Tovazzi epistolario 7 (ms 62)

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Tovazzi epistolario 7 (ms 62)
P. Giangrisostomo Tovazzi
EPISTOLARIO
o sia
LETTERE FAMILIARI
ITALIANE, E LATINE
SCRITTE A DIVERSI
DA FRATE
GIANGRISOSTOMO DI VOLANO
SERVO DI GESÙ, E MARIA
E PROFESSORE DELL'ORDINE SERAFICO
DE' MINORI RIFORMATI DI SAN
FRANCESCO
Della Provincia Trentina di San Vigilio.
VOLUME SETTIMO
Dal 14 maggio 1804 sino al 28 febbraio 1806
IN TRENTO, MDCCCIV.
____________________________________________________________
Appresso Santo Bernardino
LETTERE FAMILIARI
VOLUME SETTIMO
1804
2840. 1804
Al P. Davide da Tiarno. Salisburgo. Colla gazzetta.
Trento 14 maggio 1804.
Ieridì è stato portato nell’infermeria col suo male podagrico il P. Diffinitore
Gaudenzio. Il P. Prosdocimo destinato Vicario di Cavalese, fu dissuaso dai medici
dall’andare in quel paese: e quindi è andato Vicario a Pergine: ed il P. Regalato Vicario
di Pergine fu traslocato Vicario a Cavalese, giacché ha l’impegno di predicarvi.
La traslazione della curazialità da s. Bartolommeo a santo Stefano di Villazzano fu
fatta solennissimamente li 29 aprile. In tal occasione predicò il signor don Domenico
Zanoni d’Enno professore di rettorica nel seminario. Buono per noi, giacché non tutti li
curaziani sono contenti, malgrado il decreto cesareo1. Per altro con noi non fu fatta
veruna parola, e soltanto per accidente dal Conte Andrea Salvetti seppimo il destino del
rettorico. Qui le tesi furono difese maestrevolmente da tutti. Domani partiranno per
Arco li PP. Luigi, e Gio. Pio. Il signor Gaetano Betta è ancora qui con noi, ma senza
pro, e frutto.
Da Trento
Extra. Al Rev. do Padre in Cristo padrone colendissimo
Il Padre David Degara Francescano
Lettore teol. e predicatore aulico
in
Salisburgo
Ai PP. Francescani2
2841. 1804
Pro memoria.
Il Direttorio, di cui sopra To. 6, epist. 2829, fu approvato in Insprugg con decreto
dell’eccelso Presidio di Governo dell’Austria Superiore dei 25 aprile: fu ricevuto in
Trento li 7 maggio dal cesareo regio Giudizio provinciale3, ed unitovi Capitaniato
circolare ai Confini d’Italia: e da questo spedito li 9 maggio 1804 al rev.do Padre
Provinciale de’ PP. Riformati di s. Francesco in Trento, cui pervenne in Trento li 13 di
sera. Alla lettera trentina sono soscritti Gio. Conte Welsperg4 ed il Ducati. In essa si
nomina il Direttorio della Provincia italiana de’ PP. Riformati. Si dice accordato di
poterlo mettere alla stampa, non (con) che però ne sia presentata in seguito una copia a
questo cesareo regio Giudizio provinciale etc. per inoltrarla al prelodato Eccelso
Presidio5. Insprugg ha rimandato il richiesto autographum. Ad ogni riga del titolo
Directorium Franciscanorum etc. ha tirato sotto una linea col lapis, non so il perché. Ai
19 di marzo da me fu scritto g. l. com. et ult. ev. fer. sine Cr. ed Insprugg ha cancellato
1
Nell’anno scorso fu destinato predicatore il P. lettore Filippo: poi il P. Davide: ed in questo il P.
Damiano.
2
Conferto To. 6, num. 2100.
3
Governo di Trento
4
Il sig. Conte Welperg si compiace di nominarsi soltanto Portalettere.
5
Vedi sotto num. 3006.
il sine, ed aggiunto cum Credo, cum sit patronus provinciae Tyr. senza toccae i vespri
precedenti, né il rito di secundae class. posto ai 19. Io avevo scritto: Vesp. seq. com.
praec. et fer.=Arci, Burgi, et Rob. ubi cras d. 1. cl, ac Missa cum Credo, omitt. com.
praec. Dunque ho fatto Vesp. seq. com. praec. tant. ed ai 19 BMV ac Patroni Ditionum
austriacarum, d. i cl. e dopo il fer. ac Credo. Ho fatto Ditionum austriacarum perché
così fu scritto da Insprugg nel diocesano mio. Insprugg ha lasciato intatto tutto il resto.
Trento ha posto tre sigilli grandi uniformi senza inscrizione.
2842. 1804
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, il divoto giovine Stefano
Weber di Vignola, nostro candidato, porterassi al nostro convento di Pergine, e dovrà
giugnervi nella sera degli otto del prossimo mese di giugno, per esser poi vestito ivi del
sacro abito del nostro serafico Padre san Francesco agli undici dello stesso mese in
qualità di Terziario commensale, sotto il nome e patrocinio di quel glorioso martire san
Giulio, di cui fa menzione il Martirologio romano ai venti di dicembre: e quindi
nell’avvenire chiamerassi Fra Giulio da Vignola. Il Signor Iddio gli doni la
perseveranza nella santa vocazione, lo benedica, e lo accompagni. Data in Trento, nel
convento di san Bernardino li 15 maggio 1804.
L.+S. Fra Giuseppe Antonio ecc.
2843. 1804
A Stefano Weber di Vignola perginese.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Qui compiegata d’ordine del M.R.P. Provinciale vi spedisco l’obbedienza, onde
possiate portarvi al nostro convento di Pergine, per esser ivi vestito del serafico nostro
abito. Siccome poi li nostri novizzi debbono provvedersi da sé il primo vestiario
religioso, depositando previamente cinquanta fiorini todeschi; così vi avverto, che
innanzi di andare al predetto convento vogliate deporre gli accennati cinquanta fiorini
nelle mani del titolato signor Giuseppe Antonio Grandi di Pergine6, e che portiate la di
lui ricevuta al Padre Guardiano di Pergine insieme colla suddetta obbedienza, e colle
fedi del Battesimo, e della Cresima. E pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che
si degni di donarvi la perseveranza nella santa vocazione, vi saluto. Trento, s.
Bernardino li 15 maggio 1804.
Vostro affez.mo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore e prosegretario provinciale.
2844. 1804
Al P. Arcangelo da Tassullo. Mezlombardo.
Sia lodato Gesù Cristo Sig. Nostro Clementissimo.
Ai tre quesiti propostimi rispondo così. Che dopo le Litanie rogazionali, dette in
coro al fine delle Laudi, non vada detta l’antifona finale Regina Coeli, si ha dal nostro
cerimoniale pag. 164, n. 313, e pag. 72, n. 554. Che sia meglio scrivere Sixtus piuttosto
che Xistus, si può dedurre dal vedersi che Sixtus è più frequentato, e più facile da
profferirsi. Così ha ilo Martirologio romano, il Bollario romano, la Biblioteca
domenicana dell’Echard, quella del Mireo ecc. Rapporto al terzo finalmente l’avviso, ed
6
Anno 1799 desiit esse studiosus physicae Tridenti Iosephus Maria de Grandi perginensis primae
classis; sed noster syndacus apostolicus Pergini se scribit Gius. Antonius.
assicuro, che “Li 30 aprile 1803 il ven. Diffinitorio radunato nella libreria di s.
Bernardino appresso Trento, mosso da più motivi, d’unanime consenso determinò, che
Frat’Ambrosio Battisti da Sovero novizzo chierico, rivestito nel convento di Cavalese li
30 marzo di quest’anni 1803 debba continuare l’anno del suo noviziato sino ai 30 marzo
1804, e contare l’anzianità sua dal detto giorno della rivestizione. L’atto autentico,
approvato, e soscritto dallo stesso F. Ambrosio li 22 maggio 1804, sta riposto
nell’archivio provinciale, nel caltro del noviziato. Tanto scrissi allora: ora poi aggiungo,
che la santa professa non gli dà maggiore anzianità sopra li vestiti avanti di lui. Così
parimente fu stabilito, e finora praticato con altri. Mi raccomando in precibus, lo
riverisco, e sono. Trento 16 maggio 1804.
Il suo F. Crisostomo.
2845. 1804
Al P. Massimo da Volano Vicario. Borgo.
Carissimo Fratello.
Avvisate il P. Bernardino da Carano, che Fra Candido dai Ragoli Diacono domani7
partirà di qui per Pergine con intenzione di essere in Borgo lunedì, ed in Feltre
mercoledì. Non ci è venuta risposta da Feltre, quantunque richiesta da molto tempo8. Si
sa però, che là ultimamente furono ordinati alcuni di questi Padri Cappuccini9; e però si
suppone, che là saranvi Ordinazioni anche ne’ giorni seguenti. In caso contrario la
patente dimissoria del Padre Provinciale si è concepita ad episcopum feltriensem, vel
alium quemcumque. La Curia eziandio ecclesiastica di Trento ha dato le dimissorie ad
quemcumque. Oh mores! Non dico altro. Trento 18 maggio 1804.
2846. 1804
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, il divoto giovine
Francesco Eccher di Castagnedo, nostro candidato, porterassi al nostro convento della
Madonna delle Grazie appresso Arco, e dovrà giugnervi nella sera del primo giorno del
prossimo mese di giugno, per esser poi vestito ivi del sacro abito del nostro serafico
Padre san Francesco nel giorno quarto dello stesso mese in qualità di Fratello laico,
sotto il nome, e patrocinio di san Fedele da Sigmaringa martire, di cui l’Ordine nostro, e
la santa madre Chiesa celebra la festa ogni anno nel giorno ventesimo quarto di aprile: e
quindi nell’avvenire chiamerassi Fra Fedele da Castagnedo. Il Signor Iddio gli doni la
perseveranza nella santa vocazione, lo benedica, e lo accompagni. Data nel convento di
san Bernardino appresso Trento li 20 maggio 1804.
L.+S. F. Giuseppe Antonio da Cles
Ministro Provinciale de’ Minori Riformati.
2847. 1804.
A Francesco Eccher di Castagnedo10.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
7
Vigilia di Pentecoste. Il P. Bernardino è destinato condottiero dell’ordinando Candido.
Mi capitò la risposta favorevole li 19 maggio di sera, data in Feltre gli 8 maggio dal P. Antonio
dalla Rosà Guardiano M.R. di s. Spirito.
9
Ivi furono ordinati tre Cappuccini di Trento ne’ giorni 6 dom. 10 Ascen.; 13 dom. 14 ss. Vittor, e
Corona protettori di Feltre.
10
Vide infra num. 2849.
8
Qui compiegata d’ordine del ecc. ut supra To. 6, epist. 2838, sed legendum: Al
nostro convento d’Arco nelle mani del tit. sig. Giuseppe Antonio Grandi di Pergine,,, al
P. Guardiano di Arco... Notaio, o dal vostro Molto Rev. signor curato... Trento, s.
Bernardino 20 maggio 1804.
Vostro affez.mo.
Le condizioni richieste sono:
1. Che sia nato ecc.
2848. 1804
In vigore... ut num. 2842. Giovine Giovanni Martinelli da Ronzo di Garduno,
candidato nostro11, porterassi al nostro convento di san Quirico in Campo delle
Giudicarie, e dovrà giugnervi nella sera de’ nove del prossimo mese di giugno, per esser
poi vestito ivi... ai dodici... di san Rocco nostro Terziario... chiamerassi Fra Rocco da
Ronzo... Data nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 20 maggio 1804.
F. Giuseppe Antonio da Cles etc.
2849. 1804
A Giovanni Martinelli di Garduno.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Qui compiegata, ut supra num. 2843, sed legendum: Convento di Campo nelle
Giudicarie... mani del tit. signor dottore Giacomo Mattei di Campo... al P. Guardiano di
Campo...
Trento, s. Bernardino li 20 maggio 1804.
Extra. Alle mani dell’onesto Giovine
Giovanni Martinelli di Ronzo
in
Garduno
Extra. Alle mani dell’onesto giovine
Francesco Eccher di Castagnedo
detto Posser
Pergine
Castagnedo
2850. 1804
Al P. Gio. Evangelista Guardiano di Arco12.
M.R.P.
È pregata la P.V.M.R. che voglia spedire presto, e sicura la qui rinchiusa,
contenente l’ubbidienza per andare a Campo a vestire il nostro abito terziaresco ai 12
del prossimo giugno. Ed è riverita col bacio della sacra destra da F. Grisostomo ecc.
Trento 20 maggio 180413.
2851. 1804
Al P. Massimo Vicario di Borgo.
Carissimo Fratello. Trento 22 maggio 1804.
11
Ha presto anni 30 di età. Ma non perseverò, essendo ritornato a casa sua nello stesso giugno,
essendo difettoso di corpo.
12
Egli è morto li 21 aprile 1805 in Nago, dove ha predicato, e donde non poté trasferirsi al convento.
13
Spedita li 23.
Con piacere vi prego, che facciate sapere al vostro Padre Guardiano (Fortunato
Guelmi di Trento) che d’ordine del mio ieridì mattina sono stati a visitare in Povo il di
lui signor nipote Sigismondo (Guelmi) il nostro P. Agostino, e Frat’Abbondanzio, e che
lo hanno trovato in uno stato tanto buono, che ci dà fondato motivo di sperarne la
guarigione14. Vi aggiungo, che nella sera de’ 19 ho ricevuto da Feltre risposta data gli
otto del corrente, conforme ai nostri desideri, cioè che quel vescovo (don Bernardo
Maria Carenzoni di Brescia, monaco Olivetano) ordinerà il nostro chierico, quand’anche
non avesse da ordinare de’ suoi. Dal medesimo sono stati ordinati tre Cappuccini di
Trento ne’ giorni 6, 10, 13, e 14 di questo stesso mese. Il signor Iddio per sua pietà lo
conservi lungamente, onde possa supplire alla mancanza del nostro, che mai non viene.
Anche in questa sera i due suddetti Religiosi sono stati a visitare il lodato infermo; ma
l’hanno ritrovato più aggravato di ieri; non però disperato. È assistito dai medici Bacca,
e Valle.
2852. 1804
Al P. Massimo da Volano Vicario di Borgo. Colla gazzetta.
Carissimo Fratello S.L.G.C.
Insieme con questa spedisco al vostro Padre Guardiano una lettera del P. Agostino,
con cui gli reca l’infausta notizia della morte del di lui nipote, seguita l’altro ieri. Iersera
sono stati al di lui funerale dodici nostri Religiosi con la croce. Ieri mattina il P.
Provinciale col suo P. segretario è partito di qui per Metz, Botzen, e Felyms. Oggidì poi
è ritornato da questa infermeria al suo convento di Metz il P. Francesco Felice. Tengo
preparato il Direttorio monastico per la stampa; ma lo stampatore non ha premura di
metterlo sotto al torchio. Buono per me, che c’è ancora molto tempo. Sia lodato Gesù
Cristo Signor nostro clementissimo. Trento 29 maggio 1804.
2853. 1804
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, il venerando Padre Fra
Candido dai Ragoli sacerdote novello di questa nostra Provincia di san Vigilio, potrà
portarsi nelle Giudicarie per celebrare le sue primizie sacerdotali nella nostra chiesa di
san Quirico in Campo, e per visitare li suoi amati genitori, e parenti15. Al qual effetto gli
sono accordati dodici giorni al più, dentro i quali dovrà ristituirsi a questo convento di
sua collocazione. Iddio Signor nostro clementissimo gli doni un buon viaggio, e lo
preservi da ogni sinistro incontro, cosicché vada, e ritorni sano, e salvo. Data nel
convento di sam Bernardino appresso Trento li 31 maggio 1804.
L.+S.
Provinc.
rotundi D’ordine espresso del M.R.P. Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore e Pro-segretario provinciale.
2854. 1804
Al P. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale. Cavalese, colle lettere.
Trento 31 maggio 1804.
14
Morì li 27 maggio.
Partì da Trento nel primo di giugno. Cantò la sua prima Messa in Campo li tre di giugno
domenica. Cantò Messa nella chiesa curata dei Ragoli ai dieci di giugno. Fu in Trento di ritorno nella sera
degli undici col P. Leonardo soverino.
15
Iersera fu qui di ritorno da Feltre, ordinato sacerdote, il P. Candido; e domani
mattina partirà per le Giudicarie, accompagnato dal P. Leonardo. Nella sera de’ 27 in
Povo è morto il sig. Guelmi, e nella sera de’ 28 fu accompagnato alla sepoltura da
dodici nostri Religiosi colla croce.
2855. 1804
Al P. Pietro Damiano di Borgo Diffinitore. Arco. Le Grazie.
R.P.P.C.
Spero, che oggidì avrà ricevuto dal candidato di Castagnedo il tomo delle
Costituzioni Madruzziane, ristampate con giunte nell’anno 1762, e quindi l’avviso, che
lo stampatore Monauni si contenta, che per esso dica due sante Messe secondo la di lui
intenzione. Gli ho parlato ancora rapporto alla stampa delle tesi, ed avendomi egli
risposto, che si rimette a quanto fu praticato nell’anno scorso, io pure gli ho replicato,
che nell’anno scorso le tesi furono di più assai, e divise in un libretto. Onde nulla fu
conchiuso. Io dunque non parlerò altro, se non mi sarà parlato. Il P. Provinciale se n’è
ito in Fieme. La riverisco, e resto. Trento 1 giugno 1804.
Suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2856. 1804
Al P. Anacleto da Casezzo Vicario di Cles.
R.P. Vicario sia lodato Gesù Cristo S.N.C.
Non solamente i Padri di questo convento, ma eziandio il R.mo signor Provicario
Generale (Giuseppe Antonio de Menghin) da me oggidì ricercato, tengono, che li
matrimoni, cui assistette il curato Sempronio sieno validi, qualora sia vero, che per mera
dimenticanza non abbia chiesta la pretesa delegazione annuale dal suo parroco, e ciò sia
ignoto al popolo.
Rapporto al libretto rubricale composto dalla santa memoria del nostro P. Ippolito
di Nocellari, con dispiacere le rispondo, che non possiamo servire il R.mo signor
arciprete di Fondo16, perché non ne abbiamo né pur uno, oltre quelli, che sono registrati
in questa biblioteca per uso di questi Religiosi, li quali non sono molti17.
Ho fatto l’impostami ambasciata al Padre lettore Illuminato. Oggidì è andato nelle
Giudicarie il neomista Candido ragolitano col Padre Leonardo. Li PP. Gaudenzio, e
Pierantonio non possono celebrare la santa Messa, impediti dai loro mali. Anche il P.
Gio. Maria non finisce mai di guarire. Io stento a risolvermi di calare nella città, e
quindi vadovi meno, che posso. Mi raccomandi al Signor Iddio per carità, e si conservi.
Trento 1 giugno 1804.
Suo div.mo amico
F. Gio. Grisostomo.
Pro memoria. Il caso proposto da un prete dell’Anaunia è questo: Sempronius
curatus quovis anno tenetur petere a parocho suo facultatem, seu delegationem
administrandi Sacramentum Matrimonii: ast quodam anno oblitus est petere
delegationem, et ex inadvertentia coniunxit aliquos sponsos. Q. 1. An titulus coloratus,
et error communis in hoc casu suppleant iurisdictionem: adeoque an valida sint
eiusmodi Matrimonia? 2. Sin minus, quomodo revalidanda? nisi forte huic secundo
quaesito satisfaciant ea, quae Benedictus XIV docet in suis notificationibus.
16
17
Don Francesco Aliprandino di Praghena.
Né pure il Monauni stampatore ne tiene copia.
2857. 1804
Al Padre Davide. Salisburgo, colla gazzetta.
Trento 2 giugno.
Il signor Ambrogio Schreck è fatto prefetto della nuova Polizia di Trento, uffizio
scabroso, collo stipendio di mille fiorini annui18. Egli gode la grazia del sig. Giovanni
Strobele19. Ai 27 dello scorso in Povo è morto il sig. Sigismondo Guelmi, nipote (fallito)
del nostro P. Fortunato: e nel dì 31 in Trento è morta la signora contessa Veronica
Ciurletta, nata Crivella. Domani celebrerà in Campo le sue primizie sacerdotali il P.
Candido ragolitano, ordinato in Feltre. Il P. Provinciale ora è in Fieme, donde poi andrà
nell’Anaunia per far uso delle acidole sollande20. I lavoronesi lavorano intorno al muro
della Fersina, ed hanno già consumati li sassi della nostra Via Crucis.
2858. 1804
Al P. Davide in Salisburgo, colla gazzetta.
Trento 5 giugno.
Il signor Gaetano Betta fu condotto in una caserma21 con ordine di poi mandarlo in
lontano paese22, non già più come cadetto, e sargente, ma come gregario. Ciò seguì ieri
subito dopo il pranzo. Nella sera stessa mandò a chiedere da mangiare al convento di
san Bernardino, e gliene fu mandato: ma non potrà replicare somiglianti domande, e
dovrà patire assai più di quanto patì nel sacro recinto, con cui non fece onore ecc.
2859. 1804
Al Governo d’Insprugg.
Eccellenze.
Il Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia, con tutto il rispetto, ed ossequio
espone all’Eccellenze Vostre, che li nove conventi della sua povera Provincia per il
vitto, vestito, e culto divino sono necessatati di far introdurre dalla Stato già veneto
gl’infrascritti capi23, li quali in questi paesi non possono aversi se non se a caro, e
sommo prezzo, cui stante la loro povertà non possono arrivare24. Supplica dunque
umilissimamente l’Eccellenze Vostre dell’esenzione de’ dazi per introdurre gli
accennati capi. Che della grazia ecc.
Dato in Trento dal convento di san Bernardino 5 giugno 180425.
Li predetti capi sono i seguenti.
1. Lana nera
Centenari
8.
2. Olio
“
30.
3. Riso
“
20.
18
19
Partì per Roveredo, e Venezia li 14 giugno.
Lo Schreck si soscrive Consigliere de Schreck Direttore dell’Imp. Reg. Direzione di Polizia in
Trento.
20
Partirà da Metz soltanto gli 11 per Bolzano, e Fieme.
In seminario.
22
Nel Bannato.
23
Vedi To. 5 Epist. num. 2273, 2275.
24
Vedi sotto num. 3074, e 3079.
25
Dato alla posta li 6. Ho ricevuto il diploma favorevole li 12 luglio 1804, spedito da Trento li 7
luglio, e segnato in Insprugg li 13 giugno, col num. 2888/216 Daziale, segnato in Trento. Il numero
d’Insprugg è 9920.
21
4. Stoffisso
5. Salamone
6. Sardelle
7. Aringhe, ed anguilotti
8. Zuccaro non fino (ordinario)
9. Una passa, e zebibbo
10. Mandole, pignuoli, e fichi
11. Candele di cera
12. Sapone
13 Pepe
14. Cannella, e garofani
15. Incenso, e storace
16. Bambagio filato
17 Teriaca
Extra su coperta.
All’Eccelso Imp. Reg. Governo
dell’Austria Superiore.
Insprugg.
“
“
“
“
“
“
“
“
“
Libbre
“
“
“
“
20.
4.
9.
6.
6.
3.
2.
9.
2.
50.
6.
40.
30.
12.
2860. 1804
Al P. Gasparo da Campo segretario. Mezlombardo.
R.P.P.C.
Ho preparato il memoriale per Insprugg rapporto ai dazi, e quindi domani
mandarollo alla posta. In quest’anno siamo più tardivi de’ passati; ma pure siamo ancor
a tempo. Da F. Leonardo avrà inteso, che nello scorso venerdì ho spedito a Cavalese tre
lettere per il P.M.R. supponendo,che non fossesi fermato a Mezzo. Una era del P.
Diffinitore Carlo Felice, una d’un secolare, e la terza di Frate a me ignoto. Dopo gli
undici del corrente, se n’avrò, le spedirò a Cavalese ancora, e seguitarò sino ad altro
avviso. Il neomista è andato nelle Giudicarie col P. Leonardo. Il P. Gio. Maria colla
licenza del prefetto dell’infermeria si esibisce d’andare altrove, dove parerà al P.M.R. e
per mio mezzo insinua questa sua disposizione al lodato P.M.R. aspettando frattanto
qualche risposta. Marianna de Fant ostessa alle Due Spade in Trento sabato di sera ha
replicato ai nostri cercanti la sua premura per essere pagata dallo scolare Speranza di
Roncone, e domenica ha mandato a questo convento un suo viglietto per lo stesso fine,
dicendo in esso, che il suo credito è di fiorini 32, e pregando, che le sieno dati in proprie
mani. Spiacemi, che tal debito non sia stato soddisfatto a tempo, malgrado l’averne
parlato molto prima. Bisognerà dunque notificarlo al zio, ed esortar il medesimo a
supplire la mancanza del nipote, ora impotente affatto. Ieridì fu condotto alla caserma di
s. Saverio il sig. Gaetano Betta, con ordine di poi mandarlo nel Bannato come soldato
gregario. Il novizzo Massenzino è nell’infermeria colla febbre. Li PP. Gaudenzio, e
Pierantonio non celebrano. Oggidì F. Mansueto ha levato il sacco di corone per Borgo.
Bacio la mano al P.M.R. ed a Lei m’inchino. Trento 5 giugno 1804.
2861. 1804
Al P. Gerardo d’Albiano. Cavalese.
R.P.
Solamente ieridì al pranzo pervenne qua la sua de’ 26 dello scorso maggio colle
patenti confessionali26, e senza perder tempo le ho fatte prorogare in questa mattina ad
altro triennio. Domani mattina le spedirò alla posta, perché le giungano alla più lunga
nella mattina della prossima domenica (10 giugno) in cui spirano le vecchie. Bramo, che
nel ritorno loro sieno più svelte, e per questo al di fuori metto il Preme. Il P. Diffinitore
Gaudenzio sta nell’infermeria sino dai tredici dello scaduto senza poter celebrare la
santa Messa, non potendo stare in piedi27. Il P. Provinciale lunedì s’instraderà per Fieme
ecc. Trento 7 giugno 1804.
2862. 1804
Al P. Cirillo da Cles. Cles.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Rispondo subito subito, che io suppongo poter Ella prevalersi dell’autorità
conceduta ai nostri confessori nelle tavole annuali, quantunque sia stata approvata dopo
la pubblicazione delle medesime: e che il Per Dio Santo, per Cristo Santo, per la
Vergine Maria, non sieno bestemmie; ma bensì detti da non tollerarsi punto. Io non
assolvo alcuno di quelli, che sono viziosi in questo, e né pure fo loro buona la scusa
d’aver ciò detto l’una, o l’altra volta28; e quindi almeno sospendo loro l’assoluzione.
Difficilmente questi si emendano, e specialmente se sono iracondi, e quasi ogni
confessione si accusano, portando anche per iscusa la loro iracondia, scusando un
peccato con un altro peccato. Le raccomando adunque di avere del zelo per il loro bene,
e per l’onore di Dio Signor nostro ecc. Trento 7 giugno 1804.
Dal Terziario intenderà il fine del novizzo ronconico29.
2863. 1804
Io infrascritto prego umilmente i nobili signori daziali ecc. che vogliano usare della
loro bontà con lasciar passare e ripassare con un cavallo libero, e franco l’esibitore del
presente30, che vassene al nostro convento di Pergine per affari premurosi di questo
convento di Trento. Per la quale carità il Signor Iddio, ed il nostro serafico Patriarca san
Francesco ecc. Dato nel convento di san Bernardino presso Trento gli 8 giugno
dell’anno 1804.
L.+S.
Provincialis Fra Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitor, e pro Segretario provinciale
de’ Francescani Riformati.
Nota. Il sig. Pietro Valcanover di Pergine ci ha pregati d’avvisarlo tosto che fosse
giunto qua il di lui figlio Fra Ferdinando. Questi è venuto da Arco in questa mattina. Il
padre, e la madre furono qui li 9 giugno.
2864. 1804
Al P. Davide. Salisburgo. Colla gazzetta.
Trento 8 giugno 1804.
26
1. della confessione; 2. de’ Casi riservati.
Ripigliò la celebrazione ai 14 di giugno.
28
od essendo in collera.
29
F. Domenico.
30
Un figlio del molinaro Battista Tommasi.
27
Un caso strano, e che sembra senza esempio è succeduto nel sacro convento della
Madonna delle Grazie appreso Arco. Giuseppe Antonio Speranza di Roncone, nato gli
otto di febbraio del 1780,che studiò in Trento la filosofia coll’abito chiericale, vestì
l’abito francescano nel detto convento ai sei di giugno dell’anno scorso 1803, ed in tutto
l’anno si diportò talmente, che fu approvato per la professa. Vennero gl’invitati parenti,
ed altri; ma nella notte precedente al giorno della professa se ne andò dal suo zio curato,
e gli protestò di non voler professare31. Quindi nella mattina dei sei, due sole ore avanti
l’ora della professa depose l’abito serafico, e la sera fu a cena nel convento di Campo
come ex novizzo. Tutti rimasero attonito, e mortificati, specialmente il zio, ed il rettore
di Roncone32. Finisco in un colla carta.
Questa non fu spedita; ma la seguente. Lo Speranza da secolare fece molti debiti
senza pagarli, e fu coi francesi. Egli non ha né padre, né madre, né roba. È altro di
statura.
2865. 1804
Al P. Davide. Salisburgo colla gazzetta.
Trento 8 giugno 1804.
Il chiericone ronconico approvato per la professa, nella notte precedente a tale atto
manifestò la sua volontà contraria; e quindi nella mattina seguente, due ore avanti quella
destinata per la professa depose l’abito religioso, e dopo il pranzo se ne partì, con
sommo rammarico de’ suoi parenti, e specialmente del suo zio curato (di Brione) e del
rettore di Roncone33, venuti per essere presenti alla detta professa. Io non so come abbia
potuto tenere celato un anno intero una così fatta risoluzione. Per altro gli auguro un
buon viaggio, supponendo nello stesso tempo che andrà soggetto a dolorose vicende,
perché il zio, che si svenò per mantenerlo allo studio, non vorrà spender altro in vano.
Del Rossiti finora ho buoni riscontri34. Il Signor Iddio gli doni la perseveranza. Amen.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------NB. Anno 1778 nostro P. Provinciali Sacra C. Sancti Officii concessit, ut cum
Diffinitorii consensu possit Fratribus nostris facultatem tribuere legendi libros
prohibitos. Tunc fuit Provinicalis P. Chrysologus.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------2866. 1804
Al P. Massimo Vicario di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 9 giugno 1804.
Il novizzo Giuseppe Speranza di Roncone, nato gli otto febbraio 1780, sue sole ore
avanti di terminare l’anno della probazione, presenti i suoi parenti, ed invitati alla
professa, depose l’abito serafico, e dopo d’avere pranzato separatamente dai detti
parenti, che non lo vollero nella loro compagnia, partì, ed andò a pernottare nel
convento di Campo. Tutti rimasero attoniti, e mortificati. Manifestò il suo malcontento
soltanto nella notte precedente. Io non ne solo la causa. Che caso strano! Ma buono per
noi, che siassene andato, potendosi sospettare, che sia un cervello leggiero, e storto.
31
Donno Stefano Speranza curato di Brione, che ora nel luglio non più è curato.
Ora luglio, sta in Condino, vorrebbe essere riaccettato da noi. Fu qui li 14 settembre 1805,
all’esame per li minori.
33
Rettore Saverio Papaleoni di Bono.
34
Anche il Rossiti finì malamente.
32
2867. 1804
Al P. Gio. Pio da Moena. Arco.
S.L.G.C. Trento 10 giugno 1804.
Giacché ho il contento di rimandargli ‘l suo memoriale35 con rescritto favorevole,
segnato ieri dal sig. Provicario Generale Capitolare, l’avviso, che in avvenire, mettendo
il suo nome al principio curialmente, non lo replichi civilmente al fine, e perciò tralasci
anche il Di V.S. Ill.ma, e R.ma. Così pure, che riservi per altri memoriali da presentarsi
a cancellerie la inscrizione estranea. Mi raccomando in precibus, lo riverisco, e mi dico.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2868. 1804
Al medesimo, nella coperta della precedente.
Trento 10 giugno 1804.
L’ostessa trentina dalle Due Spade nella scorsa domenica mandò a questo convento
un suo viglietto per aver finalmente li trentadue fiorini, che le deve lo Speranza di
Roncone, allora nostro novizio: ed io ieri le ho fatto intendere, ch’egli non ha più da fare
con noi36. La stessa risposta possiamo dare anche ai creditori37 del signor Gaetano Betta,
poiché ai quattro del corrente, d’ordine del suo zio, fu nobilmente condotto da tre
soldati nella caserma di s. Saverio, dove stassene custodito di continuo da due guardie
affinché non si precipiti, e possa essere trasportato nel Bannato come soldato gregario.
Finora noi non abbiamo ricevuto alcuna ricompensa dallo stesso per lui, e
dell’incomodo, che ci ha recato in cinque mesi non picciolo38. Pazienza.
2869. 1804
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio da Cles. Bolgiano.
M.R.P. Benedicite.
Suppongo, che dal Terziario di Cles avrà inteso il caso senza esempio succeduto in
Arco ai sei del corrente, cioè della partenza del novizzo ronconico, essendo presenti li di
lui parenti invitati, e venuti per assistere alla di lui professa. Essi partirono molto
mortificati,ed egli andò di notte al convento di Campo. Intendo, che fu discolo, e che fu
coi francesi, o cisalpini. Qui a Trento fece dei debiti, che sono ancora da pagarsi. Credo
essere buono per noi, che siassene andato. In questa sera sono ritornati dalle Giudicarie
li PP. Leonardo e Candido. L’altrieri è andato a Pergine Fra Valerio. Fra Ferdinando è
ancora qui. È pur qui il P. Custode. F. Gio. Maria Terziario è venuto da Cavalese oggidì
per pigliare i fagotti del P. Regalato39, ed il supposto neo-professo ronconico, aspettato
dal quel P. lettore Vigilio per principiare le sue lezioni. Domani il detto Terziario andrà
verso Arco per pigliare i mentovati fagotti. Il signor Gaetano Betta se en sta ora nella
caserma del seminario, e per quanto intendo, sabato partirà per altro paese40. S’è
35
Di poter tenere, e leggere i libri proibiti di seconda classe.
Altri ne deve all’oste del Sole.
37
Creditori molti, e di molto.
38
Arrivò per fino a vendere i nostri lenzuoli, e coperte, ed un velo: e voleva vendere anche lo
stramazzo. Le coperte furono quattro, e fors’anche di più. Egli vendette anche le proprie camicie. Un
amico del Betta ha detto al nostro P. Vicario, che ha venduto cinque lenzuoli, cinque coperte, e cinque
camicie. Nell’agosto 1804 li Betti pregati hanno dato soltanto fiorini 90.
39
Partì li 12.
40
Venerdì mattina 14 giugno partì con un trasporto per Clagenfurt. Non ha tollerato li nostri avvisi
religiosi.
36
scoperto, e confessato anche da lui, che ha venduto de’ nostri lenzuoli, e delle nostre
coperte, e sonosi scoperti eziandio li compratori. Anche questo è un caso affatto nuovo.
Il bel frutto che ha fatto stando qui cinque interi mesi! con tanta spesa del povero
convento mai ricompensato con un soldo. Tengo una lettera grossa del P. Davide per la
P.V.M.£R. cui bacio le sacra mani, dicendomi. Trento 11 giugno 1804.
Suo ubbid.mo suddito
F. Crisostomo.
Da Trento
Extra. Al Molto Rev. Padre padrone colendissimo
Il P. Giuseppe Antonio da Cles
Ministro della francescana Riformata
Provincia di s. Vigilio, presentemente in
Bolgiano
Ai PP. Francescani
2870. 1804
Al P. Giorgio da Cles Guardiano di Cavalese.
R.P.S.L.G.C.
Oggidì Fra Gio. Maria, esortato eziandio da me, si ha messo in viaggio verso Arco
per la via Lagarina, a solo motivo di pigliare le robe del P. Vicario Regalato.
Ritornando41 non condurrà lo Speranza ronconico, perché due sole ore avanti quella,
ch’era destinata per la sua solenne professione, trovandosi presenti li di lui parenti,
depose l’abito serafico, e dopo il pranzo preso separatamente dai detti parenti, che non
lo vollero commensale, partì, ed andò a pernottare nel convento di Campo. Caso strano,
e presso di noi affatto nuovo, e senza esempio. Per ora non dico altro, se non se, che
credo esser buono per noi, che siassene andato prima di professare42. Aveva de’ debiti,
che sono ancora vivi. Suppongo, che il P.M.R. Provinciale sia partito da Mezzo ieridì
per Bolgiano, e che poi verrà in Fieme43. Mi raccomando in precibus, lo riverisco, e
sono. Trento 12 giugno 1804.
Suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2871. 1804
Al P. Davide. Salisburgo colla gazzetta.
Trento 13 giugno 1804.
F. Pietro ringrazia della s. Messa il P. lettore Filippo e gli fa sapere, che non ha
ricevuto il filo d’ottone. I Lavaronesi non più lavorano intorno al muro della Fersina:
disfanno i ponti; e portano il legname sul nostro monte, restando ancora molti sassi nel
nostro cortile44. Il signor Betta stette troppo tempo in questo convento, e si abusò della
bontà usatagli. Ci recò danni straordinari, ed insoliti, oltre le spese per il vitto ecc. Il P.
Candido dai Ragoli è sacerdote.
2872. 1804
41
Ritornò a Trento li 15.
Anche il di lui zio ha detto esser buono per noi, che sia partito.
43
Partì li 12.
44
Sono ritornati alle loro case nel Lavarone oggidì 16 giugno.
42
Pro memoria.
Il R.mo signor Provicario Generale Capitolare di Trento Giuseppe Antonio de
Menghin oggi li 15 giugno mi ha dato da leggere, e considerare un’interessante risposta
di monsignor Edmondo Conte d’Arsio vescovo di Teia in partibus, e Preposito di
Vienna, data a sua eccellenza R.ma monsignor Sigismondo Conte di Hochenwart di
Lubiana arcivescovo di Vienna, e già Gesuita. Ella è del tenore seguente:
Traduzione dal tedesco di una copia. P.P.
Nella nota comunicataci in copia, e segnata sotto li 4 aprile di quest’anno, che V.E.
a noi inviò per ordine supremo dell’inclita Reggenza dei 10 marzo, si adducono i
motivi, li quali comprovano la necessità di provedere per mezzo di una ristampa
eseguita nell’interno della monarchia alla mancanza di Breviari, Messali, Corali, ed altri
simili libri. Ma giacché, come si dice in seguito, le spese considerevoli richieste a tal
uopo anderebbero in gran parte perdute, se in quest’incontro non si realizzasse il
desiderio dimostrato da molti pii, e dotti Prelati di veder mutati, e corretti in molti punti
questi libri, perciò V.E. dice essere stata ricercata di rispondere coll’intendimento de’
suoi vescovi suffraganei
1. Se essi persuasi della necessità di queste correzioni?
2. In qual maniera e per mezzo di qual persona si debbano eseguire tali correzioni?
3. Entro qual termine sia ciò da eseguirsi? e finalmente
4. Quali ostacoli si oppongono a tale esecuzione?
Sembra veramente, che tale sovrana incombenza non tocchi al sottosegnato, mentre
il medesimo non ha alcuna diocesi attualmente, e per conseguenza neppur clero proprio,
che abbisogni di simili libri di liturgia, per cui egli fosse in dovere di farne la
provisione. Nonpertanto anche nel dubbio per secondare quest’ordine supremo, ed il
desiderio di V.E. colla più possibile brevità, egli deve far osservare anticipatamente, che
qui non può essere la quistione circa la correzione dei Messali attuali, giacché quanto
egli sa, niuno tra i cattolici desiderò, o propose di fare mutazioni, o correzioni nei
medesimi. Ciò premesso sembra, che la dimanda suddetta si ristringa puramente ai
Breviari e libri corali. In risposta della medesima ora credette egli di fare la seguente
dichiarazione dettata dalla coscienza, e dalla propria persuasione.
1. Che egli non ritrova nei Breviari attuali romani usitati quasi in tutte le chiese
cattoliche, e neppure nei corali, alcun errore sostanziale, che richieda
indispensabilmente mutazione, o correzione. Che poi se si ritrovassero anche in quelli
alcune mancanze accidentali in punto di cronologia, geografia, istoria, o letteratura, in
tale caso per conservare l’uniformità nella Chiesa,
2. Appartenga pure al supremo capo della Chiesa, oppure ad un Concilio generale
sotto la di lui presidenza, l’intraprendere questa correzione esclusivamente, e per
conseguenza il prescrivere anche il modo, con cui si debba dar mano all’opera.
Questa asserzione si fonda non solo sulla pratica dedotta, ed osservata da anni
immemorabili, ma ben anche sulla possibilità evidentemente maggiore di avvicinare alla
perfezione un’opera, i di cui antichi originali, unitamente agli atti, che li precedettero,
solo in Roma si conservano, e puossene far uso.
Senza rintracciare con istento la storia dell’origine del Breviario, e senza ritoccare
gli sforzi45 in questo genere dei sommi Pontefici più antichi sino a Gregorio settimo, e
dipoi sino a Paolo quarto, basta solo il considerare con qualche accuratezza il decreto
del Concilio generale di Trento, rilasciato sopra questo oggetto alla fine della sessione
45
Videsis Ioannem Grancolas parisiensem in Commentario historico in Breviarium romanum Lib. 1,
cap. 5 et seqq.
ventesima quinta, e tutto ciò, che in riga di questo avvenne dipoi, per convincersi
intieramente della verità della suddetta proposizione. Il Concilio generale avendo
creduto necessario in quei tempi infelici di formare un catalogo dei libri nocivi46,
d’introdurre un catechismo universale, e di correggere il Messale, ed il Breviario, fu
addossata l’estensione in ogni genere ad alcuni Padri, colla riserva di proporla dipoi al
Concilio per essere giudicata. Ma non avendo questi ancor terminate le loro fatiche,
allorché si finì il Concilio, questo ordinò, che tali preparativi, terminati, che fossero,
dovessero essere presentati al Sommo Pontefice, acciò egli col suo giudizio, ed autorità
li termini, e ne promova la stampa: e questo senza dubbio, acciocché tutta la Chiesa ne
faccia uso, come del catalogo de’ libri proibiti, e del catechismo: Praecipit, ut quidquid
ab illis praestitum est, sanctissimo romano Pontifici exhibeatur, ut eius iuditio, atque
auctoritate terminetur, et evulgetur. Idemque de catechismo a patribus, quibus illud
mandatum fuerat, et de Missali, et Breviario fieri mandat.
Queste correzioni incominciate da Paolo quarto, e continuate durante il Concilio da
Pio quarto, furono poi condotte a fine da Pio quinto, come lo dimostra la sua Bolla.
Quod a nobis dell’anno 1568, e dal medesimo giudicate, ed approvate. Per suo comodo
fu promossa la stampa del Breviario corretto: l’uso futuro di questo fu prescritto a tutte
le chiese per uniformità: fu proibito di mutare, aggiungere, o detrarre cosa alcuna nel
medesimo: furono aboliti tutti gli antecedenti Breviari introdotti dai vescovi sotto
qualunque approvazione, con questa limitazione però che quelle chiese, le quali si
servirono da dugento anni dei loro Breviari antichi, ed approvati dalla Santa Sede,
oppure di altri per una sì lunga consuetudine, potessero anche in seguito ritenerli, e
servirsene colla libertà sempre di poter accettare, ed introdurre con consenso del
vescovo, o del Capitolo anche il nuovo Breviario. Di questo Breviario si fecero tosto
molte edizioni. Ma non potendosi dopo pochi anni averne più alcuna copia, che per
negligenza degli stampatori, o per la temerità d’altri non fosse differente dalla prima
edizione di Pio quinto, e richiedendosi perciò una nuova rivista, Clemente ottavo, come
appare dalla sua Bolla: Cum in Ecclesia dell’anno 1602 lo fece rivedere, e ridurre alla
prima edizione.
Urbano ottavo finalmente per mezzo della sua Bolla. Divinum Psalterium47 del
1631 lo fece replicatamente esaminare, correggere, e stampare ad uso comune della
Chiesa a motivo degli anzidetti,e d’altri inconvenienti. Dopo questo tempo dunque i
riga del succennato decreto del Concilio di Trento restò quasi mai sempre il Breviario
universale della Chiesa, sebbene alcune poche chiese sino a quest’ora si siano servite di
un Breviario proprio probabilmente per la consuetudine di dugento anni precedente ai
tempi di Pio quinto. Si dice bensì, che anche Benedetto XIV abbia fatto esaminare di
nuovo il Breviario coll’intenzione di correggerlo: e che anche l’istesso progetto sia stato
fatto a Pio sesto di felice ricordanza; ma si sa puramente, che moltiplici ostacoli, e
motivi di somma importanza, che non sono noti, lo costrinsero ad abbandonare
l’impresa. Se inoltre qui si aggiunge, che dal primo secolo del cristianesimo sino a noi il
supremo Capo per conservare l’uniformità non solo della dottrina, e del culto divino, ma
anche delle preghiere, prescrisse sempre i libri liturgici della Chiesa, gl’introdusse, e gli
approvò almeno per la sua chiesa particolare, sembra debba propriamente intraprendere
tali correzioni in mancanza di un Concilio generale, e prescrivere il odo di eseguirle.
Quindi risulta che da sé la risposta al terzo, e quarto punto, cioè che anche il medesimo
può solo assegnare il termine necessario per tale esecuzione, ed indicare gli ostacoli, che
46
47
Sess. 18 habita die 26 februarii 1562.
Lege Divinam Psalmodiam.
mai potessero opporsi; giacché egli colla sua potestà, ed autorità in tutti i tempi della
Chiesa regolò simili intraprese. Del resto se nei tempi tranquilli della Chiesa sotto
Benedetto XIV la correzione del Breviario incontrò tante, e moltiplici difficoltà, e
sommi ostacoli, sicuramente nelle presenti dolorose, e critiche circostanze, e nello
sconvolto ordine di cose non si potrà vedere sì tosto realizzata tale correzione. Ma posto
anche il contrario, certamente anche in tale caso l’uso ulteriore del presente Breviario,
non trovandosi in esso alcun errore sostanziale, verrebbe facilmente prolungato, e
concesso ad ogni chiesa, e Provincia per molti anni, come fecero i Papi antecedenti.
Così monsignore Arsio. Mi piace, spiacendomi soltanto, che non dà il titolo di Santo ai
Papi Gregorio settimo, e Pio quinto, né di Sacrosanto al Concilio generale di Trento. Per
ora non dico altro.
2873. 1804
Al P. Massimo. Borgo, colla gazzetta.
Trento 15 giugno 1804.
L’Ill.mo signor Gaetano Betta di Roveredo, sargente, giovine di circa 20 anni, ai
quattro del corrente, per li suoi rari meriti fu condotto nella caserma di s. Saverio, ed in
questa mattina fu spedito a Clagenfurt, città della Carintia, per esser poi confinato
nell’Ungheria come soldato gregario. Egli s’è abusato della bontà bernardinianam e le
ha corrisposto molto malamente. Non hanno giovato le buone; ed io temo, che né pure
gioverangli le cattive promessegli dal militare. Il Signor Iddio, come buon Padre, lo
illumini, e lo converta. Scrivo questo per il Padre Lettore, P. Bernardino, e gli altri, che
l’hanno conosciuto, e trattato.
2874. 1804
Al P. Cipriano Arnoldi da Tueno. Arco. Le Grazie.
R.P.
Eccola qui di ritorno la sua patente confessionale prorogata oggidì ad un altro
triennio48, che come io spero, non sarà l’ultimo di sua vita. Con questa occasione la
prego di notificare al Padre Diffinitore Damiano, ed ai PP. Luigi, e Pio, che il loro già
noto signor Gaetano Betta li 4 del corrente fu condotto nella caserma di s. Saverio, ed in
questa mattina spedito a Clagenfurt, per poi andar a finire i suoi giorni infelici nel
Bannato. Il militare gli ha promesso di farlo ubbidire,o sia di renderlo ubbidiente colle
cattive, giacché non divenne tale colle buone. Amen. Trento 15 giugno 180449.
2875. 1804
Al P. Giuseppe Antonio Ministro Provinciale. Cavalese.
M.R.P. Benedicite.
In questa mattina il P. Gio. Maria con Fra Pietro è partito per Pergine. Il P.
Diffinitore Gaudenzio presentemente celebra la santa Messa50. Il P. Custode mi ha fatto
sapere, che ha scritto alla P.V.M.R. come il Toller di Roncegno ha stabilito di ritornare
alla sua casa51, perché il nostro telaro di Pergine52, e tutti gli offici nostri laicali superano
le di lui forze. Il signor Betta venerdì è partito per Clagenfurt, e noi siamo restati
48
Dal Provicario.
Spedita li 19 giugno.
50
dai 14 giugno.
51
Depose l’abito ai 16 giugno.
52
*Telaio.
49
creditori per le spese fatte a di lui pro, e per li furti da lui fattici. Ho ricevuto le due
lettere, che mi ha scritto da Bolgiano il P. segretario, e sto aspettando le cose
accennatemi. Ieridì sono stato stimolato53 di avvisare la P.V.M.R. che in Roveredo
trattasi di solennizzare la festa di s. Rocco straordinariamente, cioè con un ottavario di
canti, panegirici, strepiti mortareschi, pasti ecc., a spese di molti benefattori, ed amici
nostri, divisi in differenti classi. Tali spese credonsi superflue, e temesi, che possano
dispiacere ai contrari: e quindi vorrebbesi, che dalla P.V.M.R. venissero interdette. Se
gli amici nostri si sentono di spendere, piuttosto spendano per rifare le nostre rovine.
L’esserci stato ristituito il convento, e l’averlo rifatto, non ci assicura di possederlo. Ci è
noto quello, ch’è accaduto al convento trentino di s. Francesco, ed alla chiesa della ss.
Trinità, e che ora parlasi di rovinare un’altra volta la casa, e chiesa delle Fradaglie per
fare una caserma. Io pure sono contrario alle dette spese, e feste. E quindi prego la
P.V.M.R. che voglia impedirle, od almeno diminuirle. Genuflesso poi col bacio delle
sacre mani la prego della sua paterna benedizione, e mi professo. Trento 18 giugno
1804.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che il P. Candido neomista la ringrazia ecc. e che ho già
ottenuta dal sig. Provicario la grazia chiesta dal P. Guardiano di Bolgiano.
Umil.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo
F. Gio. Grisostomo.
2876. 1804
Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano.
Admodum Rev. Patri Guardiano bulsanensi
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Hesterno vespere pervenerunt ad me literae P.T.A.R. pro F. Vincentio Ferrerio
novitio tuo, olim dicto presbytero Ioanne Ev. Marin; hodie autem illas exhibui R.mo
domino Provicario Generali, cui ad abundantiam ostendi etiam notam, quam de Marino
eodem habet novissimum clerologium brixinense pag. 29, statimque petitam abs te
gratiam impetravi, ac retuli, prout heic interclusae literae testantur. Gratias vero agens
tibi, quod vere fraternam hospitalitatem praebueris nostro Patri Provinciali, eiusque
secretario, me ad ulteriora servitia offero, et ut diu valeas exopto. Dabam Tridenti in
conventu s. Bernardini die 18 iunii 1804.
Extra.
Tridento
Admodum Rev. in Christo Patri, Patri colendissimo
P. Hyacinto Larchero Ordinis Minorum
Ref. S.P.N. Francisci lect. theol., conc.,
Definitori Provinciali, et Guardiano dignissimo54.
Bulsanum
Ad PP. Franciscanos
Nota. Il prete Gio. evangelista Marin ottenne la patente di confessore pro utroque sexu
ad biennium gli 8 marzo 1800,dal consistoro di Bressanone. Gli fu estesa ad novum
biennium dallo stesso li 6 marzo 1802. Finalmente gli 8 marzo 1804 con data di Stilfes
Giovanni de Tschusi decano rurale, e parroco gliela prorogò con questa nota: Praehabito
examine scripto valeat rursus intro scripta licentia ad biennium a die huius signaturae
53
54
Da f. Vincenzio Tommasio.
Circa il 1740 fuit studiosus Bulsani Antonius de Larcher ab Eyseck bulsanensis.
computandum. Il detto consistoro ha un sigillo proprio rotondo coll’inscrizione Sigillum
Consistorii Brixinensis. Mostra la Madonna santissima col santo Bambino nel braccio
destro, e con un scettro nel sinistro. Sotto poi un lione arma del vescovo Carlo
Francesco Conte di Lodrone. La detta patente dopo il nome del vescovo Celsissimi, et
R.mi etc. ha Nos Praeses, et consiliarii Consistorii Brixinensis etc. Il mentovato prete
nel clerologio, o sia catalogo personarum ecclesiasticarum dioecesis Brixinensis anno
1803 stampato Brixinae typis Iosephi Weger typographi in 8°, pp. 130, et ultra, dice
pag. 29 verbo Stilfes, D. Ioanens Ev. Marin natus in Layen die 21 dec. 1776, sacerdos,
et curatus an. 1800, supranumerarius in parochia Stilfsensi. Il P. Guardiano Larcher con
data de’ 13 giugno ha chiesto per lui alla Curia ecclesiastica di Trento la facoltà di poter
ascoltare le confessioni de’ fedeli considerata tanta penuria confessariorum: ed il sig.
Provicario sul di lui memoriale ha scritto: Pro Tractu Athesino superiori conceditur
facultas fidelium confessiones audiendi ad biennium. Signatum 18 iunii 1804. Per altro
li nostri Statuti generali capo 2, num. 16 dicono: Li novizzi, che fossero sacerdoti,
nell’anno del noviziato non possono ascoltare confessioni di niuna sorte.
2877. 1804
Al P. Accursio da Praghena Guardiano di Mezlombardo.
R.P. Guardiano S.L.G.C.
Il Padre Diffinitore Gaudenzio essendo ancora nell’infermeria sino dai tredici dello
scorso maggio, ha commesso a me il rispondere alla P.V.R.55 Le dico adunque, che più
facilmente potrà trovare a suo genio le due spine per il lavamano della sua sagrestia per
mezzo di F. Leonardo appresso questi mercanti Solleri, cui farà passare il prezzo questo
P. Guardiano, il quale ordinerà eziandio li chiesti quattordici o quindici pesi di butiro
randenese per il di Lei convento quando ne ordinerà per questo. Sebbene credesi, che
più comodamente potrebbe averlo costì per mezzo del sig. Tait, come in addietro.
Rapporto alle Messe di Brunnegg ora non so cosa risponderle, non bene intendendo il
quesito, e non tenendo più li registri. Anche il P. Guardiano mi dice, che non sa cosa
dire su di tal quesito. La prego d’avermi per iscusato se manco nel risponderle; e
riverendola resto. Trento 19 giugno 1804.
Di P.V.R. Div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2878. 1804
Al sig. don Bartolommeo Ioris. Mezlombardo.
Molto Illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo56.
Senza punto credermi Magistrum in arte, per servire, ed ubbidire ho dovuto, e
debbo giornalmente trascrivere delle carte antiche. Così ho fatto eziandio col diploma
dell’anno 1334 speditomi da V.S. molto illustre e molto rev. Qui dunque glielo
rispedisco intatto, insieme colla mia qualunque siasi copia, lusingandomi, che almeno
nelle parti essenziali, ed importanti sarà ritrovata sincera, ed uniforme all’originale57.
Siccome poi Coredo nel catalogo de’ confratelli di san Romedio, inserito nel
Sacramentario Adelpretano del secolo dodicesimo si dice Cordum, e Volricus, ed
Odoricus sono sinonimi; così penso, che quel Volricus de Cordo sia quell’Odoricus
quondam domini Federici de Coredo, che fu capitano della città di Trento negli anni
55
Gli ho spedita la patente confessoriale prorogata il primo di giugno 1805 (sic) segnata avanti.
D’anni 56 già curato della Zambana.
57
Vedi To. V Diplomat. pag. 506 (num. 1117) e qui sotto pag. 3862, num. 3962.
56
1290, 1292, 1295; capitano delle Valli di Non, e di Sole nel 1309 e vivente anche nel
1312. Aggiungo a questo, che non mi riesce nuovo il nome Prehtlinus, giacché so
esservi stato nel 1375 un feudatario di Trento nominato Pretlinus quondam ser
Rabinelli de Caldesio: e che nel detto anno 1334 correndo la lettera domenicale B. il
primo martedì dopo la festa di san Michele Arcangelo cadde ai quattro di ottobre. La
prego di aggradire la premura, e celerità, con cui ho proccurato di renderla servita; e
tutto pieno di stima, e venerazione la riverisco, a nome anche de’ PP. Vitantonio, e
Amando Vicario, e di F. Placido, e mi professo. Trento, s. Bernardino 21 giugno 180458.
Di V. S. molto illustre e molto rev.
Umil.mo, divot.mo, osseq.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano59.
2879. 1804
Al P. Guardiano di Campo Niccolò di Cles. In coperta.
R.P. Trento 21 giugno 1804.
F. Grisostomo gli fa sapere, che tiene le mannaie, venute da Fieme, ed aspettate da
Frat’Agnello, come pure, che il P. Provinciale ora si trova in Fieme, ed il Toller di
Roncegno colla scusa di non aver forza per fare gli offici de’ nostri fratelli laici, ai
sedici del corrente ha deposto il nostro serafico abito, e se n’è andato60. Il P. Gio. Maria
è ritornato al suo convento di Pergine a piedi. Il P. Diffinitore Gaudenzio è ancora
nell’infermeria ecc.
2880. 1804
Al P. Pietro Damiano da Borgo Diffinitore. Arco. In coperta.
R.P.S.L.G.C.
Giacché ho l’impegno della qui rinchiusa, in caso, che non l’abbia inteso da altri,
gli fo sapere, che ai sedici del corrente il Toller di Roncegno colla scusa di non aver
forze per il nostro telaio di Pergine, e per gli offici nostri laicali, ha deposto il nostro
santo abito, ed è andato via: e che supponendo di non far torto a quello, che
ultimamente ci rubò de’ lenzuoli, delle coperte, ed altre cose, sospettando, che il
medesimo abbia rubato anche alla P.V.R. la scatola ecc. Il P. Provinciale ora è in Fieme.
Il P. Gio. Maria è ritornato a Pergine. Il P. Diffinitore Gaudenzio è ancora nella
infermeria. Trento 23 giugno 1804.
2881. 1804
Al P. Davide in Salisburgo, colla gazzetta.
Trento 26 giugno.
R.P.
Li 23 del corrente giugno in Trento dopo una lunga infermità è morto il Conte
Sigismondo Manci Beneficiato del Duomo61, e nipote di monsignor decano, che nel
1801 fu contra sua voglia in Campo, e poi nella Rocca di Riva. Il sig. Giuseppe Manci
58
Spedita li 22.
Nel 1610 visse dominus Antonius de Ioriis de Medio Sancti Petri aestimator. Anno 1608 mis.
Antonio de Iori da Mez Lombardo. Anno 1608 mis. Antonio de’ Iori da Mezo Lombardo. An. 1637 mis.
Michel, e Mauricio fratelli di Iori di Mezo Lombardo. An. 1622 Bartholomaeus f.q. Salvatoris del Iori de
Nano incola Pavilli. Anno 1636 Mauritius qm domini Antonii de Ioriis de Medio ancti Petri, syndicus
ecclesiae parochialis.
60
Fu di lui novizio in Arco.
61
Vedi To. 6, epist. 2077, pag. 2908.
59
per non perdere il Beneficio, che da molti anni gode in Seregnano, è andato ad abitare in
quel luogo. Ieridì Fra Pietro è andato in città per assistere al signor Conte Bartolommeo
Tabarelli infermo. Sono riveriti ambidue dalla signora fraila Maddalena Schrecka, il di
cui fratello Ambrogio è andato a Venezia.
1882. 1804
Al P. Gasparo segretario. Cavalese. In coperta.
R.P. Trento 26 giugno 1804.
L’assicuro, che ho ricevuto la cassetta de’ Santi e li due botticelli di corone: e che
ho riposto il tutto nel provincialato62. Il novizzo F. Massenzio dai 23 in qua è
nell’infermeria colla febbre. Iersera F. Pietro ha dovuto andare in città per assistere al
signor Conte Bartolommeo Tabarelli infermo63, che volevasi portare a questa nostra
infermeria, essendo solo in casa sua. Questo pure accresce le nostre indigenze di Frati.
Prego il P.M.R. della sua benedizione, ed a V.P. fo riverenza.
2883. 1804
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cavalese.
M.R.P. Benedicite. Trento 28 giugno.
Nella festa di san Vigilio è stato da me il padre dell’ex-novizzo Comai, e mi ha
detto che brama d’esser ancora ricevuto: che i Padri d’Arco, co’ quali tratta spesso, gli
hanno dato speranza; e che nel prossimo luglio verrà qua da noi a fare gli esercizi
spirituali64. Il P. lettore Francesco Maria mi ha scritto, che F. Teodoro è mezzo
ammalato, che il medico gli ha proibito l’andare al coro, che il di lui male dicesi
nervoso: e che se la cosa andrà in lungo, dovrà venir qua all’infermeria. Questo a me
dispiace, e temo, ch’essendo improfesso, sia un motivo d’andar, o d’esser mandato a
casa. Quindi vorrei, che stesse nel suo convento; ma mi rimetto65. F. Massenzio è ancora
nell’infermeria. Il P. Pierantonio celebra. La prego della sua benedizione.
2884. 1804
Al P. Francesco Maria da Panchiato. Borgo66.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Ho ristituito il sacco a questo nostro cuciniero: e colla prima occasione opportuna
spedirò a Mezlombardo il superlativamente malconcio vocabolario torinese, per altro
indegno d’andare in mani religiose. Mi spiace assai la malattia di F. Teodoro, e temo,
che se viene all’infermeria improfesso, mettasi a pericolo di dover passare più oltre sino
a Gavazzo sine reditu. Quindi credo più espediente per lui (qualora conservi tuttavia la
volontà di professare) il rimanere costì, giacché costì pure ha l’assistenza del medico, e
dell’infermiere. Glielo raccomando adunque, e riverendolo resto. Trento 30 giugno
1804. Il P. Provinciale si trova in Fieme67.
62
F. Cosmo, di cui sotto, ritornò al Conte per istanza del Co. capo Consolati li 27 dic. 1804, e
ritornò a s. Bernardino li 27 gennaio 1805.
63
Infermo per un tumore in una gamba. F. Pietro non potendo più resistere a tanta assistenza, è
ritornato a s. Bernardino li 17 agosto, ed andò in di lui luogo F. Cosma, che vi stette sino alla sera de’ 24
dicembre 1804. Vi ritornò nella sera de’ 27 dicembre.
64
È venuto il Comai li 20 luglio.
65
È capitato in Trento all’infermeria li 14 luglio di mattina. È partito per Cles li 19 luglio.
66
Nella gazzetta trentina de’ 14 dicembre 1804 si nomina Gio. Domenico Defrancesco da Moena di
Fiemme.
67
Il P. Francesco Maria cominciò in Borgo le sue lezioni di logica li dieci di settembre 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2885. 1804
Al Padre Provinciale. Cles. In coperta.
M.R.P. Benedicite. Trento 3 luglio 1804.
Iersera è venuto apposta dalla città un amico nostro (Gio. Gabrielli) a stimolarmi,
che faccia sapere alla P.V.M.R come i PP. di Santa Croce (Cappuccini) si maneggino
gagliardamente per torci il candidato Luigi Beozzo d’Aldeno, colla promessa di vestirlo
subito: e quindi vorrebbesi, che gli mandasse presto l’obbedienza. Io credo, che
potrebbesi mandargliela subito per gli ultimi del corrente, o per li primi del seguente
mese, affinché sia sicuro d’averla in questa stagione, e non possa venire ingannato col
pretesto, che vogliasi differirgliela molto. Si tratta d’un aldenese, e d’un Beozzo
d’Aldeno per altro portato verso i detti PP. Vienmi detto, che ha 22 anni, e che studia
logica.
Ierlaltro di mattina è capitato a questa infermeria il P. lettore Sisinnio colla febbre.
Il P. Pierantonio nuovamente ha intermessa la celebrazione della santa Messa. Fra Pietro
è ancora presso il signor Conte Tabarelli68. Ho spedito subito le lettere indirittemi dalla
P.V.M.R. e spedirò le altre mandatemi dal P. segretario. Suppongo, che avrà inteso da
una mia de’ 26 al detto P. segretario, che ho ricevuto i santi, e le corone di Bolgiano. La
prego di disporre a tempo le cose per le Ordinazioni de’ chierici, e della sua paterna
benedizione. In questa notte il P. Pierantonio fu comunicato per Viatico.
Ieridì 2 luglio il R.mo signor Provicario Menghin fu salassato, ed in questa mattina
fu trovato sorpreso da colpo apopletico, e quindi sacramentato ecc. Noi abbiamo cantato
in coro lui l’antifona Salve Sancte Pater.
2886. 1804
Al P. Niccolao Guardiano di Campo. In coperta.
R.P. Trento 3 luglio 1804.
Tengo un’altra lettera per la P.V.R. venuta dal P. Guardiano di Cavalese: ma non la
spedisco con queste, perché ha qualche peso. Le replico, che tengo pure le mannaie
fiemasche per F. Agnello. In questa notte fu comunicato per Viatico il P. Pierantonio.
Nella scorsa domenica è venuto a questa infermeria colla febbre Il P. lettore Sisinnio.
Nella corrente settimana il P. Provinciale porterassi a Cles: e li PP. segretario, e Girardo
andranno a Bolgiano per servire quel convento, e dovranno starvi due mesi69. Sarebbevi
andato il detto P. Sisinnio, se fosse stato sano. In questa mattina il signor Provicario
Menghin fu sacramentato in fretta, perché trovato sorpreso da colpo apopletico. Lo
raccomandino al Signor Iddio. In questa sera de’ tre ho dato l’Olio Santo al P.
Pierantonio.
2887. 1804
In questa notte fu comunicato per Viatico il P. Pierantonio: ed in questa mattina il
signor Provicario Menghin sorpreso da colpo apopletico. Domenica è venuto qua colla
febbre da Mezlombardo il P. lettore Sisinnio, ch’era stato destinato per Bolgiano, dove
andranno come supplimentari de’ Religiosi assenti li PP. Gasparo, e Girardo, e
68
F. Pietro fu chiesto dal seminario per il signor Provicario; ma il Conte, pregato dal seminario col
nostro consenso, non vuole lasciarlo andare.
69
Per celebrare la s. Messa mentre gli altri sono villeggianti. Sono giunti là li 6 luglio.
dovranno starvi due mesi. Il P. Provinciale in questa settimana porterassi a Cles. Si
aspetta da Borgo il P. lettore Francesco Maria per il discorso caravaggiano della celebre
Mariotta. Si aspetta pure da Bassano il serenissimo Arciduca Giovanni giacché non è
venuto iersera come speravasi70. Si dice, che vuol andare dall’Avis a Pradazzo per la via
di Cembra in un sol giorno: il che supponesi difficile, per essere troppo trista la strada
cembrana.
2888. 1804
Al P. Massimo da Volano Borgo. Colla gazzetta.
Trento 3 luglio 1804.
Ieridì al pranzo fu sorpreso da colpo apopletico il R.mo signor Provicario, ed in
questa mattina fu comunicato per Viatico. Parimente fu comunicato per Viatico in
questa notte il P. Pierantonio, ed in questa sera fu munito dell’Olio Santo. In questa
settimana il P. Provinciale porterassi a Cles: e li PP. Gasapro, e Girardo andranno a
Bolgiano per istarvi due mesi come supplimentari de’ Religiosi assenti. È venuto in
questa infermeria colla febbre il P. lettore Sisinnio.
2889. 1804
Al P. Gasparo da Campo segretario. Bolgiano.
R.P.S.L.G.C.
Gli replico quanto gli ho scritto con data de’ 26 dello scorso giugno, voglio dire,
che ho ricevuto i santi, e le corone di Bolgiano, e che ho riposto il tutto nel
provincialato. Gli aggiungo, che il destino della P.V.R. per Bolgiano fu preconizzato
anche da me nello stesso momento, che dal P. Provinciale intesi la ricerca bolgianina. Il
P. lettore Sisinnio domenica mattina giunse a questa infermeria colla febbre. F. Pietro è
ancora in città presso il Conte Tabarelli. Ieridì mattina fu comunicato per Viatico il P.
Pierantonio, e iersera fu munito dell’Olio Santo71. L’altrieri fu sorpreso da colpo
apopletico il signor Provicario Menghin, e ieri mattina fu comunicato per Viatico.
Oggidì spedisco le di Lei lettere, e scrivo al P. Provinciale colla direzione di Cles. Le
sospiro un buon soggiorno costì a patto, che poi ritorni a noi sana, e riverendola mi dico.
Trento 4 luglio 1804.
Di V.P.R. Div.mo, obb.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
Trento
Extra. Al Rev. Padre in Cristo padrone colendissimo
Il Padre Gasparo da Campo predicatore
segretario provinciale de’ Francescani Riformati, presente in
Bolgiano
Ai PP. Francescani.
2890. 1804
Al P. Davide. Salisburgo. Colla gazzetta.
Trento 7 luglio 1804.
70
71
Venne li 4 di notte, cioè nella notte avanti li 4, dirò meglio nella sera oscura dei tre.
munito da me.
Oggidì è partito per Cles, dove starà circa un mese, questo P. Guardiano
Michelangelo72. Il P. Pierantonio già unto coll’Olio Santo, ed il sig. Provicario, sono
ancora vivi73. Iermattina sotto il continuo strepito di mortari è partita da questa città per
Fieme S.A.R.74 Arciduca Giovanni. Egli nel giorno quinto fu sul nostro monte colla sua
nobile comitiva. Entrò per la porta cognolana, ed uscì col mezzo di due scale dalla
clausura per andare alla cedrara del barone Martino Klotz. Venne un poco avanti le
dodici mentre sedevamo alla mensa; ci siamo alzati subito tutti,ed alcuni di noi
l’accompagnarono. Inteso avendo, che siamo soltanto dodici sacerdoti disse, che siamo
pochi. Alla comitiva demmo da bere, ed ai cavalli da mangiare. La di lui venuta ci riuscì
poco meno, che improvvisa. Venne dalle Laste. Anche l’uscita dalla clausura fu
improvvisa alla stessa sua comitiva. L’illuminazione della città da parecchi fu fatta con
molte torcie. Così ha fatto nominatamente la Casa de’ Conti Consolati. Il Magistrato
andò non solamente sino a Cognola, ma sino a Pergine per incontrare il lodato
Arciduca, il quale ricusò l’offertogli ballo. F. Pietro è ancora presso l’infermo Conte
Tabarelli, perché questi non gli ha permesso d’andare nel seminario ad assistere al R.mo
signor Provicario, quantunque siagli stato intimato un ordine sovrano. Qui si dice la
colletta ad petendam pluviam75.
2891. 1804
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles.
M.R.P. Benedicite,
Fo sapere alla P.V.M.R. eziandio a nome di questo P. Vicario, che oggidì alle dieci,
e mezza di mattina, il P. Pietro Antonio da Sacco, munito de’ santi Sagramenti ha reso
al Signore l’anima sua. Perciò lo raccomando alla carità serafica della P.V.M.R. e senza
moltiplicar lettere, anche a quella di codesta famiglia religiosa, per gli suffragi statutari,
e supererogatori. In questa mattina in dodici questi nostri Religiosi sono stati al funerale
del fu R.mo signor Provicario Menghin, ed è venuto da Campo con F. Agnello il P.
Benedetto, che domani a sera sarà esaminato per la lettura il P. Francesco Maria, il
quale in questo momento è di ritorno per Borgo. Il P. Diffinitore Gaudenzio ieri è
ritornato sul comune76. Il P. lettore Sisinnio cammina per il convento. F. Massenzio esce
di cella, e va per l’infermeria. F. Pietro è ancora presso il signor Conte Tabarelli. La
prego genuflesso della sua benedizione paterna, e mi professo.
Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo
F. Grisostomo.
Io nulla so di Arco77.
2892. 1804
Ai PP. Guardiani di Arco (rispose), Mezzo, Cavalese, Roveredo.
Rev. Padre.
Trento 9 luglio 1804.
72
Ritornò nella sera de’ sei agosto.
Il Provicario è morto nella notte venendo gli 8 luglio.
74
*Sua Altezza reale.
75
Gli XI abbiamo detta la colletta in gratiarum actionem perché in tal giorno ha piovuto molto bene.
76
* Cioè in comunità lasciando l’infermeria.
77
Per mezzo del signor padre barone Trentini fa premura di essere presto vestito il candidato
Giacomo qm Giuseppe Bailon di Vigolo.
73
In assenza del mio Padre Guardiano fo noto io alla P.V.R., che in questa infermeria
oggidì alle dieci, e mezza si mattina, munito de’ soliti Sacramenti,ed aiuti spirituali, ha
reso al Signore l’anima sua il nostro Padre Pietro Antonio Ferrari da Sacco, in età di
anni 63. Lo raccomando poi alla carità serafica della P.V.R. e della di Lei famiglia
religiosa per li suffragi statutari, e supererogatori, e riverendola resto.
Di V.P.R.
Div. servo nel Signore
F. N.N. Vicario.
2893. 1804
Al P. Gasparo da Campo. Bolgiano in coperta.
R.P.P Trento 9 luglio 1804.
In questa mattina qui è morto il nostro P. Pietro Antonio. Se mai la P.V. potesse
comodamente dar parte di ciò al di lui sig. nipote don Bartolommeo Ferrari cappellano
di Bronzolo, farebbe un bene. In questa stessa mattina fu seppellito il cadavere del fu
sig. Provicario Menghino, il quale dopo il colpo accadutogli ai due del corrente non fu
più uomo. l’Arciduca fu sul nostro monte; ma non in convento. Uscì dalla clausura col
mezzo di due scale per andare alla cedrara Kloziana. Inteso avendo, che siamo dodici
soli sacerdoti, soggiunse, che siamo pochi, e disse il vero. Ora siamo ricercati da più
parti.
2894. 1804
Al sig. Francesco Antonio Sizzo arciprete di Telve.
Ill.mo, e R.mo sig. sig. r padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 12 luglio 180478.
Dovendo rispondere ai tre quesiti propostimi da V.S. Ill.ma, e R.ma, cioè 1. Se nelle
domeniche dando l’acqua Santa sia meglio andar giù per mezzo la chiesa: o se si debba
fermarsi ai cancelli del presbiterio?
2. Se sia cosa decente, o indecente l’andar giù per mezzo le dame, che sono
ginocchiate in terra?
