Decolla a Taranto la fibra Telecom ed il 4G LTE per la telefonia
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Decolla a Taranto la fibra Telecom ed il 4G LTE per la telefonia
Provincia di Taranto: le inutili polemiche sulla nomina di Dilonardo a dirigente del settore Ambiente Dopo la nomina effettuata dall’attuale presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano , che è anche sindaco di Massafra, dell’ingegner Martino Dilonardo a nuovo dirigente del Settore Ambiente, si sono scatenate le solite proteste “pompate” ad arte dagli esclusi o da chi avrebbe voluto nominare invece qualche “amico” Dilonardo, 62 anni, è peraltro già dirigente di I fascia della Provincia di Taranto, ed era a capo del settore Manutenzione immobili ed impianti. quindi sicuramente non è nè uno sprovveduto, nè è stato catapultato-assunto dall’ esterno, e peraltro la sua nomina peraltro è a tempo determinato, ricevendo dal presidente la delega che sino a pochi giorni prima in assenza di un dirigente di ruolo era stata affidata pro-tempore all’architetto Roberto Di Giacinto in quanto l’l’ultimo dirigente di ruolo, cioè l’ingegner Ignazio Morrone, era andato in pensione da qualche anno. Non venendo mai sostituito con un bando. Ma nessuno disse nulla… Alla Provincia di Taranto attualmente manca peraltro la copertura economica finanziaria per fare un bando per individuare ed assumere un nuovo dirigente a tempo indeterminato e quindi il presidente Tamburrano è stato di fatto pressochè costretto a reperire all’interno dell’ Amministrazione Provinciale una risorsa interna fra gli attuali sette dirigenti di ruolo presenti. Negli ultimi anni, la dirigenza del settore Ambiente della Provincia di Taranto è sempre stato una poltrona “bollente”. Un ex commissario della Provincia Mario Tafaro aveva dichiarato attraverso un’intervista al Quotidiano di aver ricevuto pressioni per la nomina relativa proprio alla dirigenza del settore Ambiente. Resta da chiedersi: ma Tafaro ha mai denunciato alla Procura della Repubblica le pressioni ricevute, fatto i nomi di chi faceva le pressioni, ed in favore di chi erano ? Non ci risulta, così come non ci risulta che il giornalista dl Quotidiano glieli abbia chiesti.Chissà perchè… Nell’articolo del quotidiano salentino, ci si dimentica di raccontare che colui il quale si autodefiniva come il grande accusatore di “Ambiente Svenduto“, cioè Luigi Romandini, è stato successivamente condannato ed interdetto dai pubblici uffici, ed attualmente sospeso anche dallo stipendio, dalla Provincia di Taranto Il quotidiano salentino, di proprietà del noto imprenditore Francesco Caltagirone (proprietario della Vianini, della Cementir, ecc. nonchè dei quotidiani IL MESSAGGERO (Lazio, Umbria e Molise), IL MATTINO (Campania), IL GAZZETTINO (Veneto), CORRIERE ADRIATICO (Marche) e NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA (Brindisi, Taranto, Lecce) prima di ergersi a “paladino” del conflitto di interessi e di fare supposizioni collegate alla parentela del Dilonardo con il figlio che è socio di Antonio Albanese, (che non è un reato !) farebbe bene a verificare le condizioni ambientali ed occupazionali della Cementir di Taranto, o magari spulciare le “collezioni” del quotidiano romano IL MESSAGGERO e leggere quante ingerenze vengono fatte da Caltagirone per le nomine nelle società pubbliche della Capitale, o in quelle di cui è persino importante socio di minoranza, come ad esempio l’ ACEA di Roma (leggi QUI) . Anche perchè di appalti Caltagirone ne prende molti anche da queste parti in Puglia….. Ricordare che Antonio Albanese, l’imprenditore massafrese ( socio del Gruppo Marcegaglia) “ha chiesto alla Provincia il raddoppio della seconda linea della centrale termoelettrica di Massafra mediante incenerimento di combustibili da rifiuti e biomasse. Si tratta di un investimento da 50 milioni di euro” significa alimentare volgari sospetti. C’è una bella differenza fra “investire” (cioè tirare fuori i soldi di tasca propria) e farsi foraggiare da appalti pubblici in cui il Gruppo Caltagirone ha una discreta eperienza… Restiamo in attesa di leggere sul Quotidiano una bella approfondita inchiesta sulla Cementir di Taranto…. Detenuto “prende una boccata d’aria” ma era ai domiciliari. Arrestato dalla Polizia di Stato Ultimi giorni d’intensi controlli da parte degli agenti della Polizia di Stato, gli uomini della Sezione Volanti codiuvati dai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine di Bari, nei giorni scorsi hanno istituito una serie di mirati posti di controllo nei vari quartieri della Città. 191 sono state le persone controllate, nei 18 posti di controllo; 11 le contravvenzioni al codice della strada elevate ai 67 veicoli controllati, 4 dei quali sono stati anche posti sotto sequestro in quanto privi delle regolare copertura assicurativa. Nel prosieguo dell’attività particolare attenzione è stata rivolta anche al controllo dei circoli ricreativi, due dei quali sono stati posti sotto sequestro in quanto privi delle regolari autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande. Infine nella serata di ieri, nel corso dei numerosi controlli a persone sottoposte a Misure di Prevenzione, gli agenti hanno sorpreso il 25enne Alfio Pedicone attualmente sottoposto agli arresti domiciliari e residente in città vecchia fuori dal proprio domicilio Il giovane assente al momento del controllo dei poliziotti dopo pochi minuti ha fatto ritorno presso la sua abitazione ammettendo le sue responsabilità e dichiarando si essersi allontanato per prendere una “boccata d’aria”. Dopo quanto accertato ilPedicone è stato condotto negli uffici della Questura e quindi tratto in arresto. Le BCC sulle affermazioni del Premier Renzi in materia di banche e PMI “Leggeremo con interesse i testi dei provvedimenti annunciati dal Presidente del Consiglio in materia bancaria. Se saranno orientati ad