121212 scheda Decathlon Italia per MuMMIA

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121212 scheda Decathlon Italia per MuMMIA
Decathlon Italia
In Italia, Decathlon è presente con circa 80 negozi, 3 depositi logistici e 2 uffici di produzione
con circa 6.000 dipendenti e continue nuove aperture su tutto il territorio nazionale,
soprattutto a nord e centro Italia.
La prima presenza in Italia è del 1991 con l'apertura dell'ufficio di produzione di Desio legato
alla fornitura di componenti per il ciclismo; nel 1993 apre il primo negozio italiano in provincia
di Milano e nel 1994 il secondo ufficio di produzione di Padova, che segue il settore
calzaturificio.
Da allora lo sviluppo è stato continuo nell'apertura di punti vendita e nella gestione logistica: i
depositi sono a Milano, Bologna e Caserta.
La metà dei negozi italiani ha aperto negli ultimi 5 anni e molti negli ultimi due anni.
In Italia è l'azienda è presente anche con il marchio Koodza con 4 negozi nel nord Italia, che
inaugura il format dell'hard discount di prossimità anche per lo sport.
Il valore della produzione del retail si è attestato nel 2011 a 867 milioni di euro, in crescita del
10% rispetto ai 788 milioni del 2010. L’EBIT consolidato si è attestato a 45,6 milioni, in
decremento del 16% rispetto al 2010. L’utile d’esercizio pari a 26,6 milioni di euro porta il
patrimonio netto a 48,7 milioni. A livello internazionale, la Rete Oxylane ha registrato un
volume d’affari senza Imposta sul Valore Aggiunto pari a 6,506 miliardi di euro, in crescita del
8,8% rispetto al 2011 (contro un 9,9% nel 2012).
Decathlon ha tutte le caratteristiche sostanziali dell'azienda multisettoriale e multinazionale
di cui parliamo. Il successo di Decathlon nasce dall'idea di rendere democratico lo sport,
distribuendo a più persone possibili, al prezzo più basso possibile tutto l'occorrente per lo
sport. Per ottenere questo risultato vengono ideati e sviluppati in proprio prodotti sportivi
concorrenziali sia per marchio sia per componenti: Decathlon è anche un'azienda che idea e
sviluppa prodotti. Non solo prodotti finiti, ma anche componenti di prodotti.
In questo modo ha creato autonomamente una filiera tutta interna dalla progettazione alla
vendita di articoli sportivi attraverso marchi propri (le 20 marche passione per “disciplina”
sportiva, per esempio: Quechua, Tribord, Wed'ze, Domyos, Kipsta, Nabaiji, Artengo, Kalenji,
Solognac, B'twin, Newfeeel, Carpelan, Oxelo, Inesis, Fouganza, Aptonia, etc), ma anche
attraverso componenti brevettati in proprio (Equarea, Stratermic, Novadry): operazioni che
hanno permesso l'abbattimento dei costi rispetto ai concorrenti. Ogni marchio oggi è
un'azienda autonoma del gruppo Oxylane con cui è stato riorganizzato l'assetto aziendale nel
2008 e fornisce in esclusiva per la distribuzione ai negozi Decathlon e Koodza. Il gruppo ha
anche acquisito marchi storici della produzione di attrezzatura sportiva come Simond per
l'arrampicata e l'alpinismo.
L'altra grande forma di vendita in via di sviluppo è quella on line, al momento gestita dai
depositi logistici che forniscono anche i negozi.
In Italia la portata della progettazione e produzione è limitata rispetto alla situazione francese,
per esempio, dal momento che nel nostro paese Decathlon innanzitutto distribuisce prodotti
sportivi con negozi di almeno 2.000 metri quadri e con l'organizzazione del lavoro tipica della
Grande Distribuzione Organizzata; in secondo luogo rifornisce i propri negozi con depositi
nazionali di logistica che raggiungono tutto il paese; coordina e commissiona prodotti e servizi
da miriadi di aziende esterne, soprattutto per la produzione; infine nella sede centrale di
Lissone sono riuniti gli uffici di gestione e direzione.
Per quanto riguarda la produzione in Italia si producono molti prodotti (bici bimbo, telai alta
gamma bici da corsa, mountain bike uomo primo prezzo; sci uomo, donna e bambini;
racchette da sci, borracce, componenti per bici, kit sub, boe, sacche di nylon, pinne; maschere
sub e occhiali da sole; calze, cappelli, abbigliamento per ciclismo, costumi da bagno e sviluppo
di tessuti tecnici), gestiti dall’ufficio di Desio (MB) tramite terzisti e fornitori localizzati in Italia
e in Europa. A Padova, l’altro ufficio di produzione italiano, viene invece seguito il settore
CALZATURA (scarponcini da trekking, scarponi da snow board, calzatura per il tempo libero).
