FVG MITTELEUROPA ORCHESTRA GIOVANNI SOLLIMA direttore

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FVG MITTELEUROPA ORCHESTRA GIOVANNI SOLLIMA direttore
Prossimi concerti
Professori d’orchestra
Giovedì 15 marzo 2012
PAOLA ERDAS clavicembalo
ROLF LISLEVAND chitarra e tiorba
“Corde pizzicate”
de Visée/F. Couperin/d’Anglebert/Piccinini/Kapsberger/Perrine/
Gaultier/L. Couperin
Violini I
Crtomir Siskovic**
Francesco Lovato*
Clementina Carluccio
Anna Apollonio
Lucia Premerl
Alessandra Vianello
Verena Rojc
Anna Del Bon
Violini II
Pietro Talamini*
Hanny Killaars
Chiara Antonutti
Ludovica Burtone
Luigi Calzavara
Leopoldo Pesce
Domenico Mason
Valentina Mosca
Viole
Margherita Cossio*
Elena Allegretto
Giovanni Boscarato
Laura Menegozzo
Violoncelli
Andrea Musto*
Massimo Favento
Mara Grion
Chiara Torselli
Contrabbassi
Paolo Mazzoleni*
Mercoledì 21 marzo 2012
DANIEL SCHMUTZHARD baritono
KATRIN DASCH pianoforte
Die Winterreise
Franz Schubert
Venerdì 13 aprile 2012
Integrale delle Sinfonie di Johannes Brahms
ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO
ANTON NANUT direttore
Comune di Monfalcone
Servizio 1 - Attività Culturali e di Promozione Territoriale
con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDirezione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Discografia
Mauro Zavagno
Laura Soranzio
Flauti
Fosca Briante*
Tiziano Cantoni
Oboi
Enrico Cossio*
Andrea Martinella
Clarinetti
Davide Argentiero*
Elena Paroni
Fagotti
Dario Braidotti*
Marina Zuliani
Corni
Andrea Liani*
Mauro Verona
Trombe
Stefano Flaibani*
Luca Bastiancig
Trombone
Francesco Parini*
Tuba
Daniele Spano*
Percussioni
Barbara Tomasin
Gabriele Rampogna
Sollima, Hell I
Sollima Works/Sony BGM
Haydn, Concerto n. 1 per violoncello
J. Du Pré/EMI
C. Coin/Oiseau-Lyre
M. Rostropovich/EMI
M. Maisky/Deutsche Grammophon
S. Gabetta/RCA
GIOVANNI SOLLIMA
direttore e violoncello
** Violino di Spalla
* Prima Parte
Discografia a cura di
Direttore artistico
Filippo Juvarra
Dirigente del Servizio
Giovanna D’Agostini
Informazioni
[email protected]
www.teatromonfalcone.it
www.facebook.com/teatromonfalcone
Stampa a cura di
Musica 2011-2012
Programma
FVG MITTELEUROPA ORCHESTRA
in collaborazione con
Fazioli Pianoforti
Bogaro&Clemente
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Teatro Comunale
di Monfalcone
Stylus Phantasticus - Via dei Calzolai, 2 - Udine
Venerdì 9 marzo 2012 ore 20.45/‘900&oltre
FVG MITTELEUROPA ORCHESTRA
GIOVANNI SOLLIMA
direttore e violoncello
Programma
Giovanni Sollima (1962)
Hell I dall’opera Songs from the Divine Comedy
per violoncello e archi
Joseph Haydn (1732 - 1809)
Concerto n.1 in do maggiore per violoncello e orchestra Hob: VIIb/1
Moderato
Adagio
Allegro molto
***
Giovanni Sollima
Folktales
per violoncello e orchestra
Gli interpreti
La F.V.G. Mitteleuropa Orchestra è una compagine che nasce sotto
l’egida della Fondazione Bon e con il sostegno della Regione Friuli
Venezia Giulia, con la finalità di valorizzare i musicisti e le risorse
culturali del territorio e con la volontà di interagire con gli organismi
e gli enti che qui operano, al fine di richiamare positivamente
l’attenzione di altri e più vasti ambiti territoriali, con un progetto di
matrice europea, dinamico e innovativo e con l’ambizione di diventare
un’istituzione musicale di riferimento per l’area mitteleuropea.