agevolare il credito alle PMI potremo dare ulteriormente il nostro contributo di esperienze, di idee e di numeri”. Così il Presidente di Federcasse, l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, Alessandro Azzi, a commento delle affermazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri pomeriggio nell’ambito della riunione della Direzione Pd. Nel solo ultimo biennio le BCC hanno reso disponibile a famiglie e PMI (da sempre loro clientela di elezione) liquidità aggiuntiva per 6,3 miliardi; si sono rivelate partner affidabili delle politiche anticrisi (dal 2009 al 2013 oltre 1,5 miliardi alle PMI in partnership con Cassa Depositi e Prestiti); hanno quote di mercato rilevanti nelle piccole imprese manifatturiere e nell’artigianato (23%), nell’agricoltura (18%), nelle imprese legate al turismo (17%). Sono leader in settori significativi, come il microcredito, del quale detengono il 57% del totale degli importi erogati. Sono, inoltre, tra le banche più capitalizzate (con un Core Tier 1 medio del 16%); hanno, soprattutto, continuato a creare occupazione netta fino al 2013 e stanno cercando in tutti i modi di difendere gli attuali livelli occupazionali con importanti iniziative di autoriforma. “Le BCC hanno confermato in pieno la loro vocazione anticiclica – ha proseguito Azzi – anche perché sono banche di comunità, possedute ed amministrate da centinaia di migliaia di imprenditori”. “Situazioni di criticità transitoria – ha detto ancora il Presidente di Federcasse – sono state risolte all’interno della categoria senza chiedere un euro alle casse pubbliche, senza far perdere un euro ai depositanti, salvaguardando il bene primario dell’occupazione”. Sul tema del presunto credit crunch, Azzi ha sottolineato: “Non manca la liquidità, non manca la volontà di erogare credito che, va ricordato, è sempre risparmio affidato alle banche dai risparmiatori o dalla Banca Centrale Europea e che va comunque sempre restituito. Il vero problema è che non vi sono in giro molti progetti di investimento produttivo sostenibili”. “Non solo. Chiamiamo anche ad una riflessione – conclude Azzi – sulle norme europee pensate per mettere in sicurezza il sistema bancario, pensate per quelle grandi banche estere che hanno causato la crisi e che paradossalmente colpiscono pesantemente le banche italiane soprattutto le piccole, causando di fatto un credit crunch normativo. Invitiamo a riflettere anche su parametri prudenziali che saranno sempre più rigidi con il consolidarsi dell’Unione bancaria”. Come avevamo anticipato Blustar Tv sta per chiudere La notizia che una voce dell’informazione sta per venire meno non è mai una bella notizia. E ci dispiace molto darla , anche se ne eravamo a conoscenza e l’abbiamo anticipato per primi. Onestamente ci fa sorridere la solita inutile (dal punto di vista pratico) reazione dei sindacati. La Slc Cgil, Fistel Cisl e Assostampa Puglia, insieme ai lavoratori riuniti in assemblea oggi, a seguito della procedura di mobilità indetta dall’azienda, che ha comunicato il licenziamento di tutti i dipendenti per cessazione di attività, hanno dichiarato “l’apertura immediata dello stato di agitazione e di due giornate di sciopero, per sabato 17 e domenica 18“. I sindacati manifestano l’assoluta contrarietà ed opposizione alla volontà aziendale che “senza alcuna trattativa né rispetto dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, scarica ancora una volta sui lavoratori i problemi e le inefficienze dell’azienda”. Quello che non si capisce è di quale rispetto delle rappresentanze sindacali si parli, visto che l’ Assostampa pugliese (organizzazione sindacale che abbiamo denunciato per diffamazione n.d.r.) di fatto non ha mai risolto nessuna agitazione sindacale, se non agevolato prevalentemente la carriera dei propri rappresentanti sindacali nelle rispettive redazioni o nei prepensionamenti incentivati. Basti guardare le vicende di Antenna Sud, Telenorba ecc. Risultato dei sindacati ? Nessuno ! La nota firmata da Andrea Lumino (Slc), Giacomo Francese (Fistel) e Mimmo Mazza (Assostampa) continua “Riteniamo assolutamente inaccettabile nei contenuti e nel metodo, questa decisione aziendale in quanto, come già detto diverse volte negli ultimi anni, l’azienda si è più volte rifiutata di aprire un confronto per trovare una soluzione alle problematiche aziendali ed oggi trova la scusa di questi licenziamenti adducendone la responsabilità al provvedimento governativo in materia di dismissione delle frequenze. Peraltro, si tratta di problematiche aziendali che già i lavoratori hanno scontato in questi anni, dato che ci sono ancora stipendi non pagati, ratei di tredicesima non accordati, arretrati non ancora riconosciuti (ad esempio 730). Siamo perfettamente consapevoli che il settore dell’emittenza radio televisiva sta attraversando un momento drammatico, ma Blustar Tv deve assumersi gran parte della responsabilità di questa situazione: un tentativo pregresso di scissione della società, divisione tra le varie società di debiti e crediti, gestione dei tralicci e delle frequenze non chiare, personale in onda che non si sa se dipendente o meno. Ricordiamo che Blustar Tv è beneficiaria dei contributi statali previsti dalla legge 448/98 a sostegno proprio dell’emittenza radio-televisiva che dalle informazioni , in nostro possesso, starebbero per essere erogati”. “Taranto – continua la nota – non può continuare a perdere posti di lavoro ed anche i posti di lavoro di Blustar ora sono fortemente a rischio. Come già detto, inoltre, questo settore è molto delicato: la nostra indizione di sciopero e vertenza non è solo per la questione dei posti di lavoro, ma anche a tutela del diritto di informazione della cittadinanza. A Taranto, è piena emergenza: dopo la chiusura del Corriere del Giorno, tv e giornali continuano a chiudere, provocando lo spegnimento di un’altra voce di questa città”. Quello