hanno abitato da noi

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hanno abitato da noi
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25 ANNI INSIEME
E per queste feste, per piacere, la spesa fatela nel quartiere.
C’è tutta la scelta e la cordialità che certo non troverete nello shopping center
I
n un fiato sono passati 25
anni dal giorno in cui il giornale “La Quarta” ha iniziato il
suo rapporto con i cittadini dei
nostri quartieri, con l’aiuto determinante di Walter Lancellotti.
Avremmo voluto registrare un
progresso di questa città nella
città fra i due fiumi, questa penisola che guarda verso Roma,
attraverso solo tre punti e si
perde oltre il raccordo verso la
campagna.
Trecentomila abitanti, per estensione la dodicesima città d’Italia.
Avremmo voluto parlarvi ora dell’orgoglio di aver mantenuto intatto il nostro panorama ambientale, di aver costruito nel corso del
tempo una condivisione di
appartenenza ed identità, avremmo voluto celebrare una rete di
trasporti efficiente, la fruizione ed il
moltiplicarsi di luoghi destinati allo
spettacolo, all’aggregazione, allo
sport, ai servizi alla persona.
Sognavamo di realizzare un polo
sanitario, un commercio di strada,
argine alla grande distribuzione,
strade e piazze vissute, mantenute in ordine ed in sicurezza,
abbiamo sperato in una comunità difesa per gli anziani, per le
scuole, per i disabili.
Eravamo sicuri che attraverso gli
anni in cui il nostro giornale è
stato testimone di qualcos’altro, il
cambiamento potesse essere
possibile. Ma oggi guardatevi
attorno. Cosa c’è di tutto questo,
quale evoluzione promessa è
stata mantenuta? Abbiamo
perso le nostre piazze, i nostri
giardini, i campetti sportivi, le botteghe di quartiere, le sale cinematografiche e l’unico teatro.
Siamo pian piano diventati schiavi di un traffico isterico, diventando isterici anche noi. Ci hanno
convinto dieci anni fa che un corridoio di mobilità con cordoli protetti e bus express, sarebbe stata
la medicina per il caos dei pendolari, hanno inaugurato e promosso le piccole stazioni ferroviarie, e poi, dopo dieci anni,
hanno smontato tutto questo,
massacrandoci con cantieri infiniti, dimenticando quel trenino
metropolitano vera risorsa della
viabilità cittadina. Nel frattempo il
cemento azzerava quella ciambella di salvataggio verde dal
centro di Monte Sacro al Grande
Raccordo Anulare. E poi i centri
commerciali, i box sotterranei,
cartelloni pubblicitari per imprese, piccole e grandi, vere beneficiarie di questa corsa alla distruzione dei nostri quartieri.
Guardatevi attorno, che è rimasto del sapore popolare, del
Tufello, Valle Melaina, Vigne
Nuove, Serpentara; della residenzialità condivisa, del Nuovo
Salario, Conca D’Oro, Talenti;
delle comunità esterne ma coese
di Fidene, Cinquina, Castel
Giubileo, Settebagni; delle belle
colline della Marcigliana fino a
Monterotondo; del nucleo storico
e protetto di Sacco Pastore, Città
Giardino, Monte Sacro?
Tutto cambiato. 25 anni di progressiva demolizione di strutture
urbane ed extra-urbane, mantenute intatte per novant’anni e
azzerate in questi ultimi dieci
senza alcuna programmazione
urbana.
Celebriamo allora queste nozze
d’argento, con i nostri lettori, con
un invito ed una speranza. Chi
abita da tempo in questa parte
della città, la difenda con determinazione. Le generazioni future
non devono essere targate Ikea
o Porta di Roma, la speranza è
che si possa ritrovare quel senso
di appartenenza perduto nel
tempo e che un miracolo ci restituisca la città che avremmo
voluto!!
Buone feste e felice 2011 a tutti
Riccardo De Cataldo
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a NATALE
PRIMA, PASSA DA NOI!
SCEGLI IL TUO REGALO FRA LE VIE COMMERCIALI DEI NOSTRI QUARTIERI
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IO GIOVANE DIRETTORE
DEL GIORNALE CHE VI FA PROTAGONISTI
[di Luca Coniglio]
N
on ero ancora nato quando, nel 1986, dall’ idea
innovativa di Riccardo De Cataldo e con la direzione editoriale di Oliviero Beha, nasceva il
giornale “La Quarta”, una testata che si sarebbe occupata solo ed esclusivamente della vita e delle problematiche di quella che all’epoca era una tranquilla ed
isolata periferia di Roma, tra il Tevere e l’Aniene.
Ventiquattro anni dopo, mentre centinaia di giornali e
giornaletti di quartiere nascono solo per lodare il politichetto di turno, per poi morire nell’ indifferenza generale qualche mese dopo, “La Quarta” è ancora qui, più
viva che mai. Da quasi cinque lustri la nostra unica
linea editoriale è sempre quella dell’indipendenza e
delle lotte per un quartiere che il sottoscritto, come tutta
la redazione, ama maledettamente e soffre nel vedere
lo scempio che sta subendo negli ultimi anni. Solo nell’ultimo periodo abbiamo raccolto risultati concreti: la
rimozione dell’amianto alla scuola Anna Magnani, l’impegno determinate per l’apertura della stazione Val
D’Ala, le lotte ancora in corso per salvare Piazza
Minucciano e Parco Capuana. Non mi resta che augurarvi una buona lettura di questo bellissimo numero
nonché invitarvi a seguirci, come avete sempre fatto, in
questi ventiquattro anni.
SIAMO GRATI AI NOSTRI DIRETTORI STORICI
CHE CI HANNO CONSENTITO DI GARANTIRE
LA QUALITA’ E LA TRASPARENZA
DI UN INFORMAZIONE INDIPENDENTE
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OLIVIERO BEHA
Giornalista
e scrittore
GIULIA DE CATALDO
Giornalista RAI
conduttrice
di Baobab
Ci ha seguito nei primi
anni di pubblicazione,
non lesinando consigli
e piccole lezioni di
giornalismo ai nostri
redattori che sono poi
diventati firme importanti
della stampa, e della
televisione.
Con lui abbiamo
promosso la raccolta
fondi per l’acquisto
dell’ambulanza andata
a buon fine.
Abita tuttora a Città
Giardino
Ha dato freschezza
mettendo a disposizione
la sua professionalità e
trasmettendo ai ragazzi
della nostra redazione
tutto il suo entusiasmo
e la passione per il
giornalismo.
Le piaceva correggere
personalmente i pezzi.
A malincuore ha dovuto
lasciare la direzione
del giornale per i suoi
molteplici impegni
radiofonici”.
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MARINO COLLACCIANI
Caporedattore
de Il Tempo
Per molti anni guida
della crescita della
nostra testata.
Molto presente con i
ragazzi della redazione
e come responsabile
della pagina “Spettacolo”
de “Il Tempo” ha voluto
regalarci delle chicche
di puro giornalismo
frizzante ed ironico.
Straordinarie le riunioni
di redazione in cui lui
riusciva a coagulare
i ragazzi intorno a pezzi
di rara incisività.
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Un percorso di condivisione di 25 anni
che ha fatto protagonisti i nostri cittadini
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1986. Nasce il nostro giornale:
Il primo numero
de La Quarta
1992. I lettori de La Quarta
e gli edicolanti donano
un’ambulanza al quartiere
La Festa dello sport della scuola
media Majorana per anni
con il nostro patrocinio
2001. Dopo lo scudetto della
Lazio del 2000, i quartieri
si tingono di giallorosso
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LE VITTORIE E LE SCONFITTE DELL’AMBIENTE
IL PARCO DELLE VALLI
Ettari strappati al cemento
V
ent’anni fa lungo Via Conca d’Oro decine di ettari di area
verde rischiavano di essere cementificati con il progetto
dell’EREV. Athos Guidi ed il comitato di salvaguardia, “La
Quarta”, le associazioni ambientaliste, i cittadini hanno iniziato
una battaglia che, con lo stop di ogni edificazione da parte del
Comune di Roma, hanno reso possibile l’istituzione del Parco
delle Valli che ad oggi rimane uno dei pochi polmoni verdi di
Monte Sacro. Con la Metro B1 la fascia lungo il Viadotto delle
Valli, dove ora è posizionato il cantiere logistico, è oggi mira di
costruttori che in cambio dei parcheggi sotterranei, per cui il
Comune non dispone di fondi, potrebbero ricevere cemento per
nuove case in loco.
IL GIARDINO DI PIAZZA CONCA D’ORO
Un’area verde perduta
I
l massacro del giardino del 2006. In cambio ancora non si sa
nulla del piazzale della nuova stazione B1. Qualcuno aveva
promesso che l’area verde sarebbe rimasta quasi com’era.
Decine di alberi tagliati allora e i rimanenti in questi giorni.
Quante iniziative si sono fatte in quella piazza, motore sociale e
piccolo polmone verde, per bambini ed anziani! Al momento
dello sfregio ambientale da parte di RomaMetropolitane era
stata proposta la realizzazione di un progetto di una piazza condivisa con la comunità locale che fosse frutto delle reali esigenze del quartiere, con una area destinata agli anziani, uno spazio giochi per i bambini ed il mantenimento del patrimonio
verde dell’antico giardino. Ora la piazza è un bunker del
cantiere della SALINI ed il piazzale della nuova stazione
sarà una squallida e marmorea struttura farcita di ingressi
per il parcheggio e di attività commerciali.
Una bella presa in giro!
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LE VITTORIE E LE SCONFITTE DELL’AMBIENTE
PARCO TALENTI
Un’oasi sacrificata al cemento
L
a bava alla bocca dei palazzinari ha ridotto ad una striscia
quello che era il polmone verde per eccellenza di
Talenti.Tutt’intorno la’ dove si poteva edificare e molto di più
è stato fatto. Talenti ha preso man mano il nome scelto da chi ha
costruito le case, Papillo, Rinascimento, Le Ninfee, confinando
l’antica residenzialità in un’area circondata dal cemento, oppressa dal traffico, inquinata dal rumore e dallo smog. Il vecchio
parco Talenti, è sempre piu’ un ricordo. L’impegno del presidente Bonelli ma soprattutto delle associazioni e dei comitati locali,
stanno tentando di ridare dignità all’area verde, preservandola
dalle mire palazzinare e rilanciandola per quello di cui Talenti ha
realmente bisogno.
VIGNE NUOVE E BUFALOTTA
Quando c’erano le pecore
C
hi passa per via di Vigne Nuove fino a via di Settebagni
non troverà certo il panorama delle foto in basso. I grandi prati e i vecchi casali erano l’ambiente adatto per i set
cinematografici di molti film. Tranquillamente pascolavano le
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pecore e sotto il verde tranquillamente riposavano i resti
archeologici dell’antica “Crustumerium”. Lo scenario oggi è
completamente diverso. Vi accolgono i prefabbricati per l’acquisto delle case e poi una lunga sequela, fino al raccordo, di
palazzi, di lingue d’asfalto, tutte intorno al grande centro commerciale Porta di Roma. Una volta era lì la gita fuori porta.
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LE VITTORIE E LE SCONFITTE DELL’AMBIENTE
VIA VAL PADANA
Ieri un giardino, oggi...
V
orremmo sapere chi è quello scienziato architetto urbanista, che ha progettato e realizzato i nuovi giardini di Via
Val Padana. Il verde è quasi scomparso sostituito da freddi camminamenti di cemento, le fontane sono ricettacolo di bot-
tiglie e rifiuti di ogni genere. Un tempo, la piazza era vissuta
come luogo di iniziative culturali e di spettacolo. Questa nuova
concezione di giardini cozza in modo inevitabile con le vere esigenze del quartiere che richiede spazi aperti e vivibili e non,
come oggi, anfratti obbligati di cui non si comprende il significato e lo scopo.
L.GO VALSABBIA E P.ZZA MINUCCIANO
Storia di giardini mai nati
N
essuno si sarebbe potuto immaginare che i due giardini
sarebbero scomparsi o abbandonati al degrado. Gli abitanti di l.go Valsabbia e delle vie adiacenti contavano
molto su quello spazio verde che dava respiro ad un complesso
abitativo in balia dello smog e del traffico di Via Conca d’Oro.
Negli anni passati la piazza era stata luogo di feste di quartiere
ed iniziative socio-culturali, oggi i box auto sotterranei si sono
moltiplicati anche in superficie con posti macchina a pagamento
ed il giardino è completamente scomparso.
La storia di Piazza Minucciano è un po’ diversa ma il risultato
sembra analogo. Qualche anno fa un cartello del Comune di
Roma la destinava al progetto “Cento Piazze”, ma il terreno non
è stato più preso in carico dal Campidoglio e continua ad essere di proprietà privata di quel Bonifaci che nei pressi della stazione sta per costruire 55.000 mc di cemento residenziali.
Oggi Piazza Minucciano è una landa incolta e desolata.
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LE EMERGENZE NEGLI ANNI
MONTESACRO, TERRA DI PASSAGGIO
L
a protesta degli abitanti per la sparizione del 38 barrato che
dal Nuovo Salario, attraverso via Conca d’oro, andava alla
stazione Termini. Siamo stati per anni zona di sperimentazioni della mobilità. Così Veltroni e Calamante per migliorare il
trasporto pubblico, istituirono dieci anni fa cordoli e corsie preferenziali con muretti di divisione fra le due carreggiate stradali di Via Valle Melaina e Viale Tirreno. Vennero acquistati i bus
express che con poche fermate dovevano consentire, con
Viale Libia e Viale Nizza strade verdi interdette al traffico privato, in poco tempo di raggiungere il centro storico. Tutto que-
sto è andato a farsi benedire: tolti cordoli e corsie a Viale
Tirreno, riaperta Viale Libia al Traffico privato, già si pensa di
eliminare la corsia protetta Atac a Via Valle Melaina.
Tanto danaro pubblico buttato alle ortiche, per facilitare quegli
ottocento metri di Metro B1 da Piazza Conca d’Oro a Via
Scarpanto. Traffico in tilt, viabilità sconvolta, parcheggi spariti,
morte commerciale e disagi per tutti. E pensare che a poche
centinaia di metri, con la stazione ferroviaria Val d’Ala, che
non costa quasi nulla, in sei minuti si può raggiungere la
Stazione Tiburtina e da lì il resto di Roma.
ENTI TIRANNI, SANITA’ MALATA, ANTENNE
Q
uante emergenze abitative, sanitarie e della salute pubblica! Le case degli enti vengono cartolarizzate (vendute), o a scadenza di contratto, affittate a prezzi impossibili per chi le aveva abitate da anni. Sale la protesta nei quartieri al punto che il Presidente Bonelli viene delegato dal Sindaco
Alemanno come interlocutore nei confronti dei proprietari per
derimere le questioni che ancora stanno esplodendo.
Protestano a Viale Tirreno le infermiere ed il personale della clinica S. Francesco Caracciolo. La situazione economica della
struttura è al collasso e la Regione Lazio non sembra in grado di
intervenire con gli opportuni finanziamenti.
Là dove i costruttori vogliono edificare, i tralicci elettrici vengono
interrati ma l’elettrosmog sembra dominare in molti quartieri dal
Nuovo Salario a Serpentara, con le antenne della telefonia.
A nulla vale finora la protesta cittadina che mette in guardia sul
pericolo delle onde elettromagnetiche, altamente cancerogene.
