i libri del tesoro

Transcript

i libri del tesoro
BRUNETTO LATINI
I LIBRI DEL TESORO
Edizione critica ragionata e illustrata di
Uberto Scardino
2015
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
LIBRO PRIMO
PARTE PRIMA
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
1. *Questo primo libro1 parla della nascita di tutte le cose.
Questo libro è chiamato Tesoro, perché così come il sire che
vuole accumulare in un piccolo luogo delle cose di
grandissimo valore, non solamente per il suo piacere, ma per
accrescere il suo potere e per assicurare il suo stato in guerra
e in pace, vi mette le cose più care e i gioielli più preziosi che
può, secondo la sua intenzione migliore, in maniera analoga è
compilato il corpo di questo libro di sapienza, così come ciò
che è tratto da tutte le parti della filosofia, in una breve
somma. E la *prima2 parte di questo tesoro è parimenti come
denaro contante, da spendere sempre nelle cose necessarie.
Cioè, essa tratta dell'inizio del mondo, delle vecchie storie
dell'antichità e insomma, del fondamento del mondo e della
natura di tutte le cose. Ciò appartiene alla prima *parte3 della
filosofia, cioè alla teorica, secondo come il libro dice qui
dopo. E così come senza il denaro non vi sarebbe nessun
legame tra le opere dei popoli, che indirizzasse le une verso
le altre, così nessuno può sapere pienamente delle altre cose,
se non conosce questa prima parte del libro. La seconda parte
tratta dei vizi e delle virtù ed è di pietre preziose, che danno
all'uomo piacere e virtù, cioè quale cosa si deve fare e quale
no e mostra la ragione del perché. E ciò appartiene alla
seconda e alla terza parte della filosofia, cioè alla pratica e
alla logica. La terza parte del tesoro è di oro fine, cioè
insegna all'uomo a parlare secondo la dottrina della retorica e
come il sire deve governare il suo popolo che gli è
sottomesso, nella stessa maniera secondo l'uso degli italiani e
tutto ciò appartiene alla seconda *parte4 della filosofia cioè
alla pratica. Perché così come l'oro supera tutti i tipi di
metalli, altrettanto avviene della scienza del ben parlare e del
governare i popoli, la più nobile di alcun’altra arte del
mondo. E perché il tesoro che è qui, non deve essere donato,
se non ad un uomo che sia capace di una ricchezza così alta,
lo donerò a te, dolce bello amico, perché ne sei ben degno
secondo il mio giudizio. E così non dico che questo libro è
tratto dal mio povero senno, né dalla mia nuda scienza, ma è
così come una goccia di miele colta da diversi fiori, perché
questo libro è compilato solamente di meravigliosi detti degli
autori, che prima del nostro tempo hanno trattato di filosofia,
ciascuno la parte secondo quanto ne sapeva, perché tutta non
la può sapere un uomo terreno, poiché la filosofia è la radice
da cui crescono tutte le scienze che uno può sapere, del tutto
così come una *sorgente5 da cui escono e scorrono molti
ruscelli qua e là, così che gli uni bevono da uno e gli altri
dall'altro, ma in maniera diversa, perché gli uni ne bevono di
1 T titola: Cis livres est apielés Tresors et parole de la naissance de toutes coses = Questo libro è chiamato Tesoro e parla della nascita di tutte le cose. Sp inizia con il titolo: Prefacio.
Poi dedica una breve introduzione all'autore del libro e ai traduttori e destinatari della corte spagnola: Ferdinando III, il Santo (1230-1252 d.C.), Alfonso X, il Saggio (1252-1284
d.C.), Sancho IV, l'Ardito (1284-1295 d.C.). Poi riprende dal primo capitolo, così come nell'edizione Carmody e Chabaille. B.Giamboni titola: Parla del nascimento e della natura di
tutte le cose. Quindi omette ovviamente la parte dedicata ai re e inizia il capitolo con: Sì come il signore che vuole in un luogo ammassare cose di grandissimo valore... Traduco e
riporto fedelmente la parte sopraddetta dell'introduzione di Sp: Prefazione. Qui comincia il libro del tesoro, tradotto dal Maestro Brunetto Latini in romanzo francese. Il nobilissimo
re Sancho figlio del nobilissimo re don Alfonso e nupote del santo re don Ferdinando e settimo re di quelli che regnarono in Castiglia e Leon, i quali ebbero da ciò nome, don
Sancho ordinò di tradurre dal francese nella lingua castigliana al Maestro Alonso de Paredes, fisico dell'Infante don Ferdinando e suo primo figlio ereditario e a Pasquale Gomes,
scrivano del re sopraddetto. E parla della nobiltà di tutte le cose e nel primo libro comincia così.
2 In F: maindre partie = parte minore. In T: premiere. (Si confronti anche il testo successivo). Sp e B.Giamboni confermano “prima”. (Viene messa a testo quest'ultima lezione).
3 In T, Sp, B.Giamboni, M.Giola: scienza. In F: parte. (La maggior parte dei mss. attesta scienza. In tale contesto la lezione corretta è parte ripetuta svariate volte, ma la lezione
scienza è altrettanto possibile se non ancor più corretta. Nel Medioevo, in particolare nel periodo contemporaneo o antecedente a Brunetto Latini, la cosiddetta filosofia Scolastica era
rivolta al pensiero di Aristotele e Platone. Il primo suddivide la filosofia in tre scienze principali, la teoretica, la pratica e la poietica. Il secondo riordina l'intero sistema del sapere,
con una divisione bipartita, i corni del dilemma, riprendendo il metodo socratico dialogico della maieutica. Pertanto, sia l'una che l'altra lezione per alcuni versi, hanno in questo
senso, entrambe validità. Probabilmente il copista poco avvertito, ha ritenuto le lezioni indifferenti, se non abbia fatto addirittura, confusione con la lezione parte riferito alle parti
dell'intera enciclopedia del Tresor. Si deve aggiungere che Brunetto Latini, fa una suddivisione della materia filosofica simile a quella aristotelica, laddove Aristotele chiama, come
già detto, scienze, queste parti della filosofia.
4 In T, Sp, B.Giamboni: scienza. In F: parte.
5 T aggiunge: vive = viva.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
più e gli altri di meno, senza asciugare la sorgente. Perciò
dice Boezio nel libro della Consolazione, che la vide con
l’aspetto di donna, in un tale abito e in una così meravigliosa
possanza, che essa cresceva quanto le piaceva, tanto che il
suo capo saliva sopra le stelle, *osservava6 *verso il7 cielo,
vegliava a monte e a valle, secondo il diritto e secondo la
verità. Da ciò comincia la mia narrazione, perché dopo un
buon inizio segue una buona fine. E il nostro Imperatore dice
nel Libro della Legge, che l'inizio è la parte più importante
della cosa. *E se qualcuno domandasse perché questo libro è
scritto in romanzo8, *secondo la lingua dei francesi9, poiché
noi siamo italiani, dirò che è per due ragioni. Una perché
siamo in Francia, l'altra perché la parlata è più piacevole e più
comune *che tutti gli altri linguaggi10.
2. *La filosofia e le sue parti11.
La filosofia è vera ricerca delle cose naturali, delle divine e
delle umane, tanto come un uomo *può12 comprenderle. Da
cui avvenne che, alcuni si impegnarono a cercare e a
conoscere la verità di queste tre *questioni 13 che sono dette
nella filosofia, cioè della divinità, delle cose della natura e
delle cose umane. Furono i giusti figli della filosofia e perciò
furono chiamati filosofi. E in verità, all'inizio del mondo,
quando le genti erano solite vivere secondo la legge delle
bestie, conobbero prima la dignità della ragione e della
conoscenza che Dio aveva donato loro e vollero sapere la
verità delle cose che si trovano nella filosofia. Essi
*toccarono14 tre questioni. Una era conoscere la natura di
tutte le cose celesti e terrene, la seconda e la terza
*appartengono15 alle cose umane. Di cui la prima è conoscere
quali cose si devono fare e quali no, *la seconda16 e la terza, è
conoscere la ragione e la prova, per quale motivo si devono
fare le une e le altre no. E poi queste tre questioni furono
trattate e vagliate a lungo tra i filosofi e gli altri chiari saggi, i
quali trovarono nella filosofia loro madre, tre parti principali,
cioè tre tipi di scienze, per insegnare e provare la vera
ragione delle tre questioni *che ho esposto qui davanti17.
3. *Come la natura di tutte le cose è esposta in due maniere,
secondo la teorica18.
Innanzitutto viene la teorica ed è quella scienza propria che ci
insegna la prima questione, conoscere e sapere la natura di
tutte le cose celesti e terrene, ma per il fatto che queste nature
sono varie e diverse, poiché una diversa natura appartiene
6 F aggiunge: ataignoit = attendeva, osservava. In Sp: …...per vedere secondo diritto e secondo verità......In B.Giamboni manca, solo: …....e prevedeva ai monti e alle valli.....
7 In T: sour = sopra. In F: au = al, verso. Per Sp e B.Giamboni, cfr. nota precedente.
8 Da qui fino alla fine del capitolo, Sp riporta fedelmente il testo in francese.
9 In T: selonc la raison de France = secondo la ragione di Francia. In F: le langage = la lingua.
10 In T, Sp: langages = linguaggi. In B.Giamboni: più comune che tutti gli altri linguaggi. In F: gens = genti. Dal punto di vista del significato, entrambe le lezioni sono corrette. Per
la maggiore frequenza, si mette a testo la lezione dei primi tre mss. citati.
11 In Sp: Cos'è della filosofia e delle sue parti. In B.Giamboni: Come la materia di tutte le cose è divisa in tre maniere secondo teorica. Si preferisce la lezione di F e T.
12 In T: possible = possibile. In F: pooir = potere. In B.Giamboni: possente. In Sp: puede = può. (Si preferisce questa lezione).
13 In Sp: demandas = domande, questioni. In T, F, B.Giamboni: cose o choses.
14 In Sp: cayeron = caddero. In B.Giamboni: caddero. Si preferisce la lezione di T ed F.
15 In F: est = è. In T: sont. In B.Giamboni: fu di sapere le....... In Sp: son. Si preferisce la lezione di T ed Sp.
16 In T manca. In F, Sp, B.Giamboni: seconda.
17 In Sp: …..che avete udito sopra. In B.Giamboni: ch'io haggo divisate qua dinanzi. Si preferisce la lezione di T, F e B.Giamboni.
18 B.Giamboni si discosta da F, T, Sp. Titola: Delle cose che l'uomo dee fare e che non, secondo teorica.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
alle cose che non hanno corpo, ma *partecipano 19 alle cose
corporee *e non convivono tra le cose corporee e un'altra
natura appartiene alle cose che hanno corpo e convivono con
le cose corporee e un'altra natura appartiene alle cose che non
hanno niente di corporeo e sono tra le cose corporee20, per ciò
*fu21 una cosa ragionevole, che questa scienza della teorica
generasse dal suo corpo altre tre scienze, per dimostrare le tre
diverse nature che ho esposte. E queste scienze sono
chiamate con il nome di teologia, fisica e matematica. La
prima e la più alta delle tre scienze che così sono tratte dalla
teorica, è la teologia, che supera il cielo e ci mostra la natura
delle cose che non hanno corpo, né convivono intorno alle
cose corporee, in tal maniera che attraverso esse conosciamo
Dio, l’onnipotente. Attraverso Egli, nella Santa Trinità del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, *crediamo in una sola
persona22. Attraverso Egli, abbiamo la fede cattolica, la legge
della santa Chiesa e ci insegna in breve tutto ciò che
appartiene alla divinità. La seconda è la fisica, attraverso cui
conosciamo la natura delle cose che hanno corpo e convivono
*tra23 le cose corporee, cioè degli uomini, delle bestie, degli
uccelli, dei pesci, delle piante, delle pietre e delle altre cose
corporee che sono tra noi. La terza è la matematica,
attraverso cui conosciamo la natura delle cose che non hanno
corpo, ma sono intorno alle cose corporee. *E queste cose
sono di quattro maniere diverse24 e per ciò vi sono quattro
scienze nel corpo della matematica, chiamate con il giusto
nome di aritmetica, musica, geometria ed *astronomia 25. La
prima di queste quattro scienze è l’aritmetica, che ci insegna
a contare, numerare e aggiungere un conto sull'altro,
moltiplicare l'uno fra l'altro, togliere gli uni dagli altri,
separare e dividere in più *parti26 e a questa appartiene
l'insegnamento dell'abaco e dell'algoritmo. La seconda è la
musica, che ci insegna a fare *voci, canti e suoni, con le
cetre27, con gli organi e con altri strumenti accordabili tra di
loro, *per divertire28 la gente o in chiesa per il servizio al
Nostro Signore. La terza è la geometria, attraverso cui
conosciamo le misure e le proporzioni delle cose per lungo,
per *largo29 e per altezza. È la scienza con cui gli *antichi
saggi30, attraverso l'acutezza della geometria, si sforzarono di
trovare la grandezza del cielo e della Terra, la distanza tra
l'uno e l'altra e molte altre proporzioni che *fanno
meravigliare31. La quarta scienza è l’astronomia, che ci
insegna completamente l'ordine del cielo, del firmamento,
delle stelle e il corso dei sette pianeti attraverso il loro
19 In Sp: han compania = hanno compagnia, convivono. In T, F: conversent = conversano, convivono. In B.Giamboni: conversano.
20 B.Giamboni ed Sp aggiungono questo pezzo consistente ed importante ai fini della comprensione del testo, che si rende direttamente in lingua italiana contemporanea ed
introduce quanto viene poi esposto.
21 T aggiunge: bien = ben.
22 B.Giamboni sostituisce con: una sola sostanza.
23 In T: entor = intorno. In F, Sp: entre = tra. In B.Giamboni: con.
24 T aggiunge: et ces choses sont de .iiii. diverses manieres. (Cfr. trad.). In Sp, B.Giamboni: ….vi sono quattro scienze nel corpo della matematica...
25 In B.Giamboni: ...astrologia. E per fare canti in chiesa....
26 B.Giamboni aggiunge: ….e numero sano e numero rotto.....(i numeri interi e i numeri decimali).
27 In T: vois, sons en chant et en cytoles…… = voci e suoni con il canto e con le cetre…. In Sp e B.Giamboni (rendo direttamente in lingua italiana moderna): La seconda è musica,
che ci insegna a fare voci di canti con le cetre, con organi ed altri strumenti e accordare l'uno con l'altro, per diletto delle genti e per far canti in chiesa per l'officio del nostr Signore.
28 In T: pour delit des gens…..= per il diletto della gente…..
29 In B.Giamboni: ampiezza.
30 In B.Giamboni: i filosofi antichi. (Il termine filosofia nell'opera aristotelica, pur presentando delle associazioni che lo diversificano da sofia, non acquista mai una completa
autonomia nei confronti di questo, ma anzi rimane intercambiabile con esso anche nei contesti nei quali sono rilevanti quelle associazioni, perché non è mai indicato un tipo di
sapere che sia essenzialmente differente da quello indicato dall'altro termine e neppure un rapporto col sapere che non sia estendibile all'altro.... - W.Leszl in: Forme e metodi del
sapere in Aristotele. Dispensa universitaria del Corso di storia della filosofia antica, pag. 31, cap. 8, Pisa, 1980-1981). (E ancora il Leszl a pag. 5, fa una necessaria e precisa
distinzione tra il termine sofia o sapere speculativo e phronesis o sapere pratico. Il saggio è chi possiede la phronesis, il filosofo possiede il sapere speculativo. Secondo la
concezione platonica del filosofo, il filosofo è uno speculativo ed un saggio, cioè colui che si applica contemporaneamente, sul sapere e sulle cose pratiche della politica. Evidente
qui l'ideale di uomo politico come Alfonso il Saggio, per Brunetto Latini, a cui si deve molto certamente ritenere la dedica e la realizzazione dell'enciclopedia).
31 In Sp: sono da amare molto.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Zodiaco, cioè i dodici segni e come cambia il tempo, al caldo
o al freddo, alla pioggia, *al secco32 o al ventoso, attraverso
un principio stabilito nelle stelle.
4. *Le cose33 che si devono fare e quelle che no, secondo la
pratica.
La pratica è la seconda scienza della filosofia, che ci insegna
cosa *si34 deve fare e cosa no. E a dire il vero questo può
essere in tre maniere. Perché una maniera è fare alcune cose
ed *evitare35 altre, per governare se stessi. Un'altra maniera è
per governare la propria *masnada36, la propria *casa37, il
proprio avere e la propria *eredità 38 e un'altra maniera è per
governare della gente o un regno, un popolo o una città, in
pace o in guerra. Ma poiché gli antichi *saggi 39 conobbero
queste tre diversità, convennero di trovare nella pratica tre
tipi di scienze, per indirizzare le tre maniere di governare sé e
gli altri, sono l'etica, l'economia e la politica. La prima di
queste tre scienze è l'etica, che innanzitutto insegna a
governare noi stessi a seguire una *vita40 onesta, fare opere
virtuose e guardarsi dai vizi. Perché nessuno al mondo
potrebbe vivere, né bene, né onestamente, né trarre profitto
per sé, né per gli altri, se non governasse la propria vita e
indirizzasse *i propri costumi41 secondo le virtù. La seconda
è l’economia, che ci insegna a *governare42 i nostri figli, le
nostre genti e noi stessi e altrettanto ci insegna a proteggere e
accrescere i nostri possessi e le nostre eredità, avere
*immobili e castelli43 da elargire o tenere, *quando sarà luogo
e tempo44. La terza è la politica e senza dubbio è la scienza
più alta e il mestiere più nobile che vi sia tra gli uomini,
perché ci insegna a governare le genti straniere di un regno e
di una città, un popolo e un comune, in tempo di pace e di
guerra, secondo la ragione e secondo la giustizia. E ci insegna
tutte le arti e tutti i mestieri, che sono necessari alla vita di un
uomo. Questo avviene in due maniere, perché una è
nell’opera e l'altra nelle parole. Quella nell’opera, sono i
mestieri che operano sempre con le mani e con i piedi e sono
i *fabbri45, i drappieri, i calzolai e quegli altri mestieri che
sono necessari alla vita degli uomini e sono chiamati
meccanici. Quella nelle parole, è ciò che si fa con la propria
bocca, con la propria lingua e sono in tre maniere, sopra le
quali sono stabilite tre scienze, la grammatica, la dialettica e
la retorica. Di cui la prima è la grammatica, fondamento,
porta ed entrata delle altre scienze. Essa ci insegna a parlare,
scrivere e leggere correttamente, senza errori di barbarismi e
*solecismi46. La seconda è la dialettica, che ci insegna a
32 In B.Giamboni e in Sp: a siccità, secura.
33 In B.Giamboni: Qui dice perché l'uomo deve fare........
34 In B.Giamboni: ….l'uomo.....
35 In B.Giamboni:.....schifare......
36 In T, F: mesnie = masnada (lett.). In B.Giamboni:....famiglia....In Sp: compania = compagnia. Da preferire la lezione di T ed F.
37 In B.Giamboni:.....magione.....
38 In B.Giamboni:.....retaggio.....
39 In B.Giamboni:....filosofi.... Si veda la precedente analoga lezione.
40 In B.Giamboni:.....via... In Sp: carrera = carriera/via/strada/destino.
41 In Sp e B.Giamboni:....sé medesimo......
42 In T: garder = guardare (osservare, curare). Sp aggiunge: guiar = guidare.
43 In B.Giamboni: rendita. In Sp: cabdal = capitali. La frase completa è: ….arredamenti, mobili e capitali...(Si rende al plurale, più adatto). In T, F: catel: castelli. Non è da escludere
un errore del copista. Molto più ragionevole la coppia: immobili e capitali).
44 In Sp: demuestra = dimostra, necessita. (Tutto al singolare). In B.Giamboni: muove. Da preferire la lezione di T ed F.
45 In T: sueurs = sarti. Nei restanti mss.: fabbri.
46 Sp aggiunge un testo piuttosto lungo, che rendo immediatamente in lingua italiana moderna: ….e il barbarism,o è un errore fatto nella sillaba o nella pronuncia parlando, come
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
provare i nostri detti e le nostre parole, attraverso la ragione e
*attraverso tali argomenti47 che danno fede alle parole che
abbiamo dette, così che esse sembrano vere e provabili a
essere vere. La terza scienza è la retorica, quella scienza
nobile che ci insegna a trovare, ordinare e dire parole buone,
belle e *piene di sentenze48, secondo come la *natura
dell'argomento49 richiede. Essa è la *luce50 *degli oratori51, è
l'insegnamento dei dettatori, è la scienza che innanzitutto
indirizza il mondo a far bene e che ancora lo indirizza
attraverso la predicazione dei santi uomini, attraverso le
divine Scritture e attraverso la legge che governa i popoli,
secondo il diritto e la giustizia. È la scienza di cui Tullio
parla nel suo libro, in cui ha conquistata una cosa altissima,
quello che supera gli uomini, in ciò che gli uomini superano
del tutto gli altri animali, *cioè l'eloquenza52. Per questo
ognuno dovrebbe darsi la pena di saperla, se la sua natura lo
sostiene e lo aiuta, perché senza la natura e l’insegnamento,
non può acquistarla nessuno. E a dire il vero, da lì abbiamo
sempre bisogno per tutte le necessità, di molte cose grandi e
piccole e possiamo fare ciò che solamente è necessario,
attraverso il dire bene, ciò che non potremmo fare con la
forza delle armi, né dell’ingegno.
5. *Perché53 si devono fare alcune cose e le altre no, secondo
la logica.
La logica è la terza scienza della filosofia, quella che
propriamente insegna a provare e mostrare la ragione, perché
si devono fare alcune cose e le altre no. E nessuno può
mostrare bene questa ragione, se non con parole, dunque la
logica è la scienza con la quale si può provare e dire la
ragione, *perché54 e come ciò che noi diciamo e mettiamo
davanti, è molto vero. E questo è in tre maniere e sono anche
tre le scienze: la dialettica, la fisica e la sofistica. Di cui la
prima è la dialettica che insegna a opporre, contendere e
disputare gli uni contro gli altri, creare questioni e difese. La
seconda è la fisica, la quale insegna a provare che le parole
dette sono vere e che *ciò che si dice 55 è *così vero56 come si
dice, *per giusta ragione57 e con veri argomenti. La terza
scienza della logica è la sofistica, che insegna a provare che
le parole che si dicono, sono vere. Ma essa prova ciò con una
*cattiva intenzione58, con false ragioni e con sofismi e questo
è con argomenti che hanno l’aspetto della verità, ma non è
che una cosa falsa. Fin qui [il maestro] ha esposto la
narrazione abbastanza brevemente e apertamente, cosa è la
filosofia e tutte le scienze delle quali si può sapere, di cui la
filosofia è madre e sorgente. Ora vuole tornare alla sua
qualcuno dice “domìnus” per “dòminus” e il solecismo è un errore che accade nell'aggiunta di due parti, come quando dice una “buona ombra”.
47 In B.Giamboni: ….e per arti d'argomenti....
48 In B.Giamboni solo: ….piane.. (Senza un significato). In Sp: …..piene di sapere..... La lezione di Sp è interessante, se confrontata con l'ideale ciceroniano dell'oratore che deve
vincere la disputa politica, perché ne sa di più ed espone la materia per il successo verbale.
49 In T: nature = natura. In B.Giamboni = ….secondo che la natura richiede.... In Sp: ….la natura della ragione (argomento)..... In F: matire = materia...
50 In T: mere = madre. In F: lumiere = luce. In B.Giamboni: ...lumiera di chiaro parlare..... In Sp: ...madre della ragione dei filosofi...
51 In Sp: ...della ragione, degli argomenti, delle teorie (razon) dei filosofi (razonadores). In B.Giamboni c'è solo la parte relativa ai “dettatori”.
52 In Sp: ragione (razon). In B.Giamboni: parlatura (eloquenza). In F e T: parleure = eloquenza. Anche nella credenza comune, si dice che gli uomini superano le bestie per la
capacità di parola e non di quella della ragione.
53 In Sp: Por qual razon = Per quale ragione.
54 In T manca.
55 T sostituisce con: cose = cosa. In Sp: lo que el dize (cfr. trad.). Anche B.Giamboni conferma questa lezione e le prossime due.
56 Sp aggiunge: verdat (cfr. trad.).
57 In T manca. In Sp: derecha razon (cfr. trad.). In F: droit = diritto. In B.Giamboni = dritta ragione.
58 In Sp: engano = inganno. In B.Giamboni: mal ingegno. In F e in T: mal engin = cattiva intenzione.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
materia, cioè alla teorica, che è la prima parte della filosofia,
per dimostrare un poco la natura delle cose del cielo e della
Terra. Ma ciò sarà nella maniera più breve che il maestro
potrà.
6. Come Dio fece tutte le cose all'inizio.
I saggi dicono che Dio Nostro Signore, *principio59 di tutte le
cose, fece e creò il mondo ed il resto, in quattro maniere,
perché innanzitutto ebbe nel suo pensiero l'immagine e la
figura di come fare il mondo e le altre cose e ciò lo
possedette sempre in eterno, così che quel pensiero non ebbe
mai inizio. E questa immaginazione è chiamata mondo
archetipo, cioè mondo in apparenza. Dopo questo, fece dal
niente una grossa materia, che non aveva alcuna figura, né
alcuna *sembianza60, ma era di sì fatta *forma 61 e così
predisposta, che se ne poteva *forgiare62 e trarre ciò che si
voleva e questa materia è chiamata ylem. Dopo che ebbe
fatto questo, così come poté, mise in opera e in atto il suo
*proponimento63 e fece il mondo e le altre creature, secondo
la sua *provvidenza64. E sebbene lo potesse *fare65
velocemente e facilmente, non volle mai correre, anzi vi mise
sei giorni e al settimo si riposò. Ora la Bibbia ci racconta, che
all'inizio Nostro Signore comandò che il mondo fosse fatto,
cioè il cielo, la Terra, l’acqua, il giorno, la luce, gli angeli e il
giorno fosse separato dalle tenebre. E dopo averlo
comandato, fu fatto dal niente e questo fu il primo giorno del
mondo, di cui testimoniano la maggior parte, che quel giorno
è il quattordicesimo giorno dalla fine del mese di marzo. Il
secondo giorno fu stabilito il firmamento. Il terzo giorno
comandò che la terra fosse divisa dal mare e dalle altre acque
e che tutte le cose che hanno le radici nella terra, fossero fatte
in quel giorno. Il quarto giorno comandò che fosse fatto il
Sole, la Luna, le stelle e tutti i pianeti. Il quinto giorno
comandò che fossero fatti i *pesci e tutte le creature che
vivono in acqua, gli uccelli e tutte le bestie che volano
nell’aria e nuotano nell’acqua 66. Il sesto giorno Dio comandò
che fossero fatti tutti gli *animali che camminano 67 sulla terra
e allora fece Adamo a sua somiglianza e poi fece Eva dalla
costola di Adamo, creò le anime dal niente e le mise nel loro
*corpo68.
7. Come *alcune69 cose furono fatte dal niente.
Attraverso queste parole, possiamo capire che Dio fece
59 Sp aggiunge: es = è. B.Giamboni come proposizione relativa: ch'è principio.... F e T omettono. Da preferire quest'ultima lezione.
60 In T e F: semblance = sembianza. (Da preferire questa lezione). In B.Giamboni: similitudine. In Sp: semejança.
61 In F: norme = norma. In T: forme = forma. In Sp: sy tal cosa aparejada que el podrie figurar della e fazer e entallar aquello que el quigiese. = così tale cosa preparata che poteva
figurare già e fare ed intagliare (formare), quello che essa necessitava. In B.Giamboni: norma.
62 In T ed F: forgier = forgiare. In B.Giamboni = formare. Si cfr. con nota precedente
63 In T ed F: proponiment (cfr. trad.). In B.Giamboni: proponimento. In Sp: proveymiento = provvedimento.
64 In Sp: buen ordinamento = buon ordinamento. In T ed F: porveance = provvidenza. In B.Giamboni: provvidenza.
65 In T: faire faire = far fare. In Sp: fizo = fece. In B.Giamboni: potesse fare. In F: puet faire = può fare.
66 In Sp: En el quinto dia mandò que los pescados fuessen fechos et toutes les creatures ki vivent en el aigua et les aves bolsen en el ayre. In B.Giamboni: Al quinto dè comandò che
fossero fatti i pesci in acqua e le bestie in terra, di tutte le maniere che vi sono. In F: Au quint jor commanda que li poisson fussent fait, et li oisel et toutes les bestes qui volent par
l'air et noent par l'iaue. In T: Au quint jour commanda ke poisson fussent fait, et toutes les creatures ki vivent en euues. Passo della Bibbia, Genesi, 21: Dio creò i grandi mostri
marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
67 In T e B.Giamboni manca. In Sp manca: che camminano. F aggiunge: qui vont par terre = che vanno sulla terra (che camminano).
68 B.Giamboni aggiunge: Il settimo dì si posò, che non fece null'altra cosa.
69 In F ed Sp: aucunes = alcune. Algunas = alcune. In B.Giamboni: alcune. In T: chascunes = tutte. (Secondo la tradizione biblica, tutte le cose furono fatte dal niente, ma poco più
avanti viene precisato che alcune cose furono fatte di qualche altra materia).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
solamente l'uomo, perché di tutte le altre cose comandò che
fossero fatte *e vale più fare che comandare 70. Ma come che
fosse, ci sono due maniere per cui alcune cose furono fatte
dal niente e sono gli angeli, il mondo, il giorno e l'ylem, che
furono fatti all'inizio, ma l'anima è creata dal niente e sempre
crea nuove anime. E l'altra maniera è che tutte le altre cose
furono fatte di qualche *altra materia71.
8. Il compito della natura.
Ora avete ascoltato a proposito delle tre maniere in cui Dio
fece tutte le cose. La quarta maniera fu quando ebbe fatto
tutto, ordinò la natura appropriata di per sé, di tutte le cose e
stabilì loro certi corsi, come dovevano nascere, cominciare,
finire, morire e la forza, la proprietà e la natura di ognuna. E
sappiate che tutte le cose che hanno inizio, cioè che furono
fatte di qualche materia, così avranno fine, ma quelle che
furono create dal niente non avranno fine. E sopra questa
*quarta72 *maniera73, *si trova il compito della natura74, *e
Dio che è potente sopra tutte le cose, è creatore e facitore, ed
essa è creatura che Egli creò. 75 Egli è *senza76 inizio, essa fu
cominciata. Egli è comandante, essa è obbediente. Egli non
avrà mai fine, essa finirà tutto il suo lavoro. Egli è
onnipotente, essa non ha potere, se non di ciò che Dio le ha
disposto. Egli sa tutte le cose passate, presenti e future, essa
non sa se non ciò che le mostra. Egli ordinò il mondo, essa
segue i suoi ordinamenti. Così possiamo sapere che ogni cosa
è sottomessa alla sua natura e nondimeno quello che fece
tutto, può rimuovere e cambiare il corso della natura
attraverso un miracolo divino, così come fece nella gloriosa
Vergine Maria, che concepì il figlio di Dio senza conoscenza
carnale e fu vergine assoluta prima e dopo ed Egli stesso
resuscitò dalla morte. Questi e altri miracoli divini non sono
affatto contro natura. E se qualcuno dicesse che Dio ordinò
un certo corso alla natura e poi facesse contro il corso
[stesso], che cambiasse il suo primo pensiero e se cambia il
suo pensiero, dunque non è affatto eterno, gli dirò che la
natura non ha a che fare nelle cose che Dio ritiene in suo
potere e che il padre ebbe sempre nella [sua] volontà, la
nascita, la passione *e la77 resurrezione del figlio, così come
avvenne.
9. *Come in Dio non v'è nessun tempo.78
L'eternità di Dio è prima di tutti i tempi. In lui non vi è
divisione del tempo andato, dal presente o di quello a venire,
ma tutte le cose sono presenti a lui, perché le abbraccia tutte
70 L’uomo è al di sopra di tutte le creature e Dio si è impegnato nella sua creazione. Fare e creare si riferiscono alla maggiore qualità dell’uomo e non alla minore qualità di Dio.
Comunque, nei mss. fin qui consultati, la separazione tra fare e comandare non è mai netta.
71 T aggiunge: autre = altra. In Sp: alguna otra = qualche altra. In F: aucune matire = di qualche materia. B,Giamboni: altra materia.
72 T, F, Sp aggiungono: quarte o quarta.
73 In F: maniere. In T, Sp, B.Giamboni: matiere o materia.
74 B.Giamboni: e sopra l'officio della natura è Dio sovrano.....
75 In T, F: ...ki est viaire de son verai pere = che è vicaria al suo vero padre. (Si preferisce e riportare la lezione di Sp).
76 In Sp manca.
77 B.Giamboni aggiunge: e la natura.....
78 F aggiunge: Ci dit = Qui dice.....In T manca. In Sp: De commo non ay en Dios ningun tiempo = Di come in Dio non c'è nessun tempo. In B.Giamboni = La ragione come Iddio
non ha nullo tempo. (Da preferire le ultime due lezioni).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
con la *sua79 eternità. Ma questi tre tempi sono in noi, ecco
come. Si dice del tempo che è andato: “Io ho donato”. E del
tempo da venire si dice: “Io donerò”. E del tempo presente si
dice: “Io dono”. Ma Dio li abbraccia in maniera così
universale, che tutto ciò che fece, che fa *o che farà 80,
appartiene a lui come presente. E sappiate che il tempo non
appartiene alle creature che sono sopra al cielo, ma a quelle
che sono sotto *al cielo81. E prima dell'inizio del mondo non
vi era nessun tempo, perché il tempo fu fatto e stabilito da
quell'inizio e per ciò è chiamato inizio, allorché tutte le cose
furono iniziate. Ma fisicamente, il tempo non ha alcun luogo,
perché tutte le creature si muovono e cambiano facilmente,
perché per un po’ vanno prima che vengano e perciò non vi è
in loro un punto *fermo82. Per questo dico che quei tre tempi,
cioè il *preterito83, il presente e quello che è da venire, non
sono se non nel pensiero, che si ricorda delle cose passate,
osserva le presenti e *attende84 le future.
10. *Qui dice come85 in Dio non vi è alcun movimento.
*Ciò non è così in Dio86, *ma è tutto insieme al presente87.
Per questo sbagliano quelli che dicono che in lui il tempo
cambiò, quando gli sopravvenne un nuovo pensiero di fare il
mondo. Ma dico che questa *cosa fatta 88, fu nel suo pensiero,
in eterno e prima dell'inizio non vi era alcun tempo, ma la sua
eternità, perché il tempo fu incominciato con la creazione,
non la creazione con il tempo. Alcuni chiedono cosa facesse
Dio, prima che fosse fatto il mondo e cosa gli venne
immediatamente, nella volontà di fare il mondo e per questo
qualche volta pensano che volle ciò che non voleva prima.
Ma dico che non vi fu una nuova volontà, perché sebbene il
mondo non fosse ancora fatto, tuttavia era nel suo pensiero
eterno. E d'altra parte Dio è la sua volontà e la sua volontà è
Dio, ma Dio è eterno e senza cambiamento, di cui è eterno e
senza cambiamento, secondo la sua volontà. Quella materia,
da cui queste cose furono formate, le precede per nascita e
non per il tempo, così come il suono *viene 89 prima del canto.
Perché il suono viene prima del canto, poiché la dolcezza del
canto appartiene al suono, *ma 90 il suono non appartiene alla
dolcezza del canto e con tutto ciò, ambedue stanno insieme. E
di quella materia fu detto qua dietro, che non aveva figura, né
alcun aspetto, perché non erano ancora [state] forgiate le cose
che dovevano essere fatte, ma quella materia era [fatta] dal
niente. Dico che all'inizio la *luce91 fu separata dalle tenebre
e sebbene Dio dica con la bocca del profeta: “Io sono quello
che fa la luce e crea le tenebre”, nessun uomo deve credere
che le tenebre abbiano corpo, ma la natura degli angeli che
79 T, Sp e B.Giamboni aggiungono nelle diverse lingue: sua.
80 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: ou que il fera = o che farà. In T manca.
81 In T e B.Giamboni manca.
82 B.Giamboni aggiunge: che tutti tempi si muovono tostamente e lievemente.
83 In T, F, B.Giamboni = preterito (passato). In Sp: passò = passato.
84 In B.Giamboni: preveggha (prevegga).
85 In T manca. F aggiunge: ci dist que = Qui dice che. In Sp: Commo = Come. In B.Giamboni: Qui dice come...
86 In Sp: I tempi in Dio non sono mai così come negli uomini. In B.Giamboni: Ciò non è niente così in Dio.
87 In B.Giamboni: ...anzi è a tutti tre i tempi insieme presenzialmente.
88 In F: pensée = pensiero. In T: fachon = cosa fatta. In Sp: fazimiento = facimento. In B.Giamboni: facimento.
89 F, Sp aggiungono: est = è, viene. (Si riporta fedelmente il testo di B.Giamboni: Quella materia di cui quelle cose furo formate, e la varietade delli nascimenti furon nel suo eternal
proponimento, e non ha niente di tempo. E così ne potrete intendere una simiglianza.
90 T aggiunge: si = così. In Sp: e non. F e B.Giamboni: ma.
91 Sia Sp che B.Giamboni, F e T dicono: chiarezza. Il chiaro, il giorno, la luce. In contrapposizione a tenebre.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*non superarono la volontà di Dio92, è chiamata luce e la
natura di quelli che la superarono è chiamata tenebre. E
perciò dice la Bibbia, che all'inizio la luce fu separata dalle
tenebre, cioè *che Dio creò gli angeli e dai buoni fece la luce
e dai malvagi le tenebre, ma creò i buoni e li istruì e i
malvagi li creò, ma non li istruì affatto 93. Dio fece cose tutte
molto buone, dunque nessuna cosa è *malvagia 94 per natura,
ma se le usiamo in maniera malvagia, diventano *malvage 95 e
così cambia *la bontà della natura96.
11. Come fu inventato il male.
Il male fu inventato con il diavolo, non creato e per questo è
*niente97, perché ciò che è senza Dio è *niente 98 e Dio non
creò il male. Ma *molti99 pensano che Dio fece il bene e il
diavolo il male e così credono che vi siano due nature, una
del bene e un'altra del male. Ma si ingannano, perché il male
non è per natura, anzi fu inventato dal diavolo, allorché
l'angelo che era buono, per il suo orgoglio divenne malvagio
e inventò il male. E che il male non sia per natura, appare del
tutto chiaramente, perché ogni natura o è eterna, è Dio, o è
mutevole, è il creato. Ma non è affatto per *creazione 100,
perché se cresce sulla buona *creatura101 la rende difettosa e
quando se ne allontana, la natura si espande. *E questo male
non si trova in nessun luogo e d'altra parte, non nuoce
nessuna cosa che sia naturale102. Alcuni domandano perché
Dio lasciò nascere il male. Io dico, perché fosse conosciuta la
bellezza della buona natura, attraverso il suo contrario.
Perché due cose contrarie, quando sono insieme una contro
l'altra, sono più appariscenti. Se tagli le sopracciglia di un
uomo, togli delle piccole cose, ma tutto il corpo diviene più
brutto. Analogamente, se tra tutte le creature, biasimi un
piccolo insetto, di essere malvagio per natura, certamente fai
torto a tutte le creature. Tutti i mali sono venuti all’intero
lignaggio umano, attraverso il peccato del primo uomo e per
questo tutti i mali che sono in noi o sono per nascita o sono
per nostra colpa. Parecchi dicono che i mali sono nella
creazione. Nel fuoco, perché arde o nel ferro perché uccide,
ma non considerano affatto che queste cose siano buone per
natura, ma attraverso il peccato dell'uomo sono divenute
nocive, perché prima del peccato gli erano sottomesse del
tutto. Così sono nocive agli uomini per i loro peccati, niente
affatto per natura, così come la luce che è buona per natura,
ma è malsana per gli occhi malati e ciò avviene per i difetti
degli occhi e non per la luce. E l'uomo fa il male in due
maniere, con il pensiero o con l'opera e ciò che è nel pensiero
92 Sp aggiunge: l'ordine, il suo (di Dio) comando (el su mandamiento). B.Giamboni aggiunge: la volontà di Dio. …...oltrepassarono = non superarono....
93 In T: …et de l’un de ciaus fist il la clarté et des autres les tenebres.. = e da uno di quelli fece la luce e dagli altri le tenebre. F, Sp e B.Giamboni aggiungono: buoni e malvagi.
B.Giamboni li chiama: rei. Riporto il testo di B.Giamboni: Dio creò tutti gli angeli, e de' buoni fece la chiarezza e de' rei le tenebre. Li buoni angioli creò egli, e appressorsi a lui, e i
rei creolli buoni, ma elli non si appressaro a lui.
94 In B.Giamboni: ria = rea, peccatrice o colpevole.
95 In B.Giamboni: rie.
96 In T: …la bonne nature = la buona natura. In B.Giamboni: E così si cambia buona natura. (Da preferire la lezione di F e di Sp).
97 In T: noiens = niente. In F: neant = nuoce. In Sp: nada = niente. In B.Giamboni: niente.
98 Come la nota precedente.
99 In T: hons = uomini. In Sp: muchos = molti. In B.Giamboni: eretici. In F: heris = eretici.
100 In F, Sp: creature, creatura = creazione. In T, B.Giamboni: nature, natura = natura.
101 In F: creature = creatura. In T: nature = natura. In Sp: bona criatura = buona creatura. In B.Giamboni: creatura.
102 In F:..........et cest mal n'est pas en un leu, et d'autre part il n'a nule chose qui soit naturel = e questo male non è in un luogo e d'altra parte non c'è cosa che sia naturale. In T: Et
cest mal n'est pas en nul lieu, et d'autrepart nule chose anuie ki est naturel. (Da preferire questa lezione). In B.Giamboni: ...e questo male non è niente in nullo luogo, e anche nulla
cosa cambia ch'è naturale. I Sp: …...el mal non dana non dana ninguna cosa que sea natura. (concorda con T).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
è chiamato iniquità ed è in tre modi, nella tentazione, nel
piacere o nella complicità. Quello che si trova nell'opera, è
chiamato peccato ed è ugualmente in tre modi, nelle parole,
nei fatti o nella perseveranza. Ma il profeta David, all'inizio
del Salterio non nomina che tre maniere di peccati. La prima
si trova nel pensiero, che viene con la tentazione ed il
pensiero maligno. La seconda è nell'opera, la terza è nella
perseveranza del male, in cui si dà agli altri esempio di
malaffare. Ciò è significato dai tre morti che Gesù Cristo
resuscitò. *Uno era dentro la casa, è il pensiero, un altro era
all'uscio della casa, è l'opera, l'altro era lungo la via e sono
quelli che innanzitutto perseverano nel malaffare103.
12. La natura *completa104 degli angeli.
Gli angeli sono per natura degli spiriti e la loro natura è
mutevole, ma la carità eterna li preserva dalla corruzione *del
peccato105 e così sono eterni per grazia, non per natura,
perché se ciò fosse per natura, *il diavolo 106 non sarebbe
caduto. Prima di tutte le creature del mondo, furono fatti gli
angeli e primo tra gli altri fu fatto *quello chiamato il
diavolo, non per ordine di tempo, ma secondo l’ordine del
potere che ebbe sopra gli altri 107. *E con questa certezza
cadde senza ritorno e cadde prima che fosse fatto l'uomo,
perché nel momento che il diavolo fu creato, montò in
orgoglio e cadde dal cielo, poi discese da Adamo e lo fece
cadere e così cadde l'uomo e il diavolo 108. Ma l'uomo ritornò
a Dio, perché se ne pentì e riconobbe che stava sotto Dio, ma
il *diavolo109 disse che era *uguale110 a *Dio111 e più grande
di Dio e per il fatto che non se ne pentì per niente, non trovò
perdono. Ma dico che l'uomo trovò perdono, perché la
debolezza del peccare gli venne a causa del corpo, *di fango
e terra umida112 e gli angeli *peccarono113, benché non fossero
gravati *da nessuna malattia carnale114. Dopo che gli angeli
maligni caddero, gli altri furono *confermati115 *per fare il
bene116 e di ciò dice la Bibbia, che nel secondo giorno fu
stabilito il firmamento ed il cielo fu chiamato firmamento.
Gli ordini degli angeli buoni sono nove e tutti sono stabiliti
per gradi e con dignità ed ognuno obbedisce all'altro, secondo
la sua opera. Questi ordini sono, gli angeli, gli arcangeli, i
troni, le dominazioni, le virtù, i principati, le potestà, i
cherubini e i serafini. Gli angeli sanno tutte le cose attraverso
la parola di Dio, prima che esse siano fatte e che ancora
103 B.Giamboni si discosta dagli altri mss.: L'uno che era dentro alla magione, cioè lo peccato occulto. L'altro che era nel mezzo della vita, ciò fu il figliuolo della donna vedoa, che
significa coloro che fanno il peccato nel cospetto della gente. Lo terzo fu Lazzaro di quattro giorni, ciò significa coloro che perseverano nel male infin nella vecchiezza.
104 In T manca. In F: toute la nature = tutta la natura. (Da preferire questa lezione). In Sp: todas las naturas = tutte le nature. In B.Giamboni manca.
105 In T, Sp, B.Giamboni manca. F aggiunge: de pechié (Probabile intervento del copista).
106 In B.Giamboni: ...gli angeli che divennero rei... Gli altri mss. ….diavolo...
107 B.Giamboni diverge dagli altri mss.: Ma quegli ch'ebbe nome Lucifer, a cui Iddio avea fatto tanto onore, che avea istabilito sopra tutti gli altri, egli montò in orgoglio, per ciò
ch'e' si assicurò della signoria ch'egli ebbe sopra gli altri.
108 B.Giamboni diverge dagli altri mss.: E perciò ch'egli peccò senza nulla cagione, cadette di cielo in terra senza ritorno con tutti coloro che lui ubbidiro, che furo bene un ordine,
di tutti gli ordini mischiati E così per lo peccato superbia gli angioli divennero dimoni. Chi mi domandasse quanto tempo stette Lucifero in cielo poi che fu creato con tutti gli altri
angioli, io gli risponderei, che non dimoraro un'ora compilata che egli montò in orgoglio con gli altri, e caddero sì come è detto. E poi che fu caduto ingannò egli Adam ed Eva, lo
primo uomo e la prima femmina nel paradiso delitiarum. Fece loro mangiare lo pomo vietato, contra il comandamento di Dio. Ma Adam trovò in Dio mercede, però ch'egli si
pentè, e sì conobbe ch'egli era sotto a Dio.
109 In B.Giamboni: Lucifero.
110 In Sp: ygual = uguale. In B.Giamboni: pari. In F e T: pareil = uguale.
111 F aggiunge: en aucunes choses = in alcune cose.
112 In B.Giamboni:....del limo della terra.
113 B.Giamboni: aggiunge....cacciati...
114 In B,Giamboni: di nulla carne, né di nulla malizia. Sp dopo gli angeli sostituisce con: caddero senza ragione e per questo non ebbero il perdono.
115 I mss. riportano nelle varie lingue: confermati.
116 B.Giamboni aggiunge: ….in tal maniera , che mai non potero peccare.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
devono accadere agli uomini. E sebbene gli angeli maligni
perdessero *le altre virtù117, non persero affatto la virtù del
*senno118 che fu dato agli angeli. E quello che possono sapere
prima, è in tre maniere, attraverso la purezza della natura,
per l'esperienza del tempo o attraverso la rivelazione delle
potestà che restano ferme sopra. Quando Dio si cruccia del
mondo, invia gli angeli maligni con il compito della vendetta,
tuttavia li costringe a non fare tanto male come desiderano.
Ma Dio invia gli angeli buoni con il compito [della difesa]
della salute degli uomini e per questo dice la maggior parte,
che tutti gli uomini hanno angeli che sono preposti *a
guardare questi119.
13. *Qui120 parla dell'uomo.
Tutte le cose *che sono sotto il cielo 121, sono fatte per l'uomo,
ma l'uomo è fatto per se stesso. E che l'uomo, di tutte le altre
creature, sia *di più alta dignità122 *che ogni altra creatura123,
appare del tutto chiaramente per la riverenza *che Dio gli
fece124, che di tutte le altre cose *comandò: “Sia così” e così
fu fatto125. Ma dell'uomo mostra di averne *pensato 126 con
cura nel suo pensiero, quando disse: “Facciamo l'uomo a
nostra immagine e somiglianza”. Creò Adamo, ma la donna
poi fu formata dalla costola *dell'uomo127. L'uomo fu fatto a
immagine di Dio, ma la donna fu fatta a immagine dell'uomo
e perciò le donne sono sottomesse agli uomini per legge di
natura. Ed ancora, l'uomo fu fatto per se stesso e la donna per
aiutarlo. A causa del suo peccato, l'uomo fu dato al diavolo
quando fu detto: “Sei terra e nella terra andrai”. Allora fu
detto al serpente, cioè al diavolo: “Mangerai la terra”, cioè gli
*uomini malvagi128.
14. *La129 natura dell'anima.
L'anima è la vita dell'uomo e Dio è la vita dell'anima. E
l'anima dell'uomo non è l'uomo, ma il suo corpo che fu fatto
di terra umida solamente ed è uomo se l'anima abita dentro.
Attraverso questo congiungimento della carne è chiamato
uomo, secondo come dice l'apostolo, che l'anima fu *creata 130
nella carne ad immagine di Dio. E per questo sono in errore
quelli che credono che l'anima abbia un corpo, perché è fatta
ad immagine di Dio, non in tal maniera che sia mutevole, ma
117 In T: la sainteé = la santità. In B.Giamboni: …..la lor bellezza.....
118 In Sp:....seso = senso. (resta difficile da stabilire). Ad ogni modo è da preferire la lezione di F: sens = senno. In T: sainté = salute o sanità.
119 Sp aggiunge questa lezione. T aggiunge: Dont cist vier son dit: angele qui custos meus es virtute superna, me tibi commissum serva deffende guberna. = Allora questi veri
[angeli] sono detti: o angelo che sei il mio custode nella virtù superiore, conservami, difendimi, governa me, che a te sono affidato. In F: aus garder = a guardare questi. In Sp: que
son guardas para los guardar. = sono guardie per guardarli. B.Giamboni conferma abbastanza la versione di F: E perciò dicono molti, che ciascun uomo ha seco un angiolo, ch'è
ordinato a guardarlo. In Sp: De las dignitades.
120 In T: Aprés = Dopo. Sp titola: De las dignitades del ombre. = Delle dignità dell'uomo. B.Giamboni: Qui parla dell'uomo, perché egli fu fatto.
121 In T: del ciel en aval = del cielo in basso. In F: dou ciel en aval. In Sp: ...que son so el çielo.... = ….che sono sotto il cielo..... In B.Giamboni: ...del cielo in giuso.... Da preferire
la lezione di Sp.
122 In Sp: mas noble e mas digno = più nobile e degno. Da preferire le lezioni di T, F, B.Giamboni.
123 B.Giamboni ed Sp, aggiungono questa lezione da preferire.
124 Sp aggiunge: fizo = fece.
125 T aggiunge: …fait ce et ce….= “Fai questo e questo”.. In B.Giamboni: ….Iddio sia fatto così e così. Sp aggiunge: fatto. Da preferire la lezione di F.
126 Sp aggiunge: …..un gran pensiero e una molto grande volontà. B.Giamboni diverge leggermente: ….ma dell'uomo mostra che vi pensasse nel suo consiglio, diligentemente,
quando eggli disse....
127 Sia F che T riportano: baron = barone. Significa un uomo distinto per la sua nascita e per le sue alte qualità. Sp sostituisce con: Adamo. B.Giamboni sostituisce con: dell'uomo.
Da preferire quest'ultima lezione.
128 B.Giamboni aggiunge: ...e le malvagie femine.
129 B.Giamboni aggiunge: Qui dice della....
130 In T: faite = fatta. Nei restanti mss.: creata.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
[in maniera] che sia senza corpo, così come è Dio e i suoi
angeli. E sappiate che le anime hanno un inizio, ma non
avranno mai una fine, perché ci sono cose di tre tipi. Le une
sono temporali, che iniziano e finiscono, *sono tutti i tipi di
corpi131. Altre sono *spirituali132, che iniziano ma non
finiscono, sono gli angeli e le anime. Altre sono sempiterne,
che non cominciano, né finiscono, è Dio nella sua divinità.
Ma l'anima non è una sostanza divina, né una divina natura,
né tanto meno è fatta prima del suo corpo, ma è creata in
quella stessa ora, quando è messa dentro il corpo. Molte virtù
attraverso la natura sono nell'anima, ma essa si offusca per la
mescolanza con il corpo che *è corruttibile133.
15. *I compiti134 e i nomi, dell'anima *e del corpo135.
*Noi136 superiamo gli altri animali, non per la forza, né per i
sensi, ma per la *ragione137. E la *ragione138 è nell'anima, ma
la forza e il senso sono nel corpo e *per usare139 *le cose
corporee, non basta il senso della carne 140. E sappiate che la
ragione si trova nell'anima e l'anima ha molti compiti e per
ciascun compito è chiamata con tale nome, come a quel
compito conviene, perché dove dà vita al corpo dell'uomo è
chiamata anima, dove ha volontà di qualche cosa è chiamata
*animo141, dove giudica rettamente è chiamata *ragione142
*per il fatto che essa respira è chiamata spirito 143 e dove sente
è chiamata senso, ma *dove ha sapienza è chiamata
intelletto144. E a dire il vero, l'intelletto è la parte più alta
dell'anima, attraverso la quale ci viene la ragione e la
conoscenza, attraverso la quale l'uomo è chiamato immagine
di Dio. E la ragione è un movimento dell'anima, che aguzza
la vista dell'intelletto e sceglie il vero dal falso. Ma il corpo
ha altri cinque sensi: il vedere, l'udire, l'odorare, il gustare e il
toccare. E così come uno supera l’altro per l’onorabilità del
loro livello, altrettanto l'uno supera gli altri per virtù. Perché
l’odorare supera il gustare, come luogo e come virtù, perché è
più in alto e la sua virtù opera più a lungo. Analogamente
*l'udire145 supera l'odorare, perché udiamo più lontano che
non odoriamo. E il vedere li supera tutti, per luogo e per
dignità. Ma supera tutte queste cose, l'anima che è posta nella
fortezza maestra del capo e osserva con il suo *intelletto 146,
ciò che il suo corpo non tocca e che non arriva fino agli altri
sensi del corpo. Perché dicono i saggi, che il capo è ostello a
quelle tre [parti] dell'anima: una davanti per apprendere,
l'altra nel mezzo per conoscere, la terza dietro per la
memoria. Per questo vi sono molte cose nell'intenzione di un
uomo, che non può dire con la lingua ed è la ragione per cui i
131 In T, Sp, B.Giamboni quest’ultima frase manca.
132 In Sp e B.Giamboni: perpetueles = perpetue. In T ed F: spiritueles = spirituali. Da preferire quest'ultima lezione.
133 In F e T: decheable = decadibile, corruttibile. B.Giamboni: ch'è fiebole e debole, onde la fa peccare. In Sp: que es moridero = che è morituro. Da preferire la lezione di F e T.
134 In T manca.
135 In Sp manca.In B.Giamboni ed in F il titolo è completo. Si adotta questa lezione.
136 Sp aggiunge: Dovete sapere che...
137 Sp aggiunge: entendimiento = intelletto. (...ma per la ragione e per l'intelletto....).
138 Come nota precedente.
139 In T: au sens = al senso. In Sp manca. Più valida la lezione di F e di B.Giamboni.
140 In B.Giamboni: Ed alle corporali cose basta bene lo senso della carne, ma alle cose non corporali è mestiere la ragione dell'anima.
141 In Sp: talento. In B.Giamboni: coraggio. Quest'ultimo mss. conferma la lezione di T ed F ed è più simile al contesto generale.
142 T aggiunge: et en ce k’ele espire est apielé esperit.= dove respira è chiamata spirito.
143 Sia Sp che B.Giamboni aggiungono questa frase, pertinente con il contesto.
144 Sp modifica la frase in questo modo: e quando ha sapere è chiamata sapienza e quando ha sapienza è chiamata intelletto.
145 In T: oreille ed Sp: l'orecchio.
146 T aggiunge: de raison = di ragione. (….entendement de raison = intelletto di ragione....)
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
bambini sono innocenti del fare, ma *non147 del pensare,
*perché non hanno il potere di compiere il movimento
dell'anima148, così hanno debolezza per l'età, non per
l'intenzione.
16. La memoria e la ragione.
La memoria è *tesoriera 149 di tutte le cose e guardiana di tutto
ciò che uno trova di nuovo, attraverso *il suo ingegno 150 o
che apprende dagli *altri151, perché tutto ciò che sappiamo è
attraverso queste due maniere: o le troviamo dal nuovo o ci
sono state insegnate. La memoria trattiene così tanto, che se
qualche cosa sarà posta davanti al corpo, lascerà nella
memoria il suo aspetto. Ma *della beatitudine 152 non si
ricorda attraverso *l’immagine153 come delle altre cose, ma
attraverso se stessa, in maniera simile come la gioia, perché
se ciò non fosse attraverso se stessa, se ne dimenticherebbe. E
la memoria è comune agli uomini, alle bestie e agli altri
animali, ma l’intenzione della ragione non si trova affatto in
alcun altro animale, se non nell'uomo. Perché in tutti gli altri
animali vi è un intelletto attraverso i sensi del corpo, ma non
attraverso l’intelletto della ragione. Perciò Dio fece l'uomo in
tal modo che la sua vista osserva sempre in alto, a significato
della sua dignità, ma fece tutti gli altri animali predisposti
verso la Terra, per dimostrare la bassezza della loro
condizione, che non fanno che seguire la loro volontà, senza
alcuna *osservanza154 della ragione.
17.
*Come fu stabilita la legge innanzitutto155
*Dopo che l'angelo maligno ebbe inventato il male e fatto
cadere il primo uomo156, radicò il suo peccato sull'umano
lignaggio, in tal maniera che le genti che nacquero dopo,
furono assai più *sollecite157 al male che al bene. E per
ridurre il male che facevano *a distruzione dell'umanità,
invece della rispetto verso Dio158, convennero che fosse fatta
la legge *in Terra159. E questo fu in due maniere, *la160 legge
divina e *la161 legge umana. Mosè fu il primo che diede la
legge agli *Ebrei162 e il re Foroneo fu il primo che la diede ai
Greci, Mercurio agli Egiziani, *Solone agli Ateniesi163,
Licurgo ai *Troiani164, Numa Pompilio, che regnò dopo
Romolo in Roma e poi suo figlio, fece e diede le leggi ai
147 Sp aggiunge qui e prima: syn culpa = senza colpa, innocenti.
148 La frase è apparentemente complessa e confusa, in realtà è l'affermazione del flusso continuo del pensiero che sarebbe identico per adulti e bambini. Quindi adulti e bambini
avrebbero pensieri buoni e malvagi allo stesso modo, ma gli adulti hanno la possibilità di compiere le azioni per la loro maggiore forza fisica, ma i bambini no, per la loro
debolezza fisica, anche se hanno analoghi pensieri.
149 In Sp: tiesoro = tesoro. In F, T: tresoriere = tesoriera. In B.Giamboni: tesoriera.
150 Sp e B.Giamboni aggiungono ciascuno nella propria lingua: sottigliezza dell'ingegno.
151 Sp aggiunge: maestri.
152 In Sp: divino potere.
153 In T: ymagination = immaginazione. In B.Giamboni, Sp: immagine, ymagen. In F: ymage.
154 Il significato è proprio nel senso del rispetto verso la ragione. In B.Giamboni: senza niuno sguardo di ragione. Da preferire la lezione di Sp, F e T.
155 In B.Giamboni: Qui dice come le leggi fur primieramente.
156 In B.Giamboni: Poi ch'e' malvagi angioli ebber trovato il male, ed ebbe fatto il primo uomo il suo peccato....
157 In B.Giamboni: correnti. In Sp: aparejados = apparecchiati (preparati, pronte). In T ed F: courant = correnti. (solleciti, esposti). Da preferire la lezione di T, F e B.Giamboni.
158 In Sp: contra la reverença et voluntad de Dios = contro la riverenza e la volontà di Dio.
159 Sp sostituisce con: entrellos = tra di loro. In B.Giamboni il testo ripercorre parte dell'uno (Sp) e parte degli altri mss. (T ed F): E per restringere lo male che faceano contra la
reverenza di Dio in distruzione dell'umanitade, convenne che le leggi fosser fatte in terra.
160 Sp aggiunge: una.
161 Sp aggiunge: l'altra.
162 In Sp: judios. B.Giamboni: Moises fu il primo uomo a cui Iddio desse la legge...
163 In B.Giamboni: Salathiel a Dartenia.
164 In B.Giamboni: Spartani.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Romani innanzitutto e dieci uomini saggi tradussero poi dal
libro di Solone, la legge delle dodici tavole. Ma quella legge
invecchiò tanto, che non *era più attuale165. Allora
l'imperatore Costantino fece di nuovo, una nuova legge e così
fecero gli altri imperatori, fino al tempo dell'imperatore
Giustiniano, che le indirizzò e ordinò tutte, meglio e più
interamente, così come sono ancora.
18. La legge divina.
La legge divina è per natura e tuttavia fu messa per
*iscritto166 e conservata innanzitutto dai profeti. Questo è il
Vecchio Testamento. Poi vi fu il Nuovo Testamento e fu
confermato da Gesù Cristo e dai suoi discepoli. Ma *una
minoranza di persone non approva167 il Vecchio Testamento,
perché dice un’altra cosa dal Nuovo, ma non considerano che
Dio per la sua grande *previdenza 168, dette all'un tempo e
all'altro, ciò che fu conveniente. Perché nella vecchia legge
comandò i matrimoni, ma nel Vangelo pregia la verginità e
nella vecchia legge comandò di togliere *occhio per
occhio169, ma nel *Vangelo170 comanda di *tendere171 l'altra
guancia, quando una è ferita. E a dire il vero, la vecchia legge
fu tale, per la *debolezza172 *delle genti173 e la nuova [fu] tale,
per la loro perfezione. Perché nel primo tempo, i peccati
erano di colpa minore, poiché non era conosciuta la verità,
ma la *somiglianza174 della verità. *Ora la verità è chiara175,
perciò la legge è più stretta. Per questo nel vecchio tempo
accadeva che, quando qualche uomo salutava gli angeli,
[loro] non gli *rendevano il saluto176, anzi lo trattavano con
disprezzo. Ma nel Nuovo Testamento leggiamo che Gabriele
salutò Maria e quando Giovanni salutò l'angelo, gli rispose in
tal maniera: “Guarda”, fece, “non farlo, perché io sono *tuo
servo e tuo fratello177”. Ora vi ho esposto la narrazione del
Vecchio Testamento e del Nuovo, della legge divina e
dell'umana: ma perché comandare o stabilire una legge, vale
poco se non vi è tra gli uomini, qualcuno che può costringere
ad osservarla, convenne che per *esaltare 178 la giustizia e per
mortificare il torto fatto, fossero stabiliti re e signori di molti
tipi, perciò è bene esporre l'inizio e la nascita dei re *della
Terra179 e dei loro regni.
19. Come furono innanzitutto, i re e i regni.
Sulla Terra vi furono principalmente due regni, che per
altezza, forza, nobiltà e potere superarono tutti gli altri, in tal
maniera che ogni altro re e regno del mondo fu così come
165 In B.Giamboni: niente in corte.
166 In T, F: escrit = scritto. In Sp: scripto = scritto. In B.Giamboni: ispirito = spirito. Da preferire la lezionE dei tre mss. T, F ed Sp.
167 In Sp: alcuni pensarono di discostarsi.... In B.Giamboni: ...una maniera di persona la biasimano.... Si preferisce la lezione di T ed F.
168 In B.Giamboni: potenza. In Sp: proveymiento = provvedimento, previdenza. In T ed F: proveance = previdenza.
169 T aggiunge: pié por pié = piede per piede. In F, Sp e B.Giamboni: occhio per occhio.
170 In T: novele = nuova (legge). I restanti mss. riportano: Vangelo.
171 In T: baillier = donare. In Sp: dieren = dessero. In B.Giamboni: parare. In F: tendre = tendere.
172 In Sp: fiaqueza = debolezza. In B.Giamboni: fralezza. In T: foiblece = debolezza. In F: foibleté = debolezza.
173 In T, B.Giamboni ed Sp al plurale. In F al singolare.
174 In B.Giamboni: figura. Gli altri mss. concordano su: somiglianza.
175 In T questa frase manca. In Sp la frase è monca: perché la legge è più chiara. In B.Giamboni: E per ciò è la legge più forte che ella non suole essere.
176 In Sp: rispondevano. T, F e B.Giamboni concordano.
177 I quattro mss. concordano: de tes sers et de tes freres. La traduzione più logica sembra essere: tuo servo e tuo fratello.
178 In Sp e B.Giamboni: esaltare. In T ed F: essaucier = esaudire.
179 T, F e Sp concordano. In B.Giamboni manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
sottomesso a questi due ed è innanzitutto il regno degli Assiri
e poi quello dei Romani. Ma furono divisi nel tempo e nel
luogo, perché innanzitutto fu quello degli Assiri e alla sua
fine cominciò quello dei Romani. Quello degli Assiri fu in
oriente, così come era in Egitto, perché questo degli Assiri e
*degli Egiziani180 fu tutto un regno, ma il regno dei Romani
era in occidente *e ognuno di essi fu monarca, a tal punto da
desiderare tanto di essere il signore di tutto il mondo 181. Ma
perché *il maestro non potrebbe182 parlare bene *della vera183
nascita dei re, se non *cominciasse 184 dalla linea del primo
uomo, così volgerà questa parte della sua narrazione, secondo
l'ordine delle età del mondo, per mostrare più chiaramente gli
stati e i *confini185 dei popoli, da allora fino al nostro tempo.
E sappiate che le età del mondo sono sei, di cui la prima fu da
Adamo fino a Noè, la seconda fu da Noè fino ad Abramo, la
terza da Abramo fino a David, la quarta da David fino al
tempo di *Nabucodonosor186, quando *distrusse187
Gerusalemme e prese i Giudei, la quinta età fu da allora fino
alla nascita di Gesù Cristo, la sesta età fu da Gesù Cristo fino
alla fine del mondo.
20. *Le cose che furono nella188 prima età del mondo.
*Nella prima età, il Nostro Sovrano Padre fece189 il mondo, il
cielo, la Terra e tutte le altre cose, *secondo come la
narrazione espone qua dietro190. E sappiate che trent'anni
dopo che Dio cacciò Adamo fuori dal paradiso terrestre,
*generò in Eva191, la sua donna, Caino e poi una figlia che
ebbe nome *Calmanama192. E quando Adamo fu dell'età di
trentadue anni, generò Abele e poi una figlia che ebbe nome
*Delcora193. Abele fu di vita *buona194, *nella grazia195 di Dio
e del mondo, tanto che Caino suo fratello lo *uccise196 per
l’invidia che aveva verso di lui e questo fu nell'anno *cento
trentesimo197 del padre *Adamo198. Allora Adamo generò un
altro figlio che fu chiamato con il nome di *Seth199 e dalla sua
linea nacque Noè, secondo come si potrà vedere in questa
stessa narrazione. Dopo che Caino ebbe ucciso Abele suo
fratello, generò Enoch e per *l'amore 200 di Enoch suo figlio,
fece una città che ebbe nome di Effraim, ma la maggior parte
*la chiamava Enocham dal nome di Enoch201 e sappiate che
quella fu la prima città del mondo. Enoch, figlio di Caino,
180 In B.Giamboni: ….quello di quelli d'Egitto.
181 In B.Giamboni: ….tutto che ciascuno di loro tenesse la monarchia di tutto il mondo. Anche T ed F troncano il senso della frase inspiegabilmente dopo....occidente: ja soit ce que
li uns et li autres tenist la monarchie de tot le monde. = sebbene che gli uni e gli altri tenesse la monarchia di tutto il mondo. Da preferire la lezione di Sp, più completa.
