JONH_LEWIS e il Modern Jazz Quartet di Frank Ténot

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JONH_LEWIS e il Modern Jazz Quartet di Frank Ténot
JOHN LEWIS
e il Modern Jazz Quartet
di Frank Ténot
All'indomani della seconda guerra mondiale, l'arte musicale nero americana si sviluppa in molteplici direzioni
Mentre le forme tradizionali (dixieland e grandi orchestre swing) divengono popolari in tutto il mondo
occidentale, nascono stili nuovi, rivoluzionari, che evolvendosi modificano radicalmente le forme del jazz. Tutta
una generazione di giovani musicisti si impone per la sua straordinaria creatività e il suo desiderio di ampliare la
propria gamma espressiva. Grazie ad essa si scoprono suoni e ritmi originali, senza tuttavia rinnegare i
fondamenti stessi del jazz. Il repertorio si allarga, ma il blues rimane sempre vitalissimo. Non solo, ma il
pubblico, sempre più interessato al jazz, sostiene e incoraggia questa fioritura di talenti. La musica del XX
secolo è sempre più profondamente influenzata dai jazzmen degli anni '40 e '50, e fra questi John Lewis e i suoi
partner del Modern Jazz Quartet occupano un posto di grande rilievo. John Aaron Lewis nacque il 3 maggio
1920 a La Grange, Illinois. La sua famiglia, appartenente a quella che può essere considerata la borghesia nera
benestante, lo incoraggiò nei suoi studi musicali. John iniziò a studiare il piano a sette anni, e ad Albuquerque,
dove crebbe, già adolescente ebbe occasione di suonare con Lester Young. Proseguì quindi la sua educazione
all'Università del Nuovo Messico, interessandosi anche di antropologia. Arruolato nell'esercito nel '42, sotto le
armi conosce il batterista Kenny Clarke. Questa amicizia continuò anche dopo la guerra e nel '46 Kenny
indusse Dizzy Gillespie a ingaggiare John. Questa prima esperienza professionale fu importantissima. John
Lewis non era soltanto il pianista della grande orchestra, ma anche il responsabile degli arrangiamenti.
Partecipò fino al '48 alle registrazioni e ad alcuni concerti di questa formazione, per la quale scrisse inoltre le
partiture di Toccata Por Trumpet, Minor Walk, Emanon, Two Bass Hit, Period Suite. Dizzy Gillespie era in quel
momento — insieme a Charlie Parker — il capofila del be bop, stile così radicalmente diverso da quelli del jazz
prebellico (dixieland, boogie woogie, swing, middle jazz) che alcuni critici, e tra questi soprattutto Hugues
Panassié, non lo riconoscevano neppure come appartenente al jazz. Dizzy non era soltanto un virtuoso
estremamente inventivo alla tromba, un direttore d'orchestra dinamico e un cantante molto peculiare: riuscì
anche ad adattare le forme del be bop ai vincoli d'una formazione di 14 musicisti, scoprendo inoltre le risorse
del connubio tra jazz e ritmi afrocubani. Il ruolo di solista di John Lewis all'interno della formazione era
abbastanza secondario. Tuttavia i fortunati che ebbero occasione di assistere ai concerti di Gillespie in Francia
nel febbraio 1948 lo ricordano molto bene: il suo assolo in Round About Midnìght fu uno dei momenti migliori
del programma. Incoraggiato da Clarke, batterista dell'orchestra, John si stabilì per qualche tempo a Parigi,
dove suonò con Tony Proteau. Ritornato negli Stati Uniti, fu ingaggiato da Illinois Jacquet e poi da Lester
Young. In questi anni, tra il '46 e il '52, John Lewis si divide tra il be bop e il cool. Si dimostra a suo agio in
entrambi gli stili, in effetti, tanto come solista e accompagnatore che come compositore, rappresentando così
un elemento di incontro ma anche di innovazione. Nell'agosto 1947 incide per la Savoy sotto la direzione del
trombettista Miles Davis, insieme con Charlie Parker, Nelson Boyd e Max Roach. I quattro pezzi di questa
registrazione, soprattutto Milestones, sono considerati dei capolavori del be bop, anche se il suono privo di
vibrato di Davis, ancora agli inizi, annuncia già il cool. Lewis accompagnerà spesso, in sala di registrazione e
