Scarica - Gruppo Mineralogico Auser Cecina

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Scarica - Gruppo Mineralogico Auser Cecina
NOTIZIARIO
GRUPPO MINERALOGICO
"AUSER" CECINA (LI)
Naica - "Cueva de los Cristales"
Gli esploratori nella foresta di cristalli
Da: "R.M.I. 3/2009" Foto P. Petrignani
Archivio Speleoresearch e Film/La Venta Ass. Geografica
A. Casini “La miniera del Temperino”
Anno 6 - n°21 – 22 (Luglio/Dicembre 2009)
SOMMARIO
Gruppo Mineralogico "AUSER"
Anno 6
di:
N° 21 - 22
Notiziario trimestrale a cura del
Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li)
Magni Massimo
IL TESORO DI NAICA
- Gioiello della Natura Premessa
Luglio/Dicembre 2009
Cenni Storico-Industriali
Cenni di inquadramento geologico
Genesi dei cristalli di Gesso
Note del testo
Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali
articoli scrivere a :
G.M. AUSER-Cecina
1
1
3
6
9
13
Attività Gruppo
21
Manifestazioni
22
Curiosità Mineralogiche
23
Scala di Mohs
26
GRUPPO MINERALOGICO "AUSER"
Casella Postale, 153 - 57023 Cecina (Li)
tel. 0586/632112 - fax 0586/632433
Foto copertina:
La prima spedizione nella "Cueva de los cristales"
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
Bibliografia:
Si ringraziano per la collaborazione:
Tutti i Soci del G. M. "AUSER"
e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario
(Stampato in proprio)
P. Forti - La Venta esplorazioni geografiche
E. Galli & A. Rossi - D.S.T. Università Modena e R. Emilia
LE GROTTE DI NAICA
La Venta - SpeleoResearch&Film e C/Producciones
La Venta - "Proyecto Naica"
www.Wikipedia - l'enciclopedia libera - Miniera di Naica
www.Google Earth
Atlante Geografico "Selezione del Reader’s Digest" 1982
Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina
Notiziario Gruppo Mineralogico "AUSER" Cecina
IL TESORO DI NAICA
- Gioiello della Natura PREMESSA
Nelle precedenti edizioni della Rassegna trimestrale abbiamo trattato, come
consuetudine, le esperienze di ricerca sui territori della Provincia di Livorno e di quelle
limitrofe, vissute dal Gruppo Mineralogico Cecinese, cercando di tracciare nel
contempo, sommariamente, la storia antropica e geologica dei siti visitati. Anche nel
caso attuale avremmo potuto seguire tale prassi se non si fossero verificati alcuni
eventi che ci hanno portato a deviare dal nostro normale percorso.
a)
b)
c)
L’esposizione di Selenite, proveniente da un particolare sito minerario, da
parte di un mineralogista durante la 16^ Rassegna tenutasi a Cecina il 14
e 15 Febbraio c.a.;
una trasmissione televisiva (Tullio Bernabei 05/06/2009 da “ScienzeTV”)
sui canali nazionali inerente lo stesso sito minerario;
la pubblicazione su di una rivista specializzata di settore di un articolo
sulla stessa area.
Si tratta del territorio di Naica in Messico e della omonima miniera, dichiarata dai
media:
“Una foresta di cristalli, i più grandi del Pianeta.”
“Un mondo irreale oltre la fantasia, oltre il sogno.”
“Una grotta, ancora inesplorata, a 50° di temperatu ra e 100% di umidità,
infernale, dove l'uomo può sopravvivere pochi minuti.”
“Una meraviglia della Natura scoperta per caso, fragilissima e misteriosa, che
potremmo perdere da un momento all'altro e che presto tornerà inaccessibile,
nascosta nel cuore della Terra.”
“La Grotta dei Cristalli è una piccola finestra nell'immensità del tempo geologico,
che l'uomo ha oggi la fortuna di poter aprire grazie a una tecnologia innovativa
ed esclusiva.”
