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Pavullo ❖ Serramazzoni ❖ Appennino
GAZZETTA GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013
Incendio alla casa di riposo Dancewoods chiude
nel segno dei record
evacuati tutti gli ospiti
gombola di polinago
Ieri sera un corto circuito nella zona dei magazzini ha causato fuoco e fumo
Diciotto anziani sono stati trasferiti in analoghe strutture delle frazioni vicine
◗ MONTEFIORINO
Incendio, fumo, pompieri,
ambulanze e diciotto anziani
che cambiano casa durante la
tarda serata. Fortunatamente,
anche e soprattutto per la rapidità e l’efficacia dei soccorsi,
nessuno è rimasto ferito, non
c’è stato alcun intossicato tra
gli evacuati, gli ospiti ultrasettantenni della casa di riposo la
Tenda di Abramo. Una moderna struttura che ha sede a ridosso della chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Loreto, in centro al paese, dove un
tempo si trovava l’asilo comunale.
L’insolita serata che ha movimentato il paese appenninico è dovuta ad un incendio
che, come sembra secondo i
primi accertamenti, è partito
per cause accidentali nei locali adibiti a magazzino. Locali,
come tali, dove è depositata
parecchia mercanzia, oggetti,
vestiario e quant’altro. Probabile dunque un banale cortocircuito e le fiamme, proprio
per la presenza di parecchio
materiale, si sono sviluppate
in breve tempo. E di conse-
Il retro della canonica parrocchiale a pochi passi dalla casa di riposo per anziani “La Tenda di Abramo”
guenza un denso fumo ha iniziato velocemente ad invadere un po’ tutti i locali della
struttura per anziani.
Per evitare che ci potessero
essere delle intossicazioni e
che qualcuno si sentisse male,
bisognava fare in fretta. E così
è stato. Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco volontari di Frassinoro e quelli di Pavullo che hanno circoscritto il
rogo e aiutato gli ospiti nelle
operazioni di evacuazione dalla struttura. Nel frattempo sono arrivate parecchie ambulanze che hanno constato il
buono stato di salute dei
“ragazzi”.
I diciotto ospiti della Tenda
di Abramo sono stati ospitati
in altre strutture protette, a Vitriola e nelle frazioni vicine. Il
primo cittadino Antonella
Gualmini ha avuto parole di
ringraziamento per i soccorritori, in particolare nei confronti dei vigili del fuoco per la
prontezza e la professionalità
dimostrare durante il tempestivo intervento.
Quanto ai danni subiti dalla
struttura, verranno effettuati
accurati rilievi in base ai quali
questi potranno essere quantificati con certezza.
(s.to)
◗ POLINAGO
«Una bolla in un mondo a
parte». Si è chiusa a Gombola
di Polinago la terza edizione
di Dancewoods, festival internazionale di danza nella natura; la frazione, che ha ospitato l’appuntamento per la
prima volta, ha risposto con
centinaia di presenze.
«È stata una settimana intensissima - racconta Marianna Miozzo, direttrice artistica dell’evento - per tutti i
partecipanti e il pubblico: è
come se avessimo vissuto in
una bolla in un mondo a parte per una settimana, adesso
ci sembra di atterrare nella vita reale». «Una bella iniziativa - commenta Davide Baschieri, assessore al Bilancio
e allo sviluppo economico,
tra i più assidui ospiti
dell’evento - davvero particolare e caratteristica, in un posto molto suggestivo. Direi
che è stata un successo, per
Polinago e Gombola, ma anche per tutto il territorio della
montagna. Sono venuti artisti da ogni parte del mondo
che hanno messo in mostra
la loro arte, in un modo molto coinvolgente».
«È andata oltre le nostre
aspettative - spiega Linda Petracca, responsabile della comunicazione dell’evento e
pittrice che ha allestito una
delle tre mostre dedicate
all’arte - abbiamo instaurato
un dialogo con il territorio,
grazie a un corso aperto a tutti all’Asineria. Sono venuti da
Palagano e Serramazzoni, Polinago e Pavullo. Il primo
giorno c’erano quattro persone per ogni corso, dal secondo in poi ce n’erano dieci fissi, e venivano sempre di nuovi. Ringraziamo la squadra di
calcio di Polinago per la navetta che ha messo a disposizione durante le varie giornate della manifestazione. Sono commossa dalla curiosità
delle persone, che venivano
ad ogni ora. Molti ricordano
la chiesa in cui si sono esibiti
gli artisti, quando era ancora
distrutta: sono stati felici del
restauro e di vederla viva».