Negli ultimi due anni ha partecipato al Mittelfest, alla Biennale Musica
di Venezia, al Festival “Le Giornate del cinema muto” di Pordenone,
alla rassegna regionale Carniarmonie ed è stata inserita nel cartellone
musicale del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Recentemente si è
esibita nell’ambito dell'Emilia Romagna Festival in Pierino e il lupo
di Prokof’ev con la partecipazione di Gigi Proietti come voce recitante
e ha eseguito il concerto all’alba, appuntamento esclusivo del Ravello
Festival. Nell'ottica di una costante crescita musicale e
dell'ampliamento del proprio repertorio, ha portato in scena diversi
programmi operistici. Fervida la collaborazione con il compositore
argentino Luis Bacalov, che ha diretto l’orchestra in diverse occasioni,
sia nei teatri della Regione che a Forlì, per l’esecuzione di Estaba la
madre e della Misa Tango. L’orchestra è stata diretta da Alfonso
Scarano, Paolo Paroni, Pietari Inkinen, John Axelrod, Ola Rudner,
Andrea Pestalozza, Filippo Maria Bressan, Tiziano Severini
collaborando con solisti quali Pietro De Maria, Roberto Cominati,
Bruno Canino, Lilya Zilberstein, François-Joël Thiollier, Sergey Krilov,
Giovanni Sollima, Federico Mondelci, Annamaria Dell’Oste, Luciana
D’Intino.
Giovanni Sollima nasce a Palermo da una famiglia di musicisti.
Studia violoncello con Giovanni Perriera e Antonio Janigro e
composizione con il padre Eliodoro Sollima e Milko Kelemen.
Fin da giovanissimo collabora con musicisti quali Claudio Abbado,
Giuseppe Sinopoli, Jörg Demus, Martha Argerich, Riccardo Muti, Yuri
Bashmet, Katia e Marielle Labèque, Ruggero Raimondi, Bruno Canino,
DJ Scanner, Victoria Mullova, Patti Smith, Philip Glass e Yo-Yo Ma.
La sua attività - in veste di solista con orchestra e con diversi ensemble
(tra i quali la Giovanni Sollima Band, da lui fondata a New York nel
1997) - si dispiega fra sedi ufficiali ed ambiti alternativi: Brooklyn
Academy of Music, Alice Tully Hall, Knitting Factory e Carnegie Hall
(New York), Wigmore Hall e Queen Elizabeth Hall (Londra), Salle
Gaveau (Parigi), Santa Cecilia, RomaEuropaFestival (Roma), Teatro
San Carlo (Napoli), Kunstfest (Weimar), Kronberg Cello Festival, Time
Zones Festival (Bari), Teatro Massimo, Amici della Musica (Palermo),
Teatro alla Scala (Milano), International Music Festival di Istanbul,
Cello Biennale (Amsterdam), Summer Festival di Tokyo, Biennale
di Venezia, Ravenna Festival, I Suoni delle Dolomiti, Ravello Festival,
Expo 2010 (Shanghai).
Parallelamente all’attività violoncellistica la sua curiosità lo spinge
ad esplorare nuove frontiere nel campo della composizione attraverso
contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dell'utilizzo di
strumenti orientali, elettrici e di sua invenzione. Per la danza collabora,
tra gli altri, con Karole Armitage e Carolyn Carlson, per il teatro con
Bob Wilson, Alessandro Baricco e Peter Stein e per il cinema con
Marco Tullio Giordana, Peter Greenaway, John Turturro e Lasse
Gjertsen (DayDream, 2007).
Nel 2008, assieme alla violoncellista Monika Leskovar e il
Solistenensemble Kaleidoscop di Berlino, incide per la Sony l’album
We Were Trees.
Giovanni Sollima suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona,
1679), insegna presso la Fondazione Romanini di Brescia e, dal 2010,
presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma dove recentemente è stato
insignito del titolo di Accademico.
Note al programma
Giovanni Sollima: Hell I. L’inizio del concerto presenta un piccolo
cameo, tratto da un’opera che Sollima ha dedicato alla Commedia
dantesca: Songs from the Divine Comedy è una commistione “fisica”
tra musica, testo, ritmo, elettronica e strumenti classici e moderni:
l’organico completo vede intersecarsi voci cantate e recitate, chitarra
elettrica, tastiere, percussioni, flauto, trio d’archi e, naturalmente, il
violoncello. In questo lavoro multimediale che rivisita il testo di Dante
confrontato con la traduzione inglese ottocentesca di Longfellow e la
Profezia di Dante di Byron, gli spazi sonori sondati da Sollima sono
come sempre ricchi di stimoli culturali diversi e stratificati, alla ricerca
di un linguaggio nuovo e personale. Songs from the Divine Comedy è
stato completato nella sua totalità nel 2004, ma la prima parte di
questo lavoro (Hell I, in programma questa sera) è stata composta
ed eseguita già nel 2000 a Palermo, e non usufruisce della complessità
dell’organico dell’intera opera. Hell I è scritto per violoncello ed archi
e in pochi minuti esplora un’immensa emotività sonora: è un brano
profondamente evocativo; con le sue corde a tratti struggenti e intime,
altrove sofferte e tormentate tocca le viscere dell’ascoltatore e mette
in piena evidenza gli appassionati colori mediterranei delle radici
del compositore.
Joseph Haydn: Concerto n. 1 in do maggiore per violoncello e
orchestra Hob: VIIb/1. Si era perduta traccia di questo primo concerto
per violoncello, che solo nel 1961 è stato riportato alla luce dal
musicologo e bibliotecario ceco Oldrich Pulkert che ne ha riscoperto
il manoscritto nella collezione Radenin del Museo Nazionale di Praga.
