Centonove numero 36

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Centonove numero 36
centonove
L’INCHIESTA. PER CHI GIRANO LE PALE. Non si ferma la corsa all’eolico e fotovoltaico.
Un nuovo progetto anche sui Peloritani. Ma l’energia prodotta non viene utilizzata
ANNO XX N. 36
27 SETTEMBRE 2013
EURO 1,50
PAG. 6-7
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Croce...via
REGIONE
AIAS, RICATTI&TANGENTI
L’inchiesta della Procura di Barcellona
mette sotto accusa il presidente Lo trovato
PAG. 15
Francesco Lo Trovato
Rosario Crocetta
Il Pd apre la crisi. Ma nessuno si dimette.
Rapporto sulla solitudine del governatore.
E il fallimento dei democratici
SALVIAMO “LE BALATE”
Campagna fondi sul web lanciata
dalla biblioteca dei piccoli di Palermo
PAG. 16
27 SETTEMBRE 2013
il punto
centonove
EDIT
Da Vendola
a Crocetta
MURO CONTRO MURO:
Crocetta e Il Pd sono al
braccio di ferro. Il Pd ha
deciso di “sfiduciare” il
governatore, sordo ai
consigli del suo partito.
Crocetta ha deciso di fare di
testa sua e cerca “le larghe
intese” che non ci sono in
aula. Il “modello Sicilia” è
naufragato ancora prima di
nascere. I perché sono tanti.
E uno principalmente sta nel
carattere da annunciatore del
governatore che ha aperto il
fuoco di fila, contro i suoi
compagni di partito, non solo
sulla formazione
professionale. Uno stillicidio
di denunce quotidiane, che
hanno portato molti
compagni di Crocetta a
chiedersi: ma lui finora dovʼè
stato? La criticità maggiore è
la mancanza di strategia sul
lungo periodo. Su 5 miliardi
di bilancio, la spesa corrente
in Sicilia ingoia il 90%. Il 10%
restante non è bastevole a
mettere le quote parte per
attrarre i finanziamenti
europei, che puntualmente si
perdono. Due regioni del Sud
sono lo specchio di due
realtà contrapposte: la Puglia
di Vendola spende il 100%
degli aiuti e ha unʼeconomia
che tira; la Sicilia di Crocetta
si vanta di non essere fallita.
Peccato che da mesi è in
coma cronico, asfissiata da
sprechi e privilegi, tutti
annidati nel cuore del
sistema, finora neppure
sfiorato.
Rosario Crocetta
Il gioco dell’irresponsabilità
L’esito delle elezioni tedesche fa apparire pigmei i nostri rappresentanti, narcisi
di quartiere ignari dei problemi del Paese. E la vicenda siciliana fa parte del filone
DI DOMENICO BARRILÀ
LʼUNIFORMITA DELLA CONFUSIONE che regna nellʼintero
dellʼuniverso politico italiano, oltre a gettare nello sconcerto gli
osservatori internazionali, genera angoscia nei cittadini più sensati,
che continuano ad essere la maggioranza, e incrementa la
sensazione che, al netto di una svolta sperata e sempre possibile,
le cose volgano al peggio. Per giunta lʼesito delle elezioni
tedesche, con la vincitrice che invece di perdere tempo ad
autocompiacersi va a cercare subito i socialdemocratici, offrendo
loro una coalizione nellʼinteresse generale, fa apparire dei pigmei i
nostri rappresentanti, attenti solo a recitare la commedia della
politica, tutti compresi nel loro protagonismo da narcisi di quartiere,
ignari degli enormi problemi del Paese. Parliamo di problemi pratici
come, tanto per dire, quello dellʼorganizzazione dei servizi sociali,
assolutamente impari rispetto alle nuove emergenze sociologiche,
prima tra tutte quella della famiglia, oramai fragilissima, che si
rovescia sulle strutture pubbliche in cerca di soccorso, trovandole
spesso sature e impreparate. Parliamo di un sistema carcerario,
che definire da terzo mondo rischia di offendere la pietra di
paragone. Senza contare la piaga di una burocrazia miseranda,
che sembra divertirsi a frenare gli slanci dei soggetti invece di
facilitarne vita e progetti, una burocrazia nemica del progresso,
totalmente da rifondare. Un paese, nel complesso, che non
funziona ma che paga profumatamente incredibili schiere di politici
dilettanti e spregiudicati perché lo governino. La politica, svuotata
di saggezza e povera di personale di qualità, viaggia serafica al di
sopra dellʼinferno quotidiano, satolla di stipendi surreali e di assurdi
privilegi di status, che mortificano chi vive col pensiero di mettere
insieme pranzo e cena. Anche la vicenda siciliana, che vede
fronteggiarsi il governatore Rosario Crocetta e il suo ex partito, in
una sagra di emotività, che vista dallʼesterno appare
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
irresponsabile, fa parte di questo filone di politica centrata sulla
politica, che ignora la realtà uccidendola con la propria
indifferenza, veleno millesimato e inoculato con quotidiana
ostinazione. Un duello rusticano che rischia di mettere in ginocchio
un governo regionale molto meno peggiore di quelli, terribili, che lo
avevano preceduto. Rosario Crocetta, che nel Megafono forse non
si è circondato delle persone più sagge e disinteressate in
circolazione, è animato da intendimenti in gran parte condivisibili,
ma sconta tratti caratteriali che farebbe meglio a mettere sotto
controllo. Si può capire quanto sia stressante governare la Sicilia,
un luogo dalla cultura civile e politica ampiamente deformata, che
proprio per questo richiede nervi saldi, anche ai vertici del Pd
siciliano, che potevano usare strumenti di pressione meno teatrali,
sebbene il Governatore non sia un cliente facile, preso comʼè dalla
sua foga messianica. Alla vigilia del voto di questa primavera,
lʼavevo ascoltato al comizio di chiusura a Siracusa. Una persona
appassionata, istintiva e audace, capace di mettere becco in certi
vespai che in realtà sono santuari di spaventose sottrazioni alle
casse pubbliche. Sarebbe disonesto disconoscere tutto ciò, ma
non si possono perdonare talune intemperanze. Non capire, o fare
finta di non capire, che senza voti in Consiglio rischia di rimanere
impantanato nella foresta scurissima delle buone intenzioni, è un
segno di superficialità, e se non si tratta di questo dobbiamo
immaginare un calcolo cinico, fondato sulla certezza che nessuno
dei deputati regionali rinuncerebbe mai al faraonico (e immeritato)
stipendio e che quindi terrà in vita anche il nemico. Un calcolo
facile, visto che i nostri eroi si sono appena rifiutati di ridursi lo
stipendio, confermandoci che la speranza in Sicilia è solo una
categoria dello spirito. La realtà può aspettare, soprattutto quando
bastano cinque anni a sistemarsi per la vita.
Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA
telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62
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Riservato
centonove
27 SETTEMBRE 2013
INCOMPATIBILITA’. DUE ESPOSTI AL MINISTRO DALL’EX ASSESSORE PER CHIEDERE LA DECADENZA DEL VICEPRESIDENTE
Irfis, è guerra tra Monterosso e Armao
TOP SECRET
PONTE SULLO STRETTO
Class action di CittadinanAttiva
per la mancata costruzione
MESSINA. Una class action per chiedere i risarcimenti a tutti i protagonisti
del danno erariale procurato alla città di Messina
per la mancata costruzione del Ponte sullo Stretto.
Eʼ lʼinziativa che sta mettendo a punto CittadinazAttiva, promossa da Giuseppe Pracanica.
PROCURA CALTANISSETTA
Inchiesta sul corvo di Palermo
Spunta il nome di Lo Nigro
Gaetano Armao e Patrizia Monterosso
PALERMO. Due esposti per chiedere la decadenza dalla carica di
vicepresidente dellʼIrfis di Patrizia Monterosso, segretario generale alla
Presidenza della Regione, e il conseguente commissariamento della
Regione Sicilia, sono stati inviati al ministro della Funzione Pubblica,
Giampiero dʼAlia, dal professore Gaetano Armao, già assessore
allʼEconomia nel governo Lombardo. Negli esposti lʼavvocato
amministrativista denuncia le aperte violazioni della legge sulla
trasparenza e sullʼanticorruzione, in particolare il macato rispetto dei
decreti legislativi 33 e 39, quest'ultimo mirato sulla “incoferibilità” delle
cariche. Una bomba a miccia lenta, quella di Armao, che rischia di
deflagare molto presto, mettendo ancora una volta in crisi il sistema
delle nomine adottato dal presidente Crocetta. A nulla è valso il parere
rilasciato dallʼufficio legale della Regione, firmato da Romeo Palma, nel
quale, si rileva con una serie di arzigogolati distinguo, la correttezza
delle procedure seguite.
“Siamo al paradosso, rileva Armao-perché a rilasciare questi pareri
preventivamente dovrebbe essere il Civit, lʼautorità preposta dallo
Stato che andava investita della materia. Ma la cosa più grave-
PERSONAGGI
Ingroia diventa avvocato
PALERMO. Dopo la figuraccia in
Guatemala, il rifiuto alla procura di Aosta,
lʼabbandono della toga e il flop di
Rivoluzione civile alle politiche, lʼennesimo
atto di una discesa ingloriosa: lʼex
magistrato simbolo della latta al crimine
organizzato Antonio Ingroia si è iscritto
allʼalbo degli avvocati. Si è presentato al
processo per la trattativa Stato-mafia in
veste di avvocato di parte civile
dell'associazione Familiari delle vittime della
strage dei Georgofili. Ingroia, la settimana
scorsa, ha anche preso il salvagente
lanciato da Crocetta. E' stato nominato
commissario liquidatore della società
pubblica per l'informatizzazione Sicilia eServizi, di cui la Regione siciliana controlla il
51%, col voto contrario della compagine
privata. Crocetta lo aveva già nominato
presidente di Riscossione Sicilia. Tra i nuovi
impegni di avvocato, pare che Ingroia abbia
dato disponibilità alla famiglia Manca, già
assistita dallʼavvocato Repici, di
rappresentarla nella opposizione
allʼarchiviazione sul caso dellʼurologo di
Barcellona morto per overdose.
continua ancora Armao-è che tutti gli atti amministrativi sono di fatto
nulli”. I riferimenti sono al recente provvedimento di acquisizione da
parte dellʼIrfis della partecipazione al capitale della società che
controlla lʼaeroporto Birgi di Trapani. Un problema che potrebbe poi
riproporsi con la liquidazione delle Province, perché secondo i piani di
Crocetta si pensa di mettere in un unico calderone tutte le
partecipazioni negli aeroporti e poi di venderle sul mercato. In effetti di
tutte le nomine fatte allʼIrfis, divenuta Fin-Sicilia, non cʼè alcuna traccia
sul sito della Finanziaria regionale. Che per sei mesi non ha riunito il
consiglio di amministrazione dopo le dimissioni di Francesco Maiolini,
che dovrebbe andare a guidare un nuovo istituto di credito mirato al
settore farmaceutico-sanitario promosso da Banca Nuova. Non si è
ancora insediato neanche il nuovo presidente, Basile, patron della
Ksm, la società che si occupa della vigilanza di molti istituti di credito in
Sicilia, che si era candidato nelle file dellʼUdc e che partecipa anche al
capitale di una nascente Banca a Palermo che ha chiesto
lʼautorizzazione alla Banca dʼItalia per operare. Anche questo, profilo di
possibile incompatibilità.
Sommario
sicilia
6/ ENERGIE PULITE,
AFFARI SPORCHI
15/ AIAS, SISTEMA LO
TROVATO
I segreti dellʼinchiesta
16/ LE BALATE,
BIBLIOTECA SOCIALE
Campagna-fondi sul web
contro la dispersione
scolastica fino al 18 ottobre
18/ LʼISOLA DEI TALENTI
Vincono premi internazionali,
scoprono le cause del tumore
al seno e volano alla Nasa
19/ REGALI SOTTO LE
CIMINIERE
La Ram dona una pensilina e
scoppia la polemica
20/ CASA-MUSEO PER
IL PITTORE ANTIMAFIA
La tenda di tela del palermitano
trapiantato a Parma
8/ NOVE MESI POSSON
BASTARE
Il Pd apre la crisi, un uomo
solo al comando
10/ ADDIO ANNUNCI...ATO
Dal 30 settembre va in
pensione lʼAzienda dʼambito
dalla storia controversa
12/ LA RINASCITA DI
MONTALI
Lʼex sottosegretario dialoga
con Accorinti
13/ STURZANI DI SICILIA
Inaugurato a SantʼAgata
il Centro Studi dei Nebrodi
14/ TOTOʼ, CATENO E LA
DENUNCIA
Lʼassessore alle Autonomie
mette in dubbio la nascita dei
quartieri
MESSINA
Ordine ingegneri
Acquisiti gli atti di spesa
MESSINA. La polizia giudiziaria in visita allʼOrdine
degli ingegneri. Su disposizione della Procura, sono stati acquisiti gli atti
sulle spese di rappresentanza e non solo, registrate dal consiglio presieduto da Santi Trovato.
GRANDE ORIENTE
primo piano
politica
MESSINA. L'indagine della Procura di Caltanissetta sul Corvo di Palermo
punta lo sguardo su Rino
Lo Nigro, dirigente generale in pensione dell'Agenzia dell'Impiego. Lo
Nigro incontrò un importante politico, prima della
morte di Salvo Lima cui
seguirono le stragi di Falcone e Borsellino.
economia
21/ CHI PAGA LE IMPRESE
Gli enti che aderiscono al decreto
sui debiti della PA
pagina 3
23/ ITALCEMENTI,
SI RIPARTE DA ZERO
Le operazioni di bonifica
poster
26/ IL FONDACO
DIMENTICATO
Argimusco, i resti di una
costruzione medievale
rubriche
3/4/5
24
24
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30/31
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Settegiorni
Uomini & Business
Consulenti
Consumatori
Libri/La Classifica
Lacerti di Letture
Rubriche
Lettere & Commenti
Qui Scuola/Heritage
Ecologia & Ambiente
Eliodoro
150 Parole da Palermo
Antibuddaci
Animal House
Il messinese Magno in corsa
per la carica di Gran Maestro
MESSINA. Un esponente
messinese per la guida del
Grande Oriente dʼItalia.
Sarà il notaio Silverio Magno a correre per la carica
di Gran Maestro. Della lista
che presenterà alle consultazioni di aprile faranno
parte Franco Celona, presidente dellʼordine degli
avvocati, ed il professore
universitario Santi Fedele.
PORTO
De Simone allunga
il molo Norimberga
MESSINA.LʼAutorità portuale ha messo a punto il
progetto che prevede lʼallungamento del molo Norimberga, dove approda la
nave Cartour. Previsti lavori per 15 milioni di euro.
27 SETTEMBRE 2013
L
7giorni
CHI SALE
APPELLI. SI TORNA IN PIAZZA CONTRO L’ANTENNA SATELLITALE USA
SOCIETA’
Antonio Bertuccelli
Uniti contro il Muos
Ambiente, al via le “Cartoniadi” a Catania
MESSINA. Stanchi di vedere
il sindaco con la maglietta
“Free Tibet”, il gruppo del
Pdci, capeggiato da Antonio
Bertuccelli, si è presentato
da Renato Accorinti con in
dono una maglietta di cotone con su scritto: “Free Palestina…”. Rossa naturalmente.
Professionisti, docenti e operatori sociali spiegano
le ragioni del no alla manifestazione del 28 settembre
L Rizzo-Molonia
MESSINA. Il macellaio di via
Placida, di fronte al mercato
SantʼOrsola, per pubblicizzare gli imbattibili prezzi di
carne di cavallo e di maiale si
è fatto fare unʼinsegna al
passo con i tempi: “la macelleria per le famiglie in tempo di crisi…”.
L
centonove
Enrico Castiglione
TAORMINA. Ventunomila
biglietti staccati per una stagione lirica da ricordare al
Teatro Antico di Taormina e
il cartellone di spettacoli, diretto da Enrico Castiglione.
L'iniziativa, secondo operatori del settore, ha avuto anche una valenza turistica
con hotel e ristoranti pieni di
appassionati durante i giorni delle recite. I dati spingono a ipotizzare di una stagione di operette invernale,
comeannunciato dal sindaco Giardina.
L Giuseppe Pizzino
PIRAINO. Dalle parole ai fatti: lʼimprenditore tessile ha
coniato il prototipo de “il
grano”, la moneta compensativa della Regione verso
lʼeuro, e ha avviato gli incontri con i cittadini per
spiegare la bontà dellʼiniziativa. Prima tappa Militello in Val di Catania, la patria
di Pippo Baudo.
Gabriele
LNunzio
Sciveres
RAGUSA. Il giovane architetto vittoriese, con l'opera
"A2M Social Housing" a Marina di Ragusa ha vinto il Premio internazionale di architettura "Barbara Cappochin", 2013. Secondo la giuria "il progetto indica anche
una strada di assunzione di
responsabilità estetica, sociale e culturale, importante
per riaffermare la capacità
dell'architettura nel risolvere
i problemi fondamentali dell'abitare contemporaneo''.
CATANIA. A Catania dall'1 al 31 ottobre è tempo di "Cartoniadi", gara fra i quartieri cittadini per sviluppare la raccolta differenziata di carta, cartone e cartoncino ideata nel 2001 dal Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi a base cellulosica (Comieco). Alla squadra che si aggiudicherà il titolo di "Campione di
riciclo" sarà dato un assegno in denaro che ogni circoscrizione
potrà investire in beni e servizi. I quartieri sono stati divisi in tre
squadre che per diventare "Campioni di Riciclo" dovranno raccogliere in 31 giorni un quantitativo di rifiuti in carta e cartone maggiore di quello dello scorso anno, quando a fronte delle quasi 9
mila tonnellate di carta e cartone raccolte, il Comune di Catania
ha ricevuto da Comieco oltre 486mila euro in corrispettivi.
Trapani, maxiconfisca al “re dei supermercati”
PALERMO. Beni mobili e immobili per un valore di oltre 700 milioni sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia
all'imprenditore di Castelvetrano Giuseppe Grigoli, 64 anni, “re
dei supermercati” indicato dagli inquirenti come uomo di fiducia
e prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro, ritenuto nuovo capo di Cosa Nostra. Il provvedimento di confisca
riguarda 12 società, 220 fabbricati.
NISCEMI. Operatori sociali, docenti
universitari, professionisti dicono “no”
al Muos di Niscemi e aderiscono alla
manifestazione nazionale indetta per
il prossimo 28 a Palermo. Con un
appello ai parlamentari nazionali e
regionali i 35 firmatari della lettera
promossa da Aurelio Angelini,
docente universitario, e Pino Toro,
presidente di Ail Palermo, chiedono
unʼassunzione di responsabilità e
invocano il “principio di precauzione,
stabilito in sede europea nel campo
delle decisioni politiche quando le
discordanze scientifiche e la carenza
di dati non consentono una
valutazione completa del rischio.
Tale principio viene applicato nei casi
di pericolo per la salute, per la
sicurezza alimentare, per lʼambiente
e le risorse naturali”. Per i firmatari
dellʼappello, è stato finora ignorato il
fatto che lʼantenna satellitale Usa
ricade in unʼarea sismica e nella zona
di massima tutela ambientale della
riserva “Sughereta di Niscemi”; che
in caso di avaria il Muos può
provocare conseguenze gravi per le
persone e per lʼambiente; che il Muos
si aggiungerebbe alle antenne
attualmente in funzione già ai limiti
delle emissioni previste dalla
normativa vigente; che il Muos può
causare innalzamento termico dal
“campo” sulla permeabilità della
membrana cellulare e che
numerosi studi sono convergenti
sugli effetti mutageni per le cellule;
può produrre effetti sugli organi
biologici ed effetti indiretti sulle
apparecchiature elettromedicali; e
che il Muos diventerebbe un
obiettivo militari di potenze avverse
agli Usa in quanto strumento
cruciale per la comunicazione
militare.
Taobuk, Veltroni e Xinran alla serata finale
TAORMINA.Il festival internazionale del Libro di Taormina, Taobuk, registra un sempre più crescente numeri di visitatori e l'ideatrice dell'iniziativa, Antonella Ferrara, decide di scegliere il
Teatro Antico come sede dell'ultima serata, che si terrà venerdì
prossimo alle 18.30 e ospiterà Walter Veltroni e la giornalista cinese Xue Xinran. "Abbiamo pensato che il Teatro Greco fosse
il luogo più adatto per concludere questa terza edizione di Taobuk che ha avuto un successo che è andato oltre le aspettative
- spiega Antonella Ferrara - ringraziamo il nostro pubblico che
sta apprezzando il nostro impegno ed è sempre più numeroso".
MEMORIAL
Windsurf nel ricordo di Claudio Pellicane
MESSINA. Il tre ottobre 2010 Claudio Pellicane, dopo trentʼanni di
dedizione allo sport del windsurf, a 62 anni è partito per il suo
ultimo viaggio dalle acque dello Stretto di Messina, spegnendosi
mentre solcava le onde di quel pezzo di mare di cui ammirava ed
amava. Domenica 29, lʼassociazione culturale-sportiva
StrettoInfinito ed il Windsurfclub Messina, lo ricorderanno nel
terzo Trofeo Claudio Pellicane, una regata “open” in cui le tavole a
vela faranno da sfondo al panorama dello Stretto solcato da quel
lembo di mare tra due terre lo ama, nel ricordo di chi lo amava. Il
vincitore della regata si aggiudicherà il trofeo Challenge Claudio
Pellicane, istituito per incentivare la diffusione di attività sportive di
tipo velico e per valorizzare i panorami dello Stretto.
TRAPANI. PAPA NOMINA MONSIGNOR FRAGNELLI, FINORA ALLA DIOCESI DI CASTELLANETA, DOPO L’INCHIESTA AMMANCHI
Il vescovo della pace
TRAPANI. Dopo un lungo periodo di
turbolenza, legato a un'intricata inchiesta su
una truffa milionaria a una fondazione
benefica, la diocesi di Trapani ha un nuovo
vescovo. Papa Francesco ha infatti nominato
mons. Pietro Maria Fragnelli, 61 anni,
pugliese di Crispiano (Taranto), alla guida
della diocesi siciliana. Fragnelli è stato
trasferito a Trapani dalla diocesi pugliese di
Castellaneta, di cui era vescovo dal 2003. La
diocesi trapanese era stata investita
dall'inchiesta giudiziaria che il 19 maggio 2012
portò la Santa Sede alla rimozione del
vescovo Francesco Miccichè, dopo che in
precedenza era stato inviato come "visitatore
apostolico" il vescovo di Mazara del Vallo
Domenico Mogavero, e quindi alla nomina di
un amministratore apostolico nella persona di
mons. Alessandro Plotti. La notizia della
nomina, oltre che dal bollettino della sala
stampa vaticana, è stata comunicata proprio
da Plotti al clero locale, riunito in assemblea
presso il Seminario Vescovile. Miccichè era
stato sollevato dall'incarico dopo le polemiche
legate ad alcuni presunti ammanchi che
sarebbero stati causati, secondo i magistrati
della Procura di Trapani, dall'ex cassiere della
diocesi, monsignor Ninni Treppiedi, poi
sospeso "a divinis". All'ex sacerdote vengono
contestati numerosi reati compresa
l'organizzazione di una campagna mediatica
contro Miccichè che nell'inchiesta figura come
parte lesa. Mons. Treppiedi è anche tra i
pagina 4
grandi accusatori del senatore Antonio D'Alì
(Pdl), imputato di concorso esterno in
associazione mafiosa, il quale stando alla
testimonianza dell'ex sacerdote davanti al Gip
di Palermo Giovanni Francolini, avrebbe
chiesto l'intervento dello stesso Treppiedi per
"aggiustare" testimonianze su suoi rapporti
con ambienti mafiosi. Treppiedi ha riferito che
nel 2009 venne convocato da D'Alì,
preoccupato del fatto che era stata aperta
un'indagine sull'ex sindaco di Valderice,
Camillo Iovino. Il senatore temeva che fosse
stata intercettata una telefonata con la quale
Iovino gli aveva "girato" una raccomandazione
per il boss Masino Coppola. Al prete chiedeva
di intervenire su Iovino perchè, utilizzando il
segreto della confessione, lo inducesse a
negare ogni contatto.
centonove
7giorni
MESSINA. QUATTRO ANNI DI LAVORI E TRE MILIONI DI EURO PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA
CONCORSI. ALESSIA BERGAMO
Sant’Elena, bentornata all’Annunziata
Miss Trans Italia
è siciliana
MESSINA. Dopo quattro
anni, la chiesa di
santʼElena torna a
splendere. Iniziate nel
2009 e portate avanti
dalla Progemir, le opere
di demolizione e
ricostruzione della
chiesa dellʼAnnunziata
sono costate tre milioni
di euro, metà dei quali
coperti dalla Cei, la
conferenza episcopale
italiana, mentre per la
restante la parrocchia di
santʼElena ha acceso un
mutuo con la
compartecipazione della
La nuova chiesa di sant’Elena all’Annunziata
Curia messinese che
andrà ad integrare i
il catastrofico terremoto del
contributi dei fedeli ed i
pavimentazione del sagrato,
1908. Non a caso, lʼunico
proventi dellʼ8 per mille
infatti, è ancora in fase di
elemento vincolato dalla
destinato alla chiesa cattolica.
rifinitura. La nuova chiesa,
soprintendenza è stato il
Il nuovo istituto religioso,
progettata dagli architetti Italo
“paliotto”, riutilizzato nella
comprese le pertinenze
Strani, Francesco Ficarra e
nuova costruzione, così
esterne, si snoda su 1500
Franco Cardullo, presenta
come un quadro anonimo
metri quadrati di superficie,
uno stile razionalista che
risalente al settecento. Della
cinquecento dei quali di chiesa prende le distanze dalla
vecchia costruzione col tetto
vera e propria, inaugurata in
vecchia costruzione, amata
a volta ed unʼunica navata,
settimana dallʼArcivescovo
dai fedeli ma di scarso valore
sono stati riutilizzati anche
Calogero La Piana,
architettonico, a sua volta
lʼaltare, il tabernacolo ed il
nonostante i lavori non siano
sorta al posto della chiesetta
battistero.
del tutto ultimati. La
di legno realizzata subito dopo
TORRE DEL LAGO (LUCCA).
Si chiama Alessia Bergamo, ha
27 anni è siciliana di origine,
ma abita a Bergamo la nuova
"Miss Trans Italia" eletta ieri
sera a Torre del Lago.
La 21esima edizione del
concorso è stata interamente
dedicata alla memoria di Don
Andrea Gallo, sacerdote
schierato nella battaglia per i
diritti della comunità Glbt. Alba
Parietti, madrina
dell'evento, ha
ricordato
l'amico Don
Gallo
paragonando
la sua figura a
quella di papa
Francesco
dopo la
sua
apertura ai
gay.
MESSINA. L’ATTRICE RICORDA VIZZINI GRAZIE AL VOLUME DI CAVALERI
ROSA E NERO
Sandra Milo sul set di Ballando il Silenzio
Giudice Saetta e figlio commemorati ad Agrigento
MESSINA. Eʼ fervido e affettuoso il ricordo che Sandra Milo ha di
Michelangelo Vizzini, storico fotoreporter della Rassegna
internazionale cinematografica di Messina e Taormina anni '50-'70.
Così è bastato uno sguardo veloce alla copertina del volume, curato
da Massimiliano Cavaleri, la figura del fotografo che la
immortalò decine di volte, anche in pose intime e
private. Una pagina del libro, che raccoglie le foto in
bianco e nero più belle e significative del Ventennio
d'Oro, è dedicata a lei con tre scatti anni '60.
Lʼattrice proprio in questi giorni è stata
impegnata a Montagnareale sul set del
film di Salvatore Arimatea "Ballando il
Silenzio" (prodotto dal Cam, presieduto
da Francesca Barbera). Un
lungometraggio che vanta un cast
eccezionale oltre la Milo, Marina Suma
Fioretta Mari e altri volti noti come Mario
Opinato, Christian Gravina, Gaetano
Lembo, Samuel Peron, Elisa Franco,
Francesca Ferro, Turi Giuffrida, Tania
Bambaci e, per la prima volta sullo
schermo, la ragazza down Benedetta
Lauricella dell'Aipd Milazzo-Messina. Una
toccante storia di disagio sociale e solitudine
ambientata nel travolgente mondo del tango,
scritta da Arimatea insieme con Tosi Siragusa
e che sarà interamente girata fra Messina e
provincia, in particolare Montagnareale e
Terme Vigliatore. Nel film appare anche il
sindaco di Messina Renato Accorinti in una
scena girata in Città al Mariposa, quando la
protagonista Marina Suma, che interpreta due
ruoli in contemporanea, “Elisabetta” e
“Melissa”, cattura lʼattenzione del cantante
Christian Gravina sulle note di “Mokarta”.
