a cura di AST Farm

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a cura di AST Farm
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Un nuovo
amico a scuola
(
Unendo la sua
esperienza
ventennale di
educatrice cinofila
con la professione di
insegnante in una
scuola d’infanzia,
Marina Voltan ha
messo a punto per il
settore pubblica
istruzione del
comune di Venezia
un progetto che
prevede l’inserimento
del cane nell’ambiente scolastico al fine
di creare un nuovo
tipo di relazione con
il bambino.
Una bellissima
iniziativa che vede
protagoniste due
razze molto discusse,
american pit bull
terrier e american
staffordshire terrier.
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a cura di AST Farm
T
orniamo a parlare di
Marina Voltan, dopo averla
conosciuta come addestratrice ed educatrice cinofila e,
con questo scritto, andiamo a
scoprirla anche nelle vesti di
insegnante di scuola dell’infanzia.
Mettendo a frutto la sua ventennale esperienza come istruttore cinofilo ed insegnate di
scuola, Marina ha elaborato per
il settore pubblica istruzione del
comune di Venezia un progetto
che prevede l’inserimento del
cane nell’ambiente scolastico al
fine di creare un nuovo tipo di
relazione con il bambino (la
relazione con il cane per l’appunto) stimolando curiosità e
rendendo possibile contatti e
comunicazioni non convenzionali in cui il bambino acquisisce
consapevolezza e responsabilità
fino all’obbiettivo di “prendersi
cura del cane”.
Vediamo ora, nel particolare, in
che cosa consiste il progetto “Un
Amico Diverso A Scuola”:
Soggetti interessati:
- bambini diversamente abili,
per i quali viene elaborato un
piano di lavoro personalizzato,
- tutti i bambini normodotati,
- insegnante psicopedagogista,
- insegnante di ruolo,
- unità cinofile composte da
conduttore e cane.
Obiettivi:
- educazione al rapporto con il
cane,
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-
fornire un compagno diverso dall’usuale,
stimolare l’attenzione,
stabilire un contatto visivo e tattile,
creare interazione dal punto di vista comunicativo ed emozionale,
- favorire il rilassamento,
- controllare le pulsioni,
- aumento dell’autostima,
- diminuire lo stress ed il senso di inadeguatezza
nel confronto con gli altri.
Attività:
- tre incontri di conoscenza dei cani da parte di
tutti i bambini della scuola,
- presentazione del progetto ai genitori con l’ausilio di documentazione fotografica,
- distribuzione ad ogni bambino di un libro da
colorare intitolato “Consigli a quattro zampe
per diventare amici”, distribuito dal Ministero
della Salute,
- il piano di lavoro personalizzato suddiviso in tre
fasi:
- prima fase composta da tre incontri che saranno
finalizzati all’accettazione, all’approccio, ai
primi contatti ed alla conoscenza da parte dei
bambini del nuovo amico,
- seconda fase di tre incontri successivi in cui il
bambino intratterrà una relazione con il cane,
durante la quale inizierà ad interagire attivamente con il suo nuovo amico,
- terza fase in cui il bambino porterà il suo nuovo
amico in classe per conoscere il gruppo di classe
facendo partecipare attivamente tutti i suoi
compagni ad un gioco. In questa fase il bambino diversamente abile sarà al centro dell’attenzione del gruppo sentendosi responsabilizzato e
importante.
- al termine del percorso tutti i bambini assisteranno ad una dimostrazione cinofila con l’intento
di far capire loro che anche il cane va a scuola
per imparare,
- come chiusura del progetto verrà organizzata
una ulteriore dimostrazione cinofila in occasiocanidapresa 53
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ne della mostra dei lavori di fine anno della
scuola.
Metodologia:
-il progetto fonda le sue basi sul metodo della Pet
Therapy che svolta nella scuola prende il nome
di E.A.A. (Educazione Assistita da Animali) e sull’educazione cinofila applicata alla nuova psicologia canina.
Tutto ha inizio durante un collegio docenti dove
Marina spiega ai colleghi come i cani, accompagnati ed assistiti da preparati conduttori possono
operare nel sociale con eccellenti risultati.
