Ottiene la specializzazione in Radiologia Medica con il massimo dei voti e la lode nel dicembre 1974 con la tesi: “I dosimetri a radiotermoluminescenza”, durante la Direzione del Prof. A Laconi. Dal 1° gennaio 1975 è Assistente radiologo presso l’Ospedale V. Cervello (USL 60) fino alla metà di marzo 1982. Da questa data diviene aiuto radiologo presso l’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” (USL 58). E’ nominato Primario di Radiologia diagnostica nello stesso Ospedale con decorrenza dal 19 dicembre 1994. Durante la sua direzione viene ammodernato il servizio di ecografia, con l’acquisizione di apparecchiature eco-doppler ed eco-color-doppler. Finalmente nel 2002 viene acquisita un’apparecchiatura TC volumetrica dedicata alla Pediatria. Attualmente (2003) il Servizio di Radiologia oltre agli apparecchi ecografici, descritti sopra ed alla TC è dotato di due apparecchi di radiologia tradizionale, uno telecomandato, con AB e l’altro con tavolo trocoradiografico e catena TV per gli esami di pronto soccorso. Nonostante le ripetute richieste non è stato fornito un apparecchio di radiologia digitale. 249 L’organico medico risulta composto da 6 radiologi, compreso il Primario (di II livello) e gli altri di I livello. Sono in servizio 6 TSRM e 4 infermiere, di cui una esplica le funzioni amministrative. Da vari anni è attivo un servizio di pronta disponibilità. Attualmente (2003), l’attività annuale del Servizio di Radiologia del Di Cristina è la seguente: Radiologia tradizionale n. 14.000 esami circa, Ecografia n. 9.000 esami circa, TC n. 1300 esami circa. Complessivamente gli esami eseguiti sono 24.300 circa all’annonota. Per le indagini di RM il Servizio si appoggia all’Ospedale Civico1. L’attività scientifica e didattica della Radiopediatria palermitana è stata svolta dal Prof. Cristofaro Emmola e dal Dott. Vincenzo Novara e viene tutt’ora effettuata da quest’ultimo. Il primo è stato autore di varie pubblicazioni e comunicazioni a Convegni della SIRMN in Radiopediatria e Radiologia generale. Non è stato possibile ottenere dalla fonte diretta notizie su questa attività, per cui ho dovuto consultare i volumi della Letteratura Radiologica italiana pubblicati negli anni Cinquanta e Sessanta e riviste degli stessi periodi dedicate alla Radiologia ed alla Pediatria, ma l’elenco delle pubblicazioni sarà senz’altro incompleto. La patologia di cui si è interessato Cristofaro Emmola (CE) riguarda soprattutto l’apparato scheletrico; l’osteoartropatia emofilica, nell’infanzia, 3 2 una delle prime pubblicazioni tratta seguono la calcificazione dei dischi intervertebrali alcune pubblicazioni attinenti alle affezioni vertebrali e la craniolacunia. Nel 1967 CE presenta due comunicazioni al I Simposio italiano di Radiologia Pediatrica, svoltosi a Torino: “ La Picnodisostosi” e “La distrofia toracica asfissiante; quadro radiologico”. Altre due pubblicazioni in coll. con U Guajana, sono attinenti a patologia dell’apparato digerente: “Ernia congenita paraesofagea dell’antro gastrico in lattante” e “Stenosi ipertrofica del piloro”. CE si distingue nell’attività didattica svolta all’Istituto di Radiologia all’Università di Palermo dopo la sua nomina ad assistente straordinario dell’Istituto stesso. Nell’anno accademico 1961-62 e negli anni successivi durante la Direzione del Prof. Pietro Cignolini, effettua le esercitazioni agli studenti del V 250 Corso di Medicina e agli specializzandi in Radiologia. Inoltre impartisce lezioni nella Scuola di Specializzazione in Radiologia negli anni accademici 1962-63 e 1963-64. L’incarico per le esercitazioni agli studenti di Medicina e agli specializzandi viene confermato dal successore del Prof. Cignolini, Prof. Antonino Laconi, fino al 31 marzo 1968, data in cui CE, come è già stato segnalato, diviene aiuto radiologo dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina”. A CE succede il Dott. Vincenzo Novara nel 1994, che esplica una notevole attività scientifica e didattica, anche negli anni precedenti la sua nomina a Primario radiologo del Di Cristina. VN vanta nel suo “curriculum” diversi titoli accademici, tra gli altri: è inscritto alla SIRM dal 1975; è membro attivo della European Society of Pediatric Radiology (ESPR) dal 1992; e Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica dal 1996. E’ stato Consigliere della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRM nel quadriennio 1996-2000. Notevole e qualificata l’attività scientifica e didattica di VN. Ammontano a 44 le sue pubblicazioni dal 1975 al 2001, tra cui una monografia e il capitolo di un trattato, e così distribuite secondo la tipologia degli argomenti: dodici sono attinenti all’apparato digerente, otto all’apparato respiratorio, sei all’endocrinologia, cinque all’apparato scheletrico, ed altrettante all’oncologia e ad argomenti vari; infine tre all’apparato urinario. Tra i temi trattati riguardanti l’apparato digerente il maggior interesse è costituito dallo studio del RGE in età pediatrica, in cui vengono messi a confronto il ruolo della ecografia e della pHmetria.4 Altre problematiche di ordine clinico-radiologico, di frequente riscontro, sono discusse dal Nostro: la stipsi, il bambino itterico 5 e l’ileo meconiale nella fibrosi cistica. In campo endocrinologico VN si dedica alla patologia tiroidea, inizialmente studiata con i radioisotopi 6 e più recentemente impiegando l’eco-color-doppler in soggetti in cui non viene precisata l’età ma verosimilmente in prevalenza adulti, come si deduce dalla patologia considerata in alcuni lavori 7, 8 Nell’oncologia va segnalato lo studio “Integrated Wilm’s tumor of Childhood” 251 Interessanti le pubblicazioni inerenti all’apparato scheletrico, che riguardano casi rari di osteodisplasie (Forma maligna infantile di I-cell disease: forma recessiva; forma maggiore o tipo I di ipofosfatasia). Rilevante anche l’attività didattica di VN, espletata sia in ambito universitario come docente di Radiologia Pediatrica presso la Scuola di specializzazione in Radiologia dall’anno accademico 1990-91 e seguenti fino ad oggi (2003 compreso), sia come docente presso la scuola per Tecnici sanitari di Radiologia medica nell’anno 1972-73 e dall’anno 1989-90 e seguenti fino ad oggi (2003). 9 Dal 1990 ha tenuto numerose lezioni di aggiornamento (a corsi, convegni e congressi) organizzati dalla SIUMB, dalla Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM, dalla SIRM stessa, che sono stati dedicati alla Ecografia internistica. Altri corsi di aggiornamento hanno avuto per oggetto la formazione del personale medico in Radioprotezione, la diagnosi della fibrosi cistica ed altri temi quali la Nefrologia pediatrica e la Medicina perinatale. Da segnalare anche la partecipazione attiva di VN con la presentazione a Convegni e Congressi nazionali ed internazionali di comunicazioni che sono state inserite nell’elenco delle pubblicazioni; tra le altre vanno citate: “L’urolitiasi in età pediatrica” presentata al IX congresso regionale della Società italiana di Nefrologia. Ottobre 1990; “Colordoppler ultrasonography in pediatric intussusception” al VII congresso europeo di Radiologia (AER), Vienna 1993. Un altro rapporto sul “Dolore addominale acuto del bambino” viene tenuto al congresso annuale del MUP (1995). Al XXXVII Congresso annuale della ESPR VN presenta una comunicazione dal titolo: “A very rare case: a pleural cystic lymphangioma”. NOTE E BIBLIOGRAFIA nota Le notizie riportate sono state fornite dall’attuale Primario radiologo Dott. V Novara che sentitamente ringrazio 1 Attualmente l’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina” fa parte dell’Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Ospedale Civico e Benefratelli, G. di Cristina e M Ascoli. 2 C Emmola: L’osteoartropatia emofilica. Radiologia Pratica XII; 469, 1962 3 C Emmola, P Emmola: Le calcificazioni dei dischi intervertebrali nell’infanzia. Radiologia Pratica 14: 47, 1964 252 4 V Novara: Il reflusso gastro-esofageo in età pediatrica: confronto tra ecografia e pHmetria. Acta pediatrica mediterranea 10:71, 1994 5 V Novara: Il bambino itterico. Radiol Med 99, Suppl 3: 126, 2000 6 V Novara: I radioisotopi nella diagnostica delle tireopatie. Piccin Ed., Padova, 1975 7 V Novara: Analisi flussimetrica nelle malattie tiroidee, ipotesi di integrazione con lo studio qualitativo con color-doppler. Radiol Med 85: 606- 610, 1993 8 V Novara, R Lagalla, G Caruso, M Romano et al.: L’eco colordoppler nella patologia tiroidea. Radiol Med 85: (5 Suppl. 1): 109-113, 1993 9 Come si è già detto il periodo considerato nell’opera va dall’inizio del Novecento fino all’anno 2003 compreso e pertanto non viene esaminata l’attività svolta nel periodo successivo a tale data. 253 La nascita delle sezioni di studio della SIRMN. La sezione di studio di Radiologia Pediatrica. L’esordio. I successi iniziali. I tentativi del comitato direttivo della sezione per ottenere un riconoscimento ufficiale della Radiologia Pediatrica Italiana. Dopo lunga pausa seguita alla prematura e dolorosa scomparsa di Gian Stefano Marchese, si ebbe la ripresa dell’attività radiopediatrica, da parte del manipolo di giovani formatosi durante gli anni Sessanta attorno alla figura carismatica dello Scomparso, che costituirono il Gruppo di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN, rappresentato nel 1974 da 39 membri, per la maggior parte operanti in strutture pediatriche. 1 Il Prof. Ciro Sandomenico, Segretario del Gruppo di studio dei Radiologi Pediatri e organizzatore della I riunione del Gruppo pronunciò un discorso di circostanza.2 Dopo di lui presero la parola il Prof. Luigi Oliva, Presidente della SIRMN che sottolineò l’importanza della costituzione dei gruppi di studio (le future Sezioni di Studio) nell’ambito delle nuova organizzazione associativa della Radiologia Italiana, e il Prof. Giuseppe Muscettola, che portò il suo saluto ai congressisti. Seguì la presentazione delle comunicazioni, ben ventidue, attinenti ad argomenti diversi di Radiopediatria. Circa un terzo verterono sull’apparato scheletrico inerenti a rari casi di displasie ossee illustrati da F Bellini, G Fariello, G Iannaccone, A Pelizza, R Pinto et al., C Sandomenico e E Del Vecchio fecero alcune considerazioni sull’osteosclerosi dell’età pediatrica. Mi limiterò a citare alcune delle altre comunicazioni tra le più interessanti. G de Filippi in coll. con E Grassi e M Randaccio ne presentò una inerente al’ ”angiopneumografia in alcune displasie polmonari”; S Fasanelli, V Pansadoro e M Pulone portarono un contributo su “Lo spasmo dello sfintere striato nella infezione delle vie urinarie delle bambine”; G Iannaccone descrisse ”Quadri radiologici non comuni di sindromi respiratorie in neonati” in base all’esperienza acquisita su 254 seimila soggetti, prematuri e a termine; E Porta e O Tamburrini analizzarono ”Gli aspetti differenziali anatomo-embriologici e angiocardiografici della tetralogia di Fallot e dello pseudo Fallot”. Infine E Schiavetti e A Bombarda intervennero con una comunicazione sulle “Neoplasie polmonari nell’infanzia” e GF Vichi su “Le ostruzioni cervico-uretrali estrinseche”. Nel 1974 furono istituite nell’ambito della SIRMN le Sezioni di Studio, intese come “articolazioni culturali dell’Associazione SIRMN aventi le finalità di promuovere e sviluppare la ricerca e l’aggiornamento nei diversi campi dell’area radiologica”. Ne furono promotore il Prof. Luigi Oliva e realizzatori tre componenti del Consiglio Direttivo della SIRMN: Dario Gandini, Giacomo Nori-Bufalini e Ivo Orlandini. 3 Negli anni 74-75 furono create le prime Sezioni di studio: la Cardiovascolare, la Fisica Sanitaria, la Medicina Nucleare, la Radioterapia e la Radiologia Pediatrica (SSRP). Questa ultima fu tenuta a battesimo a Genova nel settembre del 1975 dal Prof. F Fugazzola, vicepresidente della SIRMN, in rappresentanza del Prof. Luigi Oliva, impossibilitato ad essere presente per impegni precedenti. Veniva pertanto realizzata l’aspirazione del compianto GS Marchese e del gruppo dei giovani radiologi italiani, da lui aggregato negli anni Sessanta del secolo scorso. Contemporaneamente si svolse il Convegno di radiologia Pediatrica, secondo il regolamento delle Sezioni, durante il quale furono eletti come primo Presidente della Sezione il Prof. Aldo Pelizza, Primario radiologo dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova ed il Comitato direttivo, così rappresentato: consiglieri, Marcello Randaccio (Torino), Ciro Sandomenico (Napoli), Gian Franco Vichi (Firenze); segretario: Sergio Fasanelli (Roma). Ne sarà dato ampio resoconto nel Capitolo “Cronistoria della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica” (v. pag….). I primi 8 Convegni della Sezione si svolsero annualmente con sede, come già detto a Napoli e Genova ed in seguito a Firenze, Torino, Milano, Bologna, Roma e Trieste in concomitanza con l’assemblea dei Soci della Sezione. In seguito i Convegni ebbero cadenza biennale, essendo stato deciso di non formalizzare il Convegno negli anni in cui aveva luogo il Congresso Nazionale 255 della SIRMN, pur continuando a svolgersi l’assemblea generale dei soci della Sezione durante questa manifestazione. In occasione del IX Convegno della Sezione, svoltosi ad Ancona nel settembre del 1983 fu presa la lodevole iniziativa di associare al Convegno un corso di aggiornamento, che fu mantenuto nel corso di Convegni successivi. Inizialmente il regolamento delle Sezioni prevedeva come requisito per l’iscrizione ad una Sezione che l’aspirante a divenire socio esercitasse esclusivamente o almeno prevalentemente la sua attività nella branca radiologica attinente alla Sezione e che non potesse aderire a più di una Sezione. Era prevista anche la possibilità che il Presidente o un Consigliere del Comitato Direttivo di ogni sezione potesse partecipare alle sedute del Consiglio Direttivo della SIRMN. Successivamente coi regolamenti del 1993 e del 1998 tali norme furono disattese e fu ammessa l’iscrizione a più Sezioni. Nel contempo si è verificato un aumento progressivo del numero delle Sezioni, arrivato alla 18° alla fine del secolo scorso, “dimostrazione delle potenzialità scientifiche ed organizzative dei soci”, ma non esente dalle critiche di chi ha interpretato la gestione delle Sezioni come centri di potere e un mezzo per acquisire titoli di carriera. A mio avviso anche l’appartenenza di un socio a più sezioni è dispersivo in quanto costituisce un impegno notevole di tempo e dispendio di energie, tenuto conto delle molteplici attività connesse con l’appartenenza ad ogni singola sezione (convegno nazionale, assemblea annuale, vari corsi ecc.) senza considerare le altre attività dei soci (professionali, didattiche, partecipazione a importanti Congressi Nazionali, Internazionali ecc.), cui si è cercato di ovviare con la proposta di riunioni congiunte con altre Sezioni in occasione del Convegno Nazionale e per la Sezione di tecnica, di tenere il Convegno insieme alla Sezione di organo. Opportuna la disposizione del regolamento del 1998 che, in merito alla elezione del Comitato Direttivo oltre a ribadire la richiesta di presentazione della candidatura insieme a un breve curriculum almeno tre mesi prima delle elezioni, dispone che siano ammessi alle votazioni Soci ordinari in regola con l’iscrizione da 256 almeno 3 mesi presenti all’Assemblea degli iscritti, ciò per ovviare alle irregolarità verificatesi in precedenti elezioni. Espressione dell’attività della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica (SSRP) sono stati i Convegni Nazionali svolti nella seconda metà degli anni Settanta e durante gli anni Ottanta e Novanta che hanno visto la partecipazione attiva dei Soci e dei simpatizzanti della Radiopediatria con comunicazioni e relazioni di buon livello su argomenti di interesse pediatrico, prestabiliti, o a tema libero, animate da discussioni proficue, di cui verrà trattato più avanti in modo sintetico. Seguirono i corsi di aggiornamento, i corsi itineranti, ed altre iniziative importanti. Rimandiamo al I Capitolo della seconda parte per quanto riguarda la ricerca scientifica e le applicazioni pratiche della TC, della RM e della RD in Radiopediatria, che purtroppo, salvo alcune eccezioni, non furono acquisite dagli ospedali pediatrici; infatti mentre fin dalla seconda metà degli anni Settanta molti ospedali generali, più o meno importanti, si dotavano di apparecchiature di tomografia computerizzata, soltanto due grandi ospedali pediatrici acquisirono la TC, l’Ospedale “Santobono” di Napoli nel 1979 e l’Ospedale “Burlo Garofalo” di Trieste all’inizio degli anni Ottanta. Altri due centri ospedalieri rilevanti, l’Istituto “G Gaslini” di Genova e l’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma poterono usufruire di apparecchi TC, verso la metà degli anni Ottanta apportando notevoli contributi sia dal lato scientifico che assistenziale, apprezzati non solo in Italia ma anche in ambienti internazionali. D’altra parte i Servizi Radiologici delle Cliniche Universitarie, quasi sempre non autonomi, poterono appoggiarsi sia per la TC che per la RM agli Istituti di Radiologia universitari. Come vedremo successivamente la maggior parte degli Ospedali Pediatrici, che non avevano chiuso i battenti durante la crisi degli anni Novanta dovette attendere la fine del secolo scorso o l’inizio del terzo millennio per ottenere dei moderni apparecchi di TC e di RM Dopo il brillante l’esordio della SSRP furono fatti dei passi, all’inizio degli anni Ottanta, per ottenere un riconoscimento ufficiale della Radiologia Pediatrica, con la richiesta di prendere in esame la possibilità di ottenere dal Ministero della 257 Sanità la istituzione di un esame di idoneità a Primario di Radiologia Pediatrica. Ne fu promotore Pietro Gugliantini, Presidente della SSRP che presentò un’istanza in tal senso al Prof. Gian Franco Pistolesi, Presidente in quel periodo della SIRMN, ma il tentativo non ebbe alcun seguito. 4 Da notare che nello stesso periodo fu concessa un’autonomia alle Sezioni di Fisica Sanitaria, di Medicina Nucleare (SAMN) e di Radioterapia oncologica (SARO); queste ultime all’inizio degli anni Novanta si costituirono in Associazioni: AIMN e AIRO. Anche la Radiologia Pediatrica avrebbe dovuto avere un analogo riconoscimento, data l’enorme importanza di questa branca della Radiologia che ha per oggetto lo studio del bambino nelle varie fasi dello sviluppo, dalla nascita alla adolescenza, con un processo evolutivo continuo sotto l’aspetto anatomofisiologico e una patologia multiforme e complessa, malformativa e acquisita, ben diversa da quella dell’adulto, che richiede al Radiopediatra, come ha fatto rilevare Giorgio de Filippi il possesso di un “bagaglio culturale scientifico ed una metodologia adeguata”. 5 Significativa in proposito l’affermazione di GF Pistolesi, presidente della SIRMN nella prima metà degli anni Ottanta, che a Firenze in occasione dell’inaugurazione del XXI Convegno della ESPR, svoltasi nell’austero Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, tra l’altro affermò che “I Radiopediatri costituiscono un gruppo elitario” della Radiologia dotato di una particolare carica di umanità, richiesta a chi si avvicina al più indifeso dei malati, “il bambino malato” ed infine soggiunse come la SIRMN “guardi ai Radiopediatri con un occhio particolarmente attento”. 6 Nonostante che la Radiologia Pediatrica abbia caratteristiche particolari riconosciute anche da personalità di spicco della Radiologia Italiana, non ha mai avuto riconoscimenti accademici quali un insegnamento universitario della Radiologia Pediatrica nel corso di Laurea e nelle Scuole di Specializzazione, l’ istituzione di una Scuola di Specializzazione in Radiologia Pediatrica analogamente a quanto concesso alla Medicina Nucleare e alla Radioterapia oncologica, che, a norma di statuto, avrebbero avuto anche una rappresentanza della Sezione nel Consiglio Direttivo della SIRMN. 258 La mancanza di questi requisiti accademici, ben analizzata da G Beluffi nel capitolo: ”Pediatric Radiology in Italy: its status before and after the foundation of the European Society of Pediatric Radiology”, 7 che avrebbero aperto la possibilità di una carriera universitaria a molti giovani dotati, attratti dalla Radiologia Pediatrica, ha costituito una delle diverse cause, determinante lo stallo di questa disciplina e la crisi della maggior parte degli Ospedali Pediatrici, verificatisi tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta. Tra queste vanno considerati i problemi di ordine politico,8 economico e costituiti dai notevoli costi di acquisto e di installazione delle macchine pesanti e della sostituzione delle apparecchiature di radiologia tradizionale, spesso divenute obsolete che non vengono ammortizzati per il numero di richieste di esami, relativamente scarso in relazione alla riduzione progressiva delle nascite. D’altra parte la peculiarità di alcune malattie del bambino (del SNC, malformazioni complesse, anche se rare singolarmente considerate, ma che complessivamente risultano più o meno frequenti, ed altre) richiedono sempre più la disponibilità di macchine di elevata tecnologia, per la cui gestione è necessario personale di notevole competenza, specialmente quando si tratta della RM. BIBLIOGRAFIA 1 Dal fascicolo: I Riunione Nazionale del Gruppo di studio di Radiologia Pediatrica, Napoli 1974 2 Per la verità storica, la prima riunione di Radiologia Pediatrica ebbe luogo a Torino nel 1968, organizzata da GS Marchese (I Simposio Italiano di Radiologia Pediatrica che riscosse un notevole successo 3 Lettere al Direttore Gigi Oliva “promotore” delle Sezioni di Studio. Il Radiologo XL: 154, 2001 4 V. Cronistoria della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica 5 La Radiologia Pediatrica tra l’incudine e il martello. Radiol Med 82: 10-12, 1991 6 IX Corso di aggiornamento post universitario e XXI Congresso dell’ “European Society of Pediatric Radiology” (ESPR), Firenze, 10-14 Aprile 1984. Radiol Med 70: 661-662, 1984. 7 G Beluffi in: HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The History of Pediatric Radiology in Europe. Pag 79-91. Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 1993 8 Tra i punti programmatici della Riforma Sanitaria in gestazione, viene proposta l’abolizione degli Ospedali specializzati e pertanto anche degli Ospedali pediatrici, che incontra notevole perplessità e opposizione negli ambienti medici interessati. Alla fine prevale il buon senso e viene accantonata la proposta con vantaggio dei pazienti e nella fattispecie dei bambini malati 259 Breve cronistoria della sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Convegni, corsi di Aggiornamento, Comitati direttivi, altro). Si è già trattato della cronistoria del I Convegno del Gruppo di Studio di Radiologia Pediatrica. Nel II Convegno, svoltosi a Genova nel settembre del 1975, si è proceduto alla elezione del I Comitato Direttivo, che risultò così composto: Presidente: Aldo Pelizza (Genova). Consiglieri: Marcello Randaccio (Torino), Ciro Sandomenico (Napoli), Gian Franco Vichi (Firenze). Segretario: Sergio Fasanelli (Roma). Organizzatore del Convegno fu il Prof. Polizza primario radiologo dell’Istituto “G. Gaslini”. La conferenza di apertura dal titolo: “Limiti attuali di interpretazione radiografica del torace nelle sofferenze respiratorie del neonato” fu tenuta dal Prof. J Sauvegrain del Servizio di Radiologia dell’Hôpital des Enfants Malades di Parigi. Seguirono 11 comunicazioni, di cui sette attinenti al tema di relazione “La radiologia nell’insufficienza respiratoria del neonato” e le restanti a tema libero. Il III Convegno fu organizzato fu organizzato a Firenze nel novembre del 1976 dal Prof. Gian Franco Vichi, Primario del locale Ospedale Pediatrico “A. Meyer”. La conferenza di apertura su “Le osteocondrodisplasie presenti alla nascita” fu svolta dal Prof. P Maroteaux “Maitre de Recherches” al “Centre Nazionale de la Recherche Scientifique” a Parigi in Francia. Erano presenti il Prof. GR Burgio, Presidente della Società Italiana di Pediatria, numerosi radiologi della Sezione di Radiologia Pediatrica ed un folto gruppo di radiologi, pediatri e genetisti. La I sessione fu dedicata al tema di relazione “L’indagine radiologica nelle sindromi da aberrazione cromosomica” e si concluse con due importanti argomenti di neuropatologia pediatrica: l’una, le displasie congenite ed ereditarie del S.N.C. e l’altra, i quadri radiologici di alcune cerebropatie infantili. 260 Nella II sessione furono svolte una serie di comunicazioni riguardanti alcune affezioni dell’apparato respiratorio nell’infanzia, varie comunicazioni su argomenti diversi di Radiologia Pediatrica, attinenti gli apparati scheletrico, digerente e uro– genitale, ed indagini angiografiche. Il IV Convegno annuale della Sezione, organizzato dal Prof. Marcello Randaccio, Primario dell’Ospedale Pediatrico “Regina Margherita”, ebbe luogo a Torino nel novembre 1977. Come tema di relazione fu scelto un argomento di estremo interesse e di vasta portata “Diagnostica e terapie radiologiche dei processi espansivi in Pediatria”. La I sessione fu imperniata su numerose comunicazioni aventi per oggetto il tema di relazione: - la terapia oncologica, - la diagnostica neuroradiologia dei processi espansivi endovenosi - la diagnostica tradizionale angiografica dei processi espansivi addominali, retroperitoneali (tumore di Wilms e neuroblastomi) ed il ruolo delle nuove metodiche nella diagnostica: ecografia, medicina nucleare, xeroradiografia, ma soprattutto la TAC, metodica emergente. Seguirono interessanti comunicazioni a tema libero, tra cui da segnalare: l’indagine defecografica nelle malformazioni anorettali operate, il quadro radiologico nell’enterocolite necrotica, il reflusso vescico-ureterale primitivo e la nefropatia da reflusso, l’indagine xeroradiografica nelle miopatie. Il V Convegno della Sezione fu organizzato dalla Prof.ssa Fiorenza Bellini, Primario del Reparto di Radiologia Pediatrica degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) di Milano, nel novembre 1978. Due furono i temi del Convegno: l’uno dedicato al ruolo svolto dalla radiologia nelle sindromi da malassorbimento; l’altro inerente la terapia radiologica e medica nell’angioma cutaneo. La prima sessione fu introdotta da due letture di aggiornamento, l’una clinica svolta da Prof. A Rubino e l’altra radiologica dal Prof. P Gugliantini; fu poi presentato un protocollo radiologico da E Schiavetti e F Barbaccia. 261 Seguirono alcune comunicazioni inerenti al tema. Il secondo tema si svolse come tavola rotonda, a cui parteciparono specialisti di diverse discipline (pediatria, dermatologia, radioterapia, chirurgia plastica). Gli intervenuti discussero le indicazioni e i trattamenti terapeutici delle manifestazioni cutanee degli angiomi. In un’altra sessione furono svolte comunicazioni su alcuni argomenti di attualità di radiologia pediatrica: le indicazioni dell’esame radiografico del cranio nei traumatismi; la TAC nello studio dell’idrocefalia, l’impiego degli schermi di rinforzo alle terre rare, per non citare che quelle di maggior rilievo. Un breve commento sui convegni IV e V della Sezione, che furono gli ultimi con una sessione dedicata alla terapia radiologica delle neoplasie infantili. Ormai la Radioterapia aveva acquisito un alto grado di specializzazione tale da richiedere agli operatori del settore una mole di conoscenze di oncologia, di radiobiologia, di fisica, delle alte energie, che non potevano essere alla portata dei radiopediatri, anch’essi impegnati in una branca da considerarsi esclusiva o quasi. Il VI Convegno Nazionale della Sezione, di cui fu organizzatore il Dr. Cesare Montanelli, responsabile del Reparto di Radiologia Pediatrica, dipendente dall’Istituto di Radiologia dell’Università, si svolse a Bologna alla fine di ottobre del 1979. Alla riunione, dato il suo carattere interdisciplinare parteciparono oltre ai radiologi, chirurghi pediatrici e neurochirurghi. Il Convegno, preceduto dall’introduzione del Prof. Remigio Domini, direttore dell’Istituto di Chirurgia Pediatrica dell’Università di Bologna, su “Le indicazioni clinico-chirurgiche per lo studio radiologico del traumatizzato” e del Prof. Aldo Pelizza su “La metodologia di studio radiologico nel traumatizzato” fu suddiviso in due sessioni. Nella prima furono trattati i traumi addominali, sia dal punto di vista clinico, che radiologico evidenziando il ruolo della radiologia tradizionale, dell’angiografia e delle nuove metodologie (ecografia e TAC). Successivamente si presero in considerazione i traumi cranio-cerebrali e i traumi cranio-facciali, sottolineando il ruolo diagnostico svolto dall’angiografia, delle altre metodiche neuroradiologiche tradizionali ed in particolare il recente apporto diagnostico della TAC. Nel giorno seguente si svolse la seconda sessione, che ebbe per oggetto la trattazione dei traumi toracici e i traumi vascolari viscerali e periferici. 