sulla scena, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Charlie Parker, Kenny Clarke e Max Roach, cioè i grandi innovatori
della fine degli anni '40. Per questo lo si può ritenere uno dei più importanti promotori del nuovo jazz. Nel
settembre 1948 incide con Davis e Parker una nuova serie di pezzi da antologia, tra cui il celebre Parker's
Mood. L'interesse di questi brani è tale che al momento della loro riedizione in LP, dieci anni dopo, furono
riprodotte tutte le versioni scartate nella prima registrazione, le prove e gli attacchi poi eliminati. Nell'aprile 1949
suona il piano nell'orchestra che Miles Davis ha costituito per la Capitol, con Jay Jay Johnson, Sandy
Singelstein (corno francese), Bill Barber (tuba), Lee Konitz, Gerry Mulligan, Nelson Boyd e Kenny Clarke, e che
registra Venus De Milo, Boplicity, Israèl, fìouge. John Lewis è autore e arrangiatore di Rouge, come lo era stato
di Move, precedentemente registrato da Davis per la Capitol, con Al Haig al piano. Viene ancora chiamato da
Davis nel marzo 1950 per la terza seduta di registrazione dell'"orchestra da camera", con Johnson, Mulligan,
Gunther Schuller (corno), Barber, Konitz, Al McKibbon e Max Roach. I titoli sono: Deception, Rocker, Moon
Dreams e Darn That Dream, l'ultimo cantato da Kenny Hagood. Queste incisioni, che riunivano musicisti be
bop, musicisti cool e altri attratti dalla scoperta d'un suono nuovo (da qui la presenza del corno francese e della
tuba), ebbero una grande influenza sulla evoluzione della musica nero-americana durante gli anni '50. C'è in
esse il prolungamento delle ricerche di Gil Evans per l'orchestra di Claude Thornhill. All'aggressività degli ottoni
e delle ance degli stili precedenti si sostituiva qui una maggiore dolcezza timbrica, mentre nell'orchestrazione
prendeva rilievo il contrappunto. Come dice Lucien Malson, «queste opere hanno simboleggiato un'epoca e la
loro influenza è stata grandissima». Consapevole fin dalla fine degli anni '40 di vivere un'epoca cruciale per
l'evoluzione del jazz, John Lewis sentirà il bisogno di perfezionarsi, nel '50, seguendo dei corsi alla Manhattan
School of Music, dove ottiene il master's degree e insegna lui stesso il piano. Nell'aprile di quell'anno approfitta
d'una visita a Parigi per realizzare un'incisione per la Swing, in cui si limita a dirigere, senza suonare. Otto
musicisti, tra cui Ernie Royal, Russell Procope, James Moody e Kenny Clarke, registrano la Period Suite in un
arrangiamento che dimostra l'ambizione di John di introdurre il contrappunto nel jazz. Nel gennaio del '51
registra ancora con Miles Davis, per la Prestige, in un complessino comprendente anche Benny Green, Sonny
Rollins, Percy Heath e Roy Haynes. E l'agosto successivo torna a incidere sotto la direzione di Charlie Parker,
per la Clef di Norman Granz.
Intanto, agli inizi degli anni '50, Dizzy Gillespie scioglie la sua grande orchestra, in difficoltà per ragioni di
mercato. I tre ex titolari della sezione ritmica, cioè John Lewis, Ray Brown e Kenny Clarke, hanno l'idea di unirsi
in quartetto con il vibrafonista Milt Jackson, anch'egli alunno gillespiano: una prima serie di registrazioni viene
effettuata nell'estate del '51, a nome di Jackson, per la Dee Gee dello stesso Dizzy. John racconta che avevano
preso l'abitudine di suonare insieme durante le prove della grande orchestra, quando gli ottoni e i sassofoni
provavano e riprovavano, senza la ritmica, le difficili parti melodiche. Nacque così il Modern Jazz Quartet, di cui
John divenne quasi subito il direttore. La collaborazione di Milt Jackson fu indispensabile alla riuscita del
Modern Jazz Quartet. Nato nel 1923 a Detroit, fu scoperto nel '45 da Gillespie che lo ingaggiò nella sua
orchestra. Suonò poi con Howard McGhee, Tadd Dameron, Thelonious Monk e Coleman Hawkins, e incise a
suo nome per la Galaxy e la Savoy. Nel '49 sostituisce Terry Gibbs nella grande orchestra di Woody Herman.
