Untitled - AXA MPS

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Untitled - AXA MPS
Il gruppo assicurativo AXA MPS nasce nell’ottobre
2007, con l’accordo strategico di lungo periodo tra il
Gruppo Monte dei Paschi di Siena ed AXA nella bancassicurazione vita e danni e nel business previdenziale in Italia.
La joint venture è paritetica con management control
di AXA e opera tramite AXA MPS Vita (prodotti vita e
risparmio, collocati anche tramite la controllata irlandese Montepaschi Life), AXA MPS Financial (prodotti
finanziari) e AXA MPS danni (soluzioni di protezione
danni); l’accordo ha previsto anche il trasferimento
dei fondi pensione aperti prima curati da Banca Monte dei Paschi di Siena, nonché la gestione degli attivi delle compagnie assicurative e dei fondi pensione
aperti.
Ad un anno dall’accordo il gruppo bancassicurativo
AXA MPS si propone quale centro di riferimento per
soluzioni integrate per il vita, danni e previdenza, andando oltre il concetto di “società prodotto” verso
quello di “società di servizi” a 360° che offre soluzioni
specifiche per i diversi bisogni dei segmenti di clientela accompagnandoli lungo il corso della loro vita.
Direzione Scientifica
Isabella Falautano, AXA MPS
Responsabile Corporate Communication & Research
[email protected]
Ufficio Stampa
Eleonora Mecarelli, AXA MPS, [email protected]
Fabrizio Galassi, Adnkronos Comunicazione, [email protected]
Segreteria Organizzativa AXA MPS
Camillo Giuliani / Anna Maria Mileo / Claudia Rossetto
Antonella Sergenti / Elena Shneiwer
[email protected]
Il Forum Annuale AXA MPS
Il Forum AXA MPS nasce dalla tradizione di successo del Forum annuale Montepaschi Vita, avviato nel 2002 su iniziativa del polo assicurativo del Gruppo Montepaschi, in partnership con la Geneva Association, la più rilevante rete di operatori del settore assicurativo in Europa,
e, dal 2004, in collaborazione anche con l’Associazione nazionale di
settore, l’ANIA. Il Forum rappresenta uno degli appuntamenti annuali
di riferimento per una riflessione ed un confronto tra i vertici degli
operatori finanziari e assicurativi italiani ed europei su temi chiave
legati al filo conduttore dei nuovi paradigmi del valore. In ciascuna
delle edizioni hanno partecipato rappresentanti al vertice di gruppi
bancari e assicurativi italiani ed europei, istituzioni, centri di analisi e
accademia, media, dibattendo temi peculiari legati alle nuove modalità di creazione del valore da parte dell’industria assicurativa nei nuovi
scenari internazionali.
Con il lancio della joint venture assicurativa tra Gruppo AXA e Gruppo
Montepaschi si è deciso di contribuire, con ancora maggiore impegno,
all’avanzamento di riflessioni “di frontiera” e di confronto aperto sul
ruolo che i settori finanziario e assicurativo rivestono nel creare valore
nella società, quali gestori e mitigatori di rischi di medio-lungo periodo.
L’attenzione al ruolo centrale della finanza nella società e la promozione di un business che risponda a logiche di accompagnamento e di
protezione di lungo periodo dei cittadini/consumatori accomuna due
gruppi quali AXA ed MPS e trova una sua sintesi in questa iniziativa.
L’edizione 2008 del Forum si presenta quale momento di discontinuità nella continuità. Si è deciso di abbinare al fil rouge dei “paradigmi
del valore” quello dei cosiddetti “rischi non assicurati” e dei nuovi
rischi che l’industria finanziaria e assicurativa deve contribuire ad individuare in anticipo e a gestire al meglio anche in una logica di
partnership con il pubblico.
L’edizione 2008
La settima edizione del Forum vuole individuare e proporre alla discussione, tra i trend socio-economici emergenti, quelli che più stanno
incidendo sulla struttura stessa della società e sul modo in cui gli
operatori finanziari svolgono in essa il loro ruolo. Dati i venti di crisi a
livello internazionale ed il ridisegno stesso del rapporto tra mercato e
stato, il focus è anche sugli scenari che si stanno aprendo nel mondo
finanziario e sui futuri possibili di un diverso modo di fare finanza,
con un dibattito aperto tra personalità chiave della finanza italiana ed
internazionale.
Nella seconda sessione si focalizza uno dei trend socio-economici
emergenti, centrale anche dal punto di vista dell’agenda politica: l’immigrazione. La componente sociale di immigrati avrà un peso crescente nella società italiana del futuro, con bisogni finanziari ed assicurativi
legati sia alla loro vita ed integrazione nel paese ospitante sia ad altri,
più specifici, riconducibili ai contesti familiari di riferimento nel paese
di origine. Il sistema assicurativo italiano sembra scontare un ritardo
di maturazione sul tema rispetto ad altri paesi europei. Il Forum AXA
MPS si propone di aprire un primo confronto sul tema, presentando il
risultato di una ricerca svolta dal Centro Studi di Politica Internazionale
(CeSPI) e di una innovativa indagine su un campione di 2000 immigrati in Italia svolta da GPF, nonché i casi studio di altri paesi.