3. Se si debba porgere l’aspersorio dell’acqua Santa al dinasta, ritrovandosi nel
banco della famiglia in mezzo alla chiesa: o se debba presentarsi per riceverla nel suo
banco dinastiale, che ritrovasi subito sotto il presbiterio?79
Dico rapporto al primo, che Michele Bauldry nel suo Manuale parte 2, cap. 8, n. 7
scrive: Potest, et debet servari consuetudo laudabilis locorum in aspersione tam cleri,
quam populi: regulariter tamen asperguntur qui sunt prope cancellos altaris.
Il cerimoniale dell’Ordine nostro stampato in Roma l’anno 1640, parte 2, cap. 13, n.
3, Celebrans... de choro in presbyterium perveniendo circa cancellos, vel ambitum illius
astantes aspergit.
Il Merati parte 4, tit. 19, n. 14, Populi aspersio fiet secundum consuetudinem
ecclesiarum, vel procedendo per principalem navem, vel in aditu chori, si est ante
altare, vel iuxta cancellos presbyterii aspergendo illuc confluentes, idque videtur
78
Spedita li 16. Questo parroco è morto in Telve gli undici di gennaio del 1806.
Nota. Il Sizzo disgustato dal dinasta barone Buffa, perché dopo d’averlo fatto più volte avvisare,
che tenga sul suo i suoi polli, gli ha fatto ammazzare una gallina, senza dirgli alcuna cosa gli ha negato
l’aspersorio, per non essere stato nel primo banco. Fu ripreso dalla Curia ecclesiastica ed egli le rispose
con una scrittura data in Telve li 4 agosto 1804, ma non concludente. Legi eam die 7 augusti 1804.
79
convenientius... Quando autem aspergit populum, hoc facit ter, seu triplici ictu, scilicet
in medio, a dextris, et a sinistris.
Il Cavalieri To. 4, cap. 23, Decr. 371, num. 8, Populi aspersio fiet secundum
consuetudinem ecclesiarum, vel procedendo per principalem navem, vel in aditu chori
si est ante altare, vel iuxta cancellos presbyterii, aut in ipso prebyterii ingressu: et haec
ultima aspergendi ratio ceteris praestat.
Bartolommeo Corsetto in Praxi sacrorum Rituum edit. neapol. 1694, tract. 1, parte
2, cap. 14, n. 6, Sacerdos...aspergit... clerum... et iuxta locorum consuetudinem, etiam
laicos.
Il cerimoniale ecclesiastico di questa nostra Provincia vigiliana stampato in Trento
nel 1742, pag. 53, num. 405, Il sacerdote... asperge la gente esistente in presbiterio, e
vicina al cancello, calando verso lo stesso.
Rapporto al quesito secondo asserisco, che mi parrebbe indecente, qualora la strada
non fosse aperta, e larga.
Finalmente in ordine al quesito terzo, ed ultimo confesso, che non lo trovo ne’
rubricisti; credo però, che possa dedursi la di lui risoluzione da quanto dicono i
medesimi rubricisti parlando dell’incensazione. Sappiasi adunque, che il Gavanto parte
2, tit. 7, rubr. 10, lit. c., scrive: Domini locorum minorum, seu magistratus, incensari
poterunt a thuriferario duplici, vel unico ductu, pro qualitate personarum, ii videlicet,
quibus proprium scamnum, seu sedes ab aliis distincta parari solet. Consuetudo locorum
laudabilis in his attendi solet, ad pacem tum cleri, tum laicorum conservandam in toto
incensationis ordine, et ritu.
Il cerimoniale della nostra Provincia torinese pag. 87, avvisa, che: “I signori del
luogo, i comandanti, e magistrati s’incenseranno una, o due volte, secondo la qualità
delle persone, e secondo la consuetudine, della quale prender si vuole anticipata notizia,
purché tai personaggi abbiano una sedia preparata in luogo distinto dagli altri del
popolo”.
Anche il cerimoniale di questa nostra Provincia trentina pag. 103, num. 205
insegna, che “I signori secolari non s’incensano, se non fossero padroni del luogo, che
hanno sedia parata distinta”.
Presentemente non posso dire di più: e supponendo, che il detto possa bastare a
V.S. Ill.ma, e R.ma, con un riverente inchino mi dico
Di V.S.Ill.M, e R.M
Umil.mo, osseq.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Extra. All’ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Il sig. Francesco Antonio Sizzo de Noris
arciprete di
Telve
In Valsugana
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Nota. Le patenti seguenti sono prorogate ad annum pro collectoribus: ad triennium
pro P. Beda, ed ad biennium pro P. Aloisio.
2895. 1804
Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano.
A.R.P. Guardiano Bulsanensi
F. Io. Chrysostomus S.P.D.
Sollicite remitto ad te P.A.R. literas patentes pro PP. Beda, et Aloysio, nec non pro
PP. collectoribus vini80, denuo prorogatas: propediem autem remittam etiam alias pro P.
Heriberto, quia dominus Vicarius addidit quidem eis petitum illud pro Tractu Athesino
superiori; sed ex mera oblivione omisit illud Prorogatur etc. et ideo cras ad eum redire
debeo. Interim vale. Dabam Tridenti die 12 iulii A.D. 1804.
Extra. Admodum Reverendo Patri
Guardiano PP. Franciscanorum
Bulsanum
Ad PP. Franciscanos
2896. 1804.
Al medesimo Guardiano.
Adm. Rev. Patri Guardiano Bulsanensi
F. Io. Chrysostomus iterum S.P.D.
et literas patentes pro P. Heriberto ad biennium prorogatas cum addito et Tractu
Athesino superiori, herique promissas remittit, sperans, quod alias hodie postae datas
ante istas recipiet. Tridenti die 13 iulii 1804.
Faveat notum facere P. Gasparo , quod Pater Definitor Gaudentius heri coepit vices
agere curati sardaniensis infirmi: quod die 26 iunii obiit archipresbyter Condini,
quodque moribundus est archipresbyter Theni: et hesterno die accepi privilegium
imperale regium quoad telonia.
2897. 1804
Al P. Davide. Salisburgo. Colla gazzetta.
Trento 13 luglio 1804.
Ieridì è andato in Sardagna il P. Diffinitore Gaudenzio per fare le veci di quel
curato infermo81. Nella notte venendo gli 8 del corrente cessò di vivere il Provicario
Menghino, e nella mattina de’ nove il P. Pietro Antonio. Nel giorno 26 di giugno è
parimente morto l’arciprete di Condino, ed ora dicesi moribondo l’arciprete di Tenno.
Nello scorso giugno fu creato arciprete di Arsio il già cappellano di quel luogo don Gio.
Paolo Colò di Ledro. Tra gli scolari della fisica meritò il terzo luogo don Nicolaus
Boccagni ex valle Leutri82, e tra’ logici il ventesimo don Aloysius Zecchini Leutri. Tra’
poeti non premiati il settimo Ioannes Leo Colò S.E.A. Fra Pietro è ancora in città. Il
Signor Iddio ci ha mandato una buona pioggia.
2898. 1804
Al P. Provinciale. Cles.
M. R.do Padre Benedicite.
Nel giorno 12 ho ricevuto da questo Castello il privilegio per li dazi, dato dal
medesimo Castello ai 7 del corrente, e dall’eccelso Governo d’Insprugg ai 13 dello
scaduto giugno. Nel 1802 mi fu ordinato di mandare l’originale a Borgo per il dazio di
Grigno, ed una copia in Arco per il dazio di Riva. Ho già fatto fare la copia tedesca da
F. Vincenzo Maria, ed ora sto aspettando dalla P.V.M.R. l’ordine di spedirlo. Ho
nuovamente servito il P. Guardiano di Bolgiano coll’ottenergli da questa Curia
ecclesiastica la proroga di alcune patenti.. Il P. Benedetto ha riportata dalla medesima
80
che vengono dalle diocesi di Bressanone, Salisburgo, Augusta.
infermo, cioè andato a spasso in Fieme.
82
Per altro si scrive Leudri.
81
Curia la patente ad triennium. Il P. Diffinitore Gaudenzo l’altrieri è andato in Sardagna
supplimentario di quel curato infermo83. Il P. lettore Sisinnio aspetta da Roveredo Fra
Leonardo per ritornare sul carretto a Mezlombardo. Li PP. Agostino, ed Ilario sono
malconci. La prego di far sapere al P. Guardiano Daniele, che iersera ho mostrato a
monsig. Vicario il di lui viglietto, ed ho impetrato il Concessum etc. La prego altresì
della sua serafica benedizione, e mi raffermo. Trento 14 luglio 1804.
Di V.P.M.R. cui suppongo nota la morte del sig. arciprete di Condino, ed aggiungo,
che l’arciprete di Tenno dicesi spedito da’ medici.
Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
Pro memoria. Il P. Guardiano Daniele ha chiesta la facoltà di poter assolvere una
persona, che ha proccurato più volte degli aborti, li quali più volte sono seguiti.
2899. 1804
Al P. Luigi de’ Maffei da Cles . Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.C.
La lettera del P. Diffinitore Damiano essendomi pervenuta dopo la morte del signor
Provicario, e sapendone il contenuto per avviso di V.P. fu da me consegnata a
monsignor Vicario85. Per non moltiplicar lettere la prego di avvisare il suo M.R.P.
Guardiano, che la di lui patente già è prorogata ad septennium, e che durando la vecchia
proroga sino ai cinque d’agosto, mi riservo il rispedirgliela in un altro giorno. Il signor
Gaetano Sartori d’Arsié86 qui non s’è veduto; si sa però, che ha ottenuto la grazia chiesta
per intercessione della Madonna caravaggiana di Pinedo, siccome ci ha riferito il P.
Candido, quando è ritornato da Feltre dopo le Ordinazioni di maggio. Mi spiace
grandemente, e sinceramente, che né pure l’aria d’Arco-Riva giovi alla P.V. e bramo,
che la speranza dell’eccellentissimo signor medico Ribbia si effettui. Frattanto la P.V.
pazienti, si rassegni alle sempre adorabili disposizioni di Dio Signor nostro, e se non
può lavorare colla testa, lavori co’ piedi, e così sarà utile alla santa Madre Provincia.
Qui sono malconci li PP. Agostino, ed Ilario, oltre il novizio Massenzio. Il P. Gaudenzio
è in Sardagna supplimentario di quel curato andato in Fieme a spasso. Il P. Benedetto è
approvato confessore. Finisco riverendola, e dicendomi. Trento 14 luglio 1804.
Suo obbl.mo servo
F. Grisostomo.
84
2900. 1804
Al P. Cirillo Dusini di Cles. Cles.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Il Padre Pietro Antonio Ferrari da Sacco sacerdote, è morto qui li nove del corrente
luglio, in età di anni 63. Per altro io son sicuro, che il giorno della di lui morte fu notato
nella lettera scritta da me al M.R.P. Provinciale costì dimorante. Fra Salvadore da Vervò
fu battezzato nel primo giorno di settembre dell’anno 1725. Eccolo prontissimamente
servito. Con questa occasione poi l’esorto di procacciarsi un catalogo de’ nostri
83
Il P. Gaudenzio ritornò al convento li 25 luglio. Il curato fu a spasso in Fieme.
Fatto confessore li 31 ottobre 1805 ad biennium.
85
Verte circa il divorzio del sig. Barcella di Torbole.
86
Arsié diocesi padovana, Via Feltrina. Il sig. Cristoforo è qui in s. Bernardino li 18 febbraio 1805
istradato per Milano a spasso. Il di lui figlio Gaetano colla spina ventosa è morto poco fa. Il detto
Cristoforo fu qui anche nel settembre 1805.
84
Religiosi, od almeno di farselo di quelli, che vivono al giorno d’oggi, continuandolo di
mano in mano, che ai morti saranno surrogati dei vivi. Per carità mi tenga raccomandato
al Signor Iddio, poiché sono. Trento 17 luglio 1804.
Il suo Grisostomo.
2901. 1804
Al P. Gio. Evangelista da Stenico Guardiano. Arco.
Molto Rev. Padre.
Eccola servita colla sua patente prorogata ad septennium87, il quale come spero, non
sarà l’ultimo88. Con questa occasione l’avviso, che forse le sarà mandato da vestire un
novizzo ancora in questa stagione, perché questi buoni Padri di s. Croce89 lo tentano
gagliardamente colla promessa di vestirlo subito. Tengo già il bianchetto
dell’obbedienza; ma penso di procrastinarla più che sarà possibile. Egli è il Beozzo di
Aldeno90. Su di questo le scriverà poi anche il M.R.P. Provinciale. Frattanto me
commendo, e la riverisco. Trento 18 luglio, senza soscrizione.
2902. 1804
Al P. Gio. Antonio da Moena vice maestro, Arco.
R.P.S.L.G.C.
Mi spiace assai l’incomodo,cui ora soggiace il suo P. Vicario, e maestro; ma spero,
che non sarà di conseguenza. Frattanto la P.V. si faccia coraggio, e non dubiti, che il
Signor Iddio pregato l’aiuterà. Per l’opposito mi consola molto quanto mi scrive in lode
de’ suoi novizzi, e bramo, che si conservino degni di tali lodi anche in seguito. Sentirà
dal suo M.R.P. Guardiano, che forse gliene sarà mandato un altro dentro questa
stagione. Tanto gli ho scritto in questa mattina coll’occasione, che gli ho rimandata la
sua patente. In breve gli manderò anche una copia del privilegio per il dazio di Riva.
Oggidì consegnerò al postiglione di Cles la lettera per la Zambana. Questo nostro P.
Guardiano è in Cles, e staravvi non poco. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, ed
alla Madre Santissima delle Grazie ecc.. Trento 18 luglio 1804.
2903. 1804
Al P. Provinciale. Cles.
M.R.P. Benedicite.
Trento 18 luglio 1804.
In questa mattina ho spedito alla P.V.M.R. una lettera, che da me credesi del P.
Guardiano di Feltre, e perciò risponsiva rapporto alle Ordinazioni. Questo le potrà
servire in caso, che si smarrisse, o arenasse. Posdomani alla più lunga spedirò a Tione la
inchiusami. L’assicuro, che ho ricevuto anche il bianchetto per il candidato Beozzo.
L’amico, che mi fece istanza di scrivere alla P.V.M.R. per lui si è il calzolaio Gabrielli.
Siccome dissemi replicatamente, che sarebbe venuto nella domenica seguente ad
intendere la risposta, e non è ancora venuto; così penso di aspettarlo, e di non andare a
cercarlo. Scritto questo è capitato il Gabrielli, e siamo restati d’accordo di dargli
l’obbedienza nella prossima settimana per li primi di settembre. Così il Beozzo sarà
sicuro d’averla, e se succederà qualche variazione col tempo, si potrà variare il tempo,
87
die 10 iulii; ma doveva dire die 11.
Ma il Padre morì predicando in Nago li 21 aprile 1805.
89
*Cappuccini.
90
Vedi sotto num. 2933, 3235.
88
ed il luogo della vestizione91. Oggidì avendo dovuto scrivere per altro al P. Guardiano di
Arco, l’ho avvisato, che forse gli sarà mandato un novizzo da vestire in questa stagione.
Ricercato ho acconsentito, che venga costà F. Vincenzo Maria, giacché mi hanno
assicurato, che ha licenza dalla P.V.M.R. di venirvi in questo tempo di vacanze. Ho
pure acconsentito, che vengavi F. Teodoro, giacché ha il comodo del carretto, e de’
compagni, perché così hanno giudicato necessario li medici di Borgo, di Pergine, e di
Trento. Egli mi dice, che il suo male non è sopra gli occhi. Così sia. La supplico della
sua benedizione paterna, le auguro il buon pro delle acidole, e col bacio delle sacre mani
mi dico suo
Um.mo, ubbid.mo suddito
F. Grisostomo.
2904. 1804
Al P. Davide. Salisburgo. Colla gazzetta.
Trento 20 luglio 1804.
Il butiro di Randena oggidì qui fu pagato 37 troni, e mezzo il peso. Ultimamente la
porta, e le soglie della ex-chiesa di s. Francesco, furono portate alla chiesa nuova di
Villazzano. Fu pure levata la statua lapidea del P.S. Francesco, che stava sopra la detta
porta. Nella prossima domenica qui saranvi soltanto quattro Messe al più, benché si
abbia negato d’andare in qualche altro luogo. Nell’infermeria non evvi alcun sacerdote,
partito essendo ieri il P. lettore Sisinnio. Il male del Conte Tabarelli si fa serio. In questa
sera l’ex-novizzo Comai è venuto in convento a fare gli esercizi spirituali per essere
riaccettato.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Pro memoria. Il Conte Tabarelli fu tagliato nella gamba li 26 luglio dal chirurgo
Concino, presenti li chirurghi Gerlonio, e Benino.
2905. 1804
Al P. Massimo Vicario di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 20 luglio 1804.
Iermattina F. Teodoro di Gavazzo92 è partito di qui verso Cles per provare se
coll’uso delle acidole della Sollandia sia per guarire dai suoi malori. Così ha giudicato
bene anche questo nostro signor medico Giovanni Lodovico Benigni. Io desidero
sinceramente, che ritorni sano; ma temo del contrario. Sia fatta la santissima volontà di
Dio Signor nostro clementissimo. Amen.
Sta male molto il signor Conte Bartolommeo Tabarelli, assistito dal nostro Fra
Pietro sino dai 25 di giugno. È pur ammalato il P. Vicario d’Arco Lorenzo.
2906. 1804
Al signor Luigi Beozzo di Aldeno.
Tenore praesentium, quo pii, ardentisque voti sui compos efficiatur, ingenuus
adolescens dominus Aloysius Beozzi de Aldeno, seraphicae nostrae religionis
candidatus, ad nostrum conventum Sanctae Mariae Gratiarum apud Arcum se se
conferet die nona septembris post vesperas, ibidem clericalem strictioris Observantiae
sancti Patris Nostri Francisci habitum devote suscepturus die duodecima sequenti, sub
nomine, ac patrocinio beati Iordani de Saxonia confessoris, cuius memoria in
91
92
Vedi sotto num. 2933.
Chierico improfesso.
Martyrologiis, ac kalendariis occurrit die tertiadecima februarii, ex quo deinceps Frater
Iordanus de Aldeno vocabitur. Deus Optimus Maximus, qui coepit opus, ipsum
perficiat, et sicuti laudato adolescenti dedit velle, det etiam pro sua pietate perficere,
atque in arrepta, ceteroquin ardua perfectionis via perseverantiam usque in finem
praestare dignetur, quam eidem ex animo apprecamur. Datum Tridenti in nostro
conventu sancti Bernardini die 28 iulii anno Domini 1804.
L.S. Fr. Iosephus Antonius a Clesio
Minister Provincialis.
2907. 1804
Al sig. Luigi Beozzo scolare di Aldeno.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.
Qui compiegata d’ordine del Padre Provinciale gli spedisco la bramata obbedienza,
onde possa nel nono giorno del prossimo settembre portarsi al nostro convento della
Madonna delle Grazie presso Arco, per esser vestito ivi nel giorno duodecimo del
serafico nostro abito. Siccome poi li nostri novizzi debbono provvedersi da sé il primo
vestiario religioso, depositando previamente cinquanta fiorini tedeschi: così l’avverto,
che innanzi d’andare al detto convento, e noviziato d’Arco, voglia deporre gli accennati
cinquanta fiorini nelle mani del signor Giambattista Tommaselli mercante in Trento
appresso san Pietro93, e che porti la di lui ricevuta al Padre Guardiano di Arco, insieme
colla suddetta obbedienza, colle fedi autentiche del Battesimo, e della Cresima, e
coll’attestato di due uomini attempati, e gravi della sua patria, scritto da un notaio
pubblico, o almeno dal suo molto rev. signor curato, che abbia le condizioni per altro
richieste dalla santa Sede, affinché uno possa essere ammesso al nostro serafico
Instituto: del quale attestato gl’inserisco qui a parte una formola da compirsi. E
pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che si degni di donargli la perseveranza
nella santa vocazione sino al fine, lo riverisco. Dal convento di san Bernardino appresso
Trento li 28 luglio 180494.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitor, e pro-segretario provinciale.
Extra. Al signor Luigi Beozzo scolare
Aldeno95
NB. La detta formola sta nel mio Fratologio. Comincia: Nel nome di Gesù Cristo, e
finisce: a gloria di Dio Ottimo Massimo. Fu fatto l’attestato su questa formola dal
curato.
2908. 1804
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles. In coperta.
M.R.P. Trento 21 luglio 1804, di notte.
In caso, che F. Vincenzo Maria non fosse ancora giunto costà96, l’avviso, ch’è
partito di qui nella mattina di ierlaltro col P. lettore Sisinnio, e con F. Teodoro, e F.
93
Gli ha deposti nel dì 4 d’agosto 1804 presso il Tomaselli. Tengo la ricevuta.
Consegnata al Gabrielli li 28 luglio. Vedi sotto num. 2933, e 3241.
95
Figlio di misser Antonio.
96
È giunto a Cles li 21 sabato con F. Teodoro. F. Vincenzo fu di ritorno li sei agosto: e F. Teodoro li
sette. Questo F. Teodoro è partito per Campo con quel P. Guardiano li 24 agosto 1804 per deporvi l’abito
piangendo.
94
Leonardo. Da Bolgiano mi scrive il P. Gasparo, che là sono ben veduti, e vi stanno
volentieri, perché non manca loro alcuna cosa. Domani qui saranvi quattro sole Messe.
Il P. Gaudenzio è in Sardagna: il P. Agostino in Gardolo: il P. Candido in Romagnano,
altri a s. Maddalena, santa Chiara, ed al Suffragio. Due dopo il vespro predicheranno in
città. Iersera è venuto qua l’ex-novizio Comai, e stavvi facendo gli esercizi spirituali97.
De’ sgnori Betti non si ha veruna contezza. Bensì, che la padrona della scatola d’argento
dice di voler andare a Roveredo per riscattarla; e che le nostre coperte non sono state
ristituite.
2909. 1804
Al P. Anacleto da Casezzo Vicario di Cles.
R.P. Vicario sia lodato Gesù Cristo S.N.
Monsignor Vicario Generale pregato da me in questa mattina, concede alla P.V.R.
la chiesta facoltà di dispensar ad petendum debitum ecc. le tre persone sue penitenti,
ubique scellerate98. Ella veda, che non sieno anche abituali, o recidive: mentre io in tutta
fretta la riverisco, e resto. Trento 23 luglio 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
NB. Una peccò cum affine spirituali. Una cum fratre, ac consobrino coniugis. La
terza cum filio fratris proprii mariti. Vedi sotto num. 2941.
2910.1804
Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Mezlombardo.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Egli è certo certissimo, che abbiamo dato avviso della morte del fu P. Pierantonio
anche al P. Guardiano di Mezlombardo, nello stesso giorno, in cui diedesi anche agli
altri conventi99. Io ho scritta la mansione, ed ho fatta la spedizione alla posta. Esso è
morto qui nella mattina de’ nove, in età d’anni 63. Scriva dunque nel Necrologio ai 9 di
luglio: Tridenti P. Petrus Antonius Ferrari a Sacco Sac. 1804. Per lui, e per ogn’altro
nostro defunto va cantata la Messa a die scientiae de Requiem, anche in doppio minore,
o maggiore, che non sia domenica: ed occorrendo in domenica si può cantare nel
seguente lunedì. Videsis Libel. Rubriche, pag. 19, n. 30. Il fu R.mo signor Provicario
Menghino nacque nel 1942, e cominciò ad insegnare la teologia dogmatica in questo
seminario vescovile nel novembre del 1779. Non ho tempo di scriver altro. Quindi lo
riverisco, e sono. Trento 23 luglio 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
P.S. Finora non si sa, chi sarà Provicario; bensì che sia per essere professore
dogmatico il signor barone canonico Eyerle; e professore canonista il prof. rudiment.
Francesco Giuseppe Battisti di Trento, nipote del fu nostro Padre Saverio.
2911. 1804
Al P. Provinciale. Cles.
M.R.P. Benedicite.
97
È ritornato a casa sua li 28 luglio, con intenzione di ritornare alla nostra religione, il detto Comaio.
Videsis To. 3, epist. 753.
99
Vedi sopra num. 2892.
98
Da Fra Domenico riceverà il chiesto mazzetto de’ santi più grandi. L’assicuro, che
in breve colla prima occasione opportuna farò la spedizione del diploma daziale per
Grigno, e Riva. Sabato darò al Gabrielli l’obbedienza per il Beozzo, assegnandogli il
nome di Fra Giordano, e li giorni nono, e duodecimo di settembre per l’interesso, e la
vestizione. Separatamente le spedisco due lettere, come suppongo veneziane, ed un’altra
del P. predicatore Filippo. Ieridì fu da me il Candidato di Verla, e mi disse, che si ha
licenziato dal signor Bortolotti di Avis, ed è ritornato alla sua casa, sperando d’essere
vestito presto100. Vi fu altresì l’altro candidato Odorico Eccel di Frassilongo, abitante ora
presso il Fornas nella campagna di Trento, e si ha insinuato Nicolò Niccolini di
Villazzano d’anni 19. Li PP. Agostino, ed Ilario sono guariti; e spero, che presto guarirà
eziandio il novizio Massenzio101. Le raccomando di presto provvedere di un portinaio a
questo convento. Fra Santo si dice troppo aggravato. Farò coi confessori nuovi quanto
mi scrive la P.V.M.R. Al P. Benedetto quando fu qui ho detto, che per li Religiosi
aspettasse la di lei patente. Domani scrivendogli per altro gl’insinuerò l’ordine datomi.
Oggidì ho inteso, non però da mons. Vicario, benché abbiagli parlato a lungo, che
l’Eyerle sarà professore dogmatico, ed il Battisti di Fondo prof. canonista ecc. Trento 23
luglio 1804.
2912. 1804
Al P. Fortunato di Trento Guardiano di Borgo.
R.P.P.C.
D’ordine del M.R.P. Provinciale, che si ritrova in Cles, dove sta bevendo le acidole,
spedisco alla P.V.R. il privilegio sovrano rapporto ai dazi, segnato in Insprugg li 13
giugno 1804, affinché lo faccia tenere al dazio di Grigno. La prego poi s’assicurarmi
d’averlo ricevuto per il caso, che potrebbe succedere, di perdersi, or arenarsi su la
strada, e riverendola resto102. Trento 24 luglio 1804103.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
2913. 1804
Al P. Gio. Evangelista Guardiano di Arco.
M.R.P.
Per commissione del P. Provinciale, che sta in Cles, prego la P.V.M.R. che voglia
far tenere al dazio di Riva la qui compiegata copia104 del privilegio sovrano rapporto ai
dazi, avendo spedito l’originale a quello di Grigno. E col bacio delle sacre mani mi
raffermo. Trento 24 luglio 1804105.
Suo um.mo, obb.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Al P. Benedetto Wolcano
106
100
2914. 1804
da S. Lugano. Campo.
Fu in san Bernardino anche li 30 agosto.
Il Massenzio è ritornato al comune [in comunità] li 26 luglio.
102
Lo ha ricevuto.
103
Spedita li 25 per Isidorum.
104
Tedesca fatta da F. Vincenzo Maria di Cles.
105
Spedita li 25 per Postam.
106
*Volcan.
101
R.P. Trento 24 luglio 1804.
Ieridì monsignor Vicario Generale da me pregato gli ha conceduto la domandata
facoltà per assolvere semel una persona dai Casi riservati nella nostra diocesi. Vorrei,
che siccome questa si è la prima volta, che rincorre per tal fine; così fosse anche
l’ultima, perché sarebbe segno di non essere stati commessi tali peccati con gravissima
offesa di Dio Signor nostro. Parimente ieridì ho ricevuto ordine dal P. Provinciale di
avvisarlo, che gli accorda subito l’autorità confessionale anche per li nostri Religiosi107,
e che quando sarà di ritorno in Trento gli spedirà la patente della Religione. Lo ringrazio
di quella lettera ingegnosa; quantunque già tenevala registrata sino dai 20 di giugno
dell’anno 1798. Da questi signori canonici, attesa la morte del fu signor Provicario
Menghino, fu creato professore dogmatico il signor canonico barone Eyerle, e
professore canonista il signor maestro don Francesco Giuseppe Battisti da Fondo, nipote
del fu nostro P. Saverio, perché non ha voluto esserlo il professore Gio. Battista
Maistrelli per iscrupoli di coscienza108. Mi raccomando in precibus, e sono.
Suo F. Crisostomo
Promemoria. Il timore di dover insegnare le dottrine tedesche, fece ricusare la
cattedra canonistica al prete Maistrelli; ed il titolo di nipote del fu P. Saverio nostro
bastò per essere esaudito il Battisti.
2915. 1804
Al P. Giorgio da Cles Guardiano di Cavalese. In coperta.
R.P. Trento 29 luglio 1804.
Stimolato gagliardamente da questi Religiosi debbo con mio dispiacere far noto alla
P.V.R. che il signor barone Sigismondo Trentino, ed il sig. Albertino piovano di s.
Maria Maggiore sono ritornati da Cavalese assai malcontenti del convento di Cavalese,
nominatamente de’ PP. Guardiano, e Vicario Regalato, e ne parlano con discapito loro,
e protestano ecc109. La prego d’avermi per iscusato di fare buon uso dell’avviso, e
riverendola mi dico.
Suo obbl.mo servo
F. Grisostomo.
2916. 1804
Al P. Provinciale. Cles.
M. Re.do Padre Benedicite.
Dal noto Gabrielli, ritornato da Aldeno, sono stato assicurato, che l’obbedienza per
il Beozzo fu ricevuta con molto contento dallo stesso Beozzo, dal di lui genitore, e da
altri Aldenesi. Replico, che dovrà essere alle Grazie nella sera dei nove di settembre per
essere vestito ai dodici. Intendo, che frattanto andrassene a Termeno. Il P. Guardiano
d’Arco mi scrive, che lo riceverà nel nome del Signore; ma che vorrebbe piuttosto un
Fratello laico per le cerche: aggiugnendomi, che il P. Vicario è sempre sossopra, il P.
Gio. Antonio è febbricitante, il P. Luigi fuori di comunità per il suo male di testa, il P.
Gio. Pio sempre molestato dal suo stomaco. Io voglio sperare, che li primi due
guariranno avanti del settembre: e penso, che il Beozzo sarà l’ottavo novizzo soltanto
sino ai 15 di ottobre, quando diverrà il sesto. Rapporto alle Ordinazioni converrà
frattanto contentarsi delle due promesse dal vescovo di Feltre, e pregare il Signor Iddio,
107
Così anche agli altri confessori nuovi, se sieno approvati dai padri esaminatori.
Temendo di venire obbligato ad insegnare dottrine nuove.
109
Ma ingiustamente, secondoché mi ha risposto li 6 agosto il P. Guardiano.
108
che ce lo conservi per nostro minor incomodo. Mi spiace, che il tempo piovoso, e fresco
abbia disturbata la di lei bibita delle acidole, e la prego della benedizione paterna ecc.
Trento 31 luglio 1804.
Ho avvisato il P. Guardiano d’Arco della spedizione dell’obbedienza suddetta. Il
Comai è ancora intenzionato di chiedere d’essere riaccettato.
2917. 1804
Al Padre Gio. Evangelista Guardiano d’Arco.
M.R.P.P.C.
L’assicuro, che ho fatto la spedizione delle inchiusemi. Perché poi non peni avanti
il tempo per il futuro novizzo, l’avviso, che se il Signor Iddio non disporrà
diversamente, verrà soltanto nella sera dei nove di settembre per essere vestito ai dodici
dell’abito nostro chiericale110. Già tiene l’obbedienza, perché gli servo di scudo contro le
tentazioni. Bramo, che presto guariscano li Padri maestro, e vice maestro, e ch’eziandio
la P.V.M.R. si conservi ad onta della sua vecchiezza: e supponendo, che avrà ricevuto la
copia tedesca del privilegio sovrano rapporto ai dazi111, mi raccomando in precibus, e le
fo una divotissima riverenza. Trento 31 luglio 1804.
Di V.P.M.R.
cui aggiungo, che il Comai fu qui con noi otto giorni, e desidera ancora d’essere
riaccettato.
Um.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2918. 1804
Al sig. Lodovico Particella. Trento112.
Pro-memoria.
A chi ricerca quanti tomi abbia il Mabillon, il Baronio, il Martirologio d’Adone, lo
Spettacolo della Natura, e la Clef du Gabinet des Princes, rispondesi, che
Il Padre Mabillon ha arricchito il pubblico d’un grandissimo numero d’opere,
come attesta l’Advocat nel suo Dizionario storico portatile To. 4, verbo Mabillon.
Conviene adunque individuare l’opera, di cui si cerca.
Il venerabile cardinale Baronio ha illustrato con eruditissime annotazioni il
Martirologio romano: ed ha scritto gli Annali ecclesiastici, divisi in vari tomi in foglio,
che danno la storia della Chiesa dalla nascita di Gesù Cristo sino all’anno 1198, e
furono continuati da Odorico Rainaldi, e da Giacomo Laderchi.
Il Martirologio d’Adone fu stampato dal Padre Eriberto Rosweido in Anversa
l’anno 1622 in foglio, e ristampato da monsignor Domenico Giorgi in Roma l’anno
1745, tomi due in foglio maggiore113.
Lo Spettacolo della natura del signor abate le Pluche114, tradotto dal francese nel
toscano, e stampato la seconda volta in Venezia negli anni 1745 e seguenti sino all’anno
1762, in 8°, è di tometti quattordici.
110
Ne’ tre giorni dopo la domenica infra octavam Nativitatis B.M.V. il nostro convento d’Arco è
pieno di benefattori nel refettorio, dormitorio, claustri per causa della fiera.
111
L’ha già data al sig. Wolf daziale di Riva.
112
Nel 1804 è andato a Vienna don Niccolao Pomaroli suo economo, coll’Hader suo avvocato. Sono
ritornati nel marzo del 1805 colla sentenza contraria.
113
Adonis archiepiscopi viennensis Martyrologium a Rosweido recensitum, et a Do. Georguio
illustratum, Romae 1745, in fol. maiori, To. 2 per L. 55.
114
*Pluche, Noël Antoine.
La Clef du Gabinet des Princes, è un’opera, di cui oggidì non ha veruna cognizione
lo scrittore di questo foglio.
Così ho scritto li 2 agosto 1804. Il sig. Particella litiga per l’eredità del sig. abate
Gio. de’ Vescovi con li signori Conti Martini di Calliano, e Trento.
2919. 1804
Io infrascritto attesto, che il Molto rev. signor abate Antonio Cloch115 qual
amministratore Cazzuffi ha deposto in favore di questo convento di san Bernardino
presso Trento, d’ordine dell’Ill.mo signor consigliere Torresani116 deputato ecc. fiorini
quarantadue117 in ricognizione delle fatiche da me fatte intorno all’archivio Cazzuffi ecc.
In fede ecc. Dato nel detto convento li 4 agosto 1804118.
F. Gio. Grisostomo da Volano
Francescano Riformato.
2920. 1804
Al P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano. Roveredo s. Rocco.
R.P. Guardiano.
Quantunque non sia più letterario senza verun indugio l’ho servito col proccurargli
la qui rinchiusa nuova patente confessionale ad quinquennium119. E bramando
ardentemente, ch’eziandio dopo tale quinquennio sussistano de’ nostri Religiosi per
ottenerne la proroga, malgrado il sistema di abolire ogni ceto sacro, lo riverisco, e resto.
Trento 5 agosto 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2921. 1804
Al P. Provinciale. Cles. In coperta.
M.R.P. Benedicite. Trento 5 agosto 1804.
Iersera ho trovato nella cella nostra un grosso pacco di libri legati con questa
lettera. Senza scioglierlo, riporollo nel Provincialato. Parimente ieri fu qui il candidato
Beozzo col suo genitore, il quale in prova del suo contento, ha deposto presso il
Tommaselli di Trento li cinquanta fiorini per il vestiario. Io tengo la ricevuta
Tommaselliana. Domani, piacendo a Dio, per servire il P. Provinciale del Tirolo, ed il P.
Guardiano di Bolgiano, andrò al Castello a chiedere le dimissorie per un Religioso
ordinando Dicono120. Ieri finalmente d’ordine dell’Ill.mo signor consigliere Agostino
Torresani deputato da questo cesareo regio Giudizio Provinciale, venne data qualche
ricognizione delle fatiche da me fatte nel 1789 intorno all’archivio cazzuffiano, la quale
non sarà superflua a questo povero convento. Deo gratias. Prego la P.V.M.R. della sua
serafica benedizione ecc. 121
115
Attuario della cancelleria ecclesiastica fratello del cancelliere.
Agostino.
117
in 8 cedole da cinque fiorini l’una. Ricognizione picciola. Il sig. Cazuffi li 6 aprile 1805 mi ha
detto, che fummi dato poco perché così ha ordinato il Torresani; ma proccurerà di far supplire.
118
Vedi sopra To. 6, num. 2834, e To. 3, num. 892, e 895.
119
Data li 4 perché non può ritrovare la vecchia, ch’era ad quinquennium.
120
F. Pietro Alcantarese Hofer suddiacono teologo del secondo anno in Bolgiano.
121
Spedita 8 agosto.
116
Intendo, che il detto pacco è venuto dalla Valsugana122.
2922. 1804
Al P. Prosdocimo da Cavalese Vicario. Pergine.
R.P.S.L.G.C.
In vigore della presente la P.V.R. potrà dare l’assoluzione sagramentale a quella
persona, che ha profferito quegli spropositi ereticali, di cui mi ha fatto cenno nella sua
lettera, poiché oggidì monsignor Vicario, dopo di aver letta la lettera gliene accordò la
facoltà richiesta. Le raccomando di avvertire ben bene, che il predetto penitente non sia
più quello che fu, cioè facile a ricadere, e riverendola resto. Trento 6 agosto 1804.
Di V.P.R.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Nota. Gli spropositi furono: Se Dio fosse giusto non succederebbe così: Non è
corrispondente il falso a ciò, che dice nella sua divina Scrittura. Il tenere questa
memoria non sarà superfluo a me. Vedi epist. 2079, 2221, 2268, 2242, 1627, 1972,
2630.
2923. 1804
Al P. Fortunato da Trento Guardiano123. Borgo.
R.P.P.C.
In questa mattina sono stato dal sig. Francesco Auchentaler, o sia Soller, ed ho
rilevato, ch’egli tiene de’ rosari di cocco. Non ha voluto manifestarmi il lor prezzo, e mi
ha detto soltanto, ch’è vario a norma della forma, e grandezza de’ medesimi rosari, altri
essendo grandi, altri mezzani, ed altri piccioli. Questo nostro Padre Vicario però, che ne
ha tolto, mi avvisa, che sono molto cari. Mi spiace il male di F. Claudiano; ma voglio
sperare, che il Signor Iddio gli ridonerà la salute primiera. In Cles pure sta colla febbre
terzana il Terziario F. Domenico. In Trento poi è ancora gravemente infermo il signor
Conte Bartolommeo Tabarelli, malgrado il taglio fattogli, e l’assistenza continua di
giorno, e notte, che gli presta il nostro infermiero F. Pietro. La prego d’un saluto al mio
carissimo fratello, e la riverisco. Trento 6 agosto 1804.
Di V.P.R.
Div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
2924. 1804
Al P. Giacinto Guardiano di Bolgiano.
Adm. Reverendo Patri Guardiano Bulsanensi
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Hoc mane libellum supplicem tu A,P.P. Ministri Provincialis124, quem ad me
misisti, pro F. Petro Alcantarensi Hofero, exhibui huic ill.mo, et R.mo. domino Vicario
Generali: hoc autem vespere accepi literas patentes hisce adnexas, quas ut etiam nostro
122
Nel pacco ho trovato due tomi in foglio legati in cartapecora del P. Contensone stampati Venetiis
1727 apud Io. Bapt. Recurti. Pesano libbre 12, on. 2 senza coperta: e coperti di ruffo libbre 12, onc. 8.,
viennesi libbre 7, onc. 12.
123
Morì in Borgo il primo gennaio 1805.
124
Cioè del P. Ezechiele Lang.
P. Gasparo campensi legendas offeras opto, et rogo125. Vale. Dabam Tridenti apud s.
Bernardinum die sexta mensis augusti A.D. 1804126.
2925. 1804
Al P. Provinciale. Cles. In coperta. Preme.
M.R.P. Benedicite. Trento 7 agosto 1804.
Ieri sera ho ricevuto questo dispaccio, di cui conservo l’originale affinché non si
perda. L’ho aperto solamente in questa mattina ad istanza del Provinciale de’
Cappuccini (Stanislao Galvagni di Trento) che mi mostrò una copia del medesimo
similissima, e col solo divario della direzione vicariale. Egli brama d’esser fatto
consapevole della risposta, che darà la P.V.M.R., gli ho promesso di manifestarle tal suo
desiderio, e quindi la prego di consolarlo. Confido, ch’Ella saprà rispondere
lodevolmente: ed avrà avvisato tutti gli ordinandi, la supplico della sua benedizione
paterna ecc.127
2926. 1804
Al P. Provinciale. Cles.
Molto Rev. Padre Benedicite.
Trento 10 agosto 1804.
Spero, che avrà ricevuto la copia del dispaccio sovrano da me speditole con data
dei sette. Ora le aggiungo, che lo stesso fu mandato anche ai PP. Agostiniani, e
Carmelitani, e che alle MM. di s. Chiara fu parimente intimato di dare lo stato personale
del loro monastero, e di non accettare alcuna senza licenza ecc. Ieridì furono levati li
voti per F. Giacomo, e benché li votanti sieno stati venti, gli ebbe tutti favorevoli. Egli
vorrebbe, dopo compito l’anno del noviziato, fare una visita alla sua madre inferma, e
potrà fargliela in occasione di cerca. Poi si farà di lui quello,che sarà ordinato dalla
P.V.M.R. Fra Teodoro è stato a consultare questi medici Benigni, Borsieri, e Gabrielli.
Il primo gli ha detto rotondamente, che vada a casa sua. Quasi lo stesso gli ha insinuato
il secondo128. Il terzo poi gli ha prescritto, che faccia qui li bagni per alcuni giorni. Gli
ha principiati oggidì. Onde vedremo. Il sig. Giuseppe Bisoffi129 mercante roveretano,
nostro benaffetto, che oggi pranzò con noi,ci ha raccomandato un suo nipote ex fratre,
nominato Giacomantonio Bisoffi maestro sarte d’anni 30 circa, il quale da sei anni in
qua brama d’essere nostro Frate laico, e dicesi capace di fare anche gli altri lavori
laicali. Oggidì abbiamo celebrato per l’anima del fu genitore del P. Alberto da
Civezzano, caduto, e soffogato in una picciola roza di Cauriana andando in Fieme. Il
detto Padre ha scritto a tutti li conventi, e rapporto alla P.V.M.R. fa conto, che basti
questo mio avviso. Nella scorsa notte F. Abbondanzio chiamato andò a Villamontana
col P. Vitantonio, e vi trovò quel signor curato quasi massacrato. Egli circa le otto di
sera si portò da un putto infermo, di cui tre giorni prima aveva udita la confessione.
Appena entrato nella stanza, il putto voltò contra di lui uno schioppo, ed avendo
scroccato130, lo percosse gravemente collo stesso schioppo, e l’avrebbe ammazzato, se
125
Veggansi To. V, Cod. diplom. n. 1119.
Spedita li 7.
127
Spedita 8 agosto.
128
F. Teodoro soggetto a convulsioni, esortato da più medici, ha dovuto risolversi di ritornare a casa
sua, giacché non è professo. Quindi partì da Trento per Campo li 24 agosto 1804, piangendo.
129
Bisoffi, cioè Bischoff, tedesco vuol dire vescovo.
130
*fatto cilecca.
126
Iddio non avesse mandato un uomo a liberarlo. Questo pure riuscirà d’incomodo al
nostro convento, perché bisognerà supplire. La prego della sua benedizione.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Nota. Io scrivo non governiale, ma governale nell’italiano, perché così ha eziandio il
Facciolato. Si scrive pure contubernale da Cicerone. Governale dal Facciolato.
Invernale. Infernale. Decennale. Municipale. Madornale.
2927. 1804
Al P. Gasparo da Campo. Bolgiano.
R.P.P.C.L.I.C. Trento 11 agosto 1804.
Nel sesto giorno del corrente da questa R.ma Curia ecclesiastica ricevemmo la da
tento tempo aspettata risposta al memoriale presentato nell’anno 1803 a Sua Maestà
cesarea per parte del nostro Padre Provinciale rapporto alla professa religiosa,ed agli
studi. La risoluzione cesarea dicesi emanata nel giorno 21 di gennaio, e spedita da
Insprugg gli undici di febbraio. Si nomina in essa il nostro P. Provinciale, e ad literam
nel detto giorno sesto fu spedita eziandio a questi PP. Cappuccini, Agostiniani, e
Carmelitani. Ella concede, che i Religiosi, li quali hanno compito l’anno 21 d’età,
qualora abbiano passati tre intieri anni nell’Ordine, possano professare: dalla quale
universale prescrizione non vuolsi conceduta veruna eccezione ai ricevuti nell’Ordine
avanti la secolarizzazione del principato di Trento131. In fine si domanda lo stato della
Provincia, specificando i diversi conventi, e l’età di cadaun individuo, anche laico. Alle
monache poi di S. Chiara fu intimato, che non accettino alcuna senza la licenza ecc. e
che diano lo stato personale del loro monastero allorché domanderanno tale licenza. La
P.V.R. mi farà cosa grata, se farammi sapere, se costì pure corrano le accennate novità,
ed ordinazioni. Rapporto agli studi qui non parlo. Bensì le aggiungo, che il genitore del
P. Alberto da Civezzano andando in Fieme cadde nella roza di Cauriana132, e restovvi
affogato: e che l’altra sera il signor curato di Villamontana (Francesco Brugnara)
essendo andato per visitare un infermo, di cui ne’ giorni antecedenti aveva udita la
confessione sagramentale, venne quasi massacrato dal medesimo infermo con uno
schioppo, col quale l’avrebbe ucciso, se non avesse scroccato133. Nella notte fu chiamato
il nostro infermiero Fr. Abbondanzio, che andovvi col Padre Vitantonio. Si sono
insinuati due nuovi candidati. F. Pietro è ancora in città presso il Conte Tabarello
infermo. Li riverisco entrambi ecc.
Extra. Al Reverendo Padre in Cristo padrone colendissimo
Il Padre Gasparo da Campo predicatore
Francescano Riformato
Bolgiano
Ai PP. Francescani
2928. 1804
Al Padre Provinciale. Cles. In coperta.
M.R.P. Benedicite. Trento 14 agosto 1804.
Un poco avanti le due pomeridiane del giorno corrente ho ricevuto questo nuovo
dispaccio, con un fascio di tabelle formulari stampate. Ora dunque prego la P.V.M.R.
che voglia prendersi l’incomodo non lieve di ritornare qua presto, per poter eseguire più
131
Cioè avanti li sei di marzo 1803.
*Capriana.
133
*fatto cilecca.
132
facilmente li nuovi ordini134. Io temo, che il divieto di non accettare candidati senza la
previa licenza, possa impedire l’obbedienza spedita al Beozzo li 28 dello scorso luglio.
Ieridì è partito per Roveredo con F. Abbondanzio questo P. Guardiano: ed oggidì sono
andati a Terlago il P. lettore, ed a Villamontana il P. Vitantonio. La prego d’una
benedizione più grande del solito, e le bacio riverentemente le sacre mani. Spero, che
avrà ricevuto l’altro dispaccio, che le ho spedito con data dei sette, ed un’altra mia dei
dieci135.
Nota. Il dispaccio è dato in Trento primo aprile 1804. Sono sottoscritti Francesco de
Riccabona imp. reg. aggiunto capitaniale, ed il segr. Ducati. È notato N. 3671/298
Ecclesiastico.
Si accenna un decreto governiale degli XI ricevuto li 29 luglio.
2929. 1804
Al P. Luigi da Cles136. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N. Trento 14 agosto 1804.
Con sincero, e singolar piacere io, e tutti questi Religiosi abbiamo inteso
finalmente, che il Signor Iddio, e Maria Santissima delle Grazie favoriscono la P.V. e le
fanno sperare un’intera guarigione. Così avvenga. Rapporto al P. Sannig le rispondo,
che il di lui libro delle Benedizioni non è approvato nominatamente dalla santa Sede,
ma né pure condannato. La cronologia citata dice solamente, che non è approvato. Ma
può credersi approvato equivalentemente, perché dopo tanti anni, che va per le mani di
tanti, anche romani, non fu condannato, come altri, verbi gratia il Circulus Aureus, il
Manuale del Benamati. Rapporto poi alle Litanie le dico, che in pubblico non sono
lecite altre fuori delle Lauretane di Maria Santissima, e quelle de’ Santi poste nel
Breviario, e Messale. Ho dato al P. Leonardo il di Lei paragrafo,che riguarda la scatola
fassana, ed egli mi ha promesso, che proccurerà di trovarla. Fra Santo è disposto di
cederle il Mezengui. L’inchiusami oggidì è andata a Terlago, portatavi dal P. lettore
Illuminato137. Ho spedito al P. Provinciale de’ nuovi dispacci, de’ quali per ora non
parlo. Il signor curato di Villamontana Francesco Brugnara è infermo. Un tristo infermo
da lui visitato, s’alzò dal letto, gli andò dietro in camicia, gli vibrò un archibusata nel
petto; ma per divina disposizione, non avendo perso fuoco la polvere, lo percosse
gravemente colla canna dello schioppo, e l’avrebbe ucciso, se non fosse sopraggiunto un
altro uomo. Il P. Vito supplisce per lui nelle feste. F. Teodoro fa i bagni in questa
infermeria. La P.V. procuri di guarire interamente, e per carità mi raccomandi al Signor
Iddio.
2930. 1804
Al P. Stanislao Küebach. Insprugg. Hall.
Admodum Reverendo Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
134
Venne subito, e capitò sotto la pioggia nella sera oscura de’ 18 sabato col P. Daniele Guardiano
di Cles. È partito per Roveredo, e Arco il primo di settembre col suo segretario.
135
Spedita li 15.
136
Ha predicato la prima volta in Tenno li 5 agosto, e li 9 in Cologna. Fu approvato confessore in
Trento li 31 ottobre 1805 ad biennium.
137
Al sig. Conte Girolamo Graziadei di Trento, villeggiante in Terlago.
Tandem venit diu expectatus Contensonius edit. Ven. anni 1727, in fol. To. 2,
charta pergamena tecti138. Eos bene compactos hodie, vel cras tradam huic postae139.
Faxint Superi, ut recto tramite, ac illaesi ad e perveniant. De pretio ipsorum scribam alio
die, scilicet quum nobis occurret salis negotium, pro quo hac data occasione ante
tempus rogo charitatem A.R.P.T. 140vel A.R.P. Guardiani successoris tui. Interim autem
ut bene valeatis ambo D.O.M. supplex exoro. Dabam Tridenti in conventu sancti
Bernardini die 17 mensis augusto A.D. 1804.
Extra141. Admodum Rev. Colendissimo, et relig.mo Patri
Patri Stanislao Küebach Franciscano,
Lectori theol. conc., ac Diffinitori Provinciali
Insprugg
Hall
Ad PP. Franciscanos
2931. 1804
Al P. Anacleto da Casezzo Vicario di Cles. In assenza al P. Cirillo.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 18 agosto 1804.
Ciò, che non ho fatto negli anni scorsi per non curanza, debbo farlo in questo per
necessità derivante dalle leggi rapporto a noi nuove. Prego dunque la P.V. che senza
ritardo vogliami far sapere l’età, ed il nome battesimale del P. Carlo Felice Panchieri da
Baselga bresimana, notando il giorno, mese, ed anno, in cui nacque o fu battezzato, in
cui ricevette l’abito serafico. Tengo notato qualche cosa; ma vorrei tutto, e lo vorrei
certo. La prego quindi d’un tal favore142.
Con questa occasione la prego altresì di far sapere ai signori Maffei, genitori del
nostro P. Luigi, che questi con data de’ 9 del corrente dalle Grazie d’Arco, mi ah
notificato, che per grazia di Dio Signor nostro, ed intercessione di Maria Santissima
delle Grazie, da più d’un mese ritrovasi notabilmente migliorato rapporto al suo male di
testa, mediante la cura del signor medico Ribbia, il quale spera di guarirlo affatto col
tempo. Mi ha ragguagliato pure, che conseguentemente ha predicato in Tenno ai cinque,
e che stava per predicare in Cologna ai dodici di questo, ed a Stenico ai 14 del prossimo
settembre. Forse avrà scritto anche a Cles; ma ciò non ostante io ho piacere di scrivere
questo, perché godo, che il predetto Religioso stia meglio, e che restino consolati gli
amantissimi genitori del medesimo143. Mi raccomando, la riverisco, e resto.
Suo div.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
2932. 1804
Al P. Gasparo da Campo. Bolgiano.
R.P.P.C.
Trento 20 agosto 1804.
138
P. Vincentius Contenson tolosanus Ordinis Praedicatorum.
L’ho dato al Pernetto postiero li 22 agosto. Costaci troni 32.
140
P. Gedeonis Unterberger.
141
Sul pacco ho posto: Adm. Rev. Patri Stanislao Küebach Franciscano Diffinitori Provinciali.
Insprugg. Hall. Ad PP. Franciscanos, ma tutto disteso.
142
Con data de’ 20 mi ha risposto il P. Cirillo, che il P. Carlo Felice, olim Gio. Battista Panchieri, è
nato li 10 e battezzato gli 11 gennaio 1751, vestito gli 8 dic. 1770 nella Provincia Romana.
143
*Il P. Luigi Maffei fu secolarizzato nel 1808.
139
Spero, che oggidì la P.V.R. riceverà di ritorno la patente di codesto Padre Vicario
prorogata ieri mattina dal signor Cloch delegato, in assenza di monsignor Vicario, e
subito data alla posta. Mi giunse soltanto nella sera de’ 18. Questo le potrà servire per il
caso possibile, che si arenasse, o si smarrisse. Il destino de’ nostri chierici ordinandi è,
che vadano a Feltre per le prossime Tempore settembrine. Fra Maurizio non potrà
riportarne il Diaconato144, perché quel vescovo terrà due sole Ordinazioni. Fra Teodoro
da Gavazzo atteso il suo male ostinato, ritornerà a casa sua. L’altra sera di notte, tutto
inzuppato dalla pioggia, giunse qua, da me pregato, il P. Provinciale per eseguire i
nuovi ordini sovrani, ed in questa mattina, chiamato in aiuto, è venuto qua da Pergine il
P. Custode Pietro Paolo. Il lodato P. Provinciale, sbrigato, che sarà dagli accennati
impegni, partirà per Arco. Sento con particolar piacere, che la P.V.R. sia per ritornare a
noi presto, e frattanto riverendoli ambidue mi dico.
Di V.P.R.
cui aggiungo, che domani andranno in Albiano li nostri PP. Amando, e Daniele per
predicarvi non pochi giorni ecc. a gloria di Dio Signor nostro.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
2933. 1804
Al sig. Luigi Beozzo scolare di Aldeno.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.
Trento, s. Bernardino 22 agosto 1804.
Li 28 dello scorso luglio con piacere gli ho spedito l’obbedienza Provinciale, onde
potesse portarsi al nostro convento di Arco, per vestire ivi l’abito serafico nel giorno
duodecimo del prossimo settembre. Ora con dispiacere debbo avvisarlo, che differisca
l’esecuzione dell’accennata obbedienza sino ad altro avviso, perché ultimamente ci fu
intimato di non vestire alcuno senza la previa licenza dell’eccelso Governo d’Insprugg.
Senza verun ritardo la chiederemo per lui, e per altri nostri candidati, e se avremo la
buona sorte di ottenerla, sarà subito avvisato145. Frattanto porti anch’egli pazienza,
raccomandi caldamente l’affare al Signor Iddio, a Maria Santissima, ed al P.S.
Francesco: ed insieme col suo buon genitore si conservi sano, ed anche fermo nella sua
santa risoluzione, mentre io riverendolo mi dico.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Extra, come sopra num. 2907 col sigillo Provinciale.
2934. 1804
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Roveredo. S. Rocco.
R.P.S.L.G.C.S.N.C.
Trento 25 agosto 1804.
A tenore della sua petizione monsignor Vicario Generale Capitolare146 gli accorda la
facoltà di assolvere dai Casi riservati nella nostra diocesi semel una persona. Il Padre
Provinciale poi, cui ho presentato l’inchiusami, giacché ritrovasi qui per rispondere alle
nuove ricerche enipontane, m’ingiunge di avvisarlo, che quando avrà terminato costì il
144
Vedi sotto num. 2962.
Non l’abbiamo ancora ottenuta li 7 maggio 1805. Né li 24 luglio. La ricevemmo nel 1805.
146
Anzi il cancelliere Cloch delegato in assenza del Vicario.
145
suo annuale saccardo, parta di là senza aspettare il Padre Giambattista, e venga sopra147.
Spero dunque di vederlo presto, e frattanto la riverisco, dicendomi
Suo div.mo servo in Cristo
F. Giangrisostomo148.
2935. 1804
Al P. Nicolao da Cles Guardiano di Campo.
Rev. Padre.
F. Grisostomo, d’ordine del Padre Provinciale,spedisce alla P.V.R. questo attestato
medicale, con sincero dispiacere, che al povero F. Teodoro sia necessario. E la riverisce.
Trento 25 agosto 1804149.
L’attestato è questo.
A chi ecc.
Fra Teodoro da Gavazzo chierico nel convento de’ R:R:P:P: Rifformati di S.
Bernardino in Trento da alcuni mesi a questa parte viene assalito da affezioni nervose,
le quali lo colgono ora nel capo, ora nel petto,ed ora nel basso ventre, e non permettono
al medesimo di adempire alli doveri indispensabili della Religione Rifformata ecc. Tutti
li mezzi furono posti in esecuzione per superare simili incomodi, ma tutto indarno.
Perciò da me infrascritto fu consigliato, anzi stimolato ad abbandonare la Religione
Rifformata, confidando al clima nativo, all’aria libera, al diverso metodo di vitto il poter
liberarlo perfettamente da quelle affezioni nervose, che tanto ostinatamente ad onta de’
mezzi finora praticati lo affliggono. Questo è quanto con indubitata fede attesta
Trento 24 agosto 1804
L.+S.
cerei rubri Gio. Lodovico Benigni medico fisico ordinario del soprannominato
convento ecc.
Nota. F. Teodoro improfesso, perché mancante dell’età regia, detto al secolo
Francesco Antonio Bonora, figlio del fu Francesco quondam Bartolommeo, fu
battezzato li 10 ottobre 1794. Vestito in Mezlombardo li 16 novembre 1802. Terminò il
noviziato in Trento a pieni voti favorevoli. Studiò la grammatica parimente in Trento, e
poi in Borgo Il male gli cominciò in Trento, gli continuò in Borgo, in Cles, ed in Trento.
Il suddetto signor medico vuole, che non si occupi negli studi letterari. È picciolo di
statura: di testa rotonda, di faccia bianca, e rossa. Deporrà il nostro serafico abito
piangendo in Campo. Il di lui padre cessò di vivere nell’anno scorso 1803, dopo li 16 di
novembre. Ha due fratelli, e la madre. Fu servente della nostra sagrestia d’Arco.
2936. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Insprugg. Hall.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Kiebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Speranti mihi, quod aliae meae literae diei 17 huiusce mensis ad te pervenerint:
quodque propediem perveniet etiam Contensonius, utpote iam postae huic traditus,
occurrit nova causa molestiam creandi admodum Reverendae Paternitati tuae. Noster
enim Pater Provincialis compellitur comparare Patribus lectoribus denuo examinandis,
auctores illos recentes, ac nobis ceteroquin ignotos, qui recensentur in heic inserta
147
Giunse a Trento li 4 settembre, e partì per Fieme li 25.
Scritta nella notte de’ 24.
149
Spedita 28.
148
pagella. Quapropter eiusdem Patris Provincialis nomine rogo te demisse, ut huiusmodi
auctores, seu libros nobis procures, et ad nos quanto citius poteris transmittas, cum
eorum pretio. Ut autem nobis veniam des peto humilietr, utque valeas iubeo. Tridenti in
conventu s. Bernardini die 26 augusti A.D. 1804.
Extra come sopra num. 2930.
Nota. Gli autori sono questi150:
Klypfel151 Theologia dogmatica in due volumi152.
Pehem153 Ius canonicum publicum, et privatum cum tomo tertio [Viennae 1791, in
4°, pars I et 2.]154.
Feders155 Logica, Metaphysica, et Philosophia (sic) practica in latino idiomate
[Gottingae 1777, in 8°]156.
Zallingeri157 Mathesis pura, et applicata [Augustae Videlicorum 1793 in 4°, Pars
prima, Pars secunda]158.
Dannenmayr159 Historia ecclesiastica, vol. 2 [Friburgi 1780].
Theologia pastorale.
Teologia moarle.
Una copia di tutti, qualora sieno latini160.
2937. 1804
Al P. Massimo da Volano Vicario di Borgo.
Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N.
In ordine alla ricerca, che mi fare, vi rispondo, che credo esservi fondamento da
sperare, che il ven. monastero di s. Chiara sia per sussistere; poiché finora non gli fu
vietato il vestire161, né professare: ma soltanto intimato li 28 marzo 1803, che niuna
professi avanti d’avere terminato l’anno 24 di età: e poi gli 8 luglio dell’anno corrente,
che niuna sia vestita senza la previa licenza dell’eccelso Governo, il quale innanzi di
concederla vuol sapere lo stato personale del predetto monastero toties quoties162.
Altrettanto dovrà praticarsi eziandio da noi, e da tutti gli altri Regolari: e quindi le
accennate leggi non possono dirsi per la sola santa Chiara di Trento. Ciò non ostante io
non mi chiamo sicuro, perché ora siamo in un mare straordinariamente burrascoso.
Dalla risposta, che verrà data alla prima dimanda della licenza, si potrà formare qualche
conghiettura più soda. Io bramo, che il detto monastero sussista, e ciò anche perché son
destinato confessore straordinario del medesimo per l’imminente settembre. Vi prego
de’ miei ossequi al sig. Gabriele Fiorentini, e con fraterno affetto vi abbraccio. Trento
27 agosto 1804.
F. Teodoro ha dovuto risolversi d’andare a casa per il suo male.
150
Il Pehem cita Klupfelium, ma va scritto Klüpfel [Engelbert].
*Klüpfel Engelbert.
152
Venit 10 oct.
153
Iosef Iohann Nepomuk Pehem.
154
Venit 12 sept.
155
*Feder Iohann Georg Friedrich.
156
Venit 12 sept.
157
Zallinger Franciscus.
158
Venit 12 sept.
159
*Dannenmayr Matthäus
160
*Vedi sotto num. 2749.
161
Il sig. daziale Fiorentini ha una figlia, che brama di monacarsi in S. Chiara.
162
Li 20 dic. 1804 fu loro intimato di non vestire alcuna. Ora sono alle Laste rifugiate.
151
2938. 1804
Al P. Lattanzio Petenato da Moena. Cavalese. In coperta.
R.P.P.C.S.L.G.C.
Trento 29 agosto 1804.
Eccolo prontamente servito con quanto mi ha chiesto, ed anche più163, giacché li due
ultimi Caumo e Zorzi non hanno ancora terminato l’anno del noviziato canonico, e
Regolare. Spero però, che staranno sodi, e lo finiranno. Ho tralasciato F. Teodoro,
perché atteso il suo male ostinato, contra sua voglia dee ritornare a Gavazzo. Se posso
servirlo in altro mi comandi liberamente, e senza cerimonie, poiché riverendolo sono, e
mi professo164.
Suo obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
2939. 1804
Al Padre Mariano da Bordiana. Cles.
R.P.S.L.G.C.S.N.
L’assicuro, che ho ricevuto la sua, e che lo compassiono sinceramente,
promettendogli nello stesso tempo, che se porgerammisi l’opportunità, lo difenderò, e
farò uso dell’accennata sua lettera. Per altro io vado poche volte alla città, e non ho
veruna occasione da parlare col noto canonico francese165. Finora non ho sentito, che
abbia parlato della P.V.R. quantunque abbia trattato con un Padre di s. Marco166, e con
un Padre di s. Maddalena confinante167. Ella dunque non tema ulteriori mali, si dia pace,
e proccuri di trarre del vantaggio anche dal caso accadutole. Le raccomando
specialmente di non fidarsi di se stessa,e di non tenersi per inferma. Io credo, che così
facendo guarirà per lo meno in gran parte. Lo faccia dunque senza dilazione a gloria di
Dio Signor nostro, per amore dell’anima sua, e per consolazione, e vantaggio della santa
Madre Provincia, mentre io riverendola resto. Trento 29 agosto 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. Il canonico168, che sta in Trento co’ PP. Agostiniani di s. Marco, avendo
pernottato nel nostro convento di Cles, udì la Messa detta dal P. Mariano con un
assistente nella cappella, e poi nella sagrestia parò con disavantaggio di lui, e de’ Frati,
perché celebrò da scrupoloso, stentando a pronunciare l’Hoc est, e l’Hic est.
2940. 1804
Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano.
Admodum Reverendo Patri Guardiano Bulsanensi
S.P.D.
163
Nel 1603 visse Christanus f.q. Nicolai Petenati de Moena vallis Flegmarum (sic) faber ferrarius
Tridenti.
164
Questo P. Lattanzio è morto in Cavalese li 20 gennaio 1805, d’anni 77.
165
Agostino canonico di Auxerre.
166
P. Bellesino.
167
P. Battisti.
168
Questo canonico celebra per convento, da cui ha il vitto, e 20 L. al mese per il vestito. Egli è uno
degli emigrati.
Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano, et petitus literas dimissoriales numero
quatuor pro tribus Fratribus ordinandis sollicite mittit. Hac die prima septembris A.D.
1804.
Extra ut supra num. 2895, cum sigillo Provinciae. La prima è per F. Clemente
Spiegelgraber Diacono. La seconda per F. Pasquale Helmer Diacono. La terza per F.
Bernardino Tschager, perché possa ricevere la prima Tonsura, ed i quattro Ordini
Minori. La quarta per il medesimo F. Bernardino perché possa ricevere il suddiaconato
titulo paupertatis suae Religionis.
Tutte dispensano dagl’interstizi: e l’ultima eziandio ab Ordinis exercitio. Tutte da
eseguirsi intra trimestre.
La formula stampata se ne sta To. 5 Cod. diplom. num. 1119.
2941. 1804
Al P. Anacleto da Casezzo Vicario di Cles.
R.P. Trento 3 settembre 1804.
Qui compiegata ritroverà la sua dimanda, insieme col rescritto Concessum etc. Sig.
2 septembris 1804. Zambaiti Vic. Generalis Capitualris. Sono stato due volte nel
Castello per ottenerlo. L’avverto poi, che io non sono più letterario, e che presentemente
sono confessore straordinario a S. Chiara. Non poso più esporre a voce le premure del
signor curato di Castello sollando al P. Provinciale, perché è partito per Arco. Per altro
io li 23 ottobre 1797 gli ho mandato due quadretti cristallati al detto signor curato,
affinché gli servano di memoria grata del suo zio Padre Adriano. Non so però se gli
abbia ricevuti. Gli raccomando nuovamente le tre penitenti scellerate169, e molto più
l’ultima arciscellerata. Che ora sieno fuori dell’occasione è buono; ma non vorrei che
fossero come quelli, che rubano dell’uva nell’autunno, e poi stanno senza rubarne
quando non ne trovano nell’inverno. Intelligenti pauca. Mi raccomandi al Signor Iddio
per carità, e si conservi. Amen.
Nota. L’arciscellerata, rem habuit etiam cum sui mariti patre. Il curato tiene
l’Antoine imprestatogli dal fu P. Adriano: vorrebbe, che il P. Provinciale glielo donasse
per una memoria del fu suo zio Padre Adriano, morto nel 1797. Vedi sopra To. 4, num.
1170 e qui num. 2909.
2942. 1804
A Monsignor Zambaiti Vicario Generale Capitolare.
Monsignore ill.mo, e R.mo.
Il Padre Eusebio da Pinedo Riformato di s. Francesco, supplica umilmente
V.S.Ill.ma, e R.ma per la licenza di poter assolvere semel una persona dai casi riservati
nella diocesi ecc. Concessum attributa etc. Signatum 10 septembris 1894.
Zambaiti Vic. Gen. Capitularis. F. Gio. Grisostomo ha chiesto l’accennata licenza
per commissione di P. Giuseppe Maria. Lo riverisce. Li 10 settembre 1804.
2943. 1804
Al P. Geremia da Borgo Guardiano di Pergine.
Rev. Padre.
Frattanto, che mi ricordo replico alla P.V.R. la domanda d’una nuova fede autentica
del Battesimo conferito in Castagnedo li 30 agosto 1786 a Gio. Antonio Biasioni
169
Sopra num. 2909.
Valcanover, ora detto Fra Ferdinando da Pergine, perché quella, che ha portato al
noviziato non è autentica, mancandole il sigillo, e la data del R.S. curato rilevatore, o sia
trascrittore. Debbo riporla nell’archivio provinciale, onde possa estrarsi, ed usarsi in
occasione della santa professa, e delle Ordinazioni, giacché i vescovi moderni, ad onta
d’un decreto apostolico de’ 12 dic. 1733 in Brixinen. la pretendono anche da noi
Regolari. Mi tengo sicuro del favore, e chiedendole scusa dell’incomodo, la riverisco, e
mi dico. Trento 10 settembre 1804170.
Di V.P.R.
Div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. Il curato di Castagnedo tarscrittore si ha soscritto Prete Gio. Francesco
Fattori. Egli è da Civignago perginasco171, d’anni 41.
2944. 1804
Allo stesso P. Geremia. Pergine.
Rev. Padre.
Inteso avendo, che la P.V.R. è per mandare pesto a Venezia Fra Pacifico a fare
delle provvisioni, sono a pregarla, che voglia provvedermi un nuovo supplimento al
nostro Breviario Romano-Serafico172. Ed assicurandola,che sarà soddisfatto, spero, che
farammi anche questo favore; e riverendola resto. Trento 10 settembre 1804, di notte.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
2945. 1804
Al P. Giuseppe Antonio Provinciale. Arco.
Molto Rev. Padre Benedicite.
Trento 11 settembre 1804.
Ai quattro del corrente il P. Giuseppe Maria fu esaminato, ma soltanto per la
filosofia, e metafisica: scusato essendosi rapporto alla fisica per non aver avuto tempo
da prepararsi. Nel giorno seguente poi è partito per Fieme. Oggidì sono stati esaminati li
tre nuovi confessori Pietro d’Alcantara, Arcangelo, e Battista, in convento, e fuori173.
Furono pur esaminati li tre nuovi predicatori Pietro d’Alcantara, Battista, e Vincenzo.
Tutti furono anche approvati. Ad istanza del P. Vicario Prosdocimo abbiamo permesso
a F. Casimiro, che vada con lui a visitare la sua madre. Alla più lunga sarà qui di ritorno
posdomani. Il P. Kiebach mi avvisa, che ha scritto a Insprugg per avere i libri richiesti:
ma mi aggiunge: “Quantum ego quidem scio, theologiam moralem, et pastoralem lingua
latina scriptam non obtinebimus. De Pedri (sic) Philosophia dubito. Ceterum hicce loci
volabat rumor, fore, ut libri pro scholis novi denuo sint venturi: quod cum hucusque
factum non sit, videtur neque futurum esse pro venturo anno scholastico”. Sono qui con
noi il signor curato di Villa Montana (Francesco Brugnara), ed il signor don Pietro
Beltrami di Roveredo. Io servo come straordinario la Madri di S. Chiara, inquiete,
perché debbono dar, e ridare delle fassioni, e mandare a Insprugg i loro libri: e sanno,
170
Me la ha mandata, ed io la ho posta nell’archivio in fretta, dovendo lasciare il convento ai soldati.
*Zivignago.
172
Pro M. Solleria [Madre Auchenthaller?]. L’ho ricevuto ai 9 di ottobre per L. 2.
173
La patente loro data porta li 12 settembre. Così anche quella di monsignor Vicario Gen.
capitolare. Tutte ad biennium.
171
che il militare ricusa l’offertogli convento delle Laste. Genuflesso le bacio la sacra
destra, e la prego della sua serafica benedizione.
Di V.P.M.R. Umil.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo
F. Gio. Grisostomo.
2946. 1804
Il sig. Francesco Steinbrecher è pregato da Fra Giangrisostomo, che voglia legare
questi libri senza ritardo alcuno, bensì con buoni cartoni; ma non con carta pecora, o
pelle. Vorrebbe averli domani mattina. Scritto nella mattina de’ 13 settembre 1804.
Vedi sotto num. 2949.
2947. 1804
Al P. Giuseppe Antonio Provinciale. Arco.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 13 settembre 1804.
In questa mattina sono partiti per Roveredo il P. Gio. Battista, e li PP. Alcantara, ed
Arcangelo per Mezlombardo, tutti patentati confessori ad biennium. Iersera è capitato
qua col Terziario inviato per Venezia, Fra Lodovico, il quale cogli altri tre ordinandi
sarà esaminato domani mattina. Il detto Terziario mi ha consegnato una lettera grossa,
suppongo del P. Regalato, diretta al sig. Tommaselli intitolata Limosina ecc. ed io in
questa stessa mattina la ho mandata ad medesimo Tommaselli. Iersera parimente ho
ricevuto da Ala d’Insprugg parte de’ libri richiesti, ed in questa mattina gli ho spediti a
Trento, affinché siano subito legati. Sono il Zallinger Praelectiones ex Mathesi pura, ed
aplicata. Aug. Vindelicorum 1793, in 4°, pars 1 et 2. Pehem Praelectiones in ius
ecclesiasticum universum. Viennae 1791, in 4°, pars 1 et 2. Feder Institutiones logicae,
et metaphisycae. Gottingae 1777, in 8°174. Ho dato a questo P. lettore il Feder già legato:
e gli darò anche gli altri, finché la P.V.M.R. avviserammi a chi dovrò mandarli. Pregato
dal P. Guardiano di Mezlombardo gli ho mandato un foglio stampato delle tavole da
fare la fassione ordinata dall’eccelso Governo. Darò pure delle corone a questo P.
Guardiano, avendomele domandate175. La prego della sua paterna benedizione.
2948. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Ala.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Kiebachio
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Heri ab huiate officio postali accepi libros Pehemii, Zallingeri, et Federi, quos
maxima profecto sollicitudine ad me misisti176. Gratias igitur ago tibi, P.A.R. redditurus
etiam eorumdem librorum valorem, quum nobis aliud debitum pro sale regio solvendum
occurret. Interim vero, quia hic variae sunt voces circa moniales Brixinenses sanctae
Elisabethae, gratum facturus istis Clarissis, quibus hodie sum a sacris conefssionibus
qua extraordinarius, rogo te, ut notum mihi facere velis, an, et ubinam subsistant177.