182 Sp omette ...il maestro... e pone il verbo alla prima persona plurale: non possiamo.
183 T aggiunge: droite = giusta, vera. Sp: derecha = vera, giusta. In F e B.Giamboni la lezione è omessa.
184 In Sp alla prima persona plurale.
185 In T ed F: contenemens = confini. In So: cominçiamento = inizio. In B.Giamboni: …..mostrare lo stato e'l cominciamento delle genti....
186 In T, Sp e B.Giamboni: Pharaon = Faraone. In F: Nabugodonosor.
187 In T: deffist = disfece. In Sp: destroyo = distrusse. In F: destruit = distrusse. In B.Giamboni: disfece.
188 In T manca. I restanti mss. concordano con la lezione messa a testo.
189 In Sp: Nella prima età Nostro Signore che è Padre sopra tutto il mondo fece....
190 In Sp: secondo che avete ascoltato sopra.
191 Sp ripete: Adamo generò in Eva... In B.Giamboni: ….in una sua moglie...
192 In B.Giamboni: Chalmanam. In Sp: Calmana.
193 In Sp: Delbora.
194 Sp aggiunge: molto...
195 Sp e B.Giamboni traducono: grazioso. In F e T al femminile: graziosa.
196 T ed Sp aggiungono: de male mort = di morte violenta. B.Giamboni: ...con ferro...In F manca.
197 In Sp: compì centotrent'anni. In B.Giamboni: compiuto.
198 In T manca. In Sp: Adamo suo padre. In B.Giamboni e in F: Adamo loro padre.
199 T ed Sp aggiungono: De celui Seth = Da quel Seth.
200 In T: onour = onore. In Sp: nombre = nome. In B.Giamboni: Quell'Enoch suo figluolo fece una città ch'ebbe nome Efraim. In F: ..l'amour = amore verso....
201 In B.Giamboni: Ma molti l'appellavano Enoch, per lo nome di Enoch.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
generò Irad. Da Irad nacque *Mecuiael 202. *Da Mecuiael
nacque Metusael. Da Metusael nacque Lamech 203 che ebbe
*due mogli204, di cui la prima ebbe nome Ada che generò due
figli, *Iubal e Iabal. Iabal e quelli che lo seguirono, fecero
innanzitutto tende e capanne per riposare 205. Iubal suo
fratello, fu il primo uomo tra tutti, che inventò cetre, organi e
gli altri strumenti. La seconda moglie di Lamech, ebbe per
nome Zilla e generò Tubalkain, che fu il primo fabbro del
mondo e da lui ebbero poi origine molte linee maligne, che
abbandonarono Dio e i suoi comandamenti. E quando
Lamech fu molto vecchio, che non vedeva più *nessuna
cosa206, uccise per sbaglio Caino con una freccia del suo arco.
Ma chi vorrà conoscere più largamente questa storia, vada
alla *narrazione207 del Vecchio Testamento, dove la troverà
più *accurata208. E sappiate che quando Adamo fu in età di
duecento trenta anni, ebbe un altro figlio da sua moglie, che
fu chiamato Seth. Quando Adamo fu nell'età di novecento
trenta anni morì, così come piacque a quello che l'aveva fatto
di vile terra. *Da Seth209 il figlio di Adamo, nacque Enos. Da
Enos nacque Kenan. Da Kenan nacque Maalaleèl. Da
Maalaleèl nacque Iared. Da Iared nacque Enoch, di cui
nessuno ne seppe la fine, perché Dio lo condusse là dove
volle e sarà suo testimone nel giorno del giudizio. E dice la
maggior parte, *che210 si trova nel luogo stesso da cui Adamo
fu cacciato, allorché il vecchio nemico dell'umano lignaggio
*lo fece cadere211. Da Enoch nacque Matusalemme. Da
Matusalemme nacque Lamech, che fu padre di Noè. E Noè fu
un uomo saggio *e di buona fede212. Credette e amò Dio,
tanto che Nostro Signore lo preferì, quando mandò il diluvio
sulla Terra, per la distruzione dei popoli che facevano se non
dei mali. E allora finì la prima *età213 del mondo, che durò
1262 anni, secondo quanto testimonia la Scrittura.
21. Le cose che furono nella seconda età *del mondo214.
Noè che fu il nono discendente di Adamo, il primo uomo,
visse *900215 anni. Quando fu dell'età di *500216 anni, generò
tre figli, Sem, Cam e Jafeth. E quando ebbe seicento anni,
fece la grande arca, per comandamento del Nostro Signore.
*E dentro quell'arca, assicurò sé e la sua schiera, con tutto il
gruppo di persone, bestie e tutti gli altri animali che Dio
volle, quando venne il diluvio sopra tutte le cose terrene217. E
sappiate che quell'arca ebbe trecento cubiti di lunghezza,
cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Piovve acqua dal
202 In T, B.Giamboni ed Sp: Mathusael. In F: Maviael.
203 Secondo B.Giamboni, Irad, Matusalael, Lamech. (Fin qui la lista cainita coincide con la successione del Tresor. Si veda l'articolo di M.Priotto, Caino e Set: i due volti della
discendenza di Adamo. Gen. 4, 17-26.
204 In B.Giamboni: ….ciò fu Sella e Ada.
205 In Sp: Jubadel e Amon. In T: Anon. In B.Giamboni: E di Ada ingenerò Iabal. E Iabal e coloro che di loro usciro, fecer primamente tende e loggie per loro riposare.
206 In Sp: nessuna cosa. In T ed F: goute = goccia. In B.Giamboni: ….non vedea nulla....
207 T e B.Giamboni aggiungono: gran = grande.
208 In Sp: completamente. B.Giamboni: diligentemente.
209 Da qui inizia la linea sacerdotale.
210 B.Giamboni aggiunge: ...ch'egli è ancora vivo...
211 In B.Giamboni: ...l'ingannò per lo pomo... In Sp:...il diavolo lo ebbe ingannato.
212 T ed Sp aggiungono: …et de bone vie = e di buona vita. Sp sostituisce saggio con buon uomo. In B.Giamboni: Fu prode uomo e di buona fede.
213 In B.Giamboni: generazione.
214 F e B.Giamboni aggiungono: dou siecle = del mondo. In T, Sp manca.
215 In T: viiic = ottocento. Con T concordano anche Sp e B.Giamboni. In F: novecento. Secondo la Genesi, Noè sarebbe vissuto novecentocinquanta anni.
216 In B.Giamboni: seicento. Gli studi biblici odierni confermano cinquecento anni, precisando però che il primo figlio, Iafet, nacque a questa età di Noè, ma poi che ebbe altri tre
figli.
217 B.Giamboni diverge: E dentro quell'arca campò egli e la sua famiglia. Onde elli furo otto tra uomini e femmine. E vi voglio dire ch'egli ebbe dentro in quell'arca, per la volontà
di Dio, di tutte maniere bestie e uccelli, maschi e femmine una coppia, acciò che le seme degli animali non si perdesseno sopra la terra. E sappiate che quell'arca fu lunga....
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
cielo, per 40 giorni e 40 notti e rimase 150 giorni, prima che
cominciasse a decrescere. E quando il diluvio fu passato e la
terra fu scoperta, così che *ognuno218 poteva andare là dove
voleva, allora cominciò la seconda età del mondo. E Noè
generò un altro figlio di nome *Jonitus219 e resse la terra di
Deritenia, che tocca il fiume Eufrate in oriente e *fu il
primo220 che inventò l'astronomia e regolò la scienza dei corpi
delle stelle. Ma di lui tace ora la narrazione, perché non ne
dirà di più in questa parte e dice che quando il diluvio fu
passato, i primi tre figli di Noè spartirono la Terra e la
divisero in tre parti, in tal maniera che *Sem il primogenito 221
di Noè, tenne tutta la grande Asia, *Cam tenne tutta l'Africa e
Jafet tenne l'Europa222, così come lo si potrà vedere qui
avanti, là dove il maestro dirà delle parti della Terra.
22. *Le genti223 che nacquero dal primo figlio di Noè.
Sem *il figlio primogenito di Noè224, generò *cinque figli225,
Elam, Ashur, Arpachashad, Lud e Aram. Aram *figlio di
Sem226 ebbe *quattro227 figli, Uz, Hul, *Gether228 e Mash. Da
Arpachashad, l'ultimo figlio di Sem, nacque Selah. Da Selah
nacque Eber. Da Eber nacquero due *figli 229, Peleg e Jokham.
Da Jokhan nacquero *13230 figli, Almodad, Selef,
Ascarmavet, Jerach, Hadoram, Uzal, Diklah, Obal, Abimaèl,
Sheba, Ofir, Avìlah e Jobab. Da Peleg suo fratello, figlio di
Eber, nacque Reu. Da Reu nacque Serug. Da Serug nacque
Nacor. Da Nacor nacque Terach. Da Terach nacquero
Abram, Aran e Nacor. Da Aran nacque Lot, quello che
scappò da Sodoma e da Gomorra, per volontà di Dio.
23. Le genti che nacquero dal secondo figlio di Noè.
Cam il *secondo figlio231 di Noè, generò quattro figli, Cush
[Etiopia], Mizraim [Egitto], Phut e Canaah. Da Cush
[Etiopia], il primo figlio di Cam, nacquero *sei figli, Seba,
Avilah, Sabtah, Raamah, Sabtechah e Nimrod il grande232,
che fu il primo re. Da Raamah il figlio di Cush [Etiopia],
nacque Sheba e Dedah. Da Mizraim [Egitto], figlio di Cam,
nacquero *sei figli, Ludim, Anamim, Lehabim, Naftuhim,
Pathrusim e Casluhim233. Da Canaan figlio di Cam,
*nacquero undici figli, Sidone, Heth, Gebuseo, Amorreo,
Girgeseo, Eviteo, Araneo, Sireneo, Aradeo, Samariteo e
Amatheo234.
218 In T: si ke cascuns animaus pooit aler = così che ogni animale poteva andare. F, Sp e B.Giamboni concordano.
219 Sono attribuiti a Noè alcuni figli detti extrabiblici.
220 T aggiunge: hom = uomo.
221 Tutti i mss. confermano questa tesi, ma gli studi biblici attribuiscono la primogenitura a Jafet.
222 B.Giamboni inverte l'ordine: prima Jafet e poi Cam.
223 B.Giamboni aggiunge: Qui dice....
224 In T, Sp e B.Giamboni, manca.
225 B.Giamboni aggiunge: ...li quali ebbero così nome...
226 In Sp manca.
227 B.Giamboni: tre.
228 B.Giamboni omette.
229 In T: fiz = figli. Anche Sp e B.Giamboni mantengono: figli. Da preferire quest'ultima lezione rispetto a F: fratelli.
230 In B.Giamboni: dodici. (Le liste messe a testo fin qui corrispondono con le ulteriori ricerche dei biblisti).
231 Gli studi biblici attuali confermano che Cam è il terzo figlio, dopo Jafet.
232 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss..
233 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss.
234 Gli studi biblici attuali confermano la lezione dei mss.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
24. *Le genti che nacquero235 dal terzo figlio di Noè.
Jafet, il *terzo figlio236 di Noè, ebbe sette figli, Gomer,
Magog, Madi, Javan, Tubal, Meshech e Tiras. Gomer figlio
di Jafet, generò Ashkenaz, Rifat e Togarma. Javan figlio di
Jafet generò Elisa, Tarsis, *Chittim e Rodanim237. Ma ora qui
tace la narrazione di parlare dei figli di Noè e delle loro
generazioni, perché vuol seguire la sua materia, per esporre
l'inizio dei re che furono anticamente, da cui gli altri sono
derivati, fino al nostro tempo. E avete ben *ascoltato 238,
quello che la narrazione ha esposto prima qui, come Nimrod
nacque da Cush [Etiopia] figlio di Cam, che fu figlio di Noè.
E sappiate che al tempo di Peleg, che fu della linea di Sem,
Nimrod edificò la torre di Babele in Babilonia, dove avvenne
*la diversificazione delle parlate e la confusione delle
lingue239. Anche Nimrod stesso mutò la sua lingua dall'ebreo
in caldeo. Allora se ne andò in Persia e alla fine riparò nel
suo paese, cioè in Babilonia, insegnò al popolo una nuova
legge, gli fece adorare il fuoco, così come un dio e *da
allora240 il popolo cominciò ad adorare gli *idoli241. E sappiate
che la città di Babilonia gira [intorno] per sessantamila passi
e che la torre di Babele era in ogni [lato del] quadrato, di
dieci leghe, di cui ognuno era di *4000242 passi e così aveva il
muro largo 50 gomiti e 200 ne aveva di altezza, di cui ogni
gomito si ergeva di *15243 passi e il passo era di *tre 244 piedi.
*Dopo questo cominciò il regno degli Egiziani e degli
Assiri245. Allora Belus, che nacque dalla linea di Nimrod, fu
primo re e sire per tutta la sua vita. Ma dopo la sua *morte 246
fu re Nino suo figlio. E vero fu che Assur, figlio di Sem il
figlio di Noè, aveva cominciato in quel paese una città, ma il
re Nino la costruì e la completò *in una grande maniera 247 e
ne fece la capitale del suo regno e dal suo nome è chiamata
Ninive. E sappiate che Nino fu il primo tra tutti a riunire
popoli per la battaglia, il saccheggio e la guerra, perché
assediò Babilonia, prese la città e la torre di Babele con gran
forza. *Allora fu colpito da un fulmine di cui alla fine morì,
ma prima che fosse deceduto248 e quando ebbe tenuto il suo
regno per *42249 anni, Therac, il figlio di Nacor della linea di
Sem, figlio di Noè, generò tre figli, Abraham, Nacor e Aran,
che per primi *adorarono250 il vero Dio. Da Aran il fratello di
Abraham, nacque Lot e due figlie, Sarai la moglie di
Abraham e Milca la moglie di Nacor. Dopo la nascita di
Abraham, il re Nino visse quindici anni nel suo regno. In quel
tempo cominciò il regno di Sicione e un maestro che aveva
nome Zoroastro, trovò l'arte magica degli incantesimi e di tali
235 In T: Des generations dou tierç fil Noé = Delle generazioni del terzo figlio di Noé.
236 Gli studi biblici odierni, ci avvisano che Jafet fu sempre considerato il terzo dei tre fratelli, ma in realtà fu il secondogenito.
237 Gli studi biblici odierni confermano la lezione dei mss. T, F, Sp e B.Giamboni.
238 In Sp: entendieses = inreso, ascoltato, compreso. In T ed F: notés = notato. In B.Giamboni: notato.
239 In B.Giamboni: la diversità del parlare e confusione del parlare, o vogli de' linguaggi.
240 B.Giamboni aggiunge: indrieto.
241 In T: deus = dei. In F, Sp e B.Giamboni: idles = idoli.
242 B.Giamboni mette a testo solo il quattro e poi lascia in sospeso.
243 In T: v. = cinque. In Sp, B.Giamboni e F: quindici.
244 In T ed Sp: iii = tre. In F: .ii. = due B.Giamboni sospende ogni tipo di lunghezza.
245 In B.Giamboni: E poi cominciò il regno degli Assiriani, ciò sono quelli d'Egitto.
246 In T: vie = vita. F, Sp e B.Giamboni concordano su = morte.
247 In Sp manca.
248 In B.Giamboni: ….allora re Nino fu ferito d'una saetta, della qual ferita egli morio, e venne a fine. Anche Sp: ferito.
249 In T e F: xiii = tredici. In B.Giamboni: quarantatre. In Sp: quarantadue (quarenta e dos).
250 In T: cultiverent = coltivarono, adorarono. In Sp e B.Giamboni: adorarono. In F: connurent = conobbero.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*altre251 cose. Queste e molte altre cose furono fatte nella
seconda età del mondo, che finì al tempo di Abraham, di cui
alcuni dicono che durò *912252 anni, altri dicono *1019253
anni, ma quelli che più toccano la verità, dicono che dal
diluvio fino ad Abraham furono *1082254 anni.
25. Le cose che furono *nella255 terza età.
La terza età del mondo cominciò *con la nascita di256
Abramo, secondo l'opinione dei *filosofi257, ma gli altri
dicono che cominciò a 75 anni della sua vita, quando Dio gli
parlò e fu degno della *sua grazia258, Nostro Signore promise
a lui e ai suoi *eredi259 e alla sua *linea260, la terra della
promessa. Altri dicono che cominciò al *centesimo 261 anno di
Abramo, quando generò Isacco da Sara sua moglie, che era di
così grande età, perché aveva novanta anni. E sappiate che
prima che Isacco fosse generato, Abramo per volontà di sua
moglie, che non poteva generare *figlio262, si congiunse
carnalmente con *Agar sua serva263, così ne ebbe un figlio
che fu chiamato *Ismaele264. E quando fu nato Isacco, suo
padre lo fece circoncidere otto giorni dopo la sua nascita e
così fanno ancora i Giudei. *E prima aveva fatto circoncidere
anche Ismaele265, che era già dell'età di 13 anni. Così fanno
ancora *i Saraceni266 e quelli che abitano in Arabia, che sono
derivati dalla linea di Ismaele. Poi Abramo visse 72 anni e
sappiate che tra i primi, fece un altare in onore di *Dio 267. Ma
di Abramo, né dei suoi figli, dirà più qui la narrazione, anzi
tornerà al re Nino e al suo regno, perché fanno a lui capo le
storie dei primi re.
26. Il re Nino e gli altri re *dopo268.
Il re Nino tenne durante il suo potere, tutta la terra della
grande Asia, fuori che l'India e quando trapassò da questo
*mondo269, lasciò un giovane figlio che aveva nome
*Zaraeis270, ma fu chiamato Nino per il nome di suo padre.
Semiramide sua moglie tenne il regno e il *potere 271 per tutta
la sua vita, perché fu *più ardente e più fiera 272 che nessun
251 B.Giamboni aggiunge: malvagie.
252 In T: ixc et xlii = novecento quarantadue. In Sp: mille e quarantadue. In B.Giamboni: ottocentoquarantadue. In F: novecento dodici.
253 In T ed Sp: mil et lxix = mille quarantanove. In B.Giamboni: millediciotto. In F: mille diciannove.
254 In B.Giamboni: milletrecentodue. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.
255 In T: ou = in (nella). In F: dedans = dentro (nella). In Sp: en la = nella. In B.Giamboni: nella. Aggiunge: Qui dice il conto...
256 Sp sostituisce con: al tempo di...
257 Sp sostituisce con: filosofi. B.Giamboni: certi maestri. In T ed F: plusors = parecchi. Da preferire la lezione di Sp. Come è noto, i filosofi si sono occupati da sempre delle età
del mondo.
258 B.Giamboni aggiunge: ricevere.
259 In T e B.Giamboni manca.
260 In B.Giamboni solo: lignaggio.
261 In F: c. = cento. In T: a centime (Cfr. trad.). Anche Sp e B.Giamboni concordano.
262 B.Giamboni aggiunge: ….nè non n'avea anche avuti....
263 B.Giamboni non cita il nome di Agaar e sostituisce serva con cameriera. In T, F e Sp: serva.
264 B.Giamboni da questo punto: E questa cameriera avea nome Agar; e chi vorrà sapere tutta l'istoria, chi fu questo figluolo bastardo, e della sua madre, e come Abraam li cacciò
fuori di casa sua ambedue senza possedere nulla del suo retaggio, cerchi nel primo libro della Bibbia, e quivi troverà apertamente.
265 In T: Lors fist il ausi circonciser Ismael = Allora fece circoncidere Ismaele.
266 In Sp: los moros = i mori. In T, F e B.Giamboni: Saraceni.
267 B.Giamboni aggiunge: vivo e vero.
268 T aggiunge: sivant = seguenti. F aggiunge: aprés = dopo. In Sp e B.Giamboni: Del re Nino, del suo potere e degli altri che furono dopo di lui.
269 In B.Giamboni: secolo.
270 Secondo L. Gaiter, il vero nome è: Zames. (Cfr. nota 2, pag. 74, in: Il tesoro di Brunetto Latini; volgarizzato da Bono Giamboni; raffrontato col testo autentico francese edito da
P. Chabaille; emendato con mss. ed illustrato da Luigi Gaiter. Bologna. 1878 -1883). Secondo gli studi storici attuali, verrebbe attribuito un solo nome, quello di Nymias. Nei
manoscritti oltre la lezione comune del nome Nino, differiscono per il primo nome in tal modo: T, Zaraeis; F, Zaraeis; Sp, Sarays; B.Giamboni: Saruel.
271 In T, B.Giamboni e Sp: signorie = signoria, potere. In F: roiaume = reame.
272 In Sp: più maliziosa e più forte.... In B.Giamboni: più calda e più fiera... Da preferire la lezione di F e T.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
uomo ed inoltre fu la donna più crudele del mondo. E quando
ebbe *terminata la sua vita273, il suo regno rimase senza eredi.
Gli abitanti elessero un re che aveva nome *Dario 274, ma fu
chiamato Diastone e da lui poi furono chiamati gli altri re
d'Egitto, Diastone e non durò che fino al *dodicesimo 275 re.
Allora il nome cambiò e gli altri re furono chiamati Tebei.
Ancora fu rimosso quel nome e furono chiamati Pastore, ma
alla fine furono chiamati Faraoni. Da quel nome vi furono poi
17 re, che durarono fino al tempo di Cambise, figlio di Ciro
re di Persia, che innanzitutto prese l'Egitto, lo sottomise al
suo potere e cacciò fuori il re Natanabo, che poi fu *padre 276
di Alessandro il Grande. Da allora l'Egitto rimase senza un
proprio re, sotto il potere del re di Persia, fino al tempo di
Alessandro che conquistò la Persia. E quando Alessandro
*morì277 e i 12 principi della sua corte divisero tra essi il suo
*regno278, Septor fu re d'Egitto ed ebbe *soprannome 279 di
Tolomeo. Dopo di lui regnò il secondo Tolomeo, che di nome
aveva Filadelfo. Poi regnò il terzo Tolomeo, che di nome
aveva Evergete e il quarto Tolomeo, che aveva di nome
Filopatore. Allora era Antioco primo re ed imperatore di
Antiochia, *che con astuzia vinse tutta la terra d'Egitto, di
Persia e di Giudea280 e uccise Tolomeo Filopatore, che allora
era re d'Egitto e regnò ventisei anni. Dopo la morte del re
Antioco, regnò Seleuco, il quale ebbe soprannome di
Epifane. Nel suo tempo vi furono le battaglie dei Maccabei,
di cui la Scrittura parla nella Bibbia. Dopo la morte di
Seleuco, regnò suo figlio Eupatore. Quando Eupatore morì
resse il regno Demetrio, figlio di *Seleuco281. Durante il suo
tempo, fu ucciso in battaglia Giuda Maccabeo. Allora venne
incontro al re Demetrio, Alessandro, un gran sire di alta
potenza. Lo vinse, lo uccise in battaglia ed ebbe il potere del
suo regno e lo tenne *in pace 282, quando Demetrio Cretico,
figlio di quel Demetrio, uccise Alessandro e tenne il potere di
tutto il suo regno. Poi venne Antioco, figlio di
quell'Alessandro stesso, che con il consiglio e l'aiuto di
Trifone, vinse Demetrio Cretico e lo cacciò fuori dal regno,
di cui poi fu re e sire. Ma quel Trifone lo uccise col
tradimento e fu re al tempo di Simone Maccabeo. E sappiate
che ancora viveva *Demetrio Cretico283, che Antioco, figlio
di Alessandro, lo aveva cacciato fuori dal regno, così come la
narrazione ha esposto prima. Trifone non si stabilì mai al
potere, anzi ne fu cacciato fuori e quel Demetrio Cretico fu
accolto al potere e lo tenne, così come un re ed un
imperatore. Allora Giovanni Ircano, figlio di Simone
Maccabeo, fu sovrano sacerdote in Gerusalemme e suo figlio
Aristobolo fu eletto re dei Giudei, *464284 anni dopo
l’emigrazione da Babilonia. Quando Aristobolo terminò la
sua vita, Alessandro fu il re dei Giudei e dopo di lui fu re
273 In T manca. In B.Giamboni: fu morta. F ed Sp concordano.
274 In F: Arcius = Arcio. In T: Arrius = Arrio. In Sp: Arçino. In B.Giamboni: Arsirins.
275 In T: xvii = diciassettesimo. F e B.Giamboni: dodici. In Sp: trentadue.
276 F aggiunge: peres = padre. T, Sp e B.Giamboni: maestro. La prima lezione è quella corretta.
277 B.Giamboni aggiunge: per veleno.
278 B.Giamboni aggiunge: come Alessandro lasciò nel suo testamento.
279 In Sp e B.Giamboni: soprannome. In T ed F: nom = nome.
280 In Sp manca. In B.Giamboni: ...che per viva forza....
281 Sp e B.Giamboni: Gomfer. La lezione di T ed F sono confermate dagli studi storici attuali. Infatti Demetrio I Sotere fu figlio di Seleuco IV Filopatore.
282 In T: quitement = quietamente (in pace). Anche Sp conferma questa lezione: in pace. In F e B.Giamboni: tanto.
283 T ed Sp aggiungono: Demetrius Creticus. B.Giamboni ed F omettono Cretico.
284 In B.Giamboni: quattrocentosessantaquattro anni. Nei restanti mss.: quattrocentoquarantaquattro. La cattività babilonese del popolo ebraico termina nel 537 a.C. Con la
conquista di Babilonia da parte dei Persiani. Tra la fine della cattività e l'avvento al potere di Aristobolo, passano circa quattrocentosettantuno anni. La lezione di B.Giamboni è la
più vicina a questa datazione.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Aristobolo, suo figlio. Quell'Aristobolo fu ucciso con la forza
da Pompeo, *console285 di Roma, che stabilì procuratore in
Giudea, *Antipatro286 padre di Erode. Antiochia era già
conquistata e sottomessa al potere dei Romani e quando
*Antipatro287 morì, Erode suo figlio fu eletto dai Romani re
dei Giudei. *A quel tempo nacque a Betlemme, Gesù
Cristo288.
27. Il regno di Babilonia e d’Egitto.
Del regno di Babilonia, si narra sotto quello degli Assiri e
degli Egiziani. Ora accadde che Nabucodonosor ne fu re,
senza alcun diritto, perché non era di reale lignaggio, anzi
era un *uomo289 *straniero290 che nacque da adulterio segreto.
E nel suo tempo cominciò *a crescere in altezza ed in
nobiltà291 l’impero di Babilonia e poi cominciò ad inorgoglìre
verso Dio e verso il mondo, tanto che distrusse
Gerusalemme, imprigionò tutti i Giudei e fece molte altre
crudeltà e perciò accadde che, per la divina vendetta, perse
rapidamente il suo potere. Il suo corpo fu mutato in *bue292 e
abitò sette anni nel deserto, con le bestie selvagge. Dopo di
lui regnò Nabucodonosor suo figlio e poi regnò
*Evilmerodach293, figlio del primo Nabucodonosor. Dopo di
lui regnò Ragiosar, suo figlio, poi Labusar, figlio di
Evilmerodach e poi Baltazar suo fratello. Baltazar re di
Babilonia, fu ucciso da Dario re dei Medi e da Ciro re dei
Persiani, che conquistarono il regno di Babilonia. Dopo la
morte del re Ciro, vi furono tredici re nel suo regno, uno dopo
l'altro, fino al tempo che Dario ne fu re, ma non quel Dario di
cui la narrazione ha esposto qua dietro, che fu al tempo del re
Ciro, ma questo Dario fu figlio di Arcami, re e sire di Persia
ed aveva un grandissimo potere di popoli e terre. *Ma
Alessandro il Grande lo vinse, *lo uccise 294 e tenne il suo
regno. E sappiate che Alessandro aveva già regnato *sette 295
anni e poi regnò [ancora] *cinque296 anni, tanto che fini *la
sua vita297 in Babilonia e quando aveva trentasei anni di età298.
E sappiate che *Alessandro299, fu figlio del re Filippo di
Macedonia, sebbene Olimpia sua madre, per esaltare *la
natura di300 suo figlio, diceva che lo aveva concepito da un
dio, dall’aspetto di un dragone, che con lei era giaciuto. E
certo *condusse una così alta vita301, che lo si poteva ben
credere essere figlio di un dio. Andò trionfante per il mondo e
285 In T: consillier = consigliere. In Sp ed F: console di Roma. In B.Giamboni: che allora era egli consolo di Roma.
286 In B.Giamboni: Chiopatre.
287 In B.Giamboni: Chiopatre.
288 B.Giamboni differisce di poco: Al cui tempo nacque il nostro signore Gesù Cristo in Betlem.
289 In T: mesconeus = misconosciuto. Sp, F e B.Giamboni riportano: uomo.
290 B.Giamboni dopo “straniero” aggiune: misconosciuto. Si preferisce una lezione di senso.
291 In F: à essaucier et à monter en hautesce = ad innalzare e a salire in altezza. In T: a haucier et a monter en hautece. In Sp: ...a cresçer en alteza y en nobleza. = a crescere in
altezza ed in nobiltà. In B.Giamboni solo: ..a venire in altezza... Da preferire la lezione di Sp.
292 B.Giamboni aggiunge: ...secondo che a lui pareva.
293 Sp omette. In B.Giamboni: Evilmeradiap.
294 In Sp: priso = lo fece prigioniero... In B.Giamboni: ...lo vinse in battaglia, e fu ucciso da' suoi medesimi per tradimento.
295 In Sp: dodici. In B.Giamboni: dodici.
296 In Sp: sette. Le date di T ed F sono le più precise. Infatti secondo gli studi storici moderni, regnò in Macedonia a partire dal 336 a.C. Al 323 a.C., anno della sua morte.
297 In T manca. Sp ed F concordano.
298 B.Giamboni diferisce molto: Ma Alessandromagno lo vinse in battaglia, e fu uccisa da' suoi medesimi per tradimento. E Alessandro tenne tutto lo suo regno, e prese la figliuola
Rosana per moglie. E sappiate che Alessandro regnò dodici anni signore del mondo, e poi morì di veleno in Babilonia, che li diede un suo cavaliere in beveraggio. E poteva allora
essere in etade di trentasei anni.
299 F aggiunge: li rois = il re. In T ed Sp e B.Giamboni manca.
300 In T manca. Sp corregge con la lezione francese: el linage = il lignaggio. Avverte poi in nota critica che alcuni manoscritti francesi riportano: nature = natura. Anche
B.Giamboni riporta: alzare la natura. Da un punto di vista logico, sembra migliore la lezione prevalente.
301 In Sp: fue el de grant nobleza = egli fu di gran nobiltà... F, T e B.Giamboni concordano: alta vita.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
aveva per suoi maestri Aristotele e Callistene. Era
*vittorioso302 sopra tutti i popoli, ma era vinto dal vino e dalla
*lussuria303. Vinse *dodici304 nazioni barbare e *tredici305
della Grecia e alla fine morì per il veleno, *che i suoi
familiari gli diedero in maniera sleale306. E sappiate che
Alessandro nacque *trecentottantacinque307 anni dopo che
Roma fu *cominciata308 e così la storia ci racconta, che da
Adamo fino alla morte di Alessandro vi furono *5157309 anni.
Quando morì, Tolomeo *Sotere310 fu così il primo re di
Alessandria e di tutta la terra d'Egitto, come la narrazione
espone qua dietro. E così vi furono *12311 re uno dopo l'altro,
di cui ognuno aveva per sopannome Tolomeo, per il nome
del primo Tolomeo che fu re dopo la morte del re Alessandro.
*Di questi dodici re Tolomeo, l'ultimo fu Cleopatra 312.
Quando aveva già tenuto il suo regno per *tre313 anni, Giulio
Cesare diventò imperatore dei Romani, dal quale tutti gli altri
imperatori di Roma furono chiamati Cesare. Ma qui tace la
narrazione, di parlare degli Egiziani, perché qui finisce il loro
regno *e passa ai romani 314 e seguirà la materia propria degli
altri re.
28. *I re di Grecia315.
Nimrod, quello stesso che fece la mal riuscita torre, ebbe
parecchi figli e il *primogenito316 fu chiamato Cres, che fu il
primo re di *Grecia317. *E il suo regno cominciò nell'isola di
*Creta318 e dal suo nome fu chiamata l'isola dei Creti, posta
verso la Romània319. *Dopo di lui fu re Celo, suo figlio. Dopo
fu re Saturno, suo figlio320 e quindi suo figlio Giove, che
*regnò321 nella città di Atene, che fece e fondò per primo. *Di
Saturno e Giove322, i popoli che a loro appartenevano,
pensavano che fossero dei e perciò erano nominati dei, da cui
così hanno ancora il nome due pianeti. Dopo fu re
*Cecrope323. E sappiate che Giove ebbe due figli, *Danao324 e
Dardano. *Danao325 fu re *nell'isola326 di *Creta327, *di
302 In B.Giamboni: virtudioso. Vittorioso è la lezione prevalente.
303 In B.Giamboni: femine. Lussuria è la lezione prevalente nei restanti manoscritti.
304 In Sp e B.Giamboni: dodici. In T ed F: xxii = ventidue. Resta difficile stabilire l'esattezza di entrabe le lezioni, perché molti storici si occuparono di Alessandro il Grande e
numerose anche le leggende Più probabile l'errore di uno dei due copisti, che per eccesso o difetto ha visto o non ha visto oppure aveva una copia mss. con un X in più o in meno.
305 In T: xxxii = trentadue. F, Sp e B.Giamboni: tredici. Resta difficile stabilire l'esattezza di queste ultime due lezioni. Si preferisce adottare quelle di T ed F.
306 B.Giamboni sostituisce con: ...come detto di sopra.....
307 In Sp: ..trecentosessanta... F, T e B.Giamboni concordano. Se la nascita di Alessandro è fissata nel 356 a.C. E la fondazione di Roma nel 753 a.C., quest'ultima lezione è quella
più precisa.
308 In B.Giamboni: edificata. I restanti manoscritti concordano con la lezione a testo.
309 In Sp: cinquemilacentoquarantotto anni. In B.Giamboni: cinquemilacentocinquantasette anni. Anche T ed F concordano con questa lezione. Entrambe le date differiscono di
poco tra loro e rispetto alle tavole cronologiche più acreditate, Vulgata, Tavole Alfonsine e di Isidoro di Siviglia, la lezione di Sp è quella che si avvicina di più al computo totale.
Secondo Isidoro di Siviglia la creazione del mondo è avvenuta intorno al 5210 a.C. Sommando la data della morte di Alessandro a questa data, si ottiene la data 5471 a.C.,
considerato che secondo Genesi, Adamo fu creato al principio. La Vulgata fa risalire la creazione del mondo nel 4004 a.C. E Alfonso X, al 6904. Singolare il fatto che comunque
Brunetto Latini si sia appoggiato più alle storie di Isidoro di Siviglia, piuttosto che alle Tavole alfonsine.
310 B.Giamboni sostituisce con: figliuolo di Lago...
311 In realtà furono tredici, tra i Tolomeo e Berenice IV.
312 B.Giamboni esclude Cleopatra dall'elenco dei dodici re Tolomeo.
313 In T e B.Giamboni: iii = tre. In F e Sp: quattro. Intercorsi tre anni del regno di Cleopatra, Giulio Cesare divenne dictator.
314 In B.Giamboni: ...e vennero alle mani de' Romani...
315 In B.Giamboni: Qui dice il cominciamento dei re di Grecia. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa a testo.
316 In T: dont li uns = di cui uno. In Sp: mayor = maggiore. In F: ainznez = primogenito. In B.Giamboni: primogenito.
317 In T: Crete = Creta. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa nel testo tradotto.
318 In Sp: Greçia = Grecia. Nei restanti mss.: Creta.
319 In B.Giamboni: ….e per lo suo amore fu appellata l'isola dei Creti Grecia, che si è verso Romania.
320 B.Giamboni omette questa parte.
321 In B.Giamboni: fu signore. Sp omette qualsiasi riferimento.
322 B.Giamboni differisce: ….che sono delle sette pianete le due, credeano le genti che allora erano che elle fossero casauna Iddio. E ancora hanno così nome queste due pianete.
323 In T: Cicros = Cicro. In Sp: Ceueros. In B.Giamboni: Certas. In F: Cecrops.
324 In B.Giamboni: Dario. Gli altri mss. concordano nella lezione messa nel testo tradotto.
325 Come sopra.
326 B.Giamboni omette.
327 Sp e B.Giamboni concordano in: Grecia. T ed F in: Creta.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Micene e328 * di Grecia329. *Fu in guerra contro Troio, il re di
Troia330, contro Ilo e Ganimede *suo figlio ed uccise
Ganimede331. Fu il primo astio fra dei Troiani e dei Greci. E
dopo la morte di Danao, regnò in Grecia Pelope suo figlio.
Dopo di lui, fu re Atreo, suo figlio e poi il re Menelao,
*marito332 di Elena, che fu rapita da Paride, figlio del re
Priamo di Troia. Dopo *la morte 333 del re Menelao, regnò
Agamennone suo fratello. E tanto andò di re in re, che fu re
Filippo di Macedonia e poi Alessandro suo figlio, che fu re
ed imperatore di tutta la Grecia. E da allora in avanti furono
chiamati *imperatori334 e non più re *di Grecia335.
29. *Il regno di Sicione336.
Il regno di Sicione cominciò nel tempo di *Nachor337, che fu
avo di Abramo, di cui Agrileone fu il primo re e quel regno
durò *971338 anni, fino al tempo di *Elia339 il sacerdote, la cui
vita *il maestro340 dirà avanti tra i profeti e furono insomma,
31 re in Sicione.
30. *Il regno delle donne341.
Il regno delle donne, cominciò allorché il re di *Scizia 342, con
tutti gli uomini della sua terra fu sottomesso dagli Egiziani,
dove furono completamente uccisi. *E quando le loro donne
seppero questo, fecero regina del paese una donna della loro
gente e stabilirono che mai nessun uomo potesse abitare nella
loro terra, che le figlie fossero nutrite ed i maschi 343 no e che
*ognuna344 mozzasse la mammella sinistra, per portare
meglio lo scudo e le armi. E per questo sono chiamate
Amazzoni, cioè senza una mammella. E queste vennero in
soccorso di *Troia345. Questo fece Pantasilea loro regina, di
cui si dice che amò *Ettore346 d'amore *folle347. Ma di ciò non
seppe mai nessuno la verità, *tranne che [ella] morì con gran
parte delle sue dame348.
31. Il regno degli Argivi.
328 Sp aggiunge: derredor = direttore.
329 In T manca. Sp e F concordano in: Grecia. In B.Giamboni: Quel Dario fu re di Grecia, e dell'isola di Messina e di Grecia...
330 In B.Giamboni: ….là intorno ebbe guerra contra al re di Troia....
331 B.Giamboni omette.
332 In T: ses fiz = suo figlio. F, B.Giamboni e Sp concordano con la lezione messa a testo..
333 In T manca.
334 T e B.Giamboni aggiungono: de Grece = di Grecia. Sp aggiunge: di Macedonia.
335 In T manca. In Sp e F: Grecia. In B.Giamboni: E d'allora innanzi quelli di Grecia furono chiamati imperadori e non re.
336 B.Giamboni aggiunge: Qui dice...
337 In B.Giamboni: Pacor.
338 In B.Giamboni: ottocentosettantuno. Sp, T ed F concordano. Le date non combaciano. Tra le date fornite dagli storici moderni e la data fornita dalla fonte storica di B.Latini, ci
sarebbe uno scarto di circa 300 anni.
339 B.Giamboni omette.
340 In Sp: libro. In B.Giamboni: il conto.
341 In T: De Femenie = Di Femminia. In B.Giamboni: Del regno delle femine. In Sp e F: Del regno delle donne.
342 In Sp: delle città. In B.Giamboni: Sciuto. In T ed F: Scite. Lezione messa a testo.
343 B.Giamboni differisce nei particolari, pur mantenedo l'intero episodio in maniera sostanziale: E quando le loro feminesi fecero una di loro reina di tutti loro paesi. E ordinaro tra
loro che né Romani, né altra gente potessero abitare in loro terra. E che loro figliuole fossero nudrite tra loro, E' figliuoli maschi fossero nudriti cinque anni, e poi fossero dati alli
lor padri, che abitavano in altro luogo che le femine.E le femine non si intramettevano se non d'arme e di cavalli, per podere defendere loro paese, e li uomini non si intrametteano
se non di lavorare terre, per vivere eglino e le loro donne riccamente. E stabiliro che' loro mariti s'assemblassero una volta l'anno con loro, e dimorare un mese per avere figliuoli
e più e meno, secondo che alla loro realtà piacesse.....
344 In Sp: e a ogni figia che nascesse che accorciassero la mammella sinistra....
345 B.Giamboni aggiunge: quando fu assediata da' Greci.
346 B.Giamboni aggiunge: figliuolo del re Priamo
347 B.Giamboni aggiunge: folle.
348 In Sp: sy non por quanto sopieron por dicho de muchas de sus donzellas depues que ella fue muerta. In B.Giamboni: …..Ma di ciò non si seppe mai certanza, fuori di tanto,
ch'ella vi morì con grande quantitade delle sue donzelle. E sappiate ch'elle portano treccie dietro molto grandi.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Il regno degli Argivi cominciò in quel tempo stesso che
Giacobbe ed Esau figlio di Isacco, furono nati, *di cui Isacco
fu primo re e dopo di lui fu re Foroneo suo figlio 349. Foroneo
fu quello che innanzitutto diede la legge ai Greci, nella città
di Atene e stabilì che *le cause e i processi350, fossero
giudicati davanti a lui. E il luogo dove si fanno i processi, è
chiamato Foro, dal suo nome. E sappiate che il regno degli
Arginoi durò 264 anni e fu abbattuto al tempo di *Danao 351 re
di Grecia, di cui la narrazione parla qui avanti.
32. I re di Troia.
*La narrazione ha detto qua dietro352, che il re Giove ebbe
due figli, Danao e Dardano. E di Danao la narrazione vi ha
detto tutta la generazione. Ora dice che l'altro figlio, Dardano,
fece in Grecia una città, che chiamò Dardania dal suo nome,
*3200353 anni dall'inizio del mondo. Da Dardano nacque
Eritonio che fu re dopo di lui. Da Eritonio nacque il re Troio,
che edificò la città di Troia e dal suo nome fu chiamata Troia.
Dal re Troio nacque Ilo, che fece la fortezza maestra di Troia
e da lui fu chiamata Ilio. *E suo fratello Ganimede fu ucciso
dai Greci, secondo come la narrazione espone qui avanti354.
Dal re Ilo nacque Laomedone, *che difese i porti da Giasone
e dagli altri suoi compagni355 *che andavano per il vello
d'oro, per vendetta di Ganimede suo zio356, *da cui avvenne
poi che Giasone, Ercole e tutti gli arditi tra i Greci, giunsero a
Troia, distrussero la terra, uccisero il re Laomedone e si
portarono Esiona sua figlia357. Dal re Laomedone nacque il re
Priamo e Anchise, il padre di Enea. Priamo re di Troia, fu
padre del buon Ettore e di Paride, che rapì Elena moglie di
Menelao, re di Grecia. E per la vendetta di quello che ho
esposto, Troia fu distrutta di nuovo e il re e tutti i suoi figli
furono *abbattuti e uccisi358, secondo come potrete trovare
nel gran libro *di Troia359. E questo fu fatto *962360 anni dopo
l'inizio di Troia.
33. Come Enea *arrivò361 in Italia.
Quando Troia fu presa, messa a fuoco e *fiamme 362 e *uccisi
gli uni e gli altri363, Enea *il figlio364 di *Anchise365, con suo
padre e Ascanio suo figlio, *fuggirono allora da Troia366,
portarono con loro un *grandissimo tesoro, una moltitudine
349 In B.Giamboni manca.
350 In B.Giamboni: le cose e i giudicamenti....
351 Sp sostituisce con: Bay. In B.Giamboni: Dario.
352 In Sp: Avete udito sopra in questo libro.....
353 T aggiunge: lxii = quarantadue. Gli altri mss. concordano con la lezione messa nel testo tradotto.
354 In B.Giamboni manca.
355 F aggiunge: qui vea les porz à Jason. = ..che vietò i porti a Giasone. In Sp cfr. trad.
356 In B.Giamboni manca.
357 In B.Giamboni: Onde poi avvenne che Ianson e Ercules con tutta l'oste de' Greci entrò in Troia, e disfecero la cittade, e uccisero il re Laumedon, che allora n'era signore, e
menonne Esiona figliuola del re Laumedon.
358 In B.Giamboni: furono tutti morti. In Sp: morirono.
359 In T: des troiens = dei troiani.
360 In B.Giamboni: ottocentosessanta.
361 B.Giamboni sostituisce con: capitò.
362 In T: ruines = rovine. Incendiata e distrutta.. In B.Giamboni: ...e messa a fuoco e a fiamma... In F: à feu et à flame..(cfr.trad.).
363 In B.Giamboni manca. In Sp simile: ..e che uccisero tutti quanti potevano avere..
364 In T manca.Gli altri mss. concordano con questa lezione.
365 In Sp: Anchise e Troio.
366 Fuggiro allora di Troia. In Sp: uscirono e scapparono....In T e F: ...s'en iseerent hors = se ne uscirono fuori.... Preferibile la lezione di B.Giamboni.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
di persone e andarono verso la salvezza 367. *Perciò gli autori
[del libro di Troia] raccontano che ne conosceva il tradimento
e ne fu compagno368. Ma parecchi dicono che non ne seppe
niente, se non alla fine quando la cosa non poteva essere
riportata indietro. Ma come fosse la cosa, lui e la sua gente
andarono per mare e per terra, una volta qua, un'altra là, tanto
che arrivarono in Italia.
34. *Come Enea fu re in Italia e i suoi figli dopo369.
Ed è vero che *Italio370, figlio di *Nimrod371 che fece la torre
di Babele, venne in Italia e così fu sire per tutta la sua vita.
*Dopo la ebbe Italo, suo figlio e per il nome di quello, fu
chiamato il paese di Italia. Dopo la ebbe *Giano372 suo
figlio.373 Allora accadde secondo come le storie raccontano,
che Saturno re di Grecia fu esiliato dal suo regno e fuggì in
Italia e là fu re e sire della terra. Dopo la ebbe il re Pico, suo
figlio e poi il re *Fano374, figlio del re Pico. Dal re Fano
nacque il re Latino, che allora era re in Italia, quando Enea e
le sue genti vi arrivarono. E sebbene all'inizio il re fosse
dolce e bonario *e lo volesse dare [in matrimonio] a sua
figlia Lavinia, poiché a parte lei non aveva più figli, la regina
non acconsentì al matrimonio [con Enea], anzi la volle
donare ad un altro *grande uomo ricco375, del paese. Per
questo vi fu tra loro un grande odio, così come una mortale
guerra.376 Ma alla fine vinse Enea, con la forza delle armi,
prese Lavinia come moglie, così fu il re d'Italia e regnò tre
anni e *mezzo377 e quando morì lasciò un bambino piccolo
[avuto] da sua moglie, che ebbe nome Giulio Silvio, perché
sua madre lo faceva nutrire di nascosto nelle selve, cioè nei
boschi, per paura di Ascanio suo fratello, ma non aveva
timore, perché lo amava teneramente. E ciò fu al tempo del re
David, all'inizio della quarta età del mondo.
35.
*La linea dei re di Roma e d’Inghilterra378.
Quando Ascanio trapassò da questo mondo, Silvio suo
fratello fu re dopo di lui ed ebbe due figli, Enea e Bruto. E
quando il re Silvio morì, Enea *suo figlio 379 primogenito ebbe
la terra. Dopo la sua morte, Bruto suo fratello passò in una
terra che per il suo nome fu chiamata Bretagna, ora chiamata
Inghilterra e fu l'inizio dei re della Gran Bretagna. E dalle sue
generazioni nacque poi il *buon380 re Artù, di cui i
*romanzi381 dicono che fu un re incoronato nell’anno *483382
367 In B.Giamboni: Eportò con seco grande avere. E molta gente di Troia lo seguitaro, tanto ch'egli scampò dalle mani delli inimici suoi e venne in luogo salvo.
368 Pn B.Giamboni: Onde disse alcuno autore, perch'egli iscampò con così grande tesoro, che egli seppe il tradimento do Troia.
369 B.Giamboni diverge dai restanti mss.: Come Enea fu in Italia con suo figliuolo appresso.
370 In T e B.Giamboni: Italus = Italo. In Sp: Ytalio. In F: Ytalus.
371 In B.Giamboni: Nembrot.
372 In F e T: Janus. In Sp: Jason.
373 F, T ed Sp aggiungono. Aprés le tint Ytalus ses fiz, et por le non de lui fu apelés Ytaile. (Cfr. trad.). In B.Giamboni, solo: E poi la tenne il figluolo.
374 In B.Giamboni: Sannus.
375 In B.Giamboni: ...gran barone...
376 B.Giamboni antepone così: ….dolce e di buono aere, fece guerra contro ad Enea.
377 In B.Giamboni e T: .vi. mois = sei mesi. In Sp ed F: demi = mezzo.
378 In B.Giamboni: Qui dice della schiatta dei re d'Inghilterra.
379 In T manca.
380 In T manca.
381 In B.Giamboni: i Romani. Gli altri restanti mss. concordano sulla lezione: romanzi. Entrambe le interpretaziioni sono valide per quanto riguarda una possibile discendenza
romana di Artù, ma ciò viene raccontato solo nel basso Medioevo, alla fioritura dei romanzi dei cavalieri della Tavola Rotonda, di epoca appunto medioevale.
382 In Sp: quattrocentottantaquattro. Gli altri mss. concordano nella lezione messa a testo.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dall'incarnazione di Gesù Cristo, nel tempo in cui Zeno fu
imperatore di Roma e regnò circa 50 anni. Dal re Enea, figlio
del re Silvio, nacque Latino. Dal re Latino nacque
*Albano383, che fece la città di Albano. Dal re Albano nacque
Egitto. Dal re Egitto nacque Carpenazio. Dal re Carpenazio
nacque Tiberio. Dal re Tiberio nacque Agrippa. Dal re
Agrippa nacque Aventino. Dal re Aventino nacque Proca.
Dal re Proca nacque *Numitore e Amulio 384. Numitore fu re
dopo la morte di suo padre e aveva una figlia di nome
Emulia. *Ma Amulio gli tolse il suo regno e cacciò Numitore
e sua figlia in esilio e si fece fare re durante questo tempo 385.
Ed Emulia concepì due figli, Romolo e Remo, in tal maniera
che nessuno seppe chi fu loro padre. Ma parecchi dicevano
che Marte, il dio delle battaglie, li avesse generati. E da allora
in poi, quella donna fu chiamata *Rea386 *e poi fece una città
nel centro dell’Italia, che per il suo nome è chiamata Reate,
ovvero Rieti387. E perché molte storie espongono che Romolo
e Remo furono nutriti da una lupa, è giusto che io dica la
verità: è vero che quando nacquero, li si lasciò su una
*riva388, *perché le genti non capissero quale madre li avesse
concepiti389. Intorno a quella riva, sostava una donna che si
prostituiva. E tali donne sono chiamate lupe in latino. Quella
donna prese i bambini e li nutrì con dolcezza. E perciò fu
detto che erano figli di una lupa, *ma non lo erano affatto390.
36. *Romolo e i Romani391.
Romolo fu molto *fiero392 e di grande coraggio e quando fu
in età, *frequentava i giovani valorosi e gli uomini leggiadri e
malfattori, di cui era guida e capitano393. E quando gli si svelò
la sua nascita, non finì più di raccogliere genti di diversi tipi e
di guerreggiare contro Amulio, che aveva tolto il regno al suo
avo. E tanto fece con la sua prodezza, che lo vinse e gli tolse
il suo regno e lo restituì a *Numitore 394. Dopo ciò, non passò
molto che lo fece morire e fu *re395 al suo posto. *Fece396
Roma, che così è chiamata dal suo nome. Poi uccise suo
fratello Remo e poi il padre di sua moglie, che era signore
*del tempio dei sacrifici397 *del paese398. Fu erede di tutto ed
ebbe *da solo399 il potere di Roma. Così Roma fu
incominciata *4484 anni dopo l'inizio del mondo400 e fu
*314401 anni dopo la distruzione di Troia. E quando Romolo
383 In F e B.Giamboni manca.
384 T ed F ed Sp aggiungono tra i due nomi: et = e. B.Giamboni cita solo Numitore.
385 T ed Sp aggiungono: endementiers = durante questo tempo. In B.Giamboni: Ma un barone Amulio sì gli tolse il regno, e cacciò lui e la sua figliuola via, e facesi fare re.
386 In T: Reate. In Sp, F e B.Giamboni: Rea.
387 In T la frase manca. In Sp ed F solo: Reate. In B,Giamboni: ….fu appellata Reata, o ver Rieti.
388 Sp aggiunge: de la mar. In B.Giamboni: ...riviera d'acqua...
389 In B.Giamboni: ….perché le genti pensassero, se fossero trovati, che elli venissero di strana contrada, o che vi fossero menati.
390 In B.Giamboni: …...ma né l'uno né l'altro non può esser vero, se non nella maniera ch'è detto. In Sp: ...lo que non podria ser de otra guisa, assy commo avedes oydo = ….e ciò
non potrebbe essere in altra maniera, così come avete sentito. A testo si preferisce la lezione di F e T.
391 B.Giamboni aggiunge: Qui dice...
392 In Sp: cruel = crudele. I restanti mss. confermano la lezione: fiero.
393 In B.Giamboni: ...egli usava con giovani che seguissero il suo volere: cioè con uomini malfattori, e di mala qualitade. Ed egli era capitano di tutti.
394 B.Giamboni aggiunge:...che era ancora vivo.
395 T aggiunge: en son leu = al suo posto. Concordano anche Sp e B.Giamboni.
396 In B.Giamboni: edificò....
397 In B.Giamboni: ….degli idoli e dei sacrifici...
398 In Sp: ...de la tierra = della terra.
399 In F: sor tout la seignorie de Rome = sopra tutti la signoria di Roma. In T: soul. (Cfr. trad.). In Sp manca. B.Giamboni: ...e a lui rimase l'eredità di ogni cosa. E sopra tutti gli......
400 In Sp: quattromilaquattrocentoventiquattro. In B.Giamboni: E fu Roma incominciata quattromitrecentoventiquattro anni dopo la distruzione di Troia. La lezione messa a testo è
dei mss. T ed F.
401 In T: xiii = tredici. In Sp ed F: quattordici. In B.Giamboni manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*morì402, tenne il regno Numa Pompilio, *suo figlio 403, poi
Tullio Ostilio, poi fu re Anco Marcio, Tarquinio *primo 404,
poi il re Servio [Tullio] e dopo regnò Tarquinio
*l'orgoglioso405, *il figlio del quale406 *per la sua superbia407
fece onta e oltraggio a una nobildonna di Roma, di alto
lignaggio, per giacere con lei carnalmente. Quella donna
aveva nome Lucrezia, una delle migliori *dame 408 del mondo
e *la più casta409. Per questo motivo Tarquinio fu cacciato dal
suo regno e fu stabilito dai Romani che mai più avessero re,
ma la città e tutto il suo regno fossero governati dai senatori,
dai consoli, dai patrizi, dai tribuni, dai dittatori e da altri
ufficiali secondo come le cose *sono grandi410, fuori e dentro
la città. E quel dominio durò 465 anni fino al tempo che
Catilina fece a Roma la congiura, contro quelli che *la
governavano411, *per i migliori usi e per i migliori costumi412.
Ma quella congiura fu scoperta nel tempo che il molto saggio
Marco Tullio Cicerone, il miglior uomo oratore del mondo e
maestro di retorica, fu console di Roma, il quale attraverso il
suo grande senno vinse i congiurati e *ne prese e fece
uccidere413 una gran parte con il consiglio del buon Catone,
che li giudicò a morte, sebbene Giulio Cesare esortasse che
non fossero *giudicati a morte, ma fossero messi in diverse
prigioni414. E perciò dicono parecchi, che fu compagno di
quella congiura. E a dire il vero, non amò mai i senatori, né
gli altri ufficiali di Roma, né quelli lui, perché era venuto
dalla linea dei figli di *Enea415. Dopo questo, era di così
grande coraggio e forte, che non guardava ad altro che ad
avere il potere, così come lo avevano avuto i suoi
predecessori.
37. La congiura di Catilina.
Quando la congiura fu scoperta e il potere di Catilina
indebolito, egli fuggì in Toscana, in una città che aveva nome
*Fiesole416 e la fece ribellare contro Roma. Ma i Romani
inviarono una grandissima armata e trovarono Catilina, tutta
la sua armata e la sua gente, ai piedi della montagna, dove è
ora la città di Pistoia. Là, Catilina fu vinto in battaglia e
morirono, lui e *i suoi417. Anche una gran parte dei Romani vi
furono uccisi. E a causa della *pestatura 418 da quella grande
uccisione, la città fu chiamata Pistoia. Dopo ciò i Romani
assediarono la città di *Fiesole419, tanto che la vinsero e la
sottomisero e allora fecero in mezzo alla piana che si trova ai
402 In B.Giamboni: ..passò di questa vita...
403 In T, B.Giamboni ed Sp: son fiz = suo figlio. In F: qui ne fu pas ses filz = che non fu suo figlio...
404 In T, B.Giamboni ed Sp: premiers = primo. In F: Priscus = Prisco.
405 Entrambi i mss. hanno: orgilleus (T), orguilleus (F) orguilloso (Sp) orgoglioso (B.Giamboni) = orgoglioso. (il superbo).
406 In Sp e B.Giamboni manca.
407 F aggiunge: par son orgueil = per il suo orgoglio. In T: par son orguel (Cfr. trad.). In Sp: por son orguillo. In B.Giamboni: che per suo oltraggio e per sua superbia fece oste a una
gentile donna di Roma....
408 T aggiunge: dame. (Cfr. trad.).
409 In B.Giamboni al plurale.
410 In B.Giamboni manca. Sostituisce sono con fossero.
411 Sp ripete Roma.
412 In T: por l’envie des signatours = per l’invidia dei senatori. In Sp: per migliori usi e migliori dignità. In F: por le muement des dignitez = per il mutamento delle dignità. In
B.Giamboni manca.
413 In B.Giamboni: guastare e distruggere.
414 In B.Giamboni: Ma non furono presi tutti, ché molti ne camparo. E Giulio Cesare non li volle giudicare a morte, ma consigliò che fossero messi in forti prigioni di fuori di
Roma.
415 In Sp: di quelli.
416 In Sp: Siena. Gli altri mss. riportano Fiesole.
417 In Sp e B.Giamboni: …..la sua gente.
418 In F ed Sp: pestilance = pestilenza. In T: pestrine. (cfr. trad.). In B.Giamboni: E per quella grande pesta di quella grande uccisione fu appellata la città di Pistoia.
419 In Sp: Siena.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
piedi delle alte montagne, dove quella città si trovava,
un'altra città che ora è chiamata Firenze. E sappiate che la
zona di terra dove si trova Firenze, fu chiamata *Capo 420 di
Marte, cioè casa di *guerra421, perché Marte che è uno dei
sette pianeti, è chiamato dio della guerra e così fu adorato
anticamente. Perciò non vi è da meravigliarsi se i Fiorentini
sono sempre in *guerra422 ed in discordia, perché quel pianeta
regna su di loro. Da ciò, maestro Brunetto Latini deve far
conoscere la verità, perché vi è nato e così era in esilio
allorché compì questo libro, *a causa della guerra ai
Fiorentini423.
38. Come Giulio Cesare fu primo imperatore di Roma.
Durante questo periodo, Giulio Cesare *si procurò tanto a
monte e a valle424, che dopo ebbe molte vittorie e sottomesso
molti paesi al comune di Roma. Poiché aveva combattuto
contro *Pompeo425 e contro gli altri che allora governavano
*la città426, tanto che li vinse e cacciò tutti i suoi nemici ed
egli solo ebbe il potere di *Roma427. E perché i Romani non
potevano avere re, secondo quanto stabilito che fosse fatto al
tempo di *Tarquinio428, del quale la narrazione rammentò qua
dietro, egli si fece chiamare imperatore. *E così Giulio
Cesare fu il primo imperatore dei Romani429 e tenne il suo
impero tre anni e *mezzo430 e poi fu ucciso *con il
tradimento431, sotto *il Campidoglio432, *per mano dei suoi
nemici433. Dopo la morte di Giulio Cesare, fu imperatore
Ottaviano suo nipote, che regnò *42 anni e mezzo 434 e *14
anni dopo la nascita di Gesù Cristo 435 ebbe il regno di tutto il
mondo e fu *tanto saggio e retto 436, ma era molto lussurioso.
Alla fine eliminò tutti quelli che uccisero Giulio Cesare. Ma
qui il maestro tace di parlare di lui e degli imperatori di Roma
e torna *alla materia propria437.
39. I re di Francia *e le loro vite438.
Quando la città di Troia fu distrutta e gli uni scapparono qua
e gli altri là, secondo dove la fortuna li conduceva, accadde
che Priamo il giovane, figlio della sorella del *re 439 Priamo di
Troia e con lui Antenore, se ne andarono per mare con 13000
uomini armati, tanto che arrivarono là dove ora si trova la
420 T ed F riportano: chiés(T), Chiès (F ed Sp) = Capo. In B.Giamboni: magione di Marte.
421 In B.Giamboni: battaglie. In Sp: battaglia.
422 In B.Giamboni: briga.
423 In Sp: ...quando el traslado este libro de latin en françes. = tradusse questo libro dal latino in francese. Gli altri mss. concordano sulla lezione messa in traduzione.
424 In Sp: ...tanto lavorò a una e all'altra parte...
425 B.Giamboni aggiunge: ...che allora era consolo di Roma...
426 B.Giamboni sostituisce con: Roma.
427 B.Giamboni aggiunge: ..e chi vuole sapere come gli vinse, e dove, cerchi nel grande libro delle storie di roma, e troverallo apertamente.
428 B.Giamboni aggiunge: l'orgoglioso.
429 In B.Giamboni manca.
430 In T: .vi. mois = sei mesi. In F: demi. (Cfr. trad.).
431 In Sp e B.Giamboni manca.
432 In Sp: la capitale.
433 In F: …..par les Romains = …..dai Romani. In T: par les mains de ses ennemis. (Cfr. trad.). In B.Giamboni: ...da grandi uomini di Roma, che aveano grande invidia di lui.
434 In T: xiii ans et vi mois = tredici anni e sei mesi.
435 In entrambi i mss. dopo le due cifre, si indica rispettivamente per la prima, “prima della nascita di Gesù Cristo” e per la seconda cifra, solamente “dopo”. Pertanto si postpone e
si aggiunge quanto stabilito nel testo al numero di nota corrispondente. La storiografia ha accertato che l’impero di Ottaviano Cesare Augusto è da collocarsi tra il 27 a. C ed il 14
d.C. B.Giamboni antepone questo periodo: E al suo tempo nacque Gesù Cristo nostro signore, nelle parti di Ierusalem.
436 In B.Giamboni: bello, savio e prode maravigliosamente.
437 In Sp: ..per raccontare quello che aveva cominciato. In B.Giamboni manca: propria.
438 F e T aggiungono questo testo.
439 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
città *di440 Venezia, che incominciarono per primi e
fondarono sul mare, perché non volevano abitare in una terra
che fosse *sottomessa441 a un signore. Poi Antenore e Priamo
partirono in compagnia di una moltitudine di persone e
andarono nella marca di Treviso, poco lontano da Venezia e
là fecero un'altra città, chiamata Padova, dove giace il corpo
di Antenore ed ancora vi è la sua *sepoltura 442. Di là poi
partirono alcuni ed andarono a *Sicambria, una città che
*fecero443 alla fine, da cui furono chiamati Sicambriani444. Col
passare del tempo andarono in Germania e per questo furono
chiamati germani. E quando furono in Germania, fecero re e
loro signore Priamo che fu della linea di Priamo il giovane,
poi ucciso nella battaglia che ebbero contro i Romani e lasciò
un figlio, il quale ebbe nome di *Comede 445. Da Comede
nacque *Faramont446 che poi fu re dei Germani. Dopo lui
regnò il re *Ernito447 suo figlio. Allora Roma cominciò a
diminuire e a decrescere, la Francia cominciò a crescere e ad
innalzarsi, tanto che cacciarono i Romani che abitavano
lungo il fiume *Reno448. E quando il re Ernito morì, fu re
Gildebours che generò con la regina Bisine, Clodoveo, il
quale fu re di Francia. Dopo lui regnò Meroveo, suo figlio e
l'altro suo figlio Meroveo. Poi regnò suo figlio Ildris. Dopo di
lui regnò suo figlio Clodoveo, che fu il primo re di Francia
cristiano che mai vi fosse, perché lo battezzò San Remigio.
Egli stesso sottomise gli alemanni al suo potere e vinse i
guasconi. Nell'anno *651449 dall'incarnazione di Gesù Cristo,
*i primogeniti cominciarono ad avere il governo del regno di
Francia, di cui Arnoldo fu il primo, che poi fu vescovo di
Metz450. *Dopo regnò Antigois suo figlio primogenito, *il
quale ebbe soprannome di *Croiso451. Dopo *regnò452 Carlo
Martello suo figlio453. *E dopo di lui fu re Pipino, padre di
Carlo Magno, re di Francia e imperatore di Roma, secondo
come la narrazione esporrà qui avanti454. Ma ora la narrazione
tace di parlare *dei re455 e *del loro regno456, perché ha
esposto abbastanza chiaramente chi furono i primi re,
*come457 furono, *in quale luogo458 ed in quale terra. Dei
romani stessi, ha esposto la retta storia e fino all'inizio del
loro impero, per questo *ora la narrazione 459 non ne dirà
affatto avanti, anzi ritornerà alla sua materia, cioè alla terza
età del mondo, di cui si è a lungo taciuto.
440 Sp sostituisce con: dize = dicono.
441 T ed F omettono. In Sp: so = sotto o sottomessa. In B.Giamboni: ...e ciò fecero essi per non abitare in terra che fosse di signore.
442 B.Giamboni sostituisce con: sepolcro.
443 In Sp: ...e fezieron una una çibdat que es fecha en cabo de aquella tierra...= ...e fecero una città che è fatta a capo di quella terra... In B.Giamboni la frase ricalca la lezione dei
mss. T ed F, ma omette il nome della città. (Sicambro). Omette anche la restante parte fino a Sicambriani.
444 Difficile l’attribuzione ad una città odierna. Secondo gli storici, i Sicambriani popolarono successivamente la regione della Renania nord-occidentale, in Germania e
precisamente tra i fiumi Lippe e Sieg. Secondo una tradizione francese, Sicambria è il nome antico di Budapest, in Ungheria.