Programma
09.00 Intervento di apertura
Frédéric de COURTOIS
Amministratore Delegato, AXA MPS
09.30 Sessione prima
Proteggere una società che cambia:
le dinamiche socio-economiche
emergenti quali sfide per il comparto
finanziario e assicurativo
Modera Patrick LIEDTKE
Segretario Generale, The Geneva Association
Ne discutono
Henri de CASTRIES
Presidente Esecutivo, AXA
Fabio CERCHIAI
Presidente, Federazione ABI-ANIA
Giuseppe MUSSARI
Ne discutono
Mario BERENGUER
Direttore Generale, CaiFor, Spagna
Il punto di vista di un bancassicuratore
quale CaiFor
Hipólito DE LA CRUZ
Direttore Offerta, AXA Spagna
La prospettiva spagnola vista da AXA Spagna
Thomas McCARTHY
Presidente e Direttore, Ghanacoop
Le aspettative dell’imprenditoria immigrata
Marco MORGANTI
Amministratore Delegato, Banca Prossima
Le prospettive di sviluppo del caso italiano
Lionel ZINSOU
Membro del Comitato Esecutivo, Institut Montaigne, Parigi
Opinioni d’oltralpe: il punto di vista francese
Paolo SAVONA
Conclude
Silvano ANDRIANI
Dibattito
13.30 Colazione di lavoro
11.00 Coffee Break
14.00 Luncheon speaker
Jean-Paul FITOUSSI
Presidente, Monte dei Paschi di Siena
Presidente, UniCredit Banca di Roma;
Professore emerito di Politica Economica
11.30 Sessione seconda
Proteggere una società che cambia:
la sfida-opportunità dell’immigrazione
per il settore finanziario e assicurativo
Modera Riccardo SABBATINI Il Sole 24 Ore
Presentano i risultati della ricerca AXA MPS
Monica FABRIS
Presidente, GPF Istituto di Ricerca e Consulenza Strategica
I bisogni assicurativi degli immigrati in Italia
José Luis RHI-SAUSI
Direttore, Centro Studi Politica Internazionale (CeSPI)
Il mercato assicurativo e i migranti;
nuove sfide internazionali del mercato
e della responsabilità sociale in campo
assicurativo
Presidente, AXA MPS
Presidente, Osservatorio Francese per la Congiuntura
Economica;
Professore di Economia, Istituto di Studi Politici di Parigi
Quale finanza? Quale futuro?
Biografie
Silvano Andriani
Presidente di AXA MPS e del CESPI. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Napoli,
ha iniziato la propria carriera presso l’Ufficio studi della CGIL e nel 1964 è divenuto
Segretario Nazionale CGIL per i lavoratori chimici. Segretario e poi Presidente del Cespe
(Centro Studi di Politica Economica), dal 1983 al 1992 è eletto Senatore, ricoprendo
anche le cariche di Vicepresidente della Commissione Bilancio e del Gruppo comunista.
Membro del Consiglio di Amministrazione del Monte del Paschi e del Direttivo dell’Abi
(1993-2001), nel 2000 è divenuto Presidente della Montepaschi Vita e della Montepaschi Danni. È inoltre membro del comitato esecutivo ANIA e consigliere incaricato
sul welfare dell’ANIA e, dal maggio 2008, è componente del Consiglio Direttivo della
Federazione ABI-ANIA.
Fabio Cerchiai
Presidente dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) e della Federazione ABI-ANIA. Laureato in Economia, opera nel settore assicurativo da oltre 40 anni.
Ha iniziato la propria carriera nel 1964 presso le Assicurazioni Generali, di cui è divenuto Amministratore delegato (1997-2002) e Vice presidente nel 2001. Ha ricoperto
incarichi nei Consigli di Amministrazione di numerose società assicurative e finanziarie
in Italia e all’estero.
Henri de Castries
Presidente Esecutivo di AXA. Laureato all’ENA, ha iniziato la propria carriera presso il
Ministero delle Finanze francese dal 1980 al 1984, passando successivamente al Dipartimento del Tesoro. Nel 1989 è entrato nella Divisione Finanza di AXA, divenendone
Vice Presidente Esecutivo per la gestione del patrimonio finanziario e immobiliare del
Gruppo nel 1993. Nel 1994 ha assunto l’ulteriore ruolo di supervisore delle operazioni
dell’America del Nord e della Gran Bretagna e nel 1997 è divenuto Presidente di “The
Equitable Companies” (ora AXA Financial).
Frédéric de Courtois
Amministratore delegato di AXA MPS. Laureato in Ingegneria presso l’“Ecole Nationale Supérieure des Télécommunications de Paris” e in Management presso l’”Ecole
Nationale des Ponts et Chaussées”, ha iniziato la propria carriera presso la CGI Informatique nel 1989, prima di passare a UAP (che si è fusa con AXA nel 1996) presso il
Dipartimento Finanza. Nel 2000/2001 ha ricoperto la carica di Vice Presidente di AXA
Conseil (2000/2001), con responsabilità diretta delle reti di distribuzione, e quella di
Deputy Ceo di AXA Re con responsabilità dell’area finanza, legale e reclami. Nel 2006
è divenuto Presidente di AXA Japan Holding e Deputy president di AXA Life Insurance e
CEO di AXA P&C operation in Asia.
Hipolito de la Cruz
Direttore Offerta e Capo Ufficio Marketing di AXA Seguros e Inversiones in Spagna. Laureato in Economia presso l’Università di Madrid, prima di entrare nel ramo assicurativo,
ha accumulato oltre 25 anni di esperienza nel settore beni di consumo, avendo lavorato
per oltre 20 anni presso la compagnia Unilever. Nel 2006 è entrato in Winterthur Spagna come Direttore Generale di Winterthur Seguros, seguendone l’acquisizione da parte
di AXA e nel 2007 è di divenuto membro del Comitato Esecutivo di AXA Spagna.