262 Concluse il convegno la presentazione di oltre 20 comunicazioni a tema libero di maggior interesse tra cui “Descrizione di casi di rare displasie ossee” e argomenti di attualità quali: “Il bilancio angiografico dei risultati della radiochemioterapia nelle neoplasie addominali dell’infanzia”, altri inerenti il ruolo delle nuove metodiche in età pediatrica: ”Gli aspetti ecotomografici dei processi espansivi addominali”, “La TAC associata a pneumomediastino nella patologia del timo”; “Il confronto tra la cistouretrografia minzionale con tecnica radiografica convenzionale e con radionuclidi”. Nel corso dell’assemblea dei Soci si procedette alla elezione del Comitato Direttivo della Sezione per il quadriennio 1980-83, che risultò così composto: Presidente: P Gugliantini (Roma). Consiglieri: F Bellini (Milano), R Perale (Padova), G Tamburini (Napoli). Segretario: G Fariello (Roma). Past-President: A Pelizza (Genova). Il VII Convegno della Sezione fu tenuta a Roma, nel novembre del 1980 sotto la Presidenza del Prof. Pietro Gugliantini e con la partecipazione di quasi tutti gli iscritti alla Sezione (al momento 75) ed anche di numerosi radiologi generali e pediatri. Era presente anche il neo presidente della SIRMN, Prof. GF Pistolesi, che ebbe “espressioni di viva simpatia e di particolare considerazione sia dal punto di vista professionale che da quello didattico-scientifico per i radiologi pediatri italiani”. 1 Il convegno si svolse in due sessioni separate: la prima dedicata al “Significato attuale dell’esame radiologico in gastroenterologia pediatrica. Correlazioni e confronti con le altre tecniche di indagine” e la seconda sul tema di attualità “Tecniche non tradizionali in radiologia pediatrica”. La prima sessione fu introdotta dalla Dott.ssa Noemi Perlmutter-Cremer, radiopediatra dell’Hôpital Universitarie Saint Pierre di Bruxelles, che tenne una brillante conferenza dal titolo “Indicazioni attuali delle diverse tecniche di indagine radiologica, endoscopica e isotopica in gastroenterologia pediatrica”. Seguirono varie comunicazioni, in cui fu riferita l’esperienza acquisita da alcuni importanti centri ospedalieri e universitari sul ruolo attuale dell’indagine radiologica tradizionale confrontata con le indagini endoscopiche, manometriche, isotopiche e bioptiche, ove richieste dalla Clinica, in varie affezioni 263 digestive dell’infanzia (il reflusso gastro-esofageo, sindromi da malassorbimento, malattia di Hirschsprung e le varie forme di megacolon). Nella seconda sessione furono apportati contributi importanti sulle metodiche non tradizionali introdotte in radiodiagnostica negli ultimi anni: ecotomografia, da sola in prima istanza o associata alla angiografia, la tomografia computerizzata, la xeroradiografia, applicata alla patologia pediatrica. Purtroppo la maggior parte delle comunicazioni furono presentate dai Reparti radiologici degli Istituti Universitari e dagli Ospedali generali; infatti proprio in quel tempo solo alcuni Servizi radiologici Ospedalieri stavano acquisendo apparecchiature ecografiche e, a quanto mi consta, unico tra gli Ospedali pediatrici l’Ospedale Santobono degli Ospedali Riuniti per Bambini di Napoli aveva la disponibilità di una TAC. Ultima annotazione inerente il Convegno: per la I volta nella storia della sezione fu predisposta una sessione di Poster. L’VIII Convegno Nazionale della Sezione ebbe luogo a Trieste nel settembre del 1981. Ne fu l’organizzatore il Prof. Mario Pini, Primario radiologo dell’Istituto per l’infanzia “Burlo Garofolo” di Trieste. La Conferenza inaugurale dal tema “Patologia malformativa cardiovascolare e polmonare critica in età neonatale e del lattante. Metodiche diagnostiche attuali valide per le indicazioni alla terapia chirurgica ed il controllo dei risultati”, fu tenuta dal Prof. A Bertolini, Primario chirurgo della Divisione di Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare dell’Istituto “G. Gaslini”. Furono presentate una dozzina di comunicazioni attinenti al tema del Convegno: ”Nuovi orientamenti, nuove metodiche e tecniche dell’esame radiologico dell’apparato digerente in Pediatria”. Dopo un intervento del Prof. F Panizon della Clinica Pediatrica dell’ Università di Trieste sulle indicazioni agli esami radiologici e strumentali nelle infezioni urinarie del bambino, i contributi di maggior interesse riguardarono lo studio della masse renali e pararenali mediante l’ecografia e la TAC confrontate con le indagini tradizionali; le correlazioni tra la cistouretrografie minzionale e urodinamica nella patologia urinaria del bambino e l’approccio sperimentale alla 264 nefropatia da reflusso trattato da R Perale dell’Istituto di radiologia dell’Università di Padova. La II sessione fu dedicata alle comunicazioni a tema libero (circa una dozzina).Tra gli argomenti trattati di maggior interesse: due comunicazioni sulla fibrosi cistica: “Ruolo delle indagini radiologiche tradizionali”, ed ”Esame radiologico del torace nello screening in età neonatale e classificazione radiologica delle alterazioni broncopolmonari con proposta di un nuovo metodo di punteggio” (GF Vichi e coll., Firenze). Seguirono alcune comunicazioni sull’impiego della TAC e della Ecografia nelle patologia encefalica del neonato (G Fariello e coll., Roma); della TAC nello studio dell’apparato muscolo-scheletrico, nella patologia renale e surrenalica (M Tortora e ML Valentino et al., Napoli); determinazioni dosimetriche della dose assorbita negli esami addomino-pelvici eseguiti con TAC, confrontate con le dosi assorbite in indagini urografiche (M Tortora e ML Valentino et al., Napoli); infine fu presentato uno studio sull’ecografia addominale in età pediatrica (E Martelanc e PP Guastalla, Trieste) Nel 1982 l’attività scientifica e l’assemblea dei Soci della Sezione, secondo il nuovo regolamento, anziché essere oggetto di un convegno, si svolsero durante il XXX Congresso della SIRMN, tenutosi a Milano nel mese di Giugno, abbinato agli “Incontri Mediterranei di Radiologia”. La lezione di aggiornamento su “La Radiodiagnostica dell’artrite reumatoide” fu tenuta dalla Prof.ssa Fiorenza Bellini (Milano). Seguirono due simposi, l’uno su “Le angiodisplasie arteriose, venose e linfatiche” con una introduzione del Prof. Marcello Randaccio e l’altro, introdotto dal Prof. A Corinaldesi, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna, su “L’urografia nella urgenza addominale”. Le comunicazioni a tema libero furono una ventina, di cui sette dedicate ad anomalie dell’arco aortico e a displasie vascolari; la maggior parte delle restanti costituirono un ulteriore contributo alla conoscenza del ruolo svolto dalla Ecografia e dalla TAC, metodiche emergenti, nello studio dei processi espansivi addominali in genere ed in particolare nello studio del tumore di Wilms e nel neuroblastoma. Gli ultimi due simposi di notevole interesse ebbero come tema, rispettivamente “Reperti dubbi o ingannevoli” introdotto dalla Prof.ssa Elisabetta 265 Schiavetti e “Indagini inutili o di utilità opinabile” in Radiologia Pediatrica, introdotto dal Prof. Riccardo Perale. Per la 1° volta nei Congressi Nazionali della SIRMN venne allestita una sezione di poster alla quale parteciparono anche alcuni radiopediatri della Sezione. GF Vichi e coll. con la presentazione di 2 poster: “Un nuovo metodo per la valutazione della maturazione scheletrica nel 1° anno di vita” e “Le distrofie muscolari giovanili, studiate con la xeroradiografia”; P Toma, A Pelizza et al., con 2 poster su “Le malattie respiratorie croniche in età pediatrica: epidemilogia e valutazione radiologica” e un altro su “Diagnostica radiografica precoce nella I cell disease”. Nell’esposizione scientifica – negativoscopi vennero poi presentati “Teratoma ovarico in età pediatrica” e “Casuale dimostrazione del dotto di Cowper in età pediatrica” da G.Beluffi e coll. (Pavia). Il I Corso Nazionale di aggiornamento in Radiologia Pediatrica ed il IX Convegno nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica, organizzati dal Dott. Stefano Riggio, Primario radiologo dell’Ospedale Pediatrico “G Salesi” di Ancona e dei suoi collaboratori, si svolsero in questa Città nel settembre 1983. 2 Il Corso di aggiornamento fu preceduto da un’allocuzione dei Cattedratici di Pediatria e Radiologia della locale Università, rispettivamente Prof. PL Giorgi e Prof. F Amici. Ne fu coordinatore il Prof. A Pelizza (Genova). Quattro furono i temi del Corso: Il primo sull’indagine radiologica dell’apparato digerente del neonato, fu suddiviso in due parti: l’una dedicata all’esofago e allo stomaco, fu trattata dal Prof. GF Vichi di Firenze e l’altra, riguardante il duodeno, il tenue e il colon, fu esposta dal Dott. E Gallo di Modena. La seconda lezione su “La radiologia dell’apparato respiratorio del neonato” fu tenuta dalla Prof.ssa E Schiavetti di Milano dopo un’introduzione clinica del Prof. C Caramia di Ancona su “L’insufficienza respiratoria nel neonato”. Il terzo tema su “Lo scheletro infantile” fu articolato in due lezioni: l’una svolta dal Prof. M Ravaglia, ortopedico di Ancona, su “La displasia congenita delle anche” e l’altra su “La pseudopatologia dell’osso in accrescimento” venne trattata dal Prof. C Sandomenico di Napoli. 266 “L’attualità in craniologia infantile” costituì l’ultimo tema, di estremo interesse, del corso. Gli interventi di maggior importanza verterono su “L’impiego delle nuove metodiche in radiodiagnostica craniologica; l’ecografia e la TC applicate da sole o associate, nella patologia encefalica del neonato e del lattante”. G de Filippi (Ospedale “C. Arrigo”, Alessandria) intervenne su “L’ecografia cerebrale nel neonato e nel lattante”, illustrandone dettagliatamente la tecnica di esecuzione e l’anatomia dell’encefalo. L Garel (“Hôpital des Enfants Malades”, Parigi), descrisse le indicazioni dell’ecografia transfontanellare nel lattante. G Beluffi (Servizio di Radiodiagnostica, “Policlinico S.Matteo”, Pavia) A Ometto e G Rondini (Divisione di Patologia Neonatale dello stesso Policlinico), riferirono della loro esperienza diagnostica di patologia cerebrale nei neonati in terapia intensiva, con ecografia transfontanellare. U Pasquini (Servizio di Neuroradiologia, “Ospedale Regionale”, Ancona) presentò i risultati ottenuti con la TC ad alta risoluzione nello studio cranioencefalico. La correlazione ed il confronto Eco-TC nello studio dell’encefalo del lattante furono presi in considerazione da PP Guastalla, E Martelanc, S D’Ottavio et al. (Istituto per l’infanzia “Burlo Garofolo”, Trieste) e da M di Egidio (Teramo). La diagnostica radiografica delle malformazioni della cerniera atlo-occipitale fu trattata da A Carella, CF Andreula, MA Gentile et al. del Servizio di Neuroradiologia, Università di Bari. A Fileni, C Colosimo Jr., M Moschini et al. (Istituto di Radiologia, UCSC, Roma) illustrarono il ruolo della radiologia tradizionale, della xeroradiografia e della tomografia computerizzata nelle craniostenosi. Chiuse il corso una relazione con la proposta di un protocollo di indagine neuroradiologica per le varie patologie cranio-encefaliche nell’infanzia di U Salvolini (Servizio di Neuroradiologia, USL 12, Ancona). Nella stessa sessione L Lovisatti (Istituto di Radiologia dell’Università, Verona) svolse un’interessante lettura su “L’approccio radiologico alle endocrinopatie chirurgiche in età pediatrica”. Il Convegno ebbe luogo il giorno seguente dopo un’allocuzione del Prof. D Gaburro, Presidente della Società Italiana di Pediatria e l’altra del Prof. GF Pistolesi, presidente della SIRMN, che ribadirono il concetto già espresso dal Prof. PL Giorgi, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Ancona, sulla 267 necessità della correlazione tra Clinica e Radiologia senza la quale le immagini rimangono inutili espressioni della tecnologia radiologica. 2 Il Convegno fu preceduto da una brillante conferenza su “L’ecografia pediatrica oggi: il punto”, tenuta da L Garel del Servizio di Radiologia de “L’Hôpital des Enfants Malades” di Parigi. I temi del Convegno furono due: “Attualità in Ecografia pediatrica” di cui fu coordinatore il Prof. GF Pistolesi (Verona), e “Attualità in Radiourologia pediatrica” e compresero una quindicina di comunicazioni. Tra le comunicazioni attinenti al primo tema sono da segnalare: “L’Ecografia delle vie urinarie in età perinatale” (P Tomà, Istituto “G. Gaslini”); “L’integrazione eco-scialografica nella patologia parotidea” (F di Girolamo, G Brozzi, MT Muzzarelli, PL Giorni et al., Ancona) argomenti fino allora poco trattati nella letteratura radiopediatrica, e “L’ecotomografia nella patologia espansiva delle logge renosurrenaliche” (G Ghigi, F Boriani, A Lucchi et al., Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna). Tra le comunicazioni sul secondo tema, tutte interessanti, citerò le più significative. Contributi radiologici e medico-nucleari nella diagnostica della patologia dell’apparato urinario in età pediatrica furono apportati da operatori di diversi Istituti dell’UCSC (Roma): G D’Errico (Medicina Nucleare), C Fundarò (Pediatra), L Perrelli (Chirurgia Pediatrica), C Del Grosso (Radiologia) et al., che intervennero sulla patologia ostruttiva e da AL Valentini (Radiologia), G D’Errico, (Medicina Nucleare), E Salvaggio (Pediatria), L Perrelli (Chirurgia Pediatrica), che illustrarono le malformazioni. S Ricci, R De Castro, E Casolari et al. (Clinica Chirurgica Pediatrica, Bologna), discussero le correlazioni tra cistomanometria e cistografia minzionale nelle sindromi cisto-uretrali. Una messa a punto sulle stenosi funzionali dell’uretra fu esposta da D Cuzzocrea, S Dalla Rovere, M Orrei et al. (Ospedale Malpighi, Bologna). Di attualità la comunicazione “Criteri di valutazione radiologica della crescita renale dopo terapia chirurgica antireflusso”, presentati da G La Vecchia, AL Valentini (Istituto di Radiologia) e A Calisti et al. (Chirurgia Pediatrica, UCSC, Roma). Nella sessione comunicazioni a tema libero, di cui fu coordinatore G Iannaccone (Roma), furono presentate 15 comunicazioni; tre attinenti a casistica 268 dell’apparato digerente, tra cui: “Un insolito caso di ernia inguinale a contenuto intestinale ed ureterale” (E Canevale, O Cacchione, G Graziani et al., OPBG Roma). Tre furono le comunicazioni sull’apparato scheletrico: tra queste di un certo interesse per la casistica presentata “Aspetti radiologici delle osteomieliti settiche del neonato” (NW Camassa, MP Cazzola, V Vitacco, Ospedale “SS Annunziata”, Taranto) e per la sua rarità e gli scarsi contributi nella letteratura radiopediatrica italiana “Reperti radiologici in un caso di sindrome di Maroteaux– Lamy” (GV Coppa, L Felici, R Freddare, A Soro, PL Giorgi e M Pupillo, Clin. Pediatrica dell’Università e Servizio di Radiologia, Ospedale “G. Salesi”, Ancona). Inoltre va segnalata per l’impiego di una nuova tecnologia, che si andava affermando in quegli anni in Pediatria la comunicazione su “L’angiografia digitale venosa nella valutazione delle malformazioni dell’arco aortico in età pediatrica”, presentata da R Roversi, A Lucchi, C Rossi et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna. Altrettanto interessanti le quattro comunicazioni sull’apparato respiratorio, in particolare le due attinenti alle affezioni polmonari infettive: l’una su “L’indagine radiologica nella patologia polmonare da mycoplasma” di A Lucchi, L De Florio, G Tani et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna e l’altra su “La polmonite da legionella nel bambino: aspetti radiologici” proveniente dalla Clinica Pediatrica dell’Università di Roma presentata da G Iannaccone (Servizio Autonomo di Radiologia), M Midulla (IV Cattedra Clinica Pediatrica) e M Castellani Pastoris (Istituto Superiore di Sanità). Una analisi accurata sul polmone del grande prematuro fu svolta da L Livosatti et al. (Istituto di Radiologia) e da E M Padovani et al. (Clinica Pediatrica) tutti appartenenti all’Università di Verona. La manifestazione di Ancona, che ebbe notevole successo sia per il numero dei partecipanti sia per il livello della parte scientifica, si concluse con la brillante lettura clinico-radiologica svolta da G Passerini e R Perale (Università di Padova), dal titolo: “Assonanze e dissonanze in radiourologia pediatrica”. Durante il Convegno l’assemblea generale dei soci, procedette al rinnovo delle cariche del Comitato Direttivo per il quadriennio 1984-87, che risultò così composto: Presidente: Ciro Sandomenico (Napoli). Segretario Ennio Gallo (Modena). 269 Consiglieri: Mario Pini (Trieste); Stefano Riggio (Ancona), Elisabetta Schiavetti (Milano). Past-President: Pietro Gugliantini. Il X Convegno Nazionale della Sezione si svolse a Pisa nell’Ottobre del 1985, organizzato da G Perri dell’Istituto di Radiologia dell’Università della stessa Città. Presidenti onorari furono il Prof. G Toniolo ed il Prof. A Gentili, Presidenti il Prof. M Franchi ed il Prof. E Bottone, Direttori, rispettivamente dell’Istituto di Radiologia e della Clinica Pediatrica, dell’Università di Pisa. Il programma venne articolato in sei sessioni, distribuite in due giornate. Nella prima ebbero luogo quattro delle sessioni programmate: sull’apparato urogenitale; sull’apparato osteoarticolare; sulle tecnologie attuali e sulle prospettive future in Radiologia pediatrica e sulla miscellanea. Nella prima sessione furono trattati “La possibilità di identificazione radiologica del reflusso intrarenale” (R Perale, Padova); “Il confronto tra cistografia con radionuclidi e cistografia tradizionale” (P Bertelli et al., Pisa); “L’iperecogenicità delle piramidi renali” (P Tomà, Genova); “L’ecografia nel rene chirurgico” (C Chiapparra, Aosta). Seguirono due comunicazioni su casistica dell’apparato urinario. Interessante l’ultima comunicazione su “Valutazione ecografica delle dimensioni dell’utero e delle ovaie in età pediatrica” (P Ghirri, P Capriello, E Barale et al. Pisa). Nella seconda sessione dedicata all’apparato osteoarticolare, quattro comunicazioni riguardarono casistica di displasie ossee (G Beluffi, U Pazzaglia, P Fiori et al. Pavia) e di patologia acquisita (M Pifferi, V Giordano, A Celotti et al., Pisa). L’analisi statistica di misure angolari e lineari nello studio di pazienti affetti da m. di Cooley fu oggetto di una comunicazione degli Istituti Universitari di Napoli e di Catanzaro. G Tani e A Lucchi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna presentarono una comunicazione sulle correlazioni tra i reperti radiologici e scintigrafici nelle metastasi ossee del neuroblastoma. L’ultima comunicazione sullo studio con la TC nei sarcomi dei tessuti molli fu presentata da A Taccone (Istituto “G. Gaslini”, Genova). 270 La III sessione sulle “Tecnologie attuali e prospettive future in Radiologia Pediatrica” fu preceduta da una conferenza attinente al tema di relazione, che fu svolto da J-Ph Montagne de “L’Hôpital Trousseau” di Parigi. Furono presentate due comunicazioni sulla radiologia interventistica in età pediatrica (U Scalabrin et al., Vicenza, e C Defilippi, Torino). Seguirono due comunicazioni, l’una sull’angiografia digitale (S Damiani, Genova) e l’altra sui vantaggi dell’ADS (G Roversi et al., Bologna). La novità fu costituita da due comunicazioni inerenti all’impiego della RM nello studio del SNC. dell’età pediatrica, certamente tra le prime presentate ai Convegni della Sezione, l’una proveniente dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze (C Bartolozzi, G Del Pozzo, C Fonda et al.) e l’altra da Grottaferrata (G Tanfani). Nella IV sessione (miscellanea) da segnalare tra le altre comunicazioni: ”L’ecografia nelle displasie delle vie biliari in età pediatrica” (C Bartolozzi et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze) e la “Diagnostica per immagini nel neuroblastoma pararenale” (O Tamburrini, E Porta, et al., Università di Catanzaro e Napoli). Nella II giornata, dopo l’assemblea generale dei soci della Sezione, ebbero luogo le ultime due sessioni con la presentazione di varie comunicazioni. Nella V sessione dedicata alla Neuroradiologia, furono presentate solo 4 comunicazioni delle otto in programma. Tra le altre da segnalare le comunicazioni: “Rilievi TC del danno cerebrale da profilassi chemioterapica della meningite leucemica in bambini affetti da LLA” (G Cecchinelli, F Ducci, G Silvano); “Prolattinomi nell’esame TC della sella turcica” (M Pini e G Tonini, Trieste) ed infine “Epidermoidi e dermoidi in età pediatrica; loro evoluzione” (M Coppi e A Forroni, Alessandria). L’ultima sessione fu dedicata all’apparato respiratorio. Alcuni radiologi (GF Vichi, R Jenuso, T Pellegrini) e pediatri (L Marianelli e T Repetto) dell’Ospedale “A. Meyer” di Firenze, riferirono su “L’esperienza acquisita in un quinquennio col metodo di Vichi nello studio delle alterazioni broncopolmonari nella fibrosi cistica”. A Lucchi, G Tani et al. di Bologna, F Falaschi e G Baldini et al. di Pisa presentarono comunicazioni analoghe su l’impiego della TC nella 271 patologia toracica. Seguì la descrizione di due casi di granulomatosi polmonare (M Pini, G Tommasini, Trieste) (Ceccarelli, L Lupetti, C Ughi et al., Pisa). Conclusero la sessione radiologi e pediatri di Pisa (G Cesaretti, G Perri, E Margenti et al.), con un’interessante comunicazione su “Intossicazione da idrocarburi, reperti radiografici in età pediatrica”. L’XI Convegno nazionale della Sezione ebbe luogo a Modena nel maggio 1987, organizzato da Ennio Gallo, dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Modena, Presidenti i Proff. GC Canossi e R Romagnoli dell’Università di Modena. Il programma del Convegno comprendeva due tavole rotonde, un intervento preordinato e una sessione con comunicazioni a tema libero. La prima tavola rotonda su “L’imaging diagnostico del collo”, fu introdotta da Fiorenza Bellini. La patologia del collo, in cui è richiesto l’imaging diagnostico, venne trattata in collaborazione da GF Rondanini, G Weber, MA Cazzuffi e G Chiumello degli Istituti S Raffaele, di Clinica Pediatrica III, del Centro di Endocrinologia Infantile e dell’Adolescenza dell’Università di Milano, che presero in considerazione le frequenti affezioni tiroidee e quelle più rare paratiroidee. Il ruolo della radiologia tradizionale e della TC fu illustrato da S Riggio, radiologo dell’Ospedale Pediatrico “G Salesi” di Ancona. P Tomà e coll. dell’Istituto “G. Gaslini” riferirono sul ruolo della ecotomografia nelle varie patologie, tiroidee ed extratiroidee. R Canini, G Tani dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna e R Franchi del Servizio di Medicina Nucleare dell’Ospedale S. Orsola - Malpighi di Bologna puntualizzarono il ruolo della scintigrafia nello studio della patologia della tiroide e delle paratiroidi, impiegata come indagine di seconda istanza ad integrazione dell’ecografia. G Perri di Pisa introdusse la II tavola rotonda su “Le urgenze addominali”, che fu articolato in quattro parti: 1. “Lo studio radiologico dello stomaco e del duodeno”, che fu trattato da G Beluffi, responsabile della sezione di Radiologia della Clinica Pediatrica dell’Università (“IRCCS Policlinico S. Matteo”, Pavia), 272 “La patologia intestinale”, che fu esposta da G Fariello e coll. (OPBG, 2. Roma), R Perale (Istituto di Radiologia dell’Università di Padova) riferì sul “Ruolo 3. della ecotomografia nelle urgenze da patologia dell’apparato urinario”, Nella IV parte M. Pini, dell’Istituto Pediatrico “Burlo Garofolo” di Trieste, 4. discusse le indicazioni della TC nelle urgenze addominali dell’età infantile, in genere eseguita come complemento delle altre indagini radiologiche. Un intervento preordinato, svolto da R Canini, G Tani dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna su “Le occlusioni intestinali neonatali” precedette la sessione sulle comunicazioni libere. In questa sessione furono presentate ben 18 comunicazioni, in parte costituite da casistica rara, esaminata con la radiologia tradizionale; la maggior parte attinenti a importanti problematiche di Radiopediatria, studiate con le nuove metodiche che con ritardo, per i motivi già accennati nella parte generale, furono acquisite dagli Ospedali Pediatrici. Tra le altre da segnalare: il “ruolo dell’ecotomografia nella diagnosi e follow-up dell’idrocefalo” (MC Bossi, Saronno, VA); “Il doppler pulsato nello studio del circolo cerebrale del neonato” (P Tomà e coll., Istituto “G. Gaslini”).“Il contributo della TC nelle complicanze delle sinusiti in età pediatrica” (M Pini e coll., Istituto “Burlo Garofolo”, Trieste); “L’ecotomografia nello studio dell’atresia delle vie biliari extraepatiche” (P Tomà, Istituto “G. Gaslini”); “Anatomia ecografica normale e patologica dell’anca del lattante” (Studio combinato dei Servizi Radiologici dell’Ospedale Maggiore di Lodi e di Crema); “Ruolo della TC nella diagnosi e nel follow-up del sarcoma di Ewing (A Taccone, Istituto “G. Gaslini”). Il convegno partecipazione fu allietato, ricevendone ancora maggio lustro, dalla del Prof. LE Swischuk del Children’s Hospital di Galveston, (Texas, USA) che tenne due applaudite relazioni su “ Current imaging in pediatic radiology: trends and state of the art” e “Viral vs bacterial infections in children: roentgenographic differentiation”. 273 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Dalla cronaca del VII Convegno della Sessione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Radiol Med 69: 249-259, 1983 2 Dalla rubrica “Sezioni e Gruppi regionali della SIRMN”. I Corso Nazionale di aggiornamento in Radiologia Pediatrica. IX Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Radiol Med 70: 643, 1984 274 Il XII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN organizzato dal Prof. Oscar Tamburrini, Direttore della Cattedra di Radiologia del Policlinico “Mater Domini” (Catanzaro) e sotto la Presidenza del Prof. Ernesto Porta, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Napoli, si svolse a Copanello (Catanzaro) nei giorni 29-30 settembre 1989. Il Convegno fu preceduto dal Corso di aggiornamento che ebbe luogo nei due giorni precedenti. Oscar Tamburrini, scelse come filo conduttore del Corso “Cosa ogni radiologo deve sapere……….”. La scelta dei temi fu determinata dalla considerazione di voler fornire ai Colleghi Radiologi Generali, attraverso la vasta esperienza clinico-radiologica dei Docenti, elementi di diagnostica utili, se non indispensabili, in alcune tra le più frequenti patologie dell’età pediatrica. 1 Il Corso fu articolato in due sessioni: la prima con il tema “Cosa ogni radiologo deve sapere” delle problematiche medico-legali nella urgenza in Radiologia, che fu svolto dal Prof. Bruno Pannain (titolare della Cattedra di Medicina Legale, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Catanzaro, Università degli Studi di Reggio Calabria) e coll.; l’altra sessione in cui vennero trattati “gli elementi semeiologici di base necessari per poter rispondere a quesiti clinici ben definiti, di estrema importanza ed attualità” fu suddivisa tra otto relatori, con tema comune “Cosa ogni radiologo deve sapere …….”: ……..“nell’urgenza toracica” (M Marchetti, E Gallo, Istituto di Radiologia, Univ. di Modena); …....“nell’urgenza addominale” (G Beluffi, Sezione di Radiologia Pediatrica, “IRRCS Policlinico S.Matteo”, Pavia); ……“nell’urgenza scheletrica” ; (G de Filippi, Ospedale infantile “Cesare Arrigo”, Alessandria); …… “nell’urgenza neurotraumatologica” (K. Pardatscher, Cattedra di neuroradiologia, Catanzaro, C Carollo, DL Fiore, Servizio di Neuroradiologia, Padova, GL Rigobello, Dip.to di Pediatria, Padova); ……“nella valutazione della scoliosi idiopatica” (S Riggio, Servizio di Radiologia “Ospedale Civile”, Fano); ….…“nella displasia congenita dell’anca” (P Tomà, A Costa, A Dell’Acqua, Istituto “G.Gaslini”, Genova); .……“nella valutazione dell’età scheletrica” (GF Vichi, UO di Radiologia, Ospedale Pediatrico, “A. Meyer”, Firenze); ……“nell’ipertensione endocranica neonatale” (G Fariello, S Malena, Servizio di Radiologia “OPBG”, Roma). 