comics - Società Italiana di Artroscopia
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ANNO I - NUMERO 1-2016 Presidente SIA Piero Volpi Vice-presidente Enrico Gervasi SIACOMICS A cura della Faculty Innovazione Tecnologica Presidente Francesco Franceschi Responsabile editoriale Luca La Verde IL GIORNALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI ARTROSCOPIA QUATTRO CHIACCHERE CON ANTHONY ROMEO ... IL GIGANTE BUONO DELLA SPALLA! IN 16 AGGIORNAMENTI Chirurgia DOPPIA 13 INTERVISTA Laurent Lafosse CLINICO 17 CASO ...conflitto femoro THE DATE 15 SAVE 3 appuntamenti DA S.I.A. 19 FACCIE S.I.A. DAY e Gilles Walch 3 EDITORIALE SIAmo sempre più social 4 11 VOYAGER GEOS è on-line (Gestione degli SCORE ortopedici) DOMENICO FENGA segue a pagina da non perdere artroscopica dell’anca acetabolare... all’Humanitas Ciao Maestro! Ciao Max, sei stato il maestro di tanti noi. Quando ero un giovane apprendista, la frase più ricorrente per noi ragazzi dell’artroscopia era: “Sei stato a Sondalo? Vai li che è il posto dove fanno meglio il crociato in Italia, c’è Max!” È quello che ha portato la tecnica artroscopica in Italia e ci ha creduto più di tutti! E Sondalo, un paesino freddo con un ospedale arrampicato su un cucuzzolo spesso immerso nella nebbia era il suo regno. 80 posti letto solo di chirurgia e riabilitazione del ginocchio, una sala operatoria dove tutti lo amavano e lo temevano con regole ferree per l’igiene e soprattutto un frigorifero pieno di salumi e formaggi della valtellina sempre aperto a tutti gli ospiti! I suoi assistenti avevano tutti un nomignolo: Fox! Golden boy! Lord! Tutti riconoscevano la sua leadership. I pazienti avevano una fede cieca in lui lo adoravano ed accettavano qualsiasi indicazione chirurgica proponesse. Ci mancheranno tanto la tua plica mediale, il corpo di Hoffa e l’accesso medio-patellare per operare il crociato come poi spiegava Freddie più di venti anni dopo. Ciao Maestro, noi continuiamo sulla tua strada! Francesco Franceschi •3 Gennaio /Aprile 2016 Editoriale Abbiamo tutti ormai accertato come l’utilizzo quotidiano della tecnologia tramite pc, smartphone e tablet rappresenti l’imperativo per riuscire a “cavalcare nella immensa prateria” di informazioni che il mondo scientifico ci mette oggi a disposizione. La S.I.A. negli ultimi anni ha voluto implementare fortemente la sua presenza sul Web, dotandosi di un sito semplice, funzionale e di rapida consultazione. Da ormai 3 anni con Valentina ci dedichiamo alla costruzione, all’implementazione e all’aggiornamento del sito siaonline.net, che ha finalmente acquisito una sua corposità: ad oggi sono pubblicati oltre 140 articoli, che hanno ottenuto 130.000 click, con una media di visitatori superiore ai 100 giornalieri! Da pochi mesi la Società è inoltre entrata a far parte dei due social più diffusi, Facebook e Twitter, tramite i quali vengono rimbalzate tutte le news già presenti sul sito societario, sia verso i followers sia verso utenti che il sistema identifica come “possibili interessati”. Il XXII Congresso Nazionale, svolto a Carrara, ha fornito un grosso input al sito, dando ulteriore visibilità, a cura di Alessandro Corsini se ancora ve ne fosse bisogno, alla Società e alle sue iniziative Scientifiche. L’istituzione della nuova Faculty “Innovazione Tecnologica” ha permesso lo sbocciare di nuove idee per coinvolgere al meglio i soci: oltre ad aver rivisitato la veste grafica, è stato lanciato il nuovo giornale SIACOMICS che fornirà spunti mensili come videointerviste, casi clinici e highlights congressuali. È stata istituita la rubrica “I soci aggiornano i soci” che metterà in evidenza articoli scientifici di particolare interesse pubblicati su Pubmed, suggeriti tramite il sito stesso dai visitatori. Nuovo spazio è stato dato alle Faculty, per la promozione delle attività scientifiche. Rimane inoltre attiva la possibilità di segnalare o inviare video, documenti scientifici, presentazioni in powerpoint ad uso della comunità di soci. Sempre attraverso il sito è ormai strutturata la possibilità del pagamento della quota associativa tramite Paypal e carta di credito, garantendo al professionista una più rapida procedura affiliativa. Infine la Newsletter, che continuerà ad essere recapitata agli iscritti, garantendo aggiornamento e puntualità di informazione circa le attività nazionali e regionali. Certamente alla voce “TO DO” rimangono ancora numerose caselle da spuntare, ma la strada intrapresa verso una comunicazione SMART con i soci sembra indirizzarci verso l’orizzonte di una S.I.A. versione 2.0, tascabile ma allo stesso tempo ricca di informazioni. Buona navigazione! 4• Gennaio /Aprile 2016 L'INTERVISTA DEL MESE Quattro chiacchiere con Anthony Romeo a cura di Edoardo Giovannetti Partiamo da una semplice domanda, quanti anni ha? Ho 53 anni, quasi 54. Cosa ci può raccontare a riguardo dei suoi antenati italiani? I miei genitori erano immigrati di seconda generazione, quindi io faccio parte della terza generazione di immigrati italiani.Il cognome di mio padre è Romeo, e proviene dalla Calabria, mentre mia madre proviene da una zona vicino Napoli, esattamente Avellino. Mio padre e mia madre si sono conosciuti quando erano all’Università, ed io sono nato prima che mio padre diventasse un medico. I miei genitori hanno avuto 6 figli, di cui 5 sono medici (tra cui lui, ndr). Quindi come si può comprendere per la mia famiglia era molto importante avere una solida e buona educazione Rush University Medical Center e avevamo naturalmente tutti un interesse particolare per la medicina. Personalmente ho 5 figlie: 3 figlie che studiano all’università e 2 diplomate. La più grande di queste si è laureata in medicina dello sport e diventerà un assistente medico, la seconda è nelle pubbliche relazioni, la terza è nel business dei film, la quarta studia inglese, e l’ultima diventerà un veterinario. Abbiamo veramente un buon rapporto, e spesso condividiamo tempo insieme. Cosa le manca della sua vita professionale? Amo quello che faccio, e il vero problema è che molto spesso amo così tanto questo lavoro che è difficile uscirne e non