“Un'esplorazione «astronautica» ad alto rischio, oltre i limiti umani, per capire,
studiare, documentare e salvare, prima che sia troppo tardi….”(1)
A prescindere dal fatto che Naica rappresenta uno dei complessi minerari più ricchi
della Terra per l’estrazione dell’Argento ma anche del Piombo e dello Zinco, è anche
oggetto di particolare attenzione per il ritrovamento di enormi cristalli di Gesso
purissimo (Selenite) in alcune grotte, ancora non del tutto esplorate, che si
sviluppano nelle aree adiacenti alle gallerie minerarie e che sono state scoperte per
puro caso dai minatori durante le attività di coltivazione.
L’idea è stata quella di descrivere un’area mineralogicamente interessante che ben
difficilmente potrà essere accessibile a noi comuni ricercatori anche in considerazione
del fatto che le grotte sono state chiuse, dopo una prima esplorazione, sia per
evitarne lo spogliamento sia per problemi di sicurezza dovuti all’ambiente proibitivo
che esporremo nel seguito.
1
Fig.: 1 - Posizione geografica di Naica
(Atlante Selezione del Reader’s Digest - 1982)
Fig.: 2 - La regione della Sierra di Naica – vista da c.a 50 km
(da Google Earth)
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Dato che la vita della miniera è subordinata alla continua estrazione delle acque
termali, è possibile che in un prossimo futuro, stimato intorno a 15 anni, con
l’esaurimento dei filoni minerari e quindi con la chiusura delle coltivazioni minerarie
prossime alle grotte, le stesse possano tornare alle loro originali condizioni di essere
completamente allagate.
Inevitabili approfondimenti sul sito potranno essere effettuati dagli interessati sulla
“Rivista Mineralogica Italiana” il cui fascicolo 3/2009, contenente l’articolo completo, è
disponibile presso la nostra sede di Cecina in via Bellini,17 e da cui abbiamo tratto
queste brevi note dedicate anche e principalmente a chi non ha familiarità con il
Computer e, in particolare, con Internet con cui è possibile accedere ad una ben più
ricca documentazione: basta inserire “Naica” in un qualsiasi motore di ricerca.
CENNI STORICO - INDUSTRIALI
Naica, nome che evoca antiche origini: secondo la tradizione significa "luogo senza
acqua" ma è molto più probabile che derivi dalle radici Rarámuri “Nai” e “Ka” di origini
Tarahumara, indios abitanti questi territori, con il significato letterale di “luogo
ombreggiato” forse a causa dell’ombra proiettata sulla vasta pianura desertica dalle
cime della Sierra.
La storia di Naica, a parte la presenza di tribù Apaches che, tra il XVI e XIX secolo,
assaltavano le diligenze sull'antico cammino reale di Chihuahua, è sostanzialmente
legata alla evoluzione dell'attività mineraria iniziata con la scoperta di Alejo
Hernández, Vicente Ruíz e Pedro Ramos de Verea quando, il 26 giugno del 1794,
denunciarono "una mina ubicada en tierra virgen con el nombre de San José del
Sacramento, en la Cañada del Aguaje de la sierra de Naica".
Nel 1896, con l’acquisizione della proprietà della miniera da parte di Santiago
Scopelli, iniziò la costruzione del nucleo antropico di Naica.
L’estrazione dei minerali ebbe inizio però, concretamente, solo nel 1900 con la
fondazione della “Naica Mining Company” che proseguì nei suoi lavori sino al 1911
quando, a causa dalla Rivoluzione Messicana, la Compagnia sospese le attività
riprese poi solo nel 1924 ad opera della "Compagnia Mineraria Peñoles".
A partire dal 1928, causa l’intenso sfruttamento da parte di compagnie americane,
"The Eagle Picher" e "The Fresnillo Company", Naica si trasformò in un centro
minerario di notevole importanza, tanto che nel 1934 venne fondatala sezione 30 del
"Sindicato Nacional de Trabajadores Mineros, Metalurgistas y Similares de la
República Mexicana".
Nel 1961 gli americani fondarono la "Compañia Fresnillo S.A. de C.V." che proseguì
l’attività sino al 1998, quando il “Gruppo Industrias Peñoles” assunse totalmente il
controllo della società con l’acquisizione del pacchetto azionario straniero
trasformando Naica in una delle più produttive miniere Messicane.
