Decolla a Taranto la fibra Telecom ed il 4G LTE per la telefonia

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Decolla a Taranto la fibra Telecom ed il 4G LTE per la telefonia
Provincia di Taranto: le inutili
polemiche sulla nomina di Dilonardo
a dirigente del settore Ambiente
Dopo la nomina effettuata dall’attuale presidente della Provincia di
Taranto, Martino Tamburrano , che è anche sindaco di Massafra,
dell’ingegner Martino Dilonardo a nuovo dirigente del Settore
Ambiente, si sono scatenate le solite proteste “pompate” ad arte dagli
esclusi o da chi avrebbe voluto nominare invece qualche “amico”
Dilonardo, 62 anni, è peraltro già dirigente di I fascia della
Provincia di Taranto, ed era a capo del settore Manutenzione immobili
ed impianti. quindi sicuramente non è nè uno sprovveduto, nè è stato
catapultato-assunto dall’ esterno, e peraltro la sua nomina peraltro è
a tempo determinato, ricevendo dal presidente la delega che sino a
pochi giorni prima in assenza di un dirigente di ruolo
era stata
affidata pro-tempore all’architetto Roberto Di Giacinto in quanto
l’l’ultimo dirigente di ruolo, cioè l’ingegner Ignazio Morrone,
era andato in pensione da qualche anno. Non venendo mai sostituito con
un bando. Ma nessuno disse nulla…
Alla Provincia di Taranto attualmente manca peraltro la copertura
economica finanziaria per fare un bando per individuare ed assumere un
nuovo
dirigente
a
tempo
indeterminato
e
quindi
il
presidente Tamburrano è stato di fatto pressochè costretto a
reperire all’interno dell’ Amministrazione Provinciale una risorsa
interna fra gli attuali sette dirigenti di ruolo presenti.
Negli ultimi anni, la dirigenza del settore Ambiente della Provincia
di Taranto è sempre stato una poltrona “bollente”. Un ex commissario
della Provincia Mario Tafaro aveva dichiarato attraverso un’intervista
al Quotidiano di aver ricevuto pressioni per la nomina relativa
proprio alla dirigenza del settore Ambiente. Resta da chiedersi: ma
Tafaro ha mai denunciato alla Procura della Repubblica le pressioni
ricevute, fatto i nomi di chi faceva le pressioni, ed in favore di chi
erano ? Non ci risulta, così come non ci risulta che il giornalista dl
Quotidiano glieli abbia chiesti.Chissà perchè…
Nell’articolo del quotidiano salentino, ci si dimentica di raccontare
che colui il quale si autodefiniva come il grande accusatore di
“Ambiente Svenduto“, cioè Luigi Romandini, è stato successivamente
condannato ed interdetto dai pubblici uffici, ed attualmente sospeso
anche dallo stipendio, dalla Provincia di Taranto
Il quotidiano salentino, di proprietà del noto imprenditore Francesco
Caltagirone (proprietario della Vianini, della Cementir, ecc. nonchè
dei quotidiani IL MESSAGGERO (Lazio, Umbria e Molise), IL MATTINO
(Campania), IL GAZZETTINO (Veneto), CORRIERE ADRIATICO (Marche) e
NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA (Brindisi, Taranto, Lecce) prima di ergersi
a “paladino” del conflitto di interessi e di fare supposizioni
collegate alla parentela del Dilonardo con il figlio che è socio
di Antonio Albanese, (che non è un reato !) farebbe bene a verificare
le condizioni ambientali ed occupazionali della Cementir di Taranto, o
magari spulciare le “collezioni” del quotidiano romano IL MESSAGGERO e
leggere quante ingerenze vengono fatte da Caltagirone per le nomine
nelle società pubbliche della Capitale, o in quelle di cui è persino
importante socio di minoranza, come ad esempio l’ ACEA di Roma (leggi
QUI) . Anche perchè di appalti Caltagirone ne prende molti anche da
queste parti in Puglia…..
Ricordare che Antonio
Albanese, l’imprenditore massafrese ( socio del Gruppo Marcegaglia)
“ha chiesto alla Provincia il raddoppio della seconda linea della
centrale termoelettrica di Massafra mediante incenerimento di
combustibili da rifiuti e biomasse. Si tratta di un investimento da 50
milioni di euro” significa alimentare volgari sospetti. C’è una bella
differenza fra “investire” (cioè tirare fuori i soldi di tasca
propria) e farsi foraggiare da appalti pubblici in cui il Gruppo
Caltagirone ha una discreta eperienza…
Restiamo in attesa di leggere sul Quotidiano una bella approfondita
inchiesta sulla Cementir di Taranto….
Detenuto “prende una boccata
d’aria” ma era ai domiciliari.
Arrestato dalla Polizia di Stato
Ultimi giorni d’intensi controlli da parte degli agenti della Polizia
di Stato, gli uomini della Sezione Volanti codiuvati dai colleghi del
Reparto Prevenzione Crimine di Bari, nei giorni scorsi hanno istituito
una serie di mirati posti di controllo nei vari quartieri della
Città. 191 sono state le persone controllate, nei 18 posti di
controllo; 11 le contravvenzioni al codice della strada elevate ai 67
veicoli controllati, 4 dei quali sono stati anche posti sotto
sequestro in quanto privi delle regolare copertura assicurativa. Nel
prosieguo dell’attività particolare attenzione è stata rivolta anche
al controllo dei circoli ricreativi, due dei quali sono stati posti
sotto sequestro in quanto privi delle regolari autorizzazioni per la
somministrazione di alimenti e bevande.
Infine nella serata di ieri, nel corso dei numerosi controlli a
persone sottoposte a Misure di Prevenzione, gli agenti hanno sorpreso
il 25enne
Alfio Pedicone attualmente sottoposto agli arresti
domiciliari e residente in città vecchia fuori dal proprio
domicilio Il giovane assente al momento del controllo dei poliziotti
dopo pochi minuti ha fatto ritorno presso la sua abitazione ammettendo
le sue responsabilità e dichiarando si essersi allontanato per
prendere una “boccata d’aria”. Dopo quanto accertato ilPedicone è
stato condotto negli uffici della Questura e quindi
tratto in
arresto.