Ritornerà ancora con Dizzy nel '50 prima di unirsi a Lewis per creare il MJQ. Come John, Milt ha frequentato i
principali creatori be bop, soprattutto Dizzy e Monk. Una delle ragioni del successo dell'associazione di John e
Milt sta nella differenza di temperamento tra i due uomini e al contempo nella loro complementarità. John è un
intellettuale raffinato e interessato alla teoria, mentre Milt è più istintivo, cordiale e diretto. Tutti e due hanno lo
stesso amore per il blues, ma mentre John cerca di trarne l'essenza in una direzione abbastanza cerebrale, Milt
realizza istintivamente una specie di ritorno alle fonti di questa musica. Raramente, in effetti, nella storia del
jazz si è avuta una così perfetta intesa tra due musicisti. Come ha scritto Malson, «Milt Jackson commenta il
pensiero di John Lewis, gli da lo slancio che esso si nega. Nulla di più diverso di questi due uomini, uno
immobile, impenetrabile, con le dita che sfiorano la tastiera e sembrano guidate dalla legge del movimento
minimo, l'altro irrequieto, rapido come la folgore, pronto sempre a battere follemente sulle piastre. È come se
John Lewis imponesse continuamente la calma a un interlocutore che lo ascolta solo a metà».
La misura ristretta del quartetto e l'intesa musicale e umana di Milt e di John permise a quest'ultimo di
esprimersi con la massima libertà, come compositore e come solista, così come fa quando suona in trio,
accompagnato soltanto da un contrabbassista e da un batterista. Quando accompagnava musicisti come Davis
o Parker, John Lewis non cercava di imporre la sua musica a scapito di quella dei suoi partner: modesto,
addirittura timido, si poneva spontaneamente nel ruolo di collaboratore discreto ed efficace. Invece con il MJQ,
di cui è il direttore musicale e che interpreta perlopiù composizioni scritte da lui, l'arte di Lewis si manifesta
pienamente ed egli si esprime con audacia e originalità. Il suo stile pianistico è sottile. John è un solista parco di
note, che dà rilievo al silenzio rifuggendo da ogni effetto di potenza. Non cerca mai di sbalordire con cascate di
note, né di pestare sulla tastiera per esaltare lo swing. È l'anti Tatum e anche l'anti Waller. Tutto è affidato alla
posizione d'ogni nota e alla delicatezza del tocco. L'originalità della musica del MJQ fu anche quella di utilizzare
schemi presi dalla musica classica barocca (contrappunto e fuga) sovrapponendoli al ritmo proprio dello swing.
Se Percy Heath, l'eccellente contrabbassista di Philadelphia (reduce da esperienze con McGhee, Davis,
Navarro, Gillespie) che subentrò a Brown nel '52, forniva un accompagnamento tradizionale, Connie Kay, già
batterista di studio della Atlantic Records e sostituto di Clarke sin dal '55, si specializzò nell'uso di accessori
molto delicati, campanelli, piccoli piatti, casse molto chiare ecc. per alleggerire fino al manierismo gli effetti
brutali della batteria. Il successo del Modern Jazz Quartet fu immediato e confermato nel '54 dal primo posto
nella categoria dei piccoli complessi ottenuto nel referendum della rivista "Down Beat". La musica di questa
piccola formazione di "jazz da camera" piace a New York come in Europa. Sempre in smoking, come i musicisti
classici, tutti con la barba, i quattro componenti del MJQ traducono in suoni le idee di John Lewis. Non è be
bop, non è cool, è una formula originale, un jazz raffinato e swingante, che va dal blues più comune a Johann
Sebastian Bach, passando anche per l'interpretazione di standard come Ali The Things You Are, Yesterdays,
l'II Remember Aprii, Summertime, ricorrenti nella loro discografia. E il successo è grande. Nel '57 il gruppo è
invitato al Festival di Musica Contemporanea di Donaushingen, e sovente si esibisce in prestigiose sale da
concerto. Il suo repertorio si arricchisce anno dopo anno di pezzi nuovi di grande suggestione: Vendome, La
Roride ('52), Bag's Groove (il celebre blues di Jackson, anch'esso del '52), Django ('54), Concorde, Bluesology
('55), Foniessa ('56), The Golden Striker ('57), Skating In Central Park, Pyramid ('59), Piazza Navona ('62), The