Quindi, anche se le vicende minerarie del complesso iniziarono verso la fine del 1800,
dimostrando da subito la ricchezza del minerale, fu solo nel 1910 che la sua fama
crebbe enormemente non tanto per la qualità del materiale quanto con il ritrovamento
di una cavità (Cueva de las Espadas), alla quota di circa -120 mt. rispetto all’ingresso,
completamente tappezzata da cristalli di gesso lunghi fino a 2 mt. che, nel corso degli
anni seguenti, sono stati quasi completamente asportati per la gloria dei musei
minerari e di molti collezionisti sparsi nel Mondo.
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Dopo circa 100 anni, nell’Aprile del 2000, a circa –290 mt. dall’ingresso, le opere di
scavo hanno aperto un varco verso altre tre cavità, veri e propri enormi geodi, con
giganteschi cristalli di gesso che, in una grotta (“Cueva de los Cristales” denominata a
ragione la “Cappella Sistina” della geologia per la sua bellezza), raggiungono anche
la lunghezza di 12 mt. e 2 mt. di diametro.
La “Cueva de los Cristales” è disposta secondo un piano inclinato di circa 30° con
una lunghezza di circa 50 mt., una larghezza di 40 ed un’altezza massima di 12 mt.
Qui le condizioni sono proibitive data la temperatura ambientale oltre 45°C. e la
presenza di umidità superiore al 92% che permettono di trattenersi solo pochissimo
tempo, meno di 5 min. se non provvisti di tute speciali, per non incorre in seri pericoli
di vita.
Le altre due grotte hanno preso il nome di “Cueva dell’Ojo de la Reina”, che ha una
lunghezza di circa 70 – 80 mt., e di “Cueva de las Velas”, molto più piccola, con un
diametro di circa 8 mt.
Per l’impegno della Proprietà mineraria di impedire ogni accesso, onde evitare la
rimozione dei cristalli ed il loro decadimento a contatto con l'aria nonché per evitare
incidenti, sono stati pochissimi i privilegiati che hanno potuto ammirare le meraviglie
del sito: tuttavia sono stati intrapresi sistematici studi sulla possibile genesi dei cristalli
di Naica e per l’esplorazione delle sue grotte.
Gli esploratori del Gruppo Speleologico “La Venta” che, nel 2006, si sono addentrati
nelle cavità, nell’ambito del progetto “Naica - Peñoles(2)” si sono equipaggiati con
tute termiche dotate di apparati refrigeranti ed autorespiratori anch’essi muniti di
refrigeratori dell’aria inspirata.
Fig.: 3 - La Sierra di Naica, con l’omonimo paese
(da Google Earth)
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Al proposito val la pena di riportare una notizia che forse non è veritiera ma che
senz’altro descrive il clima micidiale che regna in quegli anfratti.
Si dice infatti che, successivamente alla scoperta delle grotte, un minatore vi sia
penetrato segretamente, senza un’adeguata protezione, per prendere alcuni cristalli
da vendere data la miseria in cui versano quelle popolazioni: a causa del caldo e
dell’umidità estrema ha perso i sensi ed è stato successivamente trovato
letteralmente cotto a vapore.
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“Litologicamente la sequenza carbonatica di Naica è
costituita da calcari, calcari dolomitici e dolomie
carbonatiche talvolta intervallati da strati lutitici (marne
e/o argille) depositatisi, durante varie decine di milioni di
anni, a partire dall’Albiano(3), su una sequenza
evaporitica
dell’Aptiano(4)
(pagg.182-183 R.M.I.
3/2009)”.
Fig.: 4 - Panoramica dell’area mineraria di Naica da c.a 2000 mt.
(da Google Earth)
CENNI DI INQUADRAMENTO GEOLOGICO
In Messico, a circa 130 km., in direzione Sud-Est, dalla cittadina di Chihuahua
capitale dell’omonimo Stato a confine con gli Stati Uniti ed a circa 35 km. da Ciudad
de Delicias, nel municipio di Saucillo, si eleva, in un territorio semidesertico, a circa
1100 mt. di altitudine slm., una serie di basse dorsali, allungate secondo la direzione
Nord-Ovest/Sud-Est e pressoché parallele alla catena della “Sierra Madre” che si
trova ad Ovest.
