Fernand Léger
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Fernand Léger Il circo 1950 / 63 tavole a colori FERNAND LÉGER Argentan, 1881 - Gif-sur-Yvett, 1955 Figlio di contadini normanni, nel 1900 si trasferì a Parigi, dove lavorò in uno studio di architettura e studiò alla Scuola di arti decorative. L’evoluzione del suo stile risentì del vivace clima artistico parigino del periodo: si ispirò dapprima a Paul Cézanne, poi ai fauves, infine, dopo aver conosciuto Georges Braque e Pablo Picasso, si avvicinò al cubismo. La sua rilettura del cubismo è caratterizzata dal particolare ritmo delle linee e delle superfici colorate, libere dagli elementi figurativi e dallo spazio del dipinto, che cessa di essere lo specchio della realtà per arrivare ad una propria dimensione autonoma. La verosimiglianza non è più il criterio fondamentale, l’artista colloca liberamente le forme e i colori secondo la propria sensibilità interiore. In seguito alla partecipazione alla Grande Guerra l’artista si trasforma in un costruttore particolare, il cui obiettivo non è di realizzare un “motore che funzioni”, ma che obbedisca a leggi plastiche ed estetiche. In questa concezione riecheggia uno dei capisaldi del futurismo, secondo cui la nuova arte doveva sostituire la poetica del soggetto e dell’introspezione decadente con la nuova filosofia dell’oggetto, esaltandone l’energia e il dinamismo. Alla fine della guerra, Léger si occupò di pittura, composizioni murali, arazzi, mosaici, sculture, ceramiche; collaborò a scenografie e a costumi di spettacoli teatrali. In questo periodo la semplificazione delle forme giunge alle sue estreme conseguenze: esse perdono ogni riferimento con la realtà esterna e si trasformano in spazi uniformemente colorati e illuminati da una luce piena. Il risultato è di un rigoroso ascetismo, in cui gli oggetti perdono consistenza materiale per ridursi alla loro funzione simbolica. Così i personaggi sono del tutto privi di individualità e di espressione, trasformati in emblemi, come aveva fatto, secoli prima, l’arte bizantina. Nel secondo dopoguerra Léger si dedicò ai cicli intitolati I costruttori e Il circo. Morì a Gif-sur-Yvette il 17 agosto 1955. Il circo 1950 / 63 tavole Il Circo rappresenta il capolavoro grafico di Léger ed è composto da un compendio di litografie a colori ed in bianco e nero, tra illustrazioni e testi scritti a mano, eseguiti al recto e al verso di ciascun foglio a piena e doppia pagina. Essendo stato concepito e strutturato sotto forma di libro alcune serigrafie sono stampate al verso di altre e quindi l’incorniciatura double-face rende necessaria un’esposizione particolare. In generale i temi privilegiati di Léger sono il circo e la campagna; da questi capisaldi tematici l’artista estrapola i principi della sua arte e della sua vita. Egli paragona la vita eccitante del ciclista nella campagna (egli stesso) a quella dell’acrobata e descrive la bellezza del principio della curva nella natura, le macchine e il loro fascino nella vita. Per Léger ciò che più rappresenta la forma curva è proprio la struttura rotonda del circo, che viene preso come riferimento per esprimere le personali considerazioni sulla vita. Con questa serie Léger sembra voler invitare le persone a frequentare lo spettacolo del circo: “andate al circo, lasciate i vostri rettangoli, le vostre finestre geometriche e sarete nella terra dei cerchi in azione Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 SCHEDA TECNICA TECNICA: serigrafia a colori e in bianco e nero ANNO ESECUZIONE: 1950 MISURE FOGLIO: cm 42x32 EDIZIONE: 300 esemplari pubblicati da Tériade e stampati da Mourlot a Parigi nel 1950. Esemplare 120/300. Firma sulla pagina di giustificazione. NOTE: 50 tavole in 29 cornici la serie è firmata da Léger sulla pagina della giustificazione Fernand Léger