che però qualcuno dei sindacati non racconta è che a Taranto l’informazione si è sempre appiattita e sopravvissuta grazie ai contributi statali, persino La Gazzetta del Mezzogiorno, il quotidiano barese (di proprietà siciliana) ne usufruisce e fa lavorare i suoi giornalisti con i contratti di solidarietà, mentre il Corriere del Giorno di Puglia e Lucania (con cui la nostra testata storica non ha mai avuto alcun collegamento) e la cooperativa giornalistica 19 luglio hanno chiuso lo scorso 30 marzo dopo 30 anni di contributi “facili” e bilanci spesso “taroccati”… incassando decine e decine di milioni di euro a fondo perduto, e lasciando un buco di 5 milioni di euro. Tanto pagava “pantalone”, cioè il contribuente ! Eppure lì gli editori erano i giornalisti. Ma questo è meglio non dirlo…vero Assostampa ? Ricordare che “Blustar Tv è beneficiaria dei contributi statali previsti dalla legge 448/98 a sostegno proprio dell’emittenza radiotelevisiva che dalle informazioni , in nostro possesso, starebbero per essere erogati” non significa nulla, in quanto si tratta di contributi precedenti all’esercizio in corso, e non certamente stanziati per il futuro ! Ma anche questo i sindacalisti di “professione” non lo raccontano. E’ normale anche chiedersi con tutto il rispetto alla persona, cosa sappia, che competenze abbia in materia televisiva ed editoriale e cosa c’entri in questa vicenda Andrea Lumino (rappresentante Slc) che ci è noto essere un operatore-dipendente del call center tarantino di Teleperformance, azienda in cui La Gazzetta del Mezzogiorno ben si guarda dal mettere il naso e fare una bella inchiesta… Quello che i sindacalisti dimenticano, o omettono di raccontare e tenere presente , è che il proprietario di BluStarTv l‘anno scorso è venuto a mancare, e che nella sua famiglia vi sono altri gravi problemi di salute, che hanno indotto la proprietà a dismettere l’attività. Magari i sindacati si sforzino a trovare, loro che possono tutto…( o niente ?) un acquirente disposto a rilevare la tv e salvare i posti di lavoro (in redazione ci risultano solo 4 giornalisti). Cosa aspettano i sindacati ad occuparsi di altre situazioni critiche come quelle di Studio 100, che dal punto di vista occupazionale ed economico (come ci hanno scritto in privato alcuni giornalisti ) ritarda nei pagamenti al personale per mesi e non naviga nell’oro ? Come mai il sindacalista Mazza sulle pagine tarantine della Gazzetta del Mezzogiorno non parla delle trattative fallite di Studio 100 prima e della Comunicare (società della Confcommercio di taranto) a rilevare Blustar Tv ? Ah, saperlo….. Siamo sinceramente vicini ai nostri colleghi di Blustar Tv e ci dispiace stiamo per restare senza lavoro, ma nello stesso tempo siamo anche fieri di poter dire a testa alta che a Taranto, come in Italia, si può fare informazione libera ed indipendente, come facciamo noi da sei mesi e con ottimi risultati nonostante una campagna diffamatoria subita senza precedenti anche dall’ Assostampa di Puglia ed alcuni suoi rappresentanti (che abbiamo denunciato). Si può fare informazione, anche e sopratutto senza avere inutili sindacalisti in redazione. E senza richiedere contributi pubblici. Con il nostro lavoro ed i nostri soldi Narcotraffico a Fiumicino: le immagini inedite dell'arresto di Federica Gagliardi la "dama bianca" di Berlusconi fino a quel giorno come la “dama Federica Gagliardi era nota bianca”, per il bianco candido dell’abito che indossava scendendo dall’aereo di Stato insieme all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante i suoi viaggi in Canada, Panama e Brasile. Un video, sino ad oggi inedito, mostra la Gagliardi fermata lo scorso 13 marzo con 25 chili di cocaina all’aeroporto di Fiumicino. «Era pieno di roba, era pieno di vestiti!». «È pieno di ‘roba’ infatti», ironizza il finanziere che al posto delle insostituibili scarpe con suola rossa trova in mano alla “dama bianca” un trolley pieno di panetti di droga. La Gagliardi amava frequentare i locali alla moda di Roma, gli stessi dove il ‘re nero’ Massimo Carminati incontrava il boss amico dei vip Giovanni De Carlo. In passato era stata molto vicina a Mario Diotallevi, il figlio di quello che è considerato il capo di Cosa nostra nella Capitale, Ernesto Diotallevi; un rampollo che vanta legami con servizi segreti e Fiamme Gialle. Nonostante i chili di droga, la bionda Gagliardi era sicura di passare inosservata, ma la Guardia di Finanza di Napoli si è presentata sotto le scalette dell’aereo in arrivo da Caracas e l’ha bloccata prima che consegnasse il carico. Resta ancora da sapere a chi fosse destinato. Una vicenda piena di misteri. I giornali hanno dimenticato la vicenda e della Gagliardi non si è saputo più nulla. Si sa solo che in carcere, a Civitavecchia, si comporta da detenuta “modello” e che la Procura di Napoli indaga su un giro di droga legato alla camorra. Proprio quella stessa Procura che, qualche mese dopo, ha arrestato per una vicenda di corruzione Fabrizio Giaccone il comandante della Guardia di Finanza di Fiumicino all’epoca del fermo della “dama bianca”. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto Rolex e voli per Parigi e New York in cambio di verifiche fiscali compiacenti. l’ufficiale della Finanza, arrestato, Fabrizio Giaccone I controlli del resto a Fiumicino non sempre funzionano, tant’è che negli ultimi mesi centinaia di cittadini algerini sono riusciti a scappare durante il transito. «Algerini che viaggiano esclusivamente con Alitalia». Secondo il questore Antonio Del Greco, direttore della Quinta Zona della Polizia di Frontiera, per la compagnia di bandiera «è un business»: invece di viaggiare da Algeri verso Mosca o Istanbul con un volo diretto della compagnia area Air Algérie , preferiscono viaggiare con Alitalia, pagando anche 400 euro a biglietto, pur di poter fare un lungo transito a Fiumicino. Alitalia se ne lava le mani, sostenendo che il controllo delle frontiere non compete alle compagnie aeree. Del Greco spiega che il problema è stato risolto: «Adesso non scappa più nessuno. Ora tutti i cittadini algerini in transito da Roma vengono accompagnati in una stanzetta, ci sono anche le macchinette per il caffè». E la sicurezza è garantita. Ma esiste anche un altro business non indifferente. Infatti tutti i passeggeri dello scalo, algerini compresi, pagano una tariffa per la sicurezza: 1,81 euro per ogni tratta nazionale e 2,44 euro per quella internazionale. Un totale di 50 milioni l’anno che entrano nelle casse di Aeroporti di Roma (controllata dalla famiglia Benetton) , la società che gestisce l’aeroporto. Soldi che – dichiara AdR- per la maggior parte servono per mantenere la struttura esistente e per velocizzare le file ai controlli. Non solo, a breve, nonostante le direttive Enav non lo prevedano, sarà persino migliorata la rete di videosorveglianza. Ma nel frattempo l’aeroporto di Fiumicino continua ad essere un colabrodo e garantisce alla criminalità organizzata una sicurezza. Quella di agire pressochè indisturbata. Sino a quando ? Crozza: Salvini è contro l’Isis, prima era contro i calabresi Terrorismo. Due presunti jihadisti arrestati nella notte. Erano in fuga verso l'Italia Dopo la strage di Parigi è scattata una vasta offensiva degli investigatori contro il terrorismo in tutta Europa. Il principale complice di Amedy Coulibaly, cioè quello che gli ha fornito “il più rilevante supporto logistico” e in particolare l’auto su cui viaggiava prima della sparatoria a Montrouge, è stato arrestato a Parigi nell’ambito di una maxi operazione della polizia francese. Operazione nel corso della quale sono stati arrestati due cittadini belgi che erano in fuga verso l’Italia: sono stati bloccati dalla polizia francese nella regione di Chambèry su segnalazione degli inquirenti di Bruxelles. I due sono sospettati di essere i legati alla cellula jihadista di Verviers sono stati arrestati in Francia al valico di frontiera del Frejus proprio mentre si apprestavano a entrare in Italia. Lo hanno rivelato fonti della polizia francese. I due erano fuggiti dal Belgio dopo il blitz in cui sono rimasti uccisi due presunti terroristi a Verviers. “Stavano per attraversare il confine nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati“, ha dichiarato una delle fonti. Il portavoce della procura belga, Eric Van Der Sijpt, ha comunicato che il gruppo di Verviers “si preparava a effettuare attentati terroristici uccidendo funzionari di polizia nelle strade e nei commissariati“. Il gruppo, tornato di recente dalla Siria, disponeva di un arsenale di Kalashnikov, esplosivo, munizioni, oltre ad apparati di comunicazione e uniformi di polizia. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite della trasmissione «Otto e mezzo», su La7, rispondendo ad una domanda su quale sia il livello di allerta terrorismo in Italia da 1 a 10, ha risposto: «Siamo attorno al 7». Nel frattempo, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha ha manifestato l’importanze e la necessità di avviare una collaborazione tra gli Stati per ostacolare la minaccia terrorismo. A partire dalla Turchia. “È importante la collaborazione con la Turchia attraverso cui si può ridurre il transito dei combattenti stranieri verso i teatri di guerra e far calare quindi il rischio terrorismo per l’Europa». Alfano ha incontrato il collega Efkan Ala. «La Turchia – ha concluso il ministro dell’Interno italiano – è il Paese che accoglie oltre un milione di profughi dalla Siria e da altri teatri. Si tratta dunque di un Paese strategico nella riduzione del rischio terrorismo in Europa. Attraverso lo scambio di informazioni di polizia ed intelligence possiamo raggiungere risultati migliori”. Il senatore Pietro Grasso, presidente del Senato, nell’esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, ha ricevuto oggi nel suo studio di Palazzo Giustiniani il Sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, che lo ha aggiornato sulla situazione della sicurezza nazionale e internazionale. Lo rende noto una nota ufficiale. I Carabinieri arrestano un uomo in esecuzione di un' ordinanza di custodia Nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Crispiano hanno arrestato Angelo Basta , 45enne originario del luogo noto alle Forze di Polizia, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modena, poiché l’uomo è ritenuto colpevole di 4 furti con scasso, di cui tre consumati ed uno tentato, perpetrati, tra giugno e agosto 2014, ai danni di altrettanti esercizi pubblici (bar, ristoranti e ricevitorie) ubicati nella provincia di Modena, dove l’individuo ha dimorato per diverso tempo fino a qualche mese fa. In particolare, il Basta che allo stato si trovava in Crispiano sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altra causa, nel corso delle azioni delittuose addebitategli si sarebbe impossessato di denaro contante per circa 1000 euro, contenuto all’interno di slot machines e registratori di cassa; di numerosi gratta e vinci; di alcune stecche sigarette nonché di una bicicletta del valore di 1700 euro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Taranto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Ilva senza materie prime, costretta a fermarsi La mancata consegna delle materie prime causata dai pagamenti effettuati in ritardo, rispetto ai tempi contrattuali, ha causato da ieri lo stop provvisorio di alcuni impianti dell’ ILVA. La direzione dello stabilimento siderurgico tarantino ha comunicato alle organizzazioni sindacali nel pomeriggio di ieri che “a causa di un ridotto approvvigionamento delle materie prime”, da ieri, a rotazione ,si procederà all’arresto di ciascun altoforno per 48 ore, partendo dall’Afo 4. A ruota si fermeranno gli Altoforni 2 e 5. Secondo voci di ambienti sindacali,sono circa 250 i coinvolti