275 Il Corso prevedeva la partecipazione “a numero chiuso” con lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche al negativoscopio al termine di ogni lezione. Il Convegno fu preceduto dalla presentazione del Prof. O Tamburrini e da una Conferenza dal titolo: “Il Bambino: diritto alla salute”, tenuta da AD Bilotta, Presidente del Comitato regionale Calabria dell’Unicef. Il programma fu articolato in due tavole rotonde seguite da comunicazioni sul tema di relazione, in quattro letture e in una lezione di aggiornamento. Tema della I tavola rotonda, di cui fu moderatore il Prof. Marano, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università Cattolica di Roma, fu “L’imaging diagnostico nelle cardiopatie congenite (C.C.)”, che venne suddiviso in sette parti e si concluse con un’intervento preordinato. Dopo un’inquadramento anatomo-clinico delle CC che fu svolto da FS Iorio e C Marcelletti (Dipartimento medico-chirurgico dell’OPBG di Roma), O Tamburrini e P Palescandolo ed i loro collaboratori (Cattedra di Radiologia di Catanzaro), presentarono “La Radiologia tradizionale nelle C.C.”; seguirono: “L’ecocardiografia pediatrica” illustrata da M Papa, B Marino e G De Simone (Dip.to Medico-Chirurgico di Cardiologia dell’OPBG), “La cineangiocardiografia nelle C.C.” di R Piva, A Pancrazi e coll.(Servizio di Radiologia Cardiovascolare dell’Ospedale “Lancisi” di Ancona); “Lo stato attuale della Medicina Nucleare” di M Milella e coll. (Servizio di Medicina Nucleare e Dip.to Cardiologico “A. De Gasperi”, Ospedale “Niguarda”, Milano); la RM nella diagnostica delle C.C. di G Belfiore, O Tamburrini e E Porta (Istituto di Scienze Radiologiche, Napoli e Cattedra di Radiologia, Catanzaro). In un intervento preordinato O Tamburrini, G Belfiore, F De Lucia et al. (Fondazione Centro Praxis, CE) in collaborazione con G Mottola et al. (“Clinica Montevergine”, Montegliano (AV) trattarono “La valutazione color-doppler e la RM nella patologia dell’arteria polmonare”. Nelle comunicazioni che seguirono furono trattati argomenti attinenti al tema di relazione: tra le altre, due provenienti dall’OPBG (Roma), ebbero come tema “La malattia delle membrane ialine e persistenza del dotto di Botallo” (E Carnevale, O Cacchione, M Graziani et al.) ed “I sieromi come complicanza postchirurgica nelle C.C.” (E Carnevale, M Graziani, S Fasanelli). 276 La tavola rotonda ebbe come tema la: “Diagnostica per immagini nei tumori renali e pararenali (neuroblastomi)” di cui fu moderatore A Corinaldesi, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna. Gli argomenti trattati furono i seguenti: “L’inquadramento anatomo-clinico” (G. Esposito, P. Vecchio, Napoli); “La radiologia tradizionale” (LC Cirillo, H Dolezalova e A Maurano, Istituto di Scienze Radiologiche Napoli ed O Tamburrini et al., Cattedra di Radiologia, Catanzaro); “L’ecografia” (G Fariello, S. Malena, computerizzata” (S Fasanelli, D Barbuti, OPBG, Roma); “La tomografia OPBG Roma) ; “L’angiografia” (C Defilippi, R Dosio, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Torino) ; “Il contributo diagnostico dell’esame scintigrafico con MIGB radioiodata nella valutazione pre- e post-operatoria dei neuroblastomi (L Troncone, V Rufini, Istituto di Medicina Nucleare, UCSC , Roma) ; “La risonanza magnetica nei tumori renali e pararenali (P Tomà, A Costa, A Dell’Acqua, Istituto “G. Gaslini”, Genova). L’intervento preordinato su “Le nefroblastomatosi” fu svolto da P Pisi, GA Turci, R Canini et al. (Bologna). Le quattro letture, che furono presentate nel corso del Convegno, ebbero come tema argomenti di attualità: ”Integrazione funzionale delle immagini digitali: significato diagnostico e gestionale (Cattedra di Radiologia, Università de L’Aquila); “Radiologia odontostomatologica; crescita delle strutture dentarie e cefalometria”. (Cattedra di Radiologia, Università di Napoli); “Imaging diagnostico dei tumori cerebrali in età pediatrica” (Istituto di Scienze Radiologiche, Università di Napoli, II Facoltà di Medicina e Chirurgia) e “Radiologia interventistica in età pediatrica, oggi” (Istituto di Radiologia, Università di Padova). La lezione di aggiornamento verté su due argomenti diversi. Il primo: “I radioisotopi nello studio funzionale dell’apparato digerente in età pediatrica” fu trattato da L. Mansi, S Piccolo et al. della Medicina Nucleare e Istituto Nazionale Tumori (Napoli). L’altro ebbe come tema “La stipsi cronica nell’infanzia”, di cui furono relatori per gli aspetti clinici, diagnostici e terapeutici S Cucchiara, A Staiano, A Boccieri et al. del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Napoli. Il ruolo della Radiologia fu svolto da O Tamburrini e da LC Cirillo, A Bartolomeo De Iuri e collaboratori dell’Istituto di Scienze Radiologiche Università di Napoli; il 277 ruolo del Chirurgo fu illustrato da P Parmeggiani e G Amici del Dip.to di Pediatria, Clinica Chirurgica Pediatrica, Università di Napoli. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Dalla prefazione al Corso di Aggiornamento “Cosa ogni radiologo deve sapere……….”. di O Tamburrini, Pag.5, Volume degli Atti, Grafiche Abramo S.r.l., Catanzaro, 1989 278 Il XIII Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica svoltosi a Torino tra il 16 e 19 Ottobre 1991, fu organizzato da F Potenzoni, Primario Radiologo dell’Ospedale Pediatrico “Regina Margherita” della stessa città. Il Convegno fu articolato in 4 relazioni, 2 tavole rotonde e una sessione dedicata alle comunicazioni. Le relazioni verterono su argomenti di Pediatria di estremo interesse e di attualità. P Tomà, A Pelizza et al. dell’Istituto “G. Gaslini”, riferirono esaurientemente su “Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie” studiate con diverse metodiche (Radiologia tradizionale, TC e RM). Analogamente F Priolo e A Cerasi dell’Istituto di Radiologia, dell’Università Cattolica del S.Cuore (Roma), trattarono dello “Stato attuale della diagnostica per immagini nello studio dei tumori ossei in età pediatrica” evidenziando il ruolo svolto dalla radiologia tradizionale e dalle metodiche di II Istanza (TC, RM e scintigrafia). GF Vichi, R Jenuso del Servizio Radiologico dell’Ospedale “A. Meyer”, in collaborazione con GL Lavoratti, nefrologo dello stesso Ospedale, fecero una messa a punto in base alla letteratura e alla casistica personale su “L’osteodistrofia renale”; A De Marchi e collaboratori di Torino ebbero il compito di illustrare il “Ruolo della densitometria ossea” studiata con le varie metodiche mineralometriche nella patologia scheletrica infantile, fino allora poco considerata nella letteratura. La prima tavola rotonda inerente al tema: ”Il mielomeningocele e i disrafismi spinali. Attualità diagnostiche e terapeutiche”, fu preceduta dall’intervento di C Di Rocco, della Sezione di Neurochirurgia Pediatrica dell’UCSC (Roma) su “Lesioni di interesse neurochirurgico associate alla spina bifida occulta”. L’argomento vero e proprio (mielomeningocele e disrafismi spinali) fu trattato nei suoi diversi aspetti da altrettanti relatori: M. Caldarelli della stessa Sezione dell’UCSC descrisse: ”L’inquadramento etiopatogenetico”; La “Diagnostica cografica prenatale” fu svolta da M Lituania e V Esposito del Laboratorio Sperimentale per le tecniche prenatali dell’ Istituto “G. Gaslini”; la diagnostica neuroradiologica fu illustrata da G Fariello, S Malena e collaboratori del Servizio radiologico dell’OPBG di Roma. E Carnevale et al. dello stesso Servizio ne trattarono la “Diagnostica radiourologica”, soffermandosi sulle complicazioni a carico dell’apparato urinario, 279 dovute all’alterata dinamica vescicale (vescica neurologica). Altri AA del Servizio radiologico distaccato (Palidoro) dell’OPBG, si occuparono della diagnostica radioortopedica. “Il bambino battuto” costituì il tema della seconda tavola rotonda, divenuto di attualità per la diffusione verificatasi negli ultimi decenni del Novecento di questa grave piaga della Società. Dopo l’introduzione all’argomento di P Nicola, Direttore della I Cattedra di Discipline pediatriche dell’Università di Torino, D Pavesio e MG Proveglio dell’Osp. Infantile “Regina Margherita” (OIRM) trattarono gli “aspetti clinici”; G Perri dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pisa ne descrisse sia i quadri radiologici a carico dell’apparato scheletrico, sia a carico del SNC evidenziati dalla TC, ma soprattutto dalla RM, sia le lesioni viscerali addominali, meno frequenti, ma sempre importanti. Di estremo interesse furono le ultime due relazioni, che affrontarono la problematica medico-legale: la prima “Il bambino battuto tra amnesia e ambiguità” di U Oddone e l’altra “La sindrome del bambino maltrattato: aspetti medico-legali” di F De Ferrari, Professore di Medicina Legale all’Università di Brescia. Particolarmente rilevante fu la sessione delle comunicazioni (una ventina), tra cui mi limiterò a ricordarne alcune per la loro importanza del punto di vista diagnostico: due sulle alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare nell’artrite reumatoide del bambino i cui AA. appartenevano agli ICP di Milano e all’Istituto Ortopedico “G.Pini” della stessa città; una sulla “Semeiotica strumentale nella malattia di Calvé-Legg-Perthes”, presentata da L Pelilli e F Cuomo, Ortopedici pediatri dell’OIRM di Torino. Altre comunicazioni riguardarono l’una, la messa a punto sul ruolo delle varie metodiche a disposizione all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso nella “Diagnostica dei tumori delle ossa in età pediatrica”, risultato della collaborazione degli Ospedali “S. Camillo” e “S. Spirito” di Roma, e l’altra “La chemioterapia endo-arteriosa dell’osteosarcoma”, basata su una ricca casistica studiata da C Defilippi e collaboratori del Servizio Radiologico dell’OIRM di Torino, da A Brach del Prever e L Besenzon della III Clinica Pediatrica dell’Università di Torino e G Bracci e collaboratori dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Infine da segnalare la comunicazione “Place de l’imagerie dans les 280 infections osteo-articulaires de l’enfant” presentata da alcuni AA francesi (Ph Baudain e collaboratori, della Radiopédiatrie, CHU di Grenoble). Nel 1992 (12-13 giugno) fu organizzato a Torino da Francesco Potenzoni, Primario radiologo dell’Ospedale infantile “Regina Margherita” (OIRM) un corso di aggiornamento dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica” che risultò uno dei migliori nella storia della Radiologia Pediatrica italiana sia per il livello delle numerose relazioni, sia per l’importanza degli argomenti trattati. In pratica venne considerata tutta la patologia toracica dell’età evolutiva dalla nascita all’adolescenza, comprendente la parete toracica, i polmoni, il mediastino (con una accenno anche all’apparato cardiovasale). Trattando dell’attività scientifica dei radiologi che hanno operato e che tutt’ora operano negli Ospedali Pediatrici e negli Istituti Universitari è stato accennato al contributo da loro dato allo svolgimento del Corso. Val la pena di ricordare qui in modo più tangibile gli argomenti da loro trattati riferiti negli Atti del Corso, che costituiscono un vero e proprio testo di Radiologia diagnostica del torace in età pediatrica non solo per il valore delle relazioni, ma anche per l’impostazione che è stata data alla materia ed alla iconografia ineccepibile, che di solito non è riportata negli atti dei congressi e dei corsi o comunque è trascurabile. Elisabetta Schiavetti dell’Ospedale Pediatrico “Vittore Buzzi” di Milano descrisse esaurientemente il “distress” respiratorio del neonato. “Il torace nelle urgenze pediatriche” fu il risultato della collaborazione tra l’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna (R Canini, M Zompatori, G Tani et al.) della Cattedra di Radiologia dell’Università di Ancona (L Di Florio) e del Serv. Radiologico dell’OPBG di Roma (S Fasanelli). G Beluffi della Sez. di Radiologia Pediatrica del Policlinico S.Matteo di Pavia svolse la interessante relazione “Dal radiogramma del torace alla diagnosi di patologia scheletrica”. AA Francesi (Ch Duran, Ph Baudain et al.) discussero i problemi diagnostici e della condotta da seguire in presenza di “tosse cronica” nel bambino 281 ed illustrarono le applicazioni della emergente Radiologia digitale nell’apparato respiratorio. GF Vichi, Primario del Servizio Radiologico dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze svolse una relazione dettagliata sulle alterazioni broncopolmonari della fibrosi cistica, documentate da una ricca iconografia. G de Filippi (in collaboratori con A Castriota - Scandenberg del Serv. Radiologico dell’Ospedale Infantile “C Arrigo” di Alessandria) trattò brillantemente i quadri radiologici delle flogosi polmonari acute, mentre lo stesso argomento per le broncopneumopatie croniche fu discusso da F Bellini e P Barbaccia e collaboratori del Servizio Radiologico delle Cliniche Pediatriche I e II degli ICP di Milano. La diagnosi prenatale con US fu trattata dettagliatamente da M Lituania e V Esposito del Laboratorio sperimentale per le tecniche prenatali dell’Istituto “G. Gaslini”. Un breve capitolo, svolto da C Defilippi e collaboratori dell’OIRM di Torino fu dedicato alla Radiologia interventistica in età pediatrica. L’impiego della TC e della RM nella patologia toracica dell’infanzia venne trattato dall’infaticabile équipe del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” (P Tomà, A Taccone e M Oddone) illustrarono il ruolo della TC e della RM nello studio del mediastino anteriore e medio in due distinti capitoli “TC e RM della parete toracica”, “TC e RM del polmone”. Toccò ad altri esponenti della Radiologia pediatrica italiana (G Fariello, S Malena et al. del Servizio Radiologico dell’OPBG il compito di descrivere la patologia del mediastino posteriore in età pediatrica. Per una trattazione completa della patologia toracica nell’infanzia debbo accennare alle altre relazioni: una sulla scintigrafia polmonare presentata da GC Mussa e L Silvestro dell’OIRM di Torino; l’altra una messa a punto sul ruolo della “Radioterapia nel trattamento multidisciplinare dei tumori pediatrici e localizzazione toracica” di A Urgesi della Divisione di Radioterapia dell’Osp. “S. Giovanni Battista” di Torino. Un altro argomento con coinvolgimento del Radiopediatra, l’”Iter diagnostico e terapeutico delle pneumopatie nei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo” fu svolto da M Gioacchino, A Busca et al. della Divisione di Pediatria oncologica, III Clinica Pediatrica, Università di Torino. 282 Il XIV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM si svolse a Milano nel 1993 (5-6 Novembre). Ne fu organizzatore PL Paesano dell’Istituto Scientifico “H. S. Raffaele” della stessa città. Il Programma del Congresso comprendeva sei relazioni ed una sessione dedicata alle comunicazioni a tema libero. Le prime tre relazioni ebbero come tema la patologia intestinale, comprendente i tre argomenti seguenti di estremo interesse, che furono sviscerati dai relatori sotto i vari aspetti eziopatogenetici, clinici e diagnostici: le anomalie dell’innervazione intestinale; le anomalie della regione ano-rettale; le malattie infiammatorie dell’intestino. Le anomalie dell’innervazione intestinale ebbero come relatori per la parte clinica V Jasonni e G Martucciello della Cattedra e Divisione di Chirurgia Pediatrica dell’Università di Genova (Istituto “G. Gaslini” di Genova). La diagnostica per immagini fu trattata da P Tomà, del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini”. L’inquadramento eziopatogenetico e clinico delle anomalie della regione ano-rettale fu trattato da M Rivosecchi della Divisione di Chirurgia e da G Fariello del Servizio Radiologico dell’OPBG di Roma; la diagnostica per immagini del perineo fu illustrata da A Taccone e M Occhi del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini”. L’eziopatogenesi, la clinica e la terapia delle malattie infiammatorie dell’intestino furono descritte da C Bianchi e coll. dell’Istituto Scientifico “H. S. Raffaele”. Il ruolo della diagnostica per immagini venne trattato dai Radiopediatri dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova (E Talenti, T Toffolutti, A Tregnaghi, R Perale). Alcuni di essi, (R Perale, E Talenti, A Tregnaghi e L Miserocchi) trattarono poi la diagnostica per immagini dell’appendicite acuta. La quarta relazione fu svolta da C Defilippi, del Servizio Radiologico dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino, che fece una messa a punto sulla interventistica nella patologia gastro-intestinale. Le altre relazioni verterono sui trapianti di rene e fegato, un tema poco trattato nella letteratura radiopediatrica italiana. Per il trapianto renale G Rizzoni (Servizio di Nefrologia e Dialisi dell’OPBG) si occupò delle “problematiche 283 cliniche”, mentre F Brunelle dell’ “Hôpital des Enfants Malades” di Parigi intervenne sulla diagnostica per immagini delle complicanze mediche, vascolari ed urologiche del trapianto dello stesso organo. R Gridelli e D Galmarini del Centro trapianti di fegato dell’Ospedale Maggiore di Milano illustrarono le problematiche cliniche del trapianto di fegato. Toccò a D Pariente e E Urovas del Servizio di Radiopediatria dell’“Hôpital Bicêtre” (Parigi) intervenire sulla diagnostica per immagini del trapianto epatico (bilancio pre-trapianto e post-trapianto). Una sessione fu dedicata alle comunicazioni libere in totale 16, provenienti da diversi Ospedali pediatrici, da Ospedali generali con divisioni di Chirurgia Pediatrica, da Istituti di Radiologia Universitari con Sezioni di Radiologia Pediatrica; in ordine geografico: Ospedale Infantile “Regina Margherita” (Torino), Istituto “G. Gaslini” (Genova), Ospedale dei Bambini “V Buzzi” (Milano), Clinica Pediatrica ICP (Milano), Divisione di Chirurgica Pediatrica (Bergamo), Ospedale “S Chiara” con Sezione Pediatrica (Trento), “OPBG” (Roma), Ospedale Pediatrico “G Salesi” (Ancona). Tra le comunicazioni di maggior rilievo sono da citare: “Il reflusso gastroesofageo; diagnostica per immagini” (P Tomà et al.); “La misura del tempo di transito intestinale con tecnica radioisotopica applicata a bambini affetti da stipsi cronica” (A Vattimo et al., Cattedra di Medicina Nucleare, Siena); “Emoperitoneo neonatale”, esperienza su 4 casi (G Fabrizzi et al., Ospedale “G Salesi” di Ancona); “La Radiologia interventistica nelle uropatie ostruttive pediatriche”, degli stessi AA.; “Il ruolo dell’ecografia bidimensionale e dell’eco-doppler nel monitoraggio del trapianto renale in età pediatrica”; “Stenosi infiammatorie del colon secondarie ed enterocolite necrotizzante trattate conservativamente” (V Miele, EA Adami et al., Ospedale “San Camillo”, Roma). In sostanza si stava consolidando un fenomeno che si era già presentato in occasione degli ultimi Convegni della Sezione e dei Congressi Nazionali della SIRM(N): la scarsa rappresentanza dei Radiologi pediatri, la prevalenza di partecipazione dei Radiologi generali, in parte compensata dall’attività scientifica costante e di alto livello dei Servizi Radiologici dell’Istituto “G. Gaslini” e dell’OPBG 284 e di alcuni Ospedali pediatrici e delle Sezioni di Radiologia Pediatrica di pochi Istituti Universitari. Non tornerò ad illustrare qui le motivazioni a giustificazione di quanto scritto che in gran parte sono state descritte nella parte sulla crisi della Radiologia pediatrica italiana. 285 Il Convegno annuale della Sezione di Radiologia Pediatrica congiunto ai Convegni analoghi delle Sezioni di Ecografia e Tessuti molli si svolse a Pavia il 26-30 ottobre 1995 sotto forma di Corso-Convegno. Presidenti furono i Professori L. Di Guglielmo e R. Campani dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pavia. Coordinatori scientifici; M. Bazzocchi (Istituto di Radiologia dell’Università di Udine); F Calliade (Ospedale Maggiore, Lodi), O Bottinelli (Istituto di Radiologia dell’Università di Pavia). La formula (Corso-Convegno) era già stata sperimentata con successo a Pavia. Infatti, alle caratteristiche proprie del Convegno congiunto delle Sezioni, che consente lo scambio culturale e scientifico tra le esperienze acquisite negli Istituti Universitari e negli Ospedali specializzati, si aggiunge il valido contributo dei docenti del Corso, esperti autorevoli, di fama nazionale ed internazionale. Al tema del Convegno: “Color-doppler, ecografia e pediatria” furono dedicate due sessioni, in cui vennero trattati argomenti di interesse generale quali prospettive future ed evoluzione tecnologica, correlazione tra ecografia ed altre metodiche di immagine e argomenti interessanti sia il bambino sia l’adulto: l’emodinamica del rene e l’ipertensione portale, le applicazioni gastro-intestinali, l’Imaging dell’encefalo neonatale e dell’adulto. Un intervento ebbe come oggetto “L’anca pediatrica 1995; non solo lussazione”. La patologia dei linfonodi e della tiroide dell’adulto e del bambino fu trattata in una sessione successiva insieme a patologia preminente dell’adulto (mammella, organi genitali maschili e femminili, ecc.). L’ultima sessione fu dedicata ai tumori dei tessuti molli perischeletrici. Il Convegno congiunto fu preceduto da un corso di color doppler, che fu svolto da esperti del settore, italiani e stranieri. Tra gli altri argomenti di interesse generale, F Burns (Toronto) illustrò i principi dell’effetto doppler e le prospettive future del color-doppler. Docenti italiani e stranieri trattarono i trapianti di organo (fegato, pancreas, rene) o svolsero lezioni pratiche sui vasi addominali, il rene, le pelvi, i vasi del collo. Temi di ordine generale, ma alcuni con aspetti analoghi al campo ristretto dell’età infantile, quali la tiroide, le paratiroidi, i muscoli ed i tendini, i mezzi di contrasto, furono oggetto di altrettante lezioni. 286 Alcune applicazioni pediatriche furono trattate da due radiopediatri, di fama internazionale HB Patriquin (Montreal) e PN Burns (Toronto) descrissero l’impiego del color doppler nel rene e la caratterizzazione delle lesioni nell’encefalo e nell’ipertensione portale dei bambini. Durante il Corso-Convegno si svolse l’Assemblea dei Soci della Sezione che provvide alla elezione del Comitato Direttivo in scadenza, per il quadriennio1995-1999. Risultarono eletti: Presidente: Paolo Tomà (Genova). Consiglieri: A Castriota-Scanderberg (S.Giovanni Rotondo), R Jenuso (Firenze), R Pozzi-Mucelli (Trieste). Segretario: V Novara (Palermo). Past-President: G Fariello (Roma). Il Convegno annuale congiunto delle Sezioni di Studio di Radiologia pediatrica e di Risonanza Magnetica si svolsero a Roma nel 1999 (6-9 ottobre) con la Presidenza del Prof. Giuseppe Fariello, Primario dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG). “La Risonanza magnetica in Pediatria” costituì il tema del Convegno, che fu articolato in 5 sessioni attinenti al sistema nervoso centrale, all’apparato cardiovascolare, all’addome (III e IV Sessione) e all’apparato muscolare scheletrico. La I sessione ebbe come moderatori C Colosimo e F Vigevano (Roma). Dopo un intervento di carattere tecnologico di E Brusoni del Reparto Elettromedicale della Siemens, seguirono le due relazioni di A Bizzi del Servizio di Radiologia dell’Istituto Neurologico “C. Besta” su le immagini funzionali con RM e i principi e le applicazioni della spettroscopia protonica e di C Fonda dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze trattò le immagini della RM nelle displasie corticali. Nella sessione attinente all’apparato cardiovascolare, intervennero P Di Renzi (del Servizio Radiologico dell’Ospedale “Fatebenefratelli” di Roma) sulle cardiopatie congenite e M Oddone (Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova). A Vanzulli (Istituto di Radiologia dell’Ospedale “S. Raffaele”, Milano) riferì sui principi e le applicazioni della Angio-RM. 287 Tra le prime due sessioni e le sessioni successive furono interposte due sessioni di comunicazioni; La prima, tranne una comunicazione che ebbe come oggetto “La RM ultraveloce nello studio della patologia fetale”, fu dedicata all’applicazione della RM in affezioni congenite ed acquisite del sistema nervoso centrale i cui relatori provenivano dai Servizi di Radiologia Universitari, “La Sapienza” di Roma, l’Istituto “Pietro Cignolini” di Palermo e degli ospedali: OPBG di Roma e Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze. Nella seconda sessione delle comunicazioni furono trattati argomenti vari: 1) I contributi apportati con l’impiego della RM nello studio di patologia osteo- articolare provenienti dall’Ospedale “S Pietro – Fatebenefratelli”, Roma; 2) Nuove applicazioni di RM in Chirurgia pediatrica. Colangio-RMN e nuove sequenze, presentato da A Vanzulli et al. dell’Ospedale “S. Raffaele” di Milano; 3) Ipertensione portale da trombosi della vena porta: bilancio con ecografia e angio-RM, su cui riferì l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini”. Altre due comunicazioni verterono su casistica: 1) Ossigenoterapia iperbarica in un caso di m. di Calvé-Legg-Perthes bilaterale illustrato da radiologi dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo; 2) L’apporto della diagnostica per immagini non invasiva nella sindrome di Klippel-Trenaunay. La III e IV sessione furono dedicate all’addome: di particolare interesse furono le due letture magistrali tenute da due esperti di fama internazionale, la prima su: “Les anomalies et malformazions du foie et des voies biliares, apport de la RM” da D Pariente, del Service de Radiopediatrie, “Hôpital de Bicètre”, Parigi. L’altra su: “L’uro-RM en Pediatrie svolta da F Avni del Service d’imagerie médicale, “Hôpital Universitaire des Enfants, Reine Fabiola”, Bruxelles. E Busoni già citato per la I sessione illustrò le caratteristiche delle apparecchiature e le sequenze, A Laghi P Pavone dell’Istituto di Radiologia dell’Università “La Sapienza” di Roma descrissero i mezzi di contrasto in RM. Nell’ultima sessione avente per oggetto l’apparato muscolo-scheletrico con moderatori, G Fariello e A Montanari, di Roma, intervennero A Barile dell’Università de l’Aquila su “Avanzamenti tecnici dell’Imaging muscolo 288 scheletrica” e GM Magnano, dell’Istituto ”G. Gaslini”. “Le scoliosi” furono trattate da E Pacciani e FM Fassari dell’Istituto di Radiologia dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma e C Defilippi dell’Istituto di Radiologia dell’Ospedale “Regina Margherita” di Torino descrisse la m. di Calvé-Legg-Perthes. S Fasanelli del Servizio Radiologico dell’Ospedale “Bambino Gesù” descrisse l’impiego delle diverse metodiche di Imaging nella patologia traumatica. Concluse la sessione una lettura magistrale di “Pitfalls in RM” tenuta da P Tomà dell’Istituto “G. Gaslini”, noto esperto in materia. Durante il Convegno si svolse l’elezione per il rinnovo del Consiglio Direttivo, che risultò così composto: Presidente: Enrico Talenti (Padova). Consiglieri: GM Magnano (Genova), E Marsilli (Trento), A Martinelli (Bari), PS Schingo (Roma). Past-President: P Tomà (Genova). Il Convegno congiunto Nazionale delle Sezioni di Studio di Risonanza Magnetica e di Radiologia Pediatrica ebbe luogo a Milano nei giorni 9 e 10 Novembre 2001. Ne fu Organizzatore Alessandro Del Maschio, Radiologo dell’IRCCS “H. S. Raffaele”. Indirizzi di saluto di A Del Maschio, di C Del Favero, Presidente della SIRM e di R Pozzi Mucelli Presidente della Sezione di RM della SIRM e di E Talenti Presidente della Sezione di Radiologia Pediatrica dettero inizio ai lavori del Convegno. La I Sessione fu dedicata all’ “Imaging fetale”; ne furono moderatori P Tomà e R Pozzi Mucelli. La prima relazione sui limiti delle ecografia fetale venne svolta da U Nicolini e P Gementi di Milano. Il tema “Risonanza Magnetica fetale” fu articolato in tre relazioni: “RM fetale neuro” (C Boldoli e F Triulzi, ICP ed Università Statale, Milano), “RM fetale body” (M Resta, Taranto), “RM fetale: riscontro postnatale” (F Rizzo, Genova). Seguì un lettura su “Gli effetti biologici in RM” tenuta da M De Maria, (Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo), ed una sessione di comunicazioni libere: moderatori A Vanzulli (Milano) e GM Magnano (Genova). La sessione sulla “Spettroscopia RM” (moderatori G Scotti e PL Paesano, IRCCS, H.S. Raffaele Milano) fu articolata in tre interventi: “Stato dell’arte” di A 289 Bizzi (Milano), “Nuove tecniche nella patologia neuro-vegetative” di A Falini (Milano) e “Patologia ipossico-ischemica pediatrica” di G Fariello (Roma). La seconda giornata fu dedicata alle comunicazioni libere. Seguirono due sessioni , la prima ebbe come tema “L’imaging funzionale”, (moderatori C Del Bavero, Como e A Martinelli, Bari) che fu suddiviso in quattro relazioni. La prima sullo “Stato dell’arte” ebbe come relatore E Di Salle (Napoli); la seconda sullo studio di perfusione e diffusione nell’adulto venne trattata da R Paris di Roma, mentre lo studio di perfusione e diffusione in età pediatrica ebbero come relatori rispettivamente F Triulzi di Milano (coll. A Righini) e C Fonda di Firenze. Conclusero la II Giornata gli ”Avanzamenti RM in Pediatria”, moderatori: E Talenti (Padova) e A Del Maschio (Milano) che riguardarono la Cardio-RM, trattata da M Oddone di Genova e la Epatocolangio-RM, illustrata da JP Pacros di Lione. L’otto novembre, giorno precedente il Convegno, si svolse il Corso “RM dell’addome e della pelvi”, che fu preceduto dal”l’introduzione di R Campani dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pavia. Il programma aveva come tema l’impiego della RM (Tecnica ed anatomia, Semeiotica RM) nello studio dei vari organi addominali e pelvici, con l’intervento di altrettanti relatori. Per il fegato intervenne S Colagrande (del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, sezione di Radiodiagnostica dell’Università di Firenze); per le vie biliari fu relatore R Pozzi Mucelli dell’Unità Clinica Operativa di Radiologia dell’Università di Trieste. A Vanzulli dell’AO “Niguarda, Ca’ Granda” di Milano fu relatore per il pancreas e la milza. A Blandino del Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Università di Messina descrisse il ruolo della RM nello studio dei reni, surreni e vie urinarie, ad esclusione della vescica che fu trattata da A Del Maschio dell’IRCCS “H. S.Raffaele”. La prostata fu oggetto di relazione di L Lencioni della Divisione di Radiologia Diagnostica ed Interventistica dell’Università di Pisa. M Cova dell’Unità Clinica Operativa dell’Università di Trieste illustrò l’impiego della RM nello studio dell’utero. Con la discussione ed il riepilogo tenuti da R Pozzi Mucelli si chiuse il Corso. 