Le BCC sulle affermazioni del
Premier Renzi in materia di banche
e PMI
“Leggeremo con interesse i testi dei provvedimenti annunciati dal
Presidente del Consiglio in materia bancaria. Se saranno orientati ad
agevolare il credito alle PMI potremo dare ulteriormente il nostro
contributo di esperienze, di idee e di numeri”. Così il Presidente di
Federcasse, l’Associazione nazionale delle Banche di Credito
Cooperativo e Casse Rurali, Alessandro Azzi, a commento delle
affermazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
ieri pomeriggio nell’ambito della riunione della Direzione Pd.
Nel solo ultimo biennio le BCC hanno reso disponibile a famiglie e PMI
(da sempre loro clientela di elezione) liquidità aggiuntiva per 6,3
miliardi; si sono rivelate partner affidabili delle politiche
anticrisi (dal 2009 al 2013 oltre 1,5 miliardi alle PMI in partnership
con Cassa Depositi e Prestiti); hanno quote di mercato rilevanti nelle
piccole imprese manifatturiere e nell’artigianato (23%),
nell’agricoltura (18%), nelle imprese legate al turismo (17%). Sono
leader in settori significativi, come il microcredito, del quale
detengono il 57% del totale degli importi erogati. Sono, inoltre, tra
le banche più capitalizzate (con un Core Tier 1 medio del 16%); hanno,
soprattutto, continuato a creare occupazione netta fino al 2013 e
stanno cercando in tutti i modi di difendere gli attuali livelli
occupazionali con importanti iniziative di autoriforma.
“Le BCC hanno confermato in pieno la loro vocazione anticiclica – ha
proseguito Azzi – anche perché sono banche di comunità, possedute ed
amministrate da centinaia di migliaia di imprenditori”. “Situazioni di
criticità transitoria – ha detto ancora il Presidente di Federcasse –
sono state risolte all’interno della categoria senza chiedere un euro
alle casse pubbliche, senza far perdere un euro ai depositanti,
salvaguardando il bene primario dell’occupazione”.
Sul tema del presunto credit crunch, Azzi ha sottolineato: “Non manca
la liquidità, non manca la volontà di erogare credito che, va
ricordato, è sempre risparmio affidato alle banche dai risparmiatori o
dalla Banca Centrale Europea e che va comunque sempre restituito. Il
vero problema è che non vi sono in giro molti progetti di investimento
produttivo sostenibili”. “Non solo. Chiamiamo anche ad una riflessione
– conclude Azzi – sulle norme europee pensate per mettere in sicurezza
il sistema bancario, pensate per quelle grandi banche estere che hanno
causato la crisi e che paradossalmente colpiscono pesantemente le
banche italiane soprattutto le piccole, causando di fatto un credit
crunch normativo. Invitiamo a riflettere anche su parametri
prudenziali che saranno sempre più rigidi con il consolidarsi
dell’Unione bancaria”.
Come avevamo anticipato Blustar Tv
sta per chiudere
La notizia che una voce dell’informazione sta per venire meno non è
mai una bella notizia. E ci dispiace molto darla , anche se ne eravamo
a conoscenza e l’abbiamo anticipato per primi. Onestamente ci fa
sorridere la solita inutile (dal punto di vista pratico) reazione dei
sindacati. La Slc Cgil, Fistel Cisl e Assostampa Puglia, insieme ai
lavoratori riuniti in assemblea oggi, a seguito della procedura di
mobilità indetta dall’azienda, che ha comunicato il licenziamento di
tutti i dipendenti per cessazione di attività, hanno dichiarato
“l’apertura immediata dello stato di agitazione e di due giornate di
sciopero, per sabato 17 e domenica 18“. I sindacati
manifestano l’assoluta contrarietà ed opposizione alla volontà
aziendale che “senza alcuna trattativa né rispetto dei lavoratori e
delle rappresentanze sindacali, scarica ancora una volta sui
lavoratori i problemi e le inefficienze dell’azienda”.
Quello che non si capisce è di quale rispetto delle rappresentanze
sindacali si parli, visto che l’ Assostampa pugliese (organizzazione
sindacale che abbiamo denunciato per diffamazione n.d.r.) di fatto non
ha mai risolto nessuna agitazione sindacale, se non agevolato
prevalentemente la carriera dei propri rappresentanti sindacali nelle
rispettive redazioni o nei prepensionamenti incentivati. Basti
guardare le vicende di Antenna Sud, Telenorba ecc. Risultato dei
sindacati ? Nessuno !
La nota firmata da Andrea Lumino (Slc), Giacomo Francese (Fistel) e
Mimmo Mazza (Assostampa) continua “Riteniamo assolutamente
inaccettabile nei contenuti e nel metodo, questa decisione aziendale
in quanto, come già detto diverse volte negli ultimi anni, l’azienda
si è più volte rifiutata di aprire un confronto per trovare una
soluzione alle problematiche aziendali ed oggi trova la scusa di
questi licenziamenti adducendone la responsabilità al provvedimento
governativo in materia di dismissione delle frequenze. Peraltro, si
tratta di problematiche aziendali che già i lavoratori hanno scontato
in questi anni, dato che ci sono ancora stipendi non pagati, ratei di
tredicesima non accordati, arretrati non ancora riconosciuti (ad
esempio 730). Siamo perfettamente consapevoli che il settore
dell’emittenza radio televisiva sta attraversando un momento
drammatico, ma Blustar Tv deve assumersi gran parte della
responsabilità di questa situazione: un tentativo pregresso di
scissione della società, divisione tra le varie società di debiti e
crediti, gestione dei tralicci e delle frequenze non chiare, personale
in onda che non si sa se dipendente o meno. Ricordiamo che Blustar Tv
è beneficiaria dei contributi statali previsti dalla legge 448/98 a
sostegno proprio dell’emittenza radio-televisiva che dalle
informazioni , in nostro possesso, starebbero per essere erogati”.
“Taranto – continua la nota – non può continuare a perdere posti di
lavoro ed anche i posti di lavoro di Blustar ora sono fortemente a
rischio. Come già detto, inoltre, questo settore è molto delicato: la
nostra indizione di sciopero e vertenza non è solo per la questione
dei posti di lavoro, ma anche a tutela del diritto di informazione
della cittadinanza. A Taranto, è piena emergenza: dopo la chiusura del
Corriere del Giorno, tv e giornali continuano a chiudere, provocando
lo spegnimento di un’altra voce di questa città”.