Monica Fabris
Presidente di GPF, che di recente è entrata a far parte del Gruppo Reti. Laureata in
Filosofia all’Università Statale di Milano, ha conseguito un dottorato di ricerca in Filosofia Morale all’Università di Vienna nel 1996 e una specializzazione in Psicologia
all’Università di Milano nel 1998. A partire dal 1992 è divenuta responsabile dell’area
qualitativa di GPF&Associati e, dal 1998 al 2007, è stata membro del board direttivo e
Responsabile area di ricerche sul Brand (Brand Care System) della società.
Jean Paul Fitoussi
Professore di Economia e Presidente del Comitato Scientifico all’Institut d’Etudes Politiques de Paris (Istituto di Studi Politici di Parigi). È inoltre Presidente dello Observatoire
Français des Conjonctures Econoniques (Osservatorio Francese per la Congiuntura Economica) ed editorialista per “La Repubblica” e “Le Monde”. Dal 1998 è membro del
consiglio d’amministrazione dell’Ecole Normale Supérieure (Scuola Normale Superiore)
e dal 2000 svolge l’incarico di Esperto presso il Parlamento Europeo, Commissione
Affari Economici e Monetari.
Biografie
Thomas McCarthy
Presidente e Direttore Generale di Ghanacoop, la prima cooperativa sociale costituita interamente da comunità di immigrati, promossa tra il 2004 e il 2005 dall’(Organizzazione
Internazionale per le Migrazioni, Arcadia e l’Associazione dei cittadini Ghanesi della provincia di Modena, in partnership con il Comune di Modena e Confcooperative. Ghanese,
da venti anni in Italia, è inoltre Vicepresidente del Consiglio delle Associazione nazionale
dei cittadini Ghanesi e membro del Consiglio territoriale per l’immigrazione.
Marco Morganti
Amministratore delegato di Banca Prossima. Laureato in Filologia Rinascimentale a
Firenze, nel 1984 ha iniziato la propria carriera come consulente nel settore dell’economia del turismo e vicesegretario generale del CST (Centro di Studi dell’economia del
Turismo). Segretario Generale del Gruppo Editoriale Giunti e successivamente Amministratore delegato della società di consulenza e di sviluppo Giunti Consulting, nel 2000
è entrato in Poste Italiane, occupandosi di progetti culturali e sociali, divenendo successivamente responsabile del Laboratorio Banca e Società di Banca Intesa (2003).
Giuseppe Mussari
Presidente del Monte dei Paschi di Siena. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Siena, svolge l’attività forense dal 1993 ed è stato Presidente della Camera
Penale di Siena. Presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena dal 2001 al
2006 e nello stesso periodo Vice Presidente dell’ACRI, è inoltre membro del Consiglio
e del Comitato Esecutivo dell’ABI, del Consiglio Direttivo ABI-ANIA e del Supervisory
Board di AXA.
Josè Luis Rhi-Sausi
Direttore del Cespi di Roma e Coordinatore delle aree di Cooperazione Internazionale
e Studi sull’America Latina. Laureato in Economia presso l’Universidad de Nuevo Leon
in Messico, ha conseguito un Master in Scienze Sociali presso FLACSO di Santiago del
Cile. Consigliere del Presidente del Consiglio in occasione del Summit Euro Latino Americano nel 1999, collabora con il MIF (Fondo Multilaterale di Intervento) dell’IDB (Banca
Interamericana di Sviluppo).
Paolo Savona
Professore emerito di Politica economica e docente di Geopolitica economica. Attualmente è presidente di Unicredit Banca di Roma. Laureato con lode in Economia e Commercio nel 1961, si è formato al Servizio Studi della Banca d’Italia, dove ha raggiunto il
grado di Direttore. Ha ricoperto importanti incarichi pubblici, tra i quali quello di Ministro
dell’Industria, Commercio e Artigianato nel 50º Governo della XI Legislatura, Segretario
generale della Programmazione economica e Capo dipartimento per le politiche comunitarie. Ha svolto un’ampia attività professionale. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche su problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria, è editor di Economia
Italiana, Review of Economic Conditions in Italy e Journal of European Economic History
e editorialista de “Il Messaggero”.
Lionel Zinsou
Socio gerente della società di Private Equity PAI dal Luglio del 2008 e Membro del Comitato Esecutivo dell’Institut Montaigne di Parigi. Laureato in Economia presso l’Ecole Normale Superieure di Parigi, ha iniziato la propria carriera come assistente e professore
di Economia presso l’Università di Parigi, divenendo in seguito Presidente della Facoltà
di Scienze Sociali all’Ecole Normale Superieure. È inoltre stato membro dell’Ufficio del
Ministro dell’Industria (1980-84) e del Primo Ministro (1984-86). Nel 1986 è entrato in
Danone, ove ha svolto vari ruoli sino al 1997, quando è divenuto socio accomandatario
della Rothschild et Cie.