Presso la scuola “Angeli della città” al Tufello, la grande antenna
domina sulla testa e sulla salute dei bambini.
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LE EMERGENZE NEGLI ANNI
L’IMPEGNO PER LA SANITA’ E PER I DISABILI
I
primi interventi dell’ambulanza acquistata attraverso il nostro
giornale, con la direzione di Oliviero Beha, che ha promosso
e organizzato con gli edicolanti una sottoscrizione pubblica,
che ancora oggi si ricorda come esempio di solidarietà di quartiere. L’unità mobile di Pronto Soccorso ha funzionato per dieci
anni. Posizionata a Cinquina è intervenuta migliaia di volte, salvando centinaia di vite umane.
La storia di Vittorio Toscano e della sua associazione “Noi
Insieme” sembra correre di pari passo con il nostro giornale. Da
vent’anni egli rincorre il suo progetto di una struttura abitativa per i
disabili che potrà accoglierli, quando verrà meno il sostegno dei
loro cari, con annesso un centro polifunzionale. Individuato il terreno sulla Bufalotta, solo oggi comincia a vedere la luce dopo un rimbalzo di competenze e mille promesse di sostegno economico.
LA FURIA DELLA NATURA
U
na struttura fragile quella del nostro territorio bagnato dai
due fiumi, Aniene e Tevere e con un terreno per lo più
spugnoso e di riporto. Proprio per questo motivo nel
passato è stato luogo di alluvioni ed esondazioni dei fiumi.
Sconvolgente, qualche anno fa, la tracimazione dell’Aniene
nella bassa Città Giardino ed in Via Levanna (nella foto).
L’acqua ha sommerso case, invadendo le strade ed i campi.
Un vero tsunami nel 2008, soprattutto nella zona Conca d’Oro,
ha provocato lo sradicamento di alberi (nella foto) con la frantumazione dei vetri delle finestre. C’è chi dice che se il terreno fosse stato compatto ed il patrimonio arboreo curato, ciò non
sarebbe accaduto.
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ADDIO “MONTE ROCCHETTA”
Un’immagine in bianco e nero, ormai, anche la vecchia sede dei certificati e della politica locale
D
iventeranno
uffici Asl i locali
che da quasi
quarant’anni erano il
luogo dei certificati, dei
Consigli circoscrizionali
e delle licenze. La sede
Municipale ha chiuso i
battenti e si è trasferita
nella
lontana
Via
Umberto Fracchia e
nella centrale ma inaccessibile
Piazza
Sempione. Stessa sorte
è toccata al Palazzetto
di Via Monte Meta, da
sempre luogo dei servizi
sociali e dell’ufficio
scuola.
Sarà quindi, ormai, la
nuova Talenti il centro
motore del nostro territorio.
Così il Tufello e Val
Melaina
rimarranno
orfani anche del palazzetto circoscrizionale di
via Monte Rocchetta,
dopo aver perso lo storico mercato di Val
Melaina, il campo sportivo del Tirreno, la collinetta di via Scarpanto e
il Cinema Aureo.
DA IV CIRCOSCRIZIONE A IV MUNICIPIO
I Presidenti degli ultimi 15 anni
Da Santino Picchetti a Cristiano Bonelli, tre lustri di poteri locali limitati e improduttivi.
La trasformazione da Circoscrizione degli anni ‘70 a Municipio degli anni 2000, fino all’alba
del 2013 con la città metropolitana di “Roma Capitale”
Santino Picchetti: ex deputato
del PCI, a capo di una giunta
di centro sinistra
Paolo Cento: ex deputato VERDI,
secondo della consiliatura dei cinque presidenti
Fernando di Giamberardino:
PPI. Terzo presidente
del periodo ‘94/’98
Massimo Nardi: ex deputato
PPI, quarto presidente
Antonio Zanon: PPI, ultimo
del ‘94/’98, ex consigliere
regionale
Benvenuto Salducco:
Margherita, primo presidente
di una giunta di una coalizione
di centrosinistra eletto dai
cittadini nel ’99 fino al 2004
Alessandro Cardente: VERDI,
dal 2004 al 2008 lascerà
dopo la sfida con Bonelli,
per la riconferma alla guida del
Municipio, i Verdi ed il
centrosinistra per il PDL
Cristiano Bonelli: Presidente
attuale eletto nel 2008, PDL,
ha avuto la meglio nel ballottaggio
con Cardente, assicurando alla
prima coalizione del centrodestra,
il governo del nostro territorio.
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PER NON DIMENTICARLI
GLI ANGELI DI VIA VENTOTENE
Nell’anniversario dell’esplosione e della grave tragedia del 2001, ricordiamo le 8 povere vittime
e gli episodi connessi all’evento. Anche quest’anno a 9 anni da quel tragico 27 novembre una
corona di alloro è stata apposta accanto al monumento nell’area dell’ex mercato di Val Melaina
[di Stefania Orlando]
N
ella mattina del 27 novembre 2001, a Roma, mentre i pompieri con i tecnici dell'azienda del gas stavano lavorando per cercare di individuare una perdita, dopo aver evacuato il palazzo probabilmente interessato dalla fuga di gas, ci fu un'esplosione. Gravissime le
conseguenze per la squadra dei Vigili del Fuoco intervenuta, tutti investiti dallo scoppio, decine i feriti, notevoli
danni materiali alle abitazioni circostanti. Cinque le palazzine evacuate. I Vigili del Fuoco furono impegnati nella
ricerca di eventuali dispersi e nello spegnimento dell'incendio divampato a seguito dell'esplosione; lavorarono
tutta la notte per le operazioni di ripristino delle condizioni di sicurezza nell'area di Via Ventotene, interessata
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dalla tremenda esplosione. Lo scenario che si presentava sembrava irreale, solai crollati, vetture ribaltate, finestre rotte, detriti ovunque, quasi uno scenario di guerra.
Sei i Vigili del Fuoco coinvolti nell'esplosione, quattro dei
quali morirono. Quattro le vittime civili, tre donne e un
uomo. Imponente il dispositivo dei soccorritori in atto
nella zona di Valmelaina. Quasi 200 i Vigili del Fuoco
impegnati, nel rimuovere i detriti, nell’accertarsi che nessuna altra persona fosse rimasta coinvolta nel disastro; in
questo tragico frangente, Polizia di Stato, Carabinieri,
Guardia di Finanza, Vigili Urbani, personale dell'ACEA e
dell'Italgas, del volontariato di Protezione Civile, assicurarono una costante e preziosa opera di assistenza a
quanti furono costretti a lasciare le proprie case, abitazioni in parte lesionate o gravemente danneggiate.
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LE NOSTRE INIZIATIVE
LA QUARTA, ANNI DI EMERGENZE E DI IMPEGNO PER IL TERRITORIO.
Nel corso della nostra storia siamo sempre stati in prima linea
per denunciare, impegnarci e promuovere fatti ed eventi
Un’ambulanza
a Montesacro
Il nostro fiore all’occhiello.
Con la direzione di Oliviero
Beha, abbiamo voluto promuovere ed organizzare
una raccolta fondi per l’acquisto di un’unità mobile di
pronto soccorso.
Il coordinamento degli edicolanti e la generosità di
tanta gente ha permesso di
raggiungere l’obbiettivo in
poco tempo. Fino al punto
in cui l’ambulanza è stata
consegnata alla USL Rm A.
LE MINIOLIMPIADI
LA FESTA DEL NUOVO SALARIO:
Ora Piazza Minucciano è sulla bocca di tutti per il pericolo di una sua
cementificazione che nei paraggi, presso la stazione ferroviaria,
dovrebbe scaricare 55.000 metri cubi di cemento. Ma negli anni ’90 il
nostro giornale si è fatto carico, con gli sponsor commerciali della
zona, di raccogliere centinaia di residenti intorno alla “FESTA DEL
NUOVO SALARIO”. Tre edizioni di musica, spettacolo, folklore, mostre
gastronomiche, iniziative di solidarietà.
Un sabato diverso per un quartiere che rischiava l’isolamento socio-culturale. Chi non ricorda il Karaoke di gente di tutte le età?
Dall’88 al ’91 “La Quarta” organizzava le MINIOLIMPIADI. Circa tremila bambini interessati, trenta scuole medie coinvolte, oltre che
della nostra, anche della II, III e V circoscrizione. Grande entusiasmo con il decisivo contributo degli insegnanti di educazione fisica e
dei presidi. Ogni scuola abbinata ad un colore di maglietta e ad ogni
nazione. Nell’edizione dell’88 le varie ambasciate dei vari paesi, fra
cui la Corea del Sud, che in quell’anno ospitava le Olimpiadi, vollero partecipare all’evento che ebbe la sua cerimonia di chiusura nel
Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano. Straordinario l’entusiasmo di
ragazzi e genitori che ritrovavano la loro appartenenza di quartiere
e l’orgoglio del proprio istituto scolastico.
NASCE TIBERANIA
Coniamo il termine più appropriato per definire il territorio del IV Municipio. Una
penisola fra i suoi due fiumi, Tevere ed Aniene. Un territorio che guarda alla
campagna fino a Monterotondo ed entra a Roma attraverso solo tre ponti (Via
Salaria, Viadotto delle Valli, Via Nomentana). La dodicesima città d’Italia, quasi
300.000 abitanti. Zone residenziali, popolari, storiche, agricole. Per questo
abbiamo sempre pensato che fosse un territorio degno di una attenzione particolare. Per le caratteristiche idrogeologiche, per la sua morfologia e differenziazione socio abitativa, per la sua difficoltà di collegamento con la Capitale.
Tiberania quindi, città nella città di Roma, così l’abbiamo voluta chiamare per
restituire un senso di appartenenza e di dignità ad un territorio che avevamo
previsto sarebbe stato invaso dal cemento e dal traffico.
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IN ATTESA DI VIA VAL PELLICE
OTTENIAMO IL POSTA MOBILE
Via Conca D’Oro e le vie limitrofe rischiavano di non avere un ufficio postale.
Le Poste prima di individuare il locale in Via Val Pellice, ricevevano nel frattempo centinaia di proteste per la mancanza del servizio. Ci siamo frapposti fra
utenza ed azienda, ottenendo un’ufficio postale mobile a L.go Valsabbia, in servizio per alcune settimane.
LE ZEBRE LE RIFACCIAMO NOI!
Un problema insanabile quello delle strisce pedonali invisibili.
Qualche anno fa per denunciare lo stato di degrado della
segnaletica orizzontale, abbiamo sponsorizzato una ditta e
rifatto le strisce in alcune strade. Tra cui Via Seggiano, dove la
presenza di due plessi scolastici rendeva inderogabile l’intervento a sicurezza dei bambini
FIERI DI AVER REGALATO L’ULTIMO SPETTACOLO
ALL’EX TEATRO DI P.ZZA SEMPIONE
FIORIERE PER DARE PIU’ DIGNITA’
A PIAZZA CIVITELLA PAGANICO
La musica e la commedia romana di Notti di Note romane sull’Aniene hanno
caratterizzato gli ultimi attimi di vita dell’ex cinema Aniene. Il nostro grande sforzo per promuovere e organizzare uno spettacolo di grandissima qualità c’è stato
ricompensato da giorni di grande affluenza di pubblico. Il cantante del Rugantino,
Fabrizio Russotto e Nadia Rinaldi, sono stati quindi gli ultimi a salire sul palco del vecchio teatro. Poi il velluto rosso è calato e le porte si sono chiuse per sempre.
Prima l’occupazione dell’Horus dai centri sociali e poi la fine di una storia centenaria.
P.zza Civitella Paganico, oggi budello del traffico del Nuovo
Salario, era una quotidiana sequela di incidenti stradali.
Tantissimi articoli de “La Quarta” hanno costretto l’allora circoscrizione ad istituire uno square centrale che ne regolasse il flusso dei veicoli. Ed allora grazie ad alcuni commercianti abbiamo
voluto abbellire con delle fioriere la piazza, scomparse nel tempo
per far luogo ai soliti cartelloni pubblicitari.
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HANNO ABITATO DA NOI
Alcuni personaggi nel mondo dello spettacolo hanno lasciato
il loro segno indelebile nei nostri quartieri
QUEL FORTISSIMO, IRASCIBILE, CARISSIMO
PEPPINO DE FILIPPO!
[di Vincenzo Amicucci e Alessandro Ceravolo]
A
qualcuno non sarà sfuggito, tra chi è solito passare in via Nomentana, che a pochi metri dai
noti studi televisivi della Dear, c’è un signorile
condominio con una solenne targa in bella evidenza. Il
IV Municipio, dieci anni fa, in memoria del grande
Peppino De Filippo, morto a Roma il 26 gennaio 1980,
ha infatti posto presso il civico 761 di via Nomentana,
l’abitazione dei suoi ultimi anni di vita, questo marmoreo segno di riconoscenza nei confronti di una delle più
Il cancello della casa di via Nomentana
grandi figure della comicità e
della drammaturgia del nostro
secolo. Amava far ridere perché, come diceva anche Totò
(di cui fu “spalla” di lusso in
molte pellicole di successo),
ridere è una cosa seria.
Amava raccontare storie e,
come lo faceva di mestiere,
così era nella vita. Di aneddoti se ne raccontano pochi.
Schivo e riservato, non faceva
vita di quartiere. Ma in quelle
rare occasioni si evidenziava il suo celebre senso dell’umorismo: Massimo Mirani, un attore incontrato in un
bar di Talenti, ci ha raccontato un vecchio episodio che
il grande attore napoletano amava citare per mostrare
la comicità intrinseca nelle situazioni di tutti i giorni.
Peppino, accompagnato in auto da un amico, andava
alla stazione per prendere un secondo conoscente.
Lasciato in macchina il primo, l’attore, dopo essersi
recato ai binari, tornò alla macchina, insieme al nuovo
arrivato; qui il “classico” posteggiatore gli chiese 100 lire per la custodia del mezzo. Alle rimostranze di
Peppino, che faceva presente che
nell’auto era rimasta una persona, il
posteggiatore, senza riconoscerlo,
gliene chiese allora 200, 100 per la
macchina e 100 per l’amico. Come
non rispondere positivamente ad
una simile dimostrazione di arguzia… Nel quartiere molti ricordano
anche la moglie Lelia, soprattutto
per la sua grande capacità di sorridere: nell’edificio dove abitavano
era lei ad intrattenersi con i vicini.
Una cosa è sicura, pensate ad una
riunione di condominio con Peppino
De Filippo: per come amava il far
ridere, sarebbe riuscito a trasformarla in farsa, una bella farsa!