Successivi a questo primo collegio ne sono seguiti
altri per approfondire le tematiche in questione e
rispondere alle tante domande poste da colleghi,
dirigenti scolastici e genitori; alla fine, la competenza di Marina convince tutti ed il progetto viene
ufficialmente approvato (uno dei pochissimi in
Italia) e muove i primi passi.
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“Il primo obbiettivo – spiega Marina Voltan - era
quello di instaurare un rappoprto cane-bambino e
gettare le basi per un’educazione cinofila. E’ nata
cosi l'idea di organizzare un progetto dedicato
all'insegnamento delle basi che regolano la relazione bambino-cane. E’ proprio l’incapacità di
instaurare un rapporto corretto con il cane che da
origine ai numerosi incidenti in cui sono spesso vittime i bambini; bisogna quindi migliorare la loro
conoscenza dell'animale, del suo comportamento
e della sua comunicazione; bisogna valorizzare la
relazione bambino-animale, insegnando agli stessi il giusto approccio, facendo loro imparare l'interpretazione dei segnali inviati, le metodiche di
relazione, le precauzioni da seguire e offrire dei
percorsi educativi per conoscere gli animali con cui
ci si deve relazionare. Il bambino deve imparare
come si gestisce un animale domenstico, come
accudirlo, alimentarlo, rispondere ai suoi bisogni e
preservare la sua salute; oltre a ciò il bambino
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deve essere educato a rispettare gli animali tutti e
l'ambiente che lo circonda.
E' stato constatato che la relazione tra uomo e
animale, a qualunque età, induce e alimenta sicurezza e fiducia in sè stessi. Attraverso questo rapporto anche i bambini in difficoltà, si sentiranno
valorizzati, sviluppando un maggiore autocontrollo. Il cane aiuta gli adulti (psicologo, terapeuta,
insegnante) a scoprire le problematiche del bambino ma anche le sue capacità; può anche essere
usato per stimolare le capacità fisiche, scoprire le
capacità nascoste o poco manifeste, aiutare il
bambino con disturbi comportamentali, arricchire
le conoscenze sullo sviluppo del bambino stesso.
Gli animali inseriti nella scuola – prosegue Marina
Voltan- possono essere d'ausilio per risolvere
molte problematiche, possono migliorare le capacità espressive di bambini con scarsa comunicatività, stimolare e aiutare i bambini autistici, i bambini diversamente abili o svantaggiati perchè cresciuti in situazioni socio-economiche problematiche o semplicemente bambini che stanno attravercanidapresa 55
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sando un momento di instabilità famigliare. E'
risaputo che nei bambini con particolari problematiche il contatto con il cane può aiutare a soddisfare alcuni bisogni di tipo affettivo, di sicurezza, di relazione e anche il recupero di alcune abilità che questi possono aver perduto.
Venendo a conoscenza dei segnali che manda il
cane, il bambino imparerà a rapportarsi con esso,
si è quindi cercato di finalizzare il divertimento
proprio del rapporto cane-bambino, all'apprendimento dei principi basilari della cultura cinofila a
tutto tondo.
Il progetto è stato illiustrato ai genitori attraverso
il P.O.F. (Piano di Offerta Formativa) con l'ausilio di
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filmati e diapositive.
Era evidente che quando si parlava di animali, l'interesse dei bambini era alto, i discorsi di quest'ultimi raggiungevano toni appassionati e pieni di
emozioni; soprattutto questo, ci ha fatto prendere la decisione di portare i cani a scuola.
Nella scuola dell'infanzia la presenza del cane aiuterà il bambino a formarsi a livello sociale, scoprendo, attraverso il contatto con l'animale, di
essere capace di prendersi cura di qualcuno, di
comunicare, di affezionarsi, di avere rispetto degli
altri e di acquisire senso di responsabilità.
Nel nostro progetto, il cane agisce come soggetto
attivo, tra lui ed il bambino avviene uno scambio
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reciproco di emozioni e di stimoli che causano
cambiamenti ed effetti positivi per entrambi. Il
cane costituisce uno stimolo nuovo alla curiosità
del bambino rendendo possibile il contatto e una
comunicazione NON CONVENZIONALE. La comunicazione tra cane e bambino non fa ricorso al linguaggio e, nelle sue varie forme, sortisce un effetto calmante, stimolando l'autocontrollo e favorendo il rilassamento. Andremo così a soddisfare il
bisogno del bambino di una relazione interpersonale e affettiva creando la condizione base per un
buon equilibrio psico-fisico.