occuparmene. Ho naturalmente passione per l’ortopedia e ciò che mi interessa Dr. Romeo is one of the nation’s leading orthopaedic surgeons specializing in the management and surgical treatment of shoulder and elbow problems. Minimally-invasive, state-ofthe-art, arthroscopic techniques are used to accelerate the recovery process for challenging conditions such as rotator cuff disease, shoulder instability, as well as shoulder and elbow arthritis and stiffness. Dr. Romeo routinely performs rotator cuff repairs, including revision repairs, using all-arthroscopic techniques. particolarmente è la spalla. Giocavo a Football, amavo la medicina dello sport, e poi in quest’area ciò che mi interessava maggiormente era la spalla, perchè cosi tanti dottori si occupavano del ginocchio, ma pochi si occupavano di spalla, quindi per me questo era molto importante. Adesso la mia vita è fantastica. Ho molto lavoro, infatti eseguo più di 500 operazioni all’anno. Viaggio circa 90 giorni l’anno, per lo più per lezioni e congressi in tutto il mondo, oltre a numerose live surgeries in paesi tra cui l’Italia, Francia e Germania. Ho un impatto molto forte, insegnando ad altri chirurghi ciò che abbiamo imparato alla Rush, sia attraverso la ricerca che dalla mia esperienza clinica. •5 Gennaio /Aprile 2016 Iniziando dai miei studi alla Cleveland University, passando per la mia fellowship all’Università di Washington, e dalla mia pratica degli ultimi 22 anni. Quindi la tua domanda è complicata, perchè non mi manca niente. Ho avuto un’incredibile opportunità, ho un meraviglioso lavoro, e ogni giorno mi sveglio entusiasta riguardo a ciò che andrò a fare durante la giornata. È religioso? Si, sono cresciuto in un ambiente di fede cattolica, simile agli italiani, seguendo la Chiesa Romana negli Stati Uniti. Infatti sono andato all’Università di Notre Dame, un’università cattolica. Sia di nascita che nella pratica giornaliera sono cattolico. Quali sport pratichi? Sono cresciuto giocando a tutti gli sport. Ero un tipico studente americano, infatti giocavo spesso a football, in inverno giocavo a basket, in primavera spesso praticavamo la corsa campestre e l’estate il baseball, e le stagioni erano separate da 1 weekend. Mia madre voleva assicurarsi che i ragazzi fossero stanchi al termine della giornata, quindi ci faceva fare sport in continuazione. Facevo sport tutto l’anno e sono finito per andare alla Università di Notre Dame per giocare a football. Difatti Notre Dame è una delle migliori squadre universitarie di football negli USA. Dunque è stata una grande esperienza e parte del mio sviluppo nel comprendere in ruolo in campo del medico sportivo, attività di cui mi occupo adesso, in particolare di spalla e gomito. So che si allena molto in palestra e... Come lo sai?! Me l’hanno detto Qualcuno mi spia!! (ride ndr.) Mi parli di ciò e della sua dieta, magari con qualche suggerimento. Ho avuto questa discussione sia con i medici che con gli specializzandi. Quando termini il percorso di studi all’università due cose sono importanti: la prima cosa è prendersi cura dei pazienti, la seconda è prendersi cura dei tuoi mentori e insegnanti; più riesci a rendere la loro vita migliore, più ti insegnaranno e condivideranno le loro esperienze. Non si tratta di sottomissione, si tratta di apprendistato, un modo per imparare il più possibile. Come dico ai miei specializzandi, posso insegnar loro tutte le mie nozioni e tutto ciò che so, ma si troveranno comunque ad imparare continuamente, giorno dopo giorno, nel corso della loro vita. Quando finiscono il periodo di apprendimento, si tratta del momento giusto per dire “devo avere controllo sulla mia vita privata”. È molto importante in quanto, avendo un mestiere difficile, lavoriamo sodo, siamo stressati e carichi di responsabilità. Si sa che negli USA l’incidenza di suicidi tra i medici è il doppio rispetto ad altre professioni e in ortopedia, problemi come il suicidio e lo stress sono più elevati di quanto dovrebbero. Ciò accade perché le persone non sanno prendersi cura di loro stesse. Consiglio sempre loro di includere tutto il resto nella propria vita, di programmare del tempo per se 6• stessi. Per me ha funzionato perchè ho cresciuto 5 figli ed il tempo che avevo a disposizione era presto la mattina. Sembrerà folle ma vado in palestra alle 4.30 ogni mattina, qualche volta anche alle 4. Guardo l’orologio e decido di allenarmi per un’ora, il piu intensamente possibile: lo faccio quasi ogni giorno. Direi almeno 6 giorni su 7 a settimana. Questo è il momento non solo per attività fisica ma anche per rilassare la mente. Quando finisco mi faccio una doccia e mi preparo per la giornata. Questo è il mio segreto, l’ho messo in pratica per quasi tutta la mia carriera ed ha funzionato. E ho capito che questo è quello che mi aiuta maggiormente. Alcune persone giocano a golf, altre preferiscono il tennis, alcuni corrono, ma per me data la mia passione per il football, allenarmi in palestra è la cosa migliore. Un’altra cosa che voglio spiegarti, è il perchè delle 4.30 di mattina: prima di tutto perchè i pazienti non mi chiamano alle 4.30 di mattina, perchè nessuno è sveglio, ad eccezione dei miei colleghi europei infatti solo occasionalmente ricevo chiamate, così posso rimanere molto concentrato e prendermi cura di me stesso in quell’ora. Cosa ci può dire sulla sua dieta? La mia dieta non è cosi rigida come potrebbe essere. Questa cambia infatti di solito nel corso della vita. C’è stato un periodo in cui ho provato a mantenere una dieta rigida. Ma credo che la cosa più importante sia essere sicuri di avere una buona e abbondante colazione; quindi di solito prendo una piccola bevanda prima dell’allenamento, poi vado ad allenarmi, ed a seguito dell’allenamento faccio una buona colazione. Questa è la parte più importante della mia dieta. Importante è sia una buona nutrizione che un buon riposo a seguito dell’allenamento. Gennaio /Aprile 2016 Cerco però di avere sempre qualcosa di piccolo da mangiare ogni 3-4 ore. So che in Italia voi prendete un caffe ogni 3-4 ore, e questo va bene. Ma credo che se ti alleni intensamente, un