gilera saturno - Allucchettati

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gilera saturno - Allucchettati
GILERA SATURNO
La Gilera Saturno è considerata unanimemente come una delle moto simbolo della storia del motociclismo italiano.
All’epoca della sua presentazione (1946) fu una folgorazione: una moto così non era neppure nei sogni; bellissima con la sua linea semplice e filante,
scattante e maneggevole era capace di ottime prestazioni, il suo prezzo astronomico la rese il desiderio proibito di una nazione.
La produzione andò avanti fino al 1958 (con alcune rimanenze di magazzino fu venduta fino al 1960) nelle versioni Sport, Turismo, Militare, Corsa e
Cross per un totale di 6026 esemplari; oggi un Saturno è raro e ricercatissimo dagli appassionati che pagano cifre folli pur di avere in garage (o
magari in salotto) questo vero gioiello.
Per la verità le origini del Saturno risalgono a prima della Guerra, al 1937. In quell’anno arrivò ad Arcore un giovane ingegnere: Giuseppe Salmaggi
che cominciò subito a lavorare ad un nuovo progetto, l’erede della allora favolosa Gilera VTGSE meglio conosciuta come 8 bulloni.
Nel 1940 la Saturno vide la luce, furono infatti presentati 6 esemplari a livello di prototipo espressamente studiati per le competizioni, purtroppo le
nubi della guerra si addensarono sull’europa e lo scoppio del conflitto mondiale costrinse la Gilera a dirottare i suoi sforzi nella fornitura di mezzi
militari bloccandone la produzione.
Nel 1946, a guerra finita, la Gilera ripartì di slancio mettendo subito sul mercato questa storica 500.
Il nome Saturno faceva parte della serie “dei pianeti” che comprendeva anche la Nettuno ,versione ridotta di 250cc, la Marte ,con trasmissione a
cardano e valvole laterali e i motocarri Mercurio (500cc) e Urano (250cc).
L’italia di quegli anni era economicamente a terra e si trovava a dover ripartire da zero, il prezzo per portarsi a casa la meraviglia di Arcore invece
era sbalorditivo: a quell’epoca le 410.000 lire richieste erano sufficienti per comprare una casa o un appartamento con giardino.
La Saturno venne quindi vista come la Ferrari a due ruote, il sogno impossibile da mirare e rimirare davanti alle vetrine dei concessionari ; anche
questo in fondo contribuì alla creazione del mito.
In questo servizio analizzeremo principalmente le versioni più pregiate: la Sport e la sua esasperazione , la Corsa.
La Saturno (Sport) era un monocilindrico verticale a 4T a valvole in testa con distribuzione ad aste e bilanceri , cilindrata 498,76cc con misure
84x90 di alesaggio e corsa, rapporto di compressione 6:1
Lunghezza 2100mm, interasse 1470mm ,peso175kg
Aveva una potenza di 22cv a 5000giri ed una coppia di 3.61kgm a 3900giri capace di spingerla a 135km/h con un consumo medio di 3,7litri/100km
La versione Turismo montava cilindro e testa in ghisa, lo Sport si distingueva per la testa in alluminio, nei modelli Corsa sia il cilindro che la testa
erano in lega leggera.
La sospensione anteriore era in tubi tondi di acciaio con molla in compressione davanti al cannotto di sterzo e movimento a parallelogramma,
tipologia comunemente usata negli anni trenta, mentre nel posteriore trovavano posto delle molle rialzate orizzontali con contromolla di richiamo a
compasso di progettazione e brevetto Gilera.
Inizialmente la Turismo si riconosceva per un serbatoio completamente nero bordato con filetti oro su telaio anch’esso nero (quest’ultimo dello stesso
colore in tutte le versioni), lo Sport aveva un bel serbatoio rosso con occhi laterali cromati includenti il marchio Gilera inserito in un ellisse rosso.
La stessa combinazione si trovava sulle versioni Militare e Polizia con i colori relativi di reparto (verde e azzurro ) mentre i “Corsa “ erano
interamente rossi con profili in oro.
Il motore era denominato “ermetico” perchè il circuito di lubrificazione era formato da canalizzazioni tutte comprese all’interno del motore
(soluzione non adottata in quegli anni), la scelta però obbligava a percorsi molto stretti che ne penalizzavano la lubrificazione della testa ; questa
architettura, unita ad una coppa dell’olio di soli 2kg rendeva la Saturno fragile se sottoposta a prolungate sollecitazioni.
La tipologia rimase inalterata fino alla fine del 1950, dal 1951 venne introdotta una forcella telescopica in sostituzione del tipo a parallelogramma
mantenendo le molle orizzontali al posteriore.
Il serbatoio diventa interamente rosso come i modelli da competizione (anche nella foggia con incavi per le ginocchia) mentre il freno anteriore passa
da un tamburo laterale ad uno centrale al mozzo.