AGRIGENTO. Venticinquesimo anniversario dall'assassinio del giudice
Antonino Saetta, presidente della prima sezione della corte d'Assise
d'Appello di Palermo, e del figlio Stefano, assassinati mentre stavano
percorrendo la strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta. Le iniziative
hanno preso il via con la deposizione di una corona alla stele commemorativa in contrada Giulfo. Poi, al cimitero di Canicattì è stato deposto
un omaggio floreale sulla tomba di Saetta. Al teatro Sociale presentato
l'annullo filatelico realizzato da Poste Italiane.
Catania, una piazza per Emilio Greco
CATANIA. L'amministrazione comunale intitolerà ad Emilio
Greco, scomparso nel 1995, la piazza Duca di Genova. Lo
ha reso noto l'ente, che sta organizzando le celebrazioni
per il centenario della nascita dell'artista catanese, in programma il prossimo 11 ottobre. La scelta della piazza Duca di Genova non è casuale. Lo stesso Greco raccontava di aver sviluppato una particolare sensibilità estetica,
quando, durante le scuole elementari, frequentava il centro storico di Catania, ricco di vestigia dell'antichità.
Centro antiviolenza dedicato a Lia Pipitone
CPALERMO. Un centro antiviolenza è stato intestato a lei e altri ne nasceranno grazie allʼassociazione Millecolori Onlus. Viene ricordata così a 30 anni dalla sua morte Lia Pipitone, ragazza ribelle figlia di Antonino Pipitone, boss del quartiere Arenella di Palermo che fu uccisa a 25 anni in una rapina il 23 settembre 1983. Secondo le rivelazioni di alcuni pentiti a impartire l'ordine fu proprio il padre, infastidito dalle voci su una sua
presunta relazione extraconiugale, ma il boss, vicino a Riina
e Provenzano, è sempre stato assolto. Ora, nuove testimonianze e documenti raccolte nel libro scritto dal figlio della donna, Alessio Cordaro e dal giornalista Salvo Palazzolo,('Se
muoio sopravvivimi', ed. Melampo) faranno luce sul caso.
pagina 5
27 SETTEMBRE 2013
CHI SCENDE
M Pippo Trischitta
MESSINA. La verve politica
del capogruppo del Pdl in
consiglio comunale è tale da
fargli perdere dʼocchio la galanteria. In aula, infatti, Trischitta si è scagliato ferocemente contro la collega di
“Cambiamo Messina dal
basso” Ivana Risitano, che
dal suo canto ha preferito la
“linea morbida”, evitando di
rispondere alle accuse e
passando sopra lʼaccaduto.
MEmilia Barrile
MESSINA. Il presidente del
consiglio comunale è una
sorpresa per i colleghi che,
convinti di poter contare sulla grazia femminile, si sono
trovati invece di fronte un pugno di ferro in guanto di...acciaio. Tanto che qualcuno,
che fatica ad adeguarsi al
“nuovo ordine” sommossamente protesta. “Speriamo di
non doverla salutare con un
“heil Emilia”, ha spiegato.
MEnzo Sindoni
CAPO DʼORLANDO. Il sindaco di Capo dʼOrlando di fronte allʼopposizione fa come le
tre scimmiette: non parla,
non vede, non sente. E manco scrive. I consiglieri delle liste “Librizzi Sindaco” e “Democratici per Capo dʼOrlando” di fronte alla mancata risposta delle ultime sette interrogazioni hanno deciso di
disertare lʼultima seduta.
MPino Galluzzo
BARCELLONA. Lʼex consigliere provinciale di “Giovani
della libertà” sostiene di essere un esperto di pesce. Durante una passeggiata sul
lungomare di Milazzo ha tentato di acquistare “tonnacchioli”. Peccato che si trattasse di unʼaltra varietà. Appena si è accorto dellʼerrore
ha svicolato: «Lassamu stari,
tanto tempu pi cucinari non
naiu”.
M Orazio Andronaco
MESSINA. Il responsabile degli impianti sportivi del Comune di Messina non è in sintonia con la storia sportiva
del sindaco Accorinti. Le porte e gli spogliatoi dellʼex Gil,
per la cui tutela il neo sindaco si era battuto, nel week end
sono rimasti per 3 giorni aperti ed incustoditi.
27 SETTEMBRE 2013
primopiano
centonove
INCHIESTA. La corsa all’eldorado degli incentivi continua anche se la rete elettrica è inadeguata
Energie pulite, affari sporchi
In Sicilia gli impianti eolici e fotovoltaici producono 6 volte la potenza massima allacciabile. Il dato tenuto tenuto nascoto
da Terna Spa e sconosciuto ufficialmente dall’asessorato. Che non impedisce gli affari dei privati. A spese di tutti i contribuenti
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Lʼenergia pulita prodotta in
Sicilia? Fa la stessa fine delle arance
portate al macero, allo “scafazzo”. Per
gran parte. La fa da anni. La farà ancor di
più in futuro. Il motivo? La rete elettrica di
distribuzione non è in grado “sopportare”
lʼenergia prodotta. Tuttavia, benchè il dato
fosse noto da tempo, complici le
amministrazioni comunali e le Autorità
regionali la corsa alla costruzione di pale
eoliche (soprattutto), e allʼinstallazione di
pannelli fotovoltaici non si arresta. Anzi,
continua più che mai tanto che lʼassessore
allʼAmbiente Nicolò Marino con decreto
12 agosto del 2013 ha dato il via libera a
conferenze di servizio per esaminare 64
progetti di parchi eolici e 56 di impianti
fotovoltaici benchè come attesta il rapporto
di Gse Spa, la società che gestisce i servizi
elettrici, la Sicilia è tra le poche regioni
italiane che può vantare un surplus di
energia prodotta annualmente (secondo
lʼultimo dossier statistico, di quasi il 6%). Il
vero business non è fornire agli italiani
energia pulita e ridurre la produzione di
quella sporca. Agli imprenditori, per
incassare i contributi a fondo perduto
erogati dalla regione e gli incentivi che in
fin dei conti, ciascun contribuente si
sobbarca, quota parte, ogni volta che si
reca allʼufficio postale per pagare la
bolletta nellʼillusione che almeno così
fornisce il suo apporto a tutelare
lʼambiente, basta ottenere le autorizzazioni
regionali o comunali, piantare le pale e
installare pannelli di silicio. Che poi
lʼenergia nella rete non può entrare poco
importa. I contributi, infatti, vengono
incassati per lʼenergia prodotta e non per
quella effettivamente entrata nel sistema.
IL PARADOSSO IN NUMERI. Era lʼaprile
del 2005 quando sul sito dellʼassessorato
allʼIndustria, cui spetta il compito di dare il
via libera finale agli impianti, comparve
unʼavviso dal tenore inequivocabile: «Sono
pervenute al gestore della Rete molteplici
domande di connessione di impianti eolici.
In attesa che si realizzi il Piano di Sviluppo
della Trasmissione attualmente la potenza
complessiva allacciabile alla rete è pari a
503 MW. Di questa 397 MW è già
impegnata. Eʼ possibile installare senza
creare problemi di sicurezza di ulteriori MW
106». Lʼavviso scomparve dopo pochi
giorni, non se ne trova più traccia nel web,
ma è rimasto nella disponibilità di chi lo ha
stampato. Scomparve non a caso, visto
che in seguito si è proceduto come se
esistesse.. Basta, infatti, dare unʼocchiata
allʼultimo Rapporto Energia
dellʼassessorato allʼAmbiente per scoprire
che in Sicilia sino a dicembre del 2012
sono in esercizio 92 parchi eolici (13 dei
quali autorizzati dalla Regione, la restante
parte dai Comuni) per una potenza
complessiva pari a 1749 MW: tre volte
tanto la potenza massima allacciabile alla
rete. Non solo. A questa potenza va
aggiunta quella, pari a 1125 MW,
sviluppata dai 32051 impianti fotovoltaici
(300 dei quali autorizzati dalla regione
Sicilia): in tutto fanno quasi 2mila e 800
MW, cinque volte e mezza la potenza
massima sopportabile dalla rete, secondo
lʼavviso comparso nel 2005 sul sito
dellʼassessorato.
MISTERI. Come si conciliano dati così
discordanti? Comʼè possibile, per usare
una metafora, che un viticultore produce
sei volte la quantità di mosto che il titolare
dellʼunica cantina esistente può immettere
nelle sue botti e tuttavia ottiene lo stesso il
corrispettivo come se il mosto lʼavesse
realmente conferito? Maurizio Pirillo,
dirigente generale dellʼassessorato
Territorio e Ambiente, sottolinea: «I dati di
potenza prodotta dal fotovoltaico e
dallʼeolico sono questi. Non sappiamo
qualʼè la capacità massima di potenza che
può sopportare la rete perchè Terna Spa,
cui lo abbiamo richiesto, non ce lʼha
comunicato. Sappiamo informalmente che
ci sono problemi», ammette.
Il dato non lo fornisce nemmeno Terna
PRESE DI POSIZIONI
«Stop all’eolico»
I parlamentari del Pd presentano una
mozione per chiedere una moratoria
PALERMO. «Siamo di fronte alla schizofrenia fra ciò
che il governo dichiara e ciò che l'amministrazione
mette in atto: il governo ha più volte dichiarato il 'no' a
nuovi impianti eolici, il presidente Crocetta lo aveva
detto anche in campagna elettorale. Ma le parole
vengono sconfessate dagli atti prodotti dalla sua
amministrazione. Ci riferiamo ad un episodio preciso:
venerdì scorso, il 20 settembre, nei locali
dell'assessorato all'Energia si è tenuta una conferenza
di servizio per esaminare la richiesta di produzione di
30 megawatt nei comuni di Castellana Sicula e
Petralia Sottana, ed è stato dato parere positivo per 27
megawatt". La denuncia è del Pd all'Ars, dove si è
tenuta una conferenza stampa per illustrare una
mozione, che sarà presto discussa in aula, per
chiedere al governo di fermare qualunque possibilità
di realizzazione di nuovi impianti eolici. Alla
conferenza stampa hanno partecipato il presidente del
gruppo Baldo Gucciardi, il segretario Giuseppe Lupo,
il promotore della mozione Antonello Cracolici e
molti altri parlamentari regionali del PD. Cracolici ha
poi evidenziato che "la capacità di produzione di
energia eolica in Sicilia è superiore alla tenuta della
rete, tanto è vero che in molti casi, girando per l'isola,
si vedono impianti fermi o con solo alcune pale in
movimento, e altre ferme". "Attorno all'eolico si
annidano anche interessi criminali - ha aggiunto
Cracolici - proprio in questi giorni abbiamo assistito al
sequestro di ingenti patrimoni ad un noto produttore di
pagina 6
energia eolica nel Trapanese. Dal prossimo 2 ottobre
sono in programma 64 conferenze di sevizio per
richieste di autorizzazione di energia eolica, pari a
3285 MW di energia a fronte degli attuali 1746 MW
esistenti, quindi le istanze che giacciono, per le quali
sono in corso le pronunce amministrative, riguardano
una capacità di produzione di energia eolica doppia
rispetto a quella esistente. A queste si aggiungono le
ulteriori 66 istanze per impianti fotovoltaici che
saranno esaminate nelle prossime settimane. In Sicilia
c'è stato il far west in questo settore, in alcuni casi il
paesaggio è stato letteralmente stravolto, non
possiamo permettere che tutto questo continui". Sulla
vicenda è intervenuto il presidente del gruppo PD
Baldo Gucciardi: "Siamo già intervenuti nelle scorse
settimane sullo scempio del parco eolico off-shore di
Petrosino - ha detto - rispetto al quale c'è stato un
muro di silenzio da parte dell'amministrazione.
centonove
primopiano
27 SETTEMBRE 2013
IL CASO
Peloritani, 54 pale in agguato
Riavviato il progetto di Anima Energy di Massimo Siclari. Prevede il parco più grande della Sicilia.
L’ASSESSORE. Nicolò Marino
Spa. Sabina Moretti, responsabile Area
comunicazione della società che gestisce
la rete, nonostante le insistenze glissa: «La
società ha in corso in Sicilia investimenti
per potenziare e ammodernare la rete per
un miliardo di euro. Eʼ evidente che questo
sforzo è necessitato dallʼinadeguatezza
della rete». Dʼaltro canto è con questa
motivazione che Terna Spa è riuscita a
convincere tutte le Istituzioni della
necessità di costruire il contestatissimo (da
parte delle popolazioni interessate dai
lavori) elettrodotto destinato a collegare
Rizziconi, località vicino Gioia Tauro, in
Calabria, alla Sicilia.
Se il dato non ce lʼha la regione Sicilia e
non lo fornisce Terna Spa, non resta che
affidarsi allʼunico dato disponibile, quello
del 2005, alla logica e a una semplice
domanda: Dal 2005 in poi sono state fatte
opere che hanno migliorato le infrastrutture
elettriche? Il dirigente Maurizio Pirillo è
netto: «Assolutamente no. Nessun
miglioramento». Dunque, la potenza
massima allacciabile è rimasta più o meno
di 500 MW. Mentre quella totale prodotta
dagli impianti da fonti rinnovabili che via via
sono entrati in esercizio è quasi 6 volte
tanto. «Se nel 2005 è stato diffuso questʼ
avviso con questi dati, è evidente che
lʼinghippo cʼè», ammette il dirigente Pirillo.
Che esclude, sulla scorta delle informazioni
fornitegli da Terna e confermate a questo
giornale da Sabina Moretti di Terna Spa
che “ci siano stati limitazioni al
conferimento dellʼenergia nella rete”. La
domanda così rimane la stessa: Come si
concilia tale sproporzione? La risposta è
ininfluente per gli imprenditori del settore:
«Gli incentivi sono erogati sulla base
dellʼenergia prodotta e non sulla base di
quella conferita», ribadisce Pirillo. Anna
Giordano del Wwf sottolinea: «Al di là
dellʼinutile uso di denaro dei contribuenti la
costruzione di pale eoliche determina un
danno ambientale notevole».
MESSINA. La prima pala eolica,
quella più in basso, secondo il
progetto, dovrebbe essere piantata a
Puntal Ferraro, davanti al centro
recupro del Wwf, accanto alla riserva
dei Daini della Forestale. Lʼultima a
Puntal Bandiera, quella più in alto,
sotto il santuario di Dinnamare, il
punto più alto dei monti Peloritani.
Sono cinquantasette le turbine (o
aereogeneratori) che invaderanno
unʼampia area del crinale di
montagne, di proprietà del Demanio
Forestale, ricche di alberi e di macchia
mediterranea, che dividono la costa
ionica dalla costa Tirrenica, proprio
sopra Messina e sopra il comune di
Saponara. Se otterrà le autorizzazioni
sarà il parco eolico per numero di pale
e per potenza più grande della Sicilia:
Il santuario di Dinnammare vicino al quale potrebbe sorgere il parco eolico
99 MW di potenza.
Anna Giordano, esponente del Wwf
Sicilia, che unitamente
stato presentato nel 2005 dalla
servizi precedenti (17 settembre e 22
allʼassociazione Man di Deborah
società di Massimo Siclari, fratello del
dicembre 2008), insieme con gli atti
Ricciardi, da anni si batte contro il
più noto Lino Siclari, patron di Aicon
endoprocedimentali, i pareri e le
progetto, commenta: «Se verrà dato il
lʼazienda di Giammoro quotata in
determinazioni successive. E
via libera, una delle zone più belle dei
Borsa nel 2007 e poi precipitata nel
ordinando così alla Regione Sicilia di
Peloritani verrà irrimediabilmente
baratro del fallimento su cui indaga
rinnovare il procedimento
deturpata. Non voglio neanche
ora la Procura di Barcellona. In realtà
amministrativo. Questo nuovo
pensare a tutti i danni che si faranno
il progetto era stato sonoramente
procedimento, però, non si è mai
allʼambiente per portare tutte le pale
bocciato da tutte le Istituzioni che a
svolto. La società attraverso i
sui quei monti. Senza contare
suo tempo se ne sono occupati.
medesimi legali si è rivolto al Consiglio
lʼinquinamento acustico. Si tratta di
Tuttavia la società proponente, da
di Giustizia amministrativa per
unʼopera che
parte sua, non ha
chiedere lʼottemperanza alla sentenza
confligge con tutte
desistito e si è
del 2010. Lʼorgano di giustizia
le norme a tutela
rivolta, in una prima
amministrativa di secondo grado il
dellʼambiente, in
occasione al Tar di
primo luglio del 2013 ha ordinato alla
genere. E, in
Palermo. Che lʼ11
regione di convocare entro novanta
particolare, di
gennaio 2010 ha
giorni la conferenza dei servizi.
quella porzione di
accolto il (primo
Fissata per venerdì 27 settembre.
montagna, dove
ricorso) dei legali
Per i ritardi che sono stati accumulati
fanno rotta gli
della "Anima
nel corso degli 8 anni la a società
uccelli migratori»
Energy", gli avvocati
Anima Energy ha avanzato la
Il progetto, che
Andrea Scuderi e
richiesta di un maxi-risarcimento
prevede un
Gianluca Rossitto,
(dellʼammontare stabilito tra i163
investimento
annullando ti tutti i
milioni e i 94 milioni in subordinata) a
complessivo da 170
verbali delle
tutti gli enti coinvolti in sede di
milioni di euro, è
conferenze dei
conferenza dei servizi. (M.S.)
AMBIENTALISTA. Anna Giordano
NEL SACCO
Premiata ditta Buglisi-Saia
Arrestati in Puglia per illeciti ambientali
gli imprenditori messinesi
MESSINA. Una società comprava i terreni. Più società
presentavano i progetti per le autorizzazioni a
costruire impianti fotovoltaici. Tutti al di sotto di un
Mega Watt in modo da eludere la necessità di ottenere
lʼautorizzazione unica della Regione. Ma i proprietari
di tutta la galassia di società erano sempre gli stessi.
Lʼavventura alla ricerca del business nel campo del
fotovoltaico in terra di Puglia è costata cara ad un
gruppo di messinesi, coagulati attorno agli
imprenditori Roberto Saija e Gaetano Buglisi, che
erano riusciti ad entrare in rapporti commerciali con
Ignacio Javier Romero Ledesma, uomo di fiducia di
mister Zhengrong Shi, vertice del colosso cinese del
fotovoltaico Suntech. E di partecipare ad un Fondo, il
Global Solar Fond con sede a Lussemburgo.
Con lʼaccusa di associazione per delinquere e illeciti
urbanistici e truffa, sono stati arrestati Roberto Saija,
44enne, messinese di origine e residente a Roma;
Domenico Catalfamo, 38enne di Furnari (Messina);
Antonio Puliafico, 40enne di Barcellona Pozzo di
Gotto; Francesco Coppolino, 31enne di Terme
Vigliatore, Gaetano Buglisi, 40 anni, anchʼegli di
Terme Vigliatore. Agli arresti anche Ettore Zanazzo,
74enne di Imperia, imgnere cui si deve lʼinvenzione
del telepass; Monjas Aragones Alberto, spagnolo.
Nellʼinchiesta risulta indagata anche la moglie di
Roberto Saija, Maria Carmela Rita Puleio; e il padre
di Gaetano Buglisi, Sebastiano Buglisi, titolare della
Edil Scavi, ora Eds Infrastrutture, imprenditore molto
pagina 7
noto nella provincia di Messina, anche per aver
denunciato i suoi estortori, cui sono stati affidati tutti i
lavori per la costruzione degli impianti.
Le ordinanze sono state richieste dal procuratore
aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi e disposte
dal giudice per le indagini preliminari Paola Liaci.
Le decine di impianti che era stati costruire dagli
imprenditori messinesi sono stati sottoposti a
sequestro preventivo, e sono stati sottoposti a
sequestro per equivalente anche i patrimoni delle
persone indagate e delle società coinvolte sino alla
copertura dei contributi pubblici indebitamente
percepiti, pari a 7 milioni di euro.
Inoltre, gli inquirenti hanno informando il Gestore dei
Servizi energetici (Gse) per bloccare altri 303 milioni
di contribuiti pubblici che le società del gruppo erano
in predicato di percepire avendo già avanzato la
relativa istanza. (M.S.)
Politica
27 SETTEMBRE 2013
centonove
REGIONE. Il Pd apre la crisi, un uomo solo al comando
Nove mesi posson bastare
La rottura col governatore rischia di mandare a gambe all’aria
la giunta, nonostante l’ammutinamento dei quattro assessori.
Radiografia di un governo al bivio. Con troppi interessi “industriali”
MESSINA. Chi aveva stimato, che “nove
mesi di governo per Crocetta sarebbero
stati tanti”, non si è sbagliato di molto.
“Non so se il governo mangerà il
panettone…” aveva mugugnato mesi fa il
leader della corrente RifayPd, Antonello
Cracolici. La circostanza che aveva fatto
storcere il muso al dirigente Pd era la
delega-spot del cantautore Franco
Battiato al Turismo e dello scienziato
Antonio Zichichi alla Cultura, primo caso
mondiale di nomina politica per
corrispondenza: lʼottantenne assessore
governava per telefono da Ginevra, dove
risiede.
Ma a peggiorare le cose, dopo le
dimissioni di Battiato, che aveva
denunciato la presenza di alcune “troie” in
parlamento e di Zichichi che non sapeva
di avere il figlio impegnato in alcuni
importanti appalti proprio con
lʼassessorato da lui diretto, erano state
proprio le nomine “in sostituzione”.
ERRORI E RIFIUTI. Dopo il gran rifiuto di
fare lʼassessore-tappabuchi alla cultura di
Antonio Presti, che si era visto occupare
per tutto il periodo della campagna
elettorale lʼalbergo Atelier sul Mare di
Castel di Tusa, giorno e notte, dagli
aficionados Crocettiani, a indignare la
I MAGNIFICI QUATTRO
Nino Bartolotta
Mariella Lo Bello
Nelly Scilabra
Luca Bianchi
L’INTERVISTA
Laccoto: «Io con Renzi perchè
serve una terapia d’urto»
Il deputato nazionale Pd spiega perchè è transitato nell’area
del sindaco di Firenze. E al governatore manda a dire...
Giuseppe Laccoto
MESSINA. Onorevole Laccoto perche è passato con Renzi?
«Perchè in questo momento di grande difficoltà e di grande
incertezza economica per lʼItalia ritengo salutare lʼazione di una
persona che ha già ben operato come sindaco e mostra di
avere un approccio pragmatico per dare quella spinta che possa
fare uscire lʼItalia dalla fase di recessione economica e anche
morale in cui si dibatte».
E per la Sicilia che ricetta prevede?
pagina 8
«La Sicilia si trova in una situazione ancora più difficile. E ha
bisogno di una terapia dʼurto sulle politiche serie del lavoro, che
è la prima emergenza. Ecco perché non cʼè bisogno di fratture e
antagonismi».
Tra Crocetta e il Pd chi ha tirato troppo la corda?
«Le responsabilità ci sono in entrambi i campi. Nel Pd perché
non ha arginato una richiesta legittima di riflessione sulla
squadra di governo, facendola quasi passare come una lotta di
potere. Una responsabilità che investe certamente Crocetta,
perché la politica impone in alcune circostanze di abbassare i
toni e cercare la sintesi. Eʼ pura incomprensione. Un fatto che
non può permettersi né il presidente, né il Pd».
Se dovesse dare un consiglio di strategia a Francantonio
Genovese, cosa direbbe?
«Genovese non ha certo bisogno di consigli. Eʼ una persona
moderata e di buon senso. Sono certo che troverà le migliori
soluzioni».
R.C.
centonove
Politica
27 SETTEMBRE 2013
direzione del partito sono state le nomine
autarchiche decise da Crocetta: la sua
“megafonista” MariaRita Sgarlata alla
Cultura e la sua assistente personale,
Michela Stancheris, al Turismo. Come
dire: di voi me ne fotto, decido io. Un fatto
ribadito più volte nelle “arene” televisive
dove ogni domenica Crocetta ne sparava
una, fino a quando, per una crisi di rigetto
per eccesso di presenza, le Tv dove il suo
“consulente allʼimmagine” Klaus Davì lo
promozionava hanno cominciato a
defilarsi. Un danno al Partito “Pd” che si
vedeva cannibalizzare le presenze dal
governatore in carica, un danno enorme
alla Sicilia presentata sui media come un
una Regione governata solo da cosche
criminali: mafia e politica. A braccetto.
Terreno di pascolo e battaglie, la
formazione professionale e tanti altri
settori. Dove come in un valzer, ad una
denuncia seguiva un commissariamento,
e la scelta di una persona di fiducia del
presidente.
SISTEMA ANTIMAFIA. “Un gioco sporco
- dicono arabbiati e a denti stretti gli ex
inqulini di via Calatamini - che abbiamo
via via scoperto: con il pretesto della mafia
in ogni dove, Crocetta ha creato un
sistema di potere parallelo teso a fare
fuori il Pd da tutto.” I riferimenti non sono
solo alle nomine al Consorzio Autostrade,
dove è stato piazzato come commissario il
gelese Faraci, ma tutto il sistema,
dallʼIrsap, lʼente che dovrebbe sciogliere
le vecchie Asi, come le deleghe per le
Province: un uomo solo al comando. Che
fa e disfa tutto quello che vuole. E che con
abilità da attore consumato risponde a chi
lo critica con accuse di mafiosità, oppure
con una concezione “vecchia della
politica”. Un repertorio che il Pd ha deciso
di smascherare e che ora ha aperto uno
scontro senza precedenti.
AMMUTINATI DEL PD. Dopo i tira e
molla sugli assessori cui fare spazio in
giunta, il segretario del Pd Giuseppe Lupo
di fronte alle accuse di “sete di potere”, ha
chiesto ai quattro assessori di riferimento,
Nino Bartolotta, Mariella Lo Bello, Nelly
Scilabra e Luca Bianchi, di fare un passo
indietro. I quattro assessori in un primo
momento hanno fatto “ammuina”. Luca
Bianchi e Nino Bartolotta hanno fatto
intendere di rimettersi alle decisioni di
partito, mentre Mariella Lo Bello e Nelly
Scilabra tengono duro. Intantonessuno ha
ancora mollato lʼincarico. Un fatto di
fragilità politica che preoccupa Crocetta
per i suoi programmi di vasta portata:
“Lascerò la Sicilia quando avrò sconfitto la
mafia….”.
Il sospetto invece è che dietro Crocetta ci
GiuseppeLupo
sia un apparato di interessi paraindustriali, strettamente collegato ai nuovi
vertici di Confindustria, che non solo
esprimono un loro assessore di
riferimento, Linda Vancheri, ma
condizionano apertamente le azioni del
governo. “Se questi industriali vogliono
fare gli azionisti di Crocetta - ha detto
acido Antonello Cracolici, abbiano il buon
gusto di candidarsi: lo prevede la
democrazia….”.
INCIUCI INDUSTRIALI. I riferimenti non
sono solo alla nomina sofferta del
commissario dellʼIrsap, Alfonso Cicero,
ma anche la corsa allʼacquisizione di
pacchetti societari allʼAst e negli scali
aeroportuali siciliani. Una allarmante
conferma ufficiale è arrivata nelle
dichiarazioni “per delicatezza omissate”
rilasciate dallʼex assessore allʼeconomia,
Gaetano Armao, al capo dellʼopposizione,
Nello Musumeci.
Armao ha descritto la rete di potere che si
è instaurata allʼIrsap, le poste in palio negli
interessi fotovoltaici e degli appalti
connessi, cari al nuovo gruppo di potere
che si muove in nome delʼantimafia. Ma
soprattutto ha svelato le anomalie della
nomina di Patrizia Monterosso alla
vicepresidenza dellʼIrfis e i passi pilotati
per acquisire il pacchetto di maggioranza
dellʼaeroporto di Birgi. “Una nomina fuori
dalle legge, che mira a fare requisire i
pacchetti di controllo degli scali siciliani,
attraverso il controllo di Unioncamere che
ha partecipazioni diffuse e interessi relativi
ai trasporti, sempre facenti capo allo
stesso gruppo di potere.”
Una denuncia forte, che in altri contesti ha
ZOOM
Faraone: «Epifani ha evitato di incontrare Crocetta»
PALERMO. "Ho letto sui giornali che Epifani non ha incontrato Crocetta perché impegnato nei lavori d'aula. Non sopporto le bugie e sfortunatamente Guglielmo sta seduto due banchi sotto al mio in Aula. Lui non ha partecipato alle votazioni e se non
ha incontrato Crocetta lo ha fatto scientemente". Lo scrive nella sua pagina Facebook il deputato del Pd, Davide Faraone, renziano. "Le ragioni possono essere diverse - sostiene - Pensa abbia ragione Lupo: è infastidito per una crisi che si poteva
evitare in un momento in cui lo scontro a Roma con il Pdl è durissimo; è impegnato
ad organizzare il congresso. Tutte ragioni valide. Però la verità è una: nessuno può
credere che in una regione dove il centrosinistra ha sempre perso, dopo appena 9
mesi, si siano smarrite le ragioni dello stare insieme. E tutti evitano sistematicamente di affrontare la questione". Per Faraone "il segretario regionale del Pd, Giuseppe
Lupo, ha fatto bene a chiedere con forza un chiarimento" perché "una lenta agonia
non è utile al Pd, al governo ai siciliani". "Noi siamo al governo per fare la rivoluzione - continua - Se ci limiteremo alle rappresaglie, meglio staccare la spina".
portato il sostituto procuratore Agueci,
responsabile per la Procura di palermo dei
reati contro la Pubblica amministrazione a
fare dei distinguo: è vero che sono
cresciute le denunce che noi stiamo
verificando. Ma non si deve trovare lʼalibi
che gli enti non possono garantire i servizi
perchè la Procura indaga”. Ma come
uscire ora da questa crisi di rapporti da
una parte di Crocetta con il Pd e dallʼaltra
di Crocetta verso la Cisl e il “sistema
corrotto dei partiti?”.