«Durante le serate siamo
giunti a una settantina di
spettatori - riprende la direttrice - c’era anche il parroco,
che si è detto molto contento
e disponibile per avviare una
collaborazione anche per
l’anno prossimo. Si è creato
un dialogo molto bello, tutti i
gombolesi erano contenti. Alcuni si iscriveranno ai corsi
che organizziamo durante
l’anno, quest’anno abbiamo
preso tantissimi contatti,
mettendo radici per diverse
collaborazioni future». (g.f.)
PRIGNANO. LA SCORSA NOTTE
PAVULLO. CAMBIO AL COMANDO DELL’ARMA
Incendio doloso di rotoballe
Il Frignano ringrazia Di Cristofaro
Le fiamme divampate in un deposito agricolo di Sassomorello
Il capitano dei Carabinieri lascia: «Una esperienza splendida»
◗ PRIGNANO
Un grosso incendio probabilmente doloso ha distrutto 70
rotoballe sotto una tettoia attaccata ad un casale non più
adibito a stalla e fienile , nella
stessa corte dove si trova anche una casa che i proprietari
dell'azienda usano quando si
trasferiscono sul luogo a lavorare. L'incendio si è sviluppato
nella notte di martedì, ed ha tenute impegnate fino a ieri a
mezzogiorno tre squadre di vigili del fuoco arrivati da Pavullo, Sassuolo e Modena. Tutto
ha avuto inizio intorno alle
22,40 di martedì nella azienda
agricola di Argia Boni, in via
Bertoni, a Sassomorello , lun-
I pompieri in azione nell’azienda
go la strada che collega la vallata del Rossenna con Serramazzoni. Rilevanti i danni alla facciata della stalla, dove il fuoco
ha anche distrutto tutte le porte e finestre e una vecchia auto
che si trovava dentro l’immobile. L'incendio probabilmente è doloso, partito dall'esterno, e dalla parte opposta dell'
immobile in un luogo impossibile da vedere dall'abitazione
dei proprietari essendo un
centinaio di metri a monte,
tanto che l'allarme è stato dato
da un vicino dalla parte che si
affaccia verso valle. Tanti altri
fattori sono ora al vaglio sia dei
vigili del fuoco che dei carabinieri di Prignano , i quali hanno fatto un sopralluogo, mentre nella notte è intervenuta la
radiomobile di Sassuolo. Sul
posto ieri mattina anche i figli
della proprietaria dell'azienda
agricola danneggiata.
Luciano Castellari
◗ PAVULLO
Il capitano Antonio Di Cristofaro
Dopo quattro anni di comando
della Compagnia Carabinieri
di Pavullo, il capitano Antonio
Di Cristofaro è stato trasferito
al comando della Compagnia
Carabinieri di Popoli (Pescara).
«Ricorderò sempre questo periodo con grande piacere e rimpianto. Quattro anni vissuti nella montagna modenese, abitata da gente onesta e laboriosa.
Abbiamo affrontato tutti insieme, giorno dopo giorno, situazioni più o meno impegnative,
con grande motivazione, slancio e convinzione di aver operato - sempre - con la gente, per la
gente». È questo il breve ma intenso messaggio con il quale il
capitano Antonio Di Cristofaro
saluta la cittadinanza del Frignano della quale si sente onorato averne fatto parte.
Un comandante molto apprezzato per la passione e la
competenza che ha dedicato al
servizio, in particolare se rivolto alla salvaguardia degli adolescenti. Si è adoperato molto in
un progetto di prevenzione ed
informazione contro le devianze giovanili (alcool e droga) attraverso numerose conferenze
tenute tra i banchi di scuola
media e superiore. Il sindaco
Romano Canovi a nome
dell’area del Frignano ha voluto ringraziare Di Crostofaro per
quanto fatto sul fronte della sicurezza locale.