Les Illuminations 1950 / 15 tavole a colori FERNAND LÉGER Argentan, 1881 - Gif-sur-Yvett, 1955 Figlio di contadini normanni, nel 1900 si trasferì a Parigi, dove lavorò in uno studio di architettura e studiò alla Scuola di arti decorative. L’evoluzione del suo stile risentì del vivace clima artistico parigino del periodo: si ispirò dapprima a Paul Cézanne, poi ai fauves, infine, dopo aver conosciuto Georges Braque e Pablo Picasso, si avvicinò al cubismo. La sua rilettura del cubismo è caratterizzata dal particolare ritmo delle linee e delle superfici colorate, libere dagli elementi figurativi e dallo spazio del dipinto, che cessa di essere lo specchio della realtà per arrivare ad una propria dimensione autonoma. La verosimiglianza non è più il criterio fondamentale, l’artista colloca liberamente le forme e i colori secondo la propria sensibilità interiore. In seguito alla partecipazione alla Grande Guerra l’artista si trasforma in un costruttore particolare, il cui obiettivo non è di realizzare un “motore che funzioni”, ma che obbedisca a leggi plastiche ed estetiche. In questa concezione riecheggia uno dei capisaldi del futurismo, secondo cui la nuova arte doveva sostituire la poetica del soggetto e dell’introspezione decadente con la nuova filosofia dell’oggetto, esaltandone l’energia e il dinamismo. Alla fine della guerra, Léger si occupò di pittura, composizioni murali, arazzi, mosaici, sculture, ceramiche; collaborò a scenografie e a costumi di spettacoli teatrali. In questo periodo la semplificazione delle forme giunge alle sue estreme conseguenze: esse perdono ogni riferimento con la realtà esterna e si trasformano in spazi uniformemente colorati e illuminati da una luce piena. Il risultato è di un rigoroso ascetismo, in cui gli oggetti perdono consistenza materiale per ridursi alla loro funzione simbolica. Così i personaggi sono del tutto privi di individualità e di espressione, trasformati in emblemi, come aveva fatto, secoli prima, l’arte bizantina. Nel secondo dopoguerra Léger si dedicò ai cicli intitolati I costruttori e Il circo. Morì a Gif-sur-Yvette il 17 agosto 1955. Les Illumminations 1950 / 15 tavole (serie doppia) Les Illuminations sono delle splendide opere grafiche tratte dall’omonima raccolta di poesie di Rimbaud che Lèger decise di illustrare a partire dal 1947, grazie al sodalizio con l’editore svizzero Grosclaude. La resa iconografica di queste tavole ci immerge con passione nell’opera letteraria perfettamente armonizzata alle immagini. Metà delle illustrazioni è parte integrante del testo scritto, svolgendo una funzione complementare; le rimanenti sono invece intrepretazioni libere e dunque meno legate al contenuto dei versi. Gli unici esempi, nei quali si vede come Léger attinga al personale patrimonio iconografico, si hanno nel volto della litografia Fêtes de la faim, nel vivace conglomerato di Après le déluge, nel paesaggio di Ville I e nelle costruzioni stradali di Métropolitain. L’edizione definitiva dell’opera illustrata di Rimbaud fu pubblicata nel 1949, con la prefazione di Henry Miller, al quale lo stesso Léger chiese direttamente di redigerla. Da un punto di vista tecnico, Léger ricorse alla gouache a mano libera, e proprio per questo si ebbero delle lievi variazioni di colore tra una stampa e l’altra dovute alla percentuale di acqua utilizzata per sciogliere il colore. L’opera è composta da 15 litografie, fu stampata da Roth & Sauter e pubblicata nel 1949 a Losanna da Grosclaude in un’edizione di 375 esemplari. Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 SCHEDA TECNICA Serie doppia: 1 b/n - 1 a colori TECNICA: litografia a colori ANNO: 1949 MISURE foglio: cm 34x25 EDIZIONE: 375 esemplari stampati da Roth & Sauter e pubblicati da Grosclaude a Losanna NOTE: la serie è firmata dall’artista sulla giustificazione