Sheriff ('63), Concerto De Aranjuez ('64), Plastic Dreams ('71), per citare solamente i brani più noti, che furono
registrati inizialmente per la Prestige e quindi, dal '56, in prevalenza per la Atlantic. Tra gli anni '50 e i 70,
durante la prima, lunga fase del MJQ, i suoi componenti vantano anche una ricca attività esterna a quella del
gruppo. Jackson, ad esempio, forma numerosi complessi con i quali registra via via per la Savoy, la Atlantic, la
Impulse, la Riverside, la Limelight, la CTI: e realizza importanti summit discografici con Ray Charles ('57),
Coleman Hawkins ('58), John Coltrane ('59), Quincy Jones ('59), Wes Montgomery ('61). John Lewis lo
incontriamo come sideman di Lester Young in un disco Clef del '51. Nel '56 registra a fianco di Jim Hall, di Bill
Perkins, di Barry Galbraith e, a Parigi, di Sacha Distel: nello stesso anno accompagna Gillespie, Sonny Stitt e
Stan Getz nell'album Por Musicians Only. Tenta alcuni esperimenti originali, come scrivere per sezioni di corni
francesi, nel '59 e nel '60. In altri LP misura il suo talento con quelli di Paul Gonsalves, Eric Dolphy, Benny
Golson ('60), Bobby Jaspar ('62), Gary McFarland ('62), Svend Asmussen ('62), gli Swingle Singers ('66). Nel
'64, con l'aiuto del trombonista e arrangiatore Michael Zwerin interpreta in sestetto (con Dolphy, Thad Jones,
Jimmy Raney) alcuni temi dell'Opera da tre soldi di Kurt Weill. Attratto dalle suggestioni della cultura italiana da
un ritratto musicale dei personaggi della Commedia dell'Arte, Pierrot, Colombina, Arlecchino e Pulcinella. È
anche autore della musica del balletto Originai Sin, e lavora spesso per il cinema: scrive e suona la colonna
sonora di Sait on jamais di Vadim ('57), Odds Against Tomorrow di Robert Wise ('57), Una storia milanese di
Visconti ('62), e il tema di Skating In Central Park per Piccoli omicidi di Alan Arkin (71). Il desiderio profondo di
John Lewis di realizzare l'incontro tra jazz e musica classica lo induce a tentare esperimenti molto diversi,
audaci e sempre appassionanti. Ha cercato, utilizzando forme originali, di combinare l'improvvisazione e lo
swing con gli schemi tradizionali della musica occidentale. Solo un musicista raffinato, un uomo di gusto e di
cultura come John era in grado di giungere, senza commettere errori di misura, a questa fusione, che fu
designata col nome di "Third stream music". Nel 79, commentando questi tentativi, ha detto: «Volevo conferire
all'orchestra sinfonica le possibilità di cui dispongono le grandi formazioni di jazz... Volevo far suonare gli archi
come nel jazz... Non ci sono ancora riuscito». Nel 1958 Lewis registra al piano assieme all'orchestra sinfonica
di Stoccarda. L'anno seguente il Modern Jazz Quartet è accompagnato dal Beaux Arts String Quartet. Gunther
Schuller collabora con John Lewis all'elaborazione di Sketch e Conversation. Nel '60, con l'aiuto di Schuller e di
Werner Heider, il MJQ e una grande orchestra sinfonica registrano Concertino Por Jazz Quartet And Orchestra,
England's Carol, Divertimento, e un pezzo di Andre Hodeir: Around The Blues. Nel '62 John Lewis crea
l'Orchestra USA che riunisce 30 musicisti sotto la dirczione di Harold Faberman. Questa formazione darà
concerti alla Brooklyn Academy of Music e alla Carnegie Hall nel '63, '64 e '65. John Lewis sostiene
finanziariamente questi esperimenti che si risolvono in un fallimento sul piano commerciale. In occasione di
altre esibizioni del MJQ insieme ad un quartetto d'archi, Lewis interpreta brani di Bach e di Purcell. Questi
pezzi, tutti d'una grande serenità, non ebbero il successo sperato. Gli appassionati di jazz ritenevano superfluo
l'accompagnamento sinfonico e gli amanti della musica classica non erano sensibili all'accompagnamento
ritmico. Nel 1974 il Modern Jazz Quartet si scioglie: l'ultimo concerto ha luogo alla Avery Fish Hall di New York
il 25 novembre, poche settimane dopo l'uscita dell'album In Memoriam. Ha spiegato John Lewis:
«Cominciavamo a invecchiare ed eravamo continuamente in viaggio... I festival e le occasioni di suonare
durante l'estate si sono moltiplicati, e così addio vacanze. Era veramente insopportabile. L'ultimo anno abbiamo
fatto due tournées lunghissime in Giappone e in Australia. Quando si vuole avere un gruppo come il nostro,
sempre con gli stessi musicisti, bisogna stare attenti a questo genere di cose... Ventidue anni sono più che
sufficienti». Da allora Lewis continua a dirigere una scuola di jazz a Lennox, Massachusetts, dove insegna
improvvisazione e storia del jazz dopo la seconda guerra mondiale. Dirada la sua attività di musicista: diventa
professore al City College di New York e intanto trascorre lunghe vacanze sulla Costa Azzurra, limitandosi a
partecipare a festival di jazz come quello di Nizza, o a qualche incisione con jazzmen europei (soprattutto
Christian Escoudé) o solisti americani di passaggio in Europa. Realizza inoltre interessanti duetti pianistici con
Hank Jones, e si cimenta con successo nell'accompagnamento di cantanti, incidendo dischi di pregio con Helen
Merrill, nel 76, e, cinque anni dopo, con una sua antica pupilla, Nancy Harrow. Jackson principale responsabile,
in realtà, dello scioglimento del gruppo, perché insoddisfatto dei suoi proventi «Non mi pareva che la nostra
unione si giustificasse finanziariamente, dopo tutti questi anni» continua a registrare per la CTI di Creed Taylor,
puntando ad un successo commerciale che però non gli arride appieno, prima di passare alla Pablo di Norman
Granz e alla sua collaudata formula della jam session. E mentre Kay seguita ad essere il meno attivo,
individualmente, dei quattro, Heath si unisce ai fratelli Jimmy, sassofonista, e Albert, batterista, in un complesso
molto ascoltato sulla scena newyorkese.
Ma il sodalizio del Modern Jazz Quartet era destinato a prolungarsi oltre quei primi ventidue anni. Una tournée
giapponese di grande successo, nell' '81, ha posto le basi per un ritorno a tempo pieno nel circuito jazzistico
internazionale, suggellato nell' '84, in particolare, da un apprezzato album per la Paolo, Echoes, in cui il blues
gioca, con discrezione, il ruolo di leit motiv. E benché Jackson e Heath partecipino oggi più che in passato, con
il loro talento di compositori, alla creazione del repertorio del gruppo, John Lewis rimane la mente e la guida di
questo quartetto di straordinaria compattezza e longevità artistica. Qual è, in definitiva, il posto di Lewis nella
storia del jazz? Innanzitutto quello di uno dei più grandi pianisti del dopoguerra. Se non è stato come Monk o
Powell un rivoluzionario in anticipo sui tempi, John ha avuto un ruolo fondamentale nella genesi e
nell'evoluzione degli stili moderni. È stato uno dei principali creatori e la qualità del suo stile lo pone al livello dei
migliori solisti del suo tempo. In effetti egli è uno di quelli che hanno saputo esaltare meglio, con immaginazione
e buon gusto, le due qualità essenziali del jazz, lo swing e l'improvvisazione. Non solo, ma è il personaggio
centrale del Modern Jazz Quartet, cioè l'animatore di una delle più importanti piccole formazioni di jazz, la cui
originalità e personalità rimangono ineguagliate. La maggior parte della sua opera, spesso anche quando si è
lanciato in avventure sinfoniche, rispetta le grandi tradizioni dell'arte nero americana: magnificare il ritmo e
creare melodie nuove in tutta libertà. Il fatto che abbia cercato di utilizzare formule antiche, come la fuga, il
corale e il contrappunto, non ha mai oscurato in John Lewis la freschezza del pensiero e la novità
dell'invenzione. Uno dei migliori omaggi che gli siano stati fatti è quello del poeta, drammaturgo e critico nero
LeRoi Jones, nel suo libro "II popolo del blues", a proposito del cool jazz: «Tristano e Lewis si sono interessati
entrambi all'estensione delle forme e all'utilizzazione del contrappunto nel jazz, ma Lewis, pur nel tentativo di
applicare alle sue composizioni le regole formali della musica europea, è rimasto uno dei pianisti blues più
commoventi che siano mai esistiti».