445 In F: Comedes de Mar. In T: Arcomedes. (Cfr. trad.). In Sp: Comedes. In B.Giamboni: Comedes.
446 In B.Giamboni: Caramot. Negli altri mss. prevale la lezione: Faramont.
447 In T: Crinitus = Crinito. In F: Hernitus. (Cfr. trad.). In Sp: Ennicas. In B.Giamboni: Licormitus.
448 In B.Giamboni: Nie.
449 In Sp e T: viic. .ii. = settecentodue. In F: seicentodue. In B.Giamboni: settecentocinquantaquattro.
450 B.Giamboni sostituisce questa porzione di testo così: E allora cominciò l'odio del signore di Francia. Onde Amelius fu il primo vescovo.
451 In T manca.
452 In F: fu dux = fu comandante.
453 In Sp manca questa parte di testo.
454 A parte una relativa omogeneità tra F e T, di cui sono segnalate le differenze, i mss. complessivamente considerati, divergono notevolmente in questa porzione di testo, per cui si
riportano per intero la lezione di Sp e di B.Giamboni.
Sp: Dopo regnò Antioco suo primo figlio. Dopo di lui regnò Pipino suo figlio, che ebbe per soprannome Croiso. E dopo regnò Carlo Martello suo figlio. E dopo di lui regnò Pipino,
che fu padre di Carlo Magno, che fu re di Francia e imperatore di Roma, così come sentirete parlare avanti.
B.Giamboni: E allora cominciò l'odio del signore di Francia. Onde Amelio fu il primo vescovo. Dopo lui regnò Antigio suo primogenito, ch'ebbe soprannome Croiso. Dopo lui regnò
il re Pipino, padre di Carlo Magno, che fu re di Francia e imperatore di Roma, secondo come esporrà la narrazione più avanti.
455 Sp e B.Giamboni aggiungono: deella terra.
456 Sp aggiunge: ..della terra... In B.Giamboni: ...e delle loro terre... In T ed F manca.
457 In Sp: quien = chi.
458 In T manca. B.Giamboni sostituisce con: e li loro nomi.
459 In T, Sp e B.Giamboni manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
40. *Ancora della terza età del mondo460.
Ora dice la narrazione, che la terza età incominciò al tempo
di Abramo, il quale nacque al tempo del re Nino, quando
Abramo generò Isacco. Isacco *generò461 Esau e Giacobbe ed
ancora viveva Abramo, ma aveva ben *155462 anni *di età463.
Giacobbe generò Giuseppe e gli altri suoi fratelli, di cui parla
la Scrittura e da cui furono generate le dodici linee, che sono
chiamate i figli di Israele. Perché fu vero che Giacobbe
combatté e lottò una notte contro l'angelo, tanto che alla fine
Giacobbe lo vinse. Allora fu benedetto, gli fu cambiato il suo
nome e chiamato Israele, cioè principe di Dio. Giuseppe fu
venduto *dai464 suoi fratelli e alla fine fu gran maestro nella
corte del Faraone re d'Egitto, nel tempo che la grande fama
[di questo] fu in Terra. Allora vi fece venire suo padre con
tutti i suoi fratelli, che poi abitarono in Egitto fino al tempo di
Mosè, secondo come *dirà qui la narrazione465. Il terzo
fratello di Giuseppe, figlio di Giacobbe, *che ebbe nome di
Levi466, generò Cahat. Da Cahat nacque Aran. Da Aran
nacque Mosè. E quando Mosè nacque, sua madre lo rinchiuse
con cura in un piccolo scrigno e lo gettò *nel fiume 467, perché
un altro Faraone, che allora era re d'Egitto, aveva
*comandato468 che ogni figlio maschio degli Ebrei, fosse
gettato nel fiume e le femmine fossero *rinchiuse 469. Alla riva
di quel fiume lo trovò la figlia del Faraone, che lo tolse
dall'acqua e lo fece nutrire così come suo figlio *e per questo
ebbe quel nome470, perché Mosè significa acqua. E quando
Mosè fu in età di *80471 anni, condusse tutto il popolo di
Israele fuori dall'Egitto, nella terra che Dio aveva promesso
ad Abramo. E sappiate, dal momento che Dio promise ad
Abramo la terra promessa, fino all'uscita dall'Egitto,
passarono 430 anni. E così Mosè fu maestro e sire del popolo
di Israele, per volontà di Dio, che gli diede la *legge 472 e
attraverso lui comandò che essa fosse osservata. Dopo la sua
morte, vi furono molti altri governatori del popolo fino al
tempo di David, che ne fu re e sire e questo fu *440473 anni
dopo l'uscita dall'Egitto, quando Mosè condusse il popolo.
Allora terminò la terza età e Troia era già conquistata e
distrutta, Enea e i suoi figli avevano già conquistato il regno
del re Latino. E sappiate che la terza età che fu da Abramo
fino al re David, durò *974474 anni.
41. *Le cose che furono nella quarta età del mondo475.
460 In Sp: Delle cose che accaddero nella terza età del mondo. In B.Giamboni: Qui dice delle cose che furo nella terza etade del momdo.
461 In B.Giamboni manca.
462 In T: clv. = centocinquantacinque. In Sp e B.Giamboni: centocinquanta. In F: centoquaranta. Sembra accertato che Abramo nacque, secondo Genesi, nel 1996 a.C. Giacobbe ed
Esau, gemelli, nacquero nel 1836 a.C., quando Abramo aveva 160 anni. Pertanto la lezione più veritiera è quella di T.
463 In Sp e B.Giamboni manca.
464 B.Giamboni sostituisce con: per. In Sp: A Josep vendieron suss hermanos = A Giuseppe vendettero i suoi fratelli. Da preferire la lezione di F e T.
465 In Sp: ...secondo come udirete avanti....
466 In Sp e B.Giamboni manca.
467 In Sp (en el rio) e in T: el fleuve = nel fiume. In F (en un flum) e in B.Giamboni: ...in uno fiume..
468 Sp aggiunge: ..per tutto il suo regno..
469 In B.Giamboni; ...nudrite e guardate...
470 In B.Giamboni manca.
471 In Sp e in B.Giamboni: trenta.
472 B.Giamboni aggiunge: ...in monte Sinai...
473 In T: vicxxx = seicentotrenta. In Sp: quattrocentotrenta. In B.Giamboni: seicentotrenta. In F: quattrocentoquaranta.
474 In T: lxxiii = settantatré. In Sp: novecentosettantacinque. In F e B.Giamboni: novecentosettantaquattro.
475 In T: Dou quart aage dou monde. In Sp: De las cosas que fueron en la quarta hedat. In F: Des choses qui furent dedanz le quart aage. In B.Giamboni: Qui dice delle cose che furo
nella quarta etade del mondo.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
La quarta età cominciò, allorché Saul re di Gerusalemme, fu
ucciso e David ne divenne re e sire. Dopo la sua morte fu re
Salomone suo figlio, pieno di senno e di sapienza, che fondò
e fece il tempio di Gerusalemme. Poi vi furono molti altri re,
gli uni dopo gli altri, fino a tanto che fu re *Sedechia476. E
quando ebbe regnato per *circa477 12 anni, Nabucodonosor re
di Babilonia, di cui la narrazione ha detto prima, lo prese e gli
tolse gli occhi dalla testa e lo condusse nella prigione di
Babilonia, lui e tutti i giudei, le genti che erano della linea di
Israele. E il tempio di Salomone fu messo a fuoco e fiamme e
non durò che *433478 anni, allora finì la quarta età. Dentro la
quarta età, vi furono i profeti, dei quali parla la Scrittura e
Romolo fondò Roma. E sappiate che Tarquinio Prisco era re
dei Romani, quando i giudei furono imprigionati in Babilonia
e questa età durò *500479 anni.
42. *Le cose che furono nella480 quinta età del mondo.
La quinta età cominciò con la trasmigrazione da Babilonia,
cioè quando i giudei vi furono condotti in prigionia. E
quando furono nella prigione, Ciro il primo re di Persia
uccise Baltasar, re di Babilonia e prese la sua terra ed il suo
regno, secondo come la narrazione espone qua dietro. Ciro
liberò dalla prigione, ben 50000 giudei, per *restaurare 481 il
tempio. Ma poi venne il re Dario, che ebbe il potere dopo di
lui, li liberò tutti pacificamente e ciò fu 72 anni dopo che essi
furono fatti prigionieri. Allora quello stesso Tarquinio *il
Superbo482, re dei romani, fu cacciato dal suo dominio, così
come è stato narrato prima. Questa età durò fino alla nascita
di Gesù Cristo, nella Gloriosa Vergine Maria e furono
*5543483 anni durante il quale termine vissero Platone,
Aristotele e *Demostene484, che furono i *sovrani485 filosofi.
E regnò Alessandro il Grande e i romani conquistarono la
Grecia, la Spagna, l'Africa, la Tracia, la Siria e molte altre
terre. E in questa stessa età, Marco Tullio diede ai romani la
Retorica, Pompeo conquistò la terra della Giudea, Catilina
fece la *congiura486 a Roma, Giulio Cesare divenne primo
imperatore di Roma e dopo di lui Ottaviano. E Nostro
Signore prese carne nella Vergine Maria, 5500 anni
dall'inizio del mondo, ma parecchi dicono che non furono che
*5259487 anni.
43. La sesta età *del mondo488.
476 In B.Giamboni: Ezechia.
477 In Sp manca. In B.Giamboni solo: ventidue anni.
478 In T ed Sp: ccccxxxii = trentadue. In F: trentatré. In B.Giamboni: quattrocento.
479 T aggiunge: xii = dodici. Anche Sp data: cinquecento dodici. F e B.Giamboni solo: cinque cento.
480 In T manca. In Sp solo: Della quinta età. B.Giamboni aggiunge: Qui dice... Si mette a lezione il titolo di F.
481 In Sp: estableçer e refazer = fondare e rifare. In B.Giamboni: acconciare.In F: restorer = restaurare. In T: estorer = costruire. Da preferire per il senso la lezione di F.
482 In F: Orguilleus = Orgoglioso. In T ed Sp: Superbus = Superbo. In B.Giamboni: superbo.
483 In F: vm vc xliii = cinquemila cinquecento quarantatré. In T: vc et xlviii = cinquemila cinquecento quarantotto. In Sp: cinquemila cinquecento sessanta tre.B.Giamboni omette. I
mss. differiscono per poco.
484 Sp sostituisce con: Diogene. B.Giamboni omette entrambi. Gli altri mss. concordano con: Demostene.
485 In Sp: sabios = saggi. F, T e B.Giamboni concordano.
486 In Sp: juramento = giuramento. In B.Giamboni: giura.
487 In T: lviii = cinquantotto. In Sp: cinque mila duecento quattro. In B.Giamboni: cinque mila duecento cinquanta quattro anni. Si mette a testo la lezione di F. A parte il testo di
Giamboni, T, F ed Sp differiscono di poco.
488 In Sp manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
La sesta età cominciò alla nascita di Gesù Cristo e durerà fino
alla fine del mondo. E sappiate che quando Nostro Signore fu
in Terra con i suoi apostoli, cominciò il Nuovo Testamento e
finì il Vecchio, perché a 30 anni della sua età si fece
*battezzare489 *attraverso le mani di490 san Giovanni Battista,
per mostrare come i Cristiani celebrassero il battesimo, *là
dove la vecchia legge faceva la circoncisione 491. E perciò noi
osserviamo la vecchia legge, là dove non fu rimossa. È
giustissimo che *la narrazione parli 492 dei maestri di quella
legge e la vita di ognuno, in questa maniera.
44. David *che fu493 re e profeta.
David figlio di Jessè, che proveniva dalla linea di Giuda,
nacque *a Betlemme494, uccise Golia il *gigante495 che era
nemico di re Saul, il quale fu sire di Gerusalemme e dei
giudei. *Vinse senza *armi496, il leone e l'orso, vinse il
gigante e fece molte altre grandi cose497, perché Saul lo odiò e
lo cacciò per *togliergli la vita498, poiché temeva che gli
togliesse il suo regno. Ma così come a Dio piacque, Saul
morì e David fu re *dopo di lui 499, molto vittorioso e Dio
volle che fosse re e profeta. E sebbene fosse peccatore,
andava sovente e volentieri in penitenza. *Amò 500 Bersabea,
moglie di Uria, suo *conestabile 501 e alla fine fece andare
Uria in una battaglia dove morì *e poi ebbe la moglie di
quello e con lei generò Salomone il Saggio, che fu re dopo di
lui502. E sappiate che David fu tra tutti, il maggiore profeta e
non profetizzò alla maniera degli altri, perché la profezia è di
quattro tipi: nel fatto, nel detto, nella visione o nel sogno. Nel
fatto, fu l'arca che fece Noè, a significato della santa Chiesa.
Nel detto, fu quello che *l'angelo disse 503 ad Abramo: “Nella
tua semenza tutte le genti saranno benedette”. Nella visione,
fu il *rovo504 che Mosè vide ardere *e mai finiva505. Nel
sogno, furono le sette vacche e le sette aspidi che il Faraone
sognò, sulle quali Giuseppe profetizzò. Ma *fuori 506 da queste
quattro *maniere507, David profetizzò solo attraverso
l'interpretazione di Dio e del Santo Spirito, che gli insegnò a
dire tutta *la nascita di Gesù Cristo, la sua morte e la sua
resurrezione508. Svelò ciò che gli altri avevano detto
489 B.Giamboni aggiunge: nel fiume Giordano.
490 In Sp e B.Giamboni manca. Entrambi sostituiscono di con a.
491 Sp sostituisce con: ..come i giudei si circoncidevano. B.Giamboni modifica l'intero passo in questo modo: E sappiate che senza battesimo non si può uomo salvare, siccome egli
medesimo dice nel vangelo; e là ove la vecchia legge faceva la circoncisione, li cristiani fanno lo battesimo.
492 B.Giamboni sostituisce con: il maestro. In Sp solo: deparlamos = parliamo, esponiamo. In T ed F: devise = ragioni, parli, esponga.
493 F aggiunge: qui fu = che fu. Sp titola: Del re David che fu re dei profeti. B.Giamboni titola: Di Davit, come fu sopra gli altri profeti.
494 In B.Giamboni manca.
495 T e B.Giamboni aggiungono: grant = grande. In F: jaiant = gigante. In Sp solo: grande.
496 In T ed F: coutel = coltello. In Sp: cochiello = coltello. In B.Giamboni: arme.
497 B.Giamboni modifica il brano in questo modo: Lo nostro signore Dio li dava grazia che egli uccideva e vinceva li leoni e li orsi senza alcun arme, che egli squarciava le mascelle
con le mani molto leggiermente, e di lupi faceva il simigliante, e d'ogni altra fiera bestia. Egli vinse li giganti, e molte altre cose fece egli.
498 In Sp: ...lo matar = ucciderlo. In T ed F: lui tolir la vie = togliergli la vita. In B.Giamboni: ...l'odiava mortalmente.
499 In F manca. T, Sp e B.Giamboni aggiungono: ...dopo di lui.
500 T aggiunge: mout = molto. Sp aggiunge: ...amò di buon animo... B.Giamboni modifica l'intero passo in questo modo: E tutto fosse peccatore, chè cadde in adulterio e omicidio,
egli ritornò tosto alla penitenza, e fu il più vero ripentitore che uomo sapesse. In questi due peccati cadde egli siccome io ne dirò brevemente. Egli amò di folle amore una
femmina che avea nome Bersabe, e era moglie d'un suo cavaliere che avea nome Uria.
501 In F e T: connestablett = connestabile. In Sp: adelantado = cavaliere. In B.Giamboni: cavaliere.
502 B.Giamboni modifica il passo in questo modo: ..e ciò fece egli perché egli aveva già conosciuta la moglie carnalmente; chè non volea che altri lo sapesse, né che Uria se ne
avvedesse. E tanto l'amava che dopo la sua morte, cioè di Uria, egli la fece moglie, e di lei ebbe egli Salomone, che fu il più bello uomo del mondo, e li capelli suoi pareano oro
veramente. Ma egli si rubellò contra di lui, e contra lui fece molta guerra, e molta persecuzione li diede. E chi vorrà sapere la diritta storia per che fu quella guerra, e come
Absalone morì, cerchi nella Bibbia, e là lo troverà tutto apertamente.
503 In F: li angle distrent = gli angeli dissero. In T: li angeles dit. (Cfr. trad.).
504 In T: rouge = rosso. In B.Giamboni: rovo. In Sp: rubo = rovo. In F: rouce = rosso.
505 B.Giamboni aggiunge: ...e non peggiorava nulla, se non come non ardesse.
506 In T: ore = ora. B.Giamboni antepone: Ma David.....
507 In T manca. Gli altri mss. concordano.
508 In T ed Sp: Jhesucrist et sa mort et sa resurrection.= Gesù Cristo, la sua morte e la sua resurrezione.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
velatamente, secondo come si può vedere nel suo libro,
chiamato Salterio a somiglianza di uno strumento, perché ha
uguale nome di quello che ha dieci corde, analogamente parla
il libro dei dieci comandamenti in 150 salmi che sono nel
Salterio. E sappiate che David regnò *40 anni e trapassò da
questo mondo all'età di 60 anni509.
45. Il re Salomone.
*Re Salomone510 fu figlio del re David, uomo glorioso, pieno
di ogni sapienza, ricco *di tesori511 e di altissima cavalleria.
Dio all'inizio lo amò, ma poi lo odiò, perché adorò gli idoli e
fece ciò per *amore512. Fu re a Gerusalemme, sulle dodici
linee dei figli di Israele, per 40 anni. *E fu alla sua morte 513
sepolto con i suoi antenati a Betlemme.
46. *Elia e la sua vita514.
Elia Tesbite fu *sacerdote515 e profeta. *Abitò sempre *solo516
nel deserto e fu pieno di fede e di pensiero santo 517. Uccise i
tiranni. Risplendette dei grandi segni della virtù, perché
chiuse per tre anni il cielo dalla pioggia *e poi con le sue
orazioni, la pioggia ritornò518. Resuscitò un uomo *morto 519.
*Con la sua virtù, non mancò la farina nella scodella 520 e da
un vaso d'olio fece una *sorgente521, da cui uscì sempre l’olio.
Con la sua parola fece scendere i fulmini dal cielo sopra i
sacrifici e con le sue parole arsero *due522 principi con tutti i
loro cavalieri. Aprì il fiume Giordano e lo passò *con i suoi
piedi523. Salì al cielo con un carro di fuoco. *Malachia
profeta, dice che Elia deve ancora ritornare alla fine del
mondo, prima dell'Anticristo, con grandi segni meravigliosi e
così verrà *Enoch524 suo compagno. Ma l’Anticristo li farà
uccidere e gettare i *corpi525 *sulla strada526, senza
sepoltura527. Ma Nostro Signore li resusciterà e distruggerà
l'Anticristo, il suo regno e tutti quelli che *lo adoreranno 528.
Questo *Elia529 fu della linea di Aaron. E quando nacque,
Sobi suo padre, sognò che uomini vestiti di bianchi abiti,
prendevano Elia e lo avvolgevano in bianchi drappi e poi gli
509 In Sp: cento novanta. B.Giamboni modifica il testo così: ...settanta anni in ottanta. E Salomone suo figliuolo, regnò dopo lui. In realtà sappiamo che durò in carica 33 anni e che
visse 70 anni (1003 a.C. - 970 a.C. E 1040 a.C. - 970 a.C.). La lezione di Sp è chiaramente fuori da ogni ragionevole incertezza.
510 T aggiunge: rois = re. Sp aggiunge: El rey. B.Giamboni aggiunge: Lo re Salomone. In F manca.
511 B.Giamboni aggiunge: ..e di terre..
512 T aggiunge: d’une dame = di una donna. Gli altri mss. concordano nella mancanza.
513 In B.Giamboni: E fu alla sua morte sepolto in Betlem con li suoi antecessori. In T ed Sp manca la parte in nota. In F: ...et trespassa de cest siecle... = ...e trapassò da questo
mondo...
514 In T solo: De Helyas prophete. F aggiunge: et de sa vie = e della sua vita. Sp aggiunhe: Tesbetes. In B.Giamboni: Di Elia profeta e della sua vita.
515 T aggiunge: grans = grande. Sp: mayor. In B.Giamboni: Elia fu molto grande profeta...
516 In Sp manca.
517 B.Giamboni modifica il testo così: E ciò faceva perché le genti non li togliessero lo buono intendimento, che egli aveva in Dio. Egli fu pieno di fede, e di santa penitenza, e di
puro pensiero.
518 In B.Giamboni manca. Sp aggiunge: ..per sei mesi. (pospone però l'intero passo al recipiente d'olio anche con lacune).
519 Sp aggiunge: a vida. B.Giamboni aggiunge: per sua virtude.
520 In Sp: Por su vertud fizo que la farina non faltesçiesse en la ydra... (cfr.trad.). In B.Giamboni: Non menovò la farina della scodella della povera femina che tanta non ne potea
cavare.... Per T ed F si confronti la traduzione.
521 In B.Giamboni: fontana.
522 In B.Giamboni: tre.
523 B.Giamboni aggiunge: ...come per terra secca.
524 T ed Sp aggiungono: ensi vendront Elyes et Enoch son compaignon. = così verranno Elia ed Enoch suo compagno.
525 In T: charoignes = carogne. In Sp: carnes. In F: cors. (cfr.trad.)
526 In T: parmi les places = nelle piazze. In Sp: plaças. In F: voie. (cfh.trad.)
527 B.Giamboni modifica il passo così: Malachia profeta disse, che egli non moria mai, anzi è ancora vivo in paradiso delitiarum egli ed Enoch, che fu un altro profeta innanzi il
diluvio, e questi due debbano apparire per la volontà di Dio, nel tempo che Anticristo si farà adorare, come se fosse Iddio, e predicheranno la santa Trinità, e la fede santa
cattolica, e faranno grandi miracoli. Allora Anticristo li farà uccidere, e gittare la loro carne nella via senza nulla sepoltura.
528 In B.Giamboni: …..l'avranno servito, o creduto.
529 B.Giamboni aggiunge: ..di cui lo conto parla..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
davano fuoco da mangiare. E quando si svegliò, chiese ai
profeti cosa ciò poteva significare ed essi dissero: *“Non
temere, perché tuo figlio sarà luce ed oratore di scienze e
giudicherà Israele530”.
47. *Eliseo e la sua vita531.
Eliseo vale a dire altrettanto come Figlio di *Mio Dio 532. Fu
profeta e discepolo di Elia e fu di un castello che aveva nome
Amelmoat, della linea Ruben. E allorché nacque una piccola
vacca d'oro, che si trovava a *Bethel 533, *muggì così forte534,
che la sua *voce535 fu udita a Gerusalemme. E allora disse un
profeta: “Qui *in Giudea536 è nato un profeta che distruggerà
gli idoli”. E certo fece alte meraviglie, perché divise il fiume
Giordano e lo fece ritornare indietro contro monte e passò
*fra gli argini del fiume537. *Fece rinascere le acque di Gerico
che erano secche538. Fece scorrere *acqua simile al sangue539,
per distruggere i nemici dei giudei. Fece ingravidare e
concepire una donna che non era mai stata incinta di un figlio
e quello stesso la resuscitò dalla morte. Temperò l'amarezza
dei *cibi540. Salvò 100 uomini con dieci pani d'orzo. Guarì
Namaan dalla lebbra. Fece *navigare un battello di ferro541
che era *nel fondo del Giordano542. Fece accecare *i nemici543
di Siria. *Al signore di Samaria predisse la morte 544. Cacciò
l'armata dei nemici, che erano innumerevoli. Eliminò in un
giorno la grande carestia. Resuscitò la carogna di un
*uomo545. Eliseo morì nella città di Sebasta, dove il suo
sepolcro è ancora in grandissima riverenza *fino al giorno
d’oggi546. Eliseo ebbe due spiriti, il suo e quello di Elia,
perché fece le più alte meraviglie ed Elia, quando viveva,
resuscitò un uomo morto, ma Eliseo quando era già morto, ne
resuscitò un altro. Elia guidò la carestia e la siccità, ma Eliseo
liberò in un giorno, tutto il popolo dalla grande carestia.
48. Isaia *e la sua vita547.
Isaia vale altrettanto a dire
figlio di Amos, ma non di
pastori. Amos il padre di
Gerusalemme. Isaia fu un
come Saluto del Signore e fu
Amos profeta, che nacque dai
Isaia, fu un nobile uomo di
uomo di grande santità, che
530 T aggiunge: a fu et a coutel = con il fuoco e con il coltello. B.Giamboni inserisce un testo piuttosto lungo: Non temereniente, che la nazione del tuo figliuolo, sarà vero lume e
giudicherà il popolo d'Israele, con gaudio e letizia. Questa visione del padre di Elia, fu profezia aperta, chè religione dovea uscire di luiin abito bianco, la quale senza dubbio, è
l'ordine dei carmeliti, e questo si mostra, perchè il detto ordine ebbe suo principio nel tempo d'Elia e di Eliseo, in monte Crmeli, dove essi sempre abitano, e perchè la chiesa di Roma
per questa profezia li mutò l'abito profetico, lo quale elli ebbero da profeti, in quello abito che ellino ora portano.
531 F aggiunge: et de sa vie = e della sua vita. B.Giamboni aggiunge: profeta. Sp solo: Di Eliseo.
532 Sp modifica con: Dio Nostro Signore. In B.Giamboni solo: Dio.
533 In T, Sp e B.Giamboni: Galga = Galgala.
534 In Sp: ...diò muy gran gemido y atan maño... = diede un grandissimo e così forte muggito....
535 In B.Giamboni: bocca.
536 In T manca. In F: Giudee. In Sp e B.Giamboni: Gerusalemme.
537 T sostituisce con: parmi la turchie dou fons = tra gli argini della sorgente (dell'acqua). B.Giamboni: ...per mezzo il fiume.... In Sp: ...nel mezzo del corso dell'acqua... In F:
gravele = greto.
538 In T ed F: estanchiées = cessate. In Sp: seches. In B.Giamboni: Egli risanò le acque di Gerico, che erano corrotte....
539 In B.Giamboni: ...e fece correre acque di sangue....
540 In T ed F: viandes = cibi. In Sp: aguas = acque. In B.Giamboni: vivande.
541 In B.Giamboni: ...fece notare la secure del ferro per lo fiume. In Sp: ..la segur de fierro... In T ed F: ..coignie de fer...
542 In Sp: ...en el flumen Jordan.
543 Sp aggiunge: todos = tutti.
544 In B.Giamboni: ...e fece l'inimici di Soria annichilare al signore di Sammaria...
545 B.Giamboni aggiunge: morto.
546 F aggiunge: jusque au jor d’ui = fino al giorno d’oggi. In B.Giamboni manca: ...in grandissima riverenza fino al giorno d'oggi.
547 F, B.Giamboni ed Sp aggiungono: et de sa vie = e della sua vita.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
attraverso il comandamento di Nostro Signore,
*conversava548 con il popolo, *sempre549 a corpo nudo e a
piedi nudi. Per la sua preghiera, Dio allungò la vita di
quindici anni al re *Ezechia550, che già doveva morire.
Manasse fece *dividere551 il corpo di Isaia con una sega di
legno. E i Giudei dicono che fu condannato a morte per due
ragioni, una perché li chiamò popolo di Sodoma e principi di
Gomorra, l'altra quando Dio disse a Mosè: “Tu non potrai
vedere la mia faccia”, Isaia osò dire che aveva visto
Dominiddio. E la sua sepoltura è sotto la quercia di
*Gioele552.
49. Geremia *il profeta553.
Geremia fu della linea dei *sacerdoti554 e nacque in un
castello che ha nome Anatoth, a *tre555 leghe da
Gerusalemme. Fu sacerdote in Giudea e consacrato profeta.
Conosciuto prima che nascesse, gli fu comandato che
mantenesse la verginità *e così fece556. Dalla sua infanzia
cominciò a predicare e togliere le persone dal peccato e ad
esortarle alla penitenza. Gli furono fatti molti mali dal popolo
crudele, perché fu messo in carcere, cinto da catene di ferro e
gettato *in un lago557. Alla fine fu lapidato in Egitto e sepolto
là dove si trovava il re Faraone. E il suo sepolcro è in grande
riverenza tra gli egiziani, perché li liberò dai serpenti.
50. Ezechiele *il profeta558.
Ezechiele vale altrettanto a dire come Forza di Dio. *Fu
figlio di Buzi, sacerdote presso Joachim suo re559 e portato a
Babilonia *con gli altri, che si trovavano imprigionati là.
Profetizzò in Babilonia e560 biasimò i babilonesi per la loro
malvagità. Ma il popolo di Israele *lo uccise a tradimento 561
*trascinandolo con il cavallo562, *perché lo riprendeva dei
crimini e delle diavolerie che faceva563. Fu messo nel
sepolcro *del figlio del figlio564 di Noè, che ebbe nome
Arfasad, *nei loro canti dei morti.565
51. Daniele *il profeta566.
Il profeta Daniele vale a dire altrettanto come giudizio di Dio
548 In Sp: morò = dimorò, visse. In T, ed F: converosit = conversava. In B.Giamboni: conversava.
549 In F: aucune fois = qualche volta. In T: tozjors = sempre. In Sp: siempre. B.Giamboni modifica l'intero passo: Ed Isaia fu uomo di grande sanitade, che per lo comandamento del
Signore conversava tra 'l popolo tutto nudo dalla cintola in su, e tuttavia andava iscalzo.
550 B.Giamboni omette.
551 Sp aggiunge: por medio. B.Giamboni modifica il passo: Ma un tiranno che avea nome Natos, si 'l fece segare per mezzo il corpo.
552 In B.Giamboni: Rogel. In Sp: Sylo. In F e T: Johel.
553 F aggiunge: le prophete = il profeta. In T manca. Sp titola: Di Geremia e della sua vita. In B.Giamboni: Di Geremia profeta e di sua vita.
554 In B.Giamboni: profeti. In Sp: pretes. In F e T: prestres = sacerdoti.
555 In B.Giamboni: quattro. Gli altri mss. concordano con: tre.
556 F aggiunge: Et il si fist = e così fece. In T ed Sp manca.In B.Giamboni: Ed egli si fece...
557 B.Giamboni aggiunge: ...e fu fatto mordere alli cani. In Sp: ...y cobierto de cal.... = ...e coperto di fango...
558 F aggiunge: le prophete = il profeta. Sp titola: Di Ezechiele e della sua vita. In B.Giamboni: Di Ezechiele profeta e di sua vita.
559 B.Giamboni modifica il testo così: E fu buono sacerdote e buono profeta. Ma egli fu presoper Gioachim suo re.... In Sp: ...fu figlio di Buzi e fu preso con Joachim suo re...
560 In B.Giamboni manca.
561 In F manca. T aggiunge: l’ocist en trahison = lo uccise a tradimento. B.Giamboni aggiunge: ..a tradimento.. In Sp: ..lo uccise a tradimento...
562 In F: le trainierent à chevaus = lo trascinarono a cavallo. In Sp manca. In B.Giamboni manca.
563 In B.Giamboni: ...però che egli li riprendea di male cose che elli faceano.
564 In F viene citato un solo figlio. In realtà il primo figlio di Noè fu Sem ed il figlio di questi Arfasad. In T: dou fil le fiz = del figlio del figlio.
565 Solo in T: lons = lontano. Nei restanti mss. manca. In Sp: ..nel loro canto dei morti..... In F: ...en lor chans des mors = nel loro canto dei morti. In B.Giamboni: nel campo delli
morti.
566 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: le prophete = il profeta.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
o uomo amabile. Venne dalla linea di Giuda e i suoi antenati
furono *genti567 nobili, così come re e sacerdoti. Fu portato a
babilonia, insieme al re Joachim, con i tre bambini e là fu sire
e principe di tutti i caldei. Uomo glorioso e di grande
bellezza, ebbe un animo nobile e *casto568. Fu perfetto nella
fede e nella conoscenza delle cose sacre e *sapeva 569 quello
che doveva accadere.
52. Achia *il profeta570.
Il profeta Achia fu della città di *Elia 571. Disse, tanto tempo
prima del re Salomone, che avrebbe abbandonato la legge di
Dio per una donna. E quando morì, il suo corpo fu messo in
terra, sotto una quercia a Silo.
53. Jado *profeta572.
Il profeta Jado, nacque in Samaria. Fu inviato da Jeroboam,
che sacrificava i vitelli a Dio, affinché vivesse con lui, *e
visse con lui e così accadde che quando lo lasciò e se ne stava
ritornando573, un leone lo strangolò, perché aveva lasciato il
suo compagno. Jado poi fu sepolto a *Bethel574.
54. Tobia.
Tobia profeta vale a dire altrettanto come Bene di Dio. Fu
figlio di Anania, della linea di Neptalim e nacque nella
*città575 di Chial, nella regione della Galilea. *Salmanasar lo
prese e lo imprigionò per esiliarlo nella città di Ninive. 576 Fu
*giusto577 in tutte le cose. Donò *ciò che aveva578, ai
prigionieri e ai poveri. Seppelliva i morti con le sue mani.
Divenne cieco per un escremento di rondine che gli cadde
sugli occhi, ma alla fine Dio gli rese la vista dieci anni dopo e
gli donò una grande ricchezza. Fu sepolto a Ninive.
55. *I tre bambini579.
I tre bambini vennero da lignaggio reale e furono di memoria
*meravigliosa580, saggi per scienza e oratori di *fede 581. *E
quando furono spinti in mezzo *al forno582 di fuoco
567 Sp aggiunge: muy. T e B.Giamboni omettono. F aggiunge: gens = genti.
568 In F: chaste = casto. In T: chaste cors = corpo casto. In Sp: ..de muy bien talente = di ottimo talento (intelligenza)... B.Giamboni omette tutto.
569 In B.Giamboni: ...e si vedea per virtù di Dio.... In Sp: ...de las cosas secretas de Dios....
570 F e B.Giamboni aggiungono: profeta. In T ed Sp manca.
571 In T, B.Giamboni ed Sp: Helya. In F: Silo.
572 F e B.Giamboni aggiungono: profeta. In T ed Sp manca.
573 In T ed F: ...ma non vi dimorò e perciò gli accadde che quando si mise al coperto. In Sp: ...y morò con el y avinol asy que quando se partio del y se tornava..(cfr.trad.) In
B.Giamboni: ...che sacrificava il vitello a Dio, e fugli detto che egli dimorasse con lui, ma egli non lo fece.
574 In T: Bethlem = Betlemme. In F e B.Giamboni: Bethel. In Sp: Belen.
575 In F: terre = terra.
576 In B.Giamboni: Salmanasar lo prese e perciò fu egli cacciato della città di Ninive. In Sp: Salmanasar lo prese e lo imprigionò per esiliarlo nella cittò di Ninive. In F e T:
Salmanasar le prist, por ce demora il en essil en la cité de Ninive. = Salmanassar lo catturò, per questo visse in esilio, nella città di Ninive. (Si adotta la lezione di Sp, più
completa da un punto di vista logico-formale).
577 Sp aggiunge: ..e buono.. Nei restanti mss. manca.
578 In Sp: ...quanto aveva... In B.Giamboni: ….ciò che poteva.... Si adotta la lezione di T ed F.
579 B.Giamboni aggiunge: ...che Nabucodonosor fece mettere nella fornace ardente. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.
580 In T ed F: glorieuse = gloriosa. In B.Giamboni: graziosa. In Sp: meravigliosa.
581 B.Giamboni aggiunge: ...diritta...
582 In T ed F: ..chemineux = camini... In B.Giamboni: fornace. In Sp: ..forno..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
ardente583, non arsero, anzi estinsero il fuoco, cantando e
glorificando *Dominiddio584. E quando passarono di vita,
furono seppelliti *insieme585 in Babilonia. Questi bambini
furono chiamati *in ebreo586, Anania, Azaria, Misaele. Ma
poi Nabucodonosor li chiamò Sidrac, Misaac e Abdenago,
cioè Dio glorioso e vittorioso sopra i regni.
56. *Esdra587.
Esdra vale altrettanto come a dire Edificazione di
Gerusalemme. E parecchi dicono che ebbe nome di
Malachiel, cioè angelo di Dio. Fu sacerdote e profeta, ristabilì
le storie della Santa Scrittura, fu il *secondo 588 che diede la
legge dopo Mosè. Rinnovò la legge del Vecchio Testamento,
*che era stato bruciato dai caldei, al tempo della prigionia 589.
Inventò per gli ebrei, le figure delle lettere, e gli insegnò a
scrivere da destra a sinistra, che prima scrivevano ora avanti
*ora indietro590, così come fanno i buoi quando arano la terra.
Guidò il popolo di Israele, fece riedificare Gerusalemme e là
fu sepolto.
57. Zorobabel *e Neemias, profeti591.
Zorobabel e Neemias della linea di Giuda, *furono sacerdoti
e profeti592, *ma593 riedificarono il tempio di Dio, al tempo
che Dario figlio di Istapis, fu re di Persia. *Fecero rifare 594 le
mura di Gerusalemme e riportarono *Israele nel suo primo
stato e sistemarono la regola della religione e i compiti dei
sacerdoti. Furono sepolti a Gerusalemme 595.
58. *Ester596.
Ester fu regina e *fu figlia del fratello di Mardocheo 597 e fu
condotta in prigione, da Gerusalemme alla città di Susi. E per
la sua grande bellezza, fu maritata ad Asuerre re di Persia.
Essa *si offrì598 di morire, per salvare il popolo e crocifisse
Amam, che voleva distruggere il popolo di Israele e così lo
liberò dalla morte e dalla schiavitù. Poi fu sepolta a Susi,
*dove aveva regnato599.
59. *Giuditta600.
583 In B.Giamboni: E quando Nabucodonosor li fece gittare nel mezzo della fornace ardente. ….
584 B.Giamboni aggiunge: ...e non fece loro nullo male.....
585 In B.Giamboni ed Sp manca.
586 In B.Giamboni: ...per loro nomi.... Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.
587 Sp aggiunge: ...che è detto Malachiel. B.Giamboni aggiunge: Di Eforas profeta.
588 B.Giamboni aggiunge: ..uomo..
589 In B.Giamboni: ...ch'era stata arsa per li Caldei al tempo che Giudei erano in prigione in Babilonia. In Sp: ...che lo bruciarono quelli che lo sorvegliavano nel tempo della
prigionia.
590 In Sp manca.
591 F aggiunge: et de Neemias = e di Neemias. B.Giamboni aggiunge: profeti. In Sp e in T solo: Di Zorobabel.
592 In F: non furono né sacerdoti, né profeti.... Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.
593 In F: mais = ma. T ed Sp sostiuiscono con: et = e. In B.Giamboni: ..Elli riedificaro....
594 In T: firent = fecero. In F ed Sp: refirent = rifecero (fecero di nuovo). In B.Giamboni: Ellino fecero rifare....
595 In B.Giamboni: ...e ritornaro Israel nel suo stato, e ristororon li contenimenti della loro prima regione de' sacerdoti, e alla morte furo seppelliti in Ierusalem.
596 B.Giamboni aggiunge: regina. Gli altri mss. concordano con la lezione messa a testo.
597 In Sp: ...e fu nipote di Mardocheo... In B.Giamboni: ...e fu figliuola del frate di Mardocheo... T ed F concordano con B.Giamboni.
598 In T: soufri = sopportò. In F: se offri = si offrì. In Sp: ...scelse la morte.. In B.Giamboni: E sofferse amarlo...
599 In Sp e in B.Giamboni manca.
600 B.Giamboni titola: Della valente femina di Iudit.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Giuditta fu una donna *vedova601, figlia di Merari della linea
di Simeone. Di grande coraggio e più forte che nessun [altro]
uomo, *non temette le ire dei re602, anzi si offrì alla morte per
salvare il popolo, perché uccise Oloferne quando dormiva e
senza disonore della sua persona, ne portò il capo ai suoi
concittadini, *affinché avessero603 la vittoria contro l'armata
di quello. Visse 105 anni e fu sepolta nel *sepolcro 604 di
Manasse suo marito, nella città di Manapulia, nella terra di
Giudea, tra Dotim e Balim.
60. *Zaccaria605.
Zaccaria significa Memoria di Dominiddio. Fu profeta e
sacerdote, figlio di Joiade il sacerdote, che aveva per
soprannome Barachias, il quale fu lapidato dal popolo, per
comando del re di Giudea, sull'altare del tempio. Ma gli altri
sacerdoti lo seppellirono a *Gerusalemme606.
61. *I Maccabeo607.
Maccabeo significa Nobile e Trionfante. Cinque furono i
Maccabeo, figli di Matatia e *sono608 Giovanni, *Giuda609,
Eleazar, *Simone610 e Gionata. E chi vorrà conoscere le
vittorie che ebbero sopra i re di Persia e le grandi cose che
fecero, si *legga la storia che lo racconta con cura, parola per
parola, nella grande Bibbia611.
62. I libri del Vecchio Testamento.
Ora vi ho nominato i Santi Padri del Vecchio Testamento ed
illustrato brevemente la loro vita. Ma chi la vorrà conoscere
più largamente, vada alla grande Bibbia, dove sono tutte
scritte *chiaramente612. E sappiate che già anticamente,
quando i caldei presero i giudei e li condussero in prigionia,
cioè in esilio ed in prigione, allora furono bruciati tutti i libri
della vecchia legge. Ma *Esdra613, per insegnamento del
Santo Spirito, quando il *popolo614 ritornò da quella
prigionia, rinnovò tutta la legge e la mise per iscritto e ne
fece 22 volumi di libri, così come sono 22 le *lettere 615 ed
egli scrisse il libro della Sapienza di Salomone. Ma i libri
dell'Ecclesiaste li scrisse Gesù figlio di Sirac, che *i latini 616
601 In F e T: veve = vedova. In Sp: pequena hedat = giovane età. In B.Giamboni: vedova.
602 B.Giamboni: ...non temè niente la forza di Oloferne.
603 In Sp: ...por que oviessen = affinché avessero..... In B.Giamboni e gli altri mss: ...ebbero.... (Ma la sequenza più logica è: Giuditta non temeva l'ira di nessun re compreso
Oloferne, se azioni di tal tipo le fossero andate male. Uccise Oloferne nel sonno, portò con sé la prova, la testa, in conseguenza a questo fatto lesercito del suo popolo vinse quello
di Oloferne. Quindi avessero e non ebbero, perché l'uccisione era finalizzata alla vittoria).
604 In T: spelonche = spelonca. In B.Giamboni: ..spelonca,, In Sp: fuessa = fossa. In F: sepulchre = sepolcro.
605 B.Giamboni aggiunge: profeta.
606 In B.Giamboni: Giel.
607 In T al singolare. In F ed Sp: Des Macchabeus; De los Macabeos. = Dei Maccabeo. In B.Giamboni: De' Maccabei e di loro vita.
608 B.Giamboni sostituisce i cinque nomi in questo modo: Gaddas, Thapi, Abaron, Maccabeo, Ionatas.
609 In Sp è sostituito con il nome di Maccabeo.
610 T sostituisce con: Machabeu = Maccabeo.
611 In B.Giamboni: legga le storie della Bibbia, e là le troverà di cosa in cosa diligentemente.
612 In Sp: ...entieramente = interamente, completamente. In B.Giamboni: …..apertamente.
613 In B.Giamboni: Eforas profeta...
614 B.Giamboni aggiunge: de' Giudei.
615 Sp aggiunge: del alfabeto. In B.Giamboni: ...così come le lettere sono ventidue.
616 In F: li Latin = i Latini. In T: les latins = i latini. In Sp: ...que ovo el latin en muy gran reverençia = che ebbe il latino in grandissimo onore, che aveva un gran rispetto per il
latino (lingua latina). In B.Giamboni: ...chè 'l parlare latino ebbe molto in riverenza...
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
hanno in *riverenza617, perché fu simile a Salomone. *Del
libro di Giuditta, di Tobia e di Maccabeo, non si sa chi li
scrisse618.
617 In T: ramembranche = rimembranza (ricordo).
618 In B.Giamboni: Ma del libro di Davit e di Tobia e de' Maccabei, non si sa chi gli scrisse. In Sp: Deslos libros de Judit y de Tobias y de los macabeos non sabe ninguno quien los
escrivio. In T: Del livre Judith, de Thobie et de Machabeus ne set on pas ki les escrist. In F: Dou livre Judith et de Thobie et des Machabeus ne set hom qui les escrist..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
SECONDA PARTE
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
63. *Qui comincia la nuova legge619.
Dopo ciò che il racconto ha detto della vecchia legge, è
giusto che dica della nuova, che comincia allorché Gesù
Cristo venne in Terra per *affrancarci620. Ma prima di dire
un’altra cosa, racconterò a proposito del suo lignaggio, del
suo *parentado621 e poi dirò di ognuno dei suoi discepoli,
analogamente come ho detto dei padri del Vecchio
Testamento. E noi troviamo nel vangelo di San Matteo,
l'inizio del lignaggio di Gesù Cristo in Abramo, che fu il
principe dei Santi Padri all'inizio della terza età. E chi vorrà
sapere la nascita di Abramo, la troverà qua dietro, nel
racconto dei primi uomini e dei figli di Noè. Abramo generò
Isacco. Da Isacco nacque Giacobbe. Da Giacobbe nacque
Giuda *e i suoi fratelli622. Da Giuda nacque *Fara623. Da Fara
nacque Esrom. Da Esrom nacque Aram. Da Aram nacque
Aminadab. Da Aminadab nacque *Nazon. Da Nazon nacque
Salomone. Da Salomone nacque624 Boz. Da Boz nacque Obet.
Da Obet nacque Jessé. Da Jessé nacque *il re David 625. Da
David nacque Salomone. Da Salomone nacque Roboa. Da
Roboa nacque Abias. Da Abias nacque Asa. Da Asa nacque
Josaphat. Da Josaphat nacque Joras. Da Joras nacque Ozias.
Da Ozias nacque Gionata. Da Gionata nacque *Achaz. Da
Achaz626 nacque Ezechia. Da Ezechia nacque Manasse. Da
Manasse nacque Amon. Da Amon nacque Josia. Da Josia
nacque *Jeconia627. Da Jeconia nacque Salatiel. Da Salatiel
nacque Zorobabel. Da Zorobabel nacque Abiut. Da Abiut
nacque Eliechim. Da Eliechim nacque Azor. Da Azor nacque
Sadoc. Da Sadoc nacque Achim. Da Achim nacque Eliut. Da
Eliut nacque Eliazar. Da Eliazar nacque Matam. Da Matam
nacque Giacobbe. Da Giacobbe nacque Giuseppe il marito di
Maria, da cui nacque Nostro Signore Gesù Cristo. E sappiate
che tutte le generazioni da Abramo fino a Gesù Cristo sono
*42628. E se qualcuno domandasse perché la Scrittura narra
della linea di Giuseppe, dato che non fu padre di *Gesù
Cristo629 sebbene fosse marito di Maria, ma si deve
raccontare del parentado di Maria che fu sua madre e non
quello di Giuseppe *che non fu niente per lui630, dirò che
nella vecchia *legge, gli Ebrei non si sposano se non con
quelli della loro parentela631 ed ancora lo fanno i Giudei che
si trovano nel nostro tempo. E a dire il vero, Maria fu di
quella stessa linea, da parte di suo padre. Ma gli *antichi
giudei632 mettevano per iscritto *solamente 633 gli uomini, ma
non le donne. Per questo Giuseppe è nominato nella storia e
non *Maria634, perché nell’esposizione della linea, l'uomo ha
619 T aggiunge: li livre = il libro. In Sp: Della nuova legge. In F: Ci comence de la novele loi. In B.Giamboni: Qui comincia la nuova legge.
620 In Sp: nos salvar = salvarci. B.Giamboni aggiunge: ...dalle pene dell'inferno e per noi dare paradiso.
621 B.Giamboni aggiunge: ...da parte della sua madre..
622 In B.Giamboni e in Sp, manca.
623 T aggiunge: et Zaram, de Thamar = e Zara da Tamar.. Gli altri mss. concordano sulla lezione emendata.
624 B.Giamboni omette.
625 T, B.Giamboni ed Sp aggiungono: rois, re, rey.
626 In B.Giamboni: Atat. In Sp: Maitan.
627 T aggiunge: ..en la trasmigration de Babilone. Et aprés la transmigration….= durante la trasmigrazione da Babilonia. E dopo la trasmigrazione……
628 In T: xli = quarantuno. In B.Giamboni: ventinove. In Sp ed F: xlii = quarantadue.
629 B.Giamboni aggiunge: ...che Gesù Cristo era e sarà Iddio vivo e vero...
630 B.Giamboni sostituisce con: ...e Giosef non gli appartegneva nulla, fuori ch'era marito di santa Maria, senza nullo carnale assembramento e che non divisa il parentado di santa
Maria sua madre; io li dirai, che nella vecchia legge, li Ebrei non maritavano loro femine che elli non mettesseroin iscritto loro parentado, ed anche lo fanno i Giudei che sono al
nostro tempo....
631 In Sp: ...nella vecchia legge i Giudei non si sposavano se non con donne del loro parentado...
632 B.Giamboni aggiunge: Giudei. Gli altri mss. omettono.
633 In T manca. In F e B.Giamboni: solamente. In Sp: siempre. B.Giamboni aggiunge: ...e per ciò che santa Maria non ebbe frate carnale, sì misero il lignaggio di suo marito, che fu
tutto uno con quello di santa Maria.... Gli altri mss. concordano con l'emendamento.
634 In T: sa feme = la sua donna (sua moglie). In B.Giamboni: la sua moglie. In F ed Sp: Maria.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
più dignità della donna. Tuttavia dirò un poco della parentela
di Maria dalla parte di sua madre, in tal maniera che ognuno
conosca i parenti e i cugini di Gesù Cristo.
64. *La parentela di Nostra Signora635.
*Ora dice il racconto, che Anna ed Esmeria furono due
sorelle carnali636. Da quella Esmeria, nacque Elisabetta ed
Elivit. Da Elivit che fu fratello di Elisabetta, nacque Emman.
Da Emman nacque *San Servazio637, il cui corpo giace nella
terra di *Sorge638, nel vescovato di Liegi, in una grotta del
monastero. Da Elisabetta moglie di Zaccaria il sacerdote,
nacque Giovanni Battista *in un castello della Giudea 639.
Dall'altra sorella, cioè Anna moglie di Joachim, nacque Maria
la madre di Gesù Cristo. E quando Joachim *suo marito 640
morì, essa si sposò con *Cleofa 641. Da Cleofa e Anna nacque
l'altra Maria che fu moglie di Alfeo, da cui nacque Giacomo
Alfeo, *cioè il figlio di Alfeo. E sua madre è chiamata Maria
di Giacomo, perché fu sua madre, così come è chiamata la
madre di Giuseppe e tutto ciò avvenne per la diversità dei
vangeli642. Quando Cleofa morì, Anna si sposò con Salomé,
da cui nacque l'altra Maria moglie di Zebedeo, da cui nacque
Giovanni l'evangelista e Giacomo suo fratello. Per questo
essa è chiamata Maria Salomé da parte di suo padre, così
come è chiamata madre dei figli di Zebedeo, per la diversità
dei vangeli. E così vedete che Anna ebbe tre mariti e da
ognuno ebbe una Maria. E così furono le tre Marie, di cui la
prima fu madre di Gesù Cristo, la seconda fu madre di
Giacomo e di Giuseppe, la terza fu madre dell'altro Giacomo
e di Giovanni evangelista.
65. *La prima Maria, madre di Dio643.
Della prima Maria, figlia di Joachim, della linea di David, il
suo nome vale altrettanto come dire Stella di mare e *Dama
di carità e luce644. L'angelo Gabriele la salutò e le annunciò
che Dio avrebbe preso carne in lei e nello stesso tempo disse
che sua cugina Elisabetta, *la quale era con lei ed in età già
avanzata e suo marito Zaccaria, i quali non avevano mai
generato un figlio, né una figlia, avrebbero avuto un figlio e
così ebbe Giovanni Battista, di cui il racconto dirà qua
635 B.Giamboni titola: Qui dice del parentado di nostra Donna dalla parte di sua madre. In Sp: Del parentesco y del linage onde veno Santa Maria. (Si adotta la lezione di T ed F).
Dou parenté Nostre Dame.
636 In Sp: Dovete sapere che Sant'Anna fu madre di Santa Maria, la madre di Gesù Cristo. Gli altri tre mss. concordano nella lezione messa a testo.
637 In Sp: San Gervasio. Più probabile che si tratti di San Servazio. San Gervasio martire e fratello di San Protasio martire, entrambi uccisi in seguito alle persecuzioni cristiane,
seguirono la morte del padre e della madre, San Vitale e Santa Valeria, tutti originari di Milano e uccisi in questa terra o nel nord Italia (Ravenna). Molto più probabile che
l'autore si riferisse a San Servazio, che effettivamente fu vescovo di Tongres della diocesi di Liegi, attraversata dal fiume Mosa. Che fu moglie di Alfeo
638 In F: Sorge. In T: a Tret sour Mouse = a Tret sopra Mosa. In B.Giamboni ed in Sp: ...di sopra lo verceri d'Egitto. Sp aggiunge: in una grotta del monastero. (Con questa lezione
concorda con F e T).
639 In T ed Sp solo: a Gerusalemme. In B.Giamboni solo: San Giovanni Battista. La lezione a testo è di F.
640 In T manca. F e B.Giamboni ed Sp concordano anche sul nome di Cleofa.
641 T e B.Giamboni aggiungono: ….et Marie sa fille espousa Joseph frere Cleophas. = e Maria sua figlia, sposò Giuseppe fratello di Cleofa.
642 In B.Giamboni: …. ch'è la sua festa per calende di maggio, e Giosef, e Simone, e Tadeo. Per ciò dicono li vangelisti Jacopo Alfeo, cioè figluolo d'Alfeo, e la sua madre è
appellata Maria di Iacopo, per ciò che ella è sua madre. Altresì là fu appellata madre di Giosef, e tutto questo avvenne per diversità delli vangelii. In Sp: ...nacque un'altra Maria,
da cui nacque Santiago Alfeo e Giuseppe e per ciò la scrittura lo chiama Santiago l'Alfeo che quiere dire il figlio di Alfeoe sua madre è chiamata Maria di Santiago, perché essa
fu sua madre ed inoltre è così chiamata madre di Giuseppe e per la diversità degli evangeli.
643 T titola solo: De la mer Dieu = Della madre di Dio.In Sp: Del parentado di Maria Madre di Dio. In B.Giamboni: Della prima santa Maria madre di Cristo. Preferibile il titolo di
F, messo a testo.
644 In B.Giamboni: ...e donna, e chiarezza, e luminare.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
avanti645. *Molti646 dicono che *Maria647 la madre di Dio,
morì con il corpo, nel mondo e dicono questo, perché
Simeone disse a lei: “Il coltello passerà la tua anima”. Ma si
dubita di quale coltello dicesse, se un coltello di ferro o la
parola di Dio, che taglia più di altro coltello. Ma a dire il
vero, la Scrittura *testimonia 648 la sua morte, con il coltello o
in un’altra maniera, sebbene *non si trovi niente nel suo
sepolcro649.
66. *San650 Giovanni Battista.
Elisabetta cugina di Maria, ebbe da Zaccaria suo marito, un
figlio di nome Giovanni che fu annunciatore di Gesù Cristo e
la fine dei profeti. Profetizzò Dio prima che nascesse e lo
salutò dentro il ventre di sua madre. *Riconobbe Gesù
*Cristo651 dalla colomba e lo mostrò col dito 652. *Egli stesso
lo battezzò e per questo è chiamato Giovanni Battista. I suoi
vestiti furono di lana di cammello e abitò in eremitaggio e nel
deserto. E alla fine il re Erode lo mise in carcere, perché lo
biasimava per la moglie di suo fratello, che aveva preso come
*moglie653. E la figlia Erodia domandò un giorno al re, che le
donasse il capo di *Giovanni Battista654 ed egli così fece.
Fece decollare *Giovanni655 e presentò il capo a sua madre.
Poi fu sepolto a Sebastia, una città della Palestina, un tempo
chiamata Samaria. Erode, figlio di Antipatore, la chiamava
Augusta in greco, per riverenza di Cesare Augusto,
l'imperatore di Roma656.
67. San Giacomo *Alfeo657.
Giacomo Alfeo fu figlio della seconda Maria, sorella della
madre di *Dio658 e per questo è chiamato fratello di *Dio 659. E
il suo *nome660 significa Giusto e così lo ebbe qualche volta
per soprannome. *Giacomo scrisse un’epistola alle dodici
645 In B.Giamboni: ….che Elisabetta sua cognata era pregna di sei mesi, e che ella avrebbe figliuolo. L'angelo disse tali parole d'Elisabett, perché la nostra Donna si maravigliò,
perchè non avea cognosciuto uomo, sì come ella medesima disse all'angelo. Ed Elisabet non aveva mai portati figluoili, che ella si assicurasse; e che ella credesse, che a Dio non
è impossibile nulla cosa. Ed a queste parole la nostra Donna credette veracemente, e si umiliò molto forte. E rispose all'angelo e disse, che era ancilla di Dio, e che fosse di lei
secondo la sua parola. E sappiate che la nostra Donnaì al secolo corporalmente, e portaronla gli Apostoli a seppellire nella valle di Giosafat facendo sì grandi li canti li angioli in
cielo, che non si potrebbe né dire né contare, e quel canto udirono li Apostoli, e molti altri per lo universo mondo. Ma poi ch'ella fu seppellita, al terzo dì, li Apostoli non vi
trovaro il il corpo suo. Onde dovemo credere, che Domenedio la resuscitò, ed è con lui nella gloria del paradiso.
646 F e T aggiungono: home = uomini. In Sp manca. Da preferire l'emendamento.
647 T aggiunge: Sainte = Santa.
648 T aggiunge: non = non.
649 In T: …l’en trueve sa sepulture dans la valee Josaphat = ….la sua sepoltura si trovi nella vallata di Josafat.. In Sp: ….commo quier que non falla ombre o sea su sepultura. =
...sebbene si pensi che nessuno si sbagli dove sia la sua sepoltura.
650 In T manca. Gli altri mss. concordano.
651 In T manca.
652 In B.Giamboni: Egli mostrò Cristo a dito e disse, ch'egli era agnello l'agnello di Dio che tolleva il peccato del mondo.
653 Sp aggiunge: ..E quando sua figlia Erodia ballò davanti a lui, lo pregò tanto che [lui] disse di domandare tutto quello glielo avrebbe dato, anche se gli avesse chiesto la metà del
suo regno. E la ragazza dietro comando di sua madre gli chiese la testa di San Giovanni e il re gliela diede e la ragazza la portò a sua madre.
654 In T la frase è la seguente: Et Erodia la fille au roi pria son pere, un jour k’il estoit yvres, k’il li donast le chief Jehan = Ed Erodia, la figlia del re, pregò suo padre, un giorno che
era ebbro, che le donasse il capo di Giovanni.
655 In T manca.
656 Qui B.Giamboni inserisce una lunga interpolazione come segue. …..Egli mostrò Cristo a dito e disse, ch'egli era l'agnello di Dio che tolleva il peccato del mondo. Egli il
conobbe quand'egli il battezzò, quand'egli disse: come t'oserò io toccare la testa con le mie mani? Egli vide la colomba bianca sopra la sua testa, allora ch'egli lo battezzò. Egli udì
la voce di Dio padre, che testimoniò, come egli era lo suo diretto figliuolo; sì come l'evangelo lo dice apertamente. Egli menò la più aspra vita, che giammai menasse uomo,
ch'egli andava vestito di panno di pelo di cammello; e mangiava mele selvatiche e locuste, e abitava nel diserto, e andava predicando lo battesimo e la penitenza. Ma Erode re,
che ancora era re di quel paese per li Romani, se 'l prese e miselo in carcere, perciò ch'egli lo riprese della moglie del suo frate Filippo, cui egli teneva carnalmente. Un giorno la
figluola di questo Erode ballava dinanzi a questo Erode suo padre, e fece assai giuoco e sollazzo. Or piacque tanto a Erode, ch'egli disse: se tu dimanderai eziandio la metà del
mio reame, sì l'avrai. Allora ella lo disse alla madre, ed ella, che odiava Giovanni Bttista perché aveva biasimato Erode, che la tenea contra ragione, sì disse: chiedi lo capo di
Giovanni, e portalo a me. Ed ella sì glie lo mandò immediatamente, che Erode sì glie lo tolse. E fu sepolto in Sebasta di Palestina, la quale città fu già appellata Sammaria, e
fecela Ercole, e Antipater la appellava Augusta in Greco, per reverenza di Cesare Augusto, che fu il secondo imperadore di Roma.
657 In T manca. In F ed Sp: Alfeo. B.Giamboni aggiunge: apostolo.
658 In B.Giamboni: Cristo.
659 In T: Dameldeu = Dominiddio. In B.Giamboni: Cristo.
660 In F e B.Giamboni: sournoms = soprannome. In T ed Sp: non = nome. B.Giamboni aggiunge ancora: ...ch'egli lo somegliava fortemente. B.Giamboni aggiungee ancora: Egli fu
vescovo di Ierusalem, e fu di sì alte virtudi, che a schiera andava il popolo per toccarli lo dosso; In sp il brano è identico con varianti linguistiche dello spagnolo antico, minime. Da
notare invece che ….il dosso...cioè il dorso della mano, il più diretto......le dita.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
linee, che erano disperse in diverse terre, per confortarle 661.
*Fu vescovo di Gerusalemme e fu di così alta virtù, che il
popolo andava *da lui662 come a schiere, per toccare le sue
vesti. *Alla fine i giudei gli fracassarono il capo con un
bastone massiccio663 e fu sepolto di lato al tempio. Per questo
dice la maggior parte, che Gerusalemme fu distrutta. *La
festa della sua nascita è il primo giorno di maggio664.
68. *San Giuda665.
Giuda fu fratello *di666 Giacomo, *perciò è chiamato Giuda
di Giacomo667 *e analogamente fu fratello di Dio 668. Andò a
predicare il vangelo in Mesopotamia e nel Ponto. Convertì le
genti crudeli e malvage. Fu sepolto in una città dell'Armenia,
che ha nome Eritone669, cinque giorni prima di Ognissanti.
69. *San Giovanni Evangelista670.
Giovanni Evangelista fu figlio di Zebedeo della terza Maria e
fu fratello di Giacomo. Il suo nome significa Grazia di Dio.
Giovanni l’evangelista, è raffigurato con aspetto *d’aquila 671,
perché superò tutti gli altri per altezza di vangelo e quando si
riposò sopra il petto di Gesù Cristo, vi bevve così come a una
sorgente *e questa era l'alta saggezzaa del vangelo672. Dio *lo
amò673 tanto, *che alla sua morte gli raccomandò sua
madre674. Quando fu *imprigionato675 nell'isola di Patmos,
fece un libro chiamato676 l'Apocalisse e dopo che l'imperatore
Domiziano *morì677, uscì di prigione e se ne andò a Efeso e là
*fece l'ultimo vangelo678. I suoi miracoli sono tali, che mutò
le *verghe679 di legno in fine oro. Fece diventare *pietre680 le
pietre *di una riva681. Resuscitò *una donna vedova682 con la
preghiera del popolo. Altresì resuscitò un giovane uomo che
era morto. Bevve veleno senza avere danno e resuscitò un
uomo che era morto di quello stesso veleno. E sappiate *che
Giovanni683 visse 99 anni. Allora entrò nella sua sepoltura e si
accucciò completamente vivo, così come nel suo letto. Ciò fu
67 anni dopo la passione di Gesù Cristo. Per questo dice la
maggior parte, che non morì affatto e che vive ancora, si
661 In T, Sp e B.Giamboni questa frase manca.
662 In T manca.
663 T sostituisce con: A la fin le lapiderent et le tuerent li juis = Alla fine, gli Giudei lo lapidarono e lo uccisero. Anche Sp concorda con questa lezione. In B.Giamboni: ...l'ccisono
crudelmente...
664 In B.Giamboni questa frase viene interpolata con questa aggiunta rispetto agli altri tre mss.: e da ivi è certo tempo vi vennero di Roma due imperadori Tito e Vespasiano, ch'era
l'uno padre, e l'altro figluolo, con grandissima gente, e assediaro Ierusalem quattro anni, e condusserli a tal fame, che la madre manicò il figliuolo, e alla fine li presero, e fecero di
loro grande uccisione, e grande strazio. Che sì come Iddio fu venduto trenta danari, così ne diedero ellino trenta a danaro. E la festa del suo nascimento, cioè della sua fine, chè la
fine de' santi è detta nascimento, fu per calende di maggio.
665 B.Giamboni titola: Di Giuda apostolo frate di Giacopo.
666 B.Giamboni aggiunge: ...questo...
667 In B.Giamboni: ..e chi lo chiama Tadeo.
668 In B.Giamboni la frase è preceduta da: Egli fu de' dodici apostoli...
669 B.Giamboni fa precedere questa frase sa: ...e alla fine fu martoriato, e ucciso, e poi fu seppellito nella città di Ninive, che ha nome Ericon....
670 B.Giamboni titola: Di Santo Giovanni apostolo e vangelista. T, F ed Sp concordano nella lezione a testo.
671 In B.Giamboni: d'angelo. In T, F ed Sp: d'aquila.
672 In Sp: ...la alteza y la soltiudat de los evangelios.. In B.Giamboni: ...della divinità di Dio, e della sottigliezza del vangelo.
673 T aggiunge: l’eslut = lo elesse (lo preferì). Sp aggiunge: escogio = lo ascoltò.
674 In B.Giamboni: ...che in fra gli altri discepoli raccomandò a lui solo la madre sua quando egli pendea in su la croce inchiavellato.
675 In B.Giamboni: scacciato.
676 Sp e B.Giamboni aggiungono questa lezione, che viene accoltta, perché conferisce una maggior precisione al testo.
677 B.Giamboni aggiunge: ..quegli che lui iscacciò...
678 In T: l...et la le derrenier fist il evangile. = e là fece in ultimo, il vangelo. In F: desreina = narrò (al posto di fist). In B.Giamboni: dirertano vangelo. In Sp: postremero evangelio.
679 B.Giamboni aggiunge: del bosco. Sp aggiunge: del monte.
680 Sp aggiunge: perlas.
681 B.Giamboni aggiunge: dell'acqua corrente. Sp aggiunge: del fiume.
682 B.Giamboni aggiunge: ch'era morta.
683 B.Giamboni sostituisce con: ch'egli.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
riposa e dorme là dentro, perché si vede chiaramente e
sempre, scrollare la terra da sotto il sepolcro e muovere in
alto e la polvere bollire, così come *per il respiro di un uomo
che sia684 dentro. Perché sappiate che si accucciò in questa
maniera, presso Efeso, sei giorni prima del nuovo anno, *cioè
l'indomani685 della nascita di Gesù Cristo.
70. San Giacomo *Zebedeo686.
*Giacomo figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni687
*l’Evangelista688, *fu nell’ordine, il quarto dei discepoli689.
*Questo san Giacomo fu segretario di Nostro Signore, perché
fu [presente] alla trasfigurazione, nel resuscitare la figlia di
un giudeo.690 Predicò il Vangelo, in Spagna e nelle parti di
Occidente. Poi Erode *il Tetrarca691, lo fece uccidere con un
coltello, *otto692 giorni prima delle calende di agosto.
71. *San Pietro693.