Quello che però qualcuno dei sindacati non racconta è che a Taranto
l’informazione si è sempre appiattita e sopravvissuta grazie ai
contributi statali, persino La Gazzetta del Mezzogiorno, il quotidiano
barese (di proprietà siciliana) ne usufruisce e fa lavorare i suoi
giornalisti con i contratti di solidarietà, mentre il Corriere del
Giorno di Puglia e Lucania (con cui la nostra testata storica non ha
mai avuto alcun collegamento) e la cooperativa giornalistica 19 luglio
hanno chiuso lo scorso 30 marzo dopo 30 anni di contributi “facili” e
bilanci spesso “taroccati”… incassando decine e decine di milioni di
euro a fondo perduto, e lasciando un buco di 5 milioni di euro. Tanto
pagava “pantalone”, cioè il contribuente ! Eppure lì gli editori erano
i giornalisti. Ma questo è meglio non dirlo…vero Assostampa ?
Ricordare che “Blustar Tv è beneficiaria dei contributi statali
previsti dalla legge 448/98 a sostegno proprio dell’emittenza radiotelevisiva che dalle informazioni , in nostro possesso, starebbero per
essere erogati” non significa nulla, in quanto si tratta di contributi
precedenti all’esercizio in corso, e non certamente stanziati per il
futuro ! Ma anche questo i sindacalisti di “professione” non lo
raccontano. E’ normale anche chiedersi con tutto il rispetto alla
persona, cosa sappia, che competenze abbia in materia televisiva ed
editoriale e cosa c’entri in questa vicenda
Andrea Lumino
(rappresentante Slc) che ci è noto essere un operatore-dipendente del
call center tarantino di Teleperformance, azienda in cui La Gazzetta
del Mezzogiorno ben si guarda dal mettere il naso e fare una bella
inchiesta…
Quello che i sindacalisti dimenticano, o omettono di raccontare
e tenere presente , è che il proprietario di BluStarTv l‘anno scorso è
venuto a mancare, e che nella sua famiglia vi sono altri gravi
problemi di salute, che hanno indotto la proprietà a dismettere
l’attività. Magari i sindacati si sforzino a trovare, loro che possono
tutto…( o niente ?) un acquirente disposto a rilevare la tv e salvare
i posti di lavoro (in redazione ci risultano solo 4 giornalisti). Cosa
aspettano i sindacati ad occuparsi di altre situazioni critiche come
quelle di Studio 100, che dal punto di vista occupazionale ed
economico (come ci hanno scritto in privato alcuni giornalisti )
ritarda nei pagamenti al personale per mesi e non naviga nell’oro ?
Come mai il sindacalista Mazza sulle pagine tarantine della Gazzetta
del Mezzogiorno non parla delle trattative fallite di Studio 100 prima
e della Comunicare (società della Confcommercio di taranto) a rilevare
Blustar Tv ? Ah, saperlo…..
Siamo sinceramente vicini ai nostri colleghi di Blustar Tv e ci
dispiace stiamo per restare senza lavoro, ma nello stesso tempo siamo
anche fieri di poter dire a testa alta che a Taranto, come in
Italia, si può fare informazione libera ed indipendente, come facciamo
noi da sei mesi e con ottimi risultati nonostante una campagna
diffamatoria subita senza precedenti anche dall’ Assostampa di Puglia
ed alcuni suoi rappresentanti (che abbiamo denunciato). Si può fare
informazione, anche e sopratutto senza avere inutili sindacalisti in
redazione. E senza richiedere contributi pubblici. Con il nostro
lavoro ed i nostri soldi
Narcotraffico a Fiumicino: le
immagini inedite dell'arresto di
Federica Gagliardi la "dama bianca"
di Berlusconi
fino
a
quel
giorno
come
la
“dama
Federica Gagliardi era nota
bianca”, per il bianco
candido dell’abito che indossava scendendo dall’aereo di Stato insieme
all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante i suoi
viaggi in Canada, Panama e Brasile. Un video, sino ad oggi inedito,
mostra la Gagliardi fermata lo scorso 13 marzo con 25 chili di cocaina
all’aeroporto di Fiumicino. «Era pieno di roba, era pieno di
vestiti!». «È pieno di ‘roba’ infatti», ironizza il finanziere che al
posto delle insostituibili scarpe con suola rossa trova in mano alla
“dama bianca” un trolley pieno di panetti di droga.
La
Gagliardi
amava
frequentare i locali alla moda di Roma, gli stessi dove il ‘re nero’
Massimo Carminati incontrava il boss amico dei vip Giovanni De Carlo.
In passato era stata molto vicina a Mario Diotallevi, il figlio di
quello che è considerato il capo di Cosa nostra nella Capitale,
Ernesto Diotallevi; un rampollo che vanta legami con servizi segreti e
Fiamme Gialle. Nonostante i chili di droga, la bionda Gagliardi era
sicura di passare inosservata, ma la Guardia di Finanza di Napoli si è
presentata sotto le scalette dell’aereo in arrivo da Caracas e l’ha
bloccata prima che consegnasse il carico. Resta ancora da sapere a chi
fosse destinato.
Una vicenda piena di misteri. I giornali hanno dimenticato la vicenda
e della Gagliardi non si è saputo più nulla. Si sa solo che in
carcere, a Civitavecchia, si comporta da detenuta “modello” e che la
Procura di Napoli indaga su un giro di droga legato alla camorra.
Proprio quella stessa Procura che, qualche mese dopo, ha arrestato per
una vicenda di corruzione Fabrizio Giaccone il comandante della
Guardia di Finanza di Fiumicino all’epoca del fermo della “dama
bianca”. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto Rolex e voli per Parigi e
New York in cambio di verifiche fiscali compiacenti.
l’ufficiale della Finanza, arrestato,
Fabrizio Giaccone
I controlli del resto a Fiumicino non sempre funzionano, tant’è che
negli ultimi mesi centinaia di cittadini algerini sono riusciti a
scappare durante il transito. «Algerini che viaggiano esclusivamente
con Alitalia». Secondo il questore Antonio Del Greco, direttore della
Quinta Zona della Polizia di Frontiera, per la compagnia di bandiera
«è un business»: invece di viaggiare da Algeri verso Mosca o Istanbul
con un volo diretto della compagnia area Air Algérie , preferiscono
viaggiare con Alitalia, pagando anche 400 euro a biglietto, pur di
poter fare un lungo transito a Fiumicino.