Una di queste, costituita da un anticlinale di rocce carbonatiche, formatesi circa 200
m.a.f., affioranti per diverse centinaia di metri dal vasto altopiano alluvionale,
costituisce la “Sierra de Naica” (Lat. 27°50'57,43" Nord – Long. 105°30'05,41" Ovest quota 1544 mt. slm.) su cui si trova l’omonimo paese di Naica e sul cui fianco
settentrionale, a circa 1340 mt. slm., si apre l’ingresso minerario.
5
Fig.: 5 - Posizione delle caverne e dei filoni minerari
(Le Grotte di Naica – La Venta Esplorazioni geografiche)
Questa sequenza carbonatica è stato oggetto di fenomeni carsici con la formazione di
reticoli di grotte e cunicoli interessati, successivamente, da fluidi termali caldi e
mineralizzati di origine molto profonda che hanno depositato, con l’approssimarsi alla
superficie e quindi in relazione ad ambienti relativamente più freddi, parte dei sali
disciolti riempiendo le cavità di ricche mineralizzazioni.
I lavori minerari, tuttavia, hanno interessato attualmente solo parte della sequenza
carbonatica pur essendosi spinti, con i carotaggi, ad oltre 1000 mt. sotto la Sierra.
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Particolare interessante è che tutta l’area mineraria è soggetta ad una residua
anomalia termica che determina le condizioni climatiche all’interno delle gallerie ed in
particolare delle cavità cristallizzate.
Sottostante alla “Sierra de la Perla”, a circa 1 km. di profondità ed a circa 4 km. a Sud
di Naica, si trova infatti un Batolite(5) il cui corpo igneo, responsabile dei fenomeni di
metamorfismo locale, è compreso nella concessione mineraria alla profondità di circa
1140 mt.: questo, con una serie di dicchi(6) insinuatisi nel blocco carbonatico e due
faglie (Faglia Naica e Faglia Montana) condiziona tutto il termalismo locale e la
relativa circolazione dei fluidi idrotermali.
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profondità di 760 mt. rispetto alla galleria di ingresso e quindi a –640 mt. dal livello
piezometrico originario.
Fig.: 7 - Camminando sulle formazioni cristalline
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
Fig.: 6 - La grotta dei cristalli – Naica
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
L’articolo pubblicato su R.M.I. 3/2009 riporta che, recentemente (Garcia
Ruiz et al., 2007), è stata evidenziata la provenienza meteorica delle
acque infiltratesi nel sottosuolo e costituenti un acquifero avente tempi
di permanenza di oltre 50 anni anche se esiste un meccanismo di
interazione tra la risalita dall’acquifero profondo e le acque di
infiltrazione recente.
La miniera si trova appunto soggetta a questo sistema per cui l’estrazione del
minerale e la vita stessa dei minatori è subordinata alla continua estrazione delle
acque, con una portata di circa 1 mc./sec., alla temperatura prossima a 53°C., che
altrimenti tornerebbero ad invadere le gallerie avendo i lavori minerari raggiunto la
7
Fig.: 8 - Formazioni di Gesso nell’antro dei cristalli blu
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
GENESI DEI CRISTALLI DI GESSO
Le grotte di Naica, sia quella carsica a + 50, che quelle a – 120 ed a – 290 rispetto
all’entrata mineraria, pur essendo relativamente vicine, presentano cristallizzazioni
abbastanza diversificate.
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In particolare quelle a quota – 290 sono caratterizzate da formazioni cristalline di
gesso differenti sia per dimensioni che per forma anche se, in ogni caso, i cristalli
risultano molto puri, trasparenti e ben formati contenenti anche, in certi casi, inclusioni
fluide del termalismo locale: particolare la formazione a “denti di squalo” che tappezza
le pareti della “Cueva dell’Ojo de la Reina” e della “Cueva de las Velas”.
Nella “Cueva de los Cristales” la volta è in gran parte libera dalle cristallizzazioni ma è
qui che si sono sviluppati i cristalli di dimensioni maggiori tanto da assomigliare a
gigantesche colonne ed obelischi spesso oltre gli 8 mt. con orientamento casuale
nello spazio e non sempre verticale.
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estrazione idrica, i cristalli sono stati privati delle acque madri del sistema termale.
Gli studi effettuati sull’ambiente di formazione, hanno evidenziato che, per la genesi e
l’accrescimento delle gigantesche formazioni cristalline, sono state determinanti le
particolari caratteristiche chimico-fisiche del sistema idrotermale presente a Naica
(Garcia Ruiz et al. 2007).
