Modernità di Hieronymus Bosch - Fondazione Internazionale Menarini

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Modernità di Hieronymus Bosch - Fondazione Internazionale Menarini
n° 376 - luglio 2016
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Modernità
di Hieronymus
Bosch
A cinque secoli dalla morte,
le opere del grande maestro
conservano intatto
il loro potenziale
di inquietante fascinazione
a lato Il Giardino delle Delizie (esterno del trittico) - Madrid, Museo del Prado
sotto Il Giardino delle Delizie - Madrid, Museo del Prado
Una sfera di cristallo che racchiude
cielo e terra, un universo circoscritto
e straniato, così simile alle sfere di vetro che in anni passati i venditori di
souvenir esponevano sulle loro bancarelle e che contenevano le miniature
di monumenti famosi: questa scena
dipinta da Hieronymus Bosch (1453
c. - 1516) sulle ante esterne del trittico de Il Giardino delle Delizie rappresenta un’allegoria della Creazione
e introduce alle straordinarie scene visionarie che si dispiegano nei panelli
all’interno. L’opera, probabilmente
dipinta fra il 1480 e il 1490, rappresenta il capolavoro di Bosch, e fu descritta per la prima volta dal canonico
Antonio de Beatis, che vide il trittico a Bruxelles nella dimora dei Conti
di Nassau: «...vi sono dei pannelli
sui quali sono stati dipinti oggetti stravaganti. Rappresentano mari, cieli, foreste, prati, e molte altre cose, come
individui che strisciano fuori da una
conchiglia, altri che producono uccelli, uomini e donne, bianchi e neri
mentre fanno ogni sorta di differente
attività e gesto».
Nato nella cittadina di s’Hertogenbosch nei Paesi Bassi (all’epoca appartenente al ducato di Borgogna) da una
famiglia di pittori e decoratori già da
due generazioni, con un’importante
bottega in cui oltre a produrre opere
di pittura si realizzavano anche le
decorazioni policrome di statue lignee
e le dorature di arredi sacri, intorno al
1480 Hieronymus era già titolare di
una propria bottega e un decennio
dopo subentrava a uno dei fratelli nell’impresa di famiglia. Dopo il 1485,
l’ingresso nella Confraternita di Nostra Signora gli permise di entrare in
contatto con ambienti aristocratici e
di allargare la cerchia dei suoi committenti, che fino a quel momento era
rimasta limitata all’ambito locale. Poche sono le notizie sulla vita di Bosch,
e anche i suoi probabili viaggi tra i
Paesi Bassi e le Fiandre non trovano il
supporto di documenti dell’epoca.
Così come una delle commissioni più
importanti che il pittore ricevette nell’arco della sua vita artistica, quella di
Filippo il Bello, Duca di Borgogna,
che nel 1504 gli affidò il compito di
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dipingere un trittico con il Giudizio
Universale, non è certo a quale opera
si riferisse, dal momento che Bosch
affrontò ripetutamente questo tema.
Dal 14 dicembre prossimo fino al
26 febbraio 2017, il Giudizio Universale custodito presso la Pinacoteca dell’Accademia di Vienna - e databile negli anni Ottanta del XV secolo - sarà
al centro di una delle esposizioni che
varie città auropee dedicano al V centenario della morte dell’artista, avvenuta il 9 agosto 1516. Nel pannello
sinistro del trittico è raffigurato il Giardino dell’Eden con le scene della Creazione di Eva e della Cacciata dal Paradiso terrestre; nel grande pannello centrale, il Cristo giudicante sovrasta la
folla dei dannati sullo sfondo notturno
di una città in rovina, illuminata solo
dai bagliori degli incendi, mentre il
pannello di destra è occupato da una
visione infernale, che segue la scena
centrale del Giudizio senza soluzione
di continuità. Quasi del tutto assenti i beati, in una visione severa della
Giustizia divina dove non c’è spazio
per sentimenti di pietà o compassione
verso le umane debolezze.
A Bosch è dedicata una grande mostra presso il Museo del Prado di Madrid dal 31 maggio fino all’11 settembre: nelle collezioni permanenti del
museo si trovano alcuni fra i capolavori creati dal maestro, come Il Giardino delle Delizie e Il carro di fieno e
per l’occasione verrà concesso il prestito eccezionale del Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio del Museu de
Arte Antiga di Lisbona.
Il pannello centrale del trittico con
Il carro di fieno si distacca dai temi religiosi trattati da Bosch negli anni giovanili e incentrati soprattutto sulla Passione di Cristo - dalla Crocifissione all’Ecce Homo, fino alla Salita al Calvario, in cui alcuni personaggi dall’aspetto
grottesco preludono a quelli delle opere
successive - per rappresentare una scena
apparentemente campestre, ma rivisitata come allegoria in senso moralistico: la frenetica corsa ai beni materiali - simboleggiati dal carro di fieno
- da parte di un’umanità che mira solo
a soddisfare i propri vizi e le proprie
passioni; individui di tutte le classi sociali e di tutte le età partecipano alla
scena caotica insieme a uomini-mo-
Giudizio Universale- Vienna, Pinacoteca
dell’Accademia di Belle Arti
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stri, creature nate dalla simbiosi tra figura umana e membra di vari animali,
a formare quegli ibridi inquietanti che
troveremo affollarsi in uno brulichio
vitale e al tempo stesso orrido nelle
opere della maturità. Nel pannello sinistro, il Giardino dell’Eden utilizza
un’iconografia analoga a quella del
Giudizio di Vienna, mentre a destra è
dipinta una scena infernale.
Alla fine del secolo, Bosch affronta
vari temi allegorici, tra i quali La nave
dei folli e la Morte di un avaro, in cui
il protagonista, sul letto di morte è più
attratto dal sacchetto di denaro tenuto
in mano dal demonio, che dal gesto
con cui l’Angelo custode gli indica il
Crocifisso.
Al 1504 risalgono le quattro tavole custodite a Venezia in Palazzo Grimani
che rappresentano il Paradiso terrestre,
l’Ascesa all’Empireo, la Caduta dei dannati e l’Inferno, appartenenti in origine ai pannelli laterali di un trittico
andato disperso. Nella tavola con l’Ascesa
all’Empireo, le anime sorrette dagli angeli vengono guidate verso la luce
divina attraverso un passaggio cilindrico, che affronteranno da sole, aprendo
una prospettiva di speranza nell’universo onirico e tormentato di un maestro che nel Novecento i surrealisti
prenderanno come punto di riferimento per la loro pittura.
federico poletti
dall’alto a sinistra in senso orario
Il carro di fieno (pannello di sinistra)
Madrid, Museo del Prado
La nave dei folli - Parigi, Museo del Louvre
L’Ascesa all’Empireo - Venezia, Palazzo Grimani