piccolo panino o una piccola porzione di frutta è la cosa migliore da fare, ogni 3-4 ore. Quindi durante il giorno faccio diversi pasti, ma sono piccoli e distanziati l’uno dall’altro e credo che questo sia la cosa migliore per permettere una buona digestione e non accumulare troppo peso. Questi sono semplici consigli e principi che le persone utilizzano quando si allenano intensamente e dato che il nostro lavoro può essere fisicamente duro, utilizzo gli stessi principi degli sportivi per affrontare il mio lavoro. Ci parli dei suoi amici. Devo ammettere che i miei famigliari sono i miei più stretti amici, dato che sono le persone con cui spendo la maggior parte del mio tempo. Ma naturalmente sono molto fortunato perchè la mia professione mi permette di avere amici in tutto il mondo, includendo naturalmente Roma e altri parti d’Italia. Ho molte persone per cui nutro affetto. Non ho bisogno di vederli costantemente per mantenere l’amicizia, perchè quando li incontro sono contento e riesco ad avere con loro un buon dialogo; ciò succede in molto posti in tutto il mondo. A Chicago naturalmente ne ho una parte, ma credimi i miei amici sono sparsi in tutto il mondo. Ma come ti ho già detto, i miei amici più stretti sono i miei famigliari. Io sono uno di sei figli, e i miei genitori hanno 22 nipoti e quindi, uno o due volte l’anno cerchiamo di incontrarci e stare tutti insieme. A questo punto, una domanda sui suoi nemici o rivali. Credo che nella tua carriera, molte volte il nemico piu grande, sei te stesso, per vari motivi. Per esempio, perchè alcune volte noi sviluppiamo un ego enorme, ma dovremmo sempre cercare di rimanere umili, perchè c’è sempre qualcosa da imparare. C’è una frase, che non so se abbia una buona •7 Gennaio /Aprile 2016 traduzione in italiano, che dice: quando tu sei verde, stai crescendo, quando tu sei maturo, sei quasi marcio. (when you’re green, you’re growing and when you’re ripe, you’re almost rotten). E il significato, è che noi cerchiamo sempre di sentirci verdi e che stiamo crescendo, come un giovane albero o un giovane frutto e tendiamo ad essere in questo modo, quindi il nostro ego deve rimanere umile. So che ho raggiunto molti risultati fino ad adesso, e che le persone ricorderanno molto di quello che abbiamo fatto e di cui abbiamo parlato ai congressi, ma ciò non significa che io ho tutte le risposte, infatti in realtà mi faccio molte più domande adesso che prima. Quindi ripeto, credo che il tuo nemico più importante possa essere te stesso e il tuo stesso ego. Poi credo che un altro nemico, sia compararti ad altre persone. Infatti nel corso della tua vita, quando tu sei giovane, credi che debba competere con tutti, ma ciò che secondo me uno impara nel corso della vita è che bisogna massimizzare le proprie potenzialità, e qualche volte ciò significa scrivere degli articoli, altre volte parlare ad un congresso, altre ancora comportarsi da politico o da amministratore. Ma non devi cercare di essere come le altre persone. Tu devi capire ciò che è migliore per te stesso cosa ti appassiona, e ciò sarà quello per cui sei più portato, e non devi cercare di fare ciò che altre persone fanno. Personalmente io non riconosco nessuno come mio nemico, mi trovo molto bene con tante persone, e il mio obiettivo è di non rendere me stesso il mio peggior nemico e di continuare nella mia carriera a crescere ed occuparmi e concentrarmi su quelle che sono le mie forze, mentre ciò in cui sono debole cerco di farlo fare ad altri. Questo è un grande punto di forza della Rush, e cioè noi abbiamo un buon gruppo di persone che lavorano insieme ed insieme siamo tanto meglio che se lavorassimo individualmente. Insieme è meglio che da soli. Quindi ci sono alcuni che sono portati nello scrivere articoli, ma non molto brillanti nell’avere nuove idee; abbiamo altre persone geniali nell’avere nuove idee, ma non in grado di portare a compimento la stesura di un articolo. E quando mescoli ciò insieme, hai un gruppo produttivo, dove le tue idee diventano articoli scientifici e presentazioni a congressi. E questo è il mio obbiettivo. Quale è il mio ruolo nel gruppo? Dove è che posso dare il massimo supporto. Naturalmente se posso essere il capo, è grandioso, ma in altre attività se non sono il capo partecipo semplicemente. Molte di queste cose credo, siano solo uno specchio di che tipo di persona sei. E quindi è importante capire quali siano le proprie passioni, seguirle e sicuramente ciò ti porterà a fare un buon lavoro. Riesci a trovare il tempo per andare in vacanza? Si ce l’ho, ma come per il resto devo programmarle. Sarebbe molto più semplice per me se fossi così tanto occupato, da non poter fare niente diverso dal lavoro. Sono qui ad insegnare in Italia, ma potrei essere a casa a visitare pazienti. Se avessi visto un paziente oggi che avrebbe avuto bisogno di una protesi di spalla, il primo posto libero nella mia agenda sarebbe tra 8 settimane, e so che in Italia, per il tipo di sanità che avete, il tempo di attesa è anche più lungo, 3 mesi o più. Ma nella mia nazione i pazienti, vengono per essere curati, e vogliono che ciò avvenga in poco tempo, e 8 settimane è considerato un tempo abbastanza lungo. Se rimanessi nella mia nazione, potrei eseguire più interventi, visitare più pazienti, ma perderei la possibilità di andare in altri paesi, per imparare, insegnare, partecipare a congressi, e anche 8• Gennaio /Aprile 2016 condividere e spendere del tempo con la mia famiglia. Quindi questo discorso vale anche per le vacanze. Devo programmare le mie vacanze. Dato che i miei figli sono ancora all’università, blocco 2 settimane l’anno, una alla fine di quest’anno e una all’inizio del prossimo. Questo è l’unico periodo che passo con la mia famiglia. Poi mi prendo un’altra settimana ogni estate, dato che di solito hanno finito le lezioni e facciamo qualcosa insieme. Il mio tempo per le vacanze è dedicato completamente a loro. Individualmente, ne prendo molte meno, ma occasionalmente durante i miei viaggi per congressi in paesi meravigliosi come l’Italia, di solito prendo 1-2 giorni extra per passare del tempo visitando luoghi