Alitalia se ne lava le mani, sostenendo
che il controllo delle
frontiere non compete alle compagnie aeree. Del Greco spiega che il
problema è stato risolto: «Adesso non scappa più nessuno. Ora tutti i
cittadini algerini in transito da Roma vengono accompagnati in una
stanzetta, ci sono anche le macchinette per il caffè». E la sicurezza
è garantita. Ma esiste anche un altro business non
indifferente. Infatti tutti i passeggeri dello scalo, algerini
compresi, pagano una tariffa per la sicurezza: 1,81 euro per ogni
tratta nazionale e 2,44 euro per quella internazionale. Un totale di
50 milioni l’anno che entrano nelle casse di Aeroporti di Roma
(controllata dalla famiglia Benetton) , la società che gestisce
l’aeroporto. Soldi che – dichiara AdR- per la maggior parte servono
per mantenere la struttura esistente e per velocizzare le file ai
controlli. Non solo, a breve, nonostante le direttive Enav non lo
prevedano, sarà persino migliorata la rete di videosorveglianza. Ma
nel frattempo
l’aeroporto di Fiumicino continua ad essere un
colabrodo e garantisce alla criminalità organizzata una sicurezza.
Quella di agire pressochè indisturbata. Sino a quando ?
Crozza: Salvini è contro l’Isis,
prima era contro i calabresi
Terrorismo. Due presunti jihadisti
arrestati nella notte. Erano in
fuga verso l'Italia
Dopo la strage di Parigi è scattata una vasta offensiva degli
investigatori contro il terrorismo in tutta Europa. Il principale
complice di Amedy Coulibaly, cioè quello che gli ha fornito “il più
rilevante supporto logistico” e in particolare l’auto su cui viaggiava
prima della sparatoria a Montrouge, è stato arrestato a Parigi
nell’ambito di una maxi operazione della polizia francese. Operazione
nel corso della quale sono stati arrestati due cittadini belgi che
erano in fuga verso l’Italia: sono stati bloccati dalla polizia
francese nella regione di Chambèry su segnalazione degli inquirenti di
Bruxelles. I due sono sospettati di essere i legati alla cellula
jihadista di Verviers sono stati arrestati in Francia al valico di
frontiera del Frejus proprio mentre si apprestavano a entrare in
Italia. Lo hanno rivelato fonti della polizia francese. I due erano
fuggiti dal Belgio dopo il blitz in cui sono rimasti uccisi due
presunti terroristi a Verviers. “Stavano per attraversare il confine
nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la
segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati“, ha dichiarato una
delle fonti.
Il portavoce della procura belga, Eric Van Der Sijpt, ha comunicato
che il gruppo di Verviers “si preparava a effettuare attentati
terroristici uccidendo funzionari di polizia nelle strade e nei
commissariati“. Il gruppo, tornato di recente dalla Siria, disponeva
di un arsenale di Kalashnikov, esplosivo, munizioni, oltre ad apparati
di comunicazione e uniformi di polizia.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite della trasmissione
«Otto e mezzo», su La7, rispondendo ad una domanda su quale sia il
livello di allerta terrorismo in Italia da 1 a 10, ha risposto: «Siamo
attorno al 7». Nel frattempo, il ministro dell’Interno, Angelino
Alfano, ha ha manifestato l’importanze e la necessità di avviare una
collaborazione tra gli Stati per ostacolare la minaccia terrorismo. A
partire dalla Turchia. “È importante la collaborazione con la Turchia
attraverso cui si può ridurre il transito dei combattenti stranieri
verso i teatri di guerra e far calare quindi il rischio terrorismo per
l’Europa». Alfano ha incontrato il collega Efkan Ala. «La Turchia – ha
concluso il ministro dell’Interno italiano – è il Paese che accoglie
oltre un milione di profughi dalla Siria e da altri teatri. Si tratta
dunque di un Paese strategico nella riduzione del rischio terrorismo
in Europa. Attraverso lo scambio di informazioni di polizia ed
intelligence possiamo raggiungere risultati migliori”.
Il senatore Pietro Grasso, presidente del Senato, nell’esercizio delle
funzioni del Presidente della Repubblica, ha ricevuto oggi nel suo
studio di Palazzo Giustiniani il Sottosegretario di Stato con delega
alla Sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, che lo ha aggiornato
sulla situazione della sicurezza nazionale e internazionale. Lo rende
noto una nota ufficiale.
I Carabinieri arrestano un uomo in
esecuzione di un' ordinanza di
custodia
Nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Crispiano hanno
arrestato Angelo Basta , 45enne originario del luogo noto alle Forze
di Polizia, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in
carcere. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice per
le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modena, poiché l’uomo è
ritenuto colpevole di 4 furti con scasso, di cui tre consumati ed uno
tentato, perpetrati, tra giugno e agosto 2014, ai danni di altrettanti
esercizi pubblici (bar, ristoranti e ricevitorie) ubicati nella
provincia di Modena, dove l’individuo ha dimorato per diverso tempo
fino a qualche mese fa.
In particolare, il Basta che allo
stato si trovava in Crispiano sottoposto all’obbligo di presentazione
alla Polizia Giudiziaria per altra causa, nel corso delle azioni
delittuose addebitategli si sarebbe impossessato di denaro contante
per circa 1000 euro, contenuto all’interno di slot machines e
registratori di cassa; di numerosi gratta e vinci; di alcune stecche
sigarette nonché di una bicicletta del valore di 1700
euro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva tradotto presso
la Casa Circondariale di Taranto, a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.
Ilva senza materie prime, costretta
a fermarsi
La mancata consegna delle materie prime causata dai pagamenti
effettuati in ritardo, rispetto ai tempi contrattuali, ha causato da
ieri lo stop provvisorio di alcuni impianti dell’ ILVA. La direzione
dello stabilimento siderurgico tarantino ha comunicato alle
organizzazioni sindacali nel pomeriggio di ieri che “a causa di un
ridotto approvvigionamento delle materie prime”,
da ieri, a
rotazione ,si procederà all’arresto di ciascun altoforno per 48 ore,
partendo dall’Afo 4. A ruota si fermeranno gli Altoforni 2 e 5.