Proteggere una società che cambia:
le dinamiche socio-economiche emergenti quali
sfide per il comparto finanziario e assicurativo
Nota per la Sessione Prima di Patrick M. Liedtke The Geneva Association
Il Forum AXA MPS nasce dalla tradizione di successo del Forum annuale Montepaschi Vita, avviato nel
2002 su iniziativa del polo assicurativo del Gruppo
Monte dei Paschi di Siena, in partnership con la Geneva Association. La settima edizione del Forum vuole
innanzitutto individuare e proporre alla discussione,
tra i trend socio-economici emergenti, quelli che più
stanno incidendo sulla struttura stessa della società e sul modo in cui gli operatori finanziari svolgono
in essa il loro ruolo. Obiettivo della prima sessione
è spiegare il contesto in cui tali discussioni verranno
sviluppate nel corso della conferenza, fino ad analizzare le tendenze chiave del sistema, sottolinearne e
discuterne le sfide chiave emergenti.
Il contesto in cui il settore finanziario opera attualmente sta subendo profondi cambiamenti. Negli ultimi anni il settore finanziario e il panorama organizzativo intorno ad esso sono attraversati da importanti
trasformazioni che, nella maggior parte dei casi, non
solo continueranno, ma tenderanno a rafforzarsi. I 4
drivers del cambiamento sono i seguenti:
1. Globalizzazione e Convergenza dei Mercati: questo
trend è estremamente rilevante per il settore assicurativo ed ha inoltre accelerato la necessità di cooperare a un nuovo livello globale e di portare avanti un
più ampio dibattito coinvolgendo un maggior numero
di attori con differenti mercati nazionali e diverse strategie, ma con sempre più problemi comuni. Con la
globalizzazione del settore, divengono globali le stesse organizzazioni in esso operanti. Gli aspetti più importanti di questo processo di trasformazione a livello
profondo sono:
• la concentrazione nel comparto assicurativo e
l’emergere di imprese transnazionali;
• le relazioni più strette e l’integrazione dei mercati
finanziari a livello mondiale (esempio eclatante è
rappresentato dall’effetto contagio dell’attuale crisi
finanziaria che ha avuto origine negli Stati Uniti);
• l’emergere di rischi simili a livello mondiale e la crescente importanza del controllo dell’ esposizioni al
rischio sistemico (l’attuale turbolenza nei mercati
finanziari è ancora una volta un chiaro segnale di
ciò ed è prevedibile in misura maggiore in futuro);
• la presenza di clienti globali che richiedono (in maniera coerente e efficace) soluzioni a livello internazionale ai loro problemi internazionali;
• una maggiore organizzazione degli Stati-nazione nelle istituzioni sovranazionali;
• la creazione di più organismi internazionali che
proiettano le loro idee e convinzioni – regionali e
nazionali – ad un livello globale.
2. La regolazione diviene internazionale: le autorità di
regolazione e controllo hanno iniziato a comunicare e
coordinare le loro azioni a livello internazionale. L’Associazione Internazionale dei Supervisori Assicurativi
(IAIS) ha dato impulso alle proprie attività negli ultimi
anni e lavorato in stretto contatto con le altre autorità
di regolazione finanziaria e le organizzazioni internazionali al fine di promuovere stabilità finanziaria. Si
potrebbe dire che sempre più spesso non sono questioni nazionali ad essere traslate su un piano internazionale, dal momento che problemi simili vengono
scoperti ovunque. Nei mercati globali di oggi gli sforzi
di regolazione internazionale tendono ad iniziare direttamente a livello globale e sono coordinati da parte
di una serie di stakeholders chiave nel mondo; solo
successivamente hanno una ricaduta a livello nazionale, in un tentativo di affrontare le questioni al di là
dei confini nazionali. L’approccio top-down ha profondamente mutato le dinamiche del sistema molto più
del tradizionale tipo bottom-up.
3. Emerge inoltre un chiaro bisogno di coordinare i
propri sforzi e di ricercare un dialogo condiviso fra le
imprese assicurative. Le relazioni e le interazioni fra
imprese e autorità di controllo a livello internazionale sono di particolare importanza. Mentre altre parti dell’industria dei servizi finanziari presentano una
tradizione di dialogo globale fra imprese ed enti di
controllo, il fenomeno è relativamente nuovo per il
comparto assicurativo. Negli ultimi anni la Geneva Association ha tenuto una serie di incontri ad hoc con la
IAIS e altre organizzazioni internazionali coinvolte nella
definizione di una “cornice di regole” per le imprese
assicurative. Ciò include l’annuale High-level Meeting,
recentemente avviato, ove il Comitato Esecutivo della
IAIS si incontra con gli Amministratori Delegati delle
imprese leader a livello mondiale, come rappresentate nel Board della Geneva Association, al fine di discutere congiuntamente i più importanti sviluppi nel
comparto assicurativo e le questioni inerenti la sua
regolazione e il suo controllo.
4. Il rafforzarsi del dibattito sul rapporto “pubblico-privato”: la tradizionale ripartizione tra attività pubbliche
e private ha costituito un tema di dibattito continuo
dagli albori della società moderna e del suo sistema
economico. Negli ultimi anni, le questioni che riguardano direttamente il settore assicurativo hanno acquisito importanza. Che sia la definizione di un Welfare
State moderno o la “assicurabilità” di rischi estesi o
sistematici, quali le catastrofi naturali o il terrorismo,
il mondo assicurativo deve ridefinire il suo ruolo e
trovare come operare insieme o in maniera complementare al pubblico per alcune categorie di rischio.