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HANNO ABITATO DA NOI
CORRADO MANTONI
IL GENTLEMAN DELLA TELEVISIONE
A Via Prati Fiscali lo ricordano come un galantuomo sempre
disponibile al colloquio. A Casale Nei ora c’è una strada a suo nome
però non terminò perché attratto
dal palcoscenico, già calcato dal
orrado Mantoni… Corrado e basta. Con questo fratello maggiore Riccardo
nome ha scritto cinquanta anni di storia tra radio Mantoni, regista e doppiatore.
e televisione, sviluppando la sua vita molto riser- Agli inizi degli anni quaranta inivata nel nostro IV Municipio. Ha vissuto nella sua casa ziò così a lavorare per la radio
su Viale Jonio, facendo della vita morigerata il suo americana
in
Italia,
il
cavallo di battaglia. Una vita comunque al servizio della Psychological Warfare Branch
gente comune che quotidianamente lo incontrava. (PWB), poi per l’EIAR, che in
Tante le testimonianze, soprattutto di coloro che cono- seguito divenne la RAI. Grazie
scevano lui, la sua famiglia, suo figlio Roberto. Tante le alla buona cultura e alla perfetta
testimonianze di affetto per un personaggio che con la pronuncia, venne scelto come
sua semplicità portava serenità. Con quel timbro e annunciatore. Fu lui il primo
quell’accento romanesco aveva conquistato la stima e annunciatore radiofonico italiano
la simpatia di tutti, senza suscitare mai particolari cla- a diffondere notizie storiche
mori. E silenziosamente se ne è andato nel 1999, al ter- come quelle della fine della
mine di una grave malattia, senza far rumore e con la Seconda guerra mondiale, della
discrezione che lo aveva sempre contraddistinto. nascita della Repubblica Italiana
Nacque nel 1924 da genitori di origini marchigiane, il e della morte di Trilussa.
padre tipografo e pubblicista, la madre insegnante. Collaboratore dei Cinegiornali
Dopo gli studi al ginnasio e al liceo classico Mamiani di dell’epoca, in quel periodo lavoRoma, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, che rava al fianco di giornalisti come
Luca Di Schiena e Sergio Zavoli. Parallelamente
alla carriera radiofonica, muoveva i primi passi
come attore e doppiatore, seguendo le orme del
fratello Riccardo. Come nome d’arte scelse proOra suona il suo pianoforte in paradiso
prio Corrado, suggeritogli da Carlo Romano
Così ci lascia un’altra figura storica della televisione, spalla
anch’egli attore e doppiatore, negli anni in cui vi
memorabile di Corrado ed in seguito di Gerry Scotti nel proerano conduttori come Silvio Gigli, diventando
gramma “La Corrida”. Del nostro Municipio da anni si era
così dopo poco tempo già popolarissimo, grazie
innamorato, portandovi a spasso il suo sottile humor che gli
aveva delineato sapientemente la sua grande vena artistica. alla sua eleganza ed all’ironia. A differenza di
Infinitamente ampio l’impegno per la cultura, che si rispecchiava molti suoi colleghi, non collezionava gaffes e parnella semplicità del suo contatto con la gente. Docente del corso di lava un italiano semplice, corretto e misurato, con
"Musica per cantanti ed autori di canzoni" padronanza ed una non comune conoscenza di
nella Piccola Accademia della vocaboli. In quegli anni si sposò per la prima volta
Comunicazione e dello Spettacolo di con Luciana Guerra, dalla quale ebbe un figlio,
Stefano Jurgens, ha portato fino in Roberto, che oggi continua a vivere pienamente il
fondo la sua missione di vita, nel- nostro Municipio, soprattutto la zona di Città
l’estremo altruismo solidale che lo Giardino, avendo lì trascorso la sua infanzia ed
contraddistingueva. Addio… caro avendo sempre lì, ancora molti amici e molti ricorMaestro… con Lei se va via un altro di importanti che continua a portare quotidianagrande pezzo di storia artistico-cultu- mente nei suoi pensieri, legati ad una Montesacro
rale legata soprattutto al panorama che vive nella genuinità della sua gente. Genuinità
televisivo nazionale.
che Corrado ha sapientemente interpretato, nel
suo percorso di vita legato al nostro territorio.
[di Stefania Orlando]
C
IL MAESTRO PREGADIO
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
31
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HANNO ABITATO DA NOI
GIANNI AGUS
QUEL SUO SORRISO CHE NON SCORDIAMO
Un attore capace di dare il meglio di sè dal teatro, al cinema, alla
televisione. La moglie Liselotte, ancora a via Conca d’Oro, così lo ricorda
[di Deborah Marzilli]
D
olcissima la moglie Liselotte,
ancora residente in via Conca
d’Oro, che per anni con il
marito Gianni Agus non ha voluto
lasciare, ne parla con passione
“Quello che mi ha sempre affascinato di lui era il suo sorriso, così dirompente e comunicativo, chetutti
apprezzavano come un gesto spontaneo del suo modo di essere attore”.
E proprio attore è stato sempre.
Debutta in teatro nel 1940 con la
compagnia ‘Merlini - Cialente’ comprotagonista della “Piccola Città”,
nel corso della sua carriera lavora
accanto a Ruggero Ruggeri,
Giorgio Strehier nell’Opera di “Tre soldi”, Mario
Missiroli, Giancarlo Sepe e, ai tempi della ‘rivista’,
con Delia Scala, Wanda Osiris (in ‘Si stava meglio
domani’ e ‘Grand Hotel’, a cavallo fra il 1947 ed il
1949), Renato Rascel, Anna Magnani e Totò. La
caratteristica principale di Agus è
l’immagine borghese, la classe
primo novecento appena decaduta
ma attaccata al suo decoro, al suo
aplomb. Caratteristica che lo rende
popolare anche in tv, dove approda
dopo i successi in teatro. Sul piccolo
schermo partecipa a molte trasmissioni di successo; nel 1956 esordisce nel varietà ‘Lui, lei e gli altri’. Nel
1958 presenta il Festival di Sanremo
nell’anno di Domenico Modugno e di
‘Volare’ mentre nel 1967 è accanto a
Peppino De Filippo `Pappagone’
nella Canzonissima definita ‘Scala
reale’. Intanto, approda anche al
cinema dove nel 1961 - nella sua
prima prova impegnativa - recita
accanto ad Ugo Tognazzi ne ‘Il Federale’, di Luciano
Salce. A renderlo veramente popolare è la maschera di
severo capoufficio di Fracchia (Paolo Villaggio) ripresa
più volte. Nel 1952 aveva conosciuto e sposato la soubrette austriaca Lilo Weibel, ex miss Austria, anche lei
attrice di teatro e di televisione, accanto a Totò nel film
“Totò cerca casa”. Dalla loro
unione nel 1959 nasce
Davide, oggi affermato stilista per la Ter et Batin, con
showrooms a New York e
Parigi. Qualcuno, dalle
nostre parti, si ricorda di lui
come un antesignano della
denuncia del degrado dei
nostri quartieri. Gianni Agus
ci lascia a Roma il 4 marzo
1994 a causa di un arresto
cardiaco.
Da "Bambole:
non c'è una lira!" (1978)
da sinistra Loredana Berté,
Gianrico Tedeschi, Tino Scotti,
Christian De Sica, Gianni Agus,
Leopoldo Mastelloni, Isabella
Biagini, Falqui e Pippo Franco.
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35
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HANNO ABITATO DA NOI
PUPELLA MAGGIO
IL QUARTIERE ERA ANCORA IL SUO TEATRO
Il ricordo di Conny Caracciolo, amica e coinquilina di via Valsavaranche.
Il grande teatro napoletano di un attrice “anema e core”
[di Alessandra Pieroni]
P
Pupella Maggio accanto
upella Maggio,protagonista alla sua amica Conny
(a sinistra)
della
storia
teatrale
italiana,ammirata e amata da
tutti gli italiani,conserva un posto particolare nel cuore dei cittadini del IV
Municipio; infatti Pupella ha vissuto
per un lungo periodo nel nostro quartiere, regalando a tutti i suoi abitanti il
piacere e l’onore della sua compagnia.
La figlia d’arte Pupella Maggio nasce
nel 1910 a Napoli. All’età di soli 2
anni esordisce a teatro nella compagnia del padre nel ruolo di bambola di
pezza,“così, disse “ il mio destino fu
segnato. Da "Pupatella" attraverso la
poupée francese, divenni per tutti
"Pupella" nel teatro e nella vita.”
Dopo aver lavorato con il padre entra
a far parte della compagnia di
Eduardo de Filippo, mentre nel 1960
entra nel mondo del cinema intraprendendo,anche qui, una carriera
brillante lavorando con grandi
registi,grandi attori e interpretando
re un aneddoto divertente sull’attrice: “Avevo organizruoli in film che rimarranno per sempre nella storia zato una sfilata per mandare un messaggio alle donne
del cinema.
-mai dire mai-, volevamo mostrare come ci fosse semQuesto grande simbolo della storia del teatro ha lascia- pre una speranza per tutti,che l’amore può nascere ad
to il segno nella nostra zona, tutti la ricordano per la sua ogni età.. Così Pupella mi fece da indossatrice assieme
umiltà e per la sua simpatia; in particolare la sua gran- alla bellissima Arianna Davide, ex miss Italia, e sfilò con
de amica Conny Caracciolo racconta a “La Quarta” di un abito da sposa sulle note di “Hello Darling” di Marilyn
una Pupella fuori dal palcoscenico..
Monroe..la gente è impazzita per lo spirito di Pupella,
Fu Conny stessa, residente da molti anni in zona, ad ebbe un successo clamoroso, ci divertimmo tutti moltisaiutare l’attrice a trovare casa; Pupella si trasferì in via simo!”
Valsavaranche vicino all’amica instaurando così un Puppella era amata e amava le persone,viveva nel
rapporto profondo non solo con lei ma anche con tutta quartiere e soprattutto viveva il quartiere con tutti colola sua famiglia,tanto da essere definita quasi una ro che ne facevano parte; cancellava ogni aggettivo
madre o una sorella. Pupella trascorreva molto tempo che potesse ricondurla all’essere un artista perché si
con lei, anche nel suo negozio d’abiti; Conny ricorda definiva una persona semplice,chi l’ha conosciuta infatche l’attrice, riconosciuta subito dai clienti per la sua ti la ricorderà anche per questo: la sua semplicità disarvoce e per i suoi modi ,si divertiva a servirli e a chiac- mante. Fu un personaggio affascinante che è stato e
chierare con loro, li aiutava a scegliere e dava consigli. resterà per sempre un mito; un mito che oltre alla
Conny,che la viveva ogni giorno,ci ha voluto racconta- nostra stima avrà sempre il nostro affetto.
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HANNO ABITATO DA NOI
RINO GAETANO
CI MANCA L’IRONIA DELLA SUA MUSICA
Abitava a Città Giardino, i suoi “Fabbricando case”, per l’invasione del cemento
di oggi e “Nuntereggae Più” per l’italia dei Gossip, sarebbero attualissimi
[di Claudio Catalano]
G
ià, Monte Sacro è stato
anche quartiere di Rino
Gaetano che, dall’adolescenza alla sua mirabolante ascesa
artistica, ha vissuto in Via Cimone al
civico 34. Il prossimo 2 Giugno
saranno trenta anni dalla morte del
geniale ironico e ficcante cantautore, eppure è ancora vivissimo tra
noi. Abbiamo parlato di Rino intorno
ai banchi di mercato a Piazza
Menenio Agrippa, retro di Piazza
Sempione, a pochi passi da dove
abitava. Non tutti in verità sanno
che l’amato cantante ha vissuto lì
ma praticamente ognuno sa di chi
parliamo. “Come, non conosco l’autore di Gianna Gianna ?” ci dicono
tra il bar e il negozio di pesca “e di…
Nontereggaepiù” aggiunge un altro
“perché i politici avevano deluso e
stufato
già
trent’anni
fa”.
Testimonianze fra chi compra prodotti freschi, qui c’è la fiducia della
clientela assidua; “bravissimo”, “uno
dei migliori certo…sfortunato a
morir giovane in macchina all’incrocio di Viale XXI Aprile” un’altra voce,
“però un difetto ce l’aveva” quale
scusa, “mbè, era laziale!” Una delle
solite battute, sembrano aggressive
ma a Roma si fanno solo tra gente
che si vuol bene. Andando via un
signore, con capelli e ciglia folti tuttavia grigi, si avvicina come a voler
parlare in disparte “ Rino Gaetano,
vedi, è come me”, ossia? “ i suoi
genitori dalla Calabria sono arrivati
qui, costretti ad emigrare per lavorare, avevano trovato posto in un
portierato”. Eh si, tanti sono d’origine immigrante o straniera tra noi
figli di mamma Roma, città con
nomea di bella disincantata multiforme e stressante ma comunque
accogliente. Chissà se lo è ancora,
lo speriamo perciò alla metafora del
caro Rino ci permettiamo d’aggiungere un interrogativo: ma il cielo è
sempre più blu?
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HANNO ABITATO DA NOI
BRUNO MARTINO
QUELL’“ESTATE” DELLA MALINCONIA IN MUSICA
Al Nuovo Salario era residente l’artista che negli anni ‘50 e ‘60 ha tracciato una strada
nella musica da night. Una voce inconfondibile che toccava il cuore dei suoi fans
[di Claudio Catalano]
A
l Centro Musicale, di via Prati
Fiscali, il signor Piero ci aiuta a
capire e raccontare Bruno Martino.
Un nome forse, specie per i giovani, poco
noto eppure molte sue canzoni sono
famosissime; nato nel 1925 vissuto fino al
2000 era pianista compositore e cantante.
Mister Piero di musicisti noti ne ha conosciuti tanti, di Bruno davanti a una rastrelliera di chitarre spiega che era musicista
vero e preparato; tra i primissimi ad elaborare uno swing italiano, la sua Estate –
ripresa da gente come Joao Gilberto,
Chet Baker, Michel Petrucciani – è il più
famoso standard jazz italiano. Ci racconta
pure che era romanaccio tosto, diceva il
fatto suo senza che gli servisse atteggiar-
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
si a intellettuale; ricorda
quando in tournée gli parlarono di soldi dovuti a un
collaboratore e replicò
aspro risolutivo e… in
romanesco. Sulla sua figura, recentemente, Paola
De Simone (prefazione
Vinicio Capossela, Donzelli
editore) ha scritto “Odio
l’estate” perché un grande
autore merita riconoscenza. Abitava a piazza
Minucciano e li lo si poteva
incontrare a bere un cappuccino al Bar dei Pini, ma quasi non lo
conosciamo o non lo ricordiamo eppure
ha portato qualcosa di Roma e dell’Italia
nel mondo. Che triste questo nostro vizio
di abbandonare il meglio di
noi: Estate di Bruno Martino
ora sembra fatta di versi
dedicati alla nostra nazione
Sei calda come i baci che ho
perduto/ sei piena di un
amore che è passato/ la
neve coprirà tutte le cose
l’Italia difficilmente compete
sul mercato globale con
macchine fotografiche o
aeroplani, può invece farlo
(ancora) con l’Arte per la
quale siamo famosi e spesso leader; ossia con pittura
archeologia lirica teatro cinema musica…
che, non dimentichiamolo, fanno parte
anche della cospicua, importante, “industria” culturale.
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HANNO ABITATO DA NOI
ENNIO FLAIANO
UN MARZIANO A MONTESACRO
Di lui ci rimane oltreche il suo geniale stile, il ricordo del suo carattere stravagante.
Una targa nella sua casa di Montesacro e la biblioteca di via Monte Ruggero a lui dedicata
[di Daniele Poto]
F
amoso e dimenticato. Vaga in questo ossimoro la dimensione storica
di Ennio Flaiano, che abitava a
Montesacro in via di Montecristo 6, del
mondo, straniero per mentalità in una città
che lo aveva accolto ma anche deluso dal
natio Abruzzo. Flaiano era un polivalente di
genio. Battutista alla Marchesi, sceneggiatore eccellente, intrattenitore, scrittore di teatro.