Probabilmente la partitura era appartenuta a Joseph Weigl, amico di
Haydn e violoncellista dell’orchestra degli Esterházy negli anni
Sessanta del 1700. E si suppone che proprio per Weigl sia stato scritto
il concerto, e che sia dunque databile al primo periodo che il
compositore trascorre alla corte del nobile principe dove “Ero
apprezzato - spiega Haydn stesso - avevo a disposizione un’orchestra
per fare esperimenti [...]. Potevo perfezionare, cambiare, eliminare e
provare soluzioni nuove: ero isolato dal mondo, non c’era nessuno
intorno a me che potesse sviare o turbare il mio lavoro e così fui
costretto a diventare originale”. Uno spirito produttivo e di serena
ricerca, dunque, che ha consentito al compositore di Rohrau di
alimentare con costanza l’impronta del suo genio, che tanto ha influito
sulla musica cameristica e sinfonica del suo secolo. Se anche tra i
concerti non si trovano, forse, le sue pagine più rivoluzionarie, non si
possono che apprezzare il nitore, la brillantezza e l’estremo equilibrio
anche di opere come questo Concerto in do maggiore. Nel primo
movimento, Moderato, la struttura è in bilico tra il concerto barocco
e la forma classica (che si intravvede nelle accennate elaborazioni
tematiche della cellula principale) ed è evidente il contrasto tra il
carattere perentorio e deciso degli interventi orchestrali con quello
lirico delle parti solistiche. L’Adagio ha carattere intimo e asciutto,
e il violoncello è sostenuto dal solo accompagnamento degli archi.
Nell’Allegro molto, la sezione più vitale e più ricca di esperienze
innovative, la forma classica ha già quasi una sua struttura
definitiva (si riconoscono sviluppo e ripresa) e la vivacità e l’arguzia
dei fraseggi sono dolcemente contrastate dal clima nostalgico
impresso dalla tonalità minore della parte conclusiva.
Clara Giangaspero
****
Giovanni Sollima. Folktales (2009). “There was once a lad whom
everyone called Dauntless Little John, since he was afraid of
nothing...”. È solo un piccolo frammento da Italian Folktales
di Italo Calvino, un libro - visionario e onirico - che, assieme
a Le città invisibili amo molto.
Tuttavia ho preso spunto soltanto in parte dalla forma narrativa
e non ho affrontato nello specifico alcun racconto del libro.
Mi interessava l’idea di raccogliere materiale tematico in una sorta
di forma stabile - direi quasi classica, come il concerto, nel caso
della musica, o come il racconto nel caso della narrativa - ma al
tempo stesso estremamente flessibile. Del concerto resta una sorta
di relitto, di impalcatura esterna all’interno della quale si
avvicendano diversi temi e dove il materiale stesso può gravitare
in assoluta libertà. Nel brano - malgrado il titolo dall’inequivocabile
riferimento al popolare - non faccio uso di temi popolari o di
materiale etnico anche se la natura stessa di certe melodie o figure
ritmiche può darne l’impressione.
Non è la prima volta che mi trovo a lavorare su elementi di radice
popolare (a volte si è trattato di “indagini” su sequenze intervallari
che compongono certe scale musicali...), in altri lavori come I canti,
Concerto Rotondo, Lamentatio e The Taranta Project l’intervento è
stato di volta in volta di natura assai diversa, nei brani per
violoncello - come nel caso di Folktales - l’approccio a tecniche
“vocali” o strumentali che rievocano parentele lontane con altri
strumenti ad arco o, soprattutto da qualche tempo a questa parte,
a tecniche o aspetti espressivi della musica barocca, determina
gran parte dell’estetica stessa del lavoro.
Il fatto di essere siciliano e di aver sempre presente, anche solo
in modo immaginario, una sorta di crocevia di suoni e di
stratificazioni di ogni genere che si ammassano senza un ordine
preciso (non mi riferisco soltanto ai suoni... il senso della
stratificazione è evidentissimo nell’architettura, nel cibo, nei nomi,
nei rituali...) mi spinge a cercare quasi sempre una qualche forma
tipo “contenitore” dove appunto tento di far dialogare anche la
materia apparentemente più incompatibile ed eterogenea.
Folktales si articola in quattro blocchi fra loro collegati (il primo
movimento è una sorta di allegro “iperattivo” preceduto da una
lenta melodia) nel cui interno si alternano aree solistiche di tipo
improvvisativo a zone di dialogo continuo con l’orchestra.
È presente anche una Ciaccona, la cui linea di basso si rifà ad
un brano barocco del violoncellista compositore bolognese Giulio
Ruvo. Sul basso di Ciaccona (trattato come “reperto”) si sviluppa
quasi tutto Folktales.
Giovanni Sollima