Pietro ebbe *due694 nomi, perché ebbe nome di Simone Pietro
e di *Simone Bargiona695. E Simone vale altrettanto a dire
come Obbediente, perché obbedì a Dio, allorché disse:
“*Seguimi, ti farò pescatore d'uomini. Egli subito lasciò le
reti e lo seguì696.”. Pietro vale altrettanto a dire come
Conoscente, perché conobbe Dio quando disse: “Tu sei
Cristo figlio del Dio vivente”. Nacque in Galilea, in una città
che ha nome Betsaida. È il fondamento della pietra della
Chiesa, a cui Dio disse: “*Tu sei Pietro e697 sopra questa
pietra fonderai la Chiesa”. È il principe degli apostoli. Fu il
primo confessore e discepolo di Gesù Cristo. Tiene le chiavi
del cielo. *Predicò il vangelo nel Ponto, in Cappadocia, a
Galata, in Bitinia, in Asia ed in Italia 698. Andò dappertutto,
attraverso il mare, *con i suoi piedi 699. *Guariva i malati700
con la sua ombra, quando passava vicino a quelli. *Resuscitò
una vedova morta701. Fece inghiottire dalla terra, Anania e
*Safira702. Fece ricadere sulla Terra, Simone Mago, *che
andava salendo verso il cielo703. Tenne l’ufficio *di
apostolo704 *sette705 anni in Antiochia *e 25 anni a Roma 706.
684 In T tutto al plurale.
685 In Sp: il secondo giorno. In B.Giamboni: E sappiate ch'egli si coricò in questa maniera che 'l conto ha divisato. La festa sua si è a' dì sei presso ad anno nuovo. Cioè due dì dopo
la nativitade di Cristo Gesù.
686 F ed Sp aggiungono: Zebedeo. B.Giamboni: Zebedeo apostolo.
687 B.Giamboni aggiunge: ...di cui detto di sopra.
688 In T ed Sp manca. In B.Giamboni manca.
689 In B.Giamboni: ...e fu anche de' dodici apostoli.
690 Sp sostituisce con: ..e scrisse le epistole ai dodici lignaggiche sono nella diffusione delle genti. Anche B.Giamboni sostituisce con: Egli scrisse le epistole alli dodici lignaggi,
che sono nella diversità del mondo.
691 In Sp: il molto crudele. In B.Giamboni: crudelissimo.
692 In B.Giamboni: sette.
693 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
694 In F: divers = diversi. T, Sp e B.Giamboni concordano su: due.
695 In T ed Sp manca.
696 B.Giamboni aggiunge questo tronco di frase che qui si mette a testo in lingua italiana moderna e che conferisce significato alla sola espressione “Seguimi”, presente in maniera
isolata, così come si comprenderà facilmente: seguiscimi, io ti farò pescatore d'uomini, egli tanto tosto lassò le reti, e seguì lui.
697 In Sp: Tu sei pietra... In B.Giamboni manca.
698 B.Giamboni aggiunge o emenda: Egli tiene le chiavi del cielo, quando il nostro Signoreli disse: io ti darò le chiavi del cielo; chè colui che tu ligarai in terra, sarà ligato in cielo, e
colui che tu iscioglierai in terra, sarà sciolto in cielo. Egli predicò lo vangelo in Mesopotamia, in in Galilea, in Bitinia, in Asia e in Italia.
699 B.Giamboni aggiunge: ...come per terra.....
700 In T: Il resuscita les mors….. = Resuscitò i morti….. Così concordano anche Sp e B.Giamboni.
701 B.Giamboni aggiunge: Egli risuscitò un fanciullo ch'era stato morto di quattordici anni passati.
702 In Sp: e sua sorella...In B.Giamboni mancano tutte e due le lezioni.
703 In B.Giamboni: che'l portavano li diavoli per suo incantamento verso lo cielo.
704 In B.Giamboni: ..del pontificato...
705 In T ed Sp: viii = otto. Il calcolo è piuttosto incerto.
706 In B.Giamboni: ...e venticinque anni fu sommo pontefice in Roma.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Ma alla fine l'imperatore Nerone lo fece crocifiggere con il
capo in giù e i piedi in su e questo fu *36 707 anni dopo la
passione di Gesù Cristo, *due giorni708 prima della fine *di
giugno 709 e fu sepolto a Roma verso il sol levante.
72. *San Paolo710.
Paolo significa Meraviglioso e prima aveva nome di Saulo.
Fu angelo degli uomini e avvocato dei giudei. Quando Dio lo
chiamò, cadde a terra e perse la vista degli occhi, ma vide *la
verità711 di Dio. *Si alzò e recuperò la vista 712. E così come
era persecutore della Chiesa, divenne poi vassallo per
elezione. Fu il più giovane tra gli apostoli, ma a predicare fu
il primo e *sovrano713. Nacque in Giudea, dalla linea di
Beniamino e fu battezzato il secondo *anno714 dopo
l'ascensione di Gesù Cristo. Predicò da Gerusalemme fino in
Spagna e in tutta l’Italia e a quelli fece conoscere il nome di
Dio, poiché non lo conoscevano. *Le sue meraviglie 715 sono
tali, che fu portato fino *al terzo716 cielo. Resuscitò un
bambino morto. *Fece accecare un mago, perché aveva lo
spirito maligno del diavolo717. Sanò uno *storpio718. Non
temette il morso *della vipera719, anzi l'arse nel fuoco. Sanò
con le sue orazioni il padre *Publio720, dalle febbri che
*aveva721. *Per722 Dio, soffrì la fame, *la sete723 *e724 dimorò
nel profondo del *mare725, un giorno e una notte. Sopportò la
rabbia delle bestie selvagge, *molte ferite 726 e i tormenti del
carcere. I giudei lo tradirono e lapidarono a morte. Fu
incatenato in una prigione, *da cui fu slegato per un
terremoto727. Alla fine l'imperatore Nerone lo fece decapitare,
il giorno in cui San Pietro fu crocifisso.
73. *Sant'Andrea728.
Andrea significa in greco *Nobile di cuore729. Fu secondo fra
gli apostoli e predicò in *Scizia730 e in Acaia, dove fu
crocifisso, quando ebbe fatto *molte meraviglie 731. Morì
707 In T, Sp e B.Giamboni: xxxviii = trentotto. I pareri sono discordanti anche oggi. Si ritiene che la data del suo martirio sia tra il 64 e il 67 d.C. I calcoli sono incerti.
708 B.Giamboni aggiunge: ..e due giorni ed uno mese....
709 T ed Sp aggiungono: du mois = del mese.
710 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
711 In B.Giamboni: la volontà di Dio e la verità.
712 In B.Giamboni: Egli per volontà di Dio riebbe la sua vista.
713 In Sp: ..il migliore di tutti.
714 In B.Giamboni: ...due dì dopo... Gli altri mss. concordano su: anno. La storia e la vita di Paolo di Tarso, narrano della sua conversione e del suo battesimomentre si trovava sulla
via tra Gerusalemme e Damasco, intorno al 35 d.C. Se Gesù Cristo è morto all'età di 33 anni, l'interpretazione più esatta è la lezione “secondo anno”.
715 Sp aggiunge: I suoi miracoli e....
716 In T: haut = alto. In B.Giamboni la frase si presenta così: Lo nostro Signore gli mostrò grande partita del suo segreto, ch'egli fu portato infino al terzo cielo. E dice che vide tali
cose, che non è convenevole a parlarle agli uomini.
717 In T le due frasi sono separate: Il fist avugler i. mague. Il fist devenir mut l’esperit du diable. In Sp: ...fece accecare un mago incantatore e guarì i dannati... In B.Giamboni: Egli
fece avocolare, o ver parlare una imagine. Egli liberò molti uomini e femine, li quali erano indemoniati. Egli sanò Busil. In Sp: ...e guarì gli indemoniatie sanò uno storpio
718 In T: les boçus = le ulcere. In F: clopin = storpio. Si vedano nelle note successive le lezioni di Sp e B.Giamboni.
719 In Sp: ..del serpente che è chiamato vipera...
720 In B.Giamboni: di Busil. In Sp: dello storpio.
721 B.Giamboni aggiunge: Egli convertiò alla fede cristiana uno grande filosofo in Grecia, lo quale avea nome Dioniso, che fu poi martoriato in Francia predicando ed esaltndo il
nome di Gesù Cristo.
722 T aggiunge: le non = il nome.
723 T aggiunge: froit, nuece = freddo , nudità.
724 Sp aggiunge: ...e il freddo.. In B.Giamboni: e nuditade.
725 Sp aggiunge: ..e nuotò...
726 In B.Giamboni: ...molti freddi...
727 In Sp: ..da cui si slegò, scappò e scese da un muro... In B.Giamboni: ...ond'egli fu deliberato, e messo fuori del muro in una sporta.
728 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
729 In T ed Sp: bello. In B.Giamboni: ...quanto bello e fortezza. In F: Barnajous. Un titolo riservato ai baroni ed in senso lato, ai potenti. Qualità di un barone, valore, curaggio,
nobiltà e franchezza di cuore, saggezza. (Gdfr. I, pag. 587). Le qualità tipiche della cavalleria medioevale.
730 In B.Giamboni manca.
731 In Sp: molti miracoli e molte meraviglie. In B.Giamboni solo: molti miracoli. In F e T solo: molte meraviglie. B.Giamboni aggiunge: come è di morti suscitare, e d'altre
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
l'ultimo giorno di novembre. La sua sepoltura si trova a
Patrasso, dove morì.
74. *San Filippo732.
Filippo significa Bocca di lampada. Nacque in quella stessa
città in cui nacque Pietro e predicò in *Gallia 733, vicino al
mare Oceano. Alla fine fu lapidato e crocifisso a Gerapoli,
una città che si trova in *Frigia734, dove morì il primo giorno
di maggio e fu sepolto con *i suoi figli735.
75. *San Tommaso736.
Tommaso significa Abisso ed ebbe per soprannome Didimo,
come dire *Dubbioso, perché dubitò della resurrezione 737 di
Gesù Cristo, fino a tanto che ficcò la sua mano dentro le
piaghe. E predicò in *Partia, in Media, in Persia, in Ircania e
in India verso Oriente738. Alla fine fu ferito con *gladii739 e
lance, tanto che morì *11740 giorni prima della fine di
dicembre, in una città dell'India che aveva nome Calamia. Là
fu *seppellito741 con onore.
76. *San Bartolomeo742.
Bartolomeo predicò *tra i giudei743 e tradusse il vangelo *di
Matteo nella loro lingua744. *Alla fine fu scorticato dai
barbari745 nella *grande746 India, nella città di Albanopoli e
poi per comando *di un re straniero747, gli fu mozzata la testa
*sette748 giorni prima della fine di agosto.
77. *San Matteo749.
Matteo fu apostolo ed evangelista ed ebbe per soprannome
Levi. Fece i suoi vangeli in Giudea e poi predicò in
Macedonia. Sopportò il martirio nella Persia e fu *interrato 750
nei Monti dei Pastori, dieci giorni prima della fine di
settembre.
78. *San Mattia751.
infermitade sanare, che sarebbe lungo a contarlo.
732 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
733 In F: Galilea. In B.Giamboni: Egli predicò da Galilea, infino entro al mare Oceano.
734 In B.Giamboni: Africa.
735 In B.Giamboni al singolare.
736 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
737 In B.Giamboni: dottante, o ver gemello, ch'egli dottò, e temè della resurrezione....
738 In B.Gianboni: India, in Media, in Persia, ed in Media e in Giudea verso Oriente.
739 In B.Giamboni manca.
740 In Sp: nove. In B.Giamboni: 'l secondo dì all'uscita di decembre.....
741 In B.Giamboni: ...per li cristiani....
742 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
743 In Sp: ...in terra d'India...
744 In B.Giamboni: ...di greco in loro lingua....
745 In B.Giamboni: ..ed alla fine fu scorticato per la grande invidia delli barbari. (Il capitolo termina qui).
746 In Sp manca.
747 In T ed Sp: du roi Astrages = del re Astrage.
748 In T: .vi. = sei. In F: vii. = sette. In Sp: quattro.
749 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
750 In Sp e B.Giamboni: morì. In F e T: enterrez = interrato.
751 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Mattia fu uno dei *72752 discepoli. Ma poi fu uno dei 12
apostoli, al posto di Giuda *Iscariota 753. Predicò in Giudea.
La festa della sua *natività754 è cinque giorni prima della fine
di febbraio.
79. *San Simone755.
Simone Zelota significa cananeo o possessione. Si pensa che
fosse simile a Pietro nella sapienza e nell'onore, perché tenne
la dignità in Egitto. E dopo la morte di Giacomo, il figlio di
Alfeo, fu vescovo di Gerusalemme. Alla fine fu crocifisso e il
suo corpo giace nel *Bosforo756. La festa della sua nascita è
quattro giorni prima di Ognissanti.
80. *San Luca757.
Luca evangelista, significa *medico o illuminante 758 e a dire
il vero, fu fisico e buon medico. *Nacque in Siria 759. *Seppe
bene la lingua della Grecia760 e alcuni dicono che fu proselita
e che non conosceva la lingua degli ebrei, ma fu discepolo di
*Paolo761 e gli tenne sempre compagnia. Morì all'età di *73 762
anni e fu seppellito in Bitinia, *14763 giorni prima di
Ognissanti. Ma le sue ossa furono portate a Costantinopoli, al
tempo dell'imperatore Costantino.
81. *San Marco764.
Marco l’evangelista significa grande. Fu figlio di Pietro nel
battesimo e fu suo discepolo. E per questo dice la
maggioranza, che il suo vangelo fu dettato dalla bocca di
Pietro. E dicono che si mozzò un grosso dito, perché non
voleva affatto che lo si facesse sacerdote e in tutta la fede
[cristiana], *fu il primo che ebbe sede di dignità in
Alessandria. Fondò per prima cosa la chiesa in Egitto e morì
al tempo di Nerone, sei giorni prima della fine di aprile765.
82. San Barnaba.
Barnaba, innanzitutto, aveva nome di Giuseppe che significa
fedele. Nacque *nell’isola766 di Cipro e tenne *l'apostolato 767
con Paolo, poi lo lasciò e andò predicando. La festa della sua
752 In T ed Sp: lxx = settanta. In F e B.Giamboni: settantadue. (Non è un errore di manoscritto, ma due diverse interpretazioni di Luca 10,1-20).
753 In B.Giamboni: traditore.
754 B.Giamboni omette.
755 T inverte l’ordine dei capitoli. Cap. 79: San Luca. Cap. 80: San Simone. B.Giamboni aggiunge: apostolo.
756 In B.Giamboni: Soffre. In Sp: Basofre. In T ed F: Bosofre.
757 B.Giamboni aggiunge: vangelista.
758 In Sp: fisico o lucente. In B.Giamboni: miradore o luminare. In T ed F: Mires ou Luisans = medico o lucdnte.
759 B.Giamboni aggiunge: tiranno di Antiochia.
760 In B.Giamboni: cittadino di Antiochia. Egli seppe bene translatare il vangelo di greco in latino.
761 B.Giamboni aggiunge: apostolo.
762 In B.Giamboni: ottantadue.
763 In Sp e B.Giamboni: tredici.
764 B.Giamboni aggiunge: evangelista.
765 In Sp: ….e e tuttavia fu il primo che ebbe sede di dignità in Alessandria. E fondò per prima cosa la Chiesa d'Egitto e morì al tempo di Nerone, sei giorni prima della fine di
aprile.
In B.Giamboni: …...in una chiesa d'Egitto, e ancor nel tempo di Nerone imperadore a' dì sei innanzi all'uscita d'aprile.
766 In F: isle. T sostituisce con: cité = città. Anche in Sp: città. B.Giamboni non cita alcunché.
767 Sp aggiunge: la dignità dell'...
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
nascita è *13768 giorni prima dell'inizio di giugno.
83. *San Timoteo769.
Timoteo fu il secondo discepolo di Paolo, *perché lo
condusse con sé dalla sua infanzia e lo battezzò. Mantenne la
verginità e la castità770. Nacque nella città di Listra e fu
sepolto a Efeso, dieci giorni prima della fine di agosto.
84. *San Tito771.
Tito fu discepolo di Paolo e suo figlio nel battesimo. Nacque
in Grecia. Solo lui fu circonciso *dopo l'evangelo 772,
attraverso le mani di Paolo stesso e *lo lasciò 773 per
distruggere gli idoli della Grecia e per edificare le chiese. Là
morì e fu seppellito in *pace774.
85. *Il nuovo Testamento775.
Ora vi ho *nominato776 i maestri del nuovo Testamento. E
sappiate che i quattro vangeli furono fatti dai quattro
evangelisti. Paolo elaborò *e scrisse777 le sue epistole, di cui
ne inviò *dieci778 *a certe contrade e città779, le altre ai suoi
discepoli, cioè a Timoteo, a Tito e a Filemone. Ma di quelle
che inviò agli ebrei, i latini sono in disaccordo, perché gli uni
dicono che le fece Barnaba e gli altri dicono Clemente. Pietro
fece due epistole a nome suo. Giacomo fece la sua. Giovanni
fece tre epistole, ma molti dicono che un sacerdote di nome
Giovanni, ne fece *due780. *Giuda fece la sua781. Luca
evangelista scrisse le vite degli apostoli, secondo quello che
vide o che udì. Giovanni scrisse l’Apocalisse quando era *n
prigione782 e ognuno di loro scrisse per *divina783 ispirazione
*e così misero in ordine i comandamenti 784, secondo come
noi dobbiamo vivere. E sappiate che i comandamenti della
*legge785 sono dieci, di cui il primo dice, *ama e temi un solo
Dio786. Il secondo dice, non *ricordare787 il nome di Dio
invano. *Il terzo dice, ricordati di santificare il sabato 788. Il
quarto dice, onora tuo padre e tua madre. Il quinto dice, non
768 In Sp: dodici. In F, T e B.Giamboni: tredici.
769 B.Giamboni aggiunge: discepolo di Santo Paulo.
770 In T manca. Sia F che Sp e B.Giamboni aggiungono questa parte, con la sola differenza che in quest'ultimo non è citata la: castità.
771 In F e B.Giamboni manca. Quest'ultimo aggiunge: discepolo di santo Paulo.
772 In B.Giamboni manca.
773 Sp aggiunge in questo punto contrariamente a F, T e B.Giamboni: in Grecia.
774 In T: pés = pace. F, Sp e B.Giamboni riportano: Persia. (Sappiamo che fu sepolto a Gortyna nell'isola di Creta, dove ancor oggi si trovano le sue reliquie).
775 In T ed Sp: Des dis commandemens de la loi = La legge dei dieci comandamenti. F e B.Giamboni hanno lo stesso titolo: De' libri del Testamento Nuovo.
776 In F: udito. In B.Giamboni: contato.
777 In B.Giamboni manca.
778 In T, Sp e B.Giamboni: sette. In F: dieci. (Comunemente sono ritenute tredici le lettere di Paolo, scritte in greco. Tradizionalmente sono considerate redatte tra gli anni cinquanta
e sessanta, durante il suo ministero itinerante e la prigionia a Cesarea e/o Roma. In epoca contemporanea, sono stati sollevati dubbi circa l'autenticità di alcune di queste lettere). La
questione solleva diversi problemi anche per quanto riguarda la scelta della lezione più veritiera. Ad ogni modo si sceglie la lezione di F, perché con la somma dei discepoli di Paolo,
fanno tredici lettere.
779 In B.Giamboni: ..a certe contrade e città. In T, F ed Sp; chiese. (Sappiamo che effettivamente Paolo inviò le lettere alle comunità da lui visitate).
780 B.Giamboni aggiunge: di quelle tre.
781 B.Giamboni aggiunge e precisa: ...ma non intendete Giuda Scariotto traditore, anzi fu Giuda fratello di Iacopo Alfeo.
782 B.Giamboni sostituisce con: nell'isola di Patmos.
783 In B.Giamboni manca.
784 T aggiunge: x. = dieci. In B.Giamboni manca.
785 B.Giamboni aggiunge: che Iddio diè a Moses...
786 In Sp: ama e servi un solo Signore. In B.Giamboni: amate un solo Dio.
787 F, T ed Sp hanno la variante dal significato identico: reçois, recoi, recibiras che significa :accogliere. B.Giamboni ha: ricordare. L'errore è comune ai tre mss. precedenti, in
quanto accoglier risulta in questo caso, di uso e significato molto difficile.
788 In B.Giamboni: Lo terzo dice: sacrifica lo dì di Dio, ciò s'intende guardare e onorare lo dì della domenica.Gli altri mss. riportano sabato.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
fare adulterio. Il sesto dice, non uccidere. Il settimo dice, non
rubare. L'ottavo dice, non portare falso testimone. Il nono
dice, non desiderare le cose del tuo prossimo. Il decimo dice,
non desiderare la moglie del tuo vicino. E sebbene siano
divisi in dieci parti, *li si potrebbe comprendere789 tutti
attraverso due solamente, cioè ama Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua *anima790, con tutta la tua virtù e ama il tuo
prossimo così come te stesso. Due comandamenti sono la
somma e non di più, *di tutti e dieci791, perché in essi sono la
legge e le profezie. Un altro comandamento si trova nella
Scrittura e *da solo792 comprende tutti e dieci, cioè lasciate il
male e fate il bene. Un altro è simile a questo che dice, ciò
che non vuoi *sia fatto793 a te, non lo fare agli altri. Ma qui
tace *il raccontoe794 della vita dei padri *dell'uno e dell'altro
Testamento795 e tornerà alla materia propria, là dove la lasciò,
di Giulio Cesare, di Ottaviano e *delle loro vite796, i quali
furono i primi imperatori di Roma.
86. Come iniziò la *nuova797 legge.
*Qui avanti la narrazione dice798 che, *Nostro Signore Gesù
Cristo799 nacque in *questo mondo, per riabilitare l'umano
lignaggio800, al tempo di Ottaviano imperatore di Roma. E
sappiate che il primo anno della sua nascita, i tre re lo
vennero ad adorare e il *terzo 801 furono decollati i piccoli
bambini innocenti. *Al settimo anno d'età802, ritornò in Egitto
con sua madre e Giuseppe, che ve lo portarono per paura di
Erode803. Al dodicesimo anno di età, *sedette804 nel tempio di
Gerusalemme, dove dimostrò *la sua sapienza805, così che
*ognuno806 se ne meravigliava. A 30 anni fu battezzato e
allora cominciò a predicare la nuova legge, *la fede 807 e la
*retta808 conoscenza della santa trinità, cioè l'unità delle tre
persone, *del Padre che è dimostrato dalla potenza, del Figlio
che è dimostrato dalla sapienza, dello Spirito Santo che è
dimostrato dalla benevolenza809. Per questo dobbiamo credere
sapiente e tutta benevolente. E quando Nostro Signore ebbe
vissuto *32 anni810, fu messo a morte dai giudei per il
tradimento *di Giuda811, secondo quanto testimonia il
Vangelo. E così Nostro Signore Gesù Cristo, il primo
vescovo, apostolo, insegnante e maestro della *santa
789 B.Giamboni modifica: lo Nostro Signore Gesù Cristo li comprese in due solamente, quando disse nel vangelo ama lo tuo Iddio di tutto lo tuo cuore, di tutta la tua anima e di tutta
la tua mente. E questo è lo primo e 'l maggiore comandamento. Il secondo è: ama il prossimo come te medesimo. Epoi disse: in questi due comandamenti pende tutta la legge e
tutte le profezie.
790 In T: vie = vita. In F, Sp e B.Giamboni: anima.
791 T aggiunge: ….sans plus de toz .x. = ….e non di più, di tutti e dieci……
792 In T manca.
793 In T manca. Gli altri mss. concordano.
794 T, B.Giamboni ed Sp aggiungono: a parler = a (di) parlare.
795 In Sp: del Nuovo Testamento e del Vecchio. In B.Giamboni: ..del Nuovo Testamento e delli altri.
796 T ed Sp sostituiscono la lezione di F con: suo nipote. In B.Giamboni manca.
797 In T ed Sp: prima. In F e B.Giamboni: nuova.
798 In Sp: Dovete sapere.
799 T e B.Giamboni aggiungono: Jhesucris = Gesù Cristo.
800 Pn B.Giamboni: ...in questo secolo per ricompensare l'umana generazione della servitudine in che ella era delli demoni dell'inferno.
801 In T, Sp e B.Giamboni: terzo. In F: secondo.
802 In T manca. Sp ed F aggiungono questa lezione.
803 In B.Giamboni: ..e la nostra Donna con Giosef e col fanciullo beato sì si fuggiro di Betleem in Egitto, per paura d'Erode, che'l voleva uccidere, e quivi dimorò sette anni. Poi
morto Erode si tornaro a Nazaret, la cittade onde nostra Donna fu nata, e salutata dall'angelo Gabriele.
804 In F, B.Giamboni ed Sp: fu = fu. In T: sist.
805 Sp aggiunge: y su seso.
806 In B.Giamboni: li maestri del tempio se ne meravigliavano.
807 In T ed Sp: la giusta fede.
808 In T manca. In F ed Sp: la Sanya Trinità. B.Giamboni modifica parzialmente: ...la nuova legge alla diritta credenza, ed alla conoscenza della diritta e santa veritade.
809 In B.Giamboni: ..del Padre, del Figliuolo e dello Spirito santo. Al Padre è attribuita la potenza, al Figliuolo la sapienza, ed allo Spirito santo la benevolenza.
810 T aggiunge: et iii mois = e tre mesi. Sp e B.Giamboni aggiungono: e mezzo. F solo: trentadue.
811 B.Giamboni sostituisce con: del suo discepolo.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
cristianità812. E quando Nostro Signore *ritornò813 in cielo,
lasciò San Pietro, suo vicario, al posto suo e gli diede il
potere *di assolvere e di non assolvere814 in Terra. E così San
Pietro, resse quattro anni la *cattedra 815 e la dignità apostolica
nella parte d'Oriente, poi andò ad Antiochia dove fu vescovo
*sette816 anni. Dopo ciò andò a Roma dove predicò e mostrò
alle genti, la legge di Gesù Cristo e là fu vescovo e maestro di
*tutta la cristianità817, 25 anni, sette mesi e *sette818 giorni,
fino al tempo di Nerone che allora era imperatore *di
Roma819, il quale per la sua grande crudeltà lo fece
crocifiggere e fece decollare San Paolo, tutto in un giorno. E
quando Pietro dovette morire, ordinò a uno dei suoi discepoli
che aveva nome Clemente, di tenere la cattedra dopo di lui,
ma non la volle mai tenere, anzi *costrinse 820 Lino suo
sodale, che la resse tanto come vescovo e poi stabilì Cleto, il
quale la resse [per] tutta la sua vita. E quando ambedue
furono morti, Clemente stesso resse la cattedra e fu apostolo
di Roma. E ciò avvenne dopo la morte di Tito imperatore di
Roma, quello stesso che al tempo di suo padre Vespasiano
imperatore, il quale regnò dopo Nerone, aveva conquistato
Gerusalemme, catturati e uccisi i Giudei, *vendicò [così] la
morte di Gesù Cristo 40 anni dopo la passione821.
87. Come la cristianità si salvò, al tempo di Silvestro *e degli
altri papi822.
Poiché la natura non sopporta affatto che qualcuno, per
quanto sia grande, né di alta dignità, superi il giorno della sua
fine, convenne che i papi e gli imperatori di Roma morissero
e altri fossero messi al loro posto. E perché la legge dei
cristiani era ritornata, così che gli uni erano nel dubbio, gli
altri erano miscredenti, accadde molte volte che gli
imperatori e gli altri che governavano le città, facessero delle
grandi persecuzioni contro i cristiani e facessero soffrire loro
molti *tormenti823, fino al tempo *che Costantino il Grande824
fu imperatore e Silvestro fu vescovo e papa di Roma. *E
sappiate che prima di loro vi erano stati 35 imperatori dopo
Giulio Cesare e 33 papi dopo Gesù Cristo825. Ora accadde che
*Silvestro826, con un grande gruppo di cristiani, era in fuga
sopra un’alta montagna per sfuggire le persecuzioni e
l'imperatore Costantino, che era ammalato di lebbra, lo
mandò a cercare, perché per quel che si diceva di lui e dei
suoi antenati, voleva ascoltare il suo consiglio. E tanto andò
la cosa, che Silvestro lo battezzò secondo la *legge 827 dei
cristiani e lo mondò dalla sua lebbra. *Allora subito diventò
812 T sostituisce con: la sainte crestiene loi = la santa legge cristiana. In B.Giamboni: la santa legge e la santa scrittura.
813 In T: s’en ala = se ne andò. In F: s’en r’ala = ritornò. In Sp: salì. In B.Giamboni: andò.
814 In Sp: legare e assolvere. In B.Giamboni: di legare e sciogliere gli uomini e le femine.
815 In B.Giamboni: sedia pontificale.
816 In T ed Sp: viii. = otto. In F e B.Giamboni: sette. Resta incerto stabilirne l'esattezza.
817 In T manca. In F: tutta la cristianità. In Sp e B.Giamboni: di tutti i cristiani.
818 In T: viii = otto. In F, Sp e B.Giamboni: sette. (Difficile stabilire queste date. La tradizione attribuisce il vescovato a Pietro per circa trent'anni, dal 34 al 64 d.C., ma è incerta è la
data della sua morte tra il 64 ed il 67 d.C. In tal caso ci si affida alla lezione prevalente).
819 In T manca. In F, Sp e B.Giamboni è attestato.
820 In F: constituir = costituire. In T: constrainst = costrinse. In B.Giamboni: constituì. In Sp: constrinò = costrinse.
821 In B.Giamboni: ..e regnò dopo la passione di Cristo quarant'anni.
822 F ed Sp concordano con questa lezione. In T manca. In B.Giamboni: Come santa Chiesa innalzò al tempo di santo Silvestro.
823 B.Giamboni aggiunge: ...e duri.
824 In B.Giamboni: del buono Costantino imperadore.
825 B.Giamboni modifica parzialmente: E sappiate che dopo Cristo Gesù e dopo Giulio Cesare, infino a questo Costantino, erano stati trentacinque imperadori.
826 In B.Giamboni: papa Silvestro.
827 In T: foi = fede. In F ed Sp: legge. In B.Giamboni: fede.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
cristiano con tutti i suoi828. E per innalzare il nome di Gesù
Cristo, gratificò la santa chiesa e le donò tutte le dignità
imperiali e questo fu fatto nell'anno dall'incarnazione di Gesù
Cristo, *333829 e poco prima era stata già trovata la santa
croce. *Allora Costantino andò a Costantinopoli, chiamata
così per il suo nome, perché prima aveva nome Bisanzio e
resse l'impero della Grecia, che non sottomise affatto ai papi,
così come fece quello di Roma 830. E sappiate che le
persecuzioni dei cristiani durarono fino al tempo di Silvestro.
E per questo tutti i papi che prima di lui *sopportarono il
martirio per la fede831, furono santi. Ma quando l'imperatore
donò un così grande onore a Silvestro e ai pastori della santa
chiesa, tutte le persecuzioni finirono, ma allora cominciarono
gli errori degli eretici, che deviarono contro Silvestro, perché
molti imperatori dopo e molti dei re di Lombardia furono
corrotti dalla mala credenza, fino al tempo di Giustiniano
*che fu imperatore nell'anno 539 dall'incarnazione 832. Questo
Giustiniano fu di *senno833 molto grande. Abbreviò le leggi
del Codice e del Digesto, che prima erano in tanta confusione
e nessuno ne poteva venire a capo. Sebbene all'inizio fosse
nello [stesso] errore degli eretici, alla fine riconobbe il suo
errore con il consiglio di Agapito, che a quel tempo era papa
e allora la legge cristiana fu confermata e fu *condannata 834 la
fede degli *eretici835, secondo come si può vedere sui libri
delle leggi che fece. *Regnò *38836 anni. E sappiate che
prima di lui vi erano stati 16 imperatori di Roma, tra i quali
fu imperatore Costantino. E da Silvestro fino ad *Agapito 837,
furono 28 papi838.
88. Come la santa chiesa si espanse.
Da allora in avanti *il potere 839 della santa chiesa *crebbe840,
lontana e vicina, di qua e di là dal mare, fino al tempo di
Eraclio, che fu imperatore nell'anno *618841 dall'incarnazione
e regnò 31 anni fino al tempo di Costantino e di suo figlio,
che regnò dopo di lui. Perché al tempo di quelli, i saraceni di
Persia ebbero una grande forza contro i cristiani,
danneggiarono Gerusalemme, bruciarono le chiese,
trasportarono il fusto della Croce e condussero il patriarca e
molti altri in prigione. Ma alla fine, Eraclio stesso vi andò,
uccise il re di Persia e ricondusse i prigionieri, *la Croce 842 e
sottomise i persiani alla legge di Roma. E poi vi fu il
828 In B.Giamboni: E battezzato egli, tutti li suoi fecero il simigliante.
829 In T ed Sp: ventitrè. In F e B.Giamboni: trentatrè.
830 In B.Giamboni: Ed allora se n'andò Costantino in Grecia ad una ricca terra, che avea nome Bisanzio, e fecela più grande e migliore che non era. E volse che la fosse chiamata
Costantinopoli per lo suo nome. E tenne quello imperio che nol sottomise allìapostolico, sì come fece quello di Roma.
831 In B.Giamboni: sofferirono martirii e tormenti per mantenere la diritta fede.
832 In B.Giamboni manca. Gli altri mss. concordano. Gli storici al contrario, concordano con il 527 d.C. Come data della sua elezione ad imperatore.
833 T sostituisce con: sapience = sapienza. T aggiunge subito dopo: …..et de grant pooir, ki par son grant sens abrega…. = …..e di grande potere, che per il suo grande senno,
abrogò…… In B.Giamboni: che fu di molto senno e do grande avvedimento. In Sp: fu di gran potere che per il suo gran senno. In F: ..fu de mult grant sens.
834 In T: devee = proibita.
835 In B.Giamboni: miscredenti. T, F ed Sp confermano: eretici.
836 In Sp: trentacinque. In F, Sp e T: trentotto.
837 Sp aggiunge: ..fino a che Agapito fu Papa.
838 In B.Giamboni: Egli regnò trentaott'anni. E sappiate che innanzi lui erano stati diciassette imperadori in Roma, infino a Costantino che ne fu imperadore. E da Silvestro infino a
questo Agapito furono diciassette apostolici. Dalle fonti storiche sappiamo che fu il 25° papa da Silvestro e che rimase sul soglio papale solo dieci mesi. Tutti i mss. concordano
sui 28 papi.
839 In Sp: potere. In F, T e B.Giamboni: forza.
840 In T: essaucha = si innalzò.
841 In F, T ed Sp: seicentodiciotto: In B.Giamboni: settecentoventotto. Eraclio I nacque in Cappadocia nell'anno 575 d.C. E morì a Costantinopoli nell'anno 641 d.C. La lezione
prevalente è la più veritiera, ma non corrispondente alla lezione che fu imperatore per 51 anni. Infatti se così fosse stato, sarebbe morto nel 649 d.C. E non nel 645 d.C. Come
attesta la storiografia moderna.
842 In B.Giamboni: ...la Santa Croce ritornò in Ierusalem onoratamente...
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
malvagio predicatore di nome *Maometto843, che fu monaco,
il quale li ritrasse dalla *fede844 e li mise nell'errore.
89. Come fu imperatore *di Roma845, il re di Francia.
Ora avvenne, così come piacque a Nostro Signore, che la
santa chiesa innalzasse e crescesse di giorno in giorno, allo
stesso modo, per la forza e per il potere che fu acquisito al
tempo di *Silvestro846. Ma gli altri imperatori che furono
dopo Costantino, *non erano affatto così dolci, né così
bonari847 come fu [egli], anzi nascosero volentieri ciò che
Costantino aveva *dato848, quando ne ebbero il potere, ma
Dio non lo sopportò. E così gli imperatori erano sempre, gli
uni dopo gli altri, talvolta buoni e talvolta malvagi e
*tenevano l'uno e l'altro impero 849, fino al tempo di Leone
imperatore e Costantino suo figlio. *Questo imperatore prese
tutte le immagini delle chiese di Roma 850 e le portò a
Costantinopoli a dispetto *del papa851, le fece bruciare nel
fuoco e fece contro di lui una congiura, tra lui e *Teloforo 852
re dei Lombardi, perché *Stefano853, che era allora papa, li
scomunicò e gli tolse *la Puglia854 e stabilì che essa
appartenesse sempre alla santa chiesa. E quando vide che non
poteva durare a lungo contro di loro, se ne andò in Francia
dal buon Pipino, che allora era *re 855, consacrò lui e i suoi
figli ad essere sempre re di Francia e maledisse e scomunicò
tutti quelli che avessero fatto un re da una linea diversa di
quella di Pipino. Poi il re andò insieme al papa, con tutte le
sue armate in Lombardia e combatté contro *Teloforo 856,
tanto che lo vinse e gli fece chiedere perdono alla santa
chiesa, secondo come il papa e i suoi fratelli comandarono. E
attraverso il suo potere fu stabilita la necessità del regno di
Puglia e del patrimonio di San Pietro, in quella maniera che
*ritennero857. Ma quando Pipino ritornò nel suo paese, non
passò molto tempo che Costantino il figlio di Leone, quando
fu imperatore dopo la morte di suo padre, fece il peggio che
poté contro la *Chiesa858 di Roma e Desiderio re di
Lombardia, ricominciò *la guerra859, la più grande che aveva
mai fatto in vita sua suo padre Teloforo, tanto che il papa
Adriano pregò Carlo Magno figlio di Pipino, che allora era re
di Francia, finché venne in Italia, *vinse860 la città di Pavia
dove si trovava il *re861 e fece prigionieri Desiderio, sua
843 In F: Sergius = Sergio. In T, Sp e B.Giamboni: Maometto.
844 In Sp: legge. In F, T e B.Giamboni: fede.
845 In T manca.
846 In B.Giamboni: santo Silvestro papa. In Sp: Saint Silvestre.
847 In Sp: ...tan buenos nin de tan buen talente....... In B.Giamboni: ….non furono sì dolci, né sì di buon aere....
848 In F, Sp e B.Giamboni: dato. In T: fet = fatto..
849 B.Giamboni aggiunge: cioè quel di Roma e quello di Costantinopoli.
850 In T, F ed Sp: Questo imperatore prese tutte le immagini della Chiesa di Roma. In B.Giamboni: Quello Leone imperadore prese tutte le imagini delle chiese di Roma.... Ci si
attiene alla lezione di quest'ultimo, perché più aderente ai fatti concreti della storia.
851 Papa Gregorio II.
852 In T, F ed Sp riportano: Telofre. In B.Giamboni: Conlofre. Si tratta dell'esarca Eutichio, inviato da Leone III nel 727 d.C., che tentò una congiura nei confronti del papa Gregorio
II, nel contesto delle sommosse generate dall'iconoclastia dell'imperatore bizantino. La politica papale era volta al tratenimento dell'imperaatore bizantino vicino al papato e nello
stesso tempo di avere rapporti ancor più amichevoli con il regno longobardo. La lotta contro l'iconoclastia aveva scatenato le mire di potere sia dei bizantini che dei longobardi. Le
congiure ordite nei confronti del papa rientrano in questo scenario politico. Astolfo, il re contemporaneo, aveva esteso il proprio dominio a gran parte del territorio italiano, ma fu
rapidamente ridimensionato. Se i fatti coincidono, non coincidono i nomi, tranne nel caso del papa Stefano III.
853 In B.Giamboni: Stefano. In T ed F: Estiene. In Sp: Estevan. Si tratta del papa Stefano III.
854 B.Giamboni aggiunge: ..ed Italia.
855 F aggiunge: governerres = governatore. Sp aggiunge: senor = signore, sire In T e B.Giamboni manca. B.Giamboni aggiunge: di Francia.
856 Si tratta di Astolfo. La storia coincide non il nome.
857 B.Giamboni aggiunge: ...che il Papa e i suoi compagni...
858 B.Giamboni aggiunge: Santa.
859 Sp e B.Giamboni aggiungono: ..contro la Chiesa di Roma...
860 In T, Sp e B.Giamboni: vinse. In F: prese.
861 B.Giamboni aggiunge: d'Italia.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
moglie e i suoi bambini e fece giurare loro fedeltà alla santa
chiesa, poi li mandò in prigione in *Francia862. Ma Adalgiso
figlio del re Desiderio, fuggì per mare a Costantinopoli, dove
poi fece molte guerre. E quando Carlo ebbe conquistata tutta
la Lombardia e sottomessa a sé e alla santa chiesa tutta la
terra d'Italia, andò in gran trionfo a Roma. Là fu incoronato
imperatore dai romani e tenne la carica dell'impero per tutta
la sua vita. Poi ebbe molte grandi vittorie contro i saraceni e i
nemici della santa chiesa e sottomise al suo dominio,
*l’Alemagna863, *la Spagna864 e molti altri paesi. E quando
*papa Leone865, che divenne papa di Roma dopo la morte di
Adriano, fu esiliato dai Romani, Carlo lo ricondusse a Roma
nella sua carica e allora confermò ciò che *suo padre 866 aveva
fatto e stabilito, tutte le *faccende867 della santa chiesa,
dell'impero, del clero, dei laici e donò a monsignore San
Pietro, il ducato di Spoleto e Benevento. E dopo che ebbe
fatto questo e molte grandi e alte cose, trapassò dal mondo,
nell'anno *814868 dall'incarnazione. E sappiate che prima di
lui, vi erano stati 16 imperatori dal tempo di Giustiniano e 40
papi, da Agapito fino a questo *papa Leone869.
90. Come l'impero di Roma ritornò agli italiani.
In questa maniera, come il racconto ha esposto prima, fu
acquisita la dignità dell'impero *di Roma870 ai francesi e i
romani *la persero in tal maniera871, che poi non ebbero più il
potere che avevano avuto prima. E dopo che Carlo Magno
trapassò da questo mondo, fu re ed imperatore suo figlio
Lotario, il quale regnò 25 anni, poi morì e lasciò *tre 872 figli,
ma prima che morisse, prescrisse tra i suoi figli, che Carlo il
Calvo avesse il regno di Francia, che Lotario avesse l'impero
di Roma, che Pipino avesse l'Alemagna e *Aquitania 873. *Ora
avvenne che, quando Lotario ebbe il dominio dell'Impero e
vide la sua forza e il suo potere, ebbe come solo pensiero di
partire con tutte le armate italiane e di andare in Francia, per
conquistare il regno di suo padre. Passò i monti e *conquistò
le terre fino alla città874 di Reims875. Là trovò i suoi fratelli,
che gli venivano incontro con un così gran contorno di genti
e vide chiaramente che non le poteva vincere. E quando
riconobbe che il suo proponimento era fallimentare, si fece
monaco nell'abbazia di San Marco di Sassonia e lasciò
l'impero di Roma a suo figlio Lotario. Lotario visse nel suo
impero, due anni e quando morì non lasciò che una figlia, la
quale fu maritata al re di Puglia. Allora venne a Roma Carlo
il Calvo, il re di Francia e fu imperatore *un anno876. Ma
862 B.Giamboni aggiunge: ...e così fu preso Desiderio re di Lombardis da Carlomanno, come voi avete inteso di sopra.
863 In B.Giamboni manca.
864 In Sp manca.
865 T, Sp e B.Giamboni aggiungono: papa. In F manca.
866 B.Giamboni sostituisce con: i suoi passati (i suoi avi).
867 In Sp: dignità. In B.Giamboni: bisogni.
868 In Sp e B.Giamboni: ottocento ventitre. (Gli storici contemporanei confermano la data dell'ottocento quattordici).
869 In T manca. In F, sp e B.Giamboni: papa Leone. Si tratta del papa Leone III. Il computo è esatto.
870 T, Sp e B.Giamboni aggiungono: di Roma.
871 F, Sp e B.Giamboni aggiungono: la persero in tal maniera...
872 In T, Sp ed F: quattro. In B.Giamboni: tre.
873 In T, Sp ed F: e Aloi l'Aquitania. (Viene fatta confusione tra il nome di Aloi e Lotario, che sono la stessa persona). Viene adottata la lezione di B.Giamboni, che cita la sequenza
dei tre figli di Carlo Magno.
874 In T: venki = vinse….
875 In T ed F: Ora avvenne che, quando Lotario ebbe il dominio dell'Impero e vide la sua forza e il suo potere, partì con tutte le armate italiane, passò i monti e conquistò le terre
fino alla città di Reims. (La lezione che si adotta di Sp e B.Giamboni, è sostanzialmente identica e più fedele alla ricostruzione dei fatti).
876 In T: mains de ii ans = meno di due anni. In F, Sp e B.Giamboni: un anno.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
perché le guerre in Italia aumentarono in diverse maniere,
*Carlo il Calvo lasciò l’impero di Roma a Lotario il giovane,
che era figlio di sua nipote, la moglie del re di Puglia di cui la
storia ha parlato prima.877 E la maggior parte dice che un
angelo comandò all’ultimo re dei francesi, che fu imperatore,
di non occuparsi più dell'impero dei romani e che lo lasciasse
al giovane re di Puglia. Perciò vi fu una valida ragione,
*perché i francesi non aiutarono i romani 878, né difesero
l'Impero contro gli italiani, *né contro i malfattori879.
91. *L'imperatore Berengario880.
In tal maniera come vi ho detto, l'impero di Roma ritornò dai
francesi ai lombardi *nell'anno di grazia 902881, di cui il
giovane *Aloi fu il primo882 *e dopo di lui ve ne furono
cinque883 [imperatori], *uno dopo l’altro884. E ciò durò dopo
di lui, fino al tempo di Berengario e il figlio Alberto, che
furono gli ultimi *imperatori885 *lombardi886 e quando fu
apostolo Agapito, egli combatté molte volte contro i romani,
per mantenere i diritti della santa Chiesa. Ma dopo di lui fu
apostolo Giovanni, figlio di *quell’Alberto887 imperatore. E
sappiate che prima di lui, vi erano stati undici imperatori dal
tempo di Carlo Magno e quarantuno papi da Leone fino a
questo papa Giovanni. *E sappiate888 che quel Berengario fu
incoronato nell'anno di grazia *novecento quaranta 889 e
regnarono in Italia, lui e suo figlio Alberto, undici anni.
Quell'Alberto aveva un *figlio890, come chierico, di nome
Ottaviano. Tanto cercò di ottenere dai grandi maestri di
Roma, dopo la morte di Agapito il quale allora era papa, che
Ottaviano suo figlio fosse fatto papa e fu chiamato Giovanni.
Ora dicono i maestri che fecero la cronaca e che misero per
iscritto le storie di quel tempo, Berengario fu un tiranno
malvagio e crudele, verso Dio e verso il mondo e prese una
nobildonna che era stata la moglie dell'imperatore prima di
lui, Lotario, la mise in carcere e le fece tutte le diavolerie e le
crudeltà [che poté]. Alberto suo figlio, da un’altra parte,
faceva tutti i mali che mai poteva e Giovanni suo figlio, il
quale era papa, era molto più malvagio di suo padre e di suo
nonno. Furono guide e signori dalla parte della santa Chiesa e
dalla parte del mondo e allora crebbe male su male e crudeltà
su crudeltà.
877 T sostituisce con: ….et ke li empereour ki estoient françois n’aidoient mie les romains contre les lombars et contre les autres ki les damagoient sovent et menu, avint il ke par
sentence de romains la dignité de l’empire fu tolue as françois et revint as ytaliiens; dont li premiers fu Loys le joene, ki estoit fiz au roi de Puille et de sa feme, ki fu fille Loys, de
qui l’istore parole ce devant. =…….e gli imperatori che erano Francesi, non aiutavano affatto i Romani contro i Lombardi e contro gli altri che li danneggiavano sovente e volentieri,
avvenne che con una sentenza dei Romani, fu tolta ai Francesi la dignità dell'impero e ritornò agli italiani, di cui il primo fu Aloi il giovane che era figlio del re di Puglia e di sua
moglie, che fu figlia di Aloi, di cui la storia parla qui avanti.
878 F sostituisce con: ……..porce que li Francois n’aidoient à cels de l’Empire contre les Ytaliens. = perché i Francesi non aiutavano quelli dell’Impero contro gli Italiani.
879 In Sp ed in B.Giamboni manca. (Chi sono questi malfattori? Forse lombardi e bizantini?).
880 In Sp: Ora dirà della stessa questione. B.Giamboni fa un unico capitolo con il 90.
881 T aggiunge: en l’an de grace ixcc. et ii., = nell'anno di grazia novecentodue . Negli altri mss. manca.
882 Sp aggiunge: in quel tempo cominciò una divisione nell'impero, perché uno stava in Italia e l'altro in Alemagna.
883 In T manca. Su questa lezione concordano: Sp, F e B.Giamboni.
884 T aggiunge: A son tens comença une divisions en l’empire, car un en estoit empereour en Ytaile et un autre en Alemaigne. = Nel suo tempo cominciò una divisione nell'impero,
perché uno era imperatore in Italia e un altro nell'Alemagna. Sp e T concordano.
885 Sp aggiunge: naturales = naturali.
886 In B.Giamboni: italiani.
887 In T: Berengier = Berengario. In B.Giamboni ed F: Alberto. In Sp: Acely. (Una nota a pié di pagina del testo, riporta un: à celui = di quello. Poco dopo conferma figlio di
Alberto).
888 T ed F aggiungono da qui fino alla fine del capitolo 93, una parte di testo sostanziosa, che in Sp e B.Giamboni manca.
889 Le date non coincidono. Secondo gli storici moderni, Berengario fu re d'Italia dall'888 al 924 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 915 al 924.
890 In T: frere = fratello.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
92. *Ancora di questo stesso [argomento] e dei papi891.
Ora dice il racconto e i registri della santa Chiesa lo
testimoniano, che per la malvagità di Berengario, furono
inviati gli uomini saggi della santa Chiesa, del comune di
Roma e della campagna intorno, da *Ottone892 di Sassonia, il
quale era re di Alemagna, affinché li venisse ad aiutare
contro quel diavolo. E dunque venne in Italia con impeto e
vinse Berengario, lo cacciò fuori dalla [sua] terra, tolse dalla
prigione la nobildonna vedova, di cui la narrazione ha parlato
prima qui e la prese come moglie. Poi si accordò con
Berengario e gli rese completamente la Lombardia, tranne la
marca di Treviso, di Verona e di Aquileia, che non gli
restituì. E così Ottone ritornò in Alemagna e regnò a lungo
con grande autorità. Ora avvenne che Berengario e Alberto,
*suo figlio893, facevano del male, peggio *di quanto
solevano894 e il papa Giovanni, *che era suo figlio895,
pubblicamente aveva [molte] mogli e faceva ciò che voleva,
ma non ciò che doveva, per la cui cosa inviarono
segretamente a Ottone stesso, qualcuno dei cardinali e dei
saggi uomini di Roma, affinché venisse ad aiutare la Chiesa e
prendesse il governo dell'impero e della terra, *prima che
andasse distrutto896. E quando ebbe udito ciò, si mise in
cammino, venne in Lombardia, in Toscana ed entrò a Roma.
Fu ricevuto dappertutto con onore e fu incoronato re e
imperatore di Roma, nell'anno del Nostro Signore 955. Regnò
12 anni e fu il primo imperatore nato in Alemagna. E molte
volte ritornò a Roma per il bene dell'una e dell'altra terra. E
poiché papa Giovanni non volle abbandonare le *sue
malvage opere897 e ritornare a buona vita, fu deposto dalla sua
carica, *con l’accordo di tutto il clero e di tutti gli altri 898. Fu
eletto un altro [papa] che ebbe nome Leone. Questo papa
*Leone899 stabilì, con il consenso dei romani, che mai un
papa potesse essere fatto, né eletto, senza l'assenso degli
imperatori. Ora accadde una volta che l'imperatore Ottone era
andato in Alemagna, i romani consapevolmente elessero un
altro papa che aveva nome Benedetto e Leone fu tolto dal suo
ufficio. Così a quel tempo, vi furono tre papi viventi, cioè
Giovanni, Leone e Benedetto. Ma Benedetto non tenne
affatto la cattedra più di due mesi, perché l'imperatore tornò e
assediò Roma con tutta la sua armata, tanto che gli si rese *la
città e tutta la terra900. Leone fu ristabilito nella sua carica,
pacificò le genti e la campagna e se ne ritornò indietro in
Alemagna, conducendo con sé in Sassonia, papa Benedetto,
dove morì. L'altro papa Giovanni, trapassò da questo mondo,
senza pentimento e senza confessione. E l'imperatore ebbe da
sua moglie un figlio, che in maniera analoga di nome ebbe
Ottone e fu imperatore dopo di lui nell'anno di grazia 968. Fu
uomo saggio e valente, fece buone e grandi opere ed ebbe per
moglie, la figlia dell'imperatore di Costantinopoli, con cui
generò un figlio che ugualmente di nome ebbe Ottone terzo.
891 T titola: De l’empereor Octe. = Dell’imperatore Otto.
892 In T: Octe = Otto.
893 In T manca.
894 In T: ….ke devant = ….di prima…..
895 In T manca. Si riferisce al figlio di Alberto.
896 In T: ..ançois k’il le destruisist du tout. = ..prima che lo distruggesse del tutto.
897 In T: ses maus = i suoi mali.
898 In T: ….par la volonté de la clergié et de tous autres…..= ………per la volontà del clero e di tutti gli altri…..
899 In T manca.
900 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
E fu incoronato imperatore, dalle mani di papa Gregorio
quinto, nell'anno *di grazia901 989. Tenne la terra e l'impero,
bene e con valore, sebbene facesse molte persecuzioni contro
i romani. Poi trapassò da questo mondo, così come piacque
*a Nostro Signore benedetto e glorioso 902. Dopo fu eletto
Federico. Questo Federico fu un uomo valente e tenne i
lombardi con grandissima destrezza e distrusse la città di
Milano, la fece arare e seminare di sale. Ebbe una guerra con
*il papa903 Innocenzo terzo e lo cacciò da Roma. *Il papa 904 e
suo fratello fuggirono fino a Venezia. Là li assediò
l'imperatore e affamò la città di Venezia, in tal maniera che i
cittadini andarono dal papa e gli dissero che preferivano di
più che *andasse fuori905 dalla città, poiché morivano di fame.
Il papa e suo fratello, *quando ebbero udito ciò 906, si
rivestirono delle armi della santa Chiesa e si misero su un
*battello907 e andarono verso l'armata dell'imperatore. E
quando l'imperatore li vide, venne errando dal papa a
[chiedere] mercede. Si mise e si prostrò ai suoi piedi e il papa
gli pose un piede sopra la gola e disse: “Sopra l'aspide ed il
basilisco camminavi, il leone e il drago calpestavi”. E
l'imperatore rispose: “*Non tu, ma Cristo908”. “Io sono il suo
vicario”, disse il papa. E allora il papa gli comandò che
andasse in Terra Santa, per il suo misfatto. E andò là per la
terra, cadde dal suo cavallo in un piccolo fiume e annegò.
93. *In che modo l'impero ritornò agli alemanni909.
Poiché la grandezza e il dominio dell'impero di Roma, crebbe
e si innalzò sopra tutte le dignità dei cristiani e l'invidia
cresceva e generava *un odio mortale 910 tra i nobili
*lombardi911 e non vi era nessuno che si occupasse di
mantenere la cosa comune, *se non il principe d'Alemagna 912,
fu stabilito così come per necessità di pieno diritto, che il
principio e la scelta dell'impero fosse fatta da quelli che ne
erano difensori e guardiani, *in tal maniera che gli imperatori
fossero eletti per bontà e per prodezza, niente affatto per
eredità, così come era stato per i tre Ottone. E così accadde di
eleggere la superiorità dell'imperatore, dai sette principi di
Alemagna che erano ufficiali dell'impero, cioè l'arcivescovo
di Magonza, il quale era cancelliere in Alemagna, là dove era
*chiamata Germania. Il secondo era l'arcivescovo di Trevi,
cancelliere nella terra di qua, verso la Francia. Il terzo era
l'arcivescovo di Colonia, cancelliere in Italia. Il quarto era il
marchese di Brandeburgo, ciambellano dell'impero. Il quinto
era il paladino del re, che sarebbe il primo messo. Il sesto era
il duce di Sassonia, che portava la spada. Il settimo era il re di
Boemia, cantiniere dell'imperatore.913
901 In T: Nostre Seigneur = Nostro Signore.
902 In T: a Dieu glorieus et beneoit. = a Dio glorioso e benedetto.
903 In T: apostole = apostolo.
904 In T: apostole.
905 In F: vidast = vuotasse. In T: k’il alast hors. (Cfr. trad.).
906 In T manca.
907 In T: bac = traghetto.
908 In T: Non tu set Xpc = Tu non sei Xpc. (Poco chiaro il senso).
909 T titola: Comment li empires vint as Alemans. = In che modo l’impero addivenne agli Alemanni. B.Giamboni titola: Qui dice come l'impero di Roma venne a mano agli
Alemanni. Sp salta i capitoli fino al 99. Si mette a testo la lezione di F.
910 In T: maintes haines = molti odii. Qui si mette a testo la lezione di F che coincide con quella di B.Giamboni.
911 In B.Giamboni: d'Italia. In T, F e M.Giola: lombardi.
912 In B.Giamboni: sì furono istabiliti i principi di Lamagna come per diritta necessitde.....
913 B.Giamboni si discosta notevolmente: E così venne l'altezza di eleggere imperadori a sette principi di Lamagna. Onde uno ch'ebbe nome Otto, fu il primo scelto e coronato per li
Romani, correndo la incarnazione di Gesù Cristo novecentotrentasei anni. Onde v'ebbe poi tredici imperadori, insino al secondo Federico, che fu coronato per mano di Onorio
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
94. L'imperatore Enrico.
Dopo questo, fu eletto Enrico a re ed imperatore, nell'anno di
grazia 1203. E quando morì, Ottone fu eletto duce di
Sassonia ed ebbe una guerra con la santa Chiesa e combatté
contro Filippo re di Francia. Fu sconfitto e poi deposto dalla
santa Chiesa. Dopo ne fu re il secondo Federico, figlio
dell'imperatore Enrico e dell'imperatrice Costanza, che inoltre
era regina di Sicilia e di Puglia da parte di suo padre. Quel
Federico fu incoronato dalle mani di papa Onorato, nell'anno
di grazia *1220914. E sappiate che prima di questo papa
Onorato, vi erano stati cinquantadue papi da Giovanni, di cui
il racconto parla alla fine dei lombardi. E dal primo
imperatore di Roma, che fu *Giulio 915 Cesare, vi erano stati
fino a questo Federico, novantacinque imperatori e non di
più. E se Merlino o la Sibilla dicono la verità, nei loro libri si
trova che qui finisce la dignità imperiale, ma non so se questo
si deve dire solamente del loro lignaggio o degli alemanni o
se ciò si dice di tutti, allo stesso modo.
95. La grandezza di Federico.
Federico fu un uomo di cuore *nobile916, sopra tutti gli
uomini ed era meravigliosamente saggio, stratega, molto ben
istruito e sapeva tutte le lingue. Il suo cuore non badava ad
altra cosa, fuori che a essere sire e *sovrano 917 di tutto il
mondo. E sebbene avesse parecchie mogli e bambini da
giusto matrimonio, tuttavia andava con gentili donne del
paese e ne ebbe figli e figlie in gran quantità, che arrivarono a
gran onore e a gran potere. E pensava bene, per sé e per i suoi
figli, *che sorprendeva918 l'impero e tutta la Terra, in tal
maniera che essa non uscì mai dalla sua sottomissione. *Ma
si pensa una cosa e Dio ne pensa tutta un'altra 919 *e quando
vuole far girare un uomo920, gli toglie prima la vista *del
cuore921, cioè il suo senno e la sua *buona922 previdenza. E
vediamo apertamente ciò in questo imperatore, perché poco
dopo che fu incoronato e che la santa Chiesa gli ebbe fatto
tutti i beni che poté, sia prima che fosse in età e poi molto a
lungo dopo, egli si rivolse contro la santa Chiesa e contro i
suoi diritti, fece grandi danni e persecuzioni contro il papa e
contro tutto il clero. Per la qual cosa il papa Onorato, quello
papa, corrente la incarnazione milleduecentoventi anni. E sappiate che dinanzi a questo Onorio a Giovanni papa, si furono quarantadue papi, cioè di quel Giovanni di cui lo conto
parlò alla fine degl'imperadori italici. Questo Federico imperadore regnò quarantatre anni, e nel suo imperio fece briga con la santa Chiesa, tanto che egli fu iscomunicato per
sentenza dell'apostolico che allora era, e alla fine fu egli ispogliato della sua dignitade per sentenza di papa Innocenzio quarto, per comune consiglio del generale concilio. E
quando passò di questo secolo, siccome a Dio piacque, l'imperio vacò lungamente senza re e senza imperadore. E tutto avesse questo Federigo assai figliuoli madernali e bastardi,
che rimanesser dopo lui, non farà lo conto menzione se non d'uno, lo quale ebbe nome Manfredi, lo quale non fu legittimo. Questo Manfredi crebbe tanto, ch'ebbe il reame di
Puglia e di Cecilia. Onde molti dissero ch'egli l'ebbe contra Dio, e contra ragione, sì che fu del tutto contrario a santa Chiesa; e però fece egli molte guerre, e diverse perscrizioni
contra a tutti quelli d'Italia che si teneano con santa Chiesa, e contra a grande partita di Firenze, tanto che ellino furo cacciati di loro terra, e le loro case furon messe a fuoco ed a
fiamma e a distruzione. E con loro fu cacciato mastro Brunetto Latino, ed allora se ne andò egli per questa guerra sì come iscacciato in Francia, e là compilò egli questo libro per
amore del suo amico, sì come egli dice nel prologo. Ma di ciò tace lo conto, e ritorna a sua materia.
914 In T: .m. et .cc. et .xx. = mille duecento venti. Nei restanti mss.: 1230. Gli storici attestano 1220.
915 In T manca. Viene ripresa la lezione di F.
916 In T: grant = grande. In F: nobile. In Giola: di grande onore. Forse i copisti hanno girato intorno ad un originale scarsamente leggibile. Per la ripetizione della parola cuore dopo
poco, si opta la messa a lezione di questa e non altra.
917 In T: signor = signore.
918 In F: ….sousprendre….= …..a sorprendere…..In T: k’il sorprendroit… = che sorprendeva…. Viene messa a testo la lezione di T.
919 In F: mais hom pense et Diex dispose. = ma si pensa e Dio dispone. In T: Mais hons pense une chose et Deus repense tout autre. Viene messa a testo quest'ultima lezione.
920 In T: voit tourbillier un home….=…..vuole turbinare un uomo… In F: veut destourner un homme = vuole far girare un uomo.. Viene messa a testo quest'ultima lezione.
921 In T manca. Viene messa a testo la lezione di F.
922 In T manca. Viene messa a testo la lezione di F.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
stesso che lo aveva incoronato, lo scomunicò, emanò una
sentenza contro di lui e assolse tutti i baroni dal giuramento
che gli avevano fatto, sulla fedeltà all’impero e alla corona. E
dopo che papa Onorato ebbe vissuto nella sua carica circa 11
anni, *trapassò da questo mondo e un altro [papa] fu eletto al
suo posto923, questo fu Gregorio nono *nell'anno di grazia924
1226, che a suo tempo fece i nuovi Decretali, in un libro per
mano del fratello Raimondo, suo cappellano e suo
penitenziere e tolse ed abrogò tutti gli altri Decretali. E nel
suo tempo ricominciò la guerra e la ribellione dell'imperatore,
in tal maniera che lo scomunicò di nuovo ed emanò una
sentenza contro di lui e inviò due legati oltre i monti, per
avere soccorso e aiuto contro Federico. Questi furono i due
cardinali di Roma. Durante questo tempo, il papa stabilì di
fare un concilio a Roma e mandò *sue925 lettere e suoi legati,
ai grandi prelati della santa Chiesa e ai principi a lui fedeli,
che venissero al concilio nel giorno nominato. E così quando
i due cardinali ritornarono dalla Francia con una grande
compagnia di arcivescovi, vescovi, abati e gran signori degli
uni e degli altri, furono presi con la forza sul mare di Pisa, dai
pisani e dall'imperatore. Questo imperatore, andò *in
battaglia926 intorno a Roma e vi tenne l'assedio a lungo e tanto
cercò di ottenere dai nobili di Roma, con doni e promesse,
che ne aveva [sottomessi] la maggior parte alla sua volontà. E
quando il papa seppe chiaramente che Roma non si poteva
difendere a lungo, prese il capo di San Pietro e San Paolo
nelle sue due mani, riunì tutto il comune di Roma e andò in
processione *da San Giovanni927 in Laterano fino a San Pietro
e fece davanti a tutti quelli, un sermone su molte cose. Tanto
fece, che per poco tutti i romani si crocifissero contro
l'imperatore. E quando questa cosa fu saputa nell'armata,
l'imperatore abbandonò l’assedio e se ne tornò indietro con
tutta la sua gente, là dove pensava di entrare più
*facilmente928 dentro Roma e sottomettere il papa e la terra
alla sua signoria. E quando *il papa929 Gregorio ebbe vissuto
nella sua cattedra 14 anni, morì e la sua anima andò nel luogo
benedetto, dove si trova la gloria perpetua, se a Dio piace.
Dopo la sua morte, i cardinali si accordarono su un vecchio
uomo saggio e di vita buona, che era cardinale e vescovo di
Savino, il quale fu fatto papa ed ebbe nome di Celestino
quarto, ma non visse che 17 giorni. Come il mondo era
completamente rattristato e sofferente per le opere di
Federico e dei suoi figli, per il gran potere che avevano da
tutte le parti, *così la santa Chiesa restò del tutto vacante 930.
*Tra i cardinali c’erano una discordia ed un’ira molto grande,
tanto che non si potevano accordare931. D'altra parte, i
cardinali che erano gli uni qua e gli altri là, non potevano
riunirsi in un luogo, a causa delle strade che Federico teneva
chiuse e serrate. Ma così come piacque a Dio Nostro Signore,
tanto andarono legati e *prelati932, da una parte e dall’altra e
923 T sostituisce: et ke sa ame en ala au saint siecle = e che la sua anima se ne andò al mondo santo.
924 In T: Nostre Signeur = Nostro Signore.
925 In F in entrambi i casi: par…par = per….per… In T: ses….ses…. Viene messa a testo quest'ultima lezione.
926 In F: adont = dunque. In T: a ost = in battaglia.
927 In T: manca. Viene messa a testo la lezione di F.
928 In T: forment = fortemente (con più forza).
929 In T: l’apostoile = l’apostolo.
930 In T: demoura sainte eglise sans pape et sans pastor .xx. mois = la santa Chiesa fu senza papa e senza pastore per venti mesi.
931 In T: car entres les prelas de sainte eglise avoit discort et irour, tant k’il ne se pooient acorder = perché tra i prelati della santa Chiesa, c’era discordia ed ira, tanto che non si
potevano accordare.
932 In T: ambaisseur = ambasciatori. In F: prelat.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
tanto la cosa fu condotta con senno e sottigliezza, là dove
tuttavia l'uno pensava di ingegnare l’altro, che *monsignor933
Sinibaldo di Genova, che fu figlio del conte della Vagna ed
era cardinale, uno degli amici più intimi che l'imperatore
avesse in tutto il clericato, fu eletto a papa per consenso
comune di tutti, nell'anno di grazia 1241 ed ebbe nome di
Innocenzo quarto. Ma ora la narrazione qui tace di parlare di
lui, *tanto934 che a questo punto la sua materia cambia.
96. *Ancora dell'imperatore935.