Come un suo personaggio "un Marziano a
Roma", ma non una meteora, piuttosto un
intellettuale saldamente radicato nell'humus
più vivo del del dibattito stimolante e polemico, uomo da salotto, ma quelli buoni e giusti
degli inventori e non dei gaudenti mondani
del jet set capitolino. Fellini gli deve molto ma
con l'egoismo del genio se ne dimenticò. La
Dolce vita sa molto di Flaiano che fece un
esordio choccante nella narrativa con
"Tempo di uccidere". Dal nulla, su ordinazione di un editore, scrisse un libro che vinse il
Premio Strega e che sembrò spalancargli le
porte della grande letteratura. Da quell'unico
romanzo è stato tratto un discreto film che ha
il principale torto di aver affidato il ruolo di pro-
tagonista allo stralunato ed inadatto Nicholas Cage che nulla ha di
italiano (nonostante le origini). Ma
Flaiano aveva coscienza di non
possedere il fiato del romanziere.
Si esprimeva meglio sulla misura
media della sceneggiatura o quella
corta e fulminante della battuta dell'epigramma che spesso declinava
in epitaffio. E dunque quel romanzo fu un pezzo unico: felice ed irripetibile. "L'insuccesso gli ha dato
alla testa"o "Gli italiani sono i più Ennio Flaiano accanto a Federico Fellini
adatti a correre in soccorso del vinper una profonda inquietudine interna e per
citore" sono solo dei suoi splendidi motti o l'insofferenza a riti e miti della società dei concalembour inseribili però in una sagoma da sumi. Un anticipatore sulfureo, un po' come
intellettuale organico, molto radicale, politica- Pasolini. Quegli scrittori che non passano di
mente liberale, progressista, ma non propria- moda e vengono costantamente rimpianti,
mente di sinistra. Una figura splendidamente pur se ignorati dall'accademia. Un libero penappartata e coerente che una triste vicenda satore che si divertiva a stupire ed usciva
familiare (la disabilità filiale) contribuì a spin- spesso dai recinti in cui il mondo spesso
gere in ambiti sempre più appartati ed intimi- fatuo del cinema voleva confinarlo. I suoi
sti. Il centenario della nascita ed una targa nel ultimi anni di vita furono piuttosto infelici.
quartiere sono piccole accensioni di memoria Aborriva i palazzinari e la triste deriva
per un personaggio enorme che molto ha della speculazione abitativa. Anche per
scritto, annoiandosi sempre di venir confinato questo un profeta inascoltato e tragicain una tipizzazione od in una specializzazione mente attuale.
DANIELE POTO TRA ROMANZO ED INCHIESTA
In libreria consigliamo due opere del giornalista e scrittore Daniele Poto. L’ultimo
suo romanzo “Nessuna pietà per i vinti” e il libro inchiesta “Le mafie del pallone”
NESSUNA PIETA’ PER I VINTI
Davide Pettirossi, un quarantenne senza presente né
senza futuro si aggira incerto nell’Italia del malessere.
Abituato a sbarcare il lunario con le più fantasiose tecniche
di sopravvivenza, intraprende una collaborazione con i servizi deviati che lo porterà al centro di una macchinazione di
Stato. Il Governo al potere è palesemente schierato con un
cartello malavitoso che trae i propri fatturati dal traffico dei
morti. Gli stranieri che vivono in Italia la variabile di cui liberarsi. In qualunque modo. Il viaggio di Pettirossi in questo
allucinante contesto lo conduce proprio nel centro motore
dell’intrigo e gli fa vivere un omicidio premeditato che mai
potrà perdonarsi. Il noir è una metafora dell’Italia della
paralisi perché l’opposizione conosce la deviazione ma
non ritiene strategico ribaltare la coalizione al potere. E
dunque nessuno conoscerà mai il “grande affare” congegnato a scapito dei morti, inevitabilmente stranieri.
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LO SPETTACOLO E’ DA NOI
Molti artisti del cinema, del teatro, della musica e della
televisione sono nati o vivono nei nostri quartieri
A
quanti di voi è capitato
di incontrare al bar, in
edicola o al supermercato, a Monte Sacro o al
Nuovo Salario o a Conca d’Oro
un personaggio noto?
Noi qualcuno lo abbiamo visto.
Nati e cresciuti a Via Val di
Lanzo la magnifica covata della
famiglia Guarnera, ha prodotto
tre talenti della musica lirica,
Edoardo, Piero e Mariella.
Edoardo era portiere nella
S.S. Tirreno e lo stesso ruolo
per divertimento e per benefi- Giuseppe Vessicchio
cienza ricopre nella nazionale
cantanti. Per restare nei pressi, Tommaso Zanello, in arte
“Piotta”, ha qui la sua origine e per molto tempo gli studi di registrazione. La sua “mossa del
giaguaro” e l’altrettanto noto
“Supercafone”, hanno messo in
mostra la sua vena rap. Ma
Tommaso scrive anche libri
ed è impegnato
nel sociale, con
un’intelligenza
ed una passione fuori dal
comune. Suo
papà è uno di
quegli angeli
Toni Malco
che aiuta nell’attraversamento della strada i bambini fuori dalla scuola “J.
Piaget” di Via Seggiano.
Tony Malco è invece di Via Val d’Ossola. Autore
dell’inno della Lazio, “Vola Lazio vola”, compagno di squadra
nella nazionale
cantanti
di
E d o a r d o
Guarnera. Solo
oggi nella sua
piena maturità,
sta
raggiungendo la notorietà che gli
compete.
Anche grafico e
creativo,
è
molto legato a
Tony Binarelli
Monte Sacro,
frequenta i suoi
negozi e le sue antiche botteghe.
Per restare in musica, al bar Rosati di Viale
Adriatico potreste imbattervi nel maestro Arianna David
Giuseppe Vessicchio, conosciuto
col diminutivo di Peppe, autore
musicale e direttore d’orchestra.
Sempre sorridente e cordiale, un
cultore del nostro territorio e della
storicità di Città Giardino.
Al Papero Giallo di Via Vaglia o
alla Posta di Via Val Pellice, non
fatevi ipnotizzare dal mago Tony
Binarelli, un’autorità in materia di
illusionismo. Presente più volte
nel piccolo schermo ma anche
nelle grandi esibizioni di teatro.
Anche noi abbiamo avuto la
Gino Landi e Rita la sua
nostra regina di bellezza. L’ex
inseparabile compagna
direttrice della scuola elementare “Anna Magnani” di Via Val Maggia, Maria Antonietta Lisi, ricorda la sua allieva, Arianna David,
negli anni ’80 come una bella
bambina vispa e diligente.
Nel 1993 sarebbe diventata Miss
Italia. Da allora ne abbiamo un
po’ perso le
tracce, anche
se in un’intervista di qualche
anno fa ci ha
rivelato
di
essere stata
sempre una
cliente affezioEdoardo Guarnera
nata dei negozi di Via Conca d’Oro.
Ma a Via della Bufalotta annoveriamo quello
che forse è il nostro fiore all’occhiello delle star del
territorio. Gino Landi, ballerino, coreografo di tantissime commedie musicali e delle più importanti
edizioni di Canzonissima.
La lista delle
sue performances è talmente
lunga da meritare un approfondimento a
parte che non
vi
faremo
certo mancare in un prossimo numero de
“La Quarta”.
Per ora vive
un po’ lontano
dal caos di Tommaso Zanello “Piotta”
Monte Sacro
ma sappiamo che ha un sogno nel cassetto:
regalarci un teatro, con studi di registrazione e
sale prove.
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BIBLIOTECA ENNIO FLAIANO:
LA NOSTRA ISTITUZIONE CULTURALE
[di Claudio Catalano]
I
l 7 Maggio 2003 si inaugurava la
sede della biblioteca del IV
Municipio in Via Monte Ruggero
39; accanto la scuola Aldo Manuzio
dietro la piscina Gran Paradiso ad
angolo con Via Monte Rocchetta.
Di fatto, subiremmo volentieri smentite, è l’unica istituzione culturale
pubblica presente nel Municipio IV.
Prima da noi c’era la “Fucini” sita
appunto in Via Renato Fucini, sul
Parco Talenti ( 13.000 volumi, 3
quotidiani, 10 periodici), con la
nuova sede si cercavano più spazi
e una migliore colocazione per soddisfare maggiori necessità. Negli
anni
sessanta
avevamo
le
Biblioteche Popolari, all’epoca esigenza ed obiettivo erano alfabetizzazione e formazione permanente,
dal ‘76, con Nicolini l’assessore di
Roma famoso inventore dell’Estate
Romana,
diventano
Sistema
Biblioteche delle Circoscrizioni che
erano venti perché era presente
ancora Fiumicino; centri culturali
presto annessi al Dipartimento
comunale della Cultura. Infine dal
1996 si ha l’Istituzione Biblioteche,
la forma attuale che ne rende la
gestione coordinata ed in parte
autonoma.
Oggi l’Istituzione delle Biblioteche di
Roma è una realtà complessa articolata e ben presente sul territorio;
parliamo di trentadue biblioteche
alle quali aggiungere quelle speciali, come le postazioni in carcere,
Bibliopoint e Bibliobus. Notevole è
pure l’impegno in progetti ed eventi:
presentazione libri, rassegne di
cinema, concerti, circoli di lettura,
concorsi di scrittura e lavori con
scolaresche. La Flaiano con addetti
specializzati e di supporto in 760
metri quadri, ha 18.800 libri 3.000
audiovisivi, emeroteca ed 8 postazioni multimediali connesse alla
Rete. Va detto che lo spostamento
della sede municipale da Via Monte
Rocchetta lascia piuttosto isolata e
ancor meno visibile questa nostra
oasi della cultura pubblica che,
forse, dovrebbe spingere ancor più
per farsi conoscere e nel proporre
iniziative interessanti. La nostra
biblioteca tuttavia va considerata
una risorsa integrata, infatti con
cataloghi online, sistema interbibliotecario cittadino e l’unione ad alcune biblioteche Federate (librerie di
centri ambientalisti musicali scolastici e commerciali) siamo in un
sistema davvero corposo ed efficace, dove cercare prenotare e proporre vari contenuti anche da qualunque Pc online. Comune di Roma
offre (dati 2009) un patrimonio librario di 806.336 volumi, 109.349
audiovisivi; il prestito annuale è
stato 570.000 libri e 350.000 audiovisivi con circa un milione e settecentomila presenze statisticamente
rilevate. Con 5 euro l’anno, valgono
per Flaiano e le altre, si ottiene iscrizione e Bibliocard: fateci sapere se
conoscete un investimento più redditizio.
[email protected]
Tel 06.45460431,
www.comune.roma.it/istituzioni
culturali/ biblioteche
ADDIO TENDE DI VELLUTO ROSSO
C’era una volta l’Aureo (oggi studi televisivi), L’Astra e il Giardino (oggi chiusi),
e i cineteatri Espero (oggi sala Bingo) e Aniene (oggi da Horus a centro
sociale fino alla chiusura definitiva). Rimane solo l’Antares di Viale Adriatico
o riversarsi nel cinematogrificio senza anima di Cinècitè a Porta di Roma
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FORMIDABILI QUEGLI ANNI
Lazio e Roma Campioni d’Italia per due stagioni calcistiche consecutive.
Dal 1999 al 2001 il miglior modo per festeggiare il nuovo millennio.
Ironia della sorte le strade dei nostri quartieri si sono imbandierate
prima con i colori biancocelesti e l’anno successivo con quelli giallorossi.
Anna Falchi così festeggia lo scudetto
della Lazio della stagione 1999/2000
Sabrina Ferilli al Circo Massimo.
Il suo show indimenticabile per la Roma
campione d’Italia 2000/2001
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QUANDO SI ANDAVA A FARE IL BAGNO ALL’EX GIL
Le due piscine di viale Adriatico sono da anni in balia del degrado
[di Francesca Romani]
D
i proprietà della Regione
Lazio, l’ex complesso sportivo
Gil (Gioventù Italiana del
Littorio) locato in Viale Adriatico 136,
rappresenta tutt’ora un punto di
discordia che sembrerebbe non arrivare ad un epilogo.
Da anni si cerca di porre rimedio a
questo scempio, di indagare su come
sia possibile che un complesso storicamente così importante e architettonicamente degno di nota, sia ridotto
ad uno stato di degrado e abbandono
senza precedenti. Le piscine appartenenti all’edificio ex G.I.L anche se
apparentemente riconoscibili, sono
ormai totalmente in disuso da anni.
Eppure l’edificio progettato dall’architetto Gaetano Minnucci ha rappresentato un valido esempio di architettura
razionalista degli anni ’30, una gran-
48
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dissima opera. Inizialmente il progetto prevedeva la casa della G.I.L. con
refettorio, teatro, biblioteca, palestra e
due piscine di cui una coperta e altri
servizi per un totale di 16.000 mq.
Nelle trasformazioni avvenute successivamente sono stati ricavati un
ufficio postale e alcuni uffici municipali che hanno modificato nettamente
l’aspetto e la funzionalità dell’edificio.
Attualmente le piscine sono completamente in rovina. Molti i bandi di gara
messi all’ordine ma, in realtà, nessun
provvedimento preso o un accordo
stabilito.
E’ inconcepibile per chiunque conosca la sua storia, per tutti i cittadini del
nostro quartiere che, facendo un
passo indietro, ricordano come negli
anni 50 era tutto così diverso.
“Quando arrivava l’estate era un
sogno poter andare in piscina
all’aperto e prendere il sole. Si viveva
di cose semplici e le nostre gioie
erano date dalle piccole cose.
Quando eravamo in piscina ci sembrava di essere nel mare più bello di
tutti. Vedere oggi questo abbandono,
questo degrado ci ferisce nel profondo del cuore. E’ la nostra storia che
viene meno, sono i ricordi di anni così
belli che sembrano scomparire” spiegano Tommaso e Margherita.
Dopo tante parole e nessun fatto, che
questo 2011 ci regali finalmente delle
belle sorprese!
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CI SIAMO FATTI UN BEL REGALO
L’augurio di Gioiose Buone Feste da parte dell’assessore Filini e del consigliere
Bono, a tutti i nostri bambini e studenti delle scuole, coincide quest’anno
con due nuove materne comunali aperte a val Melaina e Bufalotta
[di Francesca Romani]
“C
on orgoglio e soddisfazione
quest’anno siamo riusciti nell’intento di aprire due nuove scuole nel nostro territorio - così esordisce l’assessore Francesco Filini - ne avevamo
veramente bisogno visto le domande dell’utenza che continuano ad aumentare”. Il via
è stato fischiato da circa due mesi e l’entusiasmo per le new entry del
nostro municipio è alle stelle. Scuola materna Casal Boccone in via
Petroni e Monte Massico in via Conti le nuove strutture.
La prima, situata alle spalle delle case Papillo e della nuova chiesa di quartiere inaugurata pochi mesi fa, apparentemente sembra una casa privata. Una costruzione nuova, interamente dedicata ai piccoli frequentatori che mette a disposizione tanto verde
e spazio dedicato al gioco e alle attività.
“La zona di val Melaina e della Bufalotta erano per diversi motivi quelli più in emergenza per la mancanza di posti nido, ma non
ci fermeremo qui. - continua Filini - ora spingeremo l’accelleratore anche su tutte le nuove scuole di Porta di Roma ancora non
consegnateci”. “Ci siamo stupiti di come tutto sia così ben strutturato e organizzato - dicono i genitori - L’ambiente è confortevole e pulito, la struttura nuova fa da cornice ad una quadro perfet-
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
to, l’atmosfera è familiare e i nostri bambini sono
felici. Non si potrebbe chiedere di meglio. Siamo
entusiasti, una vera fortuna”.