IL MODELLO FALLITO. Quello che
veniva definito il “modello Sicilia”, lʼintesa
di volta in volta da trovare con i Grilli in
aula è miseramente fallito. E il primo a
parlare di sfiducia è stato il capogruppo
dei Grillini, Giancarlo Cancellieri: “Siamo
pronti a staccare la spina. Crocetta fa
lʼannunciatore. Poi sulle cose serie
latita…”. I riferimenti sono al voltafaccia
allʼassessore al Bilancio Bianchi sullʼIrpef,
le giravolte quotidiane sulla Formazione,
ma soprattutto la capriola sul Muos. Dopo
essersi vantato di bloccare la costruzione
dei radar a Niscemi, il presidente senza
dire niente a nessuno ha firmato tutte le
carte che gli Usa chiedevano, mentre in
pubblico faceva finta di contestare i
progetti. Di più: ha accusato di mafiosità
alcuni “infiltrati” nel Movimento Muos, area
politica che è rimasta disgustata dal
comportamento parolaio di Crocetta. E si
è giustificato: lʼistituto superiore di sanità
dice che per la popolazione non cʼè
pericolo alcuno. Se non avessi firmato la
regione rischiava il fallimento per le penali
che era chiamata a pagare. Ma queste
cose in mesi e mesi di chiacchiere e
anatemi, nessuno gliele aveve dette, si
sono chiesti tanti attivisti?
Un “vulnus”, lʼattaccamento ai microfoni e
ai megafoni, sui quali si interrogano il
capogruppo dei Democratici riformisti,
Giuseppe Picciolo, Lino Leanza, leader di
Articolo 4, il movimento che conta sette
deputati allʼArs, fuoriusciti da aree vicine
allʼUdc e allʼMpa e gli stessi reanziani di
Davide Faraone, pronti a creare una
ciambella di salvataggio per tenere a galla
il governo e dallʼaltra stringergli attorno
lacci e lacciuli per portare il presidente a
lingua sciolta a tenere un poʼ più a bada i
suoi comportamenti, senza i fondamentali
sedici voti in aula del Pd.
SETTE GIORNI DI TREGUA. La
settimana di tregua che i partiti intendono
darsi ha avuto la sua prova di forza
mercoledì sera allʼArs: la terza
commissione alle Attività Produttive
presieduta da Bruno Marziano, Pd,
supportata dai Grillini, ha rivisto i criteri di
pagina 9
nomina della “governance” dellʼIrsap,
lʼente caro agli industriali che ora è
presieduta dal geometra Alfonso Cicero,
autore di tante denunce antimafia: entro
sei mesi Cicero sarà fuori dalla carica. A
designare il presidente saranno le
aziende, i partiti indicheranno poi gli altri
due consiglieri. Una guerra tutta interna al
Pd, che porta la destra sfilacciata nelle
sue variegate componenti, dalla sparuta
Forza Italia alla Destra di Nello Musumeci,
a non alzare i toni. “Le larghe intese in
Sicilia non sono proponibili - ha gelato i
suoi supporter Giuseppe Castiglione semplicemente perché Crocetta non è
Letta…”. Ma quella che si è aperta è una
lotta fratricida di interessi economici,
soprattutto nel settore delle energie
alternative. Crocetta ha idee diverse dai
suoi compagni di partito. Era nellʼaria,
prima della sfiducia del Pd, la nomina del
suo consulente bergamasco Antonello
Pezzini ad assessore allʼEnergia, al posto
del magistrato Nico Marino, entrato in
rotta di collisione con gli interessi del
gruppo Catanzaro, gestore di discariche
ad Agrigento, vicepresidente di
Assindustria. Un fatto che solletica anche
lʼambientalista Giuseppe Arnone: sta per
mandare alle stampe un libro con le
intercettazioni, alla vigilia delle elezioni,
tra lui e Crocetta e tra lui e il senatore del
Megafono Beppe Lumia, considerato il
mandante di alcuni “sputtanamenti”
pilotati ai danni di Wladimiro Crisafulli e
del magistrato di Catania, Giuseppe
Gennaro, allora in corsa per la carica di
procuratore.
R.C.
Beppe Lumia
Politica
27 SETTEMBRE 2013
Franco Barresi
Antonio Ruggeri
ATO BYE BYE. Dal 30 settembre gli Ato smetteranno d
PARTECIPATE. Dal 30 settembre va in pensione l’Azienda d’ambito dalla storia controversa
Addio annunci...Ato
Dai rapporti travagliati con la “gemella” Messinambiente agli scandali che hanno coinvolto
i vertici. Tra assunzioni dirette, nomine, consulenze, coop e debiti, un decennio sotto la lente
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Eʼ durata dieci anni la
fallimentare avventura degli Ato, gli ambiti
territoriali ottimali che la Regione Sicilia ha
creato nel 2004 perchè razionalizzassero il
ciclo dei rifiuti e che invece si sono rivelati,
chi più chi meno, gli ennesimi carrozzoni
mangiasoldi che hanno lasciato in dote alla
casse di palazzo dʼOrleans un buco da
oltre un miliardo di euro. Al posto delle
aziende dʼambito arriveranno, dal primo
ottobre, le Srr, acronimo che sta per
società per la razionalizzazione dei rifiuti.
Esattamente il compito che avrebbero
dovuto avere i ventisette Ato. Un disastro
che, a Messina, si è arricchito di un terzo
protagonista. Perchè, oltre allʼAto (di cui il
Comune è azionista al 90%), ad occuparsi
di rifiuti dal 1999 cʼè stata anche
Messinambiente. Anchʼessa spa,
anchʼessa partecipata praticamente per
intero da palazzo Zanca. I risultati? Zero.
STORIA DI UN FALLIMENTO. Eʼ il 1999
quando palazzo Zanca, stufo del
malfunzionamento della gestione del
servizio dei rifiuti affidato a cooperative
esterne che si sovrapponevano ai
dipendenti comunali alle direttive
dellʼassessorato alla Nettezza urbana,
decide di creare una partecipata,
Messinambiente, tenendo per sè il 51%
delle azioni e lasciando il restante 49% alla
Comes, consorzio tra due imprese private,
LʼAltecoen di Enna e la Ttr. Un matrimonio
che parte subito in salita: il comune di
Messina sbaglia clamorosamente i calcoli
sul fabbisogno economico della
partecipata, dando il via alla lunga serie di
goffi errori che hanno compromesso sin
dallʼinizio il funzionamento della
partecipata e della filiera dei rifiuti in città. Il
primo atto è un lodo arbitrale del 2001 in
cui Messinambiente contesta i calcoli su
costi e redditività dellʼinvestimento eseguiti
dal comune di Messina e ritoccati da
palazzo Zanca dopo la scelta, da parte
della partecipata, di struttura, uomini e
mezzi. In pratica, prima ancora di svuotare
un solo cassonetto, Messinambiente ha
iniziato ad operare in passivo,
accumulando crediti nei confronti del
Comune, cioè il suo azionista di
maggioranza. E mentre unʼinchiesta
penale fa uscire di scena il socio privato di
Messinambiente, trasformandola di fatto in
una municipalizzata, la Regione si inventa
gli Ato. Ed è un casino. Bello grosso.
centonove
Michele Trimboli
FRATELLI COLTELLI. Lo schema, in riva
allo Stretto, è questo. Il comune di Messina
affida allʼAto la gestione del ciclo dei rifiuti,
che si serve di Messinambiente per
svolgere il servizio. Un passaggio
intermedio che, negli anni, si rivelerà non
solo inutile ma addirittura dannoso:
dannoso per ventiquattro milioni di euro, la
cifra che Messinambiente sostiene di dover
percepire dallʼAto per servizi svolti che
invece lʼazienda dʼambito non riconosce, e
che si deciderà di fronte ai giudici. Questo,
però, non è che lʼultimo passaggio di una
serie di rapporti travagliatissimi tra due
fratelli litigiosi, per mettere una pezza ai
danni dei quali ad intervenire sarà
chiamato sempre e comunque il comune di
Messina, azionista praticamente unico (le
partecipazioni esterne a palazzo Zanca
sono dello zero virgola qualcosa) di
entrambe le spa. Lo snodo temporale
fatale avviene nel 2004, tra il
commissariamento del comune di Messina
(Giuseppe Buzzanca decade, al posto
suo arriva Bruno Sbordone) e lʼavvio
dellʼamministrazione giudiziaria per
Messinambiente (in sella alla quale arriva
Nino Dalmazio, che si dimetterà nel 2011):
mentre Messinambiente denuncia 390mila
euro di perdite, e debiti per 28 milioni di
euro, con delibera del commissario
Sbordone, lʼAto3 riceve per delega da
IL FUTURO
Rifiuti? Facciamo da noi
Il servizio tornerà “in house” a palazzo Zanca, a svolgerlo
un’azienda speciale. Ecco i piani dell’amministrazione
MESSINA. Lʼassessore regionale allʼEnergia Nicolò Marino è
stato chiarissimo: “Indietro non si torna”. Il passato si chiama Ato,
il futuro Srr, le società interprovinciali di gestione dei rifiuti che prenderanno il posto degli ambiti territoriali ottimali che in dieci anni di
vita hanno prodotto un buco di oltre un miliardo di euro alle casse
regionali. Lunedi 30 settembre, ultimo giorno utile prima dellʼarrivo del commissariamento, la Provincia ha convocato lʼassemblea
di costituzione della Ssr di cui farà parte, da capofila, il comune di
Messina, che comprende 48 comuni. Già durante la scorsa amministrazione palazzo Zanca ha approvato lo statuto, e ad aprile
è stata versata la quota obbligatoria del il 49% del capitale inizia-
pagina 10
le di 120mila euro. Contemporaneamente va avanti la liquidazione degli Ato, da chiudere entro il 30 settembre. Problema è che gli
stessi Ato non possono essere liquidati se hanno situazioni debitorie e creditorie aperte. Di quanto si parla? In tutto di circa sessanta milioni spiega Daniele Ialacqua, assessore allʼIgiene di palazzo Zanca: venti milioni di debito del Comune nei confronti dellʼAto3, dieci verso Tirrenoambiente, poi cʼè Messinambiente che
chiede allʼAto quei famosi milioni che pare possano ridursi in sede transattiva da ventiquattro a diciotto. Una volta stabilito chi deve a chi e quanto la Regione potrebbe accollarsi il debito, e chiedere la restituzione delle somme in ventʼanni. Argomento, questo,
della delibera di transazione dei debiti Ato che venerdi 27 sarà approvata dalla Giunta per poi passare al vaglio del consiglio comunale. Nelle more dellʼapprovazione del piano operativo della Srr
da parte della Regione, chi toglierà la spazzatura dalle strade?
Dato i tempi che non si preannunciano ristretti, è certo che del servizio, in regime di prorogatio, sarà incaricata Messinambiente. E
dopo? Messina, data la sua grandezza, ha la possibilità di avva-
centonove
Politica
27 SETTEMBRE 2013
di essere operativi. Al loro posto le Srr
palazzo Zanca “tutte le competenze
relative alla gestione integrata dei rifiuti
nonchè lʼesecuzione di tutti i servizi di
igiene ambientale”. In pratica, lʼAto dispone
ma non ha uomini e mezzi,
Messinambiente viene retrocessa ma
svolge materialmente i servizi. Nel
frattempo, il lodo arbitrale obbliga il comune
a corrispondere a Messinambiente la bella
somma di ventisette milioni di euro. Finito
qui? Nemmeno per sogno.
CASINO DIVISO TRE. La delibera che
consegna allʼAto3, presieduta allʼepoca da
Piero Grasso, le chiavi dellʼigiene cittadina
contiene un altro immane casino. Se infatti
palazzo Zanca doveva predisporre anno
dopo anno una perizia di aggiornamento
economico presentato dal partner privato
per il trasferimento economico a
Messinambiente, lʼAto3 operava invece
con un piano dʼambito da cui viene ricavato
con cadenza triennale un piano industriale
e finanziario. E le due perizie, ed i
fabbisogni economici che ne scaturiscono,
non coincidono mai. Un esempio sono le
settanta unità di personale in meno che
lʼAto3 riteneva servissero ai servizi di
raccolta e spazzamento, rispetto a quelle
quantificate in forza a Messinambiente.
Settanta lavoratori che incidevano sui costi,
dato che i trasferimenti di fondi dallʼAto3 a
Messinambiente non li contemplavano: tre
milioni allʼanno in meno del fabbisogno
finanziario di Messinambiente. Ragioni,
questa e molte altre, che negli anni hanno
spinto la partecipata di via Dogali a
proporre contro lʼazienda dʼambito un
decreto ingiuntivo (opposto), un giudizio
arbitrale e addirittura unʼistanza di
fallimento. Una lite che è andata avanti fino
al 2007 (nel frattempo il presidente
dellʼAto3 è diventato Franco Barresi),
quando si giunge ad una transazione in cui
la partecipata di via Cavalieri della stella
riconosce a Messinambiente quattro milioni
e mezzo per servizi resi a tutto il 2006.
Tutto ciò, senza che si ridefinissero una
volta per tutte i rapporti tra Comune, Ato e
Messinambiente. Perchè? Perchè molti
servizi, in quel periodo, lʼAto li
esternalizzava. Alle cooperative. Quanto
bastava perchè Dalmazio allʼepoca
potesse affermare in una relazione che
“L'Ato3 ha tenuto un comportamento
diretto a svilire di contenuto economico e
commerciale la società Messinambiente”.
GLI SCANDALI. A cavallo tra le festività
natalizie di fine 2006 ed inizio 2007, allʼAto3
arrivano ventisette Lsu, lavoratori
socialmente utili assunti per chiamata
diretta e senza alcun tipo di evidenza
pubblica con contratto a tempo
determinato, che subito dopo diventa a
tempo pieno ed indeterminato: sedici figure
tecnico/amministrative, dieci con mansioni
di sorveglianza. Sullʼargomento disse la
sua il Pm Santo Melidona, negli atti
dellʼinchiesta scaturita qualche tempo
dopo: quelle assunzioni non servivano per
le esigenze dellʼAto3, dato che, per
esempio, gli Lsu erano stati assunti per
svolgere un servizio che già effettuava
Messinambiente. Non passa molto ed a
Barresi, al successore Antonio Ruggeri e
ad Enrico Spicuzza, nominato per breve
tempo dal commissario straordinario di
palazzo Zanca Gaspare Sinatra, vengono
chiesti conto e ragione di servizi aggiuntivi
“sospetti” ( tipo la scerbatura aggiudicata a
cooperative esterne invece che a
Messinambiente), e “spezzettati” per non
raggiungere la soglia oltre la quale è
necessaria la gara dʼappalto, oltre alla
girandola di nomine e avvicendamenti di
consulenti. Nel 2012 a Ruggeri subentra, in
qualità di commissario liquidatore, Michele
Trimboli. Quasi contemporaneamente, a
Ruggeri cade una tegola in testa: secondo
lʼaccusa di peculato sostenuta dal pm
Liliana Todaro (in seguito alla quale è
finito ai domiciliari per due mesi), si
sarebbe accreditato 136mila euro di
compenso per un ruolo, quello da
liquidatore, che avrebbe dovuto svolgere a
titolo gratuito.
lersi di un “suborganismo”, lʼAro (ambito di raccolta ottimale). A quel
punto palazzo Zanca, diventato committente e appaltante, dovrà gestire da sè il servizio sotto la “supervisione” ed il controllo da parte
della Srr. Come? Le strade da percorrere sono tre: la prima è la gara per appaltare il servizio allʼesterno, ipotesi che lʼamministrazione
guidata da Renato Accorinti non ha alcuna intenzione di prendere
in considerazione. Poi ci sarebbe lʼopzione “Messinambiente bis”:
partecipata con Comune in maggioranza e socio privato, esperienza che non ha avuto esattamente successo. Terza ipotesi, più gettonata, è la gestione “in house” del servizio, tramite una azienda speciale sulla falsariga normativa dellʼAtm. Soluzione, questa, che consentirebbe un risparmio da quattro milioni di euro allʼanno, perchè il
regime aziendale speciale sarebbe esentato dal pagamento dellʼiva. E i dipendenti? Gli amministrativi dellʼAto (che a fine liquidazione “regalerà” a palazzo Zanca un patrimonio da venti milioni in beni
materiali) transiteranno praticamente per intero nella Srr, gli operai
saranno riassorbiti nellʼazienda speciale che si occuperà di svolgere i servizi. (A.C.)
Daniele Ialacqua
MESSINA. La Giunta ci riprova col condono edilizio
Ricomincio da 13mila
Le sanatorie esternalizzate nel 2007 tornano al Comune. Che oggi
tenta di riuscire dove i professionisti hanno fallito. Ecco perchè
MESSINA. Non ci sono
riusciti due sindaci,
Francantonio Genovese
e Giuseppe Buzzanca, e
due commissari, Gaspare
Sinatra e Luigi Croce.
Oggi ci prova Renato
Accorinti, sperando di
avere più fortuna con
quelle tredicimila pratiche
di condono edilizio che
giacciono nei cassetti del
dipartimento Urbanistica,
che avrebbero dovuto
essere sbrigate in quattro
mesi e per espletare le
quali ad agosto del 2007
lʼamministrazione si era
rivolta a centosessanta tra
ingegneri, architetti e
geometri. Il risultato?
Catastrofico. Perchè
unʼoperazione che oggi
Guido Signorino e
Sergio De Cola,
assessori a Bilancio e
Urbanistica
dellʼamministrazione
Accorinti, stimano possa
portare nelle casse di
palazzo Zanca quasi tre
milioni e mezzo di euro,
non si è riusciti a portarla a
compimento in sei anni. La
Giunta ha deciso di
riprendere in mano le
domande di sanatoria
permesse dai condoni del
1985, del 1994 e del 2003,
ma soprattutto di riportare
il servizio “in house”.
Perchè lʼesternalizzazione
del 2007 è stata un
disastro confermato dai
numeri: su diciottomila
pratiche presentate
allʼepoca, ad essere
arrivate al termine sono
state appena cinquemila.
Come si sono accumulate
tredicimila (sulle 18mila
originarie) pratiche di
sanatoria? Facile. Quelle
presentate nel 1986 sono
10.276 e ad oggi, a
distanza di 27 anni, sono
state rilasciate molto
meno di quattromila
concessioni edilizie. Per i
4.480 condoni presentati
nel 1994, di concessioni
edilizie in sanatoria ne
sono state autorizzate
più o meno mille, mentre
per il condono del 2003
per le 3.625 pratiche, sono
state rilasciate
appena un centinaio di
concessioni.
Ricapitolando, 18631
pratiche presentate,
cinquemila circa quelle
pagina 11
evase. Pratiche che Il
giorno prima di ferragosto
del 2007,
lʼamministrazione retta da
Genovese, di fronte al
fatto che l’Urbanistica
“affogava” in un mare di
pratiche di condono
edilizio mai esitate e
risalenti a leggi dell’85, del
‘94 e del 2003,
e, più ancora indietro nel
tempo, a decisioni
dell’Ars dell’80 ed all’81,
decide di mettere mano al
problema, nella
consapevolezza che gli
uffici del dipartimento di
via Industriale difficilmente
avrebbero smaltito le
diciottomila pratiche entro
il capodanno del 2007,
termine ultimo stabilito dal
governo del tempo per la
presentazione delle
sanatorie. Per ovviare,
sedicimila pratiche furono
appaltate all’esterno.
Cento ciascuno per
centosessanta
Sergio De Cola
professionisti (ingegneri,
architetti, geometri e periti
industriali), una
parcella standard da
diecimila euro ciascuno
(cento a sanatoria
espletata), tre mesi di
tempo per completarle. A
firmare la delibera, l’allora
assessore al Territorio
Antonio Catalioto. Una
scelta che si è rivelata un
disastro. Ad ovviare al
quale ci si era messo
Pippo Corvaja,
assessore al Territorio
della giunta Buzzanca,
prima che le dimissioni di
questʼultimo, un anno fa,
facesse decadere la
giunta. Intanto perchè il
“grosso” delle pratiche è
stato sbrigato dal 2009, e
poi per il “pugno di ferro”
mostrato verso i
professionisti che dopo
essersi accaparrate le
pratiche le hanno chiuse in
un cassetto,
dimenticandosene. A
lanciare lʼultimatum, a
maggio del 2012, era stato
Raffaele Cucinotta,
funzionario con mansioni
dirigenziali
dellʼUrbanistica, intimando
l’immediata restituzione
dei fascicoli
con la minaccia dellʼavvio
di un procedimento
amministrativo di “diffida
per inadempienza”.
Minaccia che ha sortito i
suoi effetti, dato che
pressochè tutte le pratiche
sono rientrate in via
Industriale. Per
partorire il topolino, quindi,
palazzo Zanca
ha coinvolto
centosessanta
Raffaele Cucinotta
professionisti,
due delibere di giunta,
nove coordinatori e
un milione e 600mila euro
di spesa prevista. Oggi, a
svolgere il compito sarà
solo personale di palazzo
Zanca. Oltre ai tre milioni e
mezzo in cassa, il disbrigo
dei condoni edilizi servirà
a definire il reale carico
urbanistico della città in
previsione dellʼimminente
redazione del prossimo
piano regolatore, e il
conteggio della volumetria
effettiva degli
appartamenti per il
conteggio delle tariffe di
acqua, rifiuti e Imu.
(A.C.)
Politica
27 SETTEMBRE 2013
centonove
Nelle immagini Sebastiano Montale, 76 anni.
Nato a Messina, nel 1968 si è trasferito nel Lazio
per insegnare in un istituto tecnico di Ciampino.
Nel 1975 ne è diventato sindaco e ha dato il via
alla sua carriera politica nel Partito Socialista.
Ha ricoperto la carica di assessore regionale,
presidente del consiglio regionale
e sottosegretario di Stato. Nelle foto è ritratto
con Giovanni Paolo II e Bettino Craxi.
IL PERSONAGGIO. L’ex sottosegretario dialoga con Accorinti
La Rinascita di Montali
Dopo avere ricoperto incarichi istituzionali con il Psi propone un progetto
turistico per rilanciare la sua città natale. Che porta in Costa Azzurra
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. Da Bettino Craxi a Renato
Accorinti. La vita politica di Sebastiano
Montali, 76 anni, è come il Monopoly. Eʼ
partito da Messina poco più che ventenne
e, casella dopo casella, ha attraversato la
politica della prima repubblica con ruoli di
primo piano allʼinterno del Partito socialista
italiano. Oggi è ritornato al “Via” - nella sua
città natale - per dialogare con Accorinti, il
sindaco pacifista, forse la cosa più lontana
rispetto al partito del garofano rosso e
quello che ha rappresentato. Montali, però,
a capo dellʼassociazione “Rinascita
democratica”, non fa una piega:«Amiamo
entrambi Messina e vogliamo il bene di
questo territorio - ribatte - questo è il
collante di tutto al di là delle ideologie.
“Rinascita democratica” è stata fondata
dieci anni fa con amici di diversa
estrazione politica e culturale, abbiamo da
subito tentato di proporre idee e soluzioni
nellʼinteresse esclusivo della città, ma non
siamo mai riusciti a sensibilizzare una
classe dirigente impegnata sempre a
salvaguardare i propri interessi. Mi
facevano sentire un estraneo. Con
Accorinti penso che i tempi siano maturi
per una svolta». Montali ha incontrato il
primo cittadino per coinvolgerlo
nellʼorganizzazione di un convegno che si
dovrebbe tenere tra ottobre e novembre in
cui verrà presentato un progetto
economico di rilancio della città basato sul
turismo. Contemporaneamente ha scritto
al governatore Rosario Crocetta
chiedendogli un incontro per sostenerlo.
«Messina ha tutte le carte in regola per
diventare la Costa azzurra siciliana azzarda». Anche se da tempo residente
nel Lazio, Sebastiano Montali, ex
professore di inglese, non ha mai reciso i
rapporti con la città dove ancora vivono i
parenti e i suoi ex compagni di calcio
(giocava nelle file del Messina). Ritorna
periodicamente e trascorre in riva allo
Stretto tutto il periodo estivo. La sua vita
politica, però, si è svolta tutta a Roma fino
a ricoprire lʼincarico di sottosegretario alle
Partecipazioni Statali. Nella sua casa
fanno bella vista le foto scattate con Papa
Giovanni Paolo II, Bettino Craxi, il
presidente dellʼEni Gabriele Cagliari.
«Sono rimasto a Messina fino al 1968, poi
avendo vinto la cattedra mi sono trasferito
nel Lazio». Per lungo tempo, da precario,
ha insegnato a Barcellona Pozzo di Gotto.
Ogni mattina viaggiava a bordo di una 500
con altri tre colleghi: lʼingegnere Turi
Rizzo, lʼex senatore Franco Cimino e Gino
Ristagno. «Ho insegnato per diversi anni
in un tecnico commerciale di Ciampino racconta - comune di cui sono stato il
primo sindaco, nel 1975 quando diventò
centro autonomo. Ho ricoperto lʼincarico
fino al 1980 quando sono passato al
Consiglio regionale (lʼequivalente dellʼArs
siciliana). Alla Regione ha ricoperto anche
per cinque anni la carica di assessore con
deleghe al Turismo e allʼAgricoltura». Nella
legislatura successiva, risultando il primo
degli eletti nel Psi, ha presieduto la giunta
regionale del Lazio. «Ho ripreso lʼimpegno
politico e sociale lʼanno scorso, sulla spinta
dellʼentusiamo di giovani universitari che
hanno redatto uno studio sulla città dal
titolo “Messina, punto e a capo”. Eʼ venuto
fuori che negli ultimi 30 anni la popolazione
è costantemente diminuita ma
contestualmente i piani regolatori hanno
sempre consentito una espansione
urbanistica, condizione che hanno portato
Messina allʼimpoverimento e alla
disoccupazione. Finito il boom dellʼedilizia
è finito il lavoro. Situazione fallimentare
legata a scelte errate della classe
dirigente. Lo dicevo sempre a Turi Rizzo:
se invece di condomini fossero stati
pagina 12
costruiti villaggi turistici o alberghi oggi ci
sarebbe ricchezza con migliaia di posti di
lavoro». Oggi che cosa si può fare?
«Rimboccarsi le maniche - commenta evidenziare chi ha creato danno nella città
dal punto di vista politico (dal Pd al Pdl) e
pianificare il tipo di sviluppo futuro. Il
risultato elettore è un segnale di speranza
perché il “destino” politico sembrava
segnato, Speriamo che il nuovo sindaco
passi dalle parole ai fatti e porti avanti
modello di sviluppo virtuoso basato sul
turismo con la collaborazione dei centri
rivieraschi del comprensorio». I passaggi
(sulla carta) sono semplici: fare un unico
consorzio, un unico “prodotto” con la
supervisione della Regione che possa
collaborare nella realizzazione con
finanziamenti idonei, utilizzando anche i
fondi europei. «Vedo Messina come la
Costa azzurra siciliana», conclude
Sebastiano Montali.
centonove
Politica
27 SETTEMBRE 2013
Benedetto Torrisi, Gaspare Sturzo, Agostino Di Lapi e Francesco Punzo
MOVIMENTI. Inaugurato a Sant’Agata il Centro Studi dei Nebrodi
Sturziani di Sicilia
Unirsi per il bene comune ed agire nella politica ripartendo dai valori del grande
pensatore di Caltagirone che fondò il Partito popolare. Ecco chi si “schiera”
DI GIOVANNI FRAZZICA
S. AGATA DI MILITELLO. Pubblico delle
grandi occasioni nel salone dellʼIstituto
Sacro Cuore di S. Agata di Militello, come
ai tempi della Dc. Questa volta a fare da
richiamo non sono i ministri in doppio
petto della prima repubblica, è Gaspare
Sturzo, discendente di don Luigi Sturzo
fondatore del Partito Popolare Italiano
che interviene per lʼinaugurazione del
Centro Studi Sturzo dei Nebrodi. A dare
sostegno e incoraggiamento agli amici
nebroidei che hanno deciso di muoversi
nel solco dellʼinsegnamento sturziano e di
impegnarsi organizzando un centro studi
sono intervenuti numerosi amici
provenienti dallʼarea messinese, come
Maurizio Morabito, Andrea Nastasi,
Saro Terranova e Cocetto Trifirò e
sturziani catanesi e palermitani come
Benedetto Torrisi e lʼavv. Francesco
Punzo, che nel capoluogo siciliano ha
costituito un importante centro studi
sturziano. Dopo i saluti dellʼavvocato
Nino Testa, assessore alla Cultura,
intervenuto in rappresentanza
dellʼAmministrazione comunale, che non
nasconde la sua ammirazione per il
grande pensatore politico di Caltagirone
cui viene dedicato il nuovo circolo, il
giovane Agostino Di Lapi svolge
lʼintervento introduttivo. “Il Ciss dei
Nebrodi inaugura con questo incontro la
sua attività'. E' un centro culturale,
autonomo da qualsivoglia partito politico,
aconfessionale, che si rivolge a quanti,
laici e cattolici, si rivedono nei principi
della dottrina sociale della Chiesa e nei
valori del popolarismo sturziano. E' insito
nello spirito del centro il dibattito critico
L’assessore Nino Testa
attorno a tematiche culturali di ampio
respiro filosofiche, economico-giuridiche,
storiche e sociali in riferimento al
pensiero e all'opera di Don Luigi Sturzo. Il
centro ritiene fondamentali le attività di
formazione e divulgazione culturali,
coinvolgendo anche i giovani. L'originalita
del pensiero di Sturzo sta nella centralità
della persona, dell'individuo nella sua
visione antropocentrica per cui lo stato
non può sostituirai alle società ne alle
persone e si assiste quindi al
rovesciamento prospettico del marxismo,
l'uomo al centro e non le sovrastrutture.