che andranno a smaltire delle ferie pregresse contratto di solidarietà. Lo stop degli altiforni avrà, conseguenze più durature su altri reparti, alcuni verrebbero fermati anche fino al 23 gennaio. lavoratori o messe in poi, delle dei quali Metal Gear Solid V: Ground Zeroes di Paolo Campanelli Il più recente capitolo della saga di Metal Gear è un capitolo piuttosto controverso: originariamente parte di un gioco molto più grande, Ground Zeroes è stato separato dal resto di Metal Gear Solid V (la parte rimanente ora chiamata The Phantom Pain) ed espanso in un più piccolo gioco a se stante. MGS V: Ground Zeroes è ambientato poco dopo la conclusione di MGS: Peace Walker, la missione di Big Boss (altresì noto come Naked Snake) è di infiltrarsi in una base militare inspirata a Guantanamo Bay e recuperare Chico, fratello minore della comandante di un gruppo di combattenti che collaborano con quello di Big Boss, e Paz, spia che durante gli eventi di Peace Walker si era infiltrata nella organizzazione di Big Boss, e fuggire con il supporto di un elicottero. Il gioco è, come tutti gli altri capitoli della serie, basato sulla furtività: venire individuato farà infatti convergere i nemici sul giocatore, e anche solamente lasciare segni del proprio passaggio metterà in allerta i soldati e renderà più difficile passare inosservati. Oltre alla missione principale, completabile in poco più di un’ora, sono presenti 7 missioni secondarie, ambientate nella stessa mappa, che alternano vari obiettivi fra cui eliminare bersagli o recuperare oggetti prima di fuggire dalla base, base che sarà completamente esplorabile in ogni momento, creando finalmente un senso di “open world” che Kojima cercava sin da Metal Gear Solid 3 con la base russa di Groznyj Grad. I comandi sono fluidi e responsivi, permettendo al personaggio di correre, strisciare, rotolare, sparare e effettuare tecniche di combattimento corpo a corpo e passare da un azione all’altra istantaneamente. Il comparto visivo può essere riassunto in un’unica parola: Spettacolare. Gli effetti di luce, le armi, la pioggia… ogni singolo pixel dello schermo vibra di colore in ogni momento, arrivando oltre la massima qualità possibile per un film di guerra. Il comparto sonoro non è da meno, con effetti sonori spettacolari e realistici e brani audio fra cui Nuclear di Mike Oldfield e Here’s to you (Sacco e Vanzetti) di Ennio Morricone, oltre a brani storici della serie. Come già accennato, Metal Gear Solid V era previsto come un unico gioco, ma il lungo periodo di produzione spinse Hideo Kojima, padre della serie, a prendere la prima parte del gioco, espanderla e a rilasciarla come prequel, creando così Ground Zeroes, pubblicato a marzo per le consolle e a natale 2014 per il PC. Le parti rimanenti del gioco (che ci ha assicurato si tratterà almeno di altre 5 ore di storia) verranno pubblicate con il nome di The Pantom Pain, previsto per l’autunno 2015. Per questo motivo il gioco è stato considerato “una demo” su cui non sprecare soldi” da molti; ciò non ha tuttavia intimidito i fan della saga, vendendo ben oltre un milione di copie in poco più di un mese solo su consolle, dando un succulento assaggio di come sarà il gioco successivo. Metal Gear Solid V: Ground Zeros è stato prodotto dalla Kojima Production e pubblicato da Konami. Il gioco è disponibile per PS3, PS4, Xbox360, XboxONE e PC, con le consolle di nuova generazione e il pc in grado di portare la qualità del videogioco ai massimi livelli. La versione Pc può essere acquistata su Steam a venti euro, le versioni consolle costano invece tra 25 e 30 euro L' Audio dell' audizione sull' ILVA alla commissione Industria del Senato. Parlano Vendola, Stefàno, Tamburrano e Prete Nichi Vendola il governatore della Regione Puglia , dopo la sua sua audizione odierna dinnanzi alla Commissione Industria del Senato della Repubblica, si è soffermato dichiarando che “sono perplesso che si consenta al commissario di operare al di fuori delle leggi e delle possibili responsabilità penali. Secondo me è una norma pericolosa e superflua ” aggiungendo che “i sistemi corruttivi si sono ubriacati“, dimenticando che al momento è lui ad essere sotto processo nella famosa inchiesta “Ambiente Svenduto” avviata dalla Procura della Repubblica di Taranto. Il governatore uscente della Regione Puglia ha parlato di “elementi di incostituzionalità della norma” spiegando che la Regione Puglia è impossibilitata ad impugnare il provvedimento perché non tocca nulla che abbia competenza regionale. Vi proponiamo l’audio integrale dell’ intera audizione in cui sono stati ascoltati oltre a Vendola anche il suo “ex” alleato Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto, passato con amici e voti alla corte del segretario regionale del Pd Michele Emiliano, quella del Presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, e del presidente dell’Autorità portuale di Taranto Sergio Prete. Per ascoltare cliccate qui. / Ecco chi sussurrava le frasi giuste a Matteo Renzi. Senza essere pagata ! Matteo Renzi aveva inaugurato il semestre di presidenza italiana dell’ Unione Europea con la citazione della generazione Telemaco; mentre a Strasburgo ha chiuso con l’Ulisse di Dante e il suo “fatti non foste a viver come bruti“. Chi gliele suggeriva? A rivelarlo è stato il settimanale Panorama nel numero in edicola da ieri mercoledì 14 gennaio, che ha reso noto che fino a poco tempo Renzi fa si è servito di una ghost-writer. Il suo nome Andrea Marcolongo, 28enne nata a Milano, una donna, grecista ed allieva della Scuola Holden di Alessandro Baricco. Delusa e non pagata, qualche settimana fa, la Marcolongo (che lavorava per il presidente del Consiglio dal 2013) di si è congedata dal premier, inviandogli una mail di addio. “Non sono mai stata pagata, a parte una mensilità” ha dichiarato la donna a Panorama, anche se precisa che non è per i soldi che se n’è andata. “Eravamo tutti così. Viaggi a Roma e lavori mai pagati, so di persone che si sono indebitate e sono andate dallo psicologo perché distrutti dalle promesse“. Nonostante tutto, però, aggiunge la ragazza “è stato un lavoro bellissimo, ero libera di scrivere tutto quello che volevo“. Controlli a Massafra. 