174
Franciscus Zallinger. Ios. Io. Nepom. Pehem. Io. Georgius Feder.
Li 13 settembre gli ho dato corone grosse rosse doz. 15; corone grossette scure doz. 28; corone
doz. 33; rosari doz. 5.
176
Spediti li 7 settembre.
177
Vedi sotto num. 2959.
175
Quod tandem ad te venturus sit Contensonius, postae iam datus, pro certo habeo. Vale.
Dabam Tridenti die 13 septembris 1804178.
Extra come sopra num. 2930.
2949. 1804
Il signor Giambattista Tommaselli è pregato di dare al sig. Francesco
Steinbrecher179 esibitore del presente troni 5, dico troni cinque. Che della carità il signor
Iddio ecc. Dato nell’infermeria di san Bernardino appresso Trento li 17 settembre 1804.
D’ordine del P. Provinciale
Fra Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di s. Francesco.
Nota. Questo è per la legatura de’ libri del Pehem, e del Zallinger.
2950. 1804
Al P. Davide da Tiarno. Salisburgo.
Rev. Padre sia sempre fatta da tutti la ss. Volontà di Dio Signor Nostro.
Trento, nell’infermeria di s. Bernardino li 17 settembre 1804180.
La sua lettera de’ 7 mi fu recata nell’atto d’andare a santa Chiara li 14 del corrente
per terminare il mio sesto straordinariato. Appena ebbi tempo da leggerla
frettolosamente. Poco dopo d’avere incominciato il mio sacro ministero venne da me
piangendo la M. Badessa, e mi disse, che in quel punto aveva ricevuto ordine181 di
partire dal monastero colle sue Religiose, e di portarsi alle Orsoline. Sul tardo poi venne
il militare col Magistrato consolare a visitare tutto il monastero. Partirono tutti dicendo
alle Religiose, che stessero di buon animo, e non temessero punto. Nella mattina
seguente san Bernardino182 ci avvisò, che alle undici del giorno seguente il convento di
s. Bernardino doveva esser evacuato., ed a disposizione del militare, e che perciò li
Religiosi andassero alle Laste. Ritornai dunque subito a s. Bernardino, ed in fretta feci
quanto fecero tutti gli altri, cioè di sgombrare il convento. Subito fu disfatto il refettorio,
e la cucina da tanti manigoldi. Li Religiosi domenica, o sia ieridì, dopo il pranzo sono
andati alle Laste, eccettuati soltanto il P. Ignazio, il P. Ilario, il P. Vito, ed io, F.
Feliciano, F. Salvadore, F. Abbondio, F. Pietro, il Menego, ed il Giacomo rimasti
nell’infermeria. F. Placido è andato a Mezlombardo. In Trento c’è un grande bisbiglio.
Iersera siamo stati avvisati da un amico183, che i soldati non vogliono venire qua, e che
la città non vuole rovinare altri conventi. Oggidì il nostro Giacomo ha osservato, che la
sorgente della nostra acqua si è seccata, cosicché appena abbiamo un filetto d’acqua, ed
io in questa mattina non ho potuto lavare una scodeletta. In questa mattina è partito per
Bolgiano il signor consigliere Francesco Riccabona, ed io credo, che al ritorno di lui
succederà qualche decreto. Il Signor Iddio faccialo far buono184. Iersera sono partiti per
178
Li 10 mi ha risposto, che ai sei ha ricevuto i due tomi del Contensone. Ci costano in Venezia
troni 32.
179
Libraio.
Questa lettera non fu spedita.
181
Dal cancelliere Cloch delegato in assenza di mons. Vicario.
182
*Il Tovazzi si trovava a santa Chiara.
183
da Clemente Sartori.
184
Questa voce fu falsa.
180
Feltre alle Ordinazioni F. Vincenzo Maria con tre altri nostri chierici185. Il P. Provinciale
sta in Arco. Non aspetti da me altra risposta ai suoi quesiti canonici, perché non ho libri,
né voglia da studiare. Tengo il solo Breviario. Preghino per noi sua Divina maestà, e si
conservino sani. Amen. In questa mattina de’ 17 il militare visitò di nuovo minutamente
S. Chiara. In questa de’ 18 fu spedita una staffetta a Vienna dal sig. presidente
Welsperg, e dal Magistrato civico. Così ho inteso.
2951. 1804
Io infrascritto attesto, che l’Ill.ma signora contessa Antonia vedova de’ Malfatti, a
titolo di limosina, ed a riguardo del Padre Ignazio suo cognato, ha dato, e deposto in
favore di questo convento di san Bernardino appresso Trento cinquanta fiorini186. In fede
ecc. Dato nel detto convento li 17 settembre 1804.
L.+S.
Prov.
Fra Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore de’ Minori Riformati di san Francesco.
2952. 1804
Pro memoria.
Credo bene il registrare qui, giacché ora non ho altri libri, la supplica presentata dal
nostro Padre Guardiano all’Ill.mo Magistrato di Trento nel giorno, in cui insieme co’
suoi Religiosi dovette trasferire il suo albergo nel convento de’ Padri Carmelitani Scalzi
alle Laste, e lasciare il suo di s. Bernardino ai soldati. Fuori ha: “All’Ill.mo Civico
Magistrato dell’Inclita Città di Trento Per il Guardiano de’ Minori Riformati di s.
Bernardino”.
Dentro: “Ill.mo Civico Magistrato.
Per ogni buon fine nelle somme angustie nelle quali co’ miei Religiosi mi trovo,
prego quanto so il più, la somma bontà dell’Ill.mo Civico Magistrato a dichiararci in
iscritto que’ luoghi in convento, onde poter riporre e le cose nostre, i libri ecc. Legna, e
vino, e minestre, come sono la infermeria, ove sonovi quattro impotenti, la spezieria, la
libreria, la canova, il legnaro, siccome a voce fu promesso allo scrivente oratore anche
da S.E. il signor Conte de Welspergg187 presidente e Capitano Circolare. Che ecc.
Um.mo, dev.mo servidore V.° obbl.mo
F. Michelangelo di Roveredo
Guardiano de’ Minori Riformati.
Fu riscritto.
Rilevatosi nella visita intrapresa iersera dalla comulativa commissione, che il solo
convento del R.do Padre ricorrente possa contenere cento e dieci infermi, ne essendo
stato ricercalo dal Comando militare, che un locale per ottanta sei, ne viene da sé, che la
libreria, e infermeria restar debbano a disposizione del convento; e però da parte di
questo Magistrato Consolare ci viene assicurato, che saranno fatti i passi opportuni,
acciò il militare rimanga nella porzione assegnatagli.
185
F. Clemente, F. Lodovico, F. Maurizio. Il P. Provinciale, col suo segretario, è giunto a Trento li
19 sul mezzogiorno.
186
Portati dal signor D. Carlo Cocci in cedole, e poca moneta. Cedole coll’aggio, e troni 3, carentani
3 di moneta. In tutto troni 250. Portate al Fedrigoni dal Giacomo li 19 di mattina. Gli 8 ottobre 1804 ha
dato fiorini 12 la vedova Capitania Gioseffa Malfatti. Cioè troni 60 in cedole. Sono del fu abate Malfatti
troni 45; gli altri del fu Capitanio. Consegnati al Fedrigoni li 13 ottobre.
187
Giovanni Nepomuceno.
Segnato li 16 settembre 1804.
Pietro Conte Consolati
Capo- Console ecc.
2953. 1804
Al sig. barone Gaudenz’Antonio de’ Gaudenti. Trento.
Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.
Importunato dall’esibitrice del presente188, nominata Margarita moglie di Domenico
Santoliana, maestro di mole, abitante in Trento, prego la carità cristiana di V.S.Ill.ma,
che voglia consolarla, ed aiutarla, ricevendo il pegno, che le offerirà189. La prego
insieme d’avermi per iscusato del mio ardire; e con un profondo inchino mi professo.
Dall’infermeria di s. Bernardino li 19 settembre 1804190.
Di V.S.Ill.ma
Um.mo, div.mo, obbl.mo servidore
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo
Il signor Barone Gaudenz’Antonio
de’ Gaudenti di Roccabruna ecc.
Trento
2954. 1804
Al P. Massimo da Volano Vicario. Borgo.
Carissimo Fratello sia fatta la ss. Volontà di Dio signor Nostro.
Dall’infermeria di s. Bernardino 19 settembre 1804, alle 10 di mattina191.
Da’ nostri chierici avviati per Feltre alle Ordinazioni, avrete inteso la disgrazia di
questo povero convento: e tanto può bastarvi per rispondere a D. Benedetto nostro
carissimo fratello, e per parte mia ringraziarlo del suo amorosissimo invito. Io non ho
mai voluto vacanze, ed ora se anche ne volessi,non potrei accettarne. Computerò per
una grazia di io, se potrò star, e finire i miei giorni in questa infermeria. Ora vorrei
prepararmi alla morte; ma son troppo distratto. Ad ogni momento sto aspettando il
destino ulteriore di questo convento. Si teme, che il militare sia per volerlo tutto, cioè
anche la libreria, infermeria, chiesa ecc. Poverissimi noi, se ciò seguisse. Egli è tuttavia
vacuo, malgrado la premura dataci di consegnarlo evacuato alle undici della scorsa
domenica, come in fatti lo lasciammo. Ieridì cominciò a sentirsi male l’infermiero F.
Abbondanzio, ed oggidì fu salassato. Questo accresce le nostre miserie. Pregate
caldamente per noi Sua Divina Maestà, e proccurate di conservarvi, mentre io frattanto
replico, che voglio fare la santissima e giustissima volontà di Dio Signor Nostro. Amen.
2955. 1804
Al P. Massimo. Borgo.
Carissimo Fratello sia sempre fatta la ss. Volontà di Dio.
Trento 21 settembre, dopo le otto di sera192.
188
per mezzo del marito.
Una scatola di argenteria donnesca. Vorrebbe 40 fiorini da pagare il debito della casa.
190
Mi ha risposto, che non può, ma con civiltà. Nel dì 25 febbraio 1806 gli ho spedito il testo
pliniano.
191
Spedita li 22.
192
Spedita li 22 di mattina.
189
Noto l’ora, in cui scrivo, perché debbo sempre star con timore di nuovi decreti. Son
ancora nell’infermeria, con qualche speranza, che non sia per venire nel convento
evacuato il militare, atteso che non gli piace per più motivi molto forti193. Non così le
povere sorelle, che quindi sono in gran pericolo. Stassi aspettando la risposta alle
staffette spedite in fuori194 pro, e contra. Il Signor Iddio ci aiuti a fare la sua giustissima
Volontà. Insieme colla presente riceverete la mia risposta alla vostra per rispondere a
don Benedetto. Aggiungo alla medesima, che per la Dio grazia Frat’Abbondanzio sta
meglio. Ieridì da questo Magistrato Consolare fu spedito l’ordine sovrano dell’anno
1786, che tutte le consecrazioni delle chiese siano celebrate nella domenica terza
d’ottobre195. Questo a me reca de’ nuovi disturbi per entrambi li direttori, de’ quali non
fu ancora stampata una linea: Intendo, che domenica qui solennizzerassi il nuovo titolo
d’Imperator ereditario d’Austria assunto dal nostro augustissimo sovrano Francesco
secondo. Sta qui con noi il P. Provinciale col suo P. segretario196. Pregate Iddio per noi
ecc.
2956. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Alla d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Kiebachio.
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Accepi literas P.T.A.R. datas diebus 10, et 20 huius. Gaudeo igitur, quod tandem ad
te pervenerit celebris Contensonius: quodque sanctimoniales brixinenses etiamnum sint
in proprio monasterio. Nostrae sunt adhuc in suo, quamvis die 14 huius post vesperas,
me praesente, indicta eis fuerit transmigratio. Sed heuheu! die 15 sequenti prope
meridiem similis transmigratio nobis bernardinianis indicta fuit, et infra breve horarum
vigintiquatuor spatium die dominico 16 currente, fere totum conventum evacuare, ac
militibus infirmis cedere debuimus. Ego cum aliquot aliis sum in hoc valetudinario
ceteri vero in proximo conventu PP. Carmelitarum Discalceatorum ad Lstas. Quousque?
Deus scit. Quapropter enixe peto, ut eumdem D.O.M. roges, quatenus misereatur nostri,
et benedicat nobis, ita ut cum merito, et fructu voluntatem eius sanctissimam usque in
finem exequi valeamus. Quo pretio autem comparari possint Bonellianum operum
sancti Bonaventurae supplementum, ac editio Bibliothecae Ferrarianae recentissima,
indicare tibi nequeo, quia nec ego scio. Ceterum, quod hic Tridenti nullum supersit
exemplar venale dicti Supplementi, auctor tibi sum , quia omnia residua Bassanum misi
anno 1791. Iterum charitatem tuam fraternam rogo, ut sanctis, enixisque precibus tuis
divinae gratiae auxilium impetrare nobis satagas. Dabam in valetudinario s. Bernardini
apud Tridentum die 24 septembris festo B.M.V. de Mercede Redemptionis Captivorum,
Anno Domini 1804197.
Extra. Tridento. Admodum Rev. et Colendissimo Patri
P. Stanislao Kiebachio Franciscano
Diffinitori Provinciali etc.
Insprugg
Hall
ad PP. Franciscanos
193
Li soldati sono venuti nella sera de’ 22 e gl’infermi nella mattina de’ 23.
*A Vienna.
195
Fu pubblicato li 23 anche nella chiesa di Gardolo.
196
Questi sono andati alle Laste li 23 settembre di sera.
197
Spedita li 25.
194
2957. 1804
Al P. Geremia di Borgo Guardiano di Pergine.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.
Trovomi necessitato di pregare la P.V.R. che volendo venir qua de’ Terziari con
degli animali, faccia loro sapere, che per animali non c’è luogo né qui a s. Bernardino,
né alle Laste, così avendo disposto Iddio Signor Nostro, cui per atti di carità ci
raccomandino caldamente tutti, mentre io la riverisco. Trento 25 settembre 1804198.
P.S. Oggidì ho inteso, ch’è destinato per un ospitale militare anche il castello di
Mattarello: e ch’è venuto ordine di fare una caserma a spese dell’erario regio199. Ieridì fu
sorpreso da un colpetto apopletico in Cognola fuori di casa sua il sig. Giuseppe Lupi di
Trento, cui oggidì F. Abbondanzio ha fatto la seconda visita, e dovrà farne delle altre.
Fra Cosmo è ancora in città, assistendo il sig. Conte Bartolommeo Tabarelli dì, e notte,
essendo oggi tre mesi in punto, che gli si presta da s. Bernardino tale assistenza200. Cosa
nuova rapporto alla lunghezza del tempo.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
2958. 1804
Al P. Niccolò da Cles Guardiano di Campo.
Rev. Padre sia fatta la ss. Volontà di Dio S.N.
Da F. Agnello intenderà la nostra dolorosissima situazione. Ai 14 di sera fu visitato
dal militare questo nostro convento, e quello di s. Chiara. Fu intimato alle monache di
trasmigrare, ed andare alle Orsoline; ma non sono andate. Nel giorno 15 alle undici fu
intimato in scriptis a noi d’evacuare subito s. Bernardino, e cederlo ai soldati alle undici
de’ sedici. Dunque precipitosamente l’evacuammo, buttando quanto abbiamo potuto
nella libreria, nell’archivio, e nelle tre celle provinciali, e mandando altre cose con molti
carri alle Laste, dove dopo il pranzo preso nell’infermeria portaronsi anche i Religiosi,
eccettuati li PP. Ignazio, Ilario, Vito, ed io: F. Feliciano, F. Salvadore, F. Abbondanzio,
F. Vincenzo, F. Pietro, il Menego vecchio, ed il Giacomo. F. Placido s’ha fatto portare a
Mezlombardo. Fu subito fatta una porta sul monte verso le Laste. Ci fu promesso di
lasciarci la detta libreria, l’infermeria, la caneva, il legnaro, e la chiesa, ch’è chiusa; ma
non siamo sicuri di tal promessa. Fu chiesto il convento per 86 infermi; ma domenica li
23 vennero 130. Dal refettorio fu levata la cattedra, e disfatte le panche. Dalle celle
furono pur levati gli usci anche degli studioli. L’orto nostro è bruciato, perché non può
adacquarsi. L’andar, e venire dalle Laste è continuo, e molto incomodo. La condotta
delle borre avisane ci riesce più incommoda del solito per mancanza di Frati, e di luogo
da riporle201. Così sarà colla cerca del vino. L’uva dell’orto fu vindimmiata in somma
fretta, e consegnata al Zancanello. Non posso dir tutto. Già può immaginarsi, che stiamo
assaissimo malamente. Il Signor Idio ha permesso così, e così sia. Lo preghino, che ci
doni forza, e virtù per sopportare con merito una così fatta disgrazia, e si conservino.
Trento 25 settembre 1804, di sera.
Suo div.mo servo
198
Sono però venuti qua li Terziari di Metz, e Cavalese co’ muli vacui, e demmo loro albergo. Non
così alle Laste.
199
Finite le vendemmie cessò l’ospitale di Mattarello.
200
Il Conte Tabarelli è andato a Padova nel 1805, ed è anche ritornato a Trento; ma storpio.
201
Furono riposte nel maso detto del Paradiso presso il già convento di s. Francesco.
F. Grisostomo.
2859. 1804
Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara.
Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Amen.
Dall’infermeria di s. Bernardino 26 settembre 1804.
Per la Dio grazia siamo ancora vivi tutti, ed anche in piedi. Continuamente
protestiamo, e replichiamo, che Sia fatta, lodata, ed in eterno esaltata la giustissima,
altissima, ed amabilissima volontà di Dio in tutte le cose202: ma insieme lo
supplichiamo, che si degni di sostenere la nostra debolezza per eseguirla divotamente, e
con merito, e speriamo d’esser esauditi dalla infinita di lui misericordia, massimamente
trovandoci aiutati dalle sante, e fervorose preghiere delle RR. LL. colle quali ci
congratuliamo di cuore,che sieno state preservate dalla minacciata rovina203. Aggiungo
loro, che ho ricevuto risposta da Alla d’Insprugg, data li 20 dell’andante che le monache
nostre di Bressanone sono ancora nel loro monastero: che per essere molto numerose fu
loro proibito di riceverne altre: e che l’Arciduca Giovanni passando per di là disse loro,
che nell’avvenire non sarà soppresso alcun monastero di Clarisse: e che soltanto farsi
potrebbe, che qualcheduno venisse trasferito. Là pure furonvi vari discorsi, altri
dicendo, che sarebbero state mandate a Sonnenburgo, altri a Seben, ed altri alle
Anglicane. Io però penso, che non sarà stata proibita assolutamente la vestizione, ma
soltanto il vestirne senza previa licenza dell’eccelso Governo, come fu intimato anche a
noi, ed alle RR. LL. Ringrazio la M.R.M. Badessa della carità,che s’è compiaciuta di
mandarmi204; e tutte delle orazioni cordiali, che hanno fatto per noi, e le prego di
continuarle. Qui siamo senza l’uso delle campane, ed abbiamo il solo contento di sentire
le loro, le quali ci servono anche di regolamento per le Ore. Presentemente non so cosa
dir altro, se non che vivo memore di loro, e le benedico tutte in nomine Patris, et Filii,
et Spiritus Sancti. Amen.
2960. 1804
Io sottoscritta, che mi ritrovo in una casa secolare appresso Trento205, attesto
d’avere ricevuto fedelmente dalla cesareo-regia amministrazione governale de’ beni dei
monasteri soppressi, fiorini 45, dico quarantacinque, dell’annua mia pensione di fiorini
camerali cento, e ottanta, in ragione del quartale trascorso dal primo d’agosto sino
all’ultimo di ottobre di quest’anno 1804.
Idest Fiorini 45.
L.+S. Michelina Dorotea Tommasi ex-Clarissa servente206.
Scritto li 26 settembre. Così ho scritto qui perché ora non posso avere i miei registri
incassati, e chiusi nell’archivio provinciale a motivo de’ soldati. La pensione le venne li
21 novembre207.
2961. 1804
202
Così l’orazione di Pio settimo del 1800.
Ma per poco.
204
Come a confessore straordinario.
205
Cioè nel molino Haideriano sotto s. Bernardino.
206
Sottoscritto dal sig. Ducati figlio.
207
* Di mano del P. Vincenzo Maria Keller continuatore del Tovazzi: “Nel 1806 la pensione che
scadeva l’ultimo di aprile le venne li 21 giugno”.
203
Al sig. stampatore Monauni.
Vorrei vedere, se nel resto del mio originale sieno state fatte (in Insprugg) delle
altre variazioni208. Vorrei pur sapere cosa debba fare in ordine al decreto sovrano
mandato ai parrochi li 20 del corrente rapporto alle consecrazioni delle chiese, e
specialmente se tra tali chiese vada compresa la cattedrale209. Finché non so questo, non
posso lasciar correre la stampa de’ miei Direttori.
Non so, se nel frontispizio del monastico sarà da tralasciarsi, come nel diocesano, la
menzione del R.mo Capitolo, ed il Cum consensu etc. Li prego ancora umilmente delle
lunazioni per il mio Direttorio monastico.
Gli avverto in fine, che mi trovo nell’infermeria di s. Bernardino,mancante di
persone, cui possa dar da portare i fogli.
Scritto li 27 settembre 1804, di sera: e spedito li 28 di mattina colle prime stampette
del diocesano210.
2962. 1804
Pro memoria.
Li nostri chierici mentovati sopra pag. 3737 (num. 2950) furono ordinati in Feltre
da quel vescovo don Bernardo Carenzoni monaco Olivetano, così: Nel sabato delle
quattro Tempore di settembre 22 settembre Fra Lodovico da Moena fu ordinato
sacerdote. Fra Vincenzo Maria da Cles suddiacono. Fra Clemente da Trento ricevette la
prima tonsura, e li quattro Ordini Minori. Fra Maurizio poi la prima tonsura e li quattro
Ordini Minori, ed il suddiaconato: e nella domenica seguente, cioè li 23 settembre il
Diaconato. Fra Lodovico cantò la sua prima Messa li 26 giorno di mercoledì, nella
chiesa nostra di Borgo, assistito da F. Maurizio, e F. Vincenzo. Poi ritornò a Cavalese
per Calamento. Gli altri tre chierici furono in Trento li 28.
2963. 1804
Al P. Massimo Vicario di Borgo.
Carissimo Fratello Deus misereatur nostri, ac benedicat nobis. Amen.
Dall’infermeria 29 settembre 1804.
Benché le ragioni, che vi ho addotto nell’altra mia de’ 19 sieno più, che bastanti per
giustificare la mia scusa di non accettare il cordiale invito del nostro amantissimo
fratello, ne aggiungo loro un’altra fortissima, che ora ho l’impegno inopportuno, ed
indispensabile di assistere alla stampa de’ miei Direttori: Mai più non gli ho composti
tanto presto come in quest’anno, avendoli dati fuori ne’ primi d’aprile. Gli ho esibiti
più, e più volte allo stampatore sino dai primi di maggio: ma sempre in vano. Ora, che
sono fuori dell’amata mia celletta, senza i miei registri, e senza libri, e colla testa
offuscata, mostra premura di stamparli. Ciò non ostante, ammaestrato dalla lunga
sperienza, non ispero, che sia per finire così presto tale stampa. Già sapete anche Voi,
che più volte gli ebbi nel gennaio. Replico dunque il non possum venire. Le guardie
militari sono venute qua nella sera tarda de’ 22 e gl’infermi nella mattina de’ 23. Ieridì
sono stati sacramentati per morire sei nel nostro refettorio. Le suore oggidì hanno
solennizzata la festa del loro santo titolare al solito; ma con un pospasto amaro; perché
208
Non furono fatte.
Il decreto fu insinuato al parroco pedecastellano dal Magistrato Consolare ed al parroco di s.
Maddalena dall’Officio spirituale. La cattedrale non l’ha eseguito nella terza domenica di ottobre; ed ha
fatto il suo solito li 18 novembre.
210
Mi hanno fatto rispondere in voce, che lasci correre il manoscritto censurato in Insprugg.
209
sul finire del pranzo furono avvisate ministerialmente, che alle quattro sarà visitato il
loro amato recinto da un generale militare211; avendo inteso nella mattina, ch’è venuta la
loro soppressione. La detta visita fu fatta. Domani probabilmente s’intenderanne l’esito.
Pregate il Signor Iddio per loro, e per noi. Ieri 30 settembre qui è morto un soldato, e
sono andati a Mattarello 31 convalescenti. Ma vi stettero poco in quel castello.
2964. 1804
Al P. Regalato da Cares Vicario di Cavalese212.
A’ RR. PP. Vicario, e lettore di Cavalese. S.
Fra Giangrisostomo d’ordine del M.R.P. Provinciale manda alle PP. VV. RR. tre
volumi venuti da Insprugg, perché richiesti, affinché possano prepararsi ai prescritti
esami213. Sono del Pehem canonista, e del Zallinger matematico: e stanno nel sacco delle
corone diretto al P. Guardiano. Colla stessa occasione manda eziandio il panno da
vestire i Religiosi del loro convento, e si raccomanda caldamente alle loro sante, e
fervide orazioni, trovandosi sluogato, ed in pericolo di ancor maggiori sventure, insieme
co’ suoi amati confratelli. Trento, nell’infermeria di s. Bernardino 2 ottobre 1804214.
Oggidì fu seppellito nel cimitero di s. Francesco un soldatello morto nel nostro
refettorio l’altrieri. Fu sacramentato con cinque altri li 28 settembre. Ieri furono
sacramentati tre altri. S. Chiara trema. Così pure le Fradaglie.
2965. 1804
Al P. Gius. Antonio Provinciale. Trento, Alle Laste215.
Molto R.do Padre Benedicite.
Fo sapere alla P.V.M.R. che oggidì al fine del pranzo abbiamo fatta la prima
votazione segreta per il novizio Fra Massenzio da Cavedine, e ch’essendo cinque li
votanti, mancando li due occupati a s. Michele, gli ebbe tutti bianchi, e perciò
favorevoli. La ho registrata nel quaderno, che tengo per così fatte memorie, cui
aggiungerò anche la Lastana, quando sarammi autenticamente insinuata216. La supplico
della sua paterna benedizione, e col bacio delle sacre mani mi professo. Dall’infermeria
di s. Bernardino 3 ottobre 1804.
Di V.P.M.R.
Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
2966. 1804
Al P. Francesco Maria da Panchiato lettore in Borgo.
Rev. Padre lettore, non lettore, sia lodato Gesù Cristo.
Trento 5 ottobre 1804.
La sua lettera de’ 16 mi fu recata li 17 in tempo, e luogo inopportuno, come avrà
inteso dall’Isidoro latore della medesima. Oggidì quantunque ancora sluogato, e lontano
dalla biblioteca, per servirlo ho radunato, e preparato i libri, ch’egli brama217, cioè la
211
Venuto da Venezia, nato turco, fatto cristiano cattolico, che non sa italiano.
Così anche fuori.
213
Il Pehem al P. Vigilio. Il Zallinger al P. Regalato.
214
Spedita per F. Ioannem Mariam die 3 octobris.
215
È partito per Borgo li 9 ottobre.
216
I lastani num. 12 furono parimente tutti bianchi.
217
Consegnati all’Isidoro li 9 ottobre.
212
logica del Baumeistero218, e la metafisica del medesimo in un volume solo. Item la
logica e la metafisica del nostro celebre Padre Fortunato da Brescia219, in due volumi.
Vedrà, che tutti sono segnati per lo studio della Provincia: e quindi se manderà la
ricevuta, metterolla nell’indice di tale studio. Gliegli spedirò colla prima occasione
opportuna. Desidero, che venga presto, perché non so quello che in avvenire sarà di noi,
e de’ nostri studi. Questo lastano lunedì prossimo220, se il Signor Iddio non disporrà
diversamente, trasporterassi a Roveredo, eccettuato il solo F. Vincenzio Maria già
emerito, che resterà qui per succedermi nel rubricismo. Lo prego di un saluto al mio
carissimo Fratello, mi raccomando, lo riverisco, e resto, senza saper altro del Bonora
Gavatino221 dopo, ch’è partito di qui per Campo222.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2967. 1804
Agli stampatori Monauniani.
Riveriti signori.
S. Bernardino 6 ottobre 1804.
Col dovuto ringraziamento rimando loro le lunazioni223, di cui sonomi servito per il
mio Direttorio monastico. Gli avviso poi, che sapendo esser due soli gli equinozi, e
parimente due i solstizi224, credo errore di penna il terzo Equinozio de’ 22 dicembre; in
luogo del quale io ho notato il secondo Solstizio nel mio manoscritto. Credo pur errore il
notare la Luna piena nella domenica di Pasqua, dopo che il Martirologio romano ha data
la Luna XVI nello stesso giorno225: e sapendo, che la Pasqua non può celebrarsi nel
Plenilunio di marzo, ma soltanto nella prima domenica dopo il detto plenilunio226.
Quindi nel mio Direttorio questa volta ho dissumulato tal nota ecc.
2968. 1804
Al P. Geremia Guardiano di Pergine.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 10 ottobre 1804.
Confesso, che ieridì ho ricevuto il Supplimento227 del nostro Breviario,
proccuratomi dalla P.V.R. e giacché per indennizzazione del suo convento si contenta
dell’applicazione d’una santa Messa, l’avviso, e l’assicuro, che la celebrerò nella
domenica, che sarà nel giorno ventuno del corrente228. Perciò Ella faccia l’applicazione
della medesima, mentre io ringraziandola del favore compartitomi, la riverisco, mi
raccomando in precibus, e mi dico.
218
Frederici Christiani Baumeisteri. Venetiis 1769, ed. secunda veneta post XV Wittemberg.
P. Fort, a Brixia 1741, et 1742.
220
Gli 8.
221
*F. Teodoro da Gavazzo.
222
Vedi sopra num. 2935.
223
Fatte, e scritte da un tedesco enipontano in buon italiano.
224
Videsis Calepinum verbo Aequinoctium, verbo Solstitium.
225
Videsis Breviarium in limine.
226
Vi saranno 13 pleniluni.
227
Stampato dal Baglioni nel 1789 colla giunta di cinque Offici nuovi separata.
228
Celebrata.
219
Di V.P.R. cui aggiungo, che ho ricevuto anche la fede battesimale del Valcanover:
e che occorrendole di dover provvedere degli altri Supplimenti, abbia l’attenzione di
chiederli interi, poiché nel suddetto mancano 14 offici de’ già stampati altrove.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
2969. 1804
Al P. Provinciale. Borgo.
M.R. P. Benedicite,
Trento 10 ottobre 1804229.
Oggidì dalla posta ho ricevuto degli altri libri, dirizzatemi dal Padre Kiebach, cioè
il To. 3 del Pehem stampato in Vienna l’anno 1789, e trattante de iure proprio ecllesiis
Germaniae: ed Institutiones theologiae dogmaticae Engelberti Klüpfel Augustiniani
prof. Friburg. ristampato in Vienna nel 1802230. Li farò legare presto, e poi spedirogli a
chi mi ordinerà la P.V.M.R. Tengo preparate le fedi battesimali, e gli attestati degli studi
de’ nostri cinque candidati, eccettuata soltanto la fede battesimale del Beozzo.
L’attestato del Gozzaldo è molto meschino, perché rapporto allo studio non ha verun
epiteto. Tengo copia di tutti, e col tempo la farò tenere anche alla P.V.M.R. cui
genuflesso bacio le sacre mani, pregandola della sua paterna benedizione.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che scritto questo ho ricevuto anche la fede battesimale
del Beozzo: e quindi le spedisco eziandio le accennate copie.
Um.mo, ubbid.mo suddito, e servo
F. Gio. Grisostomo.
2970. 1804
All’inclito ces. reg. Giudizio Provinciale,
ed unitovi Capitaniato Circolare ai Confini d’Italia.
Il Provinciale de’ Riformati di san Francesco inerendo al dispaccio de’ 29
settembre, ricevuto li 4 del corrente ottobre, rassegna, ed esibisce qui rinchiuse le fedi
battesimali, e gli attestati degli studi de’ candidati, che bramano d’essere vestiti
dell’abito della sua Religione231: e riverentemente rinnova la sua supplica per la graziosa
licenza di poterli vestire presto, ed avanti che la stagione s’incrudisca.
Trento gli 11 ottobre 1804.
Fra Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale.
Extra. All’Inclito ecc. ut supra, colla sola giunta in mezzo di Trento.
Spedito subito di mattina. Il sig. Riccabona ha rimandato il memoriale con ordine,
che il Provinciale so soscriva col suo nome, cosa irregolare.
2971. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Alla d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Definitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Heri accepi involucrum ab A.R.P.T. nomini meo inscriptum, continensque alios
libros Pehemii, atque Klüpfelii. Novas igitur tibi ago gratias, et ut omnium sumptuum,
229
Spedita gli 11 per Tertiarium Dominicum.
Tomo 1 ab anno 1802; Tomo 2, anno 1803.
231
Coristi candidati Beozzo, Gentilino, Bailone, Fedrighi, Gozzaldi.
230
quos pro nobis fecisti, ac facies, memoriam teneas, moneo. Res nostrae, ac sororum
adhuc fluctuant, quemque habiturae sint finem nos latet. Hinc iuverit repetere: Deus
misereatur nsotri. Vale, vir optime, deque nobis singulariter benemerite. Dabam
Tridenti apud sanctum Bernardinum, in valetudinario, die XI octobris A.D. 1804.
P.S. Hisce scriptis venit ad me bibliopegus cum heic inserta pagella, ex qua constat
quod in parte secunda Theologiae Klüpfelianae desideratur folium GG, videlicet a pag.
464 usque ad pag. 481 exclusive. Quapropter oro te, ut si possibile sit, etiam ipsum
folium mihi procurare velis.
NB. Ho ricevuto il detto foglio li 28 ottobre di sera.
Extra. Ut supra num 2956.
2972. 1804
Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al sig. Francesco Steinbrecher
libraio, esibitore del presente, troni 5, dico troni cinque232. Che della carità il Signor
Iddio ecc. Dato nell’infermeria di s. Bernardino appresso Trento gli 11 ottobre 1804.
D’ordine del Padre Provinciale
Fra Gio. Grisostomo da Volano.
2973. 1804
Alla M. Francesca Teresa Auchentallera. S. Chiara.
R.M. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
S. Bernardino 12 ottobre 1804.
Ho il contento di mandarle il bramato supplimento al Breviario francescano:
spiacendomi soltanto, ch’è di stampa vecchia, e quindi non poco mancante233. Sarà però
meglio, che niente. La R.V. l’aggradisca, faccia uso di esso, e non pensi punto al di lui
prezzo, essendo già soddisfatto234. Bensì per atto di carità mi raccomandi al Signor
Iddio, nel cui santissimo nome la benedico. Amen235.
2974. 1804
Al P. Vigilio da Fondo lettore teol. Cavalese.
Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo.
In vigore d’un nuovo ordine del Padre Provinciale mando alla P.V.R. il terzo tomo
del Pehem, che tratta de iuribus ecclesiae Germanicae. Da F. Gio. Maria intenderà la
grazia, che il Signor Iddio, Padre nostro amantissimo ci ha fatto, poiché oggidì, ed in
questa sera sono smontati dalle Laste, e ritornati a s. Bernardino li nostri Religiosi, li
quali tutti ora stanno rannicchiati nell’infermeria, due, tre, quattro per istanza, alla
militare, sperando, che presto siano per partire li soldati, e di poter poi ricuperare il
convento. Le suore debbono andare alle Laste ad tempus. Oggidì cinque di esse furono
a vedere quel convento236. Resteranno ivi anche i quattro Religiosi Carmelitani, che
sussistono. A. S. Chiara andranno li soldati, li quali avranno ordine di non toccare la
chiesa. Così dicesi. Preghi Dio O.M. per noi, e per la santa religione cristiana, cattolica.
Amen. Trento 18 ottobre 1804, di sera.
232
Per la legatura di 3 tomi, 1 del Pehem, e 2 del Klüpfel.
Vedi sopra num. 2968.
234
Costa 2 troni.
235
Spedita li 14 ottobre.
236
Barbara Badessa, Gioseffa Vicaria, Rosa ex Badessa, due serventi.
233
2975. 1804
Al P. Gio. Evangelista da Stenico Guardiano d’Arco.
M.R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 19 ottobre dall’infermeria.
Penso bene di far sapere alla P.V.M.R. che la cassa (Fiemasca) accennata dalla qui
rinchiusa (del P. G. Giorgio) sta in questa infermeria: e che presentemente non so come
spedirgliela. Iersera per la Dio grazia sono calati nella detta infermeria tutti li Religiosi
nostri, ch’erano rifugiati nel convento lastano, e si contentano di starvi scomodamente,
colla speranza, che presto sieno per ricuperare il convento bernardiniano. Le suore
dovranno andare alle Laste, ma soltanto ad tempus. Io però non mi credo in debito di
prestare tutta la fede a tali promesse. Preghi Dio per noi, e per le dette suore, cinque
delle quali ieri sono state alle Laste.
2976. 1804
Al sig. Tommaso Bortolotti. Lavis.
Molto Illustre sig. e padrone colendissimo.
Inteso avendo, che il giovane, cui è indirizzata la lettera qui rinchiusa,
presentemente si ritrova così appresso V.S. Molto Illustre, ardisco di raccomandargliela,
perché usar voglia della sua bontà con farla capitare presto nelle mani del predetto
giovane: e ciò anche in caso, che fosse andato altrove. La prego altresì di avermi per
iscusato: e con un riverente inchino mi dico. Trento 22 ottobre 1804237.
Di V.S. Molto Illustre
Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di s. Francesco.
Extra. Al Molto Illustre sig. e padrone colendissimo
Il signor Tommaso Bortolotti
Lavis
Preme.
Nota. La rinchiusa contiene l’obbedienza provincialesca per vestire in Cavalese il
nostro sacro abito laicale, diretta al giovane Andrea Bolzanini di Verla, già servo del
lodato sig. Bortolotti.
2977. 1804
Al P. Gasparo da Campo segretario provinciale. Pergine.
R.P.S.L.G.C.
Trento 23 ottobre 1804.
Accerto la P.S.R. che ho ricevuto la sua colle inchiuse. Che domani
per la posta spedirò la fiemasca; e che ieridì ho spedito l’obbedienza al Bolzanino di
Verla, raccomandata con una mia al sig. Tommaso Bortolotti di Lavis, avendo inteso,
che ne’ giorni scorsi stava presso di lui l’accennato Bolzanino. Domani o posdomani
scriverò a Ala d’Insprugg per il sale regio. Dalla sera de’ 18 in qua, per la Dio grazia
siamo tutti nell’infermeria di s. Bernardino. Nella sera de’ 22 le Religiose di s. Chiara
cominciarono il loro passaggio alle Laste, ove in questa sera sonovi tredici. Domani
andranno delle altre, e così presto evacueranno affatto S. Chiara, ed i soldati san
237
Spedita per mezzo d’un viandante nonese.
Bernardino. Oggidì ho dato 40 dozzine di corone238 al P. Guardiano d’Arco, avendole
chieste. Prego il P.M.R. della sua benedizione, ed alla P.V.R. fo riverenza, dicendomi.
Suo obbl,mo servo
F. Gio. Grisostomo.
P.S. Nel dì 21 il sig. Tommaselli ha ricevuto li 50 fiorini suonanti del novizzo
Tavernino.
2978. 1804
Al P. Domenico Battisti Filippino. Trento.
Molto Rev. Padre, sig. e padrone colendissimo.
Fra Giangrisostomo da Volano, divotissimo servidore di V.S.M.R. cercato avendo
tra’ suoi libri la bramata Leggenda di san Leonardo, ed avendola ritrovata, con piacere
gliene spedisce una copia sincera, e le fa un riverente inchino. Dall’infermeria di san
Bernardino li 24 ottobre 1804239.
Extra. Al Molto Rev. Padre, sig. e padrone colendissimo
Il Padre don Domenico Battisti
degnissimo Preposito de’ PP. Filippini, e piovano di s. Maria Maddalena
in Trento. s. Maddalena.
Nota. Alla detta Leggenda ho aggiunto una nota rapporto all’anno della morte,
dell’Istituto professato dal Santo, e delle chiese trentine, di cui è titolare.
2979. 1804
Al P. Giuseppe Antonio Provinciale. Pergine.
M.R.P. Benedicite.
Trento 24 ottobre 1804240.
In questo momento ho ricevuto il dispaccio per li lettori di filosofia, di cui qui
gliene spedisco una copia. Spiacemi, che sia venuto così tardo, quantunque segnato in
Insprugg li 3 del corrente, ed in Trento gli undici del medesimo. Spiacemi pure, che non
ho ancora trovata occasione da spedire a Roveredo il Klipfel (sic)241. È . qui con noi il
candidato Comai di Cavedine242. Domenica vi fu il candidato Gentilini di Vezzano. La
prego della sua paterna benedizione ecc.
2980. 1804
Agli stampatori Monauniani. Colla stampetta di s. Clemente.
Riveriti signori. Li 24 ottobre 1804243.
Aspetto la correzione dell’ultimo foglio. Rapporto poi ai casi morali, e rituali
vadano da mons. Vicario Generale, con sui sono inteso, che se non trovansi li Casi
rituali da me dati al fu sig. Provicario, li servirò io con un’altra copia de’ medesimi244.
NB. Il compositore della stamperia è Anselmo Pasqualini veneziano. 1804.1805.
2981. 1804
238
20 dozzine rosse.
Spedita li 25 di mattina. Gli occorre predicare ai 6 nov. nella chiesa curata di Monvaccino,
intitolata al medesimo Santo.
240
Spedita li 25 di sera. Venne a Trento li 26 ottobre di sera.
241
L’ho spedito li 26 ottobre cogli abiti.
242
Il Comai partì li 25 di mattina.
243
Spedita li 25 mattina.
244
Gli ho serviti.
239
Al Padre Kiebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. et Colend.mo Patri Definitori Stanislao Küebachio.
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Novissimis meis literis, die undecima huius ad te datis, fluctuantes dixi res nostras,
atque sororum. Hisce notum tibi facio, quod nos ab exitu diei 18 sumus omnes hoc in
valetudinario arctati cum spe recuperandi conventum, sororum vero aliae sunt in
conventu lastano, et aliae in suo Michaelitano, nuper sumptibus magnis restaurato,
quem ad tempus, ut aiunt, militibus nostris propediem id est cras gementes relinquere
cogentur, et ad lastanum se se transferre245. Nihilominus charitatem seraphicam A.R.P.T.
iterum supplex oro, ut regiam salis eleemosynam pro nobis, dictisque sororibus petere,
ac impetrare velis. Eam huc transvecturus accipiet doganerius iste, cui apocham
sororum tradam246. Securus de iam pluries experta charitate tua, ut diuturna sospitate
fruaris ex corde opto. Tridenti die 25 octobris A.D. 1804.
Extra. Come sopra pag. 3714 (num. 2930)247.
2982. 1804
A monsignor Zambaiti Vicario Generale. Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Francesco Maria da Panchiato Riformato di san Francesco supplica
umilmente V.S.Ill.ma, e R.ma per la facoltà di dispensare una persona ad petendum
debitum etc.
Conceditur petita facultas248.
Signatum die 30 octobris 1804.
P.I. Cloch cancellarius de mandato.
Nota. Il Cloch Pietro Giuseppe cancelliero ecclesiastico, non essendovi Provicario, fa le
di lui veci come delegato da M. Vicario in oggi villeggiante in Vezzano. Dissi
ecclesiastico, perché oggi non c’è vescovo, e non c’è motivo da sperare, che sia per
esservi nell’avvenire in Trento.
2983. 1804
Al P. Francesco Maria. Sullo stesso foglio.
Trento 30 ottobre 1804.
Fra Giangrisostomo lo riverisce, e l’assicura, che farà con Fra Vincenzio Maria
quanto gli scrive rapporto ai libri dello studio. Aggiugnendogli, che nel giorno 26 il
monastero di s. Michele fu interamente abbandonato dalle Religiose, e lasciato al
militare, il quale tutt’ora sta qui in s. Bernardino. Le dette Religiose molto
incomodamente stanno nel convento delle Laste, in una parte del quale stanno anche
quattro Religiosi Carmelitani, con edificazione delle stesse monache, atteso il loro
molto religioso contegno. Deo gratias.
2984. 1804
Al P. lettore Illuminato da Cles. Roveredo. S. Rocco.
Rev. Padre lettore.
Trento 30 ottobre 1804.
245
Furono alle Laste tutte li 26 ottobre dopo il mezzodì.
Ho parlato col doganiere li 5 novembre.
247
Spedita li 26.
248
Vedi To. 3, epist. 753.
246
Avrà veduto, che ne’ due tomi del Klipfel.che gli ho spedito li 26 del corrente,
manca un foglio. Avendolo ricevuto nel giorno 28 di sera, glielo spedisco qui rinchiuso
affinché abbia l’opera intera. Potrà essere inserito dove questo libraio (Steinbrecher) ha
posto delle carte bianche. Noi ancora siamo tutti rannicchiati nell’infermeria, e li soldati
sono nel convento, benché s. Chiara sia stata evacuata dalle monache nel giorno 26.
Abbiamo inteso da quel carradore, cui abbiamo consegnato gli abiti nel giorno 26, che
sono venuti costà parecchi botticelli di danaro per lo ristabilimento di s. Rocco, ma
dubitiamo della verità, non sapendola altronde249. Favoriscami di dire al sig. don Pietro
Beltrami, che gli risponderò quando potrò, avendo già fatto uso della sua rapporto a s.
Clemente: Lo riverisco, e resto.
Suo div.mo servo
F. Grisostomo.
2985. 1804
Al P. Geremia da Borgo Guardiano. Pergine.
R.P.P.C.L.I.C.
Trento, dall’infermeria 1 novembre 1804250.
Accerto la P.V.R., che oggidì ho mandato251 a questo C.R. Capitaniato Circolare la
sua lettera (delle tabelle) tal quale fu da Lei scritta. Giacché poi mi dimanda se sia, o no
ben fatta la direzione esterna della medesima, le dico, che io scrivendo al lodato
Capitaniato ho scritto: All’Inclito Ces. Reg. Giudizio Provinciale, ed unitovi Capitaniato
Circolare ai Confini d’Italia. Trento252. Così ho scritto, e suppongo, che così vada
scritto, perché toltone l’epiteto Inclito, così soscrive il segretario de’ dispacci del
mentovato Giudizio. Domani se il tempo lo permetterà, partirà per Mezzo il P.
Provinciale253. Domani parimente, o posdomani partiranno di qui per s. Chiara li soldati.
Così hanno detto; ma finché non sono partiti tutti, dubito de’ loro detti, perché aveano
detto di partire anche ieri254. Preghi Dio Signor nostro per noi, e si conservi.
Suo div.mo servo
F. Grisostomo.
2986. 1804
Al sig. don Gio. Pietro Beltrami. Roveredo.
M. Illustre e m. Rev. sig. e padrone colendissimo.
Dal Padre lettore Illuminato avrà inteso, che ho ricevuto la sua gratissima: che ho
fatto uso della medesima rapporto a s. Clemente; e che riservavami di far parte del mio
dovere con risponderle quando avessi potuto. Neppure in questa notte avanzata posso
risponderle come dovrei. Onde ristringomi a ringraziarla dell’aggradimento, che ci
mostra, della nostra breve servitù: bela compassione delle nostre dolorose vicende: e
delle sacre notizie, che mi fa tenere. Ho inserita qual di s. Clemente nella seconda
stampetta; ma secca secca senza punto accennare l’autorità, temendo ecc. La inserirò
nel Direttorio del 1806, se il Signor Iddio mi donerà di poterlo fare. Non ho fatto uso
de’ Casi, perché li miei stavano già nella stamperia. Siamo ancora tutti rannicchiati in
249
La voce fu falissima.
Spedita li 2.
251
Per Iacobum Fontanarium nostrum.
252
L’Inclito I.R. Ufficio Circolare di Roveredo. Così quello di Trento li 25 maggio 1803.
253
È partito.
254
Non sono partiti.
250
questa infermeria, e nella libreria, per aver dovuto cedere in fretta anche il convento de’
PP. Carmelitani Scalzi delle Laste alle monache di santa Chiara, le quali hanno dovuto
cedere il loro monastero ai soldati, che forse domani andranno ad occuparlo. Il P. Pietro
Alcantarese sta in Metz Lombardo. Il P. Arcangelo è andato a Caldonazzo per
predicarvi posdomani domenica ad onore di Maria Santissima delle Grazie, chiamato da
quel R.S. curato suo fratello. Ella è riverita da F. Vincenzio Maria; ed io ringraziandola
nuovamente le chiedo scusa della mia tardanza, e brevità, e con una divota riverenza mi
professo. Trento, nell’infermeria di s. Bernardino 2 nov. 1804.
Di V.S. m. ill. e m. Rev.
P.S. Favorisca di far sapere al P. lettore Illuminato, che gli manderò l’età, ed il
tempo della morte del Conte Vigilio di Thunn, quando potrò ricuperare i miei registri.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Extra. Al Molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo
Il signor don Gio. Beltrami ecc.
Roveredo.
2987. 1804
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario e maestro. Arco.
Rev. padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 7 nov. 1804, di mattina.
Sono stato alla stamperia monauniana, ed ho ritrovato in essa le vite de’ Santi
scritte dal P. Carlo Massini255, e ristampate in Trento dal Monauni, con una dedica del
medesimo al fu nostro degnissimo vescovo e principe Cristoforo Sizzo. Sono divise in
tredici tometti, come nell’edizione romana, li quali legati in rustico saranno dati a noi
per Lire venti256.
Nella scorsa domenica 4 novembre, il P. Ignazio, dopo il pranzo preso con noi,
andò col P. Gaudenzio al fuoco, e venne sopraffatto da un nuovo colpo apopletico.
Iermattina fu comunicato per Viatico. È però ancora in se stesso, vede, intende, e parla
dritto.
La partenza di questi soldati viene procrastinata non si sa fino a quando257. Ieri
hanno messo il fuoco al fornello del refettorio. Sono rispettivamente pochi. Ci fu detto,
che s. Lorenzo, e s. Chiara sono evacuati, e non sappiamo dove sieno andati li soldati. Il
Signor Iddio ci aiuti, e doni la santa pazienza. Lo preghi per noi anch’esso, e si
conservi.
P.S. La licenza richiesta di vestire novizzi non è ancora venuta.
Suo obbl.mo servo
F. Crisostomo.
2988. 1804
Al P. Gasparo segretario. Mezlombardo.
R.P.S.L.G.C.
Trento 7 nov. 1804, alle 10 di mattina.
Per la condotta del sale nostro, e delle monache ho parlato con questo doganiere
ierlaltro, e mi ha promesso di farcelo condurre. Ho pure scritto al P. Stanislao di Ala,
255
Detto Massimi nella stampa trentina.
Vedi sotto num. 3008.
257
Partirono nella sera de’ 7 gl’infermi.
256
che il detto doganiere leverà l’accennato sale. Non vorrei disgustarlo, e che poi
mancandoci in un altro anno il condottiero di Mezzo, non ci usasse la bontà provata
nell’anno scorso. Ella dunque mi risponda presto come debba su di ciò contenermi258.
Frattanto sospenderò il dargliela promessa ricevuta delle monache da portare, e mostrare
in Ala. Alle nostre miserie si è aggiunto, che domenica il P. Ignazio fu sopraffatto da un
nuovo colpo apopletico. Ieri fu comunicato per Viatico. Vede però, intende, parla dritto,
e muove anche la mano sinistra offesa. Oggidì sono venuti diciassette soldati a portar
via de’ sacconi, e ci ha detto, che domani partiranno tutti259. Iddio Signor nostro lo
voglia. Bacio la mano al P.M.R. e riverendola resto
Suo div.mo servo
F. Crisostomo.
P.S. Mando le due mansioni al P. Provinciale per il nostro futuro predicatore del
Duomo:
All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Monsignor Sigismondo Antonio Conte de’ Manci in Ebenheim
Decano degnissimo dell’Insigne Cattedrale di
Trento
All’Ill.mo signore, sig. e padrone Graziosissimo
Il sig. Pietro del S.R.I. Conte Consolati di Heiligenbrunn, e Pauhoff,
degnissimo Capo-Console dell’Inclita città di
Trento
2989. 1804
Al P. Illuminato Gritti da Cles. Roveredo. S. Rocco.
R.P.L.S.L.G.C.S.N.
Trento, nell’infermeria li 9 nov. 1804.
Essendo stato a visitare i miei registri dispersi, e confusi, apposta per poter
comunicare alla P.S. la chiesta notizia, da uno di essi ho imparato, che il sig. Conte Gio.
Vigilio Carlo di Thunn è nato li 4 di novembre del 1728, ed è morto nel castello
Braghier li 4 febbraio dell’anno 1788, in giorno di lunedì, alle 4 di sera, e che quindi è
vissuto anni 59, e mesi tre rotondi. Da F. Leonardo avrà inteso, che il P. Ignazio fu
sorpreso da un nuovo colpo apopletico nella sera della scorsa domenica. Io le aggiungo,
che per la Dio grazia vede, conosce, parla franco, e muove anche il braccio sinistro, che
restonne offeso. Parimente per grazia di Dio iersera fu totalmente evacuato dal militare
questo nostro convento, essendosi trasferito a s. Chiara. Noi però non potremo riabitarlo
molto presto, perché bisogna pulirlo, e ristaurarlo, e riportare ai loro luoghi le cose
precipitosamente sluogate, e confuse. Ciò non ostante io mi confessarò sempre
obbligatatissimo all’infinita bontà del Signor Iddio, mi abbia donato di ritornare ad esso.
Lo ringrazi anche la P.V.R. e lo preghi, che si degni di preservarci nell’avvenire di
simili destini. Favoriscami di riverire da parte mia il degnissimo sig. don Pietro
Beltrami, e proccuri di conservarsi.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo
Li 10 mattina ho dato l’Olio Santo al P. Ignazio.
2990. 1804
258
259
Ha risposto gli 8 che il doganiere levi il sale.
Partirono nella sera de’ sette, e nella sera degli otto portarono via tutte le robe loro.
Al P. Provinciale Gius. Antonio. Mezlombardo.
M. R. Padre Benedicite.
Trento 10 nov. 1804.
Ieridì ho ricevuto lettera dal P. Lettore Filippo datata in Salisburgo i 30 ottobre.
Egli ha scritto a me, supponendo, che la P.V.M.R. sia in Borgo, e mi dimanda una
Copia fedele di ciò, che da tre anni a questa parte in circa venne alla nostra Madre
Provincia sovranamente accordato, e di ciò, che ora il già concesso ci restringe, o
affatto ci toglie: assegnando il numero, il paragrafo ecc. nominatamente la concessione
di rimettere il Diffinitorio, lo studio, l’accettazione di novizzi ecc. Mi avvisa, che tale
copia siagli spedita a Vienna, ma con carattere minuto, perché là debbono pagare la
posta eziandio i poveri francescani. Mi domanda in oltre, quanti sacchi di sale sieno
assegnati a s. Bernardino, quanti si adoperino, quanto costi la condotta. Io gli risponderò
come potrò. La domanda è per me troppo ampia. Presso di me sta il regolamento lungo
del 1802, che mi riesce oscuro. Tengo qualche altro dispaccio posteriore. Replico,
risponderò frattanto come potrò. In questa mattina ho unto coll’Olio Santo il P. Ignazio;
ma tutt’ora parla ecc. Non ho tempo da scriver altro. Quindi la prego della sua paterna
benedizione, e resto
Di V.P.M.R.
Um.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Grisostomo.
In questo punto è venuto il fratello del candidato Bailoni, per intendere se sia
venuta risposta, e se abbia da continuare lo studio.
S. Bernardino fu totalmente evacuato dal militare nella sera degli otto.
Presentemente si va ripulendolo, e restaurandolo.
Li 13 nov. il P. del Beozzo fu a chiedermi cosa debba frattanto studiare. Studierà in
Aldeno presso il sig. curato la rettorica.
2991. 1804
Al sig. Antonio Schweizer doganiere di Trento.
Il destinato dalla dogana di Trento a ricevere la limosina regia del sale in Ala
d’Insprugg, per li Francescani e le Francescane di Trento, presenterà questa Quitanza
(delle Francescane) con questo foglio260 al Molto Rev. Padre Stanislao Kiebach, oppure
al Molto Rev. Padre Guardiano de’ Francescani di Ala d’Insprugg. Così scrive Fra Gio.
Grisostomo da Volano li 12 novembre 1804261.
2992. 1804
A monsignor Zambaiti Vicario Generale. Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Eusebio da Pinedo Riformato di san Francesco, supplica umilmente
V.S.Ill.ma, e R.ma per la licenza di poter assolvere semel una persona dai Casi riservati
nella diocesi ecc.
Concessum.
Signatum 12 novembris 1804.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.
260
261
Foglio doppio in 4°.
Consegnato li 12.
2993. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. patri Definitori Stanislao Kiebachio
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Heri deputato a doganerio isto ad accipiendam regiam salis eleemosynam tam pro
nobis, quam pro sororibus, dedi apocham earumdem sororum, ipsumque meis literis ad
P.T.A.R. direxi. Rogo te igitur, ut mittas de more ad nos onera sanctarum Missarum,
Praefatae sorores a die 26 praeteriti octobri sunt omnes numero triginta sex in conventu
Lastano, utique ipsis non commodo. Nos autem sumus adhuc omnes in valetudinario,
quia conventus a die octava mensis huius vacuus, nondum est sufficienter restauratus.
Noster Pater Provincialis die undecima octobris humiliter secundo petiit facultatem
vestiendi quinque nominatos novitios; sed necdum eam impetravit, aut responsum
accepit. Deus Optimus Maximus misereatur nostri, et P.T.A,R. diu incolumem servet.
Dabam Tridenti die 13 novembris 1804262.
2994. 1804
Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare troni 7, dico troni sette al signor
Francesco Steinbrecher libraio esibitore del presente. Che della carità Il Signor Iddio, ed
il P. S. Francesco ecc. Dato in s. Bernardino appresso Trento li 13 novembre 1804.
D’ordine del Padre Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
2995. 1804
Al Padre Provinciale. Mezlombardo.
M.R.do Padre Benedicite.
Son avvisato dal P. Diffinitore Carlo Felice, che in Roveredo fabbricasi alla grande,
e che le finestre delle celle fuori dello studiolo, ed anche i finestroni del dormitorio sono
forniti con lastre di cristallo. Egli teme, che verrà fatto ancora più colle finestre del
refettorio, Viengli allegato il consenso del Diffinitorio: ma non lo crede, ed io son certo
d’aver parlato in contrario. Vuolsi, che il P. Provinciale non possa comandare a quel
convento: ma questo non può ammettersi. Già tempo s. Rocco fu visitato privatamente
da un circolarista, poi fu chiamato il P. Guardiano dello stesso e gagliardamente ripreso;
ma senza verun frutto. Egli dunque scarica la sua coscienza sopra di noi, ed io mi
rimetto alla P.V.M.R.
Il P. Guardiano di Fieme mi scrive, supponendo assente la P.V.M.R. che gode
d’avere novizzi, ma desidera d’avere aiuto, perché il P. lettore gli è inutile: il P.
Lattanzio è impotente, anche per dire la santa Messa: il P. Gerardo è mezzo vivo, e
mezzo morto: il P. Romedio è ancora ecc. Li due giovani sono per il coro, e per le
cerche.
Le dirò di più, quando avrò il contento di baciarle la mano, e frattanto chiedendole
scusa de’ disturbi, che le arreco. la prego della sua paterna benedizione263. Trento 14
nov. 1804.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che ieri fu da me il padre del candidato Beozzo, e mi ha
detto, che il suo figlio continuerà lo studio della rettorica presso il suo curato264, e che
non acconsentirebbe, che fosse vestito in questa stagione fredda.
262
Spedita li 13.
Venne li 16 di sera tarda.
264
Don Gio. Maria de’ Gaspari.
263
Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
2996. 1804
Al P. Giorgio da Cles Guardiano di Cavalese.
R.P.S.L.G.C.Sig. Nostro Clementissimo.
Ho ricevuto la sua colle cose inchiuse, le quali da me verranno riposte nell’archivio
provinciale. L’avviso poi, che ho notificato al Padre Provinciale, dimorante in
Mezlombardo, la di Lei premura d’essere aiutata, co’ motivi, che la spingono a fare tale
domanda. Ella mi fa compassione; ma temo, che presentemente non possa restare
consolata, perché le miserie sono grandi dappertutto; e sembra,che sieno per crescere,
poiché avendo il P. Provinciale chiesto la seconda volta il permesso di vestire cinque
novizzi chierici nel giorno undecimo dello scaduto ottobre, non fu ancora graziato con
veruna risposta: e se anche venisse presto, e favorevole, ormai non vi sarebbe più tempo
da vestirli, per essere la stagione troppo cruda. Il Signor Iddio Padre nostro, ci doni
pazienza. Lo preghi anche la P.V.R. e proccuri di conservarsi. Trento 15 novembre
1804.
2997. 1804
Al P. Leonardo da Cavareno Vicario e maestro de’ novizzi. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Oggidì sono stato alla stamperia monauniana, ed ho trovato in essa eziandio il
Vocabolario torinese265. Questo sarà legato come piace alla P.V.R. e poi verammi
mandato, insieme col prezzo di esso, ed anche delle Vite Massiniane. Il tutto sarammi
dato in credenza; ed io glielo spedirò colla prima occasione. In questa sera è giunto qua
di ritorno da Mezzo il P. Provinciale col suo P. segretario266. Il P. Ignazio sta meglio, e
comincia ad alzarsi da letto. Questo convento evacuato dai soldati si va ristaurando: e si
spera di poterlo abitare almeno in parte nella prossima settimana. Molte cose però
resteranno sluogate, e confuse ancora molto dopo di essa. Grazie a Dio Signor nostro
clementissimo se potremo godere di esso.
Il sig. curato di Gardolo per un’ostinata emorragia è in prossimo pericolo di morte.
Il parroco di Clozzo è morto. Mi raccomando, la riverisco, e sono, aggiungendole, che
non è ancora venuta risposta alla domanda di poter vestire novizzi, e se anche venisse,
ormai sarebbe troppo tarda, attesa la stagione cruda. Trento 16 novembre 1804.
Suo div.mo servo
F. Crisostomo.
2898. 1804
Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo.
Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 17 novembre 1804.
Vi ringrazio della vostra limosina biscottale, e vi assicuro, che colla prossima
occasione opportuna vi rimanderò l’antimella267, cui ho già attaccato una cartuccia
direttiva. Godo sentendo, che ora vi rimettete in salute dopo il faticoso trimestre
265
Il Torinese al P. lettore di Cles per F. Apollinare. Le vite alle Grazie.
Il P. segretario è partito per Borgo li 24 novembre.
267
*Intima, fodera per guanciali e materassi: anche Intimella.
266
sostenuto in Roncegno come Vicario parrocchiale, e bramo,che sempre più stiate bene.
Noi siamo ancora tutti ristretti nell’infermeria; ma speriamo di poter calare nel convento
nella prossima settimana. Per riattarlo si dovette fare, e dovrà farsi ancora non poco. Il
Signor Iddio per sua pietà ci doni di poterlo godere in pace almeno nell’avvenire; del
che si può dubitare. Io sono vicinissimo a compiete l’anno settantesimo terzo di età, e
sentomi molto travagliato dal catarro, specialmente la mattina: cosa solita de’ vecchi.
Del resto non mi lamento. Non ho ancora veduti li miei Direttori, benché sieno stati
stampati. Il P. Ignazio s’alza dal letto. Il P. Provinciale venuto qua iersera, non ha
ancora ricevuto risposta al suo memoriale replicato gli XI ottobre per poter vestire
cinque novizzi chierici nominati. Finisco in un colla carta abbracciandovi fraternamente
ecc. Trento 17 novembre 1804.
2999. 1804
Al P. Carlo Felice da Trento Diffinitore in Roveredo.
R.P.P.C.
Rendo certa la P.V.R. che ho ricevuto la sua de’ 12. Senza verun indugio ho dato
parte della medesima al P. Provinciale allora dimorante in Mezzo, e poi essendo
ritornato qua l’altra sera tarda, gliela ho comunicata intera. La ho pure data da leggere al
P. Diffinitore Gaudenzo. Tutti lodiamo il zelo della P.V.R., riproviamo chi pensa, e fa
diversamente, ed il P. Provinciale ha detto, che proccurerà d’impedire i disordini
ulteriori. Il Signor Iddio lo aiuti, e gli dia forza. Lo preghi anche la P.V.R. e frattanto si
consoli d’avere scaricata al possibile la sua coscienza. Per ora non dico altro, se non che
piango, tremo, e temo ancora maggiori mali; e riverendola resto. Trento 18 novembre
1804.
Di V.P.R. Divot.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3000. 1804
Al sig. Tommaso dal Piazzo di Teres. Venezia.
Riverito signor Tommaso sia lodato Gesù Cristo.
Dal nostro Terziario Fra Domenico sono stato incombenzato di cercare in Trento la
fede del Battesimo, che vuolsi conferito circa l’anno 1779 ad Andriana figlia legittima
di Gio. Battista dal Sotto di Agordo, concia-careghe allora in Trento. Tenendo nelle
mani il viglietto diretto da V.S. Al R.mo signor parroco di s. Martino in Trento, la ho
cercata diligentemente in tutte, e quattro le parrocchie della città di Trento; ma non mi è
riuscito di ritrovarla. Per altro l’avviso, e le fo sapere, che in Trento evvi bensì una
chiesa picciola, ed antica di S. Martino, la quale dà il nome ad un Borgo, spettante alla
parrocchia di s. Pietro, ma non fu mai parrocchiale, o battesimale. Mi spiace di non aver
potuto servirla, come bramava; e riverendola resto. Trento, nel convento di s.
Bernardino li 18 novembre 1804.
Di V.S. Div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di s. Francesco.
Fuori. Da Trento.
Al signor Tommaso dal Piazzo
Venezia
S. Cassan.
Nota. Il sig. dal Piazzo di Teres, dimorante in Venezia, scrive, che Andriana da
molto tempo si ritrova in Venezia al servizio di buona e ottima famiglia, ma orfana,
senza genitori, e perciò cerca la fede del suo Battesimo per poter dimostrare
almeno,ch’è cattolica cristiana. Dal Terziario mi fu detto, che altra volta fu cercata in
vano. Il viglietto del Piazzo è dato in Venezia li 20 ottobre 1804.
3001. 1804
Al P. lettore Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
R.P. lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 20 novembre 1804.
Rimando intatto il bel manoscritto (pergameno in 4°) del clarissimo sig. dottor, e
Vicario (di Cles) Gio. Battista Lorenzoni, che la P.V. mi ha comunicato, e le rispondo,
che io lo credo del secolo XIII268. Rapporto all’autore le aggiungo, che il Tritemio nel
suo famoso libro de scriptoribus ecclesiasticis cap. 491, fra gli scrittori del detto secolo
scrive: “Ganfredus de Trano, subdiaconus ecclesiae romanae, et summi Pontificis (ut
ferunt) cappellanus, vir in iure canonico, et philosophia seculari nobiliter doctus,
ingenio praestans, et clarus eloquio, qui inter doctores huiusce facultatis non ultimus
suo tempore est habitus. Scripsit non spernendae lectionis opuscula, quibus nomen
suum posteritati notificavit. E quibus extat summa notabilis, et satis vulgata Super titulis
decretalium L. 6.V. Glossarum diversitas in Quaestiones variae Lib. 1, Alia, quae
composuisse dicitur, ad notitiam nostram minime venerunt”. Così il Tritemio. A
quell’ut ferunt del Tritemio risponde lo stesso autore del manoscritto, dicendo nel
prologo: Ego Gofredus de Trano domini Papae subdiaconus, et cappellanus. Pare che
l’abbia scritto in Roma, poiché dice, che l’ha composto tam frequnetibus, quam devotis
scholarium precibus exoratus, ac officialium romanae Curiae instantia provocatus.
Pare altresì, che sia stato cappellano di papa Gregorio nono, giacché nella prima rubrica
lo nomina piae memoriae269. L’opera è insigne, il codice bello, e scritto
maestrevolomente; ma molto difficile a leggersi, specialmente a chi non ha pratica di
tali scritture, per essere troppo frequente l’incontro delle abbreviature. Buono però, che
già trovasi stampata senza tali abbreviature. La tengo nelle mani con questo titolo:
“Summa D. Gofferdi Tranensis I.C. clariss. in Titulos Decretalium omnibus utilis et
necessaria. A D. Io. Baptista Ziletto veneto erroribus summa diligentia emendata270.
Cum eiusdem argumentis, ac copiosissimo indice tam principalium, quam emergentium
quaestionum novissime adiecto. Venetiis, ad candentis Salamandrae insigne 1564”, in
4°, pagg. 501, oltre pagg. 60 dell’indice. Il lodato autore Gofredo tranense fu di Trani
città arcivescovile della Puglia. Non posso dire di più, perché sono fuori di cella,
lontano dalla biblioteca per cagione del militare, e scrivo in fretta di nottetempo.
Dunque finisco pregandola de’ miei rispetti al menzionato clarissimo signor dottore, e
riverendolo mi dico
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano271.
268
Incipit Summa Magistri Goffredi de Trano super titulis. decretalium glosarum diversitas. Così il
manoscritto in rosso.
269
Vide nostra Adversaria literaria To. 2, n. 746, pag. 237 ac seqq.
270
Edizione per altro scorretta.
271
Spedita li 21 per Tertiarium Dominicum. Il Lorenzoni aggradì molto questa mia risposta. Vedi
sotto num. 3012.
3002. 1804
Al P. Filippo da Meztodesco. Vienna.
Rev. Padre padrone colendissimo. L.I.C.
Trento 20 novembre 1804.
Chiedo scusa se le rispondo tardi, e seccamente. Sono stato, e son ancora emigrato,
sluogato, fuori di cella, affacendato, ed annoiato per causa del militare. La sua dimanda
parmi troppo ampia, e mi vedo incapace di trascriverle tutti gli ordini ricevuti in questi
tre ultimi anni. La prego dunque d’avermi per compatito. Per altro credo, che gli ordini
generali potransi da Lei trovare anche presso i PP. viennesi. Le aggiungo soltanto, che il
nostro P. Provinciale per la seconda volta gli undici di ottobre ha chiesto la licenza di
vestire cinque novizzi chierici nominati; ma non ha ricevuto alcuna risposta272. So, che
alla Provincia nostra, composta di nove conventi, vengono dati dicidotto sacchi di Sale
regio in Ala ogni anno, ma senza distinguere il convento di Trento, cui non mai non
bastano due sacchi eziandio atteso l’infermeria provinciale. La spesa del condottiero
non è sempre uguale. Nell’anno corrente fu di fiorini 52, car. 53. Nell’antecedente 1803
fu di fiorini 58, car. 30. Negli anni anteriori per quanto ho inteso, fu notabilmente
maggiore. Li sacchi vuoti in Ala ci costano fiorini nove. Un’altra volta le domando
scusa, l’assicuro, che per ordine del P. Provinciale facciamo orazioni per Lei; e
bramando, che il Signor Iddio l’aiuti, la favorisca, e renda consolata, la riverisco, e mi
professo.
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. Gli mando parecchi ordini sovrani dal 1802.
Da Trento
Fuori. Al Rev. Padre in Cristo, padrone colendissimo
Il Padre Filippo Panizza Francescano
Riformato, predicatore aulico di Salisburgo,
presentemente in
Vienna
Ai Padri Francescani
Il P. Filippo è mandato a Vienna dalla Provincia per il convento di Roveredo, ed
altri bisogni comuni della stessa Provincia. Evvi andato dopo il primo di novembre e vi
stette quasi tre mesi.
3003. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Kiebachio
F. Io. Chrysostomus de Avolano273 S.P.D.
Gratias tibi ago P.A.R. pro sollicite transmisso folio Klüpfeliano274, et pro
adsignatis interim quinquaginta Missis, quae sine mora celebrabuntur. Modernus
Provincialis noster non est amplius Pater Ioannes Evangelista a Stenico; sed Pater
Iosephus Antonius Dusinus a Clesio. Quonam praeciso die doganerius iste, seu
deputatus ab eo, venturus sit ad accipiendam regiam salis eleemosynam dicere nequeo:
bene vero, quod eidem iam tradiderim die 12 huius apocham, sive quitantiam sororum,
272
La ah ricevuta nella sera de’ 22 novembre negativa.
*Auolano nel testo, come in altre lettere.
274
Supra num. 2971, n. 2993.
273
quemadmodum aliis meis literis die sequenti datis monui te. Si R.P. Io. Baptista Peinter
Vicarius Schwatiensis ad me scribet, libenter studebo illi morem gerere. Vale. Dabam
Tridenti apud s. Bernardinum in valetudinario die 22 novembris 1804.
P.S. Valde nos ferit tuum illud. Deus scit, quae nobis omnibus anno proximo sint
eventura. Fiat voluntas Dei.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Intus.
Adm. Rev. Patri Stanislao Kuebach Diff. Provinciali F. Io. Chrysostomus.
Tridenti die ultimo anni 1804. Halam Oeniponti.
Due grosse carte di tabacco, date alla posta li 3 gennaio.
3004. 1804
Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, nobilem adolescentem, ac studiosum
dominum Carolum Antonium Torresanellum stenicensem275, hodie apud me suam
sacramentalem confessionem emisisse276. In quorum etc. Datum in conventu s.
Bernardini 25 novembris 1804.
Fr. Io. Chrysostomus de Avolano
Ordinis Minorum Reformatorum manu propria.
3005. 1804
Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano.
Admodum Rev. Patri Guardiano Bulsanensi
F. Ioan. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Nulla prorsus interposita mora Ill.mo, et R.mo domino Vicario Generali Capitualri,
adhuc in Arce Boni Consilii nuncupata residenti, exhibui literas supplices tui A.R.P.
Provincialis277, ac etiam tuas ad me datas, quia illas utpote clariores petiit. En igitur tibi,
P.A.R. hic occlusas literas dimissoriales expetitas numero quinque pro tribus aliis tuis
Fratribus ordinandis. Vale; meque ad ulteriora servitia semper paratum habe. Datum
Tridenti in Conventu sancti Bernardini die 25 novembris 1804278.
La prima pro F. Alberto Anderasser ad primam tonsuram et 4 Minores Ordines. La
seconda pro eodem ad Subdiaconatus Ordinem at titulum suae Religionis. La terza pro
eodem ad Diaconatum et Presbyteratum, dispens. super interstitiis, et ab Ordinis
exercitio. La quarta pro F. Petro Paolo Thaller ad primam tonsuram et 4 Ordines
Minores. La quinta pro F. Bernardino Tschager Subdiaconus ad Diaconatum, dispen.
super interstitiis.Omnes ad trimestre.