Se Don Sturzo fosse adeguatamente
ascoltato sicuramente avremmo avuto
una politica orientata al bene comune,
una politica di sevizio della società e dela
collettività – ed ha aggiunto Di Lapi - il
cattolico deve ripartire dagli insegnamenti
di Don Luigi Sturzo, deve unirsi per il
bene comune ed agire nella politica
ripartendo dai suoi insegnamenti, senza
delegare ad altri e deve operare
costituendo un'identità di centro, con la
mentalità del servire e non del servirsi E
ai cattolici che vogliono impegnarsi
ricordo le parole di Don Luigi Sturzo: la
speranza e' un dovere”. Alla relazione di
Di Lapi, seguita con molto interesse da
una sala stupita e attenta, segue
lʼintervento di Padre Simone, titolare della
parrocchia, che si sofferma sul concetto
di bene comune per raggiungere la
perfezione attraverso importanti passaggi
che sono: la pace, la dignità e la
sicurezza. Un altro saceRdote
intervenuto, padre Pio, si è soffermato
sullʼimportanza della formazione per
raggiungere tutti gli obiettivi di tenuta e di
miglioramento sociale che si intendono
ottenere. Dello stesso avviso il professore
Alfonso Di Giorgio che ha anche fatto
delle citazioni mettendo a confronto
cultura pagana e cultura cattolica e
facendo risaltare la validità dei valori
cristiani. Ha concluso i lavori Gaspare
Sturzo ricordando lʼattualità del pensiero
sturziano e la possibilità che cʼè ancora
oggi di trovare, alla luce dei suoi
insegnamenti, delle ricette per analizzare
e risolvere alcuni mali che affliggono il
nostro vivere politico quotidiano, dalla
mala-gestio, alla mala-burocrazia, alla
ormai insostenibile partitocrazia. Non
dimenticando lʼuso corretto della
cooperazione e delle banche popolari,
promosse nel primo novecento dal suo
antenato, strumenti ancora utili per
intervenire in una società carente di posti
di lavoro ed in cui il credito per i piccoli
operatori economici è diventato un
autentico miraggio.
L’INTERVISTA
«Non lasciamo sole le famiglie»
La ricetta di Gaspare Sturzo per uscire dal declino.
«I cittadini devono scegliere i propri rappresentanti»
MESSINA. Gaspare Sturzo, che non perde mai il self control di
fronte alle platee gremite di folla che lo stanno ad ascoltare, quando
si trova a parlare di famiglia con quattro amici è capace di alzare i
toni: “La famiglia italiana è stata lasciata sola con tutte le sue
difficoltà” – dice nel momento in cui lo intercettiamo in un bar di S.
Agata di Militello poco prima dellʼinizio di un convegno, e continua
“La famiglia con i problemi di sempre, di coppia, di figli, di lavoro, di
disabilità etc., con le Istituzioni che sembrano dissolte sotto il peso
della linea che impongono i governi di tagliare e privatizzare”.
Come si fa ad uscire da questo declino prolungato?
“Credo che la Democrazia riacquisterebbe vigore se i cittadini
potessero tornare a scegliere i propri rappresentanti, ponendo così
fine al pericoloso fenomeno dellʼassenteismo elettorale. Detto
questo ritengo che dopo lʼultima esperienza che abbiamo fatto alle
ultime elezioni regionali, senza mezzi e senza effetti speciali, ma
solo con la forza delle nostre idee, siamo riusciti a lasciare una
traccia. Finito il tempo della competizione elettorale ognuno di noi è
tornato nel proprio ambito di impegno a fare il suo dovere e ad
assumersi le proprie responsabilità secondo lʼidea sturziana”.
Cosa inaugurate a S. Agata?
“Un Centro Studi Sturzo, è un'associazione culturale
indipendente, senza alcun legame con partiti politici, che si
propone di approfondire e divulgare la conoscenza organica della
dottrina sociale cristiana, punto di riferimento per una buona
gestione della società civile. Questa attività viene integrata
dall'approfondimento e dalla diffusione dei principi etico-politici,
filosofici, sociologici ed economici elaborati da Don Luigi Sturzo.
Non è il primo che sorge in Sicilia, ma qui sento che cʼè molto
entusiasmo”.
G.F.
pagina 13
Gaspare Sturzo
Politica
27 SETTEMBRE 2013
S. TERESA DI RIVA. L’assessorato alle Autonomia mette in dubbio la nascita dei quartieri
Totò, Cateno e la denuncia
Il sindaco De Luca per dare visibilità alle frazioni ha indetto le elezioni per eleggere
rappresentanti di circoscrizione. A “bloccare” il tutto una denuncia a firma di Antonio De Curtis
DI
MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA. Una missiva
anonima firmata dal principe Antonio De
Curtis rischia di cancellare le aspirazioni
dei cinquantaquattro neo consiglieri
eletti nei comitati di quartiere da poco
insediatisi. Una lettera indirizzata alla
Prefettura di Messina ed all'assessorato
regionale delle Autonomie locali e della
Funzione pubblica mette in dubbio la
legittimità delle operazioni di voto che si
sono tenute il 30 giugno scorso con le
quali sono stati istituiti sei comitati di
quartiere. Chi denuncia, naturalmente
celato dietro il conio del nobile Totò,
chiede agli enti preposti di accertare la
conformità delle deliberazioni del
consiglio comunale santateresino
rispetto alle normative vigenti in tema di
consigli di quartiere. Nella lettera denuncia si fa riferimento al dettato
normativo che prevede l'istituzione dei
consigli di quartiere solo per i comuni
con popolazione superiore ai centomila
abitanti o di organi parificabili nei
comuni tra le tenta e le cento mila unità
residenti. In funzione di ciò si auspica
l'intervento degli organi competenti nel
ripristino della legalità. Da qui la nota
pervenuta alla casa municipale nella
quale si invita l'amministrazione
comunale jonica a fornire le pezze di
appoggio per approfondire la tematica
con un termine perentorio di trenta
giorni, decorso il quale sarà inviato un
ispettore regionale. In attesa delle
controdeduzioni che saranno inviate dal
segretario Vincenzo Scarcella i politici in
provetta che si erano cimentati nella
nuova avventura con tanto entusiasmo
rimangono col fiato sospeso e attori
passivi dinanzi al ricorso alla denuncia
anonima, pratica in uso ormai da
qualche lustro nella cittadina rivierasca.
Gli organismi territoriali, che avevano
come presidente condiviso la giovane
Annalisa Miano, erano già in movimento
Alcuni consiglieri di circoscrizione eletti a Santa Teresa di Riva
Cateno De Luca
ed ha avevano dato vita a parecchie
assisi. Particolarmente attivi quello di
Barracca e del Centro-Torre Varata. Il
primo ha organizzato in maniera
esemplare la notte bianca in una
porzione di paese solitamente rimasta ai
margini di questa manifestazione, il
secondo ha già deliberato il cambio di
nome di qualche strada e si è
pronunciato in maniera contraria
rispetto alla vendita di Villa Ragno.
Il primo cittadino non vuole entrare nel
merito del contendere e si limita ad una
riflessione di natura politica: «Avevamo
promesso una politica amministrativa
partecipata attraverso l'istituzione di enti
periferici ed abbiamo mantenuto la
promessa, la cultura della denuncia non
ci appartiene e quindi non vogliamo
nemmeno commentarla, purtroppo c'è
centonove
PROTESTE
Crocetta dà buca
ai sindaci
Il governatore diserta l’incontro
con gli amministratori che protestano
PALERMO. Decine di piccoli comuni
del messinese hanno preso parte alla
sfilata palermitana da piazza Marina a
Palazzo dei Normanni. Oltre 300 i sindaci provenienti da tutta la Sicilia accompagnati da circa 400 tra assessori e
consiglieri comunali hanno protestato
contro i continui tagli e la prospettiva di
cancellare i piccoli campanili. E chiedevano risposte dal presidente Rosario
Crocetta. Peccato che il governatore
non si sia fatto trovare. E dire che la manifestazione era stata anticipata oltre un
mese fa. «Alla manifestazione di oggi –
spiegano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente vice presidente vicario e segretario generale
dellʼAssociazione dei comuni siciliani –
era presente tutta la Sicilia e mancava
solamente il presidente della Regione,
uno sgarbo istituzionale che ha lasciato i nostri sindaci molto amareggiati e
che non aiuta ai fini di una ripresa delle
normali relazioni istituzionali». I sindaci si sono rifiutati di confrontarsi con gli
assessori Bianchi e Valenti in quanto ritengono unico interlocutore autorevole Crocetta. Lʼincontro col Governatore
è stato rinviato a martedì 1 ottobre, assieme ai capigruppo allʼArs.
chi ancora ragiona con la carta bollata
rinunciando al confronto politico. Lo
statuto comunale - continua - prevede
genericamente forme di partecipazione
popolare : i comitati di quartiere sono
una di queste forme. L'esposto li
denomina consigli per indurre
l'assessorato in errore in quanto la
legge regionale che disciplina il
funzionamento degli enti locali prevede
che questi possano essere istituiti solo
nelle città che hanno oltre 100 mila
abitanti.
Riteniamo che non ci troviamo di fronte
ad alcuna violazione di legge e che ai
tratti di un ulteriore atto intimidatorio di
matrice politica per rallentare o bloccar
la rivoluzione amministrativa che ogni
giorno si sta concretizzando a Santa
Teresa».
MILAZZO
Se l’aula rimane congelata
Slitta l’insediamento del consiglio.
Caos sul pagamento delle spese legali
MILAZZO. Cʼè chi si era già comprato il vestito nuovo, chi
aveva detto ai parenti di non prendersi impegni per il fine
settimana per assistere allʼinsediamento e chi aveva cominciato a fare comunicati stampa di fuoco. Purtroppo lʼeuforia dei consiglieri comunali, che sentono odore di reintegro
dopo il successo al Cga del 5 settembre, si è affievolita. Il
Tar di Catania, infatti, che doveva trattare il ricorso dei consiglieri e, secondo le aspettative, confermare la posizione
del Consiglio di giustizia amministrativa, non ha trattato lʼargomento nella seduta del 25 settembre. Secondo gli addetti
ai lavori passerà almeno un altro mese, periodo in cui lʼamministrazione Pino continuerà a lavorare in pieno dissesto
economico al fianco i commissari liquidatori e di quello
straordinario Valerio De Joannon che fa le veci dellʼorgano
consiliare. Il ricorso dei consiglieri mamertini, difesi dallʼavvocato Marcello Scurria, non è stato neanche "calendarizzato" a dispetto di quello che confermavano i consiglieri ricorrenti. Questo significa che l'udienza sarà fissata nel giro
di una decina di giorni (dunque ad ottobre), e che non si terrà
prima di ulteriori 15 - 20 giorni. Poi si dovrà attendere la notifica dell'ordinanza e la convocazione dell'aula da parte del
presidente Saro Pergolizzi. Dunque si potrebbe arrivare pure a novembre.
Tutto questo se non vi saranno intoppi. Infatti, non è solo il
comune di Milazzo ad avere presentato un ricorso in materia di dissesto, ci sono anche Scaletta Zanclea o Cefalù. Ci
sono giudizi pendenti non solo al Tar, ma anche al Cga e in
Cassazione (dove, fra l'altro, si è rivolta la giunta Pino). Si-
pagina 14
tuazione che ha innervosito non poco alcuni consiglieri. Peppe Marano, ad esempio, a nome dei Verdi accusa di “pressapochismo” il presidente del consiglio Saro Pergolizzi, lʼunico a credere sin dallʼinizio in questo ricorso: «La democrazia nella nostra città rimane ancora sospesa e questa
volta non per colpa di una amministrazione comunale che
ha voluto a tutti i costi un dissesto finanziario incostituzionale ma a causa di un'opposizione inesistente e del pressapochismo di un presidente del consiglio comunale che invece di coordinare e guidare una giusta rivolta, non sa dare seguito neanche all'ordinanza del Cga che permetterebbe ai consiglieri comunali di svolgere il loro ruolo politico
ispettivo amministrativo» scrive. Anche se non in forma ufficiali tanti altri condividono la stessa posizione. Pergolizzi
sulla questione si limita a sorridere: «Peccato che nè Marano nè gli altri che scalpitano risultino firmatari del ricorso e
tantomeno, fino ad oggi, alla luce del risultato hanno contribuito alle spese legali necessari per fare il ricorso».
Sicilia
centonove
27 SETTEMBRE 2013
INCHIESTA. Avvisi di garanzia per concussione per i vertici nazionali dell’ente di assistenza spastici
Aias, sistema Lo Trovato
La Procura trova i riscontri alle dichiarazioni dell’ex presidente della sezione di Barcellona, Luigi La Rosa.
Il commercialista aveva racconti di ricatti e tangenti pagati con i soldi pubblici destinati ai disabili
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Ricatti e tangenti. Sulla pelle
dei disabili. Declinati in termini di
concussione, lʼestorsione dei pubblici
ufficiali. La scorsa settimana ha
accompagnato a Roma da Papa
Francesco 500 disabili siciliani. Sabato 28
settembre a Barcellona Pozzo di Gotto alla
presenza dei rappresentanti delle
massime Istituzioni democratiche,
secondo programma dovrà aprire i lavori
del convegno dal titolo "Il monitoraggio
riabilitativo con la biometria digitalizzata".
Francesco Lo Trovato, 80 anni, da oltre
20 anni il padre padrone dellʼAias
Nazionale, di cui da qualche mese è
presidente onorario, e di quella regionale
non si è fatto turbare dallʼavviso di
garanzia che gli ha fatto recapitato dal pm
di Barcellona Francesco Massara.
Eppure lʼinchiesta della Procura diretta da
Salvatore De Luca getta ombre fosche
sul modo in cui Lo Trovato (e i suoi stretti
collaboratori) gestiscono e hanno gestito
negli anni lʼente assistenza spastici che
ogni anno in convenzione con le Asp
siciliane (e di tuttʼItalia) eroga in cambio di
milioni di euro prestazioni di riabilitazione.
A leggere lʼavviso di conclusione delle
indagini, preludio in genere di una richiesta
di rinvio a giudizio, si capisce che il
magistrato ha trovato riscontri alle
dichiarazioni di Luigi La Rosa. Il
commercialista di Barcellona, 47 anni, sino
al 23 aprile del 2010 è stato il presidente
della sezione Aias di Barcellona. In quella
data infatti Lo Trovato lo ha esautorato, ha
commissariato la sezione del Longano per
“per gravi irregolarità contabili ed
amministrative” e ha denunciato per
ammanchi di cassa La Rosa, rinviato a
giudizio qualche tempo dopo.
Nella stanza dei bottoni dell’ente del
Longano dalla nascita (1996), La Rosa
dinanzi agli inquirenti della Squadra Mobile
PADRE PADRONE. Francesco Lo Trovato
di Messina, a cavallo dellʼestate del 2010,
aveva spiegato come i soldi pubblici
venivano trasformati in fondi neri con false
fatturazioni e prendevano strade che nulla
hanno a che vedere con l’assistenza dei
malati. Oltre a puntare l’indice contro i boss
della mafia Giovanni Rao e Carmelo
Dʼamico, il senatore Tatà Sanzarello e il
suo stretto collaboratore Natale Dʼamico
(per anni consigliere provinciale), ha
formulato gravi accuse nei confronti di Lo
Trovato, i suoi più stretti collaboratori (al
tempo stesso stretti congiunti), il fidato
commercialista dell’associazione
Giuseppe Grasso di Catania, “usato da Lo
Trovato come collettore delle tangenti”.
SOTTO SCACCO. «Agitando lo spettro
delle ispezioni e del commissariamento Lo
Trovato teneva sotto scacco lʼente del
Longano. Sin dal momento della nascita e
negli anni seguenti», aveva raccontato La
Rosa. La sezione Aias di Barcellona nasce
nel 1996 sulle ceneri della sezione di
Milazzo travolta negli anni novanta da
un’inchiesta della magistratura che aveva
scoperto un giro di mazzette incassate dai
vertici dello stesso ente e da vari funzionari.
I vertici dell’Aias, impersonati da Francesco
Lo Trovato, nominano commissario
liquidatore Giuseppe Grasso.
Questʼultimo, unitamente allo stesso Lo
Trovato, a Pietro Arnò a La Rosa e a
Sebastiano Messina (i vertici dellʼAias
locale), si prodigarono perchè tutta l’attività
della sede fallita passasse alla nascente
Aias di Barcellona. «Sono il commercialista
di Santapaola con cui lo stesso Lo Trovato
ha rapporti diretti. Non avremo alcun
problema», mi disse Grasso», ha
raccontato La Rosa. «Nel 1999 grazie
all’interessamento dell’onorevole
Sanzarello abbiamo avuto la convenzione
con lʼAsp: 2 milioni di budget e 100
dipendenti: «Lʼinteressamento di
ACCUSATORE. Luigi La Rosa
Sanzarello costò un miliardo di lire».
AFFITTO CON MAXI TANGENTE. La
nascente Aias avrebbe avrebbe dovuto
pagare l’affitto a quella, in liquidazione, di
Milazzo, titolare dell’immobile in cui
svolgere la riabilitazione. «Il primo contratto
prevedeva il pagamento a favore dell’Aias
in liquidazione di 30 milioni di lire annui per
9 anni. Nel 2001 Grasso volle stipulare un
contratto nuovo per la somma di 156
milioni di lire annui per 9 anni. Sembrava
conveniente perchè risparmiavamo 120
milioni di lire. Invece Grasso pretese ed
ottenne 300 milioni di lire: 114 milioni dati in
nero finirono nelle sue tasche». E’ questa
la prima delle tangenti che La Rosa ha
raccontato di aver dovuto pagare. La prima
di una lunga serie. “Lo Trovato imponeva la
partecipazione alle assemblee di
approvazione del bilancio di Giovanni Di
Quattro cui abbiamo corrisposto 62 milioni
di vecchie lire nel 2000 e 796 euro al mese,
nei 10 anni successivi. 20mila euro al mese
li davamo a Grasso e Lo Trovato”. Il pm
Massara, confortato anche dai documenti
contabili, si è convinto della bontà delle
accuse e così Francesco Lo Trovato,
Grasso e Di Quattro sono indagati per
concussione continuata.
SOFTWARE D’ORO. «Per la gestione
della contabilità l’Aias utilizzava un
programma che costava 2mila euro
allʼanno. Nel 2008, Lo Trovato ci impose un
software di Medianet Sas, a cui siamo stati
costretti a corrispondere un canone annuo
di 22mila, 11 volte più di prima», ha
accusato La Rosa carte alla mano. La
proprietaria della società? Mirella
Bongiardina, moglie di Sergio Lo
Trovato. Padre figlio e nuora sono per
questo accusati di concussione.
RITORSIONI. «Nel 2008 decisi di non
pagare pìù. Lʼeffetto? A maggio del 2009
Lo Trovato mandò 2 ispettori: uno era il
genero Domenico DʼAgata. Poi
commissariò lʼente. Il commissario? Il figlio,
Sergio Lo Trovato.
POLITICI SOTTO I RIFLETTORI
Sanzarello e D’amico “riuniti nelle tangenti”
SOTTO ACCUSA. Natale D’Amico
BARCELLONA. A seguito delle prime accuse di Luigi La Rosa era stato rinviato a
giudizio su richiesta della Procura di Messina per concussione con lʼaccusa “di aver
incassato mazzette per un miliardo di lire in cambio del suo interessamento affinchè lʼAias nel 1999 ottenesse la convenzione con lʼAsp 5”. I guai per Tatà Sanzarello, ex eurodeputato e deputato nazionale e regionale, non sono finiti. Ora la Procura di Barcellona gli contesta la concussione in concorso con chi era il suo uomo a
Barcellona: Natale DʼAmico. Sulla scorta delle dichiarazioni di La Rosa, la Procura
contesta a questʼultimo, divenuto ora braccio destro del deputato Domenico Scilipoti, di aver costretto i vertici dellʼAias a dargli 20mila euro in concomitanza con le
elezioni provinciali del 2003 e, ancora, a corrispondere tra il 1998 e il 2004, buoni benzina per un valore mensile variabile tra i 400 e gli 800 euro. Già rinviato a giudizio
Oreste Casimo, funzionario dellʼAsp 5 che secondo lʼaccusa “in cambio di mazzette accellerava le liquidazioni dellʼAsp”. ( M.S)
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NELLA BUFERA. Tatà Sanzarello
Sicilia
27 SETTEMBRE 2013
centonove
NIZIATIVE. Campagna-fondi sul web contro la dispersione scolastica fino al 18 ottobre
Le Balate, biblioteca sociale
Nei rioni di Palermo, il canale del crowdfunding, sistema di autoproduzione popolare lanciato dalla Biblioteca
dei bambini e dei ragazzi per un nuovo progetto. Che parte dall'esperienza sul territorio per arrivare al libro
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
PALERMO. Il nome rimanda ai cortili e
alle strade di Sicilia. Solo qui nella parlata
di Trinacria si chiamano così le grosse
pietre che chiudono i tombini o lastricano
le vie. Ed è quello del vicolo, dove
spalanca le sue porte, a catturar i più
piccoli ad entrare ma anche ad aprirsi,
sbucando dalla viuzza, a tutto il quartiere,
alla città, all'isola fino agli altri continenti. È
la Biblioteca dei bambini e dei ragazzi "Le
Balate", nel cuore di Palermo,
all'Albergheria, vicino al mercato Ballarò,
a stretto giro di gomito con il degrado e la
povertà. Dal 2007, 24 ore a settimana,
gratuitamente, ospita i più giovani,
affascinati dai colori delle copertine dei
libri e dalle sedioline a semicerchio, dai
piccoli scaffali a portata di mano,
dall'odore delle matite colorate su foglio:
non il grigio polveroso, non le alte
lampade e scrivanie fredde delle altre
biblioteche e soprattutto non il silenzio ma
la lettura anche a voce alta, a far
innamorar del libro e attraverso il libro
dell'arte, la scienza e la cultura dei luoghi
abitati e di quelli non conosciuti. Ed ora
una nuova sfida: l'omonima associazione
di promozione sociale che dal 2009 la
gestisce promuove un progetto contro la
dispersione scolastica, tra queste lande
oltre il 25%, e la difficoltà
d'apprendimento. Che punta a partire
dall'esperienza sul territorio, tra tracce
storico-artistiche-monumentali del centro
e la natura delle campagne di periferia
con l'aiuto dei contadini, a stimolare poi
l'approdondimento teorico sui libri e a
rimanere a scuola volentieri, per arrivare a
conoscere il proprio ambiente, proteggerlo
e valorizzarlo, così come in un abbraccio
circolare i bambini partecipi, alunni di una
scuola a rischio. E "Le Balate" sceglie un
canale nuovo, il crowdfunding, metodo di
autoproduzione con una sottoscrizione
popolare sul web, attraverso il portale
www.produzionidalbasso.com : 8.100
euro dal 10 settembre fino al 18 ottobre in
540 quote da 15 euro. Come spiega la
vicepresidente dell'associazione
promotrice, per 1 anno fino a giugno
scorso presidente, e ancor prima
responsabile della Biblioteca, Donatella
Natoli, medico, una vita spesa per
l'impegno sociale.
La Biblioteca dei bambini e dei ragazzi
"Le Balate" nasce nel progetto
"Albergheria e Capo insieme per la
promozione sociale", lavoro di sinergia
tra laici, Arcidiocesi e Caritas con la
forza del volontariato: ci racconti
com'è andata.
«Uno stimolo importante alla nascita della
Biblioteca è stato dato dall'introduzione in
Italia del progetto Nati per Leggere. A
Palermo, infatti, per iniziativa di due
pediatri di base, Salvo Fedele e M. Grazia
Lunetta, nel '99 è stato organizzato un
corso di formazione per pediatri ed
operatori di base che volessero praticare
la lettura ad alta voce nella prevenzione
dei disagi e per la promozione dello
sviluppo di numerose capacità, rivolta ai
bambini in età prescolare. Questo stimolo
ha accelerato lo sbocco naturale di un
lungo lavoro sviluppato nel territorio, in 10
anni, all'interno di un "distretto sociosanitario sperimentale" (1990-1999),
unico in Sicilia, nel quale, in un servizio di
base, aperto e gratuito, dentro il quale
sono stati sviluppati progetti di
prevenzione e cura per bambini, ragazzi,
adulti, donne, anziani, giovani coppie e
neonati, avevo sviluppato l'idea che
curare l'interezza della persona e non il
singolo sintomo è l'impresa che ogni
medico dovrebbe tentare, ma anche che
gran parte dei disturbi fisici e psichici
derivano da una scarsa conoscenza di sè
e dalla non abitudine ad ascoltarsi e ad
ascoltare ciò che ci sta attorno. Era la
mancanza di stimoli, di esperienze
culturali significative, le relazioni
interpersonali troppo brusche ed
essenziali, senza nessuna modulazione
per gestire le emozioni, che rendevano
particolarmente difficile la vita di famiglie
che già soffrivano per una condizione
socio-economica depressa e tutto ciò si
riversava sulla vita dei bambini che
entravano rapidamente all'interno delle
stesse difficoltà. La chiave per tentare di
modificare le cose, condivisa da tutto il
progetto "Albergheria e Capo insieme per
la promozione umana e sociale", è
Donatella Natoli, presidente dell’
sembrata il libro e la lettura, come
strumento di conoscenza, da usare in
maniera sapiente per stimolare mente e
creatività, ma anche come arma di riscatto
per desiderare di uscire fuori dal vicolo e
conoscere e capire il mondo».
La vostra è una realtà unica nella città
di Palermo? E in tutta la Sicilia?
«A Palermo non ci sono altre biblioteche
che hanno i nostri stessi obiettivi, anche
se come operatori ed operatrici della
biblioteca abbiamo chiesto
all'amministrazione comunale di favorire
la ripetibilità di questa esperienza, che
riteniamo fondamentale nella lotta alla
dispersione scolastica e per dare
speranza di cambiamento positivo alla
gente che vive in quartieri disagiati, ma
più in generale a tutta la popolazione nella
convinzione che tutti i bambini hanno
bisogno delle stesse cose, accoglienza e
affetto, cura e stimoli per vivere sereni e
aspirare fin da piccoli alla felicità».
Nel vostro sito si legge che avete due
obiettivi "tessere relazioni" e "
prendersi cura" con la Biblioteca come
"spazio urbano pacificato", dove,
attraverso il libro e non solo, è
possibile instaurare relazioni, tessere
speranze e crescere in autostima, nel
confronto e non nella
contrapposizione, in un luogo dove si
può leggere "a voce alta".