La moto 51/52 può essere considerata una moto intermedia (chiamata fra l’altro anche “bastardina”) fra la versione a parallelogramma e quella
definitiva del 1953, completamente telescopica.
E’ alla fine del 1952 infatti che l’evoluzione della Saturno si completa: verranno apportate importanti modifiche sia a livello di motore che di
ciclistica.
Arriva una nuova sospensione a forcellone oscillante e ammortizzatori telescopici e per l’occasione anche il retrotreno viene rifatto sostituendo le
parti in lamiera stampata con tubi ,il sistema di lubrificazione guadagna nella coppa 0,5kg di olio che migliorerà non poco l’affidabilità della moto
L’ultima modifica di rilievo è del 1956 e riguarda lo scarico, ora di fabbricazione Abarth oltre all’apparizione di un nuovo logo: il marchio Gilera è
inserito nella scritta ellittica tra due cerchi.
Le versioni da corsa della Saturno nascevano sulla stessa base della Sport,gli stampi per cilindri e carter erano infatti gli stessi delle versioni stradali.
Ogni singolo pezzo riceveva poi attenzioni particolari, dalla sua lavorazione fino al montaggio ogni parte veniva seguita da tecnici specializzati del
reparto corse.
I risultati di tale trattamento furono subito evidenti: la moto (spogliata anche degli accessori stradali come luci,batterie ecc) subì un importante
alleggerimento e dai 175kg del modello stradale scese ai 135kg mentre la potenza salì a 33cv.
Le moto da corsa assunsero nel tempo nomi caratteristici dati a volte dagli stessi tecnici, a volte dalle “voci della piazza” o dalla stampa specialistica.
La prima versione da corsa fu chiamata semplicemente Competizione ma è nel 1947 che verrà coniato un nome mitico destinato a fare epoca :
“Sanremo”.
L’origine del nome viene da una splendida vittoria della Gilera con Carlo Bandirola nel famoso circuito ligure, da quel giorno la Sanremo sarà la
Saturno più prestigiosa, quella con il maggior numero di vittorie.
Questa moto presentava alcune migliorie rispetto al competizione: una forcella in lamiera stampata in luogo di quella a tubi era la principale
caratteristica oltre ad altre parti di telaio sempre stampate,il peso scese a 120kg mentre la potenza era ora di 36cv per una velocità massima di
180km/h.
L’estrema manovrabilità della moto unita ad un ottimo cambio trovava nei percorsi brevi e tortuosi il proprio territorio di caccia dove poteva tenere
testa anche alle pluricilindriche Guzzi, MV Agusta e le Gilera quattro ; nelle piste lunghe e povere di curve insidiose inevitabilmente le parti si
invertivano.
Come avvenuto per il modello stradale, il 1952 fu l’anno del cambiamento.
La nuova versione, denominata “Piuma” venne dotata di forcella e ammortizzaotri telescopici , un nuovo telaio e altri affinamenti interni.
Le nuove sospensioni alzarono il peso di 5 kg ma ulteriori sviluppi nel motore fecero raggiungere quota 38cv, adesso la Piuma poteva raggiungere
190km/h e con la carenatura a campana in voga negli anni 50 superare la soglia dei 200km/h.
Questa moto, sebbene sempre competitiva non ottenne però i fasti della Sanremo per l’avvento sulla scena di un’altra fantastica mocilindrica: la
Norton Manx con il suo nuovo leggendario telaio “Featherbed”; quest’ultima più robusta, affidabile e veloce ne oscurò il mito.
La rivale per antonomasia della Gilera ad ogni modo fu sempre la Moto Guzzi: per oltre quindici anni le varie Saturno combatterono contro i
monocilindrici di Mandello infammando le folle e alimentando passioni: in strada contro la GTW prima e il Falcone dopo e sulle piste contro la
Condor ed in seguito il Dondolino.
La Saturno raccolse vittorie in quasi tutti i circuiti più importanti, piloti leggendari fra cui Nello Pagani, Umberto Masetti e Libero Liberati
trionfarono sia in Italia (Terni, Milano-Taranto, Cattolica, Roma-Ostia ecc) che all’estero (Barcellona ,Buenos Aires , Interlagos)
La fine del “pianeta” avvenne praticamente nel 1957 quando a sorpresa la Gilera, congiuntamente a Guzzi e Mondial si ritirò dalle competizioni.
L’italia stava scoprendo il boom economico e l’auto cominciava ad entrare nelle famiglie italiane, il mercato della moto conobbe una crisi che
terminerà solo parecchi anni dopo,all’inizio degli settanta.
Possiamo affermare che la Guzzi Falcone anche se nata 5 anni dopo è la moto antagonista per eccellenza, oggi come ieri gli appassionati si dividono
in un dualismo come solo noi Italiani sappiamo fare: Saturno contro Falcone, la brillantezza e sportività della prima contro l’eleganza e l’affidabilità
della seconda ne fanno dei pezzi ricercatissimi dai collezionisti, dopo oltre cinquanta anni la sfida continua.