diversi e rilassarmi. Quando ha deciso di studiare medicina e perchè? Molto presto. Quando io ero piccolo, mio padre stava nella marina e lavorava come dottore. Di solito portava noi 3 figli più grandi con se, al pronto soccorso quando doveva lavorare. Dormivamo con lui nel pronto soccorso; glielo lasciavano fare. Nel mezzo della notte, c’erano sempre diverse chiamate e pazienti da visitare, come un incidente di moto, o qualcosa del genere, ed io mi svegliavo sempre per andare a vedere cosa stava succedendo. Avevo probabilmente 8 anni ed ero affascinato da questo mondo e non ero impressionato dal sangue o dal vedere ossa di una persona al di fuori del corpo. Quando sono andato al liceo, sapevo che avrei dovuto studiare molto perchè sarei voluto diventare un medico. Quando sono andato al college, in cui ho avuto anche alcuni infortuni da sport, già sapevo che sarei voluto diventare un chirurgo ortopedico. Una volta in Med. School, decisi che non solo sarei voluto diventare un ortopedico, ma mi sarei voluto specializzare in spalla e gomito. Quindi ho sempre guardato avanti ed è stato sempre semplice prendere una decisione. Quanti pazienti indirizza a protesi inversa annualmente? Le mie percentuali chirurgiche sono spesso discordanti rispetto alla media nazionale. Faccio circa 120-140 protesi di spalla l’anno. I miei pazienti sono spesso non troppo anziani. Infatti spesso quelli che vengono da me amano alzare pesi o allenarsi e sono under 65, di conseguenza faccio più protesi anatomiche rispetto alle inverse. Abbiamo un altro Chrirugo che invece, si occupa più di protesi inverse, infatti l’età media dei suoi pazienti è più alta. Se tu però unisci insieme i numeri, miei e suoi, siamo intorno al 50 e 50 (inversa ed anatomica). Quindi facciamo più di 250 protesi tra inverse e anatomiche, alla Rush in Chicago. Quante invece, Latarjet e instabilità annualmente? Annualmente faccio all’incirca 100 instabilità. Ma di nuovo ciò di cui mi occupo principalmente sono soprattutto revisioni, vedo molte instabilità posteriori, che non sono particolarmente comuni al di fuori degli USA, ma molto comuni da noi. Nei miei casi di instabilità anteriore, solo 1 su 10 dei pazienti sono indicati per andare incontro ad una Latarjet; infatti in essi si può notare una perdita importante ossea, e soprattutto non possono essere risolti con una chirurgia tradizionale, utilizzando cioè tessuti molli. So che è molto diverso rispetto a ciò che fanno molti chirurghi •9 Gennaio /Aprile 2016 in Europa e lo capisco. Credo che l’indicazione sia simile alla vostra, non così aggressiva come fanno alcuni miei colleghi francesi, ma osservando specificatamente la perdita ossea, abbiamo indicazioni relativamente simili. Come ho già detto, nel mio caso, 1 su 10 hanno un’indicazione per andare incontro all’utilizzo della coracoide. Ci potrebbe dire quale è la sua definizione di Atleti Overhead, e quali pensa siano i fattori di rischio per gli infortuni? Questa è una domanda difficile a cui rispondere nella mia nazione, ed è così perchè abbiamo molti giocatori di baseball. Ogni anno, nei licei americani, ci sono circa 4 milioni di ragazzi che giocano a baseball. Questo come puoi immaginare è uno sport importante negli USA. Naturalmente in qualche modo questo è collegato anche al valore che ha questo sport in termini economici. Nella Major League di baseball, c’è un giro di denaro pari a 9 miliardi di dollari. Lo stipendio medio di un giocatore professionista raggiunge i 4 milioni di dollari l’anno. Sebbene questo privilegio riguardi solo poche persone, i ragazzi sono incoraggiati a provarci intensamente. Tornando però alla tua domanda: il baseball è uno sport differente rispetto al football nel modo di tirare la palla, differente dal modo in cui si alzano i pesi, o dal modo di giocare a tennis o pallavolo. Quindi tutti questi sport hanno diversi tipi di infortuni. In via definitiva, io considero un atleta overhead, chiunque utilizzi la sua mano al di sopra del livello della spalla, ma il tipo di infortuni che hanno è differente a seconda dello sport o attività. Ci sono naturalmente dei punti di contatto tra i diversi gruppi di atleti overhead: possono avere un problema a livello del labbro glenoideo superiore che va anche nel tendine del capo lungo del bicipite, e dobbiamo capire quale dei due sia il vero problema. La riparazione della lesione del labbro superiori non è più molto comune negli atleti overhead. Ci sono alcuni giovani pazienti, l’eccezione, che hanno questa indicazione, ma il loro unico problema è questo. Non hanno nessuno dolore al bicipite e nessun sintomo al bicipite: sono giocatori di baseball e hanno una lesione con dolore a livello del labbro superiore, ed in questo caso noi ripariamo la lesione del labbro superiore. Mentre invece se abbiamo un giocatore di tennis di 45 anni che ha una lesione al labbro superiore, e tipicamente anche un po di dolore al bicipite, noi eseguiamo un debridement del labbro e ripariamo il bicipite. Questi sono le problematiche mediche che trattiamo più frequentemente, ma come puoi immaginare i casi possono essere anche più complessi. Ci sono per esempio alcuni atleti che hanno una lassità capsulare anteriore, che ripara riamo artroscopicamente. Quindi ci sono moltissimi casi in cui possiamo ricorrere alla chirurgia artoscopica. Rispetto alla tua domanda sui fattori di rischio, posso dirti che noi abbiamo fatto molte ricerche cercando di determinare quali sono i fattori di rischio e quali sono le aree correlate. Una delle aree è naturalmente il baseball. Ti faccio un esempio: noi abbiamo una lesione direi epidemica nel nostro paese, del legamento collaterale mediale del gomito o legamento collaterale ulnare del gomito, che le persone chiamano Tommy John Ligament o Tommy John Surgery, che si verifica nella stragrande maggioranza in giocatori di baseball, di qualsiasi livello. Negli ultimi 10 anni, questa patologia è aumentata del 10 % per anno ed il 60 % di tutti i pazienti che hanno ricevuto questa chirurgia al gomito hanno un età compresa tra i 15 e 19 anni, quindi non sono ancora giocatori professionisti. Abbiamo