Dal punto di vista genico, sino alla scoperta delle grotte, si conoscevano solo quattro
sistemi di possibile evoluzione di grandi cristalli di Gesso in ambiente sotterraneo (Hill
e Forti, 1997): evaporazione, aggressione acida, ossidazione dell’acido solfidrico
(H2S) in solforoso (H2SO3) e solforico (H2SO4), dissoluzione incongruente.
Fig.: 9 - Formazioni colonnari di Gesso – “Cueva de los cristales”
(©Javier Trueba (Madrid Scientific Films)
L’eccezionale sviluppo lungo l’asse maggiore potrebbe essere stato caratterizzato da
una crescita molto lenta in un ambiente calmo e di poco sovrassaturo che si è
mantenuto costante per tutto il tempo di accrescimento: crescita interrottasi al
momento dell’abbassamento piezometrico quando, circa 20 anni fa, a causa della
Fig.: 10 - Schema di equilibrio nella solubilizzazione dell’Anidrite e del Gesso
(Le Grotte di Naica – La Venta Esplorazioni geografiche)
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Il meccanismo di Naica è basato sulla diversa solubilità tra Gesso ed Anidrite in
relazione alla temperatura della soluzione.
Intorno a 59° C. la solubilità di questi due sali p raticamente si equivale mentre la
solubilità del Gesso, e per questo si ha precipitato, risulta inferiore a quella
dell’Anidrite se la temperatura diminuisce.
Entrando nel merito, occorre dire che, nella sequenza carbonatica di Naica, sono
presenti bancate di Anidrite (CaSO4 anidro) in giacimenti lenticolari intercalati agli
strati rocciosi: tali giacimenti, soggetti all’azione solvente delle acque termali che
risalgono dall’acquifero, cedono al fluido ioni Ca2+ ed SO42- che in regime di leggera
condizione soprassatura riprecipitano sotto forma di Gesso allorché la temperatura
del fluido si abbassa di quel tanto da consentire la reazione.
Si crea un equilibrio tra la cessione di ioni da parte dell’Anidrite e la precipitazione di
Gesso rimanendo lo stadio Anidrite in regime sottosaturo e quello del Gesso in
regime soprassaturo per le condizioni di temperatura e pressione che caratterizzano
l’ambiente.
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I cristalli giganti si sono formati ed avrebbero continuato la loro evoluzione se non si
fosse abbassato artificialmente il livello freatico locale dovuto ai lavori minerari, in
quella zona dove la risalita di acque termali calde (intorno a 52° C) profonde incontra
le acque vadose di infiltrazione superficiale fredde e ricche di ossigeno.
Lungo il confine di separazione di questi fluidi, non miscelabili in regime di calma data
la loro diversa densità, si è verificato nei millenni lo scambio termico dei fluidi
sovrassaturi per il Gesso e la diffusione dell’Ossigeno negli strati inferiori con la
conseguente ossidazione dei solfuri a solfati e la precipitazione dei solfati stessi
(Gesso).
Nel menzionare i solfuri dobbiamo dire che questi sono caratteristici del termalismo
profondo ed hanno dato luogo alle mineralizzazioni sfruttate industrialmente nonché
ad altri minerali che sono stati scoperti in concomitanza alle cristallizzazioni di Gesso.
Ad esempio la formazione di Celestina (Solfato di Stronzio SrSO4) che risulta essere
parallela alla trasformazione dell’Anidrite in Gesso.
Per una panoramica completa sulla evoluzione dei grandi cristalli di Gesso e degli
altri minerali, quali Idrossidi, Carbonati, Solfati, ecc., reperiti nelle grotte sia in
ambiente freatico che in ambiente areato, si rimanda alla consultazione dell’Articolo
già menzionato nella “Premessa”.
Fig.: 11 - Apparecchio sperimentale
per la determinazione dei tempi di sviluppo dei cristalli
(Le Grotte di Naica – La Venta Esplorazioni geografiche)
Fig.: 12 - Formazione dei carbonati nelle fuoriuscite termali di risalita
(Le Grotte di Naica – La Venta Esplorazioni geografiche)
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NOTE DEL TESTO
(1):
(2):
(3):
(4):
(5):
(6):
NAICA, “Cueva de los Cristales di Naica” (progetto Naica-Peñoles – La
Venta).