Tridento
Foris. Admodum Reverendo in Christo
Patri Guardiano PP. Franciscanorum
Bulsanum
Ad PP. Franciscanos.
3006. 1804
All’Inclito Ces. Reg. Giudizio Provinciale,
ed unitovi Capitaniato Circolare ai Confini d’Italia in Trento.
275
d’anni 15. Umanista rettorico.
Gli 8 dicembre. Ita est Fr. Io. Chrysostomus Franciscanus. Così altre volte ogni 15 giorni.
277
Ezechielis Langii datas Telfsii.
278
Spedita li 27 mattina.
276
Il sottoscritto Provinciale de’ Riformati di san Francesco gli presenta qui rinchiusa
la richiesta copia stampata del Direttorio della sua Provincia per l’anno 1805279.
Trento 27 novembre 1804.
Fra Giuseppe Antonio da Cles
Provinciale de’ Riformati di san Francesco.
Così ho scritto su d’un mezzo foglio ordinario piegato in 4° e con un’altra piegatura
l’ho posto sul principio del Direttorio avanti ‘l frontispizio. Poi l’ho rinchiuso in un
foglio nero colla soprascritta ut supra.
Gio. Nepomuceno Conte de Welsperg Presidente.
Alberto Vigilio Conte degli Alberti V. Presidente.
Filippo Neri de Manci consigliere.
Antonio Conte Hendl consigliere.
Bernardino Manci segretario280.
3007. 1804
Al P. Illuminato da Cles. Roveredo. S. Rocco.
Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 29 novembre 1804.
Benché non sappia il perché la P.V.R. mi abbia chiesto281, quanto sia vissuto il
signor Conte Vigilio di Thunn, credo mio dovere d’avvisarla, che ho sbagliato
rispondendole in fretta282, ch’è vissuto anni 60 e mesi 3 rotondi. Ora per la Dio grazia
tenendo in cella quasi tutti li miei registri, ho rilevato, ch’è vissuto anni 59 e mesi tre
rotondi: del che ognuno potevasi assicurare, avendo io premesso, ch’è nato li 4
novembre del 1728, ed è morto li 4 febbraio del 1788. L’essere fuori di cella, e
svogliatissimo, mi ha reso incapace di ben pensare, e ad usare maggiore attenzione. Di
altrettanto temo anche per l’avvenire, perché parmi d’essere novizio. Oh quanto ancora
vorravvi avanti che il convento sia ripristinato rapporto ai mobili I miei sono confusi, e
non tutti riportati. Ho bisogno di pazienza per questo, ed anche per il catarro, che mi
travaglia non poco, e mi obbliga di stare lungi dal santo coro, Me la impetri dal Signor
Iddio colle sue fervorose preghiere, e proccuri di conservarsi co’ suoi studenti.
La prego de’ miei rispetti allo stimatissimo signor don Pietro Beltrami.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3008. 1804
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario, e maestro. Arco.
Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 30 novembre 1804.
Finalmente oggidì ho ricevuto dal signor Monauni li richiesti libri, col loro prezzo.
Le Vite de’ Santi del Padre Massini, divise in tredici tometti legati in rustico, sono
valutate fiorini tre, e carentani trentasei283. Li due tomi del Vocabolario torinese fiorini
quattro. La legatura del medesimo Vocabolario un fiorino. Dunque al detto Monauni
279
Consegnato dallo stesso P. Provinciale il primo di dicembe 1804 in Castello.
Nel febbraio 1805 segretario Gianangelo Ducati.
281
La questione fu tra il P. lettore Illuminato ed il P. Vicario Cesario.
282
Sopra num. 2989.
283
Scritte in Roma nel 1763. Ristampate in Trento nel 1773 e 1774, in 12°. Il Vocabolario stampato
in Venezia l’anno 1793, in 4°.
280
dovransi dare fiorini otto, e carentani trentasei, che fanno troni quaranta tre. Colla prima
occasione opportuna spedirò le Vite alla P.V.R. e con un’altra simile spedirò al Padre
lettore di Cles il Vocabolario. Frattanto prego la P.V.R. che voglia mandarmi
l’accennato prezzo da soddisfare il debito, ma rotondo, cosicché nulla manchi, e nulla
sopravanzi, perché qui li negozianti non danno indietro un soldo, attesa la carestia
monetaria. Mi credo sicuro, e facendole sapere, che temo di morire avanti di vedere
ripristinato questo convento, la riverisco, e mi dico
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3009. 1804
Al sig. Curato di Vezzano.
Molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo.
Nell’agosto dell’anno 1796 ho risposto, e scritto a V.S. Molto Illustre, e Molto Rev.
che sino a quel tempo non aveva trovato alcun documento da provare, che i signori
Fattori di Trento fossero derivanti da Bersone, luogo delle Giudicarie, per poterlo
contrapporre a quelli, che li dicono derivati dalla Valle Pollicella veronese. Ora però le
sono d’avviso, e l’assicuro, che ultimamente ho letto un istrumento scritto in Trento li
10 dicembre 1655 in cui comparisce come testimonio Dominus Ioannes quondam Petri
Fatorii de Bersono mercator incola Tridenti. Egli può aver dato il suo nome a quel
Giovanni Fattori di Trento, che come già le scrissi, nacque li 26 aprile 1659, e morì
nostro ex-Provinciale col nome di Fra Sebastiano nel 1746. Anche il medico Gio. Pietro
Fattori di Trento, che fece il suo testamento nel 1710, poté aver acquistato i nomi di
Giovanni, e Pietro dal suddetto mercante, e dal di lui padre. Parimente la monaca
Clarissa di s. Michele morta di 22 anni nel 1721 forse sarà stata nominata Giulia
Giovanna dal mentovato Giovanni mercante. Prego V.S. Molto Illustre e Molto Rev.
che voglia compiacersi d’aggradire la premura, che ho di servirla; e con un divoto bacio
delle sacre mani mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 1 dicembre 1804284.
Di V.S. M. Ill.re e M. Rev.
Um.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano de Minori Rif.
Foris. Al Molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo
Il sig. don Giacomo Aloisio de’ Leonardi
curato degnissimo di
Vezzano.
3010. 1804
Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.
S. Bernardino 3 dicembre 1804.
La risposta, che posso dare alla R.V. si è, che si consideri, e tratti da vecchia,
seniore, e da tanti anni soggetta a gravi malori, li quali per essere occulti, riescono tutti
suoi, e non feriscono gli occhi altrui. Chini dunque il capo alle divine adorabili
disposizioni, domandi al Signor Iddio la necessaria pazienza, e senza scrupolo accetti, e
faccia uso de’ rimedi, che le vengono esibiti, voglio dire mangi, , anche di gasso, beva il
caffè col latte, prenda brodo ecc. stassene al caldo, riposi ecc. Già non solamente il
284
Spedita li 19 dicembre.
Signor Iddio, ma anche le Religiose sanno la di Lei buona volontà di lavorare, digiunare
ecc. Proccuri di conservarsi, anche a motivo, che ora non si può vestire ecc.
Quand’anche non potesse fare alcun servizio, il solo far numero può giovare alla
conservazione del venerabile monastero. Tanto penso eziandio rapporto a me, non
potendo più fare quanto faceva in addietro. Non so, se più potrò calare in città, e fare la
salita delle Laste, attesa la difficoltà del respiro, il freddo, la brevità de’ giorni, e la
mancanza del confessionale. Mi preme, che il Padre confessore si conservi, e quindi
l’esorto a non abitare tra muri freschi, e frattanto aiutarsi al possibile. La prego de’ miei
ossequi alla M.R.M. Badessa (Barbara Maccani) per cui domani (festa di s. Barbara)
farò di tutto cuore il primo memento. Accerti pure la M.R.M. Saveria(Mancia) che
oggidì ho fatto un memento simile per essa. Ringrazio tutte le nominatemi della
memoria, che tengono di me, e le benedico tutte in nomine Patris, et Filii, et Spiritus
Sancti. Amen.
3011. 1804
Al P. Benedetto da san Lugano. Campo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento 3 dicembre 1804.
Finora ho composto, e stampato trentanove calendari per la nostra Provincia, e
ventinove per questa diocesi. Ho sempre temuto assai di fallare la Pasqua: ma usato
avendo la possibile diligenza, il Signor Iddio mi ha graziato di non mai fallarla. Spero,
che né pure l’avrò fallata ne’ calendari già stampati per l’imminente anno 1805, nel che
mi confermo, avendo veduto ultimamente, che rapporto alla Pasqua sono uniformi al
monauniano di Trento, ad un Agostiniano di Venezia285, e ad un anonimo d’Insprugg.
Io gli ho composti a norma delle tavole del Breviario romano, del Martirologio
parimente romano, del Gavanto, e del nostro diligentissimo Padre Angelico roveretano.
Questi si accordano nell’assegnare all’anno 1805 la lettera domenicale F. e l’epatta non
già 29, ma Asteristica, cioè segnata con un asterisco, le quali note fissano la Pasqua nel
giorno quartodecimo d’aprile. Che poi non sia cosa nuova, o errore di stampa,
l’assegnamento dell’asterisco dopo l’epatta 18 dell’anno 1804 può rilevarsi anche dal
sapere, che parimente dopo l’epatta 18 fu posto l’asterisco nel 1710, 1729, 1748, 1767,
1786, 1824, 1843, 1862, 1881. Mi lusingo, che questo poco possa bastarle per decidere
l’insorta costì controversia286: e notificandole, che tengo preparato l’invoglio de’
calendari nuovi per il di Lei convento, aspettando un’occasione opportuna, la riverisco,
e mi dico
Suo div. servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
In questa sera F. Placido è ritornato da Mezlombardo a questa infermeria come
invalido. Il P. Ignazio sta sul letto. Ieri è morto di 80 anni F. Giacomo già somasco,
nell’antica sua cameruccia di s. Maddalena. Dica al suo P. Guardiano che ho fatto
quanto mi ha raccomandato rapporto alle castagne.
3012. 1804
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.
285
286
ad un francescano di Venezia.
Il P. Benedetto pretende che la Pasqua sia per correre li 21 aprile, perché al 1805 dà l’epatta 29.
Per F. Vincenzo Maria, cui essendo chierico non è lecito lo scrivere lettere senza
una espressa licenza, rispondo io alla P.V. ch’egli non tiene l’accennato fagottino di
tabacco diretto al signor don Giuseppe dal Lago: e né pure il P. letterario Gaudenzo lo
tiene, li quali nulla sanno di esso287. Godo, che il gentilissimo signor dottore Lorenzoni
abbia mostrato aggradimento della mia risposta: e l’accerto, che prima di spedirla ho
fatto memoria di lui, e del codice, che possede, nella copia stampata dal Ziletto, e
conservata in questa nostra biblioteca. Qualora venisse fatta una nuova edizione, il detto
codice potrebbe servire per emendare i parecchi errori commessi dal Ziletto nell’esporre
le abbreviature. Ieri ho spedito alle Laste l’inchiusami288. Il P. Vitantonio è ancora in
Romagnano supplimentario di quel R.S. curato. Anche il sig. curato di Gardolo sta
molto male, e ci obbliga di supplire per lui nelle feste in due per fare i dialoghi. Nella
scorsa domenica fu dialoghista il mentovato F. Vincenzo Maria col P. Vicario
predicatore. Spero, che dal sig. Giuseppe Keller289 avranno ricevuti li miei nuovi
Direttori. Forse col tempo manderò loro anche una copia dell’altro mio Direttorio
diocesano per al sagrestia. Qui il P. Ignazio stassene sempre sul letto. In Roveredo
stanno male il P. Guardiano (Giangiusppe) ed il P. Giuseppe Andrea. Iersera F. Placido
è ritornato a questa infermeria290. Io son vecchio, catarroso, e buono a niente. Per carità
mi raccomandi al Signor Iddio, e stia bene. Trento 4 dicembre 1804291.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3013. 1804
Al P. Stanislao Kiebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Reverendo Patri diffinitori Stanislao Kiebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Gaudeo, quod procurante A,R.P.T. res nostra penes C.R. officium salinare sit
perfecta; et spero, quod vector tridentinus haud diu protrahet suum adventum istuc,
quum uti iam scripsi, eidem tradiderim apocham, seu quitantiam sororum die
duodecima praeteriti novembris, ac sollicitudinem commendaverim, etiam quia sale
indigemus. Gratias autem ago ti P.A.R. nedum pro nova triginta octo Missarum
adsignatione, quae dubio procul, et ad mentem, arasque praescriptas celebrabuntur; sed
etiam pro monito circa ill.mum dominum de Baldauff, cuius memor ero. Et quoniam
petis, quanti nobis steterit Venetiis Contensonius, aio, et dico, stetisse libris triginta
duabus, seu florenis sex, et crucigeris viginti quatuor. Demum placet etiam, quod pro
debiti nostri extinctione alia Missarum onera nobis promittis: et ut valeas iubeo. Dabam
Tridenti, in conventu sancti Bernardini, nondum pristinae formae restituto, hac die
quinta decembris A.D. 1804292.
3014. 1804
Al P. Davide da Tiarno. Salisburgo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro Clementissimo.
287
Dando Nego. Pedrotto. Già lo teneva il Pedrotto come dimenticato.
Per la di lui sorella M. Maria Antonia.
289
Fratello do F. Vincenzo Maria.
290
A F Placido li 30 dicembre ho dato il Viatico. Il primo gennaio l’Olio Santo. Li 3 di sera è morto.
291
Spedita li 5.
292
Foris ut num. 2930. Spedita li 7.
288
Oggidì li cinque dicembre 1804 F. G. G. ha preparato questo Direttorio per
mandarglielo colla prima occasione opportuna non postale, supponendo, che lo
aggardirà per essere cosa dell’amata patria. L’avvisa poi,, che il giorno ventesimo terzo
di novembre non contiene sbaglio alcuno: e lo riverisce insieme col suo degnissimo
Padre collega, qualora sia ritornato da Vienna293.
3015. 1804
Al P. Gregorio da Caldese. Pergine.
R.P. Sia lodato Gesù Cristo S.N.
Già un mese, cioè nel giorno quinto dello scaduto novembre, un uomo di
Canzolino, a me affatto ignoto, e di cui non so il nome, e cognome, mi ha obbligato
d’accettare l’impegno di trascrivergli una lunga, e difficile pergamena, malgrado, ed in
mezzo a soldati fetenti294. Coll’aiuto del Signor Iddio dunque la ho trascritta tutta, ed ho
fatto un libretto di pagg. 15, in 4°. Ella dà una sentenza arbitramentale in una lite per un
bosco vertente tra quelli del Maso del Buso, e li Vicini di Madrano. Io supponeva che
l’uomo predetto venisse da sé a ripigliarla presto: ma non essendo ancora venuto, e
stando qui oziosa la mia copia, fatta per altro con premura, prego la P.V.R. che se mai lo
conoscesse l’avvisi,che venga innanzi che io parta per l’altro mondo. Mi disse, che fu
mandato da latri a me. Forse sarà stato mandato da F. Gervasio, oppure da F. Masseo. È
di statura non maggiore della mia295. La prego pertanto un’altra volta; e chiedendole
scusa dell’incomodo, la riverisco, e resto. Trento 5 dicembre 1804296.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3016. 1804
Al Padre Stanislao Kiebach. Ala.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Kiebachio
F. Ioan. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Speranti mihi, quod propediem ad P T.A.R. perventuare sint literae meae, datae die
quinta huiusce mensis, exhibentesque pretium Contensonii, et gratiarum actiones per
adsignatis triginta octo Missis, aliae tuae profecto gratissimae supervenerunt, quibus
depositionem quitantiarum apud dominum de Baldauff297 iam factam mihi annuntias, et
aliarum triginta Missarum celebrationem committis. Quapropter iterum tibi gratias ago,
Deumque Optimum Mazimum, una cum Patre Provinciali, ac ceteris Fratribus, ex
animo deprecor, ut tibi, bene, ac diu valere concedat. Tridenti die 10 decembris 1804.
3017. 1804
Al P. Lorenzo Vicario e maestro. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Insieme colla presente gli spedisco i tredici tometti Massiniani delle Vite de’ Santi.
Io credo, che per amore della santa povertà si possano lasciare, ed usare colla legatura
293
Spedito li 12 per Diligenza ed un altro chiesto li 30 dicembre. Foris: Al M. R.P. Davide da
Tiarno Francescano, predicatore aulico in Salisburgo. Ai Padri Francescani.
294
L’uomo è Domenico Giacomi di Canzolino. Gli ho ristituito la carta li 5 gennaio 1805 dopo il
pranzo, colla mia copia.
295
Die 22 decembris venit ad me Nicolaus Chiesa sindicus Madrani, missus a notario Rosa, sed ei
non dedi chartam
296
Spedita li 7.
297
Così scrive il P. Stanislao.
rustica, che hanno, molto tempo298. Li nostri posteri, se pure ne avremo, potranno farli
legare in pelle, o pecora, ed unirli a due, a due per volume. La ristampa di Torino dice
Massini, non già Massimi. So però, che anticamente299 in Roma furonvi aedes
Maximorum. Quantunque l’uomo suo sia venuto da Roveredo non ha portato il
pagamento; spero tuttavolta, che verrà con un’altra occasione300. Questo P. Guardiano
sta ritirato per qualche suo incomodo invermesco, e quindi non potrà fare le solite visite
natalizie. Anche Fra Vincenzo Maria ha acquistato del male andando a dialogare in
Gardolo, dove quel curato si dà per moribondo come idropico. Mi raccomando in
precibus, lo riverisco, e sono. Trento 12 dicembre 1804.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
Oggidì fu seppellito il medico Francesco Borsieri d’anni 84, con un funerale strano.
3018. 1804
Al P. Gio. Pio da Moena. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N301.
Ho fatto la commessami ambasciata a questo Padre Guardiano rapporto alle Messe
bolzanine. Ho pure manifestato al P.M.R. Provinciale lo scrupolo della P.V. circa il
tradurre dal tedesco nell’italiano una sentenza di morte: e quindi non potendo andar io
nel Castello da monsignor Vicario Generale, unico superiore ecclesiastico302, si ha
esibito d’andarvi il lodato P. Provinciale, quantunque egli pure creda, che non siavi
bisogno. e che lo scrupolo sia soverchio. Quando riceverò la risposta, gliela
comunicherò senza dilazione. Frattanto Ella stia di buon animo, celebri, e preghi anche
per me S.D.M. e mi creda. Trento 12 dicembre 1804.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Per non moltiplicar lettere, dica al P. Luigi, che non è venuto ordine proibitivo di
accettare, e vestire novizzi; ma soltanto, che non può esser in verun modo accordata la
chiesta accettazione de’ cinque nominati candidati, perché non hanno terminato il
prescritto intiero cursum humaniorum: sono tutti privatisti, non approvati, non hanno
studiato in Ginnasi, e non sonosi assoggettati a’ pubblici esami a norma delle vigenti
Normali. Si proverà si supplire a tali mancanze con farli sostenere gli esami presso
questo ginnasio: e si spera, che sarà di giovamento per l’anno venturo. Deus mesereatur
nostri. Amen.
3019. 1804
Al P. Lorenzo da Cavareno. Arco.
R.P. maestro S.L.G.C.
Spero, che la P.V.R. avrà ricevuto l’invoglio de’ libri santi, che le ho spedito con
data de’ dodici del corrente. Ora l’assicuro, che ieridì dal signor Pietro Aloisi agente del
negozio Chiusole di Roveredo, ritornando dalla fiera di Bolgiano, quantunque non
pregato, né avvisato dal P. Guardiano di Roveredo, a vista della di Lei lettera scritta a
298
Vedi sotto num. 3931.
cioè nel 1470 Aedes Maximorum; 14790 Domus Petri et Francisci de Maximis.
300
Li 17 dicembre fu deposto in s. Bernardino dal sig. Pietro Lovisi agente del negozio Chiusole di
Roveredo, troni 43 in carta, e metallo.
301
Vidi 23 febr. 1805. A.C. Dugn.
302
Perché non ha più Provicario.
299
me li sette, sono stati deposti li troni 43 co’quali verrà spento, e saldato il debito
contratto appresso il signor Monauni per gli accennati libri303. Sto aspettando di giorno
in giorno il Terziario di Cles, per fare anche la spedizione del Vocabolario torinese. Per
questo P. Guardiano fanno le visite delle feste natalizie li PP. Provinciale, e Vitantonio,
con due Fratelli. Io le sospiro felici, e quiete alla P.V.R., ma temo, che gli odierni
movimenti militari possano disturbarci, forse anche più del morbo giallo, col pretesto
del quale diconsi ordinati. Sarà quello, che vorrà Iddio Padre nostro amantissimo.
Preghiamolo ecc.
Suo obbl.mo servo
F. Grisostomo.
3020. 1804
Al P. Francesco Maria. Borgo.
R.P. lettore S.L.G.C.
Fra Vincenzo Maria gli manda il tometto manoscritto delle tesi soveriane304 segnato
col num. 77 e gli fa sapere, che quantunque sia stato più volte nella biblioteca, ed abbia
cercato diligentemente, non ho potuto ritrovare gli Elementi Baumeisteriani della
filosofia. Tanto scrive Fra Gio. Grisostomo in somma fretta, riverendolo, ed
augurandogli ogni felicità ecc. Trento 19 dicembre 1804305.
3021. 1804
Al P. Gio. Pio da Moena. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Eseguendo la fattagli promessa, l’avviso, ed accerto, che monsignor Vicario
Generale Capitolare (Zambaiti) come superiore ecclesiastico, si, et quatenus etc. lo
dispensa dall’irregolarità306, dubitando anch’egli se sia, o no incorso in essa per
l’accennata versione bela sentenza di morte dal tedesco nell’italiano. Questo gli potrà
servire per quietarsi rapporto al passato, e per iscusarsi nell’avvenire. La risposta
vicariale fummi notificata oggidì dal Padre Provinciale. Gli sospiro felicissime le
imminenti sante feste, con un eguale capo dell’anno, che seguirà, malgrado gli
straordinari movimenti militari, e riverendolo mi soscrivo. Trento 20 dicembre 1804307.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
P.S308. Alle nostre MM. sorelle fu intimato, che non vestano alcuna candidata, e che
si dichiarino, se vogliono restare, cioè se sono tutte contente di starvi nel convento
lastano. Così ho inteso oggidì. Le porte della città ora sono senza guardie. Il già
convento di san Francesco, per altro abitato da soldati, è affatto chiuso. Dicesi, che
saranno fatti tre magazzini militari, uno in Roveredo, uno in Trento, ed uno in Bolgiano.
Il grano verrà da Verona. Li sodati sono andati da Trento a Cavedine per la via di
Roveredo, malgrado l’avviso de’ Trentini, che tal via è troppo indiretta, insolita, e più
lunga.
303
Fu saldato li 19 dicembre. Portati dal Fontanari al s. Gio. Battista, che scrisse saldato sul
viglietto.
304
Cioè del P. Francesco Saverio da Fondo nostro già professore logico nel seminario di Trento.
305
Spedita li 19 per Isidorum.
306
Non è incorso nell’irregolarità, perché non ha fatta la versione. Fu creato confessore li 4 febbraio
1805.
307
Spedita li 22.
308
Questa poscritta non fu posta nella lettera spedita.
3022. 1804
Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare all’esibitore309 del presente per la
condotta di dicidotto sacchi di sale da Ala d’Insprugg, fiorini due, e carentani cinquanta
il sacco, fiorini 51, dico fiorini cinquantuno310. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato
nel convento di s. Bernardino li 27 dicembre 1804.
D’ordine del Padre Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Il condottiero fu Giuseppe Fischer munito d’un viglietto del sig. Francesco Antonio
Waldauff diretto ai RR. PP. Francescani di Trento con sacchi 18 segnati P.F.T. Dalla
strada furono portati nel convento da sei facchini, cui, ed al loro condottiero oste in
Trento fu dato da mangiare.
3023. 1804
Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al signor Gio. Battista Monauni
stampatore, esibitore del perente, troni 12, dico troni dodici per saldo della stampa del
Direttorio francescano. Che della carità il Signor Iddio, ed il serafico Padre san
Francesco ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 30 dicembre
1804311.
D’ordine del Padre Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. Dico per saldo, perché in tal pagamento si contano troni 37 e mezzo,che
dansi dal Monauni al convento per la composizione del Direttorio diocesano da me
fatta. Dunque la stampa del nostro Direttorio francescano ci costa troni 49, 10 e la
legatura del medesimo troni 7: somma troni 56,10.
3024. 1805
Al P. Daniele da Enno Guardiano. Cles.
R.P.G. Trento 3 gennaio 1805.
In questa sera alle sei, e mezza qui è morto, munito de’ ss. Sacramenti, Fr. Placidus
Taiti a Medio Sancti Petri Laicus, aetatis an. 70. Gli mando questo Direttorio diocesano
per la sagrestia, col timore di non potergliene manda altri negli anni, che seguiranno,
perché son vecchio, e perché non so quali novità sieno per succedere anche rapporto ai
Direttori ecclesiastici. Se vuole venire indennizzato dalle lastane per li Supplimenti, mi
faccia sapere il quanto, ed il come312. Per carità mi raccomandi alla Misericordia Grande
del Signor Iddio, e non abbia prescia d’andare in Paradiso, come ha fatto il P. Fortunato
Guardiano di Borgo, perché siamo troppo pochi.
3025. 1805
Al P. Massimo Vicario di Borgo.
Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Vi accerto, che ho ricevuto le tre corde biscottali, che mi avete mandato, e che una
di esse fu da me data a Frat’Abbondanzio coi vostri saluti. Dal latore di questa
riceverete il vostro sacco. La improvvisa morte del vostro Padre Guardiano (Fortunato)
309
Questi è nato in Roveredo. Così mi ha detto egli.
Fanno troni 255. Dunque ogni sacco troni 14, carentani 2.
311
Consegnato ad un figlio condotto dallo Steinbrecher li 30 dicembre.
312
Troni 8.
310
dispiace tanto tanto anche a me. Per vostra consolazione poi vi avviso, che in breve sarà
supplito alla mancanza, senza vostro aggravio. Io debbo stare lungi dal santo coro, e
mangiare nell’infermeria, per cagione dell’ostinato mio catarro. Debbo altresì stare
ritirato, e fuori dal freddo. La vicinanza della morte, ed il timore di soppressioni ecc. mi
malinconizzano, e rendono neghittoso. Pregate il Signore Iddio per me, mentre anch’io
pregolo di cuore per voi ecc.. Trento 8 gennaio 1805.
Vi mando un Direttorio diocesano per la vostra sagrestia,il quale probabilmente
sarà l’ultimo da me composto, essendo il 29°. La stampa mi costò assai più della
composizione, perché fatta in tempo importunissimo a cagione del militare occupatore
di questo convento: e con molta fretta, cosicché ho dovuto lasciar correre de’ fogli senza
rileggerli.
3026. 1805
Al P. Stanislao Kiebach. Ala s’Insprugg.
Admodum Rev. patri Definitori Stanislao Kiebachio
F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Notum tibi facio. P.A.R. nos accepisse octodecim saccos regii salis. Quapropter
debitas agimus gratias tibi, et Ill.mo domino de Baldauff. Pro te iam dedimus huic
postae geminas tabacci chartas: pro laudato autem domino de Baldauff brevi
celebrabimus tria sacrosanctae Missae sacrificia. Examinavi computum expensarum
quem ad me misisti, eumque reformavi, ut heic infra. Ceterum si erravi, cedo, et calculis
tuis subscribo313. Expectamus adhuc novemdecim saccos salis pro Clarissis, et alias
intentiones pro nostri debiti extinctione. Vale. Dabam Tridenti die 8 ianuarii A.D. 1805.
Debitum nostrum.
Pro saccis 18 Provinciae floreni 9,00
Pro saccis 19 Clarissarum floreni 9,30
Pro Clarsisis floreni
42,57
Summa floreni
61,27
Facit Patent. floreni
64,27
Pro libris scholast. floreni
13,00
Summa floreni
77,27
Creditum nostrum.
Pro Contensonio floreni 6,24
Pro Missis floreni
20,00
Pro aliis Missis floreni 12,00
Pro Missis aliis floreni 13,30
Pro 16 Missis aliis floreni 8,00
Summa floreni
59,54
Debitum floreni
77,27
Creditum floreni
59,54
Restant floreni
17,33.
NB. Li 13 gennaio per li fiorini 17,33 mandò Messe 36.
Il sale monastico è venuto li 9 gennaio 1805.
3027. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento, s. Bernardino 8 gennaio 1805.
313
Egli non ha notato le 16 Messe ed ha notato sette fiorini il Contenson.
Sento con molto piacere, che il chiarissimo signor dottore, e Vicario Gio. Battista
Lorenzoni di Cles, abbia una copiosa, e scelta biblioteca, fornita eziandio di stampe
antiche, e di manoscritti: e quindi seco lui mi congratulo314.
Per ubbidirlo poi ho scorso più volte il codice manoscritto, che s’è compiaciuto di
farmi tenere per mezzo della P.V. segnato col numero 119, ben legato, e coperto con
pelle rossa, scritto in pergamena, con carattere corale, rosso, e nero, con bei margini, di
pagine 37 in 4° non numerate.
L’operetta si è di gusto, e stile tedesco, e vedesi divisa in venti capitoli. Ha questo
titolo: Superioris Germaniae Confoederatiionis Urbium, Terrarumque situs, et
hominum morum perbrevis descriptio in favorem illustrissimi, et potentissimi Mediolani
Ducis etc. compilata.
Comincia il di lei prologo: Illustrissimo, atque potentissimo domino domino
Iohanni Galeaz Mariae Sforciae Vicecomiti, Duci Mediolani, Papiae, Angleriaeque
Comiti, Ianuae, et Cremonae domino, domino suo plusquam gratioso, Albertus de
Bonstetten decanus insignis loci Heremitarum cum sui sincerissima commendatione
S.P.D., e finisce dicendo: Vale potentissime Dux, Insubrium decus, atque gloria. Ex
loco Heremitarum V kalendas decembris Anno etc. lxxxx°.
Così fatta operetta ci dà una succinta descrizione delle città, delle terre, e dei
costumi dell’Elvezia, o sia degli svizzeri confederati.
Fu scritta in Loco Heremitarum, che vuol dire nel celebre santuario, eremo, e
monastero abbaziale principesco di Santa Maria d’Einsidlen, di monaci Benedettini,
situato nell’Elvezia, e nella diocesi di Costanza315.
Dicesi scritta nell’anno etc. lxxxx, cioè nell’anno 1490 poiché in essa rammentasi
cap. 2 Poggio Fiorentino poeta, che morì nel 1459, e cap. XI Sisto quarto Papa, che
morì nel 1484, Lodovico undecimo re di Francia, che morì nel 1483 e Mattia Corvino re
d’Ungheria, e Boemia, che morì nel 1490, li quali cit. cap. XI diconsi proxime defuncti.
Il Duca di Milano, cui venne dedicata, non fu quel Giovanni Galeazzo Visconte,
che fu creato primo Duca di Milano dall’imperatore Wenceslao nell’anno 1392, e cessò
di vivere nel 1402, ma Giovanni Galeazzo Maria Sforza Visconte, che col solo titolo di
Duca di Milano morì li 20 ottobre del 1494, in età di ventisei anni.
L’autore Alberto di Bonstetten316 costumò, non lodevolmente, di segnare le sue
opere con gli anni del suo secolo, senza fare alcun cenno de’ secoli antecedenti. Così
fece anche coll’opuscolo manoscritto, da me veduto l’anno 1764 nella biblioteca
vescovile di Trento, diviso in cinque Ritmi, ed intitolato: Albertus ex Bonstetten
Quinque vulnera Christi sic supplex, ac devota affatur mente, cum quinque Dominicis
orationibus, septimo kalendas novembris ab eodem compilatum. Anno 92. Questo pure
fu scritto in pergamena, con caratteri rossi, e neri, come ho notato nel To. 4 Monumenta
Eccl. Trid. pag. 387. Il mentovato codice nell’anno 1539 si trovò nella detta biblioteca
trentina, giacché fu riferito nel catalogo di essa fatto in tale anno. Ivi poi l’ho veduto
anch’io nell’anno 1764, e colle parole di monsignor Gio. Benedetto Gentilotti l’ho
riferito cit. pag. 387, num. 1119, To. 4 Monumenta. Questo si è ciò, che senza punto
uscire di cella ho potuto, e giudicato bene di notare rapporto al comunicatomi
314
Il Lorenzoni ha comperato la libreria di Carlo Antonio Pilato tassullitano.
Nel capo 20 nomina Monasterium insigne Loci Heremitarum in quo capella, quae divinitus
consecrata.
316
Questo Alberto fu barone di Bonsteten tedesco, Confessore di Massimiliano primo, decano de’
Benedettini d’Einsidlen. Scrisse Vitam s. Nicolai Tolentinatis,editam a Surio. Item Historiam austriacam
Carolo VIII Galliae regis dicatam.
315
manoscritto. Prego la P.V. di rassegnare i miei ossequi al lodato signor Vicario, e la
riverisco, dicendomi
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo di Volano.
P.S. Nel citato catalogo del 1539 tra i libri di umanità se ne riferisce uno come
stampato con questo titolo: Confoederatio Superioris Germaniae, nunc Suitenses dicti.
Non so se sia opera del Bonstetten, il quale nel MS 119 usò il titolo Confoederationis
Superioris Germaniae, e nel cap. 6 chiamò Suitenses gli abitatori di Swicz.
3028. 1805
Al P. Gio. Pio da Moena. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento, s. Bernardino per grazia di Dio gli XI gennaio 1805.
Godo, che la P.V. non abbia punto bisogno della dispensa mandatale, perché non ha
fatto quanto temeva di dover fare. L’accerto, che la limosina per le Messe bolzanine già
è venuta, che mi asserisce il mio P. Guardiano: e che il Direttorio dell’anno scorso
1804, ai 20 di dicembre non falla. Rileggalo, e vedrà, che dove fu fatto de semid. si
nota: Vesp. seq. com. fer. tant. e dove fu fatto de dup. min. Vesp. seq. com. praec. et fer.
Suppongo, e tengo per certo, che costì sarà stato fatto l’officio semidoppio de’ santi
martiri Vincenzo, ed Anastasio, ai quali furono assegnati li secondi vespri
separatamente dagli assegnati nella pagina seguente ai conventi, che hanno fatto di s.
Martino, e di s. Orsola. Non ho tempo, né lena da studiare il quesito rapporto alle
tonicelle della festa de’ santi Innocenti. Onde rispondo su due piedi, che non avendole
pavonazze io userei piuttosto il solo camice colla stola. Oppure canterei la Messa senza
leviti, con due acoliti: o cercherei ad imprestito le tonicelle pavonazze da qualche altra
chiesa, trattandosi d’una sola volta, come abbiamo fatto noi qui, cantando Messa per
bisogni pubblici. Noti ‘l per grazia di Dio, e preghi caldamente il medesimo Dio Signor
nostro, che ce la continui. Amen. Oggidì sono partiti per Cles, e Borgo li PP. lettori
Giuseppe Maria, e Francesco Maria, e ieri per Roveredo il P. lettore Illuminato, che
sosterranno cinque giorni gli esami in scriptis nel Castello, ordinati dall’ecc. Governo
per poter esercitare la lettura317.
3029. 1805
Al P. Prosdocimo di Cavalese Vicario di Pergine.
Rev. Padre Vicario sia lodato Gesù Cristo S.N.
Quanto mi attristò la improvvisa notizia dell’infermità sopraggiunta alla P.V.R.
altrettanto, o più mi consolò la relazione avuta, che il male siasi scemato. Io ho fatto
parte del mio dovere col raccomandarla di tutto cuore all’infinita bontà di Dio Signor
nostro, e così farò anche in seguito affinché le ridoni la salute primiera, e che gliela
ridoni presto. La ringrazio poi della corda biscottale, che s’è compiaciuta di regalarmi,
senza verun mio merito; ed assicurandola, che per mezzo di Fra Gervasio ritornante
dall’Avis le rimanderò il fazzoletto, attendo ancor migliori ragguagli, e la riverisco.
Trento, s. Bernardino 12 gennaio 1805.
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
317
Il P. Illuminato è ritornato li 17 gennaio. Il P. Sisinnio è venuto li 16 gennaio.
3030. 1805.
Al P. Lorenzo Vicario e maestro. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Lo ringrazio della limosina, che s’è compiaciuto di mandarmi d’alcuni quinterni di
carta, benché ormai suppongo, che non ne consumerò più tanta come negli anni scorsi.
L’avviso poi, che certissimamente manca il tomo del mese d’agosto tra le rimandatemi
Vite de’ Santi. Di ciò sonomi accorto subito nell’estrarle dal sacchetto: ed anche dopo le
ho più volte contate, e guardate in vano. Quindi se vuole, che sia legato con gli altri, me
lo mandi presto318. Frattanto farò, che sieno legati gli altri, riducendoli in sei tomi, oltre
quello della vita di Gesù Cristo Signor nostro. Preghi per noi il medesimo Signore, e che
presso di lui sieno avvocati nostri tutti li Santi, specialmente li Masiniani, e Maria
Santissima delle Grazie. Amen. Trento s. Bernardino 13 gennaio 1805.
Li 15 gennaio intendo, ch’è venuto un contrordine in favore dei trentini. Deo
gratias.
3031. 1805
Al sig. Francesco Steinbrecher libraio. Trento.
Il sig. Francesco Steinbrecher è pregato da Fra Gio. Grisostomo, che voglia legare li
dodici tometti delle Vite de’ Santi qui annesse, riducendoli a sei soli volumi319: con
cartoni forti, colle schiene, e cogli angoli coperti di pelle. Lo prega in oltre di legare in
due volumi secondo il praticato negli anni scorsi li due fasci di scritture stampate qui
parimente annesse320. Più presto, che farà tutto questo, sarà più aggradito. Frattanto lo
riverisce. Da s. Bernardino li 13 gennaio 1805321. Le vite sono del convento d’Arco.
Manca il mese d’agosto, e quindi ho scritto là perché vengami mandato presto. Intanto
potrà legare gli altri mesi riservando da parte il compagno dell’agosto, cioè il luglio322. Il
tomo della vita di Gesù Cristo dovrà legarsi solo.
3032. 1805
A monsignor Vicario Generale Capitolare di Trento.
Pro memoria.
Il Padre Geremia Guardiano del convento di Pergine supplica riverentemente, che
siagli conceduta la facoltà di dispensare una persona dall’impedimento ad petendumdebitum etc.
Concessum attributa etc.
Signatum 24 ianuarii 1805.
Zambaiti Vic. Gen.lis Capitularis.
Al detto P. Guardiano.
F. Gio. Grisostomo gli risponde, che i quartali de’ cambiamenti seguiti di tre in tre
mesi, cominciano nel primo giorno di novembre. Perciò il prossimo quartale dovrà darsi
nell’ultimo di questo gennaio. Non ha potuto rispondergli prima impedito dalla gran
neve: la quale fu d’impedimento anche ai PP. lettori esaminandi, ed al P. predicatore di
s. Maria. Gode, che il P. Vicario Prosdocimo sia franco del suo male: e li riverisce
amendue.
318
L’ho ricevuto li 16 di sera.
Vedi sopra num. 3017.
320
Miscell. e Gaz. a soldi 25 l’uno.
321
Spedita li 14.
322
Gli ho mandato l’agosto nel giorno 17 di gennaio mane. Le portò tutte li 19 gennaio.
319
3033. 1805
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Küebach
F. Ioan. Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Quod sal quoque pro Clarissis huc advenerit, notum facio tibi P.A.R. cui pariter
notum, ac certum esse volo, quod nuper adsignatas nobis triginta sex Missas, fideliter
celebrabimus. De quitantiis autem Officii salinarii, ac oenipontani bibliopolae
nullatenus curo; satis enim mihi est verbum tuum323. Negotium igitur nostrum absolutum
est pro anno isto, qui quoad me forsan erit ultimus, quia senex sum. Quapropter gratias
tibi quas possum maximas pro tot incommodis nostri causa exantlatis ago, etiam nomine
Patris Provincialis, Deumque Optimum Maximum deprecor, ut pro nobis remunerator
sit, ac vitam tibi nedum longevam, sed etiam felicem pro sua infinita benignitate
concedere dignetur. Amen. Dabam Tridenti in conventu sancti Bernardini die 22
ianuarii A.D. 1805.
L’inscrizione come sopra num. 2930, col Provinciali ecc.
3034. 1805
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario e maestro. Arco.
R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.
Trento 22 gennaio 1805.
Assicuro la P.V.R. che dal Padre Diffinitore Damiano ho ricevuto anche il tomo
Massiniano d’agosto: e che tengo preparati per ispedirglieli colla prima occasione li
sette tomi Massiniani ben legati, ed anche li sette offici propri della nostra diocesi. La
legatura de’ sette tomi costa troni 8, e carentani nove324. Gli offici poi sette traieri.
Dunque il debito qui contratto si è di troni dieci, e carentani sei. Mi raccomando.
Qui ieridì ha nevicato tanto, che li nostri PP. lettori non poterono venire dal
Castello a san Bernardino per pranzare, e nella sera dovemmo mandare a pigliarli con
un legno: malgrado il quale ritornarono bagnati ecc. Oggi poi non poterono ritornare al
detto Castello, ed il P. Vicario Armando fu dispensato dall’andare a predicare in s.
Maria Maggiore325. I tetti non istagnano: dalla porta ferrea dell’infermeria è entrata
molta acqua ecc. Avendo nel primo giorno di questo mese rinunciata la curazia di
Gardolo il signor don Domenico Filippi, attesa la sua infermità ostinata, e mortale, nello
scorso giorno 19 fu eletto di lui successore il signor don Gio. Battista Gelmini di Storo
primessario di Ravina, d’anno circa 32. Non so quando piglierà il possesso; bensì, che
eziandio nella domenica prossima dovrà predicarvi, e fare la dottrina, come fu fatto dai
nostri Padri anche ne’ tre mesi passati ogni festa. Lo riverisco ecc.
3035. 1805
Al P. Daniele da Enno Guardiano di Cles.
R.P.S.L.G.C.S.N.
F. Gio.Grisostomo lo prega, che voglia consegnare al signor sostituto de’
benefattori del suo convento gli 8 troni, e tre carentani qui rinchiusi326, destinati dalla M.
323
Così egli scrive.
Dunque ognuno soldi 25.
325
Per mancanza di uditorio impedito dalla neve.
326
Una cedola con 4 quindicini.
324
Badessa lastana per indennizzarlo della spesa fatta colla provisione de’ quattro
Supplimenti breviariali. E lo riverisce ecc. S. Bernardino 22 gennaio 1805327.
3036. 1805
Alla M. Maria Giacinta Tabarella. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano. Amen.
S. Bernardino 29 gennaio 1805.
Anch’io senza cerimonie, e senza replicare quanto dissi negli anni scorsi, confesso
d’avere ricevuto quell’abbondante limosina328, che sonosi compiaciute di mandarmi per
la mia festa onomastica. Le ringrazio di cuore, e prego Iddio Signor nostro, che le
rimuneri, specialmente accordando loro la sussistenza. Ma temo di non esser trovato
degno d’esser esaudito, sapendo che malgrado lo stesso mio augurio dell’anno scaduto,
han dovuto nel medesimo anno cangiar luogo, e paese. Ciò non ostante continuerò le
mie suppliche, ed in breve a loro pro celebrerò due sante Messe. Tutti, preti, Frati,
monache, vescovi, Conti, baroni, cavalieri, nobili, ed ignobili, siamo in un barca rotta.
Se il Signor Iddio ci donerà la pazienza, e la costanza nella santa fede, poi andremo in
paradiso329. Preghiamo dì, e notte caldamente, e speriamo nel paterno di lui amore.
Prego la R.V. che voglia ringraziare da parte mia la M.R.M. Badessa, e le altre tutte mie
benefattrici. Della M. Aloisia, se sarò vivo, mi ricorderò da s. Giuseppe. Domani
applicherò per V.R. la mia essa, onde per intercessione della sua santa nomastica. Iddio
le conceda quello, che santamente desidera. Colla prima occasione opportuna le
rimanderò la scatola piena di Direttori vecchi, ed anche un fascio d’altri Direttori
stampati, e manoscritti. Mi compatisca se tratto da povero. Non so se avrò più il
contento di riverirla personalmente. Il catarro specialmente obbligami a stare ritirato, e
stento a fare salite. Spero, che ci rivedremo nel santo Paradiso. Amen.
P.S. Spero altresì, che la voce di spianare il Borgo di santa croce, e di erigere delle
fortezze in Sardagna, ed alle Laste, non avrà effetto330.ù
3037. 1805
Al P. Vitantonio da Cles predicatore di Riva.
Pro memoria.
F. Gio. Grisostomo brama di sapere, se nel libro de’ battezzati in Riva l’anno 1671
sotto all’ultimo giorno di dicembre siavi quel Gio. Battista Riccabona, che nel giorno
19 di giugno 1695 vestì l’abito francescano tra’ Riformati della Provincia trentina di s.
Vigilio col nome di Fra Prospero, e morì sacerdote in Trento li 4 agosto 1746. Egli
trovasi nominato Riccabona di Riva nel Necrologio, e ne’ cataloghi de’ Religiosi della
predetta Provincia. Ma esso Fra Gio. Grisostomo dubita rapporto al cognome
Riccabona, perché avendo trovato molti rivani dall’anno 1350 sino all’anno 17909 detti
Richeboni, Richemboni, Riccamboni, e Riccomboni, non ha trovato neppure un
Riccabona rivano. Vorrebbe altresì sapere: il nome del genitore del predetto Gio.
Battista, per potere confrontarlo coi nomi de’ Riccamboni. La risposta potrà mettessi su
questa stessa cartuccia.
Così ho scritto li 30 gennaio 1805. Fu risposto, che ne’ libri de’ battezzati si legge:
“31 dicembre 1671. Ioannes Baptista filius Ioannis Iacobi Riccabonae fabri ferrarii hic
327
Spedita li 21.
Cap. 69. Un fiasco di vino, un cuore di marzapane.
329
Qui alludo al mio Cantico del Paradiso già noto alle monache.
330
In Sardagna fu fatta nel luglio del 1805, e sul nostro monte nell’ottobre.
328
Ripae incolae, et Mariae eius legitimae uxoris, baptizatus fuit a me Ioanne Crocina
sacerdote de mandato admodum Rev. domini parochi Rivae. Patrini excell.mus dominus
Laurentius Guella, et domina Virginia domini Ioannis Lovagni”. Così ad verbum.
3038. 1805
Al P. Gasparo da Campo segretario provinciale. Trento.
Promemoria.
La festa di sant’Alfonso, detto anche Ildefonso, e Idelfonso, ed Alonso331,
arcivescovo di Toledo sua patria, notasi ai 23 di gennaio nel Martirologio romano
antico, e moderno: nel calendario parigino del 1764, nel giornale trentino del 1786, e
negli Atti de’ Santi del celeberrimo Padre Bollando. Al fine del Breviario francescano
stampato in Campidonia l’anno 1750, tra gli offici pro aliquibuis locis è fissata nel
giorno 18 di febbraio, perché il detto giorno 23 di gennaio è occupato dalla festa dello
Sposalizio della Santissima Vergine Maria Signora nostra. Parimente al fine di altri
Breviari trovasi l’officio colle lezioni proprie del medesimo Santo; ma senza nota di
giorno. Così anche in parecchi Messali. Fiorì nel secolo settimo circa l’anno 670, e
scrisse molti libri332.
Così ho scritto pregato li 6 febbraio 1805. Vedi To. 6 epist. 2186 pro eodem
Burgensi.
3039. 1805
Al sig. Francesco Steinbrecher libraio.
Fra Gio. Grisostomo lo prega, che voglia portargli presto un’altra copia de’ seguenti
sei offici333, cioè di
S. Vigilio.
S. Simonino.
SS. Sisinnio, Martirio, ed Alessandro.
SS. Cirillo, e Metodio.
BB. Fondatori.
Invenzione della mano di santo Stefano.
Ed anche tante copie della Via del cielo del Beato Leonardo da Porto Maurizio,
quante corrispondono a ove traieri. Tutto questo, ed anche il ricevuto avanti, sarà
soddisfatto subito334.
Così ho scritto li 6 febbraio 1805.
3040. 1805
Al P. Lorenzo Vicario di Arco.
Rev. Padre maestro S.L.G.C.S.N.
Trento, s. Bernardino 7 febbraio 1805.
Oggidì ho insaccato li sette tometti Massiniani legati ad mentem, con sei offici
diocesani, per ispedirli colla prima occasione alla P.V.R335. Il Monauni non ha veruna
copia dell’officio di s. Leopoldo: così pure della Via del cielo del nostro Beato
331
Adifonso, Alifonso, Afonso, Olfo.
Fu monaco Benedettino.
333
NB. Gli offici ognuno tre carentani, e le Messe due carentani. L’officio di s. Vigilio sei carentani.
Nel settembre del 1805 han voluto 12 carentani per cinque Messe.
334
Saldato il tutto li 7 febbraio 1805.
335
Spediti li 15 febbraio per servum arcensis conventus.
332
Leonardo da orto Maurizio. Tengo preparata un’altra copia de’ predetti offici per Cles.
Il tutto è stato soddisfatto con quanto ha mandato il signor Pietro Lovisi agente
Chiusole: del che sopravanzano traieri nove, perché, come dissi, non vi è alcuna copia
della Via del cielo presso il Monauni, ed io non so cosa prendere dal medesimo in vece
di essa, non sapendo cosa tenga, e non potendo andare in persona alla di lui libreria.
Quindi la prego di significarmi qual uso far debba di essi: e di significarmelo presto,
perché temo di dover ancora far fagotti, ed emigrare. Gl’ingegneri oggidì sono stati in
giro. Deus misereatur nostri. Amen336.
P.S. Il P. Diffinitore Carlo Felice dai 28 dello scorso in qua sta fisso sul letto colla
sua piaga in un piede, senza poter celebrare la santa Messa337. Eziandio il P. Ignazio è
tanto infermo, che non può celebrare, né recitare il Breviario, quantunque sia ambulante
per l’infermeria. La prego di notare il colore rubeus nel Direttorio della sagrestia ai 16
marzo.
3041. 1805
Al P. lettore Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.
Trento, s. Bernardino 7 febbraio 1805338.
Frate Gio. Grisostomo poverello, ed afflitto per le minacciate no vi ta di gli
spedisce questi sei offici, per commissione del Padre maestro, e Vicario d’Arco. Teneva
pur ordine di mandargli anche l’officio di san Leopoldo, e la Via del cielo del nostro
Beato Leonardo da Porto Maurizio; ma lo stampatore Imp. Reg. Monauni non ha veruna
copia di essi. Si raccomanda in precibus, e lo riverisce ecc.
Favorisca di notare il colore rubeus ai 16 di marzo. nel Direttorio della sagrestia,
benché potrebbe correre anche l’albus, secondo il Guyato, se l’officio non fosse de
Communi Martyrum.
3042. 1805
Al P. Gregorio da Caldese. Pergine.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento, s. Bernardino 13 febbraio 1805339.
Un personaggio di alto grado340, e merito si è degnato di venire da me oggidì, e di
pregarmi d’un favore, per il quale trovomi costretto d’incomodare la P.V.R. Egli non
vuol essere nominato, e brama d’avere una copia sincera, e netta del manoscritto
Dizionario di voci peregrine, coincidenti colle antichissime dei Cimbri, e di altri popoli,
che si usano specialmente su le montagne del Borghesano, ed in parte su quelle del
Perginale341, composto dal fu signor dottore Simon Pietro de’ Bartolomei di Pergine, ad
insinuazione del fu signor Conte Carlo di Firmian. N’ebbe una copia già parecchi anni;
ma ora non può riscattarla da chi gliela chiese. Io dunque ardisco di pregare la P.V. che
voglia proccurarne un’altra per il lodato personaggio, il quale mi dice, che il mentovato
336
Li 7 sono stati alle Laste. Gli 8 a s. Bernardino. Gli XI a stimar le Laste. Li 14 a s. Bernardino.
Poi a Cognola.
337
Il P. Carlo Felice ripigliò la Messa nel primo di marzo. Partì per Roveredo li 21 marzo. Ritornò a
Trento infermo li 22 aprile 1805.
338
Spedita li 21. Ricevuto.
339
Spedita li 14.
340
Il sig. Gio. Benedetto Gentilotti canonico seniore di Trento cui lo diedi li 30 aprile 1805.
341
Catalogus multorum verborum quinque dialectuum, quibus Alpini perginenses, Roncegnenses,
Lavaroronenses, Septem Pagenses, et Abbatienses utuntur. 1763.
Dizionario non è di molti fogli, e mi aggiunge, che la fatica del copista non sarà fata
gratis342. Mi comprometto del favore; e riverendola resto
suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Ho ricevuto la copia nella sera de’ 29 aprile 1805. È di pagg. 91 in foglio a tre
colonne per pagina343.
3043. 1805
Promemoria.
Voglionsi alcune copie dell’officio del SS. Cuore di Gesù Signor nostro
clementissimo. E quindi si domanda, quanto costi ogni una.
Così ho scritto al Monauni li 18 febbraio 1805, che mi rispose un traiero l’una, o sia
tre carentani. Me ne mandò nove: ed il Fontanari gli ha dato 9 traieri nel dì 20 febbraio.
3044. 1805
Al P. Lorenzo di Cavareno. Arco.
R.P. maestro sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento, s. Bernardino 18 febbraio 1805.
Siccome nel Direttorio del prossimo anno 1806, munito di autorità legittima344, ho
inserita la festa del sacratissimo Cuore di Gesù; così ho pensato bene, e conforme alla
volontà di V.P.R. d’impiegare gli avanzati nove traieri pigliando nove copie dell’officio
di tal festa, il quale per altro ritrovasi al fine del nostro Breviario nuovo. Tre di tali
copie sono qui, e potranno servire per il di Lei coro. Tre altre saranno presto da me
mandate al coro di Cles; e le tre ultime, qualora non dispiaccia345 alla P.V.R. serviranno
a questo coro. Godo, che tale spesa sia stata fatta per cosa non solamente utile, ma
anche necessaria; e riverendola mi professo346.
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3045. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.
Trento, s. Bernardino 18 febbraio 1805347.
F. Gio. Grisostomo arcipovero, ed arciafflitto per le imminenti no vi ta di348 ritorna
con le tre copie qui rinchiuse dell’officio del ss. Cuore di Gesù, già inserito con autorità
legittima nel Direttorio dell’anno prossimo venturo 1806. Potranno servire per il coro di
Cles. Altrettante ne ha mandato al coro d’Arco. Furono provvedute coll’avanzo del
mandato per le Vite Massiniane, e per li sei offici trentini, dal signor Pietro Lovisi
agente Chiusole. Si raccomanda in precibus, non già per cerimonia; ma per vero ed
urgente bisogno ecc.
342
Vide To. 2 Var. Inscript., 1845.
L. 8.
344
Cioè per concessione di papa Pio settimo li 9 luglio del 1803.
345
Le piacque.
346
Spedita li 22 febbraio per P. Damascenum.
347
Spedita li 21. Ricevuto.
348
Trattasi di fare una fortezza, e di demolire chiese, conventi, case ecc.
343
Pro memoria.
Quitanza, li 17 agosto. Per un pacco monetta d’argento349 di fiorini 80 giunto da
Augusta, che io sottoscritto confesso aver ricevuto da questa lodevole Imp. Reg.
spedizione della carrozza di posta. Trento il 21 agosto 1805.
3046. 1805
Al sig. don Pietro Zaiotti curato di Faedo.
Molto ill.tre, e molto rev. sig. padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 19 febbraio 1805350.
Rispondo ai quesiti di V.S. Molto illustre e molto rev. con trascriverle qui due
decreti della S.C. de’ Riti.
Il primo è questo: “Quotiescumque occurrit officium duplex per annum non potest
dici Missa propria pro sponso, et sponsa; est enim Missa votiva, quae prohibetur in
diebus duplicibus a rubrica generali Missalis n. 4, sed debet celebrari Missa conformis
officio cum commemoratione pro sponsis. S.R.C. 3 martii 1761, in Aquen.”.
L’altro fatto ad dirimendas in posterum controversias, et dubitationes de medio
tollendas, è del tenore seguente351: “In celebratione nuptiarum, quae fit extra diem
dominicum, vel alium diem festum de praecepto, seu in quo occurrat duplex primae, aut
secundae classis, etiamsi fiat officium, et Missa de festo duplici per annum sive maiori,
sive minori, dicendum esse Missam pro sponso, et sponsa, in fine Missali post alias
Missas votivas, specialiter assigantam. In diebus vero dominicis, aliisque diebus festis
de parecepto, ac duplicibus primae, et secundae classis, dicendam esse Missam de festo
cum Commemoratione Missae pro sponso,et sponsa. S.R.C. 20 decembris 1783”. Si
aggiunge, che SS. D.N. Pius Papa sextus praefatum S.C. generale decretum confirmavit,
et ubique executioni dandum esse praecepit. Die 7 ianuarii 1784.
Giacché poi V.S.M.R. desidera sapere come io pensi su di ciò, che che dica il
dottissimo Padre Faustino Scarpazza da Crema Domenicano nella sua Teologia morale,
ossia compendio d’etica cristiana, contrario a quanto scrisse nelle sue Decisioni de’
Casi Lamebrtiniani To. XI, pag. 246, edit. 1789, ardisco di manifestare, che salvo il
dovuto rispetto alla S.C. del 1783 ed al precetto piano, io sto colla Congregazione del
1761, ma però senza voler contendere con chi pretende altramente. Quindi seguito a
notare nel Direttorio diocesano dell’officio divino quel Prohibentur Missae votivae
privatae come negli anni passati, quantunque paia, che in vigore del decreto ultimo la
Messa votiva privata per gli sposi sarebbe lecita eziandio tra le ottave dell’Epifania,
della Pentecoste, del Corpus Domini ecc.
Le chiedo scusa, se in questa mattina non le ho risposto subito, essendo allora
impedito352; e riverendola mi dico
Di V.S. M. ill. e m. rev.
Um.mo, div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
de’ Minori Riformati.
Extra. Al molto Ill. e Molto rev. sig. e padrone colendissimo
Il signor don Pietro Zaiotti
Curato degnissimo di Faedo.
349
N° 8.
Spedita li 21.
351
Vide nostrum Rubricale tridentinum cap. 5, num. 597, p. 214.
352
La di lui lettera fu portata da una donna sotto il pranzo.
350
Lavis
Faedo
sopra S. Michele
Preme
3047. 1805
Al P. Daniele da Enno Guardiano di Cles.
Rev. Padre Guardiano sia lodato Gesù Cristo si. Nostro Clementissimo.
Trento, s. Bernardino 20 febbraio 1805.
Qui rinchiuso gli mando il suo Breve, e gli rispondo, che io nulla sapeva dell’elenco
d’Indulgenze, concedute da N.S. Pio VII pubblicato colle stampe dalla reverenda
Camera apostolica nell’anno 1800. Non l’ho mai veduto, e presentemente non saprei
dove trovarlo. Egli frattanto potrà dire, che le cose da sé benedette hanno le Indulgenze
di Pio settimo, e ciò basterà. Il numero di tali cose, a tenore del rescritto sarà di mille in
totum, cioè siccome penso io, di mille capi, verbi gratia 250 corone, 250 croci, 250
Crocifissi, 250 Numismata, o sia medaglie. Farà bene notando diligentemente quante,
che gli occorrerà di distribuirne, e benedicendole non già colla sola mano; ma
coll’orazione propria. Io per altro temo, che il carteggiare colla S.S353. sia pericoloso.
Siamo in una situazione cattiva. Non sarà poco, se conserveremo la santa fede. Da F.
Domenico riceverà un’altra mia datata li 22 gennaio con dentro ecc. Bramo, che si
conservi, e lo prego d’un Memento ecc.
3048. 1805
Alla M. Maria Giacinta. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.
S. Bernardino 4 marzo 1805.
Pur troppo è vero, che dal Padre confessore ho inteso lo stato pericoloso, e
miserabile della buona Madre Gioseffaloisia. Ogni volta, che il detto Padre ritorna dalle
Laste, domando di essa, ed anche delle altre. Temo anch’io, ch’essendo settuagenaria,
questa volta sia per soccombere; ma insieme spero fermamente, e fondatamente, che
terminando qui di patire, e di fare il suo Purgatorio, sia per andare diritta nel santo
paradiso a godere. Non potendo io visitarla prego V.R. che voglia farle sapere, che la
ringrazio di tutte le bontà, che mi ha usato: che celebrerò per essa la mia Messa nella
domenica prossima; e che continuerò il raccomandarla al Signor Iddio viva, e morta
finché avrò vita. Per al festa poi nomastica di s. Giuseppe celebrerò in di Lei pro la mia
Messa nella domenica precedente a tal festa.
Ringrazio pure V.R. della sua elemosina, e l’avviso, che per Lei sarà la mia Messa,
che celebrerò dopo le due predette. Consegnerò a F. Vincenzo la scatoletta, ed un fascio
di carte per gli Agnusdei. Credo, che possano servire anche le manoscritte, giacché sono
gli originali delle stampate. Dallo stesso F. Vincenzo, e dal Padre confessore intenderà
lo stato di mia salute infelice. Non so quando potrò uscire di convento. In caso, che più
non potessi riverirla, si arricordi del dettole più volte, che confidi nell’infinita bontà di
Dio Signor nostro, e non si cruci altro per lo passato. Per carità mi raccomandi al Signor
Iddio, nel cui ss. nome la benedico, insieme coll’inferma, e con tutte le altre mie buone
padrone ecc.
353
Santa Sede.
3049. 1805
Al Padre Provinciale Giuseppe Antonio. Roveredo. S. Rocco. In di lui assenza al P.
Vicario Gasparo da Campo.
Molto Rev. Padre Benedicite.
Trento 5 marzo 1805.
Ieridì, ed anche oggi sono stato nell’archivio provinciale per pigliare le fedi
battesimali de’ nostri cinque candidati; ma quantunque abbia cercato diligentemente,
assistito eziandio da F. Vincenzo di Sfruzzo, nel detto archivio, e negli studioli del
Provincialato, e della segreteria, e nelle celle rispettive, non ho potuto ritrovare la chiave
dell’armaro del detto archivio, la male per altro stava nel Provincialato appresso quella
dell’archivio. Prego adunque la P.V.R. che voglia presto farmi sapere dove l’abbia
riposta: ed in caso, ch’Ella non l’avesse usata, favorisca di ricercarne il Padre Gasparo
segretario. Se poi né uno,né l’altro potesse indicarmela, dovrò farmi aprire dal chiavaro
Bastiano. Le aggiungo, che non ho ancora ricevuto la fede battesimale del Comai: e
pregandola della sua benedizione paterna le bacio la sacra destra, e mi professo354.
Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
3050. 1805
Pro memoria355.
Quantunque sia noto, e palese a me, ed a quanti qui si trovano, che Voi Fra
Giacomo, avendo terminato felicemente coll’aiuto del Signor Iddio, l’anno canonico, e
regolare del noviziato in questo sacro convento sino dal giorno decimottavo d’agosto
dell’anno scorso: e ieridì l’anno ventesimo quarto dell’età ultimamente richiesta:
giacché avete ottenuta l’approvazione dio questa religiosa famiglia, e la licenza del
nostro molto reverendo Padre Ministro Provinciale, siete intenzionato, risoluto di
obbligarvi con voti solenni ad osservare per tutto il resto della vostra vita la nostra santa
Regola, conformemente alle dichiarazioni autentiche de’ sommi Pontefici Niccolò terzo,
e Clemente quinto: pure inerendo al rito finora lodevolmente praticato in simile
congiuntura, vi ricerco, e domando, se vero sia, che vogliate fare oggidì tal professione?
Rispondete adunque in modo, che tutti vi sentano, ed intendano.
Il novizio. Confidato nel divino aiuto, sono fermamente risoluto, e determinato di
professarla subito, e di osservarla per tutto il resto della mia vita.
L’officiatore. Deo gratias. Genuflesso. Veni Creator Spiritus etc.
V. Emitte Spiritum tuum, et creabuntur.
R. Et renovabis faciem terrae.
Oremus.
Actiones nostras, quaesumus etc.
Formola della Professione.
Io Fra Giacomo faccio voto, e prometto a Dio Onnipotente, alla beata Maria sempre
Vergine, al beato Padre San Francesco, a tutti li Santi, ed a Voi, Padre, di osservare in
354
355
Spedita 6 marzo.
Detta in s. Bernardino di Trento li 26 marzo 1805.
tutto il tempo della mia vita la Regola de’ Frati Minori, confermata dal signor Papa
Onorio terzo, vivendo in obbedienza, senza proprio, ed in castità356.
L’officiatore. Ed io da parte di Dio, se osserverete queste cose, vi prometto la vita
eterna.
Tutti dicono. Amen.
Poi: Ecce quam bonum etc. ut in libello.
3051. 1805
Al P. Gasparo da Campo Vicario. Roveredo. S. Rocco.
Rev. Padre padrone colendissimo. S.L.G.C.
Trento 11 marzo 1805.
Eseguendo l’avviso datomi dalla P.V.R. ho trovato subito quella chiave, che più
volte ho cercato in vano di proprio moto, e nello stessissimo luogo dove l’aveva cercata.
Restò sluogata nella congiuntura del transito lastano. Ho ringraziato Iddio Signor
nostro, e ringrazio anche Lei, cui aggiungo, che ora tengo appresso di me le cinque fedi
battesimali ritornate da Insprugg, e l’attestato di questo ginnasio rapporto agli studi.
Quando riceverò la fede battesimale del Comai farò la spedizione di tutto. Per altro
stupisco, che sia tanto tardiva, e specialmente essendo stata chiesta eziandio in
scriptis357. Spero però di riceverla mercoledì prossimo, giacché il P.M.R. avrà parlato in
Arco. Le fo sapere poi, che ora dal primo del corrente mese il P. Diffinitore Carlo Felice
di Trento celebra la santa Messa. Fra Giulio ha un gamba offesa dal viaggio di
Roveredo, cioè dalla risipola: la chiesa di s. Michele fu evacuata d’ordine... Nella
mattina dei sei furono sul nostro monte alcuni ingegneri, li quali cominciarono una
cava, ma non la proseguirono, perché trovarono del duro. Volendo aperta la porta del
detto monte, ruppero la serratura, perché mancando li PP. superiori, non ebbero
tostamente la chiave. Anche alle Laste cominciarono soltanto una cava. Il P. letterario
per spedire a Salisburgo un fagotto di libri, deve accompagnarlo colla fede della Sanità.
Finisco riverendola... Il P. confessore Ilario mi dice, che la festa di s. Giuseppe non sarà
solennizzata punto alle Laste, e che quindi non predicherà.
3052. 18035
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Roveredo.
Molto Rev. Padre Benedicite.
Trento 12 marzo 1805358.
In questa sera ho ricevuto un dispaccio di questo C.R. Giudicio Provinciale diretto
alla P.V.M.R. e dato in Trento li 5 del corrente. Lo trattengo, perché spero di poterglielo
consegnare in breve colle proprie mani359. Frattanto le fo sapere, che il P. Giuseppe
Maria de Iacobis da Predazzo (sic) si dice trovato abile per il lettorato di filosofia
teoretica, e pratica; ma non già così il P. Illuminato Gritti da Cles per il lettorato della
fisica. E quindi il primo viene abilitato all’esercizio del lettorato, bensì dietro il libro
scolastico del professore Kampe. Il P. Illuminato poi ordina il Governo, ch’egli abbia ad
356
Videsis Familiare Regularium P.F. Antonii Palumbi de Campo basso O.M.O. adauctum a P. F.
Iosepho de Neapoli, editumque Neapoli an. 1706, in 4°. Item libellum P. Sannig, et To. 1 Chronol.
Seraph. sub capit. 62, pag. 496 et seqq.
357
Li 18 marzo ho ricevuto una lettera dal Comai senza data, con cui mi avvisava, che vuol farsi
prete secolare.
358
Spedita li 13 per la posta.
359
Ritornò a Trento li 15 marzo.
acquistarsi delle migliori cognizioni nella fisica più recente, e dopo d’aversi ben
preparato, ad insinuarsi per subire un nuovo esame. Il medesimo dispaccio avvisa, che
dopo la Pasqua V.P.M.R. spedisca a questa cancelleria il candidato destinato a subire
l’esame di matematica: e che non avendo l’eccelso Governo fatto alcun cenno
dell’esame di filosofia teoretica, e pratica, che unitamente alla fisica sostenne il P.
Gritti, né tampoco dell’esame sostenuto dal P. Francesco Maria de Francesco da
Panchià (sic), si ricerca contestivamente lo stesso Governo di voler passare anche
intorno a tali esami la propria risoluzione. Io non ho pubblicato queste cose; ma le
pubblicò quello stesso, che portò il dispaccio avanti, che io lo ricevessi. Temo, che
possa restare offeso il P. Illuminato; ma nello stesso tempo confido nella prudenza, e
carità della P.V.M.R. cui replico, che alle Laste non si festeggerà il giorno di s.
Giuseppe: che il Terziario sta sul letto360: che sto aspettando la fede del Comai; e che la
prego della sua benedizione paterna.
Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
3053. 1805
Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Mezlombardo.
Rev. Padre S.L.G.C.S.N361.
Mi manca la lena, ed il tempo per rispondere come dovrei, e vorrei al caso liturgico,
che la P.V. mi ha proposto. Quindi le rispondo brevemente. Dico dunque, che la copia
del decreto speditomi come tratta dal Compendio delle cerimonie ecclesiastiche del
Padre Gavanto362 con le Addizioni del Padre Merati, non va d’accordo collo stesso
Merati, e col Cavalieri. Poiché la detta copia suona così: “Il giorno anniversario di tutti i
defonti di qualche Ordine, o Comunità cadendo in giorno di doppio maggiore ancora
trasportato, non si deve trasferire; onde l’ufficio doppio maggiore colla sola Messa
solenne dopo Terza, e l’ufficio de’morti si reciterà dopo le Lodi con rito doppio, e tutte
le Messe private si celebreranno de’ morti. Decret. 5 maggio 1736”363.
Il Merati della stampa di Roma del 1737 in indice decret. Missal. num. 683, dice:
“Annua commemoratio omnium defunctorum alicuius Ordinis, seu Communitatis non
est transferenda, si in illa die occurrat festum duplex minus, etiam translatum, sed fiet
officium de dupluci cum sola Missa solemni post Tertiam. Officium vero defunctorum
recitandum erit post Laudes sub ritu duplici, et omnes Missae privatae dicentur pro
defunctis in paramentis nigris. S.T.C. 5 maii 1736, in Einsilden. o piuttosto in Einsilden.
(sic) ch’è un insigne monastero di Benedettini nell’Elvezia”.
Il Cavalieri poi edit. Remondin. 1758 To. 3 decret. in ord. 42 asserisce, che ne’
registri della Sacra Congregazione de’ Riti si ritrova questo decreto: “Iam in omnibus
Congregationibus Ordinis Benedictini post festum omnium Sanctorum 13 novembris
celebratur solemnis commemoratio omnium defunctorum confratrum dicti Ordinis; quid
si illa die 14 novembris alicubi adsit festum duplex translatum, aut occurrens? Eritne
eiusmodi festum ulterius transferendum cum officio defunctorum, et dicendae omnes
Missae pro defunctis confratribus praeter unam de festo? Vel eritne officium alia die
dicendum? Et tunc non amplius in celebrando convenient monasteria nostri Ordinis.
Sacra vero Rituum Congregatio die 5 maii 1736 respondit: Commemoratio omnium
360
S’alzò li 13.
Nella lettera non ho potuto nominarlo, quindi ho scritto soltanto Rev. Padre.
362
pag. 19 et seq. edit. venetae 1761 in 4°.
363
Landi cit. edit.
361
defunctorum non est transferenda, sed si die illa occurrat festum duplex minus, seu
translatum, fiat officium de festo duplici cum Missa solemni post Tertiam; officium vero
defunctorum recitandum erit post Laudes, et omnes Missae privatae dicuntur pro
defunctis in paramentis nigris”.
Qui lasciando alla P.V. il notare in che differiscano queste tre copie, le dico
soltanto, che tale decreto per avviso e sentimento del lodato Padre Cavalieri loco citato,
num. 2, Commemorationibus omnium defunctorum, quae pluribus ecclesiis commune
sunt poterit adoptari, secus iis, quae limites alicuius particularis ecclesiae non
praetergrediuntur, in his quippe convenientia aeque habetur sive uno die, aut altero
celebrentur, ubi in illis hoc ipso laudabilis conformitas laederetur. Replica poi nel num.
3 che può far uso del medesimo decreto anche una Comunità, dummodo Communitas
talis sit, quae non solam personarum pluralitatem importet ad eam ecclesiam
individuam attinentium, sed etiam pluralitatem ipsarum ecclesiarum.
Questo a me pare bastevole per poter conchiudere, che l’officio pro animabus, il
male in ogni parrocchia di questa nostra diocesi suol farsi nel tempo di Quaresima con
particolare solennità, cioè con predica delle anime, e con due Messe cantate, una da
vivo, e l’altra da morto, non è bene appoggiato al premesso decreto: ed aggiugnendole,
che tale officio con tutte le Messe da morto potrassi fare nella Quaresima in un giorno
feriale di rito semidoppio da destinarsi anticipatamente toties quoties, mi lusingo, che
altrettanto parerà eziandio alla P.V. e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 17 marzo
1805.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
P.S. Credo non affatto superfluo l’aggiugnere, che secondo il Padre Cavalieri cit.
num. 3, l’accennato decreto non favorisce Commemorationem, quam de suis defunctis,
aut aliis celebrat cathedralis aliqua, vel collegiata, aut quaecumque alia particularis
ecclesia, etiam Regularis.
Nota. Questo caso fummi esposto in scriptis dal R.S.D. Stefano Rinaldi prete di
Mezlombardo d’anni circa 54, e maestro di scuola, che non vuol essere da me nominato,
perché i RR. preti di quel luogo sono discordi su di tal caso. Mi aggiunge,che in molte
parrocchie facendosi l’officio predetto in un giorno di doppio si leggono le Messe
private del Santo corrente, ed una solenne da morto. In altre benché sia giorno di doppio
si leggono tutte le Messe da morto in vigore del decreto, inserito nel sopra citato
Compendio.
3054. 1805
Al P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno. Mezlombardo.
Rev. Padre lettore S.L.G.C.
Trento 18 marzo 1805364.
