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26 Pavullo ❖ Serramazzoni ❖ Appennino GAZZETTA GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013 Incendio alla casa di riposo Dancewoods chiude nel segno dei record evacuati tutti gli ospiti gombola di polinago Ieri sera un corto circuito nella zona dei magazzini ha causato fuoco e fumo Diciotto anziani sono stati trasferiti in analoghe strutture delle frazioni vicine ◗ MONTEFIORINO Incendio, fumo, pompieri, ambulanze e diciotto anziani che cambiano casa durante la tarda serata. Fortunatamente, anche e soprattutto per la rapidità e l’efficacia dei soccorsi, nessuno è rimasto ferito, non c’è stato alcun intossicato tra gli evacuati, gli ospiti ultrasettantenni della casa di riposo la Tenda di Abramo. Una moderna struttura che ha sede a ridosso della chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Loreto, in centro al paese, dove un tempo si trovava l’asilo comunale. L’insolita serata che ha movimentato il paese appenninico è dovuta ad un incendio che, come sembra secondo i primi accertamenti, è partito per cause accidentali nei locali adibiti a magazzino. Locali, come tali, dove è depositata parecchia mercanzia, oggetti, vestiario e quant’altro. Probabile dunque un banale cortocircuito e le fiamme, proprio per la presenza di parecchio materiale, si sono sviluppate in breve tempo. E di conse- Il retro della canonica parrocchiale a pochi passi dalla casa di riposo per anziani “La Tenda di Abramo” guenza un denso fumo ha iniziato velocemente ad invadere un po’ tutti i locali della struttura per anziani. Per evitare che ci potessero essere delle intossicazioni e che qualcuno si sentisse male, bisognava fare in fretta. E così è stato. Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco volontari di Frassinoro e quelli di Pavullo che hanno circoscritto il rogo e aiutato gli ospiti nelle operazioni di evacuazione dalla struttura. Nel frattempo sono arrivate parecchie ambulanze che hanno constato il buono stato di salute dei “ragazzi”. I diciotto ospiti della Tenda di Abramo sono stati ospitati in altre strutture protette, a Vitriola e nelle frazioni vicine. Il primo cittadino Antonella Gualmini ha avuto parole di ringraziamento per i soccorritori, in particolare nei confronti dei vigili del fuoco per la prontezza e la professionalità dimostrare durante il tempestivo intervento. Quanto ai danni subiti dalla struttura, verranno effettuati accurati rilievi in base ai quali questi potranno essere quantificati con certezza. (s.to) ◗ POLINAGO «Una bolla in un mondo a parte». Si è chiusa a Gombola di Polinago la terza edizione di Dancewoods, festival internazionale di danza nella natura; la frazione, che ha ospitato l’appuntamento per la prima volta, ha risposto con centinaia di presenze. «È stata una settimana intensissima - racconta Marianna Miozzo, direttrice artistica dell’evento - per tutti i partecipanti e il pubblico: è come se avessimo vissuto in una bolla in un mondo a parte per una settimana, adesso ci sembra di atterrare nella vita reale». «Una bella iniziativa - commenta Davide Baschieri, assessore al Bilancio e allo sviluppo economico, tra i più assidui ospiti dell’evento - davvero particolare e caratteristica, in un posto molto suggestivo. Direi che è stata un successo, per Polinago e Gombola, ma anche per tutto il territorio della montagna. Sono venuti artisti da ogni parte del mondo che hanno messo in mostra la loro arte, in un modo molto coinvolgente». «È andata oltre le nostre aspettative - spiega Linda Petracca, responsabile della comunicazione dell’evento e pittrice che ha allestito una delle tre mostre dedicate all’arte - abbiamo instaurato un dialogo con il territorio, grazie a un corso aperto a tutti all’Asineria. Sono venuti da Palagano e Serramazzoni, Polinago e