1 arresto, 4 denunce in stato di libertà e 9 persone segnalate quali assuntori di sostanze stupefacenti Un arresto e 4 denunce a piede libero sono il risultato di un servizio di controllo straordinario del territorio disposto negli ultimi giorni dalla Compagnia Carabinieri di Massafra e finalizzato al contrasto dei reati di maggiore allarme sociale. Nel corso del servizio, i militari della Stazione Carabinieri di Massafra, in esecuzione di ordine di carcerazione, hanno tratto in arresto ed associato alla Casa Circondariale di Taranto un 35enne del posto, condannato ad anni 1 di reclusione perché riconosciuto colpevole di concorso in furto aggravato. Nell’ambito di tali attività, le Stazioni dipendenti dalla Compagnia hanno denunciato in stato di libertà un 46enne e un 25enne, entrambi baresi, perché ritenuti responsabili di porto abusivo di arma impropria e possesso di grimaldelli. I due, sottoposti a perquisizione personale e veicolare, durante un controllo alla circolazione stradale, venivano trovati in possesso di arnesi da punta, di torcia elettrica, di guanti e di altro materiale, tutto sottoposto a sequestro. Denunciati a piede libero invece un 19enne di Palagiano (Ta), per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente. Medesimo, sottoposto a perquisizione personale, veniva trovato in possesso di gr. 1 di cocaina suddivisa in tre dosi, ed un 27enne di Palagianello (Ta), per le violazioni delle prescrizioni imposte dal foglio di via obbligatorio. Il predetto veniva sorpreso dai Carabinieri mentre si trovava in Palagiano (Ta) in violazione della misura del foglio di via obbligatorio al quale era sottoposto. Nel medesimo contesto, venivano altresì segnalate, all’Ufficio Territoriale del Governo presso la Prefettura di Taranto , 9 persone ritenute utilizzatori di sostanze stupefacenti, poiché sorpresi in possesso di complessivi gr. 1 di eroina, gr. 5 di hashish e gr.1 di cocaina. Di tutto di più Renzi : “ non facciamo le leggi ad personam”. Solo ad “ cazzum de cane ”. Comunque ha fatto più vittime Monti con la sua politica, che non i 3 terroristi nella redazione del giornale satirico francese. Lui sterile, lei va a messa e rimane incinta. Precisamente in che posizione l’ hanno messa…?!?!?! Salvini : “ Il Papa sbaglia a dialogare con l’Islam”. Lo ha detto quello che dialoga con Borghezio. Giuliano Ferrara : “ questa è una guerra Santa contro l’Occidente, e chi lo nega è un coglione”. …Di tutta la frase, coglione è l’unica cosa sensata che ha detto…!!!! Vuoi far crollare qualcuno? Affidati alla ditta che ha costruito il ponte inaugurato a Dicembre e crollato a Gennaio. Attacco terroristico in Italia. Santanchè :” voglio pubblicare Charlie Hebdo in Italia” E che bisogno c’è in Italia siamo pieni di caricature di politici?!?!? Finito l’incubo terrorismo in Francia, presi i terroristi dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Ovviamente senza considerare Carla Bruni in concerto. Taranto: “ Carabinieri arrestano 5 ufficiali di Marina, imponevano pizzo agli imprenditori”. Siamo passati da “ Ufficiale e Gentiluomo” a “Ufficiale e Delinquente ”. Atto terroristico a Taranto. Al Bano in concerto all’ Orfeo. La Guardia di Finanza sequestra a Grottaglie 1300 articoli pericolosi ed accessori per la telefonia contraffatti I finanzieri del Comando Provinciale di Taranto, nell’ambito di servizi di controllo economico sul territorio per il contrasto ai traffici illeciti, hanno individuato un’attività commerciale di Grottaglie (TA) gestita da una persona di nazionalità cinese, all’interno della quale, oltre ad accessori di telefonia muniti di marchio contraffatto, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro circa 1.300 articoli fra congegni elettrici ed elettronici, lampade e batterie, risultati non certificate e conformi alla normativa europea sulla sicurezza e pertanto pericolosi per i consumatori . Per la titolare dell’attività è scattata la denunzia all’Autorita’ Giudiziaria per il reato di “Frode nell’esercizio del commercio” nonché la segnalazione ai fini amministrativi per violazioni al Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), in quanto i prodotti non riportavano le indicazioni in lingua italiana ovvero erano mancanti delle indicazioni relative alla ragione sociale, al marchio e alla sede legale del produttore – importatore. Auspichiamo che questi controlli vengano effettuati anche a Taranto in via D’ Aquino e via Di Palma che dal mattino alla sera è diventato un vero e proprio “mercatino della contraffazione”, effettuato proprio davanti alle vetrine dei commercianti che sono sempre più esasperati. UIL: “Il Parlamento italiano, in sede di approvazione, apporti correttivi al Decreto Ilva, divenuto il settimo sul siderurgico di Taranto”. Antonio Talò, segretario generale della UILM di Taranto, si dichiara insoddisfatto in diverse parti dello stesso Decreto. “Non ci piace e siamo preoccupati – sostiene il segretario dei metalmeccanici della UIL – per i poteri del commissario che sono stati già stabiliti dal provvedimento. Soprattutto in quella parte che stabilisce la sua impunibilità e quella dei suoi delegati. Sono “figure” che saranno ben retribuite, inoltre, per attuare il piano ambientale dell’azienda gestendo anche la nascita della newco nell’ambito della loro amministrazione straordinaria. Chiediamo che in questa parte il Decreto Renzi sia corretto affinché il commissario e i suoi delegati rispondano del loro operato a tutti gli Organismi istituzionali vigenti”. Antonio Talò, inoltre, si dichiara preoccupato per il fatto che “le