Da parte di LeRoi Jones, intransigente cantore e custode della negritudine, si tratta di un complimento che situa
perfettamente John nella storia del jazz.
Diitascalie Foto
John Lewis, principale autore delle musiche e degli arrangiamenti del Modern Jazz Quarte!, è sempre in
posizione al pianoforte.
II Modern Jazz Quarte!, spesso abbreviato in MJQ, si costituì nel 1951 ed è stato certamente il complesso che
ha avuto vita più lunga nella storia del jazz. I componenti del piccolo gruppo: Percy Heath e Milton Jackson,
Connie Kay e John Lewis.
La serie di copertine di dischi prodotti documenta l'intensa attività dei componenti del MJQ anche con altre
formazioni; in particolare Milton Jackson suonò e incise con numerosi gruppi tra cui quelli di Dizzy Gillespie e
Thelonius Monk.
Un ruolo particolarmente congeniale a John Lewis è quello di accompagnatore. Il suo attento e stimolante
pianismo, l'espressione serena del volto, l'atteggiamento rassicurante e insieme incoraggiante ne fanno un
partner ideale, capace di imprimere omogeneità a ogni esecuzione.
Il Modern Jazz Quartet si è ricostituito nel 1981 per una tournée in Giappone, subito seguita da una serie di
concerti in tutta Europa. Una delle esibizioni più cruenti del gruppo a Umbria Jazz '85, avvenuta l'11 luglio al
Teatro Morlacchi di Perugia: al pianoforte Lewis, sempre con il suo compagno Milt Jackson al vibrafono, Connie
Kay alla batteria, Percy Heath al contrabbasso.
GUIDA ALL'ASCOLTO
MODERN JAZZ QUARTET!
di Bruno Schiozzi
CD LATO A
DJANGO
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Kenny Clarke (batt.). New York, 23.12.1954
È un omaggio di John Lewis a Django Reinhardt, il mitico chitarrista zingaro morto, all'epoca di questa registrazione, da poco più di un
anno.
THE QUEEN'S FANCY
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Kenny Clarke (batt.). 25.6.1953
Un garbato ricordo di John Lewis dell'incoronazione di Elisabetta II d'Inghilterra. Il jazz è comunque un modo di fare musica e, come
spesso accade, l'interpretazione prende il sopravvento sulla composizione o sugli assunti che ne hanno dettato la stesura.
DELAUNAY'S DILEMMA
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Kenny Clarke (batt.). New York, 25.6.1953
Un altro probabile omaggio di Lewis: questa volta è dedicato a uno dei più noti critici di jazz, il francese Charles Delaunay. L'esecuzione
esterna uno swing intensissimo, in assoluta pertinenza con la dedica.
SOFTLY AS IN A MORNING SUNRISE
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.). Hackensack, New Jersey, 2.7.1955
Un "classico" del repertorio del gruppo. E un ulteriore omaggio anche se il titolo (per altro non è una composizione di Lewis) non lo
illustra. La dedica questa volta è a Bach dal cui Offertorio il leader del M.J.Q. prende alcuni canoni per le parti iniziale e finale della sua
esecuzione.