290 Congressi nazionali della SIRMN/SIRM con partecipazione della sezione di Radiologia Pediatrica. Al XXXI Congresso Nazionale della SIRMN, svoltosi a Firenze nel Novembre del 1984, furono trattati diversi argomenti di Radiologia Pediatrica, da parte di Radiologi pediatri e generali in alcune Tavole Rotonde. Nella Tavola rotonda avente per oggetto “La patologia della giunzione esofago-gastrica”, O Tamburrini dell’Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università degli Studi di Napoli, fece un intervento dal titolo “Problematica radiologica del giunto cardioesofageo in età pediatrica”. Nella tavola rotonda su “Acquisizioni recenti sui mezzi di contrasto iodati non ionici” G Perri di Pisa trattò della “Tollerabilità di alcuni mezzi di contrasto non ionici (iopamidolo e ioexolo) in età pediatrica”. Nella Tavola Rotonda sulla “Base cranica” TM Gajno, del Servizio Neuroradiologico dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino, intervenne (in coll. con ES Finizio) su “La Radiologia Pediatrica della base cranica”. La Tavola Rotonda di maggior importanza ebbe come tema la “Patologia espansiva addominale non neoplastica e neoplastica in età pediatrica”. La patologia non neoplastica fu presa in considerazione da R. Perale, M Del Maschio, F Candiani, et al. (Padova) che trattarono le “malattie del fegato e del pancreas”; da P Tomà che dissertò sul “rene medico”; infine “la pelvi”, fu esaminata da G Fariello e S Malena (OPBG, Roma) che sottolinearono il ruolo svolto nella diagnosi dalle metodiche tradizionali (es. diretto dell’addome, urografia, angiografia, cistouretrografia minzionale) e dagli US, mentre da G Cioffetta et al. (Università di Roma), furono trattate le “applicazioni della Medicina Nucleare”. La Patologia neoplastica addominale fu suddivisa in quattro parti: 1) “Lo scavo pelvico”, trattato da C Maresca e A Calisti (UCSC, Roma); 2) “L’inquadramento diagnostico e follow-up della patologia neoplastica renale” svolto da PC Murzio, L Pescarin, R Perale e coll. (Padova), C Ruffato (Calstelfranco Veneto) e F Frasson (Ospedale Civile di Treviso); 3) “Le masse epatiche in età pediatrica” (E Biggi, P Tomà, Genova); 291 4) “L’ecografia nello studio delle localizzazioni dei linfomi in età pediatrica” fu trattata da C Bartolozzi e coll. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze in collaborazione con A Lippi della Sezione di Ematologia ed Oncologia della Clinica Pediatrica della stessa Università. Gli stessi relatori di Padova, già citati (R Perale e coll.) dissertarono su “L’apporto della ecografia nell’iter diagnostico delle masse surrenaliche dell’ età pediatrica”. Gli interventi nella Tavola rotonda su la patologia neoplastica addominale furono preceduti da una messa a punto sull’argomento di M Ziviello, dal titolo “Ottimizzazione della scelta delle metodiche nelle neoplasie addominali”. Due furono le lezioni di aggiornamento programmate. La prima su “Il ruolo della TC nel monitoraggio dell’accumulo di Fe in pazienti affetti da Beta Thalassemia” fu esposta da R Pinto del Servizio radiologico dell’Ospedale “Cardarelli” di Napoli. L’altra, svolta da G Fariello (OPBG, Roma) in coll. con G Scotti del Servizio Neuroradiologico dell´AO “Niguarda Cà Granda” di Milano, fu rivolta al confronto US –TC nello studio della patologia encefalica neonatale. In una sessione dedicata alla Radiologia pediatrica furono svolte 14 comunicazioni di cui 5 sull’apparato scheletrico e parti molli, 2 sull’apparato digerente, 2 sull’apparato respiratorio e 2 sull’apparato urinario; le altre 2 su argomenti diversi. Alcune comunicazioni attinenti alla Radiologia pediatrica furono presentate in altre Sessioni (di Radiourologia e di Gastroenterologia). Sei poster presentati nella sessione ad essi dedicata, furono riservati alla Radiologia pediatrica; alcuni di questi di particolare interesse: clisma del colon a doppio contrasto e complementarietà tra US, urografia e scintigrafia dinamica nella diagnostica nefro-urologica in età pediatrica. Durante il XXXII Congresso Nazionale della SIRMN congiunto agli “Incontri Mediterranei di Radiologia” (Milano - giugno 1986), si svolse il Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN. Il Convegno comprendeva una tavola rotonda, lezioni di aggiornamento ed una sessione di comunicazioni. 292 “La patologia malformativa del rene nell’età neonatale”, tema della tavola rotonda, introdotto dalla Prof.ssa F Bellini, Primario del Servizio di Radiologia Pediatrica degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) venne articolata in cinque relazioni: la prima su “Le displasie cistiche renali” venne trattata da P Tomà (Genova), S Riggio (Ancona) e dalla stessa Bellini. Seguì la relazione su la “Idronefrosi”, che fu presentata da R Canini et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna, GP Grumieri degli ICP di Milano e da E Gallo dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Modena. La terza relazione “Indicazioni all’intervento chirurgico” fu svolta da CA Dell’Agnola della Chirurgia Pediatrica degli ICP di Milano. La IV relazione su “Aspetti nefrologici” fu tenuta da A Edefonti e da D Cattarelli del Servizio di Dialisi della II Clinica Pediatrica dell’Università di Milano. AF Braendli e BB Assael degli ICP di Milano fecero l’ultimo intervento su “Follow-up radiologico e clinico delle uropatie congenite operate in età neonatale”. Le comunicazioni presentate al Convegno furono una quindicina e verterono su vari argomenti di Radiopediatria. Tra le altre, da segnalare, le presentazioni: “Ecoencefalografia neonatale” (G Sperandeo et al. Servizi di Radiologia e Medicina Nucleare, S. Giovanni Rotondo, Foggia); “L’ecografia nella patologia del collo, nel neonato-lattante” (P.Tomà e coll., Istituto “G. Gaslini”, Genova); “Diagnosi radiologica-endoscopica nelle gastroduodeniti ulcerative e non” (GL De Angelis, F Ferrozzi, F Bini et al., Clinica Pediatrica ed Istituto di Radiologia dell’ Università di Parma); “Malformazioni rare dello stomaco” (MC Pupillo, R Lucchi et al., “Ospedale Salesi”, Ancona); “Applicazioni della Medicina Nucleare in età pediatrica” (GC Magri, GA Manzoni et al., Ospedale “Niguarda Cà Granda”, Milano); “La TC nella valutazione del tumore di Wilms e del neuroblastoma” (M Marchetti et al., Servizio di Radiodiagnostica, Policlinico di Modena). Altri argomenti attinenti alla Radiologia pediatrica furono inseriti in simposi e tavole rotonde, aventi come tema principale un argomento di Radiologia generale. Pertanto al Simposio sulle infezioni polmonari R Canini di Bologna e F Bellini di Milano riferirono sugli “Aspetti radiologici delle infezioni polmonari in età pediatrica”. Alla tavola rotonda sulle malattie metaboliche 293 dell’osso P Gugliantini e S Fasanelli dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) di Roma ne illustrarono: “I quadri radiologici nell’età infantile”; C Uslenghi, B Brancaccio dell’Ospedale S Paolo di Milano e F Bellini degli ICP della stessa città, descrissero i “Segni radiologici dell’osteodistrofia renale”; GF Vichi dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze, partecipò alla tavola rotonda sulle “Turbe funzionali gastro-enteriche”, illustrandone i quadri radiologici nell’infanzia. Le lezioni di Aggiornamento ebbero come argomento: “I linfomi in età pediatrica” (E Gallo e coll., Servizio di Radiodiagnostica, Policlinico di Modena); “Le lesioni fibrose dello scheletro” (C Faurè, Hopital Trousseau, Parigi) e “Diagnostica radiologica dell’apparato respiratorio nel primo anno di vita” (G Beluffi, Servizio di Radiodiagnostica, Policlinico “S.Matteo”, Pavia). A parte vennero presentate sei comunicazioni, di cui cinque meritano una menzione: due dedicate all’impiego della ecografia, che cominciava ad essere introdotta nella diagnostica, nello studio della displasia dell’anca, rispettivamente di C Passamonti e coll. del Servizio Radiologico dell’Ospedale Maggiore, USL 56 (Lodi) e di P Guastalla dell’Istituto per l’Infanzia di Trieste (coll. RD Schultz dell’Istituto di Radiologia dell’ ”Olga–Hospital” di Stoccarda). Altre due comunicazioni sulle mucopolisaccaridosi, una di Colavita e collaboratori su “Due casi di mucopolisaccaridosi I-H” (Radiologia Pediatrica dell’UCSC di Roma) e l’altra di HA Gharbi e coll. de ”L’Hôpital d’Enfants” di Tunisi che riportarono ben 26 casi, provenienti da 18 famiglie, dei diversi tipi di mucopolisaccaridosi. Infine da segnalare la comunicazione su “Controlli di qualità e valutazioni dosimetriche nella displasia dell’anca”, risultato dalla collaborazione dei Servizi Radiologico, di Fisica sanitaria e della Divisione di Ortopedia dell’Ospedale Pediatrico “G. Salesi” di Ancona. La presenza della Sezione di Radiologia Pediatrica al XXXIII Congresso Nazionale della SIRMN svoltosi a Roma dal 16 al 20 ottobre del 1988, consistette in una tavola rotonda, una sessione di comunicazioni attinenti alla materia, due lezioni di aggiornamento e poche altre manifestazioni. 294 La tavola rotonda dedicata alla “Neuroradiologia neonatale: acquisizioni e prospettive” fu articolata in 5 interventi; cui parteciparono i seguenti relatori: GM Magnano e P Tomà del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova, che riferirono su “Anatomia encefalica neonatale (quadri ecotomografici)”; P Tomà trattò della “Patologia malformativa (diagnosi ecotomografica)”; S Malena e G Fariello, Radiologi dell’OPBG (Roma), intervennero su “La patologia infettiva”. Gli stessi AA (in collaborazione con P Schingo) illustrarono la “Patologia anossico-ischemica”. Infine S Cirillo, L Simonetti, R Elefante e F Smaltino della II Cattedra e Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli discettarono su “Possibilità e limiti della Risonanza Magnetica in Neuroradiologia Neonatale”. G de Filippi, radiologo dell’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di Alessandria, riferì su “L’esame radiografico diretto del cranio nel bambino traumatizzato” nel corso della tavola rotonda: “Diagnostica radiologica dei traumi cranio encefalici”. Diciassette furono le comunicazioni presentate. Nella maggior parte delle casistiche riportate è stata impiegata l’Ecografia; tra le altre applicazioni, nello studio delle affezioni congenite ed acquisite del SNC da sola (MC Bossi et al. dell’Ospedale S.Paolo di Milano) o associata alla TC ed alla RM nelle anomalie di migrazione neuronale (G Fariello, S Malena et al. dell’OPBG). L’impiego dell’ecografia nella displasia congenita dell’anca neonatale con l’uso del m. di Graf si sta diffondendo negli Ospedali Pediatrici (OPBG) ma è praticata anche dai Radiologi generali (S Garbocci, A Stiatti, C Bartolozzi e coll. della Radiologia Centralizzata del Policlinico e dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Firenze). Nuovi campi di applicazione dell’Ecografia in età pediatrica sono costituiti dall’impiego extracardiaco del Doppler a colori e del doppler pulsato nell’addome (P Tomà, AM Dell’Acqua et al. dell’Istituto G. Gaslini). Un’altra comunicazione merita di essere menzionata: ”Neuroblastoma infantile: integrazioni dell’ “Imaging” nella diagnosi e nel follow-up. Studio su 33 pazienti”, eseguita con la collaborazione degli Istituti di Radiologia e di Medicina Nucleare dell’Università Cattolica (UCSC) di Roma. 295 Infine furono tenute due lezioni di aggiornamento: una svolta da Stefano Riggio, dell’Ospedale Pediatrico “G. Salesi” di Ancona, su: “Diagnostica per immagini del piede infantile” e l’altra riguardante “Orientamenti attuali sulla determinazione dell’età scheletrica” fu presentata da Gian Franco Vichi dell’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze. Durante il Congresso si svolse l’assemblea dei Soci della Sezione che procedette all’elezione del nuovo Comitato Direttivo. Risultarono eletti: Presidente: G Perri (Pisa). Consiglieri: G Beluffi (Pavia), C Defilippi (Torino), GL Di Guglielmo (Napoli). Segretario: P Tomà (Genova). Past-President: C Sandomenico (Napoli). Il XXXIV Congresso della SIRMN congiunto al 3° Incontro Mediterraneo di Radiologia si svolse a Torino nel 1990, dal 30 maggio al 3 giugno, sotto la Presidenza del Prof. G Juliani direttore dell’Istituto di Radiologia di quella città. Vari furono gli argomenti di Radiologia Pediatrica, trattati con gli interventi sia di Radiopediatri che di Radiologi generali. In sintesi: due sessioni furono dedicate all’ ”Imaging integrato in Pediatria”; una sessione all’ ”Anca pediatrica”, tre le lezioni di aggiornamento. Inoltre alcune comunicazioni e poster inerenti alla disciplina furono presentati in sessioni attinenti ad argomenti diversi di Radiologia. Nella prima sessione dedicata alla “Radiodiagnostica Integrata in Pediatria” fu preso in considerazione il contributo delle varie metodiche nello “studio dei tumori renali e pararenali”. C Defilippi dell’Ospedale Pediatrico “Regina Margherita” (OPRM) di Torino si occupò del ruolo della angiografia. Seguirono R Perale, E Talenti e E Toffolutti dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova che trattarono il contributo dell’Ecografia; G Fariello, S Malena et al. dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma quello della TC; P Tomà, G Lucigrai, GM Magnano et al. dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova riferirono dell’apporto della RM nell’indagine degli stessi tumori. M Cerioni, I Carotti, A Manca e coll. di Ancona riferirono della “RM nello studio di lesioni espansive addominali” in età pediatrica. 296 Nella II sessione, avente per oggetto la stessa tematica della prima fu esaminato l’impiego degli US, della TC e della RM in diverse affezioni dell’età pediatrica, tra le altre in malattie sistemiche quali la “Neurofibromatosi” (A Pelizza, A Taccone et al. dell’Istituto “G. Gaslini”) e nella “Patologia focale epatica dell’età pediatrica” (A Taccone, nella P Tomà et al. dello stesso Istituto). I “Reflussi vescico-ureterali” furono oggetto della relazione di E Sassani, A Casillo et al. dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, S.Giovanni Rotondo (FG) e “Le localizzazioni secondarie neuro-spinali dei tumori cerebrali” di quella di C Colosimo Jr, M Moschini, GM Di Lella et al., dell’UCSC di Roma. Nella sessione dedicata all’anca infantile intervennero sia radiologi generali sia radiologi pediatri. Tra i primi mi limiterò a ricordare: D Di Giandomenico, C Delle Monache, C Bonomo et al. dell’Università di Chieti che trattarono: “Le correlazioni tra esame clinico ed esame ecografico nella lussazione congenita dell’anca. (L.C.A.)”; M Tramonti Rocchi, B Giganti et al. dell’Ospedale Nuovo S.Giovanni di Dio a Firenze “Lo screening neonatale per la displasia congenita dell’anca”; A Portuense, C Fugazzola et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Verona, “Il confronto tra differenti criteri di valutazione ecografica dell’anca infantile”. I Radiopediatri intervenuti sul tema “anca infantile”, pochi per la verità, furono P Tomà, A Costa et al dell’Istituto “G. Gaslini” e G Riboni, S Serantoni et al. del Servizio di Radiologia dell’Istituto Ospedaliero Provinciale per la Maternità di Milano. Furono presentate solo due comunicazioni, una di O Tamburrini (Direttore della Cattedra Universitaria di Catanzaro) su “Problemi ed errori nella diagnostica per immagini delle masse renali e pararenali”; l’altra, dei soliti Radiopediatri dell’Istituto “G. Gaslini” su: “Diagnostica per immagini dei tumori nel I anno di vita”. Delle tre lezioni di aggiornamento, due riguardarono il ruolo dell’ecografia, rispettivamente “Nell’anca dell’infanzia” (A Psenner, P Ortore e coll. dell’Ospedale Generale Regionale di Bolzano) e nello “Studio delle malformazioni fetali” (R Lagalla dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Palermo). La terza lezione “Vantaggi della radiologia digitale nella valutazione 297 di alcune varietà di patologia pediatrica” fu tenuta da G Perri, Radiopediatra dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Pisa. Infine P Tomà, partecipò attivamente al Corso monotematico di RM trattando delle “Indagini in Pediatria”. Il XXXV Congresso Nazionale della SIRM ebbe luogo a Genova nel 1992 (8-12 Novembre) insieme al IV Incontro Mediterraneo di Radiologia. Il Presidente designato del Congresso, Prof. Luigi Oliva, Direttore dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Genova, che venne a mancare improvvisamente durante la fase preliminare dell’organizzazione della manifestazione, lasciò ai membri da lui scelti come collaboratori il gravoso compito di portare a termine l’opera organizzatrice già iniziata. La parte inerente alla Radiopediatria fu articolata in una tavola rotonda, in una sessione di comunicazioni dal tema: “Oncologia pediatrica”, in alcune comunicazioni distribuite in due sessioni dedicate a diversi argomenti e infine in due lezioni di aggiornamento. Alla tavola rotonda, avente per oggetto “La diagnostica per immagini delle infezioni nei soggetti con immunodepressione”, la parte attinente alla Radiopediatria fu affidata a Fiorenza Bellini, Primario del Servizio radiologico della Clinica Pediatrica, ICP di Milano, esperta del settore. Nella sessione dedicata alla “Oncologia pediatrica” furono presentate 10 comunicazioni di cui sette provenivano dai servizi radiologici rispettivamente, quattro dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova e tre dell’OPBG di Roma. Le comunicazioni presentate dall’equipe radiologica del Gaslini (A Dell’Acqua, M Occhi, M Oddone, A Pelizza, A Taccone, P Tomà et al.) verterono sulla “Diagnostica per immagini dei tumori epatici e del neuroblastoma nel primo anno di vita”; “Il ruolo svolto dalla RM nella diagnostica e nella stadiazione del linfangioma” ed “ Un caso insolito con metastasi all’esordio di tumore di Wilms”. Le tre comunicazioni presentate dai radiologi dell’OPBG di Roma (E Carnevale, G Fariello, S Fasanelli, S Malena, C Parri et al. ) riguardarono: “Il ruolo dell’ecografia nella diagnostica dei tumori cerebrali nel primo anno di vita”; “La diagnostica per immagini nel linfoma di Burkitt e nel neuroblastoma nei primi due anni di vita”. Le altre tre comunicazioni, furono prodotte da strutture non 298 pediatriche, di cui una dall’Istituto di Radiologia dell’Università “La Sapienza” di Roma ebbe per tema: “Il ruolo dell’ecografia nelle tumefazioni del collo”. Altre comunicazioni su argomenti pediatrici furono presentate in sessioni dedicate a temi diversi. Nella sessione sulle malattie infettive e patologia varia, G Fariello, S Malena, D Claps, R Cusmai et al. del Servizio Radiologico dell’OPBG, più volte ricordato, illustrarono “Il quadro RM di encefalite perivenosa con localizzazione talamica bilaterale: una nuova sindrome”. Nella sessione sulla Radiologia Toracica G Fabrizzi, Primario radiologo dell’Ospedale infantile “G Salesi” di Ancona e coll. presentarono la comunicazione: “TC ad alta risoluzione, a basso milliamperaggio nello studio delle lesioni polmonari da fibrosi cistica”. Le due lezioni di aggiornamento su importanti argomenti di attualità furono tenute da esperti della materia. P Tomà (Istituto “G. Gaslini”) trattò “Le alterazioni scheletriche nelle emolinfopatie del bambino” e R Perale dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova tenne una lezione di Radiourologia: “Diagnostica integrata nelle infezioni urinarie del bambino”. Nel corso del Congresso si svolse l’Assemblea annuale dei membri della Sezione, che procedette al rinnovo del Comitato Direttivo per il quadriennio 1993-96. Questo risultò così composto: Presidente G Fariello. Consiglieri: PL Paesano (Milano), F Potenzoni (Torino), E Talenti (Padova). Segretario: S Malena (Roma). Past - President: G Perri (Pisa). Il XXXVI Congresso Nazionale della SIRM fu tenuto a Milano nel 1994 (21-25 maggio) con la Presidenza del Prof. A Chiesa, Direttore della Cattedra di Radiologia Medica dell’Università di Brescia. La partecipazione della Radiologia Pediatrica si concretò in una tavola rotonda, tre sessioni di comunicazioni, un workshop e due lezioni di aggiornamento. Alla tavola rotonda dal tema: “I linfomi intratoracici”, P Tomà, del Servizio Radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova intervenne trattando i linfomi per la parte di competenza pediatrica. Le tre sessioni di comunicazioni si svolsero in giorni diversi. 299 Nella I sessione l’équipe dell’Istituto “G. Gaslini” (G Lucigrai, G Magnano, A Mazzoli e P Tomà) riferì sulle malformazioni vascolari neonatali dell’encefalo e dell’addome studiate con le nuove tecnologie dell’ecografia; doppler pulsato e color-doppler. Le alterazioni midollari e i disrafismi vertebrali associati alle malformazioni ano-rettali, documentate con le RM furono oggetto di due comunicazioni rispettivamente di P Schingo, S Malena et al., dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (Roma) e di G Tani, D Magnani, R Rossi et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna. L’importanza acquisita dalla TC ad alta risoluzione nella patologia polmonare infantile fu documentata da alcune comunicazioni: a) nella malformazione adenomatoide cistica polmonare (GA Turci, P Pisi, R Canini et al. dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna); b) nelle alterazioni broncopolmonari della fibrosi cistica che furono trattate da M Maffesanti, F Brizzi et al., dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Trieste in collaborazione con il Servizio di Radiologia dell’Istituto per l’Infanzia della stessa città e da M Matronola e M Roggini della Radiologia Pediatrica Universitaria in collaborazione con F Giovagnorio, D Messineo et al. della I Cattedra di Radiologia e M Antonelli e S Diamanti della Clinica Pediatrica, dell’Università “La Sapienza” di Roma. Nella II Sessione furono presentate otto comunicazioni; mi limiterò a ricordarne alcune di maggior interesse, una avente per oggetto “L’imaging integrato delle alterazioni parotidee in bambini sieropositivi per HIV”, presentato dall’equipe più volte citata dell’OPBG; mentre G Fariello dello stesso ospedale e coll. del presidio distaccato di Palidoro dell’OPBG, trattarono del ruolo della diagnostica per immagini nella diagnosi delle osteomieliti aspecifiche dello scheletro extrassiale in Pediatria. Altre due verterono su problemi diagnostici inerenti a malattie della testa femorale: una sulla diagnosi differenziale tra la malattia di Perthes e la displasia di Meyer, trattata dai radiologi e ortopedici dell’Istituto Scientifico “HS Raffaele” di Milano, risolta brillantemente dalla RM; l’altra sulla diagnosi ecografica di pre-epifisiolisi della testa femorale dovuta alla collaborazione pluricentrica degli Ospedali, “Casa Sollievo della Sofferenza”, 300 (S. Giovanni Rotondo), Ospedale “C Arrigo” (Alessandria), e Ortopedia Pediatrica dell’Istituto “G. Gaslini”. Altre comunicazioni presero in considerazione l’impiego della RM con sequenze veloci (L Manfrè, S Pappalardo et al., Istituto di Radiologia Università di Palermo) e della TC spirale (A Tartaro, R Zito et al. e C Colosimo et al. , Istituto di Scienze Radiologiche, Università di Chieti e Istituto di Radiologia, Università Cattolica, Roma). Nell’ultima sessione tra le sette comunicazioni presentate, tutte di un certo interesse, meritano di essere segnalate: 1) “L’ecografia pelvica nel sospetto di pubertà precoce” (PL Paesano, R Carpanelli et al. della Radiologia diagnostica dell’ “H.S. Raffaele” e V Fasolato della Clinica Pediatrica III dell’Università di Milano; 2) “L’analisi su 4004 anche esaminate con ecografia in età neonatale e la proposta di una semplificazione della classificazione di Graf” (M Scialpi, F Zottele et al. tra cui F Dalla Palma, già Primario Radiologo negli anni Settanta-Ottanta dell’Ospedale Pediatrico “Angeli Custodi” di Trento, successivamente assorbito dall’Ospedale “S Chiara”; 3) “Lo studio ecotomografico della tiroide di 88 bambini esposti in precedenza all’incidente nucleare di Chernobyl” (F Arci, DM Ciorra et al. dell’Istituto di Radiologia, Università “Tor Vergata”, Roma) e G Marinuzzi e M Terlini (Divisione. di Endocrinologia, Ospedale “S Eugenio”, Roma); 4) “Una ricerca sull’evoluzione clinico-radiologico della malattia delle membrane ialine, trattata con surfattante esogeno” (per la collaborazione del Servizio Radiologico e del Reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva dell’OPBG). Il workshop verté su un tema attuale, “L’AIDS in Pediatria”. L’introduzione di F Potenzoni Primario dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino fu seguita da vari interventi: PA Tovo e C Gabiano dell’Istituto di Discipline Pediatriche dell’Università di Torino, trattarono: “Le manifestazioni cliniche associate alla infezione da HIV-1”, G Fariello e P Schingo del Servizio di Radiologia dell’OPBG, intervennero sul coinvolgimento del SNC; “La patologia polmonare e cardiaca” fu trattata da C Defilippi dell’OIRM di Torino e P Tomà illustrò le patologie associate all’AIDS. Due furono le lezioni di aggiornamento: la prima su “Lo stato dell’arte in endocrinologia pediatrica” fu tenuta da PL Paesano del Servizio di Radiologia 301 Diagnostica, Istituto Scientifico “H.S. Raffaele” (Milano). L’altra lezione su “La diagnostica per immagini nelle collagenopatie” fu svolta da E Talenti, A Tregnaghi e F Zulian dell’Istituto di Radiologia e Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova e da A Barbuti e G Fariello del Servizio Radiologico dell’OPBG. Al XXXVII Congresso Nazionale della SIRM, svoltosi a Milano nel 1996, sotto la presidenza del Prof. Francesco Amici (Cattedra di Radiologia dell’Università di Ancona) la partecipazione della Radiopediatria Italiana si realizzò con tre workshops inerenti a temi radiopediatrici, una sessione di comunicazioni libere, una sessione “Sfida agli esperti” con la presenza di un radiologo pediatra ed un settore scientifico dei poster, dedicato ad argomenti di pediatria. I workshops verterono sui seguenti temi: 1) “l’Imaging del reflusso gastroesofageo”; 2) “Diagnostica per immagini del neonato prematuro”, 3) “Diagnostica per immagini del bambino con vescica neurogena”. Il primo workshop, di cui fu coordinatore A Vecchioli Scaldazza, Primario radiologo dell’Ospedale Bambino Gesù (OPBG) ebbe come relatori G Fariello e G Bergami dello stesso Ospedale, che trattarono “Le problematiche dell’infanzia”. Da un loro studio sul confronto tra US e pHmetria basato su una ricca casistica (596 casi), l’ecografia risultò essere la metodica di screening. Tema del II workshop fu la “Diagnostica per immagini del neonato prematuro”, con coordinatore P Tomà di Genova. Relatori furono: per l’encefalo G Fariello che enfatizzò il ruolo svolto dall’ecografia e dall’eco-color doppler nella patologia encefalica del prematuro. Per il torace intervennero: E Talenti e coll. del Servizio di Radiologia Pediatrica dell’Università di Padova, che trattarono la patologia dell’apparato respiratorio, congenita ed acquisita, peculiare di questa età della vita. L’addome fu trattato da P Tomà che sottolineò il ruolo diagnostico ancora fondamentale della radiologia convenzionale nella patologia gastro-intestinale del prematuro; invece l’ecografia al momento costituiva la metodica di scelta nello studio delle vie urinarie e biliari. 