iniziato a studiare per cercare di comprendere il motivo per cui questi giovani ragazzi si stiano infortunando al gomito. Abbiamo identificato alcune peculiarità legate alla “Tommy John”: è molto importante la velocità con cui viene lanciata la palla, l’esecuzione di un gesto biomeccanicamente corretto e sottoporre l’atleta a 2-3 mesi di riposo funzionale per diminuire il rischio di lesione. Stiamo imparando questo, per poi insegnare come prevenire questo tipo di infortuni in questi ragazzi. È la stessa evoluzione che si è avuta per 10• il ginocchio, in cui si cerca di prevenire i problemi del LCA nelle ginocchio delle donne, identificando il modo con cui saltare e atterrare in maniera appropriata; stiamo imparando questi meccanismi anche sul gomito e sulla spalla. Inoltre stiamo imparando quali siano i criteri da utilizzare per decidere quando ritornare a giocare. Siamo un pò indietro rispetto ai nostri colleghi che si occupano di ginocchio ma stiamo accumulando molte informazioni, per capire quando è il momento giusto per ritornare a giocare, evitando di aumentare il rischio di una recidiva. Questa è una parte centrale delle ricerche che stiamo facendo adesso. Crede che la recidiva silente esista? La risposta è si. Noi sappiamo da studi che pazienti andati incontro a chirurgia della cuffia dei rotatori, se hanno anche solo un singolo tendine lesionato, fino a 10 % di essi possono andare incontro ad una recidiva. Ma molti di questi pazienti non chiedono nuovamente una chirurgia. Sappiamo Gennaio /Aprile 2016 inoltre che alcune lesioni tendono ad essere riempite da tessuto cicatriziale. La stessa cosa è vera per l’instabilità, e lo stesso è vero per le lesioni SLAP dove vediamo anormalità sia alla RM che al momento della chirurgia,senza che i pazienti lamentino dolore in questa zona. Spesso ciò che dobbiamo capire è che il nostro lavoro, toglie il dolore, sia togliendo per esempio le fibre nervose sia stabilizzando semplicemente, in modo tale che il paziente stia meglio e che in seguito la natura faccia il resto. abbia anche una soluzione biologica migliore. Credo che il cortisone sia una trattamento in evoluzione, ovvero che in futuro utilizzeremo un cocktail biologico, che inseriremo nella spalla, riducendo infiammazione e migliorando la guarigione. Questo è dove stiamo andando, ma credo ci vorranno anni prima di capire esattamente come fare. Vi è molto lavoro da fare, e molto bisogno di giovani ragazzi intelligenti come te, di cui abbiamo bisogno per scoprire come migliorare il nostro lavoro. Utilizza infiltrazioni di cortisone e crede che ci possa essere spazio per nuove scoperte nella chirurgia della spalla? Riguardo la tua domanda sul cortisone, lo usiamo ma deve essere chiaro che si tratta di una gestione non biologica del problema. È ovvio che se noi eliminiamo il dolore, i pazienti sono molto felici e grati al dottore, E quindi lo utilizziamo quando è appropriato, ma un giorno spero che sia riesca non solo ad eliminare il dolore ma si Ringraziamenti... Mi ritengo molto fortunato di condividere del tempo con così tanti amici della SIA. Anche se dicessi 100 nomi sicuramente mi starei dimenticando alcuni amici importanti per me. Direi semplicemente “mille grazie” per la vostra amicizia, per la vostra abilità di scambiare idee. Spero di continuare a mantenere questa amicizia nel futuro e che molti di voi nel futuro possano essere miei ospiti nella meravigliosa città di Chicago. Gennaio /Aprile 2016 •11 VOYAGER GEOS è ON-LINE! Il nuovo programma per studi scientifici anche multicentrici a cura di Alessio Palumbo Vi ricordate? Ve lo avevamo presentato nel numero precedente del SIA COMICS. Stiamo parlando del Programma GEOS, un programma che permetterà la collaborazione dei vari centri italiani per la realizzazione di studi multicentrici, un data-base comune, anonimo, in grado di aggiornarsi continuamente all’inserimento di dati nuovi. Ebbene si, siamo lieti di annunciarvi che... GEOS è ON-LINE!!! Il programma è finalmente in rete e si potrà iniziare ad utilizzarlo, come promesso in maniera del tutto GRATUITA. In questo primo momento il programma permetterà di inserire i dati dei propri pazienti e di poter visionare mediante 12• Gennaio /Aprile 2016 GEOS è ON-LINE! Il nuovo programma per studi scientifici anche multicentrici grafici l’andamento degli stessi per singolo operatore. In un secondo momento sarà poi possibile mettere insieme i diversi dati (in questo caso i pazienti saranno visionati in maniera anonima) dei diversi centri per l’esecuzione di studi multicentrici. L’indirizzo da digitare da qualunque computer, tablet o telefono è: http://geosnet.unicampus.it/utente/login.aspx Per poter accedere al programma bisognerà per questo periodo iniziale, inviare una mail a [email protected] o contattare il num: 06.22541.9080 che genererà una password ed un username personalizzato che vi permetterà di poter utilizzare immediatamente il programma. Per qualsiasi problema, mal funzionamento o suggerimento del programma stesso Vi preghiamo di comunicarcelo alla mail: [email protected]. Abbiamo bisogno dei Vostri consigli per migliorare e sviluppare insieme a Voi il GEOS, per renderlo sempre più uno strumento utile e pratico. Intanto il lavoro continua... e speriamo presto di comunicarvi degli aggiornamenti del programma stesso e... la realizzazione dell’APP!!! •13 Gennaio /Aprile 2016 INTERVISTA DOPPIA Laurent Lafosse e Gilles Walch a cura di Francesco Franceschi e Luca La Verde Nome? Laurent Lafosse di Annecy Gilles Walch di Lione, entrambi francesi Quanti anni hai? L: 59 anni G: 63 anni, è più giovane lui (ride ndr.) Quando hai deciso di studiare medicina e perchè? G: Non ricordo bene, ma volevo fare il chirurgo da quando avevo sette anni, e questo credo fosse dovuto ai miei numerosi traumi. Ogni estate vedevo un chirurgo ed è forse in quel momento che mi sono reso conto che volevo fare questo mestiere. La mia passione è quindi iniziata molto presto. L: Anche io da piccolo avevo questa passione per la medicina. Inizialmente volevo fare il professore di sci nautico. Poi però mi sono rotto il ginocchio