La seconda è situata vicino allo storico mercato di Val
Melaina, riesce a raccogliere una grandissima parte
dei piccoli residenti di una porzione molto popolosa
del nostro quartiere. Il suo arrivo è stato colto con
grandissimo entusiasmo da tutte le famiglie coinvolte, liete finalmete di avere una struttura nuova
a loro sostegno. Tanti i bambini in più, rispetto allo scorso anno
scolastico, inseriti nella nuova struttura comunale. “Questa scuola ci voleva proprio. I nostri figli hanno una possibilità in più di frequentare una scuola pubblica. Ci piace tantissimo sia la struttura che le insegnanti. I bambini sono sereni e si divertono molto.
Ho notato già piccoli cambiamenti in mio figlio dopo solo circa un
mese di frequenza. Sono previste tante attività e i piccoli sono
sempre i protagonisti. Siamo felici”
Conclude Filini, a cui si associa il presidente della commissione
scuola del IV Municipio, Emiliano Bono - “Desideriamo augurare
un affettuoso Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti i bambini
e ragazzi delle scuole, ai loro genitori, ai dirigenti scolastici, al
personale docente e ausiliario.
Che il 2011 ci porti una stagione nuova per la scuola, fatta di efficienza, decoro, servizi e sicurezza.”
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NON VOGLIAMO CHE I CENTRI ANZIANI
SIANO SOLO SALE DA GIOCO
Il Municipio Roma IV, su iniziativa dell’Assessore ai Servizi Sociali Francesco Filini,
e del consigliere Lina Tancioni, in collaborazione con l’Associazione VitAttiva
e la Cooperativa Sociale Pegaso realizza da anni, nei centri sociali anziani
del territorio, progetti finalizzati ad incentivare la prevenzione e la realizzazione
di uno stato di “benessere totale” delle persone anziane
I
Centri Anziani del IV municipio sono
ormai diventati un luogo dove è possibile fare tantissime attività. Ad esempio
“Anni in Forma” è un programma basato
sul “Metodo Fitness VitAttiva” che mira al
miglioramento psico-fisico della condizione
dell’anziano, attraverso un allenamento di
ginnastica dolce per gli over 60 che produce effetti diametralmente opposti a quelli
esercitati
dall’invecchiamento.
Oltre
all’aspetto puramente fisico, l’attività realizzata determina anche notevoli benefici sul
piano psicologico: aumenta infatti le opportunità di socializzazione, di incontro e di
partecipazione eliminando o limitando il
senso di solitudine o abbandono percepito
da moltissimi anziani.
Al pari dell’attività motoria, l’alimentazione
rappresenta uno dei fattori più importanti
sia per il mantenimento del benessere sia
per la prevenzione di malattie ed eventi
sfavorevoli nella Terza Età. I progetti
“Educazione Alimentare” e “Alimetazione,
Salute, Benessere & Movimento” hanno L’assessore Filini con l’amatissima esperta culinaria Anna Moroni
attraverso un giusto apporto di sostanze “antiossidanti”, è possibile impedire l’ossidazione delle molecole dell’organismo, rallentano i processi di invecchiamento ed aumentano la capacità
di “riparare”, a livello cellulare, quei danni che contribuiscono
all’insorgenza delle neoplasie e delle malattie degenerative.
Sulla base di queste considerazioni il recente progetto “RistoMed”
ha reso gli anziani del IV Municipio che partecipano alle iniziative
VitAttiva protagonisti di un percorso di ricerca, realizzato dal
Dipartimento di Fisiopatologia Medica dell’Università “La
Sapienza” di Roma – sezione di Scienza dell’Alimentazione, finalizzato al miglioramento delle abitudini alimentari degli over 60.
Coniugando l’attività motoria e la cultura della prevenzione è
stata promossa anche l’iniziativa “Giornate della Salute”, una serie
di incontri svolti nelle aree verdi del Municipio, nel corso dei quali,
insieme a programmi di ginnastica dolce e fitwalking, sono state
fornite informazione per la prevenzione di patologie quali il diabete, l’osteoporosi e l’ipertensione mentre personale medico speciapromosso tra gli over 60 del IV Municipio l’adozione di un’alimenta- lizzato ha proposto test funzionali e d’indagine preventiva.
zione sana ed equilibrata, attraverso la realizzazione di percorsi Infine, il progetto “A casa in sicurezza anche nella terza età”, ha
informativi sulle corrette abitudini alimentari e la riscoperta dei pro- realizzato una campagna informativa per la sicurezza domestica
dotti tipici locali, ai quali ha preso parte anche l’esperta Anna Moroni. delle persone anziane mediante una serie di conferenze con
L’alimentazione gioca un ruolo chiave dal punto di vista della lezioni di tipo frontale, tenute da esperti di settore, basate sugli
prevenzione, in quanto rallenta i processi di senescenza e ridustudi, le ricerche e le pubblicazioni dell’ISPESL – Istituto
ce i rischi legati ai cosiddetti “fattori modificabili”: ad esempio
Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. Il prol’ipercolesterolemia, ossia un valore di colesterolo nel sangue
superiore a quello considerato normale è tra i fattori favorenti l’in- getto è stato finalizzato soprattuto ad incentivare o restituire agli
sorgenza delle malattie cardiovascolari (infarto, ictus). Inoltre anziani la giusta sicurezza intesa come aspetto fondamentale e
imprescindibile di una vita serena e quindi migliore.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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UN PARCO GIOCHI PER SANT’EUSANIO
Il paese aquilano terremotato si è gemellato con il IV municipio
[di Stefania Orlando]
A
due mesi dal sisma che ha devastato l’Abruzzo, a giugno 2009, l’incontro casuale nel Parco Giochi
“La Mimosa”, tra l’editore De Cataldo e
Giuseppe Tronca Antonucci abitante del
Municipio ed originario del piccolo borgo
di Sant’Eusanio Forconese, paese distrutto dall’evento, ma fino a quel momento
disconosciuto dall’attenzione dei media.
L’appello raccolto dall’editore de “La
Quarta”, si trasforma subito in un percorso solidale, che il 7 ottobre 2009 porta
all’incontro tra il Sindaco del paese aquilano, Giovanni Berardinangelo ed il
Presidente Bonelli, nell’ottica del primordiale obiettivo della realizzazione di un
parco giochi per i bambini del posto. Parte
così l’iniziativa di un gemellaggio solidale
chiamato “Il IV Municipio per l’Abruzzo”
scandito in primis da una massiccia divulgazione da parte del nostro giornale.
Segue
l’immediata
iniziativa
del
Presidente Bonelli, che a dicembre 2009
invia bigliettini natalizi augurali, a tutta la
cittadinanza, con la causale dedicata al
gemellaggio solidale; l’evento viene pubblicizzato sul sito istituzionale del
Municipio. In modo quasi unanime, parto-
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
no le prime offerte da parte di
alcune società private e singoli
cittadini e le prime grandi iniziative correlate da parte, in primis
della Scuola Media Statale
“Majorana”
di
Piazza
Minucciano. La scuola dopo
aver avviato una prima raccolta
fondi a dicembre 2009, ha continuato con altre iniziative correlate, quali il convegno dedicato al tema della comunicazione, unitamente alla festa di fine
anno nel mese di maggio 2010,
caratterizzata anche da una
specifica mostra fotografica
propriamente allestita; contestualmente il 26 maggio 2010, alcune
classi dell’istituto si sono recate a far visita al piccolo borgo devastato dal sisma:
protagonisti gli studenti che con a capo il
Dirigente, Prof.ssa Todini, con grande spirito solidale hanno incontrato la gente del
posto, soprattutto i bambini, in uno scambio di esperienze che hanno lasciato
segno indelebile nel loro animo. Inoltre ad
ottobre 2010, sempre alla Scuola
“Majorana”, la bella manifestazione dedicata all’evento e legata alla “festa dei
nonni”, nello specifico contesto della
manifestazione
“Sapere
i
Sapori”. I passi
del nostro giornale sono stati
altrettanto incisivi e fondamentali: dopo la massiccia divulgazione e la prima
raccolta
fondi
durante la manifestazione legata alla presentazione
del
“Tuttoquartiere
del tuo bambino”
a maggio 2010, abbiamo dato vita ormai
da qualche tempo, ad una campagna di
raccolta fondi che in questo periodo sta
sfociando con la distribuzione di circa 200
raccoglitori salvadanaio, presso tutti gli
esercizi e le associazione del Municipio. I
contenitori con le offerte saranno direttamente consegnati, nel mese di aprile
2011, al Sindaco di Sant’Eusanio
Forconese, nell’ambito di una cerimonia
appositamente organizzata. Confidiamo
nella più ampia solidarietà di tutta la cittadinanza del nostro municipio.
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UN QUARTIERE RINCHIUSO IN UN CANTIERE:
LA LINEA METROPOLITANA B1
[di Luca Coniglio]
S
ono passati quasi cinque anni da
quando il IV Municipio, una periferia geograficamente e storicamente
isolata dal resto della città, vide arrivare gli
oramai famosissimi muraglioni gialli che
riportavano la scritta “Roma Metropolitane”.
Evviva! “Finalmente la metropolitana, infrastruttura imprescindibile per capitale d’
Italia, arriva nel nostro territorio. Che bello!
Che gioia!”. Alla fine del 2010 dobbiamo
amaramente constatare come l’iniziale e
giustificato entusiasmo della novità, si sia
trasformato nel più grande incubo di un
intero quartiere e dei suoi poveri residenti.
Dai tremori dei fabbricati di piazza Conca
d’Oro, ai commercianti di Tufello e Val
Melaina murati vivi dai cantieri o peggio
invitati non troppo gentilmente a sbaraccare tutto e andarsene, passando per la viabilità impazzita ed i parcheggi ricercati come
oasi nel deserto, quella della Metro B1 è la
storia di un’infrastruttura completamente
calata dall’alto, in barba alla concertazione
con chi, per anni, ci avrebbe dovuto e tuttora ci convive con quegli ingombranti cantieri. Recinzioni tirate su in fretta e furia in
modo che la cittadinanza non avesse modo
di protestare, di spiegare le sue ragioni e le
sue esigenze. La stazione Conca d’Oro, ma
ancor di più la fermata Jonio, hanno completamente cantierizzato un intero quartiere
e cancellato identità locali che esistevano
da decenni. Il Tufello come lo conoscevano non esiste più, i suoi pochi punti di
aggregazione sono stati cancellati, sostituiti da enormi muri gialli. La metro B1 è
costata alle tasche dei contribuenti 733
milioni di euro, più di 150 milioni di euro a
stazione, quando a meno di un kilometro,
già esisteva la Stazione FS Val d’Ala che,
se potenziata, avrebbe permesso di raggiungere in meno di 10 minuti la stazione
metro B e FS Roma Tiburtina ad un costo
zero praticamente zero. Una scelta singolare. Comunque oramai i giochi sono fatti,
secondo il sito di Roma Metropolitane per
il completamento di Conca d’Oro bisognerà aspettare fino alla fine del 2011 (e
ancora non si sa nulla su un eventuale
parcheggio di scambio senza il quale, il
costo dell’infrastruttura risulterebbe ancora più assurdo) mentre per la stazione
Jonio si parla della fine del 2012. Si profilano insomma ancora tanti mesi di sofferenza per i residenti della zona ed il quesito finale che tutti dovremmo porci è: la
metro B1, una volta completata e funzionante, ridarà a questo territorio tutto quello che gli ha tolto e continua a levargli in
termini di vivibilità? Ai posteri l’ardua sentenza.
PORTA DI ROMA, LA CATTEDRALE NEL CEMENTO
Il sogno del grande progetto del quartiere immerso nel verde si realizza oggi in un dormitorio
senza servizi, ancora senza scuole o negozi di strada. Domina incontrastato il centro commerciale
[di Luca Coniglio]
P
orta di Roma è la storia di un’idea
potenzialmente grandiosa, quella
di creare una centralità in periferia,
piena di verde, servizi, uffici, trasporto
pubblico che, in brevissimo tempo, si è
trasformata in uno dei più grossi scempi
urbanistici della storia della Repubblica.
Alle soglie del 2011, Porta di Roma non è
affatto quel “Quartiere ad elevata qualità
ambientale” che viene decantato in locandine e cartelloni, ma è solo un tappeto infinito di casermoni tutti uguali, spesso
invenduti, o peggio incompleti. Quella che
doveva essere una grande opportunità di
crescita e sviluppo per tutto il IV municipio, è solo un dormitorio semivuoto (e
anche pericoloso, basti pensare allo stupro avvenuto in uno dei garage di questi
palazzi) all’ombra dell’immane centro
commerciale che, con la sua maestosità,
ha bloccato sul nascere ogni tentativo di
istaurazione di qualsiasi attività commerciale di struscio, contribuendo ulterior-
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
mente alla spettralità
della
zona. In tutto il
“quartiere”
Porta di Roma,
infatti, non c’ è
una singola attività commerciale, i marciapiedi
sono deserti, le
saracinesce
immacolate.
Sarà pieno di
uffici e servizi??
No, direi di no.
L’ appetibilità
direzionale di
Porta di Roma
è stata anch’essa mozzata sul nascere da
una zona che è tutt’ora un area di cantiere che non dispone nemmeno di un autobus. Chi aprirebbe un ufficio in questo
deserto? Le tre scuole costruite, sono a
tutt’ oggi ancora chiuse e, dulcis in
fundo, il famoso Parco delle Sabine, è
completamente abbandonato a se stes-
so, molto poco fruibile dai residenti della
zona e mal custodito dalle poche guardie
dei cantieri residenziali. Se una centralità deve essere questo, cioè un terra di
nessuno nata solo per placare gli appetiti dei potenti, con l’avallo delle istituzioni,
allora era meglio quando qui c’era solo
una palude.
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P.ZZA MINUCCIANO, PER ORA STOP A NUOVE CASE
I 55 mila mc di cemento residenziale, nella collina che domina la stazione del Nuovo
Salario, bloccati dal municipio e dalla protesta dei cittadini. Salvaguardare il verde
[di Alessandro Ceravolo]
L
a collina dell’odierna Piazza
Minucciano è una balconata
naturale sull’antica via romana
della Serpentara, fondamentale collegamento tra l’Urbe e l’antica città di
Fidenae, storicamente utilizzata per
attraversare i campi di grano e le piantagioni di alberi da frutta che caratterizzavano quello che oggi è il quartiere di
Nuovo Salario. L’impostazione urbanistica, come la conosciamo, dell’area a
Est di Via Salaria si è sviluppata tra gli
anni ’70 e ’80, parallelamente alla crescita di importanza del nodo di scambio
ferroviario e alla necessità di creare un
nuovo polo residenziale a Nord di
Montesacro. Il Parco della Torricella,
l’area verde prospiciente la stazione
FF.SS., l’ultimo vero polmone verde del
quartiere, è percepito dalla cittadinanza
come un bene storico-ambientale da
valorizzare prima possibile e i 55.000
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
m3 di cemento previsti dal Piano di
Recupero Urbano hanno messo in
movimento comitati, giornali, amministratori locali, dando vita ad una lotta
senza precedenti. Il furbo tentativo del
costruttore di trasformare l’intervento da
commerciale a residenziale, avallato da
una oscena mozione comunale del
tutto priva di fondamenta (come ampiamente spiegato nello scorso numero
del nostro giornale), ha inasprito ulteriormente la contesa e spinto la cittadinanza a far sentire la propria voce. “La
Quarta” e il Comitato Serpentara hanno
raccolto la volontà dal basso, prima con
il successo senza precedenti del nostro
referendum (1.300 firme a favore del
verde pubblico), poi con la collaborazione e il pieno supporto alle istituzioni
locali, anche loro parte attiva nella lotta
alla cementificazione. Il confronto con
Bonelli ha dato vita ad un O.d.G. municipale, firmato dai Consiglieri Ripanucci
e De Napoli e approvato lo scorso 8
novembre, così forte e documentato da
obbligare la Conferenza dei Servizi,
convocata per il 10 novembre, ad ascoltare la netta opposizione di cittadinanza
e amministrazione locale, bloccando
(per effettuare le opportune verifiche)
fino a data da destinarsi ogni tipo di
intervento edilizio. Seppur ancora parziale, siamo di fronte ad una grande
vittoria della popolazione e, forse, più
vicini ad una riqualificazione rispettosa delle aree verdi che non implichi la
sottomissione al potente “partito del
mattone”.