302 Il ruolo della diagnostica per immagini nella patologia osteo-articolare del prematuro, limitatamente ai deficit metabolici ed alle malattie a carattere flogistico, venne illustrato da C Defilippi e coll. dell’AO Infantile “Regina Margherita e S. Anna” di Torino. Infine il tema, di notevole interesse, “Diagnostica per immagini del bambino con vescica neurogena” fu coordinato da G Fariello. I relatori furono quattro, che trattarono i diversi aspetti della vescica neurologica. M De Gennaro e coll. della Divisione di Chirurgia Pediatrica dell’OPBG, Presidio distaccato Palidoro, introdussero l’argomento da punto di vista clinico. S Malena del Servizio Radiologico dell’OPGB riferì sul ruolo svolto dalla diagnostica per immagini nella valutazione dell’apparato urinario. L’ecografia costituì l’indagine di elezione per lo studio delle vie urinarie superiori, integrata, se ritenuto opportuno, dalla scintigrafia renale per una correlazione morfofunzionale. La cistouretrografia minzionale svolse un ruolo di primaria importanza nella valutazione morfofunzionale vescicale e cervicouretrale per la documentazione di eventuali reflussi vescico-ureterali. P Tortorì Donati, del Servizio di Neuroradiologia dell’Istituto “G. Gaslini” espose la diagnosi neuroradiologica delle lesioni vertebro-midollari nel complesso ed eterogeneo gruppo degli stati disrafici distinti in aperti e chiusi (o occulti) possibili cause di vescica neurologica. Lo studio con RM basato su una vasta casistica esaminata fin dal 1988 ha permesso all’A un preciso inquadramento di complessi stati disrafici, che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico migliorando la prognosi. Le alterazioni scheletriche nei soggetti con vescica neurologica furono oggetto della relazione di E Pacciani del Servizio Radiologico del Presidio Palidoro dell’OPBG, che mise in evidenza l’importanza della radiologia tradizionale nelle lesioni osteoarticolari, per lo più di origine paralitica ma a volte congenite o iatrogene, integrate, ove necessario, dalla ecografia, dalla TC e dalla RM, e sottolineò il ruolo del radiologo nella valutazione delle deformità scheletriche e della osteoporosi nel determinismo delle fratture e dei distacchi epifisari. 303 Originale la sessione “Sfida agli esperti”, rappresentati da radiologi di spicco della Radiologia italiana tra i quali da segnalare per la Radiopediatria, Sergio Fasanelli dell’OPBG. Una sessione di comunicazioni libere fu dedicata alla Radiologia Pediatrica, di cui furono moderatori M Del Maschio (IRCCS, “H.S. Raffaele”, Milano) e P Tomà (IRCCS, “G. Gaslini”, Genova). Tra le nove comunicazioni presentate, da segnalarne tre: una che puntualizzò i notevoli vantaggi in Radiopediatria, della TC spirale, (N Miele, A Bellussi e coll. dell’Ospedale “S. Camillo”, di Roma); la seconda l’utilizzazione pratica in Pediatria della fluorografia digitale indicandone i molti vantaggi e le limitazioni (M Oddone, P Tomà e coll. dell’IRCCS “G. Gaslini”); la terza la spettroscopia RM e RM-I nello studio della fisiologia e patologia encefalica in età pediatrica (work in progress), studio policentrico (T Popolizio e coll. dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”, S.Giovanni Rotondo, G Calabrese dell’IRCCS “H.S. Raffaele”, Milano e U Salvolini, Cattedra di Neuroradiologia, Università di Ancona) con la dimostrazione delle inferenze di ordine patogenetico e diagnostico, fornite dalle analisi qualitativa e quantitativa dello spettro, che associate alla riduzione del tempo di esame consigliano l’impiego della H-MRS in Pediatria. Da segnalare altre tre comunicazioni interessanti dal punto di vista pratico per avere sostenuto il ruolo svolto dall’ecografia in alcune patologie: una con la proposta di screening ecografico del m. di Crohn in età pediatrica dimostrandone l’utilità nelle forme a presentazione atipica (F Brizzi, P Guastalla e coll. del Servizio Radiologico dell’ IRRCS Istituto per l’Infanzia “Burlo Garofalo” di Trieste), un’altra con l’analisi dell’ecografia, dell’eco-doppler nello studio dei disrafismi spinali (G Lucigrai e coll. dell’ IRCCS “G. Gaslini”) e la terza con la valutazione ecografica della superficie epifisaria del nucleo di ossificazione epifisario distale del femore nell’ipotiroidismo congenito e la sua correlazione diagnostico-laboratoristica (Equipe del Servizio di Radiologia dell’”AO Salesi” di Ancona in collaborazione con l’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università di Ancona). Infine un’altra comunicazione ebbe per oggetto la valutazione dell’osteodistrofia renale in età pediatrica mediante risonanza 304 magnetica, che mostrò i quadri di coinvolgimento osseo in 14 bambini con IRC in trattamento conservativo ed in emodialisi. Come risultato della ricerca venne proposto l’impiego della RM nel protocollo di studio di questi soggetti per il “follow up” nella valutazione del segmento scheletrico sintomatico e laddove si supponesse una compromissione del midollo osseo. La ricerca fu frutto della collaborazione di due UO di Radiologia di Firenze: l’Ospedale “S. Maria Nuova” (M Olmastroni e coll.), l’Ospedale Pediatrico “A. Meyer” (GF Vichi) e l’Unità Pediatrica di Nefrologia dell’ Università (D Seracini). Intanto si andava affermando sempre più la presentazione di poster nei Congressi, in alternativa alle comunicazioni, con il vantaggio della immediatezza e contemporaneità delle immagini. Un settore di poster fu dedicato alla Pediatria: 12 furono le presentazioni, per la maggior parte attinenti a casi singoli di raro riscontro. Tra questi tre poster provenienti dal Servizio Radiologico “AO Salesi” di Ancona (M Misericordia, V Bolli, G Pieroni, G Fabrizzi et al.); due provenienti dal Servizio Radiologico dell’Ospedale “S. Camillo” di Roma (V Miele, M Galluzzo et al.); uno presentato dalle UO di Radiologia degli Ospedali “S. Maria Nuova” e Pediatrico “A. Meyer” di Firenze. Altri poster riguardarono l’impiego di metodiche in patologie diverse, “La scintigrafia renale sequenziale con TC-99m MAG3 nella definizione dell’operabilità delle uropatie ostruttive del bambino” (l Rambaldi, L Marino, ML Valentino et al. dell’UO di Scienze Radiologiche Dipartimento di Pediatria II Università, Napoli) “L’ecodoppler del varicocele: diagnosi, correlazione con la venografia e verifica dopo scleroterapia (M Oddone, GM Magnano et al., Servizio di Radiologia, IRCCS “G. Gaslini”). Durante il XXXVIII Congresso Nazionale della SIRM, svoltosi a Milano nei giorni 23-27 maggio 1998, con la Presidenza del Prof. Francesco Smaltino, Direttore dell’Istituto di Scienze Radiologiche Federico II dell’Università di Napoli, la Radiopediatria Italiana godette di un largo spazio. La partecipazione dei cultori della materia si articolò in due tavole rotonde, in sette lezioni di aggiornamento, 305 un workshop, un corso monotematico, alcune comunicazioni a tema libero, una sessione di “poster” dedicata alla radiologia pediatrica ed altri poster distribuiti in settori scientifici diversi. La I tavola rotonda ebbe come tema “L’approccio radiologico nel dolore addominale del bambino” . All’introduzione di V Alessi (Dipartimento di Scienze Radiologiche ARNAL “Civico e Benefratelli”, Palermo) seguì lo svolgimento del tema prescelto suddiviso in tre parti: “Il dolore delle vie digestive” (E Talenti et al.,Istituto di Radiologia dell’Università di Padova), “del fegato e vie biliari” (P Schingo et al. Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma) “dell’apparato urogenitale” (S Malena et al. dello stesso Ospedale). Un altro tema importante di Radiopediatria fu trattato nella II tavola rotonda: “Le emergenze addominali in età pediatrica”. Ne fu moderatore S Fasanelli del più volte menzionato OPBG. Ci furono interventi di GL Bergami (OPBG) inerenti all’apparato gastrointestinale; di V Miele (Servizio di Radiologia Ospedale “S. Camillo”, Roma) sull’apparato uro-genitale; di R Frutwirth (OPBG), sui traumatismi. Al corso monotematico con tema “La diagnostica per immagini nella patologia neoplastica scheletrica”, di cui erano coordinatori M Cammisa (S. Giovanni Rotondo) e C Faletti (Torino), S Fasanelli (OPBG) fu relatore su “La semeiotica delle neoplasie ossee in età pediatrica”. Ben sette furono le lezioni di aggiornamento in Radiopediatria che verranno citate nell’ordine cronologico in cui furono svolte: 1) “TC spirale in Pediatria: tecnica e metodologia” da C Fariello (Servizio di Radiologia, OPBG); 2) “Lo studio ecografico morfo-funzionale della deglutizione fetale” da R Farina (II Servizio Radiologico Azienda Ospedaliera “A Cardarelli”, Napoli); 3) “La diagnosi per immagini nelle coxalgie del bambino” da C Defilippi, C Masi et al. (Servizio di Radiologia, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Torino); 4) “La patologia vascolare periferica nel bambino. Diagnosi e trattamento” da P Tomà (Servizio di Radiologia, Istituto “G. Gaslini”); . 306 5) “TC-HRTC del torace in Pediatria” da R Canini, G Battista et al. (Dipartimento Clinico di Scienze Radiologiche e Istotopatologiche, Sezione di Diagnostica per Immagini “V Bollini”, Università di Bologna); 6) “RM cardiovascolare in Pediatrica” da M Oddone (Servizio di Radiologia, Istituto “G. Gaslini”, Genova); 7) “US nella patologia gastroenterologica in Pediatria” da GF Vallone et al. Istituto di Scienze Radiologiche, Università Federico II, Napoli). Il workshop sul tema “RM: sequenze veloci in Pediatria” ebbe come moderatore P Tomà (Genova). Intervennero radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”: MP Fondelli, P Tortorì Donati et al. sul sistema nervoso centrale e CM Magnano su torace, addome e sistema muscolo scheletrico, che sottolinearono i vantaggi delle sequenze veloci in Pediatria: riduzione del tempo di esame e minor ricorso all’anestesia generale. Furono svolte anche alcune comunicazioni a tema libero: tra le altre di particolare interesse “La radioprotezione in Radiologia pediatrica. Le linee europee” svolta da alcuni Radiologi dell’Istituto “G. Gaslini”. Numerose furono le presentazioni attinenti alla Pediatria nelle diverse sessioni dei poster di cui una (comprendente 13 poster) fu dedicata alla Radiologia pediatrica. Per la maggior parte furono poster su casistica rara provenienti sia da Ospedali generali sia da Istituti Universitari. Non mancò tuttavia la presenza di Centri di radiologia pediatrica. Tra gli altri da menzionale: “Studio ecografico delle masse scrotali non dolenti” (Istituto di Radiologia, Università di Padova), “Il follow-up ecografico nella identificazione di microlitiasi renale” (Istituto di Scienze Radiologiche, II Università di Napoli); “Patologia polmonare pediatrica. Ruolo della HRCT” ( Istituto di Scienze Radiologiche, Università Federico II, Napoli); “Torsione del funicolo spermatico in età peripuberale, reperti ecografici in B-Mode” e “La compromissione dell’articolazione temporo-mandibolare nell’artrite reumatoide dell’infanzia” (Servizio di Radiologia, ICP, Milano). 307 La partecipazione della Radiopediatria italiana al XXXIX Congresso Nazionale della SIRMN, svoltosi a Milano, dal 10 al 14 giugno 2000 si estrinsecò in diverse manifestazioni. Ne fu presidente e organizzatore il Prof. Carlo Matteo Uslenghi, Direttore della Cattedra di Radiologia dell’Università di Milano, presso l’Ospedale “S.Paolo”. Alla tavola rotonda su “Le patologie emergenti da flussi migratori” argomento di notevole interesse data la sua attualità , intervenne Paolo Tomà , del servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini”, con la relazione “I nuovi problemi radiologici dell’età pediatrica”. Quattro furono i corsi di aggiornamento attinenti alla Radiologia pediatrica: Il 1° Corso di aggiornamento ebbe come coordinatori e moderatore Paolo Tomà. Relatori furono E Talenti (Padova) in coll. con T Toffoluti e A Trenaghi, che riferì sul “Distress respiratorio nel bambino” ; M Oddone del Servizio di Radiologia dell’Istituto “G. Gaslini” che relazionò su “Il bambino cardiopatico” mentre la terza relazione su “Le Endocrinopatie” fu svolta, PL Paesano, P Brambilla e A Del Maschio, Radiologi dell’IRCCS “H.S. Raffaele”, in collaborazione con C Weber della Clinica Pediatrica III dello stesso Ospedale. Il 2° Corso di Aggiornamento (moderatore S Fasanelli di Roma) ebbe come relatori: G Fariello, dell’Ospedale del “Bambino Gesù” (OSBG) , su “L’epilessia”; F Pacciani et al. dello stesso Ospedale su “Le scoliosi” e C Defilippi et al. dell’Istituto di radiologia dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino, che riferirono su “Il bambino che zoppica”. Al 3° Corso di aggiornamento dedicato a “La Radiologia e oncologia: argomenti di attualità” fu relatore per la parte pediatrica P Tomà che trattò “Le masse renali e retroperitoneali in Pediatria” e puntualizzò il ruolo attuale della diagnostica per immagini di questa importante patologia. Al 4° Corso di aggiornamento (coordinatore P Tomà e moderatore G Fabrizzi di Ancona) furono relatori: S Malena del Servizio di Radiologia dell’OSBG che dissertò sui “Distress funzionali della minzione”, M Occhi che trattò “Le ostruzioni da alterata motilità intestinale” e toccò a V Novara dell’Ospedale dei Bambini “G Di Cristina” di Palermo la trattazione di un tema 308 complesso, “Il bambino itterico”. Novara discusse il ruolo svolto dalle varie metodiche (US,TC,RM) nella diagnostica differenziale delle affezioni, congenite ed acquisite del fegato e delle vie biliari e richiamò l’attenzione sull’importanza che riveste la colangio-RM anche in Pediatria per la dimostrazione dell’albero biliare. Una sessione di comunicazioni libere fu dedicata ad argomenti attinenti alla Radiopediatria: su sette comunicazioni presentate, solo due provenivano da Servizi di Radiologia pediatrica, le altre furono presentate da Radiologi generali. Le più interessanti per il tipo di casistica presentata o per l’attualità degli argomenti trattati furono le seguenti: “Il polmone nell’istiocitosi a cellule di Langherans in età pediatrica” (P Potefan et al. UO di Radiodiagnostica A ed UO di Radiodiagnostica B, Ist. Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano), la “Sindrome da interruzione del peduncolo ipofisario. Aspetti consueti ed inconsueti con RM” (G Zuccoli et al., 1° Servizio di Radiologia, “Arcispedale S. Maria Nuova”, Reggio Emilia), “A proposito di due casi di fistola porto-cavale congenita:Imaging inegrato” (G Zuccoli et al., Servizio di Radiologia Istituto ”G. Gaslini”) “Ecocistostografia vs cistouretrografia retrograda nello studio del reflusso vescicolo-uretrale in età pediatrica” (V Miele et al. in collaborazione con alcuni Servizi radiologici ospedalieri romani: Ospedale “S.Camillo” AO “S.Camillo-Forlanini” e IRCCS “Spallanzani ). Nella sessione “Laboratorio di radiologia”, verosimilmente sostituito dal termine Workshop fu usata una nuova formula “Guida ragionata alla refertazione” che fu impiegata in due interessanti interventi: l’uno riferita al torace dell’immaturo tenuto da Fiorenza Bellini (ICP di Milano) e l’altra per l’età ossea, svolta da Rita Jenuso (Ospedale “A. Meyer” di Firenze). Nella tavola Rotonda “I problemi della crescita del bambino” incontro con la Società Francese di radiologia, coordinato dal Prof. F Smaltino (Napoli), furono presentate le seguenti relazioni: “Imagig of neurodevelopmental disorders in children” (G Sebag, “Hôpital Robert Debré”, Parigi) e “Imaging of growth disorders in children” (G Kalifa e V Merzoug, “Hôpital Sant Vincent de Paul”, Parigi). 309 Da segnalare, infine, la sessione dei Poster, in cui furono presentati 8 lavori attinenti alla Radiologia pediatrica, provenienti dai Servizi radiologici di Ospedali generali e Ospedali Pediatrici, tutti con descrizione di casistiche più o meno rare. Questi Poster furono presentati da medici dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino e uno dalla Sezione di Radiologia pediatrica, Istituto di Scienze Radiologiche dell’Università di Napoli. Il XL Congresso Nazionale della SIRM si svolse a Rimini nei giorni 2428 maggio 2002. Ne fu presidente Pietro Pavlica, Direttore dell’U.O. di Radiologia “Malpighi” del Policlinico “S.Orsola – Malpigli”, Bologna. Il programma formativo e di aggiornamento, di alto livello, prevedeva una larga partecipazione di studiosi, attinente anche alla Radiopediatria, cui vennero assegnate una tavola rotonda, un corso di aggiornamento, 3 corsi monotematici, due sessioni di comunicazioni dedicate ad argomenti pediatrici ed infine un settore di poster della mostra scientifica dedicato alla Radiologia Pediatrica. Alla tavola rotonda avente per tema “Il reflusso vescico-ureterale (RVU): importanza clinica e diagnostica negli anni 2000”, che ebbe come coordinatore e moderatore E Talenti, intervennero come relatori T Montini (Istituto di Radiologia dell’Università di Padova),C Defilippi [Azienda Ospedaliera MaternoInfantile, Ospedale Infantile “Regina Margherita (OIRM) S. Anna”, Torino], P Zacchetta (Servizio di Medicina Nucleare, Università di Padova), E Talenti (Istituto di Radiologia, Università di Padova) che trattarono aspetti importanti del RVU. Montini discusse il “Valore clinico e la genetica del reflusso”; C Defilippi intervenne su “La radiologia convenzionale e la cisto-sonografia”, sottolineando i vantaggi e gli svantaggi dell’una e dell’altra metodica ed indicandone il periodo di esecuzione nell’iter diagnostico del reflusso. Talenti e coll. confrontarono il ruolo svolto dalle tre metodiche nella scoperta del RVU: cistouretrografie tradizionale (cum), cistografia isotopica e cisto-sonografia, segnalarono le preferenze dei Clinici (Pediatri ed Urologi pediatri) per l’una o l’altra delle prime due metodiche e indicarono le notevoli limitazioni della cisto-sonografia. 310 Al corso di aggiornamento, (moderatori PP Guastalla, Trieste e V Novara, Palermo) parteciparono, trattando argomenti diversi: E Pacciani (Presidio distaccato di Palidoro dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” (OPBG) che intervenne su ”La diagnostica per immagini nella patologia da sport dell’età evolutiva”; C Defilippi (Istituto di Radiologia, dell’”OIRM S. Anna”) che riferì su la “Diagnostica clinica delle affezioni testicolari in età pediatrica”; P Tortorì-Donati del Servizio di Neuroradiologia Pediatrica dell’Istituto “G. Gaslini” discusse i tumori cerebrali dei bambini. Il I Corso monotematico di Radiopediatria (moderatori L Baron, Napoli e G Fariello, Roma) fu dedicato alle “urgenze pediatriche”. Ne furono relatori: per le urgenze del torace nel neonato: A Martinelli (UO Semplice di Radiologia Pediatrica, Policlinico Bari); per le urgenze delle vie aeree superiori e del torace nel bambino (G Fabrizzi, AO “Salesi”, Ancona); per le urgenze addominali nel neonato, E Talenti (Sezione di Radiologia Pediatrica Istituto di Radiologia, Università di Padova); per le urgenze addominali nel bambino, P Tomà (Istituto G. Gaslini). All’altro corso monotematico dedicato alla Neuroradiologia (coordinatore F Smaltino, Napoli e moderatori: A Palmieri, Napoli e M Ulmar, Trieste) intervenne R Ruggiero (Napoli) su “Le urgenze neuroradiologiche in Pediatria”. Nell’ultimo corso monotematico avente per tema “La Radiologia addominale gastroenterologica” (coordinatori C Bartolozzi, Pisa e R Grassi, Napoli) P Tomà trattò la “Patologia epatica diffusa in età pediatrica”. Durante la sessione di cardioradiologia (moderatori M Oddone, Genova e A Villa, Pavia) alla lettura introduttiva tenuta da M Oddone dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova, su “AngioRM in età pediatrica: studio dei vasi mediastinici” seguì una comunicazione libera sul “Follow-up RM dei pazienti pediatrici con coartazione dell’aorta toracica trattata con angioplastica” che fu svolta da T Piva, L Salvolini et al. del Dipartimento di Radiologia, AO “Umberto I”, Università di Ancona. Alla sessione di radiologia uro-genitale, con moderatori P Innocenti di Firenze e MG Orrei di Bologna, fu presentata una comunicazione su: “L’approccio transbrachiale per la scleroterapia del varicocele pediatrico” da P 311 Agresti, S Pieri et al. della struttura di Radiologia vascolare ed Interventistica e da C Fiocca della Chirurgia Pediatrica dell’AO “S. Camillo Forlanini” di Roma. La prima sessione dedicata alla Radiologia pediatrica fu preceduta da una interessante lettura introduttiva su “RM della regione ipotalamo-ipofisaria in età pediatrica: correlazione tra la morfologia e funzione” di cui fu relatore G Tani (coll. R Sciutti, F Teglia et al. del Dipartimento Clinico di Scienze Radiologiche ed Istopatologiche; Sezione di Diagnostica per Immagini “V Bollini”, Università di Bologna). Seguì la presentazione di sette comunicazioni libere di cui quattro provenienti da Ospedali Pediatrici: due dall’Ospedale “A. Meyer” di Firenze e una dall’Ospedale “G Salesi” di Ancona, la quarta dall’Ospedale “V. Buzzi” di Milano. Tra queste da segnalare la comunicazione su “La malattia intestinale cronica in età pediatrica: la risonanza magnetica con sequenze veloci nel protocollo diagnostico” (SF Carbone, G Natoli, C Fonda, UO di radiodiagnostica, Ospedale “A. Meyer” e P Lionetti, Dipartimento di Pediatria dell’Università di Firenze, e “Ruolo dell’eco color-doppler nello scroto acuto nel primo anno di vita” di C Pieroni, V Bolli et al. del Servizio radiologico e G Cobellis della Chirurgia pediatrica dell’AO “Salesi” di Ancona; infine “L’utilità della RM fetale nel planning terapeutico mediante “Exit (ex utero intrapartum treatment) del teratoma cistico del collo” di C Bonifacio, L Maestri, F Triulzi et al. degli “Istituti Clinici di Perfezionamento” (ICP) dell’Università Statale di Milano e della Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “V. Buzzi” di Milano. Le altre comunicazioni provenienti da Ospedali generali riguardarono aspetti diagnostici in particolare ecografici nei trapianti epatici in età pediatrica (due comunicazioni) e l’esperienza di follow-up nefrologico mediante scintigrafia renale ed ecografia in bambini affetti da glicogenosi tipo I in dietoterapia. Anche la II sessione di Radiopediatria fu suddivisa in 2 parti: la prima comprendente una lettura introduttiva e la seconda una serie di comunicazioni libere. Di particolare interesse la lettura introduttiva sul tema: “La diagnostica per immagini delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) in età pediatrica: lo stato dell’arte” di cui fu relatore GM Magnano, in collaborazione 312 con C Granata e P Tomà del Servizio radiologico e A Barabino della Gastroenterologia dell’Istituto “G. Gaslini”. Nella relazione fu puntualizzato il ruolo delle diverse metodiche: l’eco-color-doppler, il clisma del tenue e più recentemente il clisma TC e la idro-RM, particolarmente indicata in quanto non utilizza radiazioni ionizzanti, nel follow-up dei pazienti in età pediatrica. Sette le comunicazioni libere che verterono su diversi argomenti di Radiopediatria. Tra le quattro, provenienti da Ospedali pediatrici (Ancona, Trieste, Genova, Roma) risultarono di maggiore interesse per la importante casistica riportata in ordine di presentazione: “La malattia infiammatoria cronica intestinale in età pediatrica; vantaggi dell’associazione tra ecografia e test al lattulosio-mannitolo” che fu illustrata da F Zennaro – Rosai, E Fonda, PP Guastalla et al. dell’UO di Radiologia dell’Ospedale Infantile “Burlo Garofalo” di Trieste; “L’ecografia delle lesioni del plesso branchiale del neonato” risultato della collaborazione tra l’Istituto ”G. Gaslini” e le sedi Universitarie: Cattedra di Radiologia dell’Università di Genova e Divisione di Radiodiagnostica dell’Università di Ginevra ed una terza comunicazione su torcicollo in età pediatrica proveniente dall’OPBG di Roma. Le altre tre provenivano da Centri non radiopediatrici ma che per tradizione si occupavano da tempo di argomenti pediatrici: due dell’Istituto di Radiologia di Parma presentata da G Molinari e P Mastellari, F Cademartiri et al. e la terza di notevole importanza sulle immunodeficienze congenite: “Agamma - globulinemia e immunodeficienza comune variabile con un’analisi longitudinale e trasversale delle modificazioni infiammatorie broncopolmonari e sinusali”, di cui furono relatori MP Bondiani et al. del servizio di Radiologia degli Spedali Civili di Brescia, continuatori dell’attività radiopediatrica risalente agli anni Trenta del secolo scorso, in collaborazione con A Chiesa, Direttore della Cattedra di Radiologia dell’Università di Brescia. Alcune comunicazioni su argomenti radiopediatrici furono svolte in sessioni attinenti ad altre branche della Radiologia. Notevole il successo ottenuto dalla esposizione scientifica del XL Congresso Nazionale delle SIRM, dove vennero esposti ben 433 poster distribuiti in 23 settori scientifici. Un settore scientifico (il 14°) fu dedicato alla 313 Radiologia pediatrica, in cui furono presentati 9 poster, di cui quattro provenienti da Ospedali pediatrici; di questi due dalla struttura complessa di Radiologia, AO Pediatria “Santobono-Pausillipon” (ML Valentino e coll.), uno dall’UO Semplice di Radiologia Pediatrica Ospedaliera, Policlinico di Bari (A Martinelli e coll.) il quarto dal Servizio Radiologico dell’OPBG, Roma (A Fariello et al. in collaborazione con la Radiologia dell’Ospedale “G. Eastman”, Roma). Dei restanti cinque, quattro provenivano da Istituti Universitari di cui uno: dalla Sezione Pediatrica dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Bologna (G Tani) in collaborazione con il Servizio di Radiologia dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena, due dall’Istituto di Radiologia dell’Università di Parma (P Mastellari, A Patti et al.) e il quarto dal Servizio Universitario di Radiologia “San Luigi Gonzaga” di Orbassano (TO). L’ultimo poster fu realizzato dalla collaborazione tra il Servizio di Radiologia Pediatrica degli Ospedali Civili di Brescia (MP Bondioni et al.) con la Cattedra di Radiologia dell’Università della stessa città (L Grazioli et al.) Infine alcuni poster attinenti alla Radiopediatria furono esposti in altri settori: neuroradiologico, muscolo scheletrico; radiologico di urgenze e di emergenze, di tomografia computerizzata. 