Cinema Venezia
GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013 GAZZETTA
VENEZIA 70
Manuela Pivato
◗ VENEZIA
Furbacchione, queste Femen.
Dicono e non dicono, accusano e ritrattano, s'indignano e
fanno le fusa, si mostrano e
non si mostrano. Soprattutto
non si mostrano, perché dopo
quattro anni passati in giro per
il mondo a esibire le tette in
nome dei diritti delle donne,
oltre a registrare l'inizio di un
fisiologico cedimento dei tessuti hanno anche capito che
tutto ciò che è dato via gratis si
svilisce. Le poppe del movimento femminista di Kiev
sbarcato al Lido per presentare il documentario "Ukraine
isnot a brothel" ("L'Ucraina
non è un bordello") hanno invece un valore enorme. Sono
apparenza e sostanza, ola e grido di battaglia, bandierae pennone: sono l'intero capitale di
queste sei ragazze (più la regista Kitty Green)addobbate come Cicciolina, truccate come
escort e sospettose come terroriste. Il palcoscenico di Venezia70 è quanto di meglio possano desiderare per far fruttare il loro patrimonio. Lo mostrano con il contagocce, tutte
insieme al photocall, a esclusivo beneficiodei fotografi e
quindi del loro personale
marketing;e non come generosamente avevano fatto agli inizi del movimento, ora contro
Putin ora contro Berlusconi, a
Berlino e nel gelo di Davos, in
un democratico rotear di capezzoli che faceva tanto '68.
Le Femen, compreso che la
pubblicità è l'anima del commercio, non hanno saputo però cancellare il peccato originale e cioè quello di avere alle
spalle un uomo che le foraggia. Quest'uomo si chiama Viktor Svyatskiy ed è il loro problema. Viktor, infatti, è l'ideologo
di Femen ma, come lui stesso
ha dichiarato, le donne gli interessano realmente solo per
portarsele a letto. Viktor? "Siamo qui al Lido per miracolo e
siamo in pericolo di vita _ raccontano ancora palpitanti in
conferenza stampa - per questo abbiamo deciso di non ritornare più in Ucraina ma di
andare a Parigi dove c'è la nostra sede internazionale. Da lì
continueremo la nostra battaglia, anche nei paesi musulmani,contro il sistema patriarcale
e maschilista". Sì, ma Viktor?
Ecco, Viktor è l'uomo che
senza il quale non esisterebbero perché è lui che ha tirato
fuori i soldi per fare di quattro
bionde scalmanate un movimento internazionale. "Ci rendiamo conto del paradosso di
avere un uomo alla nostra gui-
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Quando un film italiano viene fischiato non si capisce se in quanto
film o in quanto italiano
Filippo Bologna @filippobologna
Femen sul red carpet
L’arma del topless
è solo per i fotografi
Le attiviste ucraine al Lido per il documentario su di loro
ma le sexy proteste non sono più tanto spontanee
da ma questa è la realtà della
società dalla quale vogliamo
scappare" ammettono. La contraddizione di partenza è destinata ad avere conseguenze.
"Ci mostriamo nude perché
il nostro corpo non deve servire soltanto per far vendere birra - replicano - Non c'è nulla di
volgare o di sessuale nella nostra esibizione. L'oscenità è
soltanto negli occhi di chi
guarda. E comunque solo se ci
mostriamo in questo modo il
mondo si accorge di noi". Ecco, questo è il punto. Le Femen sono tutte belle e, certo,
Viktorle avrà scelte con estre-
ma cura valutando, oltre alla
sodezza del mezzobusto, anche la docilità del carattere e
l'attitudine
all'obbedienza.
L'aspirante attivista bruttina,
come illustra il documentario,
è stata subito scartata. No topless, no Femen.
©RIPRODUZIONERISERVATA
Le attiviste di Femen sul palco di Venezia
I NUMERI
L’altro Festival dietro l’arte
Il business delle pellicole
Alberto Fassina
◗ VENEZIA
Il Festival del cinema è arte,è
glamour, è divertimento ma alla fine è anche, guai se non lo
fosse, business legato all’industria cinematografica e alla distribuzione. Vengono resi noti
i primi dati della seconda edizione del Venice film Market
che si è svolta dal 29 agosto al 3
Settembre.