Pavullo. Il primo giorno c’erano quattro persone per ogni corso, dal secondo in poi ce n’erano dieci fissi, e venivano sempre di nuovi. Ringraziamo la squadra di calcio di Polinago per la navetta che ha messo a disposizione durante le varie giornate della manifestazione. Sono commossa dalla curiosità delle persone, che venivano ad ogni ora. Molti ricordano la chiesa in cui si sono esibiti gli artisti, quando era ancora distrutta: sono stati felici del restauro e di vederla viva». «Durante le serate siamo giunti a una settantina di spettatori - riprende la direttrice - c’era anche il parroco, che si è detto molto contento e disponibile per avviare una collaborazione anche per l’anno prossimo. Si è creato un dialogo molto bello, tutti i gombolesi erano contenti. Alcuni si iscriveranno ai corsi che organizziamo durante l’anno, quest’anno abbiamo preso tantissimi contatti, mettendo radici per diverse collaborazioni future». (g.f.) PRIGNANO. LA SCORSA NOTTE PAVULLO. CAMBIO AL COMANDO DELL’ARMA Incendio doloso di rotoballe Il Frignano ringrazia Di Cristofaro Le fiamme divampate in un deposito agricolo di Sassomorello Il capitano dei Carabinieri lascia: «Una esperienza splendida» ◗ PRIGNANO Un grosso incendio probabilmente doloso ha distrutto 70 rotoballe sotto una tettoia attaccata ad un casale non più adibito a stalla e fienile , nella stessa corte dove si trova anche una casa che i proprietari dell'azienda usano quando si trasferiscono sul luogo a lavorare. L'incendio si è sviluppato nella notte di martedì, ed ha tenute impegnate fino a ieri a mezzogiorno tre squadre di vigili del fuoco arrivati da Pavullo, Sassuolo e Modena. Tutto ha avuto inizio intorno alle 22,40 di martedì nella azienda agricola di Argia Boni, in via Bertoni, a Sassomorello , lun- I pompieri in azione nell’azienda go la strada che collega la vallata del Rossenna con Serramazzoni. Rilevanti i danni alla facciata della stalla, dove il fuoco ha anche distrutto tutte le porte e finestre e una vecchia auto che si trovava dentro l’immobile. L'incendio probabilmente è doloso, partito dall'esterno, e dalla parte opposta dell' immobile in un luogo impossibile da vedere dall'abitazione dei proprietari essendo un centinaio di metri a monte, tanto che l'allarme è stato dato da un vicino dalla parte che si affaccia verso valle. Tanti altri fattori sono ora al vaglio sia dei vigili del fuoco che dei carabinieri di Prignano , i quali hanno fatto un sopralluogo, mentre nella notte è intervenuta la radiomobile di Sassuolo. Sul posto ieri mattina anche i figli della proprietaria dell'azienda agricola danneggiata. Luciano Castellari ◗ PAVULLO Il capitano Antonio Di Cristofaro Dopo quattro anni di comando della Compagnia Carabinieri di Pavullo, il capitano Antonio Di Cristofaro è stato trasferito al comando della Compagnia Carabinieri di Popoli (Pescara). «Ricorderò sempre questo periodo con grande piacere e rimpianto. Quattro anni vissuti nella montagna modenese, abitata da gente onesta e laboriosa. Abbiamo affrontato tutti insieme, giorno dopo giorno, situazioni più o meno impegnative, con grande motivazione, slancio e convinzione di aver operato - sempre - con la gente, per la gente». È questo il breve ma intenso messaggio con il quale il capitano Antonio Di Cristofaro saluta la cittadinanza del Frignano della quale si sente onorato averne fatto parte. Un comandante molto apprezzato per la passione e la competenza che ha dedicato al servizio, in particolare se rivolto alla salvaguardia degli adolescenti. Si è adoperato molto in un progetto di prevenzione ed informazione contro le devianze giovanili (alcool e droga) attraverso numerose conferenze tenute tra i banchi di scuola media e superiore. Il sindaco Romano Canovi a nome dell’area del Frignano ha voluto ringraziare Di Crostofaro per quanto