ZOOM
Un sogno realizzato "a voce alta"
PALERMO. La Biblioteca dei bambini e dei ragazzi "Le Balate", nata nel progetto
"Albergheria e Capo insieme per la promozione umana", condiviso da 5 parrocchie
e 10 associazioni laiche e religiose sul territorio, è nei locali della chiesetta del XVIII
secolo SS. Annunziata alle Balate. È aperta dal lunedì al giovedì, di mattina dalle
9:30 alle 12:30 soprattutto per l'accoglienza di scuole materne, elementari e medie,
e al pomeriggio dalle 15:30 alle 18:30 per i piccoli lettori, oltre ad aperture extra per
eventi o formazioni anche di adulti. Oltre 6000 i volumi, frutto di donazioni, di cui
catalogati quasi 4000, aderendo alla rete con sistema Winiride, ed operatori tutti
qualificati e volontari. Oltre i libri ed i racconti di storie ad affascinare i giovani ospiti anche laboratori di musica, teatro, arte e gioco. Tra gli eventi prossimi: il 4 ottobre dalle 9:30 alle 18:30 a Palazzo Steri, organizzato dal gruppo Maternage della Biblioteca e dall'associazione In braccio alla Luna, "Paesaggi di cura: latte e lavoro";
ed il 5 ottobre "La famiglia educa alla custodia del creato", proposta di stili di vita
utili alla custodia del creato e lettura a voce alta all'aperto a Parco Cassarà. (M.T.S.)
pagina 16
centonove
Sicilia
27 SETTEMBRE 2013
associazione che gestisce le Balate
«Mi è molto piaciuta, per la Biblioteca, la
definizione di "spazio urbano pacificato"
che è dell'architetto Riboulet, un francese
che ha costruito biblioteche, perchè
riassume bene ciò che vorremmo che sia,
un luogo dove si può stare bene, lasciando
fuori le difficoltà, dove possono avvenire
scambi, dove ci si può incontrare con altri,
simili e diversi, scoprire cose, pensieri
vecchi e nuovi, costruire un'idea di futuro».
Il 10 settembre avete lanciato per il
nuovo anno l'iniziativa "Una Biblioteca
può cambiare un quartiere" contro la
dispersione scolastica e la difficoltà di
apprendere: in questo caso il libro è il
punto di arrivo e non di partenza.
«Su questa scia si inserisce il progetto.
La dispersione scolastica rimane molto
alta e questa cosa è una iattura, sul piano
personale perchè i ragazzi che non
hanno acquisito strumenti di conoscenza
resteranno più facilmente alla mercè di
quanti offrono attività illegali, sul piano
sociale della comunità perchè ognuno di
loro, potenzialmente, potrebbe dare un
contributo positivo, che resta
sconosciuto, per una vita sana,
individuale e familiare, ma anche per lo
sviluppo della comunità stessa. È uno
spreco incalcolabile lasciare che per
questi ragazzi si prospetti una vita a
perdere. Crediamo che bisogna cambiare
il metodo per attirare i ragazzi a scuola,
renderla più bella e interessante e
crediamo che partire dalle esperienze
pratiche rivolte all'ambiente ed all'arte, e
da queste fare derivare tutte le altre
conoscenze, potrebbe essere una bella
sfida».
La Biblioteca è nel centro di Palermo,
in un quartiere, Albergheria, di disagio
economico e culturale con molte
famiglie povere e di immigrati africani
ed asiatici: quali i problemi che negli
anni avete incontrato ed incontrate con
i bambini, le famiglie o l'ambiente?
«La rete con molte biblioteche siciliane e
italiane, con il progetto Nati per leggere, e
con i cultori del libro e della lettura ci ha
permesso uno scambio molto proficuo
anche nell'assetto e nella metodologia
della Biblioteca. La nostra madrina,
Antonella Agnoli, ci ha permesso di venire
a contatto con tante persone in Italia, che si
sono interessate ad una realtà che cerca,
dal basso, di creare condizioni di
Attività in strada
dellʼassociazione
con i bambini
benessere, a partire dai bambini, per
combattere l'ignoranza e creare la
consapevolezza che ciascuno, con gli
strumenti che possiede, ha la
responsabilità di fare scelte e da queste
scelte dipende gran parte della felicità. Tu
mi chiedi cosa fanno le istituzioni locali, io
pagina 17
ho qualche difficoltà a
risponderti, perchè al di
là dei buoni propositi
non mi sembra che
abbiano affrontato il
problema della scuola
e della cultura come un
investimento prioritario
per il futuro. Molte
scuole sono brutte e
disadorne se non
addirittura piene di
arredi rotti, l'offerta è
sempre la stessa, il
tran tran domina
incontrastato. I progetti
culturali sono spesso
molto alti, non so se si
realizzeranno, ma se
non si investe sulla
cultura di base saranno
riservati soltanto a
pochi, mentre, oggi, è
chiaro che lo sviluppo
buono di una società
dipende dalla cultura
diffusa. Le famiglie del
quartiere hanno
accettato molto bene la
struttura Biblioteca e
quindi non abbiamo
difficoltà per incontrare
i bambini che entrano anche da soli, nel
pomeriggio, mentre di mattina incontriamo
classi di varie scuole con una
programmazione a monte. I bambini
stranieri sono dentro le classi, vengono di
pomeriggio, l'attenzione all'intercultura è
una delle nostre priorità».
Sicilia
27 SETTEMBRE 2013
centonove
STORIE. Vincono premi internazionali, scoprono le cause del tumore al seno e volano alla Nasa
L’isola dei talenti
Il barcellonese Damiano Genovese dopo avere conquistato un dottorato ad Harvard è stato insignito
dell’Eni Award. La messinese Damiana Catanoso assisterà al lancio di un modulo marziano in Florida
DI PAMELA ARENA
MESSINA. I talenti siciliani si
Rossella Lucà e Michele Averna
scoprono allʼestero. Cʼè chi
vola in Belgio per scoprire le
Cambridge, negli Stati Uniti ed è autore di
cause del tumore al seno, chi
17 pubblicazioni in giornali internazionali
conquista prima un dottorato
nellʼambito della chimica, oltre che di 5
alla Harvard University e poi
capitoli in volumi specialistici. Fra le altre
vince LʼEni Award 2013, e chi
cose ha vinto due borse di studio per
riesce ad arrivare anche alla
proseguire la sua ricerca presso la Harvard
Nasa. Da Gela a Messina
University, nonché allʼÉcole Normale
passando da Barcellona sono
Supérieure, in Francia.
preparati e tenaci, hanno tanta
Importante anche il lavoro svolto da
voglia di fare ma solo fuori dai
unʼaltra studentessa messinese, Damiana
confini isolani riescono a
Catanoso, vincitrice della competizione
trovare chi è disposto ad
organizzata dalla Nasa e, per questo,
investire su di loro. Con
invitata dal governo statunitense ad
risultati eclatanti. Il caso più
assistere al lancio del prossimo modulo
recente è quello di Rossella
marziano Maven. Studentessa di
Lucà, ventinovenne originaria
ingegneria aerospaziale allʼUniversità di
di Gela, e Michele Averna,
Roma “La Sapienza”, Damiana, insieme ad
trentenne di Caltanissetta,
altri componenti del gruppo “Green on the
entrambi dottorandi in Belgio
red Planet”, ha partecipato e vinto alla
allʼUniversità di Leuven. I due
competizione internazionale in ambito
hanno scoperto la proteina che
aerospaziale “International Space Apps
agisce come interruttore e
Challenge”, organizzato dalla Nasa e da
controlla lʼandamento del
altre importanti istituzioni. Il team con cui ha
tumore al seno. «Speravo di
Damiano Genovese
lavorato aveva ottenuto il primo posto a
raggiungere questo risultato
livello nazionale con la progettazione di un
da quando avevo 16 anni - dichiara
autoassemblanti, sia in soluzione che a
modulo contenente una serra ripiegabile
Rossella - e ciò perché nella mia famiglia ci barcellonese Damiano Genovese, 30 anni,
che ha vinto il premio “Eni Award 2013”,
stato solido, con funzionalità e proprietà
autosostenibile da inviare su Marte in
sono stati diversi casi di tumore (tripli
concorso sullo sviluppo di nuovi utilizzi
promettenti. Ricercatore allʼateneo di
previsione del futuro mantenimento di
negativi) che in modo aggressivo hanno
delle fonti energetiche a sostegno dei
Bologna, Damiano ha
quattro astronauti. Mentre si
stroncato delle vite. Per aiutare tutti coloro
giovani ricercatori. Fra i 1.155 concorrenti
ottenuto il riconoscimento
è classificato al secondo
che purtroppo devono fare i conti con
per i suoi studi sulla
posto a livello mondiale
questa dura realtà, ho lavorato sodo senza in gara, Damiano è uno dei tre italiani
premiati nel Salone delle feste del
possibilità di un approccio
sempre sulla stessa
sosta insieme a Michele». Un lavoro
Quirinale, dal Presidente della Repubblica
supra-molecolare per la
categoria. «Dopo mesi di
alimentato anche dallʼamore nato fra lei e
Giorgio Napolitano. Laureato in Chimica
messa a punto di
attesa - dichiara Damiana –
Michele, anchʼesso autore della scoperta.
allʼUniversità di Bologna, Damiano si è poi
nanostrutture luminescenti,
è giunta questa magnifica
Da Gela, Rossella si era trasferita a
trasferito in Francia come ricercatore dove
insiemi intelligenti con
notizia. Il lancio del prossimo
Catania dove si laurea in Biologia, e poi a
ha realizzato uno strumento in grado di
proprietà controllabili utili in
modulo marziano Maven
Roma allʼUniversità Tor Vergata, dove si
rilasciare ioni di calcio sotto stimoli
vari campi: dalla diagnostica
avverrà il 18 Novembre 2013
specializza in biologia cellulare e
elettrochimici. Tornato a Bologna ha
medica alla conversione
presso il Kennedy Space
molecolare. Durante questi anni di studio
ottenuto il suo PhD in Chimica nel 2011,
dellʼenergia solare e alla
Center in Florida. La più
entra a far parte del team di ricerca italocon una tesi sui nuovi sensori fluorescenti e biologia molecolare.
grande sfida è stata, tuttavia,
belga che studia il tumore alla mammella.
Genovese ha studiato alla
quella di presentare il lavoro
Finito il corso, infatti, si trasferisce in Belgio su etichette basate su nanoparticelle
Damiana Catanoso
silicee, e su una gamma di sistemi
Harvard University di
in un tempo ridotto».
dove inizia il dottorato di ricerca che
rappresenta lʼunico modo di continuare i
suoi studi. E dopo quattro anni di ricerca i
risultati finalmente sono arrivati e la
dottoressa Lucà firma lo studio, appena
pubblicato sulla rivista del Laboratorio
Loredana Bruno e Massimiliano Cavaleri, andrà in beneficenza
europeo di Biologia molecolare scientifica
alle Piccole Suore e alla mensa di Sant'Antonio. Fra gli ospiti, il
internazionale Embo Molecular Medicine,
pianista Roberto Metro con la collega Elvira Foti; Samuele
che rivela che nella proteina responsabile
Galeano, violinista di spalla di Riccardo Muti, eseguirà due brani
della più comune forma di ritardo mentale
di Paganini e Kreisler; Christian Gravina, protagonista di "Notre
ereditario, la sindrome dellʼX Fragile,
Dame de Paris" e "I Promessi Sposi"; Alberto Urso, giovane tenore
contribuisce anche alla progressione del
del programma su RaiUno "Ti Lascio una Canzone", interpreterà
tumore alla mammella. «Si tratta di una
"Caruso"; il ballerino Benedetto Sanò,
scoperta importante - sostiene la
accompagnato da Chiara Consulo, proporrà due
ricercatrice - perché può essere utilizzata
pezzi di tango e un valzer; gli atleti Silvia Bosurgi,
per contrastare questo tipo di tumore e
MESSINA. Una serata di spettacolo per mettere in
campionessa del mondo di pallanuoto, Vincenzo
può permettere la realizzazione di un
luce le eccellenze che hanno portato fuori il nome
Nibali, stella del ciclismo e i giovanissimi Elios
farmaco per diminuire la formazione di
della Città: sabato 28 settembre, alle 20, al Teatro
Manzi e Giovanni Pantano, campioni del mondo
metastasi». Ora, sia Rossella che Michele
Annibale Maria di Francia il Lions Club Messina
ed europei di judo; Oreste Bramanti, direttore
sognano di poter continuare la loro ricerca
Host, presieduto da Olga Altadonna, premierà artisti
generale del Dipartimento per le fonti rinnovabili
in Italia. «Sono stati cinque anni di duro
e professionisti che si sono distinti nell'arte,
della Gazprom, la più grande industria energetica
lavoro - dichiarano - Ci manca tanto lʼItalia
nell'innovazione, nella musica e nello sport. Il
russa; gli scultori Pina Inferrera e Nino Ucchino,
e vogliamo continuare a fare scoperte a
ricavato dell'evento, presentato dai giornalisti
premiati in tutto il mondo.
casa nostra». A far parlar di sè anche il
MESSINA
Il Lions premia artisti e sportivi
eccellenze messinesi
Nel corso della serata benefica interverranno
Nibali, Bosurgi, il piccolo tenore Urso
pagina 18
centonove
Sicilia
27 SETTEMBRE 2013
Ecco
la “pensilina
della discordia”.
A sinistra siede
il direttore generale
della Ram, Gaetano
De Santis,
alcune studentesse,
la dirigente Delfina
Guidaldi, il vice
sindaco Stefania
Scolaro
e il capo delle
relazioni esterne
della Ram, Luca
Franceschini.
La pensilina
è stata realizzata
su progetto dei
ragazzi sul
marciapiede
costruito anni fa
dalla stessa
Raffineria
in via Gramsci.
MILAZZO. La Ram dona una pensilina agli studenti dell’Istituto d’arte. Scoppia la polemica
Regali sotto le ciminiere
Secondo gli ambientalisti si tratterebbe di iniziative per tenere buone il territorio investendo pochi “spiccioli”.
L’amministrazione Pino studia un protocollo da sottoporre all’azienda per disciplinare le opere compensative
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Altrove sono richieste a gran
voce e definite “opere compensative”, a
Milazzo vengono bollate come “regalie”
per zittire ambientalisti e oppositori.
Lʼinaugurazione di una pensilina di fronte
alla sede dellʼistituto statale dʼarte “Renato
Guttuso” ha alzato un polverone sugli
interventi che la Raffineria di Milazzo - joint
venture tra Eni e Kuwait Petroleum con un
fatturato di 758,4 milioni di euro nel 2011 effettua sul territorio. Un problema legato
alla mancanza di un protocollo dʼintesa tra
lʼamministrazione comunale e lʼindustria
principale del territorio che metta nero su
bianco gli interventi economici o strutturali
di cui la città realmente necessita e che
lʼazienda potrebbe realizzare per mitigare
la presenza sul territorio. In passato lo ha
fatto il comune di San Filippo del Mela con
lʼEdipower, proprietaria di una centrale
termoelettrica. In città lʼunico esempio
rimane la realizzazione della piscina
comunale ad opera della Termica Milazzo,
un accordo che nacque negli anni 90
proprio quando alla guida del comune cʼera
lʼattuale sindaco Carmelo Pino.
LA CONVENZIONE. Un esempio, che, alla
luce delle recenti polemiche, potrebbe
essere ripetuto con la Ram. «Ci stiamo
pensando, ammetto che cʼè stato un primo
approccio - dice il sindaco Pino - e non
credo che da parte dei vertici dellʼazienda
ci saranno resistenze. Non stiamo
inventando nulla di nuovo, in Sicilia ne
sono stati firmati altri di questi protocolli.
Dobbiamo creare un gruppo di lavoro per
elaborare richieste sensate e condivisibili».
Fino ad oggi le richieste del territorio sono
state “random”. Nel senso che hanno
riguardato le singole associazioni o enti e
quelle provenienti dallʼamministrazione
sono state fatte senza coinvolgere
lʼopinione pubblica. Ad esempio, tre anni fa
quanti cittadini avrebbero avallato la
costruzione dellʼimpianto di illuminazione
da parte della Ram e delle ditte dellʼindotto
per consentire alla Ss Milazzo di iscriversi
al campionato di Lega Pro? Con mezzo
milione di euro quante opere o iniziative si
potevano finanziare, ad esempio nel
sociale, coinvolgendo il maggior numero di
cittadini? «I tifosi aspettavano da una vita
lʼesordio nella vecchia serie C2 - si difende
il sindaco Pino - chi poteva permettersi di
non adoperarsi per fare in modo che si
svolgesse il campionato? Le prescrizioni
della Lega Calcio erano rigide e in quel
momento storico non credo che un sindaco
potesse comportarsi in modo diverso (oggi
il Milazzo è naufragato e, dalle ceneri sono
nate due società dilettantistiche, ndr)».
I CONTRIBUTI. La Ram negli ultimi anni si
è intestata principalmente due opere:
lʼilluminazione del Grotta Polifemo e un
parco giochi in zona Ciantro. Ha poi donato
60 mila metri quadrati di terreno (lʼex area
Tribò) per consentire la realizzazione di un
parco urbano e elargito piccoli contributi ad
associazioni per finanziare manifestazioni
e iniziative benefiche. Tra le più importanti il
concerto di Capodanno al Teatro Trifiletti,
lʼimpianto di climatizzazione dello stesso
teatro, il Milazzo film Festival, il cartellone
del teatro stabile di Pace del Mela, la gara
di pesca dedicata ai ragazzi dellʼUnità Operativa Semplice di Neuropsichiatria
dellʼinfanzia; la donazione a scuole e
associazioni di circa 200 personal
computer durante la fase di sostituzione dei
pc di Raffineria. Senza contare stage e
dottorati che coinvolgono gli studenti
milazzesi. E ora la pensilina posizionata
sullo stesso marciapiede realizzato dalla
Ram negli anni scorsi.
LʼAPPELLO DEGLI STUDENTI. A
chiedere lʼintervento al colosso petrolifero
erano stati i rappresentanti degli studenti
del “Guttuso”. Così la Ram ha deciso di
bandire un concorso riservato agli studenti
della sezione di architettura che si sono
sbizzarriti con elaborati innovativi. Al punto
che sono stati assegnati vari premi. Una
sinergia avviata già da tempo: dodici
studenti della sezione alberghiera hanno
fatto uno stage estivo nella mensa della
Raffineria. Per la manifestazione “due anni
senza incidenti”, organizzata alla Ram al
Castello di Milazzo, invece, i ragazzi hanno
sfilato con abiti realizzati per lʼoccasione.
Dieci anni fa una cosa del genere sarebbe
stata impensabile. Gli studenti, capeggiati
dalla dirigente Delfina Guidaldi, sono scesi
in piazza per contestare la Raffineria
accusata di emettere gas che rendevano
irrespirabile lʼarea circostante allʼistituto. In
più occasioni ragazzi e docenti sono stati
colpiti da malori e soccorsi dal 118. A
ricordarlo gli ambientalisti dellʼAdasc con
una lettera aperta.
LA REPLICA DI GUIDALDI. «Ritengo
lʼattacco dellʼAdasc scorretto - sostiene la
preside Delfina Guidaldi - continuo ad
essere critica nei confronti di chi inquina
ma non posso danneggiare la scuola e
rifiutare opportunità per gli studenti. Io non
ce lʼho contro la Raffineria per principio,
rispetto a dieci anni fa le cose sono
cambiate. Sono aumentati i controlli e i
cattivi odori ridotti, forse anche grazie alla
mia presa di posizione. Non possiamo
dimenticare che la Ram è una realtà sul
territorio e, se intende contribuire a
migliorare le condizioni di studio, sarebbe
egoistico da parte mia rinunciare ad una
collaborazione. Con i tagli ai bilanci non
sappiamo a chi rivolgerci per chiedere
risorse per le attività didattiche. Abbiamo
chiesto nuovi locali al comune e ci hanno
aperto le braccia».
LA LETTERA
Adasc contesta l’istituto:
«Uno strano cambio di rotta»
Il presidente Maimone ricorda le battaglie
passate della preside. E il passo indietro»
MILAZZO. Ad attaccare Delfina Guidaldi, dirigente
dellʼIstituto statale dʼarte di Milazzo, è lʼAdasc. Il presidente
Peppe Maimone ha scritto due lettere in cui chiede
spiegazioni sul cambio di rotta dellʼistituto. «Abbiamo
sempre ritenuto lʼIstituto da lei diretto lʼistituzione scolastica
più ecosostenibile presente sul territorio - scrive Maimone Ho ancora presente quando ho avuto lil piacere di incontrarla
e abbiamo trattato le varie problematiche ambientali che
attanagliano il nostro bellissimo territorio. Dai continui odori
territorio insistono diverse aziende vicine alle esigenze delle
molesti che investono anche lʼIstituto dʼArte, alla mancata
varie realtà, le ha contattate per chiedere lʼeventuale
attuazione di una “politica verde”. Purtroppo, sto notando
realizzazione a loro carico? Oppure ha contattato solo la
che anche lʼistituto ha stretto rapporti con la Raffineria di
Raffineria di Milazzo? Cosa è cambiato? Forse la Raffineria
Milazzo, industria che quotidianamente crea impatto
di Milazzo non inquina più? Emana profumo di gelsomini o
ambientale e sanitario». Maimone chiede chiarimenti su
di rose? Si è dimenticata che alcuni suoi alunni sono dovuti
eventuali convenzioni esistenti. «Ho notato ricorrere alle cure sanitarie per odori molesti?».
riprende il presidente dellʼAdasc - la bassa
«Auspico - conclude - che lei riveda la posizione
partecipazione dei suoi studenti allʼultimo
assunta con la Società Raffineria di Milazzo per
Corteo per la Difesa della Salute e la
ridare fiducia oltre allʼintera Associazione, ma
Salvaguardia dellʼAmbiente (mentre gli anni
anche ai tanti giovani che frequentano e che
precedenti centinaia di studenti hanno aderito
hanno frequentato il suo istituto». Maimone invita
con t-shirt, striscioni, maschere ecc.),
la dirigente Guidaldi a collaborare con lʼAdasc
lʼimpossibilità di incontrarla personalmente, la
per organizzare manifestazioni, tavole rotonde
partecipazione dellʼIstituto dʼArte ai
su tematiche ambientali e tutto quello che possa
“festeggiamenti della Ram” al Castello di
servire per aiutare gli studenti a comprendere
Milazzo, la convenzione per stage formativi ed
lʼimportanza del diritto alla salute e alla tutela
in ultimo la realizzazione di una pensilina. Sul Michela Stancheri
dellʼambiente».
pagina 19
Sicilia
27 SETTEMBRE 2013
EVENTI. La tenda di tela del palermitano trapiantato a Parma
Casa-museo per il pittore antimafia
Il riconoscimento a Emanuele Modica, che donerà la struttura a Libera di Don Ciotti.
Il messaggio tra legalità e religione nella canonina restaurata da trent’anni
DI ETTORE IACONO
PARMA - La tenda
di tela diventa una
tenda di pietra e dal
cucuzzolo di una
collina che domina la
Val Parma, terra di
prosciutto e
parmigiano
reggiano, lancerà
per sempre il suo
forte grido di
denuncia contro la
mafia.
Testimonianza viva
– nel cuore della
canonica della
secentesca
chiesetta di San
Vincenzo, a
Manzano di
Langhirano (Parma)
– del dolore
profondo suscitato
da chi vorrebbe imporre la cultura della
lupara, ma anche imperituro esempio della
voglia di riscatto delle genti di Sicilia. La casa
di Emanuele Modica, il “pittore della tenda”,
palermitano doc, 77 anni, una quarantina
dei quali passati da navigatore solitario in
giro per l'Italia con il suo carico d'arte, dal
1998 cavaliere della Repubblica, diventa
una casa-museo. Un sogno che l'artista –
insieme alla moglie, Marisa, sposata sotto la
tenda nel 1978, e dalla quale ha avuto la
figlia Emanuela – coltiva da anni e che
domenica 29 settembre, con l'inaugurazione
ufficiale, diventerà realtà.
«E' il risultato di questi anni di sacrifici... –
commenta con meritata soddisfazione
Emanuele Modica – La tenda oggi ha
partorito una tenda di pietra. Non ho più l'età
per andare ancora avanti: anche se dentro
mi sento giovane, ho avuto problemi di
salute e mi sono dovuto ritirare. La vita ha un
inizio e una fine, ma finché avrò vita darò
sempre il penultimo grido contro la mafia.
Non dico mai l'ultimo perché è una cosa
brutta. E mi auguro sia sempre il penultimo –
aggiunge con quell'accento palermitano che
mezzo secolo di vita raminga non ha scalfito
– finché il Padreterno non mi chiama: hai
dato già abbastanza, ho bisogno di te
lassù».
Questa canonica, da lei restaurata così
come la chiesa di San Vincenzo, ospita le
sue opere già da anni. Cosa cambierà
con la nascita della casa-museo?
«Viene ufficializzata la sua esistenza, quindi
ci sarà una maggiore divulgazione. Ci
saranno più scolaresche che verranno in
visita. All'inaugurazione, inoltre, farò un
annuncio: questa tenda di pietra deve
diventare un patrimonio socio-culturale
contro la mafia e siccome don Luigi Ciotti è
stato il mio perno, ho deciso di donarla a
Libera. Così quando non ci sarò più io
saranno i giovani di Libera a portarla avanti.
Don Ciotti mi ha colpito per la sua grande
umiltà. Nel 1996, quando venne a visitare la
Sopra Emanuele Modica davanti all'ingresso
della casa-museo, a Manzano di Langhirano
(Parma). Accanto Modica parla del suo “Cristo
oggi”, un corpo d'uomo straziato che riunisce in
un collage i dolori dell'uomo di oggi.
mostra, disse ai giornalisti che erano nella
tenda: “Noi abbiamo creato Libera due anni
fa, Modica l'ha creata 30 anni fa. Andare
avanti da solo è dura, questo appoggio mi
ha incoraggiato e aiutato».
Un traguardo raggiunto malgrado la
burocrazia abbia rallentato il suo iter...
«Se si è convinti di quello che si fa lo si porta
avanti malgrado qualche inevitabile
minaccia. Sei sempre in guardia. Sono stato
trent'anni con la tenda a girare una buona
parte dell'Italia e ho avuto anche le mie
soddisfazioni, ho incontrato tanti giovani.
Perché la tenda è stata creata appunto per
loro, in modo che capissero la difficoltà che
c'è nell'affrontare la vita. E ci sono ragazzi
veramente in gamba tra quelli che ho
conosciuto».
E di minacce ne avute più d'una. Croci
nere disegnate sulla tenda ad Agrigento
nel 1972, poi anche a Parma. A Biella, nel
ʻ94, le hanno recapitato una lettera scritta
con ritagli di giornale. Quale le ha fatto
più impressione?
«Quella di Canicattì, nel 1972. Dopo aver
montato la tenda – ricorda Modica – ho
ricevuto la visita del capobastone del paese.
Mi ha chiesto cosa stavo facendo e io gli ho
spiegato che si trattava di opere contro la
mafia che aveva ucciso mio padre. Lui mi ha
centonove
guardato e mi ha detto: “Tutto bello, ma
propriu cà dovevi venire”. Nei venti giorni
che siamo stati a Canicattì, nessuno,
neanche un bambino, è venuto a visitare la
mostra».
La sua però non è stata solo
testimonianza di vita vissuta, di lotta alla
mafia, ma anche di religiosità. Da dove
nasce questa devozione al Cristo che
campeggia in molte sue opere?
«La preghiera è la cosa più importante per
poter andare avanti. Se ti rivolgi con fede
verso il Signore, lui ti apre le porte. Sono
partito da Palermo nel 1969, allo sbaraglio,
non sapevo dove andavo a finire, ma la
sera, quando andavo a letto nella tenda,
stanco, dicevo: “Sono sicuro che Tu,
Signore, mi darai la forza perché domani
possa essere ancora più vivo di prima”. Poi
mi ha portato qui, in una chiesa... La tenda di
pietra, la chiesa, la canonica dove abito,
debbo tutto a Lui. Cristo è stato la mia
salvezza”.
Un pittura, quella di Emanuele Modica,
iniziata con la tecnica del collage ed evoluta
verso un'impronta espressionistica, in cui
dominano il grigio, il viola, il nero e il bianco.
Ma non manca mai un tocco d'azzurro.
Quasi un lampo di speranza nel buio del
presente. Modica alterna personaggi
drammatici o simbolici posti tra fitte velature,
a un paesaggio siciliano aspro e senza
uomini. «La sua pittura è autentica e forte»,
diceva Leonardo Sciascia. Ad incoraggiarlo
anche il poeta Ignazio Buttitta.
Nella casa-museo di Manzano di
Langhirano, le piccole sale sono allestite
seguendo quella che è la stessa storia di
Modica. All'ingresso i visitatori vengono
accolti da una splendida “Pietà” dipinta con
varie tonalità di azzurro su una grande
corteccia d'albero. Sempre al piano terra,
sulla destra, il laboratorio di Modica, mentre
a sinistra trovano posto la tenda che lo ha
accompagnato nel suo pellegrinaggio lungo
l'Italia e le prime opere giovanili, tra le quali
quegli scontrini dipinti con gocce di caffè
mentre, per sbarcare il lunario, lavorava
come barista a Palermo. Al primo piano,
insieme agli insistenti richiami alla natura,
trovano posto le opere contro la mafia. Tra le
quali spiccano “l'omertà” e un “Cristo oggi”.