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PARCO CAPUANA: SALVIAMO L’ULTIMO VERDE
Quella striscia di prato che va da via Capuana a via Sacchetti è ora sotto le mire dell’INPDAP
che ne vuole fare case. Ma i cittadini non ci stanno e fanno sentire alta la loro voce
[di Alessandro Ceravolo]
S
orto intorno ai primi anni ’60
assecondando l’ondulatorio
andamento del terreno, il
signorile e ordinato quartiere Talenti si
è sviluppato, negli ultimi anni, in
modo prepotente e disorganico.
Quella che era nata come una graziosa area borghese dai viali alberati è
oggi perennemente sommersa dal
traffico e quasi del tutto priva di aree
verdi. La battaglia della cittadinanza e
dell’amministrazione per la sopravvivenza del Parco Capuana è il chiaro
segnale dell’insoddisfazione di fronte
alle continue colate di cemento non
accompagnate da interventi infrastrutturali che possano migliorare la
qualità della vita. Questa brulla collinetta è infatti l’ultimo avamposto rimasto per sfuggire all’alta densità dei
palazzi. La notizia che l’Inpdap, ente
proprietario dell’area, ha deciso di
costruire due gigantesche palazzine
parallele all’andamento di Viale Jonio
(70.000 metri cubi di residenziale,
lungo 24 m e alto 8 piani), ha, inevitabilmente, gettato tutti nello sconforto.
Non bastavano i 6 milioni di m3 di
cemento gentilmente caduti dall’alto
nell’ultimo decennio; ora la folle politica degli spazi vuoti da riempire in
cambio di servizi minaccia anche l’ultimo polmone verde rimasto. La lotta
dei comitati di quartiere e dei giornali
locali è stata supportata a gran voce
anche dal Presidente Bonelli e dai
suoi consiglieri ma il pieno diritto,
posseduto da anni ma esercitato solo
ora, dell’ente proprietario di edificare
renderà la contesa lunga e aspra.
Auspichiamo il ritorno ad un buonsenso urbanistico che possa scongiurare
l’ennesimo eco-mostro e consegnare
alla cittadinanza un parco curato e
attrezzato… Talenti se lo merita.
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LIBRI
DA QUOTA 33 A EL ALAMEIN
PARACADUTISTI VOCI DALLE NUVOLE
[di Giulio Credazzi]
D
opo alcuni anni l’esperienza di
Paracadutista Militare della Folgore
viene rivisitata in modo più maturo. Un
Parà resta tale per sempre. Come una grande famiglia nella quale c’è una tacita intesa,
c’è una comunione di valori e di sentimenti.
Uscire fuori da un aereo in volo è un’esperienza unica, vivere da parà anche.
Esperienze che solo chi le ha vissute può
comprenderle fino in fondo.
Questo libro approfondisce e rivela i sentimenti, le sensazioni dell’essere un Parà della
Folgore. Parà non significa solo lanciarsi dagli
aerei, dagli elicotteri o saltare dalle torri,
seguire uno specifico addestramento al combattimento, svolgere servizio d’ordine e soccorso in zone
impervie in condizioni estreme. Significa ricevere un’impostazione del modo di pensare indirizzato verso il prossimo.
Nel libro si narra la storia dei Parà Italiani e stranieri, visti
come una grande famiglia. Questo libro è un’opportunità per
chi non conosce questo mondo, ma ne ha solo sentito parlare, ha solo visto sfilare i reparti della Folgore o ha assistito ai
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
funerali di un collega, fra queste righe può
percepire i sentimenti, il valore, i timori, il contatto con la morte, la qualità del cuore che
batte nel petto di un Parà.
La deformazione del pensiero che porta a collocare i reparti speciali dell’Esercito in una
determinata area politica è fortemente riduttivo
quando si penetra a fondo il pensiero di chi ama
la propria divisa ed il proprio paese, per il quale
è disposto a combattere e talvolta a morire, tutti
sentimenti che nel 150° anniversario dell’unità
d’Italia acquistano un rinnovato significato.
Questo libro è stato definito da chi l’ha letto:
“bellissimo”. E’ un invito a riflettere per quanti
pensano che nel nostro paese non ci sono più
valori positivi, amore per la bandiera e per la
patria, quando poi senti che la tua vita potrebbe cessare oggi, ti senti chiamato a valutare la tua posizione
davanti a Dio, ridimensioni tutto ciò che assedia la nostra
mente soffocata da un sistema che non ha rispetto dei veri
valori, dei sentimenti e di ciò che essenziale. Pr affermare i
quali, oggi più che mai ci vogliono forza e convinzione.
Il libro si trova solo nelle librerie “la Feltrinelli” su
www.ilmiolibro.it e su www.paracadutisti.net
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PER PIACERE, LA SPESA NEL QUARTIERE
PER NON FARVI MALE.. AL CENTRO COMMERCIALE
[di Alessandra Pieroni e Daniele Antonelli]
D
icembre,il Natale si avvicina e con
lui anche il tempo di fare spese!
Purtroppo viene un pò l’amaro in
bocca al pensiero che la maggior parte dei
cittadini romani scelga i grandi centri commerciali piuttosto che i cari e vecchi negozi di strada. Nella nostra zona in particolare lo shopping center più frequentato è
sicuramente Porta di Roma che, oltre ad
avere numerosi negozi, offre ai clienti
diversi punti di ristoro, molti bar, e perfino
un cinema; il suo ruolo quindi non è più
esclusivamente quello di shopping center,
sta diventando un vero e proprio centro di
ritrovo che attira soprattutto i più giovani.
“Le attrattive” sono così tante che rimane
difficile non farsi incanalare verso questa
“nuova piazza” dove non dibattono più
quei filosofi, quei politici, quegli intellettuali dell’agorà greca, ma dove governa invece un consumismo impersonale..così il
centro commerciale sembra un altro simbolo perfetto della società del nostro periodo, l’emblema di un’estetica priva di
sostanza.
In oltre,ogni giorno,possiamo assistere a
scene di vera e propria follia di massa,sia
all’interno della struttura,sia per il traffico
che si trova sul G.R.A. per andare e tornare, ma soprattutto nei parcheggi..dove
puoi passare le migliori ore della tua giornata in attesa che si sblocchi il passaggio!
Insomma.. non sarebbe più sano ritornare
nei nostri quartieri?
Le nostre strade ci offrono tanti negozi in
cui poter ricercare il dettaglio, ci offrono la
possibilità di poter scegliere; Torniamo a
via Ojetti a fare i nostri acquisti personalizzati, passeggiamo per via Sacchetti,
per via Tirreno o per Conca D’Oro!
Facciamo un giro a via prati Fiscali!
Ritroviamo il piacere di prenderci un caffè
con gli amici nei bar delle nostre piazze..
e perchè invece di lasciarci trascinare
inermi al cinema di Porta di Roma non
andiamo a sederci sulle comode poltrone
dei nostri cinema??
I nostri negozianti anche quest’anno ci
aspetteranno con una grande offerta di
prodotti; non sottovalutiamo il nostro quartiere,e non Ci sottovalutiamo scegliendo
sempre l’impersonale al personale.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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IO, IN VIAGGIO TRA I MISTERI DELLA MATERIA
LO SCIENZIATO RICCARDO PARAMATTI E’ IMPEGNATO NELLE IMPORTANTI RICERCHE
DEL CERN DI GINEVRA. ABITA CON LA SUA FAMIGLIA A CONCA D’ORO
[di Stefania Orlando]
S
i chiama Riccardo Paramatti 38 anni, residente a Conca d’Oro, il ricercatore
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
che da dieci anni è impegnato nella realizzazione di CMS un esperimento per lo studio dei dati
prodotti ad LHC (Large Hadron Collider ovvero il
Grande Collisore di Adroni) presso il CERN. di
Ginevra. Lo abbiamo invitato in redazione, dove
ci ha regalato questa preziosa testimonianza. Ci
ha detto che LHC è una macchina unica che ha
lo scopo di rivoluzionare le nostre conoscenze
sui principi fondamentali dell’universo. Uno strumento scientifico, il più grande mai realizzato dall’uomo, progettato per capire i costituenti della
materia e rispondere alle questioni ancora aperte
della fisica delle particelle. Un gigantesco “anello”,
lungo 27 chilometri e situato a circa 100 metri di profondità
nella zona di confine tra Francia e Svizzera al cui interno si
scontrano, da circa un anno, fasci di protoni alla velocità
della luce e ad energie così elevate tali da poter ricreare le
condizioni presenti alla nascita dell’universo, un istante dopo
il Big Bang, in cui si venne a formare la materia e la corrispondente antimateria. Uno dei misteri sui quali LHC potrà
fare luce è proprio legato alla produzione dell’antimateria
alla nascita dell’universo. Proprio al CERN, ci dice
Riccardo, i primi atomi di antimateria sono stati creati e
“intrappolati” per un tempo sufficiente per poterli studiare.
La sfida più grande però è quella di poter giungere alla
scoperta del Bosone di Higgs, una particella mai osservata finora a causa dell’elevatissima energia necessaria a
produrla. LHC potrebbe riuscire in questa impresa. Il
Bosone di Higgs è di fondamentale importanza, poiché si
ritiene che dia massa a tutto ciò che conosciamo; se LHC
produrrà questa nuova particella, l’esperimento CMS, una
gigantesca “macchine fotografica” grande come un palazzo di 5 piani, riuscirà ad osservarla e studiarla per la prima
volta. Questa è la sfida del nuovo decennio. Riccardo sottolinea inoltre che questo strumento ha richiesto oltre 20
anni per la progettazione ed la successiva costruzione,
con il coinvolgimento di circa 5.000 scienziati provenienti
da tutto il mondo, il che ha reso il CERN di Ginevra l’unico laboratorio “mondiale” per questo tipo di ricerche. Sono
circa 700 i ricercatori dell’I.N.F.N. in tutta Italia che sono
impegnati in questo fantastico progetto. Naturalmente
Riccardo ci spiega anche quale siano i benefici applicativi
che questa sperimentazione ha portato, in primis nella medicina. Infatti nella nuova terapia per la cura dei tumori, l’“adroterapia”, si sfruttano gli acceleratori di particelle: i fasci di protoni riescono ad arrivare ai tumori e distruggere le cellule
malate riducendo al massimo, al contrario della radioterapia
convenzionale, i danni alle cellule sane circostanti.
Un altro esempio citato è quello della PET, la Tomografia
ad Emissione di Positroni, una tecnica diagnostica con
grossi vantaggi rispetto alla TAC, che fa uso dei positroni,
le prime particelle di antimateria scoperte dall’uomo ! ]
Infine Riccardo tende a sottolineare l’importanza dell’invenzione del Web, avvenuta al CERN 20 anni fa, che ha
rapidamente rivoluzionato il nostro modo di lavorare e di
scambiarci informazioni in tempo reale. Riccardo ci ha poi
parlato del suo rapporto con il nostro Municipio e della
necessità di spostarsi ogni settimana tra Roma e Ginevra.
Dice di vivere nella zona di Conca d’Oro ormai da 11 anni
e di trovarsi molto bene in questo ambito; lì sua figlia frequenta la scuola pubblica e sempre lì Riccardo vive i suoi
week-end. Sviluppa il suo lavoro tra la sede dell’I.N.F.N.
presso l’Università La Sapienza e Ginevra: viaggia con l’aereo, quindi sfrutta pienamente la Stazione di Val d’Ala nel
collegamento con Fiumicino, sottolineando la carenza di un
collegamento diretto (attualmente è necessario cambiare a
Tiburtina) e di un potenziamento di cui la linea avrebbe
necessariamente bisogno. Nell’insieme è soddisfatto della
nostra realtà cittadina, anche se tende a precisare che nel
tempo ha visto sia cambiamenti positivi, come nel caso del
Parco delle Valli che peggioramente come la situazione del
traffico, incrementato vertiginosamente nel nostro Municipio.
In questo senso Riccardo è un acceso sostenitore del “carpooling”, la condivisione dell’auto, da parte di più persone,
negli spostamenti casa-lavoro, in modo da poter ridurre
drasticamente il numero di autovetture circolanti. Infine
lamenta una certa mancanza di spazi culturali, pochi in
base al numero di iniziative che fortunatamente si susseguono nel nostro Municipio. Ci congediamo da lui, soddisfatti ed orgogliosi di annoverare nel nostro territorio uno
dei “migliori cervelli”, non ancora in fuga, fiero di poter
dare il suo prezioso contributo nell’ambito internazionale,
dimostrando contestualmente un forte sentimento, radicato nel suo ambito sociale.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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MERCATO DI VAL MELAINA, QUANTA NOSTALGIA!
QUI, DIECI ANNI FA SI SPOSTAVA L’ANIMA DEL QUARTIERE
Avrebbe potuto essere messo in sicurezza e in igiene il vecchio mercato di fronte a via Scarpanto,
ma trasferendolo in via Conti si è perso una risorsa che ha fatto la storia di Val Melaina
[di Alessandro Ceravolo]
P
er quasi 50 anni è stato il
centro del mondo. Venivano
da ogni parte di Roma perché
era ricco, vario, caratteristico,
umano e, cosa forse più importante delle altre, meno costoso
degli altri. Una macchina che si
azionava alle 4 del mattino e
andava avanti fino a pomeriggio
inoltrato. Tutta la piazza (e anche
oltre) strabordava di gente, di
urla, colori, odori (spesso anche
poco piacevoli) ma, soprattutto di
personaggi e di storie… quelle
storie di una Roma popolare che
oggi, una ad una, vanno scomparendo. Il mercato di Val Melaina,
dai primi anni ’50 fino al 2000,
data del suo spostamento in via
Conti, ha rappresentato l’anima
seggiare tra i banchi di quel
pezzo di storia del folklore roma-
pulsante di un quartiere che
accettava tacitamente la confusione e la sporcizia del quotidiano
via vai, ricevendo in cambio una
identità ed un calore che accomunava tutti coloro che si sono trovati, anche casualmente, a pas-
no. Niente di tutto questo trasuda
dall’ordinata e pulita piazza veltroniana cui passiamo accanto
tutti i giorni. Risolti i problemi di
traffico e di pulizia, messi in vendita una sfilza di box ancora sfitti
dopo anni (probabilmente troppo
alti i prezzi per un quartiere fortemente popolare), è rimasto un
vuoto profondo che la struttura di
via Conti fa fatica a riempire.