fatto sul fronte della sicurezza locale. Cinema Venezia GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2013 GAZZETTA VENEZIA 70 Manuela Pivato ◗ VENEZIA Furbacchione, queste Femen. Dicono e non dicono, accusano e ritrattano, s'indignano e fanno le fusa, si mostrano e non si mostrano. Soprattutto non si mostrano, perché dopo quattro anni passati in giro per il mondo a esibire le tette in nome dei diritti delle donne, oltre a registrare l'inizio di un fisiologico cedimento dei tessuti hanno anche capito che tutto ciò che è dato via gratis si svilisce. Le poppe del movimento femminista di Kiev sbarcato al Lido per presentare il documentario "Ukraine isnot a brothel" ("L'Ucraina non è un bordello") hanno invece un valore enorme. Sono apparenza e sostanza, ola e grido di battaglia, bandierae pennone: sono l'intero capitale di queste sei ragazze (più la regista Kitty Green)addobbate come Cicciolina, truccate come escort e sospettose come terroriste. Il palcoscenico di Venezia70 è quanto di meglio possano desiderare per far fruttare il loro patrimonio. Lo mostrano con il contagocce, tutte insieme al photocall, a esclusivo beneficiodei fotografi e quindi del loro personale marketing;e non come generosamente avevano fatto agli inizi del movimento, ora contro Putin ora contro Berlusconi, a Berlino e nel gelo di Davos, in un democratico rotear di capezzoli che faceva tanto '68. Le Femen, compreso che la pubblicità è l'anima del commercio, non hanno saputo però cancellare il peccato originale e cioè quello di avere alle spalle un uomo che le foraggia. Quest'uomo si chiama Viktor Svyatskiy ed è il loro problema. Viktor, infatti, è l'ideologo di Femen ma, come lui stesso ha dichiarato, le donne gli interessano realmente solo per portarsele a letto. Viktor? "Siamo qui al Lido per miracolo e siamo in pericolo di vita _ raccontano ancora palpitanti in conferenza stampa - per questo abbiamo deciso di non ritornare più in Ucraina ma di andare a Parigi dove c'è la nostra sede internazionale. Da lì continueremo la nostra battaglia, anche nei paesi musulmani,contro il sistema patriarcale e maschilista". Sì, ma Viktor? Ecco, Viktor è l'uomo che senza il quale non esisterebbero perché è lui che ha tirato fuori i soldi per fare di quattro bionde scalmanate un movimento internazionale. "Ci rendiamo conto del paradosso di avere un uomo alla nostra gui- 33 Quando un film italiano viene fischiato non si capisce se in quanto film o in quanto italiano Filippo Bologna @filippobologna Femen sul red carpet L’arma del topless è solo per i fotografi Le attiviste ucraine al Lido per il documentario su di loro ma le sexy proteste non sono più tanto spontanee da ma questa è la realtà della società dalla quale vogliamo scappare" ammettono. La contraddizione di partenza è destinata ad avere conseguenze. "Ci mostriamo nude perché il nostro corpo non deve servire soltanto per far vendere birra - replicano - Non c'è nulla di volgare o di sessuale nella nostra esibizione. L'oscenità è soltanto negli occhi di chi guarda. E comunque solo se ci mostriamo in questo modo il mondo si accorge di noi". Ecco, questo è il punto. Le Femen sono tutte belle e, certo, Viktorle avrà scelte con estre- ma cura valutando, oltre alla sodezza del mezzobusto, anche la docilità del carattere e l'attitudine all'obbedienza. L'aspirante attivista bruttina, come illustra il documentario, è stata subito scartata. No topless, no Femen. ©RIPRODUZIONERISERVATA Le attiviste di Femen sul palco di Venezia I NUMERI L’altro Festival dietro l’arte Il business delle pellicole Alberto Fassina ◗ VENEZIA Il Festival del cinema è arte,è glamour, è divertimento ma alla fine è anche, guai se non lo fosse, business legato all’industria cinematografica e alla distribuzione. Vengono resi noti i primi dati della seconda edizione