Ma ci sono anche le tele dedicate a
Falcone, Borsellino e alle altre vittime della
violenza criminale. Accanto a queste,
splendidi soggetti sacri. Non ci sono, invece,
le tante tele custodite in collezioni private in
Italia e in un museo austriaco. Nell'ultima
stanza, l'opera che segna l'inizio: la
ricostruzione fedele dell'omicidio del padre.
Un crescendo rossiniano di emozioni e di
pugni nello stomaco. Anche per il visitatore
più avvezzo alle cose di mafia.
LA SCHEDA
Dal “podere” al contro...potere
EMANUELE MODICA, 77 ANNI, è nato a Palermo, in corso
Pisani, da Vincenzo, contadino, e da Rosalia. Primo di sette figli,
due maschi e cinque femmine, ha iniziato da subito a lavorare nel
podere di Pagliarelli al fianco del padre che, per scongiurare furti,
trascorreva le sue notti facendo la guardia al podere. Fin quando,
il 13 luglio 1961, complice il buio, è stato freddato con due colpi di
lupara. Un delitto mai chiarito. Il probabile movente è da ricercare
nel rifiuto opposto da Modica a chi voleva comprare quel terreno
per dare vita all'ennesima speculazione edilizia. Ma tutti i
sospettati furono prosciolti. Un choc per Emanuele. Per due anni
ha vissuto in preda alla depressione, covando sentimenti di
vendetta. Ma le esigenze familiari lo hanno costretto a trovarsi un
lavoro. Prima come cameriere, poi come barista. E' proprio dietro
il bancone del bar che la sua vita arriva alla svolta. In cambio di
mance, realizza per i clienti disegni sugli scontrini, utilizzando solo
pagina 20
poche gocce di caffè. «Poco prima di lasciare il lavoro – ricorda il
pittore – ho fatto il conto che in un mese avevo guadagnato più di
mance che di stipendio». A casa, invece, dipingeva alla ricerca di
un suo stile personale. Tre sue opere esposte nel bar, però, hanno
richiamato l'attenzione del professore d'arte Ciro Livigni, che ha
proposto a Modica di esporre i suoi quadri nella galleria di via
Libertà. Il buon successo di critica, però, ad Emanuele non
bastava. Voleva il contatto con la gente. Fin quando, una notte, gli
è arrivata l'intuizione della tenda: se la gente non visita le mostre
d'arte, l'arte deve essere portata tra la gente. Dall'inizio degli anni
Settanta, con quella tenda, Modica ha percorso in lungo e in largo
l'Italia. Nel 1978, a Ranzano di Palanzano, sotto la tenda, ha
sposato Marisa, dalla quale ha avuto Emanuela. In Sicilia è
tornato soltanto nel 1997, su invito di Leoluca Orlando, per una
mostra contro la mafia a Palermo. Nel 1998 ha ricevuto
l'onorificenza di cavaliere della Repubblica. Nel 2002 ottiene il
permesso di vivere nella canonica della secentesca chiesa di San
Vincenzo, a Manzano di Langhirano.
Economia
27 SETTEMBRE 2013
INCHIESTA. Gli enti che hanno aderito al decreto governativo per saldare i debiti della pubblica amministrazione
Chi paga le imprese
La Regione Sicilia tenta la strada della cassa Depositi e prestiti per saldare il buco della sanità.
A Messina fanno richiesta in 77 su 108. Ma nessuno ha ancora ottenuto un euro. E il capoluogo “rinuncia”
DI
TIZIANA CARUSO
MESSINA. Ci sono imprenditori che non
vogliono più avere a che fare con le
pubbliche amministrazioni. Soprattutto
in Sicilia, soprattutto a Messina. Se un
tempo infatti gli enti istituzionali erano
garanzia di "certezze" sotto numerosi
aspetti e in particolare sotto quello
economico, oggi la situazione è
“leggermente” cambiata. Per far fronte
ai numerosi debiti contratti dalle
Pubblica amministrazione il Governo
nazionale ha pianificato unʼiniezione di
liquidità in modo da dare alle imprese
una boccata d'ossigeno. Sul piatto
cʼerano 20 miliardi di euro di
anticipazioni statali per ripianare i debiti
contratti dai Comuni o, più in generale,
dalle pubbliche amministrazioni con
imprese e aziende. Lo scorso 20
settembre un “primo bilancio” del
decreto 35 del 2013 è stato inserito
nella nota di aggiornamento al
Documento di economia e finanza
siglata dal premier Enrico Letta e dal
ministro Fabrizio Saccomanni. Al 18
settembre dei 20 miliardi stanziati, 17,9
erano stati resi disponibili. Di questi,
nelle casse dei creditori sarebbero già
giunti 11,3 miliardi. Se a livello
nazionale Confindustria sta ancora
raccogliendo i dati sull'andamento
complessivo dell'operazione, la prima
notizia è che le richieste pervenute
ammontano ad oltre 6 miliardi per
l'anticipo di liquidità da parte della
Cassa Depositi e Prestiti, rispetto ai 4
previsti. E anche i dati “ufficiosi” sulle
richieste relative al patto di stabilità
danno la quota superata.
“SANARE” LA SICILIA. Se nove
regioni, tra cui anche la Sicilia, hanno
chiesto anticipazioni di liquidità per 2,3
miliardi per il pagamento di debiti non
sanitari, solo sei (Lazio, Liguria,
Marche, Molise, Piemonte, Toscana)
hanno definito le misure di copertura,
Guido Signorino
centonove
sottoscritto i contratti col Ministero
dellʼEconomia e della Finanza e ricevuto
l'erogazione delle risorse, pagando le
imprese creditrici attraverso lʼutilizzo
quasi integrale delle risorse. Tre regioni,
invece, Calabria, Campania e Sicilia
stanno ancora definendo il piano dei
pagamenti e/o le misure di copertura. La
Sicilia, in particolare, per quanto
riguarda i debiti della sanità pubblica ha
già inviato a Roma tutto lʼincartamento,
ma le pratiche sono ancora sotto esame
del Ministero dellʼEconomia e delle
Finanze per la stipula del contratto.
Oltre ai debiti sanitari, ci sono però
quelli contratti dagli enti locali come
Comuni e Province. Se, ad esempio il
Comune di Bagheria ha già incassato
lʼok dalla Cassa Depositi e Prestiti per
lʼassegnazione di oltre 7 milioni e mezzo
di euro in due diverse tranches, sul
fronte messinese la situazione è di
stallo.
ZERO EURO A MESSINA. Solo
settantasette dei centootto comuni
peloritani hanno fatto richiesta per
ottenere le anticipazioni. Ad oggi,
nessuno di questi le ha ottenute. Neʼ
tanto meno il Comune di Messina che,
l'istanza, nella prima fase di avvio delle
procedure non lʼha nemmeno inviata.
Non sono servite le diverse
sollecitazioni da parte di Confindustria e
Cgil che, attraverso i rispettivi reggenti
locali, Ivo Blandina e Lillo Oceano,
avevano invitato le amministrazioni ad
espletare entro il 30 aprile scorso gli
adempimenti necessari a presentare le
domande. Per quanto riguarda il
Comune di Messina, lʼallora ex
ragioniere generale Ferdinando
Coglitore aveva “sconsigliato” di
aggrapparsi al decreto 35 anche perché
“i crediti vantati dalle imprese dovevano
essere certi, liquidi ed esigibili”, la
misura “non poteva essere utilizzata per
il pagamento dei debiti fuori bilancio” e
avrebbe inoltre comportato unʼ
“improponibile rimodulazione del piano
di riequilibrio finanziario decennale”. Ma
al decreto 35 aveva però annunciato di
volersi appellare il Guido Signorino,
neo assessore della giunta guidata da
Renato Accorinti, nella speranza di
rientrare nella riapertura dei termini
promessa dal governo. Nei termini del
15 settembre è stata effettuata la
ricognizione dei debiti, ma di richieste al
governo di accesso ai fondi ancora non
cʼè traccia.
ZOOM
Gli avvocati prima di tutto
Palazzo dei Leoni chiede quattro milioni.
La gran parte per parcelle e sentenze
MESSINA. Palazzo dei Leoni, invece, lʼistanza per accedere ai fondi del decreto 35
lʼha presentata, ma senza ottenere ancora
alcuna risposta. “La Provincia ha una situazione estremamente diversa rispetto a
quella del Comune – spiega il commissario
Filippo Romano – Noi non abbiamo quella
massa debitoria, anche qua ci sono debiti
fuori bilancio mai approvati da anni, una
causa con lʼAsp per gli spazi dellʼAntonello che non mi fa dormire sonni tranquilli,
pagina 21
Filippo Romano
lʼaumento di capitale alla Sogas, la questione del porticciolo
di Grotte, ma certamente le acque sono più miti rispetto a Palazzo Zanca”.
E Palazzo dei Leoni ha infatti chiesto alla Cassa depositi e prestiti una cifra che si aggira attorno ai 4 milioni di euro, anche se, come spiega lo stesso Romano, gran parte della somma, non servirà a pagare imprese o aziende.
“Fortunatamente i debiti contratti attraverso
gare dʼappalto sono stati quasi tutti onorati. La
cifra richiesta, in maggioranza, servirà infatti
a ripianare i debiti legali”. Dagli uffici di Palazzo Zanca fanno infatti sapere che sono circa
5,4 milioni di euro i debiti relativi alle sole parcelle degli avvocati, mentre circa 6 milioni di
euro sono i passivi per le sentenze con protagonista Palazzo dei Leoni.
(T.C.)
Economia
27 SETTEMBRE 2013
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centonove
centonove
Economia
27 SETTEMBRE 2013
Industriale della Pirelli, quello della
Italcementi è il secondo intervento di
demolizione di un grande opificio
industriale. Ma in questo caso, i problemi
aperti sono tanti. La Pirelli ha lasciato i
terreni, utilizzati poi da una società di
gestione per il contratto di programma di
Villafranca a costo zero, lasciandone poi
la titolarità agli imprenditori che ne
chiedevano il diritto dʼuso. Diversa è la
posizione di Italcementi. I terreni su cui
sorge il cementificio, furono allora
acquistati dal gruppo di Bergamo, altri
limitrofi furono affittati.
Abbandonata poi lʼattività per altri lidi, per
anni lʼamministrazione chiese alla
Italcementi di bonificare lʼarea,
provvedimento solo ora avviato.
Villafranca nel frattempo ha cambiato
pelle: è diventata una periferia
“commerciale” di Messina: è stata
sviluppata una vocazione al consumo, più
di quella produttiva. Cento miliardi di lire
del vecchio contratto di programma sono
tornati al Ministero delle Attività
produttive. Unico trend in crescita nella
zona, gli ipermercati. Ne sono cresciuti
una decina. Qualche anno fa Italcementi
presentò un protocollo di intenti
allʼamministrazione, proponendo una
serie di interventi misti tra unità abitative e
verde pubblico. «Faccio lʼingegnere - dice
Nino Lamberti - e dico che quella è
unʼarea “protetta” Zps, zona di
protezione speciale. Bisogna indicare
aree di ricezione civica.” “I progetti di
riqualificazione dellʼarea Italcementi
devono passare dal Prg». Il sindaco
Matteo De Marco è ancora più tranchent:
«Sulla Italcementi si riparte da zero. Dopo
lʼoperazione di disinquinamento, dovuta
per legge e che arriva con qualche
ritardo, si riparte da zero».
L’area Italcementi di Villafranca
VILLAFRANCA TIRRENA. In pieno svolgimento le operazioni di bonifica
Italcementi, si riparte da zero
Il cantiere aperto dalla Longhi di Bergamo andrà avanti per tutto il 2014.
Si dibatte sulla riqualificazione. Il sindaco De Marco: «No a speculazioni»
VILLAFRANCA TIRRENA. «Sarà un
intervento di demolizione complessivo
che investirà tutto il 2014». Mario Europa,
dirigente della Longhi di Bergamo,
responsabile di cantiere per le opere di
smaltimento e bonifica ambientale a
Villafranca Tirrena, conferma che le
attività di analisi ambientale nellʼarea
estesa 360mila metri quadrati, quasi al
centro di Villafranca Tirrena, sono in
pieno svolgimento. «Abbiamo chiesto
tutte le autorizzazioni agli enti, la Asl di
Messina ha risposto con molta
sollecitudine alle nostre richieste».
La Longhi, che ha già operato per conto
della Italcementi alla demolizione degli
stabilimenti di Matera e di Colleferro, è
una delle imprese leader nelle bonifiche
industriali in Italia. Le operazioni nellʼarea
Italcementi sono state già avviate da
mesi. E anche il crono programma di tutte
le demolizioni, dalle torri ai forni della
cementerai. Lʼeternit presente in tutta
lʼarea è già in via rimozione.
Nata nel 1924, la cementeria di
Villafranca fu il primo intervento
industriale della Italcementi in Sicilia. A
ruota seguirono poi lo stabilimento di
Isola delle Femmine e poi quello di
Catania. Dopo la demolizione dellʼarea
L E GA L M E N T E
AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE DI PALERMO
AVVISO DI GARA
Eʼ indetta procedura aperta, per la fornitura in
somministrazione di pacemaker e accessori per
elettrostimolazione per le divisioni di cardiologia dei
PP.OO. Ingrassia di Palermo e Civico di Partinico
per un periodo pari a un anno. Lʼimporto complessivo presunto dellʼappalto per la durata di un anno
TRIBUNALE DI MESSINA
G.D. DR. DANIELE CARLO MADIA
INVITO
AD OFFRIRE ED EVENTUALE INVITO A PARTECIPARE LA GARA
CONCORDATO PREVENTIVO
N.
1/2001
MESSINA – Via Corbino Orso – LOTTO 1: A) Locali destinati ad uso attività produttiva, p.terra, corpo A e D, sup. catastale di mq 3105. B) Lastrico solare p.secondo, tot. mq 556, ricadente nel corpo D
ed E. Prezzo base Euro 2.380.000,00. Rilancio minimo Euro 5.000,00. Via Tremonti 34 - LOTTO 2:
Appartamento p.primo, scala A, int. 3. Prezzo base Euro 252.873,82. Rilancio minimo Euro 1.000,00.
VENDITA SENZA INCANTO 26.11.2013 ore 12.00 presso il Tribunale di Messina. Offerte d'acquisto
da presentare entro le ore 12 del giorno antecedente la vendita, corredate da assegno bancario circolare N.T. intestato a "Dr. Francesco Cambria liquidatore C.P. Chemialpha Sas n. 1/2001 R.C.P.",
di importo pari al 10% del prezzo proposto. Eventuale incanto 3.12.2013 ore 12.00. Informazioni presso la Cancelleria o il Liquidatore Dr. Francesco Cambria 090/2921479. Siti www.asteannunci.it,
www.asteavvisi.it e www.tribunale.messina.it.
ammonta ad Euro 1.557.550,00 oltre I.V.A.
Gli atti di gara possono essere scaricati dal sito in-
TRIBUNALE DI MESSINA
ternet: www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 09,00 del
29.10.2013. Il bando e` stato inviato
alla G.U.E. il 28.08.2013.
Il Commissario Straordinario
IL DIRETTORE f.f.
del Dipartimento
PROVVEDITORATO e tecnico
Avv.to Fabio Damiani
G.D. DR. UGO SCAVUZZO
INVITO AD OFFRIRE ED EVENTUALE INVITO A PARTECIPARE ALLA GARA
FALLIMENTO N. 26/2002
MESSINA – Viale Torrente Trapani 13 – LOTTO UNICO: Quota pari ad 1/6 indiviso di appartamento corpo unico, sup. lorda mq 92,46, sup. balconata mq 21, sup. commerciale mq 97,71, composto da 4 locali, un bagno di servizio ed un ripostiglio; NCEU di Messina al fg. 109, p.lla 1102, sub
29. Prezzo base Euro 12.200,00. Rilancio minimo Euro 500,00. VENDITA SENZA INCANTO
15.11.2013 ore 12.45 presso il Tribunale di Messina. Offerte d'acquisto da presentare presso la Cancelleria entro le ore 12 del giorno antecedente la vendita, corredate da assegno circolare N.T. intestato al Trib. di Messina - Fall. 26/02 R.G.F., di importo pari al 10% del prezzo proposto a titolo di cauzione. Eventuale incanto 15.11.2013 ore 13.05. Maggiori informazioni presso il Curatore Avv. Maria
Carianni 090/675650. Siti www.asteannunci.it, www.asteavvisi.it e www.tribunale.messina.it.
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Economia
27 SETTEMBRE 2013
RICERCHE. LO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI MESSINA SULLE OPPORTUNITÀ DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO
UOMINI&BUSINESS
Beautism, la nuova discriminazione
DI MAURIZIO BALLISTRERI
*
UNO STUDIO COMPIUTO nell'Università
di Messina ha evidenziato che i candidati a
un lavoro, considerati fisicamente attraenti,
sono avvantaggiati nell'ottenere un
colloquio. Lo studio è particolarmente
significativo quando si tratta di donne: le più
belle hanno il 54% di riuscita, le "meno
graziose" solamente il 7% di chances di
avere un colloquio di lavoro. Per arrivare a
questa triste conclusione i ricercatori hanno
inviato 11.000 falsi curricula per 1452 posti
a molte aziende italiane. Le foto, il genere e
i nomi dei candidati erano differenti, le
competenze e le qualifiche rigorosamente
identiche. Si tratta di un fenomeno sociale
non nuovo. "Richiesta bella presenza", "si
richiede fotografia a figura intera", sono
queste alcune frasi che capita di trovare
negli annunci di lavoro. Chi seleziona il
personale oggi (per piccole o grandi
aziende) non si fa nessuno scrupolo di
inserire come requisito fondamentale per
l'assunzione la bellezza o la sua formula più
delicata, la "bella presenza". Si tratta di una
vera e propria discriminazione, che si
inserisce prepotentemente
nell'apprezzamento o meno di un
curriculum vitae: non più un 110 e lode, un
master o esperienze lavorative in azienda,
poiché il “mercato” ricerca figure che
rispecchino canoni ben precisi di altezza,
magrezza, avvenenza e giovinezza. A tal
proposito si è parlato
di “vetrinizzazione
sociale”,
manifestazione da un
lato dellʼindividualismo
e dallʼaltro
dellʼimportanza delle
apparenze.
Sul piano legale si
tratta del beautism, la
discriminazione
estetica, ormai inserita
nel catalogo delle altre
discriminazioni, quelle
per sesso, razza,
religione, convinzioni
politiche,
appartenenze associative e sindacali. Il
beautism è, infatti, una vera e propria
discriminazione, a causa del quale il
consumismo si sposta dall'oggetto al corpo.
E si assiste così, a fenomeni
tendenzialmente paradossali quali
campagne contro i disordini alimentari, ed il
bisogno da parte delle donne di modificare il
proprio corpo ed il proprio aspetto per
essere trendy. Quali rimedi sul terreno
legale? Per quanto riguarda il mondo del
lavoro il nostro ordinamento legale presenta
una strumentazione giuridica assai
avanzata. In primo luogo, per quanto
riguarda lʼaccesso al mondo del lavoro ed
alla valorizzazione delle professionalità, il
riferimento è allʼampia legislazione sulle
Pari Opportunità, che ha trovato la
Il bonus arredi punto per punto
IL DECRETO LEGGE n. 63/2013 ha introdotto una detrazione dallʼIrpef del 50% per
lʼacquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i
forni), finalizzati allʼarredo di immobili oggetto di ristrutturazione. Sulle sue regole - chiarite dall'Agenzia delle Entrate con la circolare n. 29/E del 18 settembre 2013 - si sofferma questo numero "speciale" di Entrate news. Le spese devono essere state sostenute a partire dal 26 giugno 2012.
Gli interventi edilizi che consentono di richiedere la detrazione sono quelli:
- di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione
edilizia, effettuati sia sulle parti comuni di edificio residenziale sia sulle singole unità immobiliari residenziali, di manutenzione ordinaria, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione
edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e
da cooperative edilizie che entro sei mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano lʼimmobile.
Per la detrazione è inoltre indispensabile che la data
di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l'acquisto dei mobili e/o dei grandi elettrodomestici. Non è necessario, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per lʼarredo dellʼabitazione.
La detrazione spetta per le spese sostenute dal 6 giugno al 31 dicembre 2013 per lʼacquisto di: mobili nuovi (tra questi, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione). Eʼ escluso lʼacquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo. Detrazione anche per i grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), per le apparecchiature per le quali sia prevista lʼetichetta energetica.
La detrazione spettante, da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, deve essere calcolata sullʼimporto massimo di 10.000 euro.
Come previsto per i lavori di ristrutturazione, per avere la detrazione sugli acquisti di
mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifici bancari o
postali, sui quali va indicato: la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del
quale il bonifico è effettuato.
PICCOLA INDUSTRIA TRAPANI
Adragna eletto presidente
TRAPANI. Vincenzo Adragna, imprenditore del settore Alimenti zootecnici,
di Alcamo, è stato eletto, con voto unanime del Direttivo, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trapani per il biennio 2013-2015.
Con questa nomina Adragna ricoprirà,
di diritto il ruolo di vicepresidente di
Confindustria Trapani. Vicepresidenti
del Comitato Piccola Industria, sono
stati eletti Andrea Cardinale, di Trapani, Giuseppe Butera, di Alcamo, e Laura Doro, di Marsala, mentre Stefano Caruso, di Marsala, è stato nominato delegato in seno al Comitato Piccola Industria di Confindustria Sicilia.
sistematizzazione nel D.lgs. 11 aprile 2006,
n. 198 - "Codice delle pari opportunità tra
uomo e donna" ed ai riferimenti da parte
dellʼautonomia collettiva. Eʼ necessario
inoltre, ricordare che lʼart. 15 della legge 20
maggio 1970, n.300, prevede il divieto degli
atti discriminatori sui luoghi di lavoro per
motivi di sesso, di razza, di religione, di
iscrizione a partiti politici e a sindacati, con
la loro conseguente nullità, invocabile
attraverso ricorso alla giurisdizione del
lavoro. Nel mentre si discute in Parlamento
di un Codice del lavoro, si potrebbe
novellare il citato articolo, inserendo anche il
divieto di atti discriminatori in ragione di
canoni estetici.
* Docente Diritto del Lavoro
Università di Messina
APPUNTAMENTI. AD ACIREALE
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
centonove
«Acini Divini”
con i sommelier
ACIREALE. “ ACIni DiVini ” è
una manifestazione alla sua
prima edizione, organizzata dallʼ
Associazione italiana sommelier
Sicilia con il patrocinio del
Comune di Acireale
ed inserita a chiusura di Vivaci
2013. Lʼappuntamento è per
domenica 29 settembre con
inizio alle ore 20.
Unica nel suo genere lʼiniziativa
prevede un Wine Tasting
pubblico, allestito nella
suggestiva cornice della Piazza
Duomo di Acireale, con in
degustazione 10 vini dellʼEtna,
ognuno selezionato dalla cantina
partecipante tra i più
rappresentativi dellʼazienda. Sul
palco si alterneranno i produttori o
gli enologi delle aziende per
raccontare il loro vino mentre il
presidente Ais Sicilia, Camillo
Privitera, ed il Sommelier Salvo di
Bella, guideranno il pubblico nella
degustazione dei 10 vini. Solo
150 i posti disponibili per i quali è
richiesta la prenotazione
obbligatoria.
Info e prenotazioni :
[email protected] 3396648951
348 7968428
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CNA RAGUSA
Presidenza a Graziana Cascone
RAGUSA. Graziana Cascone, 31 anni,e
la presidente territoriale di Ragusa per
la Cna. Eʼ stata eletta nel corso dell' assemblea elettiva dei titolari di imprese
e Pmi cittadine. La Cascone è socia in
un'impresa d' installazione e manutenzione ascensori. Eletti anche i componenti della presidenza della Cna territoriale (Giorgio Biazzo, Ignazio Caloggero, Massimiliano Distefano, Cinzia
Girella, Maurizio Scalone, Giorgio Vitale, e com ponenti di diritto Giuseppe Cascone, in qualità di presidente regionale Cna Sicilia, e Antonino Cavallo).
CONSUMATORI
Espropriazioni
IMPORTANTI novità sono state introdotte nel
procedimento per la riscossione dei tributi dal
decreto “del fare” così come integrato e
modificato dalla legge di conversione pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale ad agosto. In particolare
lʼazione di espropriazione immobiliare da parte
dellʼagente della riscossione non può essere più
avviata se l'unico immobile di proprietà del
debitore è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi
risiede anagraficamente. Rimangono esclusi
soltanto gli immobili di lusso, con caratteristiche
individuate dal decreto del Ministro per i lavori
pubblici del 02 agosto 1969, ed i fabbricati
classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9. In
ogni caso il decreto “del fare” ha stabilito che
l'espropriazione immobiliare può essere avviata
solo se l'importo complessivo del credito per cui
si procede supera 120 mila euro. Inoltre è
chiarito che può procedersi all'espropriazione se
e' stata iscritta l'ipoteca sullʼimmobile e sono
decorsi almeno sei mesi dall'iscrizione senza che
il debito sia stato estinto. Novità anche per la
procedura di iscrizione del fermo di beni mobili
registrati. Secondo la nuova normativa, il
procedimento prevede che l'agente della
riscossione notifichi al debitore o ai coobbligati
iscritti nei pubblici registri una comunicazione
preventiva con l'avviso che, in mancanza del
pagamento delle somme dovute entro 30 giorni,
sarà eseguito il fermo, senza ulteriore
comunicazione. Eʼ fatta salvo, tuttavia, la
possibilità che il debitore entro il termine, dimostri
che il bene sia strumentale alla professione.
Francesco Suria
Esperto legale Messina
poster
centonove
27 SETTEMBRE 2013
MURALES DI UMANITA VARIA
LA JELLA
DI ZIA BEATRICE
Gioacchino Lanza Tomasi (a destra) e Franco Valenti posano con le statue di Giuseppe Tomasi e Lucio Piccolo
INCONTRI. Il figlio di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ritorna sui Nebrodi
Gattopardo a Ficarra
Ha visitato i luoghi dove il padre scrisse alcuni capitoli del suo celebre romanzo.
Ad attirarlo? La scoperta di cartoline inedite a firma degli autori più importanti del 900
FRANCO TUMEO
martellata dai bombardamenti. Un
ritorno al passato per Lanza Tomasi,
sulle orme dellʼillustre genitore adottivo
FICARRA. A Ficarra cʼera già stato
che in questo luogo incantato dei
intorno al 1965 e di ritornarvi ci pensava Nebrodi, pur nella brevità del soggiorno,
da tempo. Tanti gli inviti, in questi anni,
in quegli anni di guerra trovò ispirazione
ma era sempre mancato il tempo in gran per costruire alcuni episodi e
parte speso tra la presidenza
tratteggiare singolari personaggi del suo
dellʼIstituto italiano di cultura di New
immortale romanzo. A cominciare dalla
York, la Sovrintendenza del teatro San
figura del cacciatore e organista di
Carlo di Napoli, la direzione artistica
Donnafugata Ciccio Tumeo, reso
dellʼOrchestra sinfonica della Rai ed
celebre dagli intensi e vivaci dialoghi col
unʼaltra miriade di prestigiosi incarichi.
principe Fabrizio Corbera. «A Ficarra Era mancato soprattutto il giusto
racconta Lanza Tomasi - ci sono stato
pretesto. Finalmente, è arrivato anche
soltanto una volta, nei primi anni
quello: la pressante curiosità di
Sessanta, per accompagnare Lucio
esaminare alcuni importanti e inediti
Piccolo che da Capo DʼOrlando spesso
documenti riconducibili ai Piccolo di
raggiungeva il paese dove possedeva
Calanovella e a Giuseppe Tomasi di
feudi e custodiva affetti. Da allora,
Lampedusa, di recente “ritrovati” nel
purtroppo, più nessuna occasione per
centro collinare da chi
rimetterci piede».
scrive. E così, il
Nemmeno le tantissime
musicologo e scrittore
iniziative promosse per
Gioacchino Lanza
richiamare lʼattenzione
Tomasi è ritornato a
degli studiosi sugli stretti
Ficarra, alla riscoperta
vincoli che legano Il
dei luoghi in cui, nel
Gattopardo ed il suo autore
lontano1943, per un
a Ficarra, incredibilmente
breve periodo, visse
trascurati dai biografi. Ci
lʼautore de Il Gattopardo
ritorna ora dopo 50 anni di
con la moglie Licy Wolff
oblio, ritagliandosi una
e la madre Beatrice
brevissima parentesi tra un
Mastrogiovanni Tasca
viaggio a New York, una
Lanza Filangeri di Cutò,
conferenza a Londra e la
Giuseppe Tomasi
in fuga da Palermo
correzione di una biografia.
DI
Tomasi di
Lampedusa, la
moglie Licy e la
madre Beatrice,
dopo aver lasciato la
casa dei Piccolo, da
Capo DʼOrlando
raggiunsero Ficarra,
nel luglio del ʻ43, a
dorso dʼasino,
guidati dai ficarresi,
Michele Gullà e
Antonino Tumeo.