In questa parte la narrazine dice che l'imperatore *Federico936
cercò tanto di ottenere dai principi di Alemagna, che suo
figlio Enrico primogenito fosse eletto re di Alemagna e che
dovesse essere imperatore di Roma, dopo la morte di suo
padre. Questo Enrico, crebbe in età ed in sapienza, vide le
cose del mondo, conobbe bene il potere della santa Chiesa e
comprese del tutto chiaramente, che il potere di suo padre
non poteva affatto durare a lungo, contro quelli che lo
contrastavano. E ne parlava sovente in maniera casuale, più
di quanto suo padre volesse. Così andò tanto la cosa, che il
padre lo fece mettere in carcere, nella terra di Puglia e qui lo
fece morire crudelmente. Enrico lasciò due figli dopo di lui,
che l'imperatore fece curare e nutrire con i suoi figli e i suoi
nipoti. Questo imperatore, nello stesso tempo che era
scomunicato, passò oltre mare e là dove si pensava che
aiutasse i cristiani e i pellegrini, fece il suo tradimento con il
sultano ed insomma ordinò più mali che beni.
Immediatamente se ne ritornò nel suo regno di qua e
ricominciò un nuovo patimento. Cosa vi andrò dicendo?
Nessuno potrebbe esporre con la bocca, né mettere per
iscritto i mali e le guerre che durarono a lungo, tra
l'imperatore e la santa Chiesa e tra lui e i lombardi, che
tenevano le parti della santa Chiesa. Ma tra tanti mali e
discordie, molti furono quelli che trattavano parole di
accordo e di pace tra lui e *il papa 937 Innocenzo. E nello
stesso tempo che si trattava e pensava a queste cose, *il papa
fece venire immediatamente per mare, una gran flotta di navi,
vascelli e genti. Partì da Roma e salì sui vascelli tutto solo,
senza compagnia e se ne andò a Genova938 e da qui andò a
Lione sul Rodano, cioè oltre i monti, dove non temeva
l'impero, né l'imperatore, né il suo potere. Qui riunì tutto il
concilio generale e fece una sentenza senza una fine, [cioè]
per sempre, contro l’imperatore e contro i suoi eredi e lo
scomunicò, maledì e privò dell'impero, del regno e di tutte le
cariche.
97. *Ancora dell'imperatore939.
933 In F: mesires = messere. In T: monsigneur.
934 In F: tant que lieus en sera = tanto che luogo ne sarà. (Fin quando ne sarà tempo). In T: tant.
935 In T: De l’empereor et del pape Innocent = Dell’imperatore e del papa Innocenzo.
936 In T manca. F aggiunge questa lezione.
937 In T: l’apostoile = l’apostolo (il papa).
938 In T: li apostoiles fist venir soudainement grant fuison de nés et de vaissiaus de Genes parmi la mer es parties de Rome, et il entra une nuit sans autre gent, et s’en ala a Genes….
= l’apostolo fece venire immediatamente da Genova, una grande flotta di navi e vascelli per mare, dalle parti di Roma e così una notte salì senza altre persone e se ne andò a
Genova….
939 In T: De l’empereour et de Mainfroi. = Dell’imperatore e di Manfredi.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Dopo ciò, l'imperatore che era fiero, saggio e di grande
previdenza, cercò di ottenere dai principi di Alemagna, che
suo figlio Corrado fosse eletto a re ed imperatore, dopo la
morte di suo padre. Poi ordinò al re Federico suo figlio, di
procurarsi la benevolenza del vicario in Toscana, il quale per
comando di suo padre, faceva tutti i mali che poteva ai guelfi
e a tutti quelli che si tenevano dalla parte del *papa 940. E
cacciò i guelfi fuori da Firenze, il giorno della Candelora
nell'anno di *grazia941 1247, da cui poi molti mali sono
accaduti, così come il maestro che fece questo libro, può
testimoniare. Del tutto ugualmente il re Enrico suo figlio,
stabilì *un942 vicario in Lombardia e sebbene facesse molti
mali a *quelli943 della Lombardia, alla fine si recò con
l'esercito verso Bologna la Grassa, dove lui e le sue genti
furono sconfitti in pieno campo di battaglia, *fu preso 944 e
messo in carcere dentro Bologna, dove visse *nella
sofferenza945 e nella povertà dieci anni circa, quando morì.
L'imperatore stesso, dopo questa sconfitta, riunì un
grandissimo esercito in Lombardia e pose l’assedio intorno
alla città di Parma e là albergò a lungo con una gran forza e
con un gran potere. Ma come piacque a Dio, un giorno
accadde che andò a cacciare in un bosco, così come aveva
stabilito per abitudine, perché era uno degli uomini al mondo
che più si dilettava in cani, in uccelli e in ambedue i terreni. I
cittadini di Parma uscirono fuori a un grido e a una voce, con
così forza e con tal durezza, che sconfissero tutta l'armata e
ardirono, presero e ottennero tutto quanto aveva. Dunque,
l'imperatore se ne andò a Cremona, riunì le sue genti e vi fece
molte cose. Ma alla fine se ne ritornò in Puglia, dove non
visse a lungo, perché si ammalò molto gravemente, in una
terra che si chiama Fiorentina. E dei suoi figli, aveva intorno
solo Manfredi, il quale aveva generato con una gentile donna,
figlia del marchese Lancia di Lombardia e non pensò per
niente che fosse sua moglie con il matrimonio, ma la amò
sopra tutte le altre, per il suo senno e per la sua bellezza. Così
amava Manfredi suo figlio, perché era saggio e
chiaroveggente e suo padre si fidò molto di lui, durante la sua
malattia. Ma quando Manfredi vide suo padre così malato,
comiinciò con abilità a prendere i suoi tesori e a tenere il
potere sugli altri. Cosa vi dirò? Egli pensò che avrebbe avuto
tutto e per questo entrò un giorno nella camera dove suo
padre giaceva malato, prese un gran cuscino, glielo mise sulla
faccia, si sedette sul cuscino e lo fece morire in tal maniera
come voi capite. E questo fu il giorno di santa Lucia, prima di
Natale, nell'anno di grazia 1250. In questo tempo i guelfi
rientrarono in Firenze, da cui furono cacciati, secondo come
la narrazione ha esposto prima. Manfredi prese i tesori e il
potere della terra e cominciò ad attrarre i cuori delle genti,
tanto che il re Corrado suo fratello, che si trovava in
Alemagna e che era [stato] eletto imperatore, secondo come
abbiamo detto prima, venne in Puglia, prese ed ebbe il
governo di Puglia e di Sicilia. Ma si dice che Manfredi, il
quale non aveva cambiato il suo cuore, né i suoi propositi,
940 In T: apostoile.
941 In T: incarnation = incarnazione.
942 T aggiunge: looien = lontano.
943 InT: as feus = ai feudi.
944 In T manca.
945 In T: en mal = nel male.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
fece tanto che il re Corrado non visse a lungo, anzi morì di
veleno e lasciò un figlio da sua moglie in Alemagna, il quale
analogamente ebbe nome di Corrado, ma era un bambino
piccolo. Allora Manfredi si fece protettore della terra, da
parte del piccolo Corradino suo nipote e prese il governo e il
potere, di città, fortezze e genti del regno. E i due figli di re
Enrico suo fratello, di cui il racconto ha parlato prima qui, li
fece morire di veleno anch’essi, secondo come dice la
maggior parte. Dopo ciò, inviò una volta in Alemagna dal
piccolo Corradino per farlo avvelenare, dei suoi intimi, ma
*fu così ben protetto che questo non poté avvenire 946.
Tuttavia, i messaggeri ritornarono per mare con una vela nera
e portarono nuove, che il piccolo Corradino era morto.
Manfredi fece un così gran aspetto di dolore e là dove le genti
della terra erano riunite, per conoscere della morte del loro
signore, gli amici di Manfredi e quelli della sua opinione,
dissero che Manfredi era ben degno di essere re di Puglia,
poiché tutti gli altri erano morti. Cosa vi dirò? Fu eletto re e
signore, per comune assentimento di tutti i baroni del regno e
tenne il potere per lungo tempo, secondo come il racconto
dirà qua avanti, là dove ne sarà luogo *e tempo947.
98. Manfredi e il re Carlo.
Ora il racconto dice che, quando il papa Innocenzo ebbe
*deposto948 l'imperatore Federico, secondo come il racconto
ha detto prima, cercò tanto di ottenere che il Langravio di
Turingia, un alto principe di Alemagna, fosse eletto re di
Alemagna e imperatore di Roma. Ma così come piacque a
Nostro Signore, morì poco dopo. E poi fu eletto il conte
Guglielmo d’Olanda, ma trapassò da questo mondo, prima
che giungesse alla sua dignità. Ma *il papa 949, dopo la morte
di Federico, venne in Puglia e riunì un grande esercito contro
Manfredi, per conquistare la terra che doveva appartenere alla
santa Chiesa. Tuttavia Manfredi difese bene la terra e il papa
non visse poi molto, anzi morì a Napoli nell'anno di grazia
1253. Dopo la sua morte fu eletto papa, Alessandro quarto e
nel suo tempo, Manfredi si fece incoronare in Puglia,
secondo come abbiamo detto prima. E poichè il suo
incoronamento era contro i diritti che la santa Chiesa doveva
avere nel regno, fu innanzitutto scomunicato e deposto con
una sentenza. E poi *il papa950 inviò contro di lui un grande
esercito, ma non vi guadagnò niente. Ancora al tempo di
questo *papa951, vi fu una divisione tra i principi di
Alemagna, perché gli uni elessero a re e a imperatore
monsignor Alfonso, re di Spagna e di Castiglia, gli altri
elessero il conte Riccardo di Cornovaglia, fratello del re
d'Inghilterra. E quando piacque a Nostro Signore, *il papa 952
morì e fu fatto *papa953 un francese della città di Troyes, che
ebbe nome di Urbano quarto e questo fu nell'anno di grazia
1261. E quando questo papa fu in così alta cattedra, come
946 F aggiunge: bien gardés = ben guardato. T aggiunge: mie estre = affatto essere. Viene messa a testo la lezione di T.
947 T aggiunge: et tens. Si mette a testo questa lezione.
948 T aggiunge: par sentence = con una sentenza..
949 In T: apostoiles.
950 In T: apostoiles.
951 In T: apostoile.
952 In T: apostoiles trespassa de cest siecle…..= l’apostolo trapassò da questo mondo…...
953 In T: apostoles.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dell'essere vicario di Gesù Cristo in Terra, pensò che
Manfredi con la sua tirannia aveva occupato il regno di
Puglia e di Sicilia, che appartiene alla santa Chiesa per diritto
e aveva messi in servitù i prelati, le chiese e sotto il patronato
di san Pietro aveva inviato l'esercito dei saraceni. L'anno
prima che fosse papa, le genti di Manfredi entrarono in
Toscana e cacciarono i guelfi da *Firenze 954. Pensò giusto nel
suo cuore e gli uomini saggi lo testimoniarono, che Manfredi
avrebbe arato e pettinato bene tutta l'Italia, se non vi fosse chi
*lo contrastasse955 e perciò stabilì che Carlo, paladino di
Provenza e fratello del re di Francia, fosse re di Sicilia e di
Puglia e togliesse la terra dalle mani di Manfredi. In quel
tempo apparve la stella cometa nel firmamento, che spandeva
intorno il corpo brillante e durò ben tre mesi. I saggi
astronomi dicono di quella stella, che quando appare,
significa sommovimento di regni o morte di grandi signori. E
sebbene per caso significasse molte cose nelle altre parti del
mondo, tuttavia sappiamo bene che la notte proprio in cui se
ne andò e scomparve, quella notte *trapassò il papa956
Urbano, cosa da cui vi fu un grandissimo danno. Ma vi sono
molte persone che dicono che significò la morte di Manfredi
e la vittoria di Carlo, che ebbe su di lui. Dopo la morte di
Urbano fu eletto Clemente quarto, nell'anno di grazia 1264.
L'anno dopo Carlo venne diritto per mare, a Roma, di cui era
senatore e le sue genti vennero per terra, oltrepassarono la
Lombardia, le altre regioni *e vennero diritti 957 là dove Carlo
li attendeva e con lui andarono in Puglia e combatterono
contro Manfredi e la sua armata. E sebbene la battaglia fosse
aspra e perigliosa, tuttavia i campioni di *Nostro Signore 958
ebbero la vittoria, il regno, la corona, la terra e Manfredi vi
perse la vita e tutto il regno in un colpo, nell'anno *di
grazia959 1265. Così il re Carlo ebbe la vittoria contro i suoi
nemici e fu re e sire della Terra, per volontà della santa
Chiesa. Ma non vi dimorò a lungo, perché il piccolo Corrado,
nipote dell'imperatore Federico, di cui la narrazione ha
parlato *a lungo960 qui sopra, venne dall'Alemagna con tutta
un grande esercito di tirolesi, lombardi e toscani che erano
stati dalla parte del suo avo e giunse a Roma dove fu ricevuto
con onore. E *di là961 se ne andò in Puglia, *ma 962 il re Carlo
gli andò incontro, vicino a una città chiamata Tagliacozzo. E
dopo che le due armate furono riunite, non è affatto da
domandare se la battaglia fu aspra e perigliosa, né se vi
furono cavalieri da una parte e dall'altra, che si combattessero
ferocemente, perché non vi è al mondo gente più fiera degli
alemanni e dei francesi. Ma senza dubbio, nell'armata di
Corrado vi erano più genti che in quella del re Carlo e
nondimeno aveva intorno a sé, due tali cavalieri francesi, che
si pensa non ne esistessero due migliori in tutto il mondo.
Uno era messer Erart de Valeri e l’altro messer Jehan Britaut.
Quei due sostennero tutto il fatto della battaglia. Essi
facevano ciò che cuore d'uomo non sapesse credere. Cosa vi
954 T aggiunge: hors de la vile et du pais = fuori dalla città e dalla campagna.
955 In F: contredesist = contraddicesse. In T: ki le contrariast.
956 In T: morut li apostoiles….. = morì l’apostolo…..(il papa)
957 F aggiunge: et vindrent droit = e vennero diritti
958 In T: Jhesucrist.
959 In T: Nostre Signor.
960 In T manca.
961 In T: de ki = da qui.
962 In T: et = e.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dirò di tutti i colpi e di tutte le alleanze? Cioè l’apice e la fine
della mischia. L'armata di Corradino perse del tutto e andò
verso la sconfitta. Corrado stesso, il duca d'Austria e molti
altri grandi signori, furono presi ed ebbero mozzata la testa.
Così finì il lignaggio dell’imperatore Federico, in tal maniera
che né da lui, né dai suoi figli, risiede in Terra alcuna
semenza. Ma di ciò tace ora il maestro e torna alla sua
materia, da cui si è allontanato molto.
99. *Come l’Impero di Roma ritornò agli alemanni963.
Dopo che la grandezza e il predominio dell’Impero di Roma,
crebbe ed avanzò sopra tutte le dignità dei cristiani, l’invidia
cresceva e generava odio mortale tra i nobili lombardi e non
vi era nessuno che si occupasse di mantenere la cosa comune,
se non il principe d’Alemagna. Fu stabilito ugualmente come
per necessità piena di diritto, che la nascita e l’elezione
dell’impero fosse fatta attraverso quelli che ne erano
difensori e guardiani. E così avvenne che fossero eletti
all’altezza di imperatore, sette principi d’Alemagna, di cui
Otto fu il primo, il quale fu eletto ed incoronato ad
imperatore dei romani, nell’anno 936 dall’incarnazione di
Gesù Cristo, da cui vi furono poi 13 alemanni fino al secondo
Federico, che fu incoronato dalla mano di papa Onorato,
nell’anno 1220 dall’incarnazione. E sappiate che prima di
questo Onorato, vi furono 42 papi, dal tempo di Giovanni, di
cui la narrazione parla alla fine dei lombardi. Questo
Federico regnò circa 30 anni, sebbene a causa delle gravi
persecuzioni che fece la santa Chiesa, fu scomunicato con
una sentenza dei papi che vi erano allora. E alla fine fu
deposto dalla sua carica, con una sentenza del quarto papa
Innocenzo, per il comune giudizio del concilio generale. E
quando trapassò da questo mondo, così come a Dio piacque,
l’impero fu vacante a lungo, senza re e senza imperatore,
sebbene Manfredi il figlio dell’avanti detto Federico, non
avuto da leale matrimonio, tenne il regno di Puglia e di
Sicilia, contro Dio e contro la ragione, così come quello fu
del tutto contro la santa Chiesa. *E perciò fece molte guerre e
diverse persecuzioni, contro tutti gli italiani che stavano dalla
parte della santa Chiesa, anche contro la parte guelfa di
Firenze, tanto che furono cacciati fuori dalla città e le loro
cose furono messe a fuoco, fiamme e a distruzione e con essi
fu cacciato il maestro Brunetto Latini. E così era esiliato in
Francia per quella guerra, quando fece questo libro, per
amore del suo amico, secondo come dice il prologo qui
avanti. Ma di ciò tace ora il maestro e ritorna alla sua
materia964.
963 F aggiunge questo intero capitolo.
964 La chiusura è sostanzialmente simile a quella del manoscritto di B.Giamboni per cui si veda il capitolo 93.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
TERZA PARTE
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
100. *Come la Natura opera negli elementi e nelle altre
cose965.
Qui avanti dice *il maestro966 che la *sua967 principale materia
è di trattare in questo libro, circa la natura delle cose del
mondo, la quale è fondata da quattro caratteri: cioè dal caldo,
dal freddo, dal secco e dall'umido, da cui tutte le cose sono
caratterizzate. *Anche968 i quattro elementi, che sono così
come il sostegno del mondo, sono formati da questi quattro
caratteri. Perché il fuoco è caldo e secco, l'acqua è fredda e
umida, la terra è fredda e secca, l'aria è calda e umida.
Analogamente ne sono caratterizzati i corpi degli uomini,
delle bestie e di tutti gli altri animali, perché in loro vi sono
quattro umori: la collera che è calda e secca, il flemma che è
freddo e umido, il sangue che è caldo e umido, la melanconia
che è fredda e secca. L'anno stesso, che è diviso in quattro
tempi, è così caratterizzato, perché la primavera è calda e
umida, l'estate è calda e secca, l'autunno è freddo e secco,
l'inverno è freddo e umido. Così potete *vedere 969 che il
fuoco, la collera e anche l'estate sono di un carattere e
l'acqua, il flemma e l'inverno sono di un altro, ma l'aria, il
sangue e la primavera, sono temperati dall'una e dall'altra
*natura970. E per questo sono di miglior carattere degli altri. E
il loro contrario sono la terra, la melanconia e l'autunno e per
questo hanno una natura molto maligna. Ora è una cosa facile
da capire, come il compito della natura è nell'accordare
queste cose discordanti e uguagliare le disuguali, in tal
maniera che tutte le diversità ritornino ad unità, le congiunga
e le riunisca in un corpo e in una sostanza o in un'altra cosa
che le faccia nascere al mondo, sempre da piante, da semenze
o attraverso congiungimenti di maschi e femmine, da cui gli
uni genereranno uova che sono riempite di creature, le altre
genereranno figure *pronte971, secondo come la narrazione
esporrà qua avanti, là dove ne sarà tempo e luogo. Con queste
parole, appare [chiaro] che la natura appartiene a Dio, *così
come il martello al fabbro972, che ora forgia una spada, ora un
elmo, ora fa un chiodo, ora una lancia, *ora un'altra cosa 973,
secondo come il fabbro vuole. E così come vi è una maniera
di forgiare l'elmo e un'altra di forgiare una lancia, del tutto
analogamente opera la natura nelle stelle, altrimenti quanto
nelle piante, negli uomini, nelle bestie e negli altri animali.
101. Come tutte le cose furono fatte dalla mescolanza dei
caratteri.
Fu vero che Nostro Signore, all'inizio fece una grossa materia
senza forma e senza figura, ma essa era di tal maniera che ne
poteva formare e fare ciò che *voleva974. E poiché fu fatta dal
niente, supera le altre cose, niente affatto per il tempo, né per
965 In T: Comment nature de totes choses fu establie par .iiii. complexions. = Come la natura di tutte le cose fu fondata con quattro caratteri.
966 In T: contes = racconto, narrazione.
967 In T manca.
968 In F: mais = ma.
969 In T: connoistre = conoscere.
970 In T manca.
971 In T: encharnees = incarnate.
972 In F: li martiaus est faiz por le fevre = il martello è fatto per il fabbro. In T: autresi com li martel au fevre.
973 In T: ore une chose ore un autre = ora una cosa, ora un’altra.
974 T aggiunge: Et sans faille de ce fist il les autres choses. = E senza dubbio, da ciò fece le altre cose.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
l’eternità, ma per la nascita, così come i suoni [sono]
*prima975 del canto, perché Nostro Signore fece tutte le cose
insieme. Ecco come: quando creò quella grossa materia, da
cui quelle altre cose *furono976 tratte, dunque fece tutte le
cose insieme. Ma secondo la distinzione e la divisione di
ciascuna *cosa977 per sé, le fece in sei giorni, secondo come il
racconto ha esposto qua dietro e là stesso dice che quella
grossa materia è chiamata ylem. E perché i quattro elementi
che si possono vedere, sono tratti da quella materia e sono
chiamati elementi per il nome di quello, cioè per ylem, così si
mescolano questi elementi nelle creature, perché due sono
leggeri e snelli, cioè l'aria e il fuoco, gli altri due sono grevi e
pesanti, cioè la terra e l’acqua. E ognuno di loro ha due
estremità e un medio. Ecco come: il fuoco ha una estremità
sopra, che va sempre in alto e quella è la più leggera *e la più
snella978. L'altra estremità si trova sotto ed è meno leggera e
meno delicata dell'altra. Il medio è tra i due ed è temperato da
uno e dall'altro. Analogamente avviene degli altri tre elementi
e dei quattro caratteri. Queste cose si mescolano nei corpi e
nelle altre creature, perché dove il pesante si congiunge al
leggero, il caldo con il freddo e il secco con l'umido, in
qualche creatura è necessario che la forza dell'uno superi gli
altri. Io non parlo delle stelle, perché sono del tutto della
natura del fuoco, ma delle altre creature dove gli elementi e
gli altri caratteri sono mescolati, accade in qualche creatura
che le estremità sotto salgano sopra le altre. E allora, è
necessario che quelle creature siano più leggere e più snelle e
per questo vanno attraverso l'aria, sono gli uccelli. Ma c'è una
differenza, perché analogamente come gli uccelli superano
tutte le altre creature per leggerezza e snellezza, per le
estremità degli elementi sopra, che abbondano in loro,
analogamente un uccello supera l’altro, perché l’estremità
leggera e snella abbonda di più in lui e per questo
quell'uccello vola più in alto di un altro, cioè l'aquila. E
quello in cui abbonda di meno, non vola così in alto, cioè
sono le gru. E quello in cui abbondano le estremità di sotto,
sono più grevi e più pesanti, cioè l'oca e l'anatra. Nella stessa
maniera dovete ritenere in tutti gli altri animali, pesci, alberi e
piante secondo la narrazione degli uccelli.
102. Dei quattro caratteri dell'uomo e delle altre cose.
Analogamente accade dei quattro caratteri, quando si
mescolano in qualche creatura, perché ognuno segue la
natura del suo elemento. E perciò è necessario mescolare
degli umori, dove uno superi l'altro e la sua natura vi sia più
forte e di maggior potere. Perciò accade che un'erba è più
calda o più fredda di un'altra e che una natura sia di carattere
sanguigno, l'altra sia melanconica, flemmatica o collerica,
secondo se gli umori abbondano di più. Per questo i frutti e le
erbe, il grano e le semenze, sono una più melanconica
dell'altra o più collerica o d'altro carattere. Ugualmente dico
degli uomini e delle bestie o degli uccelli e dei pesci *e di
975 In F: devance = supera. In T: devant = davanti (prima).
976 In F: sont = sono. In T: furent. (Cfr. trad.).
977 In T manca.
978 T aggiunge: est la plus delie = è la più delicata.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
tutti gli animali979. Da cui segue che alcune cose sono buone
da mangiare e altre no e che le une sono dolci e le altre
amare, le une verdi o rosse e le altre bianche o nere, secondo
*il calore980 degli elementi o degli umori superiori. Le une
sono velenose, le altre valide nelle medicine. Perché, sebbene
in ogni cosa siano mescolati tutti e quattro gli elementi, i
quattro caratteri e le quattro qualità, è necessario che la forza
degli uni vi sia più forte, secondo ciò che più vi abbonda. E
per quella natura che più vi abbonda, tutto è chiamato da
quella natura. Ecco come: se il flemma abbonda di più in un
uomo, è chiamato flemmatico, per la forza che quello ha nella
sua natura. E per il fatto che il flemma è freddo e umido ed è
della natura dell'acqua e dell’inverno, è necessario che
*quest’uomo981 sia lento, molle, pesante, freddoloso, pigro e
senza memoria delle cose passate e questo è il carattere che
più appartiene ai vecchi. Esso ha la sua sede nei polmoni ed è
liberato dalla bocca. Cresce in inverno, perché è della sua
natura, per questo i vegliardi flemmatici sono afflitti, ma i
collerici e anche i giovani sono in salute. E le malattie
causate dal flemma sono molto maligne in inverno, così come
è la quotidiana, ma quelle che sono causate dalla collera sono
meno maligne, così come è la terzana ed è bene che i
flemmatici in inverno usino cose calde e secche. Il sangue è
caldo, umido e ha la sua sede nel fegato. Cresce in primavera
e in quel tempo sono le malattie, molto maligne, del sangue e
della sinoche. In quel tempo sono più sani i vecchi che i
giovani, per questo devono usare cose secche e fredde. E
l'uomo in cui questo carattere abbonda, è chiamato sanguigno
ed è il miglior carattere che vi sia, da cui segue un uomo
grasso, cantante, lieto, ardito e benigno. La collera è calda e
secca, ha la sua sede nel fiele ed è liberata dalle orecchie.
Questo carattere è della natura del fuoco, dell'estate e della
calda giovinezza e per questo fa l'uomo iroso, ingegnoso,
acuto, fiero, snello e dinamico. Cresce in estate, per questo
sono meno sani i collerici dei flemmatici e meno i giovani dei
vecchi, perciò devono usare cose fredde ed umide. Quando le
malattie vengono per la collera, sono così pericolose in
estate, più di quelle che vengono per il flemma. La
melanconia è un umore, che la maggior parte chiama collera
nera, è fredda, secca e ha la sua sede nella *milza 982 ed è della
natura della terra e dell'autunno. Per questo fa l’uomo
melanconico, pieno d'ira e di molti pensieri maligni, pauroso
e che qualche volta non può dormire bene. È liberato dagli
occhi e cresce in autunno, poiché in quel tempo, sono più
sani i sanguigni dei melanconici e più i giovani dei vecchi. E
allora sono più gravi quelle malattie che sono a causa della
melanconia, che quelle che sono a causa del sangue, per
questo fa bene usare cose calde e umide.
103. Delle quattro virtù che sostengono gli animali in vita.
E sappiate che in ciascun corpo che ha le membra sufficienti,
vi sono quattro virtù, conformate e stabilite dai quattro
979 In T manca.
980 In T: le colour = il colore. In F: la chalor = la calura (il calore).
981 In F manca. T aggiunge: cil hom. (Cfr. trad.).
982 In F: espine = spina. In T: splen = milza.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
elementi, attraverso la loro natura. *La prima 983 è la
appetitiva, la seconda è la ritentiva, la terza è la digestiva e la
quarta è la espulsiva. Perché il fuoco, quando i quattro
elementi sono uniti e assemblati in un corpo, completati da
giuste membra, per il fatto che è caldo e secco, genera la virtù
appetitiva, cioè dà voglia di mangiare e di bere. E la terra che
è fredda e secca, genera la virtù ritentiva, cioè trattiene la
carne. E l'aria che è calda e umida fa la virtù digestiva, cioè
fa cuocere ed inumidire la carne. L'acqua è fredda ed umida e
genera la virtù espulsiva, cioè espelle fuori la carne quando è
cotta. Queste quattro virtù, servono a quella virtù che nutre e
ciba il corpo. E la virtù del nutrimento serve alla virtù che
genera, perché l'uno genera l'altro, secondo la loro *natura984
e il loro aspetto. E così come il temperamento che accorda la
diversità degli elementi, fa generare il corpo, nascere e
vivere, del tutto analogamente la mancanza di misura di
quelli, li corrompe e li fa morire. Perché se il corpo fosse di
un elemento e non di più, non potrebbe mai mancare di
misura, perché non avrebbe contrari e anzi non morirebbe.
Ma qui la narrazione della natura degli animali tace e tornerà
alla sua dritta via, perché deve dire innanzitutto delle cose
che furono fatte prima e per questo tornerà a parlare del
mondo, del firmamento, del cielo e della Terra.
104. *Del quinto elemento985.
La narrazione ha esposto qua dietro circa la natura dei quattro
elementi, cioè del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Ma
Aristotele il grande filosofo, dice che c’è un altro elemento
fuori da questi quattro, che non ha affatto natura, *né 986
carattere dagli altri, anzi è così nobile che non può essere
mosso, né corrotto, *così come fanno gli altri elementi 987. E
perciò egli stesso dice che, se la natura avesse formato il suo
corpo da quell'elemento, si terrebbe al sicuro dalla morte,
perché non potrebbe morire in alcun modo. Questo elemento
è chiamato orbe. È un cielo rotondo, che circonda e racchiude
dentro di sé tutti gli altri elementi e quelle altre cose che sono
estranee alla divinità. Ed è rispetto al mondo, come la scaglia
dell’uovo che racchiude e serra ciò che è dentro. E perché è
tutto rotondo, è necessario per forza maggiore che la Terra e
la forma del mondo, siano rotonde.
105. Come il mondo è rotondo e come sono stabiliti gli
*elementi988.
In ciò la natura fu molto previdente, quando fece l'orbe tutto
rotondo, perché nessuna cosa può essere così fermamente
stretta in se stessa, come quella rotonda. *Ecco come 989:
osserva quei carpentieri che fanno quelle botti e [quei] tini,
perché non le potrebbero formare in altra maniera, né
congiungere, se non attraverso la rotondità. A volte, anche
983 In T, questo e i tre aggettivi numerali ordinali seguenti, mancano.
984 In F: matiere = materia. In T: nature. (Cfr. trad.).
985 T titola: De l’eliment orbis = Dell’elemento orbe.
986 T aggiunge: ne = né.
987 In T: si comme sont li .iiii. eliment. = così come lo sono i quattro elementi.
988 T aggiunge: iiii = quattro (elementi).
989 T aggiunge: Raison pourquoi et coment = Ecco perché e come.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
quando si fa una casa o si fa un ponte, è necessario che sia
bloccato con la sua rotondità e non per lungo, né per largo, né
in alcuna altra forma. D'altra parte, non vi è nessuna altra
forma di una cosa, che possa tenere tanto, né stringere, come
quella rotonda. Ecco come: non sarà mai un così sagace
maestro, chi da tanta trave sapesse fare un vaso lungo o
quadrato o di altra forma, dove si potesse mettere tanto vino a
sufficienza come in un tino rotondo. D'altra parte non vi è
alcuna altra figura che sia così predisposta a muoversi e a
girare, come la rotonda. Ed è necessario, che il cielo e il
firmamento girino e si muovano sempre e se non fossero
rotondi, quando girano, sarebbe necessario che per forza
maggiore ritornassero ad un altro punto, che al primo da cui
si erano mossi. D'altra parte è necessario che l'orbe sia tutto
pieno dentro di sé, così che una cosa sostenga l'altra, perché
senza sostegno non potrebbe esistere affatto. E se fosse che il
mondo avesse una forma lunga o quadrata, non potrebbe
essere tutto pieno, anzi gli sarebbe necessario essere vuoto in
qualche parte e ciò non può essere. Per queste e molte altre
ragioni, è necessario così come per necessità, che l'orbe abbia
forma e figura tutta rotonda e che tutte le cose che sono
rinchiuse dentro di esso, vi siano messe e stabilite
rotondamente, in tal maniera che una circondi l'altra e la
chiuda dentro di sé, in modo così uguale ed in maniera così
giusta, da non toccare una parte più dell'altra. Per questo
potete comprendere, che la Terra è tutta rotonda e
analogamente lo sono gli altri elementi, che vi si trattengono
in questa maniera, perché quando una cosa è chiusa e
circondata dentro un'altra, è necessario che quella che chiude
tenga quella che è chiusa *e la chiusa sostenga quella che la
chiude990. Ecco come: se il bianco di un uovo, che circonda la
parte centrale dell'uovo, non lo tenesse chiuso dentro di sé,
cadrebbe sotto la sua scaglia e se il centro dell'uovo non
sostenesse il bianco, certo cadrebbe nel fondo dell'uovo. E
per questo, in tutte le cose è necessario che quello che è più
duro e più pesante, sia sempre in mezzo alle altre, perché
tanto come esso è più dura e più soda sostanza, tanto può
sostenere meglio le altre che le sono intorno. E tanto come è
più greve e più pesante, è necessario che si tragga nel mezzo
e nel profondo delle altre che gli sono intorno, cioè in tal
luogo che non possa scendere, né salire, né andare qua o là.
Ed è la ragione per cui la Terra che è l'elemento più greve e
di più soda sostanza, è posta nel mezzo di tutto il cerchio e di
tutto ciò che gira, cioè al fondo del cielo e degli elementi. E
poiché l'acqua è dopo la terra, l’elemento più pesante, è posta
sulla Terra dove essa si sostiene. Ma l'aria circonda e chiude
l'acqua e la Terra tutta intorno, in tal maniera che l'acqua e la
Terra non hanno potere di muoversi dal luogo dove la natura
le ha stabilite. Intorno a quest'aria che racchiude l'acqua e la
Terra, è posto il quarto elemento, cioè il fuoco, che è sopra
tutti gli altri. Ora potete vedere, che la Terra è di tutti gli
elementi, nel luogo più basso, cioè nel mezzo del firmamento
e del quinto elemento, chiamato orbe, il quale racchiude tutte
le cose. E a dire il vero, la Terra è così come il punto del
compasso, che si trova sempre nel mezzo del suo cerchio,
così che non si allontana da una parte, più che dall'altra. E
990 In T: ….et covient ke cele ki enclose est soustiegne celi ki l’enclot. = ed è necessario che quella che è chiusa, sia sostegno di quella che chiude..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
perciò è una cosa necessaria che la Terra sia rotonda, perché
se fosse di altra forma, sarebbe più vicina al cielo e al
firmamento, in un luogo piuttosto che in un altro. E ciò non
può essere, perché se fosse una cosa possibile, che si potesse
*scavare991 la terra e fare un *pozzo992 e poi si gettasse una
grandissima pietra o un’altra cosa pesante, dico che quella
pietra non andrebbe oltre, anzi si terrebbe sempre al centro
della Terra, cioè sopra il punto del compasso della Terra, così
che non andrebbe né avanti, né indietro, perché l'aria che
circonda la Terra, si interrerebbe attraverso il pertugio da una
parte e dall'altra e non sopporterebbe di andare oltre il centro,
né di ritornare indietro, se ciò non fosse un poco per la forza
del cadere e subito ritornerebbe nel suo centro, così come una
pietra quando è gettata in aria verso l'alto. E d'altra parte tutte
le cose si traggono e vanno sempre più verso il basso. E la
cosa più bassa e la più profonda che vi sia al mondo, è il
punto della Terra, cioè il centro interno, chiamato abisso, là
dove è posto l'inferno. E tanto come la cosa è più pesante,
tanto si trae di più verso l'abisso. E per questo accade che, chi
più *scava993 la terra in profondità, la trova sempre più greve
e pesante. C’è ancora un'altra ragione, per cui appare che la
Terra è rotonda, perché se non vi fosse sulla faccia della
Terra alcun impedimento, così che un uomo potesse andare
dappertutto, certamente andrebbe tutto diritto intorno alla
Terra, tanto che ritornerebbe allo stesso luogo da cui si era
mosso. E se due uomini, da un luogo e nello stesso giorno,
*si muovessero994 uno verso il Sole levante e l'altro verso il
Sole ponente, certo si incontrerebbero in quel luogo che
sarebbe dall'altra parte della Terra, tutto dritto verso il luogo
da cui si saranno mossi.
106. *Delle vene della Terra e delle acque995.
Sopra la Terra, di cui il racconto ha tenuto un lungo discorso,
è posta l'acqua cioè il mare più grande, chiamato Oceano, da
cui tutti gli altri mari, bracci di mare, fiumi e sorgenti che si
trovano fra la Terra, prima escono e nascono e là stesso alla
fine ritornano. Ecco come: la Terra, dentro è tutta pertugi,
piena di vene e di caverne, perché le acque che dal mare
escono, vanno e vengono fra la Terra, dentro e fuori,
silenziose, analogamente secondo come le vene conducono
qua e là il sangue dell'uomo, che si spande per le sue vene
così che esso circonda tutto il corpo, sopra e sotto. Ed è vero
che il mare è posto sopra la Terra, secondo come il racconto
ha esposto qua dietro, nel capitolo degli Elementi, *dunque è
più alto della Terra 996. *E se il mare è più alto997, non sono
affatto una meraviglia le sorgenti che sorgono sulle altissime
montagne, perché è la natura propria delle acque, che salgono
tanto come esse scendono. E sappiate che l'acqua muta
sapore, colore e qualità, secondo la natura della terra dove
essa scorre. Perché la terra non è affatto tutta di un tipo, anzi
991 In T: chevillier = scavare. In F: caver = scavare.
992 T aggiumge: ki alast d’outre en outre, et par cest puis getast….= che andasse d’oltre in oltre e attraverso questo pozzo gettasse…..
993 In T: cheville = scava. In F: cave = scava.
994 In T: alaissent = andassero.
995 T titola: De la nature de l’euue. = Della natura dell’acqua.
996 T aggiunge: Et se ce est voirs k’ele siet sur la terre…. = E se è vero che si trova sopra la Terra…...
997 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
è di diversi colori e di diversi caratteri. Perché in un luogo è
dolce e in un altro è amara o salata, in un luogo è bianca e in
un altro nera, rossa, blu o di altro colore. E in un luogo vi
sono vene di zolfo, in un altro d'oro o di altro metallo. Una
terra è molle, un'altra dura e così sono le vene, varie e
diverse, attraverso cui le acque scorrono. E secondo la natura
delle *vene998, è necessario che le acque mutino le loro
qualità e che diventino *del sapore999 e della natura della terra
in cui si trovano. D'altra parte ci sono in alcune parti della
Terra, caverne putride o per la loro natura o per alcune brutte
bestie che vi si riparano e perciò succede qualche volta, che
l'acqua è cattiva e velenosa e scorre tra le vene e le caverne,
da dove vengono le acque. Ed è necessario per il
respingimento delle acque, che il vento si muova. E quando
passa nelle vene soffiate, i soffi si scaldano e si infiammano
per un così gran calore, che l'acqua che scorre attraverso
quelle vene, diventa calda così come fuoco e da ciò sono i
bagni caldi che si trovano in parecchi luoghi. E quando quel
vento spinge *il caldo1000 che è chiuso fra queste caverne e lo
spinge verso la terra, è necessario per forza maggiore, se
quella terra è debole, che per la forza di quella spinta, rompa
e *sconquassi1001, così che l'aria se ne esca fuori. E allora è
necessario che la terra cada e fonda con tutti i muri e gli
edifici che sono lì sopra. Ma se è così forte e grossa che non
fonde, allora è necessario, per la forza maggiore di quello
sbattimento dell'aria e dei venti che distruggono là dentro,
che facciano muovere e crollare tutta la terra intorno.
107. Dell'aria, della pioggia, *del vento 1002 e delle altre cose
che sono nell'aria.
La narrazione ha detto qua dietro, che l'aria circonda la Terra
e l'acqua la racchiude e sostiene dentro di sé. Anche l'uomo e
gli altri animali vivono nell'aria, perché respirano dentro e
fanno analogamente come i pesci nell'acqua. E questo non
potrebbero fare affatto, se *l’aria1003 non fosse umida e
spessa. E se qualcuno dicesse che l'aria non fosse spessa, io
direi che se muovesse in maniera rude una verga nell'aria,
essa suonerebbe e si piegherebbe subito, per lo spessore
dell'aria che incontra. L'aria stessa sostiene gli uccelli per il
suo spessore. In questa aria nascono le nubi, le piogge, i
lampi, i tuoni e altre cose simili ed ecco la ragione. La
narrazione dice qua dietro, che l'aria circonda l'acqua e la
Terra, le racchiude e sostiene dentro di sé gli uomini e gli
altri animali e la Terra è coperta e piena di diverse acque. E
quando il caldo del Sole, che è inizio e fondamento di ogni
calore, si sposta per l'umidità della Terra o delle cose
bagnate, le asciuga e ne toglie gli umori così come se fosse
un drappo inumidito. E allora ne escono fuori dei vapori,
come fumi e se ne vanno nell'aria in alto, dove si raccolgono
a poco a poco e ingrossano tanto, che diventano scuri e
spessi, così ci tolgono la vista del Sole e questi sono le nubi.
998 In T: voie = cammino.
999 T aggiunge: de la savour. (Cfr. trad.).
1000 In T: air = aria.
1001 In F: chiée = cada. In T: dequasse = sconquassi.
1002 In T manca.
1003 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Ma non hanno una così grande oscurità, da toglierci il
chiarore del giorno, perché il Sole brilla da sopra, così come
se questo fosse una candela dentro una lanterna che illumina
fuori, ma non la si può vedere. E quando la nube è ben
*cresciuta1004, tanto che non può più sostenere l'abbondanza
delle acque che vi sono evaporate, non gli resta che cadere
sulla Terra ed è la pioggia. Allora l'umidità della nube finisce
e ora diventa bianca e leggera ed il Sole espande i suoi raggi
fra queste nubi e fa dal suo splendore, un arco di quattro
colori diversi, perché ogni elemento vi mette del colore suo e
questo avviene quando la Luna è grossa e piena. E quando la
nube è alquanto mossa e leggera, sale in alto, tanto che il
calore del Sole la confonde e la rompe, in tal maniera che si
vede l'aria chiara e pura, di un bel colore. E sappiate che l'aria
che si trova in alto sopra di noi, è sempre più fredda di quella
che si trova in basso. Ecco come: tanto come la cosa è più
grossa e di natura più spessa, altrettanto prende il fuoco più
forte. E perché l'aria che è in basso, è più grossa e più spessa
di quella che è in alto, il calore del Sole si prende meno in
alto che in basso. D'altra parte i venti mutano e portano
sovente aria in basso, più che in alto e tutte le cose che
sostano tranquille, sono più fredde di quelle che sono in
movimento. Al contrario in inverno, il Sole su di noi si
allontana, per questo l'aria alta è molto più fredda della bassa.
E per questo sovente accade che l’umidità, prima che si sia
ingrossata in gocce, viene in quell'aria fredda, gela e cade in
basso tutta gelata ed è la neve, che non cade mai in alto mare.
Ma in estate, quando il Sole ritorna e avvicina l'aria fredda, se
trova qualche vapore congelato, lo stringe, indurisce e ne fa
grandine molto grossa e la spinge con il suo calore fino a
terra. Ma nel cadere, per lo spessore dell'aria diminuisce e
diventa più piccola e sovente si dissolve prima di arrivare
sulla terra. Ora, accade molte volte che i venti si incontrino
sotto le nubi, si uniscano tra loro e colpiscano così forte nel
loro arrivare, che ne nasce del fuoco nell'aria. E allora, se
questi fuochi trovano lì in alto questi vapori, saliti ed
ingrossati, li infiammano, li fanno ardere ed è il fulmine. Ma
le forti spinte dei venti, lo stringono e lo lanciano così
bruscamente, che fende, passa le nubi, fa tuonare, si disperde
e cade verso il basso di quell'aria, per i grandi venti che lo
portano e niente resiste alla sua durata. E veramente sappiate
bene, che quando si muove per venire, è così grande che è
una meraviglia, ma diminuisce nel suo giungere, per le spinte
dell'aria e delle nubi. E molte volte succede, quando prima
non è molto grande, né dura troppo e le nubi sono ben grosse,
umide e cariche d'acqua, che il fulmine non può passare, anzi
si estingue nella nube e perde il suo fuoco. E quando i venti
che si scontrano così meravigliosamente, entrano dentro le
nubi e sono chiusi dentro il loro corpo, le muovono e fanno
battere una contro l'altra. E perché la loro natura non sopporta
che siano chiusi, le rompono con grande forza e allora le
fanno tuonare. Ed appartiene alla natura di tutte le cose che si
possono colpire e spingere insieme, che può nascere il fuoco.
E quando quel forte incontro è a causa delle nuvole, dei venti
e degli spostamenti dei tuoni, la natura ne fa uscire del fuoco,
che getta un grandissimo chiarore, secondo come vedete
1004 T aggiunge: …et noire et moiste…= ……e nera e umida……
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
sovente, quando il lampo lancia la sua luce, è la causa propria
per cui vi sono i lampi e i tuoni. E se qualcuno mi
domandasse perché si vede il lampo più veloce *che udire1005
il tuono, dirò perché il vedere è più veloce dell'udire.
Analogamente, sovente avviene che un vapore secchi,
quando è salito tanto che evapora per il caldo che si trova in
cima e scenda subito verso terra quando è evaporato, tanto
che si estingue e cessa, da cui alcune persone dicono sia il un
grande drago o una stella che cade. E sappiate che nell'aria e
intorno alla Terra, vi sono quattro venti principali nelle
quattro parti del mondo. Ogni vento ha la sua natura e il suo
compito per cui *necessita1006, secondo come sanno i marinai
che lo provano di giorno e di notte. Ma dei nomi e della
diversità dei venti, il maestro non dirà ora di più, perché le
persone del mondo cambiano ed espongono i nomi dei venti,
secondo gli usi e secondo la diversità delle lingue. *E d’altra
parte ora è verificato, che in un luogo piova e in un altro
no1007, secondo come il vento viene più vicino a quella terra
dal lontano mare. E nondimeno si dice comunemente, che
quello che viene da dritto levante e quello che viene al
contrario da dritto *ponente1008, non sono di grande pericolo,
perché il loro arrivo li porta più verso terra che verso mare.
Ma quello che viene dalla dritta tramontana e quello che
viene dal dritto mezzogiorno, sono di grandissimo pericolo,
perché il corso dell'uno e dell'altro portano verso il mare
troppo impetuosamente. E questi sono i quattro venti
principali del mondo e ognuno di quelli ne ha altri due
intorno, che sono così come bastardi, perché il vento di
levante che è temperato, secondo come dice il discorso qui
avanti, ha verso tramontana un vento che secca tutte le cose,
chiamato Volturno, ma i marinai lo chiamano Greco, perché
viene dalla Grecia. D'altra parte verso mezzogiorno, ve ne è
un altro che genera nubi e ha nome Ero e i marinai lo
chiamano Scirocco, ma non conosco la ragione perché lo
chiamino così. L'altro vento principale del mezzogiorno, è
caldo e umido e sovente genera fulmini e tempeste e ha da
ogni parte intorno il vento caldo, che genera sovente e
volentieri, *fulmini1009, tempeste e smottamenti. L'altro
*vento1010 principale che viene da ponente, *fa l’estate1011 e
spinge il freddo, l'inverno e porta fiori, foglie e la primavera.
E da mezzogiorno, c'è un vento come gli altri della natura del
mezzogiorno e ha nome di Africo e con quel nome lo
chiamano i marinai qualche volta *e1012 lo chiamano con altri
due nomi, perché quando è dolce e soave lo chiamano
Garbino, perché quel paese che la Scrittura chiama Africa, si
dice in lingua volgare il Garbo, ma quando viene con grande
impeto o fortunale, i naviganti lo chiamano Libeccio. Ma
verso tramontana ce n'è un altro più bonario, che ha nome di
Coro, questo i marinai lo chiamano Maestro, per le sette
stelle che sono in quello stesso luogo. Gli altri [venti]
principali che vengono dalla tramontana, portano nubi e
1005 In T manca.
1006 In T: il oevrent = operano.
1007 In T: Et d’autre part l’en trueve maintenant que uns meismesvens fait en.i. leu pluie en .i. autre non…= E d'altra parte si trova che uno stesso vento fa in un luogo pioggia e in
un altro no…...
1008 In T: occident = occidente.
1009 In T manca.
1010 In T manca.
1011 In T: oste = toglie.
1012 T aggiunge: li marinier encore = i marinai ancora..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
freddo e quello che è in costa verso il Sole ponente, porta
neve e grandine e ha nome di *Arec1013, ma gli altri che
vengono verso il levante, riducono piogge e nevi. Si può da
questo conoscere in breve, che tutti i venti che vengono da
oriente verso mezzogiorno, fino a occidente, portano
tempesta o piogge e tali cose simili, secondo il luogo e il
tempo. E gli altri che vengono da oriente verso tramontana,
fin verso occidente, fanno il contrario degli altri, sebbene la
natura di ognuno può cambiare, secondo i diversi paesi. Ma
come che sia, dico che il vento non è altra cosa che la spinta
dell'aria. Fuori da questi che sono nominati ora, ve ne sono
altri due di debole movimento dell'aria, di cui uno è chiamato
Orio e l'altro *Aleam1014.
108. Del fuoco.
Dopo il cerchio dell'aria, è posto il quarto elemento, *cioè un
orbe di fuoco1015 senza alcuna umidità, che si estende fino alla
Luna e circonda quest'aria dove siamo noi. E sappiate che
sopra il fuoco, vi è innanzitutto la Luna e le altre stelle, che
sono tutte della natura del fuoco. E il fuoco che si trova sotto
gli altri elementi, non tocca altri elementi, cioè l'orbe. Perché
sopra il fuoco vi è *l'aria1016 pura, chiara e pulita, dove sono i
sette pianeti ed ancora sopra quell'aria c’è il firmamento, che
sempre gira e circonda il mondo con tutte le stelle, da oriente
fino ad occidente, così come il discorso esporrà qua avanti, là
dove ne sarà tempo e luogo. E sappiate che sopra il
firmamento, vi è un cielo molto bello e brillante, del colore
del cristallo e per questo è chiamato *cielo1017 cristallino, *è il
luogo da dove gli angeli malvagi 1018 caddero. E ancora vi è
sopra quello, un altro cielo del colore della porpora, chiamato
cielo empireo, dove si trova la santa gloriosa Divinità con
tutti i suoi angeli e i suoi segreti, di cui il maestro non si
occupa in questo libro, anzi li lascia ai maestri della Divinità
e ai signori della santa Chiesa, a cui appartiene e così tornerà
alla sua *materia1019, cioè alla narrazione del mondo.
109. *Dei sette pianeti1020.
E il discorso espone qua dietro, che sopra i quattro elementi
vi è *un orbe1021 puro e chiaro senza nessuna oscurità, che
circonda il fuoco e gli altri tre elementi dentro di sé e si
estende fino al firmamento. In questo *orbe 1022 sono posti i
sette pianeti, l’uno sopra l’altro, di cui il primo che si trova
più vicino alla Terra sopra il fuoco, è la Luna. Sopra la Luna
vi è Mercurio, poi Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno,
che rimane sopra tutti gli altri pianeti vicino al firmamento. E
sappiate che ogni pianeta ha il suo cerchio dentro *l'orbe 1023
1013 In T: Circé.
1014 In T: Altain.
1015 In T: c’est un air de feu…= cioè un’aria di fuoco…
1016 In F: uns orbes generaus…= un orbe generale…
1017 T aggiunge: ciel. (Cfr. trad.).
1018 In F: et desus est cil d’où li mauvais angles…= e sotto c’è quello da dove gli angeli malvagi… In T: c’est li leus dont li malvés angele. (Cfr.trad.).
1019 In T: conte = racconto (narrazione).
1020 In T: Des viii. cercles = Degli otto cerchi.
1021 In T: airs = aria.
1022 In T: air = aria.
1023 In T: air = aria.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*puro1024, uno più alto e gli altri più bassi, secondo come sono
posti, un cerchio dentro l'altro. E la narrazione dice
apertamente qua dietro, che il mondo è tutto rotondo e fatto
con cura dal compasso. E così come la Terra è tutta rotonda
per il suo compasso, il punto del quale si trova nel profondo
della Terra, cioè nel suo centro che le genti chiamano abisso,
del tutto analogamente sono fatti con il compasso i cerchi
degli elementi, dei pianeti e del firmamento, così che sono
totalmente rotondi, gli uni dentro gli altri e gli uni intorno
agli altri. E il cerchio che è dentro, è minore di quello che gli
è sopra. Perciò non è affatto meraviglia se l'un pianeta corre
più veloce dell'altro, perché tanto come il suo cerchio è più
piccolo, *corre più veloce1025. E quello che va intorno al più
grande, va più lentamente, secondo come il racconto dirà qua
avanti, là dove tratterà propriamente di ogni pianeta.
110. Della grandezza del cielo e della Terra.
E se è vero che la Terra e gli altri cerchi sono formati dal
compasso, dunque è estremamente necessario che siano fatti
con il numero e la misura. E se ciò è vero, dobbiamo ritenere
che gli antichi filosofi, i quali conoscevano l'aritmetica e la
geometria, cioè la scienza di tutti i numeri e di tutte le misure,
potevano sicuramente trovare la grandezza dei cerchi e delle
stelle, perché senza dubbio il cerchio è circa sei volte tanto
come il compasso ha di larghezza e cioè gira tre *volte 1026
tanto come ha di spessore. E per questa ragione, quando
trovarono quanto gira la Terra, poterono *ben sapere 1027
quanto essa ha di spessore. Con la misura della Terra, il
ragionamento del compasso e con gli andamenti dei pianeti e
delle stelle, trovarono bene quanto un cerchio sia più alto
degli altri e la grandezza di ciascuno. Ecco come: la Terra
gira tutta intorno, ventimila quattrocento ventisette leghe
lombarde, sebbene gli Italiani non dicano leghe, ma dicano
miglia *di Terra1028, perché un miglio di Terra è mille passi e
ogni passo contiene cinque piedi e ogni piede contiene dodici
pollici. Ma la lega francese è di ben due o tre *tempi 1029 di
quanto sia il miglio. Dopo che si seppe la grandezza del
cerchio della Terra, allora fu cosa provata, che il suo spessore
è la terza parte della sua grandezza e il suo compasso è la
metà del suo spessore, cioè la sesta parte del suo cerchio. E
veramente, i pianeti che si trovano nell'aria pura e tutte le
stelle che sono nel firmamento, scorrono sempre attraverso il
loro cerchio intorno alla Terra, senza riposare, ma questo non
è solo in un modo, perché il firmamento scorre da oriente a
occidente, tra il giorno e la notte una volta, così bruscamente
e così fortemente, che la sua pesantezza e la sua grandezza gli
farebbero trasgredire tutto, se non vi fossero i sette pianeti,
che vanno così come incontro al firmamento e regolano il
proprio corso, secondo *il loro ordine1030. E perciò non è
affatto una meraviglia se i pianeti vanno lentamente, perché
la loro andatura è simile alla formica, quando va incontro a
1024 T aggiunge: par quoi il vait et fait son course environ la terre = attraverso cui va e fa il suo corso intorno alla Terra.
1025 T sostituisce con: de tant le puet il corre plus tost = di tanto lo può superare più presto.
1026 In T manca.
1027 In F: bien trover et sentir = trovare bene e sentire. In T: bien savoir. (Cfr. trad.).
1028 T aggiunge: de terre = di Terra.
1029 T aggiunge: tans = tempi.
1030 In F: son erre = la loro strada. In T: son ordene. (Cfrr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
una grande ruota girevole.
111. Del firmamento e del corso dei dodici segni.
Sopra Saturno, il settimo pianeta in cima, vi è il firmamento,
dove sono poste le altre stelle. E sappiate che dalla Terra fino
al firmamento, vi sono diecimila sessantasei volte tanto,
come la Terra ha di spessore. E per la così grande altezza,
non è affatto una meraviglia se le stelle ci sembrano essere
piccole. Ma a dire il vero, non vi è dal firmamento fino al
Sole, alcuna stella che non sia più grande di tutta la Terra. E
sappiate che le stelle che si possono riconoscere e scegliere
chiaramente nel firmamento, sono mille ventidue secondo
come si trova nel libro dell'Almagesto. Ma tra le altre, ve ne
sono dodici chiamate i dodici segni e sono, Ariete, Toro,
Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione,
Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci. Questi dodici segni
hanno nel firmamento un cerchio, in cui girano intorno al
mondo, chiamato Zodiaco. E ognuno ha trenta gradi e così lo
Zodiaco è pieno di gradi, perché ve ne sono dodici per trenta,
che fanno trecentosessanta gradi. Questi cerchi sono il
percorso dei pianeti, dove attraverso loro gli è necessario
errare per il firmamento, gli uni in alto, gli altri in basso,
ognuno secondo la sua via e secondo il suo corso. Perché
Saturno che è il sovrano di tutti, è crudele, traditore e di
natura fredda, va attraverso tutti i dodici segni in un anno e
tredici giorni. E sappiate che alla fine di quel tempo non
ritorna nel luogo e nel punto stesso da cui si era mosso, anzi
ritorna nell'altro segno successivo, dove ricomincia la sua
strada e il suo corso e così fa sempre fino a trent'anni o poco
meno. Allora se ne torna al punto stesso da cui si era mosso,
il primo giorno del primo anno e fa nuovamente il suo corso
come prima. E per questo, ognuno può comprendere che
Saturno compie interamente il suo corso in trenta anni e di
poco ne manca, in tal maniera che ritorna al primo punto da
cui si mosse. *Giove che si trova sotto di lui, è dolce, pietoso
e pieno di tutti i beni e va attraverso i dodici segni, in un
anno, un mese e quattro giorni, ma compie il suo corso in
poco meno di dodici anni1031. Marte è caldo, battagliero e
malvagio ed è chiamato dio delle battaglie, va attraverso tutti
i dodici segni in due anni, un mese e *trenta 1032 giorni, ma
compie interamente il suo corso in un anno, dieci mesi e
dodici giorni e poco ne manca. Il Sole che è un buon pianeta
imperiale, va per i dodici segni in un anno e sei ore, ma
compie interamente il suo corso in poco meno d *diciotto 1033
anni. *E Venere va attraverso i dodici segni in poco meno di
tre mesi e nove giorni, e segue sempre il Sole ed è bella,
dolce ed è chiamata *dea1034 *dell'amore1035. Mercurio va
attraverso i dodici segni, in tre mesi e *nove1036 giorni, muta
facilmente, secondo la bontà e l’astuzia dei pianeti a cui si
congiunge. La Luna va attraverso i dodici segni in ventisette
giorni, diciotto ore e la terza parte di un'ora, ma fa la sua
1031 Questo paragrafo manca completamente in T.
1032 In T: xx = venti
1033 In T: xxviii = ventotto.
1034 In T: deus (Cfr. nota sotto). In F: dieuesse (al femminile. Cfr. trad.).
1035 In T: Et Venus va par les xii. signaus en i. an et vii. mois et xi. jors, et siut tousjors le soleil, et est bele et douce, et est apelée deus d’amors. = E Venere va attraverso i dodici
segni in un anno, sette mesi e undici giorni, e segue sempre il sole ed è bella e dolce ed è chiamata dio dell’amore.
1036 In T: xxvi. = ventisei.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
rivoluzione, tanto che appare in *ventotto1037 giorni, sette ore
e mezza e la quinta parte di un'ora e compie tutto il suo corso
in *ventotto1038 anni, *otto1039 mesi, sedici *giorni1040 e mezzo
in tal maniera che ritorna al punto e al luogo da cui era
partita, all'inizio *del suo corso1041.
112. Del corso del Sole attraverso i dodici segni.
Con ciò, potete comprendere che il Sole è più bello e più
degno degli altri ed è posto in mezzo ai pianeti, perché ne ha
tre sopra e tre sotto di lui. E percorre ciascun giorno poco
meno di un grado, perché i gradi di un cerchio sono trecento
sessanta, secondo come il racconto ha detto qua dietro. E per
andare attraverso tutti *i dodici segni1042, vi impiega trecento
sessantacinque giorni, sei ore ed è un anno. E per le sei ore
che sono in ciascun anno, nel suo corso, oltre i trecento
sessantacinque *giorni1043, accade che in quattro anni ne
cresce un giorno, sono ventiquattro ore. E allora quell'anno
ha trecento sessantasei giorni, che chiamiamo bisesto e quel
giorno è messo nel mese di febbraio, cinque giorni alla fine e
allora febbraio ha ventinove giorni. E per questo, a noi ci è
necessario porre nel calendario due giorni su una lettera ed è
la effe, *perché la effe1044 è la quinta lettera alla fine di
febbraio. E quando il Sole ha compiuto sette bisesti nel suo
corso, in tal maniera che ogni giorno della settimana è stato
nel bisesto, allora il Sole ha compiuto interamente tutto il suo
corso e torna al primo punto e per i suoi primi cammini. E per
questo fu detto qua dietro, che compie interamente il corso, in
ventotto anni, perché allora ha fatto sette bisesti. E sappiate
che nel primo giorno del mondo, il Sole entrò nel primo
segno, cioè nell'Ariete e ciò fu quattordici giorni alla fine del
mese di marzo e ugualmente fa ancora. E quando ha superato
quello, entra così nell'altro e poi nell'altro, tanto che compie
un anno, perché gli è necessario dimorare in ogni segno un
mese, cioè trenta giorni, *sedici ore1045 e poco più. Ma perché
alle persone comuni era difficile conoscere questo poco che è
oltre i trenta giorni, fu stabilito dagli antichi saggi, che uno
dei mesi fosse di *trentuno1046 giorni e gli altri ne fossero di
*trenta1047, sebbene febbraio non ne ha che ventotto quando
non è bisesto. E questo fu fatto per salvare lo sfasamento *dei
giorni1048.
113. Del giorno e della notte, del caldo e del freddo.
Il cammino del Sole e il suo corso, è andare ogni giorno da
oriente ad occidente, per il suo cerchio intorno alla Terra, in
tal modo che fa, tra giorno e notte, un giro. E sappiate che, in
1037 In T: xxix = ventinove.
1038 In T: xviii = diciotto.
1039 In T: ix = nove.
1040 In F: hores = ore. In T: jors = giorni.
1041 F aggiunge: de son cours = del suo corso.
1042 F aggiunge: les xii. signes = i dodici segni.
1043 In T: outres les entiers jors = oltre i giorni interi.
1044 In T manca. In entrambi i mss. si fa riferimento alla “f”. Difficilmente interpretabile, perché la quinta lettera alla fine di “fevrier” è la “v”.
1045 In T manca.
1046 In T: xxx = trenta.
1047 In T: xxxi = trentuno.
1048 In T: dou jour = di un giorno. In F: des jors = dei giorni. Dal computo del mss F, il totale è trecentosessantanove giorni. Dal computo del mss. T, il totale è trecentocinquantotto
giorni. Quindi non è lo sfasamento di un giorno, ma di più giorni.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
ogni luogo del mondo c’è il suo legittimo oriente, quella
parte dove il Sole leva e il suo occidente è verso il ponente.
Perché dovunque ti trovi sulla Terra, qua o là, devi sapere che
da te fino al tuo oriente vi sono novanta gradi e altrettanto ne
sono da te fino al tuo occidente. E dal tuo occidente fino a
quelli che sono sotto di te, dirittamente contro ai tuoi piedi, vi
sono analogamente novanta gradi e altrettanto fino al loro
occidente ed è il tuo oriente. Così sono quattro volte per
novanta gradi, che salgono a trecento sessanta gradi e si
trovano nel cerchio, così come la narrazione ha esposto qua
dietro. E per questo, tuttavia, devi credere bene che si ha il
giorno e la notte, perché quando il Sole è sopra di noi ed
illumina qui dove siamo, non può *illuminare 1049 dall’altra
parte e quando illumina di là, non può illuminare di qua, per
la terra che è tra noi e loro, che non lascia passare il suo
splendore. D'altra parte se il mio occidente è l'oriente di
quelli che abitano al contrario dei miei piedi e il mio oriente è
il loro occidente, dunque è necessario che tutte le volte sia
giorno e notte, perché quando abbiamo i giorni, essi hanno le
notti e perché il giorno non è altra cosa che il Sole sopra la
Terra, che supera tutte le luci. E per il suo grandissimo
splendore, non possiamo vedere di giorno le stelle, poiché la
loro luce non ha nessun potere davanti al chiarore del Sole,
perché senza dubbio il Sole è fondamento di tutte le luci e di
ogni calore. E perché il suo cammino si trae più da questa
parte, che noi chiamiamo mezzogiorno, accade che quel
paese è più caldo che nessun altro, dov'è una grandissima
terra deserta, dove non abita alcuna persona, *per la forza 1050
del calore. D'altra parte, come si porta di più nel basso
mezzogiorno e si allontana da noi, tanto noi abbiamo più
grande freddo e grandi notti e in quella parte la notte è
piccola e *il freddo minore1051, ecco come.
114. Circa il cerchio dei dodici segni.
Il cerchio dei dodici segni, che circondano tutto il mondo, è
diviso in quattro parti, di cui vi sono in ciascuno, tre segni. Il
primo segno è l'Ariete, dove il Sole entra quattordici giorni
prima della fine di marzo e questo fu il primo giorno del
mondo. E per il fatto che Dio allora fece tutte le cose uguali
*in quel buono e giusto posto1052, così il giorno fu grande
come la notte e non vi fu tra loro alcuna differenza, così lo è
sempre del tutto. E la posizione di Ariete e degli altri due
segni che sono dopo, non è in basso a mezzogiorno, né in alto
sopra le nostre teste verso mezzanotte, cioè verso tramontana
che si trova verso settentrione, anzi è in mezzo tra i due. E
per questo il tempo è più mite e più secondo natura nella
generazione di tutte le cose. In questa maniera, il Sole
comincia il suo corso e se ne va sempre più in alto, sopra di
noi verso [la parte] più alta del firmamento. E per questo i
giorni cominciano a crescere e le notti a diminuire, tanto che
passa i suoi tre primi segni, fino a quindici giorni prima della
fine del mese di giugno. Allora ha percorso la quarta parte del
1049 T aggiunge: la terre = la Terra.
1050 In T: fierté = fierezza (forza). In F: la force. (Cfr. trad.).
1051 In T: la chalours grignour = il calore più grande.
1052 In T: droites et en bon poins = giuste nel posto giusto. In F: en cel bon et droit point. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
cerchio, cioè attraverso Ariete, Toro e Gemelli. Il giorno
dopo incomincia ad andare verso l'altra quarta parte ed entra
nel quarto segno, il Cancro ed allora è così alto, per quanto lo
può essere, perché è necessario che quel giorno sia più
grande di quanto lo sia in tutto l'anno e la notte più piccola.