Qui rinchiusa gli spedisco la mia qualunque siasi risposta al caso propostomi dal
M.R. signor Donno Stefano Rinaldi, cui mea obsequia. Chiedo scusa della mia tardanza,
provenuta dalla svogliatezza, che patisco per l’età, e per le miserie de’ nostri giorni, e
per aver cercato in vano più volte un libro, ora confuso con altri nella libreria nostra,
resa quasi un magazzino365. Se poi mi farà sapere quale incontro ricevuto avrà la detta
364
365
Spedita 20.
Il Compendio italiano del Gavanto, donatomi dall’abate Rombo.
mia risposta, mi farà cosa grata366. Gli aggiungo, e rispondo finalmente, che finora non
sappiamo qual sorte abbiano avuto in Insprugg le sue decisioni, e quella de’ PP.
Custode, Damiano ecc. È stato pubblicato dai pulpiti, che domani alle Laste non si farà
la solennità consueta di san Giuseppe. Il nostro P. Provinciale ritornato da Roveredo, e
Arco, si trova qui. Questo P. predicatore del Duomo Bartolommeo Costenaro dalla
Crosara padovano, è stralodato da tutti. Deo gratias.
3055. 1805
Al Governo d’Insprugg.
All’eccelso imp. reg. Governo dell’Austria Superiore.
Io sottoscritto Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia presenta, ed esibisce
qui rinchiuse le fedi battesimali con gli attestati degli studi fatti da cinque giovani, che
bramano d’essere vestiti dell’abito della mia Religione: e riverentemente supplica della
licenza di poterli vestire. Della qual grazia ecc.
Trento 20 marzo 1805.
F. Giuseppantonio Dusini di Cles
Provinciale de’ Francescani.
Extra. All’Eccelso Imp. Reg. Governo
dell’Austria Superiore.
Insprugg.
Senza sigillo, perché posdomani dal P. Provinciale sarà consegnato al sig.
Francesco Riccabona aggiunto capitaniale nel Castello di Trento, per cui suggerimento
fu fatto l’accennato esame de’ giovani, li quali sono li riferiti sopra num. 2970.
Nell’attestato degli studi, ho cancellato con due linee il nome di Bartolommeo Comai
cavedinese in vigore del notato sopra num. 3051 in margine. Il sig. Riccabona non ha
ammesso l’attestato del prof. Tamanini, perché attesta la bontà de’ costumi, di cui egli
non ha fatto prova. Fu dunque rifatto tale attestato colla stessa data de’ 16 febbraio
senza il nome del Comai, ut To. V. Cod. diplomat. n. 1142. Fu pure rifatto il memoriale
ut supra, e dato al Riccabona li 23 marzo. Li giovani sono gli accennati sopra pag. 3758,
num. 2970. Nel principio di maggio venne la risposta negativa della licenza con iscuse.
3056. 1805
A monsignor Vicario Generale Capitolare Zambaiti. Trento.
Ill.mo, e R.mo signore.
Il Padre Cirillo da Cles prega V.S.Ill.ma, e R.ma per la facoltà di poter assolvere ab
haeresi, una persona, la quale si lamentò con Dio Signor nostro clementissimo,
credendo intimamente, e dicendo, che le ha fatto un torto ecc.
Concessum sub solitis conditionibus.
Sig. 5 aprilis 1805.
Zambaiti Vic. Gen. Capitularis.
R.P. Trento 5 aprile 1805367.
366
Mi ha risposto che la mia decisione fu aggradita, e tosto posta in pratica colle Messe da vivo in
giorno doppio.
367
Al detto P. Cirillo spedita li 6 a Cavalese.
Soltanto nella sera dei tre ho ricevuto la sua de’ 21 marzo. Le condizioni espresse
altre volte dallo stesso monsignor Vicario in simili congiunture, sono, che il penitente
ne’ suoi errori non abbia complici: che abiuri li suoi errori, e li detesti coram
confessario: che faccia la professione della fede cattolica, e di segni di vera penitenza:
che siagli ordinata una penitenza grave: la frequenza de’ Sacramenti:la riparazione dello
scandalo ecc. Siccome l’errore, ed eccesso del penitente di V.P. non è derivato da una
disgrazia nuova, e transitoria; così io temo, che avrà fatto molte confessioni, e
comunioni, anche pasquali, cattive; e quindi stenterà non poco a cangiare sentimenti con
perseveranza. Dunque glielo raccomando. Il Padre predicatore di questo Duomo è il
Padre Bartolommeo Costenaro dalla Crosara padovano, che nacque li 3 maggio 1750,
vestì l’abito nostro serafico in Bassano li 30 aprile 1766, ed ha predicato nove
Quaresime quotidiane, oltre questa trentina. Predicò in Venezia, Padova, Rovigno,
Noale, Cittadella, Adria, Feltre, Lonigo ecc. Predica con molto fervore, con chiarezza,
con voce intesa eziandio dai lontani; moralizza lodevolmente, e batte il pulpito con
molta grazia. Egli ha sempre una copiosa udienza. In pro delle sante anime ha riscosso
una limosina straordinaria, e senza pari. Abita nella casa Crosina, e mangia sempre di
magro. Tre volte pranzò qui con noi368. Tiene per suo compagno un bravo Terziario
detto Fra Floriano da Bologna, che lasciò la sua patria per non essere cisalpino. Sono
venuti a Trento da poveri Francescani sempre a piedi. Deo gratias. Domani partiranno
per Feltre alle Ordinazioni F. Maurizio, F. Urbano, F. Ambrosio, e F. Crescenzio, e
saranvi condotti dal P. Bernardino, che ora sta in Pergine. Godo sentendo, che V.P. se la
passa bene369: mentre io vecchio son travagliato dal catarro; e raccomandandomi
d’un’Avemmaria popolare, la riverisco, e resto suo div.mo servo F. Crisostomo.
Pro memoria. La detta persona si lamentò perché nacque, e divenne gobba, o zoppa
ecc.
3057. 1805
Al sig. Gio. Francesco Bellesini notaio in Trento.
Molto illustre, e spettabile sig. e padrone colendissimo.
Da s. Bernardino li 7 aprile 1805.
Appena partita da me iersera V.S molto illustre, e spettabile, mi venne in mente di
guardare degli altri miei manoscritti: ed avendo quindi ritrovato con piacere delle
notizie analoghe alla prima,mantengo la mia promessa, e gliele comunico. Pregandola
poi di aggradire la mia premura, e sollecitudine per renderla servita, la riverisco, e mi
professo.
Di V.S. molto illustre, e spettabile
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo di Volano.
Nel 1544 visse Zordan de Zuan Belesin da Vezan abitador a Mean.
Nel 1571 Zordan Belesin da Vezan quondm Zuan Belesin, abitante a Mean.
Nel 1631 Francesco Belesin detto Zordan, abitante a Santo Martino in Trento.
Nel 1638 Antonia quondam Zuan Belesin di Mean.
Nel 1737 li 17 febbraio è morta nel monastero di santa Chiara di Trento la Madre
Suor Teresa Margarita Belesina di Trento, vestita innanzi l’anno 1701.
Extra. Al Molto Illustre e spettabile sig. e padrone colendissimo
Il Sig. Gio. Francesco Belesini
368
369
Poi un’altra volta.
Predica in Moena, a Pradazzo.
Notaio imperiale, e collegiato di
Trento370.
3058. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo lettore. Cles.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento, s. Bernardino 9 aprile 1805371.
Mi affretto per servire l’Ill.mo sig. Giacomo Maffei372, nostro singolarissimo
benefattore, mandandogli la chiesta descrizione di Trento: e pregandolo de’ miei
ossequi al medesimo, gli auguro un felice Alleluia, e lo riverisco.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo ecc.
Nota.
La descrizione comincia così: Descriptio Tridenti. Tridenti civitas, qaue Comitatus
etc. come nel mio Diario del Viaggio Veneto pag. 34, et seqq. sino al de Puppio. Poi:
“La prima copia di questa descrizione fu da me fatta li 26 settembre 1766 nel nostro
convento di s. Maria di Gesù in Trevigi. La ho tratta dal tomo 8 Veterum scriptorum, et
monumentorum historicorum, dogmaticorum, moralium de’ Padri Edmondo Martene,
ed Ursino Durand Benedettini di s. Mauro, stampato in Parigi l’anno 1733 in foglio,
dove comincia col 1224. Dopo di essa segue Diarium Actorum sacri Concilii tridentini
sub Pio IV Pontifice, auctore Torello Phola de Puggio, cathedralis ecclesiae Fesulanae
canonico, che col. 1423 finisce con queste parole: Ego idem Torellus presbyter, et
auctor, et scriptor extiti, hinque hanc, quae cernitur formam redegi, ad laudem, et
gloriam SS. Trinitatis. Amen. Anno Domini 1564”. Io preferisco alla lezione de Puggio
quella de Puppio, perché son certo, che nella Toscana, dove nacque, e fu canonico il
Fola, si ritrova un villaggio detto Poppi. Il medesimo Fola confessa, che Tridenti
semper commoratus est in tempo del sacro Concilio, non già come conciliare, ma come
servente di monsignor Angelo Massarello vescovo di Telesino, e segretario dello stesso
Concilio. La di lui descrizione di Trento fu ristampata senza nome di autore, non però
ad literam, né intera, insieme col Concilio tridentino edit. Pataviane 1758, Venetae
1781 etc. Io ho mutato qualche parola supponendola un errore di stampa, e la ho divisa
in undici paragrafi373. Ad altri lascio il comentarla. In vece di che mi piace di soggiugner
qui una nota manoscritta, che li 26 ottobre 1785 ho trovato al fine d’un Codice biblico
del cardinale Madruzzo374, Padre del detto Concilio, concepita in questi termini: Anno
Dñi M.D.LXIII die 4 Decembris, hora intra etc. come To. 1 Variarum Inscript. 1189.
3059. 1805
Al P. Giorgio da Cles Guardiano. Cavalese.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 17 aprile 1805375.
370
Portatagli alla casa da me gli 8 aprile.
Spedita li 10 aprile.
372
Maffei di Revò, che nel giugno 1805 ha terminata la stampa in Roveredo della sua opera
intitolata Periodi istorici e topografia delle Valli di Non, e di Sole, in 4°, pp. 144, per L. 6.
373
Paragrafi, o sia capiversi.
374
cioè Lodovico.
375
Spedita li 17.
371
Monsignor Vicario Generale, pregato dal Padre Diffinitore Gaudenzio ad istanza di
me, che per mio incomodo catarroso non posso uscire di convento, ha conceduto alla
P.V.R. la chiesta facoltà d’assolvere un penitente dal gran peccato dell’omicidio
volontario, che io voglio supporre un infanticidio376. Questa si è la prima volta, che ho
avuto l’impegno di chiedere così fatta licenza, e bramo che sia eziandio l’ultima.
Mi spiace, che la P.V. pensi, e tratti di sgravarsi del peso guardianale. Ciò non
ostante le rispondo, che mi ricorderò di Lei nella prossima Congregazione. Frattanto le
fo sapere, che l’altra sera è giunto qua per sostenere l’esame regio lettoresco il suo
Padre Vicario Regalato: e riverendola mi dico.
Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Ieridì saranno stati sacerdoti tutti li nostri chierici mandati a Feltre, conforme ha
scritto il Padre Bernardino loro condottiere.
3060. 1805
Al P. lettore Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
R.P.S.L.G.C.
Trento 19 aprile 1805377.
Intanto, che F. Vincenzio Maria sta compendiando la leggenda bollandiana di s.
Vittore Moro, gli spedisco quella di Pietro de’ Natali, supponendo, che possa essergli di
qualche giovamento preventivo: e notificandogli, che ai sedici del corrente in Feltre
sono stati ordinati sacerdoti anche F. Urbano, e F. Crescenzio378, lo riverisco, e resto, col
dispiacere, che il padre Guardiano d’Arco (Gio. Evangelista) si trova viaticato in Nago,
in casa Gazzoletta, non potendo essere trasportato alle Grazie379.
3061. 1805
Al sig. don Bartolommeo de Ioris. Mezlombardo.
Molto illustre e molto rev. sig. e padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 20 aprile 1805380.
Unitamente con questa rimando a V.S. Molto illustre, e Molto rev. i tre rotoli, e la
carta, che mi ha spedito da trascrivere. Fra di loro troverà la mia qualunque siasi copia
senza veruna breviatura. Della carta ho fatto poco uso, perché non è una copia intera del
rotolo più antico, e perché non la credo tutta sincera. Non ho trascritto il rotolo terzo,
perché si è una copia del secondo, con pochissime, e non rimarchevoli varianti, una
delle quali sta nella soscrizione, dove si legge Petri Crivelli de Gardulo publicus
imperiali authoritate Notarius. Benché sappia, che in Enno furonvi de’ Berti, non posso
credere, che debba leggersi Valentinus Berti de Enno, piuttosto leggerei Valentinus
quondam Berti; ma pure non ardisco di scriver tanto. Eziandio dello scritto alla pag. 7
honore, et utilitate non son contento. Alla pag. 12 ho scritto: Ego Laurentius filius
quondam egregii domini Adreae notarius, olim domini Laurentii notarii de Campo
Enni, perché ho trovato altrove, che nel 1498 visse Ser Laurentius Notarius de Campo
Enni: nel 1531 Ser Andreas Notarius de Campo Enni: nel 1566 Egregius dominus
Laurentius Notarius filius quondam domini Andreae Notarii de Pangratiis de Campo
376
Ha conceduto l’assolvere dal peccato, ma non dalla irregolarità in caso che fossesi contratta.
Spedite tutte due li 20 aprile. Ricevuta la mia li 22.
378
Di lui discepoli.
379
Morì li 21 aprile.
380
Spedita li 22.
377
Enni: e nel 1570 Egregius Dominus Laurentius Notarius filius quondam Egregii
Tabellionis Domini Andreae e Pangratiis de Campo Plebis Enni. Questi tre Lorenzo,
Andrea, e Lorenzo detto giuniore, ed anche sex Pancratius, sono lodati nell’inscrizione
sepolcrale de’ signori Campi, posta l’anno 1570 nella chiesa curata di Campo d’Enno.
Odorico barone di Spor fiorì negli anni 1549, 1561, 1564. Un Giovanni Maorini da
Maorina di Spor Maggiore, detto anche di Trento, nel 1655 vestì l’abito nostro
francescano col nome di F. Carlo, e morì sacerdote in s. Bernardino di Trento l’anno
1691. Graduato.
La ringrazio della limosina, che s’è compiaciuta di fare in pro di questo nostro
povero convento: ed assicurandola, che favorendoci d’una sua visita, sarà ben veduta,
con tutto il rispetto la riverisco, e mi professo.
Di V.S.M.Ill.re, e M. Rev.
Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo di Volano.
Nota. I detti rotoli sono rotti, e di caratteri tristi, e smarriti. La mia copia è senza
breviature, di carattere tutti distinto, chiaro, e netto, e di carta grossa del secolo
decimosettimo, in 4°, pagg. 19. Ha questo titolo: Locationes duae perpetuales Mansus
de Maurina Plebis Spaurensis factae Annis 1366, et 1632. Comincia: Exemplum ex
authentico relevatum Anno 1805. Possono leggersi nel mio codice diplomatico To. V,
pag. 549, et seqq. (num. 1159), La limosina cartacea fu di troni 26,3 per ricognizione
d’altra copia fatta nel giugno, di cui sopra num. 2878, pag. 3653381.
3062. 1805
Al P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno. Mezlombardo.
Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 21 aprile 1805382.
Ringrazio la P.V.R. dell’avviso datomi, che la mia risposta alla quistione rinaldiana
sia stata ben ricevuta, e messa in pratica. Dal che prendo motivo di sperare, che gioverà
eziandio fuori di Mezlombardo. La prego poi di consegnare al P.R.S.P. Bartolommeo de
Ioris le carte qui rinchiuse. La loro copia mi ha costato molta fatica, e molto tempo,ed
anche attesa la barbarie del notaio seniore, e molta nausea. Godo però d’avere
proccurato al possibile di rendere servito il lodato signor abate, cui rendo grazie della
fattaci limosina, e scrivo, che sarà gradita la di lui visita. Rapporto alle descrizioni
enipontane io non posso dirle altro, se non se, che non sono ancora comparse tutte,
benché sia stato scritto a Insprugg, che si aspettano383. Frattanto Ella sia di buon animo,
speri in bene: e mi raccomandi al signor Iddio come vecchio cadente ecc.
3063. 1805
Pro memoria384.
Queste sacre Reliquie furono estratte dai tre altari marmorei della chiesa di San
Michele di monache Clarisse appresso Trento, nel febbraio di quest’anno 1805,quando
la medesima chiesa fu convertita in un magazzino militare385. L’estrattore fu il sig.
Giuseppe Pizzoli gastaldo delle monache coll’aiuto di due fabbri ferrari, e colla previa
381
Nel 1662 gli 8 agosto è morto Angelus S.R.E. cardinalis Iorius da Camerino aetatis an. 77.
Spedita li 22.
383
Li 24 ho inteso, che sono venute al Castello di Trento.
384
Aprile 1805.
385
Le ho riposte nell’archivio provinciale. Ora nel maggio voglionsi levati anche gli altari.
382
licenza di monsignor Zambaiti Vicario Generale Capitolare. Il vaso più alto e più grande
fu nell’altar maggiore. Il vaso di san Probo, ed altri Santi fu nell’altare della Madonna;
ed il vaso terzo senza inscrizione fu nell’altare di santa Chiara386. Così ho scritto Io Fra
Gio. Grisostomo da Volano, ad istanza del Padre Ilario dai Bampi confessore attuale
della predette Religiose, ora dimoranti nel convento carmelitano delle Laste sopra
Trento387.
3064. 1805
All’eccelso cesareo-regio Governo dell’Austria Superiore.
Fra Sisto da Caldonazzo chierico francescano Riformato della Provincia trentina,
detto già nel secolo Tommaso Cristiano, figlio di Tommaso Garbari, che nacque gli otto
di maggio 1782, e vestì l’abito serafico li dieci di novembre 1802, desidera
sinceramente, ed ardentemente di presto consagrarsi tutto al servizio del Signor Iddio
coi voti religiosi. Perciò supplica umilmente, e di sua propria spontanea volontà, che
siagli conceduto di poter fare i detti voti senza più oltre aspettare l’intero compimento
dell’anno terzo di Religione. Per la qual grazia. ecc.
Così ho scritto li 22 aprile 1805 e così fu spedito li 27 sabato con gli attestati del
commissario di Caldonazzo, e del commissario di Pergine, che il genitore sia contento,
e che F. Sisto pure sia contento. Tal mossa fu eccitata non già da noi; ma dal detto
genitore, incoraggiato dal sig. consigliere Ippoliti di Pergine. Ma non isperiamo la
chiesa grazia. In fatti nel dì 28 maggio ho inteso, ch’è venuta una negativa.
3065. 1805
Al P. Raffaele da Lardaro Vicario di Campo.
Trento 30 aprile 1805.
Fo sapere alla P.V.R. e l’assicuro, che oggidì per mezzo del P. Provinciale nostro le
ho impetrato da monsignor Vicario Generale la chiesta facoltà d’assolvere semel dai
Casi riservati una persona. E raccomandandomi caldamente in precibus la riverisco, e
mi dico.
Di V.P.R.
Div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo ecc.
3066. 1805
Al P. M. Gregorio da Caldese. Pergine.
Rev. padre sia lodato Gesù Cristo.
Trento 1 maggio 1805388.
L’altra sera ho ricevuto il rotolo speditomi dalla P.V.R., e iersera in persona l’ho
portato a quel soggetto, che lo aspettava, In questa poi egli pure in persona mi ha
consegnato l’involto di otto libbre, che troverà nell’annessa sportella intatto, e chiuso tal
quale fummi dato. La prego di compatirmi del molto grave incomodo, che le ho recato.
Non credeva, ch’esser potesse tanto grande. Sono persuasissimo, che il descrivere così
386
Gli altari della Madonna passaviese, e di s. Chiara fatti di marmo furono consecrati li 25
settembre 1757 da M. Francesco Felice Conte Alberti vescovo di Miletopoli, coadiutor, ed amministratore
plenipotenziario di Trento.
387
Vedi Ferrari To. 4, verbo Indulgentia.
388
Spedita gli 8 ma senza la sportella per mezzo del P. Stefano. Ho spedita la sportella gli 11 per
mezzo di F. Leonardo.
fatti vocaboli voglia molto tempo, e molta pazienza: e resto edificato di lei, che l’abbia
fatto, e che l’abbai fatto anche da maestro così bene. Finalmente la prego eziandio di
pazientare qualora la ricompensa non le sembrasse corrispondente al suo merito; e
sospirandole una lunga, e prosperosa vita la ringrazio un’altra volta, mi professo.
Della P.V.R. cui aggiungo, che la cucitura della sportella è munita del mio sigillo.
Obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3067. 1805
Al P. Cirillo Dusini da Cles. Cles.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento 3 maggio 1805.
Lo compiaccio subito subito, facendogli sapere, che il P. Fortunato Guelmi da
Trento nacque li 15 e fu battezzato li 18 settembre 1737, e morì nel giorno primo di
gennaio di questo anno 1805, di sua età 68° incompleto.
Il P. Cesario de’ Paoli da Mezzo Lombardo nacque li 2 aprile 1736 e morì li 6
gennaio 1805, di sua età 69° incompleto.
Fra Placido Taiti da Mezzo Lombardo è nato li 29 novembre 1735 ed è morto li 3
gennaio 1805, d’anni 70 incompleti.
Stupisco, che costì non siavi alcuno il quale tenga somiglianti note: e quindi esorto
esso a proccurarsele, E riverendolo col Padre lettore Giuseppe Maria, mi dico
Suo div.mo servo in Cristo
F.- Gio. Grisostomo.
P.S. Sono qui all’esame lettoresco li PP. Regalato, e Vigilio. Sonovi pure per lo
stesso fine cinque Padri di s. Croce.
3069. 1805
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario. Arco.
Rev. Padre maestro sia lodato Gesù Cristo.
Trento 4 maggio 1805.
Nel giorno quarto dello scaduto aprile ho ricevuto di ritorno i sei tometti malamente
legati del Padre Massini: nel quinto gli ho consegnati al libraio (Francesco
Steinbrecher) affinché li leghi meglio, e dopo d’averlo più volte fatto avvisare, che ciò
faccia presto, finalmente oggidì gli ho ritrovati nella nostra cella legati, come credo,
meglio. Già gli ho messi, e chiusi nel loro sacchetto; e quindi li rimanderò alla P.V.R.
colla prima occasione opportuna, che desidero venga presto. La prego d’avermi per
iscusato; e riverendola resto389.
Di V.P.R.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3069. 1805
Al P. Filippo Panizza di Meztodesco. Salisburgo.
Rev. Padre padrone colendissimo. Sia lodato Gesù Cristo S.N390.
Trento S. Bernardino 3 maggio 1805.
389
Spediti li 30 maggio per servum arcemsem.
Egli si scrive concionator italus. Conventio signata Tridenti die 4 maii 1805 et Salisburgi die 24
maii 1805 inetr conventum illum, et Provinciam nostram.
390
Obbligatissimo mi confesso alla P.V.R. per la memoria, che conserva di me,
quantunque privo d’alcun merito, e per l’attenzione, che ha di favorirmi. Ho registrato
ne’ miei manoscritti le notizie liturgiche, di cui mi fatto consapevole; ma non posso in
quest’anno farne uso391, perché li Direttori sono già scritti per l’anno venturo 1806 e poi
non ardisco di mutare il giorno dell’Indulgenza Porziuncolana senza un espresso ordine
di questa Curia ecclesiastica, essendo stata fissata dalla medesima per tutta la diocesi in
una domenica. Rapporto alle altre ho supplito colla crocetta. Eziandio rapporto al
frontispizio non ardisco arbitrare, giacché debbo continuare lo spedire a Insprugg gli
originali, ed anche la stampa, e fu fatta qualche mutazione da latri senza mia influenza.
Vivo sempre con timore d’ulteriori novità, e debbo contentarmi se mi lasciano in vita.
Già son vecchio assai, e perciò non posso diu vivere. Fra Vincenzo Maria è destinato
mio aiutante, e successore, e spero, che farà meglio di me. Sonomi sottoscritto al
concordato salisburghese per li due padri predicatori italiani ultimamente stabilito392,
confidando che verrà sottoscritto, e ratificato anche dal lodato convento, e gradito dalle
PP.VV. RR. le quali per altro mi fanno compassione. Portino pazienza, e stiano sicure,
che guadagneranno molto merito appresso la Madre Provincia, e molto più presso Iddio
Signor nostro. Li riverisco entrambi, e finisco protestandomi Loro obbl.mo servo F.
Crisostomo.
Gli ho aggiunto seorsim una cartuccia coi nomi de’ nuovi Guardiani, e Vicari.
Extra. Al Molto Reverendo Padre
Il Padre Filippo Panizza, lettore
teologo, e predicatore aulico francescano in
Salisburgo.
3070. 1805
Alla nobile sig. fraila Colomba Schreck. Trento393.
Santa Savina, detta eziandio Sabina, vedova lodigiana, passò felicemente al cielo
nell’anno di Gesù Cristo Signor nostro trecento, ed undici, nella città di Milano, dove
san Carlo Borromeo li sei settembre del 1571, ritrovò il sacro di lei corpo: e si venera
coll’officio ecclesiastico ai trenta di gennaio. Nel Martirologio romano è nominata
Santa Savina donna religiosissima. In un calendario milanese del 1781 Santa Savina
Matrona: in un altro calendario milanese dello stesso anno 1781 S. Savina Matrona
Lodigiana: ed in un calendario vicentino del 1782 Santa Savina Trissina394. Della
medesima Santa Sabina, o sia Savina vedova Lodigiana, trattano ai trenta di gennaio i
Padri Bollandisti, appresso i quali v’ha che la dice nata dalla nobile famiglia de’
Trissini, ed anche cittadina di Vicenza, e Lodi. Dal che pare potersi dedurre, che sia
stata vicentina, perché nata dai Trissini di Vicenza, tutt’ora sussistenti395, e Lodigiana,
perché accasata, e maritata in Lodi. Ultimamente fu divulgata la di lei effigie396, incisa
da Francesco Novello in Venezia, con questa inscrizione: “Santa Savina Matrona
Lodigiana dopo trasportati a Milano, e dopo d’aver sepeliti i corpi dei santi martiri
Nabore, e Felice, ed altri martiri, nella basilica di Filippo, ivi morì, ed ivi fu sepolta. Ora
391
In kalendario vigiliano pag. 270.
Fu soscritto dal convento sdalisburghese e dai Padri predicatori Filippo, e Davide. L’ho riposto
nell’archivio provinciale.
393
Misi per sororem Teresiam die 12 maii.
394
Nel calendario trentino dell’Indovino inglese degli anni 1789, e segg. S. Savina Ved.
395
Due Trissine vicentine sono in Trento.
396
Datami dalla sig. Colomba: la quale fu molti anni obbligata a letto, e morì li 30 dicembre 1805
lunedì circa le 10 di mattina.
392
il di lei corpo è trasportato nella basilica di sant’Ambrogio di Milano, con molti altri
corpi di Santi, e quivi la detta Santa favorisce che a lei ricorre”. Gli autori, che appresso
i detti Padri Bollandisti parlano della medesima Santa, sono il Galesino397, il Canisio,
Filippo Ferrari, Gasparo Trissino398, Giovanni Mosto399, Gioseppe Ripamonte400,
Francesco Ruggiero401, Carlo Bascapè402, Silvano Razzi403, ed il Concilio diocesano di
Lodi del 1619.
3071. 1805
A monsig. Zambaiti Vicario Generale Capitolare404. Trento.
Ill.mo, e R.mo signore.
Il padre Gregorio da Caldes Riformato, dimorante in Pergine, supplica umilmente
V.S. Ill.ma, e R.ma della facoltà in Reservata dioecesis per tutto il corso di quest’anno
monastico , il quale durerà sino alla rinnovazione delle famiglie, che se il Signor Iddio
non disporrà diversamente, verrà fatta nella primavera dell’anno 1806.
Concessum attributa etc.
Signatum 10 maii 1805.
Zambaiti Vicario Generale Capitolare.
3072. 1805
Al sig. Luigi Marchesani stampatore Imp. Reg. Roveredo.
Molto illustre sig. e padrone colendissimo.
Senza verun indugio rispondo a V.S. m. illustre, che nel calendario del prossimo
anno 1806 ho posto la festa della Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo nel
venerdì dopo la domenica terza di Quaresima, che sarà li 14 di marzo. E riverendola
resto. Trento, s. Bernardino 10 maggio 1805.
Di V.S. m. Ill.tre
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3073. 1805
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
Adm. Rev. Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Novam molestiam, iubente meo Patre Provinciali, creare compellor Paternitati tuae
Admodum Reverendae. Rogo te igitur, ut quo citius poteris, ad me transmittere velis
libros sequentes:
Exemplar unum Logicae, ac metaphysicae, nec non si adsit Ethicae, seu
Philosophiae practicae domini Karpe.
Exemplaria duo Physicae domini Zallinegr, idest eorum, quae hactenus typis
commisit, et successive committet de eadem Physica.
Exemplar unum theologiae moralis domini Wanker editionis secundae.
397
Pietro Galesino milanese.
Trissino Somasco del 1627.
399
Mosto lodigiano.
400
Ripamonte milanese.
401
Ruggiero Somasco milanese del 1625.
402
Bascapè morì nel 1615 vescovo.
403
Razzi Camaldolese.
404
Vedi sopra To. 6, n. 2661.
398
Exemplar unum domini Ian de Antiquitatibus hebraicis.
Exemplar unum Pastoralis domini Gipschip.
Exemplar unum libri, quo utitur universitas oenipontana pro introductione in Vetus
Testamentum.
Ut autem importunitati meae parcas, humiliter peto, et ut bene valeas opto.
Tridenti in conventu s. Bernardini die XI maii 1805405.
L’inscriz. ut supra pag. 3714 (num. 2930).
3074. 1805
Pro memoria.
Il diploma tedesco, di cui sopra num. 2859 in sostanza dice406: “Il Vicepresidente,
ed i consiglieri del Governo principesco, e territoriale dell’Austria Superiore ecc. fanno
intendere, che aderendo alla supplichevole istanza del P. Provinciale de’ Francescani in
Trento, sarà conceduto al medesimo d’introdurre da paese estero le seguenti vettovaglie
per tutti li suoi conventi, cioè 8 centinari di lana nera ecc. ecc. Stanti le circostanze de’
tempi presenti viengli conceduto di far ciò condurre da paese estero coll’esenzione
altresì di tutti li dazi, ed imposte. Dato, e coll’imperial regio sigillo della cancelleria
munito in Insprugg li 13 giugno 1804.
I. Comes de Brandis.
Ex consilio Gubernii Superioris Austriae die ut supra. Ioseph Comes de
Wolckenstain Gubernii secretarius407.
3075. 1805
Al sig. Giacomo Bailoni. Vigolo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
D’ordine del Padre Provinciale gli spedisco questi quesiti affinché me li rimandi più
presto, che potrà colle sue risposte, onde ottenere dai signori professori408, e maestri di
questo ginnasio l’approvazione da mandare a Insprugg, che non si contenta della già
spedita d’un professore solo. E riverendolo sono. Trento, dal convento di s. Bernardino
13 maggio 1805.
Suo div.mo servo in Cristo
Fra Gaudenzio da Trento Riformato di s. Francesco.
Così anche agli altri quattro nostri candidati Fedrighi, Gozzaldi, Beozzo e
Gentilino409.
3076. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Arco. Le Grazie.
Molto Rev. Padre Benedicite.
Trento 13 maggio 1805.
Buone nuove, P.M.R. Ierlaltro è giunto qua il P. Massimo, e spera di potersi avviare
verso Arco nella prossima settimana, giacché oggidì sta meglio410. Il P. Anacleto si ha
405
Venne da Halla un pacco di libri nel 1 di giugno. Fui avvisato li 5 con data de’ 4. Gli ho ricevuti
ai sette sciolti.
406
Così anche l’anno 1805.
407
In latino sono soltanto la parole Ex consilio sino al supra.
408
Quattro.
409
Il Beozzo fu da me li 16 maggio. Il Gentilino li 20 maggio
410
Venit die XI et abiit die 21.
rimesso, e partirà per Cles domani, oppure subito, che cesserà la pioggia. Il P.
Bernardino oggidì ha ottenuto la patente di confessore ad biennium, e se lo permetterà il
tempo, domani partirà per Cavalese col P. Gio. Antonio, e col F. Gio. Antonio, e col F.
Modesto. Il detto P. Guardiano Anacleto si contenta di tenere il P. Mariano, purché non
celebri la santa Messa. Il metterlo in questa infermeria si crede inutile, come fu l’altra
volta; e poi sarebbe di aggravio, perché resterebbero poche celle per infermi veri, e
bisognosi d’assistenza. Il P. Diffinitore Gaudenzio preparerà le corone, ed i rosari per
Campo. Il P. Bernardino mi ha incombenzato di trovare il noto libretto divozionale per
la sig. Sartori d’Arsce: l’ho cercato nel provincialato, ma non ho potuto ritrovarlo. Se la
P.V.M.R. mi farà sapere il luogo, dove lo ha deposto, ed il titolo, manderollo al P.
Gregorio, giacché là porterassi il sig. Cristoforo Sartori andando alla Madonna di
Pinedo411. Se F. Giuseppe verrà in questa infermeria sarebbe ricevuto, e trattato con
carità. Ieri è stato da me ad insinuarsi per essere accettato nostro Frate laico un giovine
da s. Orsola, detto Federico Bertoldi d’anni presto 24, diretto dal signor Curato di
Ravina (Giacomantonio Gigli da Brezzo) giacché sta coi nonci412. Gli ho dato buone
parole, ma non promesse, benché non mi dispiaccia il di lui aspetto. Nel giorno XI del
corrente ho scritto al P. Stanislao Kiebach per li nuovi libri richiesti. La prego della sua
paterna benedizione, e resto.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che oggidì 14 maggio sono partiti li PP. Giangiacomo,
Anacleto, Gio. Antonio, Bernardino, e F. Modesto. E sono venuti il P. Cirillo, F.
Massenzio, F. Michele, e F. Vitale.
3077. 1805
A. F. Leone da Terlago infermiero. Arco.
Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo.
Trento 14 maggio 1805.
Con molto dispiacere ho inteso dalla vostra lo stato infelice del mio carissimo Fra
fedele, e di tutto il vostro convento. Rapporto a questo non posso dirvi altro, se non che
poco più, o poco meno stanno male anche gli altri conventi, e che potrete insinuare i
vostri sentimenti al P. Provinciale in voce, giacché siccome intendo, in questo stesso
giorno verrà costà da Roveredo. Circa poi Fra Fedele vi assicuro, che di tutto cuore lo
raccomanderò all’infinita bontà di io Signor nostro, e con lo stesso affetto lo
raccomando anche alla vostra già sperimentata serafica carità. Io son qui per volere di
Dio, mediante, mediante la volontà de’ nostri superiori; disposto però di ritornare costà,
qualora da’ medesimi venissi rimandato. Vi ringrazio di tutte le carità, che mi avete
fatto nel tempo, che ho avuto la buona sorte di stare con Voi, vi prego di continuarmi il
vostro amore, di salutare in mio nome il detto Fra Fedele, ed ansioso di ricevere delle
buone nuove rapporto al medesimo, ed al convento, vi saluto, e mi professo.
Vostro obbl.mo servo in Cristo
F. Lorenzo di Civezzano.
P.S. Se Iddio non disporrà altramente, il vostro convento non verrà aggravato da
molti novizzi.
3078. 1805
Al P. Benedetto da S. Lucano. Mezlombardo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
411
412
Questo sig. Cristoforo fu qui li 25 maggio.
*Nonesi?
Trento 18 maggio 1805.
Frate Grisostomo poverino lo prega d’inoltrare sino al suo destino la qui rinchiusa
del nostro P. Filippo: e lo riverisce ecc.413
3079. 1805
All’eccelso imp. regio Governo dell’Austria Superiore.
Il Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia espone, che li nove conventi della
sua povera Provincia per il vitto, vestito, e culto divino trovansi necessitati di far
introdurre dallo Stato già veneto gl’infrascritti capi, li quali in questi paesi non possono
aversi se non se a molto caro, anzi sommo prezzo, cui stante la loro povertà non
possono arrivare414. Supplica dunque umilissimamente dell’esenzione dai dazi per
introdurre gli accennati capi. Che della grazia ecc.
Dato in Trento, dal convento di san Bernardino li 24 maggio 1805.
Fra Giuseppantonio Dusini da Cles
Provinciale de’ Francescani415.
Li predetti capi sono i seguenti.
1. Lana nera ecc., come sopra pag. 3623 (num. 2859).
Extra come sopra num. 2859.
Questo memoriale fu dato al sig. Riccabona Aggiunto capitaniale in Trento li 24
maggio. Lo rimandò subito con ordine che il Provinciale lo soscriva. Ho soscritto io in
assenza del P. Provinciale. Venne il rescritto favorevole gli undici di luglio segnato in
Insprugg li 12 giugno, ed in Trento li 3 luglio, Vedi sotto num. 3137, 3139.
3080. 1805.
Al P. David de Gara da Tiarno. Salisburgo.
Molto Rev. Padre padrone colendissimo416.
Trento, s. Bernardino 18 maggio 1805.
Ieridì ho ricevuto dal Chemelli l’involto indirittomi dalla P.V.M.R. ed oggidì ho
fatto la spedizione delle cose inchiusemi per altri, eccettuata soltanto la destinata per
Arco, la quale vi andrà nella prossima settimana417. Ho accelerato la spedizione per
Metodesco mandandola in una mia a Melombardo. La ringrazio poi della limosina, che
s’è compiaciuta di mandarmi per mero effetto della sua bontà, e carità, giacché io non
ho alcun merito. La ringrazio altresì delle Lezioni per la festa del B. Pietro Senese, le
quali sonomi più grate delle avute da Venezia, perché hanno annessa la copia intera
dell’indulto,o sia decreto, per esso, e per gli altri offici ultimamente conceduti, e da me
riferiti nel Direttorio del 1806, su la fede del Direttorio veneto. La stampa è bella; ma
que’ coepit, Daemonum, Aede, Deiparae etc. non usati da noi, potrebbero essere
malamente profferiti dai nostri giovani utriusque sexus. Per altro mi piace assai, che
costì sia lecito l’avere carteggio colla Santa Sede, ed il divolgare i di Lei decreti. Io
temo di non viver tanto per avere una tal sorte. Temo altresì di morire senza veder altri
novizzi chierici. Il Garbari di Caldonazzo ha scritto per poter professare innanzi di
413
Catharina de Panizza in Mezzotedesco.
Vide infra num. 3139.
415
Il sig. Riccabona vuole la soscrizione: cosa non praticata nei tribunali di Roma.
416
Egli si scrive: Cooperator ecclesiae aulicae parochialis.
417
Spedita li 25 per famulum arcensem.
414
compiere interamente l’anno terzo di Religione; ma io temo una negativa418. Sarà quello,
che vorrà, o permetterà Iddio Signor nostro. Non posso dir altro. Quindi senza più la
riverisco, insieme col suo P. Collega, e mi protesto.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che oggidì ha finito il suo esame lettoresco di
matematica in questo Castello il P. Aviario Regalato, ed è venuto qua da Roveredo il P.
Giangiuseppe. Il P. Provinciali ritornerà qua da Roveredo li 22 del corrente.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Trento.
Extra:
Al Molto Rev. Padre padrone colendissimo
Il Padre David de Gara Francescano
Lettore teol. e predicatore aulico in
Salisburgo
Ai PP. Francescani
3081. 1805
All’onesto giovine Antonio Visintainer di Vignola.
In vigore etc. al nostro convento di Campo nella Giudicaria esteriore, e dovrai
giugnervi nella sera dei sette del prossimo mese di giugno per esser poi vestito ivi... ai
dieci... patrocinio di san Giobbe profeta, la cui festa corre ai dieci di maggio... Fra
Giobbe da Vignola... Data in Trento dal convento di s. Bernardino li 23 maggio 1805.
L.+S. F. Giuseppantonio di Cles
Ministro Provinciale.
Cetera ut supra num. 2842.
3082. 1805.
All’onesto giovine Antonio Visintainer. Vignola.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Qui compiegata etc. nostro convento di Campo nelle Giudicarie... al Padre
Guardiano di Campo, insieme etc. Trento s. Bernardino li 23 maggio 1805.
Vostro etc. ut supra num. 2843.
Extra. Alle mani dell’onesto Giovine
Antonio Visintainer di Vignola.
Pergine
Vignola
Nota. La posta di Trento nelle sue Quitanze scrive: “ricevuto da questa lodevole
Imp. Reg. Spedizione della carrozza di posta”. Noi ci dice Francescaner, col. n. 10, e li
Cappuccini Cappucciner, col num. 11.
3083. 1805
Al P. Gregorio da Caldes. Pergine.
Rev. Padre Maestro S.L.G.C.S.N.
Trento 24 maggio 1805.
418
In fatti venne la negativa.
Confesso, che ho ricevuto di ritorno la sportella, e dico sincerissimamente, che il
contenuto in essa mi è riuscito affatto improviso, non avendo né pure pensato, che
potesse venirmi, giacché non me ne credetti meritevole. Lo ringrazio dunque, e mi
esibisco a servirlo in quel poco,che posso. Il caso propostomi è veramente orrendo.
L’ho disteso su d’un foglio, e lo farò tenere a monsignor Vicario, da cui attenderò, se
debba mandarsi a Roma, oppure basti proporlo a lui, attese le presenti circostanze del
tempo, in cui viviamo. Io spero, che basterà questo. Ma temo, che il penitente non sia
per meritare così presto la chiesta grazia. Glielo raccomando; ed insieme l’avverto di
non fidarsi facilmente delle di lui promesse. L’impegno è straordinario. Si raccomandi
al Signor Iddio: e per carità raccomandi al medesimo anche me, che riverendolo mi
professo.
Suo obbl.mo, e div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3084. 1805
A Giovanni de’ Simoni Tionese.
In vigore etc. al nostro convento di Mezzolombardo... nella sera dei quindici del
prossimo mese di giugno... ai dicidotto... di quel glorioso martire San Faustino, la cui
festa corre ai quindici di febbraio... Fra Faustino dalle Montagne di Tione.
L.+S. F. Giuseppantonio da Cles
Ministro Provinciale.
Reliqua ut supra num. 2842.
3085. 1805
Allo stesso.
Qui compiegata etc. nostro convento di Mezzo Lombardo... del sig. Pietro Tait di
Mezzo Lombardo... Ricevuta al Padre Guardiano dello stesso luogo...
Trento, s. Bernardino li 24 maggio 1805. etc. ut supra.
3086. 1805
Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Roveredo.
R.P.P.C.
Prevalendomi dell’occasione molinaresca419 fo sapere alla P.V.R. che il candidato
Facchini iermattina ha consegnato al chierico forestieraio F. Casimiro la chiave della
stanza, dicendogli soltanto io parto, e senza parlare con altri è sparito. Nella sera è
venuto il P. Benedetto avviato per Pinedo, e ci ha detto, che non l’ha veduto in
Mezlombardo, benché sia partito di là dopo le tre pomeridiane. Se fosse anche andato
dirittamente a Cles, una così fatta partenza non sarebbe stata civile. Io temo di recidiva;
e ne do parte a Lei di mio moto, desiderando d’intender poi la verità. In caso, ch’egli
non volesse andare a Cles, andranvi degli altri, che aspettano una tal fortuna. Per ora
non dico altro. La riverisco, e sono. Trento 24 maggio 1805420.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Pro memoria. Giambattista Facchini di Roveredo per laico. Fu a pranzo con noi li
22. Poi fu in città, e venne tardo a cena. Li 23 gli fu preparata la tavola per il pranzo; ma
419
420
Non andò un molinaro, ma il servo di Borgo con F. Donato.
Spedita li 24.
non venne. Disse, che non voleva viaggiare di festa. Li 23 fu la festa dell’Ascensione.
Li 24 dopo il pranzo ha rimandato le lettere dategli da portare a Cles.
3087.1805
A Monsig. Zambaiti Vicario Generale Capitolare. Trento
Ill.mo, e R.mo signore.
Tiberio421 sacerdote in cura d’anime ebbe commercio indegno con molte donne,
maritate, vedove, sue commadri, e con figliuole delle medesime donne. Alcune di
queste si presentarono al di lui confessionale in ore oscure per non essere conosciute: al
qual fine mutarono anche la voce. Tiberio le ascoltò,le conobbe; ma non mostrò di
conoscerle, diede loro l’assoluzione sagramentale, ed eziandio dopo per più anni celebrò
la santa Messa, ed amministrò diversi Sagramenti.
Ora il confessore del medesimo Tiberio domanda422, se per poter assolverlo dalla
scomunica fulminata da Benedetto XIV e riservata al Sommo Pontefice, debba ricorrere
a Roma: ovvero se attese le circostanze del tempo corrente basti, che faccia ricorso a
V.S.Ill.ma, e R.ma.
In caso poi, che bastasse questo, prega ecc.
Così pregato ha scritto423
Fra Gio. Grisostomo da Volano.
Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Monsignor Vicario Generale ecc.
Trento
È necessario il ricorso alla s. Sede.
Zambaiti Vicario Generale.
Così ha soscritto li 27 maggio 1805.
Tiberio ha commesso anche degli altri peccati. Ha sollecitato ad turpia una donna
sotto pretesto di confessarla inferma, chiamato dal marito. Più volte ha commesso la
sodomia perfetta, ed imperfetta. Ha bestemmiato ecc. Ha rinunciata la cura, s’è ritirato,
ha lasciata la Messa. Dopo il maggio s’è ritirato in un convento a fare gli esercizi
spirituali per 40 giorni continui.
3088. 1805
Ad Udalrico Eccel di Frassilongo.
In vigore etc. Udalrico Eccel di Frassilongo... porterassi quanto prima al nostro
convento di Cles nella Valle di Non, dove sarà vestito del sacro abito424... in qualità di
Fratello laico... di quel glorioso martire san Placido, la cui festa celebrasi ai cinque di
ottobre: e quindi poi chiamerassi Fra Placido da Frassilongo... Data in Trento dal
convento di s. Bernardino li 26 maggio 1805.
3089. 1805
Allo stesso.
Qui compiegata etc., al nostro convento di Cles in Val di Non... Grandi...
Guardiano di Cles, insieme,,,, Cresima, e coll’attestato di due uomini attempati, e gravi
421
Al. Fabiano.
V. Ferrar. To. 4, verbo Instructio.
423
Li 24 maggio.
424
Fu vestito li 7 giugno, e depose l’abito li 20 dello stesso mese.
422
del vostro paese, scritto da pubblico notaio, o dal vostro M.R.S. curato... v’inserisco qui
a parte una lista colla formola del predetto attestato... Trento, s. Bernardino li 26 maggio
1805.
Vostro affez.mo in Cristo ecc.
Formola d’un attestato ecc. come nel Fratologio ecc. Vedi To. 6 epist. 2838.
Udalrico è servo del masadore Fornas presso Trento nel Bolgaro. Fu vestito, ma nello
steso giorno si mostrò malcontento. Fu vestito li 7 e svestito li 20 giugno. Per due anni,
e più batté, e ribatté per essere da noi accettato.
3090. 1805
Al P. Stanislao Kiebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Definitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Placet, quod vicem reddere queam P.T.A.R. libris aliis apud nos italos editis.
Quapropter scias volo, me nulla interposita mora Venetias iam scripsisse pro bibliotheca
nostri carissimi P. Lucii Ferrarii, et pro Colectanea decretorum S.R.C. ab Spiridione
Talù sacerdote veneto adornata, notisque illustrata. Heri autem ab hocce typographo
Baptistio accepisse quatuor tomulos operis inscripti: Conferenze di disinganno fatte ad
istanza d’un cavaliere, ed una dama per illuminare la loro figliuolanza. Opera dedicata
alla nobiltà delle illustri città, e diocesi di Brescia, di Verona, e di Trento. Edizione
seconda, divisa in 4 tomi. Hosce propediem per currum regium ad te dirigam425. Eorum
pretium est librarum octo. Auctor vero Ioannes Contavallius presbyter bononiensis, qui
per plures annos, in multis nostrae huius dioecesis locis, ac etiam in hac civitate,
laudabiliter missionarium egit. Faxint superi, ac veneti quoque libri non nimis adventum
suum differant. Siquidem haud leviter timeo futura impedimenta. Interim ut bene, ac diu
valeas, etiam nomine mei Patris Provincialis iubeo. Tridenti in Conventu s. Bernardini
die 28 maii 1805426.
3091. 1805
Emm.mo, e R.mo signore.
Fra Gregorio da Caldese Riformato di san Francesco, e confessore approvato
dall’Ordinario suo di Trento, supplica riverentemente l’E.V. R.ma per la facoltà di poter
assolvere dalla scomunica riservata al Sommo Pontefice, un confessore, ch’ebbe l’ardire
di dare l’assoluzione sagramentale fuori del caso extremae necessitatis, a più persone
sue complici in peccato turpi contra sextum Decalogi praeceptum. Dato in Trento,
Pergine, li 29 maggio 1805.
Extra. nella coperta.
Pergine.
All’Emm.mo, e R.mo signore
Il signor cardinale penitenziere maggiore
Roma.
Ora è penitenziere il card. vescovo di Porto Leonardo Antonelli da Sinigaglia
d’anni 75.
425
Il rotolo coperto con panno pesa oncie 50, diretto Admodum Rev. Patri Stanislao Küebach
Franciscano. Insprugg Hall A>d PP. Franciscanos. Dato alla posta li 30 maggio.
426
Spedita li 29.
3092. 1805
Al P. Gregorio da Caldese. Pergine.
Rev. Padre Maestro sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 28 maggio 1805.
Avendo esposto il caso di Fabiano a monsignor Vicario in scriptis, mi ha risposto,
ch’è necessario il ricorso alla Santa Sede. Perciò gli mando qui compiegata quella
formola, che suppongo sufficiente per tale ricorso. Se giudica bene la trascriva su d’un
foglietto da lettere, e copralo con un mezzo foglio, e poi dialo alla posta427. Questo forse
darà motivo a qualcheduno di fare de’ sospetti; ma io credo, che non si possa fare
altramente. Chiha peccato, imputet sibi. Buono per V.P. che ha molti penitenti. La
soprascritta è ordinata da tutti gli autori di simile materia, ed è andata ancora per la
posta. Rapporto al resto, cioè alla sollecitazione, alla sodomia ecc. credo, che non sia
necessaria l’autorità pontificia. Il caso pare arduo anche a me. Onde le raccomando
l’andare adaggio. E riverendola resto.
Suo div.mo, obb.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3093. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta428.
Trento 1 giugno.
F. Umile per la Dio grazia è ritornato dal Ledro alle Grazie ancora vivo, dopo che ci
fece temere assai della sua vita. Per lo contrario poi nel giorno 28 dello scaduto maggio
in Mezlombardo è morto il sig. Francesco de’ Rinaldi nostro medico molto benemerito.
Il P. F. Ferdinando Rovereti di Trento Carmelitano Scalzo della Provincia Romana, ch’è
venuto qua come patriota, quando dalla ex-Repubblica romana furono scacciati tutti li
forestieri, ora sta co’ PP. Girolamini dell’Inviolata di Riva. Qui pure si creano medici
Circolari per la città, e per le ville. Il parroco di Torra Simone Antonio dalle Mule
diverrà Filippino in Trento429. Si dice, che ai PP. Paccanaristi sia stata negata la licenza
di missionare nel Borgo di Storo perché vicino alla Cisalpina. A F. Sisto di Caldonazzo
fu negata la grazia di professare avanti l’intero compimento de’ tre anni monastici430.
Pazienza. Gli XI giugno di mattina ho spedito al sig. barone Gaudenz’Antonio de’
Gaudenti Placitum tridentinum Anni 845 tratto dal Muratori To. 2 Antiq. Ital. col. 9711974. La mia copia è di pp. 14 in 4°. Comincia Vir Cl. Lud.
3094. 1805
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 4 giugno 1805.
Alla ricerca, che mi fa la P.V.R. per parte del M.R. signor curato di Pranzo431, se un
sacerdote avendo l’impegno di celebrare la santa Messa in un giorno di rito doppio: in
una chiesa d’un Santo, al quale il popolo mostra divozione particolare: e ad onore del
medesimo Santo, possa nella Messa dell’officio corrente aggiugnere l’orazione del
427
Fu trascritta, e mandata a Roma: e venne la risposta favorevole rispettivamente presto.
Gli ho scritto colla gazzetta eziandio li 29 maggio. F. Umile fu ricondotto assai malconcio
innanzi li 28.
429
Il parroco si fabbrica un appartamento a proprie spese in s. Maddalena.
430
Vedi sopra num. 3062.
431
Don Rocco Guella di Pranzo d’anni 55, detto Primessario Curato.
428
predetto Santo? Rispondo col solo negative, perché non ho tempo da scrivere di più:
aggiugnendole soltanto, che ai tempi del celebratissimo Padre Gavanto le Rubriche del
Messale romano tit. 6 de translatione festorum dicevano: Possunt cantari duae Missae,
una de die alia de festo... aut saltem Commemoratio fieri de festo, si de eo non debeat
celebrari officium illa die: le quali ultime parole aut saltem etc. furono tralasciate, e non
si leggono nelle Rubriche del Messale moderno. E supponendo, che avrà ricevuto i libri,
che le ho spedito nel giorno 25 dello scaduto maggio per mezzo del servo del suo
convento, la prego de’ miei rispetti al laudatomi signor curato, e la riverisco.
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3095. 1805
All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo monsignor Gio. Giacomo
barone Pizzini di Tyrberg, prelato domestico di Sua Santità, referendario d’ambidue le
Segnature, canonico, e preposito della cattedrale di Trento, decano foraneo, ed arciprete
degnissimo di
Mezzo Tedesco
Così pregato ho scritto li 5 giugno 1805 su di una lettera.
3096. 1805
Al sig. Pietro Monauni stampatore. Trento.
Riverito signor Pietro. S. Bernardino 6 giugno 12805432.
Fra Gio. Grisostomo gli manda col dovuto ringraziamento il foglio delle lunazioni:
e l’avverte, che al primo di giugno deve dirsi non già L.N. ma L.P e che ai cinque di
gennaio il Mezzo dell’Eclisse non gli sembra notato bene a ore 12. m. 40. di mat.
seguendo il fine a ore 2. m. 6. di mat. Quindi egli nel suo calendario ha notato il detto
Mezzo a ore 0. m. 40. di mat. come altrove ha fatto anche l’Astronomo tedesco433. E
senza più lo riverisce.
3097. 1805
In vigore etc. obbedienza, il nostro candidato Francesco Wassermann di Pergine,
porterassi al nostro convento di Mezzo Lombardo, e dovrà giugnervi nella sera de’ 18
del mese corrente... nel giorno 21... patrocinio di san Rocco nostro Terziario... Fra
Rocco da Pergine... Trento, dal convento di s. Bernardino li 6 giugno 1805.
L.+S. magni F. Giuseppe Antonio da Cles etc.
3098. 1805
Al medesimo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Qui compiegata etc. etc. Trento, s. Bernardino 6 giugno 1805.
Il resto come sopra num. 2843, mutato il nome del convento. E fuori
Alle mani di Francesco Wassermann.
Pergine.
3099. 1805
432
433
Spedita li 7.
Tedesco, cioè inspruchese.
Al P. Amando da Covalo Guardiano. Borgo.
R.P.P.C.L.I.C.D.N.
Trento 6 giugno 1805.
L’aggradimento, che mi mostra la P.V.R. della mia pratica d’aggiugnere qualche
notizia nostrana alla gazzetta, che debbo spedire come supplimentario del P. Diffinitore
letterario Gaudenzio infermo, incoraggiami a continuarla: e ciò molto più, vedendomi
da Lei provveduto di carta, per la quale la ringrazio. Vorrei però poterle recare delle
nuove buone, le quali oggidì sono molto scarse. Una ne tengo questa volta, che parmi
degna di memoria. Li venuti qua dalla Valle di Rabbi (F. Domenico, e Misser
Bartolommeo Bonetti) colla limosina del butiro, copiosa più del solito434, ci hanno
riferito, che là una donna stabilito aveva di non farci limosina. Ma che? Al tempo della
questua le due di lei vacche comparirono soverchiamente gonfie, e non resero latte. In
vista di ciò la donna rivocò il suo proponimento, le vacche subito guarirono, e diedero
latte: e la donna comperò quattro libbre di butiro per noi. Deo gratias.
Intendo con dispiacere, che il P. Massimo mio fratello, partito di qui per Arco nel
giorno 21 dello scaduto, ritrovasi ancora in Roveredo colla febbre. Io temo, che non sia
per guarire così presto. Egli è troppo malconcio. Per carità raccomandi al Signor Iddio
lui, e me, ed Ella con tutti li suoi Religiosi proccuri di conservarsi, mentre io la
riverisco, e mi dichiaro
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3100. 1805
Al P. Raffaele da Lardaro Guardiano. Campo.
Rev. Padre Guardiano S.L.G.C.
Trento 6 giugno 1805435.
Sono stato incombenzato dal Padre Vicario Gio. Damasceno di far sapere alla
P.V.R. che il sig. Gio. Battista Rungg si esibisce di proccurarle una cambiale per
Venezia al dodici, e fors’anche meno per cento436, a patto però, che risponda presto se
accetta tale esibizione, e che parimente presto faccia il debito in Venezia, sul timore
ecc.437 E riverendola resto.
P.S. Questo nostro P. Vicario Vitantonio la prega, che nella sua lista delle cose da
provvedersi in Venezia voglia mettere anche un Messale francescano nuovo con tutte le
aggiunte nuove; ma sciolto438.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3101. 1805
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, concediamo al R.P.F.
Giangiacomo da Tiarno della Valle di Ledro predicatore, e Vicario del nostro convento
dell’Immacolata in Mezzo Lombardo, che per li suoi mali possa portarsi ai bagni di
Abano sul Padovano: al qual fine gli accordiamo tutto quel tempo, di cui abbisognerà,
perché l’uso di detti bagni gli riesca giovevole: e poi farà ritorno al suo convento. Perciò
434
Pesi 30.
Ricevuta in Campo li 16, ma non accetta la cambiale.
436
Questi fa le cambiali al 18 per cento.
437
Timore di novità guerresche.
438
Per l’infermeria.
435
lo raccomandiamo alla carità de’ signori benefattori, e de’ Padri superiori, a’ quali si
accosterà, e lo benediciamo in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Data in Trento,
dal convento di san Bernardino li 7 giugno 1805439.
L.+S. F. Giusepp’Antonio da Cles
Ministro Provinciale
de’ Riformati di s. Francesco.
3102. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 8 giugno.
Il signor Bartolommeo Gerloni chirurgo, ed oculista celebre di questa nostra città,
ritrovasi ridotto agli estremi della sua vita. Perciò iersera fu sagramentato per Viatico440.
Alla nostra supplica per ottenere un sacco di sale a questa infermeria fu risposto con una
negativa. Tra i libri novissimi prescritti ai nostri lettori, arrivati qua ieri, sonovi de’
composti, e stampati in idioma, e carattere tedesco. Ci costano, e nulla, o poco ci
servono.
3103. 1805
Al P. Anacleto da Casezzo Guardiano. Cles.
Rev. Padre S.L.G.C.S.N.
Trento 8 giugno 1805.
Questo nostro P. Vicario mi commette di far sapere alla P.V.R. che monsignor
Vicario Generale Capitolare le concede la facoltà di dispensare dall’impedimento ad
petendum debitum la persona sua penitente, ed anche d’assolverla dalla scomunica per il
commesso aborto441, ed eziandio da ogni altro delitto, che in progresso della
sagramentale confessione venisse a scuoprire. Così pure d’assolverla dall’eresia. Mi
spiace di dover servirla in così trista materia; e raccomandandole di non lasciarsi
ingannare dalle promesse di somiglianti malfattori, la riverisco, e resto.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Nota. La donna penitente ha peccato con più parenti del suo marito in secundo
gradu. Ha fatto più aborti volontari. Ha creduto, ed anche detto ad altri, che non c’è
paradiso, né inferno.
P.S. Le aggiungo, che se l’aborto è stato un omicidio, conviene ricorrere a Roma,
come ha risposto il lodato monsignor Vicario.
3104. 1805
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. patri Definitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Crysostomus de Avolano S.P.D.
Quod involucrum continens collationes italicas Contavallii, utpote a me datum
currui huic regio die 30 elapsi mensis, ad te iam pervenerit, spero. Quod autem heri
acceperim involucrum multo maius abs te missum, continensque libros Zallingerii,
439
È andato, e ritornato.
È guarito.
441
Vedi sotto la P.S. [Post Scriptio].
440
Wanckeri442, Karpii443, Iahni444, Giftschütii445, et Warnekrosii Henrici Ehrenfriedi446,
certum te reddo, Pater Admodum Reverende. Displicet quidem, quod eos inter sint
aliqui germanico idiomate nobis italis ignoto scripti447; ast nihilominus debitas tibi
gratias ago. Vale, Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 8 iunii A. 1805448.
3105. 1805
Il signor Giambattista Tommaselli è pregato di dare al signor Francesco
Steinbrecher libraio, esibitore del presente, troni otto, e soldi quindici449. Che della carità
il Signor Iddio ecc. da san Bernardino li 9 giugno 1805450.
D’ordine del P. Provinciale
Fra Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di s. Francesco.
3106. 1805
A monsignor Vicario Generale.
Monsignore ill.mo, e R.mo.
Il Padre Gio. Pio da Moena Riformato supplica riverentemente V.S.Ill.ma, e R.ma
per la facoltà d’assolvere semel una persona dai Casi riservati451, e di dispensarla
dall’impedimento ad petendum, ac etiam reddendum debitum ecc.
Concessum ecc.
Signatum 13 iunii 1805.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.
3107. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 11 giugno.
Ierlaltro, non si sa il perché, fu tolto al C. e traslocato l’A.C. Queste sigle452, ora
oscure, avanti che passino cento anni, saranno intese da ognuno di questi paesi. La
causa del Battisti, detto Cotetter Moresco, è risuscitata in di lui favore, contra i
possessori de’ beni del medesimo. S’è interessato per lui un signore, che lo conobbe in
Verona accidentalmente, dove andava come un mendico pezzente. Lo conobbe appresso
la di lui sorella monaca, dove stava bevendo la cioccolata, perché veggendolo là colla
chicchera nelle mani, parlando colla monaca, e malconcio, il signore domandò alla
monaca chi egli fosse. Uno de’ predetti possessori è lo disgraziato Salvotti, ora
carcerato come cedolista in Riva.
3108. 1805
442
*Wanker Ferdinando.
*Karpe Francesco.
444
*Jhan Iohann.
445
*Giftschütz Franz.
446
*Warnekros, Heinrich Ehrenfried.
447
Sono 4 latini, e otto tedeschi.
448
Spedita gli XI.
449
Per li sette tometti legati del P. Massini.
450
Dato al libraio li 10.
451
Peccavit sciente, consentiente, ac impellente comparte.
452
Capitolo, Archivio Capitolare.
443
Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al sig. Francesco Steinbrecher
libraio esibitore del presente, troni 18, dico dicidotto453. Che della carità il Signor Iddio
ecc. Da s. Bernardino li 12 giugno 1805.
D’ordine del P. Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano ecc.
3109. 1805
Al P. Gio. Pio da Moena. Roveredo, col Memoriale 3106, anzi su lo stesso
memoriale.
R.P.S.L.G.C.
F. Grisostomo non ha potuto rispondergli prima d’ora, perché soltanto nel giorno
XI ho ricevuto la sua dei tre, e ieri ha cercato in vano uno, che andasse nel Castello, non
potendo andare in persona. Più presto, che potrà, risponderà pure al P. lettore intorno
alle pretensioni della Pietà di Verona; e gli spedirà i libri nuovi venuti da Insprugg.
Sono tomi 12 de’ quali otto sono tedeschi, cioè que’ del Giftschütz, del Wanker, del
Jahn, del Warnekros. Converrà, che V.P. sostenga qualche incomodo facendo da
interprete ai PP. lettori. Così facendo Ella si farà del merito appresso il Signor Iddio, e
la S.M. Religione. Frattanto F. Grisostomo lo riverisce. Trento 13 giugno 1805.
3110. 1805
A Fra Leone da Terlago. Arco, Le Grazie.
Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Trento 14 giugno 1805.
Vi faccio sapere, che solamente ieridì ho ricevuto la vostra colla data dei tre, e che
oggidì454 ho spedito al suo destino (a Terlago) la inchiusa. Credo bene l’avvisarvi di ciò
per vostro regolamento, affinché non sospettiate di smarrimento, oppure di negligenza.
Mi spiace l’infermità di F. Umile, e vi pregio di salutarlo in mio nome. Desidero poi di
sapere come stia F. Fedele. Questa nostra infermeria è piena. Il P. Ignazio per mancanza
di testa non celebra da molto tempo, e né pure dice l’officio. Il P. Dif. Gaudenzio
parimente non celebra impedito dalla sua podagra455. Li PP. Carlo Felice, e Francesco
Felice si strascinano. F. Feliciano, e F. Giuseppe dolorano. F. Vitale parla pochissimo. Il
Menego va col bastone. Quante miserie! Pregate per me il Signor Iddio, e la Madonna
delle Grazie, e procurate di conservarvi ad onore del medesimo Dio, ed a vantaggio del
prossimo. Amen.
Vostro obbl.mo servo in Cristo
F. Lorenzo da Orzano.
3111. 1805
Al P. Anacleto da Casezzo Guardiano. Cles.
R.P.S.L.G.C.
Trento 14 giugno 1805.
453
Per 12 volumetti di Iohan. Jahn, Francesco Zallinger, Francesco Karpe, Ferdinando Wacker,
Francesco Giftschütz, Henr. Ehrenfridi Warnekros editi Weimar 1794. Il Zallinger è latino, perché così ha
ordinato Cesare. Così pure il Karpe.
454
anzi iersera.
455
Celebrò li 16.
Il riscontro, che mi domanda, e che posso dargli, si è, che quod scripsi, scripsi, e
che perciò conviene scrivere a Roma per l’omicidio procurato col mezzo dell’aborto. La
penitenza, che fassi per forza, ordinariamente accompagnata dall’impazienza, e da altri
difetti, non parmi quella, che pretende la Santa Chiesa dai penitenti, colpevoli di tali
misfatti, specialmente replicati, triplicati, e moltiplicati. Bramo, che il Signor Iddio mi
doni di non incontrarmi già mai con gente di simil sorta; e riverendolo resto.
Suo div.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3112. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 14 giugno 1805.
Il P. Provinciale, che ieridì ad onore del nostro gran taumaturgo s. Antonio ha
predicato in s. Maddalena, si porrà in viaggio verso Fieme domani. Per lui farà la visita
pannifica456 in Borgo, e Pergine il P. Dif. Damiano. Si dice, che il famoso vescovo di
Pistoia, Scipione de’ Ricci siasi umiliato avanti Pio settimo in occasione del di lui
transito per l’Etruria. Deo gratias. L’opera del sig. Maffei revodiano intitolata Periodi
istorici, e topografia delle Valli di Non, e di Sole, stampata dal Marchesani in 4°, pp.
144 è venale per L. 6 in Roveredo, Trento, e Cles, e Bolzano. Abbiamo ricevuto da
Insprugg dodici tometti degli autori prescritti ai nostri lettori, Quattro sono latini, ed otto
tedeschi. Gli autori sono sei, tra’ quali quattro sono tedeschi.
3113. 1805
Emm.mo, e R.mo signore.
F. Anacleto da Casezzo Guardiano de’ Minori Riformati, e confessore approvato
dall’Ordinario suo di Trento, supplica riverentemente l’E.V.R.ma per la facoltà
d’assolvere dalla scomunica una donna, che con aborti volontari ha commesso più
omicidi. Dato in Trento, Cles, li 15 giugno 1805.
Extra. All’Emm.mo etc. ut supra num. 3091.
Da Trento
A Sua Eminenza R.ma
Il signor Cardinale Penitenziere Maggiore
Roma.
3114. 1805
Al Padre Francesco Maria da Panchiato. Roveredo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento, s. Bernardino 15 giugno 1805457.
Gli rimando la Bolla paolina, data in favore della Pietà di Verona, e gli fo sapere,
che già la teneva, essendomi stata mandata dalla predetta Pietà nell’anno 1790, quando
ebbi l’impegno si spedirle dugento fiorini tedeschi458. Volevasi, che tai fiorini servissero
di dote ad una fanciulla consegnatale nell’anno 1788, e che i loro frutti sino al tempo del
matrimonio crescessero la detta dote; ma non avendo accordato ciò la Pietà veronese, fu
conchiuso, che cento fiorini restassero subito a vantaggio, e libera disposizione della
456
Una volta all’anno si notava, passando di convento in convento durante la visita del P.
Provinciale, i capi di vestiario di cui i singoli Frati avevano bisogno.
457
Spedita subito subito.
458
Videsis To. 3, num. 664,
Pietà, e gli altri cento fossero riservati per la dote, con questo, che morendo la fanciulla
innanzi di maritarsi, la Pietà facesse acquisto eziandio del secondo centinaio. Per altro
io sono stato accertato da persona pratica delle cose di Pergine, che li perginaschi hanno
finora mandato i loro figliuoli alla Pietà di Verona senza difficoltà, e contradizione
alcuna, dandole soltanto un fiorino per ciaschedun figliuolo. Ho letto, che nell’anno
1570 la Fradaglia trentina di s. Maria della Misericordia mandò a Verona un orfano
detto Venturino con Lire quattro. Leggo nell’Enchiridio staideliano edit. secunda
Tridenti 1753, pag. 197, che Tridenti iudex ecclesiasticus huiuscemodi fornicarios
quamquam opulentos ad solvendos viginti quinque florenos adigit: e che quidam ex
finitimis populis nil omnino solvere solent, eo quod Montem ab iis Hospitali Domini
traditum ferunt. Tengo una lettera del signor Nicolli cancelliere vescovile di Trento,
data li 21 giugno 1735, in cui dicesi “essere seguita convenzione tra cotesta Curia
vescovile di Trento, e li signori provveditori del luogo Pio alla Pietà di Verona, che
ogniqualvolta il Padre della creatura, che viene là mandata, habet in bonis, questi debba
contribuire a detto Pio Luogo pro una vice tantum, fiorini venticinque, dico fiorini 25 da
troni cinque l’uno, e ciò sub poena excommunicationis. Quando poi il padre della
creatura non habet in bonis, non incorre alcuna scomunica”. So altresì, che Iacopo dal
Cercolo cittadino veronese con suo testamento 24 agosto 1498 lasciò a quel Pio Luogo
molte possessioni, fra le quali nel distretto d’Ala di Trento la Montagna detta Memola,
la cui rendita ascende annualmente a cento e più ducati, come riferisce il signor
Giambattista Biancolini nelle sue Notizie storiche delle chiese di Verona lib. 3, pag.
254. Mi fu risposto dai signori veronesi, che il creder fatto questo lascito in pro de’
trentini si è un errore: ed io replicai, che l’unica ragione addottami d’essere pervenuta la
Montagna alla Santa Casa per eredità fatta da uno della nob. famiglia Cercolo di
Verona, ora estinta, non finiva di persuadermi, perché non era sicuro, che al detto
lascito non sia stato aggiunto l’aggravio dai trentini supposto: e che il Cercolo veronese
non abbia avuto qualche attegnenza, e relazione coi Cercoli trentini, certa cosa essendo,
che nell’anno 1485 visse un ser Thomaeus de Circulis quondam Ser Ioannis habitator
Rovereti: nel 1510 Tomio Cercoli cittadino di Roveredo: nel 1514 Egregius Petrus de
Circulis civis Roboreti, e feudatario della chiesa di Trento: nel 1566 nobilis dominus
Bartholomaeus Circulus de Roboreto: e che al giorno d’oggi sonovi de’ Cercoli in
Roveredo. Presentemente non posso dir di più459. Onde riverendolo resto.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Per non aggravare soverchiamente la posta trattengo la Bolla per rimandargliela poi
extra postam colla prima occasione460.
F. Vincenzio Maria gli manderà lo scritto enipontano colla prima occasione.
Frattanto l’avvisa, che in vano ha cercato il Baumeister, et il Martini de iure naturae, e
lo riverisce ecc.
Dal P. Pio intenderà, che tengo de’ libri da mandargli. Esigono uniti alle robe del P.
Vicario Regalato, e del P. Custode Pietro Paolo un carretto.
Oggidì 15 giugno il P. Provinciale si ha messo in viaggio per Fieme.
Pro memoria. Ho scritto questo, perché li 7 del corrente in s. Rocco di Roveredo fu
quistionato sopra la materia predetta, poiché il sig. don Gio. Battista Braito fiemasco
cappellano di s. Marco d’anni cir. 41 tenendo nelle mani la detta Bolla, e diverse lettere
del cappellano di detta Pietà veronese, asserì, e pretese, che i trentini bonestanti non
459
460
Fu ricevuta, ed aggradita.
Le cose seguenti su d’una cartuccia separata furono scritte.
possano mandare dei bastarci alla Pietà di Verona senza soddisfare il loro
mantenimento; ma solamente i poveri. Aggiunse, che li veronesi hanno quasi sempre
reclamato contra i trentini. La quistione si finì col risolversi da entrambi le parti di
scrivere a me.
3115. 1805
Al P. Francesco Maria da Panchiato. Roveredo.
R.P.
Trento 16 giugno 1805461.
F. Grisostomo prepara qui rinchiusa la Bolla Paolina, che ieridì ha promesso di
mandargli colla prima occasione opportuna. E bramando, che tale occasione venga
presto, nuovamente lo riverisce ecc.
3116. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 18 giugno 1805.
Il P. Provinciale, attesa l’escrescenza delle acque nel Tratto Atesino, ha cangiato il
suo itinerario, ed in vece d’andare a Cavalese andò a Clese. Il P. Diffinitore Carlo
Felice, che come idropico, ed asmatico, in questi due ultimi giorni non ha celebrato,
domani sarà comunicato da me per Viatico. Aspettiamo da Arco il P. Diffinitore
Damiano col neo-professo chierico Fra Martino dronese462.
3117. 1805
Al P. Sisinnio Maria da S. Zeno Guardiano. Arco.
R.P.P.C.
Trento 20 giugno 1805.