Non è stato mai
chiarito il motivo che
spinse le due sorelle,
Teresa e Beatrice,
con i rispettivi nuclei
familiari a separarsi.
A svelare il mistero è
ora Gioacchino
Lanza Tomasi:
“Dopo le bombe
cadute vicino la casa
di Capo DʼOrlando, i
Piccolo si
convinsero che la zia
Beatrice portasse
iella. Da qui la
decisione di
alloggiarla con figlio
e nuora a Ficarra, da
un campiere di
fiducia. Qualche
settimana dopo la
tranquilla Ficarra fu
ripetutamente
centrata
dallʼaviazione
americana. Per i
Piccolo, la conferma
che la congiunta
attirasse negatività”.
A schiodare il professor Lanza Tomasi
dalla sua splendida dimora palermitana
di Palazzo Butera la notizia del
ritrovamento, si diceva, di un corpus di
centinaia di cartoline indirizzate ai
Piccolo di Calanovella con commenti e
annotazioni a firma dei nomi più in vista
del panorama letterario del ʻ900: da
Montale allo stesso Lampedusa.
Troppo, anche per Gioacchino Lanza
Tomasi, per rimandare ancora una visita
a Ficarra. Interesse e curiosità alla fine
ampiamente soddisfatti, non senza
emozione, soprattutto quando tra quelle
cartoline ne ha individuate alcune con la
propria firma spedite a Lucio e Casimiro
Piccolo quasi sessantʼanni fa. E dopo i
carteggi, un tour “gattopardiano” per le
vie paese: ad accompagnarlo, con chi
scrive, anche lʼamico e scrittore
orlandino Franco Valenti. La casa del
campiere Pietro Gullà, dove Tomasi con
moglie e madre al seguito soggiornò, è
ancora lì senza alcuna manomissione,
uguale a settantʼanni fa, arredi inclusi;
due statue in bronzo di Tomasi e
Piccolo poste davanti a quello che un
tempo fu il Circolo dei nobili ricordano
dove il Principe trascorreva ore e ore di
noiosissima attesa degli eventi. Certi
biografi accennano appena ai rapporti
con Ficarra, ma tra gli anziani del paese
è ancora vivo il ricordo del Lampedusa:
per i ficarresi, non vi è dubbio, parte del
Gattopardo è nato proprio qui, tra
queste case, tra questa gente. Tomasi
visse infatti proprio a Ficarra gli eventi
che segnarono tragicamente la storia
dʼItalia e anche la sua anima: lo sbarco
americano, la caduta di Mussolini,
lʼepisodio del soldato tedesco ritrovato
morto e sepolto da Ciccio Tumeo, lʼ8
settembre.
Eventi che, spostati indietro nel tempo,
ritroviamo proprio nel Gattopardo.
Inevitabile chiedere conferma al
professore Lanza Tomasi delle
convinzioni locali: «Il romanzo
certamente racchiude parte del vissuto
dellʼautore e quindi anche del soggiorno
ficarrese. So che sono state fatte
ricerche per rintracciare il nome Ciccio
Tumeo in altre parti della Sicilia, ma
ogni tentativo riconduce sempre a
Ficarra. Su questi legami, dʼaltra parte,
mi pare chiarisca tutto lʼamico Franco
Valenti con il suo libro “I misteri del
Gattopardo” incentrato proprio sui
rapporti del romanzo e di Tomasi con il
territorio nebroideo e con Ficarra, in
particolare”: la certificazione di un
Tomasi che ogni ficarrese aspettava?
Lʼexcursus con il raffinato intellettuale e
gentile aristocratico si conclude a
tavola, al ristorante
La Badia, proprio dietro la casa che
ospitò il principe Lampedusa: amabile
conversazione, piatti a base di funghi e
un generoso rosso Angheli, cantine
Donnafugata ovviamente.
Franco Valenti, Gioacchino Lanza Tomasi e l’autore dell’articolo Franco Tumeo
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27 SETTEMBRE 2013
posterarcheologia
Il fondaco visto dal lato est: in origine era una torre in tutto simile a quella del castello
MONTALBANO. All’ingresso dell’Argimusco, i resti di una costruzione medievale tutta da scoprire
Il Fondaco dimenticato
Punto di sosta e di ristoro per i viandanti, conferma una tradizione radicata nella cultura
del luogo. Ma il sito fu nobilitato da presenze regali. Come testimonia una lettera...
DI GIUSEPPE PANTANO
MONTALBANO. Negli ultimi tempi si è
fatto un gran parlare o, per meglio dire, un
gran scrivere sullʼArgimusco di
Montalbano. Un fiorire di ricerche e
pubblicazioni sia da parte di autori locali ma
anche di altri. Stupisce che sul cosiddetto
Fondaco, antica e unica costruzione lì
presente, non si sia andati oltre qualche
rapida citazione o qualche rara foto. Scopo
di questa breve ricerca è di focalizzare
almeno lʼattenzione sui resti di questa
trascurata costruzione medievale che si
erge, discreta e isolata, ad oltre mille metri
di altitudine quasi allʼingresso di
Argimusco.
LOCANDA E DOGANA. Già il nome ci
riporta indietro nel tempo: funduq è un
arabismo medievale passato sia al dialetto
che alla lingua italiana con il significato di
ʻlocanda, osteriaʼ, ma anche di ʻstalla
pubblica con possibilità di pernottamento,
magazzino di merce variaʼ e, infine, di
ʻdoganaʼ. Attribuzioni che il nostro Fondaco
nel tempo ha ricoperto tutte. Risulta
determinante in proposito la sua
collocazione sul crinale spartiacque tra il
versante tirrenico e quello etneo che
permette di controllare tanto la vallata
dellʼAlcantara quanto quella dellʼElicona
(che da qui nasce). Ma la sua collocazione
strategica è maggiormente avvalorata
dalla sua ubicazione lungo la vecchia
trazzera regia, che in definitiva ripercorreva
antichi tracciati di epoca romana, i cui resti
vanno riaffiorando per alcuni tratti in questo
territorio e che andavano in direzione della
più famosa via Valeria situata sulla costa
tirrenica. Non si può neanche trascurare il
riferimento ai punti di sosta e di ristoro per
viandanti e cavalcature dislocati, di solito
ad una giornata di cammino lʼuno dallʼaltro,
lungo le antiche strade romane indicati
come stationes o mansio nei vari Itineraria
di epoca imperiale. Anzi è legittimo
supporre una continuità dʼuso nel tempo,
dallʼAntichità al Basso Medioevo (e anche
oltre), per strutture come questa, dal
carattere, per così dire, istituzionale.
POPOLARE MA NON TROPPO. A prova
di continuità dʼuso, va anche segnalata la
consuetudine di approntare delle taverne
nelle zone più montane e distanti dal centro
abitato di Montalbano, specialmente
durante il periodo estivo, durante
lʼesecuzione di particolari lavori agricoli che
comportavano lo spostamento temporaneo
di una certa massa di lavoratori. In esse
(indicativa la sopravvivenza lessicale del
latino taberna), oltre che mescita di vino,
venivano preparati dei pasti frugali. Anche
verso la metà del secolo scorso risulta che
sia stata allestita al Fondaco una di queste
taverne: non si trattava certamente della
prima volta, ma confermava una tradizione
ben più antica, piuttosto radicata nella
cultura del luogo. Ancora oggi, se si fa
caso, esistono punti di ristorazione in
prossimità di importanti nodi viari: si pensi,
per restare in zona, a Polverello o
Favoscuro.
DUE FONDACI. Sullʼesistenza di due
fondaci a Montalbano viene data espressa
notizia nel 1817 da Isidoro Testaferrata: uno
situato al Piano di San Giovanni (nel centro)
e questo dellʼArgimusco. Attraverso poi i
Capitoli della Catapania e Dogana di
Montalbano del 1706, abbiamo anche la
prova dellʼesistenza dei diritti di dogana
riscossi per conto del signore feudale e la
conferma che lo stesso luogo era punto
obbligato di transito per accedere nella
“Terra” di Montalbano per chi proveniva da
quel versante. Unʼulteriore attestazione in
questo senso ci viene anche dalla
toponomastica, dove una contrada limitrofa
è significativamente denominata Colle
Barriera, con evidenti riferimenti alle citate
funzioni di confine e doganali. Ma il
documento di gran lunga più importante sul
Fondaco lo troviamo negli Acta SiculoAragonensia, dove è registrata una lettera
del re Federico III, inviata al fratello
Giacomo in Aragona, compilata nel 1308
proprio dal nostro sito sullʼArgimusco.
NOBILI PRESENZE. Quindi il Fondaco,
oltre che luogo dai connotati fortemente
popolari, frequentato prevalentemente da
viandanti, mercanti , pellegrini (e anche un
poʼ malfamato se è vero che per i religiosi
ne era disdicevole lʼingresso), fu nobilitato,
ad un certo punto della sua storia, da una
concreta presenza regale. Il documento
pagina 26
centonove
confermerebbe pure una certa tradizione
locale che vuole lʼArgimusco come luogo
preferito del re Federico per battute di
caccia. Unʼaltra presenza regale
allʼArgimusco è riportata in una pagina
della Historia Sicula del cronista
Bartolomeo da Neocastro. Con riferimento
agli avvenimenti del 1282, re Pietro III
dʼAragona, I di Sicilia, guarda ammirato il
panorama dallʼalto dellʼArgimusco (nel
testo Argimusto), dal quale si scorgono la
Piana di Milazzo, le Eolie e Tindari e
richiama ai suoi accompagnatori il mito
dellʼantica Tindari e della sacra casa della
vergine Maria (già quindi esistente nel
periodo del Vespro).
Del Fondaco o, più esattamente, di quel
complesso di strutture originarie non resta
quasi più traccia. Ciò che sopravvive oggi ci
appare come un grande cubo a pianta
pressoché quadrata (5,55 × 5.95 m.)
attualmente esteso su un solo piano e
ricoperto da un tetto a falda unica rivestito a
tegole. Attraverso una piccola porta
architravata situata sul lato est, sulla quale
si individua un profilo ad arco ogivale in
conci appena sgrossati, si accede nellʼunico
ambiente con pavimento in terra battuta.
Quel che colpisce allʼinterno, a parte il forte
degrado, è una bellissima volta a botte alta
circa m. 4,5 dallʼattuale livello di calpestio,
realizzata in pietra, come del resto tutta la
costruzione, nonché una finestra quadrata
che si apre al centro della parete sud. Un
passaggio murato nella volta proverebbe
infine che lʼedificio fosse in origine una torre
a due o tre vani sovrapposti.
COME UNA TORRE. Lʼattuale emergenza
architettonica, quindi non sarebbe altro che
il piano inferiore di unʼantica torre che, per
essere strutturalmente e stilisticamente
collegata alle altre torri del castello di
Montalbano, potremmo verosimilmente
attribuire al periodo svevo (sec. XIII). Alle
stesse torri appare funzionalmente
collegata come avamposto, punto di
controllo e segnalazione (il tipo di muratura
e la volta a botte la legano formalmente alla
torre quadrata in particolare). Da alcune
ricerche si ricava che la medesima può
essere ascritta alla cosiddetta “fase della
contea”, in quanto fattavi costruire nel 1263
da Bonifacio Anglona Lancia, zio materno
di re Manfredi e primo conte di Montalbano.
Pertanto lʼattuale struttura eredita oggi,
forse un poʼ impropriamente il nome
dellʼintero complesso a cui era accorpata.
Senza andare oltre, diciamo che ce nʼè a
sufficienza perché la Torre del Fondaco
(adesso possiamo chiamarla così) meriti di
essere salvata con un intervento urgente da
parte degli Organi competenti,
rappresentando la stessa, oltre che un
importante brano della storia di
Montalbano, anche una delle poche
strutture medievali di ospitalità
sopravvissute in Sicilia.
posteriniziative
centonove
27 SETTEMBRE 2013
L’INTERVISTA. A tu per tu con Alfredo Guglielmino
Luna Park Cartura
Anima della bottega creativa, ha dato vita ad un paese
di arte e di balocchi. Mettendo insieme carta e spazzatura
DI PAOLO RANDAZZO
SIRACUSA. Se amate perdervi nei colori,
se amate lʼarte e il teatro perché per voi
arte e teatro sono ancora,
sostanzialmente, un gioco, bene a
Catania cʼè un posto che assolutamente
non dovete perdervi: si tratta di “Cartura”,
la bottega creativa dove, mettendo
insieme carta e spazzatura riciclata (di qui
il nome), nascono, vivono e respirano
opere dʼarte, oggetti e scenografie,
allestimenti di teatro di figura e pupi,
spettacoli e operazioni di comunicazione
visiva e didattica. Visitare la bottega di via
Passo Aci è una esperienza straordinaria:
un Luna Park zeppo di luci e colori, un
paese dei balocchi sotto casa, un antica
bottega artigiana, un atelier dʼarte naif e
coltissima (regnano sovrani Chagall, Dalì,
Picasso), una meravigliosa soffitta piena
dʼoggetti, misteri, sorprese, voci, facce,
barbe, occhi, ali, code di drago, lune e
progetti. Ad animarla è Alfredo
Guglielmino, trentottenne catanese
diplomato allʼIstituto dʼarte di Catania
diretto da Saro Leone, poi illustratore e
designer di formazione milanese, ma da
sempre attratto dalle marionette e
dallʼopera dei pupi (suo nonno, don Pietro
Milazzo, era un apprezzato puparo) e dal
teatro di figura. Lo abbiamo incontrato:
«Cartura nasce circa quindici anni fa, nel
1998, dallʼidea di mettere insieme a
lavorare un gruppo di artisti (oltre a me,
devo certo ricordare Roberta Canto e
Davide Minaldi amici che adesso hanno
deciso di proseguire il loro cammino per
altre strade) che non avessero grandi
risorse e fossero appassionati dai temi del
riciclo. Dopo alcune esperienze a Milano e
Bologna, volevamo creare un laboratorio
che fosse una antica bottega artigiana
dʼispirazione quasi rinascimentale ed
insieme un ensemble capace di creare
eventi teatrali. E volevamo farlo proprio
qui a Catania. In ogni caso lʼidea centrale
era, ed è ancora, di partire dalla storia
degli oggetti, dalla loro voce, dal carico di
esperienze che si nasconde in essi, dalla
possibilità o dal sogno di restituire ad essi
una vita propria e di creare con essi uno
stile riconoscibile che poi, quasi per gioco,
abbiamo preso a chiamare “carturismo”».
Qual è lʼispirazione centrale dei suoi
lavori?
«La contaminazione e la favola, anzitutto:
per capire quel che voglio dire basti
pensare alla favola del calzolaio che la
sera va a dormire e lʼindomani si sveglia
con lo stupore per le scarpe già pronte e
riparate. In questo posto, che forse è
abitato da folletti, è come se gli oggetti si
creassero da soli. Le storie riprendono il
loro corso, gli oggetti ricominciano a
parlare, le idee si contaminano e si
rinnovano».
Lavora da solo qui?
«Assolutamente no. Come ho detto prima
Cartura è una bottega creativa. Qualche
hanno fa abbiamo realizzato per
lʼuniversità di Catania un laboratorio
interfacoltà aperto a giovani disabili e
normoabili. Da quel laboratorio, e da
diversi altri come questo, sono arrivati da
noi molti giovani apprendisti. Oggi cʼè
Elena Cantarella che è la più “vecchia”
essendo qui da sette anni e ormai si è
laureata e sta specializzandosi in storia
dellʼarte. Poi ci sono Calogero La Bella e
Carola Valente che lavorano
assiduamente in bottega e sono i creatori
di molti nuovi oggetti».
Qual è il suo rapporto col teatro?
«Il mio rapporto col teatro è da sempre
profondo: da una parte esso è legato al
rapporto lavorativo con scenografi e
registi coi quali collaboriamo spesso nel
creare materialmente gli allestimenti,
dallʼaltro cʼè col mondo teatrale un
rapporto quasi implicito. Da quando
abbiamo iniziato a realizzare le nostre
creazioni le abbiamo sempre pensate in
movimento, in un ottica vitale, laddove lo
spazio della loro vita e del loro movimento
è appunto la scena teatrale. Oggi siamo
un poʼ fermi in questo ambito ma, ripeto,
Alfredo Guglielmino
pagina 27
esso fa parte integrante della nostra
storia. Per capire: qualche hanno fa, con
Davide Minaldi, abbiamo creato un
oggetto in ben 140 pezzi, tutti diversi tra
loro, una lampada che abbiamo chiamato
Si è fatta luna. Quando nel 2005 abbiamo
deciso di interrompere questa produzione,
ci siamo messi in testa di recuperare tutte
le lampade che abbiamo venduto in tutto il
mondo (alcuni pezzi si trovavano in Nuova
Zelanda), le abbiamo riunite sulla scena
del Teatro Club, qui a Catania, e abbiamo
realizzato una carosello con, ad ogni
apertura e chiusura di sipario, la musica di
Smile di Charlie Chaplin. Questa mi pare
la nostra prova teatrale più significativa,
ma ci sono stati altri lavori: U beddu, unico
spettacolo che presenta un contastorie
(Savi Manna) con ventiquattro marionette,
due manovranti e un teatrino; lʼultimo
lavoro teatrale è Oppure parlo, uno
spettacolo su quattro piani (marionette,
marionettisti, ombre e musicisti) che
coinvolge il pubblico dallʼinizio alla fine e
che abbiamo realizzato al Ma di Catania in
collaborazione con “Angolo Giro”, un
gruppo di musicisti specializzati nel
cantare favole».
Avete in cantiere altri progetti teatrali?
«Stiamo scrivendo un lavoro che,
utilizzando le marionette di cartapesta,
incrocia il Don Chisciotte e lʼOrlando
Furioso raccontato da Italo Calvino. Un
lavoro ambizioso che realizzeremo con
certezza un poʼ per ripartire col teatro.
Inoltre è in corso una bellissima
collaborazione con Gaspare Balsamo che
ha portato qui (trasformando direttamente
la nostra bottega in sala teatrale) la
poetessa messinese Maria Costa».
posterlibri
27 SETTEMBRE 2013
centonove
NOVITA’. L’analisi di Corrado De Rosa e Laura Galesi
PRESENTAZIONI
Mafiosi, matti da legare
L’intrigante libro edito da Sperling & Kupfer svela un mondo intriso di paranoie
con cliniche attestanti anoressie, depressioni e fobie. Da Navarra a Guttadauro
DI AUGUSTO CAVADI
I MAFIOSI SONO pazzi? Solitamente non
si direbbe. Mostrano lucidità progettuale,
autocontrollo delle emozioni. Tuttavia ci si
potrebbe chiedere se questa ʻnormalitàʼ
non nasconda una follia radicale: la follia di
chi rinunzia a unʼesistenza sobria, ma
serena, per una vita di lusso e di dominio
(talora, in latitanza o in galera, solo di
dominio) perennemente esposta alla
vendetta di criminali concorrenti. La
cronaca registra anche casi di follia al
quadrato: mafiosi che, in aggravio della
loro follia basica, escono davvero fuori di
testa, per le ragioni più disparate (non
diversamente da ciò che capita a cittadini
onesti che non reggono a crisi esistenziali,
disgrazie fisiche o malanni biologici). In
queste evenienze, però, Cosa nostra
scarica lʼadepto: come spiegano Corrado
de Rosa e Laura Galesi nel loro intrigante
Mafia da legare (Sperling & Kupfer, pp.
268, euro 18,00), “un uomo dʼonore non
può permettersi il lusso di sembrare
inaffidabile e di incarnare i luoghi comuni
della pazzia”. Eppure la storia delle mafie è
costellate di cartelle cliniche attestanti
disturbi mentali, anoressie, fobie,
depressioni gravissime…Sono al 99% casi
di criminali che, restando nellʼorbita della
follia-di-fondo (“un mondo intriso di
paranoia”), esibiscono un altro di genere
di meta-follia: la follia simulata. Ma se è
vero che “non cʼè grande processo di
mafia in cui qualcuno, prima o poi, non
abbia tirato fuori la pazzia per se stesso o
per qualcun altro come attenuante o come
strumento per delegittimare dichiarazioni
sconvenienti”, si impone un interrogativo:
sarebbe possibile questa serie
impressionante di imbrogli - talora vani
talora riusciti – senza la complicità della
categoria dei medici?
La domanda è retorica; purtroppo evidente
A CURA DI CARMELO CELONA
la risposta. Franchetti, Mineo, Santino e –
dopo di loro – molti altri hanno focalizzato il
proprium della mafia: chi vi entra o fa parte
della borghesia o vuole farne parte. Le
chiacchiere sulla mafia come anti-Stato,
come rifiuto della modernizzazione
capitalistica in nome di nostalgiche epoche
feudali, restano chiacchiere: i mafiosi
vogliono entrare nello Stato, in questo
Stato, e ci vogliono entrare da classe
dirigente. Chi è già dentro la stanza dei
bottoni è costretto a scegliere: o esce (su
una bara onorata dalle autorità civili,
religiose e militari, nel caso non si sia
dimesso spontaneamente ritornando a
vita privata) o accetta di farsi complice (la
trattativa tra mafia e Stato è strutturale
nella storia italiana dal 1861 a oggi; ogni
tanto cogliamo le punte dellʼiceberg).
Esempi del primo genere: il dottor
Sebastiano Bosio, falsamente
“delegittimato post mortem” , e il dottor
Paolo Giaccone, trucidato sotto lʼIstituto di
medicina legale del Policlinico di Palermo,
reo di non aver voluto redigere “una falsa
perizia dattiloscopica che scagionasse un
pericolosissimo killer mafioso”. Esempi del
secondo tipo: Michele Navarra (Corleone),
Antonino Cinà e Giuseppe Guttadauro
(Palermo). Talora sono professionisti
originariamente onesti che vengono
corrotti per denaro: optano fra i
quattrocento euro lordi di una perizia
giudiziaria e i “dieci volte tanto” offerti, per
una contro-perizia, dai clan. I vantaggi
degli imputati si frastagliano su tre livelli:
“proscioglimento” (se un imputato è
riconosciuto incapace di intendere e di
volere nel momento del reato);
“sospensione dei processi” (se è
riconosciuto incapace di seguire ciò che
accade durante il dibattimento); “uscita dal
carcere” (se è riconosciuto affetto da
malattie incompatibili con il regime
carcerario). Una delle tante lezioni che si
ricavano dal libro a quattro mani di De
LACERTI DI LETTURE
Viviamo la storia
A VOLTE RIUSCIAMO a compiere gesti che non avremmo
mai immaginato di fare. E ciò ci pare miracoloso. Quando
superiamo i nostri limiti, ecco che prendiamo in
considerazione lʼidea di Dio. “Si sentì minuscolo, confuso
con lʼuniverso. Un uomo grasso e attempato che balla
con una giovane ragazza in una piazza qualsiasi
dellʼuniverso, pensò, e intanto gli astri girano, lʼuniverso
è in movimento, e forse qualcuno ci guarda da un
osservatorio infinito.” Formalmente vantiamo istituzioni
democratiche, uguali di diritti e libertà di opinione.
Praticamente, molti hanno paura di esprimere le proprie idee
e i diritti sono riconosciuti solo a clienti e cortigiani; siamo
certi di essere una democrazia? “Avrebbe voluto
rispondere che sopra di lui cʼera il suo direttore, il quale
era un personaggio del regime, e che poi cʼera il regime,
Rosa e Galesi: il vero nodo della lotta alla
mafia non è che i mafiosi facciano i mafiosi
(questo è, in un certo senso, il loro ruolo: in
ogni contesto sociale i criminali giocano a
fare i criminali), bensì che troppi cittadini,
pur non essendo organici a Cosa Nostra,
trovano mille ragioni (interesse, paura,
ignoranza, sete di potere…) per farsene
complici. Per alcune di queste ragioni non
cʼè rimedio (ci sono e ci saranno sempre
avvocati, medici, chimici, bancari…che
vorranno scalare le gerarchie sociali
servendosi di ignobili scorciatoie), ma per
altre va approntato: non si può pretendere
che un singolo cittadino, senza la
solidarietà della propria categoria
professionale e delle istituzioni statali, si
opponga alle minacce mafiose. Eroi per
caso, martiri civili, ne abbiamo avuto
abbastanza: è arrivato il tempo in cui non
dovrebbe essere eccezionalmente
pericoloso rifiutarsi di firmare una diagnosi
falsa o una prescrizione infondata. Non è
solo il sistema giudiziario a essere sotto
scacco, ma la stessa conivivenza
democratica del Paese.
www.augustocavadi.com
LA CLASSIFICA
«Beato tra i mafiosi»
alla Feltrinelli di Messina
MESSINA. Lunedì 30 settembre alle
ore 17.45 “Beato tra i mafiosi” (Di Girolamo Editore) sarà presentato dai
tre autori, Francesco Palazzo, Augusto Cavadi e Rosaria Cascio. Con loro il giornalista di Centonove Michele Schinella e Nino Mantineo, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina. “Si può testimoniare di
un prete che la Chiesa cattolica proclama ʻbeatoʼ senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo interpretativo?” è la domanda
della quarta di copertina.
La risposta è che i tre autori di “Beato fra i mafiosi” ci provano: hanno conosciuto Don Pino Puglisi (ucciso
dalla mafia il 15 settembre 1993) e
hanno scritto di lui in diverse occasioni. Palazzo ricostruisce i tre anni
di Don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo.
Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando come esso costituisca la
spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Rosaria
Cascio ricostruisce la metodologia
pastorale di Don Pino alla luce della
sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel
corso della sua generosa esistenza.
di Felice Irrera
Giuseppe Palmeri, Palermo al tempo di Padre Messina,
Dario Flaccovio Editore 2013, pp. 144, € 13,50
È questa la storia di padre Giovanni Messina, umile prete del quartiere Kalsa di Palermo, che,
pur povero e solo, fu tenace nella carità e con il suo impegno salvò dalla miseria tanti bambini abbandonati, assicurando loro, con lʼistruzione, un avvenire. Ma non cʼè solo nel libro il
racconto di una straordinaria vita personale, ma anche la descrizione di una Palermo tra fine Ottocento e inizio Novecento fuori dalle righe tradizionali: è insomma costruita con questa microstoria una visione etnografica del capoluogo siciliano di un tempo.
Hosseini Khaled - E lʼeco rispose - PiemJoël Dicker - La verità sul caso Harry
Quebert - Bompiani
1meAndrea
4
Camilleri - Un covo di vipeVioletta - Fashion book - Walt Disney
Company Italia
2reDan- Sellerio
5
Brown - Inferno - Mondadori
Violetta - Il mio diario - Walt Disney
Italia
3
6Company
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
con la sua polizia e la sua censura che tutti erano
imbavagliati, che non si poteva esprimere la propria
opinione. Ma non disse niente di tutto ciò.”
La volontà vera, è una forza imbattibile che non conosce
ostacoli. “Farò del mio meglio signora, ma non sarà
facile fare del proprio meglio, di più non si può fare.
Capisco replicò la signora, ma forse tutto si può fare,
basta averne la volontà.” Le notizie sono finte verità
funzionali al sistema di potere che finanzia i giornali. “Che
notizie ci sono? Se non lo sa lei che sta nel giornalismo.
Dai giornali non si sa mai niente, la cosa migliore è
prendere le notizie a voce, per questo chiedo a lei.”
Ciò che succede si capisce solo attraverso il grimaldello
della cultura e del sapere, mai dallʼinformazione. Gli informati
senza senso critico non riescono ad elaborare le
informazioni. “Io sono un giornalista e mi occupo di
cultura. Non faccio cronaca, è questo che ci piacerebbe
che lei capisse, noi viviamo la storia.” Lʼonestà critica è
pagina 28
lʼespressione più autentica dellʼanarchismo individuale.
“Penso solo a me e alla cultura, è questo il mio mondo
anarchico individualista.” Vi sono più uomini dentro ogni
uomo e spesso non tutti sono galantuomini. “Noi non
abbiamo unʼanima sola ma una confederazione di
anime guidata da un io egemone, e ogni tanto questo io
egemone, cambia. Se al posto dellʼanima ci mettiamo la
parola personalità, io sono convinto che non abbiamo
una sola personalità, abbiamo tante personalità che
convivono fra loro sotto la guida di un io egemone.”
Il vespro illanguidisce il cuore dei vecchi, è la lucida metafora
della loro condizione esistenziale. “Indugiò a lungo su una
panchina, guardando i traghetti che partivano per lʼaltra
sponda. Era bello quel fine pomeriggio, e volle
goderselo. Accese un sigaro e ne aspirò le boccate
avidamente.”