Compagnia Peñoles, concessionaria della miniera.
da Alba (Champagne): età superiore del Cretaceo inferiore (era Mesozoica).
dal toponimo Apt (Francia): la terza delle quattro età in cui è diviso il
Cretaceo inferiore (era Mesozoica).
massa magmatica intrusiva avente l’estensione anche di diversi kmq e che
si allarga in profondità fino a profondità insondabili
corpo magmatico intrusivo, prevalentemente tabulare e discordante rispetto
alle rocce incassanti; dall’inglese dike: fossa, diga.
Fig.: 13 - "Denti di squalo" nella “Cueva de los cristales"
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
Fig.: 14 - Sui Gessi del Geode - “Cueva de los cristales”
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
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Fig.: 15 - Sui Gessi del Geode - “Cueva de los cristales)
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
Fig.: 16 - Luci ed ombre nella “Cueva de los cristales”
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
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Figg.: 17 – 18
I cristalli blu nella “Cueva de los
cristales”
(ph Copyright La Venta /
Speleoresearch & films)
Fig.: 19 - Gessi a “uncino” caratteristici della
“Cueva de las Espadas)
(ph Copyright La Venta / Speleoresearch & films)
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Attività Gruppo
In occasione dell'annuale "Festa del Volontariato", tenutasi nei giorni 8 e 9 Agosto,
presso l'Area della "Cecinella" il Gruppo Mineralogico ha partecipato con una piccola
esposizione di minerali provenienti dalle miniere,toscane e da altre parti del Mondo.
Dobbiamo riconoscere che l'esposizione ha destato un buon interessamento dei
visitatori anche se indirizzato più verso le leccornie della cucina.
Fig.: 20 - Aggregato di cristalli di Gesso, 20x25 cm della “Cueva de las Espadas”
(Esposizione di Bogni R. – 16^ Rassegna G.M.C.; foto Magni M.)
Alcuni campioni in esposizione
Fig: 21 - Cristalli di Gesso c.a 35-40 cm. della “Cueva de las Espadas”
(Esposizione di Bogni R. – 16^ Rassegna G.M.C.; foto Magni M.)
Visitatori all'esposizione
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Attività Gruppo
Con inizio da Venerdì 16 Ottobre siamo arrivati alla 3a edizione della "Mostra
Didattico-Culturale" Mineralogia e Paleontologica dedicata, per quest'anno nei giorni
16-17-18, alla esposizione di Minerali toscani ed alla panoramica sulla evoluzione
della vita sulla Terra dal Precambriano al Neozoico.
La Mostra è stata allestita nei locali del Gruppo Culturale "Il Fitto di Cecina" dove,
anche se in spazi limitati rispetto al "Palazzetto dei Congressi" ed in zona più
appartata, abbiamo avuto una discreta affluenza di visitatori che hanno dimostrato di
apprezzare le nostre iniziative. Non sono mancati estimatori dei reperti toscani che
abbiamo sottoposto all'attenzione del pubblico.
Manifestazioni
Grugliasco (TO)
Info: Fabio Barbero
30 - 31 gennaio 2010
tel: 340 2246859
M/S
31 gennaio 2010
tel. 0583-93339
S
30/gen - 14/feb 2010
[email protected]
B
M/S
Info: Gabriele Tugnoli
13 - 14 febbraio 010
tel: 3334768518
Cecina (LI)
Info: Massimo Guarguagli
13 - 14 febbraio 010
tel: 0586 36007
M/S
21 febbraio 2010
tel: 334 5841288
S
06 - 07 marzo 2010
tel: 340 6673199
M
21 marzo 2010
tel: 055 5000314
S
26 - 28 marzo 2010
[email protected]
B
11 aprile 2010
tel: 347 0181653
B/S
Lucca
Info Carlo Farulli
TUCSON (USA)
Info: Tony Thurber
Bologna
La Paleontologia ed i campioni di Minerali
Genova
Info: Fabio Esposito
Imola
Info: Luca Loreti
Pistoia
Info: Piccioli Giuliano
Casalecchio di Reno (BO)
info: Maurizio Varoli
Rho (MI)
info: D. Marini
Visitatori all'esposizione
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Curiosità Mineralogiche
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Curiosità Mineralogiche
DAL LESOTHO UN DIAMANTE DA 478 CARATI
L'8 settembre 2008 è stato trovato, in una miniera del Lesotho, uno dei diamanti più
grandi al mondo, una pietra di 478 carati purissima a cui è stato imposto il nome
“Luce del Letseng” e presentato a Dubai dalla Gem & Diamonds.