Spero, che avrà già ricevuta la sua patente prorogata. Fummi data ieridì andando al
pranzo, e vedendo ch’era per spirare oggi, la mandai subito a M. Vicario, con ordine che
senza ritornare a san Bernardino fosse consegnata, e raccomandata alla posta. Il che fu
fatto. Non ho potuto parlare col detto M. Vicario, perché non esco più dal convento
atteso il mio male. Pazienti dunque la P.V.R. se non lo servo questa volta coll’autorità
de’ Casi riservati. Già ora, e finché durerà nel Guardianato, l’avrà senz’altra
concessione. Dopo sarà quello, che vorrà il Signor Iddio. Rapporto alle novità, che ci
sovrastano, io non so cosa dire, anzi non ardisco di parlare. Bensì posso dirle, che temo
di non poter mandarle novizzi. In breve spedirò un nuovo memoriale per ottenere la
licenza di vestirne. Ma la risposta verrà tardo, e molto probabilmente sarà negativa,
come le altre. Le aggiungo, che ieri ho dato il Viatico, ed oggi l’Olio Santo al P.
Diffinitore Carlo Felice, idropico, ed asmatico463. Lo raccomandino al Signor Iddio. Per
carità gli raccomandi anche me più vecchio, che riverendola sono
Suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
È venuta la Morale del Bucker in lingua tedesca.
3118. 1805
461
Spedita li 24.
Venne la sera, e partì la mattina dietro a buon’ora.
463
Nel dì 21 ore 18 dopo l’Olio Santo pranzò bene cogli altri nel refettorietto. Anche la sera fu al
refettorio: e così seguitò. Cosa nuova.
462
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario in Arco.
R.P.P.C.
Trento 20 giugno 1805.
Accerto la P.V.R. che ho ricevuto le sue patenti con le carte de’ novizzi. Ho riposto
questo nell’archivio, e tengo appresso di me quelle per farle prorogare intorno ai venti
del prossimo luglio. Ho sgridato il libraio, e gli ho minacciato di non dargli più da
guadagnare. Egli s’ha scusato; e noi gli abbiamo dato ancora da lavorare, e ci siamo
contentati. Onde spero, ch’eziandio nell’avvenire lavorerà bene, e non ci darà motivo di
lamentarci. Son persuaso, che ora non essendovi novizzi starà molto male il coro delle
Grazie. Se non possono dir alto, dicano basso, ma posato, e chiaro, finché il Signor
Iddio si degnerà di darci aiuto. Nella prossima settimana spedirò un memoriale per
ottenere la licenza di vestire sette novizzi chierici. La risposta verrà tardo, e molto
probabilmente negativa, come le altre. Raccomandi l’affare a Dio Signor nostro
clementissimo, a Maria Santissima delle Grazie, ed al nostro P.S. Francesco, e confidi,
che le orazioni non siano per esser fatte in vano. Se non altro, potremo dire d’aver fatto
quanto potevamo. Iersera ho dato l’Olio Santo al P. Carlo Felice, perché così egli ha
voluto; ma oggidì è stato a pranzo con gli altri nel refettorietto. Lo raccomandino a Dio,
e si conservino essi.
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3119. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles.
M.R. Padre Benedicite.
Trento 21 giugno 1805.
In questa mattina ho ricevuto l’attestato di questi signori professori per li nostri
sette candidati posti in ordine alfabetico così: Bailoni, Beozzo, Boschetti, Fedrighi,
Gentilini, Gozzaldi, Fuganti. Tutti diconsi di prima classe. Al Bailoni è aggiunto
rapporto all’infima grammatica un Egregio: rapporto poi alla suprema gramm. alla
retorica ed alla poesia cum eminentia. Al Boschetti sempre cum emin. Ho cercato, e
ricercato le fedi battesimali mandate un’altra volta a Insprugg, e certamente ritornate,
ma non ho potuto ritrovarle. In caso, che debbansi rimandare col detto attestato prego la
P.S.M.R. d’indicarmi dove siano. Aspetto quelle del Fuganti, e del Boschetti. L’altrieri
d’ordine dell’infermiero ho comunicato per Viatico il P. Carlo Felice, e iersera
importunato dallo stesso infermo, contro il sentimento dell’infermiero, gli ho dato
l’Estrema Unzione. Oggi però ha pranzato cogli altri nel refettorietto, perché così ha
voluto egli. Cessò di celebrare li 17 e teme di morire alle preste. Dopo il pranzo sono
venuti li due candidati di Drena, e Vigne464: ma senza le richieste risposte, perché non
hanno trovato aiuto, ed il drenato confessa, che non ha studiato rettorica, né poesia.
Domani andranno a Roveredo per farsi aiutare. Il secondo ha portato la fede del
Battesimo, e l’altro dice, che non gli fu ristituita quando venne la prima volta al
concorso. Io mi sono protestato incredulo rapporto a tal fede, egli ho detto, che ne cavi,
e porti un’altra, se vuol esser messo in lista465. Il Boschetti fu presentato dal P.
Giangiuseppe. L’ex-novizzo F. Angelo da Panchiato è stato da me a levare la sua fede
battesimale, segno che non occor altro. Il P. Dif. Damiano con F. Martirio è venuto
nella sera de’ 18 ed è partito nella mattina seguente con una guancia difformata da una
464
465
Bombardelli (1786), e Segala (1788).
La ha portata nuova li 25 giugno.
caduta fatta in Roveredo. Fu avvisato rapporto ala visita di Borgo, e Pergine.
Genuflesso la prego della sua benedizione patena, e mi professo ecc.
3120. 1805
Al P. Amando Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 22 giugno 1805.
Il P. Dif. Carlo Felice, che ai 19 fu comunicato per Viatico, ed ai venti di sera volle,
e ricevette l’Estrema Unzione, ieridì mattina, e sera contro l’intenzione degl’infermieri,
mangiò con gli altri nel refettorietto, cosa nuova, e non più veduta. Il Rampanelli, di cui
parla il Foglio, fu servente del Suffragio, e morì nel dicembre del 1793.
3121. 1805
Al Governo d’Insprugg.
All’eccelso imperiale regio Governo dell’Austria Superiore.
Il sottoscritto Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia presenta, ed esibisce
qui rinchiusi gli attestati degli studi fatti da sette giovani, che bramano d’essere vestiti
dell’abito della sua Religione: e riverentemente supplica per la licenza di poter vestirli
presto. Della quale grazia ecc.
Trento li 24 giugno 1805.
F. Giusepp’Antonio Dusini Provinciale de’ Francescani.
Extra. All’Eccelso Imperiale Regio Governo
dell’Austria Superiore
Insprugg
Nota. La copia di tali attestati, compresi tutti in un foglio solo, sta nel mio To. V
Compen. Diplom. num. 1149, pag. 528, et 529. Questo memoriale, col detto foglio, e
con le fedi battesimali del Boschetti, e del Fuganti, fu consegnato dal P. Vicario Vito al
Castello di Trento li 24 giugno dopo il vespro. Vedi sotto num. 3141, 3196.
3122. 1805
Al P. Francesco Maria da Panchiato. Roveredo.
Rev. Padre lettore S.L.G.C.S.N.
Trento 23 giugno 1805466.
Per ordine del P. Provinciale gli spedisco undici volumetti venuti da Insprugg,
affinché servano rispettivamente a lui, al P. Vicario (Regalato), ed al P. Custode (Pietro
Paolo). Sono del Wanker, Zallinger, Karpe, Giftschütz, Jahn, e Warnekros. Tre sono
latini,cioè quelli del Zallinger, e del Karpe. Gli altri sono tedeschi. Gli aggiungo un altro
libro in 4°, che ho trovato nella cella del P. letterario a lui diretto. Con questa stessa
occasione gli riamando la Bolla Paolina: e lo prego de’ miei rispetti al suo P. Guardiano,
e di avvisarlo, che gli spedisco una lettera interessante del P. Provinciale. Lo prego
altresì di accertare il P. Gio. Pio, che gli ho risposto con prontezza, e che gli ho
impetrato il richiesto indulto. Finalmente gli fo sapere, che il P. Provinciale, non avendo
potuto andare in Fieme per l’escrescenza delle acque, andò a Cles, dove sta tutt’ora: e
che il P. Dif. Carlo Felice, come idropico, ed asmatico, teme di presto finire i suoi
giorni, e perciò fu viaticato, e munito dell’Estrema Unzione. Per carità lo raccomandino
al Signor Iddio, ed essi tutti procurino di lungamente conservarsi.
466
Spedita 24.
F. Vincenzio Maria gli manda il promesso manoscritto enipontano: ed io lo prego
de’miei ossequi al mio benemerito signor abate Beltrami, data occasione.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Il detto P. Carlo Felice,che da otto giorni in qua non celebra, va nella cucina, e nel
refettorio, dove mangia cogli altri infermicci.
3123. 1805
A Bartolommeo Fruet di Vignola.
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, il divoto giovine
Bartolommeo Fruet sarto di Vignola467, nostro candidato, porterassi al nostro convento
di s. Antonio in Cles della Valle di Non, e dovrà giugnervi nella sera del giorno 14 del
prossimo mese di luglio, per poi esser ivi vestito del sacro abito del nostro serafico P.S.
Francesco nel giorno decimosettimo dello stesso mese in qualità di Fratello Laico, sotto
il patrocinio, e nome del Beato Benvenuto da Recanati, di cui l’Ordine nostro celebra la
festa ogni anno nel giorno 15 di maggio: e quindi nell’avvenire chiamerassi Fra
Benvenuto da Vignola. Il Signor Iddio gli doni la perseveranza nella santa vocazione, lo
benedica, e lo accompagni. Data nel convento di san Bernardino appresso Trento li 24
giugno 1805.
L.+S. F. Giuseppantonio di Cles
Ministro Provinciale.
3124. 1805
Al medesimo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Qui compiegata d’ordine del M.R.P. Provinciale vi spedisco l’obbedienza, onde
possiate portarvi al nostro convento di Cles in Val di Non, per esser ivi vestito del
serafico nostro abito. Siccome poi li nostri novizzi debbono provvedersi da sé il primo
vestiario religioso, depositando previamente cinquanta fiorini tedeschi; così vi avverto,
che innanzi di andare al noviziato di Cles vogliate deporre gli accennati cinquanta
fiorini nelle mani del titolato signor Giuseppe Antonio Grandi di Pergine468, e che
portiate la di lui ricevuta al Padre Guardiano di Cles, insieme alla suddetta obbedienza,
colle fedi del Battesimo, e della Cresima, e coll’attestato di due uomini scritto dal vostro
M.R.S. curato, che abbiate le condizioni per altro richieste dalla Santa Sede, affinché
uno possa esser ammesso al nostro sacro Instituto: del qual attestato v’inserisco qui a
parte una formola da compirsi. E pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che si
degni di donarvi la perseveranza nella santa vocazione sino al fine, vi saluto
cordialmente. Dal convento di s. Bernardino appresso Trento li 24 giugno 1805469.
Vostro affez.mo in Cristo
Fra Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore, e pro-segretario Provinciale ecc.
3125. 1805
Al P. Gregorio da Caldese. Pergine.
R.P.S.L.G.C.
467
figlio di Niccolao, nato li cinque d’ottobre 1777, hora nona vespertina.
Giuseppe Antonio Grandi capitano, e sindico apostolico egli si scrive.
469
Spedita per la posta li 26.
468
Trento 24 giugno 1805.
Eseguendo l’ordine ricevuto dal Padre Provinciale indirizzo alla P.V. le qui
compiegate carte affinché facciale con premura, e sicurezza capitare nelle mani del
nostro candidato Bortolo Fruet di Vignola sarto. E confidando nella già sperimentata di
Lei attenzione la riverisco, e mi dico.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3126. 1805
Al Padre Provinciale. Cles.
M.R.P. Benedicite.
Trento 25 giugno 1805.
Ieridì ho spedito a questo Castello il memoriale all’eccelso Governo per ottenere la
licenza di vestire sette novizzi chierici, coll’attestato de’ loro studi, e colle fedi
battesimali del Boschetti, e del Fuganti470, sebbene il P. Gio. Pio abbia ricevuto avviso
dal prefetto del ginnasio di Bolgiano, che non occor più mandare tali fedi battesimali.
Tengo preparata l’obbedienza per il Fruet di Vignola, e la spedirò al P. Gregorio colla
prima occasione, che spero verrà oggi, o domani. Gli ho imposto il nome di Benvenuto,
ed ordinato, che sia in Cles nella sera de’ 14 luglio, per essere vestito nel giorno 17. Ho
pure spedito a Roveredo i libri noti: e la lettera interessante di V.P.M.R. Mi scrive il P.
Küebach, che ora vassene a Innichen sua patria per tutto il mese di luglio, e che là ci
proccurerà delle Messe ecc. Mi ricorderò dell’avviso rapporto al P. Carlo Felice, il quale
ieridì ha celebrato la santa Messa, ma molto stentatamente, ed oggi, benché non abbia
celebrato, l’ho trovato fuori della porta nell’infermeria. La prego della benedizione
serafica, e resto.
Di V.P.M.R.
Um.mo, ubbid.mo, ed obbl.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
3127. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 25 giugno 1805.
471
Il P. Carlo Felice ha celebrato , stentatamente però, e quindi oggi non ha celebrato.
Per altro continua le sue gite al refettorio, dove mangia come gli altri, perché così vuole.
Iersera fu seppellita la signora baronessa Anna Klozza, nata Particella, morta ierlaltro
per dolori colici, sena Sacramenti, quantunque gli abbia chiesti.
3128. 1805
Al P. Pietro Damiano di Borgo. Borgo.
R.P. Diffinitore S.L.G.C.
Trento 26 giugno 1805.
Per servirla son andato subito subito nella biblioteca, ho cercato diligentemente le
bramate due, o tre copie del Reiffenstuel ricciano; ma non mi è riuscito di trovarne
alcuna. Presentemente li Religiosi sono in coro. Quando potrò parlar loro, li pregherò,
470
Quelle degli altri cinque sono state trattenute in Insprugg la seconda volta, che furonvi mandate.
Vedi sopra pag. 3844, e 3852 (num. 3051 e 3055). Furono poi rimandate le due fedi del Boschetti, e del
Fuganti nell’ottobre 1805.
471
Per l’ultima volta.
che me le diano per il di Lei studio, giacché mi consta dal catalogo della detta
biblioteca, che in essa furonvi riposte alcune copie. Può darsi però, che sieno state
mandate altrove, e non ancora ristituite. Se ne troverò Ella sarà servita. Frattanto preghi
Dio Signor nostro per li nostri bisogni, essendosi aggiunto ai vecchi, che il P. Difinitore
Carlo Felice traballa, giacché oggidì dopo d’aver fatta la santa Comunione, e d’aver
presa la purificazione, voleva celebrare, e non voleva credere all’infermiero, che non
poteva ciò fare. Per carità preghi anche per me miserabile, che riverendola sono
Suo obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.
3129. 1805
Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Campo.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 27 giugno 1805472.
Allorché ho ricevuto la di Lei lettera non fu tempo opportuno per esporre al P.
Carlo Felice quanto Ella mi ha scritto. Dopo ha dato un crollo tale473, che il tempo
diventò ancor meno opportuno: cui si aggiunse, che il P. Provinciale ha scritto da Cles,
che succedendo la morte del medesimo P. Carlo si custodiscano le di lui carte. L’avviso
dunque, che non ho parlato punto. Il detto Padre fu viaticato nel giorno 19, ed unto
coll’Olio Santo nel giorno 20 dell’andante. Nel giorno 24 ha celebrato,ma molto
stentatamente. Va per l’infermeria, ed anche al refettorietto, a mangiar, e bere cogli altri,
e come gli altri, perché così vuole. La testa non gli serve bene, poverino! L’altar sera
tarda sono giunti a Trento M. vescovo di Coira, e M. Preposito di Bolzano. Ieri un
Religioso fiamingo venuto da Roma, mi ha detto, che ultimamente da Pio VII è stato
creato nostro Ministro Generale il P. Ilario da Montemagno commissario generale
Osservante, di cognome Cervelli. Dica al suo P. Guardiano, che per il Messale non
occor altro: e parimente noi non parliamo altro della cambiale.
L.I.C.D.N.
Li 6 luglio ho spedito per Isidoro a Borgo, e Pergine li Periodi Maffeiani, In
Pergine furono ricevuti.
3130. 1805
Al P. Pietro Damiano di Borgo. Borgo, colla gazzetta.
R.P.
Trento 28 giugno 1805.
Ricordevole della promessa fattagli nella sera de’ 26 ho domandato le richieste
copie del Reiffenstuel ricciano: ma rilevato avendo, che tutte le riposte in questa
biblioteca tengonsi da questi studenti, li quali non possono sprovvedersi, perché
studiano essi pure la morale, debbo avvisarla, che rivolga le sue ricerche altrove. Nella
festa di s. Vigilio nostro protettore furono in Trento come privati S.A.R. monsignor
Carlo de Budol inspruchese vescovo, e principe di Coira, e monsignor Gio.
Nepomuceno di Buol Preposito mitrato di Bolzano. Il vescovo poi è andato
nell’Anaunia, per visitare i signori Conti di Castel Valer.
3131. 1805
Al Padre Gregorio da Caldese. Pergine.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
472
473
Spedita 28.
Morì li 2 luglio.
Trento 28 giugno 1805.
Già ho preveduto, e predetto, che il noto suo penitente darebbe motivo di vari
sospetti, ed ho soggiunto, che imputet sibi. Per un motivo è bene, che quelli, cui sono
palesi li di lui eccessi, sappiano anche il di lui pentimento: ma pure a me sembra, che
avrebbe potuto scansare tali sospetti coll’andare lungi dal luogo dove ha peccato; con
questo però, che si facesse ben conoscere ad un buon direttore spirituale, e che dopo
d’essere stato cattivissimo tanti anni, non si fidasse d’un fervore corto, e concepito per
impulso altrui, e che praticasse gli atti de’ veri penitenti, e convertiti. Egli dovrebbe ora
diventare un gran santo penitente, a gloria di Dio Signor nostro, ad esempio del
prossimo, ed a dispetto del diavolo. Glielo raccomando di cuore. Proccuri di farlo
divenire tale. Che non sia peranche venuta da Roma la risposta al memoriale dato li 20
oppure 30 dello scorso maggio, non è maraviglia per me, che più volte ho sperimentata
una simile tardanza. Nel 1802 ho scritto ai 23 di giugno, ed ebbi la risposta li 27
settembre. Nel 1803 scrissi li 15 febbraio e ricevetti la risposta li 7 aprile ecc. Spero, che
V.P. avrà ricevuto un’altra mia de’ 24 coll’obbedienza ecc. per il candidato Bortolo
Fruet di Vignola. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto.
So obbl.mo servo in Cristo
F. Grisostomo.
3132. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles.
M.R.P. Benedicite
Trento 1 luglio 1805474.
Mi ha consolato colla notizia, che le fedi battesimali mandate la seconda volta in
Insprugg, non siansi smarrite; ma bensì restate là. Il candidato di Drena ha portato una
nuova fede del suo Battesimo conferitogli nel giorno 3 di giugno 1786. Rapporto al
traslocare F. Massenzio il P. Dif. Gaudenzio, ed io ci rimettiamo a quanto giudicherà
bene la P.V.M.R., cui fo sapere, che oggidì ho mandato al sig. Tommaselli una cedola
di fiorini 5 con alcune monete, che in somma fanno troni 29 e carentani 10, dati da
Antonio Piva di Castagnedo, fratello del P. Maurizio per la nota dispensa. Ieridì ho
ricevuto dal Castello un dispaccio dato li 21 dal quale s’intende, che l’eccelso Governo
li 29 maggio non ebbe dal canto suo alcuna difficoltà di conferire la conferma politica
alla nomina de’ nuovi Guardiani de’ due conventi di Cles, e Mezzolombardo, essendo
stata placidata dal R.mo Ordinariato. Lo riporrò nel provincialato. In questa mattina ho
dato la benedizione papale al P. Dif. Carlo Felice, e gli ho raccomandato l’anima. Ieri fu
comunicato per divozione sul letto, e poi voleva dire la santa Messa, ed andare al
refettorio. Oggi non poté comunicarsi per pericolo di non poter inghiottire la sacra
Ostia. Bisognerà pensare per al surrogazione statutaria475 d’un diffinitore, la quale non
sarà facile... Mi scrivono da Roveredo, che F. Gio. Pietro da Novarna sta colla febbre
terzana476. Un nostro Religioso fiamingo ritornato da Roma in questi giorni mi ha detto,
che nella vigilia della Pentecoste il P. commissario generale Ilario da Montemagno fu
dichiarato Ministro Generale dal Sommo Pontefice. La prego genuflesso della sua
paterna benedizione, e resto.
Di V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo servo, e suddito
474
Spedita li 2.
Cap. 8, n. 49, e 51.
476
e che esce dai torchi Marchesani la vita dell’abate Tartarotti latina scritta da un maestro del
ginnasio roveretano.
475
F. Gio. Grisostomo.
3133. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio.
M.R.P. Benedicite.
Trento 2 luglio 1805.
La vita del nostro gran taumaturgo Sant’Antonio scritta dal Padre Bartolommeo di
Trento Domenicano, che lo vide, e conobbe, dicendo: quem vidi, et cognovi, sta presso i
PP. Bollandisti To. 2 iunii ad 13 diem, pag. 703, col. 2, ma è brevissima, consistendo in
venti sole righe. Rapporto ai miracoli dice soltanto: Plura etiam post mortem miracula
est operatus, ita ut puer, et puella in aqua submersi, eius meritis suscitati legantur. La
stessissima portasi anche nella vita di s. Antonio scritta dal P. Luigi da Missaglia M.O.
stampata in Parma l’anno 1776 pag. III.
Nelle Cronache de’ primi XXIV Generali dell’Ordine nostro, terminati nell’anno
1374 delle quali abbiamo una copia manoscritta in questa nostra biblioteca, v’ha Vita
Sancti Antonii de Padua, ed in essa c’è il seguente capitolo: In partibus Tholosanis cum
vir sanctus adversus quemdam etc. etc, sino all’obedivit.
I Bollandisti cit. To. 2, pag, 725 riportano ad literam la descritta relazione delle
Cronache. La riporta, ma in italiano ad sensum, anche il P. Missaglia pag. 112 e segg.
Parimente ad sensum, ma in latino, la riferisce Sicco Polentone cittadino padovano nella
vita di s. Antonio, che scrisse nell’anno 1433, e leggesi stampata coi sermoni di s.
Antonio in Psalmos, Bononiae 1757, pag. XVII. In compendio la dà finalmente anche
l’ex Gesuita Emmanuele de Azevedo nella Vita di s. Antonio L. 1, c. 12, pag. 49 e 50,
edit. tertiae Venetiis 1793. Tutti questi asseriscono il miracolo, ma con qualche variante,
poiché altri dicono Mulo, altri Mula, altri Asina, altri Tolosa, altri Rimini, altri Bourges;
e quindi v’ha chi lo crede fatto in più luoghi.
Il P. Bartolommeo da Pisa nella sua opera Conformit. L. 1, conf. 8 scrive: In dicta
civitate Arimini quidam haereticus etc. NB. dice un’Asina.
Lo Spondano parla poco di s. Antonio, e nulla dice de’ di lui miracoli etc. etc.
Pro mea memoria. In Cles fu rappresentato questo miracolo presso la nostra chiesa
di s. Antonio nella processione solennissima del Corpus Domini. Lo crede vero
quell’arciprete Luigi Flamamcino, lo nega, il sig. Giacomantonio Maffei di Revò
sull’asserzione dell’empio Pilato tassullitano.
3134. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 4 luglio 1805.
Finalmente ieridì è venuto da Insprugg l’ordine a questa Cassa Circolare di pagare
le spese fatte nell’anno scorso per il nostro convento a cagione dell’ospitale militare477.
Ieri è partito questo P. Guardiano (Mich. Angelo) per Cles, dove starà sino all’agosto
bevendo le acidole. La chiesa di s. Maria Maggiore ora sta chiusa, perché ierlaltro
all’una, e mezza pomeridiana è caduta buona parte della di lei volta verso la porta
maggiore, con morte di due uomini, che stavano lavorando per impedire così fatta
caduta. Si suppone, che sarà già pervenuta costà l’infausta notizia della morte seguita
qui ai 2 del corrente mese del P. Diffinitore Pino. Non è ancora venuto da Insprugg il
477
È venuto, cioè fu a noi insinuato dal sig. Capo-console Conte Gerolamo Graziadei, e nel giorno 4
fu consegnato il danaro al sig. Ant. Fedrigoni, dal Castello, consistente in fiorini 216 e car. 43, che fanno
troni 1083, car. 7.
privilegio de’ dazi, chiesto con data de’ 24 maggio. Nell’anno scorso fu chiesto con data
de’ sei giugno, e venne li 12 luglio.
3135. 1805
Al P. Cirillo Dusini da Cles. Arco. Le Grazie.
R.P.S.L.G.C.
Trento 6 luglio 1805.
Rispondo subito, che io nulla tengo di ciò, che suppone V.P. e che ho avuto ordine
preventivo dal P. Provinciale di avvisare questo P. Guardiano di metter via tutto, e di
conservarlo a di lui disposizione. Rapporto alla di Lei sportella nulla so. Parimente
nulla sa F. Vincenzo sartore. Non posso cercarla presso F. Vincenzo Maria chierico,
perché non si trova qui, essendo andato a Cles con questo P. Guardiano sino dal terzo
giorno del corrente. Spero, che ritornerà presto478, ed allora gli parlerò. Frattanto la
riverisco, e resto, assicurandola, che ho lacerato ecc.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3136. 1805
Al Padre Giuseppe Antonio Provinciale. Cles.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 9 luglio 1805.
Dal Padre Diffinitore Gaudenzo intenderà di qual sentimento egli sia rapporto alla
futura surrogazione d’un Diffinitore. Ho letto, e riletto anch’io intorno a ciò; ma son
ancora irresoluto solamente per cagione dell’apostolico. Se non vi fosse questo, non
sarebbevi alcuna difficoltà. S’è vero, che dalla S. Sede abbia i privilegi degli exProvinciali, e che siengli stati ammessi dalla Provincia, potrà pretendere d’esser
compreso nella lista statutaria de’ Padri. Si potrà pretendere, che li mostri. Per altro ho
letto, che a tenore d’un decreto di Paolo V dato li 10 ottobre 1614 ed ammesso da un
Capitolo Generale, si per Sedem apostolicam alicui concedatur privilegium personale
Patris Provinciae, solum intelligendum est de praecedentia, et titulo paternitatis. So
altresì, che Pietro Vigilio ha ammesso i detti privilegi supponendo,che fossero dati dalla
Religione, e non dalla S. Sede. Finora non ha goduto altro, che quello della precedenza.
Non mi consta quai pensieri abbia presentemente. Non gli ho parlato punto su di ciò, e
non fido parlargli. Vi sarà tempo. La surrogazione dee farsi da tutto il Diffinitorio, con
un atto soscritto da tutti li Diffinitori, e del Provinciale, quantunque lo Statuto dica, che
al defunto s’intenda ipso facto surrogato etc. Così fu praticato nella Provincia nostra
finora, e stabilito nel Capitolo Generale toletano del 1658, dove leggesi: Subrogationes
tam in Observantia, quam apud Reformatos fiant a toto Diffinitorio, et non a solo
Ministro Provinciali. Quando il surrogato sia Guardiano, questi può Guardianatus
munus exercere usque ad novam electionem Guardianorum Congregationis immediate,
vel Capituli provincialis, giacché lo Statuto, che li Diffinitori attuali non possono essere
Guardiani va inteso de definictoribus electis, non de subrogatis. Bramo, che questo, ed
ogni altro negozio sia trattato pacificamente; e pregando la P.V.M.R. della sua paterna
benedizione mi professo.
Di V.P.M.R. cui aggiungo, che F. Abbondanzio ha ricevuto da questa dogana la
cassa veneta, e che domani, se lo permetterà il tempo479, s’instraderà di ritorno per
478
479
Sono ritornati a Trento il primo di agosto.
Partì gli XI.
Borgo senza essere perfettamente guarito F. Giuseppe. Sabato è ritornato da me il
candidato Bertoldi da S. Orsola: e ieri venne qua da Aldeno il P. Vicario Regalato
supplimentario di quel curato480.
Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
3137. 1805
Al Padre Geremia Guardiano di Pergine.
R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento XI luglio 1805481.
Oggidì soltanto ho ricevuto il diploma d’esenzione dai dazi segnato in Insprugg li
12 giugno, ed in Trento li 3 luglio. È tutto tedesco, da me non inteso; siccome però dal
Giudizio provinciale dicesi conforme alla nostra supplica presentata li 24 maggio; così
credo, che ci viene accordato d’estrarre dall’Austro-Veneto li capi seguenti.
Lana nera etc. come sopra num. 2859. Non poso mandare alla P.V.R. l’originale di
così fatto diploma, perché debbo mandarlo a Borgo, e Grigno: suppongo però, che a Lei
basterà questo compendio. E riverendola resto
suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo ecc.
3138. 1805
Al P. Romedio Keller da Cles. Cavalese.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 12 luglio 1805482.
Sento con singolar gusto, e piacere, che si pensa, e tratta di dare al pubblico una
Categorica notizia della Valle di Fiemme, riferendo i costumi della medesima, li
padroni, e gli uomini più illustri della medesima. Quindi malgrado l’esser vecchio,
stanco, scarso di tempo, ed offuscato dal timore di guerre, e novità dolorose, per servire
l’ill.mo signor Giuseppe Antonio Riccabona ho scritto il qui annesso foglio; e pregando
la P.V. de’miei ossequi al lodato signore, la riverisco, e resto
suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo d’Avolano (sic).
Il detto foglio contiene le cose seguenti.
D.O.M.
Immortalis Memoriae Viro etc. etc.
Quest’epitafio leggesi alla pag. 52 del libretto intitolato Elenco dell’epoche della
vita, e degli scritti del Padre Benedetto Bonelli Francescano, composto nel 1783, e
stampato nell’anno 1785 in Venezia, da Simone Occhi nel To. 41 della Nuova raccolta
d’opuscoli scientifici, e filologici del Padre Fortunato Mandelli monaco Camaldolese, in
12°. Fu composto, ed anche stampato a riguardo dell’Emm.mo signor cardinale
Giuseppe Garampi. Ora in Venezia non trovasi alcuna copia venale del medesimo.
L’ultima fu mandata in Insprugg nello scorso giugno di quest’anno 1805, con qualche
aggiunta, e coll’errata corrige manoscritta483.
480
Partì gli XI per Roveredo.
Spedita li 15 luglio.
482
Spedita li 13 sabato.
483
Fu chiesta per Insprugg dal sig. Francesco Riccabona in Trento.
481
Victorius Weber de Cavalesio Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci
lector theologus, et Custos suae Provinciae tridentinae sancti Vigilii, necnon
commissarius visitator generalis quatuor Provinciarum Tirolensis, Venetae,
Bononiensis, et Bavaricae, anno iubilaei 1750 Comitiis generalibus Romae interfuit, ac
iterato apoplexiae morbo correptus interiit Tridenti die undecima octobris anno 1760,
aetatis suae 55. Is contra Ludovicum Antonium Muratorium virum clarissimum, edidit
librum inscriptum C. Octavii Valerii de superstitiosa timiditate vitanda, sive vindiciae
voti, quod vocant sanguinarii, pro tutela Immaculatae Conceptionis Deiparae suscepti.
Tridenti, ex typographia Monauniana 1751, in 4°.
Agapitus de Prato a Thesido Ordinis Minorum Reformatorum Provinciae
tridentinae alumnus, linguis orientalibus addiscendis operam dedit Romae in Collegio
nostro missionariorum S. Petri in Monte Aureo, fuitque linguae arabicae lector in
patavino episcopali seminario. Vivere autem desiit in eadem civitate Patavii die...
novembris anno 1687, aetatis suae 34. Typis commisit, dicavitque tunc viventi Beato
Gregorio Barbadico cardinali, et episcopo Patavino, librum praenotatum: Flores
grammaticales arabici idiomatis... Opus omnibus arabicae linguae studiosis perutile, et
necessarium. Cui accedit in fine Praxis grammaticalis, et exercitium lectione vulgari.
Item rudimenta grammatiace persicae. Patavii 1687, ex typographia Seminarii, opera
Augustini Candiani, in 4° pagg. 414.
Apollinaris Ielicus de Thesido, eiusdem Provinciae Vigilianae alumnus, vita
functus Cavalesii die 3 iunii anno 1787, aetatis suae 80, praeter plures concionum, et
sermonum tomulos, scripsit Campi anno 1757 opusculum non contemnendum sub
titulo: Descrizione delle sette Pievi Giudicariesi, e loro confinanti di Ledro, e di
Vestino. Anno autem 1772 Clesii me urgente aliud simile opusculum praenotatum:
Descrizione della Valle di Fiemme. Utrumque penes me manet manuscriptum.
Ambrosius Bosinus de Pradatio Ordinis Minorum Reformatorum Provinciae
Austriacae lector theologus, ac Diffinitor, decessit eiusdem Provinciae senior optimus
Lanzendorfii in archidioecesi viennensi die 8 iunii anno 1749 aetatis suae 85, editis
duobus sequentibus libris:
Expositio literis, moralis, et practica sacrae Regulae Fratrum Minorum.
Ratisbonae, typis Io. Bapt. Lang, episcopalis typographi 1733, in 8°.
Lapis super lapidem, hoc est quaestiones fundamentales super Regulam S.P.
Francisci Fratrum Minorum. Neostadii, typis Samuelis Muller Univ. Vien. typographi
1745, in 8°.
Carolus Bosinus de Pratatio praedictae Provinciae austiacae sacerdos obiit Viennae
die sexta ianuarii anno 1696, recinsitusque fuit inter Religiosos venerabiles.
Carlo Varesco di Panchiato Carmelitano Scalzo, vescovo di Calamina, e Vicario
apostolico del Gran Mogol, Idalcan, e Golconda, che morì nel Malabar ai sei di gennaio
del 1785, merita luogo tra gli uomini illustri di Fiemme non solamente come vescovo,
ma eziandio come scrittore. Appresso i di lui parenti si troverà l’elogio, che ho loro
mandato nell’anno 1776. Con cinquanta lettere del medesimo ho formato un volumetto
in 4°, col titolo Lettere Vareschine.
Daniele Zeni di Tesaro vescovo e principe di Bressanone morì li 24 dicembre
l’anno 1628 di sua età 44.
Ioannes Dominicus Peregrinius de Mohena I.U.D. professor universitatis
salisburgensis, ibidem consiliarius aulicus, et plurium librorum auctor, obiit Salisburgi
die 22 iunii anno 1764, aetatis suae 77, sepultus cum longo epitaphio. Videri poetst eius
elogium in Libro defunctorum Mohenae.
Ioannes Antonius Scopulus de Cavalesio medicus physicus, ac professor
universitatis papiensis, varios libros edidit, excessitque Papiae anno 1788, die quinta
maii.
Gasparus Savoy de Altaripa, olim Iesuita, plures libros suos typis commisit,
obiitque patriae suae curatus anno 1785.
Gio. Battista Michi de Tesaro prete circa il 1700 ha dato alle stampe una raccolta di
varie canzoni spirituali da cantarsi nelle solennità della Natività ecc. di Nostro Signor
Gesù Cristo. Fu ristampata parecchie volte.
Gio. Giacomo Giovanelli fondatore dell’ospitale di Tesaro sua patria, e gran
cancelliere in Milano, chiaro nell’anno 1707 in cui fu consigliere, ed agente di sua
Altezza R.ma vescovo, e principe di Trento.
Per l’ospitale di s. Pellegrino appresso Moena potrassi vedere il volumetto da me
scritto nel 1794 in 4°, col titolo Documenti antichi del predetto Ospitale. Suppongo, che
si troverà nell’archivio comunale di Moena.
Bonifacio Bonelli etc.
Benedetto Bonelli etc.
L’epitafio di Salisburgo è questo: Sta Viator. Hic enim etc. come To. 1, Varairum
inscript. 837.
Nota per mia memoria. Il sig. Riccabona pregato da un suo corrispondente
consigliere di Stato in Vienna484, s’è impegnato di mandargli l’accennata Notizia: ed ha
incombenzato il P. Romedio, che mi scriva, e ricerchi ecc.
Nella coperta ho scritto: Favorisca di accertare il suo Padre Guardiano, che ho
avvisato il mio rapporto alle tre Messe legnarie. Colla prima occasione manderò loro la
storia nuova del sig. Giacomantonio Maffei di Revò.
3139. 1805
Al P. Giuseppe Antonio Provinciale.
M.R.P. Benedicite.
Trento 12 luglio 1805485.
Sono di avviso alla P.V.M.R. che ieridì ho ricevuto il diploma rapporto ai dazi,
segnato in Insprugg li 12 dello scorso giugno486, ed in Trento li 3 del corrente.
Suppongo, che sia favorevole; ma pure innanzi di spedirlo a Borgo lo farò leggere da F.
Vincenzo Maria quando sarà qui di ritorno, perché io non l’intendo, essendo tutto
tedesco. Spedirò eziandio la lista de’ capi privilegiati al P. Guardiano di Pergine,
giacché la brama, e la ha chiesta. Ieridì sono partiti per Roveredo il P. Regalato, e per
Borgo F. Giuseppe: ed è venuto in questo convento per istarvi 15 giorni in esercizi
spirituali il sig. Conte Ignazio Zambelli, che ogni giorno vuole una Messa per se stesso.
Domani mattina li Religiosi andranno al funerale del signor Bernardino di Pietra Piana.
Questo C.R. Giudicio Provinciale, e Capitaniato Circolare mandando il detto diploma
avverte il P. Provinciale, che per ottenere un’altra volta un simile passo, si rende
necessario, ch’esso faccia constare il numero dei Religiosi della sua Provincia. Dallo
stesso C.R. Giudicio s’impara, che nell’avvenire bisogna scrivere l’Eccelso Imp. ed
Imp. Reg. Governo dell’Austria Superiore. La prego della sua paterna benedizione, e
resto ecc.
484
Cioè dal barone di Hormayer segretario del Consiglio di Stato autore dell’Almanacco tirolese,
che si stampa in Vienna annualmente.
485
Spedita li 13.
486
In Insprugg col num. 10174 Zoll, ed in Trento col num. Dazio 5193/259.
Il P. Leonardo fu esaminato.
3140. 1805
Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario e Maestro. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento, s. Bernardino 14 luglio 1805.
Rendo avvisata, ed accertata la P.V.R., che nello scorso giorno dodicesimo da
monsignor Vicario Generale (Zambaiti) furono prorogate ad un altro triennio ambedue
le di Lei patenti confessionali. Ho anticipato tanto il chieder ciò, perché non potendo
andar io personalmente nel Castello, debbo prevalermi d’altri, ed avere riguardo al loro
minore incomodo. Gliele spedirò colla prima occasione opportuna, e sicura fuori di
posta. In caso poi, che questa non mi si presenti avanti del girono 25 del corrente
mese487, in cui spireranno le vecchie, in vigore di questa mia la P.V.R. potrà continuare
il sacro suo esercizio di confessore privilegiato. Non è ancora venuta veruna risposta al
memoriale presentato nel giorno 24 dello scaduto giugno per li novizzi, e replico, che io
non ispero la grazia chiesta. Non sarà poco se sarà permesso a noi vecchi, e professi di
vivere, e morire ne’ conventi. Ora sono in aria delle altre novità dolorose. Preghi Dio
Signor nostro per noi, e mi creda
suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
P.S. Ho ricevuto il diploma per li dazi. Attesa la caduta di s. Maria Maggiore fu
levato l’ordine di predicare per la buona Morte. Favorisca di far sapere al P. Cirillo, che
l’altrieri è venuta qua da Mezlombardo la di lui sportella. Suppongo, che il memoriale
dato li 24 giugno a questo Capitaniato per la licenza di vestire 7 novizzi non sia ancora
stato spedito a Insprugg, perché oggi 14 luglio ci fu chiesta una notizia da unirsi al
medesimo.
3141. 1805
All’Inclito Imp. Reg. Giudizio Provinciale, ed unitovi Capitaniato Circolare ai
Confini d’Italia in Trento488.
Il sottoscritto Provinciale de’ Riformati di san Francesco risponde subito, e
riverentemente, che non può rassegnare le fedi battesimali degli altri cinque giovani
suoi candidati, perché le ha mandate per la seconda volta489 all’Eccelso Imp. Reg.
Governo dell’Austria Superiore con data de’ 20 marzo prossimo passato e non gli
furono rimandate indietro come la prima volta. Trento 14 luglio 1805.
F. Giusepp’Antonio Dusini da Cles
Provinciale de’ Riformati.
Nota. Nello stesso giorno 14 luglio dopo il vespro fu presentato dal P.
Giangiuseppe di Canzolino al sig. Riccabona, il quale disse, che hanno chiesto le dette
fedi, perché videro essere sette i candidati, e le fedi battesimali due sole. Da questo io
argomento, che il memoriale de’ 24 giugno è ancora in Trento, e non fu spedito ad
Insprugg. In fatti nel dispaccio di Trento non fassi alcun cenno del Governo d’Insprugg.
3142. 1805
Al Padre Provinciale. Cles.
487
Spedite li 18 per Fratrem Dominicum e ricevuta in Arco subito.
In avvenire si dovrà scrivere all’Inclito Cesareo, e Cesareo Regio Giudizio ecc.
489
Vedi sopra num. 2970, 3055, e 3121.
488
M.R.P. Benedicite.
Trento 15 luglio 1805.
Stando in aspettazione di qualche risposta al memoriale per poter vestire sette
novizzi, consegnato colle fedi battesimali del Boschetti, e del Fuganti nel giorno 24
dello scorso giugno a questo Castello, ieridì dopo il pranzo ricevetti un dispaccio dal
medesimo Castello dato ai sei del corrente, con cui vengono chieste le fedi battesimali
anche degli altri cinque candidati. Nel detto memoriale non feci alcun cenno delle fedi,
perché allora non seppi, che fossero state trattenute in Insprugg. Ieri dunque ho risposto
subito in scriptis, che per la seconda volta sono state mandate all’eccelso Governo, e
non furono rimandate indietro come la prima volta. Il sig. Riccabona si contentò di cos’
fatta risposta, e disse, che la domanda provenne da un suo scrupolo, In fatti non fu
nominato punto l’eccelso Governo, come per altro viene praticato. Da questo rilevai,
che il memoriale dato ai 24 giugno, non fu spedito avanti li 14 di luglio. Forse sarà
tutt’ora in Trento, e staravvi anche in seguito, perché li signori castellani ora debbono
pensare ad altro.
Oggidì è partito di ritorno a Mezlombardo il P. Francesco Felice, giacché sono
venuti a pigliarlo da Salorno apposta. È pure partito verso Pergine il P. Giangiuseppe,
atteso che non ha più l’impegno di predicare a S. Maria Maggiore per la rovina di tal
chiesa, che ora fa le sue funzioni parrocchiali, altre alle Fradaglie, ed altre al Carmine490.
Mi spiace, che F. Vincenzo Maria sia per ritornar qua tanto tardo, perché non credo
bene di spedire altrove il diploma daziale senza essere sicuro del di lui tenore, e non
ardisco di farmelo spiegare da persona estranea. Suppongo però, che non siavi premura
di spedirlo. Frattanto farò sapere ai Padri Guardiani di Borgo, ed Arco, che lo tengo.
Non parlo de’ nostri timori cagionati dai fortini, che vengono fatti, e voglionsi fare; ma
bensì la prego genuflesso della sua paterna benedizione ecc. Ho avvisato gl’infermieri
rapporto a F. Umile491, e rapporto a F. Massenzio questo F. Michele, ed anche F. Giulio
per la di lui traslocazione. In Pergine fu vestito F. Timoteo Gardener li 17 dello scorso
giugno, e finora si diporta bene per attestato di quel P. Guardiano.
3143. 1805
Al Padre Guardiano delle Grazie ‘Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 16 luglio 1805492.
Inteso avendo, che il signor daziale di Riva, per effetto della sua pietà, e bontà, non
pretende,che siagli data copia del diploma sovrano, con cui vienci permesso
d’introdurre da Stato estero per nostro uso certe vettovaglie, e che le lascia passare
senza difficoltà; prego la P.V.R. che voglia almeno fargli sapere, che lo tengo segnato in
Insprugg nel giorno dodicesimo dello scaduto giugno, uniforme a quello degli anni
scorsi, per ispedirlo al dazio di Grigno. Riverendola resto
suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
3144. 1805
Al sig. abate Giuseppe Stanchina . Livo.
493
490
Anzi tutte al Carmine.
F. Umile venne qua li 28 luglio sabato.
492
Spedita li 17.
493
Prete confessore d’anni 33 circa.
491
Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 17 luglio 1805494.
Questo nostro Padre Vicario Vitantonio da Cles ha ricevuto la stimatissima lettera
di V.S.Ill.ma soltanto nel giorno dodicesimo del corrente luglio, quantunque porti la
data de’ tre dello scaduto giugno. Avendo egli commesso a me il darle risposta,
brevemente le dico, che io sono persuaso, essere abbastanza giustificato il catalogo de’
vescovi di Trento dalle Notizie del nostro Padre Benedetto Bonelli, specialmente dai
volumi secondo, e quarto: ed in conseguenza, che V.S.Ill.ma leggendoli con attenzione,
troverà le risposte a tutte le sue difficoltà, e questioni. Le aggiungo ciò nonostante, che
ho veduto molti cataloghi de’ vescovi di Trento antichi, e recenti, manoscritti, e
stampati: che tutti s’intitolano Cataloghi de’ Vescovi: tutti cominciano da Giovino; e
tutti mettono San Vigilio il decimottavo.
Che il Sacerdotes, et episcopi della Nota posta dopo Astero nell’Udalriciano, scritto
nell’undicesimo secolo, contengono due vocaboli sinonimi, e però non voglio dire, che
furono altri preti semplici, ed altri vescovi, si arguisce dal sapersi, che per Sacerdotem
aliquando intelligitur episcopus, come avvisa il Magri nel suo Hierolexico verbo
Sacerdos: e che san Girolamo in Epist. ad Oceanum § 3, dice: Apud veteres iidem
episcopi, et presbyteri fuerunt.
In fatti san Gregorio Magno nelle sue Lettere chiama Castri Cumani sacerdotem
un vescovo di Como, e sacerdotem, et rectorem un vescovo di Velletri.
Graziano Augusto scrivendo a S. Ambrogio vescovo di Milano intitolò la sua
lettera Ambrosio religioso sacerdoti Omnipotentis Dei.
San Possidio nella vita di s. Agostino nomina Sacerdotem eximium Ambrosium, e
Sacerdotem optimum Augustinum, ambidue vescovi.
Sant’Onorato vescovo di Vercelli da Paolino suo coetaneo nella vita di s. Ambrosio
fu nominato Honoratus sacerdos ecclesiae Vercellensis. Parimente Sacerdotes furono
detti dallo stesso Paolino ivi li vescovi di Vienna, di Bourdeaux, d’Arvergne, di
Periguerit.
San Gelasio primo Papa in Epist. ad Dardanos, rammemorando i vescovi di
Ravenna, Milano, Sirmio, e Treveri § 20 scrive: Numquid harum urbium sacerdotes
ultra mensuram etc. e nel § 29 beatae memoriae Ambrosius mediolanensis sacerdos
ecclesiae.
Sant’Apollinare vescovo di Ravenna dal Breviario, e Messale romano dicesi
sacerdos, et martyr.
Parimente nelle orazioni del Messale Udalriciano di Trento sono detti Sacerdoti li
santi vescovi Apollinare, Ambrosio, Niccolò, Arbogasto, Zenone, Biasio, Udalrico,
Wiliberto etc.
Anche il card. Orsi nella Storia ecclesiastica secolo I, L. 2, n. 13 scrive: una sola
persona detta talora in questi primi tempi indistintamente vescovo, e prete; ma cui indi
a non molto fu appropriato il primo vocabolo a fin di meglio distinguerla dai semplici
sacerdoti. Monsignor Filippo Anastasio patriarca d’Antiochia parte 1 Lucubrationum in
Surrentinos Antiquitates, edit. Rom. 1731, pag. 27 dice: Olim modestiae ergo
sacerdiotes, et presbyteri vel ipsi episcopi nominabantur.
Li Padri Maurini nelle note alla vita di s. Gregorio Magno scritta da Paolo Diacono
dicono: Sacerdotes dicti olim non quilibet presbyteri, sed episcopi, qui civitatibus
494
Spedita li 22.
praeerant: qui vero in vicis, et oppidis sacris praeficiebantur, ii appellabantur
presbyteri.
Se chi scrisse la nota del Sacerdotes, et episcopi avesse preteso d’insinuare, che non
tutti gli antecessori di san Vigilio furono vescovi, non avrebbe messo il titolo Ordo
epsicoporum avanti Giovino; ma bensì avanti ‘l da lui supposto primo vescovo.
Certamente in tutta l’Italia Sacra dell’Ughelli, nella Germania sacra dell’Hansizio, ne’
cataloghi del Beyerlinck, dell’Hibnero etc. non v’ha esempio d’una così fatta
confusione di parrochi, preposito, vescovi.
Le odierne dolorose vicende non mi permettono lo scrivere di più. E perciò
pregandola d’avermi per iscusato, le fo una divotissima riverenza, e mi dichiaro
Di V.S.Ill.ma
Umil.mo, ossequ.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato.
Foris. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Il sig. abate Giuseppe Stanchina
di Panianthurn, e Lauffenberg.
Cle. Livo
Nota per mia memoria. Il sig. abate Stanchina ha letto le Antichità del P. Bonelli, ed
il Libro de Tartarotti de Origine Eccl. Trid. Perciò ricerca da me. 1. Se la tradizione, che
s. Ermagora sia stato il primo fondatore della Chiesa di Trento, sia una tradizione vaga,
oppure a motivi forti appoggiata. 2. Se sia vero, che il medesimo s. Ermagora sia stato
discepolo di san Marco evangelista. 3. Se meriti più fede il catalogo deì vescovi di
Trento scritto dal Pincio, che mette dicissette vescovi avanti s. Vigilio, oppure
l’Udalriciano, e quello di Donato Fecio del 1559, che en mettono due soli. Così egli. Il
Tartarotti ha scritto avanti del P. Bonelli, e dallo Stanchina dicesi scrittore
appassionato.
3145. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles.
M.R.P. Benedicite.
Trento 20 luglio 1805.
Spero, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 15. Ora gli fo sapere, che in questa
mattina un officiante militare fu qui a chiedere l’albergo per gli uomini, che lavoreranno
intorno ai fortini di Pedecastello, e dal P. Vicario prudentemente gli fu promesso. Si
crede, che si contenteranno del camerone appresso la porta, il quale perciò fu
interamente sgombrato. Disse, che verranno domani, o posdomani495. Un Generale
(Vidovitz) ha rifiutato l’albergo di s. Marco, perché non gli ha piaciuto, ed hallo tolto
nella casa Cappelletti appresso s. Maria. Que’ Padri però sono stati avvisati di salvarlo
per qualche altro, giacché sono per venir qua molti Generali.
Ho inteso in questa mattina, che li nostri candidati anauniesi trattano d’andare a
Roma nel prossimo settembre, qualora non possano essere vestiti da noi:e che per loro
carteggia il P. Carlo Felice da Bresimo. Ho fatto rispondere ai medesimi, che stiamo
aspettando qualche risposta al nostro memoriale, la quale dovrebbe venire avanti del
predetto settembre.
495
Vedi sotto num. 3149.
Il signor curato di Gardolo (Gio. Battista Gelmini), che vuole andare per qualche
tempo a Storo sua patria, ieridì ci ha chiesto un supplimentario. Fu dunque destinato a
ciò il P. Leonardo496.
Sono alcuni giorni, che parecchi soldati travagliano nel vaso della Fersina verso il
monte, per disghiararlo, e ridurlo a coltura fruttifera. Fu comperato per nove anni da uno
del Borgo di Santa Croce.
Il P. Alessandro Kraus da s. Ippolito Carmelitano Scalzo, ultimamente fu
confermato sotto-Priore del convento lastano.
Egli è qualche tempo, che questi nostri Padri nelle feste vanno a celebrare in Povo
per il sig. Conte Gervasio Alberti497, ed in Ravina per quel sig. curato (Giacomantonio
Gigli di Brezzo) assente.
Lo prego genuflesso della sua paterna benedizione.
Senza soscrizione.
3146. 1805
Al P. Cirillo da Cles. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 21 luglio 1805498.
Gli rispondo subito, che io non credo bene il fare le ricerche suggeritemi: e che
parimente disapprovo il chiedere la licenza de’ libri proibiti senza bisogno. Legga tutti
gli altri libri non proibiti, e stia sicuro, che imparerà quanto gli farà di bisogno per
servire degnamente al Signor Iddio, ed anche al prossimo. Al giorno d’oggi non sarà
poco, se potremo leggere il Breviario dell’officio divino. Mi compatisca, e mi creda
Suo affett.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3147. 1805
Al P. Gio. Antonio da Moena Vicario e maestro. Cavalese.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento 21 luglio 1805.
La lettera di V.P. indiritta a F. Clemente capitò in buone mani, le quali la fecero
passare nelle mie, coll’incarico di risponderle. L’avviso dunque da vero amico, che
senza un particolare bisogno, e motivo non iscriva a chierici, e molto più, che non dia
loro così fatte incombenze. Potrà scrivere utilmente ai loro Vicari, o lettori. o
Guardiano, od anche altri. La famosa dispensa, di cui fa ricerca, si è, che a tenore delle
Costituzioni apostoliche, e de’ nostri Statuti, la P.V. non potrebbe esser maestro di
novizzi, atteso che non ha trentacinque anni di età fisica. Rapporto alle antifone nuove
di s. Bonaventura la servirò io, se il Signor Iddio mi darà vita, e pace. Frattanto il P.
Wenceslao potrà scrivere gl’inni propri di s. Bonaventura, e di s. Margarita da Cortona.
Circa poi gli uccelli posso dirle, che a’ miei giorni qui un Provinciale ha vietato il tenere
una parisola ad un teologo, predicatore, ex Guardiano, ex segretario Provinciale, e
confessore attuale di monache. Un altro Provinciale in Arco facendo la visita paternale
delle celle aprì la finestrina della gabbia, e caccionne l’uccello d’un Padre graduato.
Nella vita del nostro buon Padre Giuseppe Maria da Varallo Riformato milanese, morto
nel 1756 ho letto, che da vecchio deplorava l’aver tenuto uccelli in gabbia da ragazzo.
496
È andato a Gardolo li 23 luglio. Ritornò al convento li 17 agosto.
In Povo cessarono dopo gli undici d’agosto.
498
Spedita li 22.
497
Per ora non dico altro. Non ho tempo, né lena per iscrivere. Non so quello, che il Signor
Iddio abbia disposto di noi. Stiamo male tutti, e tutti dobbiamo temere di peggio.
Finisco colla carta dicendomi
Suo F. Crisostomo.
3148. 1805
Al P. Guardiano Geremia. Pergine.
R.P.S.L.G.C.
Trento 23 luglio 1805.
Atteso l’esposto dalla P.V.R. il P. Gaudenzio, ed io acconsentiamo, che mandi a
questa infermerai il novizzo F. Timoteo: e questo sarà un caso affatto nuovo per quanto
a me consta499. Ma ora succedono tante altre cose nuove, e non più vedute, e temesi che
sieno per succedere delle altre. Ai 20 del corrente fu condotto da Arco a questa
infermeria F. Umile, che non può stare in piedi. Finora, per la Dio grazia, qui non
abbiamo soldati in convento; ma essendo stati ricercati d’albergare de’ fortinisti,
dobbiamo stare preparati a riceverli. Per mezzo dell’Isidoro il P. Diffinitore Gaudenzio
le manderà la lettera, in cui sono ecc. In fretta la riverisco, e sono
Suo div.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
Si ricordi delle tabelle trinestrue.
3149. 1805
Al P. Provinciale. Cles.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 23 luglio 1805, di notte.
Il P. Guardiano di Pergine in questa sera mi ha scritto, e chiesto, che col P.
Diffinitore Gaudenzio gli accordi subito di poter mandare a questa infermeria il novizzo
Fra Timoteo colla terzana, perché altrimenti dee lasciarlo andare a male, oppure a casa.
Ed hammi aggiunto, che scriverà subito anche alla P.V.M.R. Io dunque gli ho risposto,
che attenta l’esposizione sua del bisogno, lo mandi, e l’ho raccomandato a
Frat’Abbondanzio500.
Da F. Domenico avrà inteso, che nel giorno 20 del corrente giunse a questa
infermeria F. Umile, che non può stare in piedi. Egli dovrebbe porsi nelle tabelle de’
cangiamenti: ma noi non abbiamo ardimento d’inserirlo nelle già scritte: nelle quali
manca eziandio il luogo per il sigillo. Il P. Guardiano potrebbe ritornare ancora a tempo,
e farebbeci piacere, perché questo P. Vicario è stanco, e brama d’essere sollevato.
Oggidì è andato a Gardolo supplimentario il P. Leonardo, ed è venuto a Trento un
altro Generale. Ho inteso, ch’è venuta risposta favorevole ai sigg. castellani, onde non
sieno costretti di cedere ad altri l’abitazione loro501. Per la Dio grazia non abbiamo
ancora veduto fortinisti. Affinché ci preservi anche nell’avvenire, S.P.M.R. ci mandi la
sua paterna benedizione.
3150. 1805
Alla M. Giacinta Tabarella. Alle Laste.
499
Venne col P. Rosa li 30 luglio a piedi. Ritornò a Pergine li 12 agosto.
Il P. Provinciale mi ha risposto, approvando la mia risposta al P. Guardiano di Pergine, con data
de’ 26 luglio. Il novizzo è venuto li 30 luglio martedì.
501
Altri mi dicono, che non è venuta risposta. Poi altri ch’è venuta.
500
Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.
S. Bernardino 29 luglio 1805502.
Mi congratulo colla R.V. che il Signor Iddio le doni ancora di stare in piedi, e di
poter lavorare, leggere, e scrivere ad onta della sua età molto avanzata, e delle continue
tribolazioni, cui va soggetta per essere Regolare, e serva del medesimo Dio. Io non poso
dirle di più per qualche suo conforto, dovendo io pure aiutare me stesso col medesimo
riflesso, giacché sono nella medesima nave. Protesto per altro, e vado spesso replicando
al Signor Iddio, che voglio fare la di lui SS. volontà, e lo prego, che voglia sostenermi
colla santa sua grazia sino alla morte in tal sentimento. Ella fa bene ubbidendo alla
M.R.M. Badessa collo stare fuori del coro. Altrettanto debbo fare anch’io, perché non
posso più cantare cogli altri. Accetto altresì le altre carità, che mi vengono fatte, per
mantenermi, giacché il posto, che occupo, non è d’impedimento ad altri, essendo di
molto sminuito il numero de’ Religiosi, e non comparendo mai la licenza più volte
chiesta di poter vestirne di nuovi. In una parola V.R. si lasci governare, e viva persuasa,
che sta con buone Religiose, le quali singolarmente l’amano: e quindi qualunque
sinistro sia per accadere, non l‘abbandoneranno. Compassiono di cuore la M. Aloisia, e
suor Giuseffa: e prego V.R. che se sono capaci d’intendere faccia loro sapere, che nelle
mie povere orazioni ho memoria particolare di loro. Anzi l’avviso, che nella prossima
domenica, se sarò vivo, celebrerò la mia Messa per le medesime, e per tutto il loro
venerabile monastero. Il Signor Iddio per effetto dell’infinita sua pietà si degni
d’esaudirmi, e V.R. m’impetri tal grazia.
Amen.
3151. 1805.
Al Padre Provinciale. Cles.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 30 luglio 1805.
Accerto la P.V.M.R. che ho ricevuto la sua de’ 26, e che quando capitarammo dal
Borgo i libri accennatimi, farò quanto Ella mi prescrive col signor Tommaselli. F.
Vincenzo mi ha risposto, che le ha già spedito le due bozzette di tabacco per mezzo del
postiglione clesiano. In questa mattina è venuto qua da Pergine all’infermeria col P.
Giangiuseppe il novizzo F. Timoteo503: e da Roveredo con F. Mattia il professotto F.
Massenzio. Col qual F. Mattia dopo il pranzo è partito per Roveredo F. Giulio. Domani
saranno portate al Castello le due tavole de’ cambiamenti504 colla giunta di F. Umile, il
quale viene alla santa Messa nella cappella coll’aiuto d’un infermiero, giacché sta nella
cella più vicina alla medesima cappella, di rimpetto al P. Ignazio. Ho avvisato F.
Clemente per le Ordinazioni, rapporto alle quali bisognerà regolarsi secondo l’aria, che
girerà in quel tempo. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e resto
Di V.P.M.R., cui aggiungo, che in questa sera dopo la cena fummo avvisati, ch’era
in moro per venire da noi l’Ill.mo Magistrato consolare in capo: l’aspettammo alla porta
temendo di qualche disgusto: ma poi dopo d’essere stato a vedere il Zambel della
Fersina venne soltanto per riposare, con buona grazia ecc. Anch’esso è molto
angustiato.
Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Gio. Grisostomo.
502
Spedita 1 agosto.
F. Timoteo è ritornato a Pergine li 12 agosto.
504
Furonvi portate.
503
3152. 1805
Ad una mia penitente viaggiatrice nel 1795, dissi 1795505.
Gesù Cristo Signor nostro clementissimo, per effetto della sua pietà infinita, la
benedica, e consoli: e siccome fece passare gl’israeliti per mezzo del Mare Rosso senza
bagnarsi: ed insegnò la retta strada con una stella di straordinario splendore ai tre Magi:
e preservò illeso il nostro patriarca Abramo in tutti i di lui pellegrinaggi; così renda
prospero il principio, il mezzo, ed il fine del di Lei presente viaggio: la custodisca,
guardi, e preservi da ogni anche minimo peccato, da qualunque sinistro incontro, e da
qualsisia disgrazia spirituale, e corporale in modo, che vada, e ritorni, qual altro Tobia,
con pace, salute. e gaudio, per viver, ed arrivar poi felicemente al santo paradiso, dove
possa benedirlo, adorarlo, amarlo, e ringraziarlo, insieme con Maria Santissima di lui
Madre, colla vergine santa Rosa, e con tutti gli altri Santi, in tutti li secoli futuri. Vade
in pace. Così si.
Andò, e ritornò felicemente da Venezia, col suo fratello canonico.
3153. 1805
All’Eccelso Governo d’Insprugg.
Excelso Caesareo Regio Gubernio Austriae Superioris.
Infrascriptus Provincialis Franciscanorum Tridenti reverenter exhibet his adnexum
Directorium divini officii pro futuro anno 1806 manuscriptum in duplo, suppliciterque
petit eius approbationem etc.
Datum Tridenti die 2 augusti 1805.
F. Iosephus Antonius Dusini a Clesio
Provincialis Franciscanorum.
Così ho scritto in un foglio intero, e l’ho posto nel rotolo in testa alle due copie, ma
separato. Ho coperto il rotolo con un altro foglio bianco, su cui ho scritto: All’Inclito
Ces. Reg. Giudicio Provinciale,ed unitovi Capitaniato Circolare ai Confini d’Italia.
Trento506: ed ho legato il tutto con della gavetta; ma senza fare alcun gruppo507.
Consegnato al sig. Riccabona li 3 agosto 1805, da F. Vincenzo de’ Biasi. Questo signor
Francesco Riccabona di Cavalese, figlio di Girolamo, oggi cinque settembre 1805 ha
ricevuto la patente di Capitano Circolare roveretano. Il Direttorio autografo ritornò
intatto coll’Imprimatur etc. Brandis, li 19 settembre 1805, dato in Trento gli 11
settembre 1805 dal Cesare Regio Giudicio ed unitovi Capitaniato Circolare ai Confini
d’Italia.
3154. 1805
Al Padre Guardiano del Borgo di Valsugana.
Rev. Padre Guardiano S.L.G.C.
Trento 2 agosto 1805508.
Ho il contento di spedire alla P.V.R. qui compiegato il sovrano diploma
d’esenzione dai dazi, segnato in Insprugg li 12 dello scorso giugno, ed uniforme a
quello dell’anno passato. E mandarlo per mani sicure all’imp. reg. dazio di Grigno, la
riverisco, e resto.
505
Cioè alla sig. Rosa Ciani di Trento, che andò a Venezia col suo fratello Leonardo canonico di
Vaccia nell’Ungheria. Ella poi morì in Vaccia.
506
Vedi sotto pag. 3986, num. 3175.
507
*Nodo (in dialetto grop)..
508
Spedita 6 agosto per Isidorum.
Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3155. 1895
Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare al signor Tommaso Rossi
esibitore del presente per conto del signor Giuseppe Naghele del Borgo di Valsugana
troni 78, e soldi 8, dico troni settantotto, e soldi otto. Che della carità il Signor Iddio
ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li due d’agosto 1805.
D’ordine del Padre Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3156. 1805
Pro memoria. Il sig. Rossi è mercante di canevella in Trento, nella Contrada di s.
Marco, tra il palazzo Salvetti, e la bottega vetriaria del sig. Vidi. La spesa del risarcirsi
al sig. Naghele per la provisione fattaci in Venezia della Biblioteca Pronta del nostro P.
Lucio Ferraris, ristampata da Gasparo Storti l’anno 1782 in foglio, sciolta: e per il tomo
di Spiridione Talù Decreta authentica S.R.C. ristampato la quarta volta in Venezia da
Francesco Pezzana nel 1785, in 4°, legato in rustico: l’un, e l’altro per il P. Stanislao
Küebach. Costarono tanto compreso l’aggio del 12 per cento. Dato il viglietto al sig.
Rossi li 3 agosto 1805.
3156. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta
R.P.
Trento 2 agosto 1805.
Giacché il P. letterario Dif. Gaudenzio non può scrivere, impedito da un reuma nel
braccio destro, lo servo io colla gazzetta insipida, e nello stesso tempo l’assicuro, che
oggidì ho ricevuto il pacco de’ libri speditomi509, e subito ho scritto un viglietto al signor
Gio. Battista Tommaselli, affinché dia 78 troni e soldi 8 al sig. Tommaso Rossi per
conto del sig. Giuseppe Naghele di Borgo. Ho pure preparato per la prima occasione il
diploma daziale, dato in Insprugg li 12 giugno. Per la Dio grazia qui siamo ancora vivi;
ma pieni di timori non lievi. Non dico altro; se non se, che ci raccomandino caldamente
al Signor Iddio Padre nostro amantissimo.
Il P. Provinciale domani sarà in mezzo, e poi andrà in Fieme. S. Maria Maggiore
sarà aperta; ma senza volta.
3157. 1805
Al P. lettore Giuseppe Maria de’ Giacobbi. Cles.
Trento 4 agosto 1805510.
Frate Giovanni Crisostomo miserabile gli rimanda la patente confessionale,
prorogata ieridì da M. Vicario (Zambaiti) ad un altro triennio511: gli notifica esservi
presentemente chi lavora per far vedere, che li fiemaschi non sono tronchi incapaci
d’ogni Minerva, coll’occasione che in Vienna si stampa un Almanacco Tirolese per
opera del signor barone d’Hormayer secretario del Consiglio di Stato: che il fu P.
Orazio da Moena, nato in Pradazzo, nell’atto dell’accettazione all’Ordine nostro,
509
Pacco di L. V 18 in punto.
Spedita li 10.
511
L’anteriore dura sino ai 16 d’agosto.
510
seguito l’anno 1729, fu nominato Martinus de Iacobis a Moena: si raccomanda in
precibus, e lo riverisce ecc.
3158. 1805
Al P. Giannantonio da Moena Vicario di Cavalese.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 5 agosto 1805512.
Mantengo la parola datagli, e senz’aspettare occasione più opportuna, perché temo
che non sia per venire presto, gli spedisco le antifone colle note di s. Bonaventura, s.
Bernardino, s. Margherita Cortonese, s. Rosa Viterbiese, e s. Lodovico re. Ne aggiungo
una di s. Antonio, perché la già stampata suole ordinariamente farsi sentire stuonante513.
Lo prego poi di rimandarmele, affinché possa comunicarle, in caso,che ne venga
ricercato, eziandio ad altri514. Replico,che sto aspettando un’occasione opportuna per
mandar loro la storia nuova delle Valli di Non, e Sole515 scritta dal signor
Giacomantonio Maffei di Revò516, e riverendolo mi dico
Suo div.mo servo
F. Crisostomo.
3159. 1805
Al sig. Lorenzo Faes517 arciprete di Vigol-Vattaro.
Molto illustre, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.
Appunto dall’eccelso Governo deriva, e dipende la nostra tardanza rapporto ai
nostri candidati. Più volte abbiamo presentato memoriali per impetrare la licenza di
poter dar loro il nostro sacro abito, eziandio colla clausola di presto; ma sempre furono
eccezionati. Abbiamo replicato a norma di quanto ci fu suggerito: ed avendo dato
l’ultimo memoriale per sette candidati, con gli attestati ottimi sopra i loro studi, stiamo
ansiosamente aspettando qualche risposta. Questa secondo il solito sarà tardiva, mentre
anche i dispacci, che da questo Castello vengono a questo convento, sogliono impiegare
nel loro viaggio setto, otto, nove, tredici, quattordici giorni. Subito, che verrà,
qualunque sia per essere, la comunicheremo anche a V.S. R.ma: e frattanto riverendola
eziandio per parte del Padre Provinciale, che stando per passare dalla Valle di Non in
quella di Fieme, mi ha commesso di risponderle518, con tutto il rispetto le bacio la sacra
destra, e mi professo
Di V.S. molto illustre e R.ma
Trento, s. Bernardino 5 agosto 1805519.
Umil.mo, div.mo, ossequ.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore e pro-segretario provinciale.
Extra. Al Molto illustre e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Il signor Lorenzo Faes arciprete degnissimo di
512
Spedita li 7. giunse al suo destino.
La quarta fatta da me.
514
Le ho ricevute di ritorno li 3 ottobre.
515
La ho spedita nel settembre per Tertiarium.
516
Morì li ... aprile 1806.
517
Egli si scrive Faès.
518
alla sua de’ 25 luglio.
519
Spedita li 6 di mattina. Nel dì 10 fu da me il candidato Bailone a nome dell’arciprete, che non ha
ricevuto questa mia. Li 9 fu dal Menego.
513
Vigolo-Vattaro
3160. 1805
Al sig. Francesco Faglia, figlio di Giuseppe. Chiare.
Molto illustre signore sia lodato Gesù Cristo S.N.
La lettera di V.S. data li 17 luglio, e diretta al nostro Padre Provinciale, giunse a
Roveredo li 27 dello stesso mese. Poi andò a Cles nella Valle di Non, dove stava il detto
Padre, e questi, attesa la qualità del carattere, non avendo potuto rilevare né il luogo
della data, né il di Lei cognome, ieridì la fece capitare nelle mie mani, coll’incombenza
di darle la ricercata pronta risposta. Io dunque le fo sapere, che in questa stagione fuori
del Capitolo noi non accettiamo novizzi: che non costumiamo d’accettare candidati nel
convento per istruirli nella lingua latina: e che non potendo vestire alcuno per chierico
senza la previa permissione del Governo regio, il quale risiede in Insprugg, non poco
lontano da noi, l’abbiamo chiesta più volte per parecchi nostri candidati paesani; ma
finora sempre indarno: e quindi supponiamo, che molto meno sarebbeci accordata per
uno di altro Stato. Ella pertanto pazienti, e ci abbia per iscusati, se non secondiamo la di
Lei risoluzione d’esser nostro. Mi spiace di dover darle una risposta di tal fatta; e
riverendola resto. Trento, s. Bernardino 5 agosto 1805520.
Suo div.mo servo in Cristo
Fra Gio. Grisostomo di Volano
Diffinitore, e pro-segretario provinciale
de’ Minori Riformati di s. Francesco.
Extra.
Trento.
Al Molto illustre signor Francesco Faglia
figlio di Giuseppe
Brescia-Chiare.
Nota. La lettera del Faglia è molto rozza, ed anche molto malamente scritta. La
mansione si è questa. Al Reverendissimo sig. sig. padrone colendissimo il molto Rev.
Padre Provinciale de’ Padri Secolanti, in Contrada di s.to Rocco.
Roveredo
Preme.
Il giovane dice, che ha 23 anni d’età, compiti nel marzo: e che ha in pronto il
danaro per qualunque spesa, purché sia da noi accettato. Che brama di professare nella
Provincia nostra, e di celebrare la santa Messa, dopo fatti gli studi. Son sicuro, ch’egli è
Faglia di Chiare, luogo insigne della diocesi di Brescia, lungi da tale città 15 miglia, ed
abitato da circa 7560 uomini sotto un vicario foraneo. Son sicuro del cognome Faglia,
perché tengo la vita di d. Pietro Faglia prevosto di Chiari sua patria, dove morì nel
1768 e so che nel 1793 Angelo Conte Faglia fu parroco di Pontevico bresciano. Anche
il Diario bresciano del 1793 pag. 110 ha Chiare: così pure il Sole di Brescia del 1773
nel quale pag. 71 vi è Angelo Conte Faglia vic. foraneo e prevosto di Chiare.
3161. 1805
Al P. Guardiano di Campo, con un plico di lettere.
Trento 6 agosto 1805521.
Il Padre Diffinitore letterario Gaudenzio è nell’infermeria col suo male podagrico.
Anche F. Masseo patisce in un ginocchio tanto522, che non può continuare il suo uffizio
520
521
Spedita li 7.
Spedita li 9.
di portinaio. In Cavalese il P. Lattanzio li 21 dello scorso fu comunicato per Viatico, e
dicesi vicino al termine de’ suoi giorni523. Un giovine diocesano di Brescia con lettera
s’ha insinuato per esser nostro Frate chierico; ma gli abbiamo risposto, che finora non ci
è riuscito d’ottenere la licenza regia di vestire neppure di nostri paesani ecc.
3162. 1805
Al P. Guardiano di Borgo, colla gazzetta.
Trento 6 agosto 1805, di mattina.
Iersera ho consegnato, e raccomandato al tramessiero Isidoro Bartolommedi
l’accennatogli diploma daziale. Mi scrivono da Cavalese, che il P. Lattanzio già
viaticato, vassi notabilmente avvicinando al termine de’ suoi giorni. Qui sono ritirati
nell’infermeria il P. Gaudenzio,e F. Masseo524. Un giovane della diocesi di Brescia con
una sua lettera s’è insinuato per esser nostro Frate chierico: ma gli abbiamo risposto,
che finora non ci è riuscito d’impetrare la licenza regia di vestire né pure de’ nostri
paesani. Onde ecc.
3163. 1805
Al P. Cirillo da Cles. Arco.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 6 agosto 1805525.