Certo i banchi sono gli stessi, c’è
un po’ più parcheggio, la copertura fa il suo dovere nei giorni di
pioggia, lo spazio a disposizione
è più che raddoppiato e molti
esercenti (o i loro eredi) continuano giornalmente a servire con passione i clienti, soprattutto quelli più
anziani, legati indissolubilmente
alla tradizione del mercato di Val
Melaina. Nonostante tutto questo,
manca qualcosa, un non so
che…quella sensazione tenera
che ci teneva aggrappati alla
nostra infanzia, alle nostre origini,
insomma, alla tradizione. Sarò
romantico ma, ogni tanto, schivando i cantieri della Metro, mi capita
di passare a Piazzale Jonio e sentire, in lontananza, le grida del
pesciarolo o il costo, cantilenato
stridulamente all’infinito, di un
chilo di pere…poi giro l’angolo e
c’è solo un gran silenzio.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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NOI, LA GENERAZIONE DELLE INCOGNITE
Spazi aggregativi sempre più scarsi, occasioni ed eventi culturali con il contagocce, industria
dell’intrattenimento che stenta a decollare: il desolante panorama agli occhi dei giovani di Montesacro
[di Tommaso De Bianchi]
I
l sondaggio dell’Associazione Agorà sui
distretti municipali più apprezzati dai
giovani per le offerte culturali e di intrattenimento, presenta un risultato disarmante per il nostro Municipio. Su 201 preferenze, il IV distretto ne raccoglie 0. La cifra è
raggelante, soprattutto se paragonata ad
altri territori capitolini di periferia. Che centro storico e zone limitrofe siano al top della
classifica, non c’era dubbio, ma vedere
tante altre porzioni di periferia dell’Urbe,
quali l’Appia Nuova, S. Paolo, Eur, superare di gran lunga la storica Montesacro, è
stata una triste sorpresa. Tuttavia, più che
una sorpresa, questo risultato rappresenta
una chiara e precisa denuncia verso un
territorio che si presenta sempre più sterile
e privo di attrattiva, di infrastrutture culturali e di intrattenimento adeguate, e che non
offre le condizioni migliori neppure per
favorire investimenti privati nei settori
sopracitati. Il campanello d’allarme dovrebbe essere già squillato da molto. Chissà se
è stato ascoltato. La cultura e l’intrattenimento rappresentano un polo attrattivo di
fondamentale importanza per la popolazione giovanile di un territorio, che trova in
centri culturali, biblioteche, teatri e spazi per
l’intrattenimento, dei fattori aggregativi importanti per condividere
spazi,
opinioni
e
momenti di svago.
Montesacro, in questo
ambito, sembra quasi
ignorare del tutto le richieste che vengono
dai suoi giovani, e questo atteggiamento
non fa altro che ripercuotersi inevitabilmente sul tessuto economico del nostro territorio, grande quanto la città di Verona, ma
fornito da una sola biblioteca davvero efficiente, da un solo cinema al di fuori del
nuovo satellite commerciale di Porta di
Roma, e, dato ancor più allarmante, da
nessun teatro. Intere zone, quali
Serpentara, Colle Salario, Bufalotta, sono
completamente scoperte dalle infrastrutture culturali fondamentali. Offrire strutture
culturali e di intrattenimento in grado di
soddisfare l’amplissima richiesta che viene
dai nostri quartieri rappresenta inoltre
nuova aria per il polmone economico di un
Municipio come il IV, già dissanguato dalla
crisi dei consumi e da un dissesto urbanistico che conosce uguali in pochi altri terri-
tori capitolini. Allestimenti e
spazi per mostre, centri culturali, locali per consentire
ai ragazzi di organizzarsi e
di mettere in campo le proprie capacità in attività artistiche, web radio, piccole
testate giornalistiche amatoriali, sono un investimento
fondamentale per un territorio altamente
abitato, che conta più di 30 istituti scolastici superiori. La cultura necessita di spazi
per svilupparsi, ha bisogno delle infrastrutture fondamentali per consentire ai giovani di mettere in campo i loro talenti. La
ripresa di un quartiere deve partire necessariamente dalla sua popolazione giovanile e dalle strutture di cui ha maggiormente
bisogno, così come ne trarrebbero evidente beneficio le centinaia di attività commerciali che ne sarebbero conseguentemente
coinvolte. I giovani e la loro domanda di
servizi dovrebbero rappresentare il punto
di svolta per un microsistema economico
fortemente in crisi. Continuare a voltarsi
dall’altra parte, mentre un Municipio storico
della nostra Capitale diventa ogni giorno di
più una landa urbana sterile e priva di vita
culturale, sarebbe un gravissimo errore.
SPAZI DEFICIENTI FANNO GIOVANI DEMENTI
[di Simone Budini]
M
entre passeggio tornando dalla
biblioteca Flaiano lo scorso
sabato alle 13.00 sento: “ao, a
regà, saannamo a porte de roma? Se
famo ‘n giro, guardamo ’e pischelle, poi
se pijamo quarcosa e saannamo ar
cinema”. “ZAC!” penso subito “fatto! La
giornata è organizzata!”. Così una fiumara di giovani passa i pomeriggi, riversandosi nel nuovo grande tempio pagano a celebrare il sacro rito consumistico
dello shopping. Anche le famiglie, se una
volta facevano la gita fuori porta, oggi la
preferiscono dentro porta (di Roma).
La mente si perde nello spazio immenso che il Grande Architetto ha studiato
appositamente per portare qua e là tutti
i nuovi Alice nel Paese delle Meraviglie,
dove c’è continuamente la stessa temperatura che sia luglio o dicembre, dove
il cibo non scotta mai e c’è sempre un
negozio fatto a misura per te. La situazione è tanto ovattata da far ricadere il
giovane in uno stato sub-coscienziale
tale da illuderlo che quello sia il mondo
reale. Tutto inizia e finisce lì, nel rito
sacro del consumo (di se stesso). E
non importa che giorno sia: è aperto
perfino a Natale! Ma si, saltiamo anche la
domenica. L’importante è consumare! A
nulla serve ricordare all’uomo che il lavoro è per lui, non lui per il lavoro.
Mi pare evidente che c’è qualcosa che
non va nelle scelte sull’edilizia municipale. Se voglio raggiungere un parco pubblico grande decentemente attrezzato, sono
costretto ad attraversare la Nomentana (di
parco Talenti, invece, vedremo cosa ne
resterà…). Se ho bisogno di un luogo dove
studiare con gli amici, la biblioteca municipale contiene solo trenta posti. Un teatro
neanche c’è. Eppure sono certo che, se ci
fosse la disponibilità, molti ragazzi inventerebbero dei modi di incontro ben più
costruttivi che non lo struscio al centro
commerciale. Si potrebbero tenere aperte
le scuole il pomeriggio, ma dubito fortemente che essi avrebbero piacere a trovarsi lì. Per non parlare del personale
ATA che dovrebbe controllare!
Porto un esempio personale: nel 2004
fondai un’associazione. Da allora, ogni
mese, ci siamo visti: in garage, in parrocchie, a casa di qualcuno, nei sottoscala dei pub, in qualche parchetto.
Abbiamo proposto attività ovunque
senza riuscire ad ottenere nulla e ci
siamo sempre dovuti arrangiare alla
meno peggio (fortunatamente nei giovani la fantasia non manca).
Possibile che bisogna essere per forza
del Pd o del Pdl per ottenere questo o
quello spazio? E se sono solo un giovane libero e forte, per proporre attività
culturali e artistiche dove devo andare?
Trovo assurdo che un Municipio così
grande come il IV non abbia mai predisposto una sala convegni prenotabile
gratuitamente a ore per favorire l’associazionismo.
Non ci si lamenti se poi la creatività e
l’aggregazione giovanile punti al
ribasso (dalla birra al muretto alla psichedelia in discoteca) e i giovani si
dividano fra centri sociali e centri
commerciali!
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MA CHE BELLA GIOVENTU’
Veronica Rega
e Alberto Aquilani.
Ecco due giovani promesse
mantenute dello spettacolo
e del calcio.
Nativi rispettivamente
di Talenti e Monte Sacro,
Veronica, dopo aver
partecipato al Grande Fratello
5 si è cimentata nel teatro e
nel Musical “Lungo Mare”.
Alberto, invece, nato giallorosso, figlio del titolare della
“Croce Bianca” ambulanze,
sta esplodendo proprio in
questi giorni con la maglia
del Juventus.
A loro, due nostri auguri
particolari.
A Veronica di diventare una
star del palcoscenico teatrale,
ad Alberto di confermarsi
colonna della nazionale e
titolare fisso fra i bianconeri
con tante vittorie, tranne
naturalmente con la Roma
e con la Lazio.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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E PER OSPEDALE CI RIMASE UN RUDERE
Degrado e misteri attorno all’ex orfanotrofio e sanatorio della Marcigliana
[di Francesca Romani]
L
ugubri racconti e fantasiose
leggende dietro la storia dell’ormai abbandonato ospedale psichiatrico nel cuore della campagna. in via della Marcigliana.
Un luogo abbandonato e desolato
dove, un tempo, presidiava il
Collegio femminile gestito dalle
Suore della Carità. Attualmente
tutto sembra cadere a pezzi, ogni
cosa sembra essersi consumata
nel silenzio di tutto questo tempo
trascorso senza che qualcosa cambiasse.
Fondato nei primi anni del secolo
scorso, la struttura nasce come sanatorio dedicato alla cura dei malati
mentali e, successivamente, come
alloggio degli orfani. Per un breve
periodo fu utilizzato come ospedale
per lungodegenze poi, agli inizi degli
68
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
anni 90, la proprietà passò nella mani
della ASL Roma A. Attualmente altro
non è che un fatiscente edificio, dimenticato da tutti, nel cuore dell’estrema
periferia nord del IV municipio, su cui
gravitano racconti di ogni genere.
Alcuni lo vogliono come luogo di
incontri satanici o sede di droga parties popolati da moltissimi temerari
affezionati. Altri lo credono un luogo
inquietante, residenza di molti
senza tetto che certamente non
temono il buio e i misteri di certi
racconti. Di sicuro è un luogo
che ha ispirato la fantasia di
molto artisti che l’hanno ritratto in
ogni sua sfaccettatura. Sede nel
2008 di numerosi set fotografici,
molti fra i servizi scattati hanno
riscontrato un successo degno di
nota.
La domanda che attualmente
tutti si pongono è l’utilizzo a cui è
destinato questo edificio.
Un anno fa la presentazione del piano
Sanitario Regionale lo vedeva come
possibile centro di assistenza delle
urgenze o come stazione del 118 di
cui il IV municipio avrebbe davvero
bisogno.
Ad oggi nulla di fatto e, quindi, gli
interrogativi sul suo destino persistono più forti di prima.
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HOTEL “LA GIOCCA” L’OSPITALITA’ DAL 1950,
E’ SEMPRE STATO IL NOSTRO PEZZO FORTE
[di Deborah Marzilli]
S
essant’anni fa era terra di confine verso la campagna di Via
Salaria, ma proprio per questo
per garantire un luogo ameno, in
grado di accogliere i clienti, hanno
scelto questo posto, situato oggi in
corrispondenza dell’uscita dal GRA
verso la Salaria, per dare inizio ad una
gestione di un hotel che allora si chiamava “A tutta callara” e che poi hanno intitolato “La Giocca” nel 1965. Un percorso di
oltre cinquant’anni in cui il signor Bruno
di Francesco va fiero fin dal momento in
cui ha preso le redini dell’attività del
padre. In tutto questo periodo è sempre
stata garantita professionalità ed impegno, nell’offrire ai clienti i migliori servizi dell’ospitalità italiana.
Un impegno fatto di sacrifici e di passione con la certezza di essere sempre al passo dei tempi con sobrietà e
comfort ed un ottimo ristorante dedi-
cato agli amanti della buona cucina,
ma anche con competenza e servizi
all’altezza delle esigenze della clientela. Annesso a “La Giocca” i figli di
Bruno, Alessandro e Barbara, gestiscono, con sopraffino talento, il ristorante
“Pappa reale”. Una cucina accurata e
genuina, per questo il locale è sempre
più meta di occasionali ed abituali clienti.
Ma per Alessandro e Barbara il 2011
sarà un anno particolare. Prenderanno
la guida dell’intera azienda, compreso
l’hotel “La Giocca”. Per questo vogliamo
fare loro un particolare augurio di felice
e produttivo 2011.
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
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A TUTTA GOLA
Nel periodo delle feste, esplode più che mai la tradizione dei dolci natalizi.
Vi portiamo a spasso nei quartieri alla scoperta della genuinità e creatività delle nostre
pasticcerie. Tradizioni ed antiche ricette di delizie dolciarie sempre attuali
[di Claudio Catalano]
U
n’esplosione di gusto sta per invadere in questi giorni di conviviale
festività. Una montagna di pandori
e panettoni, una cascata di panna, un
fiume di cioccolata, uno tsunami golosissimo di mille prelibatezze. Basta andare un
po’ in giro per le strade dei nostri quartieri
per trovare la vostra pasticceria preferita,
per soddisfare la libidine della vostra gola.
Tante tradizioni di attività, alcune delle
quali aperte addirittura nel dopoguerra.
A Fidene, a L.go Don Russolillo, non si
può non fermarsi a “La Perla” che ha
aperto nel 1952 con le prime case del
quartiere (guai a chiamarlo ancora borgata!). Di origini marchigiane, produce per
sé ed anche per altre pasticcerie.
Il Natale qui la fa da padrone. I dolci prendono la forma di presepi e personaggi
della tradizione.
A Piazza dell’Ateneo Salesiano ancora
ricordano Alberto Sordi ai tempi del film “Il
medico della mutua” (girato proprio da
queste parti), frequentare durante le riprese la pasticceria “Valà”, nata nel 1969.
Il locale è di origine e tradizione romana.
La sua produzione artigianale risente di
questa appartenenza: mignon, rustici, pizzette ed un vasto assortimento dolciario.
In Via Monte Cervialto, se vi armate di
santa pazienza (soprattutto di Domenica),
è d’obbligo fare sosta alla pasticceria
“Carmignani”. Torroni, panettoni, pandori fatti in casa ed il tradizionale pangiallo.
Di origini toscane, la pasticceria ha nella
cortesia e familiarità con la sua clientela,
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La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
fin dal 1970, la sua
migliore caratteristica.
Basta girare l’angolo e a Via Valle
Melaina vi imbatterete nel sorriso
accattivante della
proprietaria della
pasticceria “Milli”,
di origine toscana,
che a Via Genina a
Vigne Nuove ha
voluto che il figlio
raddoppiasse
il
marchio. Dal 1962
la gente si lecca i
baffi con le sue
torte alla fragolina
di bosco, le sue
soffici mimose alla
crema di limone e
naturalmente i dolci natalizi.
Dalla Toscana alla Sicilia, la prima pasticceria di Valle Melaina, nei pressi del vecchio mercato, ha cambiato stile ma non il
gusto. Nata agli inizi degli anni ’60, conosciuta come “La Pisana”, ora ha preso il
nome di “Valmelaina”.
Inutile dire che l’origine dell’attuale proprietario consente di gustare tantissime specialità napoletane e siciliane.
Non si sono certo scoraggiati il sig.