I numeri sulla carta sono positivi e confortanti: 246 distributori presenti rispetto ai 193
della passata edizione, 86 venditori contro i 66 del 2012 e un
totale di 1400 professionisti
(1100 nel 2012) tra produttori,
istituzioni, espositori e film
commission provenienti da 58
paesi diversi.
"Dopo il picco del fine settimana, da domenica qui non si
sente più parlare inglese segno che la sovrapposizione
con Toronto sposta oltre oceano gran parte del buisness"
sottolinea Francesco Bonsembiante che assieme a Marco
Paolini qui al Lido è presente
con “La prima neve”, "Venezia
DOCUMENTARIO
Vajont 1963-2013
da non dimenticare
Il 9 ottobre di quest’anno saranno
cinquant’anni esatti dal disastro
del Vajont, duemila morti a causa
dell’onda provocata dalla frana
del monte Toc nel lago della diga.
Non una catastrofe naturale, ma
“Il peggior disastro al mondo
causato dall’uomo”, ha
sentenziato l’Onu. Nove studenti
del Dams di Padova, coordinati
dal loro docente di cinema, hanno
realizzato “La montagna
infranta”, un cortometraggio di
venti minuti per ricordare e
spiegare che la natura si rispetta,
che l’uomo non può sfidare
pericolosamente l’ambiente.
Destinato ai bambini, il
documentario girerà in tutte le
scuole. Più che celebrativo,
speriamo sia utile.
Una scena di Philomena, successo annunciato di “Venezia 70”
è stata fondamentale due anni
fa per “Io sono Li”, ricordo che
al termine della proiezione sono stato avvicinato da un distributore giapponese e da qui
cominciò la vita estera del film
che è arrivato ad essere acquistato in 40 paesi". Adesso naturalmente si aspetta la proiezione di La prima neve e poi si vedrà: "abbiamo ricevuto i dati
di visualizzazioni del film tramite videolibrary e siamo sod-
disfatti" dice Bonsembiante.
"Per noi Venezia è sempre
stato un appuntamento fondamentale tanto che quest'anno
siamo presenti con sei film nelle diverse sezioni" spiega Andrea Occhipinti, direttore di
Lucky Red, una delle distribuzioni più significative del mercato italiano: "Qui al Festival
hanno iniziato la loro strada
verso il successo di pubblico e
di premi pellicole importanti
come Brokeback Mountain di
Ang Lee, il nostro The Wrestler
e sempre di Aronofsky Il cigno
nero, e mi auguro che la stessa
strada la possa intraprendere
Philomena presentato qui al
Lido con un successo così
grande che ci fa ben sperare
anche per gli Oscar. Anche
Cous cous di Kechiche fu un
nostro successo nato qui e premiato anche dalla sala".
Tempo fa, in un’indagine
pubblicata sui costi del cinema, proprio Cous Cous venne
segnalato come esempio virtuoso di affare distributivo. A
fronte di un acquisto e lancio
da 600 mila euro in sala ha raccolto 1,8 milioni lordi e 850 mila netti ai quali si sono aggiunti
ricavi tv per 320 mila euro e
l'homevideo ha portato altri
120 mila euro.
Paolo Baratta, alla conferenza stampa d'apertura del Festival, ha sottolineato l'impossibilità di creare un mercato
dall'oggi al domani e il direttore Alberto Barbera non parladi
competizione con Cannes e
Berlino, piuttosto è preferibile
parlare di una nuova via che
lui definisce mercato light. "L'
importanza di avere una base
operativa, degli spazi d'incontro, la possibilità di visionare i
film della mostra e dei venditori presenti grazie ad una library multimediale è assolutamente necessaria" sottolinea
Occhipinti "qui a Venezia non
necessariamente il mercato si
valuta con la quantità di stand
o di strutture presenti, la realtà
buisness che qui si sta consolidando nel tempo, è fatta anche di incontri e di discussione
di progetti. Un film non si
compra solo quando è fatto e
finito ma lo si può acquisire
anche su sceneggiatura, ed è
proprio il caso di Philomena
che comprai il primo giorno
dell'American film market."
©RIPRODUZIONERISERVATA