Un’altra dimensione del processo di finanziamento
dei rischi si è aggiunta con i nuovi strumenti finanziari
come la cartolarizzazione, che sembra aver trovato un
impulso sconosciuto nel passato. Questi nuovi strumenti finanziari ampliano la gamma del rischio che
può essere trasferito al mercato privato, ma richiedono un’attenzione particolare, soprattutto per come
potrebbero colpire la stabilità finanziaria in futuro. La
discussione su quali classi di rischio possano essere
efficacemente gestite dal mercato e quali richiedano
una partecipazione dello Stato riveste una particolare
importanza per il settore e richiede un maggior lavoro
su come affrontare tali questioni in maniera credibile
e ad un livello internazionale.
5. La crescente importanza di considerazioni etiche:
c’è una crescente attenzione sul come le grandi società contribuiscono alle nostre società e alle loro economie. Nonostante siano sempre esistite leggi e regole
per il comportamento degli attori sul mercato e sulla
condotta più appropriata, la qualità delle stesse è mutata nel tempo. Negli ultimi anni è possibile inoltre testimoniare l’emergere di una discussione intorno alla
differenza tra cosa sia strettamente legale e cosa sia
percepito come eticamente corretto. Le economie più
sviluppate sono sempre meno disposte ad accettare
passivamente le decisioni delle imprese quando causano danni alla società. Sebbene le imprese possano
operare senza violare alcuna legge, le loro azioni non
possono sfuggire all’esame di standard più stringenti
stabiliti dalla comprensione – a volte confusa- di cosa
sia giusto o meno. Particolari gruppi di interesse e di
clienti hanno iniziato a reagire non solo mediante i
loro comportamenti di consumo, ma anche mettendo in atto azioni mirate contro ciò che percespiscono
come una condotta inadeguata dentro i confini della
legge. Le conseguenze negative che le imprese possono subire ignorando le sempre più ampie considerazioni etiche sono considerevoli, soprattutto per quelle aziende che conquistano un alto profilo pubblico
mediante il valore del proprio marchio. Vi è inoltre una
sempre maggiore assunzione di responsabilità per assicurare un comportamento adeguato all’interno delle
organizzazioni e per rinforzare i codici di condotta per
tutti i lavoratori in ogni momento. Certamente non
è più sufficiente mostrare l’esistenza di un insieme
di regole e giustificarsi affermando che un lavoratore avrebbe dovuto osservarle. Al giorno d’oggi ci si
aspetta che le imprese garantiscano la compliance.
Sempre più spesso gruppi e comunità tentano di influenzare le aziende nelle loro operazioni tradizionali
da molteplici punti di vista, mettendone in discussione gli obiettivi, la trasparenza e il generale codice di
comportamento. Tale influenza è esercitata mediante
mezzi differenti come la legislazione, la regolazione,
l’attivismo politico e la pressione di gruppi di interes-
se. In un ambiente così esigente è naturale che le
aziende reagiscano migliorando le proprie procedure
di lavoro. Di conseguenza la corporate governance,
come strumento-chiave al fine di allineare gli interessi
di tutti gli attori di una data organizzazione con i suoi
obiettivi, diviene più rilevante e la gestione – nella sua
accezione positiva - del rischio reputazionale diviene
essenziale.
Ci si può chiedere perchè l’attuale crisi dei mercati
finanziari non venga trattata come un argomento specifico. La risposta è duplice. Innanzitutto la crisi – nonostante la sua straordinaria portata – è il risultato
dei trend menzionati ma non è essa stessa un trend
a sè stante. Senza la globalizzazione e la convergenza
dei mercati si sarebbe trattato probabilmente di un
fenomeno nazionale circoscritto agli Stati Uniti, senza
le conseguenze -di cui siamo testimoni- in altri parti
del mondo. In secondo luogo, alla base della crisi non
vi è una crisi del settore assicurativo ma una crisi del
settore bancario, come hanno sottolineato numerosi
amministratori delegati dell’industria assicurativa e
così come è emerso dal lavovro di analisi di alcuni
importanti economisti del comparto.
Il fatto che monoliners e assicuratori che garantiscono
il credito siano colpiti non ha nulla a che vedere con
il settore assicurativo nel suo insieme. Queste due
categorie di compagnie costituiscono degli operatori
finanziari specifici, con rischi fortemente concentrati
nel settore del credito. Non possono essere paragonati in generale a compagnie assicurative con attività
diversificate (a meno che non abbiano filiali che si
occupano del settore delle garanzie finanziarie come
abbiamo visto in rari casi). Comunque, ciò che stiamo analizzando è il modo in cui i problemi del settore
bancario (pensiamo al recente fallimento di Lehman
Brothers) ed il cosiddetto asset melt-down possano
impattare sul portafoglio investimenti degli assicuratori e di quelli gestiti per conto dei loro clienti.
sicurativo, ma a beneficio dell’economia in generale.
Assicurare i rischi in un’economia moderna è un impegno multidimensionale. È un lavoro complesso che
interagisce con molti aspetti della nostra vita. L’importanza del settore assicurativo per l’economia può
essere solo parzialmente misurata dalla dimensione
dei suoi business, dal numero dei suoi impiegati in un
dato paese, dagli assets controllati dal management,
o dal suo contributo al PIL. In realtà svolge un ruolo
essenziale nel funzionamento di una società moderna, essendo una precondizione necessaria per molte
attività che altrimenti non potrebbero svolgersi. Assicurare che questo settore strategico sia pronto per le
sfide dei prossimi decenni non è unicamente compito delle imprese assicurative. I governi e le istituzioni
pubbliche hanno allo stesso modo l’interesse, o meglio, un dovere morale nei confronti dei propri cittadini
di garantire che i loro rischi possano essere affrontati
in maniera adeguata.
