McEnroe Wimbledon

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McEnroe Wimbledon
SPECIALE TennisWimbledon
SCATTA DOMANI SULL’ERBA PIU’ FAMOSA DEL MONDO IL TERZO SLAM STAGIONALE, QUELLO DELLA TRADIZIONE E DELLA LEGGENDA, CHE NON INCORONA VINCITORI MA EROI : PERCHE’ L’ALL ENGLAND CLUB NON E’ UN CAMPO, MA UN TEMPIO
Come sono i suoi ritorni a Wimbledon?
l’Analisi
DI GIANNI VALENTI
NOLE E RAFA
CON TERZO
INCOMODO
MURRAY
Diciamo la verità: ci
aspettavamo una stagione
più pimpante, con qualche
outsider pronto a insidiare i
soliti mostri sacri. L’acuto di
Stan Wawrinka agli Open
d’Australia sembrava di
buon auspicio. Le voglie
matte dei rampanti Raonic e
Dimitrov avevano
consolidato la speranza di
un parziale ricambio
generazionale di cui il tennis
avrebbe ormai bisogno.
Invece domani comincia
Wimbledon, il torneo più
bello del mondo, e siamo
sempre allo stesso punto.
Con il duopolio NadalDjokovic che non solo
domina la scena ma ha
anche scavato un abisso tra
se e gli altri. I due fanno
gara solitaria nel ranking.
Con il serbo
all’inseguimento dal 7
ottobre del 2013 quando
dopo 101 settimane da leader
ha dovuto cedere lo scettro
allo spagnolo. La
combinazione che lo
riporterebbe numero 1 è
presto fatta: vincere, con il
rivale diretto eliminato entro
i quarti di finale. L’ipotesi
non sarebbe poi così
strampalata se dessimo
un’occhiata agli score delle
ultime edizioni: Rafa fuori al
primo turno nel 2013 e al
secondo l’anno precedente.
L’erba insomma pare
andargli un po’ di traverso.
L’ultimo trionfo risale al
2010. Ma, superficie o non
superficie, il Nadal
ammirato a Parigi dà oggi
ampie garanzie sotto il
profilo della competitività.
Dunque, sarà ancora lotta
a due? E’ probabile, con un
terzo incomodo: Andy
Murray. Questo è il suo
torneo, che può risollevarlo
dopo una stagione fin qui
scialba dove l’unico acuto
(si fa per dire) è venuto
dalla nomina di Amelie
Mauresmo come allenatore
che ha sostituito Ivan Lendl.
Lo scozzese ha gioco e
motivazioni straordinarie
per arrivare fino in fondo.
Incrociando magari nel suo
cammino Fabio Fognini,
capitano di una pattuglia
azzurra che s’affaccia un po’
timidamente al terzo Slam
stagionale. Dietro il suo
imprevedibile talento,
aspettiamo con curiosità
come si muoveranno
Pennetta e Giorgi. Presente e
futuro del nostro tennis
femminile.
Per Camila, in particolare,
è l’ennesima prova del nove:
il nostro talento più
interessante fa e disfa che è
un piacere. Abbiamo capito
che il salto di qualità non
dipende dai colpi: quelli ce li
ha. I suoi traccianti devono
essere accompagnati da una
gestione del match saggia e
diligente. Cosa che
purtroppo ancora manca.
Mr Tennis ha scritto pagine memorabili a Londra: «E’ un posto speciale e unico. Volevo essere Borg, per le ragazze... E adesso adoro Fognini»
«Sono sempre eccitato, pensando che com­
menterò ancora in tv per ESPN e BBC i miglio­
ri match e potrò rivedere molti dei vecchi
amici».
Qual è il suo posto preferito?
«Il Centre Court perché è un posto davvero
speciale nel nostro sport, dove io personalmen­
te ho tanti ricordi».
Wimbledon è l’ideale per giocare a tennis?
«Sì, per i campi in erba e la grande storia».
Contro quale campione di ieri o di oggi le sa­
rebbe piaciuto giocare, a Wimbledon?
«Rod Laver, il mio idolo, o Pete Sampras o
Roger Federer, i migliori di sempre sull’erba».
Qual è stato il miglior match a Wimbledon?
«La finale del 1980 contro Bjorn Borg perché
ebbi la sensazione che elevò il livello del gioco
sia mio che di Bjorn. Anche se persi, quel match
mi insegnò che avrei potuto guadagnare molto
rispetto anche con una sconfitta. E Bjorn mi fe­
ce capire che sarei dovuto andare molto più in
profondità dentro me stesso, e avrei dovuto de­
siderare ancor di più la vittoria per conquistare
Wimbledon. Come feci nel 1981».