risorse previste dal governo nazionale per ambientalizzare l’ Ilva continuino a essere insufficienti. Non verremmo che l’80% delle prescrizioni Aia non contempli la copertura dei parchi minerari, nodo centrale e indifferibile dell’ Aia”. A questo proposito, Talò esprime timori perché “con questo Decreto appare evidente l’intenzione di spostare di molto i tempi per gran parte degli interventi previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale. Mi preoccupa ancor più perché ciò appare un voler prendere tempo per le bonifiche che significano tutela ambientale e sanitaria di Taranto e provincia, per le quali il presiedente Renzi si è personalmente impegnato. Si riporti, perciò, il termine per l’Aia a quanto previsto dal precedente decreto”. Non ultima preoccupazione per il segretario della UILM ionica è quella legata all’indotto del siderurgico tarantino “Quelle risorse – spiega Talò – che consideriamo insufficienti, pur valutando con la cautela dovuta l’impegno del governo Renzi per risolvere tutte le emergenze nella provincia di Taranto, quelle occupazionali che non devono assolutamente prescindere dalla tutela della salute di tutte le popolazioni, devono anche prevedere il saldo delle fatture per i lavori effettuati dalle ditte appaltatrici che vivono in stato di precarietà per mancanza di liquidità. Tutto questo – conclude Talò – si sta già riversando drammaticamente sui livelli occupazionali e sulla sopravvivenza del tessuto imprenditoriale, commerciale e artigianale tarantino”. Tutto quello che vorreste sapere… Dicono che lui si occupa di carni, e che lei abbia la carne debole, ed una passione sfrenata per Parigi. E non solo… Dicono che lei ricordando i tempi duri nel quartiere confinante con l’ Ilva, cambi un troppo spesso borse “griffate”. Ed aggiungono che siano quasi tutte false. Anche perchè gli affari in famiglia non vanno molto bene. E lei si guarda intorno… Dicono che un giornalista tarantino in cassa integrazione stia rischiando di perderla…dopo aver già perso la fiducia dei suoi colleghi di (ormai ex) redazione. il 1° caso di rappresentante sindacale giornalista sfiduciato dalla redazione di un giornale chiuso!qLe consulenze infatti, sono proibite per legge… Dicono che un “amico degli amici” tarantini di Vendola sia continuamente alla ricerca di finanziamenti per la formazione dagli enti pubblici jonici. In tal caso, all’improvviso come per incanto gli esponenti degli altri partiti, diventano tutti più simpatici. Ma iniziano ad arrivare i primi “no, mi spiace“. I primi di una lunga serie… Quirinale, il presidente Napolitano si è dimesso Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Venne eletto al Colle il 15 maggio 2006 per la prima volta , il 20 aprile 2013 per la seconda accogliendo l’invito ricevuto da un ampio schieramento parlamentare, in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due mandati nella storia della Repubblica italiana. Si chiude così la presidenza più lunga della Repubblica. “Sono contento di tornare a casa“, ha confidato ieri ad una bambina Napolitano, “il Paese resti unito e sereno“, il suo ultimo messaggio agli italiani. Iniziano intanto a circolare intanto le ipotesi su chi potrebbe diventare il prossimo capo dello Stato. Tra i nomi, c’è Mario Draghi attuale presidente della Banca Centrale Europea , che proprio mercoledì mattina, in un’intervista alla Zeit, ha ribadito però di non voler succedere a Napolitano: “È un grande onore naturalmente per me essere preso in considerazione, ma non è il mio lavoro”. Secondo la procura di Milano, scritto così “il decreto legge sull’ ILVA potrebbe bloccare il rientro dalla Svizzera di capitali per un miliardo e 200 milioni". Il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, titolare con il sostituto Stefano Civardi di diversi procedimenti in corso sullo stabilimento siderurgico di Taranto, nel corso dell’ audizione dinnanzi alla Commissione Industria del Senato della Repubblica, ha dichiarato che “Così come è stato approvato, il decreto legge sull’ Ilva potrebbe bloccare il rientro dalla Svizzera di capitali per un miliardo e 200 milioni, che servirebbero per attuare le prescrizioni dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale, ndr) e rimettere in piedi l’azienda“ intendendo segnalare l’anomalia al Parlamento per sollecitare una necessaria modifica della norma che dovrà essere convertita entro marzo in legge. Secondo il magistrato, l’attuale decreto legge “sembrerebbe aver abrogato” il comma 11quinquies del precedente decreto 62/2013 , cioè il primo decreto sull’ ILVA, che prevedeva ed indicava “Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale”, legittimando appunto il trasferimento delle somme sequestrate con adeguate garanzie. “Non siamo riusciti a capire in molti – ha dichiarato Greco – perché si fanno le leggi in questo modo, forse per un problema di gestione di potere”. Secondo il procuratore aggiunto noto per la sua competenza internazionale sui reati e procedure giudiziarie-finanziarie, questa vigente normativa potrebbe creare “problemi”, con le Autorità svizzere che avrebbero detto alla Procura di Milano che “hanno detto che non hanno difficoltà a far rientrare questi soldi, che sono scudati e dunque italiani. Ma pongono delle condizioni e vogliono delle garanzie”. In pratica la Svizzera chiede alle Autorità italiane che i soldi posti sotto sequestri “non siano confiscati prima di una sentenza definitiva passata in giudicato“. Poichè, l’inchiesta è ancora in corso ha detto Greco “se l’Italia rivuole quei soldi deve far rivivere quell’articolo, ovviamente con le modifiche legate alla previsione del passaggio da commissario straordinario all’amministrazione straordinaria”. Sulla questione dello scudo fiscale operato da un trust di cui Emilio Riva era beneficiario, il procuratore Greco ha spiegato che tratta di un miliardo e duecentomilioni di euro