Secondo le analisi svolte in un laboratorio di Anversa (Neil Buxton; WWW
International Diamond Consultants), la pietra risulta inserirsi al ventesimo posto nella
classifica dei diamanti più grandi esistenti al mondo.
Per la sua qualità eccezionale si colloca forse al primo posto non tanto per la
grandezza quanto, a renderlo unico al mondo, il colore di livello “D – bianco
eccezionale”, ovvero il massimo possibile, una chiarezza di tipo “IF” e massima
purezza interna per cui, secondo gli esperti "ci sono grosse probabilità che si tratti del
primo caso al mondo di un diamante superiore ai 100 carati avente tali
caratteristiche".
La pietra alla presentazione in Dubai
(R. Scelsi: Gioielli 23-09-08)
La pietra grezza
(R. Scelsi: Gioielli 23-09-08)
Alla data dell’articolo il diamante non era ancora stato tagliato ed al momento non ne
ritroviamo notizie per cui non è possibile calcolarne il valore: basti però pensare che
una pietra della stessa grandezza, ma di inferiore qualità, è stata venduta
recentemente per 12 milioni di dollari.
Particolare della foto sopra
(R. Scelsi: Gioielli 23-09-08)
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Curiosità Mineralogiche
La miniera del Letseng ha già riservato sorprese di questo genere dato che nel 2006
era uscito il “Lesotho Promise”, da 603 carati, successivamente tagliato in 26 piccoli
diamanti delle dimensioni comprese tra i 52 e i 76 carati. Anche la “Luce del Letseng”
sarà comunque tagliato per ricavare, oltre ad altre più piccole, una pietra prevista da
150 carati: unica per la sua brillantezza e perfezione.
Il “Cullinan I” da c.a 530 carati
(R. Scelsi: Gioielli 23-09-08)
Il diamante più grande della storia è il Cullinan, trovato in Sudafrica nel 1905. Pesava
3.106 carati prima di essere diviso in due pietre (Cullinan I da 530,20 cts. e Cullinan II
da circa 317 cts.) e più di altre cento gemme, molte delle quali fanno parte dei gioielli
della Corona britannica.
25
Scala di Mohs
1
Talco
Scalfibile con l'unghia
2
Gesso
Scalfibile con l'unghia
3
Calcite
Scalfibile con una monete di rame
4
Fluorite
Scalfibile con un coltello
5
Apatite
Scalfibile con un coltello
6
Ortoclasio
7
Quarzo
Scalfisce il vetro
8
Topazio
Scalfisce facilmente il quarzo
9
Corindone
Scalfisce facilmente il topazio
10
Diamante
Non è scalfibile
Scalfibile con una lima d'acciaio
La "Scala di Mohs" prende il nome del suo ideatore Friedrich Mohs, mineralogista
tedesco che, a cavallo del 18° e 19° secolo (Germro de 29.11.1773 - Agordo
29.09.1839) ideò una scala empirica, con valori compresi da 1 a 10, per la definizione
delle durezze, riferita alla capacità dei materiali di scalfirne uno più tenero e di essere
a loro volta scalfiti da uno più duro.
Tale Scala risulta ancora oggi di uso comune tra i mineralogisti e collezionisti quale
metro di paragone per indicare la durezza dei minerali anche se, nella pratica
industriale, questa viene determinata con prove di laboratorio atte a valutarne la
resistenza alla compressione (durezza Brinell) o alla penetrazione (durezza
Rockwell).
Nell'esempio della Scala ogni minerale di riferimento citato scalfisce quelli che lo
precedono e viene a sua volta scalfito da quelli successivi.
I minerali aventi durezza 1 - 2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6
sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri.
Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose in quanto,
molte gemme, hanno una durezza compresa in questo intervallo.
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