Ho fatta fedelmente la commessami ambasciata presso questo Padre Guardiano; ma
senza ottenere l’intento, avendomi risposto, che non può arbitrare, e che il legatario,
quantunque capace, vuole tutto tutto, per un certo suo giusto motivo. Dunque la P.V.
porti pazienza, rivolga le sue mire altrove, e confidi, che il Signor Iddio umilmente
pregato l’aiuterà, Questo P. Diffinitore Gaudenzio è ritornato all’infermeria. Mi
scrivono da Cavalese, che il P. Lattanzio sta molto male. Aspettiamo la risposta
all’ultimo memoriale per poter vestire sette novizzi chierici. Un giovano bresciano con
sua lettera s’è insinuato per essere ammesso tra di noi come chierico: ma gli abbiamo
risposto, che finora non abbiamo potuto impetrare la licenza regia di vestire neppure de’
nostri paesani. Onde ecc. Il P. Provinciale oggidì sarà partito da Mezlombardo per
Fieme. Preghi Dio e la Madre Santissima per me, e per questo povero convento, e
proccuri di conservarsi. Amen.
3164. 1805
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cavalese.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 6 agosto 1805526.
Nel giorno secondo del corrente ho ricevuto da Borgo i libri per il P. Stanislao
Küebach, ed oggidì gli ho mandati a questo signore spedizionere imp. regio della
carrozza di posta, che li ricevette con molto buona grazia, pregato a nome della
M.R.P.V. da Fra Vincenzo sartore, che gl’impaccò maestrevolmente. Pesano libbre
viennesi 18. Ho pure spedito il viglietto al sig. Rossi per il costo de’ predetti libri.
Parimente ho spedito a Borgo il diploma daziale, ed a Insprugg li miei Direttori
522
F. Masseo è guarito presto.
Il P. Lattanzio è morto li 20 gennaio 1806.
524
F. Masseo è guarito presto.
525
Spedita li 7.
526
Spedita li 7.
523
manoscritti. Ho risposto al sig. arciprete di Vigolo, ed anche allo scrittore di quella
lettera malconcia. Egli si chiama Francesco Faglia, figlio di Giuseppe, da Chiare, detto
anche Chiari, luogo insigne della diocesi di Brescia. Son sicuro del Faglia, e del Chiare,
perché ho nelle mani la vita di D. Pietro Faglia Prevosto di Chiari sua patria, morto nel
1768; il Sole di Brescia del 1773, in cui sta Chiare Angelo Conte Faglia Vic. foraneo e
prevosto: ed il Diario Bresciano del 1793 nel quale parimente si legge Chiare, ed anche
Chiari, ed il Conte Angelo Faglia trovasi prevosto di Pontevico. Sembra, che il
candidato non sia di tale schiatta, benché possa esserne. Per accettarlo sarebbero d’uopo
altre non poche cognizioni, ed informazioni. È fresca la memoria del Rossiti furlano. Io
mi contenterò se verrà la licenza di vestire li nostri paesani. Qualche risposta dovrebbe
venire presto: e credo, che per ottenerla presto, e gradevole potrebbe interessarsi il sig.
Riccabona. Il P. Diffinitore Gaudenzio col suo male sta nell’infermeria senza Messa. F.
Timoteo non ha più febbre, di cui n’ebbe qui un termine solo. La prego della sua paterna
benedizione ecc. Mando in quest’ordinario al P. Vicario le chieste antifone nuove colle
note. Serva questo per il caso, che si smarrissero ecc.
3165. 1805.
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Reverendo Patri Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D527.
Huc tandem venerunt etiam alii libri, quos expetisti, nempe Bibliotheca Prompta
nostri P. Lucii Ferraris edit. Ven. 1782, in folio, et Decreta authentica Spiridionis Talù
edit etiam Ven. 1785 in 4°528. Eorum pretium est libarrum septuaginta octo, et solidorum
octo. Illos bene compactos heri tradidi magno huius regiae postae currui ad te sollicite
transvehendo: et spero, quod iter prosperum habituri sint. Quod autem cum salute ad
propria redieris suppono, et ut ea diutissime potiarus exopto. Tridenti in conventu sancti
Bernardini, heu! adhuc vacillante, die septima mensis augusti A.D. 1805.
3166. 1805
Al sig. Giuseppe Antonio Riccabona. Cavaelse.
Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.
Obbligatissimo mi professo a V.S.Ill.ma, perché siasi degnata di compatire il mio
primo,benché rozzo pro-memoria; e quindi ardisco di servirla eziandio con questo
secondo, rispondendo alle due fattemi ricerche. E riverendola mi do l’onore di
protestarmi. Trento, s. Bernardino 8 agosto 1805529.
Di V.S.Ill.ma
Umil.mo, div.mo, ossequ.mo servidore
F. Gio. Grisostomo di Volano.
Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo
Il sig. Giuseppe Antonio Riccabona di Reichenfels etc.
Egna-Cavalese
Nota. Gli mando in un mezzo foglio un succintissimo catalogo delle opere stampate
dal P. Bonelli, ed il titolo, col quale andò nel 1756 al Capitolo Generale di Murcia. Le
dette opere sono 27.
527
Spedita li 9.
Il Talù solo fu pagato troni otto.
529
Spedita li 9.
528
3167. 1805
Al sig. abate Giuseppe Stanchina. Livo.
Ill.mo signore, sig. e padrone colendissimo.
Ringrazio V.S.Ill.ma del regalo, che per mano di F. Vincenzio Maria s’è
compiaciuta di farmi, voglio dire delle due sacre immagini del nostro gloriosissimo
protettore san Vigilio, le quali potranno servire per ravvivare, e vie più dilatare il
dovutogli culto. Spiacemi però, che l’inscrizione comparisca malamente incisa530,
poiché va scritto non già Vigillius, ma Vigilius: non diecoesis, ma dioecesis, e Vigilius
senza verun punto sopra la lettera I maiuscola, appunto come non c’è sopra il Tridenti531.
Ciò nonostante V.S. Ill.ma potrà sperare, che il Santo sia per aggradire la di Lei
divozione, e per ricompensarla col suo valevole patrocinio. Rapporto poi alle notizie,
che mi ricerca delle chiese di s. Martino in Livo, e di s. Bernardo in Bresimo, le
rispondo che io non so né quando sieno state fondate, né consecrate, sapendo soltanto,
che quella di s. Martino esistette negli anni 1307, 2500, 1502, 1503, 1519, e 1529. E
ringraziandola un’altra volta, eziandio a nome del suddetto F. Vincenzio per le finezze
da Lei fattegli, la riverisco, e mi professo. Trento, s. Bernardino 8 agosto 1805532.
Di V.S.Ill.ma
Umil.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo
F. Gio. Grisostomo di Volano.
Extra come sopra num. 3144.
P.S. Il P. Vicario Vitantonio sta colla febbre in modo, che non può celebrare la
santa Messa. Egli pure la ringrazia delle sacre immagini regalategli, e la riverisce.
3168. 1805
Al P. Provinciale. Cavalese.
M. Rev. Padre Benedicite.
Trento 9 agosto 1805533.
Coll’ultima mia ho fatto sapere alla P.V.M.R. che il P. Diffinitore Gaudenzio sta
nell’infermeria col suo male senza poter celebrare. Ora le aggiungo, ch’evvi da più
giorni534 anche questo P. Vicario colle febbre parimente senza Messa. Ierlaltro mentre
stavamo a tavola pranzando è venuto nel capitolo il sig. Gen. Casteller, ed ha guardato
dalla finestra nell’orto, e poi ha detto a F. Masseo, che là saranno posti de’ cannoni.
Dopo volle uscire dalla porta di Cognola, ed andò a vedere un altro posto su quella
strada. Ritornò nel convento, e disse, che sarebbe poi ritornato col sig. Colonnello. Mi
compatisca la P.V.M.R. se son sempre a mortificarla con triste nuove. Credo bene di
fargliele note, come a nostro Padre, ed affinché continui a mandarci la sua paterna
benedizione.
3169. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
D.M.N.E.B.N535. Psal. 66,1.
9 agosto 1805. Sigil. 10.
530
S. Vigillius Episc. Mart. et. Patronus Diecoesis Tridenti. I. Busch. A.V.
Le ha fatte incider esso da I. Busch. A.V. cioè in Augusta de’ Vindelici. Sono in 8°.
532
Spedita li 10.
533
Spedita subito.
534
Cioè dai 7, ma ebbe la febbre anche avanti. Celebrò li 15 agosto.
535
Deus misereatur nostri et benedicat nobis.
531
È guarito presto F. Masseo,ma per l’opposito sta nell’infermeria colla febbre doppia
terzana senza poter dir l’officio e celebrare, questo P. Vicario Vitantonio. La detta
infermeria è piena; e però in caso che dovessimo cedere il convento ad altri (di che si
parla) poveri noi! Fummo visitati ierlaltro, ed anche in questa mattina, in cui ci fu
offerto di pigliare un ospedale militare, o li lavoranti de’ fortini. Furono accettati questi.
Preghino il Signor Iddio per noi.
3170. 1805
Al P. Provinciale. Cavalese.
M. R.do Padre Benedicite.
Trento 10 agosto 1805536.
Ieridì ho ricevuto lettera dal P. Küebach, colla quale ci manda 32 Messe da
celebrare colla limosina di fiorini 14, 48, cioè pro Ursula n. 20 colla limosina di fiorini
10, altre ad intentionem n. 9 colla limosina di fiorini 3, 36, ed altre ad intentionem n. 3
colla limosina di fiorini 1,12. Mi dice, che forse in breve ne manderà delle altre, e che se
non ho scritto a Venezia per il Ferrari, non iscriva altro. Con data dei sette io gli ho
scritto che il Ferrari col Talù già è stato consegnato a questo carrozzone, ed oggi gli
replicherò lo stesso, colla giunta,che saranno da noi celebriate le predette Messe. Il P.
Vicario è travagliato dalla febbre doppia terzana tanto, che neppure può recitare
l’officio divino. Anche il P. Gaudenzio sta con febbre. Ieri ebbimo un’altra visita
militare, la quale ci diede la scelta di pigliare in convento un ospitale, oppure moltissimi
fortinisti. Furono accettati questi; e però subito fu preparato il primo chiostro: chiusi gli
usci, che portano nel secondo,nell’oratorio, e nella chiesa ecc. Deus misereatur nostri, e
la P.V.M.R. c’impetri questa grazia colla sua paterna benedizione. Amen.
Intendo, che il nuovo comandante537 ha sentimenti opposti a quelli del partito538.
Deo gratias.
P.S. In questa mattina de’ 10 fu in convento un capitano, e disse, che per li suoi
uomini non serve, e che è troppo lontano.
3171. 1805
Al P. Stanislao Küebach da Innichen. Ala’ d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.
Quod Ferrarium cum Tulù tradiderim huic postae die sexta huius iam monui te,
P.A.R. aliis meis literis datis die septima539. His autem certum te reddo, quodque
adsignatas nobis duas et triginta Missas fideliter celebrabimus. Ora, quaeso, D.O.M. pro
nobis non leviter tribulatis, et vale. Dabam Tridenti, in conventu sancti Bernardini die
decima mensis augusti A.D.N.I.C. 1805540.
3172. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles. In coperta.
D.M.N.E.B.N. Psal. 66,1.
536
Spedita subito.
Marchese.
538
Il Casteller non è partito, ma partirà. Partì li 12 rimosso. Fu ammazzato al Prenner dai Franchi.
539
Gli ha ricevuti, come mi ha scritto nel settembre, ricevuta li 15.
540
Spedita subito.
537
Trento 10 agosto 1805, di mattina541.
Con particolar dispiacere gli fo noto, che da parecchi giorni sta in questa infermeria
colla febbre doppia terzana continua il nostro buon Padre Vicario Vitantonio. Parimente
si sta fitto sul letto col suo male il P. Diffinitore Gaudenzio. La detta infermeria è piena,
e quantunque tenga tre sacerdoti, debbo andar io a celebrarvi, non potendo essi
celebrare. Tutti poi siamo afflittissimi e per li detti infermi, e per le novità minacciate.
Siamo stati visitati più volte, finora tegniamo preparato tutto il primo chiostro per
alloggiare ecc. Replico D.M.N.E.B.N. Preghino anche eglino per noi, ed espongano li
nostri bisogni al gran taumaturgo Sant’Antonio, avvocato comune bensì, ma come
confido, più interessato per noi, che vi gloriamo d’essere suoi fratelli. Ho messo il di
mattina, perché da un’ora all’altra succedono delle notabili variazioni.
3173. 1805
Al sig. Francesco Steinbrecher. Trento.
Fra Gio. Grisostomo riverisce il signor Francesco Steinbrecher, e lo prega di legare
questo Breviario, coprendolo coll’annessa pelle; ma presto, e bene. L’avvisa poi, che
deve servire per un altro convento ecc.542 S. Bernardino gli 11 agosto 1805.
Extra. Al signor Francesco Steinbrecher libraio ecc.
Gli fu portato subito. Me lo ha portato legato in 4° li 14 agosto di mattina per libbre
12. Fu stampato dal Baglioni nel 1803.
3174. 1805
Al P. Provinciale. Cavalese.
M.R.P. Benedicite.
Trento 12 agosto 1805 di mattina543.
Gli spedisco una copia del dispaccio ricevuto iersera risguardante il P. Regalato, ed
il lettore di fisica. L’ho letto a questo P. lettore Illuminato, ch’è disposto a sostenere un
esame nuovo. L’avverto, che io non iscrivo al detto P. Regalato, senza tenerne ordine.
Nell’infermeria non c’è novità. Malgrado l’uso frequente della china il P. Vicario viene
ancora molestato dalla febbre. L’ultima visita militare ha detto, che per li lavoranti ora
noi siamo troppo lontani. Colla posta posdomani gli spedirò una lettiere suppongo del P.
Giuseppe da Primiero, ed un’altra di Campo544. La festa di s. Chiara in quest’anno è
molto feriale ubique. Lo prego di mandarci la sua paterna benedizione ecc.
Ierlaltro fu da me il candidato di Vigolo545, perché la mia risposta spedita li 6 a
quell’arciprete non era peranche giunta al suo destino. Se non viene presto risposta
favorevole, il detto candidato farà altra risoluzione.
Oggidì 12 agosto dopo il vespro F. Timoteo guarito è partito per Pergine coi
cercanti di Lavis (P. Gregorio, e F. Gervasio)546. Tengo le fedi battesimali de’ candidati
di Drena, e Vigne, colle loro risposte ai quesiti scolastici: cose che presentemente non
servono.
3175. 1805
541
Spedita subito.
Pergine.
543
Spedita li 13.
544
Del P. Arcangelo.
545
Giacomo Bailoni. Fu in Trento anche li 9.
546
Essendo ricaduto F. Timoteo è andato via nell’agosto, li 26.
542
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
D.M.N.E.B.N. Psal. 66, 1.
Trento s. Bernardino 13 agosto.
È venuta la decisione enipontana rapporto all’esame matematico sostenuto nello
scorso maggio dal P. Regalato. Ella dice, che di lui risposte non furono trovate
soddisfacenti, e però, che dopo una previa megliore preparazione chieda un altro esame,
e cHe sia sostituito un altro candidato. Fu pure avvisato il P. Provinciale a presentare
senz’altro indugio il candidato per il lettorato di fisica. Questi, ch’è il P. Illuminato,
trovasi disposto a sostenere un nuovo esame. Dall’ultimo dispaccio ricevuto s’impara,
che nell’avvenire dovrassi scrivere Il Ces. e Ces. Reg. Governo ecc. ed Il Ces. e Reg.
Giudicio ecc. Non è ancora venuta risposta al memoriale presentato li 24 giugno per
poter vestire novizzi. Questa infermerai è tuttavia occupata, non giovando come al
solito, la china rapporto al P. Vicario. Il P. Provinciale sta in Fieme. Qui siamo ancora
vivi; ma con timore ecc.
3176. 1805
Al P. Provinciale. Cavalese. In una lettera aliena547.
In questa mattina de’ 14 agosto il P. Vicario Vitantonio è senza febbre, avendo
riposato, e dormito saporitamente nella notte preceduta. Spero, che riceverà una mia
consegnata ieri alla posta, con la copia d’un dispaccio risguardante i lettori di
matematica, e di fisica. Del medesimo dispaccio fa cenno questo P. lettore Illuminato,
scrivendo al P. Francesco Maria lettore a Roveredo. Così mi ha detto. Quei di Campo
non sono ancora venuti a prendere le corone ecc.548
3177. 1805
Al Padre Guardiano di Campo. Con due lettere altrui.
Trento 15 agosto549.
Questo nostro Padre Vicario ne’ giorni scorsi è stato travagliato dalla febbre doppia
terzana continua, e finalmente dopo d’aver consumato ott’oncie di china, oggidì ripigliò
la celebrazione della santa Messa. Fra Masseo è guarito presto. Tengo preparate le
corone ecc. Ora si dee scrivere All’Eccelso Ces. e Ces. Reg. Governo ecc. All’Inclito
Ces. e Ces. Reg. Giudicio ecc.
3178. 1805
Al P. Guardiano di Campo. Raffaele.
R.P.S.L.G.C.
Trento 16 agosto 1805.
Dovendo fare le veci del P. Diffinitore Gaudenzio, che col suo male sta
nell’infermeria, ho eseguito quanto la P.V.R. gli ha scritto, voglio dire, che ho fatto
passare a questo sostituto ciò550, ch’era in questa lettera lavisana (della signora
Elisabetta Besenella degli 11 luglio), ho pregato questo P. Guardiano, che faccia
soddisfare i debiti campesi, ed ho avvisato Fra Vincenzio rapporto al vestiario
d’inverno. Con questa stessa occasione, d’ordine del P. Provinciale, ch’è in Fieme, le
spedisco trenta dozzine di corone grosse, e rosse di legno. Il P. Guardiano le scriverà il
547
Spedita subito.
Dozzine 30.
549
Spedita li 16.
550
Libbre 100.
548
resto, e F. Vincenzo le risponderà per mezzo del Terziario. Spero, che avrà ricevuto
un’altra mia, con due inchiuse, deposta in questa mattina presso il sig. Monauni: e
pregandola di raccomandare al Signor Iddio questo nostro povero disgraziato convento,
la riverisco, e resto
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3179. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles. In coperta.
D.M.N.E.B.N.
Trento 17 agosto 1805.
Spero, che avrà ricevuto i quattro tomi, li quali nello scorso mercoledì furono
consegnati, e raccomandati al postiglione clesiano551. L’altro autore, che brama, tiensi
dal P. lettore di Roveredo, perciò noi non possiamo mandarglielo. Con piacere gli fo
noto, che questo nostro P. Vicario, dopo d’aver consumato ott’oncie di china, si trova
senza febbre, e celebra la santa Messa. Ma cacciato avendo il nemico per forza, dovrà
stare cogli occhi aperti ecc. Ieridì fu nuovamente visitato il nostro orto, e monte, e
furono piantati alcuni pali nel detto monte. Credesi, che posdomani verranno i lavoranti;
e quindi oggi si sega l’erba dello stesso monte. Il P. Provinciale ha ordine di presentare
senz’altro indugio il lettore di fisica, ed un altro lettore di matematica, qualora il P.
Regalato, dopo una megliore previa preparazione non chiesa un nuovo esame, giacché
le da lui date risposte non furono trovate soddisfacenti. Pazienza. Il P. Illuminato è
disposto per un altro esame. Penso bene di avvisare, che l’opera del gran Montesquieu
intitolata Spirito delle leggi, fu proibita dalla S. C. dell’Indice li 2 marzo 1762.
D.M.N.E.B.N.
3180. 1805
Al Padre Guardiano di Cavalese.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento, s. Bernardino 17 agosto 1805. alle 10 di mattina552.
Lo prego de’miei rispetti al M.R.P,. Provinciale, e di fargli sapere, che ho ricevuto
la sua de’ 12 con la inchiusa. Che oggidì ho dato trenta dozzine di corone al Terziario di
Campo, il quale mi ha detto, che un chirurgo militare, dopo d’essere stato alcuni giorni
in quel convento, è andato altrove per non esser d’incomodo al detto convento nel
tempo di notte all’occasione d’essere chiamato fuori. Gli aggiunga, che il P. Leonardo
ritornato oggidì da Gardolo, ha inteso da quel signor curato, che nelle Giudicarie non vi
è alcun aspetto di guerra prossima. Così pure lo consoli facendogli noto, che finalmente
questo P. Vicario celebra la santa Messa, e che spera di celebrarla domani anche il P.
Diffinitore Gaudenzio553. Ma ieridì sotto il pranzo fu ancora visitato l’orto nostro, ed il
monte, In questo furono piantati de’ pali, e fu detto, che posdomani verranno a lavorare.
L’orto sotto il refettorio fu dichiarato non buono. Oggidì facciamo segare quel poco
d’erba, ch’è sul menzionato monte, la di cui chiave sta nelle mani militari. Il sig.
Rungg554 ha impetrato un pò di tempo da evacuare la sua fabbrica garbaresca presso la
Porta nuova. Intendo, che vuolsi coprire la roza di s. Francesco, e che si lavora molto
551
Gli ha ricevuti.
Spedita li 17.
553
Celebrolla, ma cessò li 16 settembre. Celebrò li 26 settembre.
554
Giambattista.
552
nel monte del sig. Conte Giovanelli. Ci raccomandiamo caldamente a io Signor nostro,
e proccurino di conservarsi.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Grisostomo.
P.S. Dica al P. Provinciale, che questo P. Guardiano ha ricevuto non so che dal sig.
Consigliere Maffei per il P. David. Egli già intenderà.
3181. 1805
Al P. Pietro Regalato da Carice Vicario. Roveredo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento, s. Bernardino 10 agosto 1805555.
Per commissione del Padre Provinciale, ch’è in Fieme, spedisco alla P.V.R. questa
copia dell’ultimo dispaccio da lui ricevuto, e la prego di manifestarci, se si sente, o no,
di assoggettarsi ad un altro esame. Il medesimo Padre ha stabilito dì fare ritorno a
questo disgraziato convento verso gli ultimi giorni del corrente mese. Onde potrà
indirizzare qua la sua risposta. Il Padre Illuminato è disposto a sostenere un nuovo
esame556. Pazienti anch’Ella, mentre io la riverisco, e mi dico
Di V.P.R.
Div.mo servo nel Signore
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Trento
Extra. Al Rev. Padre Pietro Regalato
da Carice Vicario de’ Minori Riformati di s. Francesco.
Roveredo
S. Rocco.
3182. 1805
Al Padre Provinciale. Cavalese.
M.R.P. Benedicite.
Trento s. Bernardino 20 agosto 1805557.
Per la Dio grazia siamo ancora vivi. Li PP. Vicario, e Gaudenzio celebrano, anzi il
P. Vicario in questa mattina è ritornato alla sua cella per non sentire le martellate de’
minatori cominciale oggidì sul nostro monte, dove ieri demmo principio al taglio degli
alberi segnati dal militare; col consenso del signor colonnello, che sabato ricevette con
buona grazia la visita fattagli dal P. Guardiano. Domenica alle dieci di mattina
comparvero nel nostro chiostro circa 80 soldati, venuti stanchi da Telve, con alcune
donne. Queste dopo il pranzo con 52 soldati furono mandate altrove, per bontà, e
sollecitudine del caporale loro, che si protesta cattolico, e si contenta d’una stanza della
loggia, non volendo stare coi soldati nel chiostro: li quali finora sono stati quieti, e non
ci hanno dato da dire. Partono alle cinque di mattina chiamati dal tamburo su la Via
Crucis: ritornano alle undici per mangiar. e riposare, e la sera tardo per dormire. Tra il
giorno lasciano aperte le porte, e facciamo le nostre solite funzioni, coi soliti suoni delle
campane. Domani per la posta spedirò al P. Vicario Regalato una copia del dispaccio
ultimamente ricevuto, coll’avviso, che rispondaci qua, giacché spero, che la P.V.M.R.
555
Spedita li 21.
Cominciò l’andare in Castello li 23 settembre lunedì 1805 e finì nella mattina de’ 26 giovedì.
557
Spedita 21.
556
sarà qui presto di ritorno558: e quindi penso di non più scriverle per costà. Con questa,
separatamente però, le mando una lettera del Padre Custode, ed un’altra del P.
Guardiano di Cles. Qui rinchiusa poi parimente le mando una cartuccia per le orazioni,
che io pure credo espediente di ordinare in tutta la nostra povera Provincia. Ella è poco
differente dall’usata qui nel 1796 per ordine del fu P. Gioachino Guardiano559. Ho
consegnato a Fra Vincenzo la nota del vestiario di costì. Al gran tumulto seguito in
Trento nella notte venendo la domenica per cagione del fuoco eccitatosi nella bottega
del fabbro ferraio appresso l’osterai dell’Europa, è accorso con alcuni Religiosi nostri
anche il P. Giangiuseppe, e ritornarono tutti illesi. La prego della sua paterna
benedizione, e genuflesso le bacio la sacra destra.
3183. 1805
A monsignor Vicario Generale. Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Benedetto da San Lugano Riformato supplica riverentemente V.S,Ill.ma, e
R.ma per la facoltà d’assolvere semel una persona dai casi riservati, e di dispensarla
dall’impedimento ad petendum debitum etc.
Concessum.
Sig. 21 augusti 1805560.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.
R.P. Deus misereatur nostri. Amen.
Trento 22 agosto 1805561.
Con sommo dispiacere gli contraccambio le triste notizie, che mi ha comunicato,
delle rovine fatte in Metz Tedesco, e de’ progetti rapporto all’orto del suo convento,
facendogli sapere, che da domenica in qua562 noi abbiamo in convento molti soldati, e
che oggidì abbiamo dovuto far tagliare da circa 15 uomini tutti gli alberi,ch’erano nella
parte superiore di questo nostro monte, e levare anche la croce trabale, che stava su di
esso. Abbiamo scelto di tagliarli noi quantunque siaci stato detto, che così il detto monte
sarà stimato meno. In questo stesso giorno fu pure atterrato l’antico campanile della fu
chiesa di San Donato sopra questo nostro convento con una sola mina. Un’altra mina in
questa sera ha fatto piovere dei sassi presso la porta ferrea della nostra infermeria con
ispavento di me, di altri Frati, e secolari, ed anche guastatori. Il peggio si è, che questo
dicesi ancora poco in paragone del futuro. Sicché gioverà il replicare sovente e di cuore
Deus mesereatur nostri Amen. Domani manderò al sig. Monauni la lettera per Campo.
Pro mea memoria. Il militare colla spesa di fiorini 2000 e più ha cominciato otto
forni nel cortile, e vignale contiguo del sig. Conte Giovanni di Spaur in Metz Tedesco
(?). Nel giorno 18 fu arenata tal fabbrica, demolito in fatto lavoro, e trasportato alla
cappella di s. Gio. Nepomuceno di rimpetto al Castello, e subito furono tagliate tre di
quelle altissime albere. Fu pure progettato seriamente di fare i detti forni nell’orto del
nostro convento di Metz Lombardo.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Memoria per una Fratellanza. Scritto li 20 ottobre 1805.
558
Ritornò li 29 agosto.
Si cominciò a recitarle in Trento il primo di settembre 1805.
560
Doveva scrivere Sig. 22.
561
Spedita li 24.
562
cioè dai 18.
559
Alli divoti benefattori della nostra Serafica Religione.
Il signor Francesco Poss di Roveredo, e la signora Margarita di lui consorte, nata
Villi, e loro discendenti sino alla quarta generazione, perpetua pace nel Signore.
3184. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
23 agosto.
Ieridì abbiamo dovuto far tagliare tutti gli alberi, piccioli, e grandi, ch’erano nella
parte superiore del nostro monte, e levare anche quella Croce travale. Lavorarono per
noi quindici uomini, e più paia di buoi. Il cortile vedesi pieno ... Le mine s’appressano a
noi buttando dei sassi. Parimente ieri fu atterrato l’antico campanile di San Donato con
una mina. Preso s. Nepomuceno di Metz Tedesco fansi quegli otto forni, ch’erano stati
cominciati nel cortile, e vignale contiguo del signor Conte Giovanni di Spaur, colla
spesa di fiorini 2000 e più. Replico il D.M.N.E.B.N. Amen.
3185. 1805
Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Roveredo.
Rev. Padre Guardiano S.L. Gesù Cristo S.N.
Trento s. Bernardino 23 agosto 1805563.
Il già noto signor Vincenzo Spadea con data di Augusta 12 agosto mi scrive, che ha
consegnato al carro della posta un pacchetto con dentrovi trentacinque fiorini per il
convento della P.V.R. con questo, che gli otto di settembre per tre giorni faccia la
sposizione del SS. Sacramento, e la novena con l’officio de’ morti. Finora non ho
ricevuto il mentovato pacchetto. Se verrà, farò il mio dovere564. Con questa intendo di
prevenir soltanto la P.V.R. e notificarle, che il detto signore, benché molto lontano, si
ricorda di noi.
Ieridì coll’aiuto di circa 15 uomini, e di più paia di buoi abbiamo tagliato, e portato
a basso tutti gli alberi piccioli, e grandi, ch’erano nella parte superiore del nostro monte,
per ubbidire, e non perder tutto. Fu pure levata quella croce travale, che stava in esso; e
con una mina fu atterrato l’antico campanile di san Donato. Nel primo chiostro, e nella
loggia stanno dei soldati lavoratori; ma senza donne, per mera bontà del loro caporale
comandante, che si protesta cattolico. Il nostro cortile vedesi pieno de’ predetti alberi, e
non costerà poco lo sgombrarlo in modo, che si possa transitare ecc. Preghino Iddio
Signor nostro per noi, mentre io la riverisco, e resto
Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3186. 1805
Al P. Gasparo da Campo Guardiano. Roveredo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.
Trento 27 agosto 1805, di mattina.
Supponendo, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 23 dell’andante565, ora l’avviso, ed
assicuro, che ieri ho ricevuto l’accennato pacchetto: e però in caso, che io non trovi
presto un’occasione sicura, ed opportuna per potergli spedire il contenuto pesante, lo
prego di mandare a pigliarlo con un suo viglietto. Ma insieme lo prego di mandare
563
Spedita li 24.
L’ho ricevuto nel giorno 26 agosto.
565
L’ha ricevuta.
564
presto, perché qui non siamo sicuri da un’ora all’altra, che non nascano de’ lacrimevoli
disturbi. Gli replico l’incarico imposto dell’esposizione del Santissimo Sacramento, e
della novena con l’officio de’ morti; e riverendolo mi dico
Suo div., obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
P.S. Il P. Provinciale non è ancora ritornato qua; ma si aspetta dentro questa
settimana566.
Altra P.S. (Post Scriptio). Dal putto, servo del convento d’Arco esibitore della
presente, riceverà il sopra mentovato pacchetto. Lo prego poi di avvisarmi, ed
accertarmi della ricevuta567. Spedita li 28 per servum Arci.
3187. 1805
A monsignor Vicario Generale. Trento.
Monsignore Ill.mo, e Reverendissimo.
Il Padre Arcangelo Maria da Tassullo568 Riformato supplica riverentemente
V.S.Ill.ma, e R.ma per la facoltà d’assolvere semel tre, quattro penitenti dai Casi
riservati ecc.
Concessum attributa etc.
Sig. 27 augusti 1805.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis569.
3188. 1805
Al P. Guardiano di Borgo.
Qui lavorano continuamente molti uomini per
sgomberare il cortile, e portare altrove i legni fatti in pezzi da fuoco. Polenta, minestra,
pane, vino ecc. Già s’intende. Anche l’Ill.mo Magistrato Consolare fa trasportare
altrove i travi, ed i sassi, che teneva riposti sul nostro monte. Il P. letterario di Trento sa
sempre dove ha da indirizzare le lettere per il Padre Provinciale essendo da Trento.
Quindi è superfluo l’ibi, ubi sulla mansione, anzi riesce di qualche incomodo,
occupando il posto per la nuova direzione. Col tempo si saprà l’accaduto ierlaltro in
Sardagna. D.M.N.
3189. 1805
Al signor Vicenzo Spadea. Francoforte.
Molto Illustre Signor, e padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 27 agosto 1805570.
Lo rendo certo, e sicuro, che nel giorno 21 ho ricevuto la sua gratissima de’ 12 del
corrente571, e ieridì anche il pacchetto accennato in essa: il quale fu fedelmente spartito a
norma del suo avviso. Ho scritto subito a Roveredo, e l’ho insinuato eziandio a questo
Padre Guardiano, affinché vengano fatte le divozioni ordinate. Ma oh Dio! che ci
566
Venne li 29.
L’ha ricevuto. Così mi ha risposto li 29 agosto.
568
Dimorante in Campo.
569
Spedita li 30 per F. Marcum.
570
Spedita li 28.
571
Data in Augusta.
567
troviamo tutti troppo disturbati da novità straordinarie. Faremo quello, che potremo col
divino aiuto.
Qui gli spedisco il richiesto libretto, e domani per mezzo del carrozzone di posta
gl’indirizzerò anche i salami ricercati. Mi viene detto, ed osservato, che sono ottimi, e
che stanno molte bene riposti in una cassetta fatta apposta. Bramo, che gli pervengano
presto, diritti, ed illesi, e che gli riescano d’aggradimento. Il peso loro è di libbre
quattro, e mezza piccole d’oncie dodici l’una, che fanno tre libbre grosse572. Costano
Lire, o sia troni tredici, e carentani sei. La loro cassettina carentani dicidotto. Il qui
annesso libretto carentani dieci, Gli sospiro di cuore qualunque santamente desiderabile
prosperità, il che son solito di fare ogniqualvolta veggo sull’altare la sacra immagine di
santa Maria d’Absam, ch’egli ci ha regalato nell’anno 1801, e mi professo
suo umil.mo, div.mo, obb.mo servo in Cristo
F. Giovanni Grisostomo di Volano
Francescano.
P.S. Su la cassettina ho scritto così:
N° Salami libbre 4 e mezza piccole di oncie 12.
Da Trento
Al Signor Vincenzo Spadea.
Recapito a Prona felz N° 12, e 13.
Posta restante
Francoforte
Su la lettera contenente il libretto:
Da Trento
Libretto stampato in Trento l’anno 1799.
Al Molto Illustre Sig. e padrone colendissimo
Il signor Vincenzo Spadea.
Recapito a Prona felz N° 12, e 13.
Posta restante
in
Francoforte.
Nota. Il libretto ha questo titolo: Modo pratico per bene dirizzare a Dio le azioni,
confessarsi, comunicarsi, ed ascoltar la s. Messa, coll’aggiunta di poche meditazioni, ed
altre divozioni. Estratto da vari libri divoti in grazia di chi desidera santificarsi nel
proprio stato. In Trento 1799. Per Giambattista Monauni stamp. vesc. Con lic. de’
Super., in 12°. Li salami furono fatti, ed incassati dal sig. Lorenzo Manica di Trento. La
cassetta coi salami pesò Lib. sei, ed oncie quattro. Fu consegnato alla posta tutto lettera,
e cassetta coll’attestato della sanità li 28 agosto 1805.
3190. 1805
Al Padre Cirillo da Cles. Arco.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Trento 28 agosto 1805.
Appunto il P. Filippo si è il Leg.o. Circa poi li novizzi si risponde, che non è ancora
venuta risposta veruna573. Pazienza! per questo, e per ogn’altra disgrazia, che ci sovrasta.
3191. 1805
572
573
Grosse d’oncie 18.
Vedi sotto num. 3196.
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 31 agosto.
È ritornata la febbre al nostro P. Vicario Vitantonio, il quale perciò non celebra574. Il
vecchio Menego Litterotti fu comunicato per Viatico. Anche F. Umile fu assalito dalla
febbre. Si disfà il cimitero comune del fu s. Francesco, e vuolsi, che i morti vengano
seppelliti al palazzo delle Albere575. Domani dovranno esser qui 74 fiemaschi per
lavorare intorno ai fortini. Ora qui fa caldo più, che avanti. Il P. Vigilio fu approvato per
il lettorato ecc. Per tutte queste cose, e per tante altre, che non fido riferire, Deus
misereatur nostri etc.
NB. Al detto Menego ho dato l’Olio Santo nella sera de’ 7 settembre. Fu
comunicato per Viatico li 29 agosto e per divozione digiuno anche il 1 settembre. Gli ho
dato la benedizione papale li 17 settembre. Morì li 19 settembre 1805, alle sette in punto
di mattina.
3192. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 6 settembre, di notte.
Oggidì pranzando ebbimo una visita, che ci mortificò non poco. Improvvisamente
comparve nel refettorio il V. Procuratore576 della città con un soldato, e c’intimò di
preparare subito il quartiero per cinquanta soldati, oltre li trenta, che tenevamo sino dai
18 dello scorso agosto. Ci alzammo dunque subito, ed andammo tutti insieme a
lavorare. Ma per grazia di Dio Signor nostro sono finora venuti soltanto tredici, li quali
stanno cogli altri nel primo chiostro. In seguito sarà quello, che vorrà il medesimo Dio.
Il Padre Provinciale in questa sera è andato a Pergine per predicarvi domenica577. Questo
sig. Francesco Riccabona è dichiarato capitano di Roveredo.
3193. 1805
Al Padre Provinciale. Pergine.
M.R.P. Benedicite.
Trento 7 settembre 1805, di mattina.
Buone nuove, P.M.R. Per grazia di Dio Signor nostro iersera sono venuti qua
soltanto tredici soldati, li quali hanno dormito nel chiostro cogli altri. Gli altri furono
mandati a Povo, donde in questa mattina sono andati a Roveredo. Parimente in questa
mattina sono venuti da Povo a Trento col tamburo, e co’ fucili molti povati. Li nostri
Fratelli ieridì, non essendo venuto il chiesto tisler, hanno maestrevolmente chiusi li due
nostri dormitori meridiano, e settentrionale. A questo secondo hanno posto il rastello del
coro colla chiave per poter uscir, ed entrare. Ciò, che succederà in seguito, lo sa Iddio,
cui S.P.M.R. con paterno affetto si raccomandiamo ecc.
P.S. Pare a me, che ora non sia tempo opportuno al P. Diffinitore Damiano par
andar a vacanzare in Arco, e Riva. Ho aggiunto questo mio sentimento anche alla
gazzetta, che oggi spedirò a Borgo.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------NB. Il P. Damiano è capitato in Trento gli XI settembre. Partì per le Giudicarie li
13. Fu in Trento li 16 e partì per Pergine li 18 ottobre.
574
dai 29 agosto.
Fu cavato uno sepolto tre soli giorni avanti. Il cimitero non fu trasferito.
576
Guarinonio.
577
Ritornò a Trento chiamato nella sera degli otto, domenica.
575
3194. 1805
Al P. Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 7 settembre.
Pare a me, che ora non sia tempo opportuno per andar a vacanzare in Arco, e Riva,
attesi li movimenti militari verso quelle parti. Li soldati, ch’erano stati destinati di
quartiero in questo nostro disgraziato convento, iersera sono andati a Povo, ed in questa
mattina sono venuti da Povo a Trento molti povati col tamburo battente, e co’ fucili su
le spalle. Non essendo stato permesso578 di dissotterrare i morti nel cimitero comune, fu
stabilito di accrescere sopra di loro la terra. La clausura del nostro monte fu
atterrata,volendosi adoperare i sassi di essa per fabbricare i fortini. Ho inteso, che negli
scorsi giorni fu condotto in fuora579 il signor Salvotti con molti altri, che come cedolisti
stavano nella Rocca di Riva.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------L’accennato trasporto de’ cedolisti è certo; ma non il giorno, né il numero. Anzi si
dice, che i tre principali sono fuggiti. Vedi sotto num. 3212. Il Salvotti è stato condotto
nella bassa Ungheria.
3195. 1805
Al P. Massimo da Volano. Arco. Le Grazie.
Carissimo Fratello Deus misereatur nostri. Amen.
Trento 7 settembre 1805, di mattina.
Sembrandomi cent’anni, che non vi ho scritto, e che non ho ricevuto alcun vostro
foglio, in questa mattina, malgrado l’inquietudine, cui soggiaccio580, mi risolvo di farvi
sapere,che per al Dio grazia son ancora vivo, e nella solita amata cella581. Sino dai 18
dello scorso abbiamo in convento molti soldati: e ieri mentre stavamo alla mensa ci fu
intimato di dar subito quartiero a cinquanta altri. Ci alzammo subito, e preparammo con
fatica ecc. Ma per grazia di Dio Signor nostro vennero tredici soli, essendo stati mandati
a Povo gli altri, li quali in questa mattina sono andati a Roveredo. Temo, che costì pure
sienvi de’ torbidi. Onde ho aggiunto alla gazzetta burgense, che a me non pare tempo
opportuno per andar a vacanzare in Arco, e Riva, nella corrente stagione. Bramo di
restare ingannato. Temo altresì, che possano soggiacere a gravi disturbi li nostri nipoti,
e pronipoti582, de’ quali finora non ho alcun riscontro. Siamo tutti in una barca rotta. Se
Iddio Signor nostro non ci aiuta, siamo tutti rovinati. Preghiamolo dunque, e facciamolo
pregare anche da Maria Santissima sua Madre, e nostra potentissima. avvocata. Finché
c’è vita, c’è speranza ecc.
Già saprete, ch’è stato creato capitano di Roveredo questo sig. Francesco
Riccabona di Cavalese, Aggiunto capitaniale in Trento.
3196. 1805
Al sig. Lorenzo Faes arciprete di Vigolo.
Molto Illustre, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.
578
Dal signore Ambrosio Schreck direttore della Polizia.
*Oltre il Brennero.
580
Per motivo del militare.
581
Il P. Massimo fu a predicare nelle Giudicarie per il Rosario; ed ora 15 ottobre sta nel convento
dell’Inviolata presso Riva per supplire alle mancanze di que’ Padri Girolamini. Vi stette dodici giorni.
582
Perché si fanno dei soldati a forza eziandio coniugati.
579
Supponendo, che V.S. Molto Illustre e R.ma avrà ricevuto un’altra mia de’ cinque
dello scorso agosto, mantengo la promessa, che le ho fatto, comunicandole la risposta
venuta iersera, la quale porta, che dall’Eccelso Governo prima che non sia placidato
dalla sovrana Corte l’umiliatole stato personale per la Provincia, non può esser
accordata alcuna accettazione di candidati. Con sommo mio cordoglio, e dispiacere le
do questo riscontro: e supplicandola riverentemente d’impetrarci dall’infinita Maestà di
Dio Signor nostro clementissimo colle sue fervorose preghiere la necessaria pazienza, e
rassegnazione, le bacio divotamente le sacre mani, e mi dichiaro. Trento, s. Bernardino
9 settembre 1805.
Di V.S. Molto Illustre e R.ma
Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di s. Francesco.
Extra come sopra pag. 3970 (num. 3159). Il candidato vigolano Giacomo Bailioni
fu da me nell’ottobre circa il mezzo.
3197. 1805
Alla sig. Gioseffa contessa Malfatti. Trento.
Ill.ma signora, signora e padrone graziosissima.
Per servire in qualche modo V.S.Ill.ma ho unito insieme quelle notizie, che teneva
disperse583, della molto antica, e sempre nobile prosapia di Castel Campo, finalmente
detta Galassa di Trento, le quali tirano dall’anno 1150, sino al 1719, e quindi le
rispondo, che il celebratissimo maresciallo austriaco Mattia Conte Galasso, Duca di
Lucera, e Signore di Fridland, Reichenberg, e Schmirschitz, morto in Vienna d’Austria
li 25 aprile 1647, non fu l’ultimo di tale prosapia, giacché due de’ quattro di lui figliuoli
Francesco, ed Antonio, generatigli da Dorotea contessa di Lodrone, poi principessa di
Leichtenstein, vissero anche dopo il detto anno 1647, trovato avendo, che Antonio
colonnello cesareo visse nel 1671, e Francesco, marito di Giovanna contessa Guaschin
l’anno 1691. D’uno di questi probabilmente sarà stato figlio quel Giovanni Wenceslao
Conte Galasso trentino, che nacque nel 1669, ebbe due mogli, fu ambasciatore cesareo
ordinario in Roma presso la Santa Sede apostolica l’anno 1715, e morì viceré di Napoli
nel giorno 25 di luglio l’anno 1719. Rapporto poi ai due matrimoni, che da V.S. Ill.ma
diconsi seguiti nell’anno 1613 tra Lodovica, e Chiara figlie del nobile signor Antonio
Galasso di Trento, ed Antonio figlio di Marcello Malfatti di Brentonico, e Marcello
figlio d’Andrea Malfatti di Brentonico, abitante in Roveredo, io nulla sapeva. Questo si
è quel poco, che ho l’onore di significarle in ordine alle di Lei ricerche: e pregandola di
aggradire la buona volontà per il di più, che non posso, le fo una profonda riverenza, e
passo a protestarmi
Di V.S.Ill.ma
Da s. Bernardino gli XI settembre 1805584.
Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Riformato di San Francesco.
Extra. Per l’Ill.ma Signora
La signora Capitania Gioseffa
Contessa ved,va de’ Malfatti
583
584
Vide Familiarium cap. 61, pag. 467 et seqq.
Spedita XI settembre.
nata Contessa de’ Melchiori ecc.
Trento
La ho piegata sul modo de’ viglietti, perché sarà presentatale in proprie mani: come
in fatti le fu presentata nello stesso giorno undecimo da F. Vincenzio d’Isfruzzo. La
detta dama fa comporre l’albero de’Malfatti per darlo al suo genero Filippo barone
Wussacovih tenente maresciallo austriaco.
3198. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 13 settembre 1805.
Ieridì sono partiti di qui per Giovo i PP. Simon Pietro, e Bonaventura. Oggidì poi
per Busdivella, e Campo il P. Diffinitore Damiano, e F. Gio. Francesco585. Le mine
strepitose continuano a rovinare li nostri tetti. L’altrieri abbiamo vendemmiato per non
perder tutto. Servirà per fare l’aceto, e dell’acquavite. Così hanno fatto prima di noi
anche i PP. lastani (Carmelitani). San Marco (de’ PP. Agostiniani) è pieno di gente
militare utriusque sexus, che disturba il religioso silenzio. La risposta dell’ecc. Governo
venuta gli 8 del corrente rapporto al vestire novizzi porta, che non può esser accordata
alcuna accettazione di candidati, prima che non sia placidata dalla sovrana Corte
l’umiliatole stato personale della Provincia. Pazienza per questa, e per ogn’altra
disgrazia imminente. Amen.
3199. 1805
A monsig. Vicario Generale Capitolare. Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Gio. Pio da Moena Riformato supplica riverentemente V.S.Ill.ma, e R.ma
per la facoltà d’assolvere semel due persone dai Casi riservati in dioecesi, e di
dispensare una dall’impedimento ad petendum debitum, ac etiam reddendum debitum
etc.
Concessum attributa etc.
Sig. 15 septembris 1805.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.
Trento 15 settembre 1805586.
Iersera soltanto presso l’Avemmaria ho ricevuto la sua dei dieci, ed in questa
mattina ho mandato apposta nel Castello questo memorialetto. IL P. Diffinitore
Gaudenzio, che tutt’ora sta ritirato nell’infermeria, mi ha detto, e risposto, che non sa
d’avere ricevuto l’indicatami lettera: e che se l’avesse ricevuta, fatto avrebbe il suo
dovere. Nella mattina de’ tredici è partito di qui per le Giudicarie F. Gianfrancesco suo
fratello col Padre Diffinitore Damiano. Ancora non si sa quando questi due nostri
chierici ordinandi dovranno avviarsi per Marano. Eglino tengono preparato tutto
l’occorrevole587. Stia dunque preparato anch’esso per il primo cenno, giacché dovrà
esser loro capo, e condottiero, e gelosamente si conservi sano.
585
Sono ritornati qua nella sera de’15 e nella mattina de’ 16 partiti per Roveredo, ed Arco. Sono
stati di ritorno in Trento li 25 e partirono per Pergine li 26 di mattina.
586
Spedita li 16.
587
Non andarono alle Ordinazioni per li disturbi guerrieri, e perché non seppero, che fosservi
Ordinazioni. Venne la risposta soltanto li 15 dicembre del P. Benedetto Cappuccino Diffinitore e
Guardiano.
3200. 1805
Al Governo d’Insprugg.
All’Eccelso Imp. e Imp. Reg. Governo.
dell’Austria Superiore.
Il sotto scritto Provinciale de’ Francescani di Trento in sequela della risposta, che
l’Eccelso Governo con suo decreto dei tre p.p. agosto, si compiacque abbassare al di lui
memoriale presentato li 24 giugno per la vestizione di sette candidati, supplica
riverentemente, che finattanto, che dalla sovrana Corte venga placitato l’umiliatole stato
personale per la Provincia de’ Riformati del Tirolo italiano, o sia de’ sei conventi dianzi
trentini, frattanto gli venga clementissimamente accordata la licenza di vestire li sette
presentati candidati per li tre conventi già prima austriaci, cioè di Roveredo, Arco, e
Borgo, per li quali, come apparisce dal decreto governiale de’ 9 dicembre 1794, è già
stato fissato il numero di dicidotto per il primo: di dodici per il secondo; e di quindici
per il terzo, giacché al presente nel primo non sono che otto sacerdoti, uno de’ quali
inabile: nel secondo nove, tre de’ quali inabili: ed otto, compresi due inabili, nel terzo:
nel quale specialmente, oltre li molti impegni, che corrono tra l’anno per l’assistenza
spirituale de’ popoli della Valsugana, nella sola Quaresima vi si voglionsi sette
predicatori: e questi non possono per alcun modo cavarsi dai conventi dianzi trentini,
perché scarseggiano essi pure di soggetti al maggior segno, abbisognandone anch’eglino
per lo stesso ministero.
Dato in Trento li 17 settembre 1805.
F. Giuseppe Antonio Dusini
Provinciale de’Francescani.
Nella coperta.
All’Inclito Ces. e Ces. Reg. Giudicio Provinciale,
ed unitovi Capitaniato Circolare ai Confini d’Italia.
Trento
Consegnato dal P. Provinciale al sig. Riccabona nel Castello nella stessa mattina
de’ 17 settembre e raccomandatogli. Fu in Trento nel dì 24. Il sig. Riccabona li 26
ottobre di sera ci disse, ch’è in Castello la licenza di vestire li detti candidati. La mandò
a s. Bernardino li 30 ottobre scritta li 26, data in Insprugg li 12 ottobre.
3201. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo, colla gazzetta.
Trento 17 settembre, di notte.
Questi nostri Padri Vicario,e Gaudenzio sono di nuovo travagliati dalla febbre
doppia terzana continua. Lo stessissimo patisce anche l’infermiero F. Abbondanzio. Al
Menego, che più non parla, e non mangia, in questa mattina ho dato l’assoluzione
papale. Egli ha bisogno d’un assistenza continua, specialmente nella notte. Quindi temo,
che F. Pietro, essendo solo, non potrà resistere. Guai a noi, se s’ammalasse anch’esso!
In quest’oggi fu replicato il memoriale per li novizzi de’ tre conventi dianzi pure
austriaci, a’ quali nel 1794 fu assegnato il numero de’ sacerdoti, il quale ora è assai
diminuito. Ma io temo... Deus mesereatur nostri . Amen. La lettera per Covelo in questa
mattina fu data, e raccomandata al sig. Giacomo suo fratello588.
588
Ad Amando Veronese di Covalo, giovine.
3202. 1805
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
A.R.P. Diffinitori Küebachio.
F. Io. Chrysostomus S.P.D.
Cum gaudio accepi, quod libri a me missi ad te pervenerint. Quanti autem nobis
steterit solus Taludianus dicere nequeo, quia nescio; amicus anim, qui libros huiusmodi
nobis procuravit, id non expressit. Ceterum nulla interposita mora literas ad eum
dedimus, ut si possit, id nobis innuat, et notum faciat589. Denique collationum tomolos
quatuor nonnisi libris octo, seu floreno uno, et crucigeris triginta sex nobis stetisse,
iterum adsero. De miseriis nostris quotidie ingravescentibus, silere, imo lugere satius
est, quam scribere. Adiuva nos, quaeso, precibus tuis ad D.O.M. fusis, et vale. Datum
Tridenti in Conventu sancti Bernardini die 18 septembris 1805590.
Extra.
Tridento
Adm. Rev. Patri Stanislao
Küebach Franciscano, Lect. Th.
Conc. ac Diffinitori Provinciali
Insprugg
Hall
Ad PP. Franciscanos
--------------------------------------------------------------------------------------------------------Si sa, che il nostro convento di s. Bernardino vuolsi reso una caserma militare, ed in
parte demolito con la chiesa.
3203. 1805
Al P. Raffaele da Lardaro Guardiano di Campo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 18 settembre 1805591.
Per servire l’ill.mo sig. Conte Giovanni Formenti592, e secondare le premure della
P.V. ho trascritto subito il rotolo rivano, datomi nel giorno 15 dal sig. Antonio Rubini,
insieme colla di Lei lettera (de li otto); ed oggidì gliel’ho ristituito colla mia copia di
pagg. 13, in 4°. Mi lusingo d’averlo trascritto fedelmente, e chiaramente, non avendo
voluto fare alcuna breviatura: e bramando , che la mia prontezza, e fatica riesca
d’aggradimento al lodato ill.mo signore, l prego de’miei ossequi al medesimo, e la
riverisco593.
Di V.P.R.
Div.mo servo nel Signore
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. Il rotolo fu spedito al Rubini dal Padre Antonio Meneghelli di Riva Minor
Conventuale in Riva d’anni 34. La prima mia copia può leggersi nel To. 5 Cod. diplom.
1174, ed il compendio nel mio Inventario rivano Capsa 7, num. 6.
589
Respondit libris 8.
Spedita li 20.
591
Spedita li 20.
592
Formenti di Riva villeggiante nella Giudicaria campese.
593
Quint. 3.
590
3204. 1805
A monsignor Vicario Generale. Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Giuseppe Maria da Pradazzo dimorante in Cles, prega riverentemente
V.S.Ill.ma, e R.ma per la facoltà di’assolvere semel due persone dai Casi riservati nella
diocesi, e se mai vi fosse, anche dalla proccurazione dell’aborto. Item per assolvere
dalla scomunica si, et quatenus etc. due femmine, stimolate da un sacerdote secolare
(non clesiano)594 sono entrate con esso nel primo chiostro del suo convento, essendo loro
stato detto dal mentovato sacerdote, che non c’è più la legge della clausura ecc.
Conceduntur petitae facultates etc. ad sensunm precum etc.
Sig. die 19 setptembris 1805.
P.I.595 Cloch cancel. de mandato etc.
Trento 19 settembre di Mattina.
M. Vicario è villeggiante in Vezzano. Ho scritto due persone intendendo di
comprendere anche la nominata porchetta. Il P. Vigilio fu dichiarato idoneo, ed abile
per il lettorato di diritto canonico dall’Ecc. Governo nel giorno 31 di luglio. In questa
mattina alle sette in punto obdormivit in Domino, munito ecc. il nostro ottimo vecchio
Domenico Litterotti d’anni 86, mesi 3, giorni 2. Cominciò a servirci li 24 giugno 1747 e
restò invalido affatto per colpo apopletico sopraggiuntogli nell’orto li 13 aprile 1802596.
Stanno colla febbre doppia terzana continua il P. Vicario Vitantonio, il P. Diffinitore
Gaudenzio, e F. Abbondanzio. Il detto P. Vicario è battuto più degli altri. Le mine
rovinano i nostri tetti. Nel convento abbiamo più di cento lavoratori ecc.597 e temiamo
ancora di peggio. Sicché bisogna replicare, ma con molto calore, il D.M.N.E.B.N.
Amen.
3205. 1805
Al sig. Monauni stampatore. Trento.
Riverito sig. Gio. Battista.
S. Bernardino 19 settembre 1805598.
Fra Gio. Grisostomo oggidì ha ricevuto di ritorno da Insprugg coll’Imprimatur il
suo Direttorio monastico per l’anno 1806 e brama, che sia stampato più presto, che sia
possibile frattanto, ch’è vivo, e nel convento. Quindi glielo esibisce, e lo prega di
mandare a pigliarlo, oppure di avvisare, che siagli mandato599. E lo riverisce ecc.
3206. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 20 settembre 1805, di notte.
Questa volta non posso mandare la gazzetta, perché oggidì lo stampatore ci ha dato
una copia sola di essa. Io non so il perché, e non ho ardito di fargliela chiedere doppia600,
perché ce la dà gratis. Supplisco dunque alla medesima avvisando, che ieridì alle sette
594
Vide infra num. 3212.
Idest Petrus Ioseph.
596
L’esequie in chiesa si terminarono dopo le nove.
597
135 e più.
598
Spedita li 20.
599
L’ho consegnato al sig. Pietro nella sera de’ 23 settembre tutto. Ho ricevuto il primo foglio del
diocesano li 10 novembre e l’ultimo li 25 dicembre.
600
Per Borgo a riguardo del P. Giuseppe da Primiero poeta, già amico del Monauni vecchio.
595
di mattina placidamente obdormivit in Domino il nostro buon vecchio Domenico
Litterotti da Marmirolo Mantovano, in età d’anni 86, mesi 3, giorni 2, ed in questa
mattina coll’attestato del medico, e col consenso del sig. capo console fu seppellito
solennemente come se fosse stato un nostro Fratello; senza però portarlo per il chiostro,
essendo impedito dai soldati, e senza li segni mortuali delle campane. Perché duri
presso di noi la degna memoria di lui, ora sta esposto nel Capitolo della colpa il ritratto
del medesimo, fatto ultroneamente nel 1798 dal pittore Nicolò Volani. Cominciò a
servirci nell’anno 1747, e continuò instancabilmente sino ai 13 d’aprile del 1802, in cui
essendo nell’orto venne sopraffatto da un colpo apopletico. Per carità lo raccomandino
al Signor Iddio. Frat’Abbondanzio sta meglio: ma non così gli altri due febbricitanti
Vicario, e Diffinitore: a quali forse aggiugnerassi il P. Gio. Battista, ch’è febbricitante in
Mezlombardo, e vuolsi qua trasportare. Se costì trovano la gazzetta di oggidì, leggano
attentamente la prima data d’Insprugg601. Questi nostri ospiti602 dicono, che nella
prossima settimana partiranno per Monte Baldo. Bomviaz, sine reditu603. Amen.
3207. 1805
Al P. Küebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomous de Avolano S.P.D.
Hodie ab amico, qui prout ad te scripsi die 18 huius, Ferrarium, ac Taludium nos
habere fecit, promptum accepimus responsum, quod praefatum Taludium emerit libris
octo venetis, florenum unum, et triginta sex crucigeros conficientibus: ex quo inferre
pronum est, Farrarii pretium fuisse librarum septuaginta, et solidorum octo, computato
Collybo, seu cambio. Quid ultra dica, modo non habeo. Vale. Dabam Tridenti in
conventu sancti Bernardini (in quo etiam plurimi milites propuganculi cuiusdam
fabricatores) die 22 septembris A.D. 1805604.
Tridento
Extra. Adm. Rev. et colendissimo Patri Stanislao Küebach
Franciscano, lectori theol., conc. ac Diffinitori provinciali.
Insprugg.
Hall
Ad PP. Franciscanos
3208. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 24 settembre 1805, di notte605.
Questo nostro P. lettore Illuminato ieridì ha cominciato l’andare due volte al giorno
nel Castello per rispondere in scriptis ai quesiti enipontani (del professore Francesco
Zallinger di Bolgiano) onde venire approvato lettore di fisica606. Oggidì dopo il vespro
questi nostri ospiti (soldati), con quelli di Roveredo sono partiti tutti verso l’Avis.
Bomviaz, sine reditu. Amen. Seguitano però ancora i lavori, e le mine strepitose sul
601
In cui si ordina la leva in massa. La quale non fu fatta.
* I soldati presenti in convento.
603
*Dialetto e latino: = Buon viaggio, senza ritorno.
604
Spedita li 24.
605
Spedita li 25 per servum conventus burgensis.
606
Ha finito li 26 di mattina.
602
nostro monte. Dissi verso l’Avis, perché rapporto al resto del viaggio non convengono le
relazioni, ed asserzioni.
3209. 1805
Frater Iosephus Antonius a Clesio huius Reformatae Provinciae Sancti Vigilii
Minister, et servus. Plurimum dilecto Nobis in Christo R.P. F. Petro Paulo a Roncegno
lectori theologo, concionatori, et eiusdem Provinciae Custodi, salutem in Domino
sempiternam. Cum Nos variis, iisque gravibus curis distenti, pro muneris nostri debito
ad conventum nostrum sancti Francisci Burgi Ausugii hoc anno personaliter accedere
nequeamus, ne oves Nobis in Christo Domino commissae, quidquam detrimenti forsan
patiantur, Tibi canonicam eiusdem conventus visitationem committendam duximus, ut
diligentia, et solertia tua suppleat, quod Nos hac vice praestare non valemus. Quapropter
praesentium vigore, cum salutaris obedientiae merito, Te nostrum commissarium, ac
delegatum ad visitandum praefatum conventum instituimus, institutumque declaramus:
committentes Tibi vices nostras cum plena facultate paetrnaliter inquirendi, corrigendi,
et castigandi, tam in capite, quam in membris, omnes abusus, defectus, et negligentias,
si quas repereris, ac pro eis convenientes, salutaresque poenitentias, ad normam
nostrarum Constitutionum imponendi. Ac insuper ordinandi, et disponendi, quae pro
exacta seraphici nostri Instituti observantia strictiori aptius expedire in Domino
iudicaveris. Proinde in virtute sanctae obedientiae, ac sub poenis latis in generalibus
Ordinis nostri Statutis, omnibus, et singulis, tam superioribs, quam subditis praedicti
conventus Burgensis praecipimus, et mandamus, ut Te tamquam legitimum nostrum
commissarium, ac delegatum recipiant, agnoscant, et venerentur: atque in omnibus,
quae non sunt contra animam suam, et Regulam nostram pareant, et obediant. Volumus
autem, ut expleta huiuscemodi visitatione, acta eiusdem fideliter descripta ad Nos
transmittas. Vale, Deumque Optimum Maximum pro Nobis, qui Tibi paternam
benedictionem peramanter impartimur, exorare memento. Datum in conventu sancti
Bernardini apud Tridentum die 25 septembris A.D. 1805607.
Fr. Iosephus Antonius a Clesio
Minister Provincialis L.+S. maioris
De mandato A.R.P.S.
Fr. Io. Chrysostomus de Avolano
Diffinitor et pro- secretarius provincialis.
Registro qui questa patente, perché quantunque l’abbia tratta dal formulario
provincialesco in sostanza; ho però in essa tralasciato, aggiunto, e variato parecchie
parole, ed anche trasposte: e perché forse potrà servire a me, o altri nell’avvenire. Il P.
Provinciale non può andare nella Valsugana, come fu sempre il solito de’ Provinciali
d’andarvi nell’autunno, perché fu occupato dal Governo politico.
3210. 1805
Al R.mo sig. Piovano di s. Pietro. Trento.
MONITUM.
In Missali romano ad finem sub tit. Benedictiones ab episcopis, vel aliis facultatem
habentibus faciendae, sunt benedictiones sacerdotalium indumentorum: mapparum, et
tobalearum, sive linteaminum altaris: corporalium: et tabernaculi, seu vasculi pro
sacrosancta Eucharistia conservanda. Eaedem habentur etiam in Rituali romano tit. de
607
Consegnato li 7 ottobre.
Benedictionibus. Apud Cavalerium autem To. 4. decr. 182 legitur: “Pyxis, ostensorium,
et corporalia, quae immediate inserviunt ss. Sacramento, debent benedici iuxta formam,
quae habetur in Missali propria. S.R.C. 16 nov. 1649, in Ianuensi”.
Ita F. Io. Chrysostomus de Avolano
die 26 septembris 1805608.
Extra. Per il R.mo signor Piovano di san Pietro
Trento.
Nota. Il Piovano è don Giuseppe Simeoni di Trento, il quale ultimamente ha
comperato una pisside vecchia, e la ha fatta indorare, perché quella che usava, e stava
nel tabernacolo fu rubata, e pensa di mandarla a s. Michele affinché la benedica quel
Preposito, ed abate mitrato609, giacché qui a Trento non c’è alcun vescovo. In questa sera
mandò a cercare il mio sentimento, ed io penso, che dal premesso Monitum
comprenderà non esservi bisogno di mandarla fuori di Trento, e che potrà benedirla
quello stesso, che finora gli ha benedetto le pianete, i camici, li corporali ecc. per le
quali benedizioni vienmi detto autorizzato il prete sagrestano di san Pietro: intorno a che
potrassi vedere il mio Confessore perpetuo delle monache trinitarie n. 35. Veggasi pure
il P. Lucio Ferrari verbo Benedictio, art. 1, num. 18 et seqq.
3211. 1805
Alla sig. Maria Gioseffa Rizzoli. Cavalese.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.
Trento, s. Bernardino 27 settembre 1805610.
Mi ha piaciuto, e consolato il principio della sua lettera, perché ringrazia Iddio
Signor nostro, e loda due miei confratelli costì dimoranti (il P. Vicario Giannantonio, e
F. Modesto). Altrettanto non posso dire rapporto al resto. Io compatisco il Padre
Guardiano (Giorgio) se fa tant’uso del suo degnissimo Padre Vicario; e non posso
credere, che lo faccia per effetto di avversione: ma bensì per bisogno, attesa la scarsezza
de’ Religiosi, e perché sa, e vede, ch’è ubbidiente, ch’è dappertutto aggradito, che fa
bene le incombenze addossategli, ed ora va esente dalla cura di novizzi. Son sicuro
altresì, che il Padre Romedio non solamente non aspira alle superiorità; ma anzi le
abborrisce, e le sfugge. Il predicatore del Terz’Ordine (P. Gerardo) ha molto poche
prediche per altro; e molto meno ne avrà nel resto del corrente anno. Egli viene a ciò
destinato non già dal Diffinitorio, e dal Padre Provinciale, ma dal Padre Guardiano. Io
non son autorizzato per ovviare ai suppostimi disordini: e se anche lo fossi, dovrei
esaminarli, e sentir eziandio gli accusati611. Ciò non ostante gli ho manifestati al Padre
Provinciale, e spero, che non l’avrò fatto interamente in vano. Frattanto li signori di
Cavalese abbiano la bontà di riflettere, che noi siamo obbligati anche al resto della
Valle, ed essi hanno in Cavalese il Padre Vicario interpolatamente la maggior parte
dell’anno. Io non posso dire di più; e però riverendola resto
suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
P.S. Suor Michelina ringrazia della memoria che ha di essa, e la riverisce.
608
Spedita li 27.
Questo Preposito è ora in Insprugg. Chiamasi Gregorio Tasser.
610
Spedita li 2 ottobre per postam.
611
Vedi sopra num. 2915.
609
Trento
Extra. Alla molto illustre signora
La signora Maria Gioseffa Rizzoli già monaca612
Egna
Cavalese
Ho scritto Rizzoli, perché così vogliono i fiemaschi; per altro scrivendosi Riccioli.
3212. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 27 settembre 1805.
Il P. lettore Illuminato iermattina terminò le sue gite nel Castello, e le sue risposte
ai quesiti enipontani. Il P. Diffinitore Gaudenzio ieri ha ripigliato la celebrazione della
santa Messa. Lo stesso ha fatto oggidì il P. Vicario Vitantonio. Il P. Guardiano è
confessore straordinario alle Laste. Il Salvotti, e molti altri oggidì soltanto sono passati
per Trento condotti in fuora613. Così ho inteso come certo. In questa sera dopo le sette
improvvisamente sono comparse nel nostro refettorio tre dame614, cioè la moglie, e la
sorella del sig. Conte presidente Welsperg, e la baronessa Gaudenti, nata contessa
Spaur, col Conte Kuen, e col barone canonico Taxis, venute dalle Laste. Furono loro
dati de’ frutti ecc. e poi col fanale furono accompagnate alla città dal nostro Giacomo
servo615. D.M.N.
______________________________________________________________________
Il primo d’ottobre ho spedito una lettera al P. Guardiano de’ Capuccini di Marano
per le ordinazioni di due nostri chierici. Ma non venne risposta. Nel primo d’ottobre
cominciò la posta nostra ad essere giornaliera, o sia quotidiana. Venne la risposta li 15
dicembre data gli 8 ottobre.
3213. 1805
Al Governo d’Insprugg.
All’Eccelso Imp. ed Imp. Regio Governo dell’Austria Superiore.
Il sottoscritto Provinciale de’ Francescani di Trento in ossequioso adempimento
degli ordini abbassatigli dall’Eccelso Governo di presentare Religiosi della sua
Provincia ad un nuovo esame su quelle facoltà, per le quali i già presentati non
ottennero l’approvazione nel primo sostenuto esame, si fa un preciso dovere di
presentare gl’infrascritti soggetti.
Il Padre Pietro Regalato Bombarda di Caresio per la matematica.
Il Padre Pietro Paolo Montibeller da Roncegno per la Scrittura del Vecchio
Testamento.
Li Padri Francesco Maria di Francesco da Panchiato, e Giampio della Giacoma da
Moena, per la morale.
Supplica quindi, che spediscansi a questo Inclito Ufficio Circolare le necessarie
posizioni.
612
Fu Clarissa in s. Carlo di Roveredo soppresso da Giuseppe secondo nell’anno 1782.
Vedi sopra num. 3194. Fu condotto solo in una carrozza guardata da soldati, e sbirri. Egli si
mostrò gaio con tutti.
614
Conferto superiorem numerum 3204. È stato il Taxis, che ah voluto condurle nel refettorio
benché l’ora fosse tarda, e avessegli fatto delle difficoltà il Biasio lastano.
615
Cui carentani 9.
613
E desideroso il predetto Provinciale, che mancando qualcuno degli approvati, sienvi
altri egualmente approvati da sostituirsi, supplica, che vengano spedite le posizioni di
filosofia teoretica, e pratica, di fisica, di teologia dogmatica, e di pastorale per li due
soprascritti Padri Francesco Maria, e Giampio, che pensa di sottomettere anche
all’esame delle facoltà sovraccennate. Che della grazia ecc.
Dato in Trento il primo d’ottobre 1805.
F. Giuseppe Antonio Dusini
Provinciale de’ Francescani.
Consegnato dal P. Provinciale al sig. Riccabona li 3 ottobre 1805, ed anche al sig.
barone di Schluga, che sta in luogo del Conte Welsperg616 andato all’armata come
commissario. Non è andato; ma andrà.
3214. 1805
Al P. Sisinnio Maria di Sanzeno Guardiano. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 1 ottobre 1805.
Fo sapere alla P.V.R., che Fra Damiano ritornato da Venezia mi ha consegnato un
involto diretto a ei. Glielo spedirò colla prima occasione opportuna. Ma se lo vuole
presto, mandi a pigliarlo617. Nella notte scorsa qui abbiamo avuto de’ soldati, li quali
avanti giorno sono partiti con ordine d’essere a Bolgiano in questa sera. Le mine del
nostro monte continuano i loro strepiti, ed a far piovere de’ sassi negli orti, e sopra i
tetti. Li Padri Vicario e Gaudenzio sono ancora nell’infermeria. Preghino per noi sua
Divina Maestà, e Maria Santissima avvocata nostra, perché stiamo assai male: ed essi
proccurino di conservarsi.
Suo div.mo, ed obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
3215. 1805
Io infrascritto attesto, che il nobile signor capitano618 Vincenzo de’ Bernardi come
massaro del Pio Luogo delle Orfane ha dato a questo nostro convento la limosina di
dodici troni per le sei Messe dette dell’Eld, ed una galeda d’olio. In fede ecc. Dato nel
convento di san Bernardino presso Trento li 2 ottobre 1805.
F. Gio. Grisostomo da Volano
presentemente Superiore ecc.
3216. 1805
Frater Iosephus Antonius a Clesio Ordinis Minorum sancti Francisci, Reformatae
Tridentinae Provinciae sancti Vigilii Minister, et servus.
Universis,et singulis praesentes literas inspecturis salutem in Domino sempiternam.
Cum Frater Michael Gorian a Goritia laicus professus Almae Reformatae
Provinciae sanctae Crucis in Croatia, qui per decem, et ultra menses commoratus est in
nostro conventu sancti Rochi Roboreti, ad eamdem suam Provinciam reverti cogitet;
humiliterque a Nobis petierit obedientiales literas, ipsum comitari volentes, sub nostra
616
Giovanni.
L’ho dato a F. Marcello li 12 ottobre. Contiene delle cose per la speciaria nostra d’Arco, cioè per
quella infermeria.
618
Capitano dell’Adige, cioè della catena sull’Adige al ponte di s. Lorenzo, creato dal vescovo
Pietro Vigilio, da cui fu anche creato nobile.
617
paterna benedictione harum vigore ad illam remittimus. Ac insuper omnibus, et singulis
has inspecturis notum facimus, ac testamur, quod idem Frater Michael eo tempore, quo
nobiscum in praefato conventu convixit, semper exhibuerit religiosae vitae specimina:
seque omni commendatione dignum reddiderit; et idcirco illum omnibus, ad quos
accesserit, impense commendamus. In quorum fidem praesentes propria manu
subscriptas, dedimus. In conventu nostro sancti Bernardini apud Tridentum die secunda
mensis octobris Anno Domini 1805.
L.+S.
minoris Fr. Iosephus Antonius a Clesio
Minister Provincialis.ù
Nota. Questa obbedienza sostanzialmente ritrovasi nel formolario provincialesco. F.
Michele fu mandato a Roveredo dal Governo d’Insprugg, ed ebbe molto da battere per
ottenere la licenza di partire di là. Venne qua ieri col passporto di Roveredo,veduto, e
soscritto oggidì dalla Polizia di Trento. È partito li 3 ottobre verso Lubiana per
Bolgiano. Egli è giovine, basso di statura.
3217. 1805
Al sig. curato di Stravino in Cavedine.
Pro memoria.
IULIA. MAMEA
MAETR. ALEXANDRI. SEVERI
REDUX. EX. GERMANIA
IN. ITALIAM
Sta scritto, che questa inscrizione619 si trova presso la via ne’ boschi di Fabiano di
Cavedine, scolpita nel Cengio, in un quadro alto circa due piedi, fondo mezzo piede,
alto mezz’uomo dalla terra. La predetta Giulia Mammea, madre dell’imperatore
Alessandro Severo, che regnò nel terzo secolo di Gesù Cristo Signor nostro circa l’anno
230, dagli scrittori è assai lodata, e da monsignor Pietro de’ Natali in Catalogo
Sanctorum L. XI, cap. 24, si dice Sancta Mammaea Regina, et martyr, mater
imperatoris Alexandri620.
Così ho scritto, e l’ho dato nel giorno secondo di ottobre 1805 in proprie mani al
R.S. don Francesco Bortolotti di Cavedine, primessario, detto curato di Stravino, nato
nel 1749. Rapporto alla riferita inscrizione potrassi vedere il nostro To. 2 Inscript. 1471.