314 Congressi della European Society of Paediatric Radiology (ESPR) organizzati in Italia. Il VII Congresso della ESPR si svolse a Roma dal 16 al 18 Aprile 1970. Presidenti onorari furono il Prof. Enrico Colarizi, Direttore della I Clinica Pediatrica dell’Università di Roma ed il Prof. Giuseppe Muscettola, Presidente della SIRMN. Organizzatore del Congresso fu il Prof. Guido Iannaccone, dirigente del servizio radiologico della Clinica Pediatrica dell’Università di Roma e Presidente della ESPR, coadiuvato attivamente dal Segretario Dott. Sergio Fasanelli, radiologo pediatra, assistente degli Ospedali Riuniti di Roma. I Congressisti furono oltre duecento, tra i quali figuravano i più bei nomi della Radiologia Pediatrica internazionale: J Caffey, HJ Kaufmann, A Lassrich, J Lefebvre, EBD Newhauser, U Rudhe, K Rowinski, FN Silverman. Numerosa e qualificata la partecipazione dei radiologi pediatrici italiani, provenienti dai più importanti centri universitari e ospedalieri ed un folto stuolo di pediatri. Come sede del Congresso fu scelta l’aula dei Convegni, moderna e funzionale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche. I lavori congressuali furono preceduti da un indirizzo di benvenuto del Prof. Colarizi e da un’allocuzione del Prof. Guido Iannaccone che accennò alla situazione deficitaria della radiologia pediatrica in Italia, auspicando che questa importante manifestazione potesse risvegliare nel nostro paese un maggior interesse per la radiologia dell’età pediatrica. La prima giornata fu dedicata interamente alla radiologia del neonato. Nella sessione del mattino tra gli altri intervennero AS Tucker (Cleveland) e D Nusslè (Losanna), che presentarono relazioni sulle gravi sindromi respiratorie del neonato e del prematuro e sulle complicazioni della terapia (ossigenoterapia e intubazione). Particolarmente interessante l’intervento di GB Harris (“Children’s Hospital Medical Center” di Boston) che prospettò una nuova interpretazione delle opacità polmonari del neonato, ritenute fino ad allora di natura atelectasica e determinate 315 invece dalla ritenzione del liquido polmonare fetale. Oratori di varia provenienza trattarono la sindrome da aspirazione meconiale, le emorragie massive del polmone, il chilotorace. Sauvegrain e Fauré (“Hôpital des Enfants Malades”, Parigi) dimostrarono un caso di ernia diaframmatica ad insorgenza tardiva. Sandomenico e Cerasuolo (“Ospedali Riuniti per Bambini” di Napoli) illustrarono il quadro radiologico della ipofosfatasemia congenita neonatale. Gajno e Raimondi (Reparto Neurochirurgico del “Childrens’s Memorial Hospital” di Chicago) dimostrarono il ruolo dell’angiografia nella diagnosi della malformazione di Arnold-Chiari nel neonato documentata in ben 71 casi, con riscontro operatorio. La possibilità di praticare il cateterismo cardiaco e l’angiocardiografia già nei primi giorni di vita in neonati con cardiopatie congenite scompensate fu sostenuta da vari AA, tra cui Azzolina e Pensa di Bergamo e Perlmutter-Cremer di Bruxelles. Per la diagnosi di trombosi della vena renale nel neonato e nel lattante, K Knapp di Madrid propose l’angiografia della vena cava inferiore (cavografia inferiore). G Lillie di Londra intervenne sull’importanza delle correlazioni tra i reperti radiologici con i dati manometrici per la diagnosi del m. di Hirschsprung. La seconda giornata fu aperta da una Tavola Rotonda con tema “Gli aspetti radiologici della pielonefrite nel bambino", con l’intervento di 4 studiosi noti in campo internazionale per i loro contributi su questa affezione: K Ekengren (Stoccolma), H Fendel (Monaco di Baviera), J Hodson (Londra) e H Ludin (Basilea). Moderatore fu HJ Kaufmann (Basilea). Dalla discussione emerse la conclusione dell’importanza della diagnosi precoce, per la quale è determinante l’indagine radiologica (urografia, cistografia minzionale). Nella stessa giornata furono presentate comunicazioni a tema libero in Radiologia pediatrica. D Catalano (Napoli) trattò l’angiografia nei traumi vascolari periferici nell’infanzia, di solito conseguenti a caduta contro il vetro di una porta o di una finestra o i cristalli di una vetrina. GJ D’Angio (“Memorial Hospital for Cancer 316 Research” di New York) presentò i primi risultati favorevoli dell’impiego della metionina marcata con Se75 per scoprire molto precocemente le metastasi da neuroblastoma. Fortier Beaulieu, Bounin e Lefèbvre (Parigi) sottolinearono l’importanza di un accurato studio radiologico dell’intestino tenue in tutti i casi di anemia ipocromica del bambino sulla base della loro casistica comprendenti una varia patologia (S di PeutzJeghers, poli-adenomatosi diffusa, angioma ileale, ecc). Vichi e Pampaloni (Ospedale “A. Meyer” Firenze) riferirono sull’impiego della scialografia nelle malattie delle ghiandole salivari dell’infanzia, infiammatorie e neoplastiche. P Franceschini (Torino), presentò il primo caso italiano di S. di Wolf, studiato insieme al compianto Prof. GS Marchese. K Kozlowski et al (Cracovia) illustrarono le alterazioni scheletriche in bambine con anomalia cromosomica tetra X. AS Tucker (Università di Cleveland) e G Iannaccone (Università di Roma) presentarono una comunicazione sul nanismo metatropico, soffermandosi su alcune forme fruste di questa rara displasia scheletrica. Nella seduta pomeridiana dello stesso giorno FN Silverman di Cincinnati presentò la nuova e prima classificazione delle osteodisplasie elaborata in via provvisoria da un ristretto Comitato di esperti internazionali, tra i quali noti studiosi degli aspetti biochimici e genetici di queste malattie. L’ultima giornata congressuale ebbe inizio con l’Assemblea generale dei membri della Società e proseguì con le relazioni su temi liberi di Radiologia pediatrica. U Rudhe (Stoccolma) trattò l’enfisema del lobo medio destro che si accompagna talora a cardiopatie congenite con shunt sinistro-destro, in particolare a difetti del setto interventricolare e che è di natura ostruttiva da compressione del bronco lobare da parte di vasi dilatati che lo incrociano. R Astley di Birmingham sottolineò il ruolo limitato nella diagnosi di trasposizione dei grossi vasi svolto dall’esame diretto del torace, che nei casi dubbi deve essere sempre stabilita dall’angiografia. G Debrun (Parigi) sottolineò l’importanza dell’angiografia selettiva del tronco celiaco nei tumori epatici infantili sia 317 per definire l’estensione della neoplasia sia per escluderne eventualmente la natura neoplastica. Chiuse il Congresso la relazione di estremo interesse di GJ D’Angio del “Memorial Hospital for Cancer Research” di New York sul trattamento del tumore di Wilms da lui attuato, consistente in terapie già note, chirurgica, radiologica e chemioterapica che però dovevano essere impiegate contemporaneamente, in modo corretto e radicale, in strettissima collaborazione tra gli specialisti delle tre branche. Seguendo questo nuovo concetto le percentuali di sopravvivenza dei bambini affetti da questa neoplasia furono portate in un decennio dal 20% all’80% anche in forme con metastasi polmonari. Le inevitabili conseguenze di una terapia così radicale potevano essere controllate con una corretta terapia medica come pure gli esiti post-radioterapici da opportuni accorgimenti Nelle ore serali durante il Congresso si svolsero le manifestazioni sociali comprendenti un sontuoso ricevimento nei saloni del Palazzo Braschi, un concerto di musica vivaldiana nella Basilica di S Francesco al Foro romano ed il tradizionale banchetto con ballo all’Hotel Cavalieri Hilton. 1 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1La maggior parte delle notizie riportate ? stata tratta dalla Cronaca di G Iannaccone: VII Congresso della Societ? Europea di Radiologia Pediatrica. Radiol Med 57: 63, 1971 318 Il XXI Congresso della ESPR ebbe luogo a Firenze dall'11 al 14 aprile 1984. Presidenti onorari furono il Prof. D Gaburro, presidente della Società Italiana di Pediatria ed il Prof. GF Pistolesi, presidente della Società Italiana di Radiologia medica e Medicina nucleare. Organizzatore del Congresso fu il Prof. Gian Franco Vichi, Primario del Servizio radiologico dell'ospedale Pediatrico “A. Meyer”di Firenze e presidente della ESPR, coadiuvato dal segretario Dott. Massimo Mori, dal comitato scientifico nota 1 e dal Comitato organizzatore. nota2 Il Congresso fu preceduto dal IX Corso post-universitario di aggiornamento, che si svolse nell'aula del Centro Traumatologico-Ortopedico di Careggi, cui parteciparono 240 iscritti (136 italiani e 104 stranieri). Le 11 lezioni tenute da eminenti personalità della Radiologia Pediatrica internazionale, verterono sia su argomenti attinenti alla radiologia tradizionale ma aggiornati grazie alla ben nota esperienza e competenza dei docenti, sia alle nuove metodiche introdotte nelle diagnostica per immagini. Gli argomenti trattati furono i seguenti: “L'anca rivisitata”(Cl Fauré, Parigi), “Nanismi neonatali letali” (K Kozlowski, Sydney); “La radiologia pediatrica di interesse ortopedico” (AE Oestreich, Cincinnati); “Affezioni polmonari pediatriche nell'adolescenza e nel giovane adulto” (JA Kirkpatrick Jr, Boston); “Malattia di Hirschsprung e pseudo-Hirschsprung” (J Sauvegrain, Parigi); “Radiologia pediatrica di ogni giorno” (A Giedion, Zurigo); “Lo spettro delle calcificazioni neonatali patologiche” (HJ Kaufmann, Berlino) “L'urografia nei lattanti, nei bambini: mezzi di contrasto, preparazione, tecniche e dosi di radiazione” (M Meradij, Rotterdam); “La Risonanza Magnetica in età pediatrica” (RC Brasch e Ch Gooding, S Francisco); “L'ecografia dei grossi vasi addominali (lesioni intrinseche ed estrinseche dell'aorta e del sistema venoso portale” (C Metreweli, Rjad); “Radiografia per sottrazione d'immagine nel bambino” (N Perlmutter-Cremer, Bruxelles). nota 3 Il Congresso di radiologia pediatrica si è aperto la sera dell'11 Aprile, con una solenne cerimonia nella splendida cornice del salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, alla presenza delle autorità cittadine e del Presidente della SIRMN Prof. GF Pistolesi che nel suo discorso ha voluto sottolineare come «...nell'ambito della grande radiologia, coloro che si dedicano al bambino malato (i 319 radio-pediatri) sono indubbiamente anch'essi, come questo Palazzo austero, un gruppo elitario...», come «...il quid distintivo che nei miei confronti hanno i radiopediatri sia rappresentato dalla particolare carica di umanità che (richiesta pure a tutti i medici) lo è in misura enormemente superiore a chi si avvicina al più indifeso dei malati, il bambino malato» ed infine come «La Società italiana di Radiologia medica e Medicina nucleare guarda ai radio-pediatri con occhio particolarmente attento: è un'attenzione in gran parte utilitaristica, non solo affettiva...». Parole queste quanto mai significative e che rappresentano un'inversione di tendenza dopo tanti anni di emarginazione da parte della grande radiologia nei confronti di coloro che in Italia esercitano tale tipo di attività. nota 4 Il giorno successivo hanno avuto inizio i lavori del Congresso cui hanno partecipato 351 Congressisti (284 stranieri e 67 italiani); sono state svolte 85 comunicazioni selezionate tra le 140 inviate al Comitato scientifico, distribuite in 13 sessioni. La I sessione fu dedicata alle vie biliari. Nelle due prime comunicazioni, svolte rispettivamente da A Daneman e coll. (Toronto) e da F Brunelle e coll. (Parigi) fu sottolineato il ruolo dell'ecografia nella diagnosi dell'atresia delle vie biliari. Sulla diagnosi delle cisti del coledoco intervennero D Rabbit (Milwaukee) e N Papanicolau e coll. (New York e Boston). L'utilità della scintigrafia potenziata con prostglandina E-2 fu illustrata da UW Willi et al. (Zurigo). P Tomà et al. (Genova) descrissero i reperti ecografici nei soggetti affetti da fibrosi cistica. Nella sessione sul fegato suscitò estremo interesse la comunicazione di LW Young e collaboratori di Pittsburg sulla diagnostica per immagini: ecografica, colangiografica, arteriografica, TC e scintigrafica impiegata in oltre 50 pazienti sottoposti a trapianto epatico (casistica fino allora unica al mondo). Tra i contributi sui tumori epatici da segnalare la comunicazione sui reperti emodinamici osservati prima e dopo embolizzazione degli emangioendoteliomi del fegato (F Brunelle et al., Le Kremlin Bicêtre, Parigi). Notevole lo studio su una casistica di 24 soggetti in età pediatrica, affetti da tumori epatocellulari maligni, eseguito con US, TC e angiografia per valutarne l’operabilità in 2 importanti centri oncologici: la Fondazione Curie (Parigi) e l’Istituto Gustave Roussy (Villlejuif), con la 320 partecipazione di S Neuenschander, D Couanet, J-Ph Montagne e Ch Kalifa. Nella III sessione sull’apparato muscolo-scheletrico RG Appell et al. dell’Università di Heidelberg prospettarono la inutilità prognostica dello studio dello scheletro, in funzione della sopravvivenza e dell’intervallo di tempo libero da ricadute, nei casi di leucemia linfatica acuta, leucemia mieloide acuta e linfoma non Hodgkin. AA finlandesi (Sirpa Jappinen et al., Helsinki) dimostrarono l’utilità pratica dell’uso degli US nel rilievo dei versamenti sinoviali dell’anca causati da sinoviti transitorie, da m di Legg-Calvé-Perthes, artrite settica ed altre forme di artrite e la superiorità di questa metodica all’esame radiologico convenzionale. O Eklof e L Billing (Stoccolma) proposero un nuovo metodo per rilevare lo scivolamento della testa del femore e l’impiego di semplici dispositivi per facilitare la posizione dell’anca in esame. Alcuni AA svedesi dell’Università di Lund (H Petterson et al) con uno studio radiografico e scintigrafico poterono dimostrare che nel m. di Perthes si verifica precocemente una crescita accelerata dell’acetabolo con una percentuale del 100% dei casi entro 1 anno dalla diagnosi osservata con l’esame radiologico. Tale crescita eccessiva può essere utilizzata con curve di regressione per la valutazione della data di inizio della malattia. La IV e V sessione furono dedicate all’apparato urinario. Complessivamente furono presentate 14 comunicazioni, mi limiterò a citare quelle di maggior interesse. I radiologi (L Garel et al.) e un nefrologo, M Broyer dell’”Hôpital des Enfants Malades”, Parigi, in base ad un’analisi della letteratura ed all’esperienza personale conclusero che tra i vari segni ecografici di rigetto del trapianto renale la scomparsa o la diminuzione degli echi nel seno renale è il più significativo, essendo presente nel 100% dei casi. AA canadesi di due importanti Centri, l’”Hôpital Ste-Justine” e l’Università di Montreal, hanno proposto un protocollo diagnostico, dedotto da 80 casi con l’impiego della urografia e degli US nei traumi renali dell’infanzia. Il ruolo degli US come prima indagine nella infezione delle vie urinarie dei bambini venne valutato da due gruppi di ricercatori: M Panuel et al. dell’”Hôpital d’Enfants” di Marsiglia e JC Leonidas del “Mount Sinai Medical Center! di New York in collaborazione con KG McCauley et al. (Tufts University School of Medicine e New England Medical Center, Boston) che giunsero a 321 conclusioni analoghe: l’ecografia associata alla cistografia minzionale dovrebbe essere il primo screening; quando uno di questi esami è dubbioso o anormale (e in caso di reperti clinici e di laboratorio o alterati, secondo l’altro gruppo) dovrebbe essere eseguita l’urografia. M Majid et al. del “Children’s Hospital National Medical Center”, Washington, D.C., eseguirono un confronto tra la cistografia radioisotopica diretta (retrograda) e la cistografia indiretta (ottenuta dopo iniezione e.v. del radioisotopo) con uno studio sui reflussi vescico-ureterali. La prima, come del resto era già noto da ricerche precedenti, risultò una tecnica affidabile e non invasiva per la bassa dose di radiazioni somministrata nella dimostrazione dei reflussi, l’altra presentò una bassa sensibilità e pertanto conclusero per l’esclusione di questa indagine come screening iniziale riservandola a quei casi in cui fosse necessario uno “scanning” renale per la valutazione del decorso del danno pielonefritico già esistente. Il concetto che l’infezione delle vie urinarie non è causa del reflusso vescico-ureterale, già espresso da GW Gross e RL Lebowitz, fu riaffermato da UV Willi (“Kinderspital”, Università di Zurigo), secondo cui invece l’edema del tratto intramurale dell’uretere nella fase acuta dell’infezione previene il reflusso in una giunzione vescico-ureterale insufficiente, che può manifestarsi di nuovo dopo il trattamento antibiotico. Pertanto è opportuno eseguire la cistografia di controllo qualche settimana dopo la remissione del processo infiammatorio vescicale. Interessante uno studio sperimentale di CJ Hodson e S Twohill, eseguito nei maiali, in cui poterono dimostrare che un’elevata e prolungata pressione vescicale può determinare modificazioni uretrali persistenti causando un reflusso vescico-ureterale sterile, con conseguente danno renale, consistente in lesioni focali analoghe alle “scars” che si producono in corso di reflusso intrarenale. Questi reperti secondo gli AA sottolineano il significato di quelle situazioni cliniche in cui la pressione vescicale non ritorna alla norma, tra una minzione e l’altra. La tavola rotonda dedicata ai mezzi di contrasto a bassa osmolarità (m.d.c. b.o), fu presieduta da HJ Kaufmann. I partecipanti illustrarono successivamente il loro impiego nello studio dei vari apparati con le diverse tecniche in età infantile. G 322 Stake e B Smevik (Oslo) con l’urografia, M Kunnen et al. (Ghent, Belgio) con la cardioangiografia; M Meradji (Rotterdam) con l’angiografia periferica. Due italiani, L Andreussi di Genova e TM Gajno di Torino, intervennero sui m.d.c.b.o. nella neuroradiologia pediatrica. Sullo studio con tali mezzi del tubo digerente riferirono MD Cohen (Indianapolis), HS Kaufmann (Berlino) e G Perri (Pisa). Seguì una discussione sul costo elevato dei m.d.c.b.o. peraltro compensato dai notevoli vantaggi (maggior tolleranza ed ottimi risultati diagnostici). Nelle sessioni (VI e VII) “Cranio e neuroradiologia “ furono svolte 9 comunicazioni su temi importanti di neuroradiologia pediatrica, di cui tre di estremo interesse presentate da neuroradiologi di fama internazionale, furono dedicate a nuove tecniche: DC Harwood–Nash (Toronto) parlò dello studio sagittale diretto del rachide con la TC; S Jequier et al. (Montreal) trattarono l’impiego degli US nel midollo spinale nei neonati e nei lattanti ; EA Amstrong et al. (Dallas) la ricostruzione tridimensionale TC delle testa e del collo. Chiuse la sessione il gruppo pluridisciplinare di Bologna presentando l’uso dell’ecografia in tempo reale e doppler nella sorveglianza degli stati di idrocefalia. Nella sessione sull’apparato respiratorio A Daneman e P Liu (Toronto) evidenziarono con una ricerca originale eseguita in 37 soggetti con età media di 8 mesi (23 M e 14 F) la validità della TC nel rilievo delle lesioni intrinseche della laringe e della trachea. Di particolare rilievo la dimostrazione della nuova interpretazione dei radiogrammi negli asmatici alla luce di recenti acquisizioni di fisiologia secondo le quali nell’asma sono presenti elevate pressioni pleuriche negative. Ciò determina l’iper-espansione dei polmoni con possibile formazione di edema interstiziale apprezzabile nei diagrammi come un ispessimento peribronchiale conseguente ad aumentato gradiente tra le pressioni normali delle arterie e dei capillari e le basse pressioni del parenchima. Per l’aumentata secrezione bronchiale durante gli attacchi asmatici si ha la formazione di tappi mucosi che possono ostruire porzioni delle vie aeree per cui le pressioni parenchimali e pleuriche divengono basse soprattutto nell’area dipendente dal bronco bloccato. Si determina pertanto edema alveolare che può essere interpretato come polmonite o atelectasia (JP Dorts, Baltimora). 323 Tra la sessione VIII e la sessione IX e X si svolse l’assemblea generale dei soci della Società. Nelle sessioni IX e X, dedicato alle miscellanee vi furono alcuni interventi su l’agobiopsia percutanea, che già largamente usata negli adulti, si stava diffondendo anche in età pediatrica. Alcuni interventi dimostrarono la validità di questa tecnica anche nei bambini in diverse situazioni patologiche (in prevalenza neoplasie toraciche, cisti e tumori renali, ecc.), usando come guida dell’agobiopsia l’EG, (HK Rosemberg, “Children’s Hospital” di Philedelphia), la TC (R Rossi, Università di Roma ed E Carnevale et al. Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma), l’ EG, la TC e la radiologia convenzionale (J-Ph Montagne et al., “Institut Gustave Roussy”, Villejuif). Altre comunicazioni riguardarono studi dosimetrici: “Dose di radiazioni somministrata ai pazienti ed al personale in corso di cistouretrografia minzionale” (M Gustafsson et al. Università di Lund, Svezia) e la “Dosimetria con termoluminescenza negli esami radiografici del torace con e senza un nuovo dispositivo antiscanner (tecnica slot)” (R Schumacher et al., Università “JustusLiebig”, Giessen RFT). Notevole la comunicazione di V Donoghue et al. dell’”Hospital for Sick Children” (Toronto), riguardante una casistica di ben 127 soggetti portatori di “masse” del collo, in cui venne analizzato il ruolo della EG e della TC nella valutazione di questa patologia frequente in età pediatrica. Nella XI sessione sulle nuove modalità di immagine dominò il gruppo di studio dell’Università di California (San Francisco) coordinato da CA Gooding che presentò due brillanti relazioni sull’impiego della RM nella radiodiagnostica in pediatria adottando una tecnologia diversa secondo l’età dei pazienti. Il primo intervento fu dedicato allo studio della vasta gamma di patologie del torace: masse mediastiniche, malformazioni polmonari, versamenti pleurici, fibrosi cistica. Nell’altra relazione fu esposto l’impiego della nuova metodica nella thalassemia con emosiderosi, nelle manifestazioni emorragiche delle lesioni articolari della emofilia e in oncologia pediatrica ove sottolineò i numerosi vantaggi della RM rispetto alle altre metodiche. Analoghe considerazioni furono oggetto della comunicazione “La risonanza 324 magnetica nucleare nella valutazione di 50 ragazzi con cancro” presentata da MD Cohen et al., (“Hospital for Children” Indiana University, Indianapolis). M Perlmutter-Cremer (滴 ital Universitaire St Pierre・ Bruxelles) descrisse i reperti ottenuti con la radiologia digitale di sottrazione nelle strutture contenenti o circondate da aria quali la laringe, la trachea, i vasi polmonari, il mediastino e la pleura, meglio delineati che nei radiogrammi convenzionali per l’alta risoluzione di contrasto della metodica. La validit・ dello studio della ventilazione polmonare mediante la sottrazione digitale delle immagini radioscopiche, confrontata con le altre metodiche note fu sostenuta da P Schmit et al. dell’禰 ital Trousseau・ (Parigi). Chiuse la sessione il gruppo dell’Universit・ di California (San Francisco) con 鏑o studio delle malattie congenite di cuore mediante la TC・ con riprese al millesimo di secondo, corredata da bellissime immagini. Nella XII sessione, dedicata all’apparato gastrointestinale furono presentate 3 comunicazioni riguardanti l’impiego della ecografia negli spasmi antropilorici (H Gomes e B Menanteau, “American Memorial Hospital”, Reims); nella diagnosi della invaginazione intestinale in 40 casi (M Meradji, “Erasmus University”, “Sophia Children’s Hospital”, Rotterdam), nell’ano imperforato, studiato con l’ecografia in tempo reale (JP Pacros et al. “Hôpital Debrousse”, Lione) Interessante la comunicazione di DA Stringer e MA Witzel (“Hospital for Sick Children”, Toronto) sull’utilità della proiezione di Towne con la videoscopia nello studio dell’insufficienza velofaringea da varie cause. Tra le comunicazioni dell’ultima sessione (la tredicesima) inerente al sistema cardiovascolare –mediastino da notare le seguenti: “Lo studio del dotto di Bottallo bilaterale (o dei suoi residui) in 27 pazienti” (RM Freedom e CAF Moes, Toronto); “Le masse mediastiniche residue nel linfoma non – Hodgkin nei bambini dopo chemioterapia” (D Couanet et al. “Institut Gustave Roussy”, Villejuif), studio su 29 casi. P Rossi et al. (Istituto di Radiologia, II Cattedra Università di Roma) riferirono del trattamento trans-catetere delle malformazioni vascolari del distretto della carotide esterna. 325 Notevole il successo ottenuto dalla esposizione scientifica, alla quale furono presentati 49 poster, a dimostrazione del favore incontrato da questa nuova modalità di presentazione dell’attività scientifica ai Congressi . Gli argomenti trattati nei poster secondo gli apparati interessati risultarono così distribuiti: l’apparato muscoloscheletrico fece la parte del leone con 23 poster, seguirono i 6 poster dell’apparato gastrointestinale, 5 dell’apparato respiratorio e del mediastino; 4 dell’apparato urinario. A parte furono considerati gli argomenti diversi, indicati come miscellanea (11). Da un’analisi degli abstract delle comunicazioni risulta che la casistica studiata riguardava spesso singoli casi, rari e di difficile interpretazione tanto da far suggerire agli AA la possibilità che si trattasse di nuove sindromi, altre volte invece erano state analizzate osservazioni, che rientravano in affezioni o sindromi già note, alle quali peraltro gli AA apportavano un ulteriore contributo di conoscenze. La cerimonia di chiusura del Congresso, svoltasi nella tarda mattinata del 14 aprile “ha suggellato con un lunghissimo applauso il successo (scrivo immodestamente) strepitoso di questo Congresso che verrà ricordato come il più scientificamente valido ed importante della ESPR negli ultimi anni e come quello in cui tutto si è svolto alla perfezione e con grande efficienza, dando a tutti un’’immagine ben diversa da quella abitualmente attribuita in altri paesi alle cose all’italiana”. nota 5 Non mancarono nel corso del Congresso le manifestazioni sociali. Il ricevimento nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio offerto in occasione dell’inaugurazione; un bellissimo concerto d’organo nella basilica di S. Croce ed infine la tradizionale cena sociale con ballo negli eleganti saloni del “Circolo Borghese”. Molti i partecipanti (circa130) al “Post Congress Tour” che si svolse in due giorni e mezzo nella parte centro meridionale della Toscana attraverso gli ubertosi paesaggi della Val di Chiana, della Val d’Orcia e quelli variati del senese con soste a Cortona, a Pienza, a Siena, a Volterra e San Gimignano, cioè tra le più belle città toscane ricche di storia e d’arte. Ultima tappa prima del ritorno a Firenze, fu Pisa, da cui molti congressisti per via aerea ritornarono ai loro paesi. 326 NOTE E BIBLIOGRAFIA ・ nota 1 Il comitato scientifico era cos sostituito: Fiorenza Bellini, Giorgio de Filippi, Pietro Gugliantini, Guido Iannaccone, Aldo Pelizza, Elisabetta Schiavetti nota 2 Del comitato organizzatore facevano parte: Giampiero Beluffi, Sergio Fasanelli, Anna Gazzeri, Rita Jenuso, Roberto Parenti, Tiziana Pellegrini, Paolo Tom . nota 3 Il Corso acquis una particolare importanza essendo stato incluso nel programma di Aggiornamento Professionale Continuativo (APC) per l'interessamento del Prof. GF Pistolesi, presidente della SIRMN. Il Prof. A Chiesa, segretario dei Corsi di APC propose la pubblicazione delle lezioni tenute a queste manifestazioni. Con tale iniziativa il Prof. Chiesa consent l'utilizzazione di un prezioso materiale che altrimenti sarebbe andato disperso e la diffusione anche tra i non partecipanti ai Corsi. Pertanto il testo integrale delle lezioni svolte al IX Corso postuniversitario della ESPR fu pubblicato in un elegante volumetto, il IV della serie, a cura delle dizioni libreria Cortina , Verona, 1984. nota 4 Dalla cronaca del Congresso riferita da Giampiero Beluffi e pubblicata su Radiol Med 70: 661-662, 1984 nota 5 vedi ibidem nota 4 ・ ・ ・ E ・ 327 Il XL Congresso della ESPR svoltosi a Genova nel 2003 fu il III della Società dopo i precedenti del 1970 (Roma) e del 1984 (Firenze), celebrati in Italia e coincise con il 40° Anniversario della fondazione della ESPR. Toccarono a Paolo Tomà, Presidente della Società e Primario radiologo dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova, l’onore e l’onere di organizzare questa manifestazione. Gli organizzatori si trovarono di fronte a un periodo difficile per la situazione politica ed economica internazionale, seguita all’attentato dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York, complicata da altri problemi sorti nel frattempo: la guerra in Iraq, che sconsigliò a molti Colleghi nord-americani un viaggio in Europa, e l’epidemia della SARS che impedì ai relatori provenienti da Hong Kong e da altri paesi dell’Estremo Oriente di partecipare e di presentare le loro comunicazioni e poster. A queste difficoltà se ne aggiunsero altre per contrattempi sorti in Italia: i tagli ministeriali alle sponsorizzazioni delle manifestazioni scientifiche ed ultimamente lo sciopero improvviso del personale “Alitalia” proprio nei giorni di apertura del Congresso che ha costretto molti iscritti a viaggi estenuanti e disagiati con ritardi prima di raggiungere Genova. Nonostante tutti questi problemi il Congresso procedette regolarmente secondo il programma previsto grazie all’impegno degli organizzatori. Genova dimostrò le sue migliori caratteristiche di città moderna e dotata di un patrimonio artistico e culturale coi suoi numerosi e splendidi palazzi, sedi di importanti gallerie, sconosciute per molti congressisti anche italiani. Impressione suscitarono anche gli aspetti turistici messi in evidenza dalle gite organizzate nelle località vicine e gastronomici per i piatti tipici genovesi innaffiati dai pregiati vini liguri. Le manifestazioni congressuali si svolsero nelle belle sale del palazzo dei Congressi. Due giorni dei lavori furono dedicati al 26° Corso di aggiornamento post-universitario e tre al Congresso vero e proprio, con la partecipazione globale di 388 iscritti. Il Corso fu considerato uno dei migliori se non il migliore di tutti i corsi svolti precedentemente. Le 22 lezioni tenute in 8 sessioni (2 per le vie aeree e il torace, 1 ciascuna per la Neuroradiologia, l’Apparato Muscolo scheletrico, La Radiologia Vascolare ed Interventistica, l’Apparato Genito-urinario, l’Addome e l’apparato digerente; miscellanea) sono state raccolte in un bel volume “syllabus” (a cura di P 328 Tomà e sponsor la Bracco), corredato da un’ottima riproduzione delle numerose immagini. Quattro lezioni furono tenute da colleghi italiani: “Progressi nella RM cerebrale del neonato”, da F Triulzi e collaboratori, (Milano) “Neuroradiologia delle malattie emolinfoproliferative” da A Rossi, (Genova); “Malformazioni vascolari del mediastino e dei polmoni” da M Oddone (Genova) e “Malattie infiammatorie croniche dell'intestino” da GM Magnano (Genova). Tra le altre 18 lezioni svolte da relatori stranieri particolare interesse hanno suscitato le seguenti: “La radiologia (sostanzialmente la videofluoroscopia) dei disturbi della deglutizione nei lattanti e nei bambini”, (C Buonomo et al.., Boston); “La valutazione con CineRM dei bambini con apnea ostruttiva del sonno” (LF Donnelly, Cincinnati); “Malattie dei tessuti connettivi” (C Owens, Londra); “I progressi della RM mediante incremento del contrasto nello studio dello scheletro in accrescimento” (G Sebag et al., Parigi); “Tumori delle parti molli (e lesioni similtumorali) con enfasi sullo studio con le immagini RM” (T Laor, Cincinnati); “Imaging dei tumori maligni delle ossa lunghe nei bambini: monitoraggio della risposta alla neochemioterapia di supporto e valutazione preoperatoria” (H Brissec et al., Parigi); “RM cerebrale fetale: quale tecnica e per quale scopo?” (C Garel, Parigi); “Progressi nella angio-RM in Pediatria” (T Chung, Houston); “Progressi nella angio-TC pediatrica” (LF Donnelly, Cincinnati); “Aggiornamenti in tema di radiologia interventistica pediatrica” (PF Burrows, Boston), “Ecografia anatomofunzionale dell'apparato urinario infantile” (I Gassner, Innsbruck), “Alterazioni funzionali delle basse vie urinarie” (R Fotter, Graz); “Approccio pratico alle condizioni di intersessualità: embriologia, classificazione, studio per immagini” (F Rypens, Montreal); “Parete addominale: prima e dopo la nascita” (F Avni, Bruxelles); “TC ad alta risoluzione” (J Lucaya, Barcellona). Al termine dell'ultima relazione si è poi svolto il primo raduno dei giovani radiologi pediatrici, che hanno dibattuto su come portare avanti le istanze di apprendimento e le opportunità di lavoro in questo campo. La lezione annuale della ESPR fu tenuta dal Prof. Tortori Donati sul tema: “Nuove teorie sulle malformazioni del SNC” Il giorno successivo dopo la cerimonia di apertura del Congresso si svolse una 329 tavola rotonda sul “Management in Pediatric Radiology” della durata di una intera mattinata in cui furono discussi in sedute successive i seri problemi che interessano più o meno in tutti i paesi europei questa branca della Radiologia: l'organizzazione di un Reparto di Radiologia Pediatrica (indipendente? Parte integrante oppure indipendente da un servizio di radiologia generale ma affiancata ad esso con possibilità di scambio di personale e di uso delle apparecchiature? La formazione in Radiologia Pediatrica dei giovani e la ricerca sulla stessa materia e come richiamare l'attenzione dei politici sulle problematiche della Radiologia Pediatrica e in quale modo la ESPR potrebbe essere di qualche aiuto nella attuazione di carriera (è giusto chiedere in sede legislativa europea un diploma di Specializzazione?) e aggiungere qualche valore alla vita professionale dei membri). Alle sessioni della tavola rotonda, di cui era moderatore U Willi, (Svizzera) parteciparono noti esponenti della Radiopediatria europea (unico extraeuropeo fu GA Taylor, USA); FE Avni (Belgio), F Brunelle (Francia), E Carty (Regno Unito), V Donghue (Irlanda), R Fotter (Austria), E Talenti (Italia) che fece una relazione dettagliata sulle condizioni “disastrose” della Radiologia Pediatrica in Italia. 