Secondo voci di ambienti sindacali,sono circa 250 i
coinvolti che andranno a smaltire delle ferie pregresse
contratto di solidarietà. Lo stop degli altiforni avrà,
conseguenze più durature su altri reparti, alcuni
verrebbero fermati anche fino al 23 gennaio.
lavoratori
o messe in
poi, delle
dei quali
Metal Gear Solid V: Ground Zeroes
di Paolo Campanelli
Il più recente capitolo della saga di Metal Gear è un capitolo
piuttosto controverso: originariamente parte di un gioco molto più
grande, Ground Zeroes è stato separato dal resto di Metal Gear Solid V
(la parte rimanente ora chiamata The Phantom Pain) ed espanso in un
più piccolo gioco a se stante.
MGS V: Ground Zeroes è ambientato poco dopo la conclusione di MGS:
Peace Walker, la missione di Big Boss (altresì noto come Naked Snake)
è di infiltrarsi in una base militare inspirata a Guantanamo Bay e
recuperare Chico, fratello minore della comandante di un gruppo di
combattenti che collaborano con quello di Big Boss, e Paz, spia che
durante gli eventi di Peace Walker si era infiltrata nella
organizzazione di Big Boss, e fuggire con il supporto di un
elicottero. Il gioco è, come tutti gli altri capitoli della serie,
basato sulla furtività: venire individuato farà infatti convergere i
nemici sul giocatore, e anche solamente lasciare segni del proprio
passaggio metterà in allerta i soldati e renderà più difficile passare
inosservati.
Oltre alla missione principale, completabile in poco più di un’ora,
sono presenti 7 missioni secondarie, ambientate nella stessa mappa,
che alternano vari obiettivi fra cui eliminare bersagli o recuperare
oggetti prima di fuggire dalla base, base che sarà completamente
esplorabile in ogni momento, creando finalmente un senso di “open
world” che Kojima cercava sin da Metal Gear Solid 3 con la base russa
di Groznyj Grad. I comandi sono fluidi e responsivi, permettendo al
personaggio di correre, strisciare, rotolare, sparare e effettuare
tecniche di combattimento corpo a corpo e passare da un azione
all’altra istantaneamente.
Il comparto visivo può essere riassunto in un’unica parola:
Spettacolare. Gli effetti di luce, le armi, la pioggia… ogni singolo
pixel dello schermo vibra di colore in ogni momento, arrivando oltre
la massima qualità possibile per un film di guerra. Il comparto sonoro
non è da meno, con effetti sonori spettacolari e realistici e brani
audio fra cui Nuclear di Mike Oldfield e Here’s to you (Sacco e
Vanzetti) di Ennio Morricone, oltre a brani storici della serie.
Come già accennato, Metal Gear Solid V era previsto come un unico
gioco, ma il lungo periodo di produzione spinse Hideo Kojima, padre
della serie, a prendere la prima parte del gioco, espanderla e a
rilasciarla come prequel, creando così Ground Zeroes, pubblicato a
marzo per le consolle e a natale 2014 per il PC. Le parti rimanenti
del gioco (che ci ha assicurato si tratterà almeno di altre 5 ore di
storia) verranno pubblicate con il nome di The Pantom Pain, previsto
per l’autunno 2015.
Per questo motivo il gioco è stato considerato “una demo” su cui non
sprecare soldi” da molti; ciò non ha tuttavia intimidito i fan della
saga, vendendo ben oltre un milione di copie in poco più di un mese
solo su consolle, dando un succulento assaggio di come sarà il gioco
successivo. Metal Gear Solid V: Ground Zeros è stato prodotto dalla
Kojima Production e pubblicato da Konami. Il gioco è disponibile per
PS3, PS4, Xbox360, XboxONE e PC, con le consolle di nuova generazione
e il pc in grado di portare la qualità del videogioco ai massimi
livelli.
La versione Pc può essere acquistata su Steam a venti euro, le
versioni consolle costano invece tra 25 e 30 euro
L' Audio dell' audizione sull' ILVA
alla commissione Industria del
Senato. Parlano Vendola, Stefàno,
Tamburrano e Prete
Nichi Vendola il governatore della Regione Puglia , dopo la sua sua
audizione odierna dinnanzi alla Commissione Industria del Senato della
Repubblica, si è soffermato dichiarando che “sono perplesso che si
consenta al commissario di operare al di fuori delle leggi e
delle possibili responsabilità penali. Secondo me è
una norma
pericolosa e superflua ” aggiungendo che “i sistemi corruttivi si
sono ubriacati“, dimenticando che al momento è lui ad essere sotto
processo nella famosa inchiesta “Ambiente Svenduto” avviata
dalla Procura della Repubblica di Taranto. Il governatore uscente
della Regione Puglia ha parlato di “elementi di incostituzionalità
della norma” spiegando che la Regione Puglia è impossibilitata
ad impugnare il provvedimento perché non tocca nulla che
abbia competenza regionale.
Vi proponiamo l’audio integrale dell’ intera audizione in cui sono
stati ascoltati oltre a Vendola anche il suo “ex” alleato Ippazio
Stefàno, sindaco di Taranto, passato con amici e voti alla corte del
segretario regionale del Pd Michele Emiliano, quella del Presidente
della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, e del presidente
dell’Autorità portuale di Taranto Sergio Prete.
Per ascoltare cliccate qui.
/
Ecco chi sussurrava le frasi giuste
a Matteo Renzi. Senza essere pagata
!
Matteo Renzi aveva inaugurato il semestre di presidenza italiana dell’
Unione Europea con la citazione della generazione Telemaco; mentre a
Strasburgo ha chiuso con l’Ulisse di Dante e il suo “fatti non foste a
viver come bruti“.
Chi gliele suggeriva? A rivelarlo è stato il settimanale Panorama nel
numero in edicola da ieri mercoledì 14 gennaio, che ha reso noto che
fino a poco tempo Renzi fa si è servito di una ghost-writer. Il suo
nome Andrea Marcolongo, 28enne nata a Milano, una donna, grecista ed
allieva della Scuola Holden di Alessandro Baricco.