ed ho dovuto lasciare sfortunatamente la pratica di questo sport. Ho deciso così di fare medicina anche se poi in seguito ho ripreso lo sci nautico. Per questo ha fatto ortopedia? L: Ortopedia per me era sicuramente la facoltà piu facile. Credevo di non essere in grado di affrontare patologie più gravi ed in cui si rischia la vita come i tumori. Della Chirurgia Ortopedica mi piace sia la parte manuale che meccanica. G: Per me è un po lo stesso. Da giovane ho seguito molti corsi e fatto internship di ortopedia e mi è piaciuta da subito ed ho capito che quella era la mia strada. Perche avete scelto alla fine di occuparvi di spalla? L: L’uomo che ha segnato in modo indelebile la mia vita è stato D. Patte. Entrambi lo abbiamo conosciuto da vicino. Gilles da Lione ed Io da Parigi. Da Patte io e Gilles ci siamo incontrati nel 1983 per la prima volta. Lui era venuto a Parigi da amici. Con il tempo mi sono accorto delle tante possibilità che c’erano per uno sviluppo della chirurgia della spalla. Questa non è stata comunque la mia prima ambizione dato che sono nato principalmente come chirurgo di mano e spina dorsale cervicale. Solo in seguito mi sono mosso verso la chirurgia di spalla. G: Per me è un po’ differente. Alla fine della specializzazione, avevo la possibilità di andare un anno fuori e Pierre Chambat che era il mio mentore nel reparto di Henri DeJour mi disse che dovevo andare ad imparare la chirurgia di spalla e vedere qualcosa di differente negli Stati Uniti, ma io in realtà sarei voluto andare ad imparare le tecniche chirurgiche sul ginocchio. Così sono andato ad assistere Franck Jobe e Charlie Rockwood. Quando sono tornato tutti pensavano che io conoscessi perfettamente le tecniche chirurgiche riguardanti la spalla. Anche se in realtà non era proprio così. La mia carriera è iniziata cosi. Avete mai litigato durante congressi per il tipo di tecnica, artroscopica o a cielo aperto per la Latarjet? L: (ride ndr.) Non ho mai litigato con Gilles. Al contrario è stato lui quello che mi ha introdotto nel mondo scientifico. Laurent Lafosse Chirurgie orthopèdique et traumatologie de l’appareil locomoteur, Clinique Générale, Annecy Gilles Walch Centre Orthopédique Santy, Lyon Mi ricorderò sempre quando venne da me a Parigi per dirmi:”senti io organizzo un congresso di Chirurgia Ortopedica sull’instabilità di spalla per la Società Francese di Ortopedia, vorresti partecipare per la parte sull’instabilita dal punto di vista artroscopico?” Era un onore molto grande per me. Non abbiamo mai litigato, al contrario è un amico e non lo ringrazierò mai abbastanza. G: Ho avuto la fortuna di capire che la artroscopia fosse qualcosa di molto importante. In quel momento ho anche capito che Laurent era l’uomo che poteva sviluppare la chirurgia della spalla in Francia. Alcuni dicevano che fosse stupido, mentre in realtà tutti i chirurghi che si sono fidati hanno imparato l’artroscopia grazie a lui. Anche se non faccio ancora la Latarjet artroscopica, ho imparato moltissimo 14• Gennaio /Aprile 2016 riguardo l’artroscopia grazie a Laurent e lo stesso è stato per tutti i chirurghi francesi. Mai litigato, al contrario rispetto ed ammirazione comune perchè Laurent fa cose che io non sono capace di fare e devo riconoscerlo questo. Sottoscapolare nella protesi di spalla L: ah ecco, su questo invece litighiamo spesso (ride ndr.) G: credo che si debba assolutamente riattaccare il sottoscapolare nella protesi inversa. Laurent ha fatto tanti lavori dicendo che bisogna riparare il sottoscapolare quando è rotto e poi però non ripara il sottoscapolare quando lo taglia per fare una protesi.Abbiamo punti di vista diversi. Per me è meglio riparare il sottoscapolare bene e proteggere il sottoscapolare dopo l’intervento per evitare che si rompa e recidivi. L: non c’è dubbio che il sottoscapolare sia il muscolo piu importante per la protesi anatomica. Avevo sviluppato tecniche anche senza slegare o staccare il sottoscapolare che adesso faccio pochissimo. Ho sviluppato anche delle tecniche per fare un’incisione un po’ diversa, e questo per il sottoscapolare è molto importante. Al contrario nella protesi inversa non sono molto sistematico come lo ero prima. Per adesso penso che il sottoscapolare limiti la rotazione esterna perchè di lunghezza non autorizza la completa rotazione esterna. Per questo motivo non riattacco il sottoscapolare in quei pazienti che hanno una certa debolezza nella rotazione esterna perchè ci sono più muscoli rotatori interni che rotatori esterni. Quindi per questo non credo sia utile riattaccarlo. Inoltre sappiamo che se non lo riattacchiamo non c’è alcuna conseguenza a livello della stabilità della protesi. Non ci sono piu sublussazioni senza il sottoscapolare rispetto ad una articolazione con sottoscapolare riattaccato. Questo è stato studiato ed è anche la mia esperienza. Anche se comunque è vero che se non si riattacca il sottoscapolare ci può essere un deficit di forza nella parte finale della rotazione interna. Questo posso dirlo perchè abbiamo studiato pazienti attaccando o non riattaccando il sottoscapolare. Adesso non abbiamo il 100% della conoscenza, ma questo studio mostra che se da una parte c’è più rotazione esterna inquelli che non hanno avuto riattaccamento dall’altra c’è meno forza nella parte finale della rotazione interna. Sul sottoscapolare ci sarebbero ancora studi biomeccanici da fare guardando la posizione della protesi e l’escursione del tendine, molti dei quali si stanno ora sviluppando, ma come sempre ci sarebbe da fare di più. Bicipite, tenotomia o tenodesi? Tenodesi a quale livello? G: Per la cuffia dei rotatori io tolgo sempre il bicipite, qualunque età e qualunque stato del bicipite. Se il paziente ha meno di sessant’anni faccio sempre la tenodesi, con un’ancoretta sulla parte superiore della doccia. Se il paziente invece ha più di sessanta anni e non ha problemi estetici faccio la tenotomia. Questo per tutte le riparazioni di cuffia. Ci sono dolori dopo? G: Ci sono chirurghi che fanno la tenodesi sottopettorale per il dolore. Da trent’anni faccio la tenodesi del bicipite nella porzione superiore