I cani, inoltre, saranno buoni compagni di divertimento, partecipando ai giochi di gruppo nello
spazio ricreativo della scuola sempre e comunque
sotto il controllo dei rispettivi conduttori e la
supervisione dell'istruttore cinofilo e degli insegnanti.
E' stato spiegato ai bambini – conclude Marina
Voltan - che non tutti i cani sono come quelli che
hanno partecipato al progetto, cercando di far
arrivare un importante messaggio: i cani sono lo
specchio dei proprietari, non conta la razza nè la
taglia, ma l'educazione che hanno ricevuto."
Qual è metodo che ha/avete usato per addestrare i cani utilizzati in questo progetto?
“Il metodo da noi utilizzato è il metodo naturale,
si tratta di sfruttare ciò che il cane sa fare in modo
naturale, posizioni, posture, atteggiamenti che
mette in pratica nel momento da noi desiderato.
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Non vengono usate coercizioni di nessun tipo per
nessun motivo ma solo il rinforzo positivo (bocconcino e gioco) all'azione che noi abbiamo chiesto al cane di eseguire”.
Chi ha collaborato a questo progetto?
“L'insegnante psicopedagogista, gli insegnanti di
ruolo, l'istruttore cinofilo, le unità cinofile (conduttori e cani) ed i veterinari che hanno attestato
il perfetto stato di salute dei cani utilizzati”.
Com'è stato accolto il progetto dai genitori?
“Il progetto è stato inserito nel P.O.F. e presentato
ai genitori durante l'assemblea generale di inizio
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dell'anno scolastico. Relatori sono stati la sottoscritta e l'insegnante psicopedagogista. Abbiamo
spiegato gli obiettivi attraverso una relazione,
numerose foto e qualche video. Il progetto è stato
oggetto di un interessante dibattito, conclusosi
con i complimenti da parte di tutta l'assemblea
per la preparazione e l'iniziativa che va ad istruire
i bambini su come rapportarsi, relazionare e
rispettare l'animale, in questo caso il nuovo amico
diverso: il cane”.
Come hanno reagito i bambini?
“Sono molto contenti di relazionarsi con il nuovo
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amico e fanno un sacco di domande su come vive
il cane, cosa mangia, se va anche lui a scuola, ecc.
insomma si sono talmente affezionati che nel
calendario di classe hanno segnato l'evento (l'arrivo dei cani a scuola ogni lunedi)”.
Da dove è scaturita la scelta di utilizzare american
staffordshire terrier e american pit bull terrier?
(razze per le quali Marina ha un debole particolare, essendo le razze che lei personalmente possiede e utilizza nel lavoro. n.d.a.)
“Volevamo dimostrare che non ci sono razze pericolose, se un cane è educato e socializzato può
essere utile all'uomo anche se si tratta di un pit
bull o di un amstaf. I cani sono lo specchio dei proprietari, non conta la razza nè la taglia, ma l'educazione che hanno ricevuto”.
Ha da poco fondato, assieme ad altri appassionati cinofili, l'associazione "I Guardiani dell'Arca",
quali sono gli scopi che vi prefiggete?
“La nostra associazione e centro cinofilo opera
nell'intento di addestrare e preparare i cani per
utilizzi nel sociale come la Pet Therapy e la formazione di unità cinofile per il soccorso in acqua
autorizzate dalla Protezione Civile” (Marina
Voltan ha un esperienza ventennale come addestratore riconosciuto E.N.C.I. ed è stata la prima a
portare un amstaff/pitbull, razza geneticamente
non predisposta, al brevetto di salvataggio in
acqua).
Il cane considera la sua mansione come un lavoro
o come un gioco?
“Il cane non ha la capacità di fare una distinzione
tra gioco e lavoro, questo lo fa l'uomo perchè possiede la ragione. Per il cane tutte le attività che
andremo a proporgli, che sia ricerca in superficie o
ricerca su macerie, salvataggio in acqua o pet therapy, tutto ciò verrà considerato come un gioco e lo
farà per compiacere il conduttore. Premiando il
cane alla fine delle attività-lavoro si creerà un binomio indissolubile per poter lavorare nel sociale”.
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