Delusa e non pagata,
qualche settimana fa, la Marcolongo (che
lavorava per il presidente del Consiglio dal 2013) di si è congedata
dal premier, inviandogli una mail di addio. “Non sono mai stata
pagata, a parte una mensilità” ha dichiarato la donna a Panorama,
anche se precisa che non è per i soldi che se n’è andata. “Eravamo
tutti così. Viaggi a Roma e lavori mai pagati, so di persone che si
sono indebitate e sono andate dallo psicologo perché distrutti dalle
promesse“. Nonostante tutto, però, aggiunge la ragazza “è stato un
lavoro bellissimo, ero libera di scrivere tutto quello che volevo“.
Controlli a Massafra. 1 arresto, 4
denunce in stato di libertà e 9
persone segnalate quali assuntori
di sostanze stupefacenti
Un arresto e 4 denunce a piede libero sono il risultato di un servizio
di controllo straordinario del territorio disposto negli ultimi giorni
dalla Compagnia Carabinieri di Massafra e finalizzato al contrasto dei
reati di maggiore allarme sociale.
Nel corso del servizio, i militari della Stazione Carabinieri di
Massafra, in esecuzione di ordine di carcerazione, hanno tratto in
arresto ed associato alla Casa Circondariale di Taranto un 35enne del
posto, condannato ad anni 1 di reclusione perché riconosciuto
colpevole di concorso in furto aggravato.
Nell’ambito di tali attività, le Stazioni dipendenti dalla Compagnia
hanno denunciato in stato di libertà un 46enne e un 25enne, entrambi
baresi, perché ritenuti responsabili di porto abusivo di arma
impropria e possesso di grimaldelli. I due, sottoposti a perquisizione
personale e veicolare, durante un controllo alla circolazione
stradale, venivano trovati in possesso di arnesi da punta, di torcia
elettrica, di guanti e di altro materiale, tutto sottoposto a
sequestro.
Denunciati a piede libero invece un 19enne di Palagiano (Ta),
per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente. Medesimo,
sottoposto a perquisizione personale, veniva trovato in possesso di
gr. 1 di cocaina suddivisa in tre dosi, ed un 27enne di Palagianello
(Ta), per le violazioni delle prescrizioni imposte dal foglio di via
obbligatorio. Il predetto veniva sorpreso dai Carabinieri mentre si
trovava in Palagiano (Ta) in violazione della misura del foglio di via
obbligatorio al quale era sottoposto.
Nel medesimo contesto, venivano altresì segnalate, all’Ufficio
Territoriale del Governo presso la Prefettura di Taranto , 9 persone
ritenute utilizzatori di sostanze stupefacenti, poiché sorpresi in
possesso di complessivi gr. 1 di eroina, gr. 5 di hashish e gr.1 di
cocaina.
Di tutto di più
Renzi : “ non facciamo le leggi ad personam”.
Solo ad “ cazzum de cane ”.
Comunque ha fatto più vittime Monti con la sua politica,
che non i 3 terroristi nella redazione del giornale satirico francese.
Lui sterile, lei va a messa e rimane incinta.
Precisamente in che posizione l’ hanno messa…?!?!?!
Salvini : “ Il Papa sbaglia a dialogare con l’Islam”.
Lo ha detto quello che dialoga con Borghezio.
Giuliano Ferrara : “ questa è una guerra Santa contro
l’Occidente, e chi lo nega è un coglione”.
…Di tutta la frase, coglione è l’unica cosa sensata che ha detto…!!!!
Vuoi far crollare qualcuno?
Affidati alla ditta che ha costruito il ponte inaugurato a Dicembre e
crollato a Gennaio. Attacco terroristico in Italia.
Santanchè :” voglio pubblicare Charlie Hebdo in Italia”
E che bisogno c’è in Italia siamo pieni di caricature di politici?!?!?
Finito l’incubo terrorismo in Francia, presi i
terroristi dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Ovviamente
senza considerare Carla Bruni in concerto.
Taranto: “ Carabinieri arrestano 5 ufficiali di Marina,
imponevano pizzo agli imprenditori”.
Siamo passati da “ Ufficiale e Gentiluomo” a “Ufficiale e Delinquente
”.
Atto terroristico a Taranto.
Al Bano in concerto all’ Orfeo.
La Guardia di Finanza sequestra a
Grottaglie 1300 articoli pericolosi
ed accessori per la telefonia
contraffatti
I finanzieri del Comando Provinciale di Taranto, nell’ambito di
servizi di controllo economico sul territorio per il contrasto ai
traffici illeciti, hanno individuato un’attività commerciale di
Grottaglie (TA) gestita da una persona di nazionalità cinese,
all’interno della quale, oltre ad accessori di telefonia muniti di
marchio contraffatto, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro
circa 1.300 articoli fra congegni elettrici ed elettronici, lampade e
batterie, risultati non certificate e conformi alla normativa europea
sulla sicurezza e pertanto pericolosi per i consumatori .
Per
la
titolare
dell’attività è scattata la denunzia all’Autorita’ Giudiziaria per il
reato di “Frode nell’esercizio del commercio” nonché la segnalazione
ai fini amministrativi per violazioni al Codice del Consumo (D.Lgs.
206/2005), in quanto i prodotti non riportavano le indicazioni in
lingua italiana ovvero erano mancanti delle indicazioni relative alla
ragione sociale, al marchio e alla sede legale del produttore –
importatore.
Auspichiamo che questi controlli vengano effettuati anche a Taranto in
via D’ Aquino e via Di Palma che dal mattino alla sera è diventato un
vero e proprio “mercatino della contraffazione”, effettuato proprio
davanti alle vetrine dei commercianti che sono sempre più esasperati.
UIL: “Il Parlamento italiano, in
sede di approvazione, apporti
correttivi al Decreto Ilva,
divenuto il settimo sul siderurgico
di Taranto”.
Antonio Talò, segretario generale della UILM di Taranto, si dichiara
insoddisfatto in diverse parti dello stesso Decreto. “Non ci piace e
siamo preoccupati – sostiene il segretario dei metalmeccanici della
UIL – per i poteri del commissario che sono stati già stabiliti dal
provvedimento. Soprattutto in quella parte che stabilisce la sua
impunibilità e quella dei suoi delegati. Sono “figure” che saranno ben
retribuite, inoltre, per attuare il piano ambientale dell’azienda
gestendo anche la nascita della newco nell’ambito della loro
amministrazione straordinaria. Chiediamo che in questa parte il
Decreto Renzi sia corretto affinché il commissario e i suoi delegati
rispondano del loro operato a tutti gli Organismi istituzionali
vigenti”.