3218. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 4 ottobre
La festa imminente del Rosario di Maria Santissima Signora nostra ci mette
all’impegno di servire Aldeno,, Romagnano (confessioni), Povo (confessioni),
Mattarello, Cognola, Gardolo, e Meano; e perciò dovremo essere aiutati da Roveredo, e
Pergine. Altri de’ nostri serviranno la città e le Laste secondo il solito. Ma se non ci
verrà permesso di vestire novizzi, nell’avvenire non potremo fare altrettanto. Sicut
autem fuerit voluntas in coelo, sic fiat. 1 Machab. 3,60.
619
L’infrascritto curato di Stravino li 18 novembre 1805 mi ha detto, che ha veduto già molti anni la
riferita inscrisione, e che ora più non trovasi, perché il cengio fu infranto e fatto in pezzi.
620
L’Advocat verbo Mammea, o piuttosto Mamea, dice, che fu uccisa unitamente col suo figlio
come crudele, avara, ed aspirante all’autorità sovrana.
3219. 1805
A Giacomo Fontanari servo del nostro convento.
Pro-memoria.
Direte al Molto Rev. signor don Simone Fedrici di Trento621, che avanti ch’egli si
esibisse di fare in Mezlombardo il discorso dell’Immacolata, quel Padre Guardiano
aveva già contratto impegno per il medesimo discorso con un altro soggetto ecc.
Così ho scritto li 6 ottobre 1805 e nella stessa mattina fu letto al mentovato prete in
casa di lui. Egli lo fece l’anno 1804, nella nostra chiesa di Pergine.
3220. 1805
Al sig. don Gio. Pietro Beltrami. Roveredo.
Molto Illustre e m. Re.do sig. e padrone colendissimo.
Trento, s. Bernardino 6 ottobre 1805622.
Inteso avendo dal mio Padre Guardiano che V.S. Molto Illustre, e Molto Rev.
vorrebbe sapere da me quando siano state fondate, ed erette le due chiese di san
Colombano alle Cartiere, e di san Giorgio nella campagna di Roveredo verso Sacco: e
se sieno state consecrate; le rispondo essermi soltanto noto, ch’esistettero ambedue
nell’anno 1319623. Le aggiungo poi, che della prima il fu arciprete di Lizzana Leonardo
Contarini nella notizia delle sue chiese, scritta in Roveredo l’anno 1470 e lodata dal
signor Giacomo Tartarotti nelle Memorie antiche di Rovereto, sotto l’iscrizione XIV ci
lasciò una buona memoria, dicendo erga quam talis populi extat devotio, ut cum solis
ardore siccatur terra, pro pluvia impetranda ad ipsam processionaliter, tamquam ad
singulare refugium, nec piis Deus abest precibus, sed ut ipse saepissime vidi, numquam
dies est tertia, quin Deus terrae pluviam donet. Qui finisco non avendo lena da scrivere,
perché in questa sera siamo stati sforzati di cedere parte del nostro dormitorio a molti
soldati, li quali volevano il nostro refettorio624: e temiamo ancora di peggio. Per carità ci
raccomandi al Signor Iddio, e proccuri di conservarsi.
Di V.S. Molto Illustre e M. Rev.da
Div., obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3221. 1805
Al P. Prosdocimo di Cavalese Guardiano di Mezlombardo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Trento s. Bernardino 7 ottobre 1805625.
Dalla qui rinchiusa cartella potrà rilevare la P.V.R. che ho fatto avvisare il signor
don Simone Fedrici di quanto Ella mi ha scritto626. Le aggiungo, che ho manifestato il
bisogno del di Lei convento, cagionato dagl’infermi, al Padre Provinciale, che domani
partirà627 per Roveredo, Arco, e Campo, ed accorda la dilazione, ed anche la com. al
nominatomi, qualora costì venga giudicato bene ecc. Le aggiungo altresì, che questo
621
Filius q. Petri er Carolinae, aetat. an. 41 circa, nepos Cyrilli olim curati Pradatii, origine
tonsianus.
622
Spedita gli 8.
623
Ora trattasi di rimetterle, dopo che furono profanate, e soppresse da Gioseppe secondo.
624
Col pretesto d’essere gente polita, benché poi si mostrò la più impolita. Partirono gli undici.
625
Spedita li 9.
626
cioè dal Pro-memoria qui sopra.
627
Partì.
non mi pare tempo da venire a Trento, poiché siamo troppo disturbati dal militare628.
Abbiamo soldati sul monte, soldati nel primo chiostro, soldati sulla loggia, e soldati
nelle foresterie del dormitorio, i quali iersera volevano assolutamente il refettorio: e
temiamo, che ancora non si contentino. Preghino caldamente sua Divina Maestà per noi;
mentre io la riverisco, e mi dico.
P.S. Il P. Provinciale629 mi dice, che ritornerà qua dentro il mese corrente: e che per
questa volta concede al suddetto, in caso che non abbia confidenza col P.V. che possa
prevalersi di qualchedun altro nostro.
Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3222. 1805
A monsignor Vicario Generale. Trento630.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Giuseppe Maria da Pradazzo Riformato supplica riverentemente V.S.
Ill.ma, e R.ma per la facoltà d’assolvere semel una donna, che come dice sforzata ebbe
più volte commercio ecc. col suo suocero: e parimente più volte reddidit debitum etc.
Prega in oltre per l’autorità di dispensarla ad petendum etc.
Concessum etc. attributa etc.
Signatum 11 octobris 1805631.
P.I. Cloch cancellarius de mandato etc.
3223. 1805
Al P. Provinciale. Campo.
M. Re.do Padre Benedicite
Trento XI ottobre 1805, di mattina632.
Da F. Domenico ho ricevuto due rotoli di rosari, e corone633, e gli ho posti nello
studiolo del Provinciale. Il P. Gio. Battista sta meglio, e vorrebbe sapere, se
ristabilendosi abbia da andare senz’altro a Roveredo. F. Abbondanzio è colla febbre
doppia terzana gagliarda. Il P. Vicario è ancora in convalescenza. Il P. Diff. Gaudenzio
teme di ricadere. In questa mattina sono partiti di qui verso la Valle Lagarina li soldati,
che stavano nelle nostre foresterie, non gli altri. Ma temiamo, che vengano degli altri, li
quali aspattansi da’ trentini. Questo caporale sanese ha detto, che ah parlato fortemente
coll’ill.mo Magistrato in favor nostro. Il Signor Iddio secondi la di lui carità, e la
P.V.M.R. ci mandi la sua paterna benedizione ecc.
3224. 1805
Al P. lettore Giuseppe Maria di Pradazzo. Col memorialetto sopra num. 3222.
628
Gli 8 sul mezzo giorno è capitato qua il P. Gio. Battista febbricitante con F. Cosimo infermiero.
Questi è ritornato a Metz li 19 ottobre.
629
Andato a Roveredo col P. Leonardo, che si fermerà in Roveredo per apprendere il metodo delle
scuole Normali.
630
Scritta li 9, spedita li 14.
631
Ricevuta gli XII di sera.
632
Questa lettera non fu spedita per mancanza di latore; e perché il P. Provinciale ritornò a Trento li
16 ottobre senza essere stato a Campo, impedito dalle pioggie, e dalle truppe militari e per il timore, che
sieno tagliati li ponti dell’Adige..
633
Coccardi (di cocco) costano troni 137 computata la cambiale.
Trento 13 ottobre 1805. Cles634.
Ho spedito questo memorialetto subito subito, che ho ricevuto la sua: ma incontrò
delle difficoltà, per le quali ho dovuto mandare più volte a ricevere il rescritto. Spero,
che avrà disposta bene la penitente; ma temo, che sia per non cessare d’essere cattivo il
suocero. Dunque non affretti l’assoluzione... Bensì ‘l D.M.N.E.B.N. Amen. Dal latore
di questa intenderà lo stato di questa nostra infermeria, e del convento, una di cui
foresteria tiensi occupata dal sig. Giambattista Braito ingegnere... fiemasco635.
3225. 1805
Al P. Guardiano di Campo. In coperta.
Trento 16 ottobre 1805.
In questa sera è ritornato qua il Padre Provinciale. Non è venuto costà, come aveva
stabilito, perché attese le mozioni militari, ha temuto di restare confinato costì, giacché i
porti dell’Adige sono sospetti di essere impediti, e tagliati. Iddio Signor nostro
clementissimo ci usi misericordia. Non posso dir altro. Amen.
F. Grisostomo.
3226. 1805.
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Rev. padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.Cl.
Trento, s. Bernardino 17 ottobre 1805636.
L’assenza del Padre Provinciale andato in Arco, mi ha fatto leggere una lettera del
suo Padre Guardiano, indirizzata al medesimo Padre Provinciale: ed avendo letto in
essa, tra alter cose, che la P.V. si mostra difficile nell’accettare impegni di predicare, si
risvegliò in me la memoria della renitenza che ha mostrato nell’accettare anche prediche
quaresimali, e la lettura: e quindi risolsi di manifestarle con questa il dispiacere, che
provo nel sentire tali cose, affinché si emendi, e non si precipiti per tutto il resto della
sua vita. Io suppongo, ch’Ella possa credermi singolarmente premuroso del suo bene, e
che le scrivo con inchiostro d’amore fraterno. Il Signor Iddio per effetto della sua bontà
le ha dotato il talento,l’abilità, la sanità, l’essere aggradito dai popoli, ai quali predica, e
l’essere provveduto del bisognevole ecc. Sa le angustie, in cui si trovano i Padri
superiori per la scarsezza di predicatori, e Religiosi. Sa, che ha fatto voto solenne
d’obbedienza, e l’obbligo, che ha di aspirare alla perfezione religiosa. Sa, che un dì
dovrà comparire innanzi al tribunale tremendo di Gesù Cristo Signor nostro, e che allora
vorrà essere stato il più buon Religioso. Quindi l’esorto, che proccuri d’esser tale senza
veruna dilazione. E se mi risponderà, che ha l’impegno della lettura, io le soggiungerò,
che hanno predicato anche altri lettori negli anni passati, bisognosi di tempo più di Lei.
Orsù, che non più senta lamentanze di tal sorta. Voglio sperare,che riceverà in buona
parte questa mia esortazione; e riverendola resto
Suo affez.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo637.
634
Spedita li 14.
Già capitano de’ bersaglieri fiemaschi.
636
Spedita li 19.
637
Vedi sotto num. 3231.
635
3227. 1805
Al Padre Stanislao Küebach. Insprugg. Hall638.
Admodum Rev. et colendissimo Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Appropinquantibus kalendis novembris, diebusque ad petendum regiam salis
eleemosynam designatis639, humiliter rogo P.T.A.R. ut hoc etiam anno pro nobis, ac
sororibus nostris eam petere velis. Interim autem, quia modo postae claudicare videntur,
notum mihi facere non graveris640, num meae istae literae ad sacras tuas manus
pervenerint, et apocham, seu quietantiam sororum transmittere tuto possim. Quoad
vecturam alio die scribam. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini inter milites
die 19 octobris A.D. 1805.
3228. 1805
Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Campo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.
Trento, s. Bernardino 21 ottobre 1805.
Mi ha fatto un piacere singolare mandandomi ‘l libretto nuovo del signor arciprete
di Tione641, benché sia stato riprovato nel 1795 da questa Curia vescovile, la quale
perciò non ne permise la di lui stampa. Qualunque siasi lo registrato nel mio
parrocchiale trentino verbo Thionenses, e lascio ad altri la critica, e la censura del
medesimo. Ho veduto anch’io, che la Messa di s. Giovanna Francesca stampato in
Trento dal signor don Giuseppe Belli mio antecessore assegna l’epistola Viduas, e che i
nostri Messali nuovi prescrivono la Messa Cognovi senza fare alcun cenno dell’epistola:
ma io non poso decidere chi abbia ragione. Può essere, che li nostri non abbiano fatto
riflesso all’epistola. Onde io lascio correre il Mis. prop. senz’altro. Nella festa di s.
Elena noto il Postcommunio Satiasti per s. Agapito, perché così ha il Messale romano.
Il francescano antico ha Da, quaesumus, perché allora il Satiasti doveva dirsi per la B.
Chiara di Montefalco vergine. Noto ciò nel Direttorio, attesoché il detto Messale antico
è ancora usato. Credo io pure, che nella vigilia del nostro serafico Padre s. Francesco,
facendosi l’officio semidoppio de’ santi Cosma, e Damiano, possano dirsi le Messe
private de Vigilia. Benché sia un mese, che ho dato allo stampatore li due miei Direttori,
non ho ancora veduto una linea stampata: e penso di non buttar via tempo nel far loro
istanze, come ho fatto in vano negli anni scorsi. Questa infermeria è piena.
Specialmente il P. Vicario Vitantonio è battuto dalla febbre, quantunque abbia
l’impegno di predicare nel Duomo642. Finisco in un colla carta ringraziandolo, e
riverendolo ecc.
3229. 1805
A monsignor Vicario Generale di Trento.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Benedetto da San Lugano Riformato supplica riverentemente V.S.Ill.ma, e
R.ma per la facoltà d’assolvere semel una persona dai casi riservati nella diocesi, e di
dispensarla dall’impedimento ad petendum debitum etc.
638
Spedita li 30 ottobre.
L’anno militare comincia il primo di novembre, ed allora si domanda il sale.
640
Ha risposto, che le ha ricevute.
641
Gio. Andrea Comino da Serra Livano.
642
Supplì nel Duomo li 3 novembre il P. Provinciale.
639
Concessum attributa etc.
Signatum 23 octobris 1805.
Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.
R.P. Trento 23 ottobre643.
Lo ringrazio della notizia, che mi ha dato, della morte seguita in Bolzano del sig.
Carlo Torresani assessore di Cles. La ho attaccata al di lui nome nel mio catalogo degli
assessori clesiani. Rapporto al quesito del parroco anonimo rispondo, che io credo non
esservi obbligo di porre la croce nel sepolcro della settimana Santa, perché in esso non
si celebra la Messa, in riguardo della quale vuolsi sull’altare la croce. Certamente qui da
noi non si mette. In questo mese il signor arciprete di Tione Gio. Andrea Comino ha
stampato in Roveredo la sua nuova Via Crucis, benché riprovata dalla Curia vescovile
di Trento nel 1795, col titolo: Quattordici Meditazioni sopra XIV principali Misteri
della Passione di N.S.G.C. che possan servire per l’esercizio della Via Crucis; ma però
senza il suo nome: il che gli risparmierò la vergogna d’esser posto nel catalogo de’
novatori, e fors’anche nell’Indice romano de’ libri proibiti.
Per quanto so io, le parrocchie vacanti oggidì 23 ottobre 1805 nella parte italiana
della nostra diocesi di Trento, sono sei, cioè quella di
Lizzana dai 25 agosto - 1803.
Condino dai 26 giugno - 1804.
Tenno dai 28 agosto - 1804.
Clotz dall’autunno del - 1804.
Vigo dai 15 marzo - 1805
Bleggio dai 28 marzo - 1805644.
Nota. Questo documento desiderasi assai, e chiedesi da monsignor Gregorio Tasser
Preposito di San Michele, e dietista d’Insprugg, per fare un ragionato, e forte lamento
appresso le superiorità competenti, con isperanza di buon profitto.
3230. 1805
Al sig. Francesco Steinbrecher. Trento.
Frate Gio. Grisostomo lo riverisce; e facendogli sapere, che tiene dei libri foglianti
da legare, lo prega, che voglia darsi l’incomodo di venire a pigliarli ecc.
Spedita li 24 di mattina: e consegnati anche i libri subito. Sono tre tomi delle opere
di san Bernardo abbate, stampati in Venezia l’anno 1750 apud Angelum Pasinellum in
Via Mercatoria, sub signo Scientiae, in fol. S. Bernardi Abbatis Primi Clarae-Vallensis
opera genuina etc. Horstii, et Mabillonii notis, aliisque permultis aucta, iuxta editionem
Parixsiens. 1719 adiecta Appendice Edmundi Martenz.
3231. 1805
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
R.P.L.S.L.G.C.S.N.A.
Trento, s. Bernardino inter milites 24 ottobre 1805645.
643
Spedita li 24.
Cos’ ho scritto da parte per risparmiargli la fatica, potendo tagliare questo pezzetto, ed in una sua
mandarlo co’ miei ossequi a Monsignor Prelato, la di cui premura mi piace assai, e la credo degna del di
lui alto grado ecc.
645
Spedita li 26.
644
Vivendo con qualche timore, che l’ultima mia non sortisse tutto il bramato effetto,
ieridì restai consolato dalla sua risposta, e perciò ringraziai Dio Signor nostro: ed oggidì
ho letto tutto al Padre Provinciale, colla giunta di qualche mio riflesso in favore della
P.V. cui raccomando d’esser fedele osservatore delle fatte promesse. Rapporto ai libri
del Karpe, e del Pauliani oggidì non ho risolto il detto P. Provinciale, se non se, che
frattanto Ella ne faccia uso senza pretensione d’averli come ad uso proprio. Il P. Vicario
è ancora bersagliato dalla febbre terzana: ciò non ostante celebra ogni giorno. Anche F.
Umile sta colla febbre continua. Non ho lena da scriver altro, temendo ecc. Preghi
caldamente il Signor Iddio, affinché misereatur nostri, et benedicat nobi. Amen. Ma
pesto, perché oggidì questo ill.mo Magistrato Consolare coi suoi aggiunti s’è
congregato per l’intimata spianata ecc.
3232. 1805
Al sig. Giuseppe Ambrosio Boschetti. Roveredo.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento, s. Bernardino 27 ottobre 1805646.
Iersera finalmente siamo stati avvisati ministerialmente, ch’è venuta la chiesta
licenza di vestire li proposti nostri candidati647. Onde V.S. stia preparata per andare al
noviziato, poiché presto le verrà spedita l’obbedienza. Frattanto prepari la fede della
Cresima, e l’attestato, di cui qui le trasmetto la formola. Siccome poi li nostri novizzi
debbono provvedersi da sé il primo vestiario religioso, depositando previamente
cinquanta fiorini tedeschi; così l’avverto, che innanzi d’andare al noviziato voglia
deporre gli accennati cinquanta fiorini nelle mani del signor Francesco Poss di
Roveredo, e portare la ricevuta del medesimo signore al noviziato. E riverendola resto
suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore e pro-segretario provinciale.
Extra. Al signor Giuseppe Ambrosio
Boschetti scolare ecc.
Preme
Roveredo.
3233. 1805
In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, l’onesto giovine signor
Pietro Francesco Giustino Gozzaldi da Denno648, candidato nostro, battezzato li 12
dicembre 1780 porterassi quanto prima al nostro convento della Madonna delle Grazie
presso Arco, per esser poi ivi vestito del sacro abito del nostro serafico Padre San
Francesco in qualità di chierico, sotto il nome, e patrocinio del glorioso martire
sant’Alessandro, compagno di s. Sisinnio; e quindi nell’avvenire chiamerassi
Frat’Alessandro da Denno. Il Signor Iddio gli doni la perseveranza nella santa
vocazione, lo benedica, e lo accompagni. Data nel convento di san Bernardino appresso
Trento li 30 ottobre dell’anno 1805649.
L.+S. F. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale
de’ Francescani Riformati.
646
Spedita li 28.
Dal signor Riccabona. Venne il dispaccio ai 30 scritto li 26. Venne presso il vespro.
648
È qui in s. Bernardino li 2 novembre, ed è partito per Busdievlla, ed Arco nella mattina dei tre
domenica. Fu vestito in Arco gli 8 novembre post Com..
649
Spedita li 30.
647
3234. 1805
Al sig. Pietro Gozzaldi. Denno.
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro650.
Qui compiegata d’ordine del Padre Provinciale gli spedisco la bramata obbedienza,
onde possa quanto prima portarsi al nostro convento della Madonna delle Grazie presso
Arco, per esser ivi vestito del serafico nostro abito. Siccome poi li nostri novizzi
debbono provvedersi da sé il primo vestiario religioso, depositando previamente
cinquanta fiorini tedeschi651; così l’avverto, che innanzi d’andare al detto convento, e
noviziato d’Arco, voglia deporre gli accennati cinquanta fiorini nelle mani del signor
Lorenzo dal Lago di Cles, e che porti la di lui ricevuta al detto noviziato d’Arco,
insieme colla suddetta obbedienza, colla fede della Cresima, e coll’attestato, di cui qui
gli trasmetto la formola. E pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che si degni di
donargli la perseveranza nella santa vocazione sino al fine, lo riverisco. Dal convento di
san Bernardino appresso Trento li 30 ottobre 1805652.
Suo div.mo servo in Cristo
Fra Gio. Grisostomo da Volano Diffinitore, e prosegretario provinciale.
Extra. Al signor Pietro Francesco Gozzaldi scolare
Denno
In Val di Non
3235. 1805
In vigore etc. ut num. 3233, sed Antonio Aloisio Beozzo di Aldeno, candidato
nostro, battezzato li 20 gennaio 1783... del Beato Giordano di Sassonia confessore
Domenicano, che fu in Trento nell’anno 1235 e lodasi in più Martirologi, e calendari ai
tredici di febbraio... Fra Giordano d’Aldeno653.
3236. 1805
In vigore etc. Giovanni Gentilini di Vezzano, candidato nostro, nato li 13 e
battezzato li 14 novembre 1788...654 del glorioso martire sant’Albano magontino, lodato
dal Martirologio romano nel giorno ventesimo primo di giugno... Frat’Albano da
Vezzano.
3237. 1805
In vigore etc. Giuseppe Ambrosio Boschetti di Roveredo, candidato nostro, nato, e
battezzato li 25 settembre 1789... di sant’Adelpreto vescovo, e martire trentino...
Frat’Adelpreto da Roveredo655.
3238. 1805
In vigore etc. Giacomo Bailoni di Vigolo-Vattaro, candidato nostro, battezzato li 18
marzo 1779... convento di san Vigilio in Cavalese della Valle di Fiemme,... di san
650
Spedita li 30 ottobre. Così pure agli altri mutatis mutandis. Il vestiario. Il vestiario al Lago i
nonesi. Al Tommaselli il Bailon, ed il Gentilini. Al Poss il Boschetti.
651
Li PP. Cappuccini domandano ottanta fiorini: anzi 100.
652
Spedita li 30.
653
Spedita li 30. Vestito in Arco gli 8 novembre post Com.
654
Cresimato in Trento, tenendolo Giuseppe Ronchetti di Vezzano, il quale più non vive. Gli ho dato
la formola dell’attestato li 29 ottobre e l’obbedienza li 30. Vestito in Arco ut supra.
655
Spedita li 30. Vestito in Arco ut supra.
Gioachino padre di Maria Santissima nostra Signora... Fra Gioachino da VigoloVattaro656.
3239. 1805
In vigore etc. Giovanni Pietro Giuseppe Fuganti di Taio, candidato nostro,
battezzato li 14 novembre 1786... convento.... di Fiemme... del glorioso martire san
Vittore, titolare della chiesa parrocchiale di Taio... Fra Vittore da Taio657.
3240. 1805
In vigore etc. Filippo Antonio Fedrighi di Sfruzzo, candidato nostro, battezzato li
25 gennaio 1787... convento... di Fieme... di san Federico vescovo658, e martire, lodato
dal Martirologio romano ai 18 di luglio... Fra Federico da Sfruzzo659.
3241. 1805
Al signor Aloisio Beozzo. Aldeno.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro660.
Nel giorno 22 d’agosto l’anno scorso 1804 a vista d’un nuovo dispaccio sovrano mi
convenne intimargli con mio sommo cordoglio, che differisse sino ad altro avviso
l’esecuzione dell’obbedienza d’andare al noviziato, speditagli nel giorno 28 di luglio661.
Con questa dunque gli spedisco una nuova obbedienza, onde quanto prima, e senza
veruna dilazione possa portarsi al nostro noviziato d’Arco: cui presenterà la detta
obbedienza nuova, la fede della Cresima, e l’attestato rinnovato, di cui qui gli trasmetto
la formola: e farà sapere, che io tengo la ricevuta del signor Tommaselli rapporto al
vestiario nuovo. Finalmente prego Iddio Signor nostro clementissimo, che si degni di
donargli la perseveranza nella santa vocazione sino al fine, e lo riverisco. Dal convento
di san Bernardino appresso Trento li 30 ottobre 1805662.
Suo div.mo servo in Cristo
Fra Gio. Grisostomo da Volano
Diffinitore, e pro-segretario provinciale.
Extra. Al signor Aloisio Beozzo scolaro.
Aldeno
Preme.
3242. 1805
Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare al sig. Francesco Steinbrecher
libraio, esibitore del presente, troni 22,10, dico troni ventidue, e soldi 10. Che della
carità il Signor Iddio ecc. Dato in san Bernardino li 31 ottobre 1805663.
D’ordine del P. Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano ecc,
656
Spedita li 30. Fu da me li cinque novembre inviato per Cavalese, martedì.
Spedita li 30.
658
Vescovo di Mastrich.
659
Spedita li 30.
660
Vedi sopra num. 2933.
661
Vedi sopra num. 2906.
662
Spedita li 30.
663
Datogli subito in proprie mani. Vedi sopra num. 3230.
657
3243. 1805
Alla M. Maria Barbara Maccani Abbadessa. Laste.
M.R.M. sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.
S. Bernardino 14 novembre 1805664.
Vienmi scritto da Ala d’Insprugg665, che a noi, ed alla RR.VV. sarà più utile il
comperare l’occorrente sale qui a Trento, ed il ricevere dalla salina regia di Ala il prezzo
di quel sale, che per limosina ci darebbe. Noi accettiamo il consiglio datoci di ricevere il
prezzo, attese le dolorose circostanze, in cui ci troviamo con pericolo di perdere tutto666.
Quindi favorisca la R.V. di farmi presto nota la sua volontà su tale affare, perché possa
rispondere all’amico di Ala667. E riverendola con tutte le sue buone Madri, e mie
padrone antiche, mi professo
suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3244. 1805
Al Padre Stanislao Küebach. Ala d’Insbrugg.
Admodum Rev. Patri Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Gratissimus tuis literis668 die quarta huiusce mensis datis respondere hucusque
distuli propter heu! nimis notas nostri temporis vicissitudines, quae postarum etiam
cursum interceperunt. Nunc igitur gratias tibi ago de cura, quam pro nobis, ac sororibus
nostris habes: notumque tibi esse volo quod iuxta laudati viri consilium, hoc anno salis
loco pretium eius libenter accipiemus. Interim autem, ut nobis innuas debitum nostrum
pro libris, quos nobis procurasti rogo669, et ut diu valeas iubeo. Tridenti in conventu
sancti Bernardini die 19 novembris 1805670.
Tridento
Extra. Admodum Rev. et colendissimo Patri
P. Stanislao Küebachio Franciscano
Diffinitori Provinciali etc.
Insprugg
Hall
Ad PP. Franciscanos
3245. 1805
Al Padre Cirillo Dusino da Cles. Arco. Le Grazie.
R.P.S.L.G.C.S.N.C.
Trento s. Bernardino 24 novembre 1805671.
Al primo suo quesito rispondo, che io credetti mai sempre, e credo tutt’ora, potersi
ascoltare le confessioni sagramentali de’ sacerdoti, e de’ Religiosi claustrali, anche laici,
fuora delle chiese, e sagrestie, perché l’editto vescovile posto nella tabella de’ Casi
664
Spedita li 14.
con data del 4 novembre.
666
Li franchi furono in Insprugg ultimamente.
667
Ha risposto, che accetta il prezzo.
668
Ricevuta li 10 di sera.
669
Per tai libri siamo debitori di fiorini 24,11.
670
Spedita li 23. Venit responsum die 15 decembris. Vide infra num. 3262.
671
Vedi To. 2 epist. 420 ad Udalr.
665
riservati vietando l’ascoltare Confessiones fidelium saecularium utriusque sexus extra
ecclesias etc. parmi eccettuare gli ecclesiastici, tra’ quali in favorabilibus vanno
compresi eziandio li nostri Terziari commensali. Se non fossero eccettuati gli
ecclesiastici sarebbe superfluo quel fidelium saecularium. È vero, che sono saeculares
anche i preti; ma in odiosis non si hanno per tali, se non esprimasi la loro dignità
sacerdotale. S’aggiugne a questo la pratica, di cui ne vidi esempio anche da ragazzo
avanti l’anno 1743. Al secondo quesito rispondo, che li novizzi di Fieme furono vestiti
tutti e tre nel giorno nono del corrente anno. Sono
F. Gioachino da Vigolo Vattaro, Giacomo Bailoni battezzato li 18 marzo 1779.
F. Vittore da Taio, Giovanni Pietro Giuseppe Fuganti, battezzato li 14 novembre
1786.
F. Federico da Sfruzz, Filippo Antonio Fedrighi, battezzato li 25 gennaio 1787.
Siccome il novizzo Gozzaldi vestito costì in Arco, non ha portato l’obbedienza, in
cui ho supplito alla mancanza della fede battesimale, trattenuta dall’eccelso Governo
d’Insprugg; così avviso, ch’egli fu battezzato li 12 dicembre 1780, coi nomi di Pietro
Francesco Giustino.
Prego Iddio Signor nostro, che doni a tutti la perseveranza, ed a V.P. ogni bene
desiderabile ecc.
3246. 1805
A Fra NN.
Mezlombardo
Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.
Trento 28 novembre 1805672.
Avendo manifestato al M.R.P. Provinciale quanto mi avete scritto, intesi dal
medesimo, che assolutamente convienvi di scrivere a monsignor Vicario, volendo egli
tenere un documento mostrabile. Dunque scrivetegli Voi stesso, che dopo i santi
esercizi fatti in san Bernardino, prima di ritornare a Mezzo Lombardo siete stato nel
Castello per baciargli le sacre mani,chiedergli scusa, ringraziandolo, e manifestargli ‘l
vostro pentimento di quanto avete detto, scritto, e fatto indegnamente, a lui già noto: e
che non avendolo ritrovato, supplite a ciò in iscritto. Comincierete la lettera in foglio
così:
Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.
Dentro, ed al fine di essa direte673: Di V.S.Ill.ma, e R.ma. Vi scriverete: Umil.mo,
osseq.mo, ed obbl.mo servo F.... Fuori poi: All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone
colendissimo Monsignor Simone Albano Zambaiti canonico, e Vicario Generale
Capitolare di
Trento
Spero, che nodrirete ancora i sentimenti, che mi avete promesso di conservare, e
che vi diporterete conformemente ai medesimi. E salutandovi mi dico
Vostro affez.mo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
P.S. Al fine della lettera dite, che genuflesso gli baciate le sacre mani.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------Fratellanza data li 2 gennaio 1806 alli fratelli Francesco e Domenico Benoni di
Cenis, Domenica loro madre, Domenica, e Francesca loro sorelle, ed altra Francesca
figlia dl primo fratello.
672
673
Spedita li 29.
Fu qui gli undici gennaio.
3247. 1805
Al Padre Innocenzio de’ Gennari d’Orzano. Borgo.
R.P.S.L.G.C.S.N.C.
Trento 28 novembre 1805.
674
Oggidì per mezzo del Padre Provinciale , giacché io attesi li miei acciacchi non
posso calare in città, ho impetrato da monsignor Vicario, che V.P. possa ascoltare nelle
loro case le confessioni sagramentali delle due accennatemi sue penitenti675. Ciò le
servirà per non essere angustiata da scrupoli, mentre potrebbesi dite, ch’essendo
infermiccie non poco, potrebbero pretendere d’esser esenti dalla legge ecc. Per altro io
credo, che sarebbe meglio, che l’indulto fosse chiesto dalle penitenti, le quali così
potrebbero essere servite anche da altri in caso, che il loro bisogno durasse molto
tempo. Ella dunque le serva senza scrupolo, eziandio rapporto al passato; e per carità mi
raccomandi al Signor Iddio.
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3248. 1805
Al Padre Guardiano di Borgo. Colla gazzetta.
Trento 3 dicembre 1805.
Ritorno io, perché al P. Diffinitore Gaudenzio è ritornato il suo male. Il P.
Provinciale nel dì 29 dello scorso è andato a Metz. La chiesa di s. Maria Maggiore ha
ripigliato le sue funzioni, atteso che trovasi ricoperta, ma senza la volta. Qui predicano
nel Duomo il P. Vicario Vitantonio: a s. Maria il P. Giangiuseppe: a Povo il P. Custode
Pietro Paolo: a Cognola il P. lettore Illuminato: a Romagnano il P. Giangiacomo Vicario
di Metz. In Aldeno il P. Leonardo stando in Roveredo. In Gardolo quel curato nuovo,
che ha chiesto un nostro per il santo Natale. A s. Michele il P. Provinciale. Ultimamente
sono morti la signora consigliera Schrecca (Teresa) d’anni 92, ed il signor Conte
Vincenzo Consolati di anni 78. Li nostri infermi sono tutti ambulanti. Deo gratias676.
3249. 1805
Al Padre Bonaventura da Caldese. Pergine.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento 12 dicembre 1805677.
Non posso notare la morte di Frat’Abbondio da Lazzise, perché qui non si sa in
qual giorno sia succeduta, sapendosi soltanto a voce, ch’è morto costì. Mi preme di
schivare la taccia di negligente appresso i posteri, essendovene abbastanza nel
Necrologio de’ morti qua dei incertum. Prego dunque la P.V.R. che voglia farmi noto il
giorno preciso di tal morte, il che servirà di qualche suffragio anche al povero defunto.
Chiedole scusa dell’incomodo, e la riverisco678.
674
Questi è partito per Metz li 29.
Una di anni 85, che non può andare alla chiesa se non se con somma difficoltà. Una d’anni 24
che non può andare alla chiesa senza due assistenti, e non può stare in piedi al confessionale.
676
Nel dì 6 dicembre venerdì venne all’infermeria F. Claudiano. Partì li 4 febbraio.
677
Spedita li 12.
678
Dalla lettera guardianale ricevuta li 15 dicembre e data li 5 imparo, che morì circa le dodici della
notte precedente ai cinque per male di punta, nel giorno quinto di tal male. Il P. Bonaventura mi ha
risposto li 14, ch’è morto poco avanti la mezza notte,venerdì li cinque del dicembre. Né pure a Campo è
giunta lettera di avviso.
675
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3250.1805
Al P. Sisinnio da Sanzeno Guardiano. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento, s. Bernardino 20 dicembre 1805679.
Rimando il quaderno dronese colla mia qualunque siasi copia680, la quale mi ha
costato molto, perché ho dovuto lavorare molti giorni dì, e notte, essendo lungo il
quaderno, e scritto da una cattiva mano, con istraordinarie breviature. Mi ha pure
annoiato assai colle sua formole forensi, e con tante parole superflue ecc. Ho eziandio
dovuto scriver molto, perché due volte, affinché la seconda copia fosse netta, e senza
cancellature, non potendosi di lancio legger ogni parola. Ho fatto quanto ho potuto, ed
avrò piacere, se altri collazionando la mia copia saranno più felici di me nel rilevare le
parole oscure. Io ho qualche dubbio sul Flaveo della pag. 20 e sulle citazioni legali pag.
12 e 28, ma quand’anche avessi fallato, non patirebbe la causa. Essendo per partire il
latore681 finisco senz’altro, e lo riverisco, dicendomi
Suo obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
Nota. La detta copia è un libretto in 4° di pp. 35 intitolato De iure pasculandi in
monte Angloni etc. La prima copia sta nel mio To. 4 Cod. diplom. al fine pag. 649 et
seqq. Il freddo intenso, e la scarsezza del tempo non mi hanno permesso di andare nella
libreria per confrontare le accennate citazioni. Ho scritto Pasculandi perché così ha il
quaderno, sebbene non abbia tal verbo Pasculor il Calepino.
3251. 1805
Al Padre Sisinnio Maria di Sanzeno Guardiano. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.
Trento s. Bernardino 21 dicembre 1805682.
Spero,che oggidì la P.V.R. riceverà dal servo del suo convento quel rotolo, che gli
ho consegnato, e raccomandato iermattina, contenente lo speditomi quaderno dei
droati683, colla mia copia, e con un mio viglietto. Ora poi per rispondere al suo quesito
rapporto alla ricompensa delle mie povere fatiche, fatte per li detti droati, ed altri, ed ho
ricevuto ciò, che ha loro piaciuto, il che non fu mai molto684. Le aggiungo,che io non
posso parlare con monsignore Vicario, perché attesi li miei incomodi non esco più dal
convento, e che se anche uscissi, non giudicherei bene il parlargli di Tenno685. Quindi
l’esorto di pazientare colla speranza, che le cose si cangieranno presto.
Frat’Abbondanzio la ringrazia della sua carità melliflua, e Fra Salvadore mi assicura,
che ieridì le ha spedito un sacchetto de’ grani richiesti686. Godo, sentendo che si contenta
679
Spedita li 20.
In foglio.
681
Cioè il servo del nostro convento di Arco.
682
Spedita li 21.
683
*Gli abitanti di Dro.
684
I droati hanno rimesso a lui la tassa: cioè li magnati della comunità di Dro, e Ceniga. Volevano
dare 12 troni. Ed egli ha rimesso la cosa al sig. dottor Angeli dronese.
685
Cioè contra il Vicario parrocchiale don Pietro Antonio dell’O di Pranzo, che non ricompensa le
fatiche straordinarie de’ Frati.
686
Grani da far corone, detti lachrimae Christi.
680
de’ suoi quattro novizzi; e bramando, che altrettanto possa dirmi eziandio in seguito, le
sospiro felici le feste imminenti, con un simile capodanno, mi raccomando in precibus,
la riverisco, e mi professo
Di V.P.R. cui aggiungo, che il Padre Provinciale qui ha raccomandato alle nostre
orazioni monsignor Prelato di s. Michele (Gregorio d’Arno) infermo in Magredo.
Div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
3252. 1805
Al P. Stanislao Küebach. Ala d’Insprugg.
Admodum Rev. Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Inclusum heic ad te mitto P.A.R. quittantiam sororum; et quidem in folio, ut
monuisti: teque certum reddo, quod praeter illas duas, et triginta Missas celebrandas pro
eleemosyna florenorum 14, carentanorum 48, quas mense augusto ad me misisti, alias
abs te non receperim. Rogo autem Iesum Christum Dominum nostrum clementissimum,
ut per sanctam Nativitatem suam, cuius perendie687 solemnitatem celebrabimus, ab
omnibus malis praesentibus, et futuris te quoque liberet, ac tandem pace bona, perfecta,
stabilique gaudere faciat. Tridenti in conventu sancti Bernardini die 23 decembris A.D.
1805688.
Tridento
Extra. Admodum Rev. colendissimo, ac religiosissimo Patri
Patri Stanislao Küebachio Franciscano
Lectori theologo, concionatori, ac Diffinitori provinciali
Insprugg
Hall
Ad PP. Franciscanos
3253. 1805
Alla M. Maria Giacinta Tabarella. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.
S. Bernardino 28 dic. 1805689.
Nuovamente mi congratulo colla R.V. che il Signor Iddio le doni non solamente di
vivere ancora; ma di esser anche attiva, malgrado l’avanzata sua età. Godo pure, che
costì sieno tuttavia in vita tutte, ad onta della mutazione del luogo, e clima, e de’ non
piccioli, né rari disturbi, spaventi, e timori sofferti. Io fo parte del mio dovere,
ricordandomi spesso di loro, e raccomandandole al Signor Iddio. Il P. confessore potrà
testificare, che sono sollecito quando ritorna qua, di ricercare di loro. Mi fa compassione
singolarmente la M. Gioseffa Aloisia: ma confido, che colla sua pazienza veramente
religiosa, farà una copiosa raccolta di meriti per il paradiso, giacché il Signor Iddio le
concede l’uso del suo interno, col quale può parlare al medesimo Dio. La ringrazio poi
del prezioso regalo, che per mezzo della R.V. mi ha mandato, e per qualche
contraccambio l’assicuro, che domani (domenica) applicherò per la medesima la mia
Messa. Io non esco più di convento, atteso il mio male di gola, che non mi permette di
cantare, e mi rende incomodo anche il parlare specialmente la mattina. Temo, che
687
*Posdomani.
Spedita li 24 dic. Respondit die 9 ianuarii. Accepi die 12 ianuarii.
689
Spedita subito.
688
questo in seguito crescerà, e finirà soltanto colla morte, la quale non può essere molto
lontana. Voglio sperare, che poi per effetto dell’infinita misericordia di Dio Signor
nostro andremo in paradiso. Così speri anch’Ella. Frattanto proccuri di conservarsi,
accettando la carità delle sue Madri, senza scrupoli. La prego de’ miei rispetti alla
M.R.M. Badessa, e di riverire le MM. Teresa Gioseffa, ed Anna Francesca, e tutte le
altre ecc., cui sospiro un felice capodanno ecc.
3254. 1805
Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare al sig. Francesco Steinbrecher
libraio, esibitore del presente, troni 9, dico troni nove, Che della carità il Signor Iddio
ecc. Dato in san Bernardino li 29 dicembre 1805.
D’ordine del P. Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3255. 1805
Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare al signor Gio. Battista Monauni
stampatore, ed esibitore del presente, troni 12, dico troni dodici, per saldo della stampa
del Direttorio francescano. Che della carità il Signor Iddio ecc.
Dato in san Bernardino li 30 dicembre 1805690.
D’ordine del Padre Provinciale
F. Gio. Grisostomo da Volano.
3256. 1805.
Ai Padri Guardiani di Cles (misi), Cavales (misi 8 ianuarii).
Rev. Padre Guardiano.
Trento 30 dicembre 1805691.
Frate Gio. Grisostomo servo de’ servi di Dio iersera soltanto ha ricevuto li suoi
Direttori, ancora bagnati, da spedire per la Provincia, quantunque abbai dato allo
stampatore l’originale ritornato da Insprugg li 23 di settembre. Qui compiegati ne
spedisce tre frattanto alla P.V.R. riservandosi di mandarle gli altri con un diocesano
colla prima occasione sicura, ed opportuna: e le aggiugne, che gli uni, e gli altri costano
più, che negli anni trascorsi. Le sospira di cuore un buon capodanno, e si raccomanda
caldamente in precibus etc.
3257. 1806
Al P. Davide da Tiarno. Salisburgo.
Rev. Padre padrone colendissimo sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento, s. Bernardino 3 gennaio 1806692.
Mentre stava pensando se, e come avessi potuto spedire loro due copie del mio
Direttorio monastico, stampato soltanto li 29 dello scaduto dicembre, con gran piacere
ho inteso dal P. Provinciale, che le aspettano, e che ora corrono le poste anche per costà.
Qui dunque le indirizzo loro, bramando, che non vadano in Emmaus. Li ringrazio poi
tanto tanto delle nuove lezioni del B. Bernardino da Feltre, delle quali ho fatto cenno nel
nuovo mio Direttorio su la fede d’un foglio aggiunto ad un Messale venuto da Venezia,
Presentemente non posso lavorare per il 1807 specialmente rapporto al Direttorio
690
Consegnato ai figli il primo di gennaio.
Spedite per postam il 1 gennaio e gli 8.
692
Spedita li 4. Fu ricevuta in Salisburgo presto.
691
diocesano, perché non so qual sia per essere il nostro destino imminente693. Deus
mesereatur nostri, e le PP. LL. ci ottengano questa grazia. Amen.
Extra. Ut supra pag. 3880 (num. 3880), anzi ut infra:
Trento
Al Molto Reverendo Padre in Cristo
Il Padre David de Gara Francescano,
lettore teol. e predicatore aulico in
Salisburgo
Ai Padri Francescani
3258. 1761 (sic)
Al Padre Benedetto Bonelli da Cavalese. Trento.
Molto Rev.do Padre.
Il signor abate Girolamo Tartarotti, che fu mio penitente, poc’anzi di morire mi
pregò fuori dalla sacramental Confessione, e diedemi ordine preciso di chieder per lui il
più umile perdono, e compatimento a chiunque dal suo detto, o dallo scriver suo venne
offeso: del che dimostrommene sommo dispiacere.
Sapendo io pertanto, che la ben degna persona della paternità sua Molto reverenda
per certe letterarie, ed antiquarie controversie più d’ogn’altro ne fu assai offesa, e
dileggiata dal troppo avanzato scrivere del detto signor abate; perciò a nome del
medesimo le chiedo il più umile perdono, e compatimento. Vero è, che di far ciò
nominatamente colla P.V.M.R. non diedemi commissione il mentovato signor abate,
siccome neppur me la diede speziale per altri, poiché la troppa oppressione del male
glielo ebbe ad impedire: tuttavolta però io comprometto senza dubbio alcuno
d’ottenergli con questa mia sincerissima deposizione dalla di lei molta carità cristiana, e
religiosissimo spirito il richiesto perdono. Anzi spero, e tengo per certo, che per non
dilungarsi dalle massime del santo Vangelo s’avanzerà, come la supplico, a pregargli da
Dio la remissione de’ suoi trascorsi, l’eterna pace, e riposo: del che il medesimo Iddio
gliene sarà il largo rimuneratore.
Finalmente pregandola d’aver memoria anche di me ne’ suoi santi sacrifizi ed
orazioni, le rassegno la mia divota servitù, e con tutta la stima riverendola mi professo
Della P.S.M.R.
Roveredo li 19 giugno 1761.
Divot.mo, umil.mo ed obb,mo servidore
P. Gasparo Lutz curato del Borgo di s. Tommaso.
Nota. Questa lettera, scritta ad istanza del sig. dottore Bonifacio Bonelli, fratello del
P. Benedetto, ed allora commissario in Roveredo, essendo molto rozzamente distesa, col
consenso del predetto curato Lutz fu da me ridotta ut supra, salva substantia. Venne poi
trascritta, ed anche sottoscritta dal suddetto curato Lutz, e mandata al Padre Bonelli.
L’una, e l’altra fu da me riposta nella cassa degli scritti del Padre Bonelli. Il Tartarotti è
morto in Roveredo li sedici maggio 1761. Chierico tonsurato per godere un Beneficio
ecclesiastico Serbato. La di lui abitazione fu nel Borgo di s. Catterina. La statura più che
ordinaria. La faccia bruna. Il portamento grave.
693
Nella sera de’ 4 ho inteso, che siamo italiani. Nella sera de’ sette, che siamo salisburghesi. Poi,
che siamo Bavari, Poi Italiani. Poi Bavari. Poi Veneti. Poi Bavari.
3259. 1806
Alla cancelleria ecclesiastica di Trento.
Nota.
Concionatores Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci pro Quadragesima
anni 1806 delecti, sunt
Clesii Pater Iosephus Maria a Pradatio.
Medii sancti Petri P. Illuminatus a Clesio.
Lomasii P. Petrus Regalatus a Caresio.
Cavalesii P. Franciscus Maria a Panchiato.
Scritta li 9 gennaio. Presentata li 14.
3260. 1806
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
R.P.D.M.N. Ancora.
Trento 15 gennaio 1806.
Il dubbio del sacerdote curato, che chiamato a battezzare un fanciullo, andò, e
battezzò senza fare alcuna previa intenzione di battezzarlo, a me non pare ragionevole,
poiché vi andò con tal fine, cioè di battezzarlo, e col fatto manifestò la sua intenzione.
Quindi credo, che non debba rebattezzarsi, né pure sub conditione. Così rispondo senza
consultare alcun libro, e spero di non errare. Ma pure mi rimetto ecc694. Rapporto ai
predicatori della prossima Quaresima vescovili, e nostri provincialeschi lo servo subito
col foglio rinchiuso: ed aggiugnendogli, che nel giorno undecimo del corrente finì di
vivere il parroco di Telve nell’Ausugio Inferiore don Francesco Sizzo, già Cammillo, e
che qui si disfanno i fortini, a stento però per cagione del gelo, e freddo, lo riverisco, e
resto695.
Dica al suo P. Guardiano, che gli manderò cogli altri il Direttorio richiesto per il P.
Bernardino Borghese ex Conventuale: e che il Padre Provinciale ha ricevuto la di lui
lettera. Nel giorno 13 ha professato in Roveredo F. Francescantonio da Pradazzo. Deo
gratias.
3261. 1806
Al P. Giorgio da Cles Guardiano. Cavalese.
R.P.S.L.G.C.S.N.
Trento 16 gennaio 1806.
Da F. Gio. Maria riceverà un plico di Direttori monastici, tra’ quali uno sarà per la
ex monaca696, ed un diocesano per la sagrestia. In un letterone poi separato ritroverà quei
tre Direttori, che già otto giorni ho fatto deporre nell’Osteria del Sole, affinché gli
venissero portati dal corriero fiemasco, e ieridì furono riportati a questo convento di s.
Bernardino. Gli aggiungo, che nel giorno undecimo del corrente finì di vivere il parroco
di Telve, già nominato Cammillo, e lo riverisco ecc.
3262. 1806
Pro memoria.
694
Come io rispose anche il sig. arciprete decano di Cles Luigi Fiammacini. Il battezzatore fu don
Francesco de’ Paoli di Nano d’anni 61, confessore.
695
Spedita li 18 di sera. Mi rispose li 20 ringraziandomi ecc.
696
Gioseffa Ricciola.
Li 29 centenari697 di sale venduti in Ala d’Insprugg portarono fiorini 103, 36. Dai
quali furono detratti
fiorini
41,45 per l’in-posta
e fiorini
1, 12 per l’urbario
somma fiorini
42,57
Dunque detratti dai fiorini 103,26
li fiorini
42,57
Restano fiorini
60,29
Avvertasi, che li fiorini sono camerali, e quindi portano l’aggio del cinque per
cento.
Lo 18 sacchi di sale venduti ut supra portarono fiorini 96,18 essendo stato venduto
ogni sacco per fiorini 5,21.
Gli altri sacchi, cioè li centenari, furono venduti a fiorini 3 e car. 34 l’uno
centenaro.
Dunque i sacchi 19 portarono fiorini 8,8 più, che i sacchi 18.
Questa nota è da confrontarsi colla lettera 3244.
Li centenari 29 sono per le suore lastane, e li sacchi 18 per la nostra Provincia.
3263. 1806
Al Padre Stanislao Kiebach. Ala d’Insbrugg.
Admodum Rev. et colendissimo Patri Diffinitori Stanislao Küebachio
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Pervenisse ad me literas P.T.A.R. cum inclusis pagellis, die nona huiusce mensis
datas: dominumque Dominicum Fogarolum fecisse id, quod eidem commisit dominus
Aniser, fidem facio, ac testor. Quamobrem debitas tibi ago gratiaas, etiam nomine mei
Patris Provincialis: teque monitum volo, quod pro saltem exigua grati animi
significatione celebrabimus tria sacrosanctae Missae sacrificia iuxta piam intentionem
ill.mi domini de Waldauff698: et crastina die binas tabacci chartas ad te transvehendas
dabimus huic C.R. postae officio. Iterum autem ribi gratias agens, me ad vices favoribus
tuis multiplicibus reddendas paratum exhibeo. Tridenti in conventu sancti Bernardini
die 20 ianuarii A.D. 1806699.
Tridento
Extra. Admodum Rev. Colendissimo, ac religiosissimo in Christo Patri
Patri Stanislano Küebachio Franciscano,
Lectori theol. concionatori, et Diffinitori Provinciali
Insprugg
Hall
Ad PP. Franciscanos
Tridento
Sul rotolo del tabacco. Admodum Rev. Patri Stanislao Küebach Franciscano
Diffinitori Provinciali. Insprugg. Hall. Ad PP. Franciscanos.
697
Sacchi 19.
Francisci Antonii; spedita li 22.
699
Spedita li 21. Respondit die 10 februarii gratias agens pro se, ac pro Baldauffio.
698
3264. 1806
Alla M.R.M. Maria Giacinta Tabarelli. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Amen.
S. Bernardino 24 gennaio 1806.
Senza replicare espressamente le proteste fatte negli anni scorsi, intendendo però di
farle, confesso, che dal P. confessore ho ricevuto i generosi effetti della loro bontà700. Le
ringrazio tutte di cuore, e mi confesso loro obbligatissimo. Per qualche contraccambio
manifesterò, e racconterò i miei debiti a Sua Divina Maestà, e la supplicherò, che a
riguardo di san Grisostomo mio avvocato, voglia degnarsi di soddisfarli. Già il
medesimo Iddio Signor nostro sa i nostri bisogni, e desideri, ed è onnipotente, ed
insieme infinitamente buono. Con tal intenzione celebrerò, ed applicherò per loro le mie
Messe della prossima domenica, e del seguente lunedì. Per la R.V. poi nella festa sua di
santa Giacinta, che le sospiro felicissima. La prego de’ miei rispetti, e ringraziamenti
alla M.R.M. badessa (Barbara Maccani) alla M. Aloisia, ed a tutte le altre Madri mie
buone padrone, e senza più sospiro loro sincerissimamente la benedizione più grande di
Gesù, e Maria Signori mostri benignissimi. Amen. Amen. Amen. Rimando la scatola
con dei Direttori vecchi. Poi manderò delle carte ecc.
3265. 1806
Pro memoria.
In ordine a quanto sta scritto sopra To. VI, epist. 2276, penso bene di registrare qui
il seguente attestato, del trasporto fatto dal Malpaga al Belli: “Li 20 marzo 1805. Trento.
Io sottoscritto confeso a nome di mia madre Catarina di avere riceputto fiorini ottata
due, dicco fiorini 82 da troni cinque l’uno701, dalla signora reverenda Madre Michelina
Dorotea Tomasi di Cognola ex-Clarissa ecc. da puro inprestito, e restituirli quando la
comanderà. Così, e non altrimenti etc. In fede. Gio. quondam Domenico Belli di
Sopramonte”.
3266. 1806
Al sig. don Francesco de’ Paoli. Nano in Val di Non.
Molto Illustre e M. R.do sig. e padrone colendissimo
Trento, s. Bernardino 30 gennaio 1806702.
Compiaciuta essendosi V.S. m. Ill. e M. Rev. di chiedere da me la totale decisione
del dubbio qui avanti esposto circa la validità di un Battesimo703: ed io, perché non mi
fidai del mio debole giudicio, specialmente trattandosi d’una materia tanto
rimarchevole, avendolo mandato, tacito nomine, a monsignor (Zambaiti) Vicario
Generale, ne riportai tosto la risposta, e decisione704, che l’accennato Battesimo fu
valido, e che quindi non può replicare neppure sub conditione. Tanto le insinuo per suo
regolamento; ed aggiugnendole, che disapprovo la pratica di non mai fare l’intenzione
previa, e di aspettare sempre a farla solamente nell’atto di battezzare, e consecrare, e di
assolvere, la riverisco, e resto
Di V.S. Molto Ill. e M. Rev.
700
Ca. 48, G. 18 . 30.
Tutti in moneta suonante, non già cartacea.
702
Spedita 1 febbraio.
703
Di questa mia risposta restarono contentissimi i prete Paoli, ed il curato di Nano battezzatore, don
Antonio Bottea di Monclassico d’anni 50. Così mi ha scritto da Cles li 10 febbraio 1806.
704
Oretenus per bocca del P. Vitantonio.
701
Umil.mo, div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano
Extra. Al molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo
Il signor don Francesco de’ Paoli.
Nano
In Val di Non.
Pro memoria. Così ho scritto sul foglio mio presentato a M. Vicario: nel qual foglio
si dice, che un sacerdote curato qualora viene chiamato a battezzare ha costume di
portarsi alla chiesa senza la previa intenzione attuale di battezzare, la quale da lui si fa
soltanto quando è per gettare l’acqua, e profferire la forma, fermandosi alquanto in farla.
Una volta però distratto in guardare, e considerare il fanciullo come più bello, per essere
figlio di genitori nobili, gettò l’acqua senza fare la detta intenzione. Vedi sopra num.
3260. Che il predetto Battesimo sia stato valido l’hanno creduto anche li nostri Padri
Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale, Illuminato da Cles lettore, Vito
Antonio da Cles Vicario etc. Il prete mi ha scritto da Nano li 22 gennaio, ed io ricevei la
di lui lettera nella sera oscura de’ 25.
3267. 1806
Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno Guardiano. Arco. Le Grazie.
Rev. Padre Guardiano S.L.G.C.
Trento 30 gennaio 1806705.
Qui rinchiuso rimando il testamento Marrocchiano colla mia copia, la quale mi
costò non poco attese le macchie dell’originale. Se verrà collazionata col medesimo
originale, spero,che sarà trovata sincera, ed insieme assai difficile da farsi. Per altro il
vedere, che consumo carta, olio, tempo, e gli occhi, con sì poco pro, e frutto, mi stracca,
ed annoia. Ma basta.. Son povero Frate, e vecchio tanto706, che ormai posso viver poco.
Per carità mi raccomandi a Dio Signor nostro, ed a Maria Santissima delle Grazie, si
conservi, e mi creda
Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
Nota. Mi ha mandato il detto testamento di donn’Antonio Marrocco ad istanza del
signor Marrocchi di Drone, con data de’ 21 gennaio 1806. L’ho ricevuto li 22 ed ho
finito di trascriverlo li 30 dello stesso mese. Il libretto in 4° è di pagg. 9, oltre un Avviso
premesso d’una pagina. Non ha veruna parola sincopata; e dè intitolato da me
Testamento del 1664. La prima di lui copia potrà vedersi nel mio Vol. V Compend.
diplom. num. 1176, pag. 600 e seqq.
3268. 1806
Al sig. don Pietro Zaiotti curato di Faedo.
In quest’anno 1806 ai dodici di febbraio faccia l’ottava di s. Agata sua titolare.
Trasferisca s. Giovanni Elemosinario ai 20 dello stesso mese: ed ometta affatto s.
Eucherio, giacché si è ad libitum. Così F. Gio. Grisostomo gli 8 febbraio.
Tanto, e non più, ho scritto subito subito su della di lui lettera scrittami da Faedo, e
riconsegnata da me alla latrice faedana.
705
706
Consegnata al P. Damiano li sei febbraio,che partì per Arco gli otto.
d’anni 75.
3269. 1806
Al P. Romano Fiorentini Guardiano di Caldaro707.
Admodum Rev. ac religiosissime Pater.
Libenter accepi ab hac R.ma cancellaria ecclesiastica hasce inclusas literas patentes
ad Te transmittendas. Hac enim data occasione rogo Te, P.A.R., ut mihi notum facere
velis, an etiam nos, et quando, Meraniam mittere possimus duos ex nostris clericis
ordinandos, quorum unus ad subdiaconatum, et Diaconatum; alter vero ad Diaconatum,
et presbyteratum promoveri potest. De celsissimi, et R.mi antistitis curiensis benignitate
nihil omnino ambigimus; maxime quum alias operam suam sacrosanctam nobis
perhumaniter exhibuerit. Quaeso te igitur, P.A.R. ut quo citius poteris, ad mea quaesita
respondere non graveris. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 10
febrauarii 1806708.
A.R.P.T.
Devotissimus in Christo servus
F. Io. Chrysostomus de Avolano
Diffinitor, et pro-secretarius provincialis.
Nota. Le dette patenti sono quattro, tutte date oggidì, e stampate nella forma, che ho
portato nel mio Codice diplomatico Vol. V, num. 1119, pag. 509. Tutte parimente sono
per la rima tonsura, e per li quattro Ordini Minori. Sono dirette F. Arbogasto Schöpf
Ordinis Reformatorum s. Francisci. F. Hilario Hilber. F. Thimoteo Strasser. F.
Bartholomaeo Felderer.
Tridento
Extra. Admodum Rev. et religiosissimo Patri
Patri Romano Guardiano PP. Franciscanorum
Caldarium
3270. 1806
Al P. Provinciale Giuseppe Antonio da Cles. Arco.
M.R.Padre Benedicite.
Trento XI febbraio 1806.
Coll’occasione,che oggidì ho spedito al P. Guardiano di Caldaro quattro patenti
dimissoriali per quattro Frati ordinandi,da questa Curia ecclesiastica date, supponendo,
che sieno per andare a Marano, l’ho pregato, che facciami sapere senza dilazione, se noi
pure possiamo mandar là i nostri due chierici seniori, e quando. Spero, che mi favorirà
una pronta risposta. Per questo sono stato nel provincialato a cercare i Brevi apostolici
delle dispense rapporto all’età; ma non mi è riuscito di ritrovarli. Laonde prego
S.P.M.R. che voglia indicarmi meglio il luogo, in cui gli ha riposti709. F. Feliciano
domenica fu sopraffatto dall’apoplessia. Onde trovasi prostrato, parla poco, e con
difficoltà. Oggidì è partito per Metz il P. Giangiuseppe, ed è morta la signora Fraila
contessa Marianna di Thunn zoppa. Il P. Arcangelo, ch’è andato a Pergine, mi ha
lasciato per V.P.M.R. una corda di castagne. Vorrei, che non patissero stando nel
provincialato. Il sig. Chelucci ha scritto (da Monaco) cose consolanti710. Voglia Iddio
Signor nostro, che si verifichino. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e
resto
707
Vide To. 3, epist. 959.
Spedita gli XI.
709
Li ho trovati.
710
Oggi li 15 febbraio è in Trento ritornato.
708
Di V.P.M.R.
Umil.mo, ubbid.mo servo, e suddito
F. Giangrisostomo.
3271. 1806
Al P. Prosdocimo Guardiano di Mezlombardo.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 12 febbraio 1806711.
Lo rendo certo, che da Fra Rocco ho ricevuto la sua; e che dell’inchiuso farò quanto
mi prescrive712. Mi raccomando in precibus, lo riverisco, e mi professo
Suo div.mo, obbl.mo servo
F. Gio. Grisostomo.
Al Padre Romano Fiorentini Guardiano di Caldaro.
Admodum Rev. Patri Guardiano Caldariensi
F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.
Ecce tibi, P.A.R. formulare, quod petisti, literarum dimissorialium, quibus hactenus
Fratres nostros ad suscipiendos Ordines ecclesiasticos ablegare consuevimus. Frustra
ipsas paravi anno superiori, quia responsum meranense datum die octava mensis
octorbris, ad nos die tantum quintadecima decembris, tumultuum militarium tempore,
pervenit. Ceterum ex quo nudius tertius audivimus, in proximo esse adventum episcopi
nostri, eum expectare decrevimus, Fratresque alio non mittere ordinandos. Ut bene, ac
diu valeas D.O.M. supplex exoro. Dabam Tridenti in conventu sancti Bernardini die 17
februarii 1806713.
Nota. Gli ho mandato la patente dimissioriale stampata, e soscritta li 12 settembre
1805 dal P. Provinciale, e da me,per F. Vincenzo Maria, e F. Clemente, diretti al
vescovo di Coira, che per altro tiene Ordinazioni anche in Merano, città della sua
diocesi. Le ho aggiunto in testa Pro Formula.
3273. 1806
Al P. Tommaso da Tiarno. Arco.
Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 17 febbraio 1806714.
Il sacerdote infermo in un piede talmente, che non può voltarsi al popolo, se non
con grandissima difficoltà, per dire il Dominus vobiscum, Orate Fratres, Ite Missa est,
Benedicat vos etc. e stenta ugualmente nel genuflettere; da me credesi sospeso a iure, e
che quindi non possa celebrare la santa Messa né pure in una cappella privata, finché gli
dura tale infermità. Su di ciò potrà vedere il nostro P. Filippo da Castelluccio To. 1, pag.
291, ed il P. Faustino Scarpazza nelle Decisioni de’ Casi lambertiniani To. 12, verbo
Messa § 4, caso 12, pag. 78, e pag. 105, ove pronuncia col Ligorio, esser regola
generale, che quanto impedisce il ricevimento dell’Ordine; altresì vieta l’esercitare
l’Ordine ricevuto. Mi rimetto però a migliore giudicio, e riverendolo resto
Suo div.mo servo in Cristo
F. Gio. Grisostomo da Volano.
711
Spedita 17 febbraio.
L. 14 mandate al Tomasello li 19 febbraio.
713
Spedita li 18.
714
Spedita li 19.
712
3274. 1806
Al Padre Provinciale. Arco. In coperta.
M.R.P. Benedicite.
Ho ritrovato i Brevi; ma spero che non ci faranno bisogno, perché avremo presto il
nostro vescovo. Mezlombardo ha mandato 14 troni per Messe da darsi al Tommaselli.
Quel P. Guardiano aspetta risposta rapporto al promessogli chierico, e mi ricerca, se io
siane autorizzato per mandarglielo. Io non gli rispondo, giacché suppongo, che gli
risponderà presto la P.V.M.R. Per altro non saprei chi mandargli, attesoché tutti e tre
questi chierici debbono prepararsi per le pubbliche tesi, e per le Ordinazioni. Si aggrava
d’avere tre Terziari715. Oggi è partito per Borgo il P. Accursio, e ieri per Mezzo il P.
lettore Illuminato. Ieri parimente fu sorpreso colla penna in mano dall’apoplessia, e
morì subito il sig. chirurgo Bartolommeo Gerloni, ed oggidì dopo il vespro fu
seppellito. La prego della sua benedizione.
3275. 1806
Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles.
Rev. Padre D.M.N.E.B.N.A.
Trento 19 febbraio 1806716.
L’assicuro, che ho spedito l’inchiusami al P. Provinciale, dimorante in Arco; e lo
ringrazio della notizia datami, che la mia risposta sul dubbio battesimale sia stata ben
ricevuta da entrambi le parti. Aveva intenzione d’accennargliela col tempo; ma non
subito, supponendo, che il caso non fosse divolgato. Lo prego d’un Avemmaria
popolare, che mi ottenga di poter fare una buona morte, giacché son vecchio, debole,
malconcio, e spesso intendo, che qui si muore alle preste, come ha fatto la signora
contessa Marianna di Thunn, e l’altrieri il signor Bartolommeo Gerloni chirurgo, ch’è
morto al tavolino colla penna in mano. Gli sospiro una buona Quaresima, e la grazia per
far molto frutto colle sue fatiche apostoliche nelle anime a gloria di Dio Ottimo
Massimo. AMEN.
3276. 1806
Al P. Giannantonio da Moena Vicario, Cavalese.
Rev. Padre maestro sia lodato Gesù Cristo S.N.
Trento 20 febbraio 1806717.
Riservandomi di mandargli quattro regolette colla prima occasione del Terziario,
qui gli spedisco l’Orazione del Beato Andrea de’ Conti, richiesta dal Padre Wenceslao,
e gli rispondo, che qui leggesi ancora ne’ venerdì la nostra Santa Regola nell’idioma
italiano. Gli rispondo pure, che Frat’Ilarione, il quale professò qui solennemente li venti
dello scaduto gennaio, si diporta bene, et sine querela. Per altro stupisco, che vengami
chiesta la detta Orazione,andando unita alle lezioni proprie. A me piace più la prima del
Breviario varisiano. Nel Direttorio troverà citate le lezioni e la Messa proprie del B.
Bernardino da Feltre: lo tengo tutto a stampa; ma una copia sola. Ora non è tempo da
stampare nel nostro paese, dove non si sa come vivere. Deus mesereatur nostri. Lo
riverisco, mi raccomando, e sono
Suo div.mo F. Crisostomo.
715
Fra Casimiro andò a Mez li 27 febbraio.
Spedita subito.
717
Spedita li 21 per postam.
716
3277. 1806
Alla M. Maria Giacinta Tabarella. Alle Laste.
Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.
S. Bernardino 26 febbraio 1806.
Le rimando la scatola vuota, perché son poverissimo. La ringrazio bensì della sua
carità718, e l’assicuro, che ogni qual volta mi prevalerò di essa, il che succederà molte
volte, sempre alzerò il mio cuore a Dio Signor nostro, e lo supplicherò, che per me siane
il rimuneratore. Non posso prometterle di più.
Per poi non moltiplicare lettere la prego con questa occasione di una visita per me
alla povera inferma M. Gioseff’Aloisia, e di avvisarla, che nella festa prossima dio san
Giuseppe, suo gloriosissimo avvocato, oppure nella susseguente domenica, se sarò
ancora vivo, ed in piedi, celebrerò in pro della medesima la mia Messa. Le aggiungo,
che ricorderommo eziandio delle altre Gioseffe, e massimamente della povera Sardagna
(suor Gioseffa de’ Gasperi da Sardagna). Frattanto m’inchino a V.R., la ringrazio
nuovamente, e sospiro a tutte tutte l’adempimento de’ loro santi desideri, per effetto
dEll’infinita misericordia di Dio Signor Nostro. Amen.
3278. 1806
A monsignor Vicario Generale Capitolare.
Monsignore Ill.mo, e R.mo.
Il Padre Gregorio da Caldès Riformato in Pergine prega riverentemente V.S.Ill.ma,
e R.ma per la facoltà di dispensare un suo penitente, che prima di ammogliarsi fece voto
privato di entrare in qualche Religione, e poi si ammogliò senza prima chiederne la
necessaria dispensa ecc.
Concessum
Zambaiti etc.
Così monsignor Vicario ha riscritto subito oggidì 26 febbraio 1806. Io poi rispondo
parimente subito al propostomi quesito circa la nomina del re nel sacro Canone della
Messa, che credo per ora doversi tralasciare il vecchio, ed il nuovo. Il primo, perché
così avendo voluto il Signor Iddio, non è più re di questi paesi: e l’altro, perché non è
successore del primo ne’ regni d’Ungheria, e Boemia, dicendo l’indulto di Papa
Clemente XIII Flagitavit, indiritto alla regina Maria Teresa d’Austria, dato in Roma li
cinque di maggio 1761, ed inserito nel Breve Quod Apostolus dei sei maggio 1761, che
possano essere nominati in tutta l’austriaca monarchia li di lei successori in Hungariae,
et Bohemiae regnis purché abbiano ricevuto la celeste benedizione, e la sacra unzione
come re, colle solite cerimonie. Che il sommo Pontefice abbia inteso di favorire li
successori austriaci sembrami, che possa dedursi dalla ricordanza, che fa de’ meriti
singolari della lodata regina, e dell’augustissima Casa d’Austria. Dissi per ora, poiché
potrebbe darsi, che attesa la consuetudine già introdotta, venisse dichiarato da chi può,
che si continui, e mantenga. Se il Signor Iddio ci donerà di vivere ancora qualche
tempo, vedremo, sentiremo, e proccureremo di fare quello, che ci verrà ordinato.
Frattanto me commendo, lo riverisco, e resto
Suo obbl.mo servo, ed amico in Cristo
F. Gio. Grisostomo.
718
di morselli.
P.S. Non verificandosi più rapporto a noi il titolo di Padronanza (Patroni Ditionum
Austriacarum) che nel Direttorio del divin officio ai 19 di marzo dassi al gloriosissimo
Patriarca san Giuseppe, potrà farsi all’antica soltanto di seconda classe cum
commemoratione praec. in primis vesperis cumque Missa sine Credo. Rapporto al resto
per quest’anno potrassi stare al già stampato.
3279. 1806
Al sig. Francesco Steinbrecher. Trento.
Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo.
S. Bernardino 28 febbraio 1806.
Frate Gio. Grisostomo riverisce il signor Francesco Steinbrecher, e lo prega di
legare al solito le cose qui annesse; ma presto, premendogli specialmente li Direttori
ecc.
Di mano del P. Vincenzo Maria Keller da Cles, successore designato del P.
Tovazzi, scrive: Qui finisce il P. Gio. Grisostomo da Volano.
==============================================================
Il P. Giangrisostomo fu assalito da “febbre fredda” il primo giorno di marzo e
fu ricoverato nell’infermeria di s. Bernardino, dove, munito dei Santi Sacramenti,
spirò serenamente il giorno 5 marzo 1806.
==============================================================
Per completezza trascrivo anche le due uniche lettere del P. Vincenzo Keller da
Cles.
3280. 28 Giugno 1806!!
Al P. Gio. Alfonso da Mendrisio. Lugano.
Molto Rev.do P. padrone colendissimo.
Incombenzato da codesto P. Guardiano Davide di Tiarno rispondo alla gratissima
lettera della P.V.M.R.
Carlo Emmanuele Madruzzo ultimo germe di quella rispettabile prosapia nato li 5
novembre del 1599 fu dichiarato vescovo di Trento in vigore della cessione fattagli dal
cardinale Carlo Madruzzo suo zio li 4 gennaio 1629, e ne prese il solenne possesso li 21
marzo 1630. Morì dopo un governo d’anni dicidotto li 15 dicembre 1658. Questa si è
l’epoca sicura del prelodato vescovo Madruzzo.
Di Giovanni Pietro Laghi di Lugano con mio dispiacere non le posso inoltrare
notizia di sort’alcuna, non avendo io di ciò dopo diligenti ricerche nulla ritrovato fra i
libri manoscritti del testé defunto celebre antiquario P. Gio. Grisostomo da Volano, né
fra le memorie della chiesa di Trento estratta dall’archivio vescovile, e stampate in
Trento dal nostro P. Benedetto di Cavalese. Non potei far capo, com’ella desiderava
all’anzidetto archivio vescovile, essendo questo già innanzi due anni stato intieramente
per ordine sovrano tradotto in Vienna.
In questa famiglia avvi il P. Michel’Angelo da Rovereto attuale definitore, che si
pregia di conoscere la P.V.M.R. alla quale umilia i suoi più sinceri rispetti.
Si fece a di lui nome una visita ai signori Sardagna, ora Conti del S.R.I. Questa fu
pienamente aggradita, e riuscì loro assai cara la memoria, ch’Ella conserva ecc. Vive
ancora la vecchia contessa presto ottuagenaria. Il di lei figlio onte Prospero
accompagnatosi con una figlia del defunto barone Trentini ha una numerosa
figliuolanza. Gli altri due fratelli sono preti secolari. Tutti uniti le ricambiano i
cordialissimi rispetti.
Questo è quanto in riscontro alla di Lei pregiatissima lettera le posso comunicare.
Ella si compiaccia d’aggradire la sincera mia volontà di servirla non meno in
questa, che in qualunque altra occasione, mentre riverendola distintamente anche a
nome del mio P. Guardiano con un divoto bacio delle sacre mani passo a raffermarmi
P.S. Non ritrovando né luogo, né data nel di Lei foglio penso esser meglio
addirizzarla al luogo segnato esteriormente dall’Uffizio di posta. Avrei desiderio di
sapere i presentanei generali Definitori a lei noti.
Trento li 28 giugno 1806.
D.P.V.M.R. Um.mo div.mo servo nel Signore
F. Vincenzo Maria da Cles Minore Riformato.
3281. 1806
Excelso Regio-Bavaro Gubernio Oenipontano.
Infrascriptus Provincialis Franciscanorum Tridenti reverenter exhibet his adnexum
Directorium divini officii pro futuro anno 1807 manuscriptum in duplo, suppliciterque
petit eius approbationem etc.
Datum Tridenti die 1 iulii 1806.
F. I.A. Provincialis Franciscanorum.
Directorium monasticum pro anno 1808 in duplo tradidi Circulo Tridentino
Oenipiontum mittendum die 30 iunii 1807, In supplicatione petii autographi
restitutionem. Nec anno elapso, neque praesenti misi Directorium typis expressum.
Fine della trascrizione: Trento 10 giugno 2006.
P. Remo Stenico