Perché è ancora il n. 1 di questo sport, che
cosa pensa di rappresentare per i tifosi?
«Sono rimasto nel tennis perché amo questo
gioco e adoro ancora la gara. Vorrei pensare
che i tifosi capiscono che faccio tutto quello che
posso per restituire al tennis quanto mi ha da­
to. Quando non faccio il commentatore tv nei
tornei dello Slam, lavoro e sovrintendo la mia
tennis academy alla Randall’s Island di New
York City, per attirare più ragazzi ed adulti nel
nostro grande sport e per trovare nuovi talenti
e magari campioni per New York».
Che cosa ama particolarmente del tennis?
«E’ uno sport globale ed un vero test per fisi­
co, carattere, forza mentale e nervi».
McENROE
«Punto su Serena
Djokovic, superati»
»
Lei che cos’ha imparato, sul campo?
«Ho imparato che, se vuoi vincere, devi chie­
dere molto a te stesso, e che in gara non c’è
modo di nascondersi. E non c’è sensazione più
bella di giocare al livello più alto delle tue pos­
sibilità e sapere che hai dato il massimo. Sono
lezioni per la vita».
Perché gioca nell’Atp Tour of Champions?
«E’ meglio che lavorare.... Noi giochiamo an­
cora per il gusto della gara e vogliamo ancora
vincere. Vogliamo essere sicuri che valiamo il
prezzo del biglietto».
A quale ex pro si è avvicinato, sul Tour?
«A Bjorn Borg perché ci siamo sempre capiti
e ha un senso dell’umorismo simile al mio».
Il 17 e 18 ottobre giocherà a Genova e Milano,
che rapporto ha con l’Italia?
«Il mio vecchio manager, Sergio Palmieri, è
italiano e l’Italia è un bellissimo paese con una
grande storia ed ottimo cibo».
Quale suo match ricorda di più, in Italia?
«Un’esibizione contro Ivan Lendl quando mi
arrabbiai con lui perché non stava giocando be­
ne, e alla fine mi battè. Che pazzia!».
Quale piatto preferisce nella cucina italiana?
«Pasta, alla bolognese»
Fabio Fognini ricorda John McEnroe in certi
comportamenti, che gli direbbe?
«Sii te stesso, fai tutto quello di cui hai biso­
gno per giocare al massimo. E continua ad
esprimere la tua personalità. L’adoro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VINCENZO MARTUCCI
VinceMartucci
John McEnroe, ecco Mister Tennis.
Quali sono i suoi favoriti a Wimbledon?
«Novak Djokovic, ma dovrà giocare molto
bene perché l’erba non è la sua miglior su­
perficie. Serena Williams perché è famosa
per riprendersi dopo una brutta sconfitta ed
è la migliore del mondo e la migliore di sem­
pre».
E’ questo l’unico Slam che Federer può an­
cora vincere?
«Sì, perché la sua miglior superficie è l’erba e
ha vinto 7 titoli».
Per John McEnroe che cosa signi­
fica Wimbledon?
«E’ un posto speciale, unico».
Quali sono i suoi migliori ricordi ai
Championships?
«Soprattutto le battaglie sul Centre
Court con Bjorn Borg».
Il suo esordio, nel 1977.
«Dovevo essere molto più bravo di
quanto pensassi oppure gli altri non
erano così forti come credevo, visto
che arrivai in semifinale a 18 anni...
Sarei voluto essere Bjorn Borg: quante
ragazze gli davano la caccia, come se
fosse uno dei Beatles!».
L’ATP CHAMPIONS TOUR
A ottobre a Genova e Milano
Mac, Lendl, Ivanisevic, Chang
John McEnroe, Ivan Lendl, Goran Ivanisevic
e Michael Chang saranno i protagonisti della tappa italiana dell’ATP Champions Tour, il circuito delle leggende, venerdì 17 ottobre con le semifinali al 105 Stadium di Genova e sabato 18 ottobre con le finali al Mediolanum Forum di Assago. Biglietti, da 25.50 a 77 euro, con varie e importanti agevolazioni per nuclei familiari, giovani e tesserati Fit sul sito www.lagrandesfida.net (dove si trovano anche tutte le informazioni) e sul circuito Ticketone.

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