Antonio Talò, inoltre, si dichiara preoccupato per il fatto che “le
risorse previste dal governo nazionale per ambientalizzare l’ Ilva
continuino a essere insufficienti. Non verremmo che l’80% delle
prescrizioni Aia non contempli la copertura dei parchi minerari, nodo
centrale e indifferibile dell’ Aia”.
A questo proposito, Talò esprime timori perché “con questo Decreto
appare evidente l’intenzione di spostare di molto i tempi per gran
parte degli interventi previsti dall’Autorizzazione integrata
ambientale. Mi preoccupa ancor più perché ciò appare un voler prendere
tempo per le bonifiche che significano tutela ambientale e sanitaria
di Taranto e provincia, per le quali il presiedente Renzi si è
personalmente impegnato. Si riporti, perciò, il termine per l’Aia a
quanto previsto dal precedente decreto”.
Non ultima preoccupazione per il segretario della UILM ionica è quella
legata all’indotto del siderurgico tarantino “Quelle risorse – spiega
Talò – che consideriamo insufficienti, pur valutando con la cautela
dovuta l’impegno del governo Renzi per risolvere tutte le emergenze
nella provincia di Taranto, quelle occupazionali che non devono
assolutamente prescindere dalla tutela della salute di tutte le
popolazioni, devono anche prevedere il saldo delle fatture per i
lavori effettuati dalle ditte appaltatrici che vivono in stato di
precarietà per mancanza di liquidità. Tutto questo – conclude Talò –
si sta già riversando drammaticamente sui livelli occupazionali e
sulla sopravvivenza del tessuto imprenditoriale, commerciale e
artigianale tarantino”.
Tutto quello che vorreste sapere…
Dicono che lui si occupa di carni, e che lei abbia la
carne debole, ed una passione sfrenata per Parigi. E non solo…
Dicono che lei ricordando i tempi duri nel quartiere
confinante con l’ Ilva, cambi un troppo spesso borse “griffate”. Ed
aggiungono che siano quasi tutte false. Anche perchè gli affari
in famiglia non vanno molto bene.
E lei si guarda intorno…
Dicono che un giornalista tarantino in cassa
integrazione stia rischiando di perderla…dopo aver già perso la
fiducia dei suoi colleghi di (ormai ex) redazione. il 1° caso di
rappresentante sindacale giornalista sfiduciato dalla redazione di un
giornale chiuso!qLe consulenze infatti, sono proibite per legge…
Dicono che un “amico degli amici” tarantini di
Vendola sia continuamente alla ricerca di finanziamenti per
la formazione dagli enti pubblici jonici. In tal caso, all’improvviso
come per incanto gli esponenti degli altri partiti, diventano tutti
più simpatici. Ma iniziano ad arrivare i primi “no, mi spiace“. I
primi di una lunga serie…
Quirinale, il presidente Napolitano
si è dimesso
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha
lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Venne eletto al Colle il
15 maggio 2006 per la prima volta , il 20 aprile 2013 per la seconda
accogliendo l’invito ricevuto da un ampio schieramento parlamentare,
in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà
novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due
mandati nella storia della Repubblica italiana. Si chiude così la
presidenza più lunga della Repubblica. “Sono contento di tornare a
casa“, ha confidato ieri ad una bambina Napolitano, “il Paese resti
unito e sereno“, il suo ultimo messaggio agli italiani.
Iniziano intanto a circolare intanto le ipotesi su chi potrebbe
diventare il prossimo capo dello Stato. Tra i nomi, c’è Mario Draghi
attuale presidente della Banca Centrale Europea , che proprio
mercoledì mattina, in un’intervista alla Zeit, ha ribadito però di non
voler succedere a Napolitano: “È un grande onore naturalmente per me
essere preso in considerazione, ma non è il mio lavoro”.
Secondo la procura di Milano,
scritto così “il decreto legge
sull’ ILVA potrebbe bloccare il
rientro dalla Svizzera di capitali
per un miliardo e 200 milioni".
Il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, titolare con il
sostituto Stefano Civardi di diversi procedimenti in corso sullo
stabilimento siderurgico di Taranto, nel corso dell’ audizione
dinnanzi alla Commissione Industria del Senato della Repubblica, ha
dichiarato che
“Così come è stato approvato, il decreto legge
sull’ Ilva potrebbe bloccare il rientro dalla Svizzera di capitali per
un miliardo e 200 milioni, che servirebbero per attuare le
prescrizioni dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale, ndr) e
rimettere in piedi l’azienda“ intendendo segnalare l’anomalia
al Parlamento per sollecitare una necessaria modifica della norma che
dovrà essere convertita entro marzo in legge. Secondo il magistrato,
l’attuale decreto legge
“sembrerebbe aver abrogato” il comma 11quinquies del precedente decreto 62/2013 , cioè il primo decreto sull’
ILVA, che prevedeva ed indicava “Nuove disposizioni urgenti a tutela
dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di
interesse strategico nazionale”, legittimando appunto il trasferimento
delle somme sequestrate con adeguate garanzie. “Non siamo riusciti a
capire in molti – ha dichiarato Greco – perché si fanno le leggi in
questo modo, forse per un problema di gestione di potere”.
Secondo il procuratore aggiunto noto per la sua competenza
internazionale sui reati e procedure giudiziarie-finanziarie, questa
vigente normativa potrebbe creare “problemi”, con le Autorità
svizzere che avrebbero detto alla Procura di Milano che “hanno detto
che non hanno difficoltà a far rientrare questi soldi, che sono
scudati e dunque italiani. Ma pongono delle condizioni e vogliono
delle garanzie”. In pratica la Svizzera chiede alle Autorità italiane
che i soldi posti sotto sequestri “non siano confiscati prima di una
sentenza definitiva passata in giudicato“. Poichè, l’inchiesta è
ancora in corso ha detto Greco “se l’Italia rivuole quei soldi deve
far rivivere quell’articolo, ovviamente con le modifiche legate alla
previsione
del
passaggio
da
commissario
straordinario
all’amministrazione straordinaria”. Sulla questione dello scudo
fiscale operato da un trust di cui Emilio Riva era beneficiario, il
procuratore Greco
ha spiegato che tratta di un miliardo e
duecentomilioni di euro circa, dei quali attualmente 1 miliardo di
euro è rimasto a Zurigo
in Svizzera ma di fatto sono soldi
sostanzialmente italiani, sequestrati e destinati al Fondo Unico
Giustizia mentre gli altri 200 milioni erano già in Italia (affidati
in gestione dai Riva alla Banca Aletti ) e quindi sono già nella
immediata disponibilità del Fondo unico giustizia. La somma
sequestrata potrebbe aumentare ed arrivare intorno ai 2 miliardi di
euro in virtù di alcune investigazioni attualmente in corso della
Procura di Milano.