Sembra che il nostro mondo necessiti di una visione
strategica di lungo periodo, non solo da un punto vista
imprenditoriale, ma anche a livello intellettuale e politico. La Geneva Association considera questo dibattito
non solo opportuno, ma pronto per essere sostenuto
in maniera proattiva. È un piacere che la collaborazione con AXA MPS ci offra una così valida opportunità
per far avanzare la discussione.
Poiché gli assicuratori sono anche importanti investitori istituzionali, ogni caduta del valore degli attivi ha
delle conseguenze su di esse. Ad ogni modo, a questo stadio della crisi, i problemi risultano collegati agli
utili, senza conseguenze sulla solvibilità del settore.
Al contrario, alcuni osservatori si aspettano che le
compagnie assicurative (la stampa internazionale e
gli analisti hanno citato ad esempio AXA e Generali)
utilizzare la loro posizione di forza per acquisire compagnie in difficoltà.
Le diverse tendenze analizzate pongono il settore assicurativo di fronte a importanti interrogativi sul modo
in cui riuscirà a reagire e a preparare il settore a un
futuro in cui il loro contributo chiave ad una economia
moderna rivestirà ancora maggiore importanza. Più il
settore diverrà rilevante e visibile, maggiore attenzione
riceverà e sarà posto sotto maggiore osservazione.
L’industria assicurativa opera in un contesto impegnativo. È fondamentale riuscire a favorire evoluzioni positive, non nell’interesse esclusivo del comparto as-
Rassicuriamoci: una finanza migliore è possibile.
Il mercato assicurativo e i migranti: nuove sfide
internazionali del mercato e della responsabilità
sociale in campo assicurativo
Sintesi della Ricerca del CeSPI per il Forum AXA MPS
Lo studio intende dare un contributo alla discussione
sul rapporto tra migranti e assicurazioni. Partendo dall’analisi della situazione italiana, ancora alle prime fasi
di sviluppo, e approfondendo le principali esperienze a
livello internazionale, lo studio individua le tendenze in
atto e delinea un possibile modello futuro che consente, anche alla luce dell’esperienza maturata in questi
anni dal sistema bancario italiano, di rispondere ai bisogni specifici e cogliere le opportunità di crescita di
questo nuovo segmento di clientela.
Il 42% degli immigrati in Italia è titolare di un prodotto
assicurativo, con differenziazioni legate alla nazionalità e ad una molteplicità di altri fattori connessi all’integrazione, ma la maggioranza delle polizze riguardano
ancora soltanto l’RC auto. Il dato più rilevante che
emerge dal contesto italiano risiede però nella forte
correlazione positiva esistente fra la crescita del processo di integrazione e il ricorso a strumenti orientati
alla copertura di rischi e delle spese future: l’incidenza dei prodotti assicurativi per coloro che risiedono in
Italia da più di 10 anni sale infatti al 70% e quasi la
metà del campione mostra un interesse futuro verso
questi prodotti.
Con il progredire dell’integrazione cresce inoltre l’accesso a nuovi prodotti e servizi bancari e finanziari (il
tasso di bancarizzazione degli immigrati è aumentato
del 33% tra il 2005 e il 20071), facendo emergere
nuove necessità a cui potranno corrispondere altrettante opportunità per il settore assicurativo quali, ad
esempio, prodotti assicurativi legati a forme di finanziamento.
La domanda di prodotti assicurativi da parte della
clientela immigrata, al di là di alcune specificità mostrate, presenta comportamenti non molto dissimili
dalla clientela italiana. Ciò nonostante i tassi di crescita della popolazione immigrata (+22,3% tra il 2005
e il 20072), il diverso livello di partenza rispetto alla
clientela italiana ed il crescere delle esigenze di protezione futura costituiscono indubbiamente fattori che
alimenteranno tassi di crescita maggiori della media.
Esiste, tuttavia, un’area di bisogni specifici ancora
insoddisfatta, su cui si sta misurando lo stesso sistema bancario e nei confronti della quale le assicurazioni possono giocare un ruolo di leadership. Infatti, la condizione di immigrato è caratterizzata da un
rapporto privilegiato con il proprio paese di origine e
da una maggiore vulnerabilità in ogni fase della vita e
dell’integrazione, tanto da poter assimilare l’immigra-
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to alla più generica categoria dei soggetti low-income.
I migranti ne rappresentano certamente la parte più
dinamica, ma oltre a condividerne aspetti importanti,
come la vulnerabilità, costituiscono una fonte di accesso e di dinamismo fondamentale anche per la più
ampia categoria rappresentata dalle famiglie nei paesi di origine.
La letteratura e le indagini sul campo mostrano una
crescente domanda di prodotti assicurativi e di risparmio che prevedano meccanismi capaci di proteggere
le proprie risorse, e quelle delle famiglie di origine, dal
verificarsi di eventi accidentali in grado di annullare
il patrimonio fino ad allora accumulato. Emerge una
domanda sempre maggiore di strumenti finanziari in
grado di assicurare un’adeguata ownership del risparmio, in particolar modo delle rimesse, e di costruire
strategie di asset-building di medio-lungo termine (finalizzate all’acquisto di una casa, all’educazione dei
propri figli o in generale a progetti futuri). Il risparmio,
e in particolare le rimesse, che in Italia hanno raggiunto un volume complessivo di 11.3 milioni di dollari3,
assumono così una valenza assicurativa e di diversificazione del rischio non solo per gli immigrati ma anche per le famiglie nei paesi di origine. Una preferenza
all’illiquidità e un’esigenza finanziaria specifica ancora
trascurata dal nostro sistema finanziario.