1 Dai quasi 300 abstract sottoposti al vaglio del comitato scientifico furono scelte le 79 comunicazioni presentate nelle 9 sessioni dedicate a: Neuroradiologia; Studio per immagini Cardiovascolare, del feto; Urogenitale Apparati e Muscolo-scheletrico, Respiratorio, Radiologia Gastroenterico, interventistica, Miscellanea, Torace e i 65 poster selezionati per l'esposizione. Purtroppo tutte le comunicazioni e i poster provenienti da Cina, Hong Kong e Singapore non ebbero riscontro effettivo a causa delle ben note vicende sanitarie di quei Paesi. Per la prima volta il numero delle comunicazioni italiane, 10 per l'esattezza (cui vanno aggiunte due in collaborazione italo-francese), tutte di buon livello, superò il numero delle comunicazioni francesi (8) e di quelle canadesi ed inglesi (rispettivamente 7 e 6) e risultò secondo solo dopo quello delle comunicazioni provenienti dagli USA (15). Gli argomenti trattati furono vari come dimostra l'elenco: “L'utilità delle RM 1H RMS, angio e diffusione RM nella valutazione della morte cerebrale” (M Cappellini e coll., Firenze).”Ruolo della RM nello studio delle delle anomalie oculari fetali” (P Sonigo e coll., Trieste/Parigi); US e RM nello 330 studio per immagini delle masse profonde dei tessuti molli: efficacia nella distinzione tra lesioni benigne e maligne” (UG Rossi e coll., Genova); “La capsula articolare anteriore dell’anca nei bambini; valutazione eco color-doppler nelle anche normali e dolorose” (F Esposito e coll., Napoli); “Iniezione percutanea diretta di Ethibloc nel trattamento delle cisti aneurismatiche dell’osso: controlli a lungo termine” (FM Fassari e coll., Roma); “Possibile impiego della RM a diffusione dell’addome pediatrico: dati preliminari” (SF Carbone e coll., Firenze); “Pancreatografia RM dinamica (MRP) in pediatria: valore diagnostico dell’iniezione di secretina” (L Monti e coll., Roma); “Valutazione mediante RM della malattia infiammatoria cronica dell’intestino in soggetti in età pediatrica: cosa è meglio dopo l’iniezione di Gadolinio?” (SF Carbone e coll., Firenze), “Studio RM dell’ileo terminale nei bambini con sospetta malattia di Crohn mediante l’impiego di una soluzione di PEG come contrasto per os nella popolazione pediatrica con malattia celiaca” (P Paolantonio e coll., Roma); “Eco color-doppler nel varicocele: tecnica, reperti e classificazione” (M Oddone e coll., Genova). Dall'analisi delle comunicazioni presentate al Congresso risulta prevalente l'impiego della RM con le varie metodologie (spettroscopia funzionale, diffusione, angioRM, ecc.). In alcuni settori della patologia è stato studiato il ruolo dell'associazione della RM con l'EG. Nella I sessione dedicata alla Neuroradiologia con lo svolgimento di 7 comunicazioni; tra l'altro è stato presentato uno studio avente per oggetto il confronto dei reperti nell'encefalo dei neonati pre-termine di peso molto basso, rilevati con le due metodiche (RM ed EG), da cui è risultata una concordanza nell'85% dei casi (MF Given et al, “The Children's University Hospital”, Dublino). Viceversa in altre comunicazione svolte nella II sessione dedicata all'imaging del feto (complessivamente 8) è stata dimostrata la superiorità della RM per la precisa caratterizzazione di lesioni sospettate e rilevate con lo screening ecografico; sotto questo aspetto dimostrative alcune comunicazioni: “Lo studio comparativo MR ed EG nelle alterazioni fetali del SNC” da cui è risultato l'apporto alla conoscenza delle malformazioni e delle lesioni encefaliche acquisite non rilevate dalla EG nel 34% dei casi (A Castellote et al, Barcellona); “L'impatto della RM fetale sul trattamento neurochirurgico post-natale”, che ha dimostrato l'importanza di questa 331 metodica nel delineare e caratterizzare le alterazioni cerebrali e spinali necessarie per la diagnosi e la programmazione del trattamento post-natale non sufficientemente evidenziate dall'EG (E Miller et al, Tel-Aviv). A questo proposito va segnalata anche la comunicazione italo-francese sulla diagnosi prenatale delle alterazioni encefaliche dovute alla malformazione della vena di Galeno, che non possono essere valutate completamente con l'EG (Ospedale “Necker-Enfants Malades”, Parigi e Ospedale Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste). Tra le otto comunicazioni presentate nella sessione sull'apparato muscoloscheletrico due erano di interesse interventistico, di cui una svolta da AA italiani (Ospedale Pediatrico del “Bambino Gesù”) sul trattamento con iniezione percutanea di Ethibloc delle cisti aneurismatiche è stata citata prima, e l'altra su la resezione TC guidata dell'osteoma osteoide, che costituisce la tecnica elettiva secondo la ricerca eseguita da un gruppo pluridisciplinare del “Children's Hospital” di Pittsburgh. Da segnalare altre due comunicazioni di cui i presentatori hanno sottolineato i vantaggi dell'impiego della RM sulla radiologia convenzionale: una riguardante lo studio della scoliosi negli adolescenti (“Prince of Wales Hospital”, Hong Kong SAR) e l'altra sulle misurazioni delle deformità della spalla secondarie a lesioni ostetriche del plesso brachiale (“Universiteit Medisch Centrum”, Amsterdam). Nella IV sessione “miscellanea” AE Oestreich (“Children's Hospital”, Cincinnati) ha presentato una delle pochissime comunicazioni aventi come tema la radiologia convenzionale: lo “Sharp sign” in questa metodica come un importante aiuto alla percezione. Nella stessa sessione sono intervenuti alcuni operatori di due centri importanti su un problema interessante nella routine quotidiana dei servizi radiologici, la sedazione-anestesia in età pediatrica: KP Mason et al.. del “Children's Hospital” di Boston sulla base di una ricca casistica hanno dimostrato per la prima volta che il pentobarbital somministrato per via orale nei lattanti da sottoporre ad alcune indagini (TC e RM) ha la stessa efficacia del cloralio idrato, ma rispetto a quest'ultimo presenta il vantaggio di una riduzione significativa delle reazioni indesiderate. Da una ricerca eseguita da C Titcombe et al. del “Great Ormond Street Hospital” di Londra è risultata l'utilità dell'impiego di una miscela di ossido nitrico e ossigeno (Entomox) nella sedazione-anestesia dei bambini che 332 dovevano essere sottoposti a una terapia interventistica dolorosa. 12 le comunicazioni presentate alla V sessione dedicata all'apparato gastro-intestinale; tra le altre da segnalarne alcune attinenti al ruolo della TC e della RM nelle patologie gastrointestinali dell'età pediatrica: E Marson et al. (“Hôpital des Enfants Malades” Tolosa) hanno affermato, in base alla loro esperienza, che la TC costituisce il “gold standard” per il completo accertamento in caso di trauma addominale chiuso e pertanto è indicativa dell'opportuno trattamento chirurgico, in grado di ridurre la morbilità e la mortalità dovute alla perforazione o all'infarto gastrointestinale; H Schulman e collaboratori (“Soroka University Medical Center”, Beer-Sheva, Israel) hanno dimostrato che la TC può evidenziare le alterazioni del colon e dell'ileo analogamente a quanto riscontrato negli adulti. D'altra parte anche la RM costituisce una tecnica accurata nella valutazione dei processi infiammatori dell'intestino come hanno potuto dimostrare SF Carboni et al. dell'Ospedale Pediatrico “A. Meyer” di Firenze. Ad analoghe conclusioni sono giunti F Polantonio e collaboratori, (Università “La Sapienza” di Roma) che hanno ottenuto un'ottima rappresentazione dell'ileo terminale in bambini con sospetta malattia di Crohn mediante la RM, previa somministrazione per via orale come mezzo di contrasto di una soluzione di PEG. La RM è stata utilizzata anche nello studio dei trapianti epatici (Winnie CW Chu et al., “Prince of Wales Hospital”, Hong Kong SAR) e nella fistola congenita portocavale: una serie di 12 bambini (D Pariente et al., “Hôpital de Bicêtre”, Parigi). Un altro argomento preso in esame è stato l'iperinsulinismo focale in età pediatrica, oggetto di tre comunicazioni: “Valutazione di bambini affetti da iperinsulinismo congenito con stimolazione arteriosa e prelievi di sangue venoso epatico” (RD Kaye et al., “Children's Hospital”, Filadelfia); “Testi preoperatori invasivi di 54 pazienti operati con forme focali di iperinsulinismo persistente del lattante” (V Chigot et al., “Hôpital Necker-Enfants Malades”, Parigi); “PET SCAN 18F-Fluoro-L-DOPA in forme focali di iperinsulinismo del lattante” (N Boddaert et al., “Service Hospitalier F Joliot”, Orsay) . E' seguita la sessione sull'apparato cardiovascolare. Due comunicazioni hanno preso in considerazione affezioni rare in età pediatrica: “Ischemia acuta degli arti nei lattanti e nei bambini” (P John et al., “Children's Hospital”, 333 Birmingham) e “Angiografia viscerale nei bambini con sospetta vasculite” (CA McLaren et al., “Great Ormond Street Hospital”, Londra), un 'altra ha trattato “le anomalie vascolari: impiego della 3DRM Angiografia con gadolinio (SJ Westra et al., “Massachusset, General Hospital”, Boston). Interessante lo studio condotto da S Ferey e collaboratori degli Ospedali “Saint Vincent de Paul” e “Cochin” di Parigi, che hanno potuto dimostrare un aumento persistente del contenuto idrico del miocardio dei bambini sottoposti a terapia con GH e al tempo stesso acquisire la correttezza della terapia. JM Racadio e collaboratori del “Children's Hospital” di Cincinnati hanno proposto una nuova tecnica la “Angiografia rotazionale 3D” per ridurre il numero delle proiezioni oblique necessarie per la diagnosi e di conseguenza la dose di radiazioni e la quantità di mezzo di contrasto ottenendo immagini più che soddisfacenti in tempo reale, ideali per la programmazione interventistica. Infine nella stessa sessione è da segnalare la comunicazione di CB Higgins et al., (San Francisco), sull'impiego della RM a scopo interventistico come guida del cateterismo cardiaco e delle relative procedure. Nella sessione “urogenitale” è stato evidenziato il ruolo svolto dalla RM urografia nello studio del rene e delle vie urinarie in tre comunicazioni: “ UroRM : tutto in un esame” (RC Domingues et al., “CDPI”, Rio de Janeiro); “UroRM: quando è necessaria l'iniezione di Gadolinio usato come contrasto?” (SJ Westra et al., “Massachussets General Hospital”, Boston); “ UroRM e valutazione della idronefrosi nei bambini” (JD Gratton-Smith et al., Atlanta). Interessanti nella stessa sessione altre quattro comunicazioni: “L'importanza del follow-up post-natale di reni fetali iperecoici” (M Cassart et al., “Hôspital Erasme”, Bruxelles); “L'alta incidenza di nefrocalcinosi in una popolazione pre-termine neonatale, trattata con steroidi” (DJ Cranefield et al., “National Women 's Hospital” & “Auckland School of Medicine”, Auckland); “Eco color-doppler del varicocele: studio su tecnica, reperti e classificazione”, (M Oddone et al., Istituto “G. Gaslini”). “Iniezione subureterica transuretrale di condrociti autologhi per il trattamento del reflusso vescicoureterale: reperti ecografici” (HJ Paltiel et al., “Children's Hospital”, Boston). Nell'ultima sessione dedicata al torace, sono state svolte 8 comunicazioni, 334 tra cui meritano di essere citate almeno quattro: “Volume delle adenoidi e russamento nei bambini: un approccio con RM” (A Havat et al, “McCGill University”, Montreal); “Cause di persistente apnea ostruttiva durante il sonno nonostante la tonsillectomia e l'adenoidectomia in bambini con trisomia 21, rilevate con studi Cine RM” (LF Donnelly et al., “Children's Hospital Medical Center, Cincinnati); “Imaging postnatali e follow-up di lesioni polmonari scoperte in epoca prenatale” (E Goya et al., “Hospital Vall d'Ebron”, Barcellona); “Spessore di strato ottimale nella tomografia computerizzata multistrato del torace nei bambini” (S Puig et al., Università di Vienna). E' stata lasciata per ultima la sessione 7 “Interventistica e miscellanea” in cui le comunicazioni con soggetto interventistico sono state cinque ed a queste sarà fatto riferimento, dato che delle altre (sette distribuite in varie sessioni) è già stato trattato. Attualmente la radiologia interventistica occupa un posto importante nella radiologia pediatrica, come dimostrano gli argomenti trattati, che fanno il punto sulla situazione di questa attività: “Documentazione della morbilità e mortalità da un programma di radiologia interventistica pediatrica (IGT): rassegna di 4 anni” (C Pehora et al., “Hospital for Sick Children”, Toronto); “Dilatazione con un palloncino di stenosi laringee in bambini, senza tracheostomia” (J Lisy et al., Praga); “Biopsia percutanea di masse mediatiniche in bambini: tecniche e risultati” (AM Cuhill et al., “Children's Hospitals”, Pittsburg e Filadelfia); “Biopsia percutanea dei tumori solidi pediatrici” (FA Hoffer et al., “St. Jude Children’s Research Hospital”, Memphis) ed “Una revisione del trattamento dell'invaginazione in un ospedale pediatrico terziario: esperienza di 3,5 anni” (O Navarro et al., “Hospital for Sick Children”, Toronto). L'esposizione scientifica ha completato il grande successo ottenuto dalla manifestazione genovese della ESPR, e ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che i poster costituiscono una valida alternativa alle comunicazioni orali. Gli argomenti trattati nelle varie sessioni secondo gli apparati interessati risultano così distribuiti in ordine decrescente: la neuroradiologia è stata testata con 15 poster seguita dall'apparato muscolo scheletrico con 9 poster, dall'apparato gastro-intestinale con 8, dal torace, dagli apparati uro-genitale e cardio-vasale con 7 ciascuno. A parte sono stati considerati i poster con temi diversi, raccolti nella 335 sessione “miscellanea” (12). In molti poster, analogamente a quanto avvenuto per le comunicazioni orali è stata presa in considerazione la RM, impiegata nelle patologie di diversi apparati, ma in prevalenza del SNC e dell'apparato urinario, sia nel feto sia in età post-natale. Inoltre la RM è stata usata in seconda istanza con altre metodiche (radiologia convenzionale, TC, EG) nei traumatismi dello scheletro, nelle osteiti e nelle osteoartriti in fase acuta e nei loro postumi. In alcuni poster è stato illustrato il ruolo che ancora oggi svolge l'EG in alcuni settori della Pediatria sia in età prenatale sia dopo la nascita con studi anatomici, quali le misure dello spazio subaracnoideo dei lattanti, la morfologia e le misure degli organi, il complesso sfinteriale anale ed il muscolo elevatore dell'ano nei neonati e nei lattanti, l'interventistica, il reflusso vescico-ureterale ed altri. Interessanti alcuni poster riguardanti la TC in diverse applicazioni: “Imaging diagnostico e revisione critica della malformazione adenomatoide cistica congenita”; “valutazione dell'intrappolamento di aria della TC ad alta risoluzione in fase espiratoria di bambini affetti da asma in remissione: confronto coi test di funzionalità polmonare”; “Ricostruzione multiplanare 3D dell'albero bronchiale in pazienti affetti da fibrosi cistica con TC multidettore a bassa dose (broncografia virtuale)”. Notevole l'affermazione degli italiani che balzarono al I posto della graduatoria con 16 poster (si giocava in casa ! come ha rilevato G Beluffi nella sua recensione sul XL Congresso della ESPR), 2 seguiti dai francesi con 9 poster, dagli statunitensi con 5, dai greci e dai turchi con 8 (rispettivamente 4 e 4) e dai canadesi e dai giapponesi con 6 (rispettivamente 3 e 3), dai tedeschi, dagli israeliani e olandesi, dai polacchi, dagli inglesi e ungheresi con 2 poster per ogni nazionalità (complessivamente 12 poster); infine da rappresentanti di altre nazioni europee ed extraeuropee, ognuna con un poster cui ne va aggiunto 1 (da collaborazione israeliana-canadese) per un totale di 9. Il premio Jacques Lefèbvre perla miglior presentazione è stato attribuito alla comunicazione “18F-fluoro-L-DOPA PET scan nelle forme di iperinsulinismo focale dell'infanzia” (N Boddaert e coll., Parigi); il premio Guerbet per il miglior poster ad “Anatomia ecografica del complesso dello sfintere anale e del muscolo 336 elevatore dell'ano nei neonati e nei lattanti” (R Schumacher e R Brezinska, Mainz) e quello del Giovane Ricercatore alla comunicazione ”Decodificazione fonologica nei bambini dislessici:quadri dell'attivazione con RM funzionale” (M Brun e coll., Bordeaux). Ai Congressisti è stato consegnato un CD dal titolo “Forty years not gone with the wind” raccolta di immagini della storia dei 40 anni della ESPR (frontespizi dei fascicoli degli abstract; foto dei presidenti; immagini di partecipanti alle varie manifestazioni, riproduzioni di inviti a varie cerimonie e di volumi pubblicati dai soci della ESPR, oggetti regalati nel corso dei congressi ecc.) che è stato molto apprezzato. Quest'anno sono stati nominati soci onorari la Prof. H Carty (Liverpool), il Dott. B Parker (Houston) e, per la prima volta nella storia della Società, due italiani il Prof. Aldo Pelizza (alla memoria) e il Dott. Giampiero Beluffi. Durante le pause del Congresso non mancarono le manifestazioni sociali offerte con signorilità ai congressisti tra cui il bel Concerto svoltosi in un’atmosfera di pace e serenità nello splendido chiostro di San Lorenzo. Nella sera precedente l’inizio del Congresso ebbe luogo nella elegante Villa Gaslini il “President dinner” offerto dal Presidente del Congresso a personalità della Radiologia Pediatrica italiana ed estera, che dette l’opportunità a molti degli invitati di incontrare “vecchi” colleghi ed amici, ma al tempo stesso di ricordare con tristezza persone care scomparse. Due furono i “post-congress tours” programmati, ambedue di notevole interesse turistico. Il primo si svolse attraverso le colline rivestite di ordinati vigneti del Monferrato, una delle regioni vinicole italiane più celebri. Il primo giorno fu fatta sosta a Gavi, borgo medioevale noto per la produzione del pregiato vino “Cortese”. Il giorno seguente furono visitate Acqui Terme, località termale famosa fin dall’antichità e Canelli altro paese dedito all’attività vinicola, produttore del notissimo “Asti spumante”. Molto interessante l’itinerario del terzo giorno attraverso la bella campagna intorno ad Ovada, ricca di monumenti storici e culturali, tra i quali i Castelli di Lerma, Casaleggio Bovio, Castelletto d’Orba e con meta finale Ovada. L’altro “post-congress tour” ripercorse parte dell’itinerario del “post-congress 337 tour” del memorabile congresso della ESPR svoltosi a Firenze nell’oramai lontano 1984. Furono , infatti, scelte come tappe del tour Volterra e San Gimignano, città tra le più significative per storia ed arte della Toscana e d’Italia: Volterra, città antichissima, etrusca, romana, medievale, che ha conservato molti monumenti del passato, tra cui il duecentesco Palazzo dei Priori che domina la bellissima piazza omonima circondata da antichi palazzi; San Gimignano, la “città dalle belle torri” che ha mantenuto intatto il suo aspetto medievale, con i suoi numerosi palazzi e le chiese d’epoca. Nel programma erano previste una visita al Colle di Val d’Elsa che nella parte alta presenta assetto urbanistico originale per i numerosi edifici e palazzi ben conservati, risalenti ai secoli XIV, XV, e XVI, e l’attraversamento del Chianti, famoso per la sua produzione vinicola, con soste in due paesi caratteristici, Greve e Castellina in Chianti, prima del rientro a Genova. Concludendo il XL Congresso della ESPR ha ottenuto un grande successo, organizzativo e scientifico. Il merito di questo risultato va al suo Presidente, Paolo Tomà che ha lottato per superare le varie difficoltà finanziarie, logistiche, sanitarie già ricordate; a tutto il personale del Reparto di Radiologia dell’Istituto G. Gaslini; ai membri del comitato scientifico 3 e della sua segreteria, e per finire alla segreteria congressuale Skyline che si è occupata delle iscrizioni, prenotazioni alberghiere, ecc. NOTE E BIBLIOGRAFIA 2 G Beluffi, Cronaca del Congresso di Genvoa della ESPR, Radiol Med 105: 539-540, 2003 3 ll comitato scientifico era così costituto: Paolo Tomà Giorgio Cittadini, Lorenzo Derchi, Giuseppe Fariello, Enrico Talenti, Paolo Tortorì Donati 338 Organizzazione in Italia di altre riunioni internazionali di Radiopediatria. Oltre ai 3 congressi della ESPR svolti in Italia di cui è stato ampiamente riferito, furono organizzate altre riunioni che videro una larga partecipazione di Radiopediatri italiani e stranieri. Due furono le riunioni del gruppo “Groupe de Radiologie Pediatrique Jacques Lefèbvre” che si svolsero rispettivamente a Venezia nel settembre del 1982 e a Rapallo nello stesso mese del 1987. La prima fu organizzata da Riccardo Perale dell’Istituto dell’Istituto di Radiologia dell’Università di Padova. Dopo la brillante prolusione in francese del Prof. GF Pistolesi, Presidente della SIRM, si svolsero le 25 Comunicazioni programmate, distribuite in 2 sessioni moderate da C Fauré e J Sauvegrain. Cinque furono presentate da Italiani: A Taccone e collaboratori (Genova), P Tomà (Genova), GF Vichi e R Jenuso (Firenze), E Schiavetti (Milano). Le altre furono svolte da AA Francofoni, in prevalenza francesi. Tra gli altri intervennero i più eminenti rappresentanti della Scuola radiopediatrica francese J Sauvegrain, J Padovani e collaboratori, P Deffrenne, Fortier-Beaulieu ed altri. I Belgi furono rappresentati da Noemi Perlmutter-Cremer e collaboratori. Di solito le comunicazioni verterono su casistiche clinico-radiologiche. Al convegno organizzato a Rapallo da P Tomà dell’Istituto “G. Gaslini” erano in programma ben 32 comunicazioni, di cui sette presentate da Radiopediatri italiani nell’ordine: R Canini, G Tani e collaboratori (Bologna); S Riggio e collaboratori (Ancona); E Talenti, R Perale e collaboratori (Padova); C Carini e collaboratori (Trieste ); A Taccone e A Pelizza (Genova); P Gugliantini, G Iannaccone e collaboratori (Roma); P Tomà, A Pelizza e collaboratori (Genova). Tra i partecipanti stranieri oltre i soliti esponenti della Radiopediatria francese, già citati, presentarono comunicazioni P Chaumont e D Pariente dell’Ospedale “Bicêtre” di Parigi, J Bennet e G Kalifa dell’Ospedale “Saint Vincent de Paul” (Parigi), altri francesi di Ospedali della Provincia (Tolosa, Lione); alcune 339 Belgi di Bruxelles e Liegi e infine alcuni AA extraeuropei (di Tunisi e di Rio de Janeiro). Gli argomenti trattati furono attinenti per lo più a casistica clinico-radiologica rara e di difficile interpretazione. Tra le altre manifestazioni internazionali svoltesi in Italia ricorderò le: “Journées Italo-Francophones de Radiologie Pediatrique” organizzate nel 1986 ad Anacapri dai Professori F Smaltino, E Porta e O Tamburrini; il secondo “European Course of Pediatric Radiology” organizzato a Camogli nell’ottobre 1993 dalla ESPR in collaborazione con l’Istituto scientifico “G. Gaslini” di Genova (G Kalifa e P Tomà) in cui fu trattato il tema “La radiologia osteo-articolare”. Anche l’ottavo “European Corse of Pediatric Radiology” si svolse in Italia a Genova, nel 1999, organizzato da P Tortori Donati, avente come oggetto argomenti di neuroradiologia pediatrica. 340 La complessa problematica della Radiologia Pediatrica nei primi anni novanta del secolo scorso accentuata dalle difficoltà economiche della maggior parte degli ospedali pediatrici e dalla carenza di personale medico e tecnico. L’evoluzione successiva della situazione dei servizi radiologici pediatrici e le prospettive future della Radiologia Pediatrica italiana all’inizio del III millennio. In un articolo pubblicato su “La Radiologia Medica” nel 1991, 1 Giorgio De Filippi fa una lucida analisi della complessa problematica della Radiologia Pediatrica in Generale ed in particolare della situazione critica della Radiologia Pediatrica italiana all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso. I requisiti essenziali a chi si dedica a questa branca della Radiologia sono costituiti da una solida preparazione in Radiologia generale e da una conoscenza approfondita dell’anatomo-fisiologia peculiare dell’organismo in via di sviluppo e della patologia pediatrica congenita e acquisita. Inoltre le caratteristiche comportamentali proprie del bambino richiedono in questa età della vita l’adozione di tecniche particolari e di conseguenza la preparazione di personale specializzato e l’impiego di accessori e di apparecchiature dedicate. Infine è da notare il carattere essenziale della Radiologia Pediatrica, distintivo dalle altre branche della Radiologia, neurologica, gastroenterologica e dell’apparato osteoarticolare in cui predominano gli aspetti di ordine anatomico (di organo e di apparato) e cronologico (inerente all’età). Queste caratteristiche peculiari della Radiologia Pediatrica avrebbero dovuto classificarla come branca autonoma della Radiologia analogamente a quanto si è verificato per altre specialità radiologiche (Neuroradiologia, Medicina Nucleare) secondo quanto è già stato rilevato in altre parti della monografia. Negli anni Settanta ed Ottanta del Novecento la rivoluzione prodotta nella radiodiagnostica dalla introduzione delle nuove tecnologie, dapprima l’ecografia e la tomografia computerizzata e successivamente la risonanza magnetica, che 341 comportano l’impiego di apparecchiature sempre più sofisticate e costose e il reclutamento di personale specializzato creano seri problemi negli Ospedali pediatrici, esclusi alcuni centri più importanti dotati di larghe possibilità economiche. Si aggrava pertanto la crisi economica degli ospedali pediatrici. Le amministrazioni ospedaliere non ritengono giustificato l’acquisto di tali apparecchiature per i costi elevati, difficilmente ammortizzabili dato il basso numero di esami richiesto, in rapporto alla riduzione di ricoveri, a sua volta dovuto alla scarsa natalità. Anche la sostituzione delle vecchie apparecchiature di radiologia tradizionale viene rimandata e non viene assunto nuovo personale medico o tecnico Alcuni importanti Ospedali Pediatrici sono costretti a chiudere i battenti e ad accorparsi agli Ospedali generali locali. Di conseguenza i rispettivi servizi radiologici subiscono un ridimensionamento. A Trento l’Ospedale degli “Angeli Custodi” viene accorpato all’Ospedale “S Chiara” nel 1991; ad Alessandria nel 1995 viene creata l’Azienda Sanitaria a livello nazionale “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” risultante dalla fusione in un unico ente dell’ “Ospedaletto” con l’Ospedale Civile. A Brescia l’Ospedale dei Bambini “Umberto I” viene accorpato agli “Spedali Civili” nel 1998 con risultati da “situazioni provvisorie”, che perdura a tutt’oggi (2003), con i molti risvolti negativi che tale provvisorietà può avere sul buon funzionamento delle Unità Operative. 