Allora abbiamo un grande caldo, ma nel profondo
mezzogiorno dove il Sole si allontana quanto più può, la
notte diminuisce e a settentrione, dove il Sole si porta più
vicino, *le notti1053 sono lunghissime. Così il Sole va facendo
la sua strada, scendendo sempre [più] dall'alto in basso poco
a poco, in tal maniera che così come il giorno cresce da
Ariete fino al Cancro, per la salita del Sole, analogamente
comincia a rimpicciolire per la sua discesa, tanto come va
attraverso il Cancro, il Leone e la Vergine, fino al
quindicesimo giorno prima della fine di settembre. Il giorno
dopo entra nell'altro quarto, cioè nella Bilancia e allora è nel
giusto centro del cerchio, cioè il settimo segno, tutto dritto
contro Ariete. E per questo è necessario che quel giorno sia
uguale e simile alla notte, così come fu dell'altra parte del
cerchio contro di lui. Ma questo avviene in maniera diversa,
perché questa uguaglianza accade a settembre, con
l'accorciamento dei giorni e con l'accrescimento delle notti,
ma l'altro accade a marzo per l'accrescimento dei giorni e per
l'accorciamento delle notti. Così il Sole scorre attraverso la
Bilancia, lo Scorpione e il Sagittario, sempre abbassandosi ed
allontanandosi da noi. E per questo il tempo declina verso il
freddo, così come a marzo verso il caldo. E quel tempo dura
attraverso i tre segni nominati avanti, fino al quindicesimo
giorno prima della fine di dicembre. Il giorno dopo entra
nell'ultimo quarto, cioè nel Capricorno, del tutto contrario al
Cancro. E perciò è necessario che, analogamente *come fu
allora il giorno più grande e la notte più piccola, ugualmente
così sarà la notte più grande e il giorno più piccolo 1054, perché
il Sole si è allontanato da noi e non ci resta che avere una
scarsità di giorno e di calore. *Ma la grande calura 1055 ed i
giorni più grandi, si trovano allora nel profondo mezzogiorno
e le grandissime notti si trovano a settentrione, con tutto il
grande freddo. Così il Sole passa attraverso il Capricorno,
l’Acquario e i Pesci, diminuendo le notti a poco a poco, tanto
che la fine dell'anno viene alla fine del cerchio e poi
ricomincia il suo giro attraverso Ariete, secondo come la
narrazione espone qua avanti.
115. Della differenza tra mezzogiorno e settentrione.
Con ciò possiamo conoscere che, analogamente come nel
mezzogiorno c’è una grande terra deserta, per la vicinanza
del Sole che va da quella parte, ve ne sarà altrettanto verso
mezzanotte, cioè sotto tramontana, dove non abitano persone
per i gran freddi che vi sono, a causa della lontananza del
Sole da quella terra. Questo stesso [fatto], è anche la causa
che qualche volta accada nella [parte di] tramontana, che il
giorno duri solo un poco, in cui appena vi si potrebbe cantare
1053 In T: les jours = i giorni.
1054 In T: come il fu lors la plus grant jours, tout autresi est lors la plus grans nuis et plus petit li jour = come allora fu il giorno più grande, del tutto analogamente allora è più
grande la notte e più piccolo il giorno.
1055 T aggiunge: Mais la grans chalours. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
messa. E allora la notte dura ugualmente poco nel profondo
mezzogiorno. E talvolta nel mezzogiorno, il giorno dura
quasi un anno e nella tramontana la notte dura altrettanto,
così accade una volta che il giorno è di sei mesi e la notte
altrettanto e nella parte contraria ritorna al contrario. E tutte
queste differenze, perché e come esse avvengono, può
apertamente vedere ed intendere, quello che considera con
cura l'andatura del Sole attraverso il suo cerchio, secondo
come la narrazione espone chiaramente. E sebbene il
racconto dica che abbiamo, *una volta il giorno più grande
della notte e un'altra volta la notte più grande del giorno 1056,
tuttavia dico che sempre, come che sia, vi sono altrettante ore
in ciascuna notte come in ciascun giorno, perché ce n'è dodici
in ciascuno, poiché il numero delle ore non cresce, né
diminuisce. Ma quando il giorno è più grande, le ore sono
maggiori e quelle della notte sono più brevi. Analogamente,
quando la notte è più grande, le ore sono maggiori.
116. Della grandezza del Sole e *del corso1057 della Luna.
E sappiate che il Sole, tutti i pianeti e le stelle che sono posti
lì sopra, sono più grandi di tutta la Terra, perché il Sole è più
grande cento sessantasei volte e tre ventesimi di quanto non
sia tutta la Terra, secondo come i filosofi provarono con
molte ragioni, corrette e necessarie. E dalla Terra fino al Sole
vi sono cinquecento ottantacinque volte tanto come lo
spessore della Terra è grande. Ma dicono bene che gli altri
pianeti che sono *del cielo 1058 in basso, cioè Venere,
Mercurio e la Luna, sono più piccoli della Terra, perché la
Terra è più grande *quaranta1059 volte tanto e un poco più
della Luna e così essa è in alto ventiquattro volte e mezzo
tanto e cinque dodicesimi come ha di spessore all’interno
tutta la Terra. E dicono che la Luna è tutta rotonda, di cui la
maggior parte dice che una metà del suo corpo è splendente e
l'altra metà è oscura. E secondo come essa gira intorno,
mostra il suo chiarore e la sua oscurità, una volta di più e
un'altra di meno. A dire il vero, non ha affatto luce propria,
ma è chiara in tal maniera che essa può ricevere
l’illuminazione da altri, analogamente come una spada scura,
un cristallo e un’altra cosa simile. Analogamente fa la Luna,
che non brilla da sé affatto, tanto che possiamo vedere il suo
chiarore, ma quando il Sole la vede, la illumina tanto come la
può vedere e la fa così splendente come appare a noi. Ecco
come: la Luna si rinnova sempre in quello stesso segno dove
si trova il Sole e percorre ogni giorno tredici gradi. E avete
ben udito qua dietro, che un segno ha trenta gradi e così la
Luna passa un segno in due giorni e poi al terzo se ne va. E
quando arriva in un segno dove si trova tutto il Sole, è
illuminata dalla parte sopra da cui il Sole la guarda, per il
fatto che scorre sotto di lui e per questo non la possiamo
vedere. Ma nel terzo giorno, quando esce da quel segno dove
si è alquanto allontanata da lui e la guarda di lato, allora
appare crescente alla nostra vista, con due corni. E come si
1056 In T: nous avons une fois le jour plus grant que la nuis, et une autre fois la nuit plus grant, et une autre fois la nuit plus que le jor = noi abbiamo una volta il giorno più grande
della notte e un’altra volta la notte più grande e un’altra volta la notte più del giorno.
1057 In T manca.
1058 In F: dou soleil = del Sole. In T: dou ciel. (Cfr. trad.).
1059 In T: .xxxix. = trentanove.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
allontana di più dal Sole, tanto più cresce, perché ne vede di
più, finché giunge al settimo segno dall'altra parte del
cerchio, tutta dritta contro il Sole ed è dopo il
quattordicesimo giorno, allora lo vede tutto chiaramente e per
questo diventa completamente splendente, per quanto è
rotonda. E quando ha fatto questo, subito comincia a
scendere dall'altra parte del cerchio e si volge verso il Sole e
allora dapprima comincia a decrescere dall'altra parte, da cui
il Sole non la può guardare. E tanto fa che ritorna al suo
maestro e lo trova nell'altro segno dopo, dove lo aveva
lasciato, perché tanto come il Sole impiega a percorrere tutto
un segno, la Luna ne percorre intorno tutti e dodici.
117. Come la Luna prende il suo *chiarore1060 dal Sole e delle
eclissi.
E che sia vero che la Luna prende il suo chiarore dal Sole e
che sia più piccola di quello e della Terra, è provato con
certezza dalle eclissi e dalle oscurità dell'uno e dell'altro.
Ecco come: vedete qui la Luna entrare in quello stesso segno
dove si trova il Sole, allora essa si trova tra lui e la Terra, ma
non risplende affatto verso di noi. E può ben essere che sia in
quel punto, dove il Sole è così dritto e che la copre ai nostri
occhi, in tal maniera che non vediamo il Sole e il suo chiarore
non ha alcun potere sopra di noi. Ma perché il Sole è più
grande della Luna e della Terra e perché la Terra è più grande
della Luna, quella oscurità non avviene per tutta la Terra, se
non tanto come l'ombra della Luna può coprire e trattenere i
raggi del Sole. E quando la Luna se ne è andata al settimo
segno dall'altra parte del cerchio, qualche volta può essere
che è così dritta contro il Sole, che la Terra entra in mezzo e
trattiene lo splendore del Sole, in tal maniera che la Luna si
oscura e perde la sua luce, in quel punto dove essa ne deve
avere di più. E l'occasione perché ciò avvenga, è quando
l'ombra della Terra va sempre tutta dritta, incontro al luogo
dove si trova il Sole, così come si può vedere chiaramente da
lui e dal fuoco, per le ombre che sono al contrario. E voi
dovete credere che le ombre della Terra diminuiscono
sempre, tanto come si allungano, perché è più piccola del
Sole e gli manda i suoi raggi tutto intorno. E da ciò, noi
possiamo comprendere che le eclissi del Sole non possono
essere se non alla Luna nuova. E quella della Luna non è
possibile che avvenga, se non per la sua rotondità. Per queste
e per altre ragioni, i saggi proveranno che la Luna prende dal
Sole la luce splendente che viene fino a noi e per il fatto che
la Luna è una stella, è necessario che essa abbia la sua
propria luce, perché tutte le stelle sono brillanti. Ma la luce
della Luna, non avrebbe potere di illuminare sulla Terra, se
ciò non fosse a causa del Sole.
118. *Del corso della Luna attraverso il suo cerchio1061.
Ma per il fatto che la Luna si trova più in basso delle altre
stelle e più vicina alla Terra, ci sembra che sia più grande
1060 In T: lumiere = luce.
1061 InT: De la proprieté de la lune. = Delle proprietà della Luna.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
delle altre, perché la nostra vista non può sopportare di
vedere ciò che è lontano da noi. E quando tutte le cose sono
lontane, ci sembrano essere più piccole di quanto esse non
sono. D'altra parte, vediamo chiaramente, che per la sua
vicinanza produce sempre un effetto nelle cose che sono qua
in basso, in maniera più evidente delle altre, perché quando
cresce, devono crescere tutti i molluschi dentro i gusci, i
granchi, i gamberetti e tutti gli animali e i pesci crescono
nelle loro parti molli. Anche il mare cresce e butta
grandissimi flutti. E quando rimpicciolisce, tutte le cose
rimpiccioliscono e sono più piccole di prima. D'altra parte,
vediamo che corre più veloce degli altri pianeti e questo non
potrebbe essere, se il cerchio del suo percorso non fosse
minore degli altri e minore non potrebbe essere se non fosse
più in basso. Ecco come: la Luna va attraverso tutti i dodici
segni e compie interamente il suo percorso di trecento
sessanta gradi di cui è il suo cerchio, in ventisette giorni, otto
ore e la terza parte di un’ora, in cui il Sole impiega un anno a
percorrerlo, secondo come la narrazione ha esposto qua
dietro. Ma dobbiamo sapere che gli anni sono di due tipi,
perché uno è secondo il percorso del Sole, in trecento
sessantacinque giorni e un quarto di giorno e l'altro è
*secondo il percorso1062 della Luna, cioè quando essa *ha
girato1063 attraverso il cerchio dei segni, dodici volte e questo
fa in trecento cinquantaquattro giorni ed ecco come.
119. *Della1064 composizione della Luna, del Sole, del primo
giorno del mondo, dell'anno bisestile, delle epatte e delle altre
ragioni della Luna.
Leggiamo nella Bibbia che all'inizio del mondo, quando
Nostro Signore creò e fece tutte le cose, tutte le stelle furono
fatte nel quarto giorno, cioè l'undicesimo giorno prima della
fine del mese di marzo. E per questo la maggior parte dice,
che in quel tempo vi è la giusta equivalenza tra giorno e notte
e secondo come è chiamata da alcune persone, la Luna prima
e novella. Ma secondo le osservazioni della santa Chiesa, è
chiamata prima, nove giorni alla fine di marzo, cioè quando
l'uomo la può vedere ed appare fuori del primo segno, dove
era con il Sole, secondo come il racconto ha esposto qua
dietro. E sappiate che gli Arabi dicono che il giorno comincia
quando la Luna appare, cioè al tramontare del Sole. E avete
ben udito che, *dall'una ascensione all'altra 1065, vi sono
ventinove giorni, sette ore e mezza e la quinta parte di un'ora.
E questo è il giusto mese della Luna, sebbene i narratori della
santa Chiesa dicano che ha ventinove giorni e mezzo. E per
chiarire il numero, dicono che un mese ha trenta giorni e
l'altro ventinove. E da ciò avviene che, i dodici mesi della
Luna sono di trecento cinquantaquattro giorni. E così l'anno
del Sole è maggiore di quello della Luna, di undici giorni
interi e con questi undici giorni di rimanente avviene
l'embolismo, cioè l'anno che ha tredici Lune. Ecco come: in
tre anni vi sono trentatré giorni rimanenti, che sono una Luna
1062 In T manca.
1063 In T: a couru = ha corso.
1064 In T: Ci devise = Qui espone.
1065 In T: de la lune a l’autre = da una Luna all’altra.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
più tre giorni, ugualmente sono avanti di un anno, quando
compiono sette embolismi per i sette giorni della settimana.
Ed è completato tutto in diciotto anni, nove mesi e sedici
giorni e mezzo, secondo gli Arabi, ma secondo i narratori
della santa Chiesa, che vogliono riparare ogni spezzamento,
sono diciannove anni e un giorno, oltre il rimanente. Allora la
Luna ritorna al suo primo punto, da cui era partita prima e
*ritorna1066 come prima. Ora vedete che tutti i conti della
Luna e i suoi ragionamenti finiscono e compiono il loro corso
in diciannove anni. E ogni anno della Luna è minore di quello
del Sole di undici giorni, da cui avviene che, là dove la Luna
si trova l’anno prima, essa sarà l'anno dopo, undici giorni più
indietro al contrario del calendario. E dall'anno di questi
stessi undici giorni, nasce un conto chiamato epatte, per
trovare il ragionamento della Luna. Ecco come: al primo
anno del mondo, quando i pianeti cominciarono il loro corso
da uno stesso giorno, non vi fu nessuna rimanenza degli anni
della Luna o del Sole. E per questo dicono che, nei primi anni
dei diciannove detti, le epatte erano nulle. E in quell'anno è la
prima Luna, al nono giorno alla fine di marzo, così come fu
all'inizio e tutto quell'anno è come allora. Al secondo anno,
quando il rimanente cominciò ai primi, sono le undici epatte,
perché tanto cresce la Luna e là dove essa fu nel primo anno
prima, al secondo avrà undici giorni, al terzo anno le epatte
sono ventidue, al quarto anno ammontano a trentatré. Ma
perché vi sia un embolismo, cioè una Luna, devi togliere i
trenta giorni, poiché tutte le Lune dell'embolismo hanno
trenta giorni e devi ritenere i rimanenti, cioè tre, che sono le
epatte del quarto anno. Così devi mantenere le regole e
aggiungerai a ogni anno, undici [giorni] e quando i numeri
salgono sopra trenta, toglierai i trenta e ti terrai il rimanente e
questo farai fino al diciannovesimo anno, poiché le epatte
sono diciotto. E quando sono finiti, c'è un giorno rimanente,
secondo come ha detto la narrazione qua *avanti1067, chiamato
il salto della Luna. Allora devi prendere quel giorno e gli
undici rimanenti e aggiungerne sopra diciotto e fanno trenta,
cioè un embolismo di Luna, che deve essere messo nell'anno
diciannovesimo e tu non hai alcuna rimanenza, perché le
epatte sono nulle, così come prima. E sappiate che le epatte
mutano sempre a settembre, ma la sua posizione fissa è dieci
giorni prima della fine di marzo, perché quel giorno che la
Luna non è ancora vista, la santa Chiesa non lo mette in
conto, così come avete udito qua avanti e le giornate sono
nulle, *significa1068 che in quell'anno le epatte sono nulle. Ma
il secondo anno che la Luna ebbe undici giorni, da quel
giorno significa che le epatte sono undici. Analogamente è e
sarà sempre, tanto come la Luna ha età in quel giorno, tante
saranno le epatte di quell'anno. E sappiate che il primo anno
del mondo, la Luna ebbe nel primo giorno di aprile dieci
giorni, in maggio undici, in giugno dodici, in luglio tredici, in
agosto quattordici, in settembre cinque, in ottobre *sei 1069, in
novembre sette, in dicembre *otto1070, a gennaio nove, in
febbraio *undici1071 e in marzo *dieci1072 giorni. In questo
1066 In T: recourt = ricorre.
1067 In T: ariere = dietro. In F: devant = davanti (avanti).
1068 In F: les journées n’estoient senefiées = le giornate non erano significate. In T: segnefie. (Cfr. trad.).
1069 In T: v = cinque.
1070 In T: vii = sette.
1071 In T: x = dieci.
1072 In T: ix = nove.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
conto sono chiamati concorrenti, a cui ci dobbiamo attenere
sempre il primo anno, quando le epatte sono nulle, ma dal
primo in avanti devi aggiungere le epatte di quell'anno
concorrente, al mese che vorrai. Intanto la Luna avrà il primo
giorno del mese, salvo che se il numero sale a più di trenta, lo
toglierai e terrai il rimanente. Ma guardati al diciannovesimo
anno dal salto della Luna, cioè del giorno che cresce in tutti i
diciannove anni, secondo come il racconto dice qui sopra,
perché da ciò avviene un errore nel mese di luglio, poiché là
dove la Luna deve essere giudicata di trenta giorni, secondo
le epatte essa è prima. Analogamente ti conviene fare
attenzione nell'ottavo anno e nell'undicesimo, perché le
ragioni delle epatte vi mancano in due Lune, a causa
dell'embolismo. E sappiate che la Pasqua della resurrezione
di Gesù Cristo, muta secondo il corso della Luna. Ecco come:
è vero che un tempo il popolo di Israele fu condotto in
prigionia a Babilonia e che fu liberato un giorno di Luna
piena, cioè quando essa aveva quattordici giorni e questo fu
dopo che il Sole era entrato in Ariete. E avete ben ascoltato
qua dietro, perché la posizione fissa delle epatte è ogni anno
nel decimo giorno, prima della fine di marzo e così osservano
i Giudei, che in quel giorno o da lì avanti, quando trovano la
Luna quattordicesima, celebrano la loro Pasqua, in ricordo
della loro liberazione. Ma la santa Chiesa fa la sua Pasqua, la
prima domenica che viene dopo quella Luna piena, perché
Gesù Cristo resuscitò dalla morte in quel giorno. E sappiate
che la vecchia legge osservava il settimo giorno che Dio si
riposò, quando ebbe fatto il mondo e quelle altre cose, cioè il
sabato, ma nella nuova legge osserviamo *l'ottavo1073 giorno,
cioè la domenica, per riverenza della resurrezione. E sappiate
che quaranta giorni dopo la sua resurrezione, Nostro Signore
*salì1074 al cielo e per questo celebriamo la festa
dell'Ascensione. E da allora a dieci giorni scese lo Spirito
Santo sopra i discepoli, perché osserviamo la festa della
Pentecoste. Queste e molte altre cose si possono sapere,
attraverso la ragione della Luna e del Sole e per questo è bene
conoscerle. Ma chi vorrà sapere quale anno corre nel conto
dei ventotto anni del Sole, prenderà gli anni di Nostro
Signore e così aggiungerà nove anni, perché tanti se ne erano
già andati quando nacque e da quella somma toglierà i
ventotto che potrà e il rimanente è il suo conto. Del tutto
analogamente, chi vuol conoscere quale anno scorre nel
numero dei diciannove anni della Luna, prenda gli anni di
Nostro Signore e un anno di più e poi ne tolga tutti i
diciannove che può ed il rimanente è ciò che cerca.
120. Dei segni, dei pianeti e delle due tramontane.
Ora è una cosa molto facile, sapere sempre in quale segno si
trova il Sole e dopo che si sa questo, si può facilmente sapere
dov'è la Luna. Perché si allontana dal Sole ogni giorno, poco
meno di tredici gradi. D'altra parte, se raddoppi l'età della
Luna e aggiungi cinque e dividerai la somma in cinque, sappi
che tante volte come vi troverai cinque, tanti segni ha
percorso la Luna da quello dove si rinnova e tanto come vi è
1073 In F: l’autre jor aprés = l’altro giorno dopo. In T: l’octime jor = l’ottavo giorno.
1074 In T: s’en ala = se ne andò.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
di rimanente, tanto è già dentro quel segno. E sappiate che
quel segno in cui si trova il Sole, leva sempre al mattino, cioè
la prima ora del giorno e tramonta con tutto il Sole, la prima
ora della notte. Ecco come: il Sole gira sempre da oriente a
occidente, secondo come il firmamento gira con tutti i segni e
le altre stelle, ognuno secondo il suo corso, ma il Sole e gli
altri pianeti seguono tuttavia il cerchio dei dodici segni. E per
questo è necessario che quando il Sole è in Ariete, levi e
tramonti secondo come fa Ariete e così Ariete levi la prima
ora del giorno e Toro levi la *seconda1075, Gemelli la terza ora
e poi l’uno dopo l’altro, tanto che sono del tutto levati. E
quando l'ultimo è levato, allora il primo tramonta e va tutta la
notte d'ora in ora, finché ritorna al Sol levante. Ma perché il
cerchio del Sole è più breve di quello dei segni, gli accade di
fare più veloce il suo percorso, tanto che ogni giorno passa
più avanti del suo segno, poco meno che un grado, di cui ce
n'è trenta in ciascun segno. E perciò osserva che, tanto come
il Sole è avanzato nel suo percorso dentro il suo segno,
altrettanto quel segno si leva davanti al Sole, cioè davanti la
prima ora del giorno. Ecco come: se il Sole è ora entrato nel
capo di Ariete, certo comincia a levarsi all'inizio della prima
ora. Ma quando ha percorso fino a metà Ariete, allora la metà
di Ariete è già levata quando il Sole leva, analogamente dico
verso la fine e di tutti gli altri segni. Avete ascoltato a che ora
del giorno e della notte leva ogni segno, ora è bene sapere chi
è il signore di ogni ora. Ed insomma, sappiate che la prima
ora di ogni giorno si trova sotto quel pianeta, per cui quel
giorno è nominato. Ecco come: la prima ora del sabato è sotto
Saturno e quella della domenica è sotto il Sole, quella del
lunedì è sotto la Luna, analogamente sono gli altri. Da cui è
necessario che se la prima ora è di Saturno, che la seconda sia
di Giove, la terza di Marte, la quarta del Sole, la quinta di
Venere, la sesta di Mercurio e la settima della Luna. Poi
ricomincia da capo, perché l'ottava è quella stessa della prima
e la nona è quella della seconda. E così va per ordine tutto il
tempo, giorno e notte, secondo come il firmamento gira
sempre senza finire, da oriente verso occidente, sopra le due
canale, che sono una a mezzogiorno, l'altra a settentrione e
questo e quello non si muovono, analogamente come *le
assi1076 di una carretta. Perciò i marinai navigano all’insegna
delle stelle che vi sono, che chiamano tramontane e i popoli
che sono in Europa e nelle parti di qua, navigano alla
tramontana di settentrione e gli altri navigano alla tramontana
di mezzogiorno. E chi non ne conosce la verità, prenda una
pietra di calamita, troverà che ha due facce, una è rivolta
verso la tramontana di mezzogiorno e l'altra è rivolta verso
l'altra. E da ognuna delle due facce, la punta di una lancia
porta verso quella tramontana a cui quella faccia è rivolta. E
per questo i marinai sovente sarebbero morti, se non avessero
osservato attentamente. E perché queste due stelle non si
muovono, accade che le altre stelle che sono qui intorno,
hanno cerchi più piccoli e le altre *più grandi1077.
1075 In T aggiunge: eure = ora.
1076 In F manca.
1077 In F: long = lunghe. In T: grignours. (Cfr. trad.). Inoltre T aggiunge: selonc ce que les unes i sont plus prés et les autres plus loing. = secondo come le une vi sono più vicine e le
altre più lontane
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
121. Della natura, quale essa è e come opera nelle cose del
mondo.
Per queste due ragioni che la narrazione espone qua avanti e
più indietro, potete comprendere bene come il firmamento
giri sempre intorno al mondo e come i sette pianeti scorrano
attraverso i dodici segni, da cui hanno un così gran potere
sulle cose terrene, le quali devono andare e venire secondo il
loro corso, perché altrimenti non avrebbero alcuna forza di
nascere, né di crescere, né di finire, *né di fare1078 altra cosa.
E a dire il vero, se il firmamento non girasse sempre intorno
alla Terra così come fa, non vi sarebbe alcuna creatura al
mondo che si potrebbe muovere in maniera assoluta. E
ancora, se il firmamento si fermasse solo un poco e non
girasse, converrebbe distruggere ed disfare tutte le cose.
Perciò dobbiamo amare e *temere 1079 Nostro Signore, che è
sire *di tutto ciò1080 e senza cui alcun bene, né alcuna potestà
può esservi. La natura è stabilita sotto di lui e ordina tutte le
cose dal cielo in basso, secondo la volontà del Sovrano Padre.
Da cui Aristotele dice, che la natura è quella cosa per cui
tutte le cose si muovono o si riposano, attraverso quella
stessa. Ecco come: il fuoco va sempre in alto da se stesso e la
pietra si posa sempre da se stessa, ma chi chiude il fuoco,
così che non possa salire o chi getta la pietra, è con la forza e
a causa d’altro, niente affatto per se stesso, per cui ciò non è
secondo natura. E su questo dice il filosofo, che le opere della
natura sono in sei maniere e sono la generazione, la
corruzione, l'accrescimento, la diminuzione, l'alterazione e il
mutamento da un luogo all'altro. Ecco come: la generazione è
quell'opera della natura, attraverso cui tutte le cose sono
generate, secondo come essa fa generare da un uovo un
uccello. Ciò non [potrebbe] fare tutto il mondo [messo]
insieme, se la forza della natura non lo facesse *fare1081.
Analogamente dico degli uomini e delle altre cose. La
corruzione è quella cosa della natura, attraverso cui tutte le
cose sono corrotte e condotte al loro morire, perché la morte
dell'uomo e delle altre cose non avviene se non per il fatto
che i suoi umori che lo tengono in vita, sono corrotti in tal
maniera che non hanno più potere. Allora è necessario che
quella cosa giunga alla fine, ma quando si uccide con la
forza, ciò non è affatto corruzione della natura.
L’accrescimento è quell'opera della natura che fa crescere un
piccolo bambino o un’altra cosa, dalla sua generazione fino a
tanto che deve crescere, perché tutte le cose sono limitate
dentro il loro termine, oltre il quale non possono crescere. La
diminuzione è quell'opera della natura che fa diminuire un
uomo o un'altra cosa, perché quando un uomo è andato fino
ai suoi limiti ed è cresciuto tanto come deve, allora comincia
a decrescere e diminuire la sua forza, fino alla sua fine.
L’alterazione è quell'opera della natura, che muta una cosa in
un'altra, così come vediamo in un fico o in un altro frutto che
nasce di colore verde e la natura muta quel colore in un altro
e li fa neri o rossi o di altro colore. Il mutamento è quell'opera
della natura, attraverso cui la natura fa mutare il firmamento,
1078 In T manca.
1079 In T: criembre. In F: douter. In entrambi il significato è: temere.
1080 In F: de touz biens = di tutti i beni. In T: de tout ce. (Cfr. trad.).
1081 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
le stelle, i venti, le acque e molte altre cose, da un luogo
all'altro, attraverso quelli stessi. Queste sono le opere della
natura, sebbene la narrazione esponga qui pochi esempi, ma
molto sufficienti a un buon intenditore, attraverso tutte le
cose che sono per natura e per questo è una cosa provata,
sapere cos'è la natura e cosa no. Ma qui la narrazione tace di
parlare del firmamento, delle stelle, delle cose in alto e
tornerà ad esporre la natura delle cose che sono in Terra, ma
prima esporrà le parti e le abitazioni della Terra.
QUARTA PARTE
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
122. *Qui comincia il mappamondo1082.
La Terra è cinta e circondata dal mare, secondo come la
narrazione ha esposto qua dietro, là dove parla degli
elementi. E sappiate che questo è il grande mare, chiamato
Oceano, da cui derivano tutti gli altri che sono fra le terre in
diverse *parti1083 e sono così come bracci di quelle. Da cui
quello che viene attraverso la Spagna, in Italia e in Grecia, è
più grande degli altri e perciò è chiamato *il grande mar
Mediterraneo1084, perché esso fende a metà la Terra fino verso
oriente, [dove] divide e spartisce le tre parti della Terra. Ecco
come: tutta la Terra è divisa in tre parti e sono l'Asia, l'Africa
e l'Europa. Ma ciò non è affatto in maniera giusta, perché una
non è uguale all'altra, perché l'Asia tiene bene una metà di
tutta la Terra, dal luogo dove il Nilo sfocia in mare ad
Alessandria, fino a quel luogo dove il fiume Tanao sfocia in
mare, nel Braccio di San Giorgio verso oriente,
completamente fino al mare Oceano e al paradiso terrestre.
Le altre due parti, sono quello che rimane della Terra verso
occidente, dappertutto fino al mare Oceano, ma sono divise
dal grande mare che si trova tra le due. E quella parte che è di
là verso mezzogiorno fino in occidente, è l'Africa e l'altra
terra che è di qua verso tramontana, cioè a settentrione verso
il Sole ponente, è l'Europa. E per mostrare meglio i paesi e i
popoli del mondo, il racconto tratterà brevemente di ogni
parte per sé e innanzitutto dell'Asia, che è la prima e la più
grande e comincerà da quel capo che si trova verso
mezzogiorno, dove si divide dall'Africa, nel fiume Nilo e nel
fiume Tigri, in Egitto.
123. *Della parte d’Oriente, chiamata Asia1085.
In Egitto si trovano la città di Babilonia, Il Cairo, Alessandria
e parecchie altre città. E sappiate che l'Egitto è una terra
rivolta verso mezzogiorno. Si estende verso il Sole levante,
dietro si trova l'Etiopia e sopra scorre il fiume Nilo, cioè
Geone, che comincia sopra il mare Oceano, dove ora fa un
lago chiamato Nilide ed è [fatto] di tutte le cose simili a
quelle che vediamo nel fiume Nilo. E d'altra parte quando in
Mauritania ci sono grandi piogge e grandi nevi che cadono in
quel lago, allora il fiume Nilo cresce e inonda la terra d'Egitto
e perciò la maggior parte dice che quel fiume appartiene a
quel lago. Ma le acque del lago entrano nella Terra, scorrono
1082 F titola fin qui. T aggiunge: …et devise briement toutes les regions et les lieus des habitans. = ed espone brevemente tutte le regioni e i luoghi degli abitanti.
1083 T aggiunge: parties = parti.
1084 In F: la grant mer et est apelée Mitereinne = il gran mare ed è chiamato Mediterraneo. In T: la mer grant Miteterreine. (Cfr. trad.).
1085 T titola: D’Aise ki siet en la partie d’Orient.= Dell'Asia, posta nella parte d'oriente.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
per vie chiuse e attraverso fessure nascoste dentro la Terra,
appaiono in Cesarea, dove si mostrano del tutto simili al
primo lago. Rientrano da capo sotto terra e vanno attraverso
terre lontane, fin tanto che non escono di nuovo fuori, fino
alla terra d'Etiopia, dove appaiono e generano un fiume di
nome Tigri, di cui il racconto dice che divide l'Africa
dall'Asia. Alla fine si dividono in sette e vanno tutti oltre,
attraverso il mezzogiorno nel mare d'Egitto e ne esce un
fiume che bagna e inumidisce tutta la terra d'Egitto, perché
non vi è altro fiume, né pioggia. Ecco come: quando il Sole
*entra1086 nel segno del Cancro, dieci giorni prima della fine
di giugno, quel fiume comincia a crescere e cresce sempre
fino a quando entra nel Leone. *E quando il Sole entra nel
Leone ed è dentro, ha una così grande forza1087, che *i
quattro1088 giorni prima delle calende di agosto fino a undici
giorni dall'entrata, esce di qua e di là oltre il letto del suo
corso, tanto che inumidisce tutta la terra e così fa fin tanto
che il Sole rimane nel Leone. E quando entra nella Vergine,
comincia a decrescere ogni giorno, sempre più, fintanto che il
Sole entra nella Bilancia e quando a settembre il giorno e la
notte sono uguali, allora il fiume ritorna dentro le sue rive e si
richiude nel suo canale. Perciò dicono gli Egiziani, in
quell'anno che il fiume Nilo cresce troppo in alto e che il suo
accrescimento dismisura oltre i diciotto piedi, i campi non ne
guadagnano affatto per l'umidità delle acque, che vi
giacciono troppo a lungo. E quando cresce meno di
*tredici1089 piedi, allora i campi non possono essere bagnati
dappertutto, così come necessario e per questo avvengono le
carestie in quella terra e la mancanza di grano. Ma quando si
trova a sedici piedi o qui intorno, allora è l'abbondanza di
tutti i beni. È il fiume d'Egitto, di cui dice la maggior parte,
che la sua sorgente non si può trovare. Oltre quel luogo dove
il Tigri si divide in sette *parti 1090 e il Nilo inizia il suo
percorso, si trova il paese dell'Arabia che appartiene al mar
Rosso. E sappiate che quel mare è rosso, non per natura, ma
per accidente a causa delle terre in cui fa il suo corso che
sono rosse. E quello è un golfo del mare Oceano diviso in
due bracci, uno appartiene alla Persia e l'altro appartiene
all'Arabia. E sappiate che sulla riviera del mar Rosso, vi è
una sorgente di tal natura, che se le pecore vi bevono,
immediatamente cominciano a mutare il colore del manto
lanoso dentro la pelle e quel colore cresce e rimane e l'altro
colore, quando la lana è cresciuta, se ne va con tutta la
tosatura. In quel paese cresce l'incenso, la *mirra 1091, la
cannella e un uccello chiamato fenice, di cui non ce n’è che
uno in tutto il mondo, secondo come troveremo qua avanti
nel libro degli uccelli. Ancora, oltre quel luogo stesso si trova
il monte Cassa, dove si trova Giaffa, la città più antica di
tutto il mondo, così come fu fatta prima del diluvio. Ancora
vi è Soria e Giudea, cioè una grande provincia dove
*cresce1092 il balsamo e qui vi è la città di Gerusalemme, di
Betlemme e il fiume Giordano, chiamato così per due
sorgenti, di cui una ha nome Gior e l'altra Dano, che si
1086 In T: est = è.
1087 T aggiunge: Et quant li solaus entre ou Lion et est dedans il a si grant force..(Cfr. trad.).
1088 In T: iii = tre.
1089 In T: xiiii = quattordici.
1090 In T manca.
1091 In F: mastique = mastice. In T: mirre. (Cfr. trad.).
1092 In T: naist = nasce.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
congiungono insieme *e creano questo fiume1093. *E questi
fiumi nascono1094 dal monte Libano e dividono il paese della
Giudea, da quello dell'Arabia e alla fine sfociano nel vicino
mar Morto, a Gerico. E sappiate che qui è chiamato mar
Morto, per il fatto che non genera, né riceve alcuna cosa
vivente e tutte le cose che sono senza vita, cadono nelle
profondità, né alcun vento lo può muovere ed è tutto simile a
bitume molto solido, perché è chiamato il mare Salmario e il
lago di Asfalte. E sappiate che il *bitume1095 di quel lago è
così solido e così glutinoso, che se un uomo ne prendesse un
filo, non si spezzerebbe mai, anzi si terrebbe tutto insieme, se
non toccandolo col sangue mestruale delle donne, che presto
lo spezza. E quel lago è dalle parti della Giudea. Dopo si
trova la Palestina, dove è la città di Escalona, che un tempo
fu chiamata Filistea. Lontano da Gerusalemme, circa *trenta
giorni1096, vi sono le *due1097 città di *Sodoma e Gomorra 1098.
Dentro la Giudea, verso il Sole ponente, vi sono gli Esseni,
che per il loro grande sapere si separarono dalle popolazioni,
per evitare i piaceri, perché tra loro non vi è alcuna donna, né
vi è conosciuto il denaro. Essi vivono di palme e sebbene
nessuno vi nasca, la moltitudine delle persone non vi manca e
se alcune persone vi arrivano, nessuno vi può rimanere a
lungo, *se non offre fede e castità 1099. Dopo viene il paese di
Seluissa, dove si trova un altro monte, il Cassa vicino
Antiochia, che è così alto da cui si può vedere il Sole dentro
la quarta parte della notte e così si può vedere il giorno e la
notte allo stesso tempo e si può vedere la luce prima che il
giorno appaia. E per di qua, scorre il fiume Eufrate, che nasce
nella grande Armenia sul Zizama, ai piedi del monte
Catotene *e scorre completamente dentro Babilonia1100 e se
ne va in Mesopotamia e là bagna e *fertilizza 1101 tutto il
paese, così come fa il Nilo in Egitto, in quello stesso tempo.
Sallustio dice che il Tigri e l'Eufrate nascono in Armenia, da
una stessa sorgente. Il Tigri è un fiume che ha principio in
Armenia, da una nobile sorgente chiamata Elogie e all'inizio
scorre lentamente senza nome, ma quando tocca la marca dei
Medii, allora è chiamato Tigri, fintanto che sfocia nel lago
chiamato Aretusa, che sostiene tutte le cose, per quanto siano
grevi e pesanti. *E scorre1102 in tal maniera fra il lago, *che i
pesci dell'uno non entrano nell'altro1103 e scorre così forte che
è una meraviglia e il suo colore è separato da quello del lago.
In questa maniera il Tigri va scorrendo come la folgore,
fintanto che si trova contro il Montor, allora entra sotto terra
ed esce dall'altra parte a Zomonde. Poi entra sotto terra e
scorre dentro, fintanto che appare nella terra degli Giabeniani
e degli Arabi. Dopo viene la Cilicia, una grande terra dove si
trova il Montor. *A destra guarda a settentrione1104 e da quella
parte è il Caspio e l'Orcania. A sinistra guarda a mezzogiorno
e da quella parte è l'Amazzonia, il regno delle donne, Acaia
1093 In T questa frase manca.
1094 T aggiunge: Et ces fleuves naissent. (Cfr. trad.)..
1095 In F: boe = fango. In T: burre. (Cfr. trad.).
1096 F aggiunge: entor .xxx. jornées. (Cfr. trad.).
1097 In F: v. = cinque. In T: .ii. (Cfr. trad.).
1098 F aggiunge: et les autres trois cités = e le altre tre città.
1099 In T: se chasteté et foi et innocence n’est avec lui, car Deus ne le suefre mie. = se castità, fede e innocenza non è con lui, perché Dio non lo sopporta mica.
1100 In F: et court touz tens parmi Babiloine. (Cfr. trad.).
1101 In T: inonde = inonda. In F: arouse = innaffia (fertilizza).
1102 In T: Et son cors est en tel maniere…. = E il suo corso è in tal maniera…..
1103P.Beltrami ritiene superflua l'aggiunta di = de l'une partie fatta da Carmody. Cfr. M.Giola.
1104 T aggiunge: A destre esgarde septentrion. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
ed Escita. E la sua fronte guarda a occidente, tanto come
questo monte guarda a mezzogiorno, scalda molto per il Sole,
ma d'altra parte chi guarda a settentrione, non ha che vento e
piogge. Là è la terra di Scita, dove si trova il monte di
Cimera, che durante la notte crea grandi fumi e la terra d'Asia
la piccola, dove è l'Efessim, Troia, la terra di Galata e di
Bitinia, la terra di Pasfaglonia, quella di Cappadocia e la terra
degli Assiri, in cui si trova l'Arbelita, una regione dove
Alessandro vinse Dario il re *di Persia 1105 e la terra di Meda.
Ancora, sono a destra del Montor le porte del Caspio, dove
nessuno può passare, fuorché attraverso un piccolo sentiero,
che fu fatto a forza dalla mano dell’uomo, che ha ben
ottomila passi di lunghezza. Poi vi è uno spazio di terra di
diciottomila passi di lunghezza, dove non ci sono affatto
pozzi, né sorgenti. E sappiate, ora che viene primavera, i
serpenti del paese scappano da quella parte, perché nessun
uomo può andare alle porte del Caspio, se non è inverno.
Nella terra del Caspio, verso oriente, vi è uno dei luoghi in
cui sono più abbondanti tutte le cose che si trovano sulla
Terra e quel luogo è chiamato Direo. Qui vicino a questo si
trova la terra di Termegira, che è così dolcissima e deliziosa
che Alessandro vi fece la prima Alessandria, ora chiamata
Cileucia. Dopo si trova la Bauzia, un paese che porta verso la
terra d'India. Oltre i Bauziani vi è Panda, una città dei
Sodaniani, dove Alessandro fece la terza Alessandria, per
dimostrare la fine delle sue marce. È il luogo dove prima
Libero, poi Ercole, poi Semiramide e Ciro fecero altari, come
segno che avevano conquistato la terra fin là e più avanti non
vi erano più popoli. Da qui si volge il mare di Scizia e quello
del Caspio nell'Oceano e all'inizio vi sono le grandissime e
profonde inondazioni, dopo si trova il grande deserto e dopo
ancora vi sono gli Antropofagi, un popolo molto forte e fiero.
Dopo vi è una grandissima terra, tutta piena di bestie
selvagge, così crudeli che non vi si può andare. E sappiate
che questa cattiva disavventura, accade per il grandissimo
gioco che si trova sul mare, che i barbari chiamano Tabi.
Dopo vi sono le grandissime solitudini e le terre disabitate
verso il Sole levante. Dopo quel luogo e oltre tutte le
abitazioni degli uomini, troviamo più avanti uomini che sono
chiamati Seri, che da fuscelli e scorza d'albero con la forza
dell'acqua, fanno una lana da cui creano i loro vestiti. Sono
umili e pacifici tra loro e rifiutano la compagnia di altre
persone, ma i nostri mercanti passano un loro fiume e trovano
sopra la riva, ogni tipo di mercanzia che là può essere trovata
e senza alcuna parola guardano con gli occhi il prezzo di
ognuna e quando l'hanno visto, ne prendono ciò che vogliono
e lasciano il valore nel luogo stesso. In questa maniera
vendono le loro mercanzie, né vogliono le nostre, né tanto, né
poco. Dopo questa, si trova sul mare la terra di Arazia, dove
l'aria è molto temperata e tra quella terra e l'India, si trova tra
le due il paese di Simicoine. Dopo quella terra si trova
l’India, che va dalle montagne dei Medi fino al mare del
mezzogiorno, dove l'aria è così buona, che ci sono due volte
l'estate e due monsoni in un anno *e nel tempo d’inverno 1106,
vi è un vento dolce e soave. In India ci sono cinquemila città
ben popolate e abitate da persone e ciò non è una meraviglia,
1105 In T manca.
1106 In T: et en leu d’yvier = e nel luogo d’inverno. In F: et en tens de yver. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
per il fatto che gli Indiani non furono mai allontanati dalla
loro terra. In India vi sono grandissimi fiumi, il Gange, l'Indo
e l'Ipano, nobilissimi fiumi che trattennero le marce di
Alessandro, secondo come dimostrano chiaramente, le chiuse
che vi fissò sul letto. I Gambaridi sono l'ultimo popolo che si
trova in India. In un’isola del Gange vi è la terra di Pras e di
Paliborte e il monte Martello. Le genti che abitano intorno al
fiume Indo, verso mezzogiorno, sono di colore verde. Fuori
dall'India vi sono due isole, Erida e Argita, dove vi sono
grandissime cose di metallo, che la maggior parte pensa che
tutta la terra sia d’oro e argento. E sappiate che in India e là
oltre quel paese, vi sono popoli molto diversi. Perché vi sono
alcuni che vivono di solo pesce e vi sono altri che uccidono i
loro padri, prima che muoiano per vecchiaia o per malattia e
così li mangiano e ciò è per loro una cosa di gran pietà.
Quelli che abitano nel monte Nile, hanno i piedi al contrario,
cioè la pianta sopra ed in ognuno otto dita. Ve ne sono altri
che hanno testa di cane *e la maggior parte non hanno
capo1107, ma i loro occhi sono nelle loro spalle. Vi sono delle
popolazioni che quando nascono, subito i loro capelli
diventano canuti e bianchi e in vecchiaia anneriscono. Altri
non hanno che un occhio *e1108 una gamba *e corrono molto
velocemente1109. E così vi sono donne che portano bambini di
cinque anni, ma non vivono oltre l'età di otto anni. Tutti gli
alberi che nascono in India, non sono mai senza foglie. In
India comincia il monte Caucaso che dal suo giogo vede una
grandissima parte del mondo. E sappiate che in quella parte
della Terra dove il Sole leva, nasce il pepe. Ancora, in India
nel mar Rosso, si trova un'altra isola chiamata Oprobaine,
dove in mezzo scorre un gran fiume e da una parte vi sono gli
elefanti e le bestie selvagge, dall'altra vi sono uomini con
grandi quantità di pietre preziose. E sappiate che in quel
paese non serve nessuna stella, perché non ve ne sono che
brillano, tranne una grande e chiara, di nome Canopo. Anche
la Luna non passa sopra la Terra, fuorché dall'ottavo giorno
fino al sedicesimo. Quelle popolazioni hanno a destra il Sole
levante e quando vogliono andare per mare, portano uccelli
allevati da quella parte dove vogliono andare e poi
conducono le loro navi secondo ciò che mostrano gli uccelli.
E sappiate che gli Indiani sono più grandi di altre popolazioni
e una grandissima parte di quell'isola è deserta e disabitata
per il calore. Dopo gli Indiani, vi sono le alte montagne dove
abitano gli Ittiofagi, una popolazione che non mangia se non
pesci, ma quando Alessandro li conquistò, vietò loro che li
mangiassero ancora. Oltre quella gente vi è il deserto di
Carminia, dove si trova una terra rossa e nessuno vi va,
perché nessuna cosa vivente vi entra che non muoia presto.
Poi viene la terra di Persia, tra l'India ed il mar Rosso, tra
Meda e Carminia. Quindi vi sono tre isole in cui nascono i
coccodrilli, che hanno venti piedi di lunghezza. Poi vi è la
terra di Parta e la terra di Caldea, dove si trova la città di
Babilonia, che ha sessantamila piedi circa [di lunghezza] e
così vi scorre il fiume Eufrate. In India si trova il Paradiso
terrestre, dove ci sono tutti i tipi di fusti d’albero, di pomi e
frutti che siano sulla Terra e così vi è l'albero della vita, che
1107 In T: Et li autre n’ont chief = E gli altri non hanno capo.
1108 T aggiunge: et li autre = e gli altri.
1109 F aggiunge: et corrent trop durement. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Dio vietò al primo uomo. Non vi fa, né freddo, né caldo, ma
un continuo *clima temperato1110. Nel mezzo vi è la sorgente
che la bagna tutta e *da quella sorgente1111 nascono i quattro
fiumi *che avete udito1112: Fisone, Gione, Tigri ed Eufrate. E
sappiate che dopo il peccato del primo uomo, quel luogo fu
vietato a tutti *gli uomini1113. Queste e molte altre terre e
fiumi vi sono in India, in tutta quella parte che si trova verso
il Sole levante. Ma la narrazione non ne dirà ora, più di
quello che ne ha detto, anzi vorrà *trattare 1114 della seconda
parte, cioè dell'Europa. E sappiate che in questa parte
orientale nacque Gesù Cristo *Nostro Sire, che fu Dio e
uomo veramente1115, in una provincia chiamata Giudea,
vicino a Gerusalemme, in una città chiamata Betlemme. E
per questo *la legge cristiana1116 cominciò innanzitutto in
quel paese, secondo come la narrazione ha esposto qua
dietro, *là dove parla1117 di lui e dei suoi apostoli. In quel
paese vi sono molti patriarchi, arcivescovi e vescovi, secondo
il fondamento della santa Chiesa, che sono cento trentatré
stando alla narrazione, ma la forza dei Saraceni miscredenti
ne ha soppressa una gran parte, per cui la santa legge di Gesù
Cristo non vi può essere coltivata.
124. Dell'Europa.
L'Europa è una parte della Terra divisa da quella dell'Asia, là
dove è lo stretto del Braccio di San Giorgio, dalle parti di
Costantinopoli e di Grecia e va verso settentrione, per tutta la
Terra, di qua dal mare fino in Spagna sul mare Oceano. In
questa parte di terra vi è Roma, *una città 1118 che è la capitale
di tutta la cristianità. E per questo la narrazione dirà
innanzitutto dell'Italia, cioè il paese dove si trova Roma, che
ha in costa verso mezzogiorno, il gran mare e [dove] verso
settentrione batte il mare di Venezia, chiamato il mare
Adriano per la città di Adria, che fu fondata dentro il mare e
il suo centro si trova nel canale della città di Rieti. E sappiate
che un tempo l’Italia fu chiamata la Grande Grecia, quando i
Greci la possedevano e finisce verso il Sole che tramonta, sul
giogo delle montagne che sono verso la Provenza, verso la
Francia e verso l'Alemagna, dove si trova una grande terra e
fra le altre vi sono due sorgenti. Da una verso la Lombardia,
nasce un fiume molto grande, che passa attraverso la
Lombardia e riceve in sé trenta fiumi e sfocia nel mar
Adriano, vicino alla città di Ravenna. Questo è il Po, che i
Greci chiamano Eridano, ma in latino è chiamato Padus.
Dall'altra sorgente verso la Francia, esce il Rodano, che va
dall'altra parte verso la Borgogna e attraversa la Provenza,
tanto che sfocia nel gran mare di Provenza, così velocemente,
che porta le navi dentro il mare, *per ben cinque leghe e più
ed è d’acqua dolce così come verso terra, per questo dicono
1110 In T: mes perpetuel atemprance. (Cfr. trad.). In F: mais que par raison et par atemprance. = ma che per ragione e temperanza (equivalente a clima temperato, ma di struttura
controversa.).
1111 F aggiunge: et de cele fontaine. (Cfr. trad.).
1112 F aggiunge: que vos avés oi. (Cfr. trad.).
1113 F sostituisce con: autres = altri. In T: a toz homes. (Cfr. trad.).
1114 In T: escrire = scrivere.
1115 F aggiunge: Nostre Sire, qui fu Dieu et home veraiement. (Cfr. trad.).
1116 In F: novele loi = la nuova legge. In T: la crestiiene loi = la legge cristiana. (Cfr. trad.).
1117 In F: parla = parlò. In T: il parole. (Cfr. trad.).
1118 In T: est la cités de Romme, ki est li chies = è la città di Roma che è la capitale.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
che è uno dei maggiori fiumi d'Europa 1119. In Italia vi sono
molte province, di cui la Toscana è la prima e Roma è
innanzi tutte. In mezzo a Roma scorre il Tevere e sfocia nel
gran mare. E sappiate che l'apostolo di Roma ha sotto di lui
sei vescovi, che sono cardinali: quello di Ostia, di Albano, di
Portici, di Savino, di Tuscania e di Prenestina. Anticamente
queste furono buone città, ma Roma le ha sottomesse al suo
governo, perché sono tutte qui vicino. E dentro la città di
Roma vi sono quarantasei chiese, dove ci sono ventotto
sacerdoti e diciotto diaconi e tutti sono cardinali di Roma.
Dopo ciò, in *Toscana1120 vi sono ventun vescovati, senza
Pisa, che ha l'arcivescovato e tre vescovati sotto di sé. E
sappiate che l'ultimo vescovato di Toscana è quello di Luni,
che confina con i genovesi. Oltre Roma vi è la terra di
Campania, dove si trova la città di Anagni e di Gaeta e altri
sette vescovati. Dopo si trova la terra d'Abruzzo dove vi è
*un arciescovo1121. Poi viene il ducato di Spoleto, dove si
trova la città di Assisi e Rieti e altri *sette 1122 vescovati. Poi
ancora vi è la marca di Ancona, dove si trovano la città di
Ascoli e Urbino e altri undici vescovati. Quindi vi è la terra
di Laboro, dove si trovano la città di Benevento e Salerno e
molte grandi terre, dove vi sono sette arcivescovati e
cinquantuno vescovati. Vi è il regno di Puglia, dove si trova
la città di Otranto, sotto il corno sinistro d'Italia. E sappiate
che in Puglia vi sono otto arcivescovati e *trenta1123
vescovati. La Calabria, dove è l'arcivescovato di Cosenza e
altri due arcivescovati e sedici vescovati. Poi vi è l'isola di
Sicilia, tra il mar Adriano e il nostro, dove è l'arcivescovato
di Palermo, quello di Messina e di Morreale e nove vescovati.
E così è il monte Gibele, che getta sempre fuoco attraverso
due bocche e nondimeno ha in cima sempre la neve e qui si
trova la sorgente di Aretusa. E sappiate che tra la Sicilia e
l'Italia, vi è in mezzo un piccolo braccio di mare, chiamato
Faro di Messina, perché la maggior parte dicono che la
Sicilia non è affatto in Italia, anzi è un paese a sé. E nel mare
di Sicilia vi sono le isole Vulcano, della natura del fuoco. E
tutta la terra di Sicilia non è che tremila stadi e lo stadio è per
i Greci, ciò che noi chiamiamo miglio e che i Francesi
chiamano lega, ma non sono affatto uguali. Ancora, vi è in
Italia la terra di Romagna sotto il mare Adriano, dove si
trovano la città di Rimini, Ravenna, Imola e altri dieci
vescovati. Dopo vi è la Lombardia, dove si trova Bologna la
Grassa e altre tre città e l'arcivescovato di Milano, che
continua fino al mare di Genova e la città di Savona,
d’Albenga e poi fino alla terra di Ferrara, dove vi sono
*sette1124 vescovati. Dopo vi è la marca di Treviso, che si
trova nel patriarcato di Aquileia, dove ci sono diciotto
vescovati, che confinano con le parti dell'Alemagna, di Zara e
della Dalmazia sul mare *Adriano1125. Ancora, in Italia si
trova l'arcivescovato di Genova con i tre vescovati e poi vi è
l'isola di Sardegna e Corsica, dove vi sono tre arcivescovati e
quindici vescovati. Là dove l'Italia finisce nel mare di
1119 In T: et bien .v. lieus et plus est euue douce; et por ce dient il k’il est uns des .iii. grignors fleuves d’Europe. = et ben cinque leghe e più è d’acqua dolce e per questo dicono che
è uno dei tre più grandi fiumi d’Europa.
1120 T aggiunge: Toschane. (Cfr. trad.)..
1121 In T: vii. Evesquès = sette vescovati.
1122 In T: viii. = otto.
1123 In T: xxxvii. = trentasette.
1124 In T: xviii. = diciotto.
1125 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Venezia, dall'altra parte del mare vi è la terra d'Istria, dove si
trova l'arcivescovato di Zara e altri *tre 1126 arcivescovati e
diciotto vescovati. Poi vi è la terra di Schiavonia, dove vi
sono due arcivescovati e tredici vescovati. La terra
d'Ungheria, dove vi sono due arcivescovati e dieci vescovati.
La terra di Polonia, dove vi sono quattro arcivescovati e in
tutto otto vescovati. Ma di questo non parlerà più la
narrazione, anzi ritornerà alla sua materia, là dove lasciò la
Sicilia alla fine dell'Italia.
*Della medesima cosa.
Oltre la Sicilia, si trova la terra di Grecia dentro l'Europa, che
inizia dai monti Ceraumi e finisce sull'Ellesponto, là dove si
trova la terra di Tessaglia, dove Giulio Cesare combatté
contro Pompeo e la Macedonia, in cui si trova la città di
Atene e il monte Olimpo, che brilla sempre ed è più alto
dell’aria in cui gli uccelli volano, secondo come gli antichi
dicono, che vi salirono qualche volta. Poi vi è la terra di
Tracia, dove si trovano i barbari, la Romania e
Costantinopoli. E sappiate che alla fine della Tracia, verso
settentrione, scorre il Danubio, il grande fiume
dell'Alemagna. Poi si trova dentro il nostro mare, l'isola di
Creta, dove il re Creto regnò per primo, secondo come il
racconto dice qua indietro, nel catalogo dei re di Grecia. Poi
vi è Callisto e l'isola Ciclade, chiamata Ortigia dove furono
trovate per prime le quaglie greche. Poi vi è l'isola di Ebla,
Minosse e Nasso, Melone, Carpata e Lemno, dove si trova il
monte Athos, più alto delle nuvole. Con questo si può capire
che in Grecia vi sono otto paesi. Il primo è la Dalmazia, verso
occidente, il secondo è l'Epiro, il terzo è l'Ellade, il quarto la
Tessaglia, il quinto la Macedonia, il sesto è l'Acaia e due sul
mare, sono Creta e le Cicladi. E così sono in Grecia cinque
diverse lingue. Da qui comincia un'altra parte dell'Europa,
sull'Ellesponto, cioè un luogo sul mare che divide l'Asia e
l'Europa e non è più largo di sette stadi, dove il re Serse fece
un ponte di navi che passò. Poi il mare si allarga
smisuratamente, ma questo non accade sempre, perché poco
dopo diventa così stretto, che non è oltre cinquecento passi ed
è chiamato il *Bosforo1127 di Tracia, attraverso cui il re Dario
portò la grande abbondanza. E sappiate che il Danao è un
grande fiume chiamato Istro, che nasce sui grandi monti
d’Alemagna, in occidente verso la Lombardia e riceve
sessanta fiumi, così grandi che vi possono andare le navi,
tanto che si divide in *otto1128 e sfocia in mare verso oriente,
di cui quattro vi entrano così impetuosamente, che queste
acque mantengono la loro dolcezza per ben venti leghe,
poiché non si mescolano con l'acqua di mare. Oltre questo
luogo, dalla parte d’oriente, vi è la terra della Scizia. Sotto si
trova il monte Rifeo e l'Iperboreo o uccello grifone nascente.
Ma è provato dai saggi, che la terra di Scizia si trova in Asia,
secondo come il racconto espone qui avanti, sebbene le isole
della Scizia di qua del Danubio, siano settemila passi lontano
1126 In T: ii. = due.
1127 In T: Bosfre = Bosforo, in F = golfe.
1128 In T: vii. = sette.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dal *Bosforo1129 di Tracia, dove il mare è congelato e
pericoloso, che la maggior parte chiama mar Morto. Dopo la
terra di Scizia, vi è l'Alemagna che comincia dalle montagne
di Seuna, sul Danubio e continua fino al Reno, cioè il fiume
che divideva Alemagna e Francia, ma ora continua fino alla
Lorena. E sappiate che in Alemagna vi è l'arcivescovato di
Magonza, di *Treviri1130 e altri sette arcivescovati e ben
novanta vescovati, fino a Metz e a Verdun, nelle contrade
della Lorena. Dopo l'Alemagna, oltre il Reno, vi è la Francia,
che un tempo fu chiamata Gallia, in cui vi è innanzituttto la
Borgogna, che inizia nei monti tra Alemagna e Lombardia,
dal fiume del Rodano e si trova l'arcivescovato di Tarentas, di
Besançon, di Vienna e di Ombron, dove vi sono sedici
vescovati. Poi comincia la vera Francia, con la città di Lione
sul Rodano e continua fino nelle Fiandre, nel mare
d'Inghilterra, in Piccardia e in Normandia, con la piccola
Bretagna, Angiou e Poitu, fino a Bordeaux e al fiume della
Gironda, fino al Pozzo di Nostra Signora, dove vi sono sette
arcivescovati e ben cinquantuno vescovati. Dopo vi è la
Provenza fino al mare, dove è l'arcivescovato di Aix e di
Arles, con tutti i dodici vescovati. Dall'altra parte vi è la
Gascogna, dove vi sono sette arcivescovati e dieci vescovati e
confina con l'arcivescovato di Narbonne, dove si trova la
contrada di Tolosa e di Montpellier e nove vescovati. Dopo
questa terra, comincia il paese della Spagna, che continua per
tutta la terra del re d'Aragona, del re di Navarra, del re del
Portogallo e di Castiglia, fino al mare Oceano, dove si
trovano la città di Toledo e di Compostela, dove giace il
corpo di monsignore San Giacomo. E sappiate che in Spagna
ci sono quattro arcivescovati, con trentasette vescovati di
Cristiani senza i Saraceni, che vi sono ancora. Qui finisce la
Terra, secondo come le antiche popolazioni provarono e lo
testimoniano anche *i promontori1131 di Calpo e Albinna,
dove Ercole fissò le colonne, quando vinse tutta la Terra, nel
luogo dove il nostro mare esce dal mare Oceano e passa tra
questi due monti, dove sono le *due1132 isole Gadi e le
colonne d’Ercole, in tal maniera che lascia i Mori e tutta la
terra d'Africa a destra, la Spagna e tutta l'Europa a sinistra,
dove non vi sono che *ottomila1133 passi di larghezza e
*sedicimila1134 di lunghezza e non finisce fino alle parti
d'Asia e si congiunge al mare Oceano. D'altra parte la terra di
Francia, verso settentrione continua con il mare Oceano. E
per questo un tempo, vi fu la fine delle terre abitate, fino a
tanto che le popolazioni vi crebbero, moltiplicarono e
passarono in un'isola che si trova in mare e ha ottocentomila
passi di lunghezza ed è la grande Gran Bretagna, che ora è
detta Inghilterra, in cui vi è l'arcivescovato di Canterbury e
quello di Ebruic e diciotto vescovati. Dopo vi è l'Irlanda,
dove si trova l'arcivescovato di Armachia, di Dublino, di
Cassele e di Tuem, con trentasei vescovati. Poi vi è la Scozia,
dove vi sono nove vescovati. E dopo si trova la terra di
Norvegia, dove vi è *un1135 arcivescovato con dieci vescovati.
1129 In T ed F = Bosfre, Bofre.
1130 T aggiunge: et de Coloigne = e di Colonia.
1131 In F: la terre = la terra. In T: tertre = tumuli (promontori).
1132 In T manca.
1133 In T: viim. = settemila. In F: viiim = ottomila.
1134 In T: xvm. = quindicimila. In F: xvim. = sedicimila.
1135 In T: iiii. = quattro. In F: i. = uno.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
E sappiate che nella gran parte di queste isole e specialmente
in Irlanda, non vi è alcun serpente e per questo dicono i
paesani, che là dove si portassero delle pietre o della terra
d'Irlanda, nessun serpente vi potrebbe dimorare. Queste e
molte altre terre e isole, sono oltre la Bretagna e oltre il mare
di Norvegia, ma l'isola di Tilla è l'ultima e si trova così
decisamente nel profondo settentrione, che in estate quando il
Sole entra nel segno del Cancro, ha i giorni molto lunghi, la
notte è così piccola che sembra uguale a niente ed in inverno
quando il Sole entra nel Capricorno, la notte è molto lunga, il
giorno è così piccolo, che non vi è alcuno spazio tra la levata
ed il tramonto del Sole. E oltre *questo luogo1136, il mare è
congelato e solido, dove non vi è alcuna divisione, né
congiungimento, né del levare, né del tramontare, secondo
come il racconto disse quando trattò del corso del Sole.
Ancora vi è l’isola delle Ebridi, dove gli uomini che la
abitano non hanno nessun tipo di grano, ma vivono di pesce e
di latte. Ancora, vi sono le isole Orcadi, dove nessuna
popolazione vi abita. Ma la narrazione qui tace idi parlare
dell'Europa, che finisce in Spagna e dirà della terza parte *del
mondo1137, cioè l'Africa.
125. Dell'Africa.
Dalla Spagna vi è il passaggio per la Libia, una terra d'Africa
dove si trova la regione della Mauritania, cioè la terra dei
Mori. E sono tre le Mauritanie, una dove fu la città di Sitim,
l'altra dove fu Cesaria, la terza dove si trova la città di Tingi.
E la Mauritania finisce nell'alto mare dell'Egitto e comincia
quello di Libia, dove si trova una grandissima meraviglia,
perché il mare è molto più alto della terra e si trattiene dentro
ai suoi margini, in tal maniera che non cade, né scorre sopra
la terra. In quel paese si trova Atlante, il monte in mezzo alle
dune, più alto delle nuvole e arriva fino al mare Oceano. Poi
vi è la Numidia, la terra dei Numidiani. E sappiate che tutta
l'Africa inizia sul mare Oceano, dalle colonne d'Ercole e da
qui si volge verso Tunisi, Bugee e la città di Septis, rivolta
completamente verso la Sardegna, fino alla terra dove si trova
la Sicilia. Da qui si divide in due parti: una è chiamata la terra
Cane e l'altra che *va oltre l'isola di Creta fino dalle parti
d'Egitto1138 e tra due strisce *di terra1139, dove non si può
passare in alcun modo, per i flutti del mare, che ora crescono
e ora decrescono così pericolosamente, che nessuna nave vi
potrebbe *andare1140 per la diversità dei flutti, che non
arrivano ordinatamente e senza alcuna certezza. In questa
maniera scorre tutta la parte d'Africa, tra l’Egitto e il mare di
Spagna, che costeggia sempre il nostro mare. Ma dietro,
verso mezzogiorno, vi sono il deserto di Etiopia, sul mare
Oceano e il fiume Tigri, che genera il *Nilo 1141, il quale
divide la terra d'Africa e quella d'Etiopia, dove gli Etiopi
abitano. E sappiate che tutta la terra rivolta verso
mezzogiorno è senza sorgenti, priva di acqua e povera di
1136 In T: Tiles = Tile.
1137 In T manca.
1138 T aggiunge: s’en vet outre l’ille de Crete jusques es parties d’Egypte. (Cfr. trad.).
1139 T aggiunge: des terres. (Cfr. trad.).
1140 T aggiunge: d’aler. (Cfr. trad.).
1141 In F: alun = allume. In T: Nile = Nilo.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
terra, ma verso mezzogiorno è grassa e abbondante di tutti i
beni. Dentro le parti d'Africa sono contate le due *strisce 1142,
di cui la narrazione fa menzione qui sopra e l'isola di Menna,
dove si trova il fiume Lete, di cui gli antichi storici dicono
che questo è il fiume dell'inferno e le anime che vi bevono,
perdono la memoria di tutte le cose passate, in tal maniera
che non ne hanno più ricordo, quando entrano negli altri
corsi, secondo l'opinione dei miscredenti. Là sono le genti di
Namsuazone e di Trogodite e le genti degli Amanti, che
fanno le case di sale. Poi vi è Garesma, una città dove si trova
una sorgente meravigliosa e le acque sono così tanto fredde
di giorno, che nessuno le sopporta e di notte sono così tanto
calde da essere una gran meraviglia ed escono da una stessa
caverna. Ancora, vi è la terra d'Etiopia e del monte Atlante,
dove le persone sono nere come more e per questo sono
chiamati Mori, a causa della vicinanza del Sole. E sappiate
che le genti d'Etiopia e di Garremana, non sanno cosa sia il
matrimonio, anzi hanno tra loro donne comuni a tutti e per
questo accade che nessuno conosce il padre, se non sua
madre, per cui sono chiamati le genti meno nobili del mondo.