Dal momento che la produzione viene gestita in esterno rispetto all'azienda madre, sotto
l'aspetto formale Decathlon Italia non è multisettoriale in senso stretto: non esistono
dipendenti Decathlon Italia che non siano omologati alla struttura della distribuzione, anzi
sembra che l'omologazione sia una precisa preferenza aziendale.
In Decathlon Italia esistono solo dipendenti a cui si applica il Contratto Collettivo del
Commercio, con figure e mansioni che vanno dal quadro con cui sono previsti i direttori di
negozio o di deposito al VI livello per gli apprendisti addetti alla vendita, passando per i
responsabili di reparto e tutte le altre figure impiegatizie possibili. Le mansioni sono pochissime
e per lo più promiscue; tutti i venditori, venditrici e cassiere sono part time dall'assunzione e
tutti i dipendenti come primo contatto con l'azienda hanno avuto un contratto precario (a
tempo determinato per le stagioni di picco, a chiamata per un periodo poco più lungo) che poi
è evoluto in un apprendistato o un inserimento (contratti a termine di durata di almeno 18
mesi che presuppongono formazione da parte dell'azienda) e infine in un contratto a tempo
indeterminato.
Le “volontà aziendali” e l'atteggiamento di Decathlon Italia.
La mia esperienza come delegata sindacale in Decathlon Italia è iniziata nel 2008 e sono stata
la prima delegata di un negozio che l'azienda avesse mai visto... Solo il deposito milanese
aveva avuto- ed ha ancora- presenza sindacale prima. Questo dice molto del “popolo” di
Decathlon: studenti universitari massimo 25enni con contratti a tempo determinato di vario
tipo, che possano cambiare presto lavoro e lasciare posto ad altri ragazzi ancora più giovani e
disinformati! E nonostante questo sono ormai molti anche quelli che restano e che si
organizzano e infatti eccomi qui...
La mia azienda è ostile in modo esplicito a ogni forma di partecipazione organizzata dei
lavoratori; odia il sindacato e per anni ha provato a chiudere gli occhi davanti all'interlocutore
sindacale su tutti i livelli (nazionale e locale). Ha anche provato il sorpasso sullo stile
Marchionne, provando a non riconoscere i delegati della mia organizzazione in uno dei negozi
milanesi.
A differenza di quanto si dice di altre aziende della famiglia Mulliez, non esistono sindacati
preferiti dall'azienda rispetto ad altri o forme di sindacato giallo, aziendale.
Posso dire comunque che Decathlon Italia odia il sindacato perché è stata condannata dalla
magistratura italiana, nel luglio di quest'anno, per condotta antisindacale: un reato vero e
proprio introdotto da una delle leggi fondamentali per la tutela dei lavoratori nel nostro paese,
lo statuto dei lavoratori del 1970.
L'atteggiamento di Decathlon Italia e dei suoi dirigenti è settario, parla in codice e riferisce di
“volontà aziendale” quasi divina: nel lessico tutto “decathloniano”, tutto importato dalla casa
francese, impossibile da comprendere da un esterno.
È giovanilista: sportivo e giovane vengono intesi come un termine unico e inscindibile; l'età
massima per il primo contatto è di 25 anni, sia per il venditore sia per il responsabile di
reparto, dopo di che le possibilità di essere assunti è inesistente; lo sportivo in negozio non sta
mai fermo, non si siede, non deve dare l'idea di essere stanco...
I rapporti tra dipendenti e superiori è superficialmente amichevole e informale nei modi: tutti
possono darsi del tu e parlare direttamente dei propri problemi con i direttori, che pensano al
bene dei loro venditori- sottoposti come in una tradizionale azienda paternalista, ma piuttosto
che un padre con i propri figli, è più diffusa la metafora sportiva della squadra dell'allenatore.
Le concessioni unilaterali sono abbastanza diffuse (premi mensili e premi straordinari a totale
discrezione, benefits di vario tipo e convenzioni sono l'unica contrattazione che Decathlon Italia
conosce) e la forma preferita di trattativa dell'azienda con i lavoratori è quella individuale.
Decathlon Italia mostra un lato autoritario, a dispetto della mission scoperta di democratizzare
lo sport, nel rifiuto di ogni relazione sindacale e si connota come un'azienda fortemente
maschilista, in cui i ruoli di direzione sono appannaggio degli uomini, così come banalmente la
maggior parte dei responsabili nei negozi. Ovviamente le mansioni di base invece, per studenti
part time sono invece solo per donne.
Perché il CAE non interessa Decathlon Italia.
Molti degli aspetti che ho descritto sull'atteggiamento aziendale sono la causa del disinteresse
ideologico e sostanziale dell'azienda per la partecipazione dei suoi dipendenti, attraverso
qualsiasi forma, sia essa nazionale o sovranazionale. In Italia probabilmente la situazione
sindacale è più arretrata rispetto al paese natale dell'azienda e alla Spagna, ma il fatto che
indipendentemente dalla partecipazione italiana, il CAE comunque non sia stato fondato, mi fa
pensare di aver ragione.

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