La popolazione immigrata deve perciò essere considerata, anche in termini finanziari, in un’ottica innovativa, che consenta di coglierne gli aspetti peculiari
legati alla sua duplice identità.
Diviene allora fondamentale trovare strumenti e canali
per costruire un collegamento fra evoluzione del processo di bancarizzazione, invio delle rimesse e prodotti assicurativi: tre aspetti fondamentali della gestione
del risparmio che offrono importanti potenzialità, ma
che oggi convivono in modo disgiunto, senza poter
sfruttare le sinergie esistenti.
Le assicurazioni hanno una lunga esperienza nell’offerta di prodotti in cui coesiste la componente assicurativa e quella di accumulo del risparmio. Si tratta di
definire modalità nuove che ne consentano la sostenibilità e l’accessibilità anche a questa fascia della
popolazione, tenuto conto della variabilità e del basso
livello dei redditi.
A livello finanziario, diversi sono stati gli sforzi e le
esperienze per cercare di accrescere l’accessibilità
dei soggetti low-income a strumenti e intermediari. A
partire dal microcredito si è progressivamente evoluti
verso la microfinanza ed oggi la nuova sfida è costituita proprio dal coinvolgimento diretto dei migranti.
Crediamo che questo nuovo modello possa essere
profittevolmente applicato anche al mercato assicurativo, e che il settore delle microassicurazioni ne possa
costituire la chiave di accesso. Il link fra microassicurazioni e prodotti di accumulo risparmio può risultare
una strategia vincente.
La rilevanza dei lavoratori all’estero per le economie
dei paesi di provenienza e il ruolo propulsivo esercitato dalle rimesse trovano conferma in una maggiore
dinamicità del mercato assicurativo rivolto ai migranti
e ai soggetti low-income proprio nei paesi di origine.
La ricognizione delle principali esperienze assicurative e microassicurative nei paesi di provenienza dei
gruppi nazionali maggiormente numerosi in Italia (Albania, Marocco, Romania, Cina, Filippine, Senegal,
Perù, Ecuador, Bolivia), con approfondimenti in aree
specifiche (Stati Uniti e Messico), fornisce importanti
indicazioni a riguardo.
Le esperienze internazionali mostrano alcune specificità legate alla distribuzione di prodotti microassicurativi: la mancanza di una cultura finanziaria, la necessità di un’elevata prossimità e capillarità richiedono
canali comunicativi e distributivi differenti da quelli
tradizionali (casi peruviano e boliviano).
La sostenibilità dei premi e l’accessibilità, costituiscono due dei fattori chiave per lo sviluppo di prodotti per
i low-income (case-studies peruviano, ecuadoriano e di
altri paesi centroamericani).
La tendenza in Italia verso un welfare misto, nel quale operino sia le istituzioni pubbliche sia le imprese
private, è un fattore importante nell’elaborazione di
prodotti nel ramo sanitario e previdenziale (caso statunitense).
La strada della collaborazione sia con il sistema del
credito cooperativo (case-studies polacco e centroamericano) sia con le istituzioni di microfinanza (caso
boliviano), costituisce un possibile sentiero di sviluppo di partnership finalizzate alla distribuzione dei prodotti.
dentale dell’emigrato, assicurando un flusso di rimesse alla famiglia di origine anche dopo la sua morte,
per un periodo che varia da 1 a 3 anni. Un prodotto
molto semplice, standardizzato e riproducibile in contesti differenti.
A partire da queste considerazioni giungiamo così a
formulare una proposta per una possibile inclusione
dei migranti nel mercato assicurativo, attraverso una
strategia di valorizzazione delle loro risorse che apre
le porte ad un mercato molto più ampio. Una strategia
di gestione del risparmio integrata e articolata in tre
fasi successive: una prima fase, con lo sviluppo di
un prodotto di microassicurazione legato alle rimesse,
come il seguro de remesas, caratterizzato da elevata
standardizzazione e da premi molto contenuti; una seconda fase, con lo sviluppo di una versione più evoluta dello stesso prodotto, commisurato al volume medio delle rimesse in un determinato arco temporale;
infine, una terza fase, con una strategia più completa di gestione del risparmio, legando al prodotto microassicurativo una forma di accumulo del risparmio
e aprendo la strada a prodotti finanziari e assicurativi
più evoluti e maturi.
Si tratta di sviluppare un modello di business nuovo,
basato su una partnership fra più soggetti e in grado
di superare i limiti che la transnazionalità del migrante pone ai modelli tradizionali. Un modello del tipo
partner-partner-agente nel quale, per la gestione del
prodotto assicurativo, al partner in Italia si affianca il
partner estero nel paese d’origine e uno o più agenti per la diffusione e la gestione del prodotto e dei
prodotti correlati. In questo modo si aprirebbe, inoltre,
un canale di accesso per un coinvolgimento dei fondi
pubblici a sostegno dello sviluppo.
1. Dati indagine ABI-CeSPI 2008.
2. Dati ISTAT.
3. Dati World Bank 2007 che sottostimano il volume reale delle rimesse, in
quanto non rilevano i canali informali.
