il roleplaying come metodo….

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il roleplaying come metodo….
Il role playing come metodo di animazione pedagogica
Fonte: S. Capranico, Role playing. Manuale ad uso di formatori ed insegnanti, R. Cortina,
Milano, 1997, pp.38-39
Il role playing può essere utilizzato come metodo di animazione pedagogica,
con lo scopo di vivacizzare l’insegnamento.
Un caso è quello dell’apprendimento delle lingue. Invece di chiedere agli allievi
di imparare liste di nomi o regole, l’insegnante può invitarli a recitare semplici
scenette, di pochi minuti all’inizio, poi di durata superiore. Ecco alcuni esempi:
“Entrare in un bar e ordinate una consumazione al tavolo. Chiedete
informazioni stradali. Simulato un ritorno da scuola durante il quale raccontate
che cosa è successo. Fate vedere a un amico che cosa avete messo in valigia
per il viaggio che state per fare”.
Si tratta di piccoli sketch a più personaggi, all’interno di un contesto che ha
senso per l’allievo: si recitano frammenti di vita, facendo magari anche gesti,
muovendosi nella stanza ed entrando in situazioni che hanno maggiore
rapporto con la consuetudine quotidiana.
Altro caso può essere l’utilizzo del role playing per l’insegnamento della storia:
recitare un dialogo tra Cesare e Ottaviano, o rappresentare una riunione degli
accordi di Yalta, o la congiura dei Pazzi o altro ancora. I soggetti più diversi
possono prestarsi a brevi sketch durante i quali gli allievi interpretano
personaggi storici dei quali hanno studiato sia i tratti di carattere sia il ruolo e
le decisioni.
Utilizzando il role playing come metodo di animazione pedagogica la memoria
si coniuga con aspetti di creatività e identificazioni, e viene attivata anche la
memoria motoria ed affettiva. Il role playing consente di vitalizzare o
rivitalizzare l’aula. Consente di muoversi, di spostarsi dal proprio posto, di
vivere, agire, impegnarsi. L’insegnante stesso può lasciare la cattedra e
divenire
animatore
di
un
apprendimento
circolare.
L’uso
della
drammatizzazione sarà in ogni caso un modo per arricchire l’ordine tradizionale
del rapporto tra insegnanti e allievi, tra materia da apprendere e discenti,
immettendo nella scena, emozioni e movimento.
La fantasia di chi insegna consente di estendere a quasi tutte le materie l’uso
del metodo. Un role playing può essere un dialogo tra gli dei dell’Olimpo, una
riunione dopo la battaglia dell’Iliade, un’intervista immaginaria a Ugo Foscolo o
un dialogo tra Renzo e Lucia e così via.
Come negli altri tipi di role playing è centrale il ruolo di chi dirige. Costui può
decidere di dare le consegne e poi appartarsi e osservare oppure di condurre
attivamente il gioco utilizzando varie tecniche e avvalendosi dell’aiuto di uno o
più assistenti. All’interno di questo specifico utilizzo, il role playing può essere
integrato con altre tecniche come la ricerca, il lavoro di gruppo, il metodo dei
casi e così via.
Il role playing come metodo di attivazione pedagogica ha poi due effetti indotti
che è bene non sottovalutare. Un primo effetto da raccogliere e da sottolineare
attraverso commenti e osservazioni è quello della maturazione sociale degli
allievi: viene attivata l’abilità di lavorare con gli altri, la capacità di ascoltare
con intenzionalità; è infine possibile imparare nei fatti come sempre i giudizi
siano relativi e collocabili a diversi livelli. Altro effetto importante è dovuto
all’esercizio del pensiero critico e della riflessione, che vengono attivati e
divengono essenziali nella fase dei commenti collettivi al gioco, quando gli
osservatori commentano insieme il gioco appena terminato. (…)