del Venice film Market che si è svolta dal 29 agosto al 3 Settembre. I numeri sulla carta sono positivi e confortanti: 246 distributori presenti rispetto ai 193 della passata edizione, 86 venditori contro i 66 del 2012 e un totale di 1400 professionisti (1100 nel 2012) tra produttori, istituzioni, espositori e film commission provenienti da 58 paesi diversi. "Dopo il picco del fine settimana, da domenica qui non si sente più parlare inglese segno che la sovrapposizione con Toronto sposta oltre oceano gran parte del buisness" sottolinea Francesco Bonsembiante che assieme a Marco Paolini qui al Lido è presente con “La prima neve”, "Venezia DOCUMENTARIO Vajont 1963-2013 da non dimenticare Il 9 ottobre di quest’anno saranno cinquant’anni esatti dal disastro del Vajont, duemila morti a causa dell’onda provocata dalla frana del monte Toc nel lago della diga. Non una catastrofe naturale, ma “Il peggior disastro al mondo causato dall’uomo”, ha sentenziato l’Onu. Nove studenti del Dams di Padova, coordinati dal loro docente di cinema, hanno realizzato “La montagna infranta”, un cortometraggio di venti minuti per ricordare e spiegare che la natura si rispetta, che l’uomo non può sfidare pericolosamente l’ambiente. Destinato ai bambini, il documentario girerà in tutte le scuole. Più che celebrativo, speriamo sia utile. Una scena di Philomena, successo annunciato di “Venezia 70” è stata fondamentale due anni fa per “Io sono Li”, ricordo che al termine della proiezione sono stato avvicinato da un distributore giapponese e da qui cominciò la vita estera del film che è arrivato ad essere acquistato in 40 paesi". Adesso naturalmente si aspetta la proiezione di La prima neve e poi si vedrà: "abbiamo ricevuto i dati di visualizzazioni del film tramite videolibrary e siamo sod- disfatti" dice Bonsembiante. "Per noi Venezia è sempre stato un appuntamento fondamentale tanto che quest'anno siamo presenti con sei film nelle diverse sezioni" spiega Andrea Occhipinti, direttore di Lucky Red, una delle distribuzioni più significative del mercato italiano: "Qui al Festival hanno iniziato la loro strada verso il successo di pubblico e di premi pellicole importanti come Brokeback Mountain di Ang Lee, il nostro The Wrestler e sempre di Aronofsky Il cigno nero, e mi auguro che la stessa strada la possa intraprendere Philomena presentato qui al Lido con un successo così grande che ci fa ben sperare anche per gli Oscar. Anche Cous cous di Kechiche fu un nostro successo nato qui e premiato anche dalla sala". Tempo fa, in un’indagine pubblicata sui costi del cinema, proprio Cous Cous venne segnalato come esempio virtuoso di affare distributivo. A fronte di un acquisto e lancio da 600 mila euro in sala ha raccolto 1,8 milioni lordi e 850 mila netti ai quali si sono aggiunti ricavi tv per 320 mila euro e l'homevideo ha portato altri 120 mila euro. Paolo Baratta, alla conferenza stampa d'apertura del Festival, ha sottolineato l'impossibilità di creare un mercato dall'oggi al domani e il direttore Alberto Barbera non parladi competizione con Cannes e Berlino, piuttosto è preferibile parlare di una nuova via che lui definisce mercato light. "L' importanza di avere una base operativa, degli spazi d'incontro, la possibilità di visionare i film della mostra e dei venditori presenti grazie ad una library multimediale è assolutamente necessaria" sottolinea Occhipinti "qui a Venezia non necessariamente il mercato si valuta con la quantità di stand o di strutture presenti, la realtà buisness che qui si sta consolidando nel tempo, è fatta anche di incontri e di discussione di progetti. Un film non si compra solo quando è fatto e finito ma lo si può acquisire anche su sceneggiatura, ed è proprio il caso di Philomena che comprai il primo giorno dell'American film market." ©RIPRODUZIONERISERVATA