Moretti e sua moglie Anna della pasticceria “Duranti”, di Via Val di Cogne, per i
lavori metro. Arrivarci e trovare parcheggio è comunque facile. L’antica tradizione
della famiglia è una garanzia di qualità, fin
dal 1958, tanto da essere presenti nella
guida del Gambero Rosso. Entrate pure e
scegliete fra il pangiallo e tanti dolci delle
tradizioni romana e toscana.
Un consiglio, non rimanete ammaliati troppo dal loro squisito e famoso profiterolles.
Ma il decano dei nostri gioielli della gola,
è sicuramente la pasticceria “Trippini” in
Via Spluga.
Nata nel 1944, ha preso il nome della
“Casa del dolce” proprio per sottolineare
la caratteristica artigiana che contraddistingue la sua produzione che vuole dare
l’impressione alla propria clientela di mangiare dolci genuini come se fossero fatti a
casa loro. Anche qui panettoni, pandori e
dolci della tradizione romana.
Rieti è la loro città di origine.
Inoltre nel cuore di Città Giardino, da tren-
t’anni, nei pressi del mercato di Via
Gottardo, la pasticceria “Sibillano”, continua a stupirvi con i suoi dolci tipicamente romani. Anche qui la folla dei clienti si
accalca durante queste feste per gustare
le specialità del Natale.
Non solo a Talenti, ma in tutta Monte
Sacro, è conosciuta la pasticceria
“Gatto”. Strettamente ed autenticamente
napoletana, in Via d’Ovidio (la prendete
da Via Romagnoli) dal 1961, sarete richiamati al suo interno da un profumo inebriante che come una sirena catturerà la
vostra gola. Sfogliatelle, rococò, babà,
mostaccioli e sciuscelle, ma anche altri
dolci della tradizione partenopea.
Concludiamo il nostro viaggio in un’altra
cattedrale del gusto dolciario, nei pressi di
Via Gaspara Stampa, in Via Nomentana,
troviamo la pasticceria “Galligani”.
Sono in moltissimi che per i grandi eventi
(matrimoni, battesimi, compleanni e comunioni), si affidano alla consumata esperienza e creatività toscana della casa. Ma il
Natale anche qui è ben presente con panettoni, pandori, pangiallo romano e torrone di
campagna, di antica tradizione siciliana.
Ma non possiamo infine scordare, lo storico “Rosati” di Viale Adriatico, la tradizione familiare di “Valentini” di Via
Conca d’Oro, la grande offerta di dolci
dello “Zio d’America” e i cornetti caldi
de “La Piramide” di Via Gino Cervi, e la
grande sagacia creativa di “Luperini” in
Via Val d’Ossola.
Ed allora: pancia nostra fatti capanna!
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UN PRANZO DI NATALE ALLA NAPOLETANA
Per il pranzo di Natale ed il cenone della Vigilia, proponiamo una ricetta tipicamente Napoletana
[di Stefania Orlando]
U
l Natale napoletano è caratterizzato oltre che dal presepe
e dal gioco della tombola, inevitabilmente anche dal menu
natalizio che nelle famiglie più legate alla tradizione è un
CENoNE DELLA VIGILIA
(24 Dicembre)
ANTIPASTI
Insalata di mare, Insalata di rinforzo e
broccoli al limone
PRIMI PIATTI
Spaghetti con le vongole (o lupini)
Vermicelli ai
frutti di mare
SECoNDI
PIATTI
Baccalà
e capitone
fritto
Gamberoni
arrostiti
Carciofi arrostiti, scarole ripiene
rito irrinunciabile. Sia il cenone della Vigilia che il pranzo di
Natale assumono dei caratteri ben definiti, il primo dominato dal
pesce, il secondo dalle verdure e la carne.
Entrambi i menu sono comunque completati dai dolci natalizi, i
cui colori e profumi accompagnano la festività.
FRUTTA
Ananas e frutta secca
DoLCI
Struffoli,
Mustaccioli,
Zeppoline
con miele
VINI
Vesuvio Lacrima Christi Bianco
PRANZo DI NATALE
(25 DICEMbRE)
ANTIPASTI
Bocconcini di panna di bufala
Capicollo
PRIMI PIATTI
Minestra maritata
Fusilli al sugo di castrato
SECoNDI PIATTI
Gallina al brodo
Cappone ripieno
Broccoli di rapa
strascinati
Pizza di scarole
FRUTTA
Arance
e ananas, mandarini e frutta secca
(datteri, fichi secchi e noccioline)
DoLCI
Roccocò, Susamielli, Pasta di mandorle, Cassata napoletana, Panettone
VINI
Aglianico del Taburno Rosato
BUON APPETITO A TUTTI!
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SACCO PASTORE, UOMINI PREISTORICI
A due passi dalla stazione ferroviaria Nomentano, di via Val d’Ala, vennero ritrovati
quasi cento anni fa due crani appartenenti all' uomo di Neanderthal
[di Lorenzo Pasqualini]
V
ia di Sacco Pastore è una piccola strada fra via Nomentana e
via Val d'Aosta, a due passi
dalla stazione ferroviaria Nomentano.
Oggi è una strada come tante, fiancheggiata da palazzi, con macchine
parcheggiate e negozi. Chi ci passa o
chi ci vive, difficilmente può immaginare che proprio lì sono stati rinvenuti,
negli anni '30, resti di uomini preistorici.
Ottant' anni fa in quella zona non c'erano costruzioni. La campagna spaziava
tutto intorno mentre al di là dell'Aniene
sorgevano le prime costruzioni di
Montesacro-Città Giardino. La grande
espansione edilizia sarebbe però
esplosa soltanto nel dopoguerra, cancellando sotto l'asfalto e il cemento la
campagna romana. Proprio per costruire nuove abitazioni e strade venne
aperta una cava da cui venivano estratti sabbia e brecciolino, la cava di
Saccopastore. La cava era situata nel
punto in cui oggi sorgono i palazzi di
via Sacco Pastore ed è da lì che emersero nel corso degli anni crani umani e
ossa di animali ormai estinti. Nel 1929
durante i lavori di cavatura un operaio
si imbattè nel primo cranio umano, che
venne consegnato al Duca Grazioli
proprietario dei terreni della cava il
quale lo consegnò all'antropologo
Sergio Sergi.
Il cranio, appartenente presumibilmente a una giovane donna, venne attribuito alla specie Homo neanderthaliensis,
l'uomo di Neandertal. Sei anni dopo,
nel luglio del 1935, nella stessa cava
ormai abbandonata venne rinvenuto un
secondo cranio, presumibilmente di un
uomo adulto, che fu attribuito alla stessa specie. Il nome di questa specie
deriva dalla località tedesca di
Neander, dove nell'ottocento vennero
scoperti i primi resti umani. Crani e
ossa di uomini di Neandertal sono stati
rinvenuti in alcune zone del Medio
Orientee in tutta Europa, fra cui anche
l'Italia. Celebri sono ad esempio quelli
rinvenuti in alcune grotte del monte
Circeo. I due crani di Sacco Pastore
vengono chiamati rispettivamente
Sacco Pastore 1 e 2 e testimoniano la
presenza di una comunità umana sulle
rive dell'Aniene circa 120 mila anni
prima della nascita di Roma. Ciò fa
supporre che si tratti di una popolazione neandertaliana arcaica rispetto a
quelle i cui resti sono stati trovati per
esempio al Circeo. Nella stessa cava
oltre ai crani umani vennero rinvenute
anche diverse ossa di animali oggi
estinti, come l'elefante antico e il rinoceronte, proprio come accaduto nell'altro importante sito paleontologico del
nostro territorio, quello di Casal
de'Pazzi, dove oggi un museo aperto al
pubblico su prenotazione permette di
visitare migliaia di resti di animali risalenti a 200 mila anni fa, rinvenuti sulle sponde dell'Aniene. I due crani di Sacco
Pastore sono oggi custoditi nel museo di
antropologia dell'Università La Sapienza,
visitabile su appuntamento (la pagina web
è http://w3.uniroma1.it/museo_antropologia/index.html). Sul sito internet della
Sovraintendenza
di
Roma,
www.sovraintendenzaroma.it
alla
sezione “luoghi” e “musei”, si trovano
delle interessanti notizie sul sito di
Sacco Pastore, così come sul sito
dell'Istituto Italiano di Paleontologia
Umana (www.isipu.org/storia/attivitapassate/saccoPastore.html).
La Quarta - SPECIALE 25 ANNI
73
oroSCopo 2011
la Maga della Marcigliana
Ariete
21 mar. / 20 apr.
leone
23 lug. / 22 ago.
SAGittArio
23 nov. / 21 dic.
Dopo un anno come quello passato non
potete far altro che aspettarvi grandi
miglioramenti! Il 2011 porterà un adeguato riscatto, innanzitutto recuperando ottimismo e forza di volontà che vi
sono mancati nel 2010. Dunque più
positività e le situazioni si sbloccheranno a partire dal terzo trimestre dell’anno, novità in ambito sentimentale e
stabilità del lavoro ma non lasciate che
diventi monotonia! Frase dell’anno: chi
semina raccoglie..ma bisogna saper
aspettare.
Anno nuovo, progetti nuovi e tante possibilità di realizzazione. Ripagherete la
fiducia che vi è stata data ma attenzione a non sperperare i guadagni in
cose futili che non aiutano a costruire
il vostro FUTURO! In arrivo grandi
soddisfazioni da condividere con chi
da sempre al vostro fianco sa consigliarvi e vi conosce meglio di voi
stessi. Frase dell’anno: il futuro è
dietro l’angolo ma bisogna andargli
incontro col sorriso.
un inizio non certo facile ma che non
mancherà di produrre nuove opportunità in questo 2011. In ambito lavorativo sarà favorevole il secondo trimestre, attenti dunque a non farvi
sopraffare dalle incertezze che mineranno la vostra convinzione. Un’estate
spensierata potrebbe regalarvi qualche nuovo incontro sentimentale.
Frase dell’anno: la vita è come una
scatola di cioccolatini ma..bisogna
saper scegliere!
VerGine
23 ago. / 22 set.
CApriCorno
22 dic. / 20 gen.
Fate spazio perché è ora di raccogliere! Avete penato un po’ è vero ma la
vostra pazienza e tenacia verrà ripagata da un anno nuovo che sarà positivo e gratificante. Non trascurate la
salute per farvi trovare al meglio
della condizione e vivere in pieno il
magico momento che vi aspetta.
L’amore va a gonfie vele, anche grazie
alla vostra solita pazienza, e il lavoro
sarà in discesa. Frase dell’anno: la
calma è la virtù dei forti e voi ne
avete da vendere!
dimenticate il 2010 e salutate il nuovo
anno con ottimismo e positività. Il
nuovo anno sarà sicuramente buono e
stimolante sotto tutti i punti di vista.
Affetti, lavoro e salute brilleranno di
nuova luce supportati da un umore
che alle volte vi porterà alle stelle. Vi
aspetta un inverno davvero movimentato se sarete pronti ad accoglierlo.
Frase dell’anno: c’è sempre una
seconda opportunità..non fatela scappare!
BilAnCiA
23 set. / 22 ott.
ACquArio
21 gen. / 18 feb.
tante e buone occasioni nei primi due
mesi del nuovo anno, non fatele scappare perché risulteranno utili nel periodo successivo. Una svolta lavorativa
sembra essere all’orizzonte ma non
mancano conferme affettive grazie al
raggiungimento di nuova stabilità e
intesa col partner. Brillantezza e gioia
di vivere
che coinvolgeranno chi vi è accanto.
Frase dell’anno: tentar non nuoce dunque..buttatevi!
Grandi soddisfazioni lavorative e nuovi
traguardi in vista ma non dedicatevi
solo al lavoro, la vostra vita privata
richiede il vostro impegno e grandi
novità sono lì ad attendervi. Un anno
ricco e movimentato che aspetta solo
di essere vissuto a cuor leggero e
mente libera, senza farvi domande a
cui non sempre potete rispondere.
Frase dell’anno: il domani è già
qui..carpe diem!
toro
21 apr. / 21 mag.
La parola chiave è CAMBIAMENTO!
Per questo nuovo anno dovrete aspettarvi di tutto quindi spirito di adattamento e attenzione a cogliere le occasioni che arriveranno soprattutto nel
secondo
trimestre
del
2011.
Situazioni mutevoli che porteranno
novità importanti, dal luogo di lavoro
agli incontri per i single ma non mancheranno conferme e certezze per chi
ha già trovato l’amore. Frase dell’anno:
non c’è felicità che non vada conquistata!
Gemelli
22 mag. / 22 giu.
Nonostante le apparenti difficoltà,
figlie anche della vostra predisposizione al pessimismo, il 2011 porterà
nuove consapevolezze e il raggiungimento di importanti traguardi. Non
concentratevi dunque solo sul lavoro,
la situazione economica sarà più che
favorevole, cercate invece di dedicare
più tempo agli affetti e alle attività che
alleggeriscono il cuore. Frase dell’anno: non necessariamente facendo una
scelta bisogna fare una rinuncia.
peSCi
19 feb. / 20 mar.
CAnCro
22 giu. / 22 lug.
SCorpione
23 ott. / 22 nov.
Finalmente un anno positivo dopo tanto
penare! Non mancheranno le opportunità quindi attenti a non farvele scappare, riacquistate fiducia in voi stessi perché il 2011 sarà intenso e travolgente
e dovrete farvi trovare pronti. Novità in
ambito lavorativo dove tutto girerà nel
verso giusto e grandi movimenti anche
nella vita sentimentale dove sarete voi
a guidare il gioco. Frase dell’anno:
quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare..fate il vostro gioco!
il 2011 sarà all’insegna delle novità,
soprattutto a partire dal secondo trimestre. Sarete circondati dagli affetti e dalla positività ma non abbassate
mai la guardia, la serenità va coltivata e mai data per scontata. Molto
bene la situazione lavorativa, potrebbe addirittura arrivare una promozione o un aumento a gratificare il
vostro operato. Frase dell’anno: se
son rose fioriranno ma non senza il
vostro aiuto.
Anno XXV - n°15
Dicembre 2010
Direzione, Redazione
Reg. Trib. di Roma
n. 497/86 del 23/10/1986
Via Val Maggia, 32
00141 Roma
Telefono/Fax 06.88644518
E-mail:
[email protected]
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Capo Redattore
Stefania Orlando
Segreteria di Redazione
M. Grazia Sperandio
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Progetto Grafico e Impaginazione
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Luca Coniglio
Marketing e Pubblicità
Mirror Design Communication
Miriam Tafuri
Il 2011 vi chiede di essere meno razionali, meno macchinosi e dunque più
spontanei. Lasciatevi trasportare dal
flusso della corrente, non si sa mai
quali inattese sorprese vi può portare. Emozioni nuove in vista, se saprete guardare nella giusta direzione,
evitando di inciampare in questioni
che non vi riguardano più. Il lavoro si
farà attendere ma arriverà. Frase
dell’anno: non dimenticare gli insegnamenti del passato..sarebbe come non
averlo vissuto.
Tipografia
SO.GRA.RO. SPA
HANNO COLLABORATO:
Vincenzo Amicucci
Simone Budini
Stefano Casini
Claudio Catalano
Alessandro Ceravolo
Tommaso De Bianchi
Ada Guglielmucci
Deborah Marzilli
Stefania Orlando
Lorenzo Pasqualini
Alessandra Pieroni
Francesca Romani
Valerio Simei
Giuseppe Tronca Antonucci
Giuseppe Valente
Silvio Zappi
Manuela Zazzara