della doccia e non ho mai fatto un reintervento per togliere il bicipite dalla doccia. Penso che molto spesso quando il paziente parla di dolori a livello del braccio è perchè non ha mobilità totale, infatti il dolore molto spesso è associato alla rigidità, ma se hai la mobilità totale non c’è nessun dolore. Almeno questo è quello che ho imparato nella mia esperienza. L: Mi sto applicando molto nel eseguire un tipo particolare di tenodesi che apprezzo molto. Faccio la tenodesi senza ancore, ovvero eseguo una resezione della parte superiore del labrum nel momento in cui mi occupo del capo lungo del bicipite. Questo blocca il bicipite all’ingresso a livello della doccia. Sono molto soddisfatto di questa tecnica. In ogni caso qualunque sia la tecnica è importante non fare un “overtentioning”, ovvero aumentare troppo la tensione. Il problema infatti può essere tirare troppo il bicipite. Se allunghi un po’ il bicipite 1-1.5 cm non si vede nulla al livello del muscolo. Quindi credo sia necessaria un po’ di tensione ma non troppa. Grazie per la vostra disponibilità a nome della SIA G e L: grazie a voi e per la vostra ospitalità come sempre calorosa. •15 Gennaio /Aprile 2016 Con il patrocinio di E DELLA FONDAZIONE ene costituita il 21 novembre 2006 con la cola’s Foundation Onlus; nasce dalla volontà Cerulli per ricordare il figlio Nicola, morto all’età more cerebrale. nali della Fondazione: a ricerca e la formazione per una sanità e persone quindi, più umana e umanizzante cultura scientifica ogetti di ricerca di base e applicata, con il he di esperti internazionali a formazione e allo sviluppo scientifico in dico anche per i paesi emergenti ormazione medico-scientifica olidarietà scientifica e campagne a favore della SAVE THE DATE Patrocinio richiesto a SIOT 15 TH ANNUAL UPDATE S.I.A. COURSE AREZZO, 16-17 GIUGNO 2016 Corso Avanzato di Chirurgia Artroscopica di Ginocchio e Caviglia An International Perspective ”Live an RE-LIVE” Surgery Demos Cadaver Lab Training ori scienziati e ricercatori il cui operato è lo internazionale. GERE LA SEDE CONGRESSUALE à presso l’ICLO Teaching and Research Center Sales di Arezzo (Via Albert Einstein, 12). e l’autostrada del sole “A1” uscita “Arezzo” e oni “Centro città”. Dopo circa 3 km sulla sinistra a dell’AC Hotel, struttura adiacente alla Sede o dopo prestare attenzione e svoltare a destra eguendo le indicazioni per l’AC Hotel. Il Centro rosa situato sul retro dell’AC Hotel. in fase di accreditamento ECM 15th Annual Update S.I.A. Course: Giovedì 16 Giugno 2016 Corso Avanzato di Chirurgia Artroscopica di Ginocchio Venerdì 17 Giugno 2016 Corso Avanzato di Chirurgia Artroscopica di Caviglia An International Perspective Sede Congressuale ICLO Teaching and Research Center San Francesco di Sales Via A. Einstein, 12 - Arezzo Live and "RE-LIVE" Surgery Demos Segreteria Organizzativa Cadaver Lab Training ICLO srl Tel. +39 0575 1948501 Fax. +39 0575 1948500 [email protected] - www.iclo.eu SAVE THE DATE NAPOLI.indd 1 PROGRAMMA PRELIMINARE 06/10/15 12:29 U45 ARTHROMEETING SIA NAPOLI, 24-25 GIUGNO 2016 Gli esiti delle meniscectomie. Il ginocchio degenerativo: dall’artroscopia alla protesi CON IL PATROCINIO DI SIAUNDER45 INSTABILITÀ DI SPALLA E GINOCCHIO INSTABILITA' Roma, 9 Aprile 2016 DI SPALLA E GINOCCHIO ROMA, 9 APRILE 2016 Presidenti del Congresso Francesco Franceschi, Giovanni Di Giacomo Segreteria Scientifica Rocco Papalia, Stefano Boschi SEGRETERIA ORGANIZZATIVA BBV ITALIA SRL VIA G. TORTI 44/5 - 16143 GENOVA TEL. 010 354556 - FAX 010 3514044 [email protected] 16• Gennaio /Aprile 2016 AGGIORNAMENTI IN... Chirurgia artroscopica dell’anca a cura di Faculty Artroscopia dell’Anca, Presidente Nicola Santori L’artroscopia di anca nel 2016 è affermata come procedura valida, sicura ed efficace. Il numero delle artroscopie ed in generale delle indicazioni al trattamento mini invasivo di questa articolazione sono in continuo aumento in ogni Paese. Accanto alle consolidate patologie come conflitto femoro acetabolare, lesioni del labbro, trattamenti delle lesioni condrali, anca a scatto interna ed esterna, condromatosi, si stanno proponendo procedure avanzate come trapianto del labbro acetabolare, ricostruzioni del legamento rotondo e della capsula e trattamento endoscopico della “deep gluteal syndrome”. Parlando di conflitto femoro acetabolare, abbiamo superato il periodo storico in cui ci si confrontava con le procedure a cielo aperto. Le review pubblicate in letteratura hanno evidenziato risultati sovrapponibili per le due procedure a fronte di ridotte complicanze con il trattamento artroscopico. In conseguenza il trattamento a cielo aperto è oggi riservato quasi esclusivamente alle osteotomie complesse femorali e/o acetabolari rivolte prevalentemente a pazienti displasici. Sempre parlando di conflitto femoro acetabolare, sappiamo oggi che le indicazioni devono essere influenzate dalla presenza o meno di danni condrali. In caso di danno articolare, infatti, il trattamento del conflitto dà risultati nettamente meno soddisfacenti e può essere proposto solo in casi selezionati con scopo palliativo sul dolore. Abbiamo migliorato nella diagnostica e, come Faculty SIA dell’articolazione dell’anca, ci stiamo impegnando, con uno studio multicentrico volto alla individuazione di fattori predittivi, a fare in modo che il conflitto diventi diagnosticabile da tutti al pari di una lesione meniscale. La diagnosi ed il trattamento precoce sono fondamentali per evitare che il paziente sintomatico giunga in sala operatoria quando già sia presente un danno articolare avanzato. In termini di pianificazione chirurgica avanzata si sono recentemente resi disponibili software innovativi che ci permettono di trasformare un esame TC in un collision model, ossia un simulatore dinamico virtuale dell’anca. Nel campo delle patologie periarticolari, le indicazioni al trattamento endoscopico sono parimenti in continuo aumento. Esistono indicazioni oramai consolidate come la detensione dell’anca a scatto interna ed esterna e la sutura delle lesioni dei tendini glutei ed invece procedure di “frontiera” come la liberazione