Un altro problema sollevato dal procuratore aggiunto è inerente alla
circostanza che “un’elargizione dello Stato, ovvero una confisca
preventiva di questo denaro senza una contropartita, potrebbe avere
dei riflessi in termini costituzionali e anche con l’ Unione
Europea, poichè potrebbe rappresentare una sorta di aiuto di Stato“.
Sono queste la ragione, ha concluso il procuratore Greco, per cui
deve essere riproposta la formula abrogata, attraverso un emendamento
in sede di conversione del decreto.
Greco ha suggerito anche una soluzione “tecnico-giuridica” al
Parlamento italiano: “La possibilità di un’emissione di un prestito
obbligazionario con un rendimento pari a quello medio del Fondo unico
giustizia che può essere fatto da ILVA spa o dalla newco, se si
farà” . Le somme
scudate sequestrate, una volta rientrate dalla
Svizzera, ovviamente secondo quanto già indicato e disposto dal Gip di
Milano, dovranno essere destinate “esclusivamente a pagare l’Aia“.
Anche Franco Sebastio, procuratore capo di Taranto (prossimo alla
pensione) è stato ascoltato dalle commissioni, chiedendo di ricevere
chiarimenti sulla norma che prevede la non punibilità del commissario
dell’amministrazione straordinaria , e di quella in base alla quale
per il commissario stesso e i suoi uomini sarà sufficiente realizzare
l’80% delle prescrizioni dell’Aia.
Sebastio ha sostenuto che è
necessario chiarire meglio questa norma di salvaguardia che garantisce
la sostanziale impunità civile e penale, spiegando chiaramente se
riguarda solo le azioni in attuazione del piano ambientale previsto
dall’Autorizzazione integrata ambientale o se riguarda anche quelle in
omissione. Poi però è arrivato il nuovo decreto che prevede, appunto,
la non punibilità delle condotte del commissario e dei “soggetti da
lui funzionalmente delegati” in attuazione del piano di risanamento.
“E le condotte in omissione del piano? – ha chiesto Sebastio – Se non
si da sfogo a quel piano, non siamo in attuazione ma siamo in
omissione e quindi che facciamo?“. La norma, poi, riguarda il nuovo
amministratore. “E quel che riguarda questi due anni precedenti, che
noi stiamo valutando?“.
Sempre secondo il procuratore capo di Taranto
Sebastio è
importante chiarire la norma in base alla quale se entro il 31 luglio
prossimo si sarà realizzato almeno l’80% delle prescrizioni il resto
potrà essere rinviato a data destinarsi. “Non c’è una data ulteriore
di proroga e sarà il capo del governo a decidere quando dare la
proroga. È un fatto un po’ strano, anche se decide l’organo
legislativo”, ha concluso
Sebastio, chiedendo: “ma cosa significa
l’80% delle prescrizioni? È numerico o in termini economici? Coprire i
parchi minerari vale come mettere il cartello ‘Attenzione ai carichi
sospesì‘ ? Sarebbe utile chiarire questo punto”.
Ecco perché il
procuratore ha chiesto che venga fatta chiarezza. “Le perplessità sono
dovute probabilmente alla nostra pochezza intellettuale“. Ma “dire a
futura memoria ‘non sarai penalmente perseguibile per quello che
commetterai in futuro’, lascia un po’ perplessi. Poi c’è la legge e a
quella ovviamente il magistrato si attiene“. Quindi “se ci fosse un
chiarimento non ci dispiacerebbe e ci consentirebbe di muoverci
meglio“.
Ancora oggi, ha spiegato Sebastio, la procura di Taranto è “fatta
oggetto di segnalazioni, denunce, esposti in cui si sostiene che lo
stabilimento continua a produrre gli stessi fatti di grave
inquinamento che sono oggetto dell’attuale procedimento penale“. I pm
dunque, “hanno degli obblighi di legge“, e per questo “abbiamo avviato
un’indagine e stiamo valutando quale via seguire, naturalmente tenendo
conto di ciò che emergeva dalle leggi precedenti”. Anche perché la
procura “da 3 anni opera tra l’incudine e il martello: siamo stati
denunciati dagli attuali imputati e quelli che oggi presentano gli
esposti, sui giornali ci fanno intendere che facciamo troppo poco e
che se non ci muoviamo ci denunciano loro“.
Sebastio ha riferito anche di un nuovo filone di indagine che è stato
avviato dalla Procura di Taranto ufficio che “è stato fatto oggetto di
una serie sterminata di denunce, esposti, segnalazioni giunte da più
fonti, rapporti dei Carabinieri del Noe e relazioni di Arpa Puglia. La
tesi che si sostiene è che lo stabilimento, così come viene gestito,
continua sostanzialmente a produrre gli stessi fatti di grave
inquinamento oggetto dell’attuale procedimento penale” la cui udienza
preliminare a suo parere, dovrebbe arrivare a conclusione entro la
prossima primavera.
“Cerchiamo dunque di operare in maniera soddisfacente per tutti – ha
concluso Sebastio – anche perché la chiarezza eviterebbe domani
problemi con la Corte Costituzionale“.
Eccovi l’audio integrale dell’ audizione
L'audizione sull' Ilva del
commissario straordinario Gnudi
alla Commissione Industria del
Senato
Vi segnaliamo e proponiamo la visione integrale dell’audizione in
Senato.La nostra redazione intende in tal modo offrire ogni
informazione sulla vicenda, senza alcun commento, ai nostri lettori
che potranno ascoltare la discussione, evitando di leggere sui soli
giornali e siti interpretazioni faziose da parte dei soliti “noti”
pennivendoli locali, che molto spesso preannunciano fatti contrari al
vero ! Informare per noi significa dare notizie di prima mano, e non
per sentito dire o su “commissione”….
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