circa, dei quali attualmente 1 miliardo di euro è rimasto a Zurigo in Svizzera ma di fatto sono soldi sostanzialmente italiani, sequestrati e destinati al Fondo Unico Giustizia mentre gli altri 200 milioni erano già in Italia (affidati in gestione dai Riva alla Banca Aletti ) e quindi sono già nella immediata disponibilità del Fondo unico giustizia. La somma sequestrata potrebbe aumentare ed arrivare intorno ai 2 miliardi di euro in virtù di alcune investigazioni attualmente in corso della Procura di Milano. Un altro problema sollevato dal procuratore aggiunto è inerente alla circostanza che “un’elargizione dello Stato, ovvero una confisca preventiva di questo denaro senza una contropartita, potrebbe avere dei riflessi in termini costituzionali e anche con l’ Unione Europea, poichè potrebbe rappresentare una sorta di aiuto di Stato“. Sono queste la ragione, ha concluso il procuratore Greco, per cui deve essere riproposta la formula abrogata, attraverso un emendamento in sede di conversione del decreto. Greco ha suggerito anche una soluzione “tecnico-giuridica” al Parlamento italiano: “La possibilità di un’emissione di un prestito obbligazionario con un rendimento pari a quello medio del Fondo unico giustizia che può essere fatto da ILVA spa o dalla newco, se si farà” . Le somme scudate sequestrate, una volta rientrate dalla Svizzera, ovviamente secondo quanto già indicato e disposto dal Gip di Milano, dovranno essere destinate “esclusivamente a pagare l’Aia“. Anche Franco Sebastio, procuratore capo di Taranto (prossimo alla pensione) è stato ascoltato dalle commissioni, chiedendo di ricevere chiarimenti sulla norma che prevede la non punibilità del commissario dell’amministrazione straordinaria , e di quella in base alla quale per il commissario stesso e i suoi uomini sarà sufficiente realizzare l’80% delle prescrizioni dell’Aia. Sebastio ha sostenuto che è necessario chiarire meglio questa norma di salvaguardia che garantisce la sostanziale impunità civile e penale, spiegando chiaramente se riguarda solo le azioni in attuazione del piano ambientale previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale o se riguarda anche quelle in omissione. Poi però è arrivato il nuovo decreto che prevede, appunto, la non punibilità delle condotte del commissario e dei “soggetti da lui funzionalmente delegati” in attuazione del piano di risanamento. “E le condotte in omissione del piano? – ha chiesto Sebastio – Se non si da sfogo a quel piano, non siamo in attuazione ma siamo in omissione e quindi che facciamo?“. La norma, poi, riguarda il nuovo amministratore. “E quel che riguarda questi due anni precedenti, che noi stiamo valutando?“. Sempre secondo il procuratore capo di Taranto Sebastio è importante chiarire la norma in base alla quale se entro il 31 luglio prossimo si sarà realizzato almeno l’80% delle prescrizioni il resto potrà essere rinviato a data destinarsi. “Non c’è una data ulteriore di proroga e sarà il capo del governo a decidere quando dare la proroga. È un fatto un po’ strano, anche se decide l’organo legislativo”, ha concluso Sebastio, chiedendo: “ma cosa significa l’80% delle prescrizioni? È numerico o in termini economici? Coprire i parchi minerari vale come mettere il cartello ‘Attenzione ai carichi sospesì‘ ? Sarebbe utile chiarire questo punto”. Ecco perché il procuratore ha chiesto che venga fatta chiarezza. “Le perplessità sono dovute probabilmente alla nostra pochezza intellettuale“. Ma “dire a futura memoria ‘non sarai penalmente perseguibile per quello che commetterai in futuro’, lascia un po’ perplessi. Poi c’è la legge e a quella ovviamente il magistrato si attiene“. Quindi “se ci fosse un chiarimento non ci dispiacerebbe e ci consentirebbe di muoverci meglio“. Ancora oggi, ha spiegato Sebastio, la procura di Taranto è “fatta oggetto di segnalazioni, denunce, esposti in cui si sostiene che lo stabilimento continua a produrre gli stessi fatti di grave inquinamento che sono oggetto dell’attuale procedimento penale“. I pm dunque, “hanno degli obblighi di legge“, e per questo “abbiamo avviato un’indagine e stiamo valutando quale via seguire, naturalmente tenendo conto di ciò che emergeva dalle leggi precedenti”. Anche perché la procura “da 3 anni opera tra l’incudine e il martello: siamo stati denunciati dagli attuali imputati e quelli che oggi presentano gli esposti, sui giornali ci fanno intendere che facciamo troppo poco e che se non ci muoviamo ci denunciano loro“. Sebastio ha riferito anche di un nuovo filone di indagine che è stato avviato dalla Procura di Taranto ufficio che “è stato fatto oggetto di una serie sterminata di denunce, esposti, segnalazioni giunte da più fonti, rapporti dei Carabinieri del Noe e relazioni di Arpa Puglia. La tesi che si sostiene è che lo stabilimento, così come viene gestito, continua sostanzialmente a produrre gli stessi fatti di grave inquinamento oggetto dell’attuale procedimento penale” la cui udienza preliminare a suo parere, dovrebbe arrivare a conclusione entro la prossima primavera. “Cerchiamo dunque di operare in maniera soddisfacente per tutti – ha concluso Sebastio – anche perché la chiarezza eviterebbe domani problemi con la Corte Costituzionale“. Eccovi l’audio integrale dell’ audizione L'audizione sull' Ilva del commissario straordinario Gnudi alla Commissione Industria del Senato Vi segnaliamo e proponiamo la visione integrale dell’audizione in Senato.La nostra redazione intende in tal modo offrire ogni informazione sulla vicenda, senza alcun commento, ai nostri lettori che potranno ascoltare la discussione, evitando di leggere sui soli giornali e siti interpretazioni faziose da parte dei soliti “noti” pennivendoli locali, che molto spesso preannunciano fatti contrari al vero ! Informare per noi significa dare notizie di prima mano, e non per sentito dire o su “commissione”…. Cliccando QUI potete accedere al video.