endoscopica del nervo sciatico, il trattamento della sindrome ischio-femorale e la sutura dei flessori della coscia. Molto più del passato sappiamo sulle patologie degli adduttori e della regione inguinale. In questo ambito si va delineando l’importanza di un approccio diagnostico a 360° che valuti non solo la componente articolare ma la eventuale coesistenza di un ampio spettro di patologie dei tessuti molli. Per tale motivo, per fare ossia il punto sulla complessità di questa regione anatomica, su spinta del nuovo PRIMA DOPO Presidente SIA, si è aggiunta una nuova Faculty elettivamente dedicata al Groin Pain con la quale ci aspettiamo di sviluppare proficue collaborazioni. In conclusione possiamo dire oggi che, a distanza di 10 anni dai primi trattamenti artroscopici per il conflitto femoro acetabolare, questo settore della chirurgia mini invasiva artro ed endoscopica si è arricchita notevolmente. La Faculty dell’anca si propone di stimolare il continuo sviluppo della tecnica chirurgica ed a tale scopo ha prodotto una serie di video altamente didattici consultabili gratuitamente sul sito SIA all’indirizzo http://www.siaonline.net/ trattamento-artroscopico-dellanca/. Ci preme inoltre sottolineare a tutti i Membri della nostra Società che le sale operatorie della Faculty anca sono sempre aperte per gli specializzandi e per chiunque sia interessato ad avvicinarsi a questa nostra chirurgia. •17 Gennaio /Aprile 2016 IL CASO CLINICO ...conflitto femoro acetabolare... a cura di N. Santori, A. Bertino, D. Potestio Inquadramento diagnostico e trattamento artroscopico del conflitto femoro acetabolare Introduzione Negli ultimi anni il trattamento artroscopico è diventato il golden standard per la patologia del conflitto femoro acetabolare. I numeri delle procedure sono in rapida espansione. La corretta diagnosi di queste patologie rimane uno dei punti cardine per poter ottenere un risultato ottimale. Caso Clinico Il Caso clinico che presentiamo riguarda un paziente maschio di 19 anni, affetto da 9 mesi da coxalgia destra. Il paziente pratica arti marziali. Negli ultimi 4 mesi ha interrotto l’attività sportiva. Esame obiettivo(3): • FADDIR ++ • FABER + • R.O.M.: limitata la flessione e rotazione interna Il paziente risultava avere un mHHS di 72,6 ed un NAHS di 76,25. Gli esami(1) Rx mostravano la presenza di un Bump femorale indicativo di conflitto tipo CAM e ad una prima analisi un Cross over sign, potenzialmetne indicativo di conflitto tipo CAM. Una più attenta analisi della Rx antero posteriore mostrava un angolo LCE di 28° ed un incrementato tilt pelvico anteriore evidenziato soprattutto dal ischial spine sign. Il paziente è stato sottoposto ad eame TC per ottenere una corretta valutazione della morfologia acetabolare e per eseguire una rielaborazione con software per collision models(2) . I risultati ottenuti hanno confermato la presenza di un CAM. L’analisi 3 D acetabolare ha inoltre mostrato che non c’era alcun PINCER e che la copertura acetabolare anteriore e posteriore erano nella norma. 18• Intervento chirurgico Il paziente è stato sottoposto ad artroscopia di anca con tecnica classica ( central compartment first). Il tempo diagnostico ha mostrato una lesione del labbro acetabolare nella regione II. Il labbro appariva ecchimotico in regione III (segno di conflitto femoro acetabolare). La parete acetabolare anteriore appariva lievemente ipoplasica a conferma dei dati degli esami diagnostici. Dopo aver regolarizzato il labbro con radiofrequenze è stata rilasciata la trazione. Nel compartimento periferico senza ampliare la mini capsulotomia orizzontale è stato evidenziato il BUMP ed eseguita l’osteocondroplastica con fresa a palla da 5.5 mm. Al termine della procedura è stato eseguito un controllo in scopia e un controllo dinamico sotto visione artroscopica per verificare la completa risoluzione del conflitto. Il paziente ha iniziato la riabilitazione il giorno successivo all’intervento seguendo il nostro protocollo riabilitativo. Due canadesi con carico parziale sono stati prescritti per 14 giorni. A 30 giorni post intervento il paziente aveva un ROM completo senza dolore con mHHS e NAHS eccellenti. Il risultato era tale anche a 3, 6 e 9 mesi. Il paziente a 7 mesi ha ripreso l’attività sportiva. Gennaio /Aprile 2016 Conclusioni Il corretto studio della morfologia del paziente è di importanza fondamentale nel trattamento del conflitto femoro acetaboalre. La visione non approfondita degli esami di primo livello può portare in casi particolari come questo a degli errori diagnostici con possibili conseguenti errori di trattamento con risvolti potenzialmente molto dannosi. Sono descritti in letteratura(4) casi di lussazione iatrogena post artroscopia causati da un eccessivo/non indicato rim trimming acetabolare. Bibliografia 1 TannastM, Siebenrock KA, Anderson SE. J of Roentgenol 2007. Femoroacetabular impingement: radiographic dianosis. 2 Dandachli, W., Kannan, V., Richards, R., Shah, Z., Hall-Craggs, M., Witt, J., 2008. Analysis of cover of the femoral head in normal and dysplastic hips: New CT-based technique. J Bone Joint Surg Br 90B, 1428–1434. 3 Martin, Kelly, Leunig, Philippon, Clohisy, Martin, Sekiya, Pietrobon, Mohtadi, Sapson, Safran. Arthroscopy 2010. The pattern and tecnique in the clinical evaluation ot the adult hip: the common physical examination tests of hip specialists. 4 Matsuda D. Arthroscopy 2009. Acute iatrogenic dislocation following hip impingement. Gennaio /Aprile 2016 S.I.A. Day all’Humanitas a cura di Roberto Broggi per “Facce da...” •19 20• Gennaio /Aprile 2016 Gennaio /Aprile 2016 •21 22• Gennaio /Aprile 2016 Gennaio /Aprile 2016 •23 24• Gennaio /Aprile 2016 CON IL PROSSIMO NUMERO... > SIA @ AAOS - 2016 Annual Meeting > L’intervista a Jeffrey S. Abrams, Presidente della Arthroscopy Association of North America (AANA) > .... e tante altre rubriche con casi clinici, esperienze e suggerimenti utili alla nostra professione VUOI DIVENTARE UN INVIATO SPECIALE DEL NUOVO GIORNALE ? MANDACI IL TUO CONTRIBUTO, ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE! SCRIVICI A: [email protected]