CD LATO B
CONCORDE
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.). New York 2.7.1955
Un attestato dell'europeismo di John Lewis e del suo preciso approccio culturale. La Francia, e Parigi in particolare (come, del resto,
l'Italia e Venezia, Roma e Firenze in particolare) hanno da sempre siglato certe sue attenzioni. Da qui il titolo di questo delizioso tema (cui
altri seguiranno, quali Venderne, Milano, Versailles, A Morning In Paris, Venice, La Rande, Colombine, Pulcinella, Pierrot, Arlecchino,
Piazza Navona, Trieste). Connie Kay siede alla batteria al posto di Kenny Clarke che collaborò attivamente con Lewis alla fondazione del
M.J.Q. le cui ferree discipline espressive, però si sarebbero ritorte poi contro la sua esuberanza percussiva.
LA RONDE
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Kenny Clarke (batt.). New York, 22.12.1952
Un attestato del particolare approccio jazzistico di Lewis e della sua scorrevolezza di scrittore.
VENDOME
- John Lewis (p.), Milton Jackson (vibr.), Percy Heath (cb.), Kenny Clarke (batt.). New York, 22.12.1952
"Vendome è un tema che mi è particolarmente caro. Lo scrissi proprio in Francia e penso di essere riuscito a evocare le sensazioni che la
vista di questo stupendo angolo di mondo hanno provocato in me. Le stesse sensazioni sono state provocate anche nei miei partners. La
nostra performance lo conferma".
DISCOGRAFIA ESSENZIALE
a cura di Giacomo Battistella
*DJANGO*
- PRESTIGE LP 7057 * The Queen's Fancy/Delaunay's Dilemma/ Autumn In New York/Bui Not For Me//'// Remember Aprii /Django/ One Bass Hit/
Milano/La Ponete Suite I-IV John Lewis (p.), Milt Jackson (vib.), Percy Heath(cb.), Kenny Clarke(batt.), 1953/1955 *Edizione attuale: "FIRST
RECORDINGS!" - PRESTIGE PR 7749 (Usa)
*CONCORDE*
- PRESTIGE LP 7005* Ralph's New Blues/Ali Of You/l'll Remember Aprii/George Gershwin Medley/Con-corde/Softly As In A Morning Sunrise John
Lewis (p.), Milt Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 2.7.55 *Edizione attuale: ORIGINAL JAZZ CLAS-SIC OJC 002 (Usa)
*FONTESSA*
- ATLANTIC SD 1231 * Versailles/Angel Eyes/Fontessa/Wìllow Weep For Me/Woody'n You/Over The Rainbow/B/uesology John Lewis (p.), Milt
Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 22.1.56-14.2.56 *Edizione attuale: ATLANTIC 1231(Usa)
*ONE NEVER KNOWS*
- ATLANTIC SD 1284* The Golden Striker/One Never Knows/The Rose Truc/Cortege/Vertice/Three Windows John Lewis (p.), Milt Jackson (vib.),
Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 23.8.57 "Edizione attuale: ATLANTIC 1284 (Usa)
*PYRAMID*
- ATLANTIC SD 1325" Django/Roma/ne/Pyramid/lt Don't Mean A Thing/ Venderne/How High The Moon John Lewis (p.), Milt Jackson (vib.), Percy
Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 1959/60 *Edizione attuale: Atlantic 1325 (Usa)
*LONELY WOMAN*
- ATLANTIC SD 1381 "New York 19/Trieste/Lonely Woman/AniTnal Dance/Belkis/Why Are You Blue/Fugato/Lamb, Leopard John Lewis (p.), Milt
Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 25-29.1.62/ 2.2.62 *Edizione attuale: WARNER PIONEER P 7547 (Giappone)
*COLLABORATION*
- ATLANTIC SD 1429' Silver/ Trieste /Valerla/Fugue In A Minore One Note Samba /Foi A Saudade/Concerto De Aranjues
John Lewis (p.), Milt Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), Laurindo Almeida(chit), 7.64 *Edizione attuale: ATLANTIC 1429 (Usa)
*THE LEGENDARY PROFILE*
- ATLANTIC SD1623* The Legendary Profile/Valeria/Misty Roses/The Martyr/What Now My Love/Romance
John Lewis (p.), Milt Jackson (vib.), Percy Heath (cb.), Connie Kay (batt.), 1972 *Edizione attuale: ATLANTIC 1623 (Usa)
- Da www.feykissmvheaven.altervista.org By Martina V.
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