2 Frattanto giovani e meno giovani radiologi senza alcuna prospettiva di carriera abbandonano la Radiologia Pediatrica e passano o tornano alla Radiologia generale ospedaliera o universitaria, che consentono di effettuare la ricerca e comunque sono più gratificanti e con maggiori possibilità di carriera. Durante gli anni Novanta del secolo scorso e l’inizio di questo secolo ci sono stati autorevoli interventi sia a livello nazionale sia internazionale, che hanno segnalato i gravi problemi della Radiologia Pediatrica non solo in Italia, ma anche all’estero. Nel febbraio del 1995 il Prof. Ludovico Dalla Palma in qualità di Professore Universitario e di Presidente della SIRM nel convegno svoltosi a Genova dal tema “Radiologia Pediatrica verso il domani” 3 focalizzò la situazione di questa disciplina 342 in Italia sottolineando, tra l’altro le carenze della legislazione universitaria italiana, ormai ben note, in particolare la mancanza di una Scuola di specializzazione in Radiologia Pediatrica. Oltre a ricordare l’iniziativa dell’Associazione di Radiologia Europea (AER) presso l’Unione Europea (UEMN) per acquisire una certificazione nelle cosiddette sub-specialità, tra cui la Radiologia Pediatrica, suggerì l’istituzione di moduli funzionali autonomi previsti dal SSN anche nell’ambito dei servizi di radiologia degli Ospedali di alta specializzazione che sono “referenti e nei quali esistono divisioni di Pediatria medica, chirurgica, e di altre specialità”. A mio avviso la iniziativa di per sé suggestiva, avrebbe incontrato non poche difficoltà soprattutto per il reclutamento del personale medico e tecnico, sia adottando la proposta del Dalla Palma, che richiedeva l’assunzione in qualità di aiuti i giovani radiologi in formazione presso i grandi “Centri Universitari-Ospedalieri”, sede di Servizi autonomi di Radiologia Pediatrica (in effetti ben pochi e carenti di personale) sia ricorrendo a Medici dei Servizi Radiologici degli stessi Ospedali di alta specializzazione, privi di preparazione in Radiopediatria e pertanto bisognosi di corsi integrativi di Radiologia Pediatrica. Pochi anni dopo (1998) il Dott. Paolo Tomà, Primario radiologico dell’Istituto “G. Gaslini” e Presidente della Sezione di Studio di Radiologia Pediatrica della SIRM richiama di nuovo l’attenzione sui problemi della Radiologia Pediatrica in Italia. In un articolo comparso su “Il Radiologo” dal titolo: “I Problemi della Radiologia Pediatrica in Italia”, 4 prospettò i requisiti che dovrebbero essere alla base dell’organizzazione ospedaliera di un servizio di Radiopediatria, di cui riporto in sintesi: 1) La fase di accoglienza, fondamentale per i bambini, richiede al personale (tecnici e medici), la capacità di creare un’atmosfera familiare e serena che favorisca la collaborazione coi piccoli pazienti e quindi la riuscita dell’esame. 2) Attrezzature adeguate. 3) Conoscenza delle patologie pediatriche mediche e chirurgiche per poter programmare l’iter diagnostico più appropriato al caso in esame. Per raggiungere questi obiettivi bisogna superare anzitutto gli ostacoli economici che si frappongono alla dotazione degli ospedali adeguata agli standard 343 europei. Altro requisito fondamentale è la formazione completa di radiopediatri all’altezza dei loro compiti. A questo scopo, per quanto stabilito dall’AER, occorrono corsi di specializzazione per radiologi, differenziati, secondo il loro impiego nei servizi radiologici, della durata di 3-4 mesi per tutti i radiologi; di 12 -18 mesi per quegli specialisti che intendono lavorare in ospedali pediatrici. 4 A differenza di 10 Paesi Europei in cui sono stati istituiti da tempo questi corsi di specializzazione in Italia ci si è limitati alla possibilità di frequentare un corso teorico. Infine durante il 40° Convegno della ESPR, svoltosi a Genova (2-6 giugno 2003) è stata svolta una tavola rotonda, durata un’intera mattinata, avente per tema il “Management in Pediatric Radiology”, in cui sono stati dibattuti i problemi che affliggono più o meno in tutta l’Europa questo settore della Radiologia, ma particolarmente in Italia. E’ intervenuto tra gli altri il Presidente della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRM E Talenti, che ha illustrato in una relazione a fosche tinte la situazione della Radiopediatria italiana, presentandola come disastrosa. I problemi sul tappeto sono stati discussi sostanzialmente sotto due aspetti: I) il tipo di organizzazione di un reparto di radiologia pediatrica, indipendente? parte integrante di un servizio di radiologia generale? oppure indipendente ma affiancato ad un reparto di radiologia generale con possibilità di scambio di personale ed utilizzo delle apparecchiature? II) La scarsità dei giovani radiologi che si vogliono dedicare alla Radiopediatria e alla ricerca. A mio avviso è questo un problema politico che presenta aspetti economici. Viene richiesto da parte dei partecipanti alla tavola rotonda un intervento da parte della ESPR che potrebbe essere efficace nella attuazione di carriera richiedendo in sede legislativa europea un diploma di specialità. 5 A mio modesto parere la situazione della Radiopediatria italiana è complessa e diversificata secondo le diverse realtà ospedaliere ed universitarie: i grandi Ospedali pediatrici, gli Ospedali di medio livello, ma efficienti; i servizi radiologici delle Cliniche pediatriche universitarie di cui solo alcuni sono autonomi, 344 altri lo sono scarsamente o non godono di alcuna autonomia, dipendendo dagli Istituti di Radiologia universitari. Vedremo più avanti le diverse situazioni presenti all’inizio del Duemila. Nello stesso periodo si verifica un notevole cambiamento nell’organizzazione ospedaliera nazionale, che interessa anche gli Ospedali pediatrici. Mi limiterò a citare in sintesi dati più significativi. Divengono Aziende Ospedaliere con autonomia di bilancio grazie ad un decreto legge del 1992 alcuni importanti Ospedali Pediatrici: l’OIRM di Torino a seguito della fusione prima con il CTO e successivamente con l’Ospedale Sant’Anna (1996), diviene Azienda Ospedaliera OIRM Sant’Anna; l’Ospedale “A. Meyer” di Firenze costituisce l’Azienda Ospedaliera-Universitaria “A. Meyer” (1994); gli Ospedali Riuniti per Bambini di Napoli divengono “l’AORN-Pausillipon -Santobono”. Ho già riferito degli altri Ospedali Pediatrici che vengono accorpati con i locali ospedali civili, perdendo la loro identità. Altri invece vengono a fare parte di Aziende Ospedaliere. Così l’Ospedale Pediatrico di Alessandria, “C. Arrigo” che costituisce “l’Azienda Ospedaliera di livello nazionale SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”. Analogamente a Palermo nasce l’Azienda Ospedaliera di Alta Specializzazione, Ospedale Civico “Fatebenefratelli G. Di Cristina ed Ascoli”. A Bari, invece, viene sciolta l’Azienda Ospedaliera di Venere Giovanni XXIII e l’Ospedale Pediatrico è in attesa di una futura sistemazione. A Milano nel 2000 l’Ospedale Pediatrico “V. Buzzi” entra a far parte degli ICP. I Servizi radiologici di alcuni grandi Ospedali Pediatrici qualificati come istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS): Istituto “G. Gaslini”, l’OPBG di Roma e Burlo (Istituto Pediatrico “Burlo Garofolo”) di Trieste, conservano la loro autonomia ed il loro elevato livello assistenziale e scientifico. A Pavia, ove esiste un servizio ospedaliero di Radiologia pediatrica, al Policlinico S Matteo, nel 1995 viene creato un modulo operativo di radiologia pediatrica. Anche a Padova il Servizio di Radiologia pediatrica dipendente dall’Istituto di Radiologia dell’Università viene trasformato in modulo; tuttavia, in ambedue i casi non si verifica un sostanziale miglioramento della situazione preesistente. Anche i Servizi di Radiologia di importanti sedi universitarie, come 345 Bologna, Parma non sono autonomi dipendendo dagli Istituti Universitari sia per il personale medico dedicato, sia per l’esecuzione degli esami con TAC e RM per cui sono richiesti turni con giorni ed orari prestabiliti. Un’altra importante trasformazione avviene nella organizzazione gerarchica del personale medico: scompare la figura del Primario, sostituito dal Dirigente di II livello; gli aiuti e gli assistenti vengono compresi in un'unica categoria, costituita dai dirigenti di I livello. A una analisi complessiva della situazione della Radiodiagnostica negli Ospedali Pediatrici e nelle Sezioni analoghe degli Istituti Universitari, risulta che le UU.OO di Diagnostica per Immagini (così continuerò a chiamarle nonostante che le denominazioni in alcuni centri siano cambiate e stiano per essere sostituite) sono dotate di apparecchiature di radiologia tradizionale telecomandate con AB e spot-camera, di moderni ecografi (con le tecnologie collaterali doppler e colordoppler), degli apparecchi per TAC però, non in tutti i casi, dell’ultima generazione ed hanno acquisito o sono per acquisire apparecchiature di RM ad alto campo nel prossimo futuro. La Radiologia digitale è ormai entrata in funzione nella maggior parte dei Centri radiopediatrici con nuove apparecchiature e/o digitalizzazione delle preesistenti. E’ pur vero che esistono spesso ritardi nella sostituzione di vecchie apparecchiature ormai obsolete e carenza di personale medico e tecnico ma in sostanza la situazione non è così catastrofica come prospettato da qualcuno ed è senz’altro migliore di quella che si presentava all’inizio degli anni Novanta. Contribuisce a dare una nota di ottimismo il risveglio che si è verificato nell’attività scientifica in molti Centri Pediatrici. A parte l’alto livello raggiunto già da tempo, sia dal lato assistenziale che scientifico, dai Reparti radiologici dell’Istituto “G. Gaslini” e dell’OPBG, negli ultimi anni giovani e meno giovani radiologi dell’ultima generazione operano in varie città italiane in ordine alfabetico: Ancona, Bari, Firenze, Milano, Napoli, Pavia, Trento e Trieste con pubblicazioni e partecipazione attiva a Convegni e Congressi Nazionali e Internazionali (European Society of Pediatric Radiology, RSNA, ECR). Il riconoscimento del buon livello raggiunto dalla Radiopediatria italiana non solo in sede nazionale, ma anche all’estero, costituisce motivo di soddisfazione e di buone previsioni per il futuro. 346 Alcuni esperti della Radiologia Pediatrica Italiana: Giampiero Beluffi, Paolo Tomà, Paolo Tortori Donati sono stati invitati a tenere lezioni negli ultimi “postgraduate courses” organizzati alla ESPR ed altri sono stati chiamati a far parte dei comitati editoriali della prestigiosa rivista “Pediatric Radiology”: G Beluffi per il settore “uroradiologia” e M Oddone per il settore cardiovascolare. Recentemente (2003) sono stati nominati membri onorari della ESPR, G Beluffi e A Pelizza (alla memoria), riconoscimento dato per la prima volta nella storia quarantennale della Società a Radiopediatri italiani, per il loro contributo al progresso e alla diffusione della “Imaging” pediatrica in Europa o fuori Europa, che costituisce uno degli obiettivi primari della ESPR BIBLIOGRAFIA 1 G de Filippi: Radiologia pediatrica: tra l’incudine e il martello. Radiol Med 82: 10-12, 1991 2 HJ Kaufamnn, H Ringertz, E Sweet (a cura di): The first 30 years of the ESPR. The History of Pediatric Radiology in Europe. pag 79-91, Springer Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 1993 3 Il Radiologo XXXIV:4-5, 1995 4 P Tomà: I problemi della Radiologia Pediatrica in Italia. Il Radiologo XXXVIII : 11, 1998 5 European Society of Paediatric Radiology. 40th Annual Meeting and 26th Annual Course (Genova, 2-6 giugno 2003). Radiol Med 105: 539-540, 2003 347 Ad maiora… Semper! 348 ADDENDUM A causa di problemi nella raccolta dei dati storici la parte riguardante la Professoressa Elisabetta Schiavetti è pervenuta con ritardo rendendo necessario quanto allegato in modo da rendere completa l’opera. I A MILANO nella seconda metà del Novecento l’Ospedale dei Bambini va incontro a importanti trasformazioni, di cui vengono citate le più salienti. Dopo il rientro nella sede di Via Castelvetro, avvenuta nel 1949 , l’Ospedale che contava 2 divisioni una di Medicina e l’altra di Chirurgia (complessivamente di 220 posti letto) viene dotato dei servizi di Otorinolaringoiatria, Neurologia e Oculistica e in un secondo tempo sono istituiti i servizi di Anestesia e di Anatomia patologica. Viene anche potenziato il servizio di Radiologia. In questo periodo è importante per lo sviluppo dell’Ospedale la direzione autorevole del Prof. Gerolamo Taccone, Primario Medico dal 1932 e Direttore dal 1935 fino al 1966. Nel 1967, grazie alla cospicua elargizione dell’industriale Vittore Buzzi, viene costruito un nuovo monoblocco e l’Ospedale assume la denominazione di “Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi”. L’anno successivo l’Ospedale viene dichiarato “Ente Ospedaliero” con la classifica di Ospedale Provinciale Specializzato. Dal 1969 al 1973 sono potenziate le attività specialistiche già esistenti, sono istituite due divisioni, una di Pediatria, l’altra di Chirurgia Pediatrica ed una nuova divisione di Chirurgia Toracica e Cardiovascolare a coronamento dell’attività iniziata nei primi anni ‘50. L’istituzione di questa divisione ha consentito l’acquisizione di una vasta casistica che per un certo periodo è stata tra le più numerose in ambito toracico, in confronto agli altri Ospedali Pediatrici Italiani. Nello stesso periodo nascono un reparto di Patologia neonatale, le Divisioni di Ostetricia e Ginecologia e di Otorinolaringoiatra e il servizio di Cardiologia. Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80 In base a disposizione regionale iniziano ad operare anche, per poco meno di 20 anni, due divisioni una medica, l’altra chirurgica per adulti. Contemporaneamente vengono chiuse le divisioni di Chirurgia toracica e Cardio-vascolare pediatriche. Dopo vari passaggi di pertinenza, attualmente, l’Ospedale fa parte degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) di Milano. Al momento oltre le divisioni e i servizi già citati sono presenti le divisioni di Ortopedia, di Chirurgica vascolare periferica, Day Hospital pediatrico, Pronto Soccorso pediatrico, Odontoiatria e Ortodonzia. II Dopo la scomparsa di Maria Pellini (1957) è nominato Primario di Radiologia il Prof. Aldo Perussia, dell’Università di Milano che nel 1963 viene chiamato a ricoprire come professore di ruolo la cattedra di Medicina Nucleare della stessa Università, la prima istituita in Italia. Durante la sua Direzione viene attuato un potenziamento del servizio con l’acquisizione di un ortoclinoscopio cui in un secondo tempo è applicato un A.B. Nel 1966 la Dott.ssa Elisabetta Schiavetti, che aveva iniziato la sua carriera all’Ospedale dei Bambini di Milano nel 1954 come assistente, ove apprendeva i rudimenti della Radiologia Pediatrica da Maria Pellini, diviene Primario incaricato e nel ’68 in seguito a concorso, Primario di ruolo. Nel 1969 consegue l’abilitazione alla libera docenza in Radiologia. Nel 1973 si procede alla ristrutturazione del servizio con notevole ampliamento ed acquisizione di due nuovi apparecchi radiologici telecomandati, dotati di A.B. e spot camera, di cui uno dedicato alla Pediatria (Infantoskop), uno dei primi acquistati in Italia. Viene anche allestita una sala di angiocardiografia ed emodinamica con seriografo biplanare. Negli anni ’80 viene acquistato un ortopantomografo, negli anni ’90 un mammografo e sono sostituite alcune vecchie apparecchiature portatili con nuovi apparecchi di cui uno digitalizzato ed anche l’ Infantoskop viene digitalizzato. L’attività ecografica inizia nel 1981, con apparecchiature a scansione manuale; successivamente sono acquisiti alcuni ecografi “real-time” ed ultimamente colorDoppler. Negli anni ’80 e ’90, in mancanza della relativa apparecchiature, per le attività TC e RM si fa ricorso alla consulenza esterna e solo nel 2002 si procede all’acquisto una unità mobile di RM In un prossimo futuro (2004-05) si procederà all’acquisizione di un apparecchio fisso di RM, di una TC a spirale e di un telecomandato digitale. Dall'inizio del 2000 l’Ospedale “Vittore Buzzi” è entrato a far parte degli Istituti Clinici di Perfezionamento insieme ai presidi ospedalieri di via Commenda e Regina Elena (di cui fanno parte le due Cliniche Pediatriche ed altre strutture Ospedaliere che costituiscono una struttura dipartimentale complessa e le relative diagnostiche per immagini, comprendenti una diagnostica radiologica generale, la diagnostica per immagini pediatrica (responsabile la Dott.ssa P. Barbaccia) e la diagnostica per III immagini dell’Ospedale “V.Buzzi”, ove a seguito del pensionamento della Dott.ssa Schiavetti, è subentrata nel 1995, come responsabile dell’attività radiologica e pediatrica la Dott.ssa Mariella Cerri, già aiuto di ruolo fin dal 1988, coadiuvata da tre radiologi: Bruno Capitani, Francesca Braendli e Anna Venegoni e tre neuroradiologi: Andrea Righini, Elena Bianchini e Cecilia Parazzini. Capo del Dipartimento radiologico è il Dott. Fabrizio Trivulzi, valente neuro radiologo. Il carico di lavoro attuale all’ospedale “V.Buzzi” (anno 2002) è di circa 120 esami al giorno, ripartiti tra indagini tradizionali (scheletro, torace, apparati digerente ed urinario, compresa urodinamica), mammografia ed ecografia (circa 40). Tra gli anni Ottanta del secolo scorso e l’inizio del Duemila si è avuto un notevole incremento del numero di esami con modifiche della loro tipologia. In sintesi si è avuto un modesto incremento degli esami radiologici tradizionali passati da 10.300 ad 11.792 mentre gli esami ecografici sono saliti da 4.500 a 8.228, quindi quasi raddoppiati. Gli esami con RM (per cui ovviamente non è possibile fare un confronto col periodo precedente) ammontano a 2710. Fin dall’inizio degli anni sessanta Elisabetta Schiavetti (ES) degna continuatrice dell’opera di Maria Pellini, si è interessata della patologia pediatrica a carico dei diversi apparati, in particolare delle problematiche che interessano il bambino nelle diverse età. Per l’apparato scheletrico ha eseguito uno “studio statistico nel rachitismo degli infanti ospedalizzati”,1 ha considerato alcuni aspetti delle fratture del gomito e del femore in età neonatale e il quadro radiologico delle metastasi ossee da neuroblastoma. Uno studio approfondito, concretatosi in alcune pubblicazioni, riguarda lo scheletro dei mongoloidi: il tronco e gli arti, rilievi biometrici sul bacino, 2 ed osservazioni statistiche sul comportamento dell’età ossea. 3 Per l’apparato digerente sono da segnalare le pubblicazioni su argomenti di interesse pratico in un reparto di Radiologia Pediatrica, quali le invaginazioni intestinali e le occlusioni duodenali neonatali, argomento meno noto, al quale apporta un aggiornamento critico della letteratura, con un contributo personale di 11 casi. 4 Le affezioni polmonari malformative ed acquisite sono state oggetto di pubblicazioni: tra le prime le disembrioplasie cistiche polmonari, 5 tra le altre gli esiti delle forme infiammatorie stafilococciche non rare negli anni Sessanta, tra cui le fistole broncopleuriche; per la loro dimostrazione IV ES suggerisce il ricorso alla pleurobroncografia, realizzata mediante l’introduzione del m.d.c. attraverso il drenaggio toracico. 6 Contemporaneamente ES si occupa di argomenti inerenti alla radioterapia, a quell’epoca praticata anche in molti servizi radiologici di Cliniche Universitarie e di Ospedali Pediatrici, apportando un contributo statistico al problema di una possibile leucemogenesi a seguito di roentgenterapia per iperplasia timica, 7 problema molto dibattuto negli anni Sessanta con interventi come vedremo, di altri radiopediatri (Garibaldi e Gugliantini). Nello stesso periodo è autrice (in coll. con C Baraldi) di un lavoro sperimentale sull’ ”Azione leucopenizzante della panirradiazione e di due farmaci alchilanti per somministrazione frazionata”. I tumori endotoracici costituiscono una altro argomento trattato di ES negli anni Sessanta e ripreso negli anni Settanta con una pubblicazione sulle “Neoplasie polmonari maligne nell’infanzia” 8 e con due comunicazioni: una su “Processi espansivi del torace nel bambino” presentata al IV Convegno Nazionale della Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN (Torino, 1977) in cui viene presentato in dettaglio l’iter diagnostico da seguire con la radiologia tradizionale in presenza di queste forme morbose; l’altra (in coll. con G.F.Vichi) su “Aspetti radiologici dei processi espansivi del mediastino nella I infanzia” presentata al Simposio “Studio radiologico del Mediastino” svoltosi in occasione del XXIX Congresso Nazionale della SIRMN (Napoli, settembre 1980) che prende in considerazione anche il ruolo delle nuove metodiche (Ecografia e TC) nello studio di queste alterazioni. Nella seconda metà degli anni Settanta, l’interesse di ES si focalizza sull’apparato respiratorio del neonato e del lattante, che si concreta con la presentazione di alcune comunicazioni ai primi Congressi della neonata Sezione di Radiologia Pediatrica della SIRMN, svoltisi a Genova (1975) e a Firenze (1976). L’argomento trattato riguarda il ruolo svolto dall’indagine radiologica nei disturbi respiratori di diversa gravità riscontrati in lattanti dei primi mesi di vita, causati da alterazioni tracheali intrinseche o estrinseche (da compressione). In occasione del I Corso di aggiornamento di Radiologia Pediatrica tenuto ad Ancona nel settembre 1983 contemporaneamente al IX Convegno della Sezione, svolge una lezione su “La radiologia dell’apparato respiratorio del neonato” che viene trattata in modo sintetico ma al tempo stesso esauriente. Dieci anni dopo ES svolgerà una relazione magistrale sullo stesso argomento, riveduto ed aggiornato al Convegno V di Radiopediatria svoltosi a Torino nel giugno 1992, dal tema: “Dalla parete toracica al polmone: il cammino dell’imaging in età pediatrica”. La competenza acquisita sulla patologia del tubo digerente del neonato e del lattante fin dai primi anni della sua attività viene apprezzata tanto da essere chiamata a tenere due conferenze 9, 10 sull’argomento alla Sessione di Radiologia Pediatrica del I Corso di aggiornamento di Radiologia, voluto dal Prof. Cignolini, Presidente del XXIV Congresso Nazionale della SIRMN svoltosi a Palermo nel 1970. La Radiodiagnostica gastroenterologia costituì uno dei temi di relazione in cui fu incentrato il Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, svoltosi a Milano nel novembre del 1978. ES (in coll. con Paola Barbaccia del Servizio radiologico delle Cliniche Pediatriche Universitarie – ICP, Milano) presentò in questa riunione una “proposta di protocollo radiologico per lo studio delle sindromi da malassorbimento in età infantile”, che in quel periodo era oggetto di dibattito interdisciplinare tra pediatri e radio pediatri. 11 Nel 1984 la Schiavetti contribuì con la descrizione di tre casi, pubblicata su “Pediatric Radiology”, alla conoscenza dei reperti radiologici della sindrome “apple peel”, i primi, a quanto mi consta, pubblicati da AA. Italiani su questo argomento. La sindrome in questione, relativamente rara e poco nota, consiste in un quadro malformativo complesso di atresia intestinale caratterizzata da occlusione del digiuno prossimale o più raramente del duodeno distale, da agenesia del mesentere e di una gran parte del tenue (micro-ileo avvolto in una spirale attorno all’a. ileo-colica), malrotazione intestinale e micro colon. 12 Nel 1983 ES venne nominata Consigliere nel III Comitato direttivo della Sezione di Radiologia Pediatrica per il quadriennio 1984-87. Dal 1964 è membro attivo della European Society of Pediatric Radiology (ESPR) e tale è rimasta a tutt’oggi. Ha partecipato assiduamente a tutti i Congressi della stessa Società, svoltisi annualmente anche dopo il pensionamento, fino al 40° Convegno svoltosi a Genova nel 2003 Al XXXI Congresso della ESPR (Bruxelles 1994) ha presentato un poster con la descrizione del caso di un bambino di 6 anni portatore di una malformazione complessa alle vie urinarie studiato in collaborazione con i colleghi Radiologi e Chirurghi pediatri dell’Ospedale “V. Buzzi” di Milano. VI ES ha partecipato anche ad alcuni congressi del “Groupe Jacques Lefebvre” di Radiologia Pediatrica. Ad uno di questi, svoltosi in Italia, a Venezia nel settembre 1982, ha presentato la comunicazione (in coll. con M.Torricelli et al.) su “Observations radiocliniques athypique d’abcès appendiculaire”. Nel prosieguo degli anni Ottanta e fino al pensionamento (1995) si è interessata prevalentemente di ecografia partecipando, anche attivamente, ai corsi di aggiornamento e a riunioni, focalizzando le applicazioni della metodica sullo studio dell’encefalo nel neonato e nel lattante, sull’apparato digerente (reflusso gastroesofageo, stenosi ipertrofica del piloro, invaginazione e duplicazione intestinali) sull’apparato urinario (malformazioni renali delle vie urinarie) e sui tumori addominali. Ultimamente, nel 1993, ha partecipato al XIV Convegno della Sezione di Radiologia Pediatrica, come moderatrice di una sessione e come coautrice di due comunicazioni inerenti a casistica rara e di difficile interpretazione, studiata con diagnostica integrata, in collaborazione con alcuni radiologi, M. Cerri, A. Venegoni et al. dell’Ospedale dei Bambini “V. Buzzi” e con PL Paesano, radiologo dell’Ospedale S. Raffaele di Milano ed alcuni Chirurghi Pediatri, L. Maestri, M.Torricelli et al. dell’Ospedale dei Bambini di Milano. ES ha esercitato una notevole attività didattica per molti anni, tenendo un corso di Radiologia Pediatrica alla Scuola di Specializzazione in Radiologia dell’Università di Milano dal 1965 al 1995 e lezioni ai corsi itineranti delle sezioni di Radiologia Pediatrica e Toracica della SIRM (N) ed alla Scuola per Vigilatrici d’Infanzia. Dopo il pensionamento avvenuto nel 1995 Elisabetta Schiavetti ha realizzato i suoi autentici principi di Fede cristiana recandosi in Uganda, paese africano, colpito da una cruenta guerriglia e da gravi malattie, tra le quali predominano la TBC, la malaria e l’AIDS. Là ha espletato la sua opera umanitaria come radiologa, ma soprattutto come ecografista, all’Ospedale Pediatrico di Luçor a Gulu, dotato di 400 letti, il più importante di quel Paese. In questo Ospedale è stata tre volte, nei mesi di gennaio 1996, aprile 1998 ed ultimamente nel dicembre 1999 ove ha concluso la sua lunga e valida attività professionale, dando il suo ultimo generoso contributo. VII NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 E Schiavetti: Aspetti radiologici e comportamento statistico della rachitide in infanti ospedalizzati. Radiol Med 49: 953-979, 1963 2 E Schiavetti: Rilievi biometrici nel bacino di soggetti mongoloidi. Annali di Radiologia Diagnostica 39: 457491, 1966 3 E Schiavetti: Osservazioni statistiche sul comportamento dell’età ossea nei mongoloidi. Ibidem 39: 247266, 1966 4 E Schiavetti, A Fiocchi: L’occlusione duodenale nel neonato. Nuntius Radiol 32: 593-637, 1966 5 E Schiavetti : Diagnosi radiologica delle disembrioplasie cistiche del polmone. Nuntius Radiol 32: 93-122, 1966 6 E Schiavetti, A Bonelli : La pleurobroncografia con introduzione del m.d.c. attraverso il drenaggio toracico. Riv Chirur Pediatri 8: 201, 1966 7 E Schiavetti, L Capelli: Med. Nucl. Radiobiol. Latina 10: 405. 1967 8 E Schiavetti, A Bombarda: Neoplasie polmonari maligne dell’infanzia. Radiol Med 60: 817-826, 1974 9 La radiodiagnostica del vomito abituale del lattante (in coll. con G Marchese) 10 Le malformazioni rare del tubo digerente 11 Il protocollo radiologico (Radiol Med 66:623-624, 1980) fu elaborato e revisionato da E Schiavetti, C Bianchi, M Randaccio, F Bellini, G F Vichi, S Fasanelli, A Pelizza, P Barbaccia 12 E Schiavetti, G Massotti, M Torricelli, L Perfetti: “Apple peel” syndrome. A radiological Study. Pediatr Radiol 14: 380-383, 1984 VIII