Il finanziamento dell’educazione dei figli, che comporta la formazione del capitale umano e sociale delle
generazioni più giovani e che è una delle destinazioni
d’uso delle rimesse più rilevanti, rappresenta uno degli strumenti attivabili per interrompere il circolo della
povertà che caratterizza alcuni dei paesi di origine dei
flussi migratori. Il caso inglese fornisce un esempio di
un prodotto di successo: il Child trust fund.
Il seguro de remesas, proposto da alcune compagnie
assicurative centro e sudamericane, è risultato essere l’esperienza più completa capace di creare un collegamento tra il risparmio/le rimesse del migrante (e
della sua famiglia di origine) ed un piano assicurativo.
Il prodotto, con un premio mensile che varia tra 6 e 9
USD, copre i rischi in caso di morte naturale o acci-
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I bisogni assicurativi degli immigrati
in Italia: risultati dell’indagine
Sintesi dell’indagine di GPF su un campione di 2000 intervistati
I 3.7 milioni di immigrati in Italia rappresentano una
parte importante e in crescita della popolazione presente sul territorio. Il dato risulta ancora più interessante se si considera l’atteggiamento ottimista, volto
al futuro, che caratterizza questo segmento e lo fa
valere più di quanto pesa.
Dal punto di vista socioculturale gli immigrati sono allo
stesso tempo legati al loro paese d’origine e propensi
a vivere in una società multiculturale, di cui riconoscono in misura maggiore degli italiani la vivacità e la
ricchezza di stimoli.
“La mia vera patria è il paese / la città in cui sono nato
e cresciuto” per l’81.5% degli immigrati e per il 66%
degli italiani.
“Una società in cui convivono tante razze / culture differenti è anche una società più ricca di idee e di stimoli”
per il 76% degli immigrati e per 64% gli italiani.
La gran parte degli immigrati è orientato a vivere per
tutta o quasi tutta la vita in Italia.
Il 28.6% ha intenzione di vivere in Italia per tutta la
vita.
Gli immigrati provenienti dall’est Europa tendono più
al risparmio ma sono anche più diffidenti verso le istituzioni bancarie.
I sud-americani sono più propensi ai consumi, a chiedere prestiti e in generale sono aperti nei confronti dei
prodotti assicurativi.
Gli asiatici sono i più competenti, quelli che si informano di più.
Gli africani hanno bisogno di semplicità.
In generale rispetto agli italiani gli immigrati si caratterizzano per una minore percezione del rischio.
Ha l’impressione di essere circondato dai pericoli il
38.4% degli immigrati contro il 55% degli italiani.
Ciò non toglie che gli stessi immigrati abbiano una
grande considerazione del valore della sicurezza, maggiore di quello della popolazione italiana.
Il 16.5% pensa di tornare al suo paese di origine
quando sarà anziano.
Per il 41.2% degli immigrati nella vita è importante
“sentirsi al riparo e al sicuro dai pericoli” contro il
38.6% degli italiani.
Il desiderio di affermazione personale è maggiore che
nella popolazione italiana e si traduce tanto in una
ricerca di ricchezza quanto nel raggiungimento della
consapevolezza di “essere diventato qualcuno”.
Per quanto riguarda le sottoscrizioni gli immigrati costituiscono un segmento sottoassicurato sia per mancanza di liquidità che di conoscenza dei prodotti.
Il 32.1% degli immigrati chiede alla vita di “avere molto
denaro”, mentre gli italiani si fermano al 14%.
Il 21.1% degli immigrati si aspetta invece di “avere
successo e diventare qualcuno”, contro l’11.9% degli
italiani.
Immigrati e italiani si allineano invece per quanto riguarda invece la propensione al risparmio, anche se
il significato di quest’ultimo cambia e per gli immigrati
diventa uno strumento per promuovere il futuro più
che per conservare il passato.
Quasi un terzo della popolazione immigrata utilizza i
risparmi sotto forma di rimesse.
Il 27.7% spedisce i propri risparmi nel paese di origine, alla famiglia.
Il tasso di bancarizzazione risulta ancora basso.
Il 30.8% non possiede un conto corrente, il dato si
alza per gli immigrati dell’Est-Europa (33.3%) e dell’Africa (32.2%).
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Gli atteggiamenti nei confronti delle istituzioni bancarie e del denaro in generale si differenziano a seconda
del continente di origine.
Solo un terzo del campione dichiara di non essere interessato.
Un secondo terzo dichiara di non poterne sostenere
i costi.
Gli altri dichiarano di non conoscere i servizi assicurativi.
Mentre una volta entrati a conoscenza del mercato gli
immigrati sono più propensi degli italiani a riconoscere il valore dei prodotti assicurativi.
Il 59.7% dichiara che “la vita è più tranquilla con una
buona assicurazione” contro il 51.8% degli italiani.
Infine, la loro scala di priorità si differenzia per quanto
riguarda i bisogni di protezione, a seconda delle loro
diverse paure.
I sud-americani si preoccupano soprattutto della salute
Ë polizza malattia.
Gli africani soprattutto della cura dei propri famigliari
Ë polizza salvadanaio.
Nelle scelte che riguardano il mondo assicurativo /
bancario gli immigrati si fanno consigliare da amici,
parenti e conoscenti che ne sanno più di loro.
Gli asiatici della preservazione
del proprio patrimonio/attività anche imprenditoriale
Ë prodotti di investimento.
Per le decisioni che riguardano i risparmi si rivolge ad
amici, parenti e conoscenti il 61.4% degli intervistati.
Gli est-europei della perdita del lavoro
Ë polizza infortunio.
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