Lacerti tratti da: “Sostiene Pereira ” - 1994
Antonio Tabucchi
posterrubriche
centonove
ANNIVERSARI. Bicentenario della nascita di due grandi compositori
Verdi & Wagner
Un momento della giornata a Villa Piccolo con Attardi e Romeo
Verdi. Il musicologo Dario Romeo si è
ancora soffermato su una capitale
musicale per eccellenza, ossia Vienna in
cui sia Verdi che Wagner approdarono con
le loro prime opere. Verdi con il Nabucco
(1875) oltre confini e Wagner con il suo
Thannhauser (1857) al suo esordio. La
parte centrale della relazione ha inoltre
fatto riferimento alle novità emerse nel
campo critico-interpretativo, ossia su
aspetti relativi alle fonti letterarie, al
rapporto tra compositore e librettista e
infine sulle questioni attinenti la valutazione
dell'opera complessiva di Verdi, spesso
limitata al giudizio condizionato dal senso
patriottico di alcune opere. Secondo il
relatore, il giudizio sull'opera di Verdi deve
essere formulato tenendo conto della sua
adesione agli ideali romantici. L'opera
verdiana infatti nella sua portata culturale
va ben oltre gli ideali risorgimentali.
Quanto a Wagner, il maestro Francesco
Attardi ha tracciato un profilo per delineare i
tratti caratteristici e unici del più innovativo
compositore dell' Ottocento. Il relatore, oltre
ad essere noto come direttore d'orchestra
sia in Italia che all'estero, è anche studioso
attento delle vicende e delle figure musicali
tra Sette e Ottocento. Ha scritto, tra l'altro,
“Viaggio intorno al Flauto magico” (Lim,
2006), lo studio più approfondito apparso in
Italia sull'opera mozartiana. Recentemente
gli è stato conferito il premio “Antonello da
Messina” per meriti artistici.
In conclusione i relatori hanno proposto
l'ascolto di alcuni brani significativi di
entrambi i musicisti per consentire al
pubblico di accostarsi a quanto esposto a
proposito delle opere di Verdi e di
Wagner. Tra i brani scelti, il celebre “Va
pensiero” verdiano e quelli wagneriani dal
Parsifal e dal Lohengrin, esempi questi
ultimi di una visione musicale in cui si
mescola il tono celestiale e l'atmosfera
rarefatta che mai assume il tratto
dell'inno. Tuttavia, per la natura dei temi,
le opere della trilogia wagneriana sono
rappresentative della musica mistica e
religiosa, semmai in Lohengrin è già la
musica della modernità.
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Nella cantina di Gavino Sanna
SONO STATO DI RECENTE in Sardegna nella cantina di Gavino
Sanna il geniale pubblicitario italiano conosciuto in tutto il mondo.
La cantina è a SantʼAnna Arresi, un angolo di paradiso nel Sulcis,
la parte più a sud dellʼisola. Li ho incontrato Gavino chiedendogli
come fosse diventato anche un apprezzato vignaiolo: “La cantina
Mesa – risponde Sanna - nasce solo dallʼamore per la mia terra,
non da tradizioni familiari o come vezzo di un VIP. Ho sempre
definito questʼavventura come “la mia ultima campagna
pubblicitaria per la Sardegna”, la “mia” Sardegna quella che ho nel
cuore, raccontata non attraverso i tradizionali o nuovi media, ma
con i colori e profumi di uno dei suoi prodotti eccellenti. Insomma il
mio se vogliamo è un messaggio racchiuso in bottiglia, una
dichiarazione dʼamore per la mia Isola.” Molto interessante anche
la produzione, il Vermentino Giunco ʼ12 Vivo, brillante e profondo
MUSICA
di Cesare Natoli
Chi suona ha
un’altra testa
Serata celebrativa a Villa Piccolo per il maestro Attardi e il musicologo Romeo.
Così le stagioni in tutti i teatri d’Italia. A cominciare da quello veneziano il 10 ottobre
CAPO DʼORLANDO. Nell'anno in cui
ricorre il bicentenario della nascita di Verdi
e Wagner, la Fondazione Famiglia Piccolo
di Calanovella di Capo d'Orlando ha voluto
celebrare i due giganti della musica
dell'Ottocento e ha invitato per l'occasione
due esperti relatori: il Maestro Francesco
Attardi, noto direttore d'orchestra e il
musicologo Dario Romeo, studioso di
Verdi. Ha introdotto la conferenza il
presidente della Fondazione, Carmelo
Romeo, che ha sottolineato il significato
dell'iniziativa principalmente intesa a
mantenere desta l'attenzione sia dei
melomani e soprattutto dei giovani per la
cultura della musica classica. Dario
Romeo, giovane musicologo e autore di un
libro dedicato al compositore bussetano:”
Giuseppe Verdi e la cultura del
Melodramma”, Edizioni. Scienze e Lettere
(2012), è entrato in argomento offrendo un
quadro preliminare delle opere più
importanti sia di Verdi che di Wagner
programmate in Italia e all'estero. Tra l'altro
ha ricordato che la Scala di Milano ha
previsto ben quindici opere di cui otto di
Verdi e cinque di Wagner. Per quanto
riguarda Verdi in alcuni casi si è trattato di
nuove produzioni.
Tra i maggiori teatri italiani anche La
Fenice di Venezia ha inserito in cartellone
due messe in scena come novità assolute
per realizzare quella che è stata definita la
maratona Verdi-Wagner senza precedenti
in Italia. Infatti, la stagione lirica alla Fenice
ha avviato l'anno celebrativo con una
duplice inaugurazione mediante
l'esecuzione dell'Otello di Verdi e del
Tristano e Isotta di Wagner, con
compagnie diverse ma con un unica
direzione affidata al Maestro Myung Whun
Chung. Inoltre il prestigioso teatro
veneziano ha anche programmato due
grandi concerti da tenersi in concomitanza
con le date di nascita dei due compositori: il
22 maggio per Wagner e il 10 ottobre per
27 SETTEMBRE 2013
agli occhi mentre al naso è netta ed evidente la nota di
frutta fresca esotica e quella a polpa bianca come la
pesca. Ottima la freschezza che lo rende una
piacevole beva. Molto buono anche lʼOpale ʼ12
Vermentino dal bel colore giallo oro, pieno e profondo.
che spazia tra note erbacee ed aromatiche tra cui è riconoscibile la
lavanda, di macchia mediterranea e di salinità salmastra. Lungo
ed ampio in bocca con ricordi olfattivi di lavanda ma anche
camomilla ed un lieve burro salato. Persistente e vibrante di ottima
beva. Molto buoni anche i rossi il Buio Buio ʼ11 in particolare un
rosso da uve Carignano dal color rosso rubino carico, complessi i
profumi, un rincorrersi di mandorle amare, frutti rossi maturi,
spezie come il pepe fresco. Piacevolissimo il rosato Rosa Grande
ʼ12 piccoli frutti rossi e fiori al naso fresco e di piacevole beva. In
bocca deciso e vibrante fresco e di buon allungo finale, davvero
buono. Per ragioni di spazio mi fermo qui, ma tutta la gamma è
particolarmente apprezzabile per lʼottimo rapporto prezzo qualità.
www.cantinamesa.it
pagina 29
A VOLTE SARANNO pure viziate da
un eccesso di cognitivismo, ma spesso
ci rivelano cose interessanti. Stiamo
parlando delle ormai numerose ricerche
scientifiche volte a indagare il rapporto
tra talento musicale e sviluppo
dellʼintelligenza. Lʼultima in ordine di
tempo, condotta su un gruppo di
studenti del Vanderbilt Blair School of
Music nel Tennessee, ha permesso di
stabilire come la pratica musicale
professionale abbia un ruolo anche
nella modalità di risoluzione dei
problemi della vita quotidiana. La
domanda che si sono posti i ricercatori
mirava a indagare come la musica
influenzi effettivamente il cervello. A tal
fine, sono stati sottoposti ad un test
cognitivo venti studenti di musica
classica insieme ad altrettanti studenti
di psicologia dello stesso istituto.
Contemporaneamente, con una tecnica
definita spettroscopia nel vicino
infrarosso, è stata misurata
lʼossigenazione del sangue nella
corteccia cerebrale. Dal confronto è
emerso che gli studenti di musica
utilizzano entrambi gli emisferi del
cervello, molto più di quanto non
facciano gli altri. Ciò attiva il cosiddetto
ʻpensiero divergenteʼ, ossia la base
della creatività. Un fenomeno reso
possibile dallʼabitudine del musicista nel
pensare ed eseguire, sincronicamente,
operazioni diverse. Queste funzioni,
normalmente separate, nei musicisti
sono invece integrate e rimangono
attive anche nella vita di tutti i giorni.
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
Western siciliano
Ė STATO Roberto Alajmo a
cogliere uno dei significati più
profondi del film “Via Castellana
Bandiera”. Nello scontro quasi western
fra le due contendenti in auto, Samira e
Rosa, lo scrittore vi ha letto la metafora
di una Palermo avvitata su se stessa,
tendente a incastrarsi negli angoli
malgrado i grandi spazi a disposizione.
Così lʼarte sanguigna e disturbante di
Emma Dante, nel passaggio dal teatro
al grande schermo - con sceneggiatura
di Giorgio Vasta, di Licia Eminenti e
della stessa regista palermitana, autrice
del romanzo da cui è tratto il film e anche
attrice – racconta con passione una
Sicilia vittima del proprio nichilismo, tra
veti reciproci, e capace di sprigionare
una forza distruttiva senza redenzione.
Una storia coinvolgente grazie alla
valorizzazione di tutti gli interpreti: da
Alba Rohrwacher a Dario Casarolo e
Renato Malfatti, con una menzione
speciale per la grande Elena Cotta,
classe 1931, premiata con la Coppi
Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia.
“Via Castellana Bandiera”
al cinema “Lux” di Messina
27 SETTEMBRE 2013
posterlettere&...
QUI SCUOLA di Andrea Smith
HERITAGE di Sergio Bertolami
Regole per la messa
a disposizione per il sostegno
Niente si cancella
con un click
A VOLTE LE INDICAZIONI fornite per
risposte quesiti ingenerino ulteriori
dubbi e abbiano bisogno di
chiarimenti. Così è stato per le
indicazioni fornite dal MIUR ai dirigenti
scolastici per assicurare agli alunni
disabili un insegnante specializzato. La nota, nel
prendere atto dei numerosi quesiti ricevuti in ordine
alla possibilità di poter prendere in considerazione
eventuali domande di messa a disposizione di
aspiranti forniti di titolo di specializzazione e titolo
idoneo allʼinsegnamento su posti di sostegno, ma
non inclusi nelle graduatorie di circolo e istituto di
alcuna provincia - considerata la specificità
dellʼinsegnamento e tenuto conto delle numerose
pronunce giurisprudenziali, facendo salve le
supplenze già conferite -, ha invitato i Dirigenti
scolastici a dare priorità nelle nomine ai docenti in
possesso del titolo di specializzazione (ma non
inclusi nelle graduatorie di circolo o di istituto di
alcuna provincia) rispetto ai docenti che ne erano
privi. Decisamente generica, con ampia
discrezionalità sulla valutazione degli aventi diritto e
ad alto rischio di contenziosi. Così due giorni dopo,
il 20 settembre, il MIUR opportunamente ha chiarito
che lʼutilizzo del personale specializzato non
presente nella graduatoria dʼistituto di alcuna
provincia deve comunque avvenire dopo lo
scorrimento delle graduatorie degli specializzati
dellʼintera provincia, compresi quelli che hanno
dichiarato il titolo di specializzazione entro il 10
settembre 2013. Inoltre, le domande di messa a
disposizione devono essere presentate per una
sola provincia - da dichiarare espressamente
nellʼistanza - e, qualora pervengano più istanze, i
dirigenti scolastici daranno precedenza ai docenti
abilitati, secondo il punteggio previsto nelle tabella
di valutazione della seconda fascia di istituto,
rispetto ai docenti non abilitati, valutati in base alla
tabella della terza fascia. Pertanto, le domande di
messa disposizione, rese in autocertificazione ai
sensi del DPR 445/00, eventualmente integrate se
già presentate, devono contenere tutte le
dichiarazioni necessarie per consentire la verifica
puntuale dei requisiti da parte dei dirigenti scolastici,
ivi compresa gli estremi del conseguimento del
titolo di specializzazione. Fatte salve le supplenze
già conferite, in attesa della pubblicazione degli
elenchi secondo le suddette regole per le messe a
disposizione, le nomine su posti di sostegno
continuano ad essere conferite ai sensi della
C.M.30 agosto 2013 e sono definitive.
ECOLOGIA&AMBIENTE
centonove
Rada San Francesco
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
La mezza città
MESSINA. Continuiamo il fil rouge della mezza con panna, riferito alla
nostra città. Ho letto il bell'articolo della Giordano sulle selvagge
costruzioni, sulla collina di Ganzirri, e delle lamentele degli abitanti di
quella zona. Questi cittadini, devono ringraziare la natura , che ha creato
una sola collina , altrimenti avrebbero costruito anche sull'altra metà!
Quindi, come potete ben constatare, la Nostra è sempre una città "a
metà", anche se in questo caso, c'è un qualcosa di positivo. Purtroppo la
stessa cosa non è successa a Torre Bianca, al Faro, dove hanno
costruito a destra ed a sinistra, addirittura anche sul mare. Ma se adesso
è impossibile andare al mare , sia perché non si trova parcheggio, sia
perchè non ci sono gli accessi al mare, poiché è tutto privatizzato, mi
spiegate, quando finiranno di costruire, dove cazzo andrò a farmi il
bagno!?. Ad esempio al Faro, hanno eliminato il problema della metà,
togliendo i marciapiedi, sia da un lato che dall'altro. Ma li sono tutti fighi,
ed i bambini, non li portano a passeggio sulla carrozzella, ma in
elicottero! Sempre per la famosa "città a metà" l'altro giorno ha piovuto
mezza giornata e si è allagata mezza Città, e se pioveva tutta la
giornata....? E le corsie del tram allagate a metà? In particolar modo
davanti alla Caronte ed alla rada di San Francesco? Sicuramente sono
state progettate dagli stessi che hanno creato le famose pensiline alle
fermate. Potrebbe anche essere che ci sia un disegno, un progetto per
sostituire il tram, con dei traghetti, per servire mezza città, come il tram,
del resto, che infatti serve solo mezza Citta' . Ed i lampioni che hanno
sistemato a Torre Faro? Sono bruttissimi ed illuminano solo meta' strada
, ed il pavimento? Si è rotto e ne è rimasto solo metà! Ed in città, le
macchine non sono posteggiate solo in una metà, peccato che è la metà
della corsia preferenziale! Quindi a Messina è tutto a metà, ed è tutto
negativo? Ma no l'unica cosa buona e positiva della metà è mia moglie,
che è la mia dolce metà, anzi un quarto!
ESIGERESTE CHE vostra
zia sloggiasse da una stamberga di sua proprietà perché, in virtù del valore dellʼarea e della vista che si gode, pensate di edificarci un albergo elegante? Personalmente discuterei con lei
lʼidea. Quindi redigerei un progetto in
conformità al PRG. È vero i Piani regolatori permettono di cambiare le destinazioni dʼuso entro speciali procedure autorizzative. Ma quando lʼarea interessa unʼestensione rilevante, a nessuno sfugge che
il mutamento d'uso assume notevole significato per lʼintera comunità. A me piacerebbe che, con un click, il mio CAD eliminasse dalla Zona falcata tutti i segni di
quel ciarpame industriale che degrada
questa parte di territorio dal valore identitario inestimabile. So tuttavia che prima
dovrei chiedermi cosa fare del porto o dellʼenorme zona militare oggi sottoutilizzata.
Lʼarea di San Raineri nel corso dei secoli
ha integrato le necessità urbane, ma della città non ha mai fatto parte. In antichità
ha svolto compiti marginali: religiosi, cimiteriali, sanitari, difensivi. DallʼOttocento in
poi si è optato per attività produttive, portuali, di collegamento fra le sponde dello
Stretto. Quelle che vediamo sono le strutture rimaste, i graffi dolorosi dei programmi commerciali mai decollati. Dire che deturpano lʼambiente fa parte di una sensibilità acquisita da pochi anni. Prendo ad
esempio la Lanterna di Montorsoli. Spesso si dimentica che esercitava funzioni militari, quanto il Forte S. Salvatore o la Cittadella. Gli stessi vituperati serbatoi di prodotti petroliferi, che affiancano la preziosa
opera cinquecentesca, ricadono in unʼarea di potenziale espansione militare.
Sembra un paradosso, ma non certo per
amore della cultura le fortezze volanti, che
bombardavano Messina, hanno risparmiato la Lanterna. È stato per non colpire
quei depositi, proprietà dellʼamericana
Exxon sin dal 1918. A ben vedere, il passato è complesso e non si annulla semplicemente col click del buon senso. Serve
un vero progetto condiviso, ma quel progetto è ancora lontano.
[email protected]
di Anna Giordano
Impianto eolico sui Colli
NEL QUASI SILENZIO generale risorge a nuova vita un
progetto che contrastiamo ormai da 10 anni, che per le
norme vigenti già allora e a seguire, è inapprovabile. Un
impianto eolico da 99 MW, con la prima turbina prevista
sul piazzale davanti a Forte Ferraro, sopra Colle San
Rizzo, e lʼultima, occupando spazi vari in pieno demanio
dellʼAzienda Foreste, su Puntale Bandiera, davanti a
Dinnammare, direzione sud. Chi ha avuto modo di
apprezzare, vedere, studiare, ammirare la migrazione
dei rapaci e delle cicogne che trova sullo Stretto di
Messina una delle rotte migratorie più importanti al
mondo in primavera, sa perfettamente che su questa
stessa dorsale ci passano, in volo cieco nelle nuvole e/o
nella nebbia, migliaia e migliaia di uccelli, notte e giorno.
Non abbiamo speso 33 anni della
nostra vita per salvarli dalle doppiette
dei bracconieri che allegramente e
impunemente per anni, li massacravano
in violazione di norme nazionali,
comunitarie, regionali. No. Quindi, dal
settembre del 2003, scriviamo senza
sosta richiamando gli enti al rispetto delle norme vigenti
(ZPS già istituito nel 1998, interdizione agli eolici nei
demani forestali dal settembre del 2003, vincolo
idrogeologico, paesistico ecc) e puntualmente risorge
lʼavviso alla conferenza di servizi, a suon di ricorsi,
contro ricorsi e altri ricorsi, come se finora non siano
state già indette conferenze di servizi (sorvolo sulle
modalità, troppo tedioso per i non addetti ai lavori) e non
si fossero già espressi diversi enti con parere negativo.
No, in questʼisola assai complicata, difficilissima da
spiegare ad uno straniero abituato ad altri standard di
pagina 30
logica e leggi, qui non è sufficiente che un progetto non
sia autorizzabile alla luce delle norme vigenti, no. A
brevissimo in Sicilia partiranno conferenze di servizi per
circa 5000 MW di eolico, dove magicamente subentra il
silenzio assenso in caso di mancata risposta. Dicono
che sia per evitare richieste di risarcimenti milionari, di
mezzo però ci andrà lʼambiente, patrimonio di tutti,
difeso da pochissimi, il cui valore supera ampiamente le
cifre del presunto mega risarcimento che si vuole a
motivazione della nuova ondata di produzione
improduttiva. Una rete satura da anni, un raddoppio
elettrico contestatissimo e che comunque a regime avrà
limiti oggettivi, e la regione Sicilia convoca riunioni per
un ammontare che supera e di tantissimo la reale
capacità della rete elettrica di supportare la produzione.
Nel frattempo è spuntata la MPE, la mancata produzione
eolica, anchʼessa remunerata. Poi dicono che cʼè la crisi,
sicuramente non per chi avrà il progetto approvato.
centonove
poster...commenti
27 SETTEMBRE 2013
ELIODORO
I cani e i poliziotti
CATANIA - Accudire dei
cani randagi non è attività
compatibile con le funzioni
di dirigente di un
commissariato di Polizia.
Se ne è accorta la
responsabile del
Commissariato di Librino,
quartiere a rischio, ad alto
indice di criminalità, che è
sarebbe stata rimossa dal
questore dopo un blitz di
colleghi inviati per
verificare se fosse vero che
all'interno della struttura
venivano sfamati e dissetati
dei cani di quartiere, ma
non...poliziotti.
Provvedimento che ha
innescato polemiche tra
associazioni animaliste,
cittadini e sindacati di
polizia. Stamattina, per
tenere accesi i riflettori
sull'insolito caso,
manifestazione dell'UGL in
piazza Università, a pochi
metri dalla Questura.
LA LETTERA
Aspiratore a risucchio, basta perdite di tempo
MESSINA. Ogni qual volta la città si
allaga dopo un temporale,cʼè
sempre chi mi tira in ballo,
proferendo nei miei confronti
battute ironiche sul fantomatico
“Aspiratore a Risucchio” di cui
avevo pubblicizzato lʼacquisto
allʼinizio del mio mandato e che
purtroppo, non è stato comprato per
motivi di Bilancio. Per amore della
verità, vorrei mettere la parola fine
al problema. Eʼ vero, ho tentato in
tutti i modi di acquistare il mezzo
che avrebbe permesso al Comune
di gestire in modo autonomo il
servizio della pulizia dei tombini. Un
bel giorno parlando con un
ingegnere esperto del settore,
avemmo lʼidea che ci sembrò
brillante e che avrebbe fatto
risparmiare denaro alle casse
comunali. Ho dovuto lottare sia per
le difficoltà economiche in cui
versava lʼamministrazione sia per il
boicottaggio dei soliti ignoti, che
remavano contro. Avevo avuto
lʼinformazione che lʼArsenale
Militare stava dismettendo dei
mezzi in disuso tra cui unʼautobotte,
la comprammo come Assessorato
circa due anni fa, e con lʼautista
Pantano che è anche bravo
meccanico, la trasferimmo
allʼautoparco sistemandola alla
meglio e a costo zero. Dal quel
giorno cominciarono i problemi per
le continue difficoltà vere o presunte
che si presentarono per trasferire il
mezzo nel patrimonio comunale. Il
dirigente dellʼAutoparco Maria
Canale diede incarico allʼingegnere
DʼAcquino e così cominciò un
odissea, ancora non conclusa.
Nella qualità di assessore
allʼautoparco prima di andare via,
con lʼaiuto dellʼArsenale Militare
nella persona del Direttore, al
tempo lʼAmmiraglio Cremonini e di
un suo dipendente, sig. Criniti,
riuscimmo a consegnare
allʼingegnere DʼAcquino,
responsabile del procedimento, le
carte necessarie per il passaggio di
proprietà. A tuttʼoggi, lʼautobotte ha
ancora la targa della Marina
Militare, lʼincarico ad un tecnico
esterno per redigere il progetto di
trasformazione del mezzo da
autobotte ad Aspiratore, non è stato
ancora conferito (costo presumibile
per la progettazione al tempo era di
3000 euro oltre gli oneri di legge) il
costo presuntivo per la
trasformazione si aggirerebbe sui
40/50 mila euro ciò dipenderà dal
tipo di allestimento che si vuole fare,
(faretto per lavorare di notte, gruetta
per sollevare la botola del tombino
etc etc).Le somme che avremmo
speso per la trasformazione
delʼautobotte, si sarebbero
ammortizzate in sei mesi di attività
in house utilizzando il personale
dellʼautoparco. Non riesco ancora a
capire il perché del ritardo: non ci
sono i soldi? non cʼè la volontà?
troppo lavoro in altri settori?. Eʼun
impresa così difficile trasformare il
mezzo? E come divano i latini
”Adducere inconvenients non est
solvere argumentum”. Questa mia
nota, è rivolta al sindaco Accorinti e
allʼassessore al ramo: Cari
Amministratori, nella qualità di
“Persona Informata sui fatti relativi
allʼautobotte” sono disponibile come
volontario ad occuparmi della
questione, sempre se si trovano i
soldi, e affrontare e risolvere il
problema entro dicembre 2013. Le
ricordo sig. Sindaco che al
ballottaggio ho votato per lei e i
pochi voti che le hanno permesso di
battere Calabrò, sono da ascriversi
al mio impegno e a quello dei miei
amici. Lʼho votato e fatto votare
senza che lei me lo avesse chiesto,
il mio è stato al tempo un voto di
libertà e nulla a che pretendere.
Buon lavoro.
Pippo Isgrò, ex assessore
Comune di Messina
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Delfini, il sorriso inganna
L'ESPRESSIONE SEMPRE sorridente dei delfini trae
inevitabilmente in inganno perchè quel sorriso è frutto
della muscolatura facciale poco complessa. Costretti a
sopportare le regole rigide ed i ritmi serrati di un
delfinario, gli esemplari in cattività si ritrovano a vivere
in uno stato che proprio nulla ha in comune con quello
naturale e vanno incontro a disturbi comportamentali e
fisici da cui la vita in libertà li avrebbe tenuti lontani. Al
mattino sveglia presto e poi una lunga serie di
allenamenti e spettacoli, sollecitazioni e stress continui,
ma i delfini continuano a sorridere. Sorridono anche se
vivono in un'unica vasca troppo piccola per loro, senza
che ci sia alcun riparo dal sole e dalla vista del pubblico
o venga garantito adeguato sistema di raffreddamento
e pulizia dell'acqua. Sorridono anche se vivono in una
struttura cui vengono poi sequestrati
perché ritenuti vittime di maltrattamenti.
È andata così al delfinario di Rimini, da
tempo oggetto di aspre critiche da parte
delle associazioni animaliste: a causa
delle cattive condizioni quattro esemplari
sono stati spostati nell'acquario di Genova e l'impianto
chiuso. Gli amanti degli animali pensavano già di avere
segnato un punto, ma in questi giorni un incontro tra
proprietari della struttura e Comune ha portato a non
escludere una riapertura. Non si può rinunciare ad uno
dei simboli della riviera romagnola... Non si può però
negare che le preoccupazioni degli animalisti siano
fondate: la normativa vigente consente di detenere
delfini solo per interesse scientifico e spesso nei parchi
acquatici lo sfruttamento per fini di lucro prende il
sopravvento e l'aspetto biologico finisce schiacciato dal
dato commerciale.
pagina 31
150 PAROLE DA PALERMO
Pane Bianco, uomo nero
TRA GLI ALTRI impiegati e le commesse col grembiule, lui
si nota subito: pelle scura, capelli soffici che dicono più Eritrea che Nigeria, un accenno di barba curato, maglietta sbiadita, pantaloncini e le infradito ai piedi. Ti colpisce il suo
sguardo: intelligente, acuto, profondo. Di uno che ha dentro
tanti orizzonti. A fine giornata, quando compro i panini per
la cena, lo trovo spesso appoggiato al muro esterno del panificio, chiuso nei suoi pensieri, a guardare in silenzio la gente e il buio della sera. Se non fossi una donna, avrei tentato
un abbozzo di dialogo con lui. Ma so che non me lo posso
permettere. E poi non è detto che parliamo la stessa lingua.
Così non saprò mai a cosa pensa, da dove viene, per cosa
sta lottando. Gli auguro di cuore che a Palermo trovi le condizioni minime per una vita piena, degna di essere vissuta …
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Mantineo e gli immigrati
RISULTANO QUANTO meno infondate le accuse di “barbarie
morali e giuridiche” che l'Assessore Mantineo ha lanciato,
qualche giorno fa, a polizia di Stato e polizia municipale per
avere effettuato un intervento in alcuni punti delle strade del
centro di Messina nei confronti di immigrati che chiedevano
l'elemosina. Le forze dell'ordine hanno il compito di contrastare
le diverse forme di criminalità, cosa che fanno con impegno e
dedizione quotidianamente, ma anche quello di fare rispettare le
leggi del nostro paese a tutti i livelli, indipendentemente dal
grado di pericolosità sociale che taluni comportamenti individuali
possono rivestire. Controllare l'identità delle persone, verificare
se l'immigrato è in possesso del permesso di soggiorno se non
comunitario, allontanarlo dal territorio nazionale se comunitario,
ma in condizioni di irregolarità, è certamente molto spiacevole,
ma finchè le leggi italiane lo prevedono, non si può scaricare sul
comportamento delle forze dell'ordine il giudizio negativo che
ognuno di noi, compreso chi scrive, può esprimere sull'attuale
legislazione in vigore nel nostro paese. Inoltre, l'appello
all'obiezione di coscienza che l'Assessore Mantineo ha rivolto a
chi è direttamente impegnato a effettuare controlli, appare
decisamente sbagliato e assolutamente fuori luogo. Se un
cittadino che ricopre una funzione pubblica fosse costretto ad
applicare una legge che non condivide ha due possibilità:
impegnarsi sul piano politico per contribuire a farla cambiare, ma
nell'attesa rispettarla e farla rispettare, oppure dimettersi
dall'incarico che svolge per testimoniare un livello di giustizia
diverso o ritenuto più alto di quello esistente. Comunque,
anziché accusare ingiustamente le forze dell'ordine, l'Assessore
Mantineo potrebbe farsi promotore di interventi sociali per
aiutare i più poveri e favorire l'integrazione sociale degli
immigrati.
[email protected]