E sappiate che in Etiopia, sul mare verso mezzogiorno, vi è
una grande terra che getta una grande quantità di fuoco
sempre ardente, senza fermarsi. Oltre queste popolazioni vi
sono i grandissimi deserti, dove nessuna persona vi ripara,
fino in Arabia. Ora avete ascoltato come la narrazione espone
brevemente e chiaramente, le regioni della Terra e come essa
è circondata dal gran mare chiamato Oceano, sebbene il suo
nome cambi e muti in parecchi luoghi, secondo i nomi dei
paesi dove batte, perché innanzitutto batte nella terra
d'Arabia, dove è chiamato mare d'Arabia, poi mare di Persia,
mare d'India, mare d'Ircania, del Caspio, mare di Scizia,
d’Alemagna e mare di Gallia, cioè d'Inghilterra e mare
d’Atlante, di Libia e d’Egitto. E sappiate che dalle parti
d'India, questo mare cresce e decresce meravigliosamente e
fa grandissimi flutti, o perché la forza del caldo lo sostiene in
alto così come sospeso, o perché in quel paese vi è una
grande abbondanza di fiumi e sorgenti. E su questo dubitano i
saggi, perché il mare Oceano fa questi flutti, li spinge e poi li
ritrae per un gran pezzo e poi li ritrae due volte tra il giorno e
la notte, senza mai finire. Gli uni dicono che il mondo ha
un'anima, perché è fatto di quattro elementi e per questo è
necessario che abbia lo spirito. E dicono che quello spirito ha
le sue strade nel profondo del mare da dove respira, così
come si fa dalle narici. E quando respira fuori e dentro, fa
andare le acque del mare sopra, trarre e ritornare indietro,
secondo come il suo respiro va dentro e fuori. Ma gli
astronomi dicono che questo non è se non a causa della Luna,
poiché i flutti si vedono crescere e diminuire secondo la
crescita e la diminuzione della Luna, di sette giorni in sette,
mentre la Luna fa le sue quattro rivoluzioni in ventotto
giorni, per i quattro quarti della sua orbita, di cui ha detto la
*narrazione1143. *Ora sappiate, buone genti, che Dio Nostro
Signore fece molte meraviglie in Terra ed in mare, che non le
si può conoscere del tutto chiaramente, perché le ha riservate
per sé e l’Apostolo ci insegna in questo modo ad apprenderle
e dice: “Non conoscere più di quanto ti è necessario
1142 In T: cirtés = strisce. In F: sirtes = strisce.
1143 T aggiunge: tout l’iestre = tutto l’essere.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
conoscere, ma penati di conoscere con sobrietà: cioè poco,
non troppo”. Da cui quelli che dissero che il mondo aveva
un’anima, non lo appresero affatto con sobrietà, ma oltre la
sobrietà, cioè troppo. Sappiate che gli antichi saggi dissero
molte cose belle degli affari del mondo, che dimostrano la
verità, ma non la poterono conoscere, poiché essa rimane in
Dio Nostro Signore e rimarrà sempre. Ma i saggi detti dei
filosofi tuttavia, sono così facili da intendere, che nella
vecchia legge furono molti quelli che errarono e da cui
attraverso essi conosciamo meglio la vera credenza di Gesù
Cristo e dei suoi apostoli, a cui dobbiamo credere con
fermezza sopra tutti gli altri saggi che furono o che mai
saranno1144.
126. Come l'uomo deve scegliere una terra vantaggiosa.
E poiché la nostra narraz56ne ha diviso la Terra secondo le
sue abitazioni, vuole parlare un poco della terra stessa,
secondo come è vantaggiosa, perché è la cosa attraverso cui
le vite dei popoli sono mantenute. E perciò si deve mostrare
molto bene quali terreni si devono preferire ed in quale
maniera. Palladio dice che si deve fare attenzione a quattro
cose, cioè all'acqua, all'aria, alla terra e alla maestria, di cui
tre sono per natura, una è nella volontà e nel potere. Per
natura è quando dobbiamo fare attenzione che l'aria sia sana,
pulita, dolce e che l'acqua sia buona e leggera, la terra fertile
e molto accogliente. E ora ascoltate la ragione del perché.
L'aria sana può essere conosciuta in questa maniera: che il
luogo non sia nelle valli profonde e che sia pura da nubi
tenebrose e le genti che vi abitano, siano molto sane nel loro
corpo, chiare, aperte e che la vista, l'udito e la voce di quelli,
siano ben chiari e purificati. Puoi capire la bontà dell'acqua,
se non nasce da una palude o da uno stagno torbido, da una
*vena1145 di zolfo o *[luogo di] cura1146 e che il suo colore sia
brillante, il suo sapore e il suo odore non siano viziati, che
non vi siano dentro *impurità1147, in inverno sia calda e in
estate fredda. E la sorgente del suo corso sia ad oriente, un
poco declinante verso settentrione, molto corrente e leggera
sotto le piccole pietre o sopra la bella sabbia, o almeno sopra
la creta ben pulita e abbia il suo bel colore rosso e nero.
Perché questo è segno che quell’acqua è molto leggera e fine,
che si scalda subito al fuoco, al Sole e si raffredda subito per
la sua leggerezza quando è lontana, che la fa passare bene da
una qualità all'altra, per il fatto che non vi è nessuna cosa
*contraria1148. Ma sopra tutti i tipi d'acqua, dalla pioggia è
raccolta in maniera nuova quella buona, se è molto pulita e
messa in cisterne ben lavate a fondo, senza alcuna sporcizia,
perché ha meno umidità delle altre ed è un poco stitica, non
tanto da nuocere allo stomaco, che anzi lo conforta. Dopo
questa vi è l'acqua del fiume, purché sia lontana dalla città,
che sia molto chiara e corrente sulla sabbia o sotto le pietre,
*ma quella che scorre1149 sotto le pietre è migliore, per l'urtare
1144 F aggiunge tutto il paragrafo.
1145 In T: leu = luogo.
1146 Probabilmente con coivre si intende cura e non strale come attesta il Godefroy nel suo dizionario. Quindi è da intendersi luogo di cura, anche se in F non c’è tale vocabolo (cfr.
nota precedente). Allusione a terme sulfuree?
1147 In T: lemon = limo (fango). In F: inmondiee = impurità.
1148 In T: terrestre = terrestre.
1149 F aggiunge: mais cele qui cort. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
delle pietre che la fa più delicata e quella che scorre sulla
sabbia pulita, è migliore dell'acqua vecchia nelle cisterne, che
prende vapori dannosi dalla terra, per il rimanere troppo
dentro. E tutti i fiumi e i ruscelli che scorrono verso il Sole
levante, sono migliori di quelli che scorrono verso
settentrione. E sappiate che l'acqua nuoce al cuore, ai nervi e
allo stomaco e genera dolori al ventre, stringe il petto, perciò
devono fare attenzione tutti quelli che hanno caratteri freddi e
devono fare molta attenzione all'acqua salsa e nitrosa, perché
scalda, secca e dentro peggiora il corpo. L'acqua di mare è
molto salata, pungente, brucia e per questo purifica il ventre,
dal flemma grasso e viscoso. E generalmente tutte le acque
sono fredde e umide e per questo non danno alcun nutrimento
al corpo dell'uomo, né alcun accrescimento, se non è
composta con un’altra cosa. E possiamo capire la sua bontà,
dalle popolazioni che vi abitano e ne bevono abitualmente, se
dentro hanno la bocca sana e pura, testa buona, con tutte le
vene dei polmoni e non abbiano dolori e infiorescenze dentro
al corpo, la vescica pulita, *pura1150 e senza mali. Devi
conoscere la terra, se è bianca o nera, che non sia di sterile
sabbia, non accompagnata da terra e che non sia coperta di
polvere chiara o di polvere dorata, né coperta di *pietre 1151,
*né sia argillosa, né piena di rena1152, né si trovi in un’oscura
vallata troppo pendente, ma sia grassa quanto nera e sia
sufficiente a coprire tutte le semenze e le radici. E ciò che vi
nasce non sia ulceroso, né ritorto, né senza linfa propria, ma
deve generare delle erbe che significano buon frumento. Ed
insomma, si deve fare attenzione che la terra sia dolce e
grassa, perché dal colore non può mai scaldare. Se vuoi
*provare1153 che è grassa, prenderai un pugno di terra e lo
inumidirai bene con l'acqua dolce e poi se è glutinosa e
solida, sappiate che è grassa. E d'altra parte farai una piccola
fossa e poi la riempirai della terra stessa che avrai tolta. Se c'è
della rimanenza, sappiate che la terra è grassa e se manca è
magra e se non c'è rimanenza, *né manca 1154, senza dubbio
quella terra è media tra le due. E quando vorrai conoscere la
terra dolce, ne metterai un poco con acqua dolce e poi la
assaggerai con la tua lingua. Il luogo del tuo terreno, non
deve essere piano da fare uno stagno, né pendente che scorra,
né tanto alto da ricevere tutto il calore e tutte le tempeste, ma
deve stare nel mezzo, in tal maniera che sia vantaggioso e
ben posizionato. E se si trova nella fredda terra, devi preferire
quei terreni che si trovano verso oriente o verso mezzogiorno,
senza poggi che trattengano i raggi del Sole. E se questo si
trova in un paese caldo, è bene che il tuo terreno sia verso
settentrione.
127. Come si deve fare casa ed in quale luogo.
E perché le persone sovente e volentieri, costruiscono la casa
sopra una buona terra, il maestro insegnerà come la devono
fare. Innanzitutto, ciascuno deve fare attenzione che la sua
edificazione non superi la sua dignità e la sua ricchezza,
1150 F aggiunge: pure. (Cfr. trad.).
1151 T aggiunge: et k’ele ne soit sause ne amere = e che non sia salsa, né amara.
1152 In T: ne oligneuse ne genitoise = né grassa, né fertilizzatrice. In F: ne soit argillouse ou pleine de areine. (Cfr. trad.).
1153 In F: savoir ne prover = sapere, né provare. In T: prover. (Cfr. trad.).
1154 In T manca..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dov’è un grande pericolo, secondo come la narrazione
esporrà qua avanti, nel libro delle quattro virtù, nel capitolo
della ricchezza e per ciò qui non dirà altro di quella materia.
Anzi, il maestro dice che il sire deve osservare innanzitutto la
natura dell'acqua e deve conoscere e usare la sua natura,
perché si devono evitare le acque cattive, paludose e
stagnanti e allo stesso modo se sono verso occidente o verso
mezzogiorno e se hanno abitudine di seccare in estate, perché
sono pestilenziali e generano animali maligni.
E il fronte della tua casa deve essere rivolto a mezzogiorno,
in tal maniera che il primo angolo sia verso il Sole di
primavera. E dall'altra parte, verso il Sole di ponente. La casa
deve declinare un poco verso il Sole d'inverno, da cui segue
che quella casa ha sempre il calore del Sole in inverno e non
lo sente in estate. E tutte le travi della tua edificazione siano
tagliate in *novembre1155, o almeno fino a quel punto, in tal
maniera che tutta l'umidità che si trova nei vani, esca. E
sappiate che tutte le travi tagliate a mezzogiorno, sono
migliori sebbene a settentrione siano più alte, ma diventano
difettose più facilmente. E la facciata sia di pietra bianca e
*dura1156, rossa, tiburtina, di *Spagna1157, almeno canuta o
infine, nera che vale di meno. Ma la sabbia di mare mette
troppo [tempo] a seccare e per questo fai attenzione che la tua
edificazione non sia fatta tutta insieme, perché questa sarebbe
una pena perduta e così prima deve essere bagnata d'acqua
dolce, che tolga l'asprezza del mare. La tua cantina deve
essere verso settentrione, fredda, oscura e lontana dal bagno,
dalle stalle, dal forno, dalle cisterne *vecchie 1158, dall'acqua e
da tutte le cose che hanno forti odori. Il granaio preferisce
quella stessa parte, affinché sia lontano dal fieno e da tutte le
umidità. Il posto delle pecore sia verso mezzogiorno e sia ben
riparato dal freddo. La stalla dei cavalli e dei buoi guardi
verso mezzogiorno e verso settentrione abbia qualche finestra
per illuminare, in tal maniera che in inverno tu le possa
chiudere per evitare il freddo e in estate aprire per
raffreddare. E così la stalla deve essere pendente, per fare
scorrere tutti gli umori, che non nuocciano ai piedi delle
bestie.
128. Come si devono fare pozzi e fontane.
Se accadesse che intorno il tuo maniero non avesse l’acqua,
la devi cercare in questa maniera: al mattino in agosto, prima
che il Sole levi, ti rivolgerai verso oriente, il mento sulla terra
e guarderai tutto dritto, là dove vedrai levare l'aria crespa,
così come una nuvola delicata, simile all’espandere di
un’annaffiatura, perché è segno d'acqua nascosta sotto terra,
se questo non è un luogo dove vi sia l’abitudine ad esserci un
lago, uno stagno o un altro luogo umido, secondo come
mostra il giunco, il salice selvatico e tutti gli alberi che
nascono dall'umidità. E quando avrai visto quel segno, devi
scavare la terra tre piedi di larghezza e cinque di altezza. E
quando il Sole è tramontato, devi mettere dentro un vaso di
1155 T aggiunge: jusques a la lune novele = fino alla luna nuova.
1156 In T manca.
1157 In T: espoignes = spugna.
1158 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
coccio o di piombo che sia unto dentro, poi coprire la fossa,
tappare con terra e legni e al mattino toglierlo e se dentro, il
vaso suda e vi sono gocce d'acqua, non dubitare che qua vi
sarà un buon pozzo. Ancora, se metti dentro la fossa un poco
di terra seccata, non cotta, se c'è una vena d'acqua, al mattino
sarà sciolta. Ancora, se metti una palla di lana, l'indomani la
trovi bagnata. Dove una lucerna al mattino sia estinta,
sappiate che c’è acqua in abbondanza e per questo devi
scavare il tuo pozzo. Ma ai piedi dei monti a settentrione,
abbondano le acque con grandi vapori e sono le più sane. E
poiché la terra genera volentieri zolfo, allume e tali cose
pericolose, chi fa il pozzo deve avere intorno a sé una lucerna
ardente, perché se continua senza spegnersi è buon segno, ma
se non continua e si spegne sovente, è segno di pericolo dove
lo scavatore potrebbe morire subito e facilmente. La bontà
dell'acqua deve essere saggiata in questa maniera: la metterai
in un vaso di coccio ben pulito e se non genera alcuna brutta
macchia, è buona. Ancora, quando è cotta in una piccola
pentola di coccio, che non faccia sabbia o fango. Ancora, se
cuoce molto i legumi ed è molto brillante e molto pura senza
*schiuma1159 e senza tutte le sporcizie.
129. Come si devono fare le cisterne.
Ma se un luogo è tale che non si possa trovare acqua, né
scavare pozzi, farai una cisterna che abbia più lunghezza che
larghezza e sia ben pavimentata in alto, ungila sovente e con
cura, di buon lardo cotto. E quando è ben unta ed asciugata a
lungo, sia messa dentro l'acqua con anguille e pesci di fiume,
che per il loro ruotare facciano muovere l'acqua là dentro. E
se l'acqua esce da qualche parte, prenderai da un buon pozzo
il liquido e alrettanto del buon lardo o del sego e li farai
cuocere insieme, fintanto che facciano una schiuma, allora li
toglierai e quando saranno raffreddati, metterai
accuratamente della buona calce, li mescolerai insieme e poi
li metterai nel posto dove esce l'acqua.
130. Come si deve arredare la propria casa *e con quali
cose1160.
Quando la tua casa è completata e rifinita nel suo edificio,
secondo lo stato del luogo e del tempo, devi fare camere e
camini, là dove l’angolo della tua casa mostrerà che sia
meglio. E penserai ad un mulino, un forno, una vivanderia,
un colombaio o una stalla per pecore, porci, galline, capponi,
oche e anatre che preferirai, secondo come il maestro dirà
qua avanti, nel capitolo della natura degli animali. Ma nel
fare casa è necessario *vedere 1161 se il tempo e il luogo sono
in guerra, in pace, se *l’abitazione 1162 è dentro la città,
*fuori1163 o lontano dalla popolazione. Perché gli Italiani che
sovente guerreggiano tra loro, si dilettano a fare torri e altre
case di pietra. E se questo avviene fuori dalla città, fanno
1159 In T: nue = nube (vapore). In F: escume = schiuma.
1160 F aggiunge: et de queles choses. (Cfr. trad.).
1161 In T: porveoir = prevedere. In F: veoir = vedere.
1162 In T: ce = questa. In F: li manoirs = il maniero (l’abitazione).
1163 T aggiunge: ou dehors = o fuori..
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
fosse e muri di pali, piccole torri, ponti e porte calanti e sono
fornite di arieti, di pietre, frecce e di tutte le cose che
necessitano alla guerra, per difendere, offendere e per
mantenere la vita degli uomini dentro e fuori. Ma i Francesi
fanno grandi case, larghe, colorate, belle camere liete, per
avere gioia e piacere senza guerra e senza danno e per questo
sanno fare meglio prati, verzieri, frutteti *e alberi 1164 intorno
alle loro abitazioni, perché è una cosa molto importante per il
piacere dell'uomo. E così il sire deve allevare grandi mastini
per la guardia delle sue pecore, piccoli cani per la guardia
della sua casa, levrieri, bracchi e uccelli da caccia, quando in
questo si vuole divertire. E tutta la casa sia fornita di arnesi
che siano necessari in cucina e dappertutto, secondo come al
signore interessa. E la masnada sia ben istruita ed educata a
quello che deve fare, ognuno nel suo compito dentro e fuori,
in tal maniera che il sire sia l’autorità e il maestro di tutti e
guardi sovente come vanno le cose del suo ostello, così che
possa condurre la sua vita onestamente secondo il suo stato,
alla maniera che insegna il maestro qua avanti nel libro delle
virtù. Ma come il sire deve fare attenzione *al suo profitto1165
nel lavorare terre, vigne, nel piantare alberi, nel seminare, nel
raccogliere e nel curare il suo grano e la tosatura delle sue
pecore, del latte, del formaggio e nell’allevare polli e cavalli
e nell’accrescere il suo mobilio e il suo castello, il maestro
non ne dirà niente di più di quanto ne ha detto, perché gli uni
lo terrebbero in sdegno e gli altri direbbero che questo
sarebbe avarizia. E per questo lascia questa materia e ritorna
alla sua narrazione, cioè a esporre la natura degli animali e
innanzitutto dei pesci, che per primi furono fatti, secondo
l'ordine dei sei giorni.
QUINTA PARTE
131. Qui *incomincia1166 [a parlare] a proposito della natura
degli anmali e per prima cosa dei pesci.
I pesci sono innumerevoli, sebbene Plinio ne conti cento
quarantaquattro nomi e sono di diversi tipi. Alcuni vivono
solamente nell'acqua, altri convivono in terra, in acqua e in
ambedue. Altri concepiscono uova e le lanciano in acqua,
l'acqua le riceve, le fa generare e dona loro vita e nutrimento.
Altri generano figli viventi. Questi sono balene, cetacei,
delfini e molti altri e quando vedono i nati, li curano con
attenzione durante tutta la loro tenera età, in tal maniera che
se percepiscono qualche insidia malvagia, la madre apre la
bocca e *ritrae1167 suo figlio dentro il suo corpo, là dove era
stato concepito e poi senza il pericolo, lo lancia fuori quando
vuole. E sappiate che i pesci non conoscono l’adulterio, cioè
un tipo non si congiunge all'altro carnalmente, così come fa
l'asino con la giumenta o un cavallo fa con un'asina. Né
possono vivere senza acqua, né allontanarsi dal proprio
lignaggio. E hanno denti forti e aguzzi, sotto e sopra, per
1164 T aggiunge: et arbres = e alberi..
1165 F aggiunge: en gaaigner = nel guadagnare (nel profitto). (Cfr. trad.).
1166 In T: dist = dice.
1167 In F: recoit = riceve. In T: trait = ritrae.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
trattenere il loro cibo contro il forte corso dell'acqua. Di cui
gli uni mangiano erbe e piccoli vermi, gli altri mangiano
*pesci 1168 e ciò è per una tale *natura1169, in cui il più piccolo
è sempre cibo del più grande e così vive l'uno dell'altro. Le
balene sono grandissime e gettano l'acqua in alto più che
alcun altro tipo di pesce. Il suo maschio è la forza, da cui essa
concepisce. Sega è un pesce che ha una cresta a forma di
*sega1170, con cui taglia le navi da sotto. E le sue ali sono così
grandi, che ne fa vele e va bene verso la nave, cinque o otto
leghe [di velocità], ma alla fine quando non lo può sopportare
più, cade nel profondo del mare. I porci sono un tipo di pesci
che scavano la terra sotto le acque, per cercare il loro cibo,
così come i nostri *porcelli1171, perché la loro bocca è intorno
alla gola e in tale parte che non potrebbero cogliere il loro
cibo, se il becco non fosse fissato dentro la terra. Spada è un
pesce che ha il becco come una spada, con cui buca le navi e
le fa affondare. Lo scorpione è chiamato [così], perché lede le
mani degli uomini che lo prendono, di cui dice la maggior
parte, che se leghi dieci granchi con un'erba di nome ozimo,
tutti gli scorpioni che sono nei pressi, si riuniranno con i
granchi. L’anguilla nasce dal fango e per questo accade che
più la stringi e più scappa, da cui gli antichi dicono che chi
bevesse del vino in cui fosse nuotata un’anguilla, non
avrebbe più voglia di bere vino.
La murena è chiamata [così], perché si piega in molti cerchi,
di cui i pescatori dicono che tutte le murene sono femmine ed
è concepita dai serpenti e per questo la chiamano con il
flauto, alla maniera della voce del serpente ed essa viene ed è
presa. E la sua vita non è se non nella coda, perché [con] chi
la colpisce sopra il capo o sopra il dorso, non muore affatto,
ma con i colpi alla coda muore subito. Il cavalluccio è un
piccolo pesce di mare, ma è così saggio, che percepisce prima
la tempesta e subito prende una pietra e la porta con sé, così
come un'ancora, per mantenersi contro la forza della
tempesta. Perciò, sovente se ne prendono cura i marinai.
132. *Del coccodrillo e del caucatrix1172.
Il coccodrillo è un animale con quattro piedi e di colore
giallo, che nasce nel fiume Nilo, cioè il fiume che bagna la
terra d'Egitto, secondo come la narrazione ha esposto qua
dietro, là dove parla di quella terra. È grande più di venti
piedi, armato di grandi denti e di grandi unghie e la sua
corazza è così dura, che non sentirà mai un colpo di pietra. Di
giorno vive in terra, ma di notte si riposa dentro l'acqua del
fiume. E fa le sue uova solamente in terra, in un tal luogo
dove il fiume non vi possa arrivare. E sappiate che non ha
affatto lingua ed è l'unico animale al mondo che muova la
mascella di sopra e tenga ferma quella sotto e così vince
l'uomo e lo mangia piangendo. Ora accade che, quando un
uccello di nome strofilo vuole cercare una carogna per
mangiare, si butta verso la bocca del coccodrillo e gliela
gratta completamente, tanto che egli apre tutta la gola, per il
1168 T aggiunge: autres = altri.
1169 In T: maniere = maniera. In F: nature. (Cfr. trad.).
1170 In F: eles = ali. In T: sie = sega.
1171 T aggiunge: font en terre = fanno in terra.
1172 T titola: Dou cocodril c’on apele caucatrix = Del coccodrillo che si chiama caucatrix.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*gran1173 piacere del grattare. Allora arriva un altro pesce, di
nome idra, *cioè il caucatrix1174, gli entra dentro al corpo e ne
esce dall'altra parte, tagliando e rompendo il suo costato, in
tal maniera che lo uccide. Anche lo stesso delfino, che ha
ugualmente come una sega sul dorso, quando lo vede nuotare
si muove di sotto, lo ferisce in mezzo al ventre e lo fa morire
subito. E sappiate che il caucatrix, sebbene nasca in acqua e
viva dentro il Nilo, non è affatto un pesce, anzi è un serpente
d'acqua, perché uccide l'uomo che lo può ferire, se non lo
guarisce lo sterco di bue. E in quella terra abitano alcuni
uomini molto piccoli, ma sono così arditi *e così prodi 1175,
che osano contrastare il coccodrillo, perché è di tale natura
che caccia quelli che fuggono e teme quelli che si difendono,
da cui qualche volta avviene che è preso e quando è preso e
domato, dimentica tutta la ferocia e diventa così domestico,
che l'uomo lo cavalca e gli fa fare ciò che vuole. E quando si
trova dentro il fiume, non vede mai bene, ma in terra vede a
meraviglia. E per tutto l'inverno non mangia, anzi sopporta e
resiste tutti i quattro mesi della bruma.
133. Del cetaceo.
Il cetaceo è un pesce grasso, che la maggior parte chiama
balena ed è un pesce così grande come la terra, che molte
volte rimane in secca e non può andare là dove il mare è alto
più di duecento piedi. È il pesce che raccolse Giona il profeta
dentro il suo ventre, secondo come la storia del Vecchio
Testamento ci racconta, il quale pensava di essere andato
all'inferno, per la grandezza del luogo dove si trovava.
Questo pesce alza il suo dorso in mezzo all'alto mare e vive
tanto in un luogo, dove i venti portano la sabbia e la
aggiustano sopra, finché vi nascono piccoli arboscelli, per cui
i marinai sono morti diverse volte là, perché pensavano che
questa fosse un'isola, così vi scendevano e fissavano dei pali
e facevano fuochi, ma quando il pesce sentiva il calore, non
lo poteva sopportare e così fuggiva dentro il mare e faceva
affondare tutto quanto c'era sopra di lui.
134. Della conchiglia.
La conchiglia è un pesce di mare chiuso nel guscio come un
gambero ed è tutta rotonda, ma essa lo apre e chiude quando
vuole. E la sua dimora si trova nel fondo del mare. Sale in
alto la mattina e la sera e riceve la rugiada dentro di sé. I
raggi del Sole che si frangono sulla conchiglia, fanno
alquanto indurire le gocce della rugiada, per ciascuna parte
secondo come vi sono cadute, non in tal maniera che siano
pietre, fintanto che si trovano in mare. Ma quando le si toglie
dal mare e apre, si tirano fuori le gocce indurite, ora diventate
pietre bianche, piccole e preziose che si chiamano perle o
margherite. E sappiate che se la rugiada è pura, pulita e del
mattino, le perle saranno bianche e brillanti, altrimenti no. E
nessuna perla è più grande di mezzo pollice. In mare vi è
1173 In T manca.
1174 In T manca.
1175 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
un'altra conchiglia che ha nome di murice o concia e parecchi
la chiamano ostrica, perché quando è tagliata intorno, le
escono lacrime che si tingono di porpora e quella tintura si
trova nel suo guscio. Un'altra conchiglia è quella che si
chiama granchio, perché ha gambe ed è rotondo. È nemico
dell’ostrica, perché mangia la sua carne con un meraviglioso
ingegno ed ora ascoltate come: porta una piccola pietra ed
insegue l'ostrica, tanto che apre il suo guscio. Allora arriva il
granchio e lancia la pietra dentro, in tal maniera che non può
richiudersi e così se la mangia.
135. Del delfino.
Il delfino è un grande pesce di mare, che insegue le voci degli
uomini. Ed è la cosa più agile che vi sia in mare, perché
oltrepassa il mare più e più [volte], così come se volasse. Ma
non avanza affatto volentieri da solo, anzi la maggior parte
avanzano insieme. E attraverso di loro i marinai percepiscono
la tempesta che deve arrivare, quando vedono fuggire i
delfini attraverso il mare e rivoltarsi fuggendo, così come lo
cacciasse la folgore. E sappiate che i delfini generano figli e
non uova, li portano dieci mesi, li curano e li nutrono con il
loro latte. E quando i loro figli sono nella loro giovinezza, li
accolgono dentro la propria gola, per curarli meglio. E
vivono trent'anni, secondo come dicono le persone che li
hanno assaggiati nelle code, che a loro tagliano. E la sua
bocca non è là dove l’hanno gli altri pesci, ma è *vicina al
ventre. Contro la natura delle bestie1176 d'acqua, nessuno muta
la lingua se non solamente il delfino. Il loro respiro non li
può portare tanto sott’acqua, se non ritorna in alto all'aria e la
sua voce è simile ad un uomo che piange. In primavera ne
vanno parecchi per il mare del Ponto, dove nutrono i loro
figli con l’abbondanza delle acque dolci e la loro entrata è a
destra e la loro uscita a sinistra, perché non vedono mai bene
dall'occhio sinistro, ma dal destro vedono chiaramente. E
sappiate che nel fiume Nilo, vi è un tipo di delfino che ha
sopra il dorso una spina dorsale come una sega, con cui
uccide il coccodrillo. E nelle antiche storie, si trova che un
bambino della *Campania1177 nutrì a lungo un delfino con del
pane e lo rese così addomesticato da cavalcarlo, fintanto che
il delfino lo portò in alto mare, qui annegò e alla fine il
delfino si lasciò morire, quando si accorse della morte del
bambino. Vi fu un altro a Jacia di Babilonia, che amò tanto
un bambino, il quale dopo aver giocato con lui, il bambino
felice scappò ed egli lo volle inseguire, così finì sulla
spiaggia dove fu preso. Queste e molte altre meraviglie sono
viste con queste bestie, per l'amore che portano agli uomini.
136. Dell'ippopotamo.
L'ippopotamo è un pesce chiamato cavallo fluviale, perché
nasce nel fiume Nilo. Il suo dorso, i suoi crini e la sua voce,
sono come quelli del cavallo. Le sue unghie sono fendute
1176 In F: ...près dou ventre, contre la nature. Et nule beste...=...vicino al ventre, contro la natura. E nessuna bestia.....In T: aprés le ventre. Contre la nature des bestes…= vicino (a
rigore aprés significa dopo, ma è un evidente errore del copista) il ventre. Contro la natura delle bestie…(Cfr. trad.).
1177 In F: campaigne = campagna. In T: Campaigne = Campania.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
come quelle del bue, i denti come cinghiale, la coda ritorta e
mangia la biada di campo dove cammina all'indietro, a causa
degli agguati degli uomini. E quando mangia troppo e capisce
di essere sfinito per l'eccesso di cibo, va sopra le canne
tagliate di nuovo, tanto che il sangue esce attraverso i suoi
piedi, con grande abbondanza *ed in tal maniera1178 guarisce
dalla sua malattia.
137. Delle sirene.
Le sirene, dicono gli autori, sono di tre tipi e hanno aspetto di
donna, dal capo fino alle cosce, ma da quel punto in basso
hanno aspetto di pesce e hanno ali e unghie. Di cui la prima
cantava meravigliosamente dalla sua bocca *con voce di
donna1179, l'altra con voce di flauto e canna, la terza come una
cetra e con il loro dolce canto facevano morire gli ignari che
andavano per mare. Ma a dire il vero, le sirene furono tre
meretrici che ingannavano tutti i passanti e li gettavano in
povertà. E la storia dice che avevano ali e unghie, a
significato dell'Amore che vola e ferisce e vivevano in acqua,
perché la lussuria fu fatta di umidità. E veramente, in Arabia
c'è un tipo di serpente bianco che si chiama sirena, il quale
scorre così meravigliosamente, che la maggior parte dice che
voli. Ed il suo veleno è così tanto aspro, che se morde
qualche uomo, gli conviene morire subito prima che senta il
dolore. Ma delle differenze dei pesci e della loro natura, la
narrazione dirà ora *di più1180, anzi parlerà degli altri animali
che sono in terra e per prima cosa dei serpenti, perché sono
simili ai pesci per molte proprietà.
138. *Di tutti i tipi di serpenti1181.
I serpenti esistono da molte generazioni e tanto come sono
divisi in tipi, così hanno nature diverse. Ma generalmente
tutti i serpenti sono di natura fredda, né feriscono se non si
scaldano. E perciò il veleno di quelli, nuoce più di giorno
che di notte, perché durante la notte si raffreddano in tutta la
loro pelle, per il freddo della rugiada. In inverno giacciono
sempre nei loro nidi e in estate escono. Tutti i veleni sono
freddi e perciò accade che l'uomo, quando ne è ferito, per
prima cosa ha paura, perché *l'uomo 1182 che è caldo e della
natura del fuoco, sfugge la freddezza del veleno. Ed è
chiamato veleno, perché entra dentro le vene e non può far
male, se non tocca il sangue dell'uomo e allora quando il
veleno si scalda e arde dentro, uccide subito l'uomo. La
natura del serpente è tale che, quando invecchia e i suoi occhi
sono pieni delle tenebre, ringiovanisce lentamente, si guarda
dal mangiare, tanto che dimagrisce e la sua pelle è larga e
spaziosa nel suo dorso. Allora entra con molta forza tra lo
stretto di due pietre, *o di due rami biforcati1183, tanto che si
spoglia della sua vecchia scaglia e diventa giovane, fresco e
1178 In F: et par tel maistrie = e con tale maestria.
1179 T aggiunge: comme vois de feme. (Cfr. trad.).
1180 T aggiunge: plus ke dit en a = di quanto ne ha detto.
1181 T titola: Des serpens = Dei serpenti.
1182 In T: ame = anima. In F: ome = uomo.
1183 F aggiunge: ii. arbres fourchiés. ( Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
ben vedente, ma usa come cibo il finocchio, per avere la vista
chiara. Quando vuol bere, lascia di nascosto il suo veleno in
qualche luogo ben nascosto. Teme l'uomo nudo e se mangia
lo sputo di un giovane uomo, muore. E la sua vita è nel suo
capo, in tal modo che se solamente la testa sfugge viva dal
suo corpo oltre due dita, vive e già per questo non muore e
ciò è la cosa per cui mette il suo corpo in pericolo, per
difendere la testa. Tutti i serpenti hanno vista corta e non
guardano se non un poco di traverso, perché i loro occhi non
sono nella fronte davanti, anzi sono di lato, dentro le orecchie
e per questo hanno più veloce l'udito della vista. Dirige la
lingua più velocemente che alcuna cosa vivente e perciò
molte persone pensano che abbiano tre lingue, ma non ce n'è
che una. E il suo corpo è così umido che nella strada
attraverso dove va, disegna con la sua umidità, poiché il
serpente usa il suo costato in luogo delle gambe e le squame
al posto delle unghie e se è ferito in qualche parte della gola,
alla fine del ventre, accade che perde la sua forza, in tal modo
che non può correre così come era solita.
139. Dell'aspide.
L'aspide è un tipo di serpente velenoso che uccide l'uomo con
i suoi denti. Sebbene siano di parecchi tipi, tuttavia ognuno
ha proprietà di fare male, perché quello chiamato aspide fa
morire di sete l'uomo che morde, quell'altro che ha nome di
priale lo fa dormire tanto che muore e l'altro chiamato
emorroide, gli fa versare tutto il suo sangue fino alla sua
morte. Quello di nome preste va sempre a bocca aperta e
quando la stringe, non ha niente nei suoi denti, si gonfia tanto
che muore e subito imputridisce così malamente che è
diabolico. E sappiate che l'aspide porta una pietra preziosa e
molto brillante, che si chiama carboncolo e quando
l'incantatore che gli vuole togliere la pietra, dice le sue
parole, subito la bestia feroce se ne accorge, ficca una delle
orecchie dentro la terra e chiude l'altra con la sua coda, in tal
maniera che diventa sorda e non ascolta le parole
ingannatrici.
140. *Dell’anfimenia1184.
L’anfimenia è un tipo di serpente che ha due teste, una al suo
posto e l'altra nella coda e può *mordere1185da ogni parte.
Corre in maniera agile e i suoi occhi sono brillanti come
candele. E sappiate che è l’unico serpente al mondo, che
rimane al freddo e sempre va davanti agli altri, come capitano
e guerriero.
141. Del basilisco.
1184 T titola: Du serpent a ii. testes = Del serpente a due teste.
1185 In T: corre = correre.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Il basilisco è il re dei serpenti ed è così pieno di veleno, che
ne brilla tutto al di fuori e la vista e l’odorato portano il
veleno vicino e lontano, perché corrompe l'aria e secca gli
alberi e tale è il suo odorato, che uccide gli uccelli che volano
e con la sua vista gli uomini, quando li guarda, sebbene gli
antichi dicano, che il basilisco non nuoce a quello che lo
guarda prima degli altri. La sua grandezza è di *mezzo 1186
piede con macchie bianche e cresta come un gallo e va dritto
all'insù, per la metà davanti e l'altra metà come gli altri
serpenti. E nonostante che sia così feroce, tuttavia le donnole,
cioè una bestia più lunga di un sorcio e bianca nel ventre, lo
uccidono. E sappiate che Alessandro li trovò e fece fare
grandi ampolle di vetro, dove gli uomini mettevano dentro i
basilischi che vedevano, *ma quelli non vedevano che li
uccidevano con le frecce. E con tale ingegno, la sua armata fu
liberata da loro1187.
142. Dei dragoni.
Il dragone è tra tutti il serpente più grande e una delle più
grandi bestie del mondo, che abita in India e in Etiopia, dov'è
sempre la grande estate. E quando esce dalla sua spelonca,
corre per l'aria così decisamente e con un così grande soffio,
che l'aria ne brilla dopo di lui, altrettanto come un fuoco
ardente. Ha una *testa1188 grande e una bocca piccola, dove vi
è una fessura aperta e da dove trae la lingua e il suo fiato. E la
sua forza non è nella bocca, ma nella sua coda, con cui nuoce
più per battere che per ferire. Ed ha una così grande forza che
nessuno, per quanto sia grande o forte, se il dragone lo
stringe con la sua coda, può scappare senza morire. Anche
all'elefante stesso conviene morire, per il fatto che tra loro vi
è un odio mortale, secondo come il maestro dirà qua avanti
nella narrazione dell'elefante.
143. Dell’isitale.
1186 In T: mi = mezzo, in F vi = sei.
1187 In F: mais cil ne les veoient pas; liquex les fit ocirre, et ainsi en delivra son ost = ma quelli non li vedevano che li fece uccidere e così ne liberò la sua armata. In T: mais il ne
veoient ceaus, ki les ocioient des saietes; et par itel engin en fu delivrés il et son ost. (Cfr. trad.).
1188 In F: creste = cresta. In T: teste = testa.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
L’isitale è un serpente che va molto lentamente. Ma è molto
macchiato di così diversi colori, chiari e brillanti, che le
persone lo guardano volentieri, tanto che egli le avvicina e
per paura di lui, le trattiene e *le sorprende1189. E sappiate che
è di così calda natura, che anche in inverno spoglia la sua
pelle per il caldo che ha.
144. Della vipera.
La vipera è un tipo di serpente di natura così feroce, che
quando il maschio si congiunge alla femmina, mette il suo
capo dentro alla gola della femmina e quando sente il piacere
della lussuria, stringe i denti *e gli trancia la testa, lo
inghiotte e da ciò concepisce1190. E quando i suoi *figli1191
hanno vita e vogliono uscire *fuori1192, allora rompono e
*tagliano1193 il corpo della madre ed escono, in tal maniera
che suo padre e sua madre muoiono per loro. Di questo
serpente dice Sant'Ambrogio, che sono la cosa più crudele del
mondo e inoltre, senza pietà e pieno di astuzia. E sappiate che
questo serpente, quando ha voglia di lussuria, va nelle acque
dove ripara la murena e la chiama con la sua voce simile al
flauto ed essa viene subito da lui e sovente con tal ingegno, è
catturata dai pescatori, secondo come la narrazione espone
qua dietro nel capitolo dei pesci.
145. Delle lucertole.
Le lucertole sono di tre tipi, una grande, una piccola e un'altra
che si scalda in estate e prende con i denti in maniera cattiva,
gli uomini. Ma quando la piccola lucertola invecchia, entra in
una stretta fessura, da una parete contro il Sole e spoglia
l’opacità dei suoi occhi e tutta la sua vecchiaia.
146. *Della salamandra1194
La salamandra è simile alla piccola lucertola. Di vario colore,
il suo veleno è più forte sugli altri, perché gli altri colpiscono
solo una cosa, invece questo ne colpisce parecchie insieme,
perché se sale su un melo, avvelena tutte le mele del melo e
uccide tutti quelli che ne mangiano. E se cade in un pozzo, la
forza del suo veleno uccide tutti quelli che ne bevono. E
sappiate che la salamandra vive in mezzo alle fiamme del
fuoco, senza dolore e senza danno del suo corpo e per sua
natura estingue il fuoco. Ma qui il maestro finisce di
raccontare dei serpenti, della loro natura e dei vermi, come
sono di diversi tipi e come nascono in terra, in acqua,
nell'aria, nel fogliame, nei fusti, nei drappi, negli uomini e
nelle altre bestie viventi, dentro e fuori, senza unione di
maschi e di femmine, sebbene alcuni nascano qualche volta
dalle uova. Così ora la narrazione non ne esporrà di più,
1189 In F: li serpens = il serpente. In T: li sosprent = li sorprende.
1190 In F: et tranche le chief à son masle = e trancia la testa al suo maschio. In T: et li trence la teste, et l’englout, et de çou conchoit. (Cfr. trad.).
1191 In T: faon = fauna. In F: fil = figli.
1192 In T: issir, lors = uscire, allora. In F: issir hors = uscire fuori.
1193 T aggiunge: a fine force = con gran forza.
1194 In T il capitolo della salamandra, fa tutt’uno con il capitolo delle lucertole.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
perché ciò sarebbe una materia lunga senza grande vantaggio
e seguirà la sua narrazione, per parlare degli [altri] animali.
147. *Della natura dell'aquila1195.
L'aquila è il migliore uccello vedente del mondo e vola così
in alto che non appare alla vista degli uomini, ma vede così
chiaramente, che riconosce anche le piccole bestie in terra, i
pesci nell’acqua e li prende nello scendere. E la sua natura è
di guardare contro il Sole così fermamente, che i suoi occhi
non si muovono di una goccia *e per questo quando l'aquila
ha i suoi figli1196, li tiene con le sue unghie, dritti contro i
raggi del Sole e quello che guarda direttamente senza crollare
è tenuto e nutrito come degno e quello che rimuove gli occhi,
è rifiutato e gettato dal nido, come bastardo. E ciò non per
crudeltà di natura, ma per giudizio di giustizia, perché l'aquila
non lo caccia come figlio suo, ma come un altro, estraneo. E
sappiate che un *vile1197 uccello, chiamato folaga, completa la
ferocia dell'uccello reale, perché accoglie quello tra i suoi
figli e lo nutre come suo figlio. E sappiate che l'aquila vive a
lungo, perché si rinnova e *spoglia1198 la sua vecchiaia. E la
maggior parte dice che vola in così alto luogo, verso il calore
del Sole e le sue penne ardono e *toglie1199 tutta l'oscurità dai
suoi occhi e allora si lascia cadere dentro qualche sorgente,
dove si bagna tre volte e subito ringiovanisce come al suo
inizio. Altri dicono che il becco dell'aquila cresce e si piega
nell’età adulta, in tal maniera che non può più prendere quei
buoni uccelli che la mantenevano *in vita1200 e in gioventù,
allora lo batte e aguzza tanto sulle rudi pietre, che toglie il
sovrappiù e il suo becco diventa più fine e affilato di prima,
così che *mangia1201 e prende ciò che le piace.
148. Dell'astore.
L'astore è un uccello da preda, così come lo sono il falcone,
lo sparviero e altri uccelli che hanno per diletto di prendere
altri uccelli e sono molto feroci contro i loro figli, perché
subito quando li vedono alquanto cresciuti e che hanno
qualche possibilità di volare, non li cibano più da allora in
avanti, anzi li cacciano fuori dai nidi e li costringono nella
loro giovinezza, a procurarsi il loro cibo, perché non
vogliono che i figli dimentichino il mestiere proprio dei loro
antenati, né che apprendano ad essere parassiti. In tal modo li
tralasciano di nutrirli, perché *apprendano1202 a rapire. E
sappiate che gli astore sono di tre tipi: grandi, medi e piccoli.
Il piccolo è minore degli altri, secondo la legge del terzo ed è
prode, mattiniero, leggero nell'uccellare, desideroso di
mangiare e vola subito. Il medio ha le ali rosse, i piedi corti,
le unghie piccole e cattive, gli occhi grossi e scuri, è molto
difficile da addomesticare e per questo non ha mai pregio il
1195 T titola: De l’aigle = Dell’aquila.
1196 In T: et pour çou prent l’aigle ses fiz = e per questo, l’aquila prende i suoi figli.
1197 In F: viaus = vecchio. In T: vil = vile.
1198 In T: depose = depone. In F: despoille = spoglia.
1199 In F: o toute = con tutta. In T: oste = toglie.
1200 T aggiunge: en vie. (Cfr. trad.).
1201 T aggiunge: et renovele = e rinnova.
1202 In T: por metre = per metterli.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
primo anno, ma al terzo è buono e bonario. Il grande astore è
più grande degli altri, più grosso, più ammaestrato, migliore,
ha occhi belli, chiari e brillanti, grossi piedi, unghie grandi e
viso lieto. Ed è ardito, così che da nessun uccello si
differenzia e anche l'aquila non gli fa alcuna paura. Per
questo dice il maestro che nel preferire un buon astore, si
deve guardare che sia grande e ben fornito dappertutto,
perché a dire il vero, tra tutti gli uccelli *da preda1203, la
maggior parte sono femmine e quello piccolo, cioè il terzo,
sono maschi. E sono così caldi e così orgogliosi per la
mascolinità che regna in loro, che appena prendono un’altra
cosa, se non tanto come la vogliono. Ma la femmina che è
fredda, per la femminilità che è in lei, è sempre desiderosa e
bramosa di prendere, perché il freddo è radice *di 1204
desiderio. E ciò è la natura per cui i grandi uccelli cacciatori
sono migliori, perché non hanno sdegno a prendere, anzi
desiderano sempre di più la preda, in tal maniera che molte
volte, quando sono *sori1205, prendono qualche cattivo vizio,
sebbene lo perdano alla muta, dove mutano e migliorano le
penne e le abitudini, ma il terzo prende a ciascuna muta,
qualche cattivo vizio.
*Della medesima cosa1206.
E quando trovi un grande astore, guarda che abbia la testa
lunga e piatta, a somiglianza di un'aquila e che la sua cera sia
lieta e un poco sottomessa nello stesso tempo e che sia
fornito [di tutto] e poi il suo volto deve essere analogamente
come corrucciato e pieno d'ira. Abbia il naso e le narici molto
gialle e la divisione che si trova all’incirca tra gli occhi, sia
molto lunga e il sopracciglio pendente. Gli occhi siano
abbastanza ragionevolmente in fuori, grandi e ben colorati,
perché questo è segno di essere figlio di astore mutato più di
*quattro1207 volte, per cui vive meglio e più a lungo quando è
generato da padre vecchio. Il suo collo deve essere lungo,
sottile e serpentino, il petto grosso e rotondo come una
colomba. I pennoni, cioè le due penne delle ali, che la
maggior parte chiama coltelli, devono essere chiusi dalle ali,
così che non appaiano brevi e troppo congiunti. Penne libere
che tengano bene, gambe grosse, gialle e corte, piedi grandi,
larghi, aperti, talloni lunghi e ogni artiglio molto grosso, non
di carne, ma di nervi con le ossa, unghie grosse, forti, dure e
l'artiglio di mezza lunghezza di misura. Questa è la perizia
per conoscere bene l'astore. Ma sappiate che quelli che hanno
gambe lunghe, catturano più facilmente e raramente
sbagliano a catturare, ma non trattengono così bene, né così
forte, come quelli che le hanno corte e brevi, sebbene non
prendano così facilmente come quelli che le hanno lunghe. E
quando vorrai sapere se è sano o malato in qualche parte, lo
devi sollevare con la mano sinistra e rimirare accuratamente
dall'alto al basso. Se guarda in alto *e non sbatte che il suo
1203 In T: chaceours = cacciatori.
1204 T aggiunge: toute = ogni.
1205 Accolgo la lezione di M. Giola (v.bibl.), più consona al significato generale, che segnala la presenza del vocabolo sorz in alcuni mss. al contrario dei mss. francesi con lezione
unanime fors = forte. Secondo il vocabolario Treccani la voce soro ha questi significati: riferito a volatili......dal francese antico sor che è il latino medioevale saurus cioè
giallastro, a sua volta dal germanico saur sauro detto del mantello dei cavalli...per estensione che non ha ancora mutato le penne, giovane, detto dei falconi e di altri uccelli
rapaci allevati per la caccia. Riferito a persona, inesperto, non ancora smaliziato.
1206 T titola: De connoistre bien ostours. = Del conoscere meglio l’astore.
1207 In T: iii. = tre.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
becco1208 e la sua coda non tiene slacciata, sappiate veramente
che è sano nel suo corpo. E quando hai fatto questo, gira il
tuo pugno sotto i suoi piedi e guarda se ritorna subito e sta
fermo sopra il fermo, così dritto che non si aggrappa più a un
piede piuttosto che all'altro. E se scaglia veloce e leggero la
sua gamba contro la carne e quando l'ha presa, abbassa bene
il suo becco, la prende e stringe con gran forza, stende il
collo, ferma i suoi piedi e i suoi talloni, puoi ben dire senza
dubbio, che è sano di gambe e di cosce. Allora lo trai dal
coltello di una delle ali e poi dall'altra e se la lascia tirare e la
ritrae nel suo luogo veloce e agilmente, è significato che è
ben sano d'ali. Dopo ciò, guarda se smaltisce bene e
liberamente, secondo la quantità del pasto, bianco o nero, non
mescolato, ma che l’uno sia diviso dall'altro, né che abbia
sangue, liquido chiaro, pietra, vermi, nè alcun'altra
mescolanza, perché ciò dimostra che è ben sano dentro il
corpo. E se dopo mangiato, pulisce il suo becco qua e là e
*sovente smoccica, getta acqua dal naso1209, porta il suo
becco qua e là e non è mai in un posto [solo], sappiate che è
sano nella sua testa. Analogamente se sopra la mano o sopra
la pertica, si colora e adorna le sue piume, dimora eretto,
mangia e rompe il cibo bene e con gioia, allora è molto sano,
lieto di corpo e di membra.
149. *Di tutti gli sparvieri1210.
Lo sparviero deve essere scelto in tale maniera da avere testa
piccola, occhi *pungenti1211, che giochi e torni leggero sulla
mano, dal grosso petto e ben aperto, dai piedi grandi, bianchi
e *lunghi1212, gambe larghe e forti, coda sottile e che si
chiude, ali lunghe al terzo giro della coda. E la cinta, cioè la
piuma sotto la coda, sia macchiata con macule, perché tale
sparviero deve essere buono a ragione, anche se ha le gambe
come rovinate e se ha grossezza in mezzo all'artiglio medio di
destra, là dove comincia la scaglia, perché è segno di
grandissima qualità. E tanto sappiate dello sparviero, che
quello che ha coda lunga è codardo, ma vola veloce e quello
che ha tredici penne nella coda, è sempre migliore degli altri
e vola meglio e insegue più velocemente la sua preda. Ma chi
vuole mutare e avere *sano1213 il suo sparviero, lo deve curare
ogni inverno, che non catturi pavone, né altro uccello che gli
faccia male, ma anche quello che cattura una colomba *[o
una] tortorella1214, che non si ferisca e faccia male con
facilità, per i gran giri che fa nell'andare verso il basso. E
sappiate che tutti gli uccelli cacciatori sono di tre tipi:
nidiacei, selvatici e grifagni. Nidiaceo è quello che si ritrae
nel nido e si nutre nella sua dimora, dalla sua gioventù ed è
più ardito e desideroso di catturare e sovente emette suoni per
la sicurezza delle persone, dove è stato nutrito. Selvatico è
quello che ha già volato e cacciato secondo la sua natura, ma
poi viene catturato su un ramo d'albero o in un altro luogo,
con l’ingegno. Grifagno è un uccello che si cattura all'inizio
1208 In T: et k’il ne bate fort, et ne bate son bec = e che non batta forte e non batta il suo becco. In F: et que il ne s’esbat que son bec = e che non sbatte che il suo becco.
1209 T aggiunge: et esmouche sovent, et giete euue par le nés. (Cfr. trad.).
1210 In T: Des esperviers = Dello sparviero.
1211 In F: forniz = forniti. In T: forains = (foranti) pungenti.
1212 T aggiunge: auques apers = alquanto aperti.
1213 In F: de saison = di stagione. In T: sain = sano.
1214 F aggiunge: turterelles = tortorella.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dell'inverno e ha gli occhi rossi e vermigli come il fuoco. E
sappiate che, se aveva già mangiato sotto il freddo, prima di
essere catturato, a malapena potrebbe vivere, perché la sua
gola non può sostenere il freddo, ma se fosse in suo potere,
avrebbe sempre cibi caldi e freddi, che lo aiuterebbero a
cuocere il suo pasto. E perciò accade che il nidiaceo non avrà
mai così begli occhi quanto gli altri, che mangiano ogni volta
un nuovo *cibo1215 e giace fuori all'aria e fa quanto gli piace,
né prende tanto bene la sua preda, sebbene abbia più
desiderio. E sappiate che un uccello giovane genera figli
rossi, dalle grosse macule e gli occhi scoloriti e arditi, ma non
può vivere dalle mani dell'uomo più di cinque anni. L’uccello
vecchio genera figli neri o di macchia piccola, con occhi
colorati e sono migliori e di lunga vita.
150. *Di tutti i falconi1216.
I falconi sono di sette linee. Di cui la prima è il falcone
lanaiolo, grossolano tra gli altri e lui stesso diviso in due tipi,
di cui gli uni hanno la testa piccola e non vale *niente 1217,
l'altro ha il capo grosso, il becco e le ali lunghe, la coda corta
e i piedi *attaccati1218. È buono, sebbene sia difficile da
ornare, ma chi lo fa mutare tre volte, può prendere tutti gli
uccelli. La seconda linea è il falcone chiamato pellegrino,
perché nessuno trova il suo nido, anzi è preso così come in
pellegrinaggio ed è molto facile da allevare, molto cortese,
valente e di buone maniere. La terza linea è il falcone di
montagna, conosciuto abbastanza in tutti i luoghi e quando è
*catturato1219 non fugge più. La quarta linea è il falcone
gentile che fa la gru e vale più degli altri, ma non ha abilità
con l'uomo *senza cavallo1220, perché desidera troppo
seguirlo. E tanto sappiate che, tra queste quattro linee dovete
preferire quello che ha la testa più piccola. La quinta linea è il
girifalco, che supera tutti gli uccelli per la sua grandezza ed è
forte, aspro, feroce, astuto e felice nel cacciare e nel catturare.
La sesta linea è il sagro. Questo è molto grande e assomiglia
all'aquila bianca, ma è con gli occhi, le ali, il becco e
l'orgoglio, simile al girifalco, sebbene non abbia mai trovato
uno che lo abbia visto. La settima linea è il brettone, che la
maggior parte chiama rodione ed è il re ed il sire di tutti gli
uccelli, perché non vi è nessuno che osa volare davanti a lui,
anzi cade già tutto stordito, in tal maniera che lo si può
prendere come se fosse morto. Anche l'aquila stessa, per
paura di lui, non osa apparire là dove si trova. Ed insomma,
tutti i falconi che hanno i piedi grossi, le ginocchia nodose
così come sovraossa, sguardo selvatico e fiammante, gli
occhi terribili, le ali di sopra grosse, *le unghie nere e molto
accuminate, lunghe penne appuntite, brillanti ed è buono se
ha la testa a misura, anche se è ben spesso per il petto1221.
1215 In F: chose = cosa. In T: viande = cibo.
1216 T titola: Des faucons. = Dei falconi. F titola: De tous faucons = Di tutti i falconi.
1217 T aggiunge: du monde = al mondo.
1218 Nei mss. si trova la parola aglentins. Nel Godefroy. aglantine = sorta di stoffa (possiamo presumere dei piedi vellutati, ma traduzione improbabile), opp. aglatir (s’) = attaccarsi
(trad. più probabile). (Cfr. trad.).
1219 In T: privés = privato. In F: pris = preso (catturato).
1220 In F: à pié = a piedi. In T: sans cheval = senza cavallo.
1221 In T: et les ongles noues et longhes et planes et bien aguës par mesure et luisans, est bons s’il a la teste aguë par mesure, meismement s’il est bien espés par le pis. = e le unghie
nodose, lunghe, piane, ben aguzze con misura e brillanti, è buono se ha la testa proporzionata, allo stesso modo egli è ben spesso per il petto. In F: et les oingles noires et bien agues,
et longues pennes et agues et luisans, et il est bons se il a la teste par mesure, meismement se il est bien espès par le piz. (Cfr. trad.).
In T: et le ongles noues et longheset planes et bien agues par mesureet luisans, est bons s’il a la teste ague par mesure, meismement s’il est bien espés par le pis. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
151. *Di tutti gli smerli1222.
Gli smerli sono di tre tipi, uno ha la schiena grigia, l'altro ha
la schiena nera. Questo è piccolo e rapinatore. *Il terzo 1223 è
più grande ed assomiglia al falcone lanaiolo bianco ed è
migliore di tutti gli altri smerli e diventa domestico più
presto. Ma sopraggiunge a loro una malattia, per cui si
mangia tutti i piedi, se non lo si fa vivere in tanta semenza di
lino o di miglio, in cui gli artigli non appaiono fuori. Ma qui
la narrazione tace di parlare degli uccelli cacciatori e come li
si deve allevare, istruire ed insegnare a catturare la preda nei
campi, nei fiumi e come li si deve curare quando hanno
qualche malattia, perché ciò non appartiene a questo libro,
anzi vuol seguire la natura degli altri animali.
152. Dell'alcione.
L'alcione è un uccello di mare, a cui Dio ha donato una
grandissima grazia ed ora ascoltate come. Esso posa le sue
uova sulla sabbia, nei pressi del mare e questo avviene nel
*tempo1224 dell'inverno, quando tempeste e orribili fortunali
sono soliti accadere in mezzo al mare e suo figlio compie la
nascita, in sette giorni ed in altri sette lo alleva. E questi
fanno quattordici giorni e sono di così alte virtù, secondo
come i marinai testimoniano e molte volte lo hanno provato,
quando tutte le tempeste se ne vanno, l'aria schiarisce e il
tempo è dolce e soave, tanto come durano i quattordici giorni.
153. Dell'ardes.
L'ardes è un uccello che la maggior parte chiama tantalo o
airone e sebbene prenda dall'acqua il suo cibo, tuttavia fa il
suo nido negli alberi alti. E la sua natura è tale che quando
percepisce che deve arrivare la tempesta, subito vola in
*alto1225, là dove la tempesta non può salire e da lì, molte
persone sanno che la tempesta sta arrivando, allorché lo
vedono salire verso l'alto del cielo.
154. Delle anatre e delle oche.
Anatre e oche, tanto più sono bianche, tanto sono migliori e
più domestiche, perché le oche nere che sono macchiate da
altro colore, sono di natura selvatica e perciò non generano in
maniera così abbondante come le bianche. E sappiate che
anatre e oche non potrebbero vivere senza erba, né senza
acqua, ma nuocciono troppo alla terra fertile e deteriorano
molto tutte le semenze, col becco e con le feci. E il tempo in
cui si accoppiano carnalmente, dura dalle calende di marzo
fino ai giorni dell'estate piena. E dalla voce delle oche, si
1222 In T: Des esmerillons = Degli smerli
1223 In T: li autres = l’altro.
1224 In T: cuer = cuore.
1225 T aggiunge: et s’enfuit en l’air amont = e fugge in alto nell’aria.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
possono conoscere tutte le ore della notte e le veglie. E non vi
è alcun animale al mondo, che senta così bene gli uomini,
come fanno esse. E dal loro verso furono percepiti i Francesi,
quando volevano prendere Roma la capitale, secondo come la
storia ci racconta.
155. Delle api.
Le api sono le mosche che fanno il miele e nascono senza
piedi e senza ali, ma le recuperano dopo la loro nascita.
Queste mosche nel fare il loro miele, [lo] curano con grande
precisione, perché dalla cera che esse raccolgono da diversi
fiori, edificano con meraviglioso ingegno, case e abitazioni,
di cui ognuna ha il suo proprio luogo dove ripara sempre
senza cambiare. *E così hanno un re e un’armata 1226, fanno
battaglie e fuggono il fumo, si conficcano con la punta, per il
rumore di pietre, vasi e di tali cose che fanno *suoni1227 e un
gran rumore. E così dicono quelli che lo hanno provato, che
esse nascono dalla carogna di bue, in questo modo: battono
molto la carne di un vitello morto e quando il suo sangue è
imputridito, ne nascono vermi che poi diventano api.
Analogamente nascono scarabei dal cavallo, fuchi dal mulo e
vespe dall'asino. E tanto sappiate che tra tutti gli animali del
mondo, le api hanno in tutte le loro linee, tutte le cose in
comune, per il fatto che abitano tutte in una casa ed escono
dentro i confini di un paese. E l'opera di ognuna è comune
alle altre e anche il cibo e tutti gli usi, i frutti e i pomi, sono
comuni a tutte, perché la generazione è comune, i loro figli
comuni. E sebbene siano tutte caste e vergini, senza alcuna
corruzione di lussuria, tuttavia fanno figli rapidamente con
grande *abbondanza1228. Organizzano il loro popolo,
mantengono i loro comuni e la loro borghesia. Eleggono il
loro re, non a sorte dove vi è più fortuna che nel retto
giudizio, ma quella a cui la natura dà segno di nobiltà: la più
grande, la più bella e di vita migliore, è eletta a re e sire degli
altri. E sebbene il re sia più importante, è più umile e di gran
pietà, non usa il suo pungiglione per vendetta di qualche
cosa. E nondimeno se è re, gli altri sono tutti liberi e hanno
libero potere, ma la buona volontà che la natura dà loro, le
rende amabili ed obbedienti al loro signore, in tal maniera
che non esce nessuna di casa, prima che esca il loro re e
prenda la decisione di volare da quella parte dove gli piace.
Né le giovani moschette osano posarsi prima che il loro
maestro sia assiso là dove vuole, poi si siedono intorno a lui e
seguono accuratamente la sua legge. E quando qualcuna di
esse fa contro la legge del suo signore, essa stessa ne fa
vendetta da sé, perché toglie e spezza il suo pungiglione,
secondo come i Persiani solevano fare, quando qualcuno
infrangeva la legge, non attendeva il giudizio del re, anzi si
uccideva lui stesso per la vendetta della sua infrazione. Ed
insomma, sappiate che le api amano il loro re, con così gran
cuore e con tanta fede, che pensano sia bene morire per
curarlo e difenderlo. E tanto come il re è con esse sano e
allegro, che non sanno mutare fede, né giudizio. Ma quando è
1226 In F: duz et rois = duce (comandante) e re. In T: ont roi et ost. (Cfr. trad.).
1227 In T manca.
1228 In T: fuison = abbondanza. In F: plenté = abbondanza.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
morto o perduto, esse perdono la fede e il giudizio, in tal
maniera che perdono e distruggono il loro miele e guastano le
loro piccole abitazioni E sappiate che tra loro i compiti sono
ripartiti in quelle cose in cui ognuna deve servire, perché le
une procurano il cibo, altre curano il miele, la cera e le
bocche [dell’alveare], altre considerano i mutamenti del
tempo e l'andatura delle nubi. Alcune attirano la cera dai
fiori, altre colgono la rugiada da sopra i fiori, che poi diventa
miele colante e filante, attraverso quei pertugi che sono là
dentro. E sebbene ognuna si sforzi di fare bene, secondo le
sue possibilità, non per questo tra loro vi è invidia, né odio.
Ma se qualcuno fa loro del male, esse spandono un cattivo
amaro dentro il miele e volentieri si danno a morte, per fare
vendetta di quelli, che poco o molto nuocciono a loro.
156. Delle calandre.
La calandra è un uccello tutto bianco e i suoi polmoni
guariscono dalla cecità degli occhi, da cui la Bibbia comanda
che nessuno ne mangi. E la sua natura è che quando vede un
uomo malato, che deve morire di quella malattia, subito gira
la sua testa e non lo guarda affatto. Ma guarda con sicurezza
senza rimuovere il suo sguardo, quello che non deve morire.
E così la maggior parte dice che, per il suo sguardo riceve in
sé tutte le malattie e le porta in alto per aria, là dove si trova il
fuoco che consuma tutte le malattie.
157. *Dei colombi1229.
I colombi sono uccelli domestici di molti *tipi 1230 e vivono tra
gli uomini e non hanno niente d’amaro, *cioè veleno1231, che
gli altri animali hanno vicino al fegato. E muovono il
desiderio per baciare, piangono al posto del canto e fanno
nidi in pertugi tra le pietre, dove si trovano vicine ad alcuni
fiumi. E quando perdono la vista per vecchiaia o per altra
malattia, la nascondono e vanno in grandi turbe assieme. E
quelli che li *possiedono1232 nelle loro case, hanno un gran
disegno di colombi, il più bello che si possa rappresentare
davanti ai nidi dei colombi, perché generano figli a
somiglianza del disegno che vedono davanti a loro. Ma chi
prende la liana o la corda di un uomo impiccato e la getta
davanti al pertugio *dei colombi1233, sappiate certamente che
nessuno fuggirà mai di sua volontà. E se gli si dà sovente da
mangiare del cumino o se gli si ungono sovente le ali di
balsamo, porterà là dentro una gran moltitudine di altri
colombi. E se gli si dà orzo cotto e caldo, genererà figli e si
moltiplicherà in grande abbondanza. Ma si devono mettere
rami di rovo, in molti luoghi del colombaio, per difenderli
dalle bestie malvage. E sappiate che nella Santa Scrittura
troviamo tre *tipi1234 di colombi, uno di Noè, che portò
l'olivo, l'altro di David, il terzo che apparve al battesimo di
1229 T titola: Ici parle dou colomp. = Qui parla del colombo.
1230 In T: colors = colori.
1231 In T manca.
1232 In F: font = fanno. In T: ont = hanno. (Cfr. trad.).
1233 In T manca.
1234 F aggiunge: manieres de. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Gesù Cristo.
158. Del corvo.
Il corvo è un uccello nero, che teme tanto i suoi figli piccoli,
che non li nutre, né pensa che siano suoi, fintanto che vede le
loro nere piume, allora li ama e li ciba con cura. Mangia
carogne, ma innanzitutto cerca gli occhi e poi da qui dritto,
mangia la cervella. Questo è l'uccello che non ritornò all'arca
di Noè, o perché trovò grandi carogne, o perché morì nelle
acque profonde.
159. Della cornacchia.
La cornacchia è un uccello dalla lunga vita, di cui gli antichi
dicono che indovina le cose, che ad un uomo devono
accadere e lo dimostra a quello con molti segnali, che può
ben percepire se ne conosce l’abilità. E talvolta possiamo
sapere della pioggia che sta arrivando, quando non finisce di
schiamazzare e agita la sua voce. E ama tanto i suoi figli,
quando molto tempo dopo che sono usciti dal loro nido, li
segue sempre con tutto il cibo, che dà loro sovente e
volentieri.
160. Della quaglia.
La quaglia è un uccello che i Francesi chiamano Greca,
perché fu trovata prima in Grecia. E in estate ritornano
oltremare insieme, in grande moltitudine e poiché l'astore
prende sempre la prima che giunge a terra, così eleggono a
loro capo un'altra di lignaggio estraneo, perché l'astore abbia
di che prendere e le altre se ne vadano tranquillamente. E
sappiate che i loro buoni cibi, sono sementi *velenose1235, ma
gli antichi saggi videro che nessuna ne mangiava. Ed è il solo
animale al mondo che cade per epilessia, così come fa
l'uomo. Annunciano con clamore il vento del mezzogiorno
per l'umidità, ma si rassicurano molto con quello di
settentrione, secco e leggero.
161. *Della natura della cicogna1236.
La cicogna è un uccello senza lingua e per questo dicono le
persone, che non canta, ma batte il suo becco e fa un gran
rumore. Ed è nemica del serpente, perché gli antichi videro
che *li uccideva1237. E all'inizio della primavera ritornano tra
noi e fanno intorno a noi i loro nidi e i loro figli, dove vi
mettono un così grande studio nel curarli e nel nutrirli, che
tutto il loro piumaggio cade dal loro ventre sotto di loro, così
che alcune volte non hanno alcun potere di volare, anzi è
necessario che i loro figli le nutrano e curino, altrettanto
come furono pasciuti dai loro genitori e sia recuperato il loro
1235 In T e F verminouses. Il significato letterale è verminose (di vermi), ma è anche vero che la quaglia si nutre di semi di qualsiasi genere.
1236 T titola: Ici parle de la cigoine. = Qui parla della cicogna.
1237 In F: que om ne les oceist. = che non li uccideva. In T: que on les oceist. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
piumaggio. E quando l'estate declina e il tempo comincia a
cambiare per l'inverno, si riuniscono in grandi squadre,
passano il mare e se ne vanno in Asia, in tal modo che le
cornacchie vanno sempre davanti come guerrieri e capitani. E
ben sappiate che l'ultima che arriva in Asia, nel luogo dove si
ammassano, quella è spiumata e violata dalle altre in maniera
molto crudele. E attraverso ciò, possiamo sapere che uccelli e
bestie hanno lo spirito di una qualche conoscenza, perché
accadde cosa che un Lombardo del vescovato di Milano,
tolse di nascosto un uovo da un nido di cicogna e ve ne mise
al suo posto, un altro che era di corvo. E quando venne il
tempo che nacquero i figli e il corvo cominciò a mostrare il
suo colore e la sua condizione, il maschio se ne andò e
condusse tante cicogne che fu una meraviglia a vedersi. E
quando tutte ebbero guardato il nero uccelletto che si trovava
tra gli altri, si gettarono sulla femmina *e la misero 1238 a
morte.
162. *Dell’ibis1239.
Sulle rive del Nilo nasce un tipo di uccello simile alla
cicogna, il quale si chiama ibis, che non cerca se non piccoli
pesci o uova di serpente o altre bestie morte che vivono
intorno al fiume, perché dentro l'acqua non oserebbe
*entrare1240, poiché non sanno nuotare. E quando sentono
qualche malattia o turbamento del loro ventre, per i cattivi
cibi che mangiano, subito vanno al mare e ingurgitano di
quell'acqua in grande abbondanza, poi mettono il loro becco
fra la parte posteriore e versano l'acqua dentro il corpo e
fanno spurgare le loro budella da ogni lordura. E la maggior
parte dice, che Ippocrate il grande medico, fece per primo il
clistere, *sull'esempio di questo uccello1241. E sappiate che
Ovidio l’ottimo poeta, quando l'imperatore lo mise in
prigione, fece un libro nel quale chiamò l'imperatore con il
nome di quell'uccello, perché non sapeva pensare più sporca
creatura.
163. Del cigno.
Il cigno è un uccello tutto di piume bianche, ma la sua carne è
tutta nera. Vive nei fiumi e quando nuota nell'acqua, porta
sempre la testa levata e mai la mette dentro e i marinai dicono
che trovarlo è un buon incontro. La sua voce fa un dolce
suono, perché il suo collo è lungo e piegato. E così
*dicono1242 i contadini, che nelle montagne dell'Iperboreo in
Grecia, quando *si canta e si suona1243, grandi turbe *di
cigni1244 vengono intorno a loro per il piacere del canto. Di
cui la maggior parte dice che quando deve morire, poiché una
delle penne del suo capo è fissata nel cervello, percepisce la
sua morte. Allora comincia a cantare così dolcemente che è
una meraviglia ascoltarlo e così cantando, finisce la sua vita.
1238 In T manca.
1239 In F: De ybis. = Dell’ibis. In T manca il titolo e fa tutt’uno con il capitolo della cicogna.
1240 In T: porter ses piez = portare i suoi piedi.
1241 In F: par cestui exemple. = per questo esempio. In T: par l’example de cel oisel. (Cfr. trad.).
1242 T aggiunge: li plusor = la maggior parte.
1243 In F: chante de citole = canta con la cetra. In T: l’en chante et cytole. (Cfr. trad.).
1244 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
164. Della fenice.
La fenice è un uccello che si trova in Arabia, di cui non ce n'è
*che uno solo1245 in tutto il mondo ed è molto grande, così
come un'aquila. Ma essa ha una cresta sopra la mascella, da
una parte e dall'altra e le piume del suo collo qui intorno,
sono brillanti come fine oro arabo. Ma in basso fino alla
coda, è di colore porpora e la coda rosa, secondo come gli
Arabi testimoniano, che molte volte l'hanno vista. E alcuni
dicono che vive cinquecento quaranta anni e altri dicono che
la sua vita dura ben mille anni e più, ma la maggioranza dice
che invecchia in cinquecento anni. E quando ha vissuto fin là,
la sua natura avverte e attende la sua morte. E ciò è per avere
la vita, perché essa se ne va verso un buon albero saporito e
odoroso e ne fa un mucchietto, dove fa prendere fuoco e poi
vi entra dentro tutta dritta, rivolta verso il Sole levante. E
quando è arsa, in quel giorno *medesimo1246, dalla sua cenere
esce un verme che ha vita. Il secondo giorno dalla sua
nascita, *l’uccellino1247 è fatto come un piccolo pulcino. Al
terzo giorno è del tutto grande e cresciuto, tanto come deve e
vola e se ne va nel suo luogo, dove si trova la sua abitazione.
E alcuni dicono, che questo fuoco è fatto dal sacerdote di una
città di nome Eliopoli, dove la fenice rinasce, secondo come
la narrazione espone qui avanti.
165. Della gru.
Le gru sono uccelli che avanzano a schiere, alla maniera dei
cavalieri che avanzano in battaglia. E sempre va una davanti
all'altra, così come [fa] il gonfaloniere e il governatore degli
altri, li mena, conduce e castiga con la sua voce. E tutte le
altre seguono quella e obbediscono alla sua legge. E quando
il capitano è arrochito e la sua voce è alquanto mancata, non
ha vergogna che un altro sia messo al suo posto ed egli va
dietro con gli altri. E se accade cosa che qualcuna di esse è
affaticata e non può andare con le sue compagne, allora tutte
entrano sotto di essa e la portano sopra *le loro ali1248,
fintanto che recupera le sue forze. E sappiate che quando si
devono muovere, per andare in un luogo che si trova tra
Carrabo e Crio, molto prima inghiottono della sabbia e così
ognuna prende con i suoi piedi, una piccola pietra per volare
più sicuramente contro la forza del vento. Poi volano verso
l'alto del cielo, il più alto che possono, per vedere meglio il
luogo che desiderano. E sappiate tanto, che quando hanno
viaggiato molto e capiscono di aver passato la metà del mare,
subito liberano i piedi dalle pietre che portano, secondo come
testimoniano i marinai, che molte volte hanno visto cadere le
pietre su di loro ed intorno *alle loro navi 1249. Ma non
vomitano la sabbia prima di essere *vicine alle abitazioni 1250.
1245 In T manca.
1246 T aggiunge: meisme = medesimo.
1247 In T manca..
1248 F aggiunge: lor eles. (Cfr. trad.).
1249 F aggiunge: lor nés. (Cfr. trad.).
1250 In T: asseures de lor habitations = sicure delle loro abitazioni.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
E così come osservano una buona cura e precisione nel
viaggiare, la osservano ancora e molto di più per albergare.
Perché tra tutte, la decima veglia e guarda le altre che
dormono. Di cui ce ne sono alcune che vegliano, ma non si
muovono dal loro posto *e tengono una pietra1251 tra i loro
piedi, che non le lasciano affatto addormentare. Le altre
vanno intorno, guardando e rimirando, che non sopravvenga
alcuna difficoltà. E quando le prime guardie hanno vegliato
tanto come devono, riposano e dormono e altre vengono a far
la sentinella, secondo l'ordine della loro legge. E quando
percepiscono quale o dov'è il pericolo, subito gridano e fanno
svegliare le altre per scappare verso la salvezza. E sappiate
che dal colore potete conoscere la loro età, perché
anneriscono per vecchiaia.
166. Dell'upupa.
L'upupa è un uccello che ha una cresta sul suo capo e mangia
feci e cose puzzolenti, per questo il suo alito è cattivo e
putrido. Ma tanto fanno a causa della loro natura, che quando
il figlio vede suo padre invecchiare e che è greve e pesante e
la sua vista è alquanto oscurata, lo spiuma tutto dentro il suo
nido e pulisce i suoi occhi, poi lo ciba, lo nutre e lo scalda
sotto le sue ali, tanto che le sue piume sono rinnovate e va e
viene dove vuole con sicurezza.
167. Della rondine.
La rondine è un piccolo uccello, ma non vola dritto, anzi vola
in maniere diverse, a giri e volte e prende il suo cibo sempre
volando, non restando ferma e così non è la preda di altri
uccelli cacciatori, ma tuttavia, per la sua sicurezza vive tra gli
*uomini1252 e fa il suo nido nelle case, dentro o sotto i tetti,
non fuori. E la maggior parte dice che questi uccelletti
indovinano, perché abbandonano le case che saranno
distrutte. E fa il suo nido di fango e di pagliuzze e poiché non
può portare il fango con i suoi piedi, bagna le sue ali in tal
maniera che la polvere si unisce alle ali inumidite e diventa
fango, con cui essa stabilizza *la sua casa 1253 e i suoi edifici.
E quando i suoi figli perdono la vista per qualche causa,
portano un'erba che si chiama celidonia, che le guarisce e
rende loro la vista, secondo come la maggior parte
testimonia, che lo hanno provato qualche volta. Ma si deve
fare molta attenzione ai propri occhi, dalle feci della rondine,
perché si trova nella Bibbia, che Tobia il grande ne perse la
vista.
168. Del pellicano.
Il pellicano è un uccello che si trova in Egitto, di cui gli
antichi dicono che i loro figli feriscono con le loro ali, i loro
1251 In F: veille l’une une pierre = veglia l’una con una pietra. In T: tient une pierre. (Cfr. trad.).
1252 In F: genz = genti. In T: homes. (Cfr. trad.).
1253 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
padri *e le loro madri1254 in mezzo al volto, perché si
crucciano in tal maniera, che li uccidono. E quando la madre
li vede uccisi, piange e mostra un grandissimo dolore per tre
giorni, tanto che alla fine essa ferisce il suo costato col becco
e fa spandere il sangue sui suoi figli e a causa del sangue,
risorgono e tornano in vita. Ma alcune persone dicono che
nascono svenuti, così come senza vita *e il loro padre e la
loro madre1255 li guariscono col loro sangue. Ma come che
sia, la santa Chiesa ben lo testimonia, là dove Nostro Signore
dice: “Io sono venuto a somiglianza di pellicano”. E sappiate
che i pellicani sono di due tipi, uno di fiume che mangia
pesce ed un altro campestre e mangia serpenti, lucertole ed
altre bestie velenose.
169. Della pernice.
La pernice è un uccello, sovente cercato come preda nella
caccia, per la bontà della sua carne. Ma è molto intrigante e
lussuriosa, perché per il calore della sua lussuria, le femmine
combattono tra loro e a volte dimenticano la conoscenza della
natura, in tal maniera che il maschio va con il maschio. E così
molte persone dicono che, quando la femmina ha volontà
calda, concepisce solamente dal vento che la porta verso il
maschio. Dicono che tra le sue astuzie, rubi le uova alle altre
pernici e così le mette con le sue, ma quando i perniciotti
sono nati e odono la voce della loro vera madre, subito vanno
da lei e abbandonano la loro falsa madre. E sappiate che le
pernici guarniscono i loro nidi con spine e con piccole foglie,
coprono le loro uova di polvere e vanno e ritornano al loro
nido da sole e qualche volta la madre trasporta i suoi figli, da
un luogo all'altro, per istruire il suo maschio. E quando una
viene presa dal suo nido, finge di non poter volare, perché
possa allontanare l'uomo dal suo rifugio, meglio e con più
tranquillità.
170. Del pappagallo.
Il pappagallo è un uccello verde, ma il suo becco e i suoi
piedi sono rossi *come sangue1256. E ha una lingua più grande
e più larga che nessun altro uccello, e dice parole articolate a
somiglianza dell'uomo, se glielo si insegna nella sua
giovinezza, entro il secondo anno della sua età, perché da
allora in avanti non capisce ed [è] senza memoria, in tal
maniera che non apprende una cosa che gli si mostra. E così
lo si deve castigare con una piccola verga di ferro. Gli Indiani
dicono, che questo uccello non nasce in altra parte che in
India e che della loro natura, seguono il salutare, secondo
l'uso di quella terra. E quelli che hanno cinque dita sono più
nobili, ma quelli che ne hanno tre sono di vile lignaggio. E
tutta la sua forza è nel becco e nel capo, dove riceve più
volentieri tutte le cadute e le ferite, quando non le può
schivare.
1254 In T manca.
1255 In F: pairon = padroni (genitori). In T: et lor pere et lor mere. (Cfr. trad.).
1256 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
171. Del pavone.
Il pavone è un bell'uccello, semplice nella sua andatura. Ma
ha capo serpentino e voce di diavolo, petto di zaffiro e una
coda ricca di diversi colori, con cui si diletta in maniera
meravigliosa, tanto che là dove vede gli uomini che rimirano
la sua bellezza, raddrizza la sua coda in alto, per avere le loro
lodi e scopre la sconcia parte posteriore, che allora mostra in
maniera maleducata. Disprezza molto la bruttezza dei suoi
piedi e la sua carne è molto dura e di forte odore.
173. Delle tortorelle.
La tortorella è un uccello di grande castità, che vive
volentieri lontano dalle persone e ogni inverno rimane nei
pertugi degli alberi, per il piumaggio che le cade. Copre il
suo nido di foglie di geranio, perché il lupo non tocchi i suoi
figli, poiché non osa andare là dove si trovi quella pianta. E
sappiate che la tortorella è così amabile verso i suoi
compagni, che se si è perduta in qualche modo, non cerca
mai altro marito e cura la sua fede o per la virtù della castità o
perché pensa che suo marito ritorni.
173. Dell'avvoltoio.
L'avvoltoio è un grande uccello, simile all'aquila, che
riconosce l’odore *dell’uomo1257, più lontano che nessun
animale al mondo e anche da oltre il mare fiuta la carogna. E
così dicono che lo hanno d'abitudine, di seguire le armate
degli uomini, là dove vi deve essere una grande abbondanza
di carogne e indovinano che in quella battaglia vi sarà una
grande uccisione di uomini e di bestie. E la maggior parte
dice, che tra loro non vi è alcun congiungimento di maschi e
femmine e senza giacere generano e fanno figli, che vivono a
lungo, così che muoiono in cento anni appena. E camminano
più volentieri per terra senza volare, per la loro pesantezza e
non mangiano alcuna carogna, se non la levano in alto
*davanti1258.
174. Dello struzzo.
Lo struzzo è una grande bestia, che ha ali e piume a
somiglianza d'uccello e ha piedi da cammello. Non vola, anzi
è greve e pesante per i suoi caratteri e lo fanno così
malamente smemorato, che non si ricorda delle cose passate.
Perciò gli accade, analogamente come per avvertimento della
natura, che in estate intorno al mese di giugno, quando gli è
necessario pensare alla sua generazione, guardi una stella di
nome *Virgilio1259. E quando essa comincia a levare, [lo
struzzo] depone le sue uova, le copre di sabbia, va a
procurare i suoi affari e dimentica le sue uova in tal maniera
1257 In T: dou nés = dal naso. In F: d’ome = d’uomo.
1258 T aggiunge: desor la terre. = sopra la terra.
1259 In F: Juizile (di difficile interpretazione). In T: Virgile = Virgilio.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
che non se ne ricorda più, né poco, né molto. Ma il calore del
Sole e la temperatura del tempo, compie la sua opera e scalda
ciò che la madre dovrebbe scaldare, tanto che i suoi figli
nascono così grandi, che subito si procurano il necessario. E
nondimeno quando i loro genitori li ritrovano, là dove li
dovrebbero allevare ed istruire, gli nuocciono e fanno tanta
crudeltà per come possono. E sappiate, contrariamente
all'apparenza che la natura donò loro, gli fece due unghie e
ali, con cui *l’uccello1260 si batte e ferisce da sé stesso quando
vuole camminare, così come fossero due speroni. Il suo
stomaco è la sua gola, dove trattiene il suo pasto ed è di
natura così calda, che inghiotte il ferro, lo digerisce e
consuma dentro di sé. Il suo grasso porta molto vantaggio *a
tutti i dolori che si hanno nelle proprie1261 membra.
175. Del gallo.
Il gallo è un uccello domestico, che rimane sempre tra gli
uomini e con la sua voce mostra le ore del giorno e della
notte e i mutamenti del tempo. Sebbene durante la notte canti
più forte e orgogliosamente, verso il giorno canta con più
chiarezza e più soavemente, ma batte il suo corpo e le sue ali
prima di cantare *tre volte1262. È l’unico uccello al mondo a
cui gli si tolgono i genitali e lo si fa cappone e in estate sono
molto buoni e sani. Ma la gallina è migliore da mangiare in
inverno, perché in estate sono tutte galline covatrici, badano
alle loro uova, a curare i loro pulcini e per il loro dolore si
spiumano, si ammalano ed invecchiano velocemente. Per
questo il sire della casa, deve preferire galline nere o grigie
ed evitare le bianche e così deve dare loro da mangiare orzo
mezzo cotto, che le fa riprodurre e deporre uova abbastanza
grandi e in abbondanza. E quando passa l'inverno ed il
signore vuole avere pulcini, deve insegnare alla sua servitù
che il numero delle uova sia dispari e che siano messe verso
la Luna crescente, cioè dal nono fino al quindicesimo giorno
della Luna. Ma qui il *maestro1263 tace, di parlare degli
uccelli e della loro natura, per dire un poco della natura delle
bestie ed innanzitutto del leone, che ne è re e sire.
176. Del leone.
È chiamato leone secondo la lingua dei Greci e vale
altrettanto come dire re nella nostra lingua. Perché il leone è
chiamato re delle bestie, per il fatto che là dove alza la voce,
tutte le bestie fuggono come la morte li cacciasse e là dove fa
cerchio con la sua coda, nessuna bestia osa passare da qui. E
nondimeno, i leoni sono di tre tipi, perché gli uni sono corti e
hanno i crini crespi e sono senza coraggio, gli altri sono
lunghi, grandi e hanno i crini semplici e sono di meravigliosa
fierezza. E il loro coraggio è dimostrato dalla loro fronte e
dalla loro coda, la loro forza è nel petto e nel loro capo si
trova c’è fermezza. E sebbene sia temuto da tutti gli animali,
1260 In T manca.
1261 In T: a totes dolours de menbres = a tutti i dolori di membra.
1262 In T manca.
1263 In T: contes = racconto (esposizione).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
nondimeno temono e gli fanno una grande paura, il gallo
bianco, le urla e il fuoco. E d'altra parte lo scorpione gli fa un
grandissimo male se lo *punge1264, ma il veleno del serpente
non lo uccide. Perché quello che non sopportò che nessuna
cosa fosse senza [il suo] contrario, ben volle che il leone, il
quale è orgoglioso e forte sopra ogni cosa e per la sua gran
ferocia *uccide1265 sempre la preda, avesse delle cose che
impedissero la sua crudeltà, di cui non ha il potere di
*sbarazzarsi1266. Ed oltre a ciò è altrettanto ammalato come da
una febbre, tre giorni alla settimana, che diminuisce molto il
suo orgoglio. E nondimeno la natura gli insegna a mangiare
la cicuta, che lo guarisce dalla sua malattia. E sebbene il
leone [sia] di grande coraggio e di natura così feroce, come la
narrazione espone qui davanti, tuttavia ama l'uomo in
maniera meravigliosa, vive volentieri con lui e non sarà mai
corrucciato con un uomo, se innanzitutto non gli fa male. Ma
è pietoso a meraviglia, là dove è più crucciato, più pieno d'ira
e di cattivi pensieri contro di lui e allora lo perdona più
velocemente, se l'uomo si getta a terra e ha l’aspetto di
implorare la grazia. Si cruccia appena contro la moglie, né
tocca bambino piccolo, se non per un gran desiderio di
mangiare. La regola della sua vita è mangiare un giorno e
bere l'altro, perché il leone mangia un così grande cibo, che
sovente non può cuocere nel suo stomaco, da cui la bocca gli
puzza tantissimo. Ma quando capisce che il rimanente del suo
cibo, non è cotto dentro lo stomaco e gli nuoce, *lo toglie
subito dalla sua gola1267 con le sue unghie. E quando ha
mangiato molto ed il suo ventre è molto *pieno1268 e i
cacciatori lo cacciano, vomita tutto per liberarsi della
pesantezza del suo corpo. Analogamente fa sovente quando
ha mangiato troppo, per recuperare la sua salute, così che in
un altro giorno non mangia, né poco, né molto e tocca carne
di bestia morta, se non il giorno dopo. E sappiate che i leoni
giacciono all'inverso, il maschio con la femmina,
analogamente come i lupi1269, i cervi, i cammelli, gli elefanti,
gli unicorni e le tigri e così generano cinque figli alla prima
gravidanza, ma la forza che hanno nelle unghie, nei denti e in
tutto il corpo, peggiora molto la matrice della loro madre,
quando sono dentro. E al loro nascere, escono in tal maniera
che alla seconda volta, il luogo dove la madre riceve il seme
dal suo maschio, non può generarne che quattro figli, alla
terza volta tre, alla quarta due e alla quinta uno. Da allora in
avanti quel luogo è così guastato, che non concepisce mai
*più1270. Per questo dice la maggior parte, che per il
grandissimo dolore durante la loro nascita, i leonetti sono
così turbati, che giacciono svenuti tre giorni, così come se
fossero senza vita, tanto che loro padre viene al capo del
terzo giorno e li sgrida così forte con la sua voce, che i figli si
alzano e seguono la loro natura. *L'altro tipo 1271 di leoni, sono
generati da una bestia che ha nome di pardo e tali leoni sono
senza crini, senza nobiltà e sono considerati tra le altre vili
bestie. Ma tutti i tipi di leoni tengono gli occhi aperti quando
1264 In T: fiert = colpisce.
1265 In T: ensit = insegue.
1266 In T: s’en deffender = difendersene. In F: despesche = sbarazzarsi.
1267 In T: il le prent a ses ongles et le oste de sa gorge = lo prende con le sue unghie e lo toglie dalla sua gola.
1268 In T: soolés = sollazzato.
1269 In T manca.
1270 T aggiunge: tote sa vie. = per tutta la sua vita.
1271 In F: La tierce maniere = Il terzo tipo. In T: L’autre maniere = L’altra maniera. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dormono e dovunque vadano, coprono sempre le tracce dei
loro piedi con l'ingegno della coda. E allora quando cacciano,
corrono e saltano tanto e agilmente, ma quando sono cacciati
non hanno paura di saltare. E curano le loro unghie in tal
maniera che non le portano se non rovesciate. E la loro età è
conosciuta dalla mancanza di denti.
177. Dell'antilope.
L'antilope è una bestia molto feroce, che nessun uomo può
inseguire, né prendere con qualche ingegno, perché le sue
corna sono così grandi e alla maniera della sega, che tagliano
e rompono tutti i lacci e tranciano *i grandi alberi 1272, Ma
accade qualche volta che vada a bere al fiume Eufrate, dove
*ci sono cespugli e alberelli1273 lunghi e delicati, che si
piegano e cadono in diversi modi, così che per la morbidezza
di quelli, non li può mai tranciare, come fanno per i forti che
si tengono saldamente contro le sue corna e per questo li
colpisce e combatte contro di essi. E quando pensa di tagliarli
e gettarli a terra, le avvolgono il capo con queste piccole
verghe, che la legano e la tengono così saldamente, che non
può andarsene, anzi grida e *si lamenta di dolore 1274. E
quando pensa di aver aiuto, l'uomo arriva dal richiamo della
sua voce e la colpisce tanto che la uccide.
178. Dell'asino.
Gli asini sono di due tipi, domestici e selvatici, ma il
domestico non ha niente da ricordare nella narrazione, tranne
che della sua negligenza e della sua stoltezza, se ne parla in
molti proverbi, che danno agli uomini grandi esempi per fare
bene. Gli altri che sono selvaggi, si trovano in Africa e sono
così fieri che uno non li può domare e così è sufficiente un
maschio per parecchie femmine. È geloso e quando capisce
che alcuni dei suoi puledri sono maschi, subito gli corre sotto
e gli *taglia1275 i testicoli, se la madre non se ne prende cura e
lo tiene in un posto sicuro. E sappiate che questo asino
selvatico, che si chiama onagro, a ogni ora del giorno e della
notte grida una volta, così che si potrebbero ben conoscere le
ore e sapere con certezza quando la notte è uguale *al giorno
o quanto sono disuguali1276.
179. Del bue.
I buoi sono di molti tipi. Uno nasce dalle parti dell'Asia ed è
chiamato *bovattone1277, perché ha il crine come un cavallo e
le sue corna sono così grandi e arcuate intorno alla sua testa,
che nessun uomo lo può ferire se non sopra le corna. E
quando l'uomo o un’altra bestia lo caccia, scopre il suo ventre
e getta da dietro un fiato così puzzolente e ardente, che
1272 In F: toz engins = tutte le trappole. In T: les grans arbres. (Cfr. trad.).
1273 In F: où il a i. boissons plein d’arboissiaus = dove c’è un bosco pieno d’arboscelli. In T: ou il a buissons et arbrissiaus. (Cfr. trad.).
1274 In F: fait grant duel = fa un gran duello (combattimento, sforzo). In T: dolousist = si lamenta di dolore.
1275 In F: oste = toglie. In T: trence = trancia (taglia).
1276 T aggiunge: au jour u quant il sont desiguel. (Cfr. trad.).
1277 In T: bonacon = bonaccione. In F: bovaton = bovattone.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
*brucia1278 ciò che tocca. Un altro bue si trova in India e non
ha che un corno e non di più e le sue unghie sono sode ed
interne come quelle del cavallo. Altri *buoi1279 nascono in
Alemagna ed hanno grandi e buoni corpi da soma per portare
il vino. Altri sono chiamati bufali e dormono nel profondo
dei grandi fiumi e camminano molto bene sul fondo in basso
delle acque, *come il bue domestico, che coltiva la terra 1280.
Ma i buoi domestici che coltivano la terra, sono dolci, pietosi,
si amano *l’un l’altro1281 teneramente e con una buona fede,
secondo come dimostrano dalle grida che fanno sovente e
volentieri, quando i loro compagni sono perduti. E per il fatto
che sono di molto vantaggio per il guadagno della terra, il
sire *della casa1282 deve preferire il bue giovane, che abbia
tutte le membra *grosse1283 e quadrate, grandi orecchie e la
fronte larga e increspata, occhi e labbra neri, corna nere, per
niente arcuate come la Luna, le narici aperte e grandi, la gola
grande, piena e pendente fino alle ginocchia, petto largo e
grandi spalle, grandissimo ventre lungo e largo, la schiena
dritta e piana, gambe *sode1284, dure e nervose, piccole
unghie, coda lunga, molto grande e molto pelosa e tutti i peli
del corpo brevi e spessi, tutti di colore rosso. Ma la vacca
deve essere molto alta e lunga, di *petto 1285 molto grande e
avere la fronte alta, gli occhi grandi e neri, corna belle e nere,
orecchie *pelose1286, gola e coda lunga, grandissima e piccole
unghie, gambe nere e corte, che sia dell’età di tre anni.
Perché da allora fino al decimo anno porta figli più
vantaggiosi, che prima o dopo. Di questa bestia dicono i
Greci, che se vuoi far generare un maschio, devi legare il
genitale sinistro del torello, quando giace con la sua femmina
e se vuoi che generi una vacca, legherai il destro.
180. Della pecora.
La pecora è una bestia semplice, piena di pace e paura, che
riconosce suo figlio e i suoi figli, lì dentro la grande orbita
degli occhi, solamente al belare e al riconoscimento della sua
voce. E per il fatto che sono bestie di grande profitto, che
danno latte, formaggio, carne da mangiare, lana per vestire e
la pelle, per una grande fornitura dell'uomo, così che il
signore *della casa1287 deve preferire innanzitutto il montone
alto, leggero *e veloce1288, dal corpo grandissimo, ben coperto
di lana bianca e molto spessa, dalla coda lunga, dai grandi
testicoli, di fronte larga e di buona età, perché può generare
fino a otto anni *o più1289. Ma il sire deve curare molto bene
la *sua1290 lana, perché secondo come è macchiata, del tutto
analogamente genereranno figli e figlie macchiati, poiché da
un bianco montone può nascere un figlio di altro colore, ma
da uno nero non può nascere un figlio bianco. E su questo
1278 In T: brise = rompe.
1279 T aggiunge: sauvage = selvatico. (Tutto al singolare).
1280 In T: comme li buef par terre = come il bue attraverso la terra. In F: comme li buef domesche qui cultivent la terre. (Cfr. trad.).
1281 In T: lor compaignons = i loro compagni.
1282 In T: en ses maisons = nella sua casa.
1283 In T: grans = grandi. In F: gros = grosse.
1284 In T: soudes. (Cfr. trad.).
1285 In T: cors = corpo. In F: corsage = petto.
1286 T aggiunge: et tout le poil dou cors bries et espés = e tutto il pelo del corpo corto e spesso.
1287 In T: ostel = ostello.
1288 T aggiunge: viste = veloce.
1289 In T manca.
1290 T aggiunge: sa = sua.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
dice la maggior parte, che la voce del nero è diversa da quello
bianco, in tal modo che *i pastori 1291 li sanno ben riconoscere,
per il fatto che il nero dice “Meh” e l'altro dice “Beh” Per
questo si deve possedere un grande montone, che abbia una
lana bianca, morbida e gentile e deve essere dai due anni fino
ai cinque anni. Al settimo anno muore e non può generare.
Da cui Aristotele dice che, se nel tempo che le pecore devono
unirsi ai montoni, le si cura e le si pasce verso settentrione,
contro il vento che viene da quella parte, esse generano
maschi, ma verso ostro *generano1292 femmine.
181. Della donnola.
La donnola è una piccola bestia, più lunga di un topo e
insegue topi e serpi, ma quando combatte con la serpe,
sovente si gira verso il finocchio e lo mangia per la paura del
veleno, poi ritorna alla sua battaglia. E sappiate che le
donnole sono di due tipi, una abita nelle case ed un'altra è
campestre, ma ognuna concepisce dalle orecchie e partorisce
dalla bocca, secondo come alcune persone testimoniano, ma
la maggior parte dicono che questa è una cosa falsa. Ma come
che sia, sovente trasferisce i suoi figli da un luogo all'altro,
perché nessuno se ne accorga. E se li trova morti, molte
persone dicono che li fa resuscitare, ma non sanno dire come,
né con quale medicina.
182. Del cammello.
I cammelli sono di due tipi, uno è arabo e ha due gobbe sulla
schiena, gli altri sono barrani e non hanno che una gobba,
sono molto forti e i loro piedi non possono essere guastati per
il camminare *che fanno1293. I grandi cammelli sono buoni
per portare grandissimi carichi. I piccoli, che sono chiamati
dromedari, sono buoni per andare veloci e lontano, ma l'uno e
l'altro sono nemici del cavallo e peggiorano molto nell’unirsi
alle femmine, così che dopo il congiungimento, gli è
necessaria una grande cura per riscaldarli con acqua e bagni
caldi. E tanto sappiate della sua propria natura, che è
l'animale al mondo il quale riconosce meglio sua madre in
una tal maniera ed è di così gentile modo, che non la toccherà
mai carnalmente, invece come fanno gli altri animali che di
ciò non hanno alcun ricordo. E così sopportano bene per tre
giorni la sete, ma quando sono vicini all'acqua, bevono
altrettanto come se nei giorni passati avessero bevuto, perché
pensano che la loro sete sia necessaria per i giorni che sono
da venire. E se l'acqua è chiara, la intorbidano con i loro
piedi, perché altrimenti non ne berrebbero una goccia. E
sappiate che i cammelli vivono bene cento anni nel loro
paese, ma il mutamento dell'aria li fa ammalare e morire più
presto di quanto dovrebbero.
183. Del castoro.
1291 In T: li plusor = la maggior parte.
1292 In T: engendrent = generano.
1293 In T manca.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
Il castoro è una bestia che vive *verso1294 il mare del Ponto.
Per questo è chiamato cane pontico, perché è alquanto simile
al cane. I loro genitali sono molto caldi ed efficaci nelle
medicine, per questo i contadini li inseguono e li cacciano,
per prenderglieli. Ma la natura, che insegna a tutti le sue
proprietà, fa conoscere loro la causa perché li si caccia,
poiché là dove percepisce che non può scappare, lui stesso
trancia con i denti i suoi genitali e li getta davanti ai
cacciatori e così salva il suo corpo, con quella parte che è
migliore e da allora in avanti se lo si insegue, scopre le sue
cosce e mostra bene che è senza genitali.
184. Dei caprioli e delle cerbiatte.
Caprioli e cerbiatte sono un tipo di bestie di così buona
conoscenza, che da lontano riconoscono *le persone che
arrivano, se sono cacciatori o no, così riconoscono 1295 le
buone erbe e le cattive, solamente al vederle. E vanno sempre
passando di cima in cima. E tanto sappiate che, se qualcuno
le colpisce o ferisce in qualche modo, subito corrono verso
un'erba chiamata dittamo *e con le loro piaghe la toccano e
così guariscono1296.
185. Del cervo.
Il cervo è una bestia selvatica, di cui gli antichi dicono che
non si accalda per la febbre, in nessun giorno della sua vita e
per questo vi sono alcune persone che mangiano la sua carne,
ogni giorno prima di pranzare e sono sicuri dalla febbre per
tutto il tempo che vivono e certo, vale di più se viene
*ucciso1297 da un solo *colpo1298. Nel suo cuore c'è anche un
osso molto efficace in medicina, secondo come testimoniano
i medici. Il cervo stesso ci indica il dittamo, cioè un'erba che
mangiano quando li si colpisce, perché la virtù di quell'erba
toglie loro la freccia dal corpo e li guarisce dalla piaga. E
sebbene i cervi siano generalmente nemici dei serpenti,
tuttavia entrambi sono molto efficaci nelle medicine e ora
ascoltate come. Egli va al pertugio del serpente con tutta la
bocca piena d'acqua e la butta dentro e quando ha fatto
questo, lo attira a sé con l’aspirazione del suo naso e della sua
bocca, tanto che lo fa uscire fuori suo malgrado, allora lo
colpisce e lo uccide con i suoi piedi. Ma quando il cervo
vuole deporre la sua vecchiaia o la malattia che ha, mangia il
serpente e per la paura del veleno, corre alla sorgente e beve
molto. In questa maniera muta il suo pelo e le sue corna e
spinge fuori tutta la vecchiaia. Per questo i cervi vivono a
lungo, secondo come Alessandro provò, quando fece
prendere molti cervi e mettere a ognuno di loro, un cerchio
d'oro e d'argento intorno al loro collo e poi furono trovati in
buona salute per lungo tempo, dopo più di cento anni. E
sappiate che quando il cervo tiene le orecchie inclinate, non
1294 In T: a la = al (nel).
1295 F aggiunge: les gens qui viennent se il sont veneor ou non, autressi cognoissent. (Cfr. trad.).
1296 T sostituisce con: et la touche la u ele le trueve, et ensi garist de ses plaies. = e la tocca là dove essa la trova e così guarisce dalle sue piaghe.
1297 In F: feruz = ferito. In T: tués = ucciso.
1298 T aggiunge: sans plus = e non di più.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
ode una goccia, ma quando le raddrizza in alto, ode molto
acutamente. E quando passano un gran fiume, quello dietro
porta sempre il suo capo sul corpo e sulla groppa di quello
davanti e così si sostengono a vicenda in tal maniera che non
faticano, se non pochissimo. E sebbene i maschi siano mossi
da una selvaggia lussuria, quando ne è il tempo, nondimeno
la femmina non concepisce fino a tanto che una stella,
chiamata Arctone, si leva. E quando è il tempo che devono
nascere i loro figli, la loro covata è se non in un luogo
nascosto, là dove il bosco è più profondo e spesso, dove
insegnano ai loro figli a correre, a scappare e ad andare per le
rocce e le montagne. E la loro natura è [tale], che là dove
capiscono i guaiti dei cani che li cacciano, raddrizzano la loro
andatura controvento, perché il loro odore non sia portato
verso i cani. E tuttavia, là dove ritengono così vicini i
cacciatori che li cacciano, si disperano e pensano che mai
[più] possano salvare il loro corpo, ritornano indietro,
correndo e battendo quella parte dove i cacciatori vengono,
per morire davanti a loro più facilmnte.
186. Dei cani.
Il cane nasce non vedente, ma poi recupera la vista secondo
la regola della sua natura. E sebbene il cane ami in generale
più l'uomo, che [altra] bestia al mondo, non riconosce la
gente estranea, se non quelli che abitano intorno e così
capisce il suo nome e riconosce la voce della sua guida.
Guarisce le sue piaghe con la sua lingua. Sovente vomita il
suo pasto e poi lo rimangia. E quando porta carne o altra cosa
nella sua bocca e passa qualche fiume, nel momento che vede
l'ombra della sua carne nell'acqua, lascia quello che porta, per
prendere quello che non è niente. E sappiate che dal cane e
dal lupo, quando si uniscono, nasce un tipo di cane molto
feroce, ma nascono molto fieri per il congiungimento di cane
e di tigre, tanto agili e tanto aspri, che ciò è una vera
diavoleria. Gli altri cani di nascita domestica, sono di molti
tipi, perché vi sono piccoli cani non pregevoli, buoni per fare
la guardia alla casa e così vi sono altri *più piccoli 1299 per fare
la guardia alle camere e ai letti delle dame. E se sono generati
da piccoli genitori, nella loro giovinezza li si può nutrire con
pochissima carne o un piccolo pane e così saranno piccoli e
corti a meraviglia. E sovente e volentieri, gli si devono tirare
le orecchie, perché sono più gentili quando sono inclinate
verso terra. Gli altri sono bracchi, dalle orecchie pendenti,
che riconoscono l'odore delle bestie e degli uccelli, per questo
sono buoni per la caccia e chi diletta il proprio animo in ciò,
lo deve amare molto e proteggere dai falsi congiungimenti,
perché i cani non hanno la conoscenza dei nati se non per
lignaggio. Per questo dice il proverbio al contadino, che il
cane caccia per natura. Gli altri sono *della razza del lupo 1300
e sono chiamati segugi, perché inseguono la loro *preda 1301
fino alla fine, di cui ve ne sono di tali tipi, che quello che gli
insegna nella loro giovinezza, lo vogliono poi tenere sempre,
1299 In T: trés petis camusos = piccolissimi camusi. In F: plus petiz. (Cfr. trad.).
1300 In F: levrier = levrieri. In T: loimiers: riferimento con errore, a loviers, sing. lovier = della razza del lupo.
1301 In T: beste = bestia. In F: proie = preda.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
così che gli uni cacciano cervi e *cerbiatte1302, altri cacciano
bestie campestri, lontre, lepri e altre bestie che vivono in
acqua. Altri sono *levrieri1303, che sono più leggeri e agili nel
correre e nel prendere le bestie con la loro bocca. Altri sono
mastini grandi, grossi e di forza molto grande, che cacciano
orsi, cinghiali, lupi e tutte le grandi bestie e combattono in
maniera selvaggia contro l'uomo. Perciò nelle antiche storie,
troviamo che un re era stato catturato dai suoi nemici e i suoi
cani riunirono un grandissimo gruppo di altri cani e
combatterono in maniera così tenace contro quelli che
tenevano prigioniero il re e lo liberarono a gran forza. E così
non è tanto tempo, che in Champagne si riunirono tutti i cani
del paese in un luogo, dove si combatterono tra loro così
aspramente *e alla fine non ne restò che uno solo vivo 1304 *e
tutti gli altri morirono nella piazza stessa 1305. E perché la
narrazione ha esposto qua innanzi, che i cani amano l'uomo
più di ogni altra bestia, così vi dirò qualche cosa di ciò che i
nostri maestri *scrissero1306 nei loro libri. Sappiate che
quando Giaso Licio fu ucciso, il suo cane non volle poi
mangiare, né molto, né poco, anzi morì di dolore. E là dove il
re Lisimaco fu gettato nel fuoco, per il peccato che aveva
fatto, il suo cane si gettò dentro con il suo signore e si lasciò
*ardere1307 con lui. E un altro cane entrò in prigione con il suo
maestro e poi quando lo si gettò nel fiume Tevere, che scorre
a Roma, il cane si gettò appresso e portò la carogna sopra
l'acqua, tanto come poté. Queste e molte altre nature che
hanno i cani, sono raccontate, ma per abbreviare questo libro,
la narrazione non ne dirà ora di più perché è molto
sufficiente.
187. Del camaleonte.
Il camaleonte è una bestia che nasce in *Asia 1308 e così ce n'è
una gran abbondanza. E la sua faccia è simile alla lucertola,
ma le sue gambe sono dritte e lunghe, le *unghie larghe, fiere
e aguzze1309 e la coda grande e curva e va ugualmente con
lentezza come la tartaruga, la sua pelle è dura come quella del
coccodrillo, i suoi occhi fieri ed estremamente incavati dentro
la testa e non li gira qua e là, perché non vede di traverso,
anzi guarda tutto dritto davanti a sé. E la sua natura è di una
selvatica meraviglia, perché non mangia, né beve cosa al
mondo, anzi vive solamente dell'aria che respira. Il suo colore
è così mutevole, che quando tocca qualche cosa, del tutto
immediatamente *perde1310 il suo colore e diventa di altrettale
tinta, se ciò non è rosso o bianco, perché questi sono due
colori che non può fingere. E sappiate che il suo corpo è
senza carne e senza sangue, se questo non è nel cuore dove
ne ha un poco. In inverno sta nascosto e in estate viene un
uccello di nome coras che lo uccide, ma se lo mangia gli
conviene morire, se la foglia di alloro non lo libera *dalla
1302 F aggiunge: bices = cerbiatte.
1303 T aggiunge: levrier. (Cfr. trad.)..
1304 In T: a la fin n’en eschapa un seul = alla fine non ne scampò uno solo. In F: que il n’en demora que i. vif, et tuit li autre furent mort en la place meisme. (Cfr. trad.).
1305 In T: que tout n’en fussent mort en la place de terre ou il estoient = che tutti non fossero morti nella piazza di terra dove si trovavano.
1306 In T: recontent = raccontano.
1307 In T: cremer = cremare.
1308 In F: Ynde = India. In T: Ayse. (Cfr. trad.).
1309 In T: fieres et agues. In F: lées ongles, fieres et agues. (Cfr. trad.).
1310 In F: prent = prende. In T: pert = perde.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
morte1311.
188. Del cavallo.
Il cavallo è una bestia di grandissima intelligenza, perché per
il fatto che vive sempre tra gli uomini, dona loro *alquanto1312
senno e *memoria1313, tanto che riconosce il suo signore e
sovente muta i costumi e gli abiti, quando cambia signore.
Fiuta la battaglia, si contorce e si slega al suono delle
buccine. È lieto quando ha la vittoria e dolente quando perde.
E può ben percepire se la battaglia deve essere vinta o no, a
somiglianza che i cavalli fanno di gioia o di cruccio. Da cui,
ve ne sono alcuni che conoscono bene i nemici dei loro
maestri, perché li mordono e li colpiscono molto
dolorosamente. E ve ne sono altri che non portano se non il
loro vero sire, secondo come fece il cavallo di Giulio Cesare
e Bucefalo, *il suo signore Alessandro1314 il Grande, che per
primo si lasciò domare e cavalcare come bestia semplice, ma
dopo che il re vi montò, *non degnò che anima al mondo vi
montasse, né cavalcasse1315. E sappiate che Bucefalo aveva
testa di toro e uno sguardo molto feroce, così aveva *due 1316
bocche, altrettanto come due corni. E il cavallo di Cratareo, il
duca di Galati, quando morì il suo sire e il re Antioco vi salì
per combattere, il cavallo corse per la discesa di un grande
poggio e si tracollò in tal maniera che uccise sé e il suo
cavalcatore. E quando il re di Scizia combatté contro il suo
nemico, corpo a corpo e fu ucciso in battaglia, gli altri lo
volevano *disarmare1317 e mozzargli la testa, il cavallo lo
difese *vigorosamente1318, lo curò fino alla sua morte e poi
non volle mai più mangiare. Ed è una cosa provata di molti
cavalli, che piangono e gettano lacrime per la morte del loro
signore e così non vi è alcun'altra bestia che lo faccia. E
sappiate che il cavallo maschio è di vita lunga, perché
leggiamo di un cavallo che visse settanta anni, ma le
femmine non vivono a lungo. E la loro lussuria si può
*frenare1319 se si tosano i loro crini. Durante il suo parto,
nasce un maleficio d'amore che viene in mezzo alla fronte del
puledro, ma la madre lo toglie subito con i suoi denti, perché
non vuole che quella cosa venga tra le mani dell'uomo e
nondimeno se lo togliessi tu, sappiate che la madre non gli
darebbe mai il suo latte. E la sua natura è che, tanto come il
cavallo è più sano e di migliore *animo 1320, tanto più mette il
suo naso e la sua bocca dentro l'acqua quando beve. Nel
cavallo si devono guardare quattro cose, secondo l'opinione
degli antichi saggi e sono la forma, la bellezza, la bontà e il
colore. Perché nella forma del cavallo si deve *considerare 1321
che la sua carne e la sua *pelle1322 siano forti, duri e sodi e
che sia molto alto secondo la sua forza. Il costato deve essere
1311 In T manca.
1312 In T: aguetes = acutezza.
1313 In T: raison = ragione.
1314 F riporta solo: Alixandre = Alessandro. In T: son signor Alixandre. (Cfr. trad.).
1315 In T: il ne daigna puis soufrir que ame du monde l’atouchast pour monter. = non degnò poi sopportare che anima al mondo, lo toccasse per montare.
1316 T aggiunge: .ii. (Cfr. trad.).
1317 In T: despoillier = spogliare.
1318 In T: vistement = velocemente.
1319 In F: refroidier = raffreddare. In T: refraindre = frenare.
1320 In T: cuer = cuore.
1321 In T: essaier = saggiare.
1322 In T: cors = corpo. In F: cuirs = cuoio (pelle).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
lungo e pieno, la groppa grandissima e rotonda, le cosce
larghe, il petto grande, largo e molto aperto e tutto il suo
corpo macchiato di *nodi1323 e di ispessimenti, piedi *forti1324
e ben cavi dal di sotto. Nella bellezza, devi guardare che
abbia testa piccola e secca, così che il cuoio sia ben saldo e
vicino alle ossa, orecchie brevi e drizzate in alto, grandi occhi
e naso largo, la testa dritta o alquanto simile a una testa di
montone, crine spesso e coda ben vellutata, unghie sode,
salde e rotonde. Guarda che nella bontà abbia un animo
ardito, l’andatura lieta, le membra agili, che corrano bene e
salde alla tua volontà. E sappiate che l'agilità del cavallo è
conosciuta dalle orecchie e la sua forza dalle membra agili e
ben equilibrate. Nel colore considera il baio o il ferrante
rotato, nero o bianco, sellago o varrone o di altro tipo, che
potrai preferire di più e con più convenienza. E poiché i
cavalli sono di parecchi tipi, per il fatto che gli uni sono
grandi destrieri per combattere, gli altri sono palafreni da
cavalcare per il piacere del corpo, altri sono ronzini per
portare some o muli e sono ottenuti dal congiungimento del
cavallo e dell’asino, devi ricordarti bene, di preferire quel
cavallo che abbia le proprietà e le macchie che sono
necessarie a ciò a cui devono servire, perché gli uni sono
necessari per correre bene, gli altri ad andare bene al passo o
passeggiare e altre cose che la loro natura richiede. Ma in
generale, guarda che in tutti i cavalli le loro membra siano
ben ordinate e le une ben rispondenti alle altre, abbiano occhi
sani, siano con tutte le membra e di tale età, che non siano
impazziti per la giovinezza, né per la vecchiaia. E per il fatto
che questi difetti e queste malattie dei cavalli sono
innumerevoli, di cui gli uni sono dentro e gli altri fuori, gli
uni appariscenti e gli altri nascosti, così che non ve ne può
essere uno che non ne abbia un poco o molto, sappiate che i
migliori sono quelli che ne hanno molti.
189. Dell'elefante.
L'elefante è la più grande bestia che si conosca. I suoi denti
sono d'avorio, il suo becco è chiamato proboscide ed è simile
ad un serpente. Con quel becco prende il suo cibo e lo mette
in bocca. Poiché la proboscide è guarnita da buon *avorio1325,
è di così grande forza che rompe quando colpisce. E così
dicono i Cremonesi, che il secondo imperatore Federico ne
condusse a Cremona, uno che gli aveva inviato il sacerdote
Giovanni d'India e lo videro ferire un asino così tanto carico,
*che lo gettò sopra una terrazza1326. E sebbene l'elefante
[fosse] molto selvatico, nondimeno diventò domestico, tanto
come fu catturato. Ma non entrò mai nella nave per passare il
mare, finché il suo maestro dietro non gli diede la certezza di
guidarlo. E così lo si può cavalcare e condurre qua e là, non
col freno, ma con un gancio di ferro e per questo si fa su di
lui manganello e giro di frusta, per combattere. Ma
Alessandro al contrario, fece fare immagini di casse piene di
carboni ardenti ed erano fatte in tal maniera, che cuocevano e
1323 In T manca.
1324 In T: sés = sani.
1325 In T: servoire = serbatoio. In F: ivoire = avorio.
1326 In T: virent ferir i. asne chargié, si fort k’il le geta desus une maison. = videro ferire un asino così tanto carico, che lo gettò sopra una casa.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
bruciavano il becco dell'elefante, così che non lo colpiva più
per la paura del fuoco. E sappiate che in loro vi è un
grandissimo senno, perché osservano la regola del Sole e
della Luna, ugualmente come l'uomo. E vanno in gran
moltitudine insieme a schiere, di cui il più vecchio è capitano
davanti a tutti e l'altro dopo di lui di età, lo guida e lo stringe
da dietro. E quando si trovano in una mischia, non lo fa che
uno di loro due e l'altro osserva secondo la necessità e
nondimeno quando sono vinti, l’uno e l’altro si sforzano per
rovinare ambedue. La natura dell'elefante è tale che, la
femmina prima dei tredici anni e il maschio prima dei
quindici anni, non sanno cosa sia la lussuria e nondimeno
sono di così casta cosa, che tra loro non vi è che un maschio
per una femmina e ognuno ha la sua con cui si trattiene tutti i
giorni della sua vita, in tal maniera che se uno perde sua
moglie o essa lui, non si congiunge più con un altro, anzi
vanno sempre soli per il deserto. E perché la lussuria non è in
loro così calda, che si congiungono come le altre bestie, così
avviene loro per avvertimento di natura, che i due compagni
se ne vanno verso oriente, vicino al paradiso terrestre, tanto
che la femmina trova un'erba che si chiama mandragora, così
ne mangia e attizza tanto il suo maschio, che ne mangia con
lei e subito scalda la volontà di ognuno. *Poi si
congiungono1327 all'inverso e generano un figlio e non di più e
ciò non è che solamente una volta e non di più, in tutta la loro
vita e così vivono bene trecento anni. E quando viene il
tempo del parto, due anni dopo il loro congiungimento,
vanno dentro uno stagno fino al ventre e la madre depone suo
figlio e il padre tende agguati sulla riva sempre con
attenzione, per la paura del dragone, loro nemico per il
desiderio del loro sangue, perché gli elefanti lo hanno più
freddo e in più grande abbondanza che altra bestia al mondo.
E così dicono quelli che li vedono sovente, che l'elefante
quando cade, non può alzarsi su con tutta la sua forza, perché
non ha nelle ginocchia nessuna giuntura, ma la Natura che
tutto guida, gli insegna a gridare ad alta *voce 1328, così che
tutti gli altri del paese vengono, almeno fino in dodici e
gridano tutti insieme, tanto che arrivano i piccoli elefanti, che
lo rialzano con la forza del loro becco e della loro bocca che
mettono sotto di lui.
190. Delle formiche.
La formica è una piccola cosa, ma è di grande previdenza,
perché in estate si procura quello che gli necessita in inverno
e preferisce il frumento e rifiuta l’orzo, che riconosce
dall'odore e rompe i suoi grani in modo tale, che non possano
rinascere per l'umidità *della terra 1329. E così dicono gli
Etiopi, che in un'isola vi sono formiche grandi come cani, che
scavano oro dalla sabbia con i loro piedi e lo vigilano così
fieramente, che nessuno ne può avere senza la morte. Ma i
paesani inviano a pascolare in quell'isola, giumente che
abbiano puledri caricati di buone corbelle. E quando le
formiche percepiscono le corbelle, mettono dentro tutto il
1327 In T: entregisent = giacciono tra loro.
1328 T aggiunge: tant que uns autres viegne et crie avec lui si roidement = fintanto che un altro venga e gridi con lui così decisamente.
1329 In T: de l’yvier = dell’inverno. In F: de la terre = della terra.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
loro oro, perché pensano che questo sia un luogo di salvezza.
E quando viene la sera che la giumenta è ben pasciuta e ben
caricata, *essa ode il puledro che la sua guida ha condotto
là1330, gridare e nitrire dall'altra parte del fiume, la giumenta
entra nell'acqua corrente e battente e passa oltre, con tutto
l'oro che si trova nelle corbelle.
191. Della iena.
La iena è una bestia che una volta è maschio e un'altra è
femmina, abita nei cimiteri degli uomini, mangia i corpi dei
morti. E l'osso della sua schiena è così bloccato, che non può
piegare il suo *corpo1331, se non gira tutta *insieme1332. E
segue le case, le stalle e falsa la voce degli uomini e così
inganna sovente gli uomini, i cani e li divora.
E la maggior parte dice che, nei suoi occhi c'è una pietra di
tal virtù, che se qualcuno l'avesse sopra la sua lingua,
potrebbe indovinare tutte le cose che devono accadere. E per
il fatto che nessuna bestia che tocca l'ombra della iena, può
muoversi da [quel] luogo, così gli antichi dicono che questa
bestia è così piena di incantesimi e di arte magica. E sappiate
che in Etiopia questa bestia giace con la femmina del leone e
genera una bestia di nome *cocote1333. Segue la voce degli
uomini e nella sua bocca non ha gengive, né denti divisi che
altre bestie hanno, tranne un dente tutto intero e lo richiude
come una botte.
192. Del lupo.
Il lupo abbonda in Italia ed in molte altre terre. E la sua forza
è *nella sua bocca e nel muso1334. Nelle sue reni non ha
affatto forza e non può piegare indietro il suo collo. E così
dicono i pastori, che qualche volta vive di preda, qualche
volta di terra e qualche volta di vento. E quando il tempo
della sua lussuria viene, parecchi maschi *inseguono1335 la
lupa. Ma alla fine essa guarda tutti ed elegge il più
ripugnante, che giace con lei, sebbene in tutto l'anno non si
congiungano se non dodici giorni. E non generano figli se
non in maggio, quando arrivano i temporali. Per la cura dei
suoi figli, non prende la preda nelle contrade che sono
*vicine1336. E sappiate che quando vede un uomo prima che
quello veda lui, l'uomo non può gridare. Ma se l'uomo lo
vede prima, depone tutta la sua ferocia e non può correre. E
alla fine della sua coda vi è una *lana1337 dell'amore, che il
lupo toglie con i suoi denti, quando temono di essere
catturati. E quando ulula con la sua voce, porta sempre la sua
zampa davanti alla bocca, per mostrare che ciò è da [parte di]
parecchi lupi.
1330 In T: et que ses sires amaine son fil de l’autre part de la rive = e che il suo sire, conduce suo figlio dall’altra parte della riva.
1331 In T: col = collo.
1332 T aggiunge: s’ele ne se torne toute cele part k’ele vieut = se non gira tutta quella parte che vuole.
1333 Gaiter traduce: cococie. Cfr. : Il tesoro / di Brunetto Latini ; volgarizzato da Bono Giamboni ; raffrontato col testo autentico francese edito da P. Chabaille ; emendato con mss.
ed illustrato da Luigi Gaiter: Bologna : G. Romagnoli, 1878-1883
1334 In F: mais au piz et as reins = ma nel petto e nelle reni. In T: sa bouche et ou vis. (Cfr. trad.).
1335 T aggiunge: par route = per strada.
1336 T aggiunge: a sa covace = alla sua covata.
1337 In F: lame = lama. In T: laine = lana.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
193. *Del lupo cerviero1338.
Un altro tipo di lupo è quello che si chiama cerviero o
luperno ed è puntato di macchie nere, così come la lonza, ma
nelle altre cose è simile al lupo. Ed è di vista così chiara, che
i suoi occhi aprono i muri e i monti. Non porta che un figlio
ed è la cosa più smemorata del mondo, perché là dove
mangia il suo pasto e guarda per caso un'altra cosa, dimentica
subito ciò che mangia, in tal maniera che non vi sa ritornare,
anzi la perde del tutto. E così dicono *quelli che l'hanno
visto1339, che dalla sua orinata nasce una pietra preziosa,
chiamata ligure. Questo sa bene la stessa bestia, secondo
come gli uomini lo hanno visto coprire la sua orina con la
sabbia, per un'invidia di natura, che tale pietra non giunga
agli uomini.
194. Della lucrote.
La lucrote è una bestia delle parti d'India, che supera tuttti gli
altri animali in agilità. È grande come l'asino, ha la groppa di
cervo, petto e gambe di leone, testa di cavallo, zampe di bue,
bocca grande fino alle orecchie e i suoi denti sono tutti di un
osso.
195. Della manticora.
La manticora è una bestia di quello stesso paese, che ha
faccia e colore del sangue dell'uomo, occhi gialli, corpo di
leone, coda di scorpione e corre così forte che nessuna bestia
le può scappare davanti. Ma sopra tutti i cibi, ama la carne
dell'uomo. *E i suoi denti1340 si congiungono in tal maniera,
che ora uno rimane di sopra e ora di sotto l’altro.
196. Della pantera.
La pantera è una bestia macchiata di piccoli cerchi bianchi e
neri, altrettanto come piccoli occhi ed è amata da tutti gli
animali, fuorché dal dragone. E la sua natura è tale che
immediatamente, quando ha preso il suo cibo, rientra nella
sua spelonca e dorme tre giorni. Allora si leva e apre la sua
bocca, annusa il suo alito così dolce e così soave, che tutte le
bestie che sentono l'odore, vanno davanti a lei, tranne
solamente il dragone, che si ficca nei pertugi sotto terra, per
la paura che ne ha, poiché *sa1341 bene che gli conviene
morire. E sappiate che la pantera non genera figli in tutta la
sua vita, che una sola volta ed ora ascoltate perché. I suoi
figli quando sono cresciuti, dentro il corpo della madre, non
vogliono soffrire fino *al tempo1342 della loro giusta nascita,
anzi sforzano la natura e rompono con le unghie, le entrate a
1338 F aggiunge in questo punto, un altro capitolo che intitola: Du loup cervier = Del lupo cerviero.
1339 In F: qu le sevent = che lo sanno. In T: cil ki veu l’ont. (Cfr. trad.).
1340 In F manca. T aggiunge: Et si dent. (Cfr. trad.). In F la frase è la seguente: et s’assemblent en tel maniere que ores maint li uns desouz et ore li autres. = e si uniscono in tal
maniera che ora uno rimane sotto e ora l’altro. L’interpretazione del copista probabilmente riguarda il congiungimento carnale.
1341 In F: semble = sembra. In T: set = sa.
1342 T aggiunge: jusc’au tens. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
loro madre ed escono fuori in tal maniera, che la madre *non
genera più1343 per la semenza del suo maschio.
197. Della paranda.
La paranda è una bestia [che si trova] in Etiopia. Grande
come un bue, ha la testa e le corna come il cervo e colore
d'orso, ma gli Etiopi dicono che la paranda muta il suo vero
colore per paura, secondo la *tinta1344 della cosa che le è più
vicina. Questo stesso fanno i polpi in mare e i camaleonti in
terra, di cui la narrazione fa menzione qua dietro.
198. Delle scimmie.
La scimmia è una bestia che fa di nuovo volentieri, ciò che
vede fare all'uomo. E gioisce molto alla Luna nuova, *ma alla
Luna piena si addolora ed è melanconica1345.
E sappiate che la scimmia genera due *figli1346, di cui ama
uno così tanto, che è una meraviglia e disprezza l’altro,
perché accade quando la si caccia, che porti il suo amato
figlio tra le sue braccia e l'altro sulle sue spalle e fugga tanto
come può. Ma là dove la caccia si avvicina e la ritiene così
vicina che grida, le è necessario abbandonare dal suo stesso
corpo il caro figlio, perché l’altro si tiene così saldamente al
collo della madre, che scappa dal pericolo, là dove la madre
fugge. E così dicono gli Etiopi, che nella loro terra vi sono
scimmie di cinque tipi diversi.
199. Delle tigri.
La tigre è una bestia che nasce di più dalle parti di Ircania ed
è minutamente macchiata di *nere1347 macchie. E senza
dubbio la tigre è una delle bestie più veloci del mondo e di
grande ferocia. E sappiate che *là dove trova il letto vuoto
dei suoi figli1348 che sono stati rapiti, insegue subito e con
agilità le tracce del cacciatore che li portò via. *Ma l'uomo
che lo sa e teme molto la sua crudeltà1349, perché sebbene
fugga con il cavallo, nessuna altra cosa lo potrebbe garantire,
si getta in mezzo alla strada, attraverso dove la bestia deve
venire più volte a *specchiarsi1350. E quando la tigre vede la
sua immagine apparire dentro lo specchio e percepisce la
figura e l’aspetto del suo corpo, *pensa che questo sia suo
figlio, così gli gira intorno, tanto che lo rompe e quando vede
che non è niente, se ne va oltre fino a tanto che trova un altro
specchio e guarda e riguarda, per la pietà dei suoi figli, ora
nell'uno, ora nell'altro, tanto che i cacciatori se ne vanno
salvi1351.
1343 T aggiunge: en nule maniere du monde = in alcuna maniera al mondo. In F: n’engendre plus. (Cfr. trad.).
1344 In T: tainture = tintura. In F: teinte. (Cfr. trad.).
1345 In T: mais de la reonde lune se dolousist et torble de grant melancolie = ma alla Luna piena si addolora e turba con grande melanconia.
1346 T aggiunge: a une portee = in una portata.
1347 F aggiunge: noires = nere.
1348 In T: que la u ele trueve remué son lit et vuit de ses filz = quando trova disfatto il suo letto e senza i suoi figli.
1349 In T: Mais li hom ki les a si redoute mout sa cruauté = Ma l’uomo che l’ha così, teme molto la sua crudeltà.
1350 T aggunge: les uns cha et les autres la = l’una qua e l’altra là.
1351 In T: ele quide que ce soit ses faons, si le torne et retorne, mais c’est nient; puis s’en vet outre jusqu’a un autre miroir et garde et regarde, por la pitié de ses filz, or a l’un ore a
l’autre, tant ke li chaceours s’en passe a sauveté. = pensa che questo sia suo figlio, così lo gira e rigira, ma è niente. Poi se ne va oltre fino ad un altro specchio e guarda e riguarda,
per la pietà dei suoi figli, ora nell’uno, ora nell’altro, tanto che i cacciatori se ne vanno salvi.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
200. Della talpa.
La talpa è una piccola bestia che va sempre sotto terra, scava
in diverse parti e mangia le radici che trova, sebbene la
maggior parte dica che vive solamente di terra. E sappiate
che la talpa non vede una goccia, perché la natura non volle
aprire la pelle che è sui suoi occhi e così non servono a
niente, perché non sono scoperti.
201. *Dell’unicorno1352.
L'unicorno è una bestia feroce, alquanto simile al corpo del
cavallo, ma ha piedi da elefante e coda di cervo e la sua voce
è ferocemente spaventosa e in mezzo alla sua testa vi è un
corno *e non di più1353, di meraviglioso splendore e ha ben
quattro piedi di lunghezza, ma è così forte e aguzzo che apre
facilmente qualunque cosa colpisca. E sappiate che l'unicorno
è così feroce e così fiero, che nessuno lo può prendere, né
tenere con nessuna *astuzia1354. Può ben essere ucciso, ma
vivo non lo si può avere. E nondimeno i cacciatori inviano
una fanciulla vergine, da quella parte dove gli unicorno
vivono, perché la sua natura è questa, che subito va dalla
fanciulla direttamente e depone ogni selvatichezza e si
addormenta soave, nel suo seno e tra le sue *vesti1355. In
questa maniera i cacciatori lo catturano.
202. Dell'orso.
L'orso ha una testa molto debole, ma la sua forza è nelle
*gambe1356 e per questo nello stare, sovente va tutto dritto. E
sappiate che quando l’orso è afflitto da accidente o da
malattia, mangia un'erba di nome flonio, che lo guarisce. Ma
se mangiasse pomi di mandragora, gli converrebbe morire, se
non vi fossero contro quel male, le formiche che mangia.
Mangia volentieri miele, sopra ogni altra cosa. E la sua natura
è che in inverno scalda la sua lussuria e giace insieme come
*giacciono1357 gli uomini con le donne e generano figli, che
*la femmina1358 non porta che trenta giorni. E per la brevità
del tempo, la natura non può compiere la forma, né il modo
di quello, dentro al corpo di sua madre, anzi nasce un pezzo
di carne bianca senza alcuna figura, se non che ha due occhi.
E nondimeno la madre lo conforma e raddrizza con la sua
lingua, secondo la sua somiglianza e poi lo stringe al suo
petto, per dargli calore e spirito di vita. Durante questo
tempo, la madre dorme così profondamente per ben
quattordici giorni, senza bere e senza mangiare, che la si
potrebbe battere e uccidere prima che si svegli. In questa
maniera, la madre rimane nascosta con suo figlio per ben
1352 T titola: Ja parle de l’unicorne- = Ora parla dell’unicorno.
1353 In F: anz plus = e non di più.
1354 In T: par nul laz dou monde = con nessun laccio del mondo.
1355 In T: dras = drappi (vesti). In F: giron = vesti.
1356 T aggiunge: et es longes…… = e nelle lunghe…...
1357 In T: font = fanno.
1358 T aggiunge: la femele. (Cfr. trad.).
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.
quattro mesi e i suoi occhi sono così offuscati, che non vede
se non molto poco, quando esce dalla sua tana. Di questa
bestia la maggior parte dice, che migliora e ingrassa con le
battiture.
*Qui1359 finisce la prima parte di questo libro, che espone
brevemente la generazione del mondo, l'inizio dei re della
Terra e i fondamenti dell'una legge e dell'altra e la natura
delle cose del cielo, della Terra, l'antichità delle vecchie
storie e racconta brevemente l'essere di ognuno. Perché se il
maestro volesse mettere più largamente per iscritto e
mostrare di ciascuna cosa il come e il perché, il libro sarebbe
senza fine, perché per questo sarebbero necessarie tutte le arti
e tutta la filosofia. E per questo dice il maestro, che la prima
parte del suo Tesoro è di denaro contante, perché così come
le persone non potrebbero acquistare le loro necessità, né le
loro mercanzie senza moneta, analogamente non potrebbero
conoscere la certezza delle cose umane, se non sapessero ciò
che questa prima parte *espone1360. Ma qui avanti, il maestro
tace per quanto riguarda le cose che appartengono alla
teoretica, che è la prima scienza del corpo della filosofia,
perché vuole tornare alle altre due scienze, la pratica e la
logica, per aggiungere la seconda parte del suo Tesoro, che
deve essere di pietre preziose.
1359 In F il titolo manca. T titola: Le derinier chapitre dou .i. livre = L’ultimo capitolo del